Legislatura 19ª - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 98 del 08/10/2024
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(Doc. CCXII, n. 2) Documento programmatico pluriennale per la Difesa, per il triennio 2024-2026
(Esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, del Regolamento, e rinvio)
Il senatore BARCAIUOLO (FdI), relatore, evidenzia come la Commissione sia chiamata all'esame del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2024-2026, presentato ai sensi dell'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010. I primi due commi dell'articolo 536 prevedono infatti, con riferimento alla pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che entro il 30 aprile di ogni anno, il Ministro della difesa provveda a trasmettere al Parlamento i dovuti aggiornamenti, comprensivi del piano di impiego pluriennale che riassume sia il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate (comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive), sia l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, sia, ancora, sotto forma di bilancio consolidato, tutte le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.
Il documento programmatico pluriennale per il triennio 2024-2026, che, come negli anni scorsi è composto da due Tomi, è preceduto da una introduzione curata dal ministro della Difesa, che ne illustra i contenuti e lo inquadra nel contesto di riferimento. In particolare, nell'introduzione di quest'anno, il ministro della Difesa nel sottolineare come il Documento concorra alla diffusione di una "cultura della Difesa", rimarca, innanzitutto, la dinamicità e la fluidità dell'attuale scenario internazionale, che impone la necessità di disporre di uno Strumento militare idoneo a fornire una adeguata ed efficace risposta al contesto di riferimento, assolvendo alle funzioni imprescindibili di difesa dello Stato, di tutela dei prioritari interessi strategici nazionali, nonché di stimolo e incentivo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico del settore industriale nazionale. Per gestire l'instabilità diffusa, le crisi e i conflitti, attuali e futuri, il Ministro sottolinea la necessità di rinnovare l'impianto normativo e istituzionale che sottende all'apparato di sicurezza e difesa, nell'ambito del quale innestare un processo di revisione dello Strumento militare, finalizzato a consentire alle Istituzioni di poter decidere rapidamente ed efficacemente, a tutela della sicurezza collettiva. Il Ministro affronta, quindi, i temi delle politiche rivolte al personale militare e civile della Difesa, ricordando - fra l'altro - come proprio l'anno 2024 abbia sancito l'avvento delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM) che hanno rilevato gli Organismi della Rappresentanza Militare e come analoga attenzione dovrà essere garantita per la salvaguardia e la valorizzazione del personale civile del Dicastero, capace di esprimere professionalità variegate e molto qualificate. Altri temi toccati dal Ministro, nella sua introduzione, riguardano i principi alla base del processo di ammodernamento dello Strumento militare, la necessità che si proceda a garantire adeguatezza, certezza e stabilità di finanziamenti al comparto, e ad assicurare autonomia strategica al rapporto con l'industria di settore.
Il documento programmatico risulta, quindi, articolato su due Tomi.
Il Tomo I, composto, da tre parti e da cinque allegati, definisce l'approccio Strategico Nazionale (parte I), delineando il contesto di riferimento, la cooperazione per la sicurezza internazionale e l'evoluzione degli impegni operativi, nonché lo sviluppo dello Strumento militare (parte II), suddividendo la materia in capitoli dedicati rispettivamente agli indirizzi strategici, alle esigenze operative e a quelle trasversali, alle linee di sviluppo capacitativo e ai programmi per la sicurezza del territorio. La parte terza, infine, è dedicata al Bilancio della difesa e fornisce un quadro dettagliato delle risorse rese disponibili dalla legge di bilancio, articolandolo in missioni, programmi e azioni, nonché in funzioni e settori.
Il Tomo II è, a sua volta, dedicato alla Programmazione della difesa, con l'indicazione dei programmi di previsto avvio, di quelli operanti e delle ulteriori esigenze prioritarie da finanziare.
La prima parte del Tomo I concerne l'approccio strategico nazionale che la Difesa intende adottare nel quadro di un contesto di riferimento segnato da fenomeni complessi e conflittuali, come la guerra russo-ucraina e la più recente crisi in Medio Oriente, situazioni che contribuiscono ad incrementare la generale instabilità che segna nello specifico l'area del Mediterraneo allargato, di prioritario interesse strategico nazionale. Nel testo viene tracciata un'analisi politico-strategica del contesto, individuando le principali minacce e sfide alla sicurezza internazionale e del nostro Paese. In tale ambito, viene altresì delineato il quadro di cooperazione per la sicurezza nazionale, ossia il ruolo e l'impegno nazionale nelle principali Organizzazioni Internazionali e nelle iniziative multilaterali a cui l'Italia partecipa, richiamando in particolare la forte vocazione euro-atlantica ed europea del nostro Paese, con la necessità di rafforzare la capacità di deterrenza e difesa dell'Alleanza Atlantica anche mediante il consolidamento del suo "pilastro europeo", di adeguare le capacità di Politica di Sicurezza e Difesa Comune (CSDP) dell'Unione europea, ma anche di continuare a sostenere gli impegni in sede Nazioni Unite e nel quadro delle altre iniziative multilaterali e dei dialoghi regionali. Un ulteriore approfondimento concerne l'evoluzione degli impegni operativi dello Strumento militare nelle missioni internazionali e sul territorio nazionale, in linea con quanto previsto nella Delibera Missioni 2024. Viene, in particolare, rimarcato come nella definizione degli impegni nelle missioni internazionali, la Difesa abbia identificato quali precipue linee guida il perseguimento degli interessi nazionali, l'efficientamento nella costruzione di missioni bilaterali a supporto del sistema Paese, l'approccio multidominio, l'attività di costruzione di capacità basata su un impianto che prevede la fornitura di equipaggiamento, addestramento e sostegno logistico, il consolidamento del ruolo di importante contributore nelle principali Organizzazioni Internazionali (NATO, UE e ONU) e la partecipazione alla missioni civili dell'Unione europea in maniera flessibile.
Con riguardo alla seconda parte del Tomo I, relativa allo sviluppo dello Strumento militare, vengono analizzate le principali linee di sviluppo capacitivo di ciascuna componente della Difesa, con un forte collegamento con i programmi di ammodernamento e rinnovamento (A/R) riportati nel Tomo II. In particolare, sono delineati gli indirizzi strategici su cui si deve basare il processo di ammodernamento dello Strumento militare, le principali esigenze operative e le discendenti linee di sviluppo capacitivo di tutte le Componenti (interforze, Terrestre, Marittima, Aerospaziale e Polizia militare), anche in merito alle esigenze trasversali (ricerca scientifica e tecnologica e programmazione infrastrutturale) e alla funzione di sicurezza del territorio esercitata dall'Arma dei Carabinieri. Di rilievo sono anche gli approfondimenti sull'autonomia e l'efficientamento energetico delle infrastrutture, dei mezzi e dei sistemi in uso alla Difesa e l'impegno per una progressiva riqualificazione del patrimonio infrastrutturale del comparto.
La terza parte del Tomo I illustra, quindi, il bilancio della Difesa, delineando il quadro finanziario per il 2024. In particolare il bilancio ordinario della Difesa ammonta a 29.184,2 milioni di euro, pari al 1,37 per cento del PIL nominale, percentuale peraltro destinata a decrescere all'1,31 per cento nel 2025 e all'1,26 per cento nel 2026.
A sua volta, il Bilancio integrato della Difesa - inclusivo anche delle risorse esterne al Dicastero dedicate a programmi della Difesa, ed in particolare delle risorse del Ministero delle imprese e del Made in Italy, a sostegno del settore investimento a favore dei programmi militari ad alto contenuto tecnologico, e di quelle del Ministero dell'economica e delle finanze, per finanziare la partecipazione dell'Italia alle missioni militari internazionali - ammonta a 32.331,8 milioni di euro, pari al 1,52 per cento del PIL previsionale. Il bilancio è declinato anche in chiave NATO (nel 2024, 31.957 milioni di euro), da cui si evince una riduzione del rapporto spese per la Difesa/PIL, anche riconducibile alle previsioni di rialzo del PIL nazionale. Infatti, a fronte di un valore dell'1,50 per cento nel 2023, per il 2024 si prevede un valore dell'1,49 per cento, mentre un valore pressoché costante si prevede nel 2025, attestato all'1,44 per cento.
Il Tomo II del documento, relativo alla programmazione della Difesa, riporta l'elenco di tutti i programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma che godranno di un finanziamento nel triennio di riferimento (2024-2026) e il loro sviluppo nel quindicennio.
In particolare, nel primo capitolo, dedicato alla introduzione alla programmazione, viene riportata la tabella riassuntiva dell'allocazione programmatica delle risorse recate dal rifinanziamento del "Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale", previsto con la legge di bilancio 2024, in linea con le indicazioni fornite dal Ministro della difesa in fase di predisposizione della Pianificazione Generale Interforze di quest'anno.
Le cifre indicate ammontano a 22.500 milioni di euro complessivi in 15 anni, di cui: 1.824 milioni di euro per interventi a favore di Programmi di Previsto Avvio; 20.676 milioni di euro per il rifinanziamento di Programmi già Operanti.
Il successivo capitolo è dedicato ai Programmi di previsto avvio, e riporta le schede descrittive di n. 20 programmi in avvio nel triennio 2024-2026, per un importo complessivo di circa 1.225,1 milioni di euro, di cui 415,8 milioni nel triennio. Fra i programmi aventi impegni di spesa rilevanti si segnalano, tra gli altri, quello per incrementare le capacità di ingaggio di precisione e in profondità dell'artiglieria terrestre mediante la realizzazione di un sistema d'ingaggio di precisione stand-off (Loitering Ammunition) (per 270 milioni di euro), il programma per il contrasto alla minaccia Indirect Fire mediante il sistema C-RAM SKYNEX (per 80 milioni) e quello per la realizzazione di un Sistema Antidroni Unità Navali finalizzato a permettere alle Unità di operare all'interno dei diversi Teatri di impiego (per 80 milioni).
Nel capitolo dedicato alle "Ulteriori esigenze prioritarie da finanziare", sono riportati gli ulteriori programmi che la Difesa intende avviare, ma che al momento sono sprovvisti del necessario finanziamento o per i quali è necessario ricercare ulteriori risorse per il relativo completamento. Si tratta, in particolare, di programmi (106 in totale, per un importo complessivo di 97.535 milioni di euro) ritenuti prioritari laddove si trovassero idonee risorse finanziarie a bilancio.
L'ultimo capitolo del Tomo II è dedicato ai "Programmi Operanti" e comprende la restante parte della programmazione già oggetto di avvio nei precedenti DPP e per cui è stato esperito l'iter autorizzativo, per un totale di n. 219 programmi, per un importo complessivo di 109.625,6 milioni di euro (di cui 27.846,9 milioni nel triennio), ai quali si aggiunge il programma "scorrevole" di "Ricerca tecnologica", finanziato per 146,8 milioni di euro fino al 2026.
Il presidente CRAXI, dopo aver ringraziato il relatore per l'esauriente esposizione, apre la discussione generale palesando l'opportunità di svolgere specifiche audizioni in commissione su un testo di così rilevante importanza.
Il senatore MENIA (FdI) chiede delucidazioni in merito al fatto che, proprio nell'ottica di ottemperare agli obblighi NATO, il Documento registra un andamento regressivo per gli anni 2024-2026, non fornendo, peraltro, indicazioni per gli anni successivi.
Il senatore Enrico BORGHI (IV-C-RE), nel ricordare che l'impegno italiano a raggiungere l'obiettivo del 2 % del PIL per le spese militari risale all'ormai lontano 2014, e rammentando altresì che l'uscente Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha recentemente dichiarato come tale percentuale, alla luce del peggiorato scenario internazionale, non possa più ritenersi sufficiente, chiede al rappresentante del Governo un necessario chiarimento dal momento che il Documento in esame registra esplicitamente, almeno per gli anni fino al 2026, una regressione del trend di spesa per l'intero comparto della Difesa.
Il senatore DELRIO (PD-IDP) preferisce considerare le cifre indicate nel Documento come obiettivi definiti in via generale, cui il sistema Paese deve tendenzialmente convergere, ricordando, a riguardo, come lo stesso ministro Crosetto abbia più volte dichiarato che l'obiettivo del 2% non deve essere concepito come una sorta di feticcio.
Dal suo punto di vista, tiene a sottolineare la propria non contrarietà alla realizzazione di programmi di ammodernamento degli strumenti di difesa quando vengano realizzati in un contesto europeo, mediante la cooperazione tra Paesi appartenenti all'UE; si sente, invece, di esternare sostanziali perplessità laddove tali programmi vengano realizzati al di fuori di tale ambito e prescindendo dalla collaborazione infra comunitaria. A suo avviso, infatti, dovrebbe risultare prioritario che l'Europa riesca a organizzare e gestire un proprio strumento di deterrenza.
Anche il senatore ALFIERI (PD-IDP) interviene per avere delucidazioni in merito alla evocata riclassificazione o diversificazione delle voci del bilancio della Difesa, di cui al Documento in questione.
Prende la parola, quindi, il sottosegretario PEREGO DI CREMNAGO per precisare, come peraltro osservato dal relatore, che l'ammontare complessivo del "Servizio Difesa" supera la cifra indicata nel Documento Programmatico, arrivando, anche con gli stanziamenti previsti dal Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT), ad oltre 32 miliardi di euro, con ciò raggiungendo la percentuale dell'1,52% di spesa complessiva sul PIL nazionale. Precisa altresì che, seguendo i parametri previsti in ambito NATO, l'attuale livello di spessa delle Forze armate arriva alla percentuale dell'1,50%.
Il sottosegretario tiene, inoltre, a sottolineare come, avendo come riferimento l'ammontare totale delle risorse di bilancio destinate alla Difesa, ben il 26,8% di esse è destinato a voci che riguardano gli investimenti, mentre il 9,7% va all'esercizio e il 61,5% al personale.
Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.