Legislatura 19ª - Risposta ad interrogazione scritta n. 4-00664


Risposta all'interrogazione n. 4-00664
Fascicolo n. 38

Risposta. - Con riferimento alle aggressioni perpetrate dai detenuti ai danni di alcuni agenti di Polizia penitenziaria si evidenzia che i detenuti B.G. e N.M., individuati quali autori responsabili delle aggressioni sono stati sanzionati disciplinarmente dalla direzione e, in presenza di condotte penalmente rilevanti, deferiti all'autorità giudiziaria competente. Risulta, inoltre, il tentativo di aggressione ai danni del personale medico, verificatosi il 2 settembre 2023 e posto in essere dal detenuto D.A. che, dopo aver effettuato la visita medica, si è rifiutato di fare rientro in sezione, oltraggiando il personale presente, opponendo resistenza passiva e tentando, altresì, di aggredire sia il medico di guardia sia il personale di Polizia penitenziaria presente in quel frangente, che ha riportato lievi abrasioni e contusioni durante le manovre di bloccaggio. Per quanto accaduto il detenuto è stato allocato presso la sezione reclusione ex art. 32 "assegnazione e raggruppamento per motivi cautelari" del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000. Il successivo 6 settembre 2023 è stato poi trasferito, per motivi di sicurezza, presso la casa circondariale di Piacenza San Lazzaro.

Relativamente all'aggressione menzionata e perpetrata ai danni dello psichiatra in servizio presso la casa circondariale di Verona, questa è riferibile al detenuto M.R. che, il 21 agosto 2023, alla presenza di due unità di personale di Polizia penitenziaria, ha aggredito lo psichiatra con un pugno al volto, facendolo cadere a terra. L'intervento immediato del personale ha permesso di bloccare il ristretto e condurlo nella propria camera di pernottamento; mentre, per lo psichiatra, è stata stabilita una prognosi di 30 giorni.

Ciò riferito, quanto ai dati statistici relativi ai suicidi quindi agli episodi di violenza e aggressione perpetrati dai detenuti ai danni del personale di Polizia penitenziaria e amministrativo emerge che presso il carcere di Padova, nel periodo 1° gennaio-17 settembre 2023 non si sono verificati gesti anticonservativi; quanto alle aggressioni fisiche, risultano 10 quelle in danno degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, 2 in danno del personale amministrativo.

Passando alle iniziative atte a fronteggiare il fenomeno delle aggressioni, come riferito in risposta ad interrogazioni di analogo tenore, la tutela degli agenti della Polizia penitenziaria, unitamente a quella degli operatori tutti e, naturalmente, dei ristretti in carcere, è dovere primario dell'amministrazione, perseguito costantemente con impegno. Il DAP, nel tempo, ha adottato una serie di direttive volte alla prevenzione delle condotte aggressive poste in essere dalla popolazione detenuta.

Ed allora, già con circolare 26 maggio 2015, è stata data disposizione ai provveditorati regionali di individuare alcune sezioni ove allocare quei detenuti non ancora pronti per il regime aperto, o incompatibili con esso, in osservanza a quanto previsto dall'art. 32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000. La norma prevede, infatti, che i detenuti e gli internati che abbiano un comportamento tale da richiedere particolari cautele, anche per la tutela dei compagni da possibili aggressioni o sopraffazioni, siano assegnati ad appositi istituti o sezioni ove sia più agevole adottare le suddette cautele. L'individuazione di tali sezioni non risponde a una logica di isolamento o punizione, bensì a un'idonea attività trattamentale che miri ad agevolare, per i soggetti che vi sono assegnati, il ritorno al regime comune "aperto" e, nel contempo, a salvaguardare tale regime da attività negative di prevaricazioni e violenza. È comunque previsto che l'allocazione presso tali sezioni venga verificata dalle direzioni periodicamente, con cadenza semestrale, al fine di appurare la permanenza delle ragioni della separazione dei soggetti che vi sono assegnati dalla restante popolazione detenuta.

Sul piano del trattamento penitenziario, nei confronti dei soggetti assegnati alle sezioni ex art. 32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230, la circolare prevede la predisposizione di tutti gli strumenti messi a disposizione dall'ordinamento penitenziario, con una presa in carico multidisciplinare da attuare attraverso un’intensificazione della presenza degli operatori del trattamento e delle professionalità sanitarie, al fine di approfondire la conoscenza delle problematiche e delle difficoltà relazionali o comportamentali e individuare, congiuntamente, un programma di intervento personalizzato, che tenga conto delle peculiarità del soggetto. In tale prospettiva, è prevista la ricerca di modalità di intervento integrato attivo, quali la graduale partecipazione alle attività presenti in istituto, soprattutto di carattere pratico, anche unitamente alle persone appartenenti alle sezioni ordinarie e alla sezione ordinaria a trattamento intensificato, secondo le valutazioni del gruppo interdisciplinare e le previsioni di progressività contenute nel programma di trattamento individualizzato. Infine, nell'ottica di rimarcare il carattere temporaneo e rivedibile dell'inserimento presso tali sezioni, la circolare prevede che il termine semestrale per la valutazione, previsto dal regolamento di esecuzione, deve ritenersi quale limite massimo e che, pertanto, le équipe avranno cura di procedere con valutazioni aventi almeno cadenza bimestrale.

Si menziona, inoltre, la nota DAP del 10 ottobre 2018 recante "Trasferimenti dei detenuti per motivi di sicurezza", nella quale viene specificato che le richieste delle direzioni relative all'allontanamento di detenuti per motivi di ordine e sicurezza dovranno riguardare quei soggetti responsabili di: aggressioni consumate o tentate nei confronti del personale dell'amministrazione penitenziaria, del personale medico o infermieristico e di quello del volontariato; le aggressioni consumate o tentate nei confronti di altri detenuti; i danneggiamenti dei beni dell'amministrazione e qualsiasi altro evento di violenza. Si ricorda, inoltre, la più recente circolare 22 luglio 2020, "Aggressioni al personale- linee di intervento", in cui viene evidenziata la necessità, ai fini di un ridimensionamento della portata del fenomeno delle aggressioni, di ricorrere a un approccio integrato che tenga conto sia delle esigenze di prevenzione sia delle conseguenze che scaturiscono dalla consumazione degli eventi di aggressione.

A fronte degli episodi di aggressione indirizzati contro il personale in servizio, pronta ed efficace deve essere l'azione della Polizia penitenziaria per la prevenzione di tali tipi di condotte; incisiva, dopo l'avvenuta individuazione dei responsabili delle infrazioni, la procedura disciplinare; puntuale l'attuazione delle direttive sui trasferimenti per ragioni di ordine e di sicurezza. Sarà fondamentale evitare che nella popolazione ristretta possa diffondersi la percezione di un clima di impunità, con conseguenze negative sulla garanzia dell'ordine e della disciplina.

Nei casi da considerare di particolare rilevanza, le direzioni degli istituti valuteranno di avanzare proposta di attivazione della procedura volta all'applicazione del regime di sorveglianza particolare ex art. 14-bis dell’ordinamento penitenziario. La disciplina della sorveglianza particolare si configura alla stregua di una forma di trattamento individualizzato; tale regime, infatti, si applica a condannati, internati e imputati sulla base di determinati comportamenti che evidenziano una specifica pericolosità per l'ordine e la sicurezza penitenziaria. Il legislatore ha introdotto questo regime differenziato per affrontare problemi di sicurezza e ordine all'interno degli istituti penitenziari; si tratta di un regime che si applica individualmente a quei detenuti che presentino specifiche caratteristiche di pericolosità idonee a minare l'ordine e la sicurezza interni. Vi è poi l'impiego della forza fisica disciplinato dall'art. 41 dell’ordinamento penitenziario, consentito solo in casi eccezionali ed esclusivamente di fronte a situazioni che hanno il carattere della straordinarietà; situazioni espressamente disciplinate dal legislatore, quali: commissione o semplice minaccia di atti di violenza da parte dei detenuti e degli internati, tentativo di evasione in atto o comunque già iniziato, resistenza anche passiva all'esecuzione di ordini.

Peraltro, il costante incremento di fenomeni di comportamento violento all'interno degli istituti penitenziari da parte della popolazione detenuta, soprattutto indirizzati al personale del Corpo di Polizia penitenziaria ivi operante, ha indotto, poi, il DAP a emanare la recentissima circolare 3 aprile 2023, recante "Aggressioni al personale: ulteriori linee di intervento in materia di gestione della procedura disciplinare a carico del responsabile", nella quale, ribadite le indicazioni contenute in precedenti circolari, si è rinnovato l'auspicio di un approccio integrato alla questione delle aggressioni violente, quale unica possibilità di azione di contrasto al fenomeno. In tal senso, resta fondamentale tener conto sia della necessità di prevenire tutti i fattori che possono incrementare il numero degli episodi di aggressioni, sia delle conseguenze che possono scaturire dalla loro consumazione. È di tutta evidenza che l'azione disciplinare costituisce una risposta non solo doverosa, ma concreta e immediata ai comportamenti violenti dei detenuti nei confronti del personale.

Con riferimento alle presenze detentive, alla data del 6 ottobre 202, presso la casa di reclusione di Padova si registra la presenza di un totale di 636 detenuti rispetto a una capienza regolamentare pari a complessivi 438 posti, così rilevando un indice percentuale medio di presenza pari al 149,65 per cento. Ciò nonostante non si registrano violazioni dei parametri minimi di vivibilità stabiliti dalla CEDU, atteso che a ogni ristretto viene garantito uno spazio superiore ai 3 metri quadri. Si segnala, altresì, che dall'inizio dell'anno al 2 ottobre 2023 la competente Direzione generale dei detenuti e del trattamento non ha disposto provvedimenti deflattivi che hanno interessato la casa di reclusione di Padova.

In ordine alle criticità derivanti dalla gestione di detenuti con problemi psichiatrici, va ribadito che, in linea generale, la titolarità della tutela della salute in carcere è di pertinenza regionale, a mezzo dei preposti assessorati, secondo le linee guida di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008, ponendo come obiettivo prioritario la riabilitazione nel campo della salute mentale, attraverso la presenza in ogni istituto penitenziario dei dipartimenti di salute mentale.

Naturalmente, il DAP, negli anni, ha intrapreso diverse iniziative finalizzate a realizzare azioni integrate con le Regioni e le aziende sanitarie locali per la predisposizione di percorsi graduali di intervento sull'argomento. Allo stato, in tutti gli istituti penitenziari è assicurata la presenza di uno psichiatra o di un servizio psichiatrico diversamente articolato in relazione alla tipologia dell'istituto e ai bisogni di salute della popolazione detenuta ivi presente. L'obiettivo perseguito è quello di individuare, possibilmente fin dall'ingresso, le persone con disagio, con patologia psichiatrica o con rischio suicidario, per attivare immediate azioni di sostegno e concordare con l'azienda sanitaria locale gli interventi sanitari, sociali, psicologici, educativi, culturali e informativi di cui il detenuto può usufruire nell'ambito penitenziario, in continuità con il territorio o anche all'esterno, per il reinserimento nei contesti sociali di appartenenza.

Inoltre, in ragione del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato previsto che le Regioni e le ASL, d'intesa con l'amministrazione penitenziaria, provvedano ad attivare specifiche sezioni destinate a imputati e condannati con infermità psichica, in precedenza assegnati in OPG: le ATSM (articolazioni per la tutela della salute mentale), che, sotto il profilo sanitario, sono appunto gestite dal servizio sanitario regionale e sono destinate all'accoglienza delle persone ristrette in carcere affette da patologie di natura psichiatrica accertata o da verificare, a cui vengono offerte cure e assistenza per alleviare lo stato patologico. Nelle articolazioni sono assegnati i detenuti condannati a pena diminuita ai sensi dell'art. 111 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 e i detenuti sottoposti all'accertamento dell'infermità psichica ai sensi dell'art. 112 dello stesso decreto. Inoltre, il medico dell'istituto può chiedere la temporanea permanenza in tali spazi, per cure, anche dei detenuti privi del provvedimento dell’autorità giudiziaria, qualora ritenga l'allocazione nella sezione ordinaria non opportuna, per le patologie di natura psichiatrica che le persone manifestano.

L'amministrazione penitenziaria promuove la realizzazione di dette strutture all'interno degli istituti, la cui individuazione avviene in collaborazione con le Regioni e le aziende sanitarie locali, che dispongono il relativo presidio sanitario. Nel provveditorato regionale per il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige, sezioni ATSM sono attive presso la casa circondariale di Verona e presso la casa circondariale di Belluno.

Per quanto concerne le REMS (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza) presenti nel Triveneto, oltre a quella di Nogara, si menzionano la REMS di Aurisina (Trieste), di Maniago (Pordenone), di Pergine (Trento) e quella di Udine. Presso la casa di reclusione di Padova sono presenti, oltre all'assistenza medica, anche lo psichiatra, lo psicologo e un presidio per tossicodipendenti.

Con riferimento, invece, alle convenzioni pubbliche esistenti si evidenzia che la casa di reclusione di Padova per l'anno 2023, ha consolidato nel tempo una fitta rete di rapporti con la comunità esterna, le istituzioni locali, scolastiche e formative, nonché con il terzo settore e il volontariato. Questi rapporti sono alla base di vari accordi e protocolli che testimoniano l'inserimento dell'istituto nel tessuto sociale territoriale, a partire dall'ente locale più vicino, ovvero il Comune, che fin dal 1987 ha sempre destinato risorse economiche e umane per la realizzazione di progetti concordati con la direzione per il miglioramento della vivibilità interna (sostegno materiale, attività ricreative, sportive, culturali, progetto scuola-carcere, biblioteca, mediazione linguistica, eccetera), nonché per il sostegno di percorsi di reinserimento all'esterno (borse lavoro, casa di accoglienza "Piccoli passi", comunità OASI), veicolati attraverso associazioni e cooperative del territorio che concretamente realizzano i progetti finanziati.

L'interazione con il territorio è da sempre ricca e articolata e i percorsi trattamentali declinati sugli elementi del trattamento sono stati nel tempo strutturati su un target di persone condannate a pena medio-lunga, con l'obiettivo di: a) offrire opportunità di studio, che vanno dai corsi di lingua italiana all'università; b) promuovere percorsi di formazione professionali orientati a inserimenti lavorativi, per qualificare i lavori svolti sia per conto dell'amministrazione sia per conto delle cooperative che hanno realizzato lavorazioni interne all'istituto sia per conto di cooperative o altre realtà presenti sul territorio di Padova e provincia; c) realizzare laboratori e iniziative finalizzati a creare occasioni di incontro con il territorio (rivista “Ristretti Orizzonti”, laboratori di teatro, musica e canto, pittura, artigianato di vario genere); obiettivo, questo, perseguito e trasversale a tutte le realtà della comunità esterna e terzo settore che collabora con l'istituto, nell'ottica di incrementare le collaborazioni, far conoscere le realtà dell'istituto e le persone che la abitano (persone detenute, ma anche operatori), alimentare occasioni di confronto tra le persone detenute e gli altri come importante strumento di crescita del senso civico e di cittadinanza attiva.

Inoltre, su richiesta del locale provveditorato regionale, nel giungo 2022, la direzione dell'istituto ha indicato gli ambiti nei quali sarebbe utile promuovere attività formative e progetti volti all'inclusione sociale e lavorativa delle persone in esecuzione penale, ovvero: 1) edilizia, intervento formativo di almeno 250 ore per acquisizione della qualifica (abilità e competenze) di operatore edile; 2) giardinaggio; 3) sartoria; 4) informatica, previo adeguamento strutturale per detenuti da destinare all'attività formativa; 5) servizi alla persona, intervento formativo da strutturare per detenuti da affiancare a persone con varie forme di disabilità con riferimento alla figura del care giver; 6) saldatore, intervento formativo di almeno 120 ore per l'acquisizione della qualifica (abilità e competenze), previo adeguamento del locale da destinare all'attività formativa; 7) elettricista, intervento formativo di almeno 120 ore pe l'acquisizione della qualifica (abilità e competenze), previo adeguamento del locale da destinare all'attività formativa; 8) accoglienza abitativa per chi è senza domicilio, in linea di continuità con il progetto cassa ammende finanziato per affrontare l'emergenza epidemiologica (DGR 705/2020); 9) potenziamento di risorse umane e progetti destinati esclusivamente all'accompagnamento della persona detenuta in fase di dimissione dall'istituto.

Per quanto concerne, poi, le convenzioni, gli accordi e i protocolli stipulati, si segnala: 1) protocollo con UEPE Padova e Rovigo firmato il 14 gennaio 2022, da rinnovare; 2) protocollo PRAP con università di Padova, in corso di validità; 3) protocollo con Comune di Padova per lavori di pubblica utilità, rinnovato a febbraio 2023; 4) protocollo con Provincia di Padova per lavori di pubblica utilità, da rinnovare; 5) protocollo con Assoindustria, siglato a luglio 2022; 6) protocollo con camera penale per riduzione gesti anticonservativi, firmato con la casa di reclusione e la casa circondariale di Padova a febbraio 2023; 7) convenzione con il sistema bibliotecario di Abano Terme per il prestito interbibliotecario, firmato a marzo 2006; 8) progetto carcere con il Comune di Padova per attività varie, in attesa di finanziamento per l'anno 2023; 9) accordo con associazione “Granello di Senape” per sportello di segretariato sociale e pratiche INPS, 730, ISEE, rinnovo patenti e documenti di identità, rinnovo passaporti, domande di invalidità, NASPI, dimissioni, eccetera; 10) convenzione con la stessa associazione per effettuazione servizio e-mail con abbonamento (raccolta e-mail spedizione e stampa risposte, restituzione risposte in collaborazione con agenti addetti al ritiro e consegna corrispondenza per la registrazione in AFIS).

Passando all'annosa problematica inerente alle carenze di organici, nuovamente va ribadito che il Ministero, a mezzo dei preposti DAP e DGMC, pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace turn over del personale, risultando indubbie le criticità indicate e derivanti, altresì, da organici ridotti o comunque fortemente limitati. Come è noto, la riduzione complessiva degli organici operata dalla “legge Madia” e rivista altresì da successivi interventi normativi ha rimodulato al ribasso la dotazione complessiva del Corpo della Polizia penitenziaria, e su cui andrà, evidentemente, reimpostata una politica di incremento. Sul punto, giova evidenziare l'incremento della dotazione organica di 1.000 unità del ruolo agenti assistenti di cui alla legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio per il 2023). Ancora, va rammentato che nell'arco del quinquennio 2021-2025, è autorizzata, oltre al turn over, anche l'assunzione straordinaria di complessive 2.804 unità.

Allo stato, peraltro, il personale previsto è attualmente quello stabilito dal precedente decreto ministeriale 2 ottobre 2017, tuttavia, si rappresenta che con decreto ministeriale 12 luglio 2023, sono state stabilite le nuove dotazioni organiche e che l'organico di Polizia penitenziaria previsto per il provveditorato regionale per il Triveneto è pari a 2.659 unità, con un incremento della dotazione organica che verrà poi ripartito per tutti gli istituti penitenziari del distretto. Ciò premesso, quanto alla precipua situazione del carcere di Padova, a fronte di un organico previsto in 389 unità, ne risultano presenti 314, tenuto conto tenuto conto di 16 unità distaccate in entrata e 17 in uscita, dunque inferiore di 75 unità. Le carenze maggiori si rilevano nel ruolo dei funzionari (un’unità in meno), degli ispettori (21 in meno) e dei sovrintendenti (70 in meno); di contro, il ruolo degli agenti assistenti rileva un esubero di 18 unità. Con riferimento al ruolo dei funzionari, è in essere il concorso pubblico a 120 posti di allievo commissario, elevato a 132 posti, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, in ragione delle vacanze organiche previste.

Con riferimento al ruolo degli ispettori, è in essere il concorso pubblico a 411 posti al cui esito il DAP terrà nella massima considerazione la situazione di relativa carenza di personale del carcere spezzino. Relativamente al ruolo dei sovrintendenti, è in essere il concorso interno, per titoli, a complessivi 583 posti. A tal fine il DAP ha previsto di assegnare alla casa circondariale di Padova 9 unità maschili e 2 unità femminili, che assumeranno servizio entro la fine del corrente anno, a conclusione del previsto corso di formazione. Per quanto riguarda il ruolo agenti assistenti, l'organico della casa circondariale di Padova, nel mese di luglio 2023, è stato incrementato di 5 unità maschili in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 181° corso.

Quanto alla direzione dell'istituto, questa è assicurata dal dottor Claudio Mazzeo con incarico quadriennale, a far data dal 6 novembre 2020; il posto di funzione dirigenziale da vicedirettore, invece, risulta vacante e si auspica di coprirlo con il prossimo ingresso dei nuovi dirigenti penitenziari impegnati, allo stato, nelle prove finali del corso di formazione. Per quanto riguarda, invece, il personale appartenente al comparto funzioni centrali in servizio presso la casa di reclusione di Padova, al 1° settembre 2023 risulta una presenza effettiva di 20 unità, rispetto a un organico previsto pari a complessive 28 unità, rilevandosi, dunque, una percentuale di carenza pari al 28,57 per cento, di poco superiore rispetto a quella nazionale, pari, invece, al 20,07 per cento.

Con particolare riferimento, poi, ai profili prioritari, si evidenzia che, a fronte di una previsione organica pari a 11 funzionari giuridico-pedagogici, ne risultano effettivamente presenti in sede 8. Tuttavia, è in corso di svolgimento la procedura concorsuale relativa all'assunzione di 214 funzionari giuridico-pedagogici e, pertanto, all'esito, si provvederà a distribuire le risorse sulla base delle esigenze prospettate.

Non si registrano, invece, carenze nel profilo professionale di funzionario contabile, la cui pianta organica risulta essere totalmente soddisfatta.

Con riguardo, poi, alle riferite criticità strutturali dell'istituto penitenziario "Due Palazzi" di Padova, si evidenzia che già nell'ambito del programma di edilizia penitenziaria relativo all'annualità 2022 erano stati previsti i seguenti interventi, di cui si annota lo stato dei relativi procedimenti: 1) lavori di adeguamento delle sezioni detentive al decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, secondo lotto, importo progetto 2.266.729,54 euro. I lavori sono tuttora in corso, con procedimento gestito dal DAP; 2) interventi di efficientamento energetico attraverso la realizzazione di pensiline fotovoltaiche per i parcheggi del personale, importo stimato 1.314.537,82 euro. Il progetto è stato ultimato ed è stata avviata la fase di progettazione esecutiva a cura sempre del DAP; 3) lavori di ristrutturazione di locali per la creazione di un laboratorio enogastronomico e di ristorazione, importo del progetto 631.482,59 euro. I lavori sono stati ultimati con procedimento gestito dal locale provveditorato regionale.

Risultano, infine interventi edilizi previsti per il miglioramento delle strutture e delle condizioni di vivibilità dei detenuti ristretti presso la casa di reclusione di Padova, inclusi nel piano di edilizia penitenziaria 2023 del DAP: a) Padova casa circondariale, implementazione detenzione e attività trattamentali: in corso la predisposizione del documento di indirizzo alla progettazione; importo stimato 4.500.000 euro, nell’annualità 2022 900.000 euro, nelle annualità successive 3.600.000 euro; b) Padova casa circondariale, interventi di efficientamento energetico: progetto esecutivo validato, in corso aggiornamento degli elaborati al nuovo codice degli appalti; importo stimato 750.000 euro, nell’annualità 2022 150.000 euro, nelle successive 600.000 euro; c) Padova casa di reclusione, interventi di efficientamento energetico: ultimato progetto di fattibilità tecnico-economica, avviata progettazione esecutiva; importo stimato 1.350.000 euro, nell’annualità 2022 270.000 euro, nelle successive 1.080.000 euro; d) Padova casa di reclusione, adeguamento delle sezioni detentive al decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, secondo lotto, lavori in corso; importo stimato 2.338.602,76 euro, nell’annualità 2022 1.870.882,21 euro, nelle successive 467.720,55 euro.

Il Ministro della giustizia
NORDIO

(9 novembre 2023)