Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00078

Atto n. 3-00078 con carattere d'urgenza

Pubblicato il 1° dicembre 2022, nella seduta n. 14

CAMUSSO, ALFIERI, D'ELIA, FINA, GIACOBBE, ROJC, VALENTE, ZAMBITO - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, il team investigativo "the Observers" dell'emittente televisiva internazionale "France24" avrebbe trovato prove dell'utilizzo delle cartucce per fucili prodotte dall'azienda italo-francese "Cheddite" nella repressione delle proteste in corso nella Repubblica islamica dell'Iran. L'azienda nata a Livorno e oggi presente anche in Francia, con lo stabilimento di Bourg-lès-Valence, negli anni si è specializzata nella produzione del prodotto finito, di cartucce, bossoli e inneschi, nonché dei componenti, buscioni e borre;

diversi attivisti iraniani avrebbero inviato fotografie pubblicate da France24, in particolare sarebbero state rinvenute a terra, a seguito delle manifestazioni nelle città di Teheran, Yazd, Shiraz, Karaj, Rasht, Sanandaj e Kamyaran, 13 cartucce a marchio Cheddite, circostanza confermata anche dagli esperti in materia interpellati dall'emittente francese;

sempre secondo quanto riportato dall'emittente televisiva francese, un residente di Mahabad avrebbe mostrato una cartuccia recuperata dopo che le forze di sicurezza hanno usato fucili per reprimere una protesta in data 29 ottobre. In particolare il logo avrebbe presentato sulla base le cifre identificative della Cheddite;

secondo quanto denunciato dai giornalisti di France24, l'azienda franco-italiana sarebbe l'unico produttore noto a utilizzare quella sigla. Inoltre, un membro della milizia iraniana Basij, milizia protagonista di feroci violenze nelle repressioni in corso attualmente in corso in Iran, avrebbe dichiarato all'emittente televisiva che "l'equipaggiamento standard della sua unità per i fucili sono cartucce a marchio Maham", aggiungendo però che "hanno anche ricevuto cartucce da caccia da usare non contrassegnate, piene di pallini di metallo, che causano 'piccole ferite dappertutto' sui corpi delle vittime";

le cartucce da caccia Cheddite, come riportato dall'emittente televisiva francese, verrebbero utilizzate per la caccia in Iran dal 2011 in apparente violazione delle sanzioni della UE entrate in vigore lo stesso anno. Il regolamento del Consiglio dell'Unione europea n. 359/2011, infatti, approvato il 12 aprile 2011, vieta l'esportazione, diretta o indiretta, di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna in Iran, comprese "armi da fuoco, munizioni e relativi accessori". Al riguardo, si evidenzia come ben 5 esperti di sanzioni abbiano dichiarato a France24 che tale il divieto si estende anche alle cartucce per fucili e ai loro componenti, indipendentemente dall'uso previsto o dalla catena di vendita adoperata;

l'emittente francese avrebbe inoltre denunciato come episodi simili si siano verificati negli scorsi anni anche in Myanmar, altro Paese soggetto al divieto di esportazione da parte della UE di attrezzature utilizzate per la repressione interna;

considerato che:

secondo quanto affermato da Mehrdad Emadi, consigliere economico dell'Unione europea, intervistato da France24, "Cheddite è legalmente responsabile, sia che l'Iran abbia acquistato i prodotti direttamente sia da terzi". Questo perché "deve controllare i suoi acquirenti e assicurarsi che non rivendano i prodotti a organizzazioni terroristiche o a Paesi vietati dalle norme dell'Ue, poiché i suoi prodotti non sono a duplice uso (dual use), ma sono progettati per ferire o uccidere";

secondo quanto affermato da Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty international sul controllo delle armi e i diritti umani, le munizioni potrebbero essere arrivate nella Repubblica islamica attraverso un transito dalla Turchia. A tal riguardo si evidenzia come proprio su questo possibile intreccio con la Turchia abbia già indagato da tempo il quotidiano "il manifesto" senza però ottenere mai risposte dall'azienda;

la ditta Cheddite S.r.l., pur facendo parte delle imprese iscritte al servizio registro nazionale delle imprese che possono richiedere licenze di esportazione di materiale di armamento, non ha mai ricevuto alcuna licenza di esportazione in base alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Pertanto le munizioni rinvenute potrebbero esser state trasferite all'estero sulla base di licenze rilasciate ai sensi della legge 18 aprile 1975, n. 110, recante disciplina in materia di movimentazione di armi e munizioni per usi diversi da quelli militari, ovvero per uso ricreativo, sportivo e venatorio e il relativo controllo sarebbe in capo al Ministro in indirizzo,

si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di chiarire l'operato della Cheddite e se non intenda altresì intraprendere, di concerto con gli altri Ministri competenti, iniziative volte a ricomprendere armi e munizioni a scopo venatorio nella disciplina di cui alla citata legge n. 185 del 1990.