Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00262
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Atto n. 3-00262
Pubblicato il 1° marzo 2023, nella seduta n. 44
MARTI, ROMEO - Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
le prove di ammissione per l'accesso ad alcuni corsi universitari sono state istituite allo scopo di consentire agli atenei di organizzare i corsi di laurea secondo parametri più prossimi a quelli in uso in Europa e nel resto del mondo. Per quanto riguarda soprattutto la facoltà di medicina, l'intento ha finito però con lo scontrarsi annualmente con una realtà che penalizza sia gli studenti, che non riescono a soddisfare le proprie scelte formative, che la politica e la programmazione sanitaria in termini di personale, che fatica a reperire risorse nuove da affiancare a quelle già presenti, ma sottodimensionate, e a sostituire quelle in uscita per quiescenza. Secondo una stima di ANAAO Assomed, uno dei principali sindacati di medici ospedalieri, entro il 2024 mancheranno almeno 40.000 medici a causa della programmazione sbagliata nel tempo;
negli anni scorsi numerosi sono stati i ricorsi presentati da studenti che contestavano non solo l'esito della loro prova di ammissione, ma anche la sua adeguatezza in termini di effettiva conformità al tipo di facoltà alla quale intendevano iscriversi, mettendo quindi in dubbio la reale capacità di valutazione di queste prove. Infatti molti dei test che venivano somministrati non erano parametrati sulle materie attinenti alle facoltà scelte dai candidati, ma riguardano argomenti del tutto estranei;
da un'analisi dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca era emersa la necessità di rivedere i criteri di analisi utilizzati allo scopo di garantire i necessari livelli qualitativi degli studenti che intendono iscriversi ai corsi universitari, ed ecco perché dal 2023 il test è cambiato completamente: si tratta di un "esame TOLC", ovvero test di orientamento e ingresso all'università. Il test si può ripetere più volte all'anno a partire dal quarto anno della scuola secondaria di secondo grado e il Ministero stabilisce poi una data in cui tutti i candidati devono registrare il migliore dei risultati ottenuti, così da definire la graduatoria nazionale e, in base ai posti disponibili negli atenei, assegnare gli spazi, tenendo conto delle preferenze indicate dai candidati;
in Italia il numero chiuso è regolato dalla legge n. 264 del 1999, approvata per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 383 del 27 novembre 1998, con la quale si chiedeva al legislatore di intervenire sulla materia degli accessi a numero programmato per disciplinare la materia;
da un'attenta analisi della normativa europea in materia, non vi è traccia di un'imposizione del numero chiuso. L'Unione europea chiede solo di armonizzare i sistemi formativi e gli standard di qualità, affinché i professionisti possano muoversi liberamente nello spazio europeo del lavoro, vedendo riconosciuti i propri titoli;
il sistema dei test di ingresso alle facoltà universitarie, oltre ad incidere pesantemente sul diritto allo studio costituzionalmente garantito, per quanto attiene particolarmente alle facoltà di medicina e chirurgia, sta letteralmente decimando la classe medica del futuro, costringendo il nostro Paese a importare medici da Paesi stranieri, come già avviene da anni nel settore infermieristico,
si chiede di sapere, stante la situazione emergenziale ampiamente descritta, quali iniziative siano allo studio per arrivare a soluzioni che consentano di allargare il plafond degli accessi alle facoltà di medicina, preservando al contempo la qualità dell'insegnamento, anche in considerazione della necessità, ugualmente improcrastinabile, di una riforma più ampia che dovrà riguardare le scuole di specializzazione e il conferimento delle borse di studio.