Legislatura 19ª - 8ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 179 del 23/04/2025
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IN SEDE REFERENTE
(1463) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame)
Prosegue l'esame, sospeso nella 2ª seduta pomeridiana del 16 aprile.
Il PRESIDENTE comunica che sono stati presentati 19 ordini del giorno e 145 emendamenti, pubblicati in allegato.
Si passa all'esame degli ordini del giorno, che vengono dati per illustrati.
Il relatore DE PRIAMO (FdI) esprime parere favorevole sugli ordini del giorno G/1463/1/8, G/1463/2/8, G/1463/5/8, G/1463/7/8, G/1463/8/8, G/1463/9/8, G/1463/10/8, G/1463/12/8, G/1463/17/8 e G/1463/18/8, a condizione che siano accettate altrettante riformulazioni di cui dà lettura. Su tutti i restanti ordini del giorno formula parere contrario.
La vice ministra GAVA esprime parere conforme a quello del relatore.
Il senatore SIGISMONDI (FdI) accetta la riformulazione proposta e presenta l'ordine del giorno G/1463/1/8 (testo 2), pubblicato in allegato, che risulta pertanto accolto dal Governo.
Il senatore BASSO (PD-IDP) accetta la riformulazione proposta e presenta l'ordine del giorno G/1463/2/8 (testo 2), pubblicato in allegato, che risulta pertanto accolto dal Governo.
La senatrice DI GIROLAMO (M5S) accetta le riformulazioni proposte e presenta gli ordini del giorno G/1463/5/8 (testo 2), G/1463/7/8 (testo 2), G/1463/9/8 (testo 2), G/1463/12/8 (testo 2), G/1463/17/8 (testo 2) e G/1463/18/8 (testo 2), pubblicati in allegato, che risultano pertanto accolti dal Governo.
Insiste poi per la votazione degli ordini del giorno presentati dal suo Gruppo che hanno ricevuto il parere contrario del relatore e del Governo.
La senatrice SIRONI (M5S) accetta le riformulazioni proposte e presenta gli ordini del giorno G/1463/8/8 (testo 2) e G/1463/10/8 (testo 2), pubblicati in allegato, che risultano pertanto accolti dal Governo.
Chiede poi i motivi del parere contrario sull'ordine del giorno G/1463/19/8.
La vice ministra GAVA chiarisce che il parere contrario è dovuto a valutazioni di carattere finanziario.
Previa verifica del numero legale, l'ordine del giorno G/1463/3/8 viene posto in votazione e risulta respinto.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli ordini del giorno G/1463/4/8, G/1463/6/8, G/1463/11/8, G/1463/13/8, G/1463/14/8, G/1463/15/8, G/1463/16/8 e G/1463/19/8.
Essendo concluso l'esame degli ordini del giorno, il PRESIDENTE annuncia che si passerà all'illustrazione degli emendamenti.
La senatrice DI GIROLAMO (M5S) dichiara di rinunciare all'illustrazione degli emendamenti e alle successive dichiarazioni di voto, ritenendo del tutto inutile procedere alla fase di esame degli emendamenti, dal momento che il provvedimento andrà in Aula tra un'ora e che nella Conferenza dei Capigruppo di ieri il Governo ha già preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia sul testo approvato dalla Camera dei deputati, così escludendo che il Senato possa apportare modifiche allo stesso.
La senatrice SIRONI (M5S) si associa a quanto dichiarato dalla senatrice Di Girolamo, ritenendo più onesto evitare una presa in giro che va avanti dall'inizio della legislatura.
Il senatore IRTO (PD-IDP) concorda con la posizione espressa dalle colleghe e osserva che, a suo avviso, la Commissione sta solo prendendo tempo, nell'attesa che, alle ore 10, inizi la seduta dell'Aula in cui, come è noto, il Governo porrà la questione di fiducia sul testo della Camera.
Reitera la richiesta, già rivolta al Presidente della Commissione in passato in analoghe circostanze, di rappresentare alla presidenza del Senato il profondo disappunto dei componenti della Commissione per questo modo di procedere, che è tanto più grave in considerazione dell'importanza del tema energetico, che non può essere ridotto a un'ora e poco più di dibattito puramente formale.
Pertanto anche il Gruppo del Partito democratico rinuncerà all'illustrazione dei numerosi emendamenti presentati, che avevano finalità importanti, come quella di potenziare il bonus per la fornitura di energia elettrica, di semplificare le modalità di attribuzione dello stesso e, più in generale, di migliorare un provvedimento che, così com'è, appare del tutto insoddisfacente.
Ciò che si sta realizzando non è, a suo avviso, solo uno svilimento dell'opposizione, ma anche della maggioranza e di tutto il Parlamento, che non è messo nelle condizioni di dare una risposta ai cittadini italiani, che vedono le loro bollette aumentare, mentre quelle dei cittadini degli altri Paesi diminuiscono.
La senatrice Aurora FLORIDIA (Aut (SVP-PATT, Cb)), nell'associarsi a quanto dichiarato dai colleghi che l'hanno preceduta, esprime profondo dispiacere per l'impossibilità di approfondire un tema così importante e per il fatto che il Governo continui a intervenire con provvedimenti d'urgenza, senza mettere in campo una strategia di ampio respiro. Si chiede infatti a cosa possa servire un contributo una tantum di 200 euro per i soli cittadini con l'ISEE inferiore ai 25.000 euro o come si possa pensare di alleviare le sofferenze del sistema produttivo con 600 milioni di euro, senza lavorare a una soluzione di lungo periodo basata sul mix energetico, che consenta un abbassamento strutturale del costo dell'energia, come è avvenuto in altri Paesi.
Sottolinea poi che i cittadini e le cittadine non vanno a votare proprio perché non credono più in un sistema che non affronta i veri problemi del Paese.
Il senatore MAGNI (Misto-AVS) concorda sul fatto che l'esercizio che la Commissione sta compiendo sia del tutto sterile, alla luce della questione di fiducia già preannunciata ieri dal Governo nella Conferenza dei Capigruppo.
Il provvedimento in questione, poi, contiene misure meramente temporanee, come un bonus che assomiglia più a una mancia. Appare inoltre particolarmente problematico l'articolo 4, che prevede l'impiego delle entrate relative all'imposta sul valore aggiunto per finalità che non sono quelle previste dalla legge.
Ciò che il Governo avrebbe dovuto fare è ridurre l'IVA sulle accise, in quanto, come è stato anche affermato dalla giurisprudenza, si tratta di una tassa su una tassa. Ma il Governo non ha fatto nulla in tal senso, nonostante che la Presidente del Consiglio abbia puntato parte della sua campagna elettorale proprio su questo tema.
Di fronte a tale inerzia, cosa si può dire a quei cittadini, anche particolarmente vulnerabili dal punto di vista dell'età o delle condizioni di salute, che ricevono bollette del tutto sproporzionate rispetto alle loro capacità economiche?
Bisogna intervenire per abbattere i costi. L'Italia è ricca di fonti energetiche naturali, ma dipende ancora dal gas e questa dipendenza probabilmente ora aumenterà ulteriormente, invece che diminuire.
La senatrice FREGOLENT (IV-C-RE) rileva preliminarmente che, dal punto di vista del metodo, il problema non consiste solo nel fatto che proprio coloro che avevano osteggiato la riforma costituzionale del Governo Renzi hanno ora introdotto un monocameralismo di fatto che vede i decreti-legge esaminati solo dalla Camera che li tratta in prima lettura, ma che questo monocameralismo è sostanzialmente a senso unico, visto che la stragrande maggioranza dei provvedimenti governativi in materie di competenza dell'8ª Commissione - e in particolare quelli recanti risorse - vengono presentati alla Camera dei deputati, con la conseguenza che il Senato non ha mai l'occasione di poterne approfondire il contenuto.
Afferma che il Governo dovrebbe poi ascoltare di più le idee dell'opposizione, che continua a proporre, nei suoi emendamenti, soluzioni che vengono ignorate, e critica l'inazione del Governo in merito all'eccessivo proliferare di soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica e alla pressione che ciò comporta specialmente sui soggetti più fragili.
Ritiene che le piccole e medie imprese non trarranno beneficio dal provvedimento in esame e che, di fatti, è già stato annunciato un nuovo decreto-legge in materia.
Anche gli investitori hanno dubbi sull'opportunità di investire sulle rinnovabili in Italia, visto che la normativa continua a cambiare, ma mai in maniera risolutiva, e non è chiaro cosa succederà una volta che sarà giunto a conclusione il PNRR.
Per tali motivi, anche il suo Gruppo non procederà ad illustrare gli emendamenti presentati, che erano pochi e mirati, perché questo modo di procedere svilisce il Parlamento e non dà ai cittadini, e soprattutto a quelli che si trovano in condizioni economiche precarie, le risposte che attendono.
Il senatore SIGISMONDI (FdI) osserva che dagli interventi che l'hanno preceduto sembra che i colleghi del centro sinistra scoprano solo ora che esiste un problema strutturale di costo dell'energia che si trascina da anni e improvvisamente, ora che siedono sui banchi dell'opposizione, ritengano di avere in mano soluzioni e suggerimenti risolutivi da offrire al governo Meloni.
Contrariamente a quanto da essi sostenuto, egli è però convinto che il provvedimento in esame contenga risposte importanti per i cittadini e le imprese, in quanto non possono essere sminuiti i tre miliardi di euro messi a disposizione delle imprese e di otto milioni di famiglie.
Osserva che i problemi non nascono solo da una congiuntura internazionale particolarmente complessa, ma anche dalla fine del mercato tutelato, che ha avuto inizio con il governo Renzi, è proseguita con il governo Gentiloni ed è stata addirittura inserita nel PNRR dal governo Draghi.
Ritiene inoltre retorici gli interventi che l'hanno preceduto, in quanto tutte le forze politiche concordano sul fatto che si debbano promuovere le fonti di energia rinnovabili, ma sembra che ciò non stia avvenendo proprio in regioni guidate dal MoVimento 5 Stelle. Pertanto, prima di criticare il Governo sarebbe opportuno fare un punto all'interno del "campo largo".
Ad ogni modo, anche il provvedimento in esame contiene nuove misure volte a promuovere lo sviluppo delle rinnovabili, ma è noto che tali fonti non saranno sufficienti e, per questo motivo, il governo Meloni ha avviato una riflessione sul nucleare sostenibile, anche alla luce del fatto che l'Italia si rifornisce dalla Francia di energia elettrica prodotta proprio da fonte nucleare.
Appare dunque evidente che, contrariamente a quanto è stato affermato, il governo Meloni ha adottato puntuali misure d'urgenza, ma ha anche impostato una strategia a lungo termine.
La senatrice SIRONI (M5S) osserva che la maggioranza continua a parlare di nucleare, ma è noto a tutti che tale soluzione non sarebbe disponibile prima di venti o trent'anni.
Manifesta sorpresa per il fatto che si possa affermare che i Governi sostenuti dai partiti oggi all'opposizione non abbiano fatto nulla, visto che il superbonus era esattamente finalizzato a ridurre il fabbisogno energetico degli immobili, tramite la promozione della coibentazione e dei pannelli solari.
Peraltro l'ordine del giorno G/1463/19/8, a sua firma, su cui il relatore e il Governo hanno poc'anzi formulato un parere contrario, era esattamente finalizzato, da un lato, a riformare il sistema degli incentivi per la ristrutturazione energetica e, dall'altro, a promuovere le comunità energetiche rinnovabili, proprio perché la combinazione di queste due misure avrebbe effetti virtuosi, soprattutto nelle regioni dove è maggiore l'inquinamento atmosferico, in quanto avrebbe il duplice effetto di ridurre le bollette e migliorare la qualità dell'aria.
Ciononostante, il Governo non solo ha dato parere contrario su un emendamento avente analogo contenuto presentato alla Camera dei deputati, ma ora si è espresso negativamente anche su un semplice ordine del giorno.
E il parere del Governo sarebbe sicuramente contrario persino sull'emendamento da lei presentato al fine di includere nel titolo del provvedimento il riferimento alla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Anche su una cosa che dovrebbe apparire ovvia a tutti il parere sarebbe contrario.
Il senatore POTENTI (LSP-PSd'Az) ricorda che il suo Gruppo ha sempre sostenuto la necessità di rafforzare il mix energetico e soprattutto quelle fonti che garantiscono una programmabilità, quali l'idroelettrico e il geotermico, nella convinzione che il tema dell'accesso all'energia, in particolar modo da parte delle fasce più deboli, sia assolutamente centrale.
Peraltro, il superamento della povertà energetica è fondamentale sia a livello nazionale che a livello internazionale e, a tal proposito, segnala che il primo caso in cui uno Stato non facente parte dell'Unione europea ha potuto beneficiare di un finanziamento comunitario è costituito proprio dalla realizzazione di un elettrodotto tra l'Italia e la Tunisia.
Sottolinea dunque l'importanza di garantire un accesso equo all'energia anche per il continente africano, dal quale le persone vanno via in cerca di condizioni migliori che non sempre troveranno, e il ruolo che in tale senso svolge il Piano Mattei per l'Africa.
Non essendovi altre richieste di intervento, il PRESIDENTE osserva che la questione dei tempi di esame dei decreti-legge richiede uno sforzo da parte di tutti i Gruppi per tornare a una ripartizione equa tra le due Camere, cosa peraltro già prevista dai regolamenti parlamentari, dei sessanta giorni entro i quali il decreto-legge deve essere convertito in legge. La modalità attuale, peraltro, non è una novità degli ultimi tempi, ma si è affermata nel corso di varie legislature.
Ricorda di avere già più volte segnalato la necessità di garantire che entrambe le Camere si possano esprimere sul contenuto dei decreti-legge e concorda con la senatrice Fregolent che il Governo debba comunque assicurare l'alternanza nella trasmissione dei disegni di legge alle Camere.
Nel merito, condivide personalmente la necessità di un mix energetico che garantisca l'autonomia del Paese e che comprenda anche il nucleare, come peraltro avviene in altri Paesi dell'Unione europea, nonché la necessità di potenziare la rete di trasmissione e sottolinea l'esigenza che la politica e il Parlamento si riapproprino della capacità di programmare e di decidere.
In tale ottica, ritiene che il confronto odierno sia stato, come sempre accade in seno all'8ª Commissione, corretto e fruttuoso.
Tanto premesso, rileva l'impossibilità di concludere l'esame del provvedimento prima dell'inizio della discussione in Assemblea.
La Commissione prende atto.
La seduta termina alle ore 9,35.