Senato della Repubblica | XIX LEGISLATURA |
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 15 NOVEMBRE 2023
Disposizioni per la valorizzazione del patrimonio culturale dell'Occidente ed europeo delle abbazie, degli insediamenti benedettini medioevali, dei cammini e dei territori delle province sui quali insistono
Onorevoli Senatori. – Nel corso delle scorse legislature, il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati hanno proposto ed esaminato provvedimenti legislativi volti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale italiano rinvenibile a cielo aperto o custodito in chiese, musei, palazzi pubblici o privati nella quasi totalità dei comuni. La vastità di questo patrimonio articolato di beni rende complessa la sua tutela e la sua valorizzazione, basti pensare al numero impressionante di opere non esposte per mancanza di uno spazio adeguato che vengono conservate nei magazzini dei musei.
Naturalmente, se non in tutti i comuni sono presenti opere di grandi autori universalmente noti e in grande numero, sono comunque visibili opere artistiche di pregio che caratterizzano quel territorio e quella comunità in riferimento a un determinato periodo storico. La loro tutela e la loro valorizzazione, che richiedono risorse economiche non sempre nella disponibilità del bilancio del comune e dello Stato che non è in grado di provvedere a tutte, ha spronato numerosi enti locali a instaurare forme di partenariato con i privati, i quali, ricordiamo, possono beneficiare del credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura, cosiddetto « art bonus » di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.
Certamente un sistema di rete culturale, che coinvolga più comuni e che offra al turista o al visitatore un percorso in più luoghi del territorio, facilita la loro conservazione e la loro valorizzazione e offre un incentivo a riscoprire e visitare luoghi poco noti, se non addirittura dimenticati dal turismo.
Nel tenere conto delle disposizioni legislative vigenti in materia di cammini d'Italia e di cammini religiosi, si è ritenuto opportuno proporre uno specifico disegno di legge per valorizzare, innanzitutto, gli insediamenti benedettini medioevali che rappresentano l'importante testimonianza storica del loro monachesimo e del ruolo e dell'impatto che Benedetto da Norcia (proclamato patrono d'Europa il 24 ottobre 1964 da Papa Paolo VI) e la sua « Regola » dell'Ora et labora ebbero nello sviluppo intellettuale e culturale europeo e della sua civiltà.
Il fenomeno monastico benedettino ci ha, infatti, trasmesso importanti testimonianze monumentali e ciò che esse contengono (opere d'arte, scritti di musica e libri). Sono luoghi del nostro Paese che sebbene attrattivi, come nel caso delle celeberrime Abbazie di Montecassino, di Santa Maria di Farfa e di Subiaco nel Lazio o il Monastero di San Nicolò l'Arena di Catania, rimangono taluni immeritatamente poco noti, visitati da un pubblico di nicchia appassionato d'arte e di fedeli quando, al contrario, meriterebbero di essere adeguatamente promossi e conosciuti dalla generalità delle persone, dagli studenti e dai flussi turistici. Questi ultimi potrebbero certamente svilupparsi dall'Irpinia e dalla Basilicata nord-occidentale–oggi corrispondenti grosso modo a una parte del territorio delle province di Avellino e Potenza – e dare vita a uno specifico, pregevole, organizzato e crescente – in termini di apprezzamento – circuito culturale relativo al monachesimo benedettino nelle regioni del meridione, da aggiungere ai vari e già avviati percorsi dei « cammini d'Italia ».
Far conoscere il patrimonio culturale delle abbazie, degli insediamenti benedettini medioevali e dei territori delle province in cui sorgono assume anche una funzione didattica per le generazioni in quanto significa guardare nell'intimo dell'Unione europea, riscoprirla nel suo inizio, nella storia degli Stati europei che, attraverso i secoli, hanno dato vita a ciò che si definisce civiltà occidentale.
San Benedetto, consapevole come monaco di essere conoscitore e custode della cultura classica e di quella araba, e che il monachesimo del tempo si inseriva senza soluzione di continuità nella tradizione monastica orientale e occidentale, propose un rinnovamento etico e spirituale quale via per non farla smarrire e per costruirla in una modalità di ascolto verso il mondo che abbracciasse la spiritualità orientale e l'operosità occidentale, in forza della quale popoli divisi sul piano politico, linguistico, etnico e culturale potessero costituire un unico popolo sulla base di un valore comune, la fede cristiana, fondata sulla Bibbia e sui Vangeli.
Malgrado la diffusione di un pensiero volto a relegare nel passato il pensiero occidentale, così come si è espresso e si è costruito nei secoli, per sostituirlo con un presente fluido nei valori che crea un futuro incerto, non è venuta meno nella maggioranza dei popoli europei l'ideale di una Unione europea con una sua identità che poggia su un pensiero e su valori che provengono da un tempo lontano, arricchiti dall'attitudine benedettina all'ascolto e a imparare da quanto si ascolta.
I monaci, e tra essi in maniera importante i benedettini, hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia del nostro Paese, specialmente al Sud, che non si limita all'educazione spirituale: hanno partecipato attivamente alla crescita economica e sociale dei territori, migliorando enormemente la coltivazione dei campi, gestendo i pastori, costruendo mulini, incanalando acque, prosciugando paludi, dando uno stabile assetto alle acque superficiali, creando tonnare, ampliando porti, incentivando attività di traffici e di commerci, edificando luoghi di difesa, case, nuovi paesi, nonché promuovendo un'attitudine mentale indirizzata al rispetto dell'essere umano e della sua dignità cristiana. Tra i luoghi benedettini che hanno contribuito a plasmare in modo importante il territorio, un esempio è rappresentato dal complesso monastico di Santa Maria di Montevergine, nel comune di Mercogliano, in provincia di Avellino, che sorge in prossimità della vetta del monte Partenio, a 1200 metri di altitudine. L'abbazia di Montevergine fu riconosciuta complesso monastico di « monumentale importanza » nel 1882 e oggetto di tutela speciale da parte dello Stato italiano; durante il secondo conflitto mondiale si adoperò per l'assistenza alla popolazione e fu scelto per custodire la « Sindone » di Torino.
Riteniamo importante riscoprire questo mondo e individuare, su impulso del Ministro del turismo e del Ministro della cultura, quei luoghi benedettini – abbazie, chiese, monasteri – presenti nelle regioni del Mezzogiorno che possono costituire una rete turistica attrattiva con ricadute positive economiche per il territorio in cui sorgono e per essi stessi in termini di conservazione e di promozione del loro patrimonio culturale. Ma non solo: i monaci benedettini sono stati in un certo senso i precursori dell'uomo moderno che si dedica allo studio, alla cultura e al sapere, si specializza nelle arti pratiche e mette a disposizione degli altri consigli e conoscenze da professionista ed esperto della materia. L'uomo moderno che ha cura di sé stesso, della propria spiritualità e che è immerso quotidianamente nel lavoro, manuale o intellettuale.
Il percorso dei luoghi benedettini è, come detto inizialmente, la scoperta di un monachesimo che si è irradiato dall'Italia e che ha profondamente influenzato la formazione culturale e politica dell'Europa. È riscoprire ciò che è l'Europa, la sua storia come continente e come Unione europea, l'Europa degli studi, delle arti, delle università, dei lavori, dei mestieri, delle professioni, degli scambi culturali ed economici, delle comunità e dei suoi valori. È aver consapevolezza di ciò che noi europei siamo. Il pensiero cristiano ha rappresentato un comune denominatore per i popoli degli Stati europei, e i monaci benedettini hanno contribuito a diffondere il cristianesimo e a svolgere un ruolo di collante. Citando un passaggio tratto dalla pubblicazione « San Benedetto e l'Europa nel 50° anniversario della Pacis Nuntius » « Ad occhi attenti e obiettivi l'importanza del Cristianesimo nella formazione ed evoluzione dell'Europa è un dato inconfutabile. Eppure, una mentalità di stampo laicista, basata su pregiudizi ideologici, sta tentando da tempo di cancellare dalla memoria storica l'apporto che il Cristianesimo ha dato lungo i secoli alla costruzione di una “casa europea” che accomuna popoli e uomini dall'Atlantico agli Urali, dal Mediterraneo alle zone polari artiche. Tuttavia, non è possibile accantonare e ignorare quei princìpi ispiratori, radicati nel Cristianesimo, che per secoli hanno ispirato lo sviluppo e la crescita dell'Europa non solo sul piano spirituale o etico, ma anche in ogni altro ambito del vivere e del sapere. Per questa ragione, il tentativo di occultare le radici cristiane dalla memoria storica degli Europei non può che rappresentare il segnale di una forte crisi di identità che il Vecchio Continente sta attraversando ».
Un monachesimo che, nel dare vita all'interno delle abbazie alla spezieria, cioè alla farmacia, officina del sapere, laboratorio e custode di conoscenze antiche, ha dato impulso alla farmacopea. Le spezierie-farmacie-laboratori erano i luoghi dove si conservavano e si studiavano i rari libri greci, latini e arabi che descrivevano le proprietà di piante, erbe e minerali e che insegnavano a preparare correttamente farmaci, balsami e profumi per esaltare i loro principi curativi per la salute e per la bellezza. Preparati galenici che potevano essere realizzati grazie a prodotti, in generale, a portata di mano, a chilometro zero: la spezieria-farmacia-laboratorio poteva infatti fare affidamento sul proprio giardino, l'orto dei semplici, dove si coltivavano le materie prime necessarie, i principi attivi miracolosi della natura.
Il presente disegno di legge intende, quindi, far riscoprire il vasto mondo culturale europeo, interessante e stimolante, dai contenuti complessi, costituito da abbazie, chiese, monasteri, biblioteche, lavori di intaglio, dipinti, maioliche, oggetti rituali, custodi ed espressione del sapere religioso, di conoscenze scientifiche, di farmacopea–erbe medicinali e liquori – e mediche, dell'arte delle costruzioni, di utilizzo del suolo a fini agricoli, delle arti liberali. Luoghi dello spirito e di lavoro uniti tra loro da strade di terra e d'acqua che si diramano e che si intersecano in una logistica europea e mediterranea che contiene paesi, mercati, luoghi di sosta e di raccoglimento spirituale che è costituita da cammini penitenziali, dalla via Cavense e Verginiana, da cammini dedicati a San Giacomo e all'Arcangelo Michele. Cammini medievali, che partono da un luogo per estendersi in una direzione lontanissima, che, come nel caso di quello sacro dedicato all'Arcangelo Michele, partendo dall'Irlanda attraversa la Francia, l'Italia e la Grecia per giungere in Israele al monastero carmelitano di Stella Maris.
I « cammini » non sono solamente vie di pellegrinaggio e di penitenza, sono le « autostrade sicure » del medioevo per il movimento e il trasporto di merci e di persone, paragonabili agli attuali « corridoi europei ». Autostrade per il muoversi tra nazioni secondo le proprie possibilità e volontà, a piedi, a cavallo, in carrozza, e sicure perché dedicate a un santo protettore, tra i quali spicca l'Arcangelo Michele, difensore degli amici di Dio e protettore del suo popolo. In un periodo in cui i popoli dell'Europa cristiana erano immersi nel lavoro e nella spiritualità, il cammino – e le sue diramazioni – era la strada protetta non solamente dai pericoli del viaggio – briganti, ladri, assassini – ma anche dall'imponderabile, dal male. Erano le strade del bene difese da santi e da angeli che vegliavano sui viaggiatori e sulle loro merci, sulle quali spesso i mercanti ponevano scritte e simboli di protezione. Viaggiare utilizzando i sentieri d'Europa è immergersi nello spirito del tempo e riscoprire le nostre radici e ciò che siamo, la nostra identità europea.
Si ricorda, in fine, che in data 8 settembre 2023 il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha approvato la proposta « Insediamenti benedettini altomedioevali in Italia » (Early medieval Benedictine settlements in Italy) come candidatura italiana da presentare per la verifica preliminare ai fini dell'iscrizione dei suddetti insediamenti benedettini alla lista del patrimonio mondiale della Convenzione UNESCO per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale.
Art. 1.
(Finalità)
1. La Repubblica promuove e valorizza gli insediamenti benedettini medievali e altomedievali quali luoghi della cultura e della storia del continente europeo e dell'Unione europea.
2. Le iniziative nazionali di carattere culturale, economico e sociale finalizzate alla promozione e alla valorizzazione degli insediamenti benedettini intendono, in particolare:
a) sviluppare, ove necessario, un sistema dei trasporti pubblici su strada e rotaia che li renda accessibili al fine di incrementare l'interesse dei flussi turistici, delle scuole e delle università, anche straniere, a visitarli;
b) sostenere l'artigianato, la filiera agroalimentare, le attività di recupero delle tecniche agronomiche e dell'artigianato tradizionale, l'occupazione e le nuove professioni, nonché realizzare progetti che valorizzino le specificità del territorio al fine di favorire l'insediamento di imprese « green »;
c) promuovere progetti di durata annuale o pluriennale che coinvolgano i seguenti dicasteri:
1) Ministero della cultura;
2) Ministero del turismo;
3) Ministero delle imprese e del made in Italy;
4) Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;
5) Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
6) Ministero dell'istruzione e del merito;
7) Ministero dell'università e della ricerca;
d) favorire il loro recupero o il restauro degli immobili, dei monumenti e dei siti di maggiore interesse storico, culturale, religioso, paesaggistico e naturalistico, nonché dei beni mobili di pregio in essi contenuti al fine di costruire un percorso culturale articolato e connesso sul territorio, anche attraverso forme di collaborazione pubbliche e private;
e) migliorare la conoscenza degli aspetti storici, culturali, religiosi, sociali, ambientali, paesaggistici ed enogastronomici dei territori che li connotano;
f) promuovere iniziative ed eventi culturali da parte degli istituti di cultura italiani all'estero.
3. Le iniziative nazionali di cui al comma 2 possono essere realizzate in collaborazione con le regioni e gli enti locali nei quali è presente il cammino di cui all'articolo 2.
Art. 2.
(Cammino « La via dell'Occidente »)
1. È istituito il cammino « La via dell'Occidente » costituito dagli insediamenti benedettini presenti nelle regioni italiane, in particolare in quelle meridionali, e dalle loro diramazioni. Per regioni meridionali si intendono i territori di cui all'articolo 1, del testo unico delle leggi sul Mezzogiorno di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1967, n. 1523.
2. Il cammino « La via dell'Occidente » è un itinerario culturale volto a valorizzare il patrimonio culturale nazionale e a preservarne la memoria e l'identità, sostiene il progresso socio-economico dei territori sui quali insiste e beneficia degli interventi finanziari nazionali che abbiano come finalità la crescita economica delle regioni meridionali italiane e le iniziative di promozione e valorizzazione dei cammini religiosi per il Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025.
3. Il cammino « La via dell'Occidente » beneficia, in particolare, del fondo per i cammini religiosi di cui all'articolo 1, comma 963, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, del Fondo per il turismo sostenibile di cui all'articolo 1, comma 611, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, finalizzato a potenziari gli interventi di promozione dell'ecoturismo e del turismo sostenibile, ed è inserito nel Catalogo cammini religiosi italiani del Ministero del turismo e nell'Atlante digitale dei Cammini d'Italia del Ministero della cultura.
4. Il Ministro del turismo, con proprio decreto da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, individua gli insediamenti benedettini di maggiore interesse culturale al fine di definire il percorso e altri luoghi del cammino. Per l'individuazione degli insediamenti e dei luoghi di cui al presente comma, il Ministro del turismo si avvale dei dati in possesso del Ministero della cultura, delle regioni e delle diocesi.
5. Presso il Ministero del turismo è istituito un tavolo di lavoro, presieduto dal Ministro o suo delegato, i cui componenti sono nominati dal Ministro medesimo tra i soggetti ritenuti necessari per la realizzazione, l'implementazione e il coordinamento delle previsioni di cui agli articoli 1 e 2 e per il coordinamento e la promozione delle politiche del turismo nazionali e internazionali del cammino di cui alla presente legge.
Art. 3.
(Marchio benedettino)
1. Per la tutela e la valorizzazione dei beni materiali e immateriali benedettini medievali e altomedievali e di quelli prodotti in ambito benedettino è istituito il « Marchio benedettino ».
2. Il Marchio benedettino è costituito dall'immagine di San Benedetto e dalla data del 529, anno di fondazione dell'Abbazia di Montecassino. Il Marchio benedettino può essere utilizzato solamente dai monasteri benedettini, sui loro beni materiali e immateriali. Sottostante il Marchio benedettino, centralmente, ciascun monastero può apporre il proprio emblema.
3. Il marchio benedettino è inserito nel registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale di cui all'articolo 185-bis, del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30.
Art. 4.
(Valorizzazione delle farmacie monastiche e degli orti medievali)
1. Al fine di valorizzare il patrimonio culturale degli insediamenti monastici e del territorio comunale sui quali sono presenti è individuato un itinerario culturale delle farmacie monastiche e degli orti medievali presenti nelle regioni meridionali, di cui all'articolo 1, del testo unico delle leggi sul Mezzogiorno di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1967, n. 1523.
2. Per l'individuazione dell'itinerario di cui al comma 1, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero della cultura provvede a istituire l'albo delle farmacie monastiche e degli orti medioevali, da aggiornarsi anche con le richieste di inserimento che pervengono dai soggetti privati che ne facciano richiesta. Spetta al Ministero della cultura valutare l'idoneità delle suddette richieste.
3. L'Abbazia di Montevergine, in provincia di Avellino, è soggetto capofila delle iniziative culturali del Ministero della cultura e del Ministero del Turismo volte alla valorizzazione, promozione, restauro e recupero delle farmacie monastiche e degli orti medievali.
Art. 5.
(Verifiche)
1. Con cadenza biennale, il Ministro della cultura trasmette alle commissioni parlamentari competenti per materia del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati una relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni della presente legge e sui risultati conseguiti all'esito degli interventi di cui all'articolo 2, comma 3.
Art. 6.
(Copertura finanziaria)
1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a euro 24 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025, 2026 e 2027, si provvede mediante corrispondente riduzione, in parti uguali, del Fondo per la tutela del patrimonio culturale di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014 n. 190 e del Fondo per lo sviluppo e la coesione, di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88.