Senato della Repubblica | XVIII LEGISLATURA |
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA L'11 FEBBRAIO 2020
Delega al Governo per l'elaborazione di un piano operativo comportamentale rivolto agli studenti per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di terrorismo
Onorevoli Senatori. – Dal 2015 sul territorio europeo si è abbattuta una lunga ondata di attentati terroristici di matrice jihadista, che ha seguito l'invettiva dell'autoproclamato Stato Islamico contro il mondo occidentale. Con la recente sconfitta territoriale dell'Isis in Iraq e in Siria e l'eliminazione del « Califfo » al-Baghdadi si assisterà ad una modifica delle traiettorie del jihadismo internazionale e ad un conseguente aumento della minaccia asimmetrica per l'Unione europea. La perdita della leadership e la fine del proto-stato jihadista provocherà una modifica delle modalità operative delle organizzazioni estremiste, che possono convergere in favore di operazioni a bassa intensità, in grado di colpire obiettivi civili e cosiddetti soft-target.
La recente ripresa delle operazioni militari nel nord-est della Siria, l'escalation di violenza e l'instabilità nello scenario libico, unito alle enormi sacche di povertà nel territorio del Sahel, continuano a fomentare un arco di crisi che dal Mediterraneo si congiunge con il Medio Oriente, e che fornisce da una parte pericolosi vuoti di potere facilmente colmabili da organizzazioni terroristiche affini alla galassia dell'ex Stato Islamico, dall'altra la presenza di importanti bacini di reclutamento per nuovi combattenti e zone sicure dove riorganizzarsi.
Quindi, nonostante la de-territorializzazione della principale sigla terroristica con proiezione globale del passato recente e l'eliminazione di figure di primo piano del jihadismo internazionale, la battaglia contro il terrorismo è ben lontana dal dirsi conclusa. Il web e i social network continuano a fornire un terreno fertile per il propagarsi di messaggi estremisti che incitano alla vendetta contro l'Occidente e si registra la presenza di migliaia di simpatizzanti jihadisti all'interno del territorio europeo. Questi fattori, uniti all'annosa questione del ritorno dei foreign fighters con passaporto europeo – disillusi dalla sconfitta dello Stato Islamico – che sfruttano le vie dell'immigrazione illegale e sono agevolati dalle porose frontiere balcaniche e dal caos del Mediterraneo allargato, rendono necessario il mantenimento di un alto livello di attenzione sulle dinamiche del terrorismo, prevenendo i danni di un attentato tramite l'implementazione di specifiche modalità operative e comportamentali all'interno di alcuni dei cosiddetti soft target.
Tra questi obiettivi, considerati « soft », vi sono le istituzioni scolastiche, oggetto del disegno di legge in questione che agisce secondo due traiettorie: la prima volta a prevedere iniziative in grado di aumentare il grado di sicurezza all'interno degli istituti scolastici, preparando il personale scolastico a specifici comportamenti ai quali attenersi in caso di attacco all'istituto; la seconda rivolta a porre in essere momenti di formazione per gli studenti, al fine di fornire giusti strumenti per maturare una coscienza del pericolo ed automatizzare comportamenti responsabili ed idonei in caso di una situazione di crisi ed emergenza.
Si prevede quindi, nello specifico, tramite una delega al Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'istruzione e il Ministro della difesa: di prevedere la preparazione di un piano comportamentale e operativo per il personale scolastico in caso di attacco dell'istituto; di stabilire una forte cooperazione tra le istituzioni scolastiche e le Forze armate e di polizia che permetta l'identificazione per ogni dirigente scolastico di un corrispondente per la sicurezza scolastica e la definizione di un sistema di allarme rapido, l'organizzazione di una esercitazione annuale che testi le linee guida comportamentali elaborate dai Ministeri e la programmazione di momenti di formazione per gli studenti utili a stabilire pratiche adeguate a riconoscere una situazione di pericolo e al contempo sviluppare comportamenti automatici in grado di neutralizzare o limitare le conseguenze di un attentato.
La lotta al terrorismo si svolge su vari livelli: il primo, quello della prevenzione, affidato ai servizi di sicurezza e di intelligence, anche tramite strategie comuni a livello europeo e internazionale, che permette di arginare la minaccia interrompendola sul nascere. Un secondo livello deve essere stabilito in termini di modalità operative e comportamentali per i civili, volte a contrastare azioni in essere e salvaguardare la tutela dei cittadini. È quello che accade da diversi anni in Israele, dove i cittadini hanno vissuto e continuano a vivere sulla propria pelle il pericolo del terrorismo nella vita di tutti i giorni. Questo ha permesso lo sviluppo di un tacito accordo tra le istituzioni israeliane e i cittadini, che prevede che questi ultimi facciano la propria parte nella prevenzione e nel contrasto al terrorismo. Una sorta di anticorpo naturale, una serie di comportamenti virtuosi e lo sviluppo di una coscienza attenta al pericolo che permette ai cittadini israeliani di conciliare la vita « normale » con la minaccia incombente del terrorismo. Comportamenti da attuare nella vita di tutti i giorni che risultano utili ed attuali anche per la situazione italiana, esposta a una minaccia costante secondo tutti i report sulla sicurezza stilati dai vari centri di ricerca e istituzioni internazionali: sapersi comportare in caso di ritrovamento di una valigia smarrita in un vagone di una metropolitana, esser consci che un comportamento erroneo e fraintendibile si può tramutare in una tragedia come quella avvenuta il 3 giugno 2017 a Piazza San Carlo a Torino, avere chiare in mente delle sane pratiche operative in caso di minaccia concreta, sono fattori che possono risultare fondamentali al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini. La Francia, ad esempio, dopo la scia di attentati inaugurata con l'attacco alla redazione di Charlie Hebdo nel gennaio del 2015, si è dotata di un piano organico di contrasto al terrorismo che stabilisce, tra le varie riforme, anche uno specifico piano di sicurezza negli istituti scolastici e che comprende una serie di linee guida diramate a studenti e genitori per fornire le giuste pratiche comportamentali da seguire in caso di attacco. Anche diverse ambasciate italiane all'estero, come quella di Mosca, si sono prodigate per fornire ai cittadini italiani alcuni essenziali elementi comportamentali da seguire in caso di situazione di emergenza relativa ad un attentato.
Si rende pertanto necessario stabilire una cornice normativa adeguata per standardizzare le diverse pratiche poc'anzi descritte. Questo disegno di legge risponde all'esigenza di sicurezza e di tutela dei cittadini e inizia un percorso che il nostro Paese deve intraprendere al fine di adeguarsi ai partner internazionali; consci che la minaccia terroristica non si è esaurita, ma ha assunto nuove forme e traiettorie, ibride e con profili sempre meno riconoscibili, che necessitano delle giuste azioni di contrasto.
Art. 1.
1. Allo scopo di stabilire misure di prevenzione e contrasto al terrorismo, tramite una specifica formazione rivolta agli studenti che permetta di orientarsi ed agire in situazioni di emergenza, oltre che incentivare il contrasto ad azioni terroristiche condotte all'interno degli istituti delle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado, il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per:
a) regolamentare la formazione di docenti e studenti rispetto alla gestione di una situazione di crisi;
b) redigere delle linee guida operative rivolte a dirigenti scolastici e genitori;
c) stabilire le modalità per lo svolgimento di una esercitazione annuale che simuli la gestione di un evento di emergenza.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'istruzione e il Ministro della difesa.
Art. 2.
1. I decreti legislativi di cui all'articolo 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) predisporre, fermi restando i piani di sicurezza specifici esistenti per gli istituti scolastici, delle linee guida operative e comportamentali da mettere in atto durante un attacco commesso all'interno dell'istituto che risulta essere l'obiettivo diretto dell'attacco stesso o durante qualsiasi forma di attacco armato, commesso vicino all'istituto, che richieda l'attuazione di adeguate misure di protezione anche nel caso in cui l'istituto non risulti essere l'obiettivo diretto dell'aggressione;
b) redigere due differenti documenti operativi in relazione alla tipologia di situazione di cui alla lettera a), da destinare rispettivamente ai dirigenti scolastici e ai genitori, contenenti comportamenti, procedure e azioni per salvaguardare l'incolumità del personale e per agevolare l'intervento delle Forze armate e di polizia;
c) stabilire una collaborazione tra gli istituti scolastici, le Forze armate e le Forze di polizia che preveda:
1) l'identificazione, per ogni dirigente scolastico, di un referente per la sicurezza scolastica con il quale avere un contatto diretto;
2) la definizione di elenco telefonico di tutti i dirigenti scolastici, diviso per provincia, da fornire alle questure di polizia e ai Comandi provinciali dei carabinieri, per prevedere un sistema di allarme rapido;
3) l'organizzazione annuale di un'esercitazione per la gestione di una situazione emergenziale derivante da un attacco terroristico che coinvolga tutto il personale dell'istituto e le Forze armate e di polizia locali e che tenga conto delle differenze di età degli studenti;
4) la programmazione di incontri di formazione per gli studenti volti a maturare una coscienza del pericolo e ad automatizzare comportamenti responsabili che permettano da una parte di mettere in atto azioni utili a neutralizzare la potenziale situazione di crisi e dall'altra a generare comportamenti idonei nel caso di attacchi, al fine di limitarne gli effetti.
Art. 3.
1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui all'articolo 1, il Governo può adottare, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui all'articolo 2, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.
Art. 4.
1. Agli oneri derivanti dai decreti legislativi di cui all'articolo 1 adottati in attuazione della presente legge di delega, pari a 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.