Senato della Repubblica | XIX LEGISLATURA |
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 21 MARZO 2024
Dichiarazione di monumento nazionale del Teatro dell'Aquila di Fermo
Onorevoli Senatori. – Il territorio della regione Marche è ricco, almeno sin dal XVI secolo, di una rete diffusa di piccoli e medi teatri e da una conseguente tradizione teatrale, maturata qualitativamente a cavallo tra XVIII e XIX secolo, con l'edificazione di numerose e varie strutture teatrali. Status symbol della società del tempo, il teatro si affermò sempre più come luogo di ritrovo per l'aristocrazia, per la nuova borghesia emergente e per i ceti popolari. Nella città di Fermo, centro della Marca fermana e principale comune pontificio del territorio marchigiano meridionale fino all'Unità d'Italia, nell'ultimo trentennio del '700 maturò la necessità di costruire un teatro pubblico, con un'idonea struttura architettonica, al fine di allargare alla cittadinanza l'offerta che era stata fino ad allora ad esclusivo appannaggio dei più ricchi. La decisione ufficiale fu assunta il 18 febbraio 1779 dal Consiglio di Cernita, il consiglio comunale dell'epoca. L'incarico definitivo venne affidato a Cosimo Morelli, importante architetto dello Stato Pontificio, il quale propose un'opera di grandi dimensioni con una sala a pianta ellittica, quattro ordini di palchi e il loggione. L'inaugurazione ufficiale avvenne nell'agosto 1791 con la messa in scena de « La distruzione di Gerusalemme » di Giuseppe Giordani.
Le cronache dell'epoca riportano l'entusiasmo e il vanto manifestato dalla città per le stagioni liriche, vero fiore all'occhiello della programmazione annuale. Questa tradizione era talmente sentita che nel 1821 si registrò una profonda delusione quando il teatro non riuscì a allestire spettacoli per mancanza di fondi. La delusione fu ricompensata con un fuori programma estivo nel mese di agosto, quando vennero portate in scena tre opere di Gioachino Rossini: La pietra di paragone, L'italiana in Algeri e La Cenerentola.
Dopo che nel 1826 un incendio aveva danneggiato parti consistenti della struttura, i lavori successivi modificarono alcuni elementi costitutivi, ridefinendo la forma della sala così come si presenta ancora oggi, con 124 palchi, proscenio e palcoscenico a una bocca. Seguì, nel 1828, la posa del dipinto del soffitto, il « volto », con pittura a tempera, opera di Luigi Cochetti, raffigurante i Numi dell'Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo. Al centro splende il lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo, fatto arrivare da Parigi nel 1830. Alla maestria di Cochetti si deve inoltre il sipario storico, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano. Negli stessi anni, Alessandro Sanquirico, il più grande scenografo del tempo, dipinse per il Teatro di Fermo sei suggestivi fondali, tuttora conservati nei magazzini, estremamente importanti in quanto gli unici fondali originali dell'artista ad oggi esistenti.
Nel corso dell'Ottocento il Teatro dell'Aquila promosse una programmazione con cartelloni di grande attualità, portando in scena opere teatrali a pochi mesi dalle loro prime rappresentazioni sia nei maggiori teatri italiani che in quelli internazionali, quali Londra, Parigi, San Pietroburgo.
Il XX secolo ha visto la realizzazione di interventi finalizzati alla risoluzione di problemi statici, al miglioramento e all'aggiornamento degli impianti, nonché di adeguamento dei sistemi di sicurezza. Tuttavia parte dell'attività di manutenzione dell'impianto stilistico-decorativo, benché conservativa, non sempre si è rivelata rispettosa delle tecniche di intervento o dell'aspetto pittorico, fino alla chiusura del Teatro nel 1984. Una parentesi dolorosa per la città; ma la restaurazione globale di tutta la struttura e la riconsegna alla comunità di uno dei suoi gioielli più splendenti, avvenuta l'8 marzo 1997, è stata ripagata, fino ad oggi, dal lustro e dal contributo culturale che il Teatro dell'Aquila continua a dare a tutta la società fermana.
Per quanto premesso, per il valore storico, culturale, sociale, artistico e architettonico, l'articolo 1 del presente disegno di legge prevede che il Teatro dell'Aquila di Fermo sia dichiarato monumento nazionale.
Art. 1.
1. Il Teatro dell'Aquila di Fermo è dichiarato monumento nazionale.
Art. 2.
1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate vi provvedono nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.