Pubblicato il 31 maggio 2023, nella seduta n. 74
MARTI, MINASI, ROMEO - Al Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:
la norma sul dimensionamento della rete scolastica, in attuazione della riforma prevista dal piano nazionale di ripresa e resilienza, è divenuta, soprattutto in questi ultimi giorni, oggetto di scontro politico;
l’opposizione è stata espressa da UPI e ANCI e dalle Regioni che hanno sollevato preoccupazioni in merito agli effetti devastanti che avrebbe tale riforma che, a loro dire, comporterebbe l’accorpamento di molteplici istituzioni scolastiche con meno di 900 alunni;
il dissenso si è tradotto nel mancato accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni per la contrarietà di quattro Regioni, che tra l’altro hanno impugnato la norma davanti alla Corte costituzionale, a cui si sono aggiunte anche Abruzzo e Sardegna, che hanno considerato la proposta irrispettosa verso le specificità dei territori e lesiva del diritto a un’istruzione di qualità;
tra le criticità segnalate vi sarebbero anche la riduzione degli organici e la conseguente soppressione di scuole che penalizzerebbe soprattutto le regioni del Mezzogiorno e delle aree interne del Paese, con il rischio di aumentare le sperequazioni territoriali nell’erogazione del servizio pubblico essenziale garantito dalla Costituzione, ovvero la scuola;
invero, risulta agli interroganti che la norma non prevede chiusure di plessi scolastici né interviene sui criteri di formazione delle classi che continua ad essere regolata dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, bensì conferisce maggiori margini di autonomia alle Regioni che possono procedere ad un’articolazione degli istituti scolastici a prescindere dal parametro rigido del numero di alunni minimo per singola istituzione scolastica, valorizzando proprio le peculiarità dei singoli territori,
si chiede di sapere, in merito all’allarme lanciato dalle Regioni, se il Ministro in indirizzo intenda chiarire se effettivamente il nuovo sistema di dimensionamento possa mettere a rischio la funzionalità degli istituti scolastici, nonché se intenda esplicitare i reali effetti della riforma sul sistema scolastico.