Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00740
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Atto n. 3-00740
Pubblicato l'11 ottobre 2023, nella seduta n. 112
CUCCHI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
ha destato scalpore nell’opinione pubblica quanto accaduto a Torino il 3 ottobre 2023, quando, in occasione della partecipazione della Presidente del Consiglio dei ministri alla giornata conclusiva del Festival delle regioni e delle province autonome, la Polizia ha caricato il corteo composto da circa 250 persone, per la maggioranza studenti, che la contestava pacificamente;
il corteo di studenti, partito da Palazzo Nuovo, si è diretto verso Palazzo Reale prima di essere fermato dalle cariche della polizia;
numerosi video pubblicati on line mostrano i manifestanti a volto scoperto e disarmati, fermi nel corteo innanzi al cordone di polizia, quando improvvisamente, fra le forze dell’ordine, qualcuno dà l’ordine di caricare;
i video mostrano le forze dell’ordine colpire con i manganelli studenti giovanissimi del tutto inermi: sono numerosi gli studenti, i manifestanti, i fotografi e i giornalisti che hanno riportato ferite durante gli scontri, diversi sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere;
quanto accaduto è solo l’ultimo episodio di una serie: dopo oltre 20 anni dalla violenza del G8 di Genova, l’Italia non si è ancora dotata di una normativa che imponga i codici identificativi per le forze dell’ordine, che avrebbe l’effetto di scoraggiare soprusi e identificare i colpevoli in caso di violazione delle norme, ma anche di isolare gli agenti violenti, tutelando l’operato della gran parte delle forze dell’ordine che agisce nella legalità;
considerato che:
nel 2012 l’Unione europea ha approvato una risoluzione che esortava gli Stati membri a “garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo”, come un collar number (“numeri sul collo”) o shoulder number (“numeri sulla spalla”): codici identificativi usati per riconoscere i singoli ufficiali di polizia, altrimenti impossibili da identificare in situazioni caotiche come gli scontri;
inoltre nel 2016 è intervenuto anche il Consiglio sui diritti umani dell’ONU, che ha raccomandato che i funzionari delle forze di polizia siano “chiaramente e individualmente identificabili”,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga ormai indifferibile l’introduzione nel sistema normativo di una disposizione che imponga l’adozione di codici identificativi e bodycam o comunque di strumenti atti all'identificazione degli agenti e a verificare le responsabilità individuali.