Legislatura 19ª - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 124 del 02/04/2025
Azioni disponibili
SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAI SENATORI MARTON ED ETTORE ANTONIO LICHERI SUGLI AFFARI ASSEGNATI DOC. XXV, N. 3 E DOC. XXVI, N. 3
La Commissione affari esteri e difesa,
a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento, dell'affare assegnato sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri, in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 19 febbraio 2025 (Doc. XXV, n. 3), nonché dell'affare assegnato sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2024, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2025, deliberata il 19 febbraio 2025 (Doc. XXVI, n. 3);
richiamate le comunicazioni del Governo sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, di cui al citato Documento, svolte il 27 marzo 2025, davanti alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa) della Camera dei deputati e 3ª (Affari esteri e difesa) del Senato della Repubblica, nonché gli ulteriori approfondimenti istruttori svolti dalle medesime Commissioni;
premesso che:
i documenti in esame sono strutturati secondo la recente riforma della legge 21 luglio 2016, n. 145, di cui alla legge 31 ottobre 2024, n. 168 che, tuttavia, sembrerebbe non essere stata pedissequamente applicata nella redazione dei testi in oggetto. In particolare, si rileva il mancato rispetto dell'articolo 2, comma 2 della legge 145, peraltro nella parte non modificata dalla citata riforma, in cui è previsto che il Governo indichi "per ciascuna missione, l'area geografica di intervento, gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte". La redazione delle schede delle missioni internazionali, secondo l'interpretazione della norma da parte del Governo risulta, tuttavia, non coerente con il dettame normativo descritto;
il comma 2 dell'articolo 2 è stato modificato esclusivamente nella parte in cui inserisce il concetto di interoperabilità con altre missioni nella medesima area geografica. Sembrerebbe, infatti, che la redazione si sia basata esclusivamente sul concetto di accorpamento ai fini dell'interoperabilità a totale discapito della puntuale descrizione richiesta dalla norma di legge per ciascuna missione. In tal modo, l'individuazione delle singole voci, sia a livello di assetti che di unità di personale e di fabbisogno finanziario riferito a ciascuna missione, è di fatto molto più complesso da individuare in quanto tali voci risultano accorpate per le varie missioni contenute nelle singole schede;
peraltro, il Governo con la riforma delle citata legge 145 ha abrogato la procedura di emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di riparto delle risorse del Fondo per il finanziamento delle missioni internazionali, nonché il preventivo controllo parlamentare sullo schema del medesimo decreto, autorizzando direttamente il Ministro dell'economia e delle finanze a provvedere con propri decreti al riparto in oggetto escludendo gli organi parlamentari competenti da tale procedura;
tra le modifiche introdotte dalla riforma di cui sopra si prevede la possibilità di costituire contingenti di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare, con una procedura accelerata, al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza, come previsto dalla scheda 15/bis/2025 della deliberazione in esame. La richiesta di autorizzazione prevede margini di intervento geograficamente molto ampi e non circoscritti a gravi crisi internazionali nelle quali l'Italia sia coinvolta in modo diretto o in quanto appartenente a un'organizzazione internazionale, indicando un'area geografica. Considerata l'instabilità dello scenario internazionale e la svolta bellicista dell'Unione europea, sarebbe stato opportuno stabilire minuziosamente l'ambito e le possibilità d'intervento;
alla scheda 2/2025 si è riscontrata un'anomalia procedurale con riferimento all'inserimento dell'iniziativa NATO Security Assistance and Training for Ukraine (NSATU). L'iniziativa è stata istituita al vertice Nato di Washington del 9-11 luglio 2024, come si legge al punto 15 della Dichiarazione del vertice del 10 luglio, per coordinare la fornitura di equipaggiamento militare e addestramento per l'Ucraina da parte di alleati e partner. L'iniziativa suddetta risulterebbe, con riferimento alla procedura di autorizzazione da parte delle Camere a norma di legge, di nuovo avvio. Dunque, non si comprende l'inserimento della NSATU nella sezione delle proroghe non essendo mai stata autorizzata dal Parlamento italiano;
premesso, altresì, che:
i documenti in esame si inseriscono in un quadro internazionale drammaticamente incerto, compromesso e sempre più rischioso soprattutto alla luce del contesto geopolitico considerato il perdurare e le evoluzioni sia del conflitto russo-ucraino che della crisi in Medio Oriente, nonché la mutata postura della politica internazionale della nuova amministrazione americana;
la crisi geopolitica internazionale in atto ha dimostrato di essere pericolosamente impattante a livello globale sia dal punto di vista umanitario che economico e finanziario. Per la complessità raggiunta lo scenario appare come uno scacchiere estremamente critico per tutti gli attori internazionali coinvolti;
l'Unione europea in tale contesto, contrariamente ai suoi principi e valori comuni ossia libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità, ha intrapreso una pericolosa quanto concreta svolta militarista, anche a seguito del paventato disimpegno statunitense in ambito Nato. Tale svolta non può essere condivisa dall'Italia che nelle missioni internazionali ha sempre risposto ai valori e ai principi della nostra Carta costituzionale volti alla stabilizzazione delle crisi in atto, alla partecipazione attiva della gestione dei processi di transizione e alla garanzia del sostegno di agende riformiste e inclusive, in sinergia con la comunità internazionale nei processi di pace e sicurezza a livello globale;
la vocazione dell'Italia nelle missioni internazionali è sempre stata improntata al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, un ruolo di rilievo da sempre riconosciuto dagli altri Paesi, che attualmente assiste ad una costante forzatura da parte del Governo in linea con la politica europea, tanto da invocare la possibilità di estendere l'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico all'Ucraina pur non essendo un Paese membro della Nato. L'articolo de quo prevede che in caso di un attacco armato contro uno Stato membro questo venga considerato quale attacco diretto contro tutte le parti, impegnando ognuna ad assistere la parte o le parti attaccate, facendo ricorso, se necessario, all'impiego della forza armata. Dunque, l'attivazione dell'articolo 5 comporterebbe un aumento esponenziale del coinvolgimento diretto dell'Italia nel conflitto russo-ucraino, così come degli altri paesi alleati, con il rischio concreto di un allargamento del conflitto su scala mondiale;
considerato che:
il conflitto russo-ucraino, determinato dall'invasione della Federazione russa del 24 febbraio 2022, ormai in atto da oltre tre anni ha sconvolto il continente europeo, rimettendo in discussione equilibri e relazioni internazionali consolidati in Europa e nel mondo. Negli anni il conflitto ha assunto tutti i connotati di una guerra di logoramento procrastinata nella totale assenza di interventi diplomatici che avessero come fine concreto il raggiungimento di una soluzione di pace duratura, nel pieno rispetto del diritto internazionale. In sostanza gli interventi a sostegno dell'Ucraina sono stati un mero e continuo invio di armamenti;
l'attuale percorso negoziale di iniziativa statunitense non sta fornendo risultati concreti. Il contesto risulta molto complicato tanto che al termine delle trattative avviate in Arabia Saudita tra Russia, Ucraina e Stati Uniti, che dovrebbero rappresentare il primo passo del processo negoziale, si è assistito a incomprensioni e differenze interpretative che non fanno presagire una prosecuzione veloce. L'Ucraina sostiene che il cessate il fuoco dovrebbe entrare in vigore immediatamente, mentre per la Russia prima devono essere revocate le sanzioni che colpiscono le loro aziende attive nell'export di prodotti cerealicoli e fertilizzanti, ivi incluse entità quali compagnie di assicurazioni, armatori, fornitori di macchinari agricoli e istituti finanziari legati al settore commerciale in questione;
sembrerebbe, peraltro, che le forze russe si stiano preparando a lanciare una nuova offensiva militare nelle prossime settimane per aumentare al massimo la pressione sull'Ucraina e rafforzare la posizione negoziale russa nei colloqui per il cessate il fuoco. Secondo analisti e comandanti militari, con l'arrivo della stagione primaverile dei combattimenti, la Russia sta valutando un'offensiva in più punti lungo la linea del fronte lunga 1.000 chilometri;
la situazione richiede con la massima urgenza il massimo sforzo diplomatico al fine di un primo passo concreto per la cessazione permanente delle ostilità tra i due Paesi coinvolti, considerate le condizioni della popolazione civile martoriata dal protrarsi di un conflitto che la vede ancora obiettivo quotidiano degli attacchi russi;
considerato, altresì, che:
in Medio Oriente troviamo l'altro fronte bellico che condiziona gli equilibri mondiali. I fragili equilibri in seno alla regione e la grave crisi umanitaria in atto a Gaza richiedono con urgenza la necessità di una forte azione diplomatica volta ad un cessate il fuoco duraturo e permanente, al fine di scongiurare il rischio concreto di nuovi fronti di guerra. Proprio il quadrante mediorientale, infatti, è posto sotto forte stress politico anche per le tensioni in altri paesi tra cui la Siria, dove nell'ultimo periodo si sono registrati violenti scontri armati tra le forze di sicurezza siriane e i gruppi di miliziani fedeli al regime di Assad, rovesciato lo scorso dicembre con l'uccisione di centinaia di civili la maggior parte dei quali della comunità alawita;
gli accordi con Hezbollah in Libano del 25 novembre 2024 e, successivamente, quello con Hamas del 15 gennaio 2025 - sebbene avessero segnato una discontinuità concreta dall'inizio del conflitto - appaiono ora gravemente compromessi dalla ripresa delle operazioni militari a Gaza da parte di Israele, operazioni che hanno di fatto messo fine alla prima fase della fragile tregua che durava da quasi due mesi;
risulta sempre più drammatica la crisi umanitaria a seguito della decisione di Israele di bloccare l'ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza. Una decisione oltremodo disumana considerato che gli aiuti umanitari non dovrebbero mai essere usati come strumento di guerra;
si ricorda, inoltre, che la situazione era già stata gravemente compromessa dall'entrata in vigore in Israele, il 30 gennaio 2025, delle leggi che vietano all'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi, di operare nel paese. Le leggi, approvate nell'ottobre del 2024 a larga maggioranza dalla Knesset, il parlamento israeliano, vietano a tutti gli enti israeliani di collaborare in qualunque modo con l'agenzia. Si applicano al territorio israeliano, ma avranno effetti anche sui territori che Israele occupa militarmente, come buona parte della Cisgiordania e Gerusalemme Est;
nella seconda fase dell'accordo, in teoria, Hamas avrebbe dovuto concludere la liberazione di tutti gli ostaggi ancora in vita e Israele procedere al ritiro delle truppe. Ma l'interruzione della tregua con l'attacco militare da parte di Israele ha messo ulteriormente a rischio anche l'incolumità degli ostaggi, così come appare sempre più lontana la prospettiva di una terza fase, ovvero il piano di ricostruzione della Striscia di Gaza da attuare sotto una supervisione internazionale;
il 4 marzo 2025, al termine di una riunione coi capi di governo di Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, il presidente egiziano al-Sisi ha reso nota l'approvazione di una proposta di piano di ripresa e ricostruzione della Striscia di Gaza, come risposta al piano del Presidente Trump di prendere il controllo della Striscia ed evacuare forzatamente i palestinesi. Il piano approvato al Cairo, criticato sia da Israele che dagli Stati Uniti, prevede ambiziosi programmi di messa in sicurezza della Striscia e il ripristino di tutte le infrastrutture, con un costo totale di 53 miliardi di dollari. Il piano è stato invece avallato dai ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito attraverso la pubblicazione di un comunicato congiunto;
valutato che:
con riferimento alla Libia, la scheda n. 21 proroga per l'anno 2025 la partecipazione di personale del Corpo della Guardia di finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi;
il MoVimento 5 Stelle ancora una volta, come già lo scorso anno in sede di esame della medesima missione, sottolinea quanto ripetutamente emerso negli anni e denunciato da molteplici organizzazioni umanitarie in relazione ai trattamenti riservati ai detenuti in Libia;
le prove e le denunce di quanto avviene nei centri di detenzione sono oramai un bollettino di violenze e torture sistematiche, attuate da autorità indicate dalle stesse istituzioni libiche e poi messe a capo dei centri di detenzione tra cui spiccano settori della Guardia Costiera libica. Questi ultimi, collusi con i gruppi organizzati che gestiscono la tratta di esseri umani, sono i responsabili della reclusione dei migranti nei centri di detenzione in cui vengono sottoposti a trattamenti disumani e a gravi violazioni dei diritti umani;
viste le premesse, appare quindi sempre più complesso comprendere e giustificare la volontà del Governo italiano di confermare anche quest'anno la missione di assistenza alla Guardia Costiera libica di cui alla scheda n. 21;
anche per quanto concerne la chiusura dei centri di detenzione in Libia con effetto immediato, nel corso dell'ultimo anno da parte del Governo italiano non si è riscontrata alcuna tangibile iniziativa - a livello europeo come con la stessa Libia - che avesse lo scopo di assistere migranti e rifugiati rinchiusi arbitrariamente, attraverso il rafforzamento di corridoi umanitari verso i paesi disponibili all'accoglienza, il sostegno a progetti di inclusione ovvero al rafforzamento delle procedure di reinsediamento, così come promosso dall' UNHCR;
considerata l'intollerabile, sistematica e perdurante violazione da parte della Guardia Costiera libica delle procedure e degli standard operativi di intervento di Search and Rescue (SAR), riteniamo che la condizione attuale, in progressivo e costante deterioramento, non consenta in alcun modo l'apertura di credito necessaria nei confronti del Governo in relazione alla proroga della missione citata;
valutato, altresì, che:
desta profonda preoccupazione la grave situazione nel Sahel, a seguito di numerosi colpi di Stato degli ultimi anni, a causa dei quali si potrebbero ridisegnare i rapporti di forza nella regione;
tra i leader coinvolti nei colpi di Stato e la maggior parte dei partner europei si è aperto un aspro scontro politico, aggravato ulteriormente dal fatto che le giunte militari hanno bloccato il ritorno al governo costituzionale, stringendo rapporti con la Russia in materia di sicurezza;
l'instabilità dilagante e i conflitti violenti minacciano il tessuto sociale delle società e degli Stati saheliani. In particolare, la situazione in Niger rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali nella regione, compromettendo l'ordine costituzionale, la democrazia e lo Stato di diritto. Così come la grave crisi politica e sociale in atto nel Burkina Faso, caratterizzata dalla grave violazione dei diritti umani, da abusi, violenze anche contro i bambini e le precarie condizioni di vita della popolazione;
a livello internazionale, l'Italia deve spendersi, affinché prosegua con risolutezza l'impegno contro il terrorismo, a tutela e garanzia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle minoranze e, al contempo, perseguire fermamente l'obiettivo fondamentale in una prospettiva di lungo termine di una condivisione più equa e responsabile in merito alle conseguenze del fenomeno migratorio;
tenuto conto che:
le risorse stanziate per gli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per il 2025 sono pari a 363.082.844. L'aumento rispetto ai 361.597.000 di euro dello scorso anno, risulta francamente irrisorio considerato che gli interventi de quo rappresentano uno strumento fondamentale di politica estera per la loro valenza strategica nel sostenere intere comunità, nell'intento di migliorare le condizioni di vita per l'avvento di società più democratiche e più stabili. Sarebbe pertanto opportuno aumentare l'insufficiente fabbisogno finanziario;
nella legge di bilancio 2025, a causa della spending review dei Ministeri per il triennio 2025-2027, il programma Cooperazione allo sviluppo, ha subito una decurtazione di 47,8 milioni per l'anno 2025, di 50,2 milioni per il 2026 e 42,7 milioni per il 2027;
è necessario dunque attribuire alla cooperazione allo sviluppo un ruolo maggiore e un significato politico centrale nella politica internazionale dell'Italia, contribuendo in modo significativo alla riduzione della povertà e delle diseguaglianze e alla promozione dei diritti umani e della pace,
pertanto, alla luce di quanto esposto,
autorizza
per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2025, la prosecuzione delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui ai punti 4.1, 4.2 e 4.3 della Relazione analitica Doc. XXVI n. 3, di seguito riportate:
EUROPA
Joint Enterprise (scheda n. 1/2025);
EUFOR Op. ALTHEA (scheda n. 1/2025);
EUMAM Ucraina (scheda n. 2/2025), a condizione che il Governo si impegni: 1) a vincolare il contributo del contingente nazionale impiegato esclusivamente nel territorio degli Stati membri; 2) a voler comunicare preventivamente al Parlamento l'indirizzo politico da assumere qualora, ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 5, della Decisione (PESC) 2022/1968 del Consiglio del 17 ottobre 2022, il Consiglio decida di autorizzare EUMAM Ucraina ad operare al di fuori del territorio degli Stati membri;
OPERAZIONE MEDITERRANEO SICURO (scheda n. 9/2025);
OPERAZIONE NATO SEA GUARDIAN (scheda n. 9/2025);
EUNAVFOR MED Irini (scheda n. 9/2025);
Dispositivo NATO per la sorveglianza navale (scheda n. 9/2025);
Dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda n. 9/2025);
UNFICYP (scheda n. 13/2025);
UNMOGIP (scheda n. 13/2025);
MINURSO (scheda n. 13/2025);
Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UE denominata EULEX Kosovo (scheda n. 17/2025);
Missione di cooperazione delle Forze di Polizia nei Paesi dell'area balcanica e missione di cooperazione bilaterale di assistenza alla Polizia albanese (scheda n. 18/2025);
ASIA
UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON (UNIFIL) (scheda n. 3/2025);
Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (MIBIL) (scheda n. 3/2025);
Missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (MIADIT) (scheda n. 3/2025), impegnando altresì il Governo ad adoperarsi al fine di ripristinare la piena operatività dell'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), al fine di garantire il necessario supporto della popolazione palestinese, considerata la tragedia umanitaria in atto;
Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 4/2025);
NATO MISSION IN IRAQ - NM-I (scheda n. 4/2025);
Dispositivo militare, incluso il personale del corpo militare volontario della Croce Rossa, negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 4/2025);
Proroga dell'impiego di un dispositivo militare per il contributo nazionale in esito al conflitto Israele-Hamas - Operazione Levante (scheda n. 5/2025), impegnando altresì il Governo ad adoperarsi urgentemente per ampliare notevolmente la portata umanitaria della suddetta operazione, considerata la catastrofe umanitaria in atto nella Striscia di Gaza e il blocco degli aiuti umanitari imposto da Israele;
MIASIT LIBIA (scheda n. 6/2025);
UNSMIL LIBIA (scheda n. 6/2025);
Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda n. 6/2025);
NATO IMPLEMENTATION OF ENHANCEMENT OF THE FRAMEWORK FOR THE SOUTH (scheda n. 6/2025);
Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione civile dell'Unione Europea denominata EUPOL COPPS (European Union Police - Coordination Office for Palestinian Police Support) (scheda n. 19/2025);
AFRICA
Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger - MISIN (scheda n. 7/2025), impegnando altresì il Governo ad adoperarsi al fine di agevolare il ripristino dell'ordine costituzionale considerato che il Niger ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella gestione dei flussi migratori;
Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Burkina Faso (scheda n. 7/2025), a condizione che il Governo, nel conseguimento degli obiettivi della missione in oggetto, garantisca il rispetto delle regole del diritto internazionale umanitario da parte delle Forze governative del Burkina Faso;
Missione dell'unione europea denominata EUTM SOMALIA (scheda n. 8/2025);
Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane e delle forze armate gibutiane (scheda n. 8/2025);
Base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 8/2025);
Missione dell'unione europea EUMAM Mozambico (scheda n. 8/2025);
Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione civile dell'Unione Europea denominata EUBAM Libya (European Union Border Assistence Mission in Libya) (scheda n. 20/2025);
POTENZIAMENTO DISPOSITIVI NAZIONALI, DELLA NATO, DELL'UNIONE EUROPEA E DELL'ONU
EUNAVFOR ATALANTA (scheda n. 10/2025);
EUNAVFOR ASPIDES (scheda n. 10/2025) impegno altresì il Governo a mantenere la natura difensiva dell'operazione, al contempo informando costantemente le Camere sull'andamento della stessa;
Combined Maritime Forces (scheda n. 10/2025);
Multinational force and observers (MFO) (scheda n. 10/2025);
Proroga della partecipazione di un dispositivo aereo nazionale per il potenziamento dell'Air Policing e dell'Air Shielding della NATO ed il potenziamento della sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 11/2025), impegnando altresì il Governo ad adoperarsi attivandosi nelle opportune sedi europee e internazionali allo scopo di promuovere una decisa e forte azione diplomatica volta a perseguire un immediato cessate il fuoco in Ucraina;
Proroga dell'impiego di un dispositivo militare, incluso il personale del Corpo Militare volontario della Croce Rossa, per il potenziamento della presenza della NATO nell'area est dell'Alleanza - Forward Land Forces (scheda n. 12/2025);
PARTECIPAZIONE DI PERSONALE DELLA DIFESA E DELLA MAGISTRATURA ALLE MISSIONI CIVILI DELL'UNIONE EUROPEA
L'EULEX Kosovo (scheda n. 14/2025);
EUBAM Libia (scheda n. 14/2025);
EUAM Iraq (scheda n. 14/2025);
L'EUCAP (scheda n. 14/2025);
EUPOL COPPS (scheda n. 14/2025);
Esigenze comuni a più teatri operativi delle forze armate - interventi disposti dai comandanti dei contingenti militari delle missioni internazionali (scheda n. 15/2025);
Supporto info-operativo a protezione delle forze armate (PCM - AISE) (scheda n. 16/2025);
Partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione civile dell'Unione Europea denominata EUPOL COPPS (European Union Police - Coordination Office for Palestinian Police Support) (scheda n. 19/2025);
INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 22/2025), impegnando altresì il Governo ad aumentare le risorse per le politiche di cooperazione allo sviluppo al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile globale in sintonia con l'Agenda 2030, con una particolare attenzione all'efficacia degli aiuti e dello sviluppo, alla massima integrazione delle politiche e degli strumenti ed al coordinamento e la collaborazione degli attori della cooperazione;
Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (scheda n. 23/2025);
Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 24/2025), impegnando altresì il Governo ad intraprendere le opportune iniziative presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite volte a promuovere la costituzione di una missione internazionale di interposizione nella Striscia di Gaza, anche con il coinvolgimento diretto dei Paesi arabi, al fine di ricostruire l'area e fornire assistenza umanitaria alla popolazione locale;
Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 25/2025);
autorizza
altresì, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2025, altresì, la partecipazione dell'Italia alla nuova missione, di cui alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2025 (Doc. XXV, n. 3), di seguito riportata:
Forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza. In tale quadro potranno ricadere le forze rientranti nelle Allied Reaction Forces (ARF) appartenenti al dispositivo della NATO, impegnando altresì il Governo ad attivare le suddette forze solo in caso di gravi crisi internazionali nelle quali l'Italia sia coinvolta in modo diretto o comunque in ragione della sua appartenenza a organizzazioni internazionali;
non autorizza
per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2025 la prosecuzione delle seguenti missioni internazionali:
EUROPA
NATO Security Assistance and Training for Ukraine (scheda n. 2/2025);
AFRICA
Proroga della partecipazione di personale del Corpo della Guardia di finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi (scheda n. 21/2025).