Legislatura 19ª - Risposta ad interrogazione scritta n. 4-01422


Risposta all'interrogazione n. 4-01422
Fascicolo n. 79

Risposta. - Si rappresenta che nell'ambito delle politiche assunzionali di questo Governo, l'art. 1 comma 858, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio per il 2023), ha previsto l'assunzione straordinaria di 100 unità, area dei funzionari, ex area III-F1, grazie a cui è stato possibile incrementare il numero dei funzionari giuridico-pedagogici, di cui alla procedura concorsuale indetta il 18 ottobre 2022. Pertanto, anche alla luce dell'ulteriore scorrimento di 12 unità, disposto il 12 luglio 2024, si può ritenere, di fatto, completata la pianta organica attuale, composta da 1.099 unità, in relazione agli istituti penitenziari. Va precisato che, al di là della copertura organica realizzata, ci si potrebbe avvalere di ulteriori assunzioni, anche mediante scorrimento della graduatoria tuttora aperta, qualora ci fossero scoperture sopravvenute, ovvero optare per un incremento della pianta organica, se compatibile con le attuali risorse finanziarie disponibili.

A dimostrazione dell'attenzione per la professionalità dei funzionari giuridico-pedagogici si evidenzia l'introduzione della recente disposizione di cui all'art. 2-ter del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, detto carcere sicuro, con cui si prevede l'istituzione dell’"indennità di specificità organizzativa penitenziaria" per il personale del comparto funzioni centrali che, quindi, potrà fruire di un'indennità annua lorda aggiuntiva rispetto agli attuali istituti retributivi. In tal modo, si è voluto riconoscere alla figura del funzionario giuridico -pedagogico la specificità del ruolo rivestito nel circuito della giustizia, nella consapevolezza che si tratta di una funzione strategica per la vicinanza alla popolazione detenuta e per la tutela effettiva dell'esigenza costituzionale di rieducazione e risocializzazione.

L'esigenza di assicurare la massima copertura di questi ruoli è maggiormente avvertita per categorie di detenuti più fragili, quali i minori, ed è per questo che il competente Dipartimento del Ministero ha intrapreso concretamente un enorme sforzo di mobilitazione di risorse, al fine di sopperire alle croniche e risalenti criticità dovute alla scarsità di tutte le figure professionali coinvolte, a vari livelli e con competenze specifiche differenziate, nella gestione degli istituti penali per minorenni e dei servizi penali minorili, così come nelle rispettive équipe trattamentali. Sentita è, peraltro, la necessità di prevedere professionalità altamente specializzate, adeguatamente formate alle peculiarità ambientali, trattamentali e socio-rieducative del mandato istituzionale, ragion per cui il Dipartimento ha opportunamente istituito, tra l'altro, un tavolo tecnico, che vede anche la compartecipazione di esperti delegati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il cui operato potrà contribuire ad elaborare apposite "nuove regole di ingaggio" per il personale della Polizia penitenziaria da assegnare al comparto minorile, vista la peculiarità delle funzioni riconducibili a tale personale, incaricato non solo di mantenere la sicurezza all'interno degli istituti, ma anche chiamato a concorrere alle attività trattamentali e a garantirne in sicurezza lo svolgimento.

Si deve, ancora, sottolineare che la situazione in cui versa il comparto carcerario minorile è il frutto dell'attuale ed inedita condizione di sovraffollamento, a sua volta dovuta, in gran parte, al significativo afflusso in Italia di minori stranieri non accompagnati, in parte riversatisi nel circuito penale minorile (circa il 48 per cento della popolazione detentiva afferente al comparto minorile). Si tratta di ragazzi spesso poli-assuntori di sostanze stupefacenti e psicofarmaci, con gravi problematiche comportamentali, talora anche di natura post traumatica, che, giunti in Italia, vengono fagocitati da un meccanismo che li porta alla commissione di reati e ad essere immessi nel circuito carcerario minorile, in assenza di riferimenti familiari e di alternative esperibili, quali le comunità educative ad alta intensità socio-sanitaria, alla cui carenza cronica e risalente il Ministero della giustizia sta ponendo rimedio, in accordo con le Regioni.

D'altra parte, l'incremento significativo dell'utenza minorile negli istituti di pena per minorenni nel suo complesso è sostanzialmente dovuto alla ricorrenza di altri due fattori: a) la dismissione di importanti compendi detentivi minorili, ad opera della precedente amministrazione, avvenuta in parallelo all'avvio della ristrutturazione concomitante di ben 5 istituti penali minorili; b) la cronica insufficienza delle citate comunità socio-educative sul territorio nazionale, che l'amministrazione sta arginando, adottando misure strutturali e riorganizzative, da un lato attivandosi per la riacquisizione di compendi detentivi e di locali già di propria pertinenza, quali gli istituti minorili di Lecce e de L’Aquila, che erano stati ceduti al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria o ad altri enti, e dall'altro con la costruzione di nuove strutture, quale quella di Rovigo, dove sorgerà, entro il prossimo anno, un nuovo istituto di eccellenza. Sono state, altresì, rinegoziate le scadenze degli interventi edilizi, con modalità più graduali e idonee, stipulando importanti protocolli con le Regioni per la creazione di almeno 5 nuove comunità specializzate ad alta densità sociosanitaria, che costituiranno una valida alternativa alle misure detentive.

Un secondo aspetto di fondamentale importanza è la specializzazione dei reparti di Polizia penitenziaria addetti al comparto detentivo minorile. Si prevede una progressiva ridefinizione del ruolo stesso dell'agente penitenziario sia per il recupero della centralità della figura, garanzia della legalità e della sicurezza nell'ambito degli aspetti trattamentali, e sia per consentire ai giovani ristretti di essere effettivamente supportati.

Il Ministero pone al centro la gestione del detenuto minorenne, nella consapevolezza che essa richiede professionalità specializzate, équipe multidisciplinari integrate, assegnazione a tempo pieno e presenza costante di direttori di istituto e comandanti dei nuclei. Solo con un personale adeguatamente formato alle peculiarità ambientali, trattamentali e socio-rieducative ed abituato ad agire in modalità integrata è possibile ipotizzare di disinnescare gli eventi critici prima del loro verificarsi, attraverso la conoscenza approfondita delle caratteristiche della popolazione ristretta, la predisposizione di adeguati interventi dissuasivi, le sistematiche interlocuzioni con i detenuti. Per quanto attiene, in particolare, al personale inquadrato nel profilo professionale di funzionario della professionalità pedagogica, oggetto di specifico quesito, attualmente sono in servizio presso il Dipartimento di giustizia minorile e di comunità 264 unità (a fronte di una dotazione organica prevista di 646 unità).

Si precisa che la precedente dotazione organica, pari a 293 unità, è stata recentemente elevata a 646 unità con decreto ministeriale 12 aprile 2023, recante la dotazione organica del personale del comparto funzioni centrali del Dipartimento, per effetto delle modifiche normative intervenute in materia di esecuzione della pena. A tal proposito, già nel mese di aprile 2024 sono stati immessi in servizio, e assegnati prevalentemente agli istituti penali per i minorenni e agli uffici di servizio sociale per i minorenni, 41 vincitori del concorso pubblico RIPAM, da inquadrare nell'area funzionari.

Infine, si rappresenta che, per ovviare alla carenza di funzionari della professionalità pedagogica, il competente Dipartimento ha provveduto a richiedere al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (con nota del 15 marzo 2024) la cessione della graduatoria del concorso pubblico, per esami, a 104 posti proprio per il profilo professionale di funzionario della professionalità giuridico-pedagogica, indetto il 18 ottobre 2022 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, per un totale di 354 unità. Si precisa che con la cessione della suddetta graduatoria al Dipartimento di giustizia minorile e di comunità, si prevede di procedere all'assunzione di un cospicuo contingente di personale entro la fine del 2024, consentendo in tal modo di incrementare in maniera consistente la presenza di tali operatori essenziali all'interno dei servizi penali di tipo residenziale per minori e giovani adulti.

Da ultimo, rispetto all'ulteriore tema della prevenzione e del contrasto del fenomeno suicidario, cui l'atto di sindacato ispettivo fa cenno solo con riferimento alla popolazione carceraria adulta, sebbene in ambito minorile tale fenomeno, fortunatamente, non riscontri i gravi numeri degli istituti di reclusione per adulti, il Dipartimento ha, comunque, sempre riservato un'attenta politica di controllo all'interno dei propri servizi, al fine di prevenire, contenere e fronteggiare gli episodi di autolesionismo. Per la gestione di tali eventi in ambito minorile, la strategia operativa di riferimento è il "piano nazionale per la prevenzione del rischio autolesivo e suicidario nei servizi residenziali minorili del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità", validato nell'ambito della Conferenza unificata il 26 ottobre 2017 e recepito da tutte le Regioni, incentrato tra l'altro su una stretta collaborazione multidisciplinare e interistituzionale.

Il Ministro della giustizia
NORDIO

(25 novembre 2024)