Legislatura 19ª - 2ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 166 del 02/07/2024
Azioni disponibili
IN SEDE REFERENTE
(824) Deputato Maria Carolina VARCHI e altri. - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano, approvato dalla Camera dei deputati
(163) GASPARRI. - Modifica alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di reato di surrogazione di maternità commesso all'estero
(245) Isabella RAUTI e MALAN. - Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano
(475) ROMEO e altri. - Norme in materia di contrasto alla surrogazione di maternità
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l'esame congiunto sospeso nella prima seduta pomeridiana odierna.
Il PRESIDENTE ricorda che nella prima seduta pomeridiana sono stati illustrati tutti gli emendamenti e che sono stati espressi i pareri da parte del relatore facente funzioni, senatore Rastrelli (parere contrario su tutti gli emendamenti), e da parte del Governo (invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti).
In sede di esame dell'emendamento 01.1 sono state effettuate le dichiarazioni di voto dei senatori Zanettin, Scalfarotto, Bazoli, Maria Domenica Castellone e Giovanna Petrenga e che, su impulso del senatore Berrino, il Governo ha condiviso una proposta di accantonamento, accolta altresì dalla senatrice Stefani, firmataria dell'emendamento. Ricorda inoltre che aveva chiesto di parlare il senatore Potenti e chiede se intenda intervenire.
Il senatore BAZOLI (PD-IDP) ribadisce che l'aver accantonato al termine della prima pomeridiana l'emendamento 01.1 è stata una forzatura del Regolamento in quanto già erano iniziate le dichiarazioni di voto, e critica inoltre la decisione di chiudere la seduta frettolosamente per l'inizio dei lavori in Assemblea.
Si associa alle osservazioni avanzate dal senatore Bazoli il senatore SCALFAROTTO (IV-C-RE), stigmatizzando la decisione della Presidenza di accantonare la votazione dell'emendamento 01.1 dal momento che se esso fosse stato posto in votazione l'esito della medesima non sarebbe stato scontato, mettendo quindi in difficoltà la maggioranza.
La senatrice LOPREIATO (M5S) sottolinea che se posto ai voti quell'emendamento sarebbe certamente stato approvato, rappresentando ciò una brutta figura delle forze della maggioranza che, evidentemente, su questi temi non hanno ancora raggiunto un vero accordo.
Il senatore SISLER (FdI) sottolinea che non vi è stata alcuna forzatura dato che prima della votazione dell'emendamento mancava ancora un intervento per il quale sarebbe stato necessario altro tempo non a disposizione della Commissione, dal momento che i lavori dell'Assemblea erano già iniziati.
Il PRESIDENTE fa presente che non vi è stata alcuna forzatura, richiamando la diversa formulazione dell'articolo 109, comma 2, del Regolamento del Senato, che disciplina le dichiarazioni di voto - fase prima della votazione - e dell'articolo 110 del Regolamento medesimo, che disciplina invece la fase della votazione, che non può essere interrotta.
Si passa quindi alle votazioni.
La senatrice STEFANI (LSP-PSd'Az) dichiara di ritirare l'emendamento 01.1 per trasformarlo in un ordine del giorno che mette a disposizione della Presidenza.
Il PRESIDENTE fa presente che l'ordine del giorno G/824/2/2 (già em. 01.1) in distribuzione, sarà pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna ed esaminato successivamente.
Sull'emendamento 1.1 interviene quindi in dichiarazione di voto il senatore BAZOLI (PD-IDP) che, richiamando l'illustrazione già svolta sull'emendamento in questione sottolinea come la proposta soppressiva dell'articolo 1 sia l'unica presentata dal suo Gruppo in quanto la contrarietà che esso esprime è proprio nel merito del disegno di legge soprattutto per ragioni di carattere tecnico-giuridico. Tali criticità sono state bene illustrate dagli esperti auditi nel ciclo di audizioni informali svolto dalla Commissione. Sono infatti numerosi gli elementi di carattere anche costituzionale che rendono difficilmente applicabile una norma che si distingue soprattutto per avere un carattere propagandistico, di manifesto ideologico contro la surrogazione di maternità, che già l'ordinamento punisce come reato.
Interviene quindi in dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 1.2, di identico contenuto all'emendamento 1.1, la senatrice CASTELLONE (M5S) che nell'annunciare il voto favorevole alla soppressione dell'articolo unico del disegno di legge sottolinea come il reato universale che il provvedimento prospetta confligga non solo con il diritto interno e internazionale ma anche con le sentenze della Corte costituzionale e della Corte di cassazione che su questo tema negli ultimi anni hanno fatto chiarezza su come il Parlamento dovrebbe procedere. Il suo Gruppo, oltre a prevedere la soppressione dell'articolo 1, ha infatti presentato una serie di emendamenti che più opportunamente intervengono sul divieto di sfruttamento e commercializzazione del corpo femminile anche in relazione alla maternità surrogata introducendo modifiche agli articoli del codice penale relativi alla tratta di essere umani e alla riduzione in schiavitù.
Il senatore SCALFAROTTO (IV-C-RE) annuncia quindi il proprio voto favorevole sull'emendamento 1.4, identico agli emendamenti 1.1 e 1.2, per sottolineare ancora una volta la deriva panpenalistica che questa maggioranza ha preso dall'inizio della legislatura. Ribadisce infatti che punire come reato universale un reato che nell'ordinamento interno ha una connotazione bagatellare, non trattandosi di reati gravissimi come il genocidio o la tratta di essere umani, ha soltanto una finalità di natura propagandistica. Ricorda ancora una volta che l'altro reato universale sempre istituito da questa maggioranza è quello relativo alla persecuzione degli scafisti che trasportano immigrati illegalmente, che non sembra aver dato alcun frutto almeno fino a questo momento. Tutta l'azione politica e legislativa ha una valenza di carattere propagandistico data l'impossibilità o l'incapacità di questo Governo a fare vere riforme, anche per assenza di risorse. Il diritto penale, da questo punto di vista, non costa nulla e pazienza se si interviene del tutto inopinatamente sulla libertà delle persone. Pur consapevole che sul tema vi sono sensibilità differenti anche all'interno del suo Gruppo, personalmente condivide quanto sottolineato dalla senatrice Castellone circa la necessità di tutela dell'autodeterminazione delle donne da un lato e la salvaguardia del corpo femminile dello sfruttamento dall'altro ricordando per di più la discriminazione che questa legge pone in essere nei riguardi delle coppie omosessuali maschili che, contrariamente al principio generale vigente nel diritto penale, ove accedessero alla maternità surrogata anche in Paesi dove essa è consentita, dovranno autodenunciarsi una volta rientrati in Italia. La norma ha cioè una natura intrinsecamente discriminatoria.
Interviene quindi la senatrice CUCCHI (Misto-AVS) che esprime il voto favorevole del suo Gruppo che, come quello del Partito Democratico, ha presentato un unico emendamento soppressivo, l'1.3 identico agli altri già ricordati, sottolineando ancora una volta che la norma ha un carattere propagandistico esattamente come quella del reato universale inserito nel cosiddetto decreto-legge Cutro, che fin qui non ha prodotto effetti apprezzabili.
La senatrice UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)), associandosi agli interventi svolti dai senatori che l'hanno preceduta, esprime il voto favorevole del suo Gruppo sugli identici emendamenti richiamati rilevando peraltro l'impossibilità ad accettare la genitorialità per le coppie eterosessuali, che sono quelle che in maggioranza utilizzano la tecnica della surrogazione di maternità. La norma in questione rappresenta pertanto un contenitore vuoto che non avrà alcun reale effetto. Dichiara infine di aggiungere la propria firma all'emendamento 1.1.
Posti congiuntamente ai voti, verificata la presenta del numero legale, gli identici emendamenti 1.1, 1.2, 1.3 e 1.4 sono respinti.
Il PRESIDENTE ricorda che si passa al voto dell'emendamento 1.5 sul quale c'è un invito al ritiro del rappresentante del Governo e un parere contrario del relatore Rastrelli.
La senatrice MAIORINO (M5S) interviene per dichiarare il voto contrario del suo Gruppo sull'emendamento in questione esprimendo il più vivo sconcerto per la proposta in esso contenuta di incriminare anche il pubblico ufficiale che iscrivesse il nato da maternità surrogata nei registri dello stato civile. Come potrebbe l'ufficiale dello stato civile negare questa registrazione? Come può questo ufficiale, nel caso per esempio di genitori eterosessuali, capire se il neonato sia stato concepito attraverso la tecnica della maternità surrogata? La verità è che la norma rivela la volontà discriminatoria di questa maggioranza nei riguardi delle coppie dello stesso sesso che, come ricordato anche dal sentore Scalfarotto, dovrebbero autodenunciarsi. E questa discriminazione riguarda anche la libertà delle donne che viene ricondotta ad una vecchia concezione paternalistica mai tramontata nella quale viene loro imposta una morale di parte, peraltro attraverso norme inutilmente e ingiustamente puntive.
Il senatore BAZOLI (PD-IDP) annuncia il voto contrario del suo Gruppo sull'emendamento in questione dal momento che esso avrebbe effetti devastanti soprattutto nei riguardi del superiore interesse del minore che Convenzioni internazionali e sentenze della Corte costituzionale impediscono e che dovrebbero costringere il Parlamento a dare tutela ai minori che nascono con il sistema della gestazione per altri.
Il senatore SCALFAROTTO (IV-C-RE), nell'annunciare il voto contrario della sua parte politica sottolinea come vi siano condotte assai più lesive di quella individuata dall'emendamento per avere pene edittali così alte come quelle ivi proposte. Peraltro, anche in questo caso, esattamente come per l'articolo 1 del disegno di legge, queste norme hanno l'effetto di mettere il Paese in situazione difficile nei confronti di Paesi amici. Ricorda al riguardo le affermazioni preoccupate del premier canadese quando il Presidente del Consiglio si è recato in visita in Canada sul rispetto dei diritti civili nel nostro Paese proprio con riferimento alla maternità surrogata, che invece in quel Paese è legale. Questo emendamento 1.5 somiglia alla morale di alcune brutte favole in cui si vuole togliere il figlio al genitore biologico per darlo in adozione. Questa sì che rappresenta una violazione di quel concetto di continuità naturale che l'articolo 29 della Costituzione attribuisce alla famiglia, in qualunque modo essa sia composta.
Posto ai voti l'emendamento 1.5 è respinto.
Il PRESIDENTE ricorda che l'emendamento 1.6 è stato ritirato.
Si passa quindi alla votazione dell'emendamento 1.7.
La senatrice LOPREIATO (M5S) interviene per annunciare il voto favorevole del Gruppo del Movimento 5 Stelle su questo emendamento che, lungi dall'istituire un nuovo reato universale interviene in modo molto più appropriato ed efficace sugli articoli 600 e 601 del codice penale affinché vi sia un'assoluta tutela del corpo femminile dall'eventuale sfruttamento anche in caso di maternità surrogata.
Il senatore SCALFAROTTO (IV-C-RE) interviene per annunciare il suo voto favorevole sull'emendamento 1.7 in quanto la proposta si rivela molto più efficace nella distinzione tra le donne che sono costrette a mettere a disposizione il proprio utero per una maternità non scelta, e che pertanto agiscono in uno stato di costrizione, dalle donne che invece lo fanno in maniera libera e consapevole. Richiama a questo riguardo il famoso slogan delle femministe degli anni '70: "l'utero è mio e lo gestisco io". Quello slogan non voleva rappresentare una libertà egoistica della donna ma si opponeva piuttosto ad una visione patriarcale della società che riteneva il corpo delle donne, anche attraverso la gravidanza, un oggetto di cui servirsi a meri fini riproduttivi: l'unico destino delle donne era fare figli. Lì esisteva una violenza gravissima che toglieva dignità all'autodeterminazione femminile. L'emendamento, invece, individua quelle forme di costrizione che rappresentano davvero una violenza grave che deve essere punita duramente.
La senatrice UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)) dichiarando di aggiungere la propria firma all'emendamento 1.7, sottolinea a sua volta la necessità di distinguere tra sistemi di costrizione della donna a utilizzare il proprio corpo anche per la maternità surrogata e la sua libertà di autodeterminazione nel voler donare una parte di sé per la nascita di un bambino che sarà affidato ai genitori che, nella gran parte dei casi, forniscono il patrimonio biologico del neonato. Dichiara pertanto di condividere quanto affermato dal senatore Scalfarotto circa il significato di quello slogan degli anni '70 contro una concezione patriarcale del corpo femminile. Utilizzare il concetto di tutela della dignità umana della donna come ragione per l'approvazione della norma proposta dal disegno di legge n. 824 è in realtà molto sospetta e rivela, al contrario, un accanimento sulla libertà del corpo femminile e quindi contro le donne.
Il senatore BERRINO (FdI) si dichiara stupito di riascoltare nel dibattito vecchi slogan degli anni '70 che riteneva relegati ad un tempo passato. Ritiene inoltre che sia un errore considerare la maternità surrogata come la donazione di un organo. Un figlio, infatti, non è soltanto della madre. Peraltro non tutte le donne sono d'accordo con queste tecniche. Annuncia pertanto il voto contrario del suo Gruppo sull'emendamento 1.7 che non tutela abbastanza la dignità femminile.
Il senatore VERINI (PD-IDP) sottolinea come il tema che la Commissione sta discutendo sia davvero molto delicato, toccando in modo assai diverso la sensibilità di ciascuno; anche nel suo Gruppo, infatti, non esiste un orientamento unitario e neanche lui è personalmente favorevole ad una gestazione per altri mercificata perché ciò rappresenterebbe certamente un'offesa grave alla dignità femminile. Quando però questa rappresenta un dono consapevole è certamente accettabile. Sottolinea inoltre quello che nel provvedimento è del tutto assente: un'umanità che possa interessarsi anche alla sorte dei minori concepiti con questa tecnica e che pretermette l'esigenza di un intervento propagandistico a qualunque altra considerazione. Lo slogan degli anni '70 ricordato dal senatore Scalfarotto era un elemento di liberazione della donna di cui i Gruppi di maggioranza sembrano non aver ancora colto il senso. L'assenza di libertà del corpo femminile è, infatti, il patrimonio di una società chiusa e patriarcale che bene rappresenta una Presidente del Consiglio priva della comprensione umana necessario ad affrontare questo tema e che coltiva una visione tolemaica di sé. Il suo invito, pertanto, è quello di una maggiore umiltà nell'osservare i fenomeni sociali, senza la pretesa di volerli piegare ad un unico punto di vista ed esprime l'auspicio di una visione più laica e tollerante del Paese che il Presidente del Consiglio dice di voler governare a nome di tutti.
Posto ai voti l'emendamento 1.7 è respinto.
Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 19,40.