Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01333
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Atto n. 3-01333
Pubblicato l'11 settembre 2024, nella seduta n. 218
PATUANELLI, PIRRO, BILOTTI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il 26 gennaio 2024 la Corte internazionale di giustizia ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per “prevenire possibili atti genocidari” nella Striscia di Gaza;
nel mese di maggio il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto il mandato d’arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e per il Ministro della difesa, Yoav Gallant, ritenendoli responsabili di crimini di guerra e contro l'umanità nella Striscia di Gaza;
nel mese di giugno la commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha accusato Israele di commettere a Gaza crimini di guerra quali sterminio, deportazione e tortura;
a luglio la Corte internazionale di giustizia ha sentenziato che l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele è illegale e rappresenta un'annessione di fatto che deve cessare il più rapidamente possibile;
il 10 settembre 2024 il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato fermamente l'ennesimo raid aereo israeliano in una zona sicura designata nella Striscia di Gaza, definendo "inaccettabile l'uso di armi pesanti in aree densamente popolate";
considerato che:
il 5 aprile 2024 una risoluzione del Consiglio diritti umani dell’ONU ha chiesto un embargo globale su tutti i tipi di armi a Tel Aviv, senza fare alcuna distinzione sulla tipologia di materiale bellico inviato;
nei giorni scorsi il Governo del Regno Unito ha sospeso decine di licenze di esportazione di armi britanniche verso Tel Aviv, cosa che il Governo italiano non ha fatto, limitandosi a non rilasciare nuove licenze;
i dati ISTAT, aggiornati a maggio 2024, pubblicamente consultabili, mostrano che le esportazioni di armi italiane verso Israele sono proseguite dopo il 7 ottobre 2023 per un valore di 4,6 milioni di euro;
considerato, altresì, che a quanto risulta agli interroganti:
nel mese di ottobre 2023 il Ministro dell’energia e delle infrastrutture di Israele, Israel Katz, ha annunciato l’assegnazione ad ENI di licenze di esplorazione dei giacimenti di gas al largo delle coste di Gaza;
il 62 per cento della zona oggetto della licenza ENI rientra nei confini marittimi dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019, in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), di cui la Palestina è firmataria;
a seguito della vicenda, lo studio legale Foley Hoag LLP di Boston, Stati Uniti, su mandato di quattro associazioni palestinesi per i diritti umani, ha inviato un avviso all’ENI S.p.A., perché non intraprenda attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza, che appartengono alla Palestina,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non intenda richiamare l’ambasciatore italiano a Tel Aviv in segno di protesta contro quelli che gli interroganti considerano crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale commessi da Israele a Gaza e in Cisgiordania;
se non intenda sospendere le licenze di esportazione di armi italiane verso Israele come richiesto dal Consiglio diritti umani dell’ONU;
se non intenda farsi promotore, nell’ambito delle proprie attribuzioni, di una sospensione dell’accordo ENI-Israele per lo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore, ad avviso degli interroganti illegale poiché appartengono alla Palestina.