Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 296 del 16/04/2025
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------
296a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 16 APRILE 2025
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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO,
indi del vice presidente CASTELLONE
e del vice presidente RONZULLI
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-UDC-Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare: Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,10).
Si dia lettura del processo verbale.
LOMBARDO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
MALAN (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALAN (FdI). Signora Presidente, ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, perché al primo punto del nostro ordine del giorno abbiamo il disegno di legge sulla sicurezza. Alla luce del fatto che il Governo ha emanato un decreto-legge il cui contenuto in gran parte coincide con quello del disegno di legge e questo decreto-legge è stato presentato per la conversione alla Camera dei deputati, è normale ed opportuno, nella dinamica dei lavori tra i due rami del Parlamento, che si sospenda la discussione di questo provvedimento fino all'esito della conversione in legge del decreto-legge di analogo contenuto, poiché appunto l'argomento è lo stesso e i due rami del Parlamento non possono andare avanti sullo stesso argomento in contemporanea. (Applausi. Commenti).
PRESIDENTE. Sono pervenute alla Presidenza diverse richieste di intervento. Chi intendesse intervenire è pregato di far pervenire la richiesta alla Presidenza per poter procedere in modo ordinato. Naturalmente la Presidenza intende adottare l'opzione di sentire un rappresentante per Gruppo e di non limitarsi a un intervento a favore e uno contro, come anche è previsto, ma è mia facoltà decidere.
SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signora Presidente, ho sentito con grande stupore il senatore Malan parlare di normale e ordinario. (Applausi). Non è normale e ordinario quando il Governo si appropria della funzione legislativa che non è sua ed espropria questa Camera di un provvedimento che stiamo esaminando da mesi e sul quale stiamo lavorando. Ricordo che il Governo, in una Repubblica democratica dove vige lo Stato di diritto e un ordine costituzionale, si occupa del potere esecutivo, tranne nei casi di necessità e urgenza. Signora Presidente, la invito a chiedere al Presidente del Senato di spiegarci quale diamine sia l'urgenza di un provvedimento le cui norme sono in ballo in Parlamento da più di un anno. Che cosa ha creato questa urgenza?
Chiedo, signora Presidente, alla Presidenza del Senato di difendere l'onore e l'onorabilità di questo Parlamento e di ciò che rappresenta, perché è vergognoso che con un colpo di mano, perché non si tratta d'altro che di questo, il Governo commetta questo scippo, perché si tratta di uno scippo. (Applausi).
Ci occupiamo di sicurezza; senatore Malan, cominciate a evitare gli scippi istituzionali come questo (Applausi), perché qui dentro siamo stati eletti per fare le leggi e questo è ciò che accade quando non riuscite a farle.
Questa manovra, Presidente, va detto con chiarezza, è frutto di una profonda spaccatura politica della maggioranza (Applausi); il punto è che non riescono a mettersi d'accordo. Questo è il senso della lunga durata dell'esame del provvedimento in Parlamento, questo è il senso dello scippo istituzionale davanti al quale ci troviamo, senza parlare degli evidenti profili di incostituzionalità che questo disegno di legge presenta e che hanno sollevato l'attenzione delle più alte cariche dello Stato.
Infatti, in questo provvedimento vengono stralciate le norme più impresentabili, da quella che porta i bambini e i neonati nelle galere a quella che impedisce a un migrante che arriva di chiamare casa, o quella che equipara la resistenza passiva a una rivolta armata, quella che stabilisce che un reato qualsiasi, se compiuto in una stazione, è più grave che se compiuto in un altro luogo.
Anche la diffamazione a mezzo stampa, se la fai nella stazione, è più grave che se la fai in mezzo alla strada.
Ma allora, Presidente, di cosa stiamo parlando? A cosa si è ridotto il parlamentarismo in questo Paese? Che ci stiamo a fare? Io lo chiedo a lei, che dovrebbe difendere l'onorabilità di questa Camera.
Se il Governo, davanti all'incapacità della sua maggioranza, ci sfila un provvedimento, le nottate che abbiamo fatto nella Commissione del presidente Balboni a cosa sono servite? Ai nostri elettori, al corpo elettorale noi cosa diciamo, se un partito che ha preso il 26 per cento alle elezioni pensa di poter legiferare in assoluta autonomia, senza una discussione democratica? Ma che Paese siamo diventati? (Applausi).
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signora Presidente, in realtà il senatore Scalfarotto ha detto tutto e io condivido totalmente il suo intervento.
Devo dire che stamattina, guardando il calendario e vedendo che oggi è il 16 aprile, mi era venuto il dubbio che ci fosse stato un errore di data e che il Governo pensasse che è il 1° aprile e che fossimo dinanzi al classico pesce d'aprile. (Applausi).
Lo dico al sottosegretario Molteni, che peraltro lo sa. Stamattina era calendarizzato il disegno di legge sicurezza e io ho chiesto ai miei uffici di iscrivermi a parlare in discussione generale; sapevamo tuttavia che non avremmo avuto questa discussione nel merito del disegno di legge sicurezza, perché nel frattempo - come sappiamo e come ha ben spiegato il senatore Scalfarotto - è avvenuto questo fatto incredibile. Ne abbiamo parlato anche in Commissione pochi minuti fa, discutendo un altro decreto-legge: io non so, signora Presidente, quanti precedenti ci sono nella storia repubblicana, cioè quante volte è accaduto che un disegno di legge di iniziativa governativa in discussione in una Commissione, già approvato peraltro da un ramo del Parlamento e quindi in discussione nel secondo ramo del Parlamento, venisse espropriato da quella Commissione e al posto di quel disegno di legge venisse presentato un decreto-legge che contiene buona parte delle norme presenti nel vecchio disegno di legge.
Non so quante volte è accaduta questa cosa, ma devo dire che trovo veramente incredibili le motivazioni che ho letto per spiegarla. Ho letto testualmente, finanche da parte della Presidente del Consiglio, che questa cosa sarebbe avvenuta, quindi il disegno di legge sarebbe stato scippato alle Commissioni riunite 1a e 2a e affidato all'Assemblea attraverso il decreto-legge, perché ci sarebbero stati troppi emendamenti da parte dell'opposizione e una sorta di ostruzionismo parlamentare. Ma davvero noi possiamo accettare una spiegazione del genere? (Applausi).
Questo è uno strumento parlamentare per eccellenza, uno strumento democratico per eccellenza, peraltro utilizzato nel corso degli anni tantissime volte dalle forze politiche che oggi sono al Governo del Paese, ma che evidentemente fino a ieri erano all'opposizione (utilizzato anche da loro tantissime volte).
Possiamo davvero accettare l'idea che, per superare l'ostruzionismo o comunque per superare gli emendamenti (che peraltro erano di merito e non erano stati presentati per perdere tempo), per bypassare e superare gli emendamenti, non solo si utilizzino i Regolamenti parlamentari, le tagliole e le cose che normalmente si fanno purtroppo ormai da molti anni a questa parte, ma che addirittura si faccia finire il disegno di legge su un binario morto e si utilizzi questo strumento del tutto inedito per cui il disegno di legge viene per l'appunto sostituito da un decreto-legge che contiene buona parte delle norme contenute nel vecchio disegno di legge?
Io penso che siamo davvero dinanzi a un fatto nuovo e clamoroso, che peraltro diventa autenticamente vergognoso quando parliamo del merito di questo provvedimento. Questo non è un disegno di legge normale, di ordinaria amministrazione, ma è un disegno di legge (e adesso un decreto-legge) che introduce norme particolarmente significative.
Ora io avrei considerato già scandaloso se fosse arrivato semplicemente un decreto-legge contenente queste misure, anche senza il disegno di legge. Questo decreto-legge infatti interviene sulla materia penale e introduce nuovi reati e nuove pene (Applausi), peraltro con quell'evidente indirizzo politico culturale panpenalista che il Governo utilizza a pieno regime da molto tempo a questa parte. Sarebbe stato già estremamente discutibile e gravissimo dal mio punto di vista se avessimo avuto semplicemente un decreto-legge che si occupava in maniera così consistente della materia penale attraverso l'istituzione di nuove pene e nuovi reati. Capite bene però che così diventa non solo scandaloso, ma addirittura vergognoso: una materia che dovrebbe essere di esclusiva pertinenza parlamentare a un certo punto del suo iter viene sottratta al Parlamento e viene assunta dall'iniziativa del Governo.
È difficile dire quali siano stati, in questi due anni e mezzo di legislatura, i provvedimenti che dal mio punto di vista hanno presentato maggiori elementi di criticità, ma penso che su questo provvedimento si sia raggiunto davvero l'apice di come non si dovrebbe interpretare l'idea di governo del Paese.
Interverrò poi nel merito del provvedimento e dirò, come immagino anche le altre forze di opposizione, quali sono le tantissime ragioni di merito per cui pensiamo che sia completamente sbagliato. Per ora mi limito, anche per ragioni legate alla poca voce, ad evidenziare semplicemente una questione di metodo che però evidentemente non è semplicemente un problema di forma, ma è un gravissimo problema di tenuta dell'ordinamento democratico di questo Paese. (Applausi).
PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, consentitemi di iniziare rivolgendo da parte del mio Gruppo, ma immagino da parte di tutta l'Assemblea, un augurio di buona guarigione al Presidente della Repubblica (Applausi), che ha appena confermato i suoi impegni per il 25 aprile: segno che la sua tempra è molto alta e siamo molto felici di sentirlo.
PRESIDENTE. La Presidenza si associa al suo augurio e la ringrazia.
PATUANELLI (M5S). È del tutto evidente che gli interventi che mi hanno preceduto dei colleghi Scalfarotto e De Cristofaro hanno inquadrato la situazione in cui ci troviamo in modo chiaro, preciso e condivisibile.
Aggiungo soltanto una riflessione, perché la proposta del senatore Malan è l'unica possibilità che quest'Assemblea ha. Lo scippo è avvenuto, quindi non credo che ci sia da parte della Presidenza o di quest'Assemblea una possibilità diversa da quella di prendere atto di ciò che è accaduto in Consiglio dei ministri.
Ci sono però due possibilità. La prima, che la maggioranza nega, è che siamo arrivati a questo punto per le divisioni profonde all'interno della maggioranza su questo testo. (Applausi). Prendiamo atto però del fatto che ogni volta che lo diciamo si mettono a ridere dicendo che invece la maggioranza è coesa e compatta. Io non vedo tema su cui voi siate coesi e compatti (Applausi), ma prendiamo atto delle vostre dichiarazioni.
La seconda possibilità è ancor peggiore, perché la maggioranza non sta difendendo le prerogative proprie e di quest'Assemblea. Siete senza dignità se non siete senza divisioni! Ci sono queste due possibilità: o siete divisi o non riuscite a difendere la dignità del vostro ruolo istituzionale. Queste sono le due possibilità!
Preferirei un atto di onestà intellettuale, qualcuno che si alzi e dica che non eravate in grado di presentare emendamenti sul testo del disegno di legge per risolvere i problemi che c'erano, che non potevate farlo perché eravate profondamente divisi. L'alternativa - ripeto - è peggiore! (Applausi).
GIORGIS (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIS (PD-IDP). Signor Presidente, approvato dal Consiglio dei ministri nel novembre del 2023, dopo oltre un anno di discussione in Parlamento, un disegno di legge di circa 40 articoli (38, per la precisione), che disciplina una pluralità di fattispecie eterogenee, con un copia e incolla diventa un decreto-legge: mesi di lavoro parlamentare gettati nel nulla. Ora, la domanda che subito sorge spontanea è quale sia la situazione di straordinaria necessità e urgenza, quale sia la straordinarietà della situazione che si è determinata. La risposta è che il Senato, in seconda lettura, ha osato, grazie alla determinazione delle opposizioni, far emergere le molte contraddizioni, gli strafalcioni giuridici, i profili di dubbia legittimità costituzionale (Applausi) e soprattutto ha osato disattendere la pratica del monocameralismo di fatto, approvando in Commissione degli emendamenti e costringendo così alla terza lettura. (Applausi). Come poteva il Governo rimanere fermo di fronte a tanta straordinarietà? Come poteva accettare che il Parlamento svolgesse la propria funzione legislativa? Ebbene, era necessario e urgente intervenire.
Onorevoli colleghi, siamo di fronte a una violazione palese dei limiti posti dalla Costituzione alla decretazione d'urgenza e a una mortificazione del Parlamento che non ha precedenti, dato che l'iter, ai sensi dell'articolo 72 della Costituzione, era prossimo alla conclusione. Anche il merito - lo sapete bene - aggrava ulteriormente questa vicenda, perché l'introduzione con decreto-legge di ben 14 nuovi reati e di ben nove nuove aggravanti è qualcosa che non ha precedenti e che non può considerarsi accettabile, né conforme ai fondamentali principi costituzionali di conoscibilità del diritto penale e di colpevolezza. È un canone consolidato, sul quale non si dovrebbe neanche discutere, quello secondo il quale il diritto penale non può essere introdotto per decreto-legge. Quattordici nuovi reati per realizzare quale bene, per garantire quale interesse? Nessuno, perché nella discussione in Commissione è emerso con molta chiarezza - e lo sapete anche voi - che immaginare di garantire la sicurezza solo attraverso la leva penale, solo riducendo gli spazi di libertà, soltanto reprimendo non è possibile, non porterà nessuna maggiore sicurezza per i cittadini. È per questo che alla fine è diventato necessario apportare degli emendamenti ed è per questo motivo che siete ricorsi al decreto-legge.
Vorrei concludere con una considerazione che vi mette di fronte a una grande responsabilità, perché la giurisprudenza della Corte costituzionale ormai consolidata ha anche ricordato che i vizi del decreto-legge e in particolare la mancanza dei presupposti di straordinarietà e di necessità e urgenza non sono sanabili dalla legge di conversione e i vizi del decreto-legge si ripercuotono sulla legge di conversione; la Corte, come ha fatto nella sentenza n. 146 del 2024, ha affermato di essere competente e di essere chiamata a sindacare la validità della legge, perché se il decreto-legge che è a fondamento di quella legge era privo dei presupposti di necessità e urgenza, è illegittima anche la legge, con gravissimo danno per la certezza del diritto. Vi rendete conto, onorevoli colleghi, di cosa significa introdurre per decreto-legge 14 nuovi reati e nove aggravanti, con l'evidente probabilità che la legge di conversione, se doveste approvarla, sarà poi dichiarata illegittima, con conseguente invalidità fin dall'inizio e con l'impossibilità di rimediare ai danni prodotti dal decreto-legge? Il decreto-legge infatti produce conseguenze irreparabili ed è per questo che può essere adottato solo in situazioni davvero straordinarie di necessità e urgenza.
Per tutte queste ragioni, questa mattina noi avremmo voluto discutere il disegno di legge. Ci auguriamo che nei prossimi giorni questa discussione si apra, prosegua, ci sia la terza lettura, venga corretto, venga riscritto, perché il Parlamento non può essere mortificato in questa maniera. Signora Presidente, la tutela delle prerogative del Parlamento non è solo una questione di maggioranza e opposizione; è una questione di rapporto istituzionale tra democrazia, pluralismo e legittimazione democratica. (Applausi).
Non potete, senatori di maggioranza, trasformarvi negli esecutori delle decisioni del Governo. Siete voi chiamati a svolgere la funzione legislativa, non il Governo. Date prova di essere consapevoli della responsabilità cui vi hanno chiamato i cittadini. Date prova di voler garantire la funzione che siete chiamati a svolgere.
Questo è ciò che noi vorremmo: che di fronte a tanta prevaricazione del Governo ci fosse un sussulto di responsabilità da parte di tutti i senatori. (Applausi).
PRESIDENTE. La Presidenza non può che prendere atto dei rilievi sollevati sull'ordine dei lavori da parte dei Gruppi parlamentari.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento, dispone, allo stato, di non procedere all'esame del disegno di legge n. 1236.
Saluto all'ambasciatore del Giappone in Italia
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea l'ambasciatore del Giappone Suzuki Satoshi, che assiste ai nostri lavori. (Applausi).
Discussione dalla sede redigente e approvazione del disegno di legge:
(1184-bis-B) Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025(Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)(ore 10,38)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente del disegno di legge n. 1184-bis-B, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 104 del Regolamento, oggetto delle deliberazioni saranno soltanto le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati, salvo la votazione finale.
Il relatore, senatore Zaffini, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
ZAFFINI, relatore. Signor Presidente, il disegno di legge in esame è stato ritrasmesso al Senato dalla Camera dei deputati in ragione di modifiche operate in seconda lettura.
Si ricorda che il disegno di legge autorizza il Ministero della salute ad assunzioni con contratto a tempo determinato, aventi scadenza non successiva al 31 dicembre 2025, di alcuni soggetti che abbiano già prestato servizio a tempo determinato presso il medesimo Ministero. La finalità delle nuove assunzioni è costituita dal potenziamento delle attività di vigilanza, controllo igienico-sanitario e profilassi, svolte presso i principali porti e aeroporti, e dal conseguimento di un tempestivo adeguamento dei servizi alle esigenze sanitarie derivanti dall'ingresso sul territorio nazionale dei pellegrini che parteciperanno al Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025.
Più in particolare, le assunzioni autorizzate dal disegno di legge concernono tre unità di personale con il profilo di dirigente sanitario medico e 15 unità di personale dell'area dei funzionari per il profilo tecnico della prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro.
Le autorizzazioni di spesa e la corrispondente copertura finanziaria relative alle assunzioni in oggetto sono state ridotte dalla Camera, in considerazione del limitato periodo di tempo che può intercorrere dall'entrata in vigore del presente provvedimento e il suddetto termine ultimo del 31 dicembre 2025.
Il nuovo importo complessivo dell'autorizzazione di spesa è pari a 934.517 euro per l'anno 2025. Colleghi, si ricorda che alla copertura si provvede mediante identica riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa alle transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie e anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasionali danneggiati da trasfusioni di sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, vi è poco da aggiungere a ciò che ha espresso il relatore, presidente Zaffini. Questo è un provvedimento che mira a implementare, seppur a tempo determinato, la dotazione dei nostri sanitari che stanno accogliendo e accoglieranno milioni di pellegrini che affluiscono in Italia. Quindi, è ovviamente un provvedimento di buon senso.
Mi permetto di sottolineare, siccome è già emerso nelle Commissioni 10ª e 12ª come anche in Aula alla Camera, che la dotazione economica, e quindi il fondo al quale si attinge per finanziare dette assunzioni, non va assolutamente a incidere nei confronti dei rimborsi di pazienti affetti da trasfusioni, perché il fondo è ampiamente capiente. E ampiamente significa proprio molto capiente.
Ho rapportato in Commissione, proprio al presidente Zaffini, un appunto che dettagliava specificatamente tutti gli avanzi di ogni anno, il tesoretto accumulato. Vorrei quindi dire - ovviamente non per orientare il dibattito, ma per amor di verità - che attingiamo a un fondo ampiamente capiente, che non farà venir meno il diritto di chi vorrà far valere le proprie ragioni rispetto a un danno sanitario e tale diritto non verrà minimamente colpito.
PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Poiché il disegno di legge, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati, si compone del solo articolo 1, passiamo alla votazione finale.
MUSOLINO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSOLINO (IV-C-RE). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, per il disegno di legge in esame, sostanzialmente, è come se prendessimo spunto dalla filmografia: qualche volta ritornano. Questo è un provvedimento che avevamo votato già a novembre 2024 e che ritorna ad aprile 2025. Questo perché - come è capitato anche con altri provvedimenti - i conti non tornano, quindi vi è più di un riferimento.
I conti non tornano, per cui bisogna aumentare le coperture, che erano previste tra il 2024 a cavallo sul 2025. Si è perso tempo. Andiamo soltanto sul 2025: non solo non tornano i conti, ma addirittura aumentano le spese, che, dai 996.000 euro per l'anno 2024 e 1,157 milioni per l'anno 2025, vengono aumentate di 934.000 euro per il 2025. Inoltre, rispetto all'articolo 1, c'è un ulteriore aumento anche per quanto riguarda gli stipendi, le voci accessorie e i buoni pasto.
Insomma, questo provvedimento conserva intatte le criticità emerse nel corso del primo esame. Del resto, è assolutamente identico, perché soltanto le spese sono state modificate. La procedura di reclutamento è fatta attingendo direttamente a personale che ha già prestato servizio all'interno del Ministero e avviene, come sempre, al presentarsi della necessità, quindi senza mai una programmazione e senza consentire lo svolgimento di una procedura pubblica di reclutamento, come prevede la norma contenuta nella Costituzione, e cioè che al pubblico impiego si accede sempre mediante concorso.
Invece, in questo caso evitiamo di fare anche una procedura di interpello di mobilità interna, ma adottiamo procedure in considerazione di un numero ridotto di assunzioni. Attingiamo a una aliquota prestabilita, perché, quando la selezione viene fatta su chi ha già prestato servizio all'interno del Ministero nei tre anni precedenti, va da sé che la platea è quella e quindi questo provvedimento sostanzialmente si configura come un modo per dare un contratto a quel personale.
Ovviamente non abbiamo nulla contro il personale sanitario - ci mancherebbe - e lo ringraziamo per il lavoro che svolge e, a maggior ragione, per le prestazioni che eroga a favore dei pellegrini nell'anno giubilare. In questo ci teniamo assolutamente a distinguerci per la capacità dell'Italia di dare accoglienza e servizi e di far sentire i turisti e gli stranieri - a maggior ragione i pellegrini - benvenuti, benaccolti e anche assistiti dal punto di vista sanitario, ove ciò si renda necessario.
Pertanto, la nostra non è un'osservazione contro chi presta la propria attività e mette a frutto la propria professionalità nei confronti delle persone, ma vuole essere, invece, una critica per le modalità con cui il Governo decide di intervenire: sempre all'ultimo momento e senza una programmazione e una visione.
Con riferimento alle spese, vi è anzitutto il rilievo connesso all'aumento delle voci, che lascia intendere che la stima non è stata fatta in maniera precisa. Ho apprezzato il chiarimento fornito dal sottosegretario Gemmato, che ringrazio, perché già in occasione del primo voto del novembre scorso avevo stigmatizzato la modalità con cui sono state reperite le risorse e mantengo intatta la critica.
Signora Presidente, quando una legge prevede un indennizzo per le vittime delle trasfusioni, degli emoderivati e delle vaccinazioni, quindi con un capitolo specifico del bilancio che prevede l'appostamento di risorse esclusivamente a questo scopo (in contabilità si dice che sono risorse vincolate), poi non si può decidere, siccome chi fa le leggi è sempre lo Stato, che quelle risorse, ancorché vincolate, vengano utilizzate per pagare chi eroga le prestazioni sanitarie per il Giubileo. Quando si dice che in Italia non vi è certezza del diritto, è anche per questo. Si tratta di fatti solo apparentemente banali e i motivi sono due.
Adesso il sottosegretario Gemmato ci ha chiarito che il fondo è capiente. Io mi fido, ci mancherebbe - non potrei fare diversamente - ma faccio osservare che, nella prima relazione del novembre dello scorso anno, non era stato fornito alcun chiarimento sulla capienza del fondo, né sulle modalità con le quali doveva essere rimpinguato. Infatti, se il fondo è destinato a questo indennizzo, non mi sta bene che vengano sottratti oltre due milioni di euro per altre finalità senza che vi sia un impegno specifico per il suo rimpinguamento. Va da sé che quelle somme devono avere quell'utilizzo. Pertanto, anche se adesso, alla luce delle istanze di risarcimento che devono essere liquidate, è capiente, non lo sarà domani. Ripeto che la finalità di questo fondo è, specificatamente, quella di provvedere al ristoro di danni procurati da trasfusioni, emoderivati e trattamenti terapeutici da vaccinazioni che hanno provocato eventi avversi.
Continuo a osservare che da parte di questo Governo vi sono incapacità nella programmazione e un'evidente approssimazione nell'utilizzo degli strumenti. Attingere a un fondo vincolato che prevede una destinazione specifica soltanto perché il Governo decide che si può fare per una omogeneità generale, un senso di massima, senza indennizzi sanitari, ha delle conseguenze. Quando il primo Comune si troverà in difficoltà nell'utilizzo delle sue risorse e incontrerà il vincolo di finanza pubblica che gli vieta di attingere alle somme del bilancio vincolate, si ribellerà. Se anche il Governo si permette di attingere a un fondo vincolato per l'indennizzo di danni causati da emoderivati, vaccinazioni avverse e trasfusioni di sangue per pagare le prestazioni sanitarie, allora tutto è possibile. (Applausi). Che lo faccia il re non significa che sia giustificato.
Vi richiamo sentitamente e con grande spirito civico a un maggior rispetto dei principi generali della finanza pubblica e anche dei soggetti che, avendo subito danni, hanno diritto di avere la sicurezza che le somme stanziate per il ristoro non vengano utilizzate per finalità altre. (Applausi).
Si apre una breccia e poi diventa una voragine e questo va sempre evitato.
Per questo motivo, per le perplessità che avevamo già espresso e che si confermano anche in questo provvedimento, confermo che Italia Viva-Il Centro- Renew Europe esprimerà un voto di astensione. (Applausi).
MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, onorevoli colleghi, il nostro Gruppo voterà, anche in questa nuova lettura da parte del Senato, contro il provvedimento in discussione, non perché siamo contrari al potenziamento dell'attività di vigilanza dei controlli igienico-sanitari presso i principali porti e aeroporti; anzi, pensiamo che siamo fortemente in ritardo, visto che siamo già alla fine di aprile e questa necessità era prioritaria alla fine dell'anno scorso o all'inizio di quello in corso. Dopotutto si parla di mettere in campo tre dirigenti sanitari medici e 15 unità di personale di area con funzione di tecnico, tutti con contratto di lavoro a tempo determinato.
La nostra contrarietà è soprattutto per la scelta della copertura economica stanziata per remunerare quel personale, che è individuata nella riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa alla transazione da stipulare con soggetti che hanno avuto problemi di trasfusioni, che si sono infettati e hanno dunque aperto un contenzioso con lo Stato. Si riduce quindi un fondo esistente dal 2007 che dovrebbe servire, quantomeno parzialmente, a dare risposte a persone che hanno subito un danno da vaccini, da emotrasfusione o quant'altro, e lo si riduce di un milione di euro nel 2025.
A noi tale previsione sembra davvero assurda. Per di più è un contenzioso che riguarda un tema per il quale il nostro Paese è stato più volte sollecitato e chiamato a rispondere da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo, già a partire dal 2004. Questo appare oggi davvero assurdo. Peraltro, spesso, quando si arriva alla conclusione della transazione, i soggetti che hanno contenziosi aperti - è raccapricciante - magari nel frattempo hanno perso la vita: è doppiamente assurdo da questo punto di vista.
Quando c'è da affrontare un tema che riguarda la sanità, lo si affronta sempre a invarianza economica. Dite di aver speso risorse per la sanità, però questo è un fatto sanitario e ancora una volta prevedete un'invarianza di costi. In più, non è previsto che il fondo venga rifinanziato da quanto viene detratto.
Per questi motivi, a nome del Gruppo, dichiaro il voto contrario al provvedimento in esame. (Applausi).
CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASTELLONE (M5S). Signora Presidente, oggi discutiamo in terza lettura un provvedimento che già in prima lettura aveva presentato diverse criticità. Chiaramente va bene e può essere condivisibile la finalità, cioè assumere personale al Ministero della salute per attività di vigilanza, controllo igienico-sanitario e profilassi presso porti e aeroporti in vista del Giubileo; però le criticità sono almeno due, nonostante questo provvedimento sia composto da un solo articolo.
La prima criticità è data dalle modalità con cui vengono fatte le assunzioni a tempo determinato, senza per esempio utilizzare gli idonei in graduatoria, senza prevedere un bando o un concorso, ma semplicemente prorogando contratti già in corso. Tra l'altro, mi chiedo a questo punto, dopo che sono passati ormai nove mesi (perché questo provvedimento è in esame da ottobre 2024), quale sia l'urgenza che lo giustifica, visto che, tra l'altro, ormai il Giubileo è già in corso. Dall'altro lato, vi è la copertura di questo costo: è chiaro che si tratta di un costo minimo di un milione di euro, ma domandiamo perché si sceglie di utilizzare come copertura il fondo destinato ai danneggiati per gli emoderivati e per le trasfusioni, quando già ne conosciamo l'esiguità. (Applausi).
Quindi, come al solito, anziché fare ciò che serve e anziché prendere le risorse lì dove ci sono, vengono ancora una volta penalizzati i più fragili.
Rispetto poi ai provvedimenti sanitari in vista del Giubileo, signora Presidente, va bene assumere personale al Ministero della salute, però in questo caso c'erano altre cose da fare, come ad esempio, l'assunzione di personale negli equipaggi del 118, che sono totalmente sguarniti, perché non ci sono più medici né infermieri; c'era il rafforzamento dei pronto soccorso, perché, se c'è un'emergenza sanitaria durante il Giubileo, noi ci troviamo con i pronto soccorso già in affanno nella gestione della quotidianità. (Applausi). Basta andare in un pronto soccorso di Roma per rendersi conto di quante sono le ore di attesa e di quali sono le criticità, soprattutto in tema di carenza di personale.
Poi c'era tutto un lavoro da fare sull'implementazione di strumenti digitali che servirebbero anche per la gestione delle emergenze sanitarie, che invece non è stato fatto nemmeno in previsione del Giubileo, nonostante i fondi stanziati (tra cui anche quelli del PNRR). Si tratta sempre di scegliere delle priorità. Abbiamo capito che in questo momento la priorità del Governo certamente non è rappresentata dagli investimenti in sanità, se nemmeno riesce a trovare un milione di euro e lo toglie ai danneggiati per le trasfusioni. Poi però 30 miliardi per gli armamenti si trovano - torno sull'argomento che abbiamo trattato ieri - nonostante sappiamo che al Servizio sanitario nazionale mancano almeno 19 miliardi di euro e nonostante la spesa out of pocket che devono sborsare direttamente i cittadini per curarsi sia di oltre 40 miliardi di euro all'anno.
Ancora una volta vi diciamo che è facile individuare dove trovare le risorse. Se non avete il coraggio di scorporare la spesa sanitaria dal Patto di stabilità - come vi chiedevamo ieri - e vi interessa invece scorporare quella in armamenti, almeno preparatevi a recuperare parte degli extraprofitti che in quel settore si andranno a generare. Non lo avete fatto per le compagnie energetiche, che hanno guadagnato, solo lo scorso anno, cinque miliardi di extraprofitti, e non lo avete fatto per le banche, che hanno guadagnato 24 miliardi di extraprofitti. (Applausi). Vi avvisiamo che c'è un settore che a breve avrà generato extraprofitti, quello degli armamenti, che vi sta tanto a cuore. Preparatevi almeno a recuperare parte di quelle risorse e mettetele sulla sanità, che è la vera emergenza del Paese. (Applausi).
Chiaramente, come abbiamo fatto in prima lettura, anche in questa terza lettura noi ci asterremo. (Applausi).
PAROLI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAROLI (FI-BP-PPE). Signora Presidente, farò una brevissima dichiarazione di voto.
Il Gruppo Forza Italia riconfermerà chiaramente il voto favorevole che ha espresso il 19 novembre scorso. La Camera è intervenuta in seconda lettura con limitate modifiche tecniche su un provvedimento che - come sappiamo tutti - è un disegno di legge tecnico.
Presidenza del vice presidente CASTELLONE (ore 10,58)
(Segue PAROLI). In questo caso, però, credo che le correzioni siano state opportune e che il bicameralismo abbia funzionato. Torna un provvedimento che oggi approveremo in via definitiva, la cui ratio era e rimane quella di rafforzare la vigilanza sanitaria durante il Giubileo. Capisco purtroppo che in sanità (e non solo in sanità) tutto ciò che si riesce a fare non è mai sufficiente, però dobbiamo farcene una ragione ed essere consapevoli della positività di questi interventi, così come della positività di tutto ciò che viene fatto in un momento delicato per la città di Roma e per il nostro Paese.
È evidente infatti che la Chiesa cattolica affronta questo grande evento nella città di Roma, ma esso investirà poi anche tutto il Paese. È chiaro però che sulla città di Roma verranno introdotti ulteriori protocolli di sicurezza che garantiscano controlli efficienti per proteggere i tanti, tantissimi visitatori - così auspichiamo - ma chiaramente anche i residenti. Nelle aree di maggiore affollamento dei pellegrini, che arriveranno - questo è l'auspicio per il Giubileo, confermato dai dati attuali - da tutto il mondo, sarà fondamentale proteggere loro e, come dicevo prima, anche i residenti.
È altresì fondamentale che possa esserci una risposta rapida del Ministero della salute a eventuali emergenze grazie a protocolli chiari e ben definiti, che qui vengono affrontati. Rimarchiamo la positività di questo intervento. Credo, d'altra parte, che l'esperienza del Covid abbia segnato tutti noi, insegnandoci quanto sia delicata la gestione di determinate malattie (infettive e non) e quanto sia importante essere pronti a tutto. Ben vengano quindi programmazioni in tal senso.
Noi vediamo in questo disegno di legge norme pratiche e di buon senso, che possono affrontare al meglio la gestione del grande Giubileo del 2025. Concludo il mio intervento confermando - come ho già anticipato - il voto favorevole dei senatori del Gruppo Forza Italia. (Applausi).
MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MURELLI (LSP-PSd'Az). Signora Presidente, colleghi senatori e senatrici, annuncio il voto favorevole del Gruppo Lega al disegno di legge in esame, che autorizza nuove assunzioni a tempo determinato presso il Ministero della salute, finalizzate al rafforzamento dell'attività di vigilanza sanitaria nei porti e negli aeroporti del nostro Paese durante il Giubileo 2025.
Si tratta di un provvedimento circoscritto e concreto che risponde a due esigenze fondamentali: da un lato, garantire la sicurezza sanitaria in un anno straordinario per l'Italia quale è appunto quello del Giubileo, con l'arrivo di tanti pellegrini e, dall'altro lato, valorizzare il personale già formato e già impegnato in passato durante l'emergenza pandemica Covid attraverso contratti temporanei mirati. Parliamo di professionisti che hanno superato selezioni pubbliche e maturato esperienze dirette nei luoghi più delicati del sistema sanitario di controllo e che oggi potranno essere reintegrati per un'ulteriore fase di servizio nel rispetto dei limiti temporali previsti.
Va ricordato che il disegno di legge ha subito delle modifiche in seconda lettura alla Camera ed è così tornato da noi. È stato aggiornato, però, solo per gli importi autorizzati di spesa, riducendoli alla luce del tempo residuo di attuazione, che non va oltre il 31 dicembre del 2025. Le risorse saranno reperite attraverso una equilibrata rimodulazione dei fondi già esistenti senza impatto negativo sui conti pubblici. Siamo quindi davanti a una misura sobria, equilibrata e di buon senso.
Per questo la Lega sostiene tutto ciò con convinzione, ribadendo l'importanza della sanità pubblica e di una pubblica amministrazione che sappia riconoscere ed utilizzare le professionalità esistenti, investendo sulla continuità e sulla qualità dei servizi sanitari. (Applausi).
ZAMPA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZAMPA (PD-IDP). Signor Presidente, anche io farò una dichiarazione di voto particolarmente sintetica, parlando di un unico articolo, ma non priva dell'espressione di un certo rammarico. Mi domando quando finalmente riusciremo ad avere la soddisfazione di parlare di un provvedimento che riguarda la sanità e di poterlo accogliere con più favore.
Abbiamo affrontato con un grande senso di responsabilità anche questo provvedimento così circoscritto che parla del Giubileo 2025, con la consapevolezza però che anche in questo caso le misure di semplificazione per i controlli sanitari sono piene di mancanze e di approssimazione.
Mi dispiace dover usare una tale espressione, ma anche in questo caso c'è una sciatteria istituzionale che colpisce, innanzitutto perché parliamo di un provvedimento che riguarda il Giubileo ed è difficile immaginare che si tratti di una emergenza. Il fascicolo che accompagna il disegno di legge fa riferimento all'emergenza Covid, ma dire o provare a sostenere che il Giubileo sia un'emergenza, quando tutti sapevamo che era in agenda ed era imminente, lo trovo veramente singolare. Avremmo voluto trovarci a discutere di un provvedimento capace di affrontare seriamente e con lungimiranza un evento di portata internazionale che può oggettivamente avere rilievi importanti per il tema della salute pubblica. Siamo qui, invece, ad aprile, in terza lettura, a votare misure tardive, quando il Giubileo è non solo iniziato, ma è anche giunto alla sua seconda fase. E tale ritardo non è un dato di calendario, ma è la testimonianza - come dicevo - di un approccio che troppo spesso segna l'azione di questo Governo: l'improvvisazione, la mancanza di programmazione, l'incapacità di prepararsi per tempo a situazioni largamente prevedibili. Non si può chiamare emergenza un evento che si conosce da anni e non si può ridurre una questione seria come la tutela della salute pubblica a un rattoppo dell'ultimo minuto.
Nel merito, però - come è già stato sottolineato - il provvedimento appare debole, insufficiente e persino ingiusto, perché stiamo parlando di 18 assunzioni a tempo indeterminato senza che vi sia un bando di concorso; manca, quindi, quella trasparenza che sempre le istituzioni pubbliche dovrebbero mantenere. L'assunzione di tre medici e di 15 tecnici della prevenzione a tempo determinato è una misura talmente modesta che rasenta il simbolico ed è, per di più, limitata a contratti precari, come se la salute fosse un'emergenza passeggera e non una priorità da presidiare con personale stabile, motivato e formato.
Il punto più grave, però, che hanno ricordato tutti coloro che mi hanno preceduta dai banchi dell'opposizione, è la scelta sulle coperture. Abbiamo ascoltato, signor Sottosegretario, le sue rassicurazioni in merito, tuttavia, per finanziare queste assunzioni, si attinge a un fondo che, pur capiente, è destinato a risarcire cittadini danneggiati da trasfusioni infette e vaccinazioni obbligatorie che abbiano prodotto dei danni. Tra l'altro, colpisce che lo facciate proprio voi, con la propaganda che avete costruito sul punto delle vaccinazioni e dei danni da vaccinazione. Devo dirvi che da Sottosegretaria mi sono trovata a incontrare, seduta a un tavolo, proprio le persone che hanno subito danni dalle trasfusioni infette e sinceramente hanno già subito un danno enorme, inflitto per giunta da quello stesso Stato che oggi decide con una certa leggerezza di dirottare altrove parte di quel fondo.
La copertura finanziaria di un provvedimento - questo ve lo devo ricordare - è sempre una dichiarazione di priorità politica e ha sempre un grande significato. Ci vogliono più cura, accuratezza e attenzione a quello che si fa. Scegliere di prendere risorse destinate a chi ha subito un torto da parte del sistema sanitario pubblico per finanziare misure tampone significa mandare un messaggio sbagliato e ingiusto. Non basta essere rassicurati circa il fatto che i fondi avanzano, perché quelle risorse non dovrebbero avanzare, ma dovrebbero servire esattamente allo scopo per cui sono state stanziate, ossia risarcire chi è stato danneggiato. Anche se si trattasse di cifre non ancora impegnate, la scelta di dirottarle altrove resta una ferita sul piano etico e istituzionale, della dignità delle istituzioni.
Il Partito Democratico, come sempre, non si sottrae però al principio di responsabilità.
Sappiamo che rafforzare, seppure in minima parte, i controlli sanitari in un momento di grande afflusso internazionale, che è sotto i nostri occhi, è un dovere verso i cittadini e verso chi arriverà in Italia.
Per questo non voteremo contro e ci asterremo, ma sarebbe ingiusto e ipocrita dare il nostro assenso pieno a un provvedimento così debole, tardivo e costruito, come ho detto, con scelte sbagliate. Per questo esprimeremo un voto di astensione, che non è indifferenza, ma è un atto di denuncia verso un modo di legiferare approssimativo, che arriva sempre troppo tardi, troppo poco e troppo male.
Rivolgiamo, ancora una volta, un appello al Governo: smettete di trattare la salute dei cittadini come un'appendice, come un'eccezione da gestire con qualche assunzione precaria e qualche fondo recuperato all'ultimo momento. La salute non può essere gestita in questi termini. (Applausi).
Saluto a una delegazione di una congregazione religiosa
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea una delegazione della congregazione Missionari di Nostra Signora de La Salette di Roma, che sta assistendo ai nostri lavori. Benvenuti. (Applausi).
Ripresa della discussione dalla sede redigente del disegno di legge n. 1184-bis-B (ore 11,10)
RUSSO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO (FdI). Signor Presidente, annuncio sin da subito il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia.
Al di là delle considerazioni che ho sentito nelle dichiarazioni di voto delle forze di opposizione, questo provvedimento arriva in terza lettura al Senato per un motivo tecnico: era già stato votato, poi è passato un anno, quindi c'è stata necessità di una correzione tecnica delle coperture, che addirittura sono in riduzione e non in aumento, come è stato detto. Esso riguarda un tema circoscritto, ma comunque importante, legato a figure fondamentali quali sono quelle dei tecnici della prevenzione nell'ambiente del lavoro; figure che avevano già lavorato durante il Covid, che erano state fondamentali per le esigenze di salute di quel momento e che, attualmente, tornano a esserlo ora che la nostra Nazione - per fortuna - è positivamente terra di accoglienza in vista del Giubileo e non solo. Sono quindi figure che servono oggettivamente al Ministero della salute.
Non è un provvedimento dell'ultimo minuto. Come è stato ricordato, era un provvedimento addirittura incardinato e votato l'anno scorso; poi naturalmente, anche per i tempi del bicameralismo, arriva in terza lettura in questo momento. Non è quindi stato fatto all'ultimo momento, ma ci sono tempi che si evolvono. L'errore non era tecnico, ma derivava dalla necessità di modificare le coperture da un anno fiscale all'altro.
È un provvedimento che serve, ma - attenzione - non è l'unico in tema di salute. Fino a ieri abbiamo votato un provvedimento organico sul tema delle liste d'attesa, in cui abbiamo affrontato ben altre tematiche. Chiaramente si norma a seconda delle varie esigenze, dopodiché dobbiamo deciderci: se facciamo decreti-legge d'urgenza non va bene; se facciamo disegni di legge non va bene; però siamo tutti d'accordo che queste figure servano. Onestamente avrei preferito che su questo provvedimento ci fosse un voto unanime del Parlamento, ma non è stato possibile.
Noi siamo oggettivamente convinti dell'operato del Ministero, della necessità di queste figure professionali e del percorso sin qui fatto. Il sottosegretario Gemmato, sia in sede di prima approvazione al Senato, sia alla Camera, sia in questa sede, ha ricordato come il fondo utilizzato sia assolutamente capiente e attinente al comparto salute, per cui non c'è una distrazione da un altro comparto; in questo momento viene allocato in maniera più precisa, laddove è necessario, è disponibile e non viene fatto torto a nessuno.
Pertanto, la narrazione che si vuole fare su un provvedimento giusto, sacrosanto, che assume persone che hanno già superato un'altra selezione, che comunque vengono assunte con contratto a tempo determinato, per esigenze temporanee ma urgenti e fondamentali per la salute pubblica, oggettivamente non funziona. Continueremo, quindi, a votare a favore del provvedimento in esame con convinzione e serenità. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, composto del solo articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Discussione del disegno di legge:
(1425) Conversione in legge del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (Relazione orale)(ore 11,15)
Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1425.
Il relatore, senatore Balboni, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
BALBONI, relatore. Signor Presidente, intervengo molto brevemente soltanto per dare atto delle modifiche intervenute in Commissione affari costituzionali rispetto al testo del decreto-legge, che immagino sia ampiamente conosciuto dai colleghi.
Ebbene, in sede di Commissione è stato introdotto l'articolo 1-bis, con il quale si dispone che, limitatamente alle elezioni comunali del 2025, in deroga all'articolo 71, comma 10, del testo unico degli enti locali, nei Comuni fino a 15.000 abitanti, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, siano eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato sindaco collegato, purché essa lista abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune. Qualora non siano raggiunte tali percentuali, l'elezione è nulla.
Per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune, non si tiene conto degli elettori iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) che non abbiano esercitato il diritto di voto.
Un'altra modifica introdotta in sede di Commissione riguarda l'articolo 1-ter, che reca modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, innalzando da 70 a 75 anni l'età massima per poter svolgere l'incarico di presidente di seggio, scrutatore o segretario.
Si introduce, inoltre, una previsione secondo la quale i dipendenti delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico regionale e locale non possono svolgere l'incarico di presidente di seggio, scrutatore o segretario. Le ragioni sono intuitive.
Un'altra modifica in sede di Commissione è stata introdotta all'articolo 2, con l'introduzione di un comma con il quale è stata recepita una indicazione del Comitato per la legislazione, prevedendo che, entro centottanta giorni dallo svolgimento delle consultazioni referendarie, il Ministero dell'interno trasmetta alle Camere una relazione sui dati rilevati in applicazione della disciplina sperimentale disposta dall'articolo 2del presente decreto-legge, con l'indicazione analitica e sintetica dei dati di affluenza alle sezioni elettorali speciali e la valutazione dell'impatto delle misure in termini di maggiore partecipazione elettorale, anche in relazione al connesso impegno organizzativo e finanziario. Stiamo ovviamente parlando del voto sperimentale per i fuorisede.
Introdotto sempre in Commissione è l'articolo 2-bis, che reca una serie di modifiche al testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, per superare finalmente la modalità di redazione delle liste per distinzione di sesso e la previsione sull'indicazione del cognome del coniuge per le donne coniugate o vedove, superando quindi una distinzione del tutto anacronistica.
Queste sono le principali modifiche introdotte in sede di Commissione. Per il resto, rimando al testo del decreto-legge.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritta a parlare la senatrice Gaudiano. Non essendo presente in Aula, si intende abbia rinunziato ad intervenire.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Il rappresentante del Governo non intende intervenire.
In attesa del parere della 5a Commissione permanente, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11,20, è ripresa alle ore 11,55).
Informo i colleghi senatori che la Commissione bilancio è convocata alle ore 12. Quindi sospendo nuovamente la seduta, che riprenderà alle ore 12,30.
(La seduta, sospesa alle ore 11,55, è ripresa alle ore 12,34).
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
PRESIDENTE. Comunico che è stato trasmesso dalla Camera dei deputati il seguente disegno di legge:
«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese, di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale, nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza» (1463).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1425 (ore 12,35)
PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge, nel testo proposto dalla Commissione.
Procediamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti agli articoli del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
GAUDIANO (M5S). Signor Presidente, intervengo per illustrare e al tempo stesso per dichiarare il voto sull'emendamento 1.200. Tale proposta, a mia prima firma, aumenta l'incremento del rimborso forfettario per i componenti di seggio al 20 per cento, in luogo del 15 per cento previsto dal decreto-legge. Visto che la maggior parte degli scrutatori è formata da giovani, il più delle volte disoccupati e studenti, è giusto dare loro una remunerazione congrua che li possa effettivamente gratificare nell'opera svolta. Non solo, ma devo anche dire che sono molto rammaricata dal fatto che l'emendamento non sia stato accolto in Commissione, infatti lo ripropongo per l'Assemblea per dare un segnale positivo e anche per avvicinare i giovani alle istituzioni. Noto con dispiacere che questo Governo e questa maggioranza preferiscono utilizzare i soldi dei cittadini per politiche di riarmo, invece che per garantire il buon funzionamento della democrazia.
Preannuncio, inoltre, il voto favorevole sull'emendamento. (Applausi).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti e l'ordine del giorno si intendono illustrati.
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.
BALBONI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1.
GIORGIS (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIS (PD-IDP). Signor Presidente, con l'emendamento 1.1 abbiamo proposto di abbinare le consultazioni referendarie al primo turno delle elezioni amministrative anziché al secondo turno. La ragione è molto semplice.
L'abbinamento deve essere predisposto in funzione di una maggiore partecipazione. Esso ha un senso se facilita la partecipazione dei cittadini al voto, oltre naturalmente a ridurre le spese di organizzazione delle consultazioni.
È di tutta evidenza che il numero degli elettori chiamati al voto nelle consultazioni amministrative al primo turno è superiore al numero dei cittadini chiamati al voto al ballottaggio, intanto perché in molti Comuni non c'è il ballottaggio: gran parte delle consultazioni, in questo caso, riguardano Comuni sotto i 15.000 abitanti, per i quali non è previsto il ballottaggio, ma un solo turno di votazioni. Inoltre, non è detto che, laddove è previsto, si arrivi al doppio turno: può anche darsi il caso che vengano eletti candidati già al primo turno, cioè che il sindaco sia eletto direttamente al primo turno. C'è poi un dato di esperienza, che purtroppo segnala come l'affluenza al voto nel secondo turno tenda a diminuire.
In ogni caso, al di là dell'aspetto di abitudine o di disponibilità dell'elettore al voto, c'è un aspetto oggettivo. Tutti coloro che abitano nei Comuni più piccoli, tutti coloro che non parteciperanno al ballottaggio, andranno comunque a votare al primo turno. Per quale motivo non abbinare la consultazione referendaria al primo turno? Perché non allargare la platea di coloro che comunque si recano al voto?
Siccome il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena ed effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'organizzazione politica del Paese è un dovere costituzionale solennemente scritto nell'articolo 3, secondo comma, della Costituzione e dovrebbe impegnare tutti i Governi, quale che sia il loro indirizzo politico, noi ci siamo chiesti perché mai, di fronte all'esigenza ordinamentale di rimuovere gli ostacoli e incentivare e semplificare la partecipazione, si sia scelto di abbinare la consultazione al secondo turno. Faccio il caso di un cittadino di un Comune che ha un solo turno di ballottaggio: dovrà recarsi al voto una prima volta per eleggere i propri amministratori locali e poi una seconda volta per esprimersi sul referendum, Avremmo invece potuto abbinare il referendum al primo turno e semplificare la partecipazione.
A noi sfugge la ragione di questa scelta. Ci viene il sospetto che la scelta dell'abbinamento sia stata fatta non per promuovere la partecipazione, ma, al contrario, per promuovere il mancato raggiungimento del quorum, che - guardate - non è mai un bel segnale. Un conto è pronunciarsi nel merito e dire sì o no; un conto, invece, è surrettiziamente invitare a non partecipare al voto o ostacolare comunque la partecipazione al voto e, in questo modo, impedire il raggiungimento del quorum e dunque la validità della consultazione referendaria.
Ecco perché abbiamo presentato l'emendamento 1.1 ed ecco perché riteniamo che sia una scelta molto grave quella che il Governo ha inteso fare respingendo il nostro emendamento e prevedendo l'abbinamento della consultazione referendaria al secondo anziché al primo turno delle elezioni amministrative. (Applausi).
Saluto a una delegazione di un'associazione di categoria
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea una numerosa delegazione dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) del Veneto, che sta assistendo ai nostri lavori. Benvenuti. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1425 (ore 12,43)
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signora Presidente, intervengo solo per associarmi alle considerazioni che ha espresso adesso il senatore Giorgis, che condivido. Del resto anche noi, ma credo quasi tutti i partiti dell'opposizione, abbiamo presentato emendamenti analoghi.
Con questi emendamenti facevamo una richiesta che ci sembrava di assoluto buon senso, quella di associare la data del referendum a quella del primo turno delle elezioni amministrative, per provare a favorire la partecipazione popolare. Ci è stato spiegato, dagli esponenti della maggioranza, dalla Sottosegretaria, dal Governo, che non si può fare, per una serie di ragioni che sono state addotte. È chiaro che il sospetto rimane, ma lo vedremo nelle prossime settimane, ce ne renderemo ben conto. Ovviamente, ad oggi rimane il forte sospetto che le ragioni per cui il referendum sarà associato al secondo turno e non al primo non siano le tecnicalità che sono state spiegate in Commissione, ma siano invece ragioni politiche.
La ragione è esattamente quella di non favorire la partecipazione al voto. Di questo ce ne accorgeremo e lo scopriremo fra qualche settimana, perché, ad oggi, io non ho ancora sentito i partiti di maggioranza esprimersi su quale comportamento elettorale suggerire ai propri elettori. Certamente, per quanto riguarda la nostra forza politica Alleanza Verdi e Sinistra (ma credo che lo stesso sarà per le altre forze di opposizione), noi chiederemo agli elettori di andare a votare al referendum e di interpretare in questo modo la scelta referendaria.
Naturalmente, nel nostro caso specifico chiederemo di votare sì, ma, per l'appunto, siamo in attesa di sapere cosa accadrà nei partiti della maggioranza. Se dovesse succedere, come temo e come sospetto, che i partiti della maggioranza, invece di chiedere ai propri elettori di andare a votare in un certo modo, contrario probabilmente a questo referendum, avalleranno l'astensionismo, così si spiegherà anche la ragione della bocciatura di questo emendamento. Sarà, in qualche modo, la prova del nove di quello che stiamo dicendo.
LICHERI Ettore Antonio (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LICHERI Ettore Antonio (M5S). Signora Presidente, ad avviso del MoVimento 5 Stelle non c'è il sospetto, ma la certezza, l'assoluta certezza che voi abbiate fissato il referendum alla seconda consultazione, perché alla prima c'è troppa gente. Al primo turno di consultazione partecipano troppi cittadini. Si chiama referendum popolare perché alla prima consultazione c'è più popolo e a voi il popolo spaventa! A voi piacciono i meme! A voi piacciono i videomessaggi. Quando c'è partecipazione, voi scappate! Quando c'è il dibattito, voi scappate! Quando c'è confronto, voi scappate! (Vivaci commenti).
PRESIDENTE. Senatore Licheri, si rivolga alla Presidenza.
LICHERI Ettore Antonio (M5S). Senz'altro, signora Presidente, ma vorrei anche poter concludere il concetto. (Brusìo).
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate il senatore Licheri concludere il suo intervento. Poi potrete intervenire in dichiarazione di voto.
LICHERI Ettore Antonio (M5S). Il concetto è molto semplice: laddove c'è il popolo, non ci siete più voi! (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.1, presentato dal senatore Giorgis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2.
CATALDI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CATALDI (M5S). Signora Presidente, francamente non capisco il perché di questa contrarietà a un emendamento che propone una cosa molto semplice, se non altro per una questione di comodità dei cittadini. Stiamo proponendo questo: si va a votare per il primo turno delle amministrative? Si vota anche per il referendum.
Voi non volete farlo e pensate che i cittadini residenti nei Comuni che non andranno al ballottaggio dovranno così tornare alle urne una seconda volta. Quindi, voi sapete benissimo che l'affluenza sarà ridotta e lo state facendo volontariamente, perché a voi, probabilmente, i temi trattati dai referendum non piacciono, perché riguardano i diritti dei lavoratori. Sono temi che interessano i cittadini e che voi non volete ascoltare. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.2, presentato dalla senatrice Maiorino e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.3, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.4, presentato dal senatore Giorgis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.200, presentato dalla senatrice Gaudiano e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.9, presentato dalla senatrice Gaudiano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti riferiti all'articolo 2, già illustrati.
BALBONI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.2, presentato dalla senatrice Maiorino e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla senatrice Naturale e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti riferiti all'articolo 3, già illustrati.
BALBONI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1, presentato dalla senatrice Maiorino e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.2, presentato dalla senatrice Maiorino e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.3, presentato dal senatore Cataldi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno riferiti all'articolo 4, già illustrati.
BALBONI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario sugli emendamenti 4.200 e 4.201.
Sull'ordine del giorno G 4.200 il parere è favorevole a condizione che il secondo e il terzo punto degli impegni venga così riformulato: «a ritenere applicabile la modalità di sottoscrizione delle liste, riferita alle persone con disabilità interessate dalla disposizione in questione, anche ai fini della sottoscrizione della dichiarazione di accettazione della candidatura da parte delle medesime persone».
FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. I proponenti accettano la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G4.200.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.200, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.201, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.200 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Passiamo alla votazione finale.
MUSOLINO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSOLINO (IV-C-RE). Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il provvedimento in esame ha avuto una vita abbastanza travagliata, una storia apparentemente semplice che invece si è connotata, come sempre, per qualche difficoltà nel percorso. Infatti, non sfugge mai alla maggioranza il tentativo di inserire nell'ambito di testi, anche quando sono neutri, cioè quando…Presidente, il rappresentante del Governo è impegnato. Mi fermo. (Richiami del Presidente).
Come dicevo, non sfugge mai alla maggioranza, anche in provvedimenti che hanno un testo abbastanza neutro, anche quando potrebbe essere apprezzabile nei tentativi e negli spunti, la tentazione di inserire - mi sia consentito - surrettiziamente disposizioni che francamente non solo non avrebbero motivo di essere inserite, ma che, come sempre, comportano un tentativo di lesione dei principi fondamentali del nostro sistema democratico. Nel caso di specie, faccio riferimento al tentativo della maggioranza di inserire in questo testo la norma che prevedeva l'inserimento dei ballottaggi, che è stata poi stigmatizzata apertamente da tutto l'arco costituzionale, tranne che ovviamente da chi l'aveva proposta.
Talvolta immagino che di sera ogni tanto parta una telefonata dalla linea del Quirinale agli uffici di qualcuno della maggioranza che fa riferimento ad articoli precisi della Costituzione e consiglia una lettura di un determinato articolo: nel caso di specie l'articolo 72 della Costituzione. Da lì poi c'è un ravvedimento e si evita di percorrere strade che si pongono in aperta violazione delle nostre norme. Di che cosa sto parlando? Con decretazione d'urgenza non si può intervenire sulla legge elettorale: meno male che qualcuno ve lo ricorda e poi voi vi adeguate pedissequamente (Applausi) fintanto che potete e dovete rispettare il testo della Costituzione.
Era necessario dire questo, perché oggi è il giorno in cui abbiamo certificato in quest'Aula del Senato lo scippo da parte del Governo e della maggioranza di un disegno di legge che aveva fatto un ampio e lunghissimo percorso parlamentare alla Camera e al Senato - erano otto mesi che eravamo impegnati nel suo esame - e poi ci è stato sottratto. Adesso non sarà più discusso alla Camera come disegno di legge, perché ha cambiato veste ed è diventato un decreto-legge, coltivando una prassi che francamente non solo non è condivisibile, ma che vi abbiamo più volte detto che avreste dovuto interrompere. Introducete con decretazione d'urgenza anche nuove fattispecie di reato, cosa che continuate a fare: con il decreto-legge sicurezza addirittura arrivate all'apoteosi di oltre trenta nuovi reati.
In questa sede, fermo restando che ci dobbiamo ricordare che c'è una Costituzione che ci fa da faro, da guida e che chiede rispetto, anche questo poteva essere un provvedimento semplice, quasi neutro, ma si trova sempre il modo per mettere degli ostacoli nel percorso della formazione democratica della volontà popolare. Allora, i quesiti referendari vengono abbinati al secondo turno delle amministrative, il che significa che, dove non ci sarà un secondo turno, si svolgeranno da soli. Sarà quindi una consultazione alla quale gli elettori saranno chiamati nella domenica successiva rispetto a quella delle elezioni amministrative e purtroppo la storia ci dice che gli elettori, tra l'altro nelle giornate dell'8 e 9 giugno, purtroppo non sono tanto sensibili alla consultazione referendaria.
Ovviamente di questo non sono responsabili il Governo e la maggioranza, ma certamente il legislatore è sempre chiamato a porre in essere tutti gli strumenti necessari per far sì che l'elettore non si allontani ulteriormente dalle istituzioni, non si allontani dal voto e non venga posto in una condizione tale per cui - come si è detto in tante campagne referendarie - considerando che l'8 e il 9 giugno ci sarà abbastanza caldo, preferirà andare al mare piuttosto che andare a votare. Questo non è un buon esercizio del nostro potere - lo ribadisco - perché non si fa così. Abbinare i referendum al secondo turno è già espressione di un certo modo di interpretare le consultazioni referendarie, peraltro importanti per i quesiti cui siamo chiamati a rispondere.
Prendiamo atto piacevolmente del fatto che, finalmente, dalla sperimentazione fase uno delle elezioni europee siamo passati alla sperimentazione fase due per gli elettori che si trovano temporaneamente fuori sede. Nella fase uno erano soltanto gli studenti, mentre nella fase due sono anche quelli che si trovano fuori sede per motivi di lavoro o di salute. Quanti sono i fuorisede per motivi di salute? Questo è un tema a parte, sul quale bisognerebbe aprire una parentesi molto lunga, a causa anche delle scelte che vengono compiute. Ieri abbiamo votato sulle prestazioni sanitarie e sulle liste d'attesa, e qui si potrebbe dire molto. Ma basta il dato che ci fornisce la relazione allegata al testo, che stima i fuorisede in circa 5 milioni (gli studenti e i fuorisede per motivi di lavoro e di salute); fa poi un'ulteriore stima e dice che approssimativamente andranno al voto circa 2,5 milioni di persone tra i fuorisede. Una grande quantità di elettori, che fino adesso è stata esclusa dalla possibilità di esprimere il voto, finalmente potrà votare con la sperimentazione fase due. È evidente che queste norme varranno soltanto per queste consultazioni. Non si tratta di una disposizione definitiva che vale per tutte le successive consultazioni. Quelle persone, quindi, potranno accedere al voto.
Voi direte che va bene e che non mi devo lamentare sempre. Purtroppo invece lo devo fare, perché talvolta mi sembra che non sappiate fare bene i conti, quelli più elementari, le semplici sottrazioni. In questo testo c'è scritto che, per partecipare al voto, le persone fuorisede dovranno presentare la domanda al Comune dove si trovano temporaneamente domiciliate trentacinque giorni prima rispetto alla data delle votazioni. Quindi, se avete indetto le consultazioni referendarie per l'8 e il 9 giugno, significa che la domanda al più tardi andrà presentata entro il 4 maggio. Dato che oggi siamo già a metà aprile e che questo provvedimento deve ancora arrivare alla Camera e poi dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, io direi che, se non facciamo un'ampia campagna informativa, tante persone che hanno finalmente diritto al voto pur essendo fuorisede non potranno esercitarlo. (Applausi).
Si tratta quindi di una norma che rischia di essere vanificata per l'assenza, l'incapacità o forse la poca attenzione alle disposizioni e ai provvedimenti che davvero incidono sulla vita degli italiani, che questo Governo continua ad assumere sempre in maniera frettolosa e con grande approssimazione. Questo era un semplice calcolo aritmetico e non ci voleva granché a farlo. Di questo mi tolgo in maniera ufficiale e formale, invitando il Governo a mettere in atto una grande campagna informativa al riguardo, altrimenti sarà un diritto che verrà vanificato nei fatti.
In ultimo, signor Presidente, prima di concludere questo intervento mi sia consentito fare una riflessione, da componente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, che è in una fase di stallo da mesi. A causa di un mancato accordo e dell'incapacità della maggioranza di portare avanti una politica vera e propria, che riesca a trovare un consenso trasversale sulla nomina del presidente, di fatto si è creato una sorta di aut aut, per cui o le minoranze e le forze dell'opposizione acconsentono al voto sul nome scelto dalla maggioranza oppure la maggioranza ha deciso semplicemente di autoritirarsi sull'Aventino. Di solito sull'Aventino ci va l'opposizione, mentre nel nostro caso ci va direttamente la maggioranza, che diceva di stare qua e, fintanto che noi non scendiamo a più miti consigli e non voteremo chi essa dice, la Commissione si paralizza. Questo è un vulnus, perché la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi è a tutela delle minoranze e dell'opposizione, e non della maggioranza. (Applausi).
Perciò paralizzarla, come di fatto sta avvenendo da mesi, significa impedire alle opposizioni di esercitare la vigilanza e, quindi, porre nel nulla uno strumento democratico creato apposta.
Dico questo, signora Presidente, perché è evidente che, se noi votiamo il decreto-legge sulle votazioni per indire le consultazioni referendarie e prevediamo addirittura il voto dei fuorisede e stabiliamo come si debba fare, va da sé che c'è tutta un'attività successiva o, comunque, correlata di vigilanza sul voto, relativa agli spazi e alle tribune elettorali, nonché alle informazioni agli elettori. Questa vigilanza la fa la Commissione parlamentare, esattamente quell'organo che in questo momento, da mesi, voi avete posto nel nulla.
Presidenza del vice presidente RONZULLI (ore 13,04)
(Segue MUSOLINO). L'avete messa in panchina, resa inefficace e inoperativa, assumendovi una responsabilità che io penso voi stessi non abbiate compreso quanto sia grave.
Per questi motivi, per un testo che comunque evidentemente viene sempre assunto in maniera approssimativa e che, pur avendo uno spunto favorevole (quello dell'ammissione al voto dei fuorisede) messo in pericolo dalla ristrettezza dei termini, in considerazione anche del fatto che perdura uno stallo inaccettabile, il nostro voto sarà assolutamente contrario. (Applausi).
GELMINI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GELMINI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signora Presidente, tutte le volte che ci troviamo a discutere un provvedimento che riguarda questioni elettorali dobbiamo chiederci se stiamo facendo tutto l'indispensabile per agevolare l'esercizio del voto da parte dei cittadini. Del resto il fenomeno dell'astensionismo è andato via via crescendo e siamo passati da un'affluenza che era intorno al 56 per cento nel 2019 al 49,7, e quindi meno del 50 per cento, nel 2024.
Ormai da molti anni si dice che in Italia il partito del non voto è la maggioranza silenziosa del Paese. Non avremmo mai pensato, però, che da maggioranza silenziosa divenisse ormai anche maggioranza assoluta. Questo impone un senso di responsabilità da parte del Parlamento. Il provvedimento in esame si muove proprio in questa direzione: con quattro articoli il decreto-legge elezioni mira a rendere l'esercizio del voto e la partecipazione politica in generale accessibili e veramente alla portata di tutti.
Con l'articolo 1 si prolungano a due giorni le consultazioni elettorali e anche quelle referendarie, ampliando quindi la finestra di tempo entro la quale ci si può recare al seggio a votare. Credo che questa sia una misura di buon senso.
È altresì molto importante la previsione, all'articolo 2, del voto per i cittadini fuorisede. Qui non si è riusciti a completare il lavoro. Quella di favorire il voto per i fuorisede è una battaglia che facciamo da tempo; un conto è l'astensionismo volontario e un altro sono le persone che, per motivi di salute, di lavoro e di studio, non sono nelle condizioni di recarsi al seggio. Allora, almeno per quanto riguarda il referendum, il tema è stato affrontato; tuttavia, pur permanendo delle difficoltà, noi ci auguriamo che venga risolto in maniera strutturale.
L'articolo 3 promuove l'avviamento di un processo di digitalizzazione dei sistemi elettorali, stanzia 2,4 milioni di euro, e anche questo è un fatto estremamente importante per garantire la continuità operativa del sistema informativo elettorale. Si tratta di un sistema di raccolta e di trasmissione dei dati elettorali che verrà messo a frutto già in occasione delle elezioni amministrative di questo autunno.
L'articolo 4, invece, va a regolarizzare il caso della sottoscrizione delle liste elettorali da parte di chi non ha la possibilità, per un problema di disabilità o per altre ragioni, di apporre la firma autografa. Il Governo ha così voluto dare seguito a una sentenza, ampliandone però il suo dispositivo non solo alle elezioni regionali, come era previsto all'interno di questo pronunciamento, ma a tutte le consultazioni elettorali.
Mi ricollego quindi, per concludere, al ragionamento sull'astensionismo. L'astensionismo volontario rimane un grosso problema nel nostro Paese, che le singole forze politiche non possono più ignorare, ma è anche assurdo che una fetta così importante del nostro elettorato non voti semplicemente per difficoltà materiali, oggettive. In questo senso, è dovere di un Parlamento responsabile agevolare il più possibile il diritto al voto. Alle elezioni c'è chi vince e c'è chi perde. Il gioco della politica funziona così e lo conosciamo bene. Tuttavia, ogni volta che un cittadino non si esprime andando a votare, a perderci non è questa o quella forza politica, ma è tutto il Paese.
Per queste ragioni, il voto del nostro Gruppo sul provvedimento in esame sarà favorevole. (Applausi).
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signora Presidente, sarò breve, anche perché alcune considerazioni le ho già fatte poco fa, intervenendo in dichiarazione di voto su uno dei nostri emendamenti, in particolare quello che avrebbe associato la data del referendum al primo turno delle elezioni amministrative e non al secondo, appunto per favorire la partecipazione.
Abbiamo sperato molto che l'Assemblea potesse venire incontro a questi emendamenti, tanto è vero che in Commissione - i colleghi lo ricordano - pochi minuti fa ci siamo astenuti, confidando nel fatto che l'Assemblea poi potesse effettivamente apprezzare il gesto e votarli favorevolmente. Ci eravamo astenuti, in Commissione, salutando positivamente il fatto che sulla sperimentazione dei fuorisede abbiamo riscontrato un passo in avanti. Si tratta di una battaglia storica per molti partiti politici, compreso il mio, perché anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo molto sensibili - come è noto - a questo tema.
Penso di poter dire che avevamo valutato positivamente anche il fatto che il Governo si fosse fermato su un emendamento a nostro avviso a dir poco scandaloso, che poi fortunatamente è stato ritirato, quello cioè che cambiava probabilmente una delle migliori leggi elettorali che abbiamo nel nostro Paese, quella per i Comuni, e che abbassava la soglia del ballottaggio al 40 per cento. Poi leggiamo che le forze di maggioranza intendono riproporre questo emendamento sotto forma di disegno di legge nel corso dei mesi che verranno e lo discuteremo quando sarà, ma annunciamo fin da ora una radicale e totale opposizione, perché stravolgerebbe una legge elettorale per l'appunto funzionante, forse una delle migliori leggi elettorali con le quali ci confrontiamo nel nostro Paese.
Quell'astensione in qualche modo significava la speranza che l'Assemblea potesse, sugli emendamenti qualificanti presentati dalle forze di opposizione su un tema evidentemente rilevantissimo e decisivo come quello del referendum, venire incontro a questa richiesta, ma purtroppo gli emendamenti - come abbiamo visto - sono stati respinti. Non si sarebbe trattato, poi, semplicemente di venire incontro a una richiesta dell'opposizione, ma credo che avrebbe rappresentato un impegno nell'andare incontro a un bisogno di partecipazione. Naturalmente so bene che le ragioni dell'astensionismo del nostro Paese sono profonde e non riguardano semplicemente la tecnicalità, non sono questioni legate ai giorni o alle date, ma hanno evidentemente radici più profonde, molto più serie. Ne abbiamo discusso, peraltro, per mesi in passato, quando in 1a Commissione abbiamo affrontato delle ipotesi di riforma costituzionale. In sostanza, è un tema di prima grandezza, che peraltro riguarda non soltanto l'Italia, ma tutte le democrazie occidentali e che evidenzia enormi elementi di complessità. L'astensionismo, con il quale ci confrontiamo da alcuni anni a questa parte, è addirittura per censo, nel senso che interessa in particolare le aree del Paese dove più acuta è la sofferenza sociale e, quindi, cresce dove sono più bassi i redditi, dove è inferiore la scolarizzazione. Esso rischia pertanto di trasformare veramente la nostra democrazia in un sistema del passato, come quando andavano a votare alle elezioni solo quelli che stavano meglio economicamente e la gran parte dei cittadini era addirittura esclusa dalla contesa elettorale.
Naturalmente capisco perfettamente che le ragioni di questo astensionismo sono profonde e non servono semplicemente gli escamotage tecnici per risolvere un problema tanto grande. È anche vero però che, in un quadro così difficile e complesso, segnato per l'appunto da elementi profondamente sociali, si può intervenire per determinare meccanismi che aiutino l'affluenza: ad esempio, molto banalmente, si può associare il referendum al primo turno delle elezioni amministrative, al quale certamente va a votare più gente di quanta ne voti al secondo. Ciò è dovuto al fatto che nei Comuni sotto i 15.000 abitanti il ballottaggio non esiste, ma anche in quelli i cui abitanti sono in numero superiore ai 15.000 non necessariamente lo si raggiunge. È dunque evidente che associare il referendum al primo turno elettorale avrebbe comunque favorito un elemento di partecipazione.
La scelta fatta dal Governo mi pare molto indicativa: come ho detto poco fa in sede di dichiarazione di voto su un emendamento - lo vedremo naturalmente nelle prossime settimane, perché il referendum ci sarà l'8 e il 9 giugno - avremo la prova del nove. Spero davvero che i partiti di maggioranza, che evidentemente non condividono il contenuto del quesito referendario, abbiano la forza politica di dire che voteranno no a quel quesito e di chiedere ai propri elettori di andare a votare no. Ho grandi dubbi che ciò accada: penso che succederà quello che invece purtroppo è successo negli ultimi anni, e cioè che chi è contro un referendum, invece di sponsorizzare le ragioni del no, si associ all'astensionismo strutturale. Per di più - come sappiamo bene - il quorum del 50 per cento per il referendum viene reso ancora più difficile dal fatto che in esso vi sono conteggiati anche i circa di sette milioni di italiani all'estero, che votano in percentuale molto più bassa rispetto ai cittadini residenti in Italia. Pertanto, quel 50 per cento strutturalmente - per così dire - già di suo diventa un 56-57 per cento, proprio per questa ragione legata agli italiani all'estero.
In tale condizione, tra astensionismo strutturale, difficoltà politiche generali di cui parliamo da molti anni a questa parte e il dato dei cittadini all'estero, francamente avrei trovato molto giusto e avrei apprezzato molto se il Governo avesse deciso di associare il referendum al primo turno elettorale, favorendo la partecipazione popolare.
Il fatto che non lo abbia fatto mi sembra molto indicativo di quello che succederà fra poche settimane: si cercherà di affossare il quesito referendario non in una trasparente battaglia politica sul merito, ma semplicemente utilizzando e approfittando del dato strutturale dell'astensione.
Per questa ragione, differentemente da quanto abbiamo fatto in Commissione, dove ci siamo astenuti, in Aula, a seguito della bocciatura di questi emendamenti, voteremo contro.
TERNULLO (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERNULLO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, onorevoli Sottosegretari, colleghi, l'urgenza di queste norme era giustificata dalla ragione di farle entrare in vigore prima dell'indizione dei comizi elettorali. In questa tornata elettorale si potrà votare nuovamente due giorni: la domenica, dalle ore 7 alle ore 23, e il lunedì, sempre dalle ore 7 ma fino alle ore 15.
Sappiamo che dal 2014 era stato stabilito di votare in un solo giorno, ma abbiamo fatto i conti anche con l'astensionismo: favorire la partecipazione della più ampia base elettorale possibile rientra tra i principi costituzionali che hanno inteso garantire il diritto al voto, ma anche l'uguaglianza sostanziale tra i cittadini, che impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che limitano la partecipazione politica, in questo caso.
Nella prossima tornata elettorale, quella del 25 e del 26 maggio, ci troveremo di fronte importanti confronti elettorali, perché in molti di essi, se il sindaco non verrà eletto al primo turno, si voterà anche al ballottaggio, dopo due settimane. Anche in Sicilia 10 Comuni andranno al voto: gli eventuali ballottaggi si terranno quindi domenica 8 e lunedì 9 giugno.
Alla seconda chiamata elettorale si voterà anche per cinque quesiti referendari, che riguardano le materie dei licenziamenti, della durata dei contratti e della sicurezza del lavoro, nonché i tempi per la richiesta di concessione della cittadinanza.
La simultaneità delle elezioni amministrative e delle consultazioni referendarie ha reso, quindi, indispensabile anche specificare quale normativa si debba applicare per il complesso degli adempimenti degli uffici elettorali. Così, proprio per garantire la più ampia partecipazione al referendum, è stata istituita una disciplina del voto per gli elettori che si trovano temporaneamente non nel proprio Comune di residenza, ma fuori sede per lavoro oppure per motivi di studio. Il lavoro della Commissione guidata dal presidente, nonché relatore, Balboni ha introdotto modifiche, proposte sia dalla maggioranza che dall'opposizione, che sono state utili a semplificare ulteriormente questo testo. Si tratta, quindi, di un provvedimento per consentire al più ampio numero di elettori di andare a votare.
Signor Presidente, per tutte queste ragioni, noi senatori di Forza Italia esprimeremo un voto favorevole. (Applausi).
CATALDI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CATALDI (M5S). Signora Presidente, il provvedimento in esame avrebbe potuto condurre a una soluzione sostanzialmente unanime, se ci fosse stata maggiore ragionevolezza, ma ragionevolezza non c'è stata, come dimostra il fatto che non avete voluto accogliere un emendamento che prevedeva una cosa molto semplice, ossia consentire ai cittadini di votare per il referendum contestualmente al primo turno delle elezioni amministrative. Non lo avete voluto fare, per cui succederà che chi ha votato in un Comune che non andrà al ballottaggio dovrà tornare una seconda volta per votare i referendum, anche se poi, magari, essi riguardano una categoria di cittadini che non gli appartiene. Dobbiamo già aspettarci che al secondo turno ci sarà una minore affluenza, che è legata non soltanto al disagio che voi create a quelle persone che dovranno tornare due volte alle urne, ma anche a un dato storico: è normale che al ballottaggio vi sia una minore affluenza.
Questo, Presidente, significa che c'è una chiara volontà politica di sabotare il referendum, perché voi non volete ascoltare i temi che in esso si affrontano, che riguardano i diritti dei lavoratori e il precariato. Voi non volete riconoscere questi diritti e, per questo, state scegliendo una data in base a una scelta non tecnica, ma politica: è una scelta di sabotaggio, finalizzata a evitare la consultazione su temi politici scomodi.
Signora Presidente, quale attenzione dovremmo aspettarci da questo Governo nei confronti dei diritti dei cittadini? Siamo in una situazione drammatica dell'Italia; l'inflazione ha reso gli stipendi qualcosa che somiglia di più a una valuta piuttosto che a un valore. Presidente, oggi con lo stesso stipendio non si comprano le stesse cose che si compravano un anno fa o due anni fa. Voi non volete fare nulla, nemmeno per garantire quel salario minimo che avevamo proposto di fissare almeno a 9 euro per un'ora di lavoro. Non avete voluto farlo. C'è una crisi abitativa: voi non intervenite - ecco qual è il vostro interesse per i cittadini - e non lo fate perché, se qualcuno protesta, tanto con il decreto-legge sicurezza voi andrete a reprimere le proteste. Non vi preoccupate della politica abitativa, ma, se poi qualche senzatetto dovesse infilarsi dentro un'abitazione vuota, voi inasprite le pene e non vi preoccupate di risolvere i problemi dei cittadini.
Oltre a non voler tutelare i lavoratori, come state dimostrando oggi con questo provvedimento, non fate neppure nulla per creare almeno quelle condizioni di sviluppo necessarie per il Paese. Tutta la vostra politica va nella direzione opposta a quella verso cui stanno andando tanti Paesi europei. Voi non avete capito che, per far crescere un Paese, serve innanzitutto coesione sociale. E voi cosa fate? Tentate di spaccare il Paese. Vi siete spesi per l'autonomia differenziata, per creare tanti piccoli staterelli che creeranno mille problemi al Paese Italia. Non avete voluto spendere seriamente per la perequazione infrastrutturale. Non avete fatto nulla per creare le condizioni affinché ci potesse essere un'attrattività del Paese per gli investimenti. Pensiamo soltanto al bisogno di un clima di legalità. Arriva la riforma Nordio, la riforma voluta dai cittadini: ma quale riforma voluta dai cittadini?
I cittadini vogliono una riforma seria della giustizia, non quella che vuole Nordio. Vogliono una riforma dove il processo civile funzioni, dove non debbano aspettare lo svolgimento delle cause per dieci anni. (Applausi).
E Nordio cosa fa? Voi pensate di fare una riforma della giustizia in cui cancellate l'abuso d'ufficio? Spuntate le armi alle procure per combattere la corruzione e rendete difficili le intercettazioni? Questa è la giustizia che vogliono i cittadini secondo voi? Serve una politica che sappia ascoltare la voce dei cittadini, che sia una politica sempre più partecipativa.
Con il provvedimento in votazione voi state chiudendo le porte in faccia alla democrazia partecipativa, perché rendete sempre più complicate le cose, stabilendo che, se i cittadini vogliono votare anche il referendum, devono tornare una seconda volta alle urne.
Per queste ragioni, anche se inizialmente ci eravamo espressi in maniera favorevole a tanti punti del provvedimento che ci piacevano, però, così come l'avete fatto, con la vostra irragionevole presa di posizione, il nostro voto non potrà essere che contrario. (Applausi).
PIROVANO (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIROVANO (LSP-PSd'Az). Signora Presidente, inizio il mio intervento dichiarando, ovviamente, il voto favorevole del Gruppo Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. Ringrazio anche per il lavoro che è stato fatto con i colleghi in Commissione affari costituzionali, perché, seppur non siano stati presentati tantissimi emendamenti, essendo un provvedimento molto tecnico, ci sono però state delle piccole migliorie, anche su questioni molto importanti. Ringrazio per la disponibilità anche il sottosegretario Ferro.
Lo spirito che sta alla base del provvedimento, oltre alle questioni prettamente burocratiche e tecniche, è comunque quello di combattere l'astensionismo, anche se è un problema che necessita, ovviamente, ancora più impegno e probabilmente altre misure importanti per il nostro Paese. Ricordo anche, ai cittadini che ci stanno ascoltando, che quest'anno si vota la domenica e il lunedì. Lo dico come battuta perché, per combattere l'astensionismo, è utile che i cittadini sappiano che si vota sempre negli stessi giorni, visto che l'ultima volta, in occasione delle elezioni europee - non per colpa nostra, ovviamente, ma per leggi dell'Unione europea - si è votato sabato e domenica. Prima si era tornati a votare solo la domenica, adesso è stato reintrodotto anche il lunedì. Io credo che, a prescindere dalla questione delle elezioni europee, sarebbe cosa buona e utile se si mantenesse questa decisione come fissa, per far sì che i cittadini almeno sappiano quando devono andare a votare. Sapere cosa votare già è più complicato; sapere almeno quando andare a votare, credo sia più semplice.
Questa volta si è scelto di fare le consultazioni referendarie in occasione del ballottaggio e, quindi, del secondo turno delle elezioni comunali. So che i colleghi dell'opposizione non sono d'accordo con questa scelta, ma essa è legata al fatto che le elezioni comunali sono di meno rispetto alla tornata dello scorso anno. Di mezzo, poi, vi è anche la fine delle scuole. Quindi, è una decisione di buon senso, che andrà a creare meno disagi per i nostri studenti e insegnanti.
Un tema importante, anche se piccolo, è il lieve aumento, pari al 15 per cento, dei compensi per i componenti dei seggi. In Commissione si è cercato di aumentarlo almeno del 25 per cento, ma purtroppo, per questioni di bilancio, non ci si è ancora riusciti. Sono però certa che ci sia la volontà, da parte del Governo, di dare ancora un piccolo aiuto, perché sappiamo che i compensi non sono alti, ma l'impegno è molto importante, è anche notturno e bisogna essere preparati, soprattutto in caso di elezioni con più quesiti, come in questo caso per il referendum, e anche quando ci sono più tornate elettorali nella stessa data. Vi è, quindi, un piccolo sforzo: un 15 per cento in più sul compenso credo sia comunque importante da sottolineare.
Sempre grazie agli emendamenti approvati in 1ª Commissione si è alzato il limite d'età entro il quale una persona può fare il presidente di seggio, portandolo da 70 a 75 anni. La prima ragione è che ci sono persone con grande esperienza. Sappiamo che a 70 anni non si è più anziani, per cui solo persone che possono dare ancora il loro contributo. La seconda ragione è che vi è un grosso problema nel recuperare persone disponibili a fare i presidenti di seggio. Alcuni Comuni non hanno trovato nessuno, per cui è un problema grave. Si pone un piccolo rimedio, ma si tratta di un problema che bisognerà affrontare in modo più approfondito.
Importante è l'emendamento che è stato approvato sulla questione del quorum per i piccoli Comuni in caso di lista unica.
Sorrido perché è un problema che stiamo affrontando da anni. Addirittura nella scorsa legislatura il cosiddetto disegno di legge Augussori (un nostro ex collega, senatore della Lega) proponeva esattamente quanto è stato poi inserito, con questo emendamento, nel provvedimento in esame e che è oggetto di un disegno di legge, sempre del Gruppo Lega, fermo da due anni alla Camera dei deputati. È stato licenziato dal Senato nel marzo 2023 e, se non erro, dalla 1a Commissione della Camera nel febbraio 2024. Siamo ad aprile 2025 e c'è stato ancora bisogno di inserire degli emendamenti che portano il quorum nei piccoli Comuni, in caso di lista unica alle comunali, al 40 per cento, con lo scomputo degli iscritti all'AIRE non votanti (ossia i cittadini residenti all'estero che non si avvalgono del diritto di voto). Alla Camera dei deputati c'è un disegno di legge, a cui manca solo un voto che richiederebbe mezza giornata di tempo. Questa è una di quelle cose, di cui parlano tanto anche i colleghi dell'opposizione - il provvedimento è infatti stato votato da tutti - che dispiacciono a un parlamentare.
Ci sono voluti anni di lavoro per un piccolo provvedimento che prevede anche l'inserimento della raccolta firme per i Comuni sotto i 1.000 abitanti per evitare liste farlocche. Ciò è stato inserito in modo provvisorio, giustamente, nel decreto-legge per le elezioni comunali dell'anno in corso. Però, capite bene che non è possibile che ci sia un disegno di legge fermo da due anni che serve e questa ne è la dimostrazione. Pertanto, rivolgo una preghiera al Governo e ai colleghi della Camera affinché si possa risolvere questa incresciosa situazione.
Un altro tema a cui tengo molto riguarda la partecipazione dei fuorisede alle elezioni. Se ne è discusso poco fa, è una cosa importante e ci si muove nell'ottica di agevolare il più possibile chi vuole votare ed è impossibilitato a farlo.
Un'altra misura importante, peraltro di recepimento di una sentenza della Corte costituzionale del 2025, è quella che consente la sottoscrizione digitale delle liste dei candidati per persone che hanno un impedimento fisico o comunque possono usufruire del voto a domicilio.
Si tratta di tanti piccoli interventi utili, volti ad agevolare le operazioni ai seggi elettorali e a riavvicinare gli elettori ai seggi. Il provvedimento trova applicazione solo per le prossime elezioni, ma al suo interno vi sono contributi che servono a migliorare la digitalizzazione, perché prima o poi anche il nostro Paese riuscirà dotarsi dei fondi, contributi e mezzi necessari per migliorare il sistema di voto, come in altri Paesi europei, velocizzando le operazioni di scrutinio e garantendo ancora più trasparenza nelle operazioni di voto e nei risultati del voto stesso.
Non mi dilungo oltre e ringrazio davvero tutti per la collaborazione. Speriamo di poter lavorare presto a provvedimenti ancora più incisivi sul piano strutturale, per riavvicinare i nostri cittadini alla politica e all'amministrazione locale. (Applausi).
GIORGIS (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIS (PD-IDP). Signora Presidente, di fronte a questo disegno di legge di conversione ci siamo posti, come sempre, con un atteggiamento propositivo, aperto al confronto e alla ricerca di soluzioni, nell'interesse del Paese. E, quando le nostre considerazioni e proposte sono state ascoltate, dobbiamo riconoscere che sono state anche trasformate in modifiche al testo del provvedimento.
Penso ad esempio alla battaglia che abbiamo condotto, insieme a tanti giovani e tanti lavoratori, per fare in modo che anche alla prossima tornata elettorale possano votare coloro che per ragioni di studio, di lavoro o di salute sono distanti dal loro luogo naturale di votazione. Tuttavia, crediamo che debba essere garantito anche a loro l'esercizio del diritto di voto e attraverso un emendamento che adesso fa parte di questo decreto-legge è stata riconosciuta, anche a questa tornata elettorale, la possibilità dell'esercizio del diritto di voto ai fuorisede.
Allo stesso modo, quando abbiamo insistito sul superamento della distinzione delle liste per sesso e sull'abrogazione del cognome del marito, abbiamo trovato ascolto nella Sottosegretaria durante l'interlocuzione che si è svolta in Commissione. Infatti, è stato inserito nel decreto-legge un articolo che supera quello che è un vero e proprio anacronismo e, oltre che un anacronismo, una forma di possibile discriminazione. Quindi, avremo delle liste che non saranno più distinte in base al sesso e soprattutto non ci sarà più per le donne il cognome del marito. Da questo punto di vista il decreto-legge fa un passo in avanti.
Quando però il Governo ha chiuso le orecchie e ha girato la testa dall'altra parte che cosa è accaduto? È accaduto che, nonostante gli argomenti a nostro avviso fossero molto solidi, nonostante continuiamo a rimanere convinti che si debba incentivare la partecipazione al voto, quando il Governo ha dimostrato indisponibilità all'approfondimento e all'ascolto, è rimasta in piedi una norma, quella di cui all'articolo 1, che abbina la consultazione referendaria al secondo turno delle elezioni amministrative.
Chi è intervenuto prima di me ha giustamente sottolineato - faccio riferimento all'intervento del collega De Cristofaro - che il nostro timore, la nostra preoccupazione, ma forse la nostra convinzione è che il Governo, attraverso questo atteggiamento e l'indisponibilità ad ascoltare le ragioni che abbiamo avanzato e dunque la scelta di abbinare la consultazione referendaria al secondo turno, forse non è motivato, come pure noi abbiamo detto, dalla volontà di impedire o ostacolare la partecipazione al voto referendario e dunque il raggiungimento del quorum. Il collega ha detto una cosa molto molto vera: il Governo ha una prova di appello per fugare questo sospetto; alla prima prova ha dato risposta negativa, perché ha respinto i nostri emendamenti, però c'è un appello, che è quello di invitare al voto i propri elettori.
A conclusione del mio intervento, vorrei ricordare ai senatori e alle forze politiche di maggioranza cosa accadde quando, all'indomani dell'approvazione nel nostro Paese della legge sul divorzio, venne chiesto un referendum abrogativo. Che cosa capitò in Italia quando si svolse il referendum per abrogare l'appena introdotta legge che consentiva il divorzio? Successe, onorevoli colleghi, che vinsero i no.
Ora, quel no pronunciato dai cittadini dimostra la grande responsabilità e il grande senso istituzionale delle forze politiche che approvarono la legge sul divorzio e che la condividevano. A nessuno dei leader politici, a nessuno dei deputati e dei senatori di allora venne in mente di difendere la legge appena approvata dicendo ai propri elettori di andare al mare, di non recarsi al voto, di non partecipare alla consultazione referendaria. A nessuno venne in mente, perché sarebbe suonato come un tradimento della responsabilità democratica, sarebbe apparso come un tradimento del ruolo istituzionale di tutti coloro che ricoprono delle cariche pubbliche.
Se riflettiamo su questo aspetto, abbiamo la possibilità di cogliere quanto oggi si stia rischiando, a ogni tornata elettorale e, in particolare, a ogni tornata referendaria, di alimentare quella sfiducia nei confronti delle istituzioni e della partecipazione democratica che poi tutti a parole diciamo di voler superare. Se davvero vogliamo dare una prova concreta della nostra intenzione di riavvicinare i cittadini alle istituzioni e le istituzioni ai cittadini, di alimentare la fiducia nella partecipazione e nella democrazia rappresentativa, allora dobbiamo fare molta attenzione a non cedere alla tentazione dell'astuzia e della furbizia, quella di invitare i cittadini a non prendere parte alla consultazione referendaria, in questo modo utilizzando il vantaggio che deriva dal sommare al voto contrario l'astensione fisiologica di chi comunque non parteciperebbe alla votazione.
Credo che in questo decreto-legge purtroppo sia prevalsa la paura del voto dei cittadini, credo sia prevalso un atteggiamento di astuzia e di sfiducia verso la democrazia rappresentativa. Il nostro voto, purtroppo, alla fine non potrà che essere negativo. Però - come dicevo prima - c'è la possibilità di un appello, c'è la possibilità di dimostrare che in realtà questo Governo e questa maggioranza non hanno paura degli elettori e del voto dei cittadini. Dunque, quando arriveremo ai confronti referendari e quando ci sarà il momento del voto, inviterete anche voi i cittadini a manifestare liberamente le proprie convinzioni, pronunciandosi con un sì o con un no. (Applausi).
LISEI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LISEI (FdI). Signora Presidente, signora rappresentante del Governo, con questo decreto-legge - come hanno ricordato i colleghi - siamo intervenuti su alcuni elementi critici, che tra l'altro erano stati già introdotti in passato e sui quali qualcuno che parla dall'altra parte di questi banchi non era intervenuto. Sul problema degli scrutatori il Governo è giustamente intervenuto con due misure che prevedono l'aumento dei compensi degli scrutatori e l'innalzamento dell'età massima da 70 a 75 anni; questo dovrebbe favorire una maggiore partecipazione, perché il problema degli scrutatori è reale.
Con un emendamento, in Commissione abbiamo risolto un altro problema importante e significativo, quello delle liste uniche nei Comuni sotto i 15.000 abitanti. Ringrazio la Lega, che in passato si era fatta portatrice di un disegno di legge specifico, che però si era arenato. Il Governo ha inteso all'unanimità intervenire in maniera più pronta su un altro problema che riguarda la democrazia nel nostro Paese. Ringrazio ancora il Governo di centrodestra per aver mantenuto un impegno, quello di garantire il voto ai fuorisede, rispetto al quale qualcuno parla molto e fa poco.
Con questo provvedimento tale voto viene confermato, consentendo di votare fuori dal proprio Comune non soltanto ai fuorisede, ma anche ai lavoratori che lavorano fuori dal proprio Comune e alle persone che si recano nei nosocomi.
È quindi un provvedimento che interviene su punti sui quali mi è parso di intendere da tutti gli interventi di quest'Assemblea ci sia stata ampia condivisione.
C'è poi il tema di aver accorpato il referendum ai ballottaggi e, più in generale, il grande tema dei ballottaggi. Per quanto riguarda l'emendamento che abbiamo presentato come maggioranza per eliminare i ballottaggi per le liste che hanno superato il 40 per cento nei Comuni sopra i 15.000 abitanti, questa maggioranza, proprio a fronte degli stati d'ansia e dei turbamenti che si erano creati nella sinistra, per non voler rovinare il weekend pasquale alla sinistra, ha dato un segno di responsabilità ritirandolo. Resta ferma però la volontà di ripresentarlo attraverso i percorsi di legge ordinari, perché resta ferma la volontà ed anche la coerenza di una maggioranza che ha sempre ritenuto e continua a ritenere che i ballottaggi nei Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti rappresentino nella gran parte dei casi un problema. Rappresentano un problema perché sono uno sperpero di denaro, trattandosi di una tornata elettorale in più e nella maggior parte dei casi i cittadini che si recano ai ballottaggi sono in numero inferiore di quelli che si recano al primo turno. Inoltre spesso i sindaci che vengono eletti nei ballottaggi vengono eletti con un numero di voti inferiore a quelli espressi durante la prima tornata elettorale.
Fatemi dire una cosa sul punto; prendo atto che anche la sinistra ha mostrato consapevolezza rispetto a questo problema, perché nelle argomentazioni addotte contro l'accorpamento dei referendum ai ballottaggi si è detto che nei ballottaggi va a votare sempre meno gente. Quindi evidentemente anche la sinistra è consapevole che i ballottaggi sono ormai uno strumento che non voglio dire ostacola, ma sicuramente non consente alla democrazia di esprimersi in maniera piena. (Applausi).
Ringrazio i membri del Partito Democratico che sono intervenuti sostenendo questa tesi. Il tema dell'accorpamento dei ballottaggi al referendum fatto all'interno di questo provvedimento non c'entra niente con i ballottaggi e i referendum in sé. Francamente è un po' il colmo sentirsi dire che abbiamo paura del voto da chi ha perso più voti di quelli che ha mantenuto. (Applausi).
Si è evocata più volte la paura del voto; si è evocata talmente tanto che mi pare che chi ha veramente paura del voto è chi forse pensa già (e sta mettendo le mani avanti) di non essere in grado di convincere gli italiani su quei referendum che ha indetto. (Applausi). State parlando solo voi della paura del voto. Evidentemente avete paura voi che non vadano a votare a quei referendum. Ricordo che nei referendum nei quali c'è una forte partecipazione elettorale i cittadini vanno a votare. Forse voi pensate che i cittadini non siano sufficientemente intelligenti per capire le tesi che portate avanti su quei referendum. Ad ogni buon conto vi dico di stare sereni perché non abbiamo paura del voto e lo dico perché il provvedimento che stiamo esaminando non va incontro alla paura del voto. Potrei dire, riassumendo, che forse va più incontro al problema dell'ignoranza. Se è stato scelto di non accorpare la data del referendum al primo turno è per evitare che in molti casi alla fine dell'anno scolastico i nostri studenti interrompessero il percorso scolastico e perdessero dei giorni di scuola inutilmente. (Applausi). È stata fatta una scelta tecnica e abbiamo preferito consentire ai nostri studenti di studiare e di non interrompere il loro percorso.
Fra le due, quindi, forse abbiamo più paura dell'ignoranza, anche perché non vorremmo ritrovarci la maggior parte dei nostri studenti a fare gli influencer su Tik Tok e poi magari a finire nella lista di qualche partito che dice che abbiamo paura del voto. (Applausi). Ripeto, non c'è nessuna paura del voto. Affrontiamo questi voti a testa alta, come peraltro abbiamo affrontato gli ultimi voti amministrativi, che ci hanno visti vincere a Monfalcone con il 70 per cento e a Pordenone con il 54 per cento, con la grande serenità che questo centrodestra non ha mai paura di votare e questa è una delle ragioni per le quali voteremo a favore del provvedimento in esame.
Siamo felici del grande lavoro che sta facendo il Ministero e per questo ringrazio il sottosegretario Wanda Ferro (Applausi), perché garantire e regolare, in questo provvedimento, il voto agli studenti fuorisede comporta tutta una serie di responsabilità tecniche, amministrative e democratiche che questo Governo si è assunto, con l'impegno dei dirigenti, dei Sottosegretari e del Ministero intero. Ringrazio, quindi, il Ministero dell'interno, il sottosegretario Wanda Ferro e annuncio che voteremo favorevolmente a questo provvedimento. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato per effetto delle modifiche introdotte dalla Commissione, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025».
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
MENNUNI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MENNUNI (FdI). Signor Presidente, era il 16 aprile del 1973 quando si consumò la strage di Primavalle. In quella notte, Stefano e Virgilio Mattei, di 8 e 22 anni, perirono in un attentato incendiario provocato deliberatamente da ricchi figli della borghesia. Quell'attentato incendiario derivava dal fatto che il loro padre era il segretario della sezione Giarabub del quartiere Primavalle. Mario, che era il segretario, la moglie e alcuni dei figli riuscirono a salvarsi gettandosi dalla finestra, ma purtroppo il più piccolo di 8 anni perì, insieme al fratello ventiduenne. Ricorderemo tutti e rimarrà a segnare per sempre le nostre coscienze quella foto terribile del terrazzo in cui il fratello più piccolo era attaccato al fratello più grande.
Pensiamo poi alla follia di tutti quegli anni, che racconta di depistaggi. Ignobili resteranno tanti atti di quegli anni, come la lettera di solidarietà di Franca Rame a uno degli assassini, Achille Lollo, o come la campagna stampa di quei giorni, che tenta di accreditare la strada di una faida interna, finché poi vi fu una sentenza che invece andò a condannare in maniera definitiva Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo per quel feroce atto.
Quella coda di sangue della strage di Primavalle porterà due anni dopo all'omicidio di Mikis Mantakas a via Ottaviano, durante le concitate giornate del processo per la strage di Primavalle, poi al lento oblio per il quale questa sentenza si vide solo nel 2006, ma queste persone non hanno mai pagato davvero per quel vile atto.
Di quell'orrenda strage si perse memoria fino al 2003, quando due esponenti dell'allora municipio XIX di Roma, Federico Guidi e Marco Visconti, decisero di inaugurare un parco limitrofo a quella casa: ne ricordo ancora la bella cerimonia e anche lo sforzo che fu compiuto dal sindaco di allora, Walter Veltroni, per cercare di gettarsi alle spalle quell'era terribile e chiudere definitivamente la stagione dell'odio.
Stamane vi è stata una bella cerimonia, importante, cui hanno partecipato il presidente del Senato Ignazio La Russa e i rappresentanti della Regione, del Comune e del municipio stesso: vorrei ringraziarli tutti per il loro impegno nel realizzare un bellissimo murale con i visi e lo sguardo di Stefano e Virgilio Mattei, fortemente voluto dai consiglieri Oddo, Mariani e Torresi, perché - lo voglio ricordare - è proprio da quei territori che rimane ancor più vivida, perché vissuta, la memoria di quella terribile epoca.
Cari senatori, credo allora che lo sguardo di quei ragazzi che oggi possiamo rivedere in quel toccante murale ricordino a tutti noi che dobbiamo compiere azioni forti affinché mai più la cieca violenza di quegli anni - dovuta soltanto a motivi politici, che dovrebbero essere invece talmente alti da guidare come un faro l'azione di ciascuno di noi - possa ancora bagnare di sangue la nostra Italia. (Applausi. Congratulazioni).
NICITA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICITA (PD-IDP). Signor Presidente, qualche giorno fa, esattamente il 12 marzo, è stato emanato un decreto interministeriale, a firma congiunta da parte del ministro Giorgetti e del ministro Piantedosi, che riguarda l'applicazione del comma 755 dell'articolo 1 della scorsa legge di bilancio, che stanziava 5 milioni a sostegno dei Comuni sardi e siciliani che avessero determinate caratteristiche riconducibili a un fondo attivato nel 2020, al quale venivano aggiunte una serie di ulteriori caratteristiche e condizioni come un tetto minimo e un tetto massimo di popolazione.
Ebbene, sono rimasto sorpreso dall'esito di questo decreto interministeriale, perché leggendolo si osserva che, tra tutti i Comuni sardi e tutti i Comuni siciliani che potevano rispondere ai requisiti previsti dal comma 755 della legge di bilancio, uno solo li ha soddisfatti. Questo Comune fa parte del mio collegio elettorale, quindi, come dire, mi dà una certa soddisfazione, conoscendo le gravi problematiche che ci sono in Sicilia; tuttavia, siccome conosco quelle di altrettanto numerosi Comuni in Sicilia e in Sardegna, dal momento che il combinato disposto di tutte le condizioni portava all'esito di un solo Comune, che a quel punto sarebbe diventato destinatario da solo di tutti e cinque i milioni previsti dalla legge di bilancio, mi aspettavo che i due Ministri pensassero di modificare la norma, per cercare di includere altri Comuni e allargare la platea, perché il punto dell'iniziativa erano il sostegno ai Comuni, l'inclusione e la possibilità per molti di essi, che versano in una grave situazione finanziaria, di offrire servizi ai cittadini.
Invece, non soltanto i due Ministri hanno preso atto che solo il Comune di Avola, in provincia di Siracusa, rispondeva a questi requisiti (ripeto, un Comune della mia provincia di nascita), ma approvavano questo provvedimento.
Allora ho cercato di capire quali potessero essere state le condizioni, studiando la norma. Ebbene, ho scoperto che questa norma derivava da un emendamento presentato da un parlamentare di Fratelli d'Italia della provincia di Siracusa in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio alla Camera. E fin qui non c'è niente di particolare, se non la particolare abilità a disegnare condizioni così precise rispetto al proprio Comune di appartenenza, che infatti è Avola, di cui il parlamentare è anche consigliere comunale. Ma soprattutto osservavo il fatto che la sindaca di quel Comune, Avola, in provincia di Siracusa, risulta essere la sorella del parlamentare che ha presentato l'emendamento.
Noi quindi abbiamo un emendamento che definisce una serie di condizioni precise, individuando un unico Comune tra la Sicilia e la Sardegna. Questa norma è il risultato di un emendamento presentato da un parlamentare, la cui sorella è il sindaco di quel Comune: una coincidenza straordinaria che ci ricorda, più che il metodo di valutazione delle politiche, la fortuna delle lotterie.
Noi abbiamo presentato un'interrogazione, Presidente, perché, al di là del fatto specifico, viviamo ogni giorno (è successo ieri in Commissione bilancio) con la scarsità delle risorse da destinare a usi molto importanti, innanzitutto per i Comuni, ma anche per la sanità. Ieri abbiamo discusso a lungo in Commissione bilancio per riuscire a ottenere un milione di euro per le visite di screening per i tumori al seno delle donne per tutta l'Italia. Abbiamo problemi per il bonus psicologo. Non è possibile, allora, che si legiferi in Italia guardando ancora ad interessi super-specifici, senza che dietro ci sia un intervento politico razionale, ma soprattutto generando discriminazione e dando l'idea che, in fondo, il potere, quando ha l'arroganza per decidere, può anche disinteressarsi di questi principi. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 23 aprile 2025
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica mercoledì 23 aprile, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:
Auguri di buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie, anche a nome della Presidenza.
La seduta è tolta (ore 14,02).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 (1184-bis-B)
________________
N.B. Risultante dallo stralcio dell'articolo 23 del disegno di legge n. 1184. Cfr. Elenco cronologico dei Resoconti, seduta n. 218.
ARTICOLO 1 NEL TESTO FORMULATO DALLA COMMISSIONE IN SEDE REDIGENTE, IDENTICO AL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Art. 1.
1. Al fine di potenziare le attività di vigilanza, controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti e aeroporti e di garantire un tempestivo adeguamento dei servizi alle esigenze sanitarie derivanti dall'ingresso sul territorio nazionale dei pellegrini che parteciperanno al Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025, il Ministero della salute è autorizzato ad assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato con scadenza non oltre il 31 dicembre 2025, tre unità di personale con il profilo di dirigente sanitario medico e quindici unità di personale dell'area dei funzionari con il profilo di tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, che abbiano già prestato servizio presso il Ministero medesimo sino al 31 dicembre 2023, per almeno quindici mesi, con contratti di lavoro a tempo determinato ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. Per l'attuazione del presente comma è autorizzata una spesa, per l'anno 2025, pari a euro 848.623 per il personale, a euro 24.948 per l'erogazione dei buoni pasto e a euro 60.946 per la corresponsione dei compensi per prestazioni di lavoro straordinario.
2. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 1, pari complessivamente a euro 934.517 per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
________________
N.B. Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.
DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025 (1425)
ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 1.
1. Il decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
________________
N.B. Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.
ALLEGATO RECANTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Dopo l'articolo 1 sono inseriti i seguenti:
« Art. 1-bis. - (Disposizioni per la validità delle elezioni amministrative che si svolgono nell'anno 2025 nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti in caso di ammissione di una sola lista) - 1. Limitatamente all'anno 2025, per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in deroga a quanto previsto dalle disposizioni di cui all'articolo 71, comma 10, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Qualora non siano raggiunte tali percentuali, l'elezione è nulla. Per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune non si tiene conto degli elettori iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) che non abbiano esercitato il diritto di voto.
Art. 1-ter. - (Disposizioni urgenti in materia di composizione degli uffici elettorali) - 1. All'articolo 38 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a), la parola: "settantesimo" è sostituita dalla seguente: "settantacinquesimo";
b) è aggiunta, in fine, la seguente lettera:
"f-bis) i dipendenti delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico regionale e locale, di cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422".
2. All'articolo 23 del testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, è aggiunta, in fine, la seguente lettera:
"f-bis) i dipendenti delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico regionale e locale, di cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422" ».
All'articolo 2, dopo il comma 8 è inserito il seguente:
« 8-bis. Entro centottanta giorni dallo svolgimento delle consultazioni referendarie relative all'anno 2025, il Ministero dell'interno trasmette alle Camere una relazione sui dati rilevati in applicazione della disciplina sperimentale disposta dal presente articolo, con l'indicazione analitica e sintetica dei dati di affluenza alle sezioni elettorali speciali di cui al comma 6 e la valutazione dell'impatto delle misure in termini di maggiore partecipazione elettorale, anche in relazione al connesso impegno organizzativo e finanziario ».
Dopo l'articolo 2 è inserito il seguente:
« Art. 2-bis. - (Modifica alla disciplina in materia di indicazioni di genere nelle liste elettorali) - 1. Al testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 5, primo comma:
1) all'alinea, le parole: ", distinte per uomini e donne," sono soppresse;
2) la lettera a) è sostituita dalla seguente:
"a) il cognome e il nome";
b) all'articolo 8, primo comma, le parole: ", distinto per uomini e donne,", ovunque ricorrono, sono soppresse;
c) all'articolo 16, il secondo comma è sostituito dal seguente:
"Gli elenchi sono formati in duplice copia" ».
All'articolo 4, comma 1, dopo le parole: « 55, secondo comma, del » sono inserite le seguenti: « testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al ».
ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Articolo 1.
(Disposizioni urgenti per il prolungamento delle operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie relative all'anno 2025 e per il loro eventuale abbinamento)
1. Le operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie relative all'anno 2025, ad esclusione di quelle già indette alla data di entrata in vigore del presente decreto, si svolgono, in deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 399, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, e nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15.
2. In caso di contemporaneo svolgimento, nell'anno 2025, di consultazioni referendarie di cui all'articolo 75 della Costituzione e di un turno di votazione delle elezioni amministrative, anche quando disciplinate da norme regionali, per gli adempimenti comuni e per il funzionamento degli uffici elettorali di sezione si applicano le disposizioni in vigore per i predetti referendum. La composizione degli uffici elettorali di sezione in cui si svolgono anche le votazioni per le elezioni amministrative e l'entità degli onorari fissi forfettari spettanti ai relativi componenti sono determinate dalla normativa per le elezioni amministrative, ferma restando l'entità delle maggiorazioni previste dall'articolo 1, commi 3 e 5, lettera b), della legge 13 marzo 1980, n. 70, con riferimento al tipo di consultazioni che si effettuano contemporaneamente. Appena completate le operazioni di votazione e quelle di riscontro dei votanti per ogni consultazione, si procede alle operazioni di scrutinio dei referendum e successivamente, senza interruzioni, a quelle relative alle elezioni amministrative. Lo scrutinio relativo alle elezioni circoscrizionali è rinviato alle ore 9 del martedì. Le spese derivanti dall'attuazione di adempimenti comuni ai referendum e alle elezioni amministrative sono proporzionalmente ripartite tra lo Stato e gli altri enti interessati in base al numero delle consultazioni di rispettiva pertinenza.
3. Ferme restando le maggiorazioni previste per la contemporanea effettuazione di più consultazioni, limitatamente alle consultazioni elettorali che nel corso dell'anno 2025 si svolgono su due giorni non abbinate ai referendum previsti dall'articolo 75 della Costituzione, ai componenti degli uffici elettorali di sezione e dei seggi speciali di cui all'articolo 9 della legge 23 aprile 1976, n. 136, spettano gli onorari fissi forfettari di cui all'articolo 1, commi 1, 2 e 4, della legge 13 marzo 1980, n. 70, aumentati del 15 per cento.
4. Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a euro 2.596.046 per l'anno 2025, si provvede mediante utilizzo delle risorse del fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
EMENDAMENTI
1.1
Giorgis, Parrini, Meloni, Valente
Respinto
Al comma 1, dopo il primo periodo inserire il seguente: "Le consultazioni referendarie si svolgono in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative.".
1.2
Respinto
Dopo il comma 1 inserire il seguente: "1-bis. Le consultazioni referendarie, relative all'anno 2025, si svolgono contemporaneamente con il primo turno di votazione delle elezioni amministrative.".
1.3
Respinto
Al comma 2 sostituire il primo capoverso con il seguente:
"In caso di contemporaneo svolgimento, nell'anno 2025, di consultazioni referendarie di cui all'articolo 75 della Costituzione e di elezioni amministrative, anche quando disciplinate da norme regionali, le consultazioni referendarie si svolgono in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative e per gli adempimenti comuni e per il funzionamento degli uffici elettorali di sezione si applicano le disposizioni in vigore per i predetti referendum."
1.4
Giorgis, Parrini, Meloni, Valente
Respinto
Al comma 2, primo periodo, dopo le parole: "norme regionali," inserire le seguenti: "le consultazioni referendarie si svolgono in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative e".
1.200
Respinto
Apportare le seguenti modificazioni:
a) al comma 3 sostituire le parole: "15 per cento" con le seguenti: "20 per cento";
b) sostituire il comma 4 con il seguente: "Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a euro 3.461.395 per l'anno 2025, si provvede:
1) quanto a euro 2.596.046 per l'anno 2025 mediante utilizzo delle risorse del fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
2) quanto a euro 856.349 per l'anno 2025 mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.".
1.9
Respinto
Dopo il comma 4 inserire il seguente:
"4-bis. "In via sperimentale per le operazioni di votazione di cui al comma 1, i rappresentanti di lista che intendano votare nella sezione in cui esercitano le loro funzioni ne danno comunicazione al presidente di sezione, sottoscrivendo apposita dichiarazione, che viene trasmessa all'Ufficio elettorale centrale del comune in cui il rappresentante di lista risulta iscritto nelle liste elettorali, al fine di garantire il corretto svolgimento delle operazioni elettorali e l'unicità dell'esercizio del voto.".
ARTICOLI DA 1-BIS A 2 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Articolo 1-bis.
(Disposizioni per la validità delle elezioni amministrative che si svolgono nell'anno 2025 nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti in caso di ammissione di una sola lista)
1. Limitatamente all'anno 2025, per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in deroga a quanto previsto dalle disposizioni di cui all'articolo 71, comma 10, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Qualora non siano raggiunte tali percentuali, l'elezione è nulla. Per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune non si tiene conto degli elettori iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) che non abbiano esercitato il diritto di voto.
Articolo 1-ter.
(Disposizioni urgenti in materia di composizione degli uffici elettorali)
1. All'articolo 38 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a), la parola: « settantesimo » è sostituita dalla seguente: « settantacinquesimo »;
b) è aggiunta, in fine, la seguente lettera:
« f-bis) i dipendenti delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico regionale e locale, di cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 ».
2. All'articolo 23 del testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, è aggiunta, in fine, la seguente lettera:
« f-bis) i dipendenti delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico regionale e locale, di cui al decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 ».
Articolo 2.
(Disciplina sperimentale per l'esercizio del diritto di voto da parte degli elettori fuori sede in occasione delle consultazioni referendarie ex articolo 75 della Costituzione relative all'anno 2025)
1. In occasione delle consultazioni referendarie relative all'anno 2025, gli elettori che per motivi di studio, lavoro o cure mediche sono temporaneamente domiciliati, per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento delle predette consultazioni referendarie, in un comune situato in una provincia diversa da quella in cui si trova il comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, di seguito denominati elettori fuori sede, possono esercitare il diritto di voto con le modalità previste dal presente articolo.
2. Gli elettori fuori sede possono presentare personalmente, tramite persona delegata o mediante l'utilizzo di strumenti telematici, domanda al comune ove sono temporaneamente domiciliati per l'ammissione al voto nel medesimo comune. La domanda è presentata almeno trentacinque giorni prima della data prevista per lo svolgimento della consultazione ed è revocabile, con le stesse forme previste dal primo periodo, entro il venticinquesimo giorno antecedente la medesima data.
3. Alla domanda presentata ai sensi del comma 2, nella quale devono essere indicati l'indirizzo completo del temporaneo domicilio e, ove possibile, un recapito di posta elettronica, sono allegati copia di un documento di riconoscimento in corso di validità e della tessera elettorale personale nonché la certificazione o altra documentazione attestante la condizione di elettore fuori sede secondo quanto previsto dal comma 1.
4. Ricevuta la domanda di cui al comma 2, entro il ventesimo giorno antecedente la data della consultazione, il comune di temporaneo domicilio acquisisce dal comune di residenza la comunicazione sul possesso da parte dell'elettore fuori sede del diritto di elettorato attivo. L'ufficiale elettorale del comune di residenza annota nella lista elettorale sezionale nella quale è iscritto l'elettore fuori sede che quest'ultimo eserciterà il voto per le consultazioni referendarie in altro comune.
5. Entro il quinto giorno antecedente la data della consultazione, il comune di temporaneo domicilio rilascia all'elettore fuori sede, anche mediante l'utilizzo di strumenti telematici, un'attestazione di ammissione al voto con l'indicazione del numero e dell'indirizzo della sezione presso cui votare.
6. Per consentire l'espressione del voto degli elettori fuori sede, i comuni sono autorizzati ad istituire sezioni elettorali speciali nel numero di una sezione elettorale per ogni ottocento elettori fuori sede ammessi al voto, distribuendo le frazioni eccedenti il predetto limite numerico in elenchi aggiunti alle liste delle sezioni ordinarie, in numero non superiore, ove possibile, al dieci per cento rispetto al numero di elettori iscritti nella sezione. Tale modalità di distribuzione tra le sezioni ordinarie si applica, altresì, nei comuni in cui il numero di ammissioni al voto è inferiore al predetto limite numerico. Le liste elettorali delle sezioni speciali e le liste aggiunte a quelle delle sezioni ordinarie sono vistate dalla competente commissione elettorale circondariale.
7. Il presidente della sezione elettorale speciale è nominato dal sindaco, preferibilmente tra gli iscritti all'albo delle persone idonee tenuto presso la cancelleria della competente corte d'appello. Il sindaco provvede anche alla nomina degli altri componenti preferibilmente tra gli iscritti all'albo delle persone idonee all'ufficio di scrutatore elettorale tenuto dal comune ai sensi della legge 8 marzo 1989, n. 95. Ove necessario, il sindaco nomina il presidente e gli altri componenti della sezione speciale anche tra gli elettori che hanno presentato istanza di voto fuori sede ai sensi del comma 2 e che hanno manifestato, anche al momento della presentazione della domanda, la disponibilità alla nomina. Ai componenti dei seggi speciali spettano gli onorari fissi forfettari di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 13 marzo 1980, n. 70.
8. Gli elettori fuori sede di cui al comma 1 votano previa esibizione, oltre che di un valido documento di riconoscimento e della tessera elettorale personale, dell'attestazione di ammissione al voto rilasciata ai sensi del comma 5.
8-bis. Entro centottanta giorni dallo svolgimento delle consultazioni referendarie relative all'anno 2025, il Ministero dell'interno trasmette alle Camere una relazione sui dati rilevati in applicazione della disciplina sperimentale disposta dal presente articolo, con l'indicazione analitica e sintetica dei dati di affluenza alle sezioni elettorali speciali di cui al comma 6 e la valutazione dell'impatto delle misure in termini di maggiore partecipazione elettorale, anche in relazione al connesso impegno organizzativo e finanziario.
9. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo, pari a euro 3.153.860 per l'anno 2025, si provvede mediante utilizzo delle risorse del fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
EMENDAMENTI
2.2
Respinto
Al comma 7, apportare le seguenti modificazioni:
a) al primo e secondo periodo, sopprimere la parola: "preferibilmente";
b) sopprimere il terzo periodo.
2.4
Naturale, Maiorino, Cataldi, Gaudiano
Respinto
Dopo il comma 8 inserire il seguente:
"8-bis. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai referendum previsti dall'articolo 138 della Costituzione, indetti a decorrere dall'anno 2025".
ARTICOLI 2-BIS E 3 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Articolo 2-bis.
(Modifica alla disciplina in materia di indicazioni di genere nelle liste elettorali)
1. Al testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 5, primo comma:
1) all'alinea, le parole: « , distinte per uomini e donne, » sono soppresse;
2) la lettera a) è sostituita dalla seguente:
« a) il cognome e il nome »;
b) all'articolo 8, primo comma, le parole: « , distinto per uomini e donne, », ovunque ricorrono, sono soppresse;
c) all'articolo 16, il secondo comma è sostituito dal seguente:
« Gli elenchi sono formati in duplice copia ».
Articolo 3.
(Potenziamento delle misure in materia di digitalizzazione dei sistemi elettorali)
1. Ai fini del potenziamento delle prestazioni dei servizi erogati dal Sistema Informativo Elettorale (SIEL) del Ministero dell'interno e del relativo innalzamento dei livelli di resilienza da intromissioni malevole esterne, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo con uno stanziamento di euro 800.000 per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a euro 800.000 per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, si provvede mediante utilizzo delle risorse di cui all'articolo 40 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
3. Al fine di rafforzare il processo di trasformazione digitale nei servizi elettorali, nell'ambito del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno è istituita una posizione dirigenziale di livello non generale con corrispondente incremento della dotazione organica dei dirigenti di seconda fascia dei ruoli del predetto Ministero a decorrere dal 1° ottobre 2025. Conseguentemente il Ministero dell'interno è autorizzato ad assumere a tempo indeterminato, con decorrenza non anteriore al 1° ottobre 2025, in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali, un dirigente di seconda fascia dell'Area Funzioni centrali, previo svolgimento delle procedure di mobilità, mediante l'indizione di apposite procedure concorsuali pubbliche o lo scorrimento delle vigenti graduatorie di concorsi pubblici. A tal fine, è autorizzata la spesa di euro 44.942 per l'anno 2025 e di euro 179.768 annui a decorrere dall'anno 2026.
4. Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a euro 44.942 per l'anno 2025 ed euro 179.768 annui a decorrere dall'anno 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2025-2027, nell'ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2025, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'interno.
EMENDAMENTI
3.1
Respinto
Sostituire i commi 3 e 4 con i seguenti:
"3. Allo scopo di introdurre, per le consultazioni elettorali politiche, regionali, amministrative ed europee nonché per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, la sperimentazione di modalità di espressione del voto per il tramite di un certificato elettorale digitale, interoperabile con l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) di cui all'articolo 62 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ai fini del successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Fondo, con una dotazione pari ad un milione di euro per l'anno 2025. La sperimentazione è realizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per la trasformazione digitale, in collaborazione con il Ministero dell'interno, d'intesa con l'Autorità politica delegata in materia di disabilità al fine di favorirne e semplificarne l'accesso alle persone con disabilità. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'Interno e dell'Autorità politica delegata in materia di disabilità, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti i criteri di utilizzo del Fondo di cui al presente comma e della relativa sperimentazione secondo modalità che garantiscano la personalità, la libertà e la segretezza del voto.
4. Agli oneri derivanti dall'attuazione del comma 3, pari a 1 milione di euro per l'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307."
3.2
Respinto
Sostituire i commi 3 e 4 con i seguenti:
"3. Al fine di favorire la massima partecipazione dei cittadini alle consultazioni elettorali e referendarie e di ridurre i disagi causati dalle interruzioni didattiche ad esse connessi, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ai fini del successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, è istituito il Fondo per il voto anticipato e presidiato, con una dotazione pari ad un milione di euro per l'anno 2025, allo scopo di introdurre in via sperimentale, per le consultazioni elettorali politiche, regionali, amministrative ed europee nonché per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, modalità di espressione del voto che ne consentano l'anticipo e il presidio presso sedi, diverse dagli istituti scolastici, appositamente abilitate o autorizzate per il tramite di un certificato elettorale digitale, interoperabile con l'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) di cui all'articolo 62 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, di una apposita applicazione informatica.
4. L'applicazione informatica di cui al comma 1 è realizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per la trasformazione digitale, in collaborazione con il Ministero dell'Interno, d'intesa con l'Autorità politica delegata in materia di disabilità al fine di favorirne e semplificarne l'accesso alle persone con disabilità,
5. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno e dell'Autorità politica delegata in materia di disabilità, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri di utilizzo del Fondo di cui al comma 1 e della relativa sperimentazione secondo modalità che garantiscano la personalità, la libertà e la segretezza del voto.".
3.3
Respinto
Apportare le seguenti modificazioni:
a) sostituire il comma 3 con il seguente: "3. Il Fondo per il voto elettronico di cui all'articolo 1, comma 627, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, è finanziato di 1 milione di euro per l'anno 2025. Il termine di cui all'articolo 1, comma 628, primo periodo, della predetta legge, è differito al 30 giugno 2025.";
b) al comma 4, sostituire le parole: "pari a euro 44.942 per l'anno 2025 ed euro 179.768 annui a decorrere dall'anno 2026," con le seguenti, "pari a 1 milione di euro per l'anno 2025,".
ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Articolo 4.
(Sottoscrizione delle liste di candidati da parte degli elettori impossibilitati ad apporre la firma autografa)
1. In occasione delle consultazioni elettorali, la sottoscrizione delle liste di candidati può essere effettuata con le modalità previste dall'articolo 20, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, dall'elettore che non è in grado di apporre una firma autografa, per certificata impossibilità derivante da un grave impedimento fisico di cui all'articolo 55, secondo comma, del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22.
2. Il documento informatico con la relativa sottoscrizione digitale, generato ai sensi del comma 1, è consegnato su supporto digitale agli uffici preposti alla ricezione delle candidature corredato da certificazione medica attestante il grave impedimento fisico o la condizione per esercitare il voto domiciliare.
EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO
4.200
Castellone, Maiorino, Cataldi, Gaudiano
Respinto
Apportare le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, sopprimere le parole: «, dall'elettore » fino alla fine del comma;
b) sopprimere il comma 2.
4.201
Castellone, Maiorino, Cataldi, Gaudiano
Respinto
Al comma 2 dopo le parole "voto domiciliare" inserire le seguenti: "o corredato da autocertificazione recante la dichiarazione di trovarsi in una delle condizioni previste dall'articolo 55, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 o dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22".
G4.200
Castellone, Maiorino, Cataldi, Gaudiano
V. testo 2
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge dell'A.S. 1425 recante "Conversione in legge del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025",
premesso che:
il 29 gennaio scorso è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la sentenza 3/2025 della Corte Costituzionale che dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 9, terzo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale) e dell'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale) "nella parte in cui non prevedono per l'elettore, che non sia in grado di apporre una firma autografa per certificata impossibilità derivante da un grave impedimento fisico o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare, la possibilità di sottoscrivere un documento informatico con firma elettronica qualificata, cui è associato un riferimento temporale validamente opponibile ai terzi";
il 25 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per l'attestazione dell'operatività della Piattaforma per la raccolta delle firme espresse nell'ambito dei referendum, di cui all'articolo 1, commi 341 e seguenti, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e che questa ha già consentito la raccolta di centinaia di migliaia di firme per la presentazione di quesiti referendari il cui voto è previsto l'8 e 9 giugno 2025,
impegna il Governo a:
informare debitamente, nei luoghi fisici e siti internet istituzionali oltre che sui canali del servizio pubblico radiotelevisivo, la cittadinanza interessata dalle prossime tornate elettorali amministrative della possibilità, per le persone con disabilità al centro della sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2025, di poter avanzare la propria candidatura nonché la possibilità di sottoscrizione digitale di candidature e/o liste elettorali del proprio comune con firma digitale;
valutare la fattibilità tecnica di utilizzare per le finalità di cui al precedente impegno, anche per motivi di semplificazione e gratuità delle operazioni, la piattaforma per la raccolta digitale delle sottoscrizioni in materia di referendum e di proposte di legge di iniziativa popolare già in funzione;
valutare l'opportunità, inter alia, di poter estendere la possibilità di sottoscrizione digitale alla totalità degli aventi diritto di elettorato attivo e passivo in Italia a partire dalle elezioni amministrative del maggio 2025 o le elezioni regionali previste per l'autunno prossimo.
G4.200 (testo 2)
Castellone, Maiorino, Cataldi, Gaudiano
Accolto
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge dell'A.S. 1425 recante "Conversione in legge del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025",
premesso che:
il 29 gennaio scorso è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la sentenza 3/2025 della Corte Costituzionale che dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 9, terzo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale) e dell'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale) "nella parte in cui non prevedono per l'elettore, che non sia in grado di apporre una firma autografa per certificata impossibilità derivante da un grave impedimento fisico o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare, la possibilità di sottoscrivere un documento informatico con firma elettronica qualificata, cui è associato un riferimento temporale validamente opponibile ai terzi";
il 25 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per l'attestazione dell'operatività della Piattaforma per la raccolta delle firme espresse nell'ambito dei referendum, di cui all'articolo 1, commi 341 e seguenti, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 e che questa ha già consentito la raccolta di centinaia di migliaia di firme per la presentazione di quesiti referendari il cui voto è previsto l'8 e 9 giugno 2025,
impegna il Governo a:
informare debitamente, nei luoghi fisici e siti internet istituzionali oltre che sui canali del servizio pubblico radiotelevisivo, la cittadinanza interessata dalle prossime tornate elettorali amministrative della possibilità, per le persone con disabilità al centro della sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2025, di poter avanzare la propria candidatura nonché la possibilità di sottoscrizione digitale di candidature e/o liste elettorali del proprio comune con firma digitale;
ritenere applicabile la modalità di sottoscrizione delle liste riferita alle persone con disabilità interessate dalla disposizione in questione anche ai fini della sottoscrizione della dichiarazione di accettazione della candidatura da parte delle medesime persone.
ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE
Articolo 5.
(Entrata in vigore)
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Allegato B
Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 1184-bis-B
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 1425
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di
legge in titolo e i relativi emendamenti, trasmessi dall'Assemblea, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo sul testo.
In relazione agli emendamenti, esprime parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.200, 2.4 e 3.2.
Il parere è di semplice contrarietà, sull'emendamento 3.1.
Sui restanti emendamenti, il parere è non ostativo.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:
Disegno di legge n. 1184-bis-B:
sulla votazione finale, il senatore Gasparri avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Disegno di legge n. 1425:
sulla votazione finale, la senatrice Musolino avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borghese, Borgonzoni, Butti, Calenda, Camusso, Castelli, Cattaneo, Cosenza, Crisanti, De Poli, De Priamo, Durigon, Fazzolari, Galliani, Garavaglia, Giacobbe, Guidi, Iannone, La Pietra, Marti, Meloni, Mirabelli, Monti, Morelli, Nastri, Orsomarso, Ostellari, Parrini, Rauti, Rubbia, Scurria, Segre e Sisto.
.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Borghi Claudio, Borghi Enrico, Mieli, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Casini, per attività dell'Unione interparlamentare.
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
Presidente del Consiglio dei ministri
Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica
Ministro dell'economia e delle finanze
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza (1463)
(presentato in data 16/04/2025)
C.2281 approvato dalla Camera dei deputati.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatore Gasparri Maurizio
Istituzione del Ministero per il cinema, gli audiovisivi e il digitale (1464)
(presentato in data 16/04/2025);
senatore Lorefice Pietro
Misure urgenti in favore dei lavoratori socialmente utili e delega al Governo per la loro stabilizzazione occupazionale e il riconoscimento del diritto alla pensione (1465)
(presentato in data 16/04/2025).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
2ª Commissione permanente Giustizia
Sen. Franceschini Dario
Disposizioni in materia di cognome (1438)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
(assegnato in data 16/04/2025).
In sede referente
3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa
Gov. Meloni-I: Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani Antonio ed altri
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Uzbekistan sulla cooperazione di polizia, fatto a Roma l'8 giugno 2023 (1446)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
(assegnato in data 16/04/2025);
3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa
Gov. Meloni-I: Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani Antonio ed altri
Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate a pene privative della libertà personale tra la Repubblica italiana e lo Stato della Libia, fatto a Palermo il 29 settembre 2023 (1447)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
(assegnato in data 16/04/2025);
3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa
Gov. Meloni-I: Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani Antonio ed altri
Adesione al Protocollo emendativo della Convenzione relativa alle infrazioni e taluni altri atti commessi a bordo di aeromobili, fatto a Montréal il 4 aprile 2014 (1448)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
(assegnato in data 16/04/2025);
8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
Gov. Meloni-I: Presidente del Consiglio dei ministri Meloni Giorgia, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin Gilberto ed altri
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza (1463)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali, Comitato per la legislazione
C.2281 approvato dalla Camera dei deputati
(assegnato in data 16/04/2025).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 16/04/2025 la 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Conversione in legge del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2025" (1425)
(presentato in data 19/03/2025)
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro della difesa, con lettera del 15 aprile 2025, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 - lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 19/2024, relativo alla prosecuzione dei già avviati ed approvati programmi di A/R n. SMD 03/2020 e SMD 37/2021, finalizzati alla progressiva implementazione di suite operative "Multi-Missione Multi-Sensore" (MMMS) su piattaforma condivisa Gulfstream G550 "Green" base JAMMS (n. 264).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 3ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 40 giorni dall'assegnazione. La 5ª Commissione permanente potrà formulare le proprie osservazioni alla 3ª Commissione permanente in tempo utile rispetto al predetto termine.
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un piano d'azione europeo per la siderurgia e la metallurgia (COM(2025) 125 definitivo), alla 9a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente.
Governo, trasmissione di sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea. Deferimento
Il Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso, in data 10 aprile 2025, le seguenti sentenze e ordinanze della Corte di giustizia dell'Unione europea, relative a cause in cui la Repubblica italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 144-ter del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni:
Sentenza della Corte (Sesta sezione) del 27 marzo 2025, causa C-515/23, Commissione europea contro Repubblica italiana. Inadempimento di uno Stato - Trattamento delle acque reflue urbane - Direttiva 91/271/CEE - articoli 4, 5 e 10 - Inquinamento di aree sensibili - Impianti di trattamento delle acque reflue urbane - Sentenza della Corte che constata un inadempimento - Mancata esecuzione - Articolo 260, paragrafo 2, TFUE - Sanzioni pecuniarie - Penalità - Somma forfettaria - alla 2a, alla 4a, e alla 8a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 61);
Sentenza della Corte (Terza sezione) del 13 marzo 2025, cause riunite C-746/23 e C-747/23, Cividale SpA, Flag Srl (C-746/23), Duferco Italia Holding SpA, Duferco Sertubi SpA (C-747/23) contro Ministero dello sviluppo economico, nei confronti di: Fonderia di Torbole SpA. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato. Aiuti concessi dagli Stati - Nozione di "aiuto" - Normativa nazionale che prevede la concessione di una misura a favore di imprese che operano nel settore delle fonderie d'acciaio in caso di chiusura parziale o totale dei loro siti produttivi - Contributo finanziario - Vantaggio - alla 2a, alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 62);
Ordinanza della Corte (Nona sezione) del 6 marzo 2025, causa C-163/23, Governo della Repubblica italiana contro UX. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Giudice di pace di Bologna. Articolo 53, paragrafo 2, e articolo 94 del regolamento di procedura della Corte - Requisito relativo alla presentazione dei motivi che giustifichino la necessità di un'interpretazione di determinate disposizioni del diritto dell'Unione da parte della Corte - Mancanza di precisazioni sufficienti - Irricevibilità manifesta - Magistrati onorari - Interpretazione dell'articolo 7 della direttiva 2003/88/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro delle clausole 2 e 4 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 che figura in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato nonché dell'articolo 31, paragrafo 2, e dell'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea - alla 2a, alla 4a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 63);
Sentenza della Corte (Quinta sezione) del 20 marzo 2025, cause riunite C-728/22, C-729/22 e C-730/22, Associazione Nazionale Italiana Bingo - Anib, Play Game Srl (C-728/22), Associazione Concessionari Bingo - Ascob Srl e altri (C-729/22), Coral Srl (C-730/22) contro Ministero dell'economia e delle finanze, Agenzia delle dogane e dei monopoli, in presenza di: B.E. Srl e altri. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato. Direttiva 2014/23/UE - Concessioni per l'attività di gestione dei giochi e di raccolta di scommesse - Articolo 43 - Modifica apportata ad una concessione in corso di esecuzione - Normativa nazionale che prevede il pagamento, da parte dei concessionari, di un canone mensile dovuto per la proroga della durata di validità delle concessioni - Compatibilità - Articolo 5 - Obbligo per gli Stati membri di conferire all'amministrazione aggiudicatrice il potere di avviare, su domanda di un concessionario, un procedimento volto a modificare le condizioni di esercizio di una concessione, qualora eventi imprevedibili e indipendenti dalla volontà delle parti incidano in modo significativo sul rischio operativo della concessione stessa - Insussistenza - alla 2a, alla 4a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 64).
Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel periodo dal 1° al 15 aprile 2025, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 - atti e documenti dell'Unione europea.
Nel medesimo periodo, la Commissione europea ha inviato atti e documenti da essa adottati.
L'elenco dei predetti atti e documenti, disponibili presso l'Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea, è trasmesso alle Commissioni permanenti.
Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento
La Corte costituzionale ha trasmesso, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, la seguente sentenza, che è deferita, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia:
sentenza n. 43 del 24 febbraio 2025, depositata il successivo 15 aprile 2025, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, commi 1, lettera c), e 2, del decreto-legge 28 novembre 1988, n. 511 (Disposizioni urgenti in materia di finanza regionale e locale), convertito, con modificazioni, nella legge 27 gennaio 1989, n. 20, come sostituito dall'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 2 febbraio 2007, n. 26 (Attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità) (Doc. VII, n. 119), alla 1a, alla 2a, alla 4a, alla 6a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente.
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
Il signor Giovanni Fiorillo da Napoli chiede norme più restrittive in materia di gioco d'azzardo legale e iniziative per risarcire le persone danneggiate dalla ludopatia (Petizione n. 1225, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 6a e 10a);
il signor Gianpaolo Penco da Trieste chiede nuove norme in materia di Corpo militare volontario e infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana (Petizione n. 1226, assegnata alla 3a Commissione permanente);
il signor Massimo Torre da Genova chiede:
- la revisione delle norme relative all'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) (Petizione n. 1227, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- la modifica dell'articolo 38 della Costituzione volta a rafforzare le tutele a favore delle persone in condizione di necessità (Petizione n. 1228, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Antonio Sorrento, Presidente dell'Associazione P.I.N. (Partite IVA Nazionali), chiede una proroga immediata dell'obbligo - di cui all'articolo 1, comma 101, primo periodo, della legge 30 dicembre 2023, n. 213 - per tutte le aziende iscritte al registro delle imprese di stipulare una polizza assicurativa per i danni da calamità naturali ed eventi catastrofali e, contestualmente, l'avvio di un tavolo di confronto volto alla revisione della norma (Petizione n. 1229, assegnata alla 9a Commissione permanente);
il signor Roberto Di Gaetano da Vecchiano (Pisa) chiede disposizioni volte a prevedere le dimissioni obbligatorie dei titolari di cariche pubbliche in caso di condanna penale o rinvio a giudizio per reati di particolare gravità (Petizione n. 1230, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Lorenzo Zanellato da Adria (Rovigo) e numerosi altri cittadini chiedono:
- disposizioni volte a consentire a tutti i cittadini l'utilizzo dei nuovi servizi digitali, anche prevedendo la sostituzione del sistema digitale con modalità fisiche (Petizione n. 1231, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro al fine di perseguire l'obiettivo della piena occupazione (Petizione n. 1232, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- disposizioni severe di contrasto al fenomeno dei femminicidi (Petizione n. 1233, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Luca Di Leva da Lecce chiede che siano rimosse le disparità di trattamento tra i docenti delle classi di concorso A e gli insegnanti tecnico pratici delle classi di concorso B (Petizione n. 1234, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Marcello Stanca da Firenze chiede disposizioni volte a limitare la diffusione di dati personali a scopi pubblicitari su internet o, in alternativa, ad introdurre un compenso per la relativa cessione a operatori commerciali in rete (Petizione n. 1235, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 1a e 8a);
la signora Maria Mauro da Roma chiede disposizioni volte alla riduzione dello sfruttamento del suolo attraverso l'individuazione nell'edificato esistente di aree, spazi e superfici da utilizzare a fini abitativi (Petizione n. 1236, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Alberto Pratesi da Lecce chiede modifiche alla Costituzione volte a limitare l'autonomia della magistratura e ad introdurre l'elezione diretta del Presidente della Repubblica (Petizione n. 1237, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Eraldo Stefani da Firenze chiede che non venga approvato il disegno di legge costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati (Petizione n. 1238, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Aniello Traino da Neirone (Genova) propone una serie di soluzioni di pace al conflitto in Ucraina, anche con riguardo al procedimento di adesione alla NATO (Petizione n. 1239, assegnata alla 3a Commissione permanente);
il signor Giorgio Ledda da Quartacciu (Cagliari) chiede disposizioni volte a prevedere la riduzione dell'orario di lavoro, a parità di stipendio, a partire dai sessanta anni di età (Petizione n. 1240, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Michele Rebi da Gemona del Friuli (Udine) chiede disposizioni in materia di assegnazione di compiti a casa agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (Petizione n. 1241, assegnata alla 7a Commissione permanente);
le signore Dorina Firica da Empoli (Firenze) e Dalia Riccucci da Santa Croce sull'Arno (Pisa) chiedono la proroga e contestuale accelerazione delle procedure di assunzione dalla graduatoria OSS 109/2021 Estar Toscana (Petizione n. 1242, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Alessandro Fecarotta da Palermo chiede disposizioni volte al riconoscimento giuridico e professionale della figura dell'Autista soccorritore del Servizio di Urgenza Emergenza Sanitaria 118 (Petizione n. 1243, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Raffaele Bencivenga da Napoli chiede disposizioni in materia di diritto alla vita degli embrioni crioconservati nei laboratori italiani (Petizione n. 1244, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Luciano Battaglini da Trani chiede disposizioni in materia di furti d'auto, ricettazione di pezzi di ricambio e violazioni del codice della strada, con particolare riguardo alla previsione dell'obbligo di installazione sugli autoveicoli di particolari dispositivi elettronici (Petizione n. 1245, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Massimo Torre da Genova chiede disposizioni volte a rafforzare l'efficacia delle disposizioni di cui all'articolo 1129 del codice civile in materia di nomina, revoca ed obblighi dell'amministratore di condominio (Petizione n. 1246, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Daniele Fantaccione da Pontecorvo (Frosinone) chiede disposizioni urgenti a tutela dei lavoratori ultracinquantenni in condizione di disoccupazione (Petizione n. 1247, assegnata alla 10a Commissione permanente);
la signora Waldenize Gonçalves Rosati da Trecate (Novara) chiede modifiche al decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di cittadinanza (Petizione n. 1248, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Bianca Maria Gazzano da Marino (Roma) chiede nuove disposizioni in materia di nomina dell'amministratore del supercondominio (Petizione n. 1249, assegnata alla 2a Commissione permanente);
la signora Maria Teresa Mattu da Roma chiede disposizioni in materia di decadenza da cariche pubbliche elettive (Petizione n. 1250, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Antonio Rotolo da Montecatini Terme (Pistoia) chiede disposizioni stringenti in materia di flussi migratori e di contrasto al fenomeno dell'immigrazione irregolare (Petizione n. 1251, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Giuseppe Amato da San Martino Siccomario (Pavia) chiede disposizioni di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne (Petizione n. 1252, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Marcello De Marca da Tramutola (Potenza) chiede disposizioni volte a favorire l'ammissione di liste di dipendenti autonomamente aggregati alle elezioni RSU 2028 nella Pubblica amministrazione (Petizione n. 1253, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Renato Lelli da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona) chiede modifiche alla normativa in materia di limiti di mandato per i Presidenti di Regione (Petizione n. 1254, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Aniello Traino da Neirone (Genova):
- propone una serie organica di interventi di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne (Petizione n. 1255, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- chiede l'istituzione di un sistema di divulgazione delle informazioni sulla violenza di genere (Schema di divulgazione sulla violenza di genere - SDVG) (Petizione n. 1256, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- chiede disposizioni urgenti in materia di sospensione e radiazione del personale medico, al fine di garantire la tutela della salute pubblica, la sicurezza dei pazienti e l'efficacia immediata dei provvedimenti disciplinari, con particolare riguardo ai casi di rilevante gravità (Petizione n. 1257, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Alessandro Padula da Collecorvino (Pescara) chiede:
- il rafforzamento del principio di cui all'articolo 11 della Costituzione secondo il quale l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (Petizione n. 1258, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte alla tutela delle liste civiche quali strumento democratico dei cittadini (Petizione n. 1259, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Alessio Paiano da Cavallino (Lecce) chiede:
- disposizioni in materia di indennizzi al lavoratore che vinto cause avverso il datore di lavoro (Petizione n. 1260, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la revisione delle graduatorie di mobilità, prevedendo tutele a favore dei giovani (Petizione n. 1261, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- incentivi economici volti ad agevolare la mobilità dei lavoratori dal sud al nord (Petizione n. 1262, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- disposizioni volte ad offrire tutele al lavoratore nei casi di variazione del posto di lavoro (Petizione n. 1263, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- limitazione degli interventi dei contratti collettivi nazionali di lavoro ai soli diritti e tutele (Petizione n. 1264, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la previsione di incentivi alle imprese che offrano ai propri dipendenti modalità di lavoro flessibili, che consentano, soprattutto ai più giovani, di conciliare vita lavorativa e personale (Petizione n. 1265, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 9a e 10a);
- la previsione di incentivi a favore delle aziende che adottano politiche a favore dei giovani e delle famiglie (Petizione n. 1266, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 9a e 10a);
- l'introduzione di un meccanismo di certificazione per le aziende "family friendly" e "youth friendly" che offra alle imprese vantaggi in termini di punteggi negli appalti pubblici e agevolazioni fiscali (Petizione n. 1267, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- l'introduzione dell'obbligo per le imprese di consultazione dei dipendenti prima di procedere a nuove assunzioni (Petizione n. 1268, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- disposizioni volte a garantire priorità ai giovani nell'ambito della mobilità lavorativa (Petizione n. 1269, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- l'introduzione dell'obbligo di restituzione di eventuali borse di studio, agevolazioni o sussidi percepiti nel corso della carriera universitaria per coloro che poi stabiliscono all'estero la propria attività lavorativa (Petizione n. 1270, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- la riduzione del limite di età per l'elettorato attivo e passivo (Petizione n. 1271, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a ridurre i costi necessari alla creazione di un partito politico (Petizione n. 1272, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- incentivi alle amministrazioni comunali al fine di creare luoghi di incontro e manifestazioni per i giovani (Petizione n. 1273, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a consentire di sviluppare progetti di rigenerazione urbana che prevedano la trasformazione di edifici abbandonati in spazi abitativi e di lavoro per i giovani (Petizione n. 1274, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- disposizioni volte a promuovere forme di co-housing e social housing per giovani coppie e single, prevedendo canoni di locazione calmierati (Petizione n. 1275, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- la riforma dei criteri di valutazione del merito nelle graduatorie di mobilità (Petizione n. 1276, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- interventi volti a favorire la creazione di spazi di incontro virtuali e reali (Petizione n. 1277, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- la predisposizione di campagne di sensibilizzazione sull'importanza della genitorialità (Petizione n. 1278, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la riforma dei modelli di organizzazione del lavoro (Petizione n. 1279, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la riforma del sistema di comunicazione pubblica relativamente alla famiglia (Petizione n. 1280, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- la creazione di "comunità di supporto" intergenerazionali al fine di creare reti sociali solide (Petizione n. 1281, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la riforma dei modelli di pianificazione urbana (Petizione n. 1282, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- la promozione di attività culturali e sociali che favoriscano l'incontro tra giovani adulti (Petizione n. 1283, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- la riforma dei modelli educativi scolastici (Petizione n. 1284, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- la creazione di "condomini tematici" per giovani che condividono interessi comuni (Petizione n. 1285, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- lo sviluppo di progetti di volontariato per giovani (Petizione n. 1286, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- disposizioni volte a incentivare la formazione di nuove famiglie (Petizione n. 1287, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- una riforma organica del sistema pensionistico (Petizione n. 1288, assegnata alla 10a Commissione permanente).
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 4 al 16 aprile 2025)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 95
BERRINO: sulla stazione ferroviaria di Ventimiglia (Imperia) (4-00123) (risp. SALVINI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti)
CUCCHI: sull'attività del Sindacato dei militari (4-01867) (risp. CROSETTO, ministro della difesa)
DE POLI: sul sostegno al settore della moda a fronte dell'attuale crisi (4-01157) (risp. BITONCI, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy)
sul sostegno al settore della moda a fronte dell'attuale crisi (4-01434) (risp. BITONCI, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy)
DE PRIAMO: sulla realizzazione delle opere di mitigazione acustica nel tratto del grande raccordo anulare adiacente il quartiere Torrino Mezzocammino di Roma (4-01145) (risp. SALVINI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti)
FALLUCCHI ed altri: sui lavori nella galleria "Passo del lupo" in provincia di Foggia (4-01707) (risp. SALVINI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti)
GAUDIANO: sulla chiusura della strada statale 87 in provincia di Benevento per una frana risalente al 2015 (4-01795) (risp. SALVINI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti)
MAZZELLA ed altri: sulle misure di potenziamento delle REMS (4-01539) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
PUCCIARELLI: sulle rampe di accesso e di uscita della A12 in località Ceparana (La Spezia) (4-00199) (risp. SALVINI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti)
SCALFAROTTO: sulla nomina del nuovo capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (4-01788) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
Interrogazioni
ALOISIO, PIRONDINI, TURCO, MAZZELLA, NATURALE, GAUDIANO, CASTELLONE, NAVE, CROATTI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
in data 26 marzo 2025, l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha pubblicato un rapporto che mette in evidenza una realtà drammatica: il crescente fenomeno della povertà e dell'esclusione sociale in Italia. Questo documento offre uno spaccato delle condizioni di vita e del reddito delle famiglie italiane, rivelando quanto sia urgente affrontare queste problematiche;
secondo il rapporto, nel 2024, il 23,1 per cento della popolazione si è trovata in una condizione di estrema vulnerabilità economica e sociale, un dato che segna un incremento rispetto al 2023, quando la percentuale era pari al 22,8 per cento. Questo indicatore considera vari aspetti del disagio, tra cui il rischio di povertà, la grave deprivazione materiale e sociale e la bassa intensità lavorativa nelle famiglie. È preoccupante constatare che, nonostante i miglioramenti nominali nel reddito, la situazione per molti italiani sta peggiorando (fenomeno di working poor);
analizzando i singoli fattori, il rischio di povertà si attesta al 18,9 per cento, un dato che, sebbene stabile, rappresenta una costante fonte di ansia. Questo significa che una parte significativa della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta per la salute, l'istruzione e l'inclusione sociale. La grave deprivazione materiale e sociale colpisce il 4,6 per cento della popolazione, una cifra che, seppur non variata significativamente rispetto all'anno precedente, racconta di famiglie che non riescono a soddisfare i loro bisogni fondamentali;
un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla bassa intensità di lavoro. Nel 2024, il 9,2 per cento delle famiglie ha vissuto una fragile partecipazione al mercato del lavoro, in crescita rispetto all'8,9 per cento del 2023. Questo dato è indicativo di un numero sempre maggiore di nuclei familiari che faticano a trovare un'occupazione stabile, con ripercussioni dirette sulla loro stabilità economica e sul benessere complessivo;
d'altra parte, il reddito medio delle famiglie italiane ha mostrato un incremento nominale del 4,2 per cento nel 2023, portandosi a 37.511 euro annui. Tuttavia, se si considera l'inflazione, il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito dell'1,6 per cento. Questo significa che, nonostante i redditi apparenti stiano aumentando, la capacità reale di spesa delle famiglie sta subendo un colpo, rendendo sempre più difficile per moltissimi italiani affrontare le spese quotidiane;
un aspetto che non si può trascurare è il crescente divario tra le fasce di reddito. Attualmente, il 20 per cento più ricco della popolazione percepisce un reddito 5,5 volte superiore a quello del 20 per cento più povero. Questa disuguaglianza, in aumento rispetto al 5,3 del 2022, non solo mina la coesione sociale, ma crea anche ostacoli significativi alla crescita economica e allo sviluppo del nostro Paese;
un aspetto particolarmente preoccupante è la disparità di genere. Le donne, infatti, sono le più colpite da questa condizione, con un'incidenza di lavoratrici a basso reddito pari al 26,6 per cento, rispetto al 16,8 per cento degli uomini. Questo dato ricorda che, nonostante i progressi compiuti nel campo della parità, esistono ancora barriere significative che ostacolano l'accesso delle donne a opportunità lavorative equitative. È fondamentale che le politiche di lavoro e di welfare si concentrino su questo aspetto, garantendo che le donne possano godere di pari diritti e opportunità nel mercato del lavoro;
anche l'età gioca un ruolo cruciale nella questione del reddito. Tra i lavoratori under 35, quasi il 30 per cento si trova a vivere con un reddito basso. Questo è un dato allarmante che richiede attenzione: i giovani, che dovrebbero essere i protagonisti del futuro, si trovano in una condizione di precarietà che pregiudica non solo il loro benessere economico, ma anche il loro sviluppo personale e professionale;
inoltre, il tipo di contratto di lavoro è un ulteriore fattore chiave nella questione del reddito. Il 46,6 per cento di coloro che hanno un impiego a tempo determinato vive con un reddito basso, rispetto al 17,1 per cento dei lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Questo fa comprendere quanto sia fondamentale garantire maggiore stabilità e sicurezza ai lavoratori, affinché possano pianificare il loro futuro senza il costante timore di perdere il lavoro. La precarietà lavorativa non solo influisce sulla vita economica, ma ha anche ripercussioni sulla salute mentale e sul benessere delle persone;
le differenze tra italiani e stranieri sono marcate. Il 22,6 per cento degli occupati stranieri si trova in povertà lavorativa, contro l'8,9 per cento degli italiani. Questo dato evidenzia le sfide aggiuntive che affrontano molti lavoratori stranieri, spesso impiegati in settori precari e sottopagati. È essenziale che le politiche di inclusione sociale e lavorativa tengano conto di queste disparità, promuovendo l'integrazione e l'accesso equo a opportunità di lavoro dignitose;
gli interroganti ritengono che la situazione delineata dal rapporto ISTAT sia estremamente preoccupante e richieda un intervento urgente e coordinato, pertanto urge sviluppare politiche di inclusione sociale che mirino a ridurre il rischio di povertà e a fornire sostegno alle famiglie in difficoltà, promuovendo iniziative volte a favorire l'occupazione e la formazione professionale, specialmente per i gruppi più vulnerabili, affinché possano partecipare attivamente al mercato del lavoro,
si chiede di sapere:
quali misure concrete il Ministro in indirizzo intenda adottare per sviluppare politiche di inclusione sociale, che mirino a ridurre il rischio di povertà e a sostenere le famiglie in difficoltà, in particolare quelle con figli a carico;
considerando che il 21 per cento degli occupati si trova in una condizione di basso reddito, quali strategie specifiche siano previste per migliorare le condizioni di vita di questi lavoratori e garantire loro un accesso a salari dignitosi;
attesa la significativa disparità di genere riscontrata nel rapporto ISTAT, con un'incidenza del 26,6 per cento di donne a basso reddito, quali azioni intenda intraprendere per garantire pari opportunità nel mercato del lavoro e combattere la discriminazione salariale;
quali investimenti intenda effettuare per migliorare l'accesso all'istruzione e alla formazione professionale, al fine di ridurre il rischio di povertà tra le persone con un livello educativo più basso.
(3-01833)
ALOISIO, MAZZELLA, LOPREIATO, BEVILACQUA, DI GIROLAMO, NAVE, CATALDI, MARTON - Al Ministro della cultura. - Premesso che:
con atto del Governo n. 261, recante "Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 2570 del centro di responsabilità 'Dipartimento per le attività culturali' dello stato di previsione del Ministero della cultura per l'anno 2025, relativo ai contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi", è stato ripartito lo stanziamento di 34.051.090 euro;
la proposta di riparto del capitolo 2570 è articolata in due gruppi: il primo gruppo riguarda gli enti e progetti inseriti nella tabella A allegata alla legge n. 549 del 1995 e confermati nella tabella 1 allegata alla legge n. 448 del 2001 (legge finanziaria per il 2002) ai quali è destinata la somma di 23.303.278,02 euro; il secondo gruppo riguarda le istituzioni culturali indicate nella tabella 1 allegata alla legge n. 448 del 2001, alle quali è destinata la restante somma di 10.747.812,01 euro;
nello specifico, risultano essere stati erogati contributi a favore: della fondazione "Festival dei Due Mondi di Spoleto" per un importo pari a 2.130.364,08 euro; della fondazione "La Biennale di Venezia", per un importo pari a 15.124.673,30 euro; della fondazione "La Triennale di Milano", per un importo pari a 2.680.299,24 euro; dell'associazione "Reggio Parma festival", per un importo pari a 2.821.187,94 euro; della fondazione "Festival pucciniano", per un importo pari a 705.367,55 euro; della fondazione "Rossini opera festival" di Pesaro, per un importo pari a 2.457.581,90 euro; della fondazione "la Quadriennale di Roma" per un importo pari a 1.072.306,01 euro; dell'associazione "Ferrara musica", per un importo pari a 705.373,33 euro; della fondazione "Ravenna manifestazioni", per un importo pari a 705.373,33 euro; dell'istituto universitario di architettura di Venezia, per un importo pari a 704.745,11 euro; della fondazione "Scuola di musica di Fiesole" per un importo pari a 704.745 euro; dell'"Ufficio internazionale concernente l'unione di Berna per la protezione delle opere artistiche e letterarie" per un importo pari a 120.200,08 euro; del museo nazionale del cinema fondazione "Maria Adriana Prolo", per un importo pari a 704.745,11 euro; dell'associazione "centro europeo di Toscolano" per un importo pari a 211.618 euro; i restanti importi sono stati erogati a favore di 6 enti di rilievo nazionale non individuabili sotto il profilo territoriale;
per l'anno 2024, l'importo iscritto sul capitolo 2570 risultava essere pari a 35.843.252 euro. Lo stanziamento per il 2025 sconta, pertanto, una riduzione di 1.792.162 euro rispetto all'anno precedente (con una diminuzione in percentuale del 5 per cento);
considerato che:
la clausola del 34 per cento è stata introdotta in sede di conversione del decreto-legge n. 243 del 2016, allo scopo di garantire che la quota delle risorse ordinarie delle spese in conto capitale a favore delle 8 regioni del Mezzogiorno non sia inferiore al 34 per cento del totale nazionale. Quest'ultima percentuale non è casuale, in quanto è analoga al peso che la popolazione del Meridione ha sull'intero aggregato nazionale;
il comma 5 dell'articolo 11 del decreto-legge n. 60 del 2024 ha rinnovato e rafforzato questa clausola di destinazione territoriale degli investimenti statali ordinari, prevedendo che le amministrazioni centrali dello Stato debbano destinare alle regioni del Mezzogiorno il 40 per cento delle risorse ordinarie in conto capitale;
considerato infine che:
da quanto rappresentato emerge una disparità tra Nord e Sud circa la ripartizione dei contributi pubblici ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2025. Il riparto, infatti, lede la clausola del 34 per cento, ridefinita poi nella misura del 40 per cento dall'attuale Governo;
si ritiene che il nostro Paese disponga di una vasta diversità culturale, della quale fa parte anche e soprattutto il Meridione, ricco di potenzialità, fortemente penalizzato dal provvedimento in termini di stanziamenti. Si pensi, a titolo d'esempio, al contributo culturale fornito da enti come il "Giffoni film festival" o la "Nuova orchestra Scarlatti" di Napoli,
si chiede di sapere:
quali siano le modalità attraverso cui il Ministro in indirizzo intenda risolvere tali criticità, nel rispetto dell'articolo 174 del Trattato di funzionamento dell'Unione europea;
come intenda tutelare il Meridione e la sua identità culturale, garantendo il principio di equità e la clausola del 40 per cento;
se non ritenga opportuno coinvolgere attivamente anche le Regioni del Sud Italia ovvero prevedere misure compensative a sostegno di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi del Meridione.
(3-01834)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
CROATTI, DI GIROLAMO, NAVE, GAUDIANO, BEVILACQUA, SIRONI - Ai Ministri delle imprese e del made in Italy e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104 (denominato "decreto asset" o "omnibus bis"), convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, prevede all'articolo 5, commi 1-5, un credito d'imposta per le imprese operanti nel settore della microelettronica, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, che effettuano investimenti in progetti di ricerca e sviluppo relativi al settore dei semiconduttori;
il comma 6 stabilisce che con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, devono essere definiti i criteri di assegnazione e le procedure applicative per la concessione del credito d'imposta, nel rispetto dei limiti di spesa previsti;
considerato che:
ad oggi il decreto attuativo non risulta ancora emanato, con la conseguenza che le imprese del settore non possono accedere al credito d'imposta, bloccando di fatto 500 milioni di euro destinati a investimenti strategici in un comparto cruciale per la competitività industriale del Paese;
il settore della microelettronica è considerato strategico per l'Italia e per l'Europa, sia per il suo impatto sulla sovranità tecnologica, sia per il suo ruolo nella transizione digitale ed ecologica, e un ritardo nell'implementazione di incentivi pubblici rischia di compromettere la capacità delle imprese italiane di competere a livello globale,
si chiede di sapere:
per quali motivi il decreto attuativo previsto dall'articolo 5, comma 6, del decreto-legge n. 104 del 2023 non sia stato ancora adottato e quali siano gli ostacoli amministrativi o politici che ne impediscono la pubblicazione;
se il Governo non ritenga urgente e prioritario procedere all'emanazione del decreto attuativo per consentire alle imprese del settore di usufruire del credito d'imposta, sbloccando i 500 milioni di euro stanziati per il sostegno della microelettronica;
quali siano le tempistiche previste per la pubblicazione del decreto attuativo e per l'avvio effettivo della misura di incentivazione.
(4-02024)
CENTINAIO - Ai Ministri dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
nell'area di Pavia, in un terreno situato a sud del comune di Cura Carpignano, località Prado, e a nord della frazione pavese di Fossarmato, è stata fatta domanda di realizzazione di tre impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, per un'estensione di circa 16 ettari, così e come risulta dai documenti pubblici del Comune interessato ed in particolare nella deliberazione di Giunta comunale 11 febbraio 2025, n. 69;
l'installazione di impianti di tale portata comporta particolare attenzione e controllo da parte di tutti gli organi interessati, così come peraltro sottolineato anche dagli enti locali coinvolti;
in particolare queste opere sottrarrebbero una notevole superficie di terreno attualmente destinato all'utilizzo agricolo, elemento caratterizzante della zona interessata;
la realizzazione di tali impianti desta profonda preoccupazione nei cittadini, che temono il rischio di impatti irreversibili su un territorio a forte vocazione agricola, fonte di sostentamento di imprese e famiglie per produzione agricola locale particolarmente importante e di pregio,
appare forte la necessità di garantire che la pur incentivata diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili determini un eccessivo consumo di suolo e la compromissione delle esigenze di protezione del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell'aria e dei corpi idrici,
si chiede di sapere quali misure i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto, per quanto di competenza, per rassicurare che la realizzazione di tali impianti tenga in debita considerazione la necessità di evitare che la diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili non determini un eccessivo consumo di suolo né la compromissione delle aree agricole e forestali di pregio, elementi fondamentali in alcune realtà del nostro Paese come quella descritta.
(4-02025)
SPINELLI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
Renco group S.p.A., con sede nelle Marche, è la holding di un affermato gruppo italiano presente a livello internazionale come general contractor nell'impiantistica industriale; le sue attività maggiori riguardano la progettazione di parchi eolici, centrali idroelettriche, impianti fotovoltaici, strutture per la produzione di idrogeno e per il trattamento e la compressione del gas (studi di fattibilità, ingegneria, costruzione e messa in servizio fino alla manutenzione); negli ultimi anni ha investito in alberghi, intrapreso importanti lavori di sviluppo di blocchi residenziali e interventi di ristrutturazione e rinnovo di edifici pubblici e privati;
il quotidiano on line "Chiamamicitta.it - l'informazione online di Rimini e Provincia", in data 13 aprile 2025, ha pubblicato un articolo riguardante la Renco group e le consulenze da questa date dopo l'anno 2022 a chi negli anni 2011-2022 svolgeva il ruolo di sindaco di Rimini, tenendo per sé la delega relativa al piano di sviluppo strategico urbano sostenibile della città, in attuazione dell'asse 6 del POR FESR 2014-2020; i compensi di consulenza richiamati dal quotidiano riguardano il nuovo mercato coperto della città, quattro piani con spazi per ristoranti e bar, un'ampia terrazza panoramica e la riqualificazione dell'area esterna (un investimento di 27 milioni di euro);
si evidenzia che il 20 dicembre 2020 l'allora sindaco dichiarava che "la società Renco ha presentato una proposta di project financing per la realizzazione e gestione del mercato coperto, un lotto di circa 6.900 mq con una superficie in pianta di circa 4.300 mq, per un investimento di venti milioni di euro. Il nuovo mercato dovrà divenire occasione per [dare] continuità a quello che oggi appare interrotto e cancellato dalla volumetria invasiva e decontestualizzata»; nel progetto Renco chiedeva un contributo a fondo perduto di 2,5 milioni di euro, più IVA (euro 3.050.000), al quale l'allora amministrazione comunale ha dato parere favorevole: «Il contributo a fondo perduto, pari a euro 3.050.000,00 verrà finanziato mediante oneri di urbanizzazione, come da richiesta di variazione di Bilancio protocollo generale n. 234742 del 27/7/2021. Si precisa che il valore del diritto di superficie, che verrà riconosciuto al concessionario con successivo e apposito atto che sarà verificato a seguito di espletamento della procedura, è pari a 5.858.073,99 e che in relazione al rispetto del limite del 49% dell'intervento pubblico si fa riferimento alla nota prot. n. 234663 del 27/7/2021 a firma del Dirigente Settore Internal Audit";
si rileva che in data 4 agosto 2022 il quotidiano "Rimini Today" dava notizia che la Residence Viserba S.r.l., società del gruppo Renco, aveva previsto la realizzazione sui terreni acquisiti a Viserba di Rimini, un tempo occupati da una fabbrica di corde, di un progetto di rigenerazione urbana a fini commerciali denominato "La Corderia" costituito da un parco pubblico (44.000 metri quadrati), alcune palazzine a 3-5 piani e villette unifamiliari (un totale di 250 appartamenti), 15.000 metri quadrati di verde privato e 3 chilometri di percorsi ciclabili e pedonali; il progetto definitivo, esecutivo, per le opere edili, strutturali, urbanistiche (primarie, secondarie e superstandard), stradali, idrauliche, di verde e impiantistiche meccaniche ed elettriche del nuovo quartiere è del 2015;
il conflitto d'interessi si configura quando un soggetto titolare di una carica pubblica o di un pubblico ufficio può con la sua funzione, o sola presenza, influenzare o agevolare istanze che provengono da soggetti privati, o influenzare la scelta di quali soggetti privati chiamare a realizzare alcune esigenze dell'ente pubblico; non sempre questa situazione si configura in una vera e propria ipotesi di corruzione, rimanendo chiaro che è necessario un accertamento da parte delle autorità pubbliche preposte per escluderla o per determinarne la fondatezza, un'eventualità che può anche determinare il commissariamento dell'ente comunale,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, nell'ambito dei propri poteri previsti dalla normativa sugli enti locali, acquisire la documentazione delle decisioni assunte dall'amministrazione comunale di Rimini, organi amministrativi e organi elettivi, per gli anni citati (2011-2022), relativa alle opere di riqualificazione urbana del territorio comunale, al fine di verificarne la trasparenza ed escludere vi siano state decisioni volte a favorire la Renco group S.p.A..
(4-02026)
PIRRO, LICHERI Ettore Antonio, MARTON - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
la cassa di previdenza dei geometri, già ente pubblico dal 1955, e dal 1995 associazione di diritto privato, rientra a decorrere dal 2014 tra le amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
la Corte dei conti nella "Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria per l'esercizio 2019" ha registrato un sensibile calo degli iscritti (16.000 in meno dal 2009 ad oggi), un decremento pari a quasi un quinto dei contribuenti;
nella sezione "cassa geometri trasparente" del sito istituzionale vi è un elenco dei titolari di incarichi di collaborazione e consulenza, tra i quali è presente anche Antonio Aversa, che dal 2005 al 2019 (anno di pensionamento) ha ricoperto ininterrottamente la carica di consigliere di amministrazione dello stesso ente e a cui la cassa ha affidato ben due incarichi sotto soglia per la medesima attività, consistente nel coordinamento dei building manager degli immobili di proprietà dell'ente e di consulenza per la gestione del patrimonio immobiliare, il primo con durata dal 1° dicembre 2019 al 30 novembre 2020 e il secondo dal 1° dicembre 2020 al 30 novembre 2021;
la Inarcheck S.p.A. è controllata dall'ente in qualità di azionista di maggioranza e il suo amministratore delegato dal 2017 è Fausto Amadasi, già presidente della CIPAG dal 2008 al 2017;
l'art. 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012 recita: "È fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, nonché alle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge n. 196 del 2009 nonché alle autorità indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza";
la ratio della norma è quella di evitare che il conferimento di alcuni incarichi sia utilizzato dagli enti pubblici per continuare ad avvalersi di dipendenti e amministratori collocati in quiescenza o comunque per attribuire a soggetti in quiescenza rilevanti responsabilità nelle amministrazioni stesse;
quanto alla gestione finanziaria dell'ente, negli anni sembra essere stato ripetutamente violato l'art. 2.6 del regolamento di attuazione delle norme statutarie della CIPAG, approvato dai Ministeri vigilanti, secondo il quale l'affidamento degli incarichi ai gestori finanziari deve essere effettuato in base a procedure trasparenti ed imparziali;
considerato, inoltre, che, per quanto risulta:
l'illegittimità degli affidamenti non è stata né ravvisata né segnalata dalla direzione generale dell'ente, che è preposta al coordinamento e funzionamento degli uffici, né dal collegio sindacale cui compete il compito di verifica della legittimità degli atti dell'ente;
da almeno un quadriennio, il flusso finanziario dell'attività operativa riportato nei rendiconti finanziari acclusi al bilancio di esercizio si presenta costantemente in negativo, con una media di 40 milioni di euro annui;
la Corte dei conti, inoltre, già nella relazione per l'esercizio 2019, in ordine all'aumento considerevole delle spese per gli organi, rilevava che "appare opportuno procedere una puntuale disciplina della corresponsione delle varie indennità (svolgimento di funzioni istituzionali, partecipazione ad organi istituzionali, gettoni di presenza) allo scopo di evitare duplicazioni di trattamenti, non in linea con il principio generale di contenimento della spesa";
nel 2022 l'ANAC ha invitato la CIPAG a tener conto di quanto rilevato nella sua comunicazione (fasc. 1526/2022) riguardante un più adeguato rispetto della normativa di settore in merito ai profili di criticità e le possibili anomalie relativa all'"affidamento degli incarichi/servizi legali";
nella relazione 2022 relativa all'esercizio 2021, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione afferma che la CIPAG è l'unico ente in cui "le prestazioni superano i contributi",
si chiede di sapere se quanto riportato corrisponda al vero e quali iniziative il Ministro in indirizzo voglia adottare al fine di riportare la cassa di previdenza dei geometri ad una condizione economica e gestionale sostenibile tale per cui non venga messa a repentaglio la previdenza di migliaia di geometri.
(4-02027)
FAZZONE - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
Acqualatina S.p.A. è una società mista pubblico-privata che ha ricevuto in concessione (con scadenza al 2032) l'affidamento della gestione del servizio idrico integrato dell'ATO4 Lazio meridionale-Latina (con 700.000 abitanti distribuiti su 38 comuni), a seguito di gara a doppio oggetto tenutasi nel 2000, nell'ambito della quale fu selezionata l'impresa francese Veolia quale socio privato;
Italgas, nel giugno 2023, ha comprato da Veolia il 49 per cento di Acqualatina, attraverso un'articolata operazione societaria: in sostanza, ha acquistato il 100 per cento della società Acqua che detiene, tra l'altro, il 100 per cento della società Idrolatina che a sua volta detiene il 49 per cento di Acqualatina;
in base all'art. 31 del contratto di concessione del servizio idrico in favore di Acqualatina, la conferenza dei sindaci dell'ATO4 avrebbe dovuto esprimere il gradimento sul mutamento soggettivo del socio privato scelto con gara e non lo ha fatto, limitandosi a prendere atto dell'operazione societaria di trasferimento delle quote nella seduta del 7 settembre 2023. Atteggiamento ben diverso ebbe la stessa assemblea dei sindaci nel 2017 quando negò, in base ad un parere pro veritate, il gradimento al subentro di ACEA a Veolia in Idrolatina (e quindi indirettamente Acqualatina) sul presupposto che era stato individuato il socio privato tramite gara e non poteva essere sostituito con un accordo negoziale. Nell'ipotesi in cui l'ATO4 avesse esaminato nel merito il gradimento per il subentro di Italgas a Veolia in Acqualatina, certamente lo avrebbe negato, o per i motivi evocati nei confronti di ACEA nel 2017 o per assenza totale dei requisiti necessari per assumere la qualifica di socio industriale da parte di Italgas;
in sintesi, la decisione dell'ATO4 di non pronunciarsi sul gradimento, dando il via libera implicitamente al subentro di Italgas a Veolia, è da considerare, secondo l'interrogante, palesemente illegittima, perché è di tutta evidenza che, in base ad una consolidata giurisprudenza, il subentrante socio industriale in una compagine titolare di concessione deve possedere i requisiti previsti originariamente dal bando di gara in ragione procedura competitiva detto "a doppio oggetto". Italgas, al momento del subentro, non aveva per nulla i requisiti dimensionali previsti dalla gara indetta nel 2000, non potendo vantare i richiesti 600.000 abitanti serviti e il fatturato specifico di quasi 57 milioni di euro, essendo nel 2023 la presenza di Italgas nel settore del servizio idrico integrato del tutto insignificante;
alla luce di ciò, il trasferimento delle quote di Idrolatina a Italgas, per il tramite della società Acqua, è da reputare nullo per contrarietà a norme imperative. Nullità che è imprescrittibile e quindi eccepibile in ogni momento;
l'attuale illegittima composizione della compagine societaria (alla luce dell'ingresso nel servizio di un operatore, quale Italgas, senza alcuna esperienza nelle attività) sta comportando problemi gestionali e di definizione tariffaria riferiti all'ATO4;
considerato che il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, nel rispetto della normativa vigente, e nello specifico del testo unico dell'ambiente di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, è tenuto ad esercitare i poteri di controllo e vigilanza assegnatigli e ad intervenire tempestivamente al fine di tutelare la corretta gestione del servizio idrico integrato,
si chiede di sapere:
quali strumenti di controllo e vigilanza intenda adottare il Ministro in indirizzo e, più in particolare, se intenda procedere all'invio di un'ispezione per l'accertamento dei fatti, finalizzata a verificare la sussistenza dei requisiti del nuovo operatore industriale, invitando, se del caso, l'ente d'ambito ad impugnare l'atto di vendita per nullità e contrastare qualsiasi comportamento riconducibile alla violazione delle regole di concorrenza, anche al fine di ripristinare il buon andamento delle attività connesse in seno all'ATO4 ed in seno al gestore Acqualatina per l'esercizio delle proprie funzioni istituzionali di pubblico interesse;
se ritenga di sollecitare le autorità amministrative indipendenti di settore ad esercitare le verifiche di propria competenza.
(4-02028)
(già 3-01500)
FAZZONE - Ai Ministri della cultura e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il vincolo della "campagna romana" viene imposto ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, e rappresenta la naturale prosecuzione del vincolo esistente sul territorio di Ardea ma limitato sino al confine politico tra Ardea ed Aprilia, mentre storicamente, archeologicamente, morfologicamente e paesaggisticamente il territorio da tutelare arriva ben oltre il confine comunale estendendosi quasi a ridosso del comune di Nettuno. Tale porzione di territorio è conosciuta come agro romano (ben distinto dall'agro pontino);
la prassi per la definizione del vincolo consiste nel proporre il bene da tutelare alla Regione o al Ministero della cultura, che richiedono all'ente locale (Comune) di pubblicare la dichiarazione di notevole interesse pubblico, dal primo giorno di pubblicazione scattano le norme di salvaguardia che impongono il rispetto delle norme più restrittive per tutelare il bene; chiunque, con la pubblicazione, ha 120 giorni di tempo per presentare osservazioni, la Sovrintendenza (soggetto attuatore) ha 90 giorni per rispondere alle osservazioni e pubblicare il decreto che perfeziona e conclude l'iter con imposizione del vincolo vero e proprio; nel caso in cui decorra tale termine senza pubblicazione del decreto, decadono le norme di salvaguardia ma la dichiarazione di notevole interesse permane sine die;
nel 2016 la società Paguro S.r.l. ha presentato un progetto per realizzare una discarica in località La Cogna in via Savuto, il progetto viene respinto per le caratteristiche paesaggistiche della zona ed il non rispetto delle distanze dai nuclei abitati La Cogna e Fossignano, di cui alla delibera di Giunta regionale n. 622/2012 variante di recupero della Regione Lazio;
nel 2018, il Comune di Aprilia ha avviato lo studio per proporre l'apposizione del vincolo su una porzione di territorio ricchissima archeologicamente e paesaggisticamente, studio mai concretizzato con atti pubblici e mai approdato nell'allora Consiglio comunale presumibilmente perché le norme di tutela risultavano ostative ad alcune tipologie di impianti altamente impattanti come discariche, cave e grandi impianti fotovoltaici, che da alcuni anni vengono proposti sul territorio, già vessato da numerosi impianti di trattamento rifiuti in violazione del "principio di omogeneità territoriale";
nel 2022 è stato quindi presentato un nuovo progetto a nome della Frales S.r.l., della stessa galassia cui faceva riferimento la Paguro S.r.l., per la realizzazione di una discarica finale nella località conosciuta come Sant'Apollonia posta a meno di 400 metri dal progetto Paguro del 2016 e dunque in zona avente le medesime caratteristiche; il Consiglio comunale dell'epoca propone e approva una serie di osservazioni da presentare alla Regione Lazio; tale area infatti, oltre a rappresentare una bellezza paesaggistica ed archeologica, si trova a ridosso dei nuclei residenziali di La Cogna e Fossignano (a circa 400 metri rispetto ai minimi 1.000 metri previsti dalla stessa norma regionale); si trova inoltre alla confluenza di due importanti sorgenti lineari sotterranee che alimentano i pozzi idrici delle zone di La Cogna, Tor San Lorenzo ed altri nuclei. Ed ancora, l'area si trova accanto ad una discarica già operante fino al 1988 e per la quale sono stanziati circa 14 milioni di euro del PNRR per la bonifica integrale dei "siti orfani", che rischiano di non essere impiegati per inerzia del soggetto attuatore, Regione Lazio, come previsto dal decreto ministeriale 4 agosto 2022, nonostante le molteplici criticità segnalate dal Comune di Aprilia (soggetto attuatore esterno) sin dal 2023, con tanto di note protocollate, in merito all'indisponibilità dei privati proprietari delle aree da sottoporre a bonifica, tra cui la stessa Frales, di sottoscrivere lo schema di accordo così come richiesto dal soggetto attuatore Regione;
nel dicembre 2023 la nuova amministrazione comunale ha deliberato di avviare il procedimento per dichiarare di notevole interesse pubblico i beni paesaggistici, archeologici e geomorfologici della campagna romana per un territorio complessivo di circa 2.200 ettari; appresa la proposta, la Sovrintendenza si è dichiarata ben disposta a recepire il progetto e ha rimandato per la pubblicazione al Comune di Aprilia un nuovo progetto esteso fino a ben 4.000 ettari, suffragato da diversi sopralluoghi dei sovrintendenti che evidentemente hanno constatato la bontà e il valore della proposta avanzata;
nel 2024, nelle sedute di conferenza dei servizi per il provvedimento autorizzativo unico regionale relativo alla proposta di nuova discarica del 2022 proposta dalla Frales, il nuovo procedimento del vincolo della "campagna romana" è stato osteggiato dall'area ciclo rifiuti della Regione che con una missiva indirizzata alla Sovrintendenza ha chiesto l'esclusione dell'area di progetto della discarica dal vincolo, ignorando completamente l'alto valore attribuito dalla Sovrintendenza alla zona. Nella parte iniziale della seconda seduta di conferenza dei servizi, il delegato della Sovrintendenza ha dichiarato di essere contrario al progetto di discarica e ha preannunciato il parere negativo;
nel 2025, durante la seconda parte della seconda conferenza di servizi del medesimo provvedimento, lo stesso delegato della Sovrintendenza, inspiegabilmente, ha dichiarato essere venute meno le norme di salvaguardia e è stato messo a verbale che, essendo venuto meno tale vincolo, nulla osta da parte della Sovrintendenza per inesistenza di vincoli culturali e paesaggistici;
con la pubblicazione sono state imposte le norme di salvaguardia più restrittive rispetto a quelle del piano regolatore generale, e dunque sono diventati improcedibili progetti altamente impattanti quali discariche, cave ed impianti fotovoltaici;
la decadenza delle norme di salvaguardia è avvenuta solo ed esclusivamente per responsabilità della Sovrintendenza a causa del mancato rispetto dei termini di risposta alle osservazioni, visto che l'unico adempimento normativo a carico del Comune di Aprilia era inerente alla pubblicazione sul proprio albo pretorio, adempimento perfettamente espletato;
la Sovrintendenza ha assunto un atteggiamento diametralmente opposto rispetto all'origine, quasi a volersi liberare del fardello ricorrendo ad un cavillo burocratico;
sono decadute le norme di salvaguardia ma la dichiarazione di notevole interesse pubblico è integra e rimane intatto il prevalente interesse di tutela del bene;
la Sovrintendenza, per non tradire la propria missione sottolineata dalla sentenza n. 13/2017 del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, ha due possibilità: a) chiudere velocemente il procedimento (articolato nell'autorizzazione di dette opere, dalla chiusura del parere VIA, alla successiva procedura AIA, al definitivo provvedimento unico di autorizzazione, con la pubblicazione del decreto, anche se le norme di salvaguardia sono decadute; b) riproporre la pubblicazione del vincolo;
in sede di ulteriore conferenza dei servizi del richiamato provvedimento unico la Sovrintendenza può riferirsi all'applicazione della procedura dell'art. 150, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004 che prevede l'inibizione di lavori o autorizzazioni che possano recare pregiudizio al paesaggio dichiarato di notevole interesse pubblico;
il Ministro della cultura, nel rispetto della normativa vigente, e nello specifico del codice dei beni culturali, è tenuto ad esercitare i poteri di controllo e vigilanza assegnatigli e ad intervenire tempestivamente al fine di garantire la corretta tutela paesaggistica dell'area interessata;
il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è responsabile del rispetto del PNRR, in questo caso relativo alla missione 2, componente 4, investimento 3.4, al fine di condurre a buon esito la bonifica dei "siti orfani", per la salvaguardia della salute dei cittadini e dell'ambiente,
si chiede di sapere:
quali strumenti di controllo e vigilanza intendano adottare i Ministri in indirizzo e, più in particolare, se intendano procedere all'invio di un'ispezione per l'accertamento dei fatti esposti, finalizzata a verificare il corretto adempimento degli obblighi di ufficio;
se ritengano di sollecitare le autorità amministrative indipendenti di settore ad esercitare le verifiche di propria competenza.
(4-02029)
(già 3-01812)