Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 113 del 12/10/2023
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------
113a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 12 OTTOBRE 2023
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Presidenza del vice presidente CENTINAIO,
indi del vice presidente CASTELLONE
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente CENTINAIO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,01).
Si dia lettura del processo verbale.
SILVESTRONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di interrogazioni (ore 10,07)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00385 sui limiti reddituali per l'accesso al gratuito patrocinio.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
SISTO, vice ministro della giustizia. Signor Presidente, in relazione al quesito sollevato in tema di tetto reddituale in materia di gratuito patrocinio a spese dello Stato, si rappresenta quanto segue.
Va intanto ribadito quanto già indicato in data 22 marzo 2023 alla Camera dei deputati, in sede di risposta all'interrogazione 5-00556. Pertanto, si rammenta che il decreto interdirigenziale in questione, sottoscritto dalla preposta articolazione ministeriale e dal Ragioniere generale dello Stato, del 3 febbraio 2023, segue il precedente emanato in data 23 luglio 2020, con il quale si era tenuto conto della variazione dell'indice dei prezzi al consumo verificatasi nel periodo dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2018, ragion per cui, in una logica di continuità temporale con il precedente, è riferito al periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2020.
Il Ministero, inoltre, alla luce della significativa variazione in aumento dell'indice dei prezzi del consumo per le famiglie di operai ed impiegati per il biennio 1° luglio 2020 - 30 giugno 2022, pari al 9,4 per cento in base ai dati acquisiti dall'Istituto nazionale di statistica, ha immediatamente avviato le opportune interlocuzioni per l'emanazione di un nuovo decreto che tenesse conto degli effetti sopra descritti. Conseguentemente, con recentissimo decreto interdirigenziale emanato il 10 maggio 2023, si è provveduto ad aggiornare, per il periodo dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, il suddetto limite di reddito, per cui l'importo indicato nell'articolo 76, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 è aggiornato ad euro 12.838,01. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il 6 giugno del 2023.
Quanto sopra evidenzia la doverosa attenzione che il Ministero assegna alla tematica, certamente assai delicata poiché inerente all'effettività del diritto di difesa dei non abbienti, categoria vulnerabile e quindi vieppiù meritevole di tutela.
È doveroso, infine, riferire che il tempestivo intervento ministeriale ha ricevuto il gradito plauso del Consiglio nazionale forense, ente esponenziale con il quale è costante e proficua l'interlocuzione in ordine alle varie tematiche che invocano l'irrinunciabile intervento della categoria che per prima aveva invitato il Ministero ad intervenire.
ROSSOMANDO (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSSOMANDO (PD-IDP). Stiamo discutendo molto tardivamente di qualcosa che è accaduto nel febbraio 2023, quando dovendo intervenire, come disposto per legge, all'adeguamento con riferimento al biennio precedente, si è invece fatto riferimento al biennio ancora precedente, quindi c'è stato un clamoroso errore di disattenzione, ancora più clamoroso perché riguarda l'effettività dell'esercizio del diritto di difesa, perché il gratuito portoncino riguarda la difesa dei non abbienti e quindi una fascia di popolazione piuttosto ampia che si trovava comunque ancora impossibilitata ad accedere alla garanzia del diritto di difesa.
Avevo presentato un'interrogazione successivamente a febbraio e dopo la mia interrogazione, che ovviamente raccoglieva l'inquietudine di tutta l'avvocatura associata e non solo, a maggio il Governo è stato costretto a intervenire su se stesso. Sono quindi lieta che sia stato corretto l'errore, ma non possiamo che sottolineare una disattenzione, ancora una volta, verso i meno abbienti e verso l'effettività dell'esercizio del diritto di difesa. Oggi dovremmo discutere di altro. Nonostante la risposta a questa interrogazione sia stata sollecitata più volte, ne discutiamo solo oggi, quando tutta una serie di altri elementi (l'inflazione, il carovita, il caro energia) di fatto diminuiscono ancora di più il reddito che compare in cifre sulla carta. Quindi, ancora una volta, le famiglie in condizioni disagiate si trovano ulteriormente a disagio. Tra l'altro, gli interventi a sostegno di chi in questo momento si trova in condizioni reddituali particolarmente basse, come vediamo, coinvolgono tantissimi diritti primari, perché prima c'è il diritto alla salute e subito dopo ci sono tutti i diritti connessi al diritto di difesa e alla possibilità di far valere i propri diritti in giudizio.
Non posso pertanto dichiararmi soddisfatta della risposta, ma prendo atto che dopo il decreto di febbraio il Governo è stato costretto, a maggio, a correggersi precipitosamente.
PRESIDENTE. Seguono le interrogazioni 3-00585 e 3-00603 sulla salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali dello stabilimento Marelli di Sulmona (L'Aquila).
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente a tali interrogazioni.
BERGAMOTTO, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy. Signor Presidente, ringrazio i senatori interroganti. Preme anzitutto segnalare, con riferimento allo stabilimento Marelli di Sulmona, che la contrazione produttiva e le connesse problematiche occupazionali rappresentate dai senatori interroganti risultano aver avuto una recente evoluzione positiva. Secondo quanto emerso in esito al confronto di fine settembre tra le rappresentanze sindacali e i vertici aziendali, infatti, l'azienda ha dato rassicurazioni sulla situazione produttiva dello stabilimento per il quale si prospetta un incremento delle attività connesso al recupero dei volumi di produzione dei furgoni Ducato da parte del principale cliente Stellantis Europe SpA, cioè lo stabilimento di Atessa che proprio in questi giorni annuncia assunzioni e aumenti di produzione. Di conseguenza, i vertici aziendali hanno stabilito di sospendere i contratti di solidarietà del personale da tempo in essere.
Ciò premesso, resta alta l'attenzione del Governo verso l'importante e storico gruppo Marelli. Anche in questa occasione tengo a ricordare come, all'emergere per esempio di criticità presso lo stabilimento Marelli Europe di Crevalcore (Bologna), è stato tempestivamente chiamato presso il MIMIT un tavolo di crisi volto ad affrontare le problematiche dell'azienda, con i possibili risvolti occupazionali. Il primo incontro del citato tavolo si è tenuto il 3 ottobre scorso e un nuovo incontro è già programmato per il prossimo 8 novembre. Sebbene l'incontro del 3 ottobre fosse dedicato prevalentemente alle sorti del citato stabilimento di Crevalcore, in quell'occasione il ministro Urso ha chiesto al gruppo di presentare un piano industriale con le previsioni produttive ed occupazionali di lungo periodo di tutte le sedi del gruppo Marelli in Italia. Infatti, tra le priorità di questo Governo vi è quella di accompagnare il complessivo rilancio della produzione dell'intero settore automotive,ivi compresi gli importanti stabilimenti del gruppo Marelli, che in Abruzzo, come del resto per l'intero Paese, rappresentano una rilevante risorsa economica e occupazionale. Senza dubbio - come ricordato in una delle interrogazioni in parola - su tale settore ha influito la nascita del gruppo Stellantis, avvenuta nel gennaio 2021 con la fusione dei gruppi Fiat Chrysler (FCA) e PSA.
Sulla vicenda Stellantis, tuttavia, voglio ricordare l'impegno profuso dal Governo, che ha inteso recuperare un dialogo, completamente mancato nel passato, con il medesimo gruppo e con tutti gli stakeholder del settore. Il Governo si muove quindi con una visione e una strategia di sistema, ma al contempo non intende lasciare irrisolte le problematiche specifiche sotto il profilo produttivo e occupazionale degli attori coinvolti nella filiera, come dimostra la pronta convocazione del tavolo innanzi richiamato. Quest'ultimo potrà quindi costituire una sede di confronto rispetto ai diversi siti produttivi del gruppo Marelli, qualora se ne ravvisasse la necessità, fermo restando che ad oggi la situazione dello stabilimento di Sulmona appare rassicurata e presidiata dal confronto tra le parti tenuto a livello aziendale.
FINA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINA (PD-IDP). Signor Presidente, gentile Sottosegretaria, senatrici e senatori, all'interno della filiera industriale dell'automotive, particolarmente rilevante anche per l'economia abruzzese, il gruppo Marelli rappresenta - come ha detto - una realtà aziendale di assoluta importanza. Le difficoltà del comparto tuttavia ricadono anche sulla realtà industriale della Marelli, generando pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali. Come già detto, l'azienda ha comunicato l'intenzione di considerare, per lo stabilimento di Sulmona, 100 esuberi nel 2024, dopo averne dichiarati precedentemente 135; un sensibile contenimento - il cui ottimismo traspare anche dalle sue parole - che fa il paio con la chiusura del contratto di solidarietà, ma che ovviamente non può e non deve lasciare tranquilli. Né possono ritenersi rassicuranti le notizie di stampa, che proprio in questi giorni rilevano l'assunzione di personale interinale ad integrazione dei lavoratori in forze nello stabilimento sulmonese.
Questi dati apparentemente positivi sono determinati in realtà da periodi di recupero che - come ha detto - il gruppo Stellantis ha attivato nei mesi alle nostre spalle e che hanno dunque determinato risparmi e contenimento delle risorse. Né può rassicurare, in tutta onestà, Sottosegretaria, la notizia di presunte nuove produzioni in cui dovrebbe essere impegnato lo stabilimento di Sulmona, in merito alle quali non vi è ancora chiarezza e soprattutto non vi sono indicazioni di dettaglio sulle risorse di personale da dedicarvi. Produzioni che peraltro sconterebbero la grave carenza di manutenzione dello stabilimento peligno, senza un efficace programma di investimenti straordinari, dei quali non si ha alcuna notizia.
Una situazione, dunque, che resta nel suo complesso preoccupante e che esige da tempo un intervento più deciso del Governo. Di fronte a questa urgenza, riteniamo la sua risposta interlocutoria e cercheremo di capire se questi impegni positivi si realizzeranno. Essa tuttavia non contempla una vera ed efficace strategia di fronte alla crisi del gruppo industriale, come appena descritta, per la quale l'azienda ha dichiarato di voler confermare, anche per il 2024, l'istituto del contratto di solidarietà.
Nel sito industriale di Sulmona lavorano 490 persone: professionalità e famiglie che non vedono di fronte una prospettiva chiara. La produzione di forniture per lo stabilimento Stellantis di Atessa ha subìto pesanti contrazioni, dettate da una revisione delle strategie aziendali di questo importante gruppo. A questo si aggiunga che la fornitura di semiconduttori ha subìto un sensibile rallentamento durante il periodo della pandemia; ciò non ha consentito una produzione completa e ha contribuito a una condizione di generale incertezza del settore automotive.
Di fronte a tutto ciò, le forze sociali e sindacali hanno tenuto alta l'attenzione e alimentato un ampio livello di mobilitazione. Le voglio ricordare che, nel corso dello sciopero dello scorso 10 luglio, ho avuto modo di ascoltare personalmente le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori; ero ai cancelli della fabbrica a Sulmona e non c'erano parlamentari di maggioranza né c'era il Governo. Quindi do un sommesso consiglio: stare ai cancelli con lavoratrici e lavoratori quando ci sono scioperi e provare a interloquire di fronte alle preoccupazioni aiuta anche a governare e a legiferare meglio. Abbiamo il dovere di seguire questa vertenza con il massimo impegno e pretendiamo dal Governo un'attenzione concreta, capace di tutelare i posti di lavoro e la produttività di un settore fondamentale per il Paese e per il territorio.
Insoddisfatti di come oggi in quest'Aula sia stato affrontato il tema, assicuriamo a tutti i portatori di interessi che continueremo a tenere alta l'attenzione, convinti che siamo nell'ambito della transizione ecologica. Le istituzioni hanno il dovere di accompagnare ognuno e non lasciare nessuno indietro: queste sono parole che ho sentito anche dalla presidente Meloni, ma di fronte a queste c'è bisogno davvero di una strategia più complessiva, di una politica industriale della quale discutere anche in Parlamento. Occorrono pertanto non solo tavoli di crisi, che pure sono necessari, ma anche capire esattamente come noi non lasciamo nessuno indietro, accompagniamo la transizione digitale ed ecologica e facciamo sì che ogni lavoratrice e ogni lavoratore - in carne ed ossa, non ridotti a numeri - possano passare da una all'altra condizione, da un modello di sviluppo all'altro.
Questo è davvero il tempo per affrontare una discussione del genere, perché abbiamo bisogno di una politica economica che affronti questo tempo e non di rinvii o denunce di complotti. Abbiamo bisogno di capire esattamente come cambiamo la produzione e come facciamo sì che questo non significhi perdita di posti di lavoro, ma se mai miglioramento di posti di lavoro, accompagnamento, ammortizzatori, nuove strategie. Ecco, su questo abbiamo bisogno di fare una discussione più profonda che poi si cali anche in territori come quelli che riguardano l'interrogazione odierna: Sulmona, l'Abruzzo, la Magneti Marelli, l'automotive.
DI GIROLAMO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIROLAMO (M5S). Signor Presidente, signora Sottosegretaria, purtroppo non posso ritenermi soddisfatta della sua risposta, che è tardiva nei tempi e poco ci dice su quelle che saranno le prospettive future dello stabilimento Magneti Marelli di Sulmona. Prima che in quest'Aula, infatti, la risposta l'abbiamo letta sui giornali: abbiamo letto che l'azienda è tornata indietro su alcune decisioni che aveva preso poc'anzi e di questo ne siamo felici. Non è chiaro quale sia stato il contributo del Governo per la risoluzione di tali questioni. Di certo, la mobilitazione degli operai e delle sigle sindacali ha portato i propri frutti.
Voglio ricordare che il settore automotive in Abruzzo dà lavoro a 25.000 persone; in particolare, i dipendenti della Marelli sono 550, più tutto l'indotto che le viene creato intorno. La domanda è sul futuro che aspetta queste persone, perché è da anni che c'è incertezza sul futuro delle persone che lavorano in tale sito. Su questo il Governo, oggi, per suo tramite, non è riuscito purtroppo a rassicurarci. Sull'operato della Regione Abruzzo stendo un velo pietoso: non si è vista la presenza di un ente regionale che avrebbe dovuto esercitare la sua tutela o comunque interessarsi alle questioni che spesso sono state sollevate e per le quali è stata richiesta l'attenzione dello stesso Presidente della Regione.
Parliamoci chiaramente: quello che vogliamo scongiurare è una situazione simile a quella di Crevalcore, che aveva delle commesse contrattualizzate fino al 2028; un'azienda che è stata chiusa improvvisamente per le scelte dei vertici di Stellantis. Anzi, vorrei esprimere tutta la vicinanza mia e del MoVimento 5 stelle a questi lavoratori e a tutti coloro che lottano per il diritto al proprio lavoro. Per Sulmona ci aspettiamo delle risposte e dei fatti concreti. Un Paese civile, signora Sottosegretaria, non può dire loro: state tranquilli fino a dicembre e poi si vedrà. Chiedo a lei e al Governo di monitorare con maggiore attenzione tutte le situazioni che si rifanno al sito Magneti Marelli di Sulmona e di pianificare, per quanto sia possibile, delle strategie future che tengano conto di tutte le variabili che sono in campo. Questo lo dobbiamo e lo dovete agli operai e a tutte le loro famiglie. (Applausi).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Prima di proseguire con i lavori, voglio salutare gli studenti dell'Istituto comprensivo «Angelica Balabanoff» di Roma. Benvenuti in Senato. (Applausi).
Vorrei spiegare ai nostri ospiti che oggi sono presenti in Aula pochi senatori solamente per un motivo. All'ordine del giorno è previsto lo svolgimento di interrogazioni e, di conseguenza, in Aula vi sono solo i senatori interessati alle interrogazioni. Di solito, infatti, ne sono presenti molti di più.
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,25)
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00681 sulle iniziative per tutelare l'assetto aziendale del sito Comau di Grugliasco (Torino).
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
BERGAMOTTO, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy. Signor Presidente, ringrazio i senatori interroganti per il quesito. La rilevanza tecnologica della società Comau e il ruolo di primo piano che essa svolge nel mercato dell'automazione industriale sono ben conosciuti al Ministero delle imprese e del made in Italy.
Proprio per tali sue specifiche caratteristiche, la società è anche coinvolta in importanti iniziative sostenute dal Ministero. Comau, infatti, è partner e socio fondatore del MADE - Competence Center, creato con il sostegno e su iniziativa del MIMIT per avvicinare le imprese italiane all'Industria 4.0, realizzando, a tal fine, attività di orientamento, formazione e supporto per la realizzazione di progetti di innovazione.
Nel recente passato, con il Governo Draghi e il ministro Giorgetti, il MIMIT ha inoltre autorizzato la stipula di un accordo per l'innovazione, relativo ad un investimento complessivo di diciotto milioni di euro, con le Regioni Lombardia e Sicilia, le aziende ST Microelectronics e FCA Italy, oltre che con Comau, naturalmente, per la realizzazione di un progetto innovativo nel settore delle produzioni microelettroniche. D'altra parte, però, Comau è una società del gruppo Stellantis e, come tale, le vicende che la riguardano esigono di essere considerate nell'ambito più ampio, che vede tuttavia il Governo fortemente impegnato fin dal primo giorno.
È noto, infatti, che nell'assenza, purtroppo, di iniziative poste essere negli anni passati, il Governo ha dovuto recuperare un dialogo con il gruppo Stellantis, che è tuttora costante, costruttivo e attento alle dinamiche dell'intera filiera e che intende giungere ad un piano di lavoro condiviso, per il miglioramento della competitività e della produttività dell'industria automotive nazionale.
Vi è, pertanto, piena considerazione, in questo contesto di raffronto e di condivisione, per tutti gli attori del settore e ciò a prescindere anche dalle possibilità offerte dall'esercizio dei poteri speciali da parte del Governo, che richiedono precisi presupposti, ma che al momento non risultano concretizzati.
Per quanto riguarda la preoccupazione che la costituzione di un eventuale spin off possa indebolire Comau, con conseguenti impatti negativi sull'occupazione, si rappresenta la piena disponibilità ad interloquire con il gruppo, per avere tutte le garanzie possibili sui progetti aziendali affinché ciò non avvenga.
FURLAN (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FURLAN (PD-IDP). Signor Presidente, purtroppo, alcune preoccupazioni che ci hanno portato a presentare questa interrogazione permangono anche dopo questo intervento. Credo che non sia solo per caso che si tratti questo tema dopo l'interrogazione sullo stabilimento Marelli, perché, drammaticamente, noi potremmo trovarci a breve in una condizione molto simile.
Noi parliamo di un'azienda sana, con 700 dipendenti, con una crescita degli ordini, anche soltanto in questo ultimo anno, di oltre il 15 per cento. Un'azienda assolutamente rinomata, importante sui mercati internazionali, ma che non solo non ha aumentato il numero dei dipendenti, ma lo ha quasi dimezzato; un'azienda con tre anni di ritardo nella presentazione di un piano industriale, più volte chiesto, più volte sollecitato dalle organizzazioni sindacali, in rappresentanza ovviamente dei lavoratori e delle lavoratrici. È anche un'azienda che rappresenta un interesse importante per tutta la comunità locale. Parliamo di un'azienda presente anche a livello internazionale, quindi l'interesse è davvero importante.
Si paventa continuamente questa volontà di FCA, oggi Stellantis, di attuare un'ulteriore spin-off, come ha fatto anche, per la verità, in altre situazioni. Penso ad esempio alla scelta su Iveco, che comunque ha avuto risultati positivi, ma oggi non esiste un piano industriale e il fatto che dopo la pandemia fortunatamente gli ordini siano molto cresciuti per l'azienda non giustifica assolutamente la mancanza totale di assunzioni, anzi quasi un dimezzamento del personale. Questi articoli continui sui giornali, con posizioni sempre più ambigue da parte della proprietà sullo spin-off, creano condizioni di grande grande allarme e preoccupazione tra i lavoratori e non solo.
Abbiamo ascoltato tante volte il Ministro dichiarare un interesse; in caso l'azienda subisca uno spin-off e magari si decida di cedere tutto a un bel fondo (americano o non americano non ha molta importanza), si intende esercitare il golden power o no? Perché questo è un messaggio che è trapelato anche in alcune parole del Ministro, ma che rimangono sempre notizie non definite.
Quindi, ringrazio per la risposta, ma sarà comunque necessaria da subito una convocazione al Ministero tra le parti sociali e l'azienda, perché si faccia finalmente chiarezza e si capisca quali sono le prospettive di un'azienda che sta crescendo. Non parliamo di un'azienda in crisi, ma di un'azienda che sta crescendo, ma che contemporaneamente dimezza il personale, non presenta piani industriali e continua ad aleggiare l'ipotesi di uno spin-off di cui non si sa altro.
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00383 sul legittimo impedimento degli avvocati per il rinvio delle udienze.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
SISTO, vice ministro della giustizia. Signor Presidente, ringrazio i senatori interroganti dato che il tema è oggettivamente delicato.
Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo innanzi indicato, deve essere evidenziato che, sulla scorta del contenuto della nota estesa dalla presidenza della Corte di appello di Roma, la vicenda in esame può essere così ricostruita nei suoi punti focali. L'avvocato in questione, nel corso di un processo celebrato innanzi alla seconda sezione penale del tribunale di Roma in composizione collegiale, chiedeva il rinvio per legittimo impedimento dell'udienza, fissata per il 14 aprile 2023, a causa dell'esposta necessità di accompagnare il figlio di due anni ad effettuare un esame diagnostico all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma in regime di day hospital.
L'avvocato in questione, con riferimento all'udienza fissata per il 14 aprile 2023, nominava una sua collega quale sostituto processuale ai sensi dell'articolo 102 del codice di rito penale. La seconda sezione penale del tribunale di Roma in composizione collegiale rigettava l'istanza di rinvio presentata dall'avvocato, con riferimento all'udienza fissata per il 14 aprile, perché non tempestiva e non adeguatamente motivata in relazione al carattere assoluto dell'impedimento dedotto.
La decisione adottata dalla II sezione penale del tribunale di Roma, in composizione collegiale, appare conforme alla vigente disposizione normativa di cui all'articolo 420-ter, comma 5, del codice di procedura penale e agli insegnamenti in materia della Corte di cassazione, secondo cui, ai fini dell'ammissibilità dell'istanza di differimento, è necessaria non solo la tempestiva prospettazione dell'impedimento, ma anche l'indicazione dell'impossibilità di avvalersi di un sostituto ai sensi dell'articolo 102 del codice di procedura penale.
L'istanza di rinvio deve essere considerata tempestiva se viene presentata prontamente, ovvero in un momento quanto più prossimo all'acquisizione definitiva della conoscenza dell'impedimento, elemento questo che va ritenuto insussistente nel caso di specie, posto che la richiesta di rinvio veniva trasmessa dall'avvocato in questione alla cancelleria della II sezione penale del tribunale di Roma solo in data 12 aprile 2023, alle ore 18,48, a fronte di un impedimento determinato da ragioni familiari, conosciuto dal difensore istante sin dal 28 marzo 2023.
La richiesta di rinvio avanzata in data 12 aprile 2023 dall'avvocato in questione non può comunque ritenersi adeguatamente motivata in relazione al carattere assoluto dell'impedimento addotto (questo a normativa vigente), visto che, anche in considerazione della parificazione a livello normativo dei diritti e dei doveri di entrambi i genitori nella cura e nell'accudimento dei figli minori, il difensore aveva l'onere di dimostrare l'eventuale impossibilità dell'altro genitore di accudire idoneamente il figlio in occasione del su indicato esame diagnostico.
Nell'udienza celebrata il 14 aprile la II sezione penale del tribunale di Roma in composizione collegiale, con apprezzabile spirito di collaborazione, prima di adottare il provvedimento formale di rigetto dell'istanza di rinvio, avanzata il 12 aprile dallo stesso avvocato, tentava, senza esito positivo, di fare contattare dal sostituto processuale il difensore istante.
Pertanto, in questo contesto e con quegli orientamenti giurisprudenziali, non rilevandosi anomalie processuali dei magistrati del tribunale di Roma che si sono occupati della vicenda tratteggiata nell'atto di sindacato ispettivo, deve concludersi nel senso che non sussistono i presupposti per l'avvio di iniziative segnatamente di carattere ispettivo spettanti al Ministero della giustizia.
In tutti i casi si fa presente che il tema, indubbiamente sensibile, è all'attenzione del Parlamento; sul piano generale il Consiglio dei ministri in data 15 giugno 2023 ha approvato un disegno di legge, poi trasmesso all'esame del Parlamento il 20 luglio, volto ad ampliare e rafforzare il diritto di difesa degli indagati, in attuazione dell'articolo 24 della Costituzione, sin dall'avviso di procedimento penale.
Nello specifico si segnala che presso la Commissione giustizia del Senato è incardinato e risultano svolte numerose audizioni, il disegno di legge n. 729 del 2023 che prevede la modifica dell'articolo 420-ter, comma 5, del codice di procedura penale, individuando quale legittimo impedimento del difensore il proprio, della prole o dei familiari per comprovati motivi di salute.
D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio il Vice Ministro. Il caso dell'avvocata ha turbato moltissimo l'opinione pubblica, soprattutto l'opinione pubblica femminile. Credo che chiunque di noi, donna e lavoratrice, si sia trovata nella propria esperienza di vita in situazioni in cui ha sentito fino in fondo, sulla propria pelle, se posso usare questa espressione, la lacerazione tra i doveri, la necessità di accudimento dei propri figli, e la necessità di essere presente nel luogo di lavoro. Non è una lacerazione che riguarda solo le nostre vite personali o una questione privata, ma è un'incapacità dell'organizzazione del lavoro e del welfare di questo Paese a sostenere davvero le donne che lavorano.
Non è un caso che lo stesso presidente Mattarella nel suo discorso di insediamento abbia detto: «Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità». Siamo tutti d'accordo e sosteniamo tutti che in questo Paese c'è un problema di denatalità.
L'interrogazione, oltre al caso singolo e quindi alla vicenda dell'avvocata che comunque, vorrei sottolineare, ha ricevuto la solidarietà del Consiglio nazionale forense e dello stesso Comune di Roma che ha chiesto un osservatorio sulla questione, apre una discussione più generale su come vogliamo portare avanti iniziative che tutelino davvero il diritto delle avvocate e degli avvocati alla conciliazione dei tempi di vita. Questo è il tema. Non si tratta di una questione solo delle madri. Trovo abbastanza irricevibile l'argomentazione che poteva esserci in quel caso l'altro genitore, come è stato detto. Nel caso specifico vorrei sottolineare come sia prassi ormai consolidata decidere al momento della celebrazione dell'udienza, prescindendo dal momento in cui è stata depositata l'istanza, se la stessa venga rimandata per legittimo impedimento. L'altra avvocata era stata indicata proprio per poter capire se l'udienza veniva rimandata.
In ogni caso, anche in attesa di riforme legislative, cui il Vice Ministro ha accennato, c'è un tema generale che riguarda il gender gap nel mondo del lavoro e negli ordini professionali. Un gender gap che in particolare nell'ordine professionale degli avvocati è molto forte. Rilevo che dopo i trentacinque anni le colleghe donne guadagnano quasi la metà dei colleghi uomini. Ciò è determinato dall'assenza di misure a sostegno dei progetti di vita. Siamo un Paese in cui il 46 per cento delle laureate lascia il lavoro dopo il secondo figlio.
Non posso quindi ritenermi soddisfatta di un Ministero che delega nel caso a future riforme e non assume fino in fondo il tema di come sostenere il lavoro e la conciliazione, anzi direi la condivisione del lavoro di cura. Non si tratta, infatti, di un problema solo delle donne (da un'indagine, che Save the Children ha fatto nel nostro Paese sulle lavoratrici, sono state definite equilibriste), ma il tema è la condivisione.
Per tale motivo, chiediamo congedi paritari al Governo - e, quindi, non solo iniziative legate a singole professioni - una riforma del welfare e dei congedi universali che riguardi tutti.
Ogni volta ci riempiamo la bocca, per così dire, di parole come denatalità e sostegno alla genitorialità e poi, di fronte a casi individuali, che sono anche grida d'aiuto che singole lavoratrici lanciano - ahimè - devo constatare che ci giriamo dall'altra parte e diamo una risposta troppo burocratica a un tema generale. (Applausi).
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00584 sulla riduzione del sovraffollamento carcerario e sul potenziamento degli organici della Polizia penitenziaria.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
SISTO, vice ministro della giustizia. Signor Presidente, si tratta di una risposta che contiene un certo numero di dati, che ovviamente poi saranno a disposizione dell'interrogante, affinché ne abbia diretta contezza, al di là del mio speech.
Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante, riportata la notizia di una rissa verificatasi il 30 giugno 2023 nel carcere Regina Coeli di Roma, e riferite le criticità, in particolare di organico, rilevabili in detto carcere, avanza quesiti sulle iniziative che si intendano perciò assumere.
Orbene, come ribadito in occasione di risposte a interrogazioni di analogo tenore, in tema di organici, va evidenziato che il Ministero, a mezzo del preposto dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP), pone forte attenzione all'esigenza di garantire un efficace turnover del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati.
Tale riduzione - com'è noto - è stata operata dalla cosiddetta legge Madia e rivista altresì da successivi interventi normativi, che hanno rimodulato al ribasso la dotazione complessiva del Corpo della polizia penitenziaria, su cui andrà evidentemente reimpostata una politica di forte implementazione.
Sul punto, giova evidenziare la ferma volontà di inversione del trend, posto che attualmente l'organico totale (42.865 unità) è tale grazie all'incremento di 1.000 unità del ruolo agenti-assistenti disposto con la legge di bilancio per l'anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
ln concreto, tuttavia, il personale del Corpo di polizia penitenziaria amministrato ammonta a 35.960 unità.
Va poi rammentato che nell'arco del quinquennio 2021-2025 è autorizzata, oltre al turnover, l'assunzione straordinaria di complessive ulteriori 2.804 unità.
Quanto alla precipua situazione del carcere di Regina Coeli, si evidenzia che, a fronte di un organico previsto pari a 516 unità, ne risultano presenti 321, comprese 135 distaccate in uscita e 50 in entrata, inferiori dunque di 195 unità rispetto a quelle previste.
Le carenze maggiori di unità si rilevano nel ruolo dei funzionari (-1), degli ispettori (-7), dei sovrintendenti (-32) e degli agenti-assistenti (-28).
Con riferimento alla carenza del ruolo dei funzionari, si rappresenta che è stato conferito l'incarico di comandante di reparto a un primo dirigente di Polizia penitenziaria dall'11 settembre 2023.
Circa il ruolo degli ispettori, si evidenzia che, all'esito di procedura concorsuale per complessivi 691 posti, l'organico della casa circondariale di Roma Regina Coeli è stato incremento di dieci unità maschili e che inoltre, all'esito di ulteriore concorso per 411 posti, l'amministrazione terrà nella massima considerazione la situazione del carcere romano, attraverso l'assegnazione di un adeguato numero di unità per quel ruolo.
Per quanto riguarda il ruolo dei sovrintendenti, si evidenzia che, in seguito a concorso interno per complessivi 583 posti, il DAP ha già disposto di assegnare al carcere romano 21 unità maschili e quattro femminili, il tutto entro la fine del corrente anno, al termine del previsto corso di formazione.
Quanto al ruolo di agenti-assistenti, si rappresenta che l'organico è stato incrementato, nell'anno 2022, di 29 unità maschili e due femminili, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 179° e 180° corso.
Ciò riferito, va precisato che le lesioni (frattura della mandibola) occorse all'operatore di polizia non sono collegate ad alcuna rissa tra detenuti, bensì ad altro episodio, verificatosi sempre il 30 giugno 2023, allorquando il detenuto H.F., al termine del colloquio con la propria convivente, senza alcuna ragione apparente, sferrava un pugno all'assistente di Polizia penitenziaria, colpendolo al volto.
Per tale fatto il ristretto veniva dapprima sanzionato con quindici giorni di esclusione dalle attività in comune, spostato di sezione, per poi essere trasferito, il 15 luglio 2023, per ragioni di ordine e sicurezza, presso la casa circondariale di Viterbo, nuovo complesso.
Gli episodi di violenza tra detenuti menzionati sono invece riconducibili alla mattinata del 25 giugno 2023, allorquando, poco prima dell'inizio delle celebrazioni della santa messa, il detenuto C.G., alla vista di altro detenuto, iniziava a ingiuriarlo con espressioni volgari, provando a colpirlo, altresì, con una delle sedie predisposte per la celebrazione della messa. Ne scaturiva una rissa poiché intervenivano altri detenuti. Il personale riusciva poi a sedare la colluttazione e nei confronti dei detenuti coinvolti veniva disposto il divieto d'incontro. Un'unità di personale intervenuta riportava due giorni di prognosi, a seguito di sospetto strappo muscolare al ginocchio sinistro, mentre un detenuto coinvolto negli scontri veniva inviato in ospedale per frattura di un dito.
Per tali disordini, la direzione avviava il procedimento disciplinare nei confronti dei detenuti individuati quali responsabili degli stessi e li sanzionava con quindici giorni di esclusione dalle attività in comune; provvedeva, poi, a informare l'autorità giudiziaria per gli aspetti penalmente rilevanti della vicenda. Il 26 giugno 2023 quattro dei cinque detenuti suddetti venivano trasferiti, per motivi di ordine e sicurezza, presso altre sedi del distretto.
Quanto alle presenze detentive, al 25 luglio 2023, presso la casa circondariale di Roma Regina Coeli risultavano presenti un totale di 998 detenuti, a fronte di una capienza pari a complessivi 607 posti disponibili, rilevandosi un indice percentuale di affollamento pari al 164,42 per cento.
Relativamente al problema del sovraffollamento, il DAP, oltre a continuare l'attività di riqualificazione del patrimonio edilizio concesso in uso governativo, è da anni impegnato in un programma finalizzato all'aumento del numero dei posti regolamentari mediante il recupero di quanto già disponibile e l'edificazione di nuovi corpi di fabbrica in complessi esistenti, ovvero realizzando nuovi padiglioni detentivi in comprensori già sedi penitenziarie.
La realizzazione di 8 padiglioni dovrà essere necessariamente ultimata entro l'anno 2026 e produrrà, complessivamente, ulteriori 640 posti detentivi. Entro il 2024 dovrebbe essere ultimato, peraltro, il nuovo padiglione da 400 posti in costruzione presso la casa circondariale, nuovo complesso, di Roma Rebibbia.
Il completamento dell'anzidetto piano di interventi potrà consentire di contrastare con maggiore adeguatezza ed efficacia la problematica relativa alla condizione di sovraffollamento che affligge il sistema penitenziario, nonché assicurare una maggiore disponibilità di spazi utili per il superamento dell'ulteriore criticità legata alla carenza di superfici e ambienti utili per le attività trattamentali.
In relazione agli investimenti volti al miglioramento delle condizioni detentive, il preposto DAP sta procedendo all'attuazione di quanto programmato per realizzare un modello di esecuzione penale fondato sull'ampliamento delle opportunità di lavoro professionalizzanti, al fine di migliorare la qualità degli interventi diretti all'inclusione sociale delle persone in esecuzione penale.
In particolare, si segnala che, con la legge di bilancio 2023, sono stati incrementati di due milioni di euro i fondi relativi alla retribuzione del lavoro dei detenuti, passando da euro 121.016.095 nel 2022 a euro 123.016.095 nel 2023. La Cassa delle ammende, inoltre, ha finanziato un programma nazionale per l'incremento delle opportunità di lavoro professionalizzanti, per un importo complessivo di 8 milioni di euro, rivolto a 1.500 detenuti. Il Ministero sta poi studiando convenzioni private con enti che consentano di incrementare le chance lavorative all'interno degli istituti di pena.
Continua poi la collaborazione con le Regioni per rafforzare la coesione e la sicurezza sociale. Sono stati approvati dalla cassa delle ammende i programmi per l'inclusione sociale dei detenuti e delle persone sottoposte a misure di comunità, nonché inerenti al sostegno dei rapporti familiari e con i figli minori. Dalla realizzazione dei suddetti programmi la cassa delle ammende prevede il coinvolgimento di 7.638 destinatari, per un investimento complessivo - per il triennio 2023-2025 - di euro 20.662.100, di cui 14 milioni di euro a carico della cassa delle ammende e 6.662.100 a carico complessivamente delle Regioni interessate ed in attuazione di quanto previsto nell'atto di indirizzo del Ministro della giustizia e nell'accordo sancito il 28 aprile 2022, tra Governo, Regioni e autonomie locali, nonché del protocollo attuativo stipulato il 28 giugno 2022 tra Ministero della giustizia, Conferenza delle Regioni e Province autonome e cassa delle ammende.
Sono stati previsti, altresì, interventi per la prevenzione del rischio suicidario e del disagio psichico in carcere, nonché per migliorare la qualità degli interventi trattamentali destinati ai detenuti stranieri e a coloro che vengono sottoposti a pene sostitutive della detenzione, in modo da assicurare maggiore controllo durante l'esecuzione penale esterna, per euro 3.293.685.
Per completezza, si rappresenta, infine, che è stato emanato il decreto interministeriale di riparto del fondo istituito ad hoc, con l'articolo 1, comma 856, della legge di bilancio 2023, con il quale sono stati messi a disposizione dei provveditorati regionali 4 milioni di euro per il corrente esercizio finanziario e 5 milioni di euro a regime, proprio per favorire il reinserimento sociale delle persone detenute e di quelle sottoposte a misure penali di comunità, per l'assistenza e la cura dei tossicodipendenti, per la cura e l'assistenza sanitaria e psichiatrica dei detenuti, in collaborazione con le Regioni.
DE PRIAMO (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PRIAMO (FdI). Signor Presidente, mi dichiaro sicuramente soddisfatto della risposta, tra l'altro molto articolata, che evidenzia il grande lavoro svolto dal Governo in questo anno su un tema rispetto al quale ovviamente non potevamo e non possiamo immaginare che in un lasso di tempo limitato si potessero compensare ritardi strutturali da tutti i punti di vista rispetto alle nostre carceri, agli spazi anche sociali e volti al reinserimento e alla rieducazione di cui c'è bisogno, o tanto più quei ritardi ricordati relativi al personale di Polizia penitenziaria.
In un anno è stato fatto veramente molto e, quindi, da questo punto di vista esprimiamo grande fiducia nell'azione del Governo. Riteniamo si debba proseguire sulla strada adesso delineata e abbiamo rilevato la grande mole di investimenti prevista sia per le assunzioni - ovviamente, compatibilmente con le possibilità, dovranno essere ulteriormente incrementate - sia per il reinserimento lavorativo, la rieducazione e tutto quello che è necessario. Pochi mesi fa nel carcere di Rebibbia è stato inaugurato un nuovo spazio sportivo, e ciò dimostra che si sta lavorando molto.
Ci sta molto a cuore anche il tema della Polizia penitenziaria, che è il motivo per cui l'interrogazione faceva riferimento agli episodi avvenuti presso il carcere Regina Coeli, che purtroppo è una delle situazioni più critiche a livello nazionale, ma non la sola. La Polizia penitenziaria, troppo spesso dimenticata e abbandonata negli anni passati, è invece fondamentale perché rappresenta la presenza dello Stato e delle istituzioni all'interno delle carceri; svolge una funzione fondamentale non solo repressiva, ma anche di gestione e controllo della situazione all'interno di quelle realtà.
Sicuramente siamo consapevoli che c'è ancora molto da fare, ma ci conforta sapere che in questi mesi sono state fatte tante cose, ora citate: penso, ad esempio, al decreto-legge sulla pubblica amministrazione che ha introdotto la figura dei medici nel Corpo della polizia penitenziaria. Siamo fiduciosi che si possa proseguire sulla strada intrapresa quest'anno e, laddove necessario, che si possano creare nuovi spazi. Per noi la soluzione è rappresentata dalle pene alternative laddove ci sia una tale possibilità, e non dalla depenalizzazione o dal far venir meno la certezza della pena. Il fatto è che chi ha una pena da scontare deve farlo nei tempi e nei modi dovuti, per cui ci fa molto piacere avere appreso che si sta lavorando molto per avere nuovi padiglioni, nuovi posti e anche per reperire nuova edilizia carceraria. Ovviamente le carceri devono diventare dei luoghi dove non si peggiorano le condizioni di vita, ma si avvia un reinserimento sociale. Questa è la strada da percorrere e in questo contesto ci deve essere - come abbiamo sentito - la tutela, anche attraverso le nuove assunzioni, di quell'elemento per noi fondamentale e da difendere, che è la Polizia penitenziaria. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time.
(La seduta, sospesa alle ore 10,53, è ripresa alle ore 15).
Presidenza del vice presidente CASTELLONE
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro dell'interno e il Ministro dell'istruzione e del merito.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
La senatrice Unterberger ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00745 sull'aumento della microcriminalità in Alto Adige e l'incremento degli organici delle Forze dell'ordine, per tre minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Ministro, negli ultimi anni, l'Alto Adige-Südtirol è diventato teatro di frequenti episodi di violenza, anche da parte di minori. Soprattutto Bolzano e Merano sono nella morsa della piccola criminalità, che purtroppo vede spesso coinvolti migranti, sia senza permesso di soggiorno, sia di seconda generazione. Per discutere di tale problema, lo scorso 5 ottobre si è tenuto un vertice nella sede del commissariato del Governo a Bolzano. Dall'incontro è emersa la necessità di più agenti per le strade e maggiori controlli, specialmente nei luoghi più a rischio e durante le ore notturne.
A tal fine, gli organici delle Forze di polizia appaiono non solo sottodimensionati, ma anche mal distribuiti sul territorio provinciale: il commissariato di Merano, Comune di 41.000 abitanti, ha 40 agenti a disposizione, lo stesso numero del commissariato di San Candido, Comune di 3.000 abitanti.
Anche le Forze di polizia locale, con un totale di 380 agenti su tutto il territorio provinciale, sono sotto organico: stando alle linee guida del Ministero dell'interno, infatti, dovrebbe esserci un agente ogni 1.000 abitanti. Peraltro, da diversi anni la Polizia locale chiede di essere classificata come Forza di polizia "paritaria", il che richiederebbe una modifica dell'articolo 16 della legge n. 121 del 1981, in base al quale solo i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di finanza e il Corpo forestale hanno responsabilità di pubblica sicurezza.
Infine, sempre in un'ottica di sicurezza, si ritiene ormai indispensabile la costruzione del nuovo carcere di Bolzano: l'attuale struttura carceraria è inadatta, tanto che non sono mancati detenuti che hanno chiesto allo Stato un risarcimento del danno, ai sensi dell'articolo 35-ter della legge penitenziaria, perché non è stato loro garantito lo spazio minimo prescritto.
Si chiede pertanto di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire prontamente per risolvere il problema relativo al sottorganico delle unità di Polizia in Alto Adige-Südtirol, anche attraverso una migliore distribuzione sul territorio provinciale; se non intenda intervenire sulla legge succitata per equiparare le Forze di polizia locale alle altre Forze di polizia e se non concordi sulla necessità di costruire il più presto possibile un nuovo carcere a Bolzano che sia idoneo a garantire le prescrizioni della legge penitenziaria.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Grazie, Presidente. Partendo dal dato sugli organici attuali delle Forze di polizia nella Provincia di Bolzano, segnalo che la Polizia di Stato è presente con un organico di 685 unità di personale, l'Arma dei carabinieri con una forza effettiva di 818 unità e la Guardia di finanza con 410 militari. Si tratta di numeri che il Governo ha intenzione di incrementare, proseguendo peraltro le politiche assunzionali già avviate con la legge di bilancio per l'anno in corso e che troveranno ulteriori risorse finanziarie in quella per il prossimo anno.
La situazione della Provincia di Bolzano è alla costante attenzione del commissario del Governo, che - come ha ricordato l'onorevole interrogante con riferimento al Comune di Merano - in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 5 ottobre scorso ha deciso di incrementare i servizi di controllo del territorio sia ordinari che straordinari, anche con l'ausilio del personale di rinforzo del reparto prevenzione crimine assegnato dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Dall'inizio dell'anno al 10 ottobre scorso l'attività di prevenzione e di controllo del territorio nelle città di Bolzano, Bressanone e Merano si è potuta avvalere di rinforzi assegnati a quel territorio, che hanno consentito di realizzare 102 interventi, con l'impiego di 207 equipaggi e 621 unità di personale.
Quanto al tema della valorizzazione delle polizie locali, la legge quadro sull'ordinamento della polizia municipale è da tempo interessata da proposte di riforma, anche in questa legislatura, tese a rivedere in modo organico le competenze, le funzioni, i ruoli e le qualifiche del personale della polizia locale, nonché il trattamento economico e previdenziale e il relativo stato giuridico.
Il Ministero dell'interno reputa fondamentale dare risposte concrete alle legittime richieste degli operatori della polizia locale e mettere a sistema le esperienze maturate sui territori, che hanno visto la proficua collaborazione tra le autorità provinciali di pubblica sicurezza e gli amministratori locali. L'obiettivo è quello di introdurre un quadro ordinamentale coerente con i sempre più pregnanti compiti affidati alle polizie locali nella lotta ai fenomeni illeciti e al degrado delle aree urbane, nella prospettiva di un efficace coordinamento di azioni integrate tra i soggetti coinvolti a vario titolo. In questa direzione ho voluto costituire, in seno al mio Ministero, un gruppo di studio sul tema, i cui lavori auspico possano a breve tradursi in un disegno di legge governativo in materia, da sottoporre all'esame del Consiglio dei ministri.
Quanto al riferimento al nuovo carcere di Bolzano, il Ministero della giustizia mi ha comunicato che è in corso di valutazione politica l'ulteriore prosecuzione del progetto di project financing relativo appunto ad un nuovo istituto e, nelle more, il Ministero della giustizia ha ultimato i lavori per le aule trattamentali ad uso dei detenuti. Lo stesso Ministero ha anche rappresentato che nel programma di edilizia penitenziaria per l'anno in corso è stato inserito, per l'istituto di Bolzano, l'intervento di adeguamento delle sezioni detentive "ala sinistra" al DPR n. 230 del 2000, il tutto per un importo complessivo pari a 2.850.000 euro.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Unterberger, per due minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Grazie, Ministro. Prendo atto del fatto che prendete sul serio la sensazione della nostra popolazione, che non si sente più sicura. Ogni tanto si sente dire: "sì, ma da voi, vicino ad Austria e Germania, è molto meglio che al Sud dell'Italia". Ma anche da noi ci sono tanti problemi, perché siamo una Provincia che è al confine, con tanti migranti senza permesso di soggiorno, che stazionano tutto il giorno in certe zone; la nostra popolazione quasi non ha più il coraggio di entrare in certi parchi o in certe zone della città. Pertanto, bene che lei abbia promesso di mettere più mezzi a disposizione, di rivedere la normativa quadro per la polizia locale e di fare in modo che il nostro carcere finalmente sia costruito.
PRESIDENTE. La senatrice Cucchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00740 sull'introduzione di strumenti di identificazione degli agenti in servizio di ordine pubblico, per tre minuti.
CUCCHI (Misto-AVS). Signor Ministro, ha destato scalpore nell'opinione pubblica quanto accaduto a Torino lo scorso 3 ottobre, quando, in occasione della partecipazione della Presidente del Consiglio alla giornata conclusiva del Festival delle Regioni e delle Province autonome, la polizia ha caricato il corteo composto da circa 250 persone, per la maggioranza studenti, che la contestava pacificamente.
Il corteo di studenti, partito da Palazzo nuovo, si è diretto verso Palazzo reale, prima di essere fermato dalle cariche della polizia. Numerosi video pubblicati online mostrano i manifestanti a volto scoperto e disarmati, fermi nel corteo innanzi al cordone di polizia, quando improvvisamente, fra le Forze dell'ordine, qualcuno dà l'ordine di caricare. I video mostrano le Forze dell'ordine colpire con i manganelli studenti giovanissimi del tutto inermi. Sono numerosi gli studenti, i manifestanti, i fotografi e i giornalisti che hanno riportato ferite durante gli scontri; diversi sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere.
Quanto accaduto è solo l'ultimo episodio di una serie, dopo oltre vent'anni dalla violenza del G8 di Genova. L'Italia non si è ancora dotata di una normativa che imponga i codici identificativi per le Forze dell'ordine, che avrebbe l'effetto di scoraggiare soprusi e identificare i colpevoli in caso di violazione delle norme, ma anche di isolare gli agenti violenti tutelando l'operato della gran parte delle Forze dell'ordine che - ricordiamolo - agiscono nella legalità.
Si consideri che nel 2012 l'Unione europea ha approvato una risoluzione che esortava gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo, come un collar number (numeri sul collo) o shoulder number (numeri sulla spalla): codici identificativi usati per riconoscere i singoli ufficiali di polizia, altrimenti impossibili da identificare in situazioni caotiche come gli scontri. Inoltre, nel 2016 è intervenuto anche il Consiglio sui diritti umani dell'ONU, che ha raccomandato che i funzionari delle Forze di polizia siano individualmente identificabili.
Si chiede di sapere se lei, Ministro, non ritenga ormai indifferibile l'introduzione di una norma che imponga l'adozione di codici identificativi e bodycam o comunque di strumenti atti all'identificazione degli agenti e a verificare le responsabilità individuali.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Signor Presidente, la delicata gestione dell'ordine pubblico in occasione delle manifestazioni di piazza richiede alle autorità provinciali di pubblica sicurezza e alle Forze di polizia in servizio il costante contemperamento della tutela dell'ordine pubblico con l'esercizio delle libertà costituzionalmente garantite. Nel bilanciamento di tali esigenze, l'azione delle Forze di polizia privilegia sempre il dialogo e la negoziazione con i manifestanti, mentre l'uso della forza deve essere considerato un rimedio estremo per fronteggiare situazioni di particolare gravità caratterizzate da contesti di violenza o resistenza non altrimenti gestibili.
Anche a Torino l'intervento delle Forze di polizia si è svolto in questa cornice ed ha consentito di garantire il regolare svolgimento di un evento pubblico con la presenza di autorità istituzionali e numerosi cittadini ai quali i manifestanti volevano impedire la partecipazione. Nello specifico, il servizio di ordine pubblico, nonostante le reiterate e violente provocazioni di alcuni noti agitatori che hanno cercato di strumentalizzare i giovani manifestanti, ha contenuto al minimo il rischio di incidenti. Segnalo a tal fine che, nei momenti di maggiore concitazione, oltre ad alcuni manifestanti che si sono fatti medicare sul posto, sono rimasti feriti quattro operatori di polizia.
Con particolare riferimento alla questione del riconoscimento degli operatori di polizia, rappresento che nell'ordinanza di servizio che viene emanata dal questore per i servizi di ordine e sicurezza pubblica vengono indicati sia il funzionario di pubblica sicurezza responsabile della direzione del servizio che quelli addetti ai singoli settori di impiego. Aggiungo che, dal gennaio 2022, sono in uso al personale dei reparti inquadrati, impegnati nei servizi operativi, bodycam che costituiscono un utile strumento di documentazione degli accadimenti in occasione di eventi di rilievo che possono essere a rischio per l'ordine pubblico, e di identificazione anche degli agenti intervenuti. L'utilizzo di tali dispositivi è soggetto alle stringenti indicazioni relative ai dati sensibili, prescritte dal Garante della privacy al fine di tutelare i diritti delle persone oggetto delle riprese.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Cucchi, per due minuti.
CUCCHI (Misto-AVS). Signor Presidente, signor Ministro, è inutile che dica che non ci riteniamo affatto soddisfatti della sua risposta; senza alcuna offesa, la riteniamo solamente fumo. È inutile che le ricordi che i video della manifestazione Da Torino sono pubblici e chiunque di noi può averli visti, quindi sappiamo che si trattava di una manifestazione non violenta e che i primi a caricare sono stati gli agenti.
Signor Ministro, voglio semplicemente ricordarle che oggi, su ventisette Stati membri, sono già venti quelli che hanno adottato i codici identificativi e le bodycam; Nel nostro Paese le abbiamo, ma sappiamo benissimo che l'uso è a discrezione di chi comanda l'intervento e quindi delle volte non solo non servono a nulla, ma possono essere addirittura controproducenti.
Infine, vogliamo ricordare che la nostra richiesta andrà avanti e che sarà a tutela non solamente delle possibili vittime di violenze e di soprusi, ma anche e soprattutto della stragrande maggioranza di uomini e donne che indossano una divisa e lo fanno con onore. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Musolino ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00746 sui progressi nelle attività di contrasto ai fenomeni di criminalità nelle zone delle stazioni ferroviarie, per tre minuti.
MUSOLINO (Az-IV-RE). Signor Ministro, è una situazione di allarme sociale quella che si registra nelle stazioni ferroviarie e nei principali snodi ferroviari italiani; una situazione per la quale il Governo non sembra trovare una misura con la quale gestirla e affrontarla.
Tale situazione è stata già oggetto di una precedente interrogazione da parte del nostro Gruppo e abbiamo ritenuto di doverla riproporre, perché gli episodi di cronaca hanno continuamente testimoniato che questa situazione, lungi dall'essere risolta, si è invece aggravata e quindi necessita di una risposta da parte del Governo.
Signor Ministro, il 60 per cento dei passeggeri non si sente al sicuro nelle stazioni e la percentuale di chi percepisce tale insicurezza aumenta addirittura all'80 per cento con riferimento ai maggiori snodi ferroviari. Questa è una percezione che non può essere confutata semplicemente con dati matematici statistici, ma va presa in seria considerazione da parte del Governo. Quando il cittadino ha una percezione diffusa di pericolosità sociale, ciò ovviamente testimonia la necessità di un intervento.
L'intervento del Governo nel perseguire gli autori degli illeciti è comunque per il cittadino insoddisfacente. Si chiede che vengano attuate delle misure di prevenzione di tale pericolosità capaci di far cessare l'allarme sociale.
Mi consenta, signor Ministro, di dirle anche un'altra cosa. Il Governo ha avviato la campagna promozionale turistica "Open to Meraviglia", con la quale si invitano i turisti a visitare il nostro bel Paese. È però davvero inutile continuare a programmare interventi promozionali sul turismo, se poi non si dà la percezione, tanto ai cittadini quanto ai turisti, che le nostre stazioni ferroviarie, le nostre strade, le nostre città sono sicure.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Signor Presidente, sulla tematica della sicurezza nelle stazioni ferroviarie, nelle zone urbane della movida e nelle aree di spaccio, sono intervenuto più volte, anche in quest'Aula, per riferire sulle iniziative intraprese dal Governo, a partire dal Forum delle Città metropolitane, da me costituito per un confronto costante su questi temi con i sindaci delle maggiori città, e dalla mia presenza in molteplici Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica.
In questa direzione si inquadrano, innanzitutto, le operazioni cosiddette ad alto impatto, che rafforzano la nostra capacità di controllo dei luoghi pubblici a elevata concentrazione di persone, riducendo l'insicurezza percepita e aumentando l'efficacia dell'azione repressiva.
Dall'inizio dell'anno, nell'ambito di questa modalità di controllo del territorio e di prevenzione generale, che costituisce ormai un dispositivo consolidato e sistematico, sono stati effettuati 677 interventi, di cui 307 presso stazioni e aree limitrofe. Sono state impiegate circa 41.500 unità delle Forze di polizia, col supporto di ulteriori 5.000 unità di polizia locale, di personale delle aziende sanitarie locali, delle aziende municipalizzate e dell'ispettorato del lavoro. Sono state controllate oltre 384.000 persone, di cui 809 arrestate e 4.771 denunziate. Sono stati inoltre adottati 933 provvedimenti di espulsione nei confronti di stranieri, controllati più di 47.000 veicoli e oltre 87.000 esercizi pubblici.
Aggiungo, peraltro, che il recente decreto-legge n. 133 del 2023 ha previsto il rafforzamento dei dispositivi di controllo e sicurezza dei luoghi dove insistono le principali infrastrutture ferroviarie del Paese, attraverso l'incremento di ulteriori 400 unità dedicate a tale specifico impiego nell'ambito del contingente delle Forze armate per l'operazione Strade sicure.
Per avere un quadro aggiornato delle criticità e delle esigenze, dopo i fatti di Caivano, ho inviato ai prefetti una direttiva per la mappatura delle aree più gravemente degradate e più bisognose di analoghi interventi. Sono consapevole che il lavoro delle Forze di polizia è fondamentale e che, però, non basta. Occorre agire per rimuovere le cause del degrado e della crescente emarginazione sociale, che alimentano fenomeni di illegalità e insicurezza.
Pertanto, ritengo essenziale la costante interlocuzione e collaborazione con i sindaci, che vanno sostenuti anche sul versante delle loro specifiche attribuzioni in materia di servizi sociali e interventi di riqualificazione urbana. Informo, infatti, che per Roma, Milano e Napoli abbiamo messo in campo una specifica contribuzione, a valere su fondi del Ministero dell'interno, per sostenere le amministrazioni comunali nelle iniziative dirette a contrastare gravi forme di marginalità sociale.
È questa la direzione che ho voluto imprimere al rapporto con i primi cittadini, verso la quale stiamo orientando anche la destinazione di importanti risorse, attingendo in particolare al fondo per la sicurezza urbana, con l'obiettivo di conseguire risultati concreti positivi e duraturi.
Questa strategia, la strategia del Governo, si sta muovendo su più piani, con azioni di breve, medio e lungo periodo, che affiancano alle operazioni di contrasto, destinato a proseguire in modo sistematico, iniziative sul piano economico, sociale, educativo e culturale volte a riqualificare le nostre città e ad affermare pienamente legalità e sicurezza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.
PAITA (Az-IV-RE). Signor Ministro, voglio innanzi tutto darle atto di lavorare nella direzione di un rafforzamento sul tema della sicurezza delle nostre stazioni e, più in generale, delle città. Non è il suo impegno a essere in discussione. È anche vero, però, che la situazione è particolarmente complessa e, quindi, nessuno vuole fare demagogia.
Penso però che la sicurezza, contrariamente a certa a sinistra, sia un valore per tutti, perché a fare le spese di una percezione di insicurezza o di una reale insicurezza sono spesso i cittadini più deboli, quelli che fruiscono dei servizi pubblici, prendono gli autobus o i treni e magari non possono permettersi mezzi privati. Soprattutto quindi a chi è più fragile e debole e non ha alternative per muoversi dev'essere garantita una situazione di maggiore controllo e sicurezza.
Le devo dire che, nonostante la sua risposta fosse già stata data al nostro Gruppo in passato, noi questa percezione di un miglioramento non la vediamo e le faccio un esempio molto chiaro davanti a tutti: Roma è in una situazione in cui, quando si arriva alla stazione, non si ha la sensazione di essere in sicurezza e dove il tema del degrado è davanti a tutti per una serie di fattori, ivi compreso il fatto che vi è ormai una costante coda in attesa dei taxi, che non sono sufficienti, bloccando un'intera città e un'intera comunità. Il degrado è così percepito con ancor maggiore insistenza.
Quello che le chiediamo a Roma, Milano, Genova o qualsiasi altra città d'Italia è di misurare i dati che ha riportato sulla reale efficacia delle azioni che si stanno intraprendendo, considerando certamente che a questo va sempre accompagnato - come ha detto lei - il tema della formazione, della crescita culturale delle comunità, dell'aumento delle opportunità e di servizi sociali adeguati a problemi sempre maggiori.
Non vorrei però che una mera elencazione di dati che sembrano andare verso una direzione di miglioramento in realtà non corrisponda alla reale percezione dei cittadini o alla reale sostanza delle cose.
Naturalmente colgo l'occasione, in questa sede, come in tante altre, per ringraziare ancora una volta le Forze dell'ordine per il lavoro delicatissimo che compiono nelle nostre città e nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Il senatore Damiani ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00738 sulla diffusione dei reati legati alla microcriminalità nelle diverse province italiane, per tre minuti.
DAMIANI (FI-BP-PPE). Signor Ministro, i dati relativi al primo semestre del 2023 della banca dati interforze del dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ci dicono che su tutto il territorio nazionale aumentano i furti e le rapine per strada e i reati legati alla microcriminalità, che però variano, insieme alle relative emergenze, a seconda del territorio.
Innanzi tutto, i reati che variano vedono le città di Milano, Venezia e Roma capeggiare le classifiche per il furto con destrezza; i furti in abitazione vedono in cima alla classifica la città di Pisa (con 420 casi su 100.000 abitanti), la città di Pavia (con 390 casi su 100.000 abitanti) e invece ci sono pochi furti in abitazione nella provincia di Oristano (con 60 casi ogni 100.000 abitanti). Poi arriviamo ai furti delle autovetture: in questo caso la classifica vede primeggiare la Provincia di Barletta-Andria-Trani con 1.036 casi su 100.000 abitanti; la Provincia di Foggia a seguire con 638 casi e poi la Provincia di Napoli. I furti di auto, invece, sono limitati nelle Province di Sondrio, Belluno e Pordenone. C'è questa differenza, quindi vediamo come sui territori ci siano emergenze diverse, con i relativi picchi alti o bassi che possono essere ricondotti soprattutto a problemi di controllo del territorio.
La Provincia di Barletta-Andria-Trani, per esempio, una delle ultime Province nate, la cui questura è stata istituita nel luglio del 2021 come anche tutti i comandi provinciali, sconta oggi una presenza sottodimensionata di personale delle forze pubbliche, come viene anche evidenziato dall'analisi criminale redatta dal circondario della procura della Repubblica di Trani proprio di recente, nel settembre del 2023. Come anche sono sottodimensionate le questure delle Province di Roma, Rimini e Milano.
Si chiede, signor Ministro, di sapere quali siano le valutazioni in merito a questa differenziazione e alle diverse emergenze esistenti sul territorio e quali siano le soluzioni che il Ministro intende adottare prossimamente, soprattutto per cercare di tutelare i nostri cittadini e per dare delle risposte a queste ultime Province e questure nate e quindi tutelare la sicurezza di tutti noi cittadini. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Signor Presidente, il dato aggregato sulla delittuosità a livello nazionale indica che nei primi otto mesi del 2023 si registra una lieve flessione, - 0,4 per cento, rispetto all'analogo periodo del 2022, ma più che la statistica, come lei ha detto, conta l'approccio generale al problema della sicurezza.
In questo senso evidenzio che l'Italia, com'è stato detto, ha territori con caratteristiche ed esigenze assai diverse. A tali peculiarità una buona politica deve prestare attenzione nell'elaborazione delle proprie strategie a partire proprio dalle politiche di sicurezza. Servono dispositivi flessibili e commisurati ai contesti e ai bisogni dei territori e una metodologia di intervento basata su logiche di rete.
È proprio in segno di attenzione alle specificità dei territori che ho deciso di presiedere - ne ho fatti già tanti personalmente - in alcune realtà connotate da particolari criticità, i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica. Ho già presieduto tali riunioni in diverse città del Paese. Ancora ieri sono stato a Cagliari e ho ancora intenzione di recarmi in altre città. A breve andrò proprio a Barletta, città da lei citata, senatore. Sono infatti convinto che una strategia di sicurezza integrata richieda una costruttiva e leale collaborazione con gli amministratori locali e la linea di azione del Governo mira proprio ad armonizzare esigenze diverse e tutte meritevoli di attenzione, perché da un lato bisogna combattere l'illegalità e restituire sicurezza ai cittadini, dall'altro occorre puntare su una rigenerazione e riqualificazione urbana come volano di uno sviluppo equo e sostenibile.
Inoltre, credo vada sottolineato che l'attenzione del Governo non si rivolge unicamente alle aree metropolitane ma tiene sempre conto e valorizza i bisogni e la domanda di sicurezza dei centri urbani minori, anche grazie alla sistematica azione di coordinamento delle Forze di polizia svolta a livello locale dalla rete dei prefetti. Sul piano degli strumenti ritengo non si possa prescindere da un adeguato potenziamento delle risorse umane strumentali delle Forze di polizia.
Con la prima legge di bilancio di questo Governo - l'ho detto anche prima in un'altra risposta - sono già state assunte importanti iniziative in questa direzione ed altre ne prenderemo.
Per la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e la Guardia di finanza sono state previste, a legislazione vigente, complessivamente nei rispettivi piani pluriennali di assunzione straordinaria, 18.148 unità da assumere. Sono stati già assunti 11.503 operatori e, nel corso dei prossimi anni, sarà possibile immettere in servizio altre 6.645 unità di personale. Quindi abbiamo intenzione di continuare lungo questa strada assicurando il necessario sostegno alle Forze di polizia, nella ferma convinzione che si tratta di un investimento in legalità, sviluppo e democrazia.
Il nostro impegno ad incrementare le risorse proseguirà anche nella prossima legge di bilancio, come dicevo, anche in vista dei grandi eventi che il nostro Paese dovrà organizzare. Oltre a ciò, proseguiremo l'esperienza assai positiva delle operazioni ad alto impatto, di cui pure ho parlato prima, e siamo impegnati a contrastare l'illegalità in ogni sua manifestazione, da quella delle occupazioni abusive degli immobili e della criminalità predatoria, fino alle più gravi pratiche delittuose della criminalità organizzata. Tutto questo perché il Governo ha ben chiaro che la sicurezza è un bene primario per il futuro del Paese e intende garantirlo pienamente. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Damiani, per due minuti.
DAMIANI (FI-BP-PPE). Signor Ministro, la ringrazio per la risposta. Sono reati fastidiosi, così vengono oggi definiti dai cittadini, come appunto i furti nelle abitazioni e i furti delle auto. La ringrazio perché non servono solo i dati, ma essi ci danno la dimensione della sensazione di insicurezza che oggi provano i cittadini. Quindi, è giusto l'approccio, così com'è giusto l'approccio che questo Governo, in tema di sicurezza, sta avendo dal suo insediamento ad oggi. La ringrazio, signor Ministro, anche per aver accettato il mio invito a venire sul territorio, visto che nelle prossime settimane sarà nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, come su tutti i territori che oggi avvertono questa sensazione di insicurezza. Grazie anche perché dobbiamo sempre assumere e tutelare le nostre Forze dell'ordine.
Pertanto, mi auguro che anche tutte queste assunzioni (le 18.000, oltre alle 11.000 che ci sono già state) possano essere poi dislocate sui territori che oggi soffrono questa carenza.
PRESIDENTE. La senatrice Pucciarelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00744 sull'adozione di misure antiterrorismo sul territorio nazionale in relazione ai recenti avvenimenti nel Medio Oriente, per tre minuti.
PUCCIARELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, sabato 7 ottobre l'organizzazione terroristica palestinese Hamas che governa la Striscia di Gaza ha dato inizio ad un violentissimo attacco via mare, via terra e via aria nei confronti di Israele. L'attacco ha provocato oltre 1.000 morti tra la popolazione israeliana. Dalle ultime notizie di stampa si apprendono deplorevoli crimini ai danni di civili israeliani; bambini torturati e trucidati riportano alla mente le immagini dei più violenti attacchi terroristici subiti dalla popolazione europea nel corso degli ultimi decenni.
Considerato che l'attacco rischia di ridare vigore alla minaccia jihadista globale, tale potenziale minaccia rende necessario l'innalzamento del livello di attenzione verso ogni possibile obiettivo e un rafforzamento delle misure di prevenzione sul territorio. La nuova ondata di violenza nei confronti di Israele non può essere circoscritta ad una dimensione locale, ma va considerata in un quadro di instabilità internazionale che rischia di acuire nuovamente lo scontro confessionale in Medio Oriente e conseguentemente la mobilitazione delle organizzazioni fondamentaliste.
Il proliferare delle manifestazioni dal carattere ambiguo osservate nelle principali città europee, nella cornice di un generico sostegno alla causa palestinese, ha evidenziato altresì l'acuirsi di un sentimento d'odio nei confronti di Israele mai sopito negli anni. Come si apprende da organi di stampa, è all'attenzione del Governo italiano un piano di sicurezza antiterrorismo. Si ritiene necessario che all'interno del piano siano previste azioni di contrasto all'immigrazione clandestina, vista come potenziale veicolo del fondamentalismo islamico, in accordo con l'Unione europea e con le principali organizzazioni multilaterali internazionali.
Si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo stia adottando in relazione a quanto illustrato.
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Signor Presidente, a seguito dell'attacco subito da Israele già nella giornata di sabato scorso, è stato immediatamente disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili presenti sul territorio nazionale e nella seduta del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ho convocato d'urgenza lo scorso 10 ottobre, alla quale hanno partecipato anche le agenzie di sicurezza, sono state approfondite le possibili minacce e gli strumenti di prevenzione e contrasto.
All'esito dell'incontro è stato ulteriormente innalzato il livello di attenzione e rafforzate le misure di prevenzione generale, con particolare riguardo alle aree di maggior transito e all'adozione di misure di difesa passiva dei siti sensibili. In attuazione degli indirizzi impartiti, le prefetture hanno già disposto l'intensificazione delle misure a protezione degli obiettivi sensibili e dei dispositivi di prevenzione sul territorio. La minaccia terroristica, inoltre, è alla costante attenzione del Comitato analisi strategica antiterrorismo, istituito presso il Ministero dell'interno, che si è riunito appositamente, anch'esso dal 10 ottobre, per valutare l'evoluzione dei profili di rischio anche nei contesti antagonisti e nell'ambiente penitenziario.
Aggiungo che l'azione del Governo, sin dal suo insediamento, si è incentrata su ogni forma di contrasto all'immigrazione irregolare, anche in relazione ai possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi. I recenti tragici avvenimenti impongono una rinnovata e più elevata attenzione, senz'altro, in particolare attraverso il potenziamento delle attività interforze per i controlli delle frontiere e di quelle effettuate dalle specifiche task force operanti nelle principali aree di sbarco e negli hotspot nazionali. In questo senso ho dato specifiche direttive - quindi la rassicuro in tal senso - per l'intensificazione di ogni raccordo informativo tra le Forze di polizia e le agenzie di intelligence, al fine di monitorare l'evoluzione del conflitto e i suoi possibili riflessi sui flussi migratori, sugli ingressi e sulle presenze nel territorio nazionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Pucciarelli, per due minuti.
PUCCIARELLI (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, la ringrazio per la risposta e per il lavoro che sta svolgendo in questo momento estremamente delicato.
Come premesso nel quesito, è evidente che, se la questione sbarchi e flussi migratori assumerà anche un carattere securitario, si rende necessario un coinvolgimento delle principali istituzioni internazionali nell'arginare tale fenomeno, a tutela della sicurezza dell'intero continente europeo.
Inoltre, il secondo concetto che vorremmo esprimere riguarda l'ambiguità di alcune comunità islamiche presenti in Europa, ma non solo. Abbiamo visto immagini di manifestazioni da New York a Sydney, passando per le principali città europee, con slogan, canti e insulti contro Israele, la sua legittimità e contro il popolo ebraico. L'escalation del conflitto israelo-palestinese può contribuire ad alimentare le varie spaccature in Medio Oriente e a cascata fomentare alcune organizzazioni islamiste in grado di operare a livello globale. Anche per tale ragione ribadiamo l'urgenza di sostenere processi diplomatici in grado di congelare il conflitto nel breve. Ma soprattutto ribadiamo il sostegno alle iniziative in grado di portare i principali Paesi arabi ad una normalizzazione con Israele. Un ambiente cooperativo e non conflittuale in Medio Oriente rimane la principale garanzia per impedire le esplosioni di focolai di instabilità che - come la storia ci insegna - comportano la moltiplicazione della minaccia del terrorismo globale.
Siamo lieti di sapere, tramite le sue parole, che il Governo, a fronte dello scoppio di una nuova crisi, si è prontamente impegnato per gestire le potenziali minacce. La ringrazio nuovamente per la risposta e le auguriamo buon lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Rossomando ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00737 sulla diffusione di un video che documenta la partecipazione di un magistrato ad una manifestazione, per tre minuti.
ROSSOMANDO (PD-IDP). Signor Ministro, i fatti sono noti, o perlomeno una parte degli stessi. A seguito di un decreto-legge di questo Governo, il cosiddetto decreto Cutro, che sin dall'inizio, anche sotto il profilo giuridico, ha presentato falle e criticità, sono arrivate - come era prevedibile e previsto - le prime pronunce delle preposte autorità giudiziarie, che non hanno convalidato i provvedimenti di trattenimento.
Signor Ministro, oggi noi non parleremo sul merito dei provvedimenti dei giudici, sui quali lei ha dichiarato che legittimamente proporrà impugnazione e dei quali deve leggere ancora le motivazioni, anche se la sua compagine di Governo, a principiare dalla Presidente del Consiglio, nell'immediatezza dei fatti si è scandalizzata che la giurisdizione disattendesse con i suoi provvedimenti la linea politica e programmatica di questo Governo. Vorremmo invece parlare del fatto che successivamente un Ministro di questa Repubblica, il ministro Salvini, ha pubblicato un video dove era inquadrata una magistrata presente a una manifestazione pubblica di ben cinque anni fa. Ha utilizzato questo video per attaccare la singola magistrata, chiedendone le dimissioni e finanche sanzioni disciplinari.
Pertanto, noi oggi non parleremo dell'opportunità di presenziare da parte di magistrati a manifestazioni pubbliche, sebbene secondo la Costituzione non può essere preclusa ad alcun cittadino la possibilità di esprimere opinioni e pensieri, perché l'indipendenza e la terzietà dei medesimi va valutata sulla base dei provvedimenti che vengono assunti e delle motivazioni poste alla base dei provvedimenti - solo dei provvedimenti - giammai facendo uno screening del passato della vita di un magistrato.
Se è condivisibile l'affermazione secondo la quale ogni magistrato deve essere comunque sempre percepito come figura al di sopra dello scontro politico-partitico, tuttavia non possiamo non rilevare e sottolineare quanto segue. Indipendentemente da qualunque valutazione sull'opportunità di presenziare a manifestazioni pubbliche, tale partecipazione non deve e non può comunque in alcun modo motivare o giustificare aggressione personali, delegittimazioni di singoli magistrati della magistratura. Lo ha detto anche Giovanni Maria Flick, già Ministro della giustizia e giudice emerito della Corte costituzionale. Giudicare una sentenza dalla vita del magistrato e non dai suoi argomenti ci porta fuori dalla civiltà giuridica e, dunque, oggi il punto è ancora soltanto il seguente: la manifestazione si è svolta nel 2018, cinque anni fa. Ancora oggi rimane da chiarire come sia stato conservato e soprattutto diffuso il video. Non ci hanno per niente rassicurato le dichiarazioni del sottosegretario Molteni ieri, che ha dichiarato che non esistono video ufficiali, che c'è un carabiniere che si era indicato come autore del video, ma che ha ritrattato; e poi le agenzie di stampa ci hanno detto che il carabiniere ha negato di aver mai confessato di essere l'autore del video.
Oggi vogliamo sapere da lei, signor Ministro, senza reticenze e senza omissioni, se non ritenga necessario e urgente intraprendere tutte le iniziative necessarie al fine di chiarire la precisa ricostruzione dei fatti, le modalità con le quali i filmati sono stati registrati, acquisiti, entrati nella disponibilità del ministro Salvini; con quali modalità vi siano sistematiche attività di registrazione e filmati nel corso di manifestazioni; come e per quanto tempo vengono conservati questi dati; a chi siano accessibili, al fine di garantire che non sia in alcun modo violato il pieno godimento da parte di tutti i cittadini di tutte le garanzie costituzionali. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, prefetto Piantedosi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PIANTEDOSI, ministro dell'interno. Signor Presidente, rispondo alla questione posta con l'interrogazione odierna dopo l'intervento di ieri in I Commissione affari costituzionali della Camera del sottosegretario Molteni e dopo le mie dichiarazioni pubbliche sull'argomento.
Ribadisco che il video in questione che ritrae il giudice Iolanda Apostolico nella manifestazione pubblica al porto di Catania il 25 agosto del 2018 non proviene da documentazione della questura di Catania.
In alcuno degli atti redatti all'epoca dal personale impiegato nei servizi di ordine pubblico e a seguito dei fatti verificatisi nel corso della manifestazione è menzionata la dottoressa Apostolico.
La questura di Catania, a seguito di quella manifestazione pubblica, dopo aver acquisito le riprese video effettuate dalla Polizia scientifica, inoltrò il 21 settembre di quell'anno una segnalazione all'autorità giudiziaria, senza individuare responsabilità penale da parte dei partecipanti alla manifestazione.
È notorio, ed è stato più volte precisato, che i fatti attinenti alla recente diffusione di video riguardanti la manifestazione in questione sono ora all'attenzione della procura della Repubblica di Catania.
Le modalità di raccolta, conservazione e trattamento dei dati acquisiti dalle forze di Polizia nei servizi di ordine pubblico sono disciplinati dal regolamento n. 15 del 2018 e dal decreto ministeriale 24 maggio 2017 e sono consentiti dal regolamento appena citato per documentare specifiche attività preventive o repressive di reati, nonché situazioni dalle quali possano derivare minacce per l'ordine e la sicurezza pubblica, laddove ritenuto poi necessario.
Evidenzio ancora una volta che, sulla base di tale quadro normativo, gli uffici di Polizia non detengono, né tantomeno conservano video o immagini non ufficiali e che, per quanto riguarda le riprese non utili effettuate durante i servizi di ordine e sicurezza pubblica, non esiste un archivio informatico o una banca dati per la loro conservazione.
Sottolineo infine che le immagini video raccolte dalla Polizia di Stato non sono sottoposte a elaborazioni informatiche a fini identificativi. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Verini, per due minuti.
VERINI (PD-IDP). Che dire, Ministro? Dopo le sue parole rimane - per usare un lessico caro dalle parti del Viminale - un carico residuale di opacità, silenzi e oscurità. Chi ha girato quel video? Come l'ha avuto il ministro Salvini? Com'è possibile che, dopo cinque anni, subito dopo la sentenza, spunti un video mirato e si scateni una manganellatura mediatica contro una magistrata?
Abbiamo detto anche noi - Anna Rossomando lo ha ripetuto - che è meglio se un magistrato, pur avendo diritto - e ci mancherebbe - di esprimere le opinioni e vivere il suo tempo e la società, non partecipi a manifestazioni. "Può ma non deve", ha detto il Ministro: su questa frase potremmo trovare un accordo. La terzietà deve esserci e deve essere anche percepita.
Ma detto questo, è a quelle domande che sono state poste che in un Paese democratico si devono dare risposte. Voi non le date, ma del resto membri del Governo come un Sottosegretario alla giustizia hanno già usato carte riservate per colpire e diffamare le opposizioni. Si chiama squadrismo, ma qui c'è qualcosa di ancora di più grave. (Applausi. Commenti). L'attacco pesantissimo alla magistrata Apostolico, il "basito" detto dopo pochi minuti.
In questa vicenda e in questo anno di Governo vediamo un attacco a un presidio costituzionale e democratico: la separazione dei poteri e l'indipendenza della magistratura. Si crea un clima intimidatorio e - attenzione - questo vale per tutti. Un magistrato deve agire con serenità, pur avendo le proprie intime convinzioni. Ma sulle sentenze, senza - è stato detto - avere né timori di ripercussioni sulla sua carriera, né speranze di promozione: deve solo agire secondo la legge.
Per questo siamo profondamente insoddisfatti. Non prendetevela con i magistrati che fanno sentenze, non solo a Catania. Prendetevela con voi stessi, con la vostra fallimentare politica sui migranti, con le vostre leggi e i vostri decreti, che violano norme e direttive europee e violano i principi di umanità. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Croatti ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00743 su iniziative di potenziamento delle scuole del Mezzogiorno e delle aree disagiate contro la dispersione scolastica, per tre minuti.
CROATTI (M5S). Signor Ministro, sono passati cinque mesi da quando la Romagna è stata colpita da una delle peggiori alluvioni degli ultimi anni; oltre 5 miliardi di metri cubi d'acqua sono venuti giù in quei giorni terribili di maggio. Risuonano ancora le promesse della presidente Giorgia Meloni: "Risarciremo al 100 per cento chi è stato danneggiato". Sono parole che, almeno ad oggi, suonano come una beffa per tutti quei cittadini e quelle imprese che hanno preso pochi spicci o niente. Sono molti i temi su cui il Governo dovrebbe dare spiegazioni ai romagnoli colpiti dall'alluvione di maggio e chiedere scusa per l'incapacità e l'inadeguatezza, a partire dagli inaccettabili ritardi fino alle insufficienti risorse stanziate per la ricostruzione.
Questa interrogazione pone l'attenzione su un tema preciso, che incontra il nostro futuro: quello delle scuole. È proprio perché si parla di bambini e di giovani che le mancanze e le bugie sono ancora più intollerabili e inaccettabili. A seguito dei gravissimi episodi di violenza avvenuti a Caivano, sono state introdotte norme finalizzate a risanare e a riqualificare un territorio in un contesto urbano particolarmente disagiato. Sono previsti interventi volti a rafforzare l'offerta educativa nelle scuole del Meridione, caratterizzate da dispersione scolastica. In tal senso, le scuole di tali Regioni possono attivare contratti per personale ATA fino al 31 dicembre 2023 e non fino alla fine dell'anno scolastico. La relazione tecnica sostiene letteralmente che per gli stessi non sono previste proroghe. Le risorse per il personale ATA aggiuntivo non costituiscono peraltro nuovi stanziamenti e quei 10 milioni di euro provengono dai fondi destinati alle scuole dei territori colpiti dall'emergenza dell'Emilia Romagna. Lì ci sono tantissime scuole che sono ancora molto in difficoltà.
Il suo Ministero specifica che trattasi di economie, in quanto gli interventi per le scuole dei territori alluvionati erano ammissibili entro la data del 31 agosto. Ma il decreto-legge n. 61 del 2023, all'articolo 5, comma 1, prevede l'istituzione del fondo predetto per tutto l'anno 2023. Il riparto delle risorse destinate alle istituzioni scolastiche dei territori coinvolti nell'emergenza avrebbe dovuto essere stabilito con un decreto che concerne il suo Ministero e il Ministero dell'economia e delle finanze. Ebbene, quel decreto non è stato adottato entro agosto, ma solo dopo lo scoppio di questa polemica. Insomma, nonostante lo stanziamento fosse dedicato per l'anno 2023, con il decreto-legge Caivano i fondi sono stati utilizzati per altre finalità.
Le chiedo, Ministro, se è a conoscenza di questa situazione e quali sono le misure che intende intraprendere il Ministero per garantire il ripristino delle risorse sottratte dai fondi dedicati alle scuole dell'Emilia Romagna e per assicurare, dall'altra parte, un piano concreto per la lotta alla dispersione scolastica nel territorio di Caivano e nelle Regioni del Mezzogiorno.
Le chiedo inoltre di prorogare i contratti ATA fino alla fine dell'anno scolastico, ovvero fino a giugno 2024, per fornire una risposta adeguata alle gravi problematiche che abbiamo citato. Glielo chiedo qui oggi. In legge di bilancio troverà su questo posizioni specifiche da parte del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'istruzione e del merito, professor Valditara, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
VALDITARA, ministro dell'istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili senatori, con riferimento al riparto dei fondi stanziati a favore delle scuole dell'Emilia Romagna coinvolte negli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, intendo chiarire subito che tutte le scuole interessate hanno ricevuto in tempi brevissimi esattamente quanto da loro richiesto. Ricordo, infatti, che con il decreto-legge n. 61 del 2023 è stato istituito un fondo speciale, della consistenza di 20 milioni di euro, rivolto a consentire la tempestiva ripresa della regolare attività didattica (attività che è tempestivamente ripresa). Con tali risorse, dunque, erano ammissibili interventi, entro la data del 31 agosto, finalizzati alla sola fase della prima emergenza. Abbiamo previsto, per agevolare e velocizzare gli interventi delle scuole, importanti semplificazioni procedurali. Ai fini del riparto del predetto fondo, il Ministero ha ritenuto doveroso acquisire immediatamente il fabbisogno espresso dalle istituzioni scolastiche interessate, che hanno formulato richieste per un importo complessivo pari a 10,174 milioni: sostanzialmente le scuole hanno chiesto 10,174 milioni di euro rispetto ai 20 stanziati.
Al fine di assicurare la tempestività degli interventi, il Ministero ha avviato una procedura eccezionale straordinaria volta ad ottenere un'anticipazione di tesoreria da Bankitalia, che ha consentito già dal 20 giugno 2023, dunque a soli venti giorni dall'adozione del decreto-legge, di erogare le risorse finanziarie alle scuole nelle more del decreto di riparto, la cui adozione, peraltro imminente, rappresenta un adempimento formale dal momento che l'attribuzione sostanziale delle risorse è già avvenuta.
Aggiungo che, decorso il termine del 31 agosto 2023, quindi soddisfatto integralmente il fabbisogno espresso dalle scuole interessate dall'alluvione, la parte del fondo non utilizzata, pari ad euro 9,825 milioni di euro, ha rappresentato un'economia che, qualora non impiegata entro l'anno, non sarebbe stata più utilizzabile. Ricordo infatti che, come dovrebbe sapere chiunque conosca le nozioni di base della contabilità pubblica, la stessa natura di queste risorse, in quanto spese di parte corrente, non avrebbe in alcun modo consentito un reimpiego oltre l'anno 2023 in interventi di investimento quali sono quelli per l'edilizia scolastica (parte corrente e investimento su due cose molto diverse).
Per tale motivo ho ritenuto opportuno impiegare tali economie, che altrimenti sarebbero state perse, per finanziare il potenziamento dell'organico del personale ATA disposto con il decreto Caivano (decreto-legge n. 123 del 2023). A tal riguardo, in merito alla scadenza dei contratti per detto personale, intendo chiarire che il termine fissato al 31 dicembre 2023 risponde ad una ragione contabile - ancora una volta una ragione contabile - dovuta al fatto che le risorse utilizzate in quanto residui di fondi del Ministero sono collegate a questo anno solare e solo a questo anno solare. Ciò, beninteso, in attesa delle misure di natura pluriennale che potranno essere disposte solo con legge di bilancio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Pirro, per due minuti.
PIRRO (M5S). Signor Ministro, devo dire che la sua risposta purtroppo non mi soddisfa e devo in parte smentirla, perché comunque le risorse di cui stiamo parlando erano destinate all'Emilia-Romagna e potevano essere spese entro il 31 dicembre (Applausi), quindi le scuole potevano ancora fare accesso a quei fondi se voi non li aveste distolti e spostati su un altro capitolo. Capisco che non sapete come fare e dove reperire le risorse - ce l'avete già detto - in tantissimi campi, ma non è una scusante per eliminare soldi da un territorio bisognoso e girarli a un altro altrettanto bisognoso. La data del 31 agosto era per la spesa in deroga rispetto alle norme sugli acquisti delle pubbliche amministrazioni, ma c'erano istituzioni che potevano seguire i percorsi normali non in deroga e farlo entro la fine dell'anno; voi avete tolto loro questa possibilità spostando i soldi dalle scuole colpite dall'alluvione a un altro capitolo di spesa.
Purtroppo conosciamo bene questo vostro modus operandi. Sbandierate le risorse per il mondo della scuola, ma sono fondi esistenti che spostate da un'altra parte. Avete erogato solamente 200 milioni di risorse vere e nuove - anzi, meno di 200 milioni - nel 2023 per l'istituzione scolastica: nulla a confronto dei 10 miliardi che aveva erogato il Governo Conte II in un solo anno per rispondere alle emergenze della scuola; nulla rispetto ad altri investimenti. La media europea della spesa rispetto al PIL sull'istruzione è del 5 per cento, ma noi siamo ben lontani da questo livello di spesa.
Perché, signor Ministro, non si impegna a portare i nostri investimenti al pari della media europea? Perché non si impegna, innanzitutto, a trovare le risorse per prorogare i contratti ATA fino alla fine dell'anno scolastico? Sappiamo bene che la contabilità ragiona per anni solari. Ma il Ministero dell'istruzione ha delle risorse pluriennali, proprio perché lavora su anni scolastici, che vanno a cavallo di due anni. Quindi, siete voi che, ancora una volta, siete incapaci di trovare le risorse per l'istruzione. (Applausi).
Parlate di lotta alla dispersione, ma state ridimensionando la rete scolastica, tagliando nell'ambito delle autonomie e il numero dei dirigenti scolastici. Scaricate il peso dei tagli sui territori, già in difficoltà e fragili. Soprattutto, non c'è alcun intervento educativo vero. Non c'è coinvolgimento di famiglie e del terzo settore. Con il Governo Conte avevamo istituito i patti educativi di comunità, una leva generativa per i territori, un'alleanza di comunità tra scuole, famiglie e terzo settore.
Abbiamo presentato una proposta di legge al riguardo. La prego di leggerla, signor Ministro. La scuola ha bisogno di un approccio diverso da quello muscolare che vi ha contraddistinto fino ad oggi. Le sanzioni, da sole, sono una bandierina piantata nel deserto. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Mennuni ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00739 sulla necessità di rafforzare lo studio della storia nei programmi scolastici, per tre minuti.
MENNUNI (FdI). Signor Ministro, oggi è il 12 ottobre, una data importantissima per la storia del mondo occidentale: il 12 ottobre 1492 fu scoperta l'America. Io mi chiedo e le chiedo: secondo lei, oggi in Italia quanti bambini in quarta elementare conoscono questa importante data? In quarta elementare che noi studiavamo questo importante evento della nostra storia.
È una data importantissima, perché con quelle tre caravelle, condotte da Cristoforo Colombo e che portavano con sé le radici greco-romane della nostra cultura, noi abbiamo costruito quell'asse che poi ha congiunto l'Europa con l'America, creando quel mondo occidentale che, a volte, ci sembra quasi in pericolo e che ci sembra noi dovremmo difendere.
Noi non dobbiamo rimanere inerti dinanzi alla cancel culture, che tende a far sì che i nostri bambini dedichino magari tutta la terza elementare allo studio dei famigerati dinosauri; in quarta elementare abbiano un'infarinatura su fenici e babilonesi; in quinta velocemente e fugacemente studino l'antica Roma, per poi andare avanti alle medie.
Sarebbe utile, signor Ministro, che si ritornasse all'era precedente alle riforme che si sono susseguite in quest'ultimo decennio e si restituisca ai nostri bambini la possibilità di sedimentare, di conoscere entro la quinta elementare la periodizzazione della storia; che gli si consenta di conoscere quelli che sono gli eventi storici fondamentali; che gli si restituisca la conoscenza di quelle radici greco-romane che richiamavo prima, che caratterizzano la nostra cultura.
Io le chiedo veramente un intervento su questi programmi, perché il rischio, altrimenti, in base alla riforma vigente, è di avere sedicenni che escono dalla scuola dell'obbligo senza aver avuto la possibilità di conoscere la storia moderna e la storia contemporanea. Noi rischiamo di avere un impoverimento culturale, che va anche a ledere e a indebolire l'identità e la conoscenza profonda che il nostro popolo ha e che deve continuare ad avere. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'istruzione e del merito, professor Valditara, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
VALDITARA, ministro dell'istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili senatori, occorre premettere che la individuazione prescrittiva delle tematiche oggetto di insegnamento nelle scuole, che prima si definivano programmi, è stata sostituita da tempo da un modello incentrato sugli obiettivi formativi e sui traguardi di competenza attesi per ogni grado di istruzione.
In tale contesto, la periodizzazione unica dei contenuti e delle tematiche afferente alla storia e alla geografia per ogni ciclo di istruzione, introdotta con le indicazioni per il curricolo del 2007, è stata confermata, da ultimo, dalle indicazioni nazionali del primo ciclo del 2012.
La modifica della progressione dei contenuti, degli obiettivi e dei traguardi per le discipline di storia e geografia sarà dunque valutata nell'ambito della revisione delle predette indicazioni nazionali, la cui definizione richiede, ovviamente, il necessario coinvolgimento della comunità scolastica.
Al riguardo, intendo chiarire che per me la scuola deve sviluppare nelle studentesse e negli studenti un pensiero critico con cui affrontare la complessità del nostro tempo in un mondo in continuo cambiamento.
A tale scopo, risulta centrale lo studio della storia e della geografia, che fornisce gli strumenti cognitivi necessari per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare. Non vi è dubbio infatti che, per comprendere e definire il ruolo che intendiamo ricoprire, sia come individui, sia come comunità, sia indispensabile approfondire lo studio delle culture dei periodi che hanno maggiormente caratterizzato la nostra civiltà, come pure conoscere società, economie, istituzioni e cultura dei Paesi moderni.
Per questo motivo ritengo davvero - e repetita iuvant, come dice giustamente lei - che non si possa consentire che lo studio di queste culture - e apprezzo molto i riferimenti a quella greca e a quella romana - e, più in generale, dei periodi storici che da esse discendono, così come della geografia, non sia assicurato appieno nell'intero ambito della scuola dell'obbligo.
Tanto premesso, intendo rassicurare sul fatto che la questione è all'attenzione del Ministero, che ha costituito un gruppo di lavoro sulle discipline umanistiche volto proprio ad approfondire quelle istanze di rinnovamento nella didattica di dette materie, la cui rilevanza è testimoniata tra l'altro dalla stessa attenzione rivolta dai senatori interroganti in questa specifica occasione. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Mennuni, per due minuti.
MENNUNI (FdI). Signor Ministro, ho ascoltato con interesse questa sua risposta e sono certa, quindi, che riusciremo ad ottenere questa riforma così attesa e rilevante.
Pensi che mio fratello, che è un professore universitario nel Regno Unito, non perde mai occasione di ricordarmi quanto all'estero siano apprezzati i nostri cervelli proprio in virtù della profonda formazione in cui affondano le radici della loro preparazione, come appunto stavamo dicendo adesso.
Sono quindi certa che il lavoro che riusciremo a fare nel crescere i bambini metaforicamente come delle piccole piantine, che hanno le radici in profondità, ma che devono essere da noi potate e innaffiate per farne un domani alberi forti, potrà portare nuovamente ad avere una popolazione con una identità, una consapevolezza e una conoscenza forti delle proprie radici e quindi ben orientata per il futuro. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
SPAGNOLLI (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SPAGNOLLI (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Presidente, chiedo anche ai senatori che giustamente vogliono allontanarsi un attimo di attenzione, perché è una bella storia quella che sto per raccontare.
Ieri ci ha lasciato don Josef Hurton, all'età di novantacinque anni. Si può ben dire che sia stato in Alto Adige e in Italia l'ideatore del soccorso alpino e l'inventore dei cani da valanga.
Nacque nel 1928 a Bratislava, nell'odierna Slovacchia. Frequentò le scuole elementari in Austria, le medie in Ungheria e il ginnasio-liceo in Cecoslovacchia, dove nel 1949 fu internato in un campo di lavoro, da cui riuscì a fuggire nel 1950. Trovò protezione nella chiesa, presso il nunzio apostolico a Vienna. Completò gli studi alla Pontificia Università Lateranense di Roma per studiare poi scienze orientali all'Università Gregoriana sempre di Roma, lingue e letterature straniere a Padova e arte orientale a Bologna.
Nel 1955 venne ordinato sacerdote e venne mandato in Alto Adige, dove lavorò dal 1956, prima a San Leonardo in Badia, poi a Sesto. Il 2 agosto 1960 fu mandato a Solda, a sostituire il parroco rimasto sotto una slavina e il cui corpo venne recuperato tre mesi e mezzo dopo, grazie al fiuto di un cane. Proprio quella tragedia ispirò anche la sua scelta di vita, quasi una seconda vocazione: l'impegno nel soccorso alpino, che allora non esisteva.
Fu parroco di Solda fino al 1999 e vi rimase per il resto della sua vita; fondò la scuola per cani da valanga di Solda, guidandoli anche personalmente. Promosse il servizio di elisoccorso, appoggiandosi e coinvolgendo il comando delle truppe alpine con i mezzi militari.
Fu anche regista e autore di libri, girava e proiettava film in sedici millimetri e li mostrava agli ospiti e alle gente del posto, durante serate cinematografiche da lui stesso organizzate.
Nella sua vita ha recuperato oltre 200 vittime di incidenti mortali in montagna. Davanti a ogni cadavere recitava una preghiera, perché quello era non un pezzo di legno, ma un essere umano che avrebbe vissuto in eterno.
Don Hurton si fermava volentieri a dialogare sulla bellezza del creato e sull'importanza del rispetto per la montagna con i tanti villeggianti attirati dalla catena dell'Ortles. Diceva: gli ospiti arrivano da noi stressati e vogliono ricrearsi sia fisicamente che spiritualmente. Noi dobbiamo cercare di supportarli, prendendoli per come sono e facendo di tutto perché possano tornare a casa migliori e rigenerati.
Il suo modello di carità si esprimeva poi nel primo annuncio ai familiari delle vittime in montagna: meno parole si usano meglio è. Quando si verificano tragedie gravi, magari mortali, noi dobbiamo essere soprattutto presenti e partecipi, affermava. Ora la sua terra lo ricorda con il rispetto che è riservato a chi ha lasciato doni eterni. L'Ortles e il Gran Zebrù sono state le sue amate montagne e continueranno a vegliare su di lui. (Applausi).
ALOISIO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALOISIO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, in quest'epoca storica, nelle more dell'emergenza da Covid-19, i nostri giovani vivono un momento di disagio e sono costantemente bombardati da stimoli esterni e sottoposti a pressioni sociali. Tutto ciò crea un senso di incertezza riguardo al loro futuro. Pertanto viviamo in un'epoca in cui le sfide psicologiche sono sempre più presenti nella nostra vita quotidiana, dei grandi e dei piccoli. In questo contesto si rende necessario introdurre l'educazione emotiva come strumento essenziale per aiutare gli studenti a comprendersi, a comprendere i propri compagni e ad affrontare la complessità della vita. Badate bene: non sto facendo discorsi utopistici, perché negli altri Paesi europei ciò che sto dicendo è già realtà: dalla Finlandia ai Paesi Bassi, dall'Inghilterra alla Svezia, moltissimi Stati membri già hanno integrato l'educazione emotiva nel proprio sistema educativo e molti altri stanno seguendo il loro esempio.
Onorevoli colleghi, immaginate un mondo in cui ogni giovane ha una consapevolezza profonda di sé stesso e degli altri, in cui si sente capito e capace di capire, in cui le emozioni non sono viste come una debolezza da nascondere, ma come una forza da coltivare. Questo è il mondo che possiamo creare attraverso l'introduzione dell'educazione emotiva nelle scuole.
Ebbene, quando insegniamo ai nostri giovani ad affrontare le sfide emotive stiamo costruendo le basi per una società più compassionevole, non indifferente e rispettosa dell'altro, perché l'empatia e la comprensione reciproca devono ritornare ad essere elementi centrali nel nostro villaggio globale. Molti ricorderanno il libro «Villaggio Globale» di Mcluhan. Un cittadino che si prende cura del prossimo, dei più deboli, di tutti gli esseri viventi e di tutta la natura, quella natura che è parte integrante della vita dell'uomo e che costituisce l'ossatura su cui si fonda l'esistenza stessa. Per realizzare questa visione dobbiamo agire insieme come comunità, genitori e insegnanti, amministrazioni scolastiche e soprattutto noi istituzioni, perché l'educazione emotiva diventi una priorità nelle nostre scuole.
Onorevoli colleghi, siamo chiamati a essere i custodi del futuro di milioni di studenti, che saranno gli uomini del domani, cioè siamo chiamati a creare un mondo in cui le emozioni siano considerate una risorsa preziosa. Perciò non come senatrice, ma da ex insegnante, da madre, da cittadina chiedo a questa maggioranza di introdurre l'educazione emotiva nelle scuole, aumentando il monte ore almeno di un'ora a settimana e lasciare un'eredità di comprensione con passione e benessere per le generazioni future. Soprattutto in questo momento storico in cui la guerra viene considerata come strumento per definire gli assetti geopolitici, abbiamo il dovere civico e morale di riconoscere l'esistenza di tutti i popoli ed educarli alla pace e alla fratellanza. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 17 ottobre 2023
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 17 ottobre, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,10).
Allegato A
INTERROGAZIONI
Interrogazione sui limiti reddituali per l'accesso al gratuito patrocinio
(3-00385) (27 aprile 2023)
Rossomando, Bazoli, Mirabelli, Verini, D'Elia. - Ai Ministri della giustizia e dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
l'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 2002, n. 115, testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, dispone che per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato i limiti di reddito siano adeguati ogni due anni in relazione alla variazione, accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nel biennio precedente, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze;
l'ultimo aggiornamento è stato disposto con il decreto ministeriale 23 luglio 2020, il quale ha considerato come biennio di riferimento per il calcolo della variazione dell'indice ISTAT quello che va dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2018, fissando come limite di reddito annuale la somma di 11.746,68 euro;
il vice Ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, in data 22 marzo 2023 in occasione della risposta all'interrogazione 5-00556 a prima firma dell'onorevole Dori, aveva specificato che per la determinazione dell'adeguamento della soglia reddituale per l'accesso al gratuito patrocinio sarebbe stato considerato come parametro di riferimento il biennio 2018-2020;
ebbene, occorre evidenziare come nel biennio 2018-2020 si sia assistito ad una variazione in diminuzione dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie, pari allo 0.1 per cento. Nel successivo biennio, 2020-2022, invece, la crisi epidemiologica da COVID-19 e il conflitto ucraino hanno comportato pesanti ricadute economiche, facendo registrare un aumento dell'inflazione dell'1,9 per cento nel 2021 e dell'8,4 per cento nel 2022, con un aumento complessivo dell'indice dei prezzi al consumo del 9,6 per cento;
la soglia di ammissione al gratuito patrocinio, prendendo a riferimento l'ultimo biennio, sarebbe dovuta salire, secondo diverse stime, dagli attuali 11.746,68 a 12.827,37 euro, con un incremento di ben 1.080,69 euro rispetto al valore attuale;
il 21 aprile 2023 è stato infine pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale 3 febbraio 2023 "Adeguamento dei limiti di reddito per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato" nel quale, mantenendo il riferimento al biennio 2018-2020, il limite reddituale è stato fissato a 11.734,93 euro, con un abbassamento della soglia di reddito addirittura di circa 12 euro rispetto a quella stabilita nel precedente decreto;
il Ministero ha utilizzato come parametro di riferimento per il calcolo la "variazione dell'indice ISTAT registrata nel periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2020" mentre l'art. 77 citato parla invece di "biennio precedente". L'utilizzo del biennio 2018-2020, anziché del biennio 2020-2022, risulterebbe pertanto illegittimo e comporta di fatto l'esclusione di un numero elevatissimo di soggetti che ne avrebbero diritto;
in questo modo appare evidente che verranno colpite le fasce di popolazione più deboli, comprimendo la possibilità di accedere al beneficio del patrocinio a spese dello Stato in violazione del dettato costituzionale di cui all'articolo 24, in base al quale sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione;
occorre evidenziare come i nuovi limiti di soglia escluderanno dal gratuito patrocinio circa un milione di persone. In Italia, infatti, il 27 per cento dei contribuenti dichiara un reddito annuale inferiore a 15.000 euro, e di questi 2,3 milioni ricadono nella fascia di reddito che va dai 10 ai 12.000 euro annui,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno intraprendere le necessarie iniziative affinché, nel determinare i limiti di soglia di ammissibilità al patrocinio a spese dello Stato, si proceda in tempi celeri, anche alla luce dell'impoverimento venutosi a creare per una larga fetta di popolazione a seguito dei drammatici eventi legati alla crisi pandemica ed al conflitto ucraino, prendendo come parametro di riferimento il biennio 2020-2022.
Interrogazioni sulla salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali dello stabilimento Marelli di Sulmona (L'Aquila)
(3-00585) (13 luglio 2023)
Fina. - Al Ministro delle imprese e del made in Italy -
Premesso che:
il gruppo Marelli rappresenta un'importante realtà aziendale all'interno della filiera industriale dell'automotive in campo nazionale e internazionale, che tuttavia, nella congiuntura attuale, è attraversata da diverse difficoltà che investono l'intero comparto;
nel corso di un recente incontro con le organizzazioni sindacali tenutosi lo scorso 27 giugno 2023 a Roma, l'azienda ha comunicato l'intenzione di considerare per lo stabilimento di Sulmona (L'Aquila) 135 esuberi per l'anno 2024, dopo averne già dichiarati 90 per l'anno in corso, che rappresentano quasi il 20 per cento della forza lavoro occupata;
a tali determinazioni dell'azienda si aggiunge la dichiarata volontà di confermare anche per il 2024 il contratto di solidarietà, già applicato per quest'anno, e la difficoltà a garantire continuità occupazionale anche ad altri stabilimenti italiani del gruppo;
nel sito industriale di Sulmona si producono, tra le altre, le forniture per lo stabilimento Stellantis di Atessa (Chieti), nel quale viene prodotto il veicolo commerciale leggero "Ducato" e con una produzione che subirà una contrazione complessiva di circa 200.000 unità per il 2024;
considerato che:
quello dell'automotive è uno dei settori maggiormente strategici per l'economia nazionale e abruzzese, con 6 miliardi di euro di fatturato e circa 13.000 dipendenti;
per la maggior parte le questioni occupazionali in corso che riguardano il gruppo Marelli sono correlate alle difficoltà dei clienti, dovute alla generale incertezza nel settore automotive tradizionale, dovuta anche al bando alla produzione di automobili e veicoli commerciali nuovi a combustione interna previsto a partire dal 2035;
le forze sindacali, di fronte ai programmi e agli annunci dell'azienda, si sono dichiarati preoccupati chiedendo l'attivazione di un tavolo istituzionale regionale e nazionale al fine di chiarire le strategie aziendali;
anche in forza di tali rivendicazioni, e nel contesto della più ampia mobilitazione nazionale indetta dalle sigle sindacali del settore metalmeccanico, in data 10 luglio si è svolto uno sciopero con alta partecipazione nel sito industriale di Sulmona, pari a circa l'80 per cento, e centinaia di lavoratori aderenti sui tre turni,
si chiede di sapere:
quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo affinché siano garantite la competitività, la produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali per lo stabilimento di Sulmona e per l'intero indotto;
con quali modalità e in quali tempistiche intenda dare riscontro alle richieste delle forze sindacali al fine di una celere convocazione di un tavolo istituzionale nazionale e regionale dedicato alla vertenza.
(3-00603) (19 luglio 2023)
Di Girolamo. - Al Ministro delle imprese e del made in Italy -
Premesso che:
la nascita del gruppo Stellantis, avvenuta nel gennaio 2021 con la fusione dei gruppi Fiat Chrysler automobiles (FCA) e PSA, ha creato un soggetto rafforzato ma, allo stesso tempo, ha subito destato forti preoccupazioni sul futuro di tutta la filiera italiana dei fornitori e subfornitori;
sono note, ad esempio, le vicende del luglio 2021 relative al licenziamento via e-mail dei 422 dipendenti dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio (Firenze), azienda leader nella produzione di semiassi ed elementi di trasmissione per il settore automotive, che per l'80 per cento riforniva la filiera FCA;
in Abruzzo il settore automotive rappresenta una rilevante risorsa economica-occupazionale, con i suoi 25.000 addetti, 8 miliardi di euro di fatturato e oltre il 15 per cento del PIL industriale;
a Sulmona (L'Aquila) l'azienda più importante, in termini di occupazione, è la Marelli, produttrice di sistemi di sospensione, che conta circa 550 dipendenti più l'indotto, e il suo maggior cliente, che copre l'80 per cento della produzione, è la ex Sevel di Atessa (ora Stellantis);
da un incontro fra le organizzazioni sindacali ed il management dell'azienda è emerso che la stessa prevede di aumentare di 45 unità il numero di esuberi nei prossimi 12 mesi. Pertanto nel 2023 si conteranno 90 esuberi, che saliranno a 135 nel 2024. Questo comporterà il prolungamento del contratto di solidarietà per tutto il prossimo anno;
per quanto riguarda il plant di Sulmona, fra Ducato e Auto, nel 2024 si prevede di produrre 200.000 autovetture in meno;
lo scorso 10 luglio diverse sigle sindacali hanno proclamato 4 ore di sciopero e un presidio presso lo stabilimento per richiamare l'attenzione di Governo e Regione sulla crisi della fabbrica Marelli di Sulmona, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'intero tessuto socio-economico abruzzese,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti e delle reali intenzioni del committente e in particolare se vi sia la possibilità di garantire la continuità del rapporto con la ex Sevel per le commesse del nuovo Ducato;
se e come intenda adoperarsi per la salvaguardia dei livelli occupazionali e produttivi della Marelli di Sulmona.
Interrogazione sulle iniziative per tutelare l'assetto aziendale del sito Comau di Grugliasco (Torino)
(3-00681) (19 settembre 2023)
Furlan, Zampa, Camusso, Zambito, Basso, Bazoli, Crisanti, Giacobbe, Giorgis, Irto, La Marca, Losacco, Malpezzi, Manca, Misiani, Rando, Rojc, Rossomando, Sensi, Tajani, Verducci. - Al Ministro delle imprese e del made in Italy -
Premesso che:
COMAU (Consorzio Macchine Utensili) è una società italiana, parte del gruppo Stellantis, con sede a Grugliasco (Torino), specializzata nell'automazione industriale e nella robotica, con oltre 45 anni di esperienza nel settore;
attualmente occupa 3.500 dipendenti nel mondo e 700 circa in Italia, nello stabilimento di Grugliasco;
considerato che:
COMAU nel 2021 ha acquisito ordini pari a circa 900 milioni, con un incremento nel 2022 del 15 per cento pari a circa 1,2 miliardi, di cui l'86 per cento provenienti da aziende diverse da CNHI, Iveco e Stellantis, a dimostrare un ruolo di primo piano nei mercati internazionali;
nonostante l'aumento degli ordini, nel sito torinese si è passati da circa 1.500 lavoratori nel 2018 a circa 700 a fine 2022 e sono diversi anni che non vengono fatte assunzioni di rilievo;
sono circa tre anni che le organizzazioni sindacali chiedono alla Direzione aziendale la condivisione di un piano industriale di dettaglio con numeri precisi sul prossimo futuro, ma ancora prevale una situazione non positiva di attesa e rinvio;
le organizzazioni sindacali chiedono in particolare garanzie occupazionali sul futuro di COMAU, soprattutto dopo la possibile uscita dal gruppo Stellantis ed in particolare per tutti e 700 i lavoratori dello stabilimento di Grugliasco;
fin dalla fusione tra FCA e PSA e la conseguente nascita di Stellantis si paventa la possibilità di uscire fuori dal gruppo. Il gruppo continua a confermare che lo spin-off si concretizzerà, ma non si ha la percezione di cosa succederà immediatamente dopo;
considerato inoltre che nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali hanno espresso il timore che l'operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull'occupazione, annunciando tramite i delegati della FIM-CISL di voler agire su Stellantis e sul Governo per avere tutte le garanzie possibili sui progetti aziendali,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda attivare al fine di scongiurare una modifica degli assetti aziendali che rischia ricadute sull'occupazione nel sito torinese COMAU di Grugliasco;
in particolare se il Governo intenda esercitare, come nelle sue possibilità, la golden power per la tutela del made in Italy, così da escludere la preoccupazione che l'operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull'occupazione.
Interrogazione sul legittimo impedimento degli avvocati per il rinvio delle udienze
(3-00383) (27 aprile 2023)
D'Elia, Lorenzin, Camusso, Fina, Furlan, Irto, Losacco, Malpezzi, Martella, Rojc, Rossomando, Valente, Verducci. - Al Ministro della giustizia -
Premesso che:
in data 15 aprile 2023 Ilaria Salamandra, avvocata penalista del foro di Roma, ha denunciato pubblicamente il fatto che nella stessa mattina presso il Tribunale penale di Roma la sua richiesta di rinvio dell'udienza per impossibilità a presenziare, dovendo seguire il figlio in day hospital presso l'ospedale "Bambino Gesù" di Roma (per lo svolgimento di una risonanza magnetica con sedazione profonda), sia stata rigettata dal collegio;
l'avvocata, avvalendosi della facoltà di cui al comma 5 dell'articolo 420-ter del codice di procedura penale, ha depositato istanza di legittimo impedimento al collegio ed alla Procura in data 12 aprile, dopo aver vanamente cercato di spostare ad altra data l'accertamento medico del figlio;
in particolare, il collegio ha invitato la collega della Salamandra presente in aula a contattarla per autorizzare nello specifico l'escussione di testimoni già prevista, nonostante la sua assenza. Vista l'impossibilità di contattarla il collegio ha provveduto a verbalizzare: "il Tribunale considerato che l'impedimento rappresentato nell'istanza di rinvio dell'Avvocato Salamandra non è stato comunicato tempestivamente al Tribunale, risultando sin dal 28.03.2023 l'appuntamento presso l'Ospedale Bambin Gesù di Policoro e avendolo comunicato soltanto il 12.04.2023; considerato che a ciò si aggiunge il fatto che il bambino anziché dalla mamma poteva essere accompagnato dal papà";
la denuncia pubblica dell'avvocata Salamandra ha acceso il dibattito sulla mancanza di reali politiche di conciliazione per le donne, madri lavoratrici, e evidenziato la necessità di tutelare il diritto di avvocate e avvocati di ottenere il rinvio di un'udienza qualora vi sia un motivo urgente anche imprevisto che lo richieda;
successivamente alla denuncia pubblica dell'avvocata Salamandra, diverse professioniste hanno fatto pervenire al consiglio dell'ordine, al comitato di pari opportunità dell'avvocatura e alle associazioni testimonianze di episodi analoghi, in cui sono stati negati diritti legati al loro stato di gravidanza o alla maternità, con evidente nocumento per il loro diritto di esercitare la professione nel pieno rispetto della parità di genere;
considerato che:
il Consiglio nazionale forense ha espresso pubblicamente solidarietà all'avvocata Salamandra, definendo la decisione del collegio ingiusta e in contrasto con i principi fondamentali della giustizia;
l'Associazione nazionale magistrati del distretto laziale, difendendo il diritto degli avvocati di ricorrere al legittimo impedimento, ha sottolineato la necessità di un bilanciamento dei diversi interessi nel corso dello svolgimento dei processi;
nonostante l'ANM abbia giustificato il diniego del rinvio del processo con il fatto che l'avvocata Salamandra avesse delegato una sua collega, occorre comunque evidenziare come la collega fosse stata delegata al solo fine di accertare l'accoglimento dell'istanza di rinvio nonché al fine di annotare la data del rinvio; inoltre, appare certamente anomala la circostanza che il collegio abbia invitato la collega a contattare l'avvocata Salamandra per avere il suo consenso a procedere con l'udienza;
si aggiunga che rispetto al rilievo mosso dal collegio in merito alla non tempestività dell'istanza occorre sottolineare come sia prassi, oramai consolidata nelle aule di giustizia ed adottata da diversi magistrati, decidere al momento della celebrazione dell'udienza, prescindendo dunque dal momento del deposito dell'istanza,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intraprendere, nell'ambito delle sue competenze e nel rispetto dell'autonomia dei magistrati, iniziative al fine di garantire al meglio l'esercizio del diritto delle avvocate e degli avvocati di ottenere il rinvio di un'udienza qualora vi sia un motivo urgente anche imprevisto.
Interrogazione sulla riduzione del sovraffollamento carcerario e sul potenziamento degli organici della Polizia penitenziaria
(3-00584) (12 luglio 2023)
De Priamo. - Al Ministro della giustizia -
Premesso che:
venerdì 30 giugno 2023 presso il carcere "Regina Coeli" di Roma, si sono verificati gravi episodi di violenza tra detenuti che sono sfociati in una feroce rissa; solo grazie al tempestivo intervento degli agenti della Polizia penitenziaria, che hanno messo a repentaglio la propria incolumità e subito delle lesioni, ad esempio l'assistente capo coordinatore ha riportato la frattura della mandibola, gli episodi di violenza sono stati sedati;
anche questo episodio, unitamente ad altri del medesimo tenore, evidenzia come negli anni sia mancata una concreta politica carceraria e gli agenti siano stati lasciati spesso soli ad affrontare le criticità legate alle condizioni delle strutture carcerarie quali il sovraffollamento e la grave carenza di personale;
in tale contesto occorre rilevare come il Governo abbia iniziato ad invertire la tendenza a partire dalle misure contenute nel decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, recentemente convertito in legge, in tema di rafforzamento del personale penitenziario, con l'istituzione della carriera dei medici, al fine di far fronte alle considerevoli esigenze del Corpo, attualmente privo di personale medico;
è quindi essenziale promuovere azioni volte ad assicurare condizioni dignitose di vita nelle carceri nella prospettiva di dare concreta attuazione al principio costituzionale che attribuisce alla pena la funzione rieducativa; al contempo occorre assicurare adeguate tutele al personale della Polizia penitenziaria che deve poter adempiere ai compiti di istituto in condizioni di sicurezza, quest'ultima presupposto essenziale per svolgere al meglio la loro delicata e fondamentale funzione,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda porre in essere al fine di avviare un piano volto ad investire sulla politica carceraria nella prospettiva di migliorare le condizioni degli istituti penitenziari ed in particolare quali azioni intenda intraprendere per ridurre il sovraffollamento carcerario e provvedere al potenziamento del personale penitenziario.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sull'aumento della microcriminalità in Alto Adige e l'incremento degli organici delle Forze dell'ordine
(3-00745) (11 ottobre 2023)
Unterberger, Spagnolli, Durnwalder, Patton. - Al Ministro dell'interno -
Premesso che:
negli ultimi anni, l'Alto Adige/Südtirol è diventato teatro di frequenti episodi di violenza, anche da parte di minori;
spaccio di droga, risse e lesioni aggravate, furti e danneggiamenti, ma anche episodi di violenza contro le donne sembrano ormai essere all'ordine del giorno;
soprattutto le città di Bolzano e Merano sono nella morsa della piccola criminalità, che purtroppo vede spesso coinvolti migranti, sia senza permesso di soggiorno, sia di seconda generazione e, quindi, di cittadinanza italiana;
per discutere di questi temi e per cercare di risolvere il problema della sicurezza nelle città, il 5 ottobre 2023 si è tenuto un vertice a Bolzano, nella sede del commissariato del Governo, in conclusione del quale sono stati chiesti una maggiore presenza di agenti sulle strade e maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine, specialmente nei luoghi e negli orari in cui generalmente si verifica il maggior numero di episodi di violenza e microcriminalità;
considerato altresì che:
a tal fine, gli organici delle forze di polizia appaiono non solo sottodimensionati, ma anche mal distribuiti sul territorio provinciale: il commissariato di Merano, comune di 41.000 abitanti, ha 40 agenti a disposizione, lo stesso numero del commissariato di San Candido, comune di 3.000 abitanti al confine con l'Austria, mentre, 20 anni fa, l'organico in dotazione al commissariato di Merano era di 80 agenti, ma nel frattempo il carico di lavoro è fortemente aumentato, con attività quali la gestione dei permessi di soggiorno e incombenze burocratiche connesse al rilascio dei passaporti;
anche le forze di Polizia locale, con un totale di 380 agenti su tutto il territorio della provincia di Bolzano, sono cronicamente sotto organico: stando alle linee guida del Ministero dell'interno, infatti, dovrebbe esserci un agente ogni 1.000 abitanti;
peraltro, da diversi anni ormai la Polizia locale chiede di essere classificata come forza di polizia "paritaria", il che richiederebbe una modifica dell'articolo 16 della legge n. 121 del 1981, in base al quale solo i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di finanza e il Corpo forestale sono forze di polizia, responsabili della sicurezza pubblica;
la Polizia locale è attualmente classificata, invece, come polizia amministrativa, senza accesso ai database della polizia, nonostante anche l'Unione europea abbia chiesto un'equiparazione, pur svolgendo le stesse attività delle altre forze dell'ordine e sebbene anche gli agenti della Polizia locale siano armati come tutti gli altri e potrebbero, quindi, intervenire in situazioni di emergenza, mentre oggi sono tenuti a contattare le altre forze di polizia anche solo per l'identificazione dei responsabili, che potrebbero essere anche persone con precedenti penali;
appare pertanto evidente che, alle condizioni attuali, le forze dell'ordine hanno forti difficoltà a garantire un'efficace attività di contrasto e repressione degli episodi di violenza e criminalità;
infine, in un'ottica di sicurezza, si ritiene ormai indispensabile la costruzione del nuovo carcere di Bolzano, necessario anche per restituire condizioni di piena dignità ai detenuti;
l'attuale carcere di via Dante è, infatti, una struttura fatiscente, in perenne sovrannumero rispetto alla capienza prevista, tanto che non sono mancati casi di detenuti che hanno chiesto un risarcimento allo Stato, ai sensi dell'articolo 35-ter della legge n. 354 del 1975, per sovraffollamento carcerario (lo spazio minimo individuale di un detenuto non dovrebbe essere inferiore a 3 metri quadrati) e in violazione dell'articolo 3 della CEDU,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, per garantire un'efficace azione di contrasto alla criminalità, non intenda intervenire prontamente per risolvere, innanzitutto, il problema relativo al sottorganico delle unità di polizia in Alto Adige/Südtirol, anche attraverso una migliore distribuzione sul territorio provinciale e un'equiparazione delle forze di polizia locale alle altre forze di polizia, e se non concordi sulla necessità di dare una risposta concreta in merito alla questione del carcere di Bolzano, un'opera da troppi anni nell'agenda degli interventi da realizzare e ormai improcrastinabile.
Interrogazione sull'introduzione di strumenti di identificazione degli agenti in servizio di ordine pubblico
(3-00740) (11 ottobre 2023)
Cucchi. - Al Ministro dell'interno -
Premesso che:
ha destato scalpore nell'opinione pubblica quanto accaduto a Torino il 3 ottobre 2023, quando, in occasione della partecipazione della Presidente del Consiglio dei ministri alla giornata conclusiva del Festival delle regioni e delle province autonome, la Polizia ha caricato il corteo composto da circa 250 persone, per la maggioranza studenti, che la contestava pacificamente;
il corteo di studenti, partito da Palazzo Nuovo, si è diretto verso Palazzo Reale prima di essere fermato dalle cariche della polizia;
numerosi video pubblicati on line mostrano i manifestanti a volto scoperto e disarmati, fermi nel corteo innanzi al cordone di polizia, quando improvvisamente, fra le forze dell'ordine, qualcuno dà l'ordine di caricare;
i video mostrano le forze dell'ordine colpire con i manganelli studenti giovanissimi del tutto inermi: sono numerosi gli studenti, i manifestanti, i fotografi e i giornalisti che hanno riportato ferite durante gli scontri, diversi sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere;
quanto accaduto è solo l'ultimo episodio di una serie: dopo oltre 20 anni dalla violenza del G8 di Genova, l'Italia non si è ancora dotata di una normativa che imponga i codici identificativi per le forze dell'ordine, che avrebbe l'effetto di scoraggiare soprusi e identificare i colpevoli in caso di violazione delle norme, ma anche di isolare gli agenti violenti, tutelando l'operato della gran parte delle forze dell'ordine che agisce nella legalità;
considerato che:
nel 2012 l'Unione europea ha approvato una risoluzione che esortava gli Stati membri a "garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo", come un collar number ("numeri sul collo") o shoulder number ("numeri sulla spalla"): codici identificativi usati per riconoscere i singoli ufficiali di polizia, altrimenti impossibili da identificare in situazioni caotiche come gli scontri;
inoltre nel 2016 è intervenuto anche il Consiglio sui diritti umani dell'ONU, che ha raccomandato che i funzionari delle forze di polizia siano "chiaramente e individualmente identificabili",
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga ormai indifferibile l'introduzione nel sistema normativo di una disposizione che imponga l'adozione di codici identificativi e bodycam o comunque di strumenti atti all'identificazione degli agenti e a verificare le responsabilità individuali.
Interrogazione sui progressi nelle attività di contrasto ai fenomeni di criminalità nelle zone delle stazioni ferroviarie
(3-00746) (11 ottobre 2023)
Paita, Enrico Borghi, Scalfarotto, Musolino. - Al Ministro dell'interno
Premesso che:
nelle stazioni ferroviarie delle grandi città le aggressioni a danno di cittadini e viaggiatori sono in costante e preoccupante crescita, per numero e gravità: aggressioni, furti, risse, rapine, minacce, percosse, violenze sessuali e molestie risultano all'ordine del giorno in tutti i principali nodi ferroviari italiani, influenzando molto le libertà personali di ciascuno, la qualità della vita e lo sviluppo dei territori;
all'alba del 14 aprile 2023, presso la stazione Termini di Roma una coppia di turisti statunitensi è stata raggiunta da due aggressori che, per rapinarla, hanno preso per il collo l'uomo e puntato una pistola alla tempia della donna;
lo stesso nodo ferroviario romano, il 31 dicembre scorso, è stato teatro dell'accoltellamento di una donna che procedeva all'acquisto un titolo di viaggio presso le biglietterie della stazione, mentre il 5 febbraio 2023, in una via che costeggia la stazione tre uomini hanno rapinato e accoltellato più volte un uomo appena uscito da un ristorante;
a Napoli, presso la stazione centrale, lo scorso 25 gennaio, in pieno pomeriggio e davanti a centinaia di persone, un uomo è stato rapinato e accoltellato ai tornelli di ingresso della Circumvesuviana;
lo scorso 27 aprile, alle ore 2.30, presso i giardinetti della stazione Centrale di Milano, una ragazza di 36 anni è stata aggredita, percossa e violentata ripetutamente, in un arco temporale di ben tre ore;
la ragazza era uscita nel piazzale antistante allo scalo ferroviario in ragione della chiusura della stazione delle ore 1.30, ed è stata avvicinata da un uomo che, dopo averla trascinata nei giardinetti, l'ha percossa e violentata impunemente per mezz'ora;
consumata una prima violenza, l'aggressore verso le ore 5 del mattino ha trascinato la ragazza all'interno di un ascensore della stazione, dove l'ha nuovamente aggredita sessualmente prima di allontanarsi e tornare nei giardinetti di piazza Duca d'Aosta: lì, grazie alle telecamere, è stato individuato dalle forze dell'ordine, che intanto erano intervenute, a violenza avvenuta, in soccorso della ragazza, su sollecitazione di un passante che aveva assistito alla scena;
qualche giorno dopo, sempre nei pressi della stazione Centrale di Milano, un'altra donna ha denunciato di aver subito violenza sessuale da parte di un uomo senza fissa dimora incontrato nel piazzale antistante alla stazione;
situazioni di degrado ed episodi criminali nei dintorni e all'interno delle stazioni ferroviarie sono sempre più frequenti: in generale, circa il 60 per cento dei viaggiatori non si sente al sicuro negli spazi interni ed esterni delle stazioni, percentuale che sale a più dell'80 per cento in relazione ai principali nodi ferroviari italiani, evidenziando una scarsa percezione di sicurezza che risulta essere invece la dimensione cardine per il benessere individuale e collettivo della società;
ripristinare la sicurezza delle stazioni ferroviarie è un dovere inderogabile e l'incolumità e tranquillità di cittadini e viaggiatori non può essere in alcun modo compromessa dall'abbandono di tali luoghi a situazioni di degrado e criminalità oramai avvertiti come endemici;
a dispetto degli annunci (reiterati a più riprese dal Governo), i fenomeni di criminalità nelle stazioni sono in forte aumento, distinguendosi rispetto al passato anche perché la particolare gravità e violenza delle condotte: un piano straordinario di intervento rapido non è più procrastinabile;
tali problematiche sono state poste all'attenzione del Ministro in indirizzo il 4 maggio 2023 e in quell'occasione si è dato conto del rafforzamento della presenza delle forze di polizia anche nelle stazioni ferroviarie, nonché dell'avvio di una intensa attività di controlli anche nelle aree limitrofe alle stazioni, al fine di ripristinare l'ordine, la quiete pubblica e il decoro urbano;
ad oggi non si registra nessun progresso sul piano della sicurezza delle stazioni ed in alcuni casi i livelli di sicurezza risultano addirittura essere peggiorati, come testimoniano le recenti immagini diffuse da organi di stampa, che vedono cittadini e turisti in attesa dei taxi presso le stazioni ferroviarie divenire oggetto di lanci di oggetti, sputi, insulti e altre aggressioni,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per garantire la sicurezza e il decoro delle stazioni ferroviarie e delle aree limitrofe di giorno e di notte, assicurando presidi costanti e forze di deterrenza, che possano prevenire le aggressioni e intervenire senza indugio laddove si ravvisino condotte illegittime.
Interrogazione sulla diffusione dei reati legati alla microcriminalità nelle diverse province italiane
(3-00738) (11 ottobre 2023)
Ronzulli, Damiani, Fazzone, Gasparri, Lotito, Occhiuto, Paroli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Zanettin. - Al Ministro dell'interno -
Premesso che:
secondo i dati relativi al primo semestre 2023 della banca dati interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno (pubblicati da "Il Sole-24 ore" lunedì 9 ottobre 2023) sono aumentati, in generale, i furti e le rapine in strada e una serie di reati legati alla microcriminalità;
ci sono poi reati che danno luogo ad una particolare emergenza in alcuni territori rispetto ad altri del Paese;
ad esempio, il furto con destrezza vede come città più colpita Milano con 1.030,1 casi ogni 100.000 abitanti, seguono Venezia con 639,8 casi e Roma con 618,5 casi, le province meno colpite sono Enna 8,4 con casi, Oristano con 5,8 casi e Crotone 5,6 con casi;
i furti in abitazione vedono la città di Pisa contare 420,3 casi ogni 100.000 abitanti, Pavia con 389,9 casi, Monza e Brianza con 320,6 casi, mentre le province meno colpite sono Oristano 60,9, Nuoro 59,5 e Crotone, con 56,8 casi ogni 100.000 abitanti;
i furti di autovetture segnano nella provincia di Barletta Andria Trani 1.036 casi ogni 100.000 abitanti, la provincia al secondo posto è Foggia ha 638,5 casi e Napoli 614, mentre i furti di autovetture sono limitati a Sondrio, a 9,5, Belluno 8,6 e Pordenone a 8,1 ogni 100.000 abitanti;
la differenza tra i picchi realizzati nelle province più soggette a reati e quelli delle province più tranquille può essere ricondotta a problemi di controllo del territorio;
in particolare la provincia di BAT, Barletta Andria Trani, sconta la presenza di personale sottodimensionato alle esigenze di un territorio vasto e complesso, come viene evidenziato anche nell'analisi criminale del circondario di Trani, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani del settembre 2023 e al quadro di una situazione criminale particolarmente grave;
ma anche le questure di Roma, Rimini e Milano scontano carenze di personale e di presenza sul territorio, tanto da risultare anche ai primi posti delle denunce ogni 100.000 abitanti,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui dati evidenziati e sulle differenze così smaccate tra le province più "tranquille" e quelle più colpite dai reati così odiosi ascrivibili alla criminalità;
quale siano le soluzioni che intenda adottare per riportare a dati di normalità, e non di emergenza, anche le province che ora patiscono queste situazioni di eccezionalità.
Interrogazione sull'adozione di misure antiterrorismo sul territorio nazionale in relazione ai recenti avvenimenti nel Medio Oriente
(3-00744) (11 ottobre 2023)
Pucciarelli, Paganella, Dreosto, Romeo. - Al Ministro dell'interno -
Premesso che sabato 7 ottobre 2023 l'organizzazione terroristica palestinese Hamas, che governa la Striscia di Gaza, ha dato inizio ad un violentissimo attacco via mare, via terra e via aria nei confronti di Israele, che ha provocato oltre mille morti tra la popolazione israeliana; dalle ultime notizie di stampa, si apprendono deplorevoli crimini ai danni di civili israeliani, che riportano alla mente le immagini dei più violenti attacchi terroristici subiti dalla popolazione europea nel corso degli ultimi decenni;
considerato che:
l'attacco rischia di ridare vigore alla minaccia jihadista globale; tale potenziale minaccia rende necessario l'innalzamento del livello di attenzione verso ogni possibile obiettivo e un rafforzamento delle misure di prevenzione sul territorio;
la nuova ondata di violenza nei confronti di Israele non può essere circoscritta ad una dimensione locale, ma va considerata in un quadro di instabilità internazionale che rischia di acuire nuovamente lo scontro confessionale in Medio Oriente, e conseguentemente la mobilitazione delle organizzazioni fondamentaliste;
il proliferare delle manifestazioni, dal carattere ambiguo, osservate nelle principali città europee, nella cornice di un generico sostegno alla causa palestinese, ha evidenziato altresì l'acuirsi di un sentimento d'odio nei confronti di Israele mai sopito negli anni;
come si apprende da organi di stampa, è all'attenzione del Governo italiano un piano di sicurezza antiterrorismo; si ritiene necessario che all'interno del piano siano previste azioni di contrasto all'immigrazione clandestina, vista come potenziale veicolo del fondamentalismo islamico, in accordo con l'Unione europea e con le principali organizzazioni multilaterali internazionali,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo stia adottando in relazione a quanto illustrato.
Interrogazione sulla diffusione di un video che documenta la partecipazione di un magistrato ad una manifestazione
(3-00737) (11 ottobre 2023)
Rossomando, Verini, Bazoli, Mirabelli, Zambito, Camusso, La Marca, Rando, Martella, Tajani, D'Elia, Rojc, Delrio, Zampa, Verducci, Malpezzi, Valente, Parrini, Furlan, Basso. - Al Ministro dell'interno -
Premesso che:
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha pubblicato su "X", in data 5 ottobre 2023, un video risalente al 25 agosto 2018, in cui si vede un gruppo di cittadini manifestare a Catania contro il blocco dei migranti sulla nave "Diciotti", voluto dallo stesso Matteo Salvini, allora Ministro dell'interno;
con il video il ministro e vice premier Salvini ha inteso evidenziare la partecipazione della giudice Iolanda Apostolico alla predetta manifestazione sul molo;
la pubblicazione del video avviene successivamente ad una decisione della giudice che in data 29 settembre 2023 non ha convalidato il provvedimento di trattenimento emesso dal questore nei confronti di tre cittadini tunisini entrati nel nostro Paese dalla frontiera di Lampedusa e ne ha disposto l'immediato rilascio, ritenendo la disciplina introdotta dal cosiddetto decreto Cutro in contrasto con la normativa comunitaria, così come interpretata dalla Corte UE. A quanto detto, si aggiunga che, sempre come si legge nelle motivazioni del provvedimento, la garanzia finanziaria, fissata dal decreto del Ministro dell'interno 14 settembre 2023 in 4.938 euro, "non si configura come misura alternativa al trattenimento ma come requisito amministrativo imposto al richiedente prima di riconoscere i diritti conferiti dalla direttiva 2013/33/UE, per il solo fatto che chiede protezione internazionale";
occorre evidenziare come avverso tale provvedimento sia esperibile il ricorso in Cassazione e che il Governo abbia già dichiarato di voler procedere in tal senso;
peraltro è notizia di questi giorni che analoghe decisioni di uguale tenore sono state assunte da altri e diversi giudici del Tribunale di Firenze e Catania;
l'articolo 21 della Costituzione riconosce il diritto di ciascun cittadino di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Alla luce del dettato costituzionale ai magistrati non può essere preclusa la possibilità di esprimere opinioni e pensieri e l'indipendenza e terzietà dei medesimi va valutata sulla base dei provvedimenti che vengono assunti e dalle motivazioni poste alla base dei medesimi, e giammai facendo invece lo screening al passato, alla vita privata di un magistrato;
se appare condivisibile l'affermazione secondo la quale ogni magistrato deve essere comunque sempre percepito come figura al di sopra dello scontro politico-partitico, tuttavia, non può non rilevarsi il fatto che, indipendentemente da qualunque valutazione sull'opportunità di partecipare a manifestazioni pubbliche, tale partecipazione non deve e non può comunque in nessun modo motivare o giustificare aggressioni personali, delegittimazioni di singoli magistrati e della magistratura, ed un eventuale uso spregiudicato da parte di rappresentanti dello Stato di informazioni, documenti, di dati personali tra l'altro allo stato non risultanti in atti ufficiali;
come sottolineato in un'intervista al quotidiano "La Stampa" da Giovanni Maria Flick, già Ministro della giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale: "Giudicare una sentenza dalla vita del magistrato e non dai suoi argomenti ci porta fuori dalla civiltà giuridica";
rilevato che:
la citata manifestazione si è svolta nel 2018 e ancora oggi rimane da chiarire come sia stato conservato e soprattutto diffuso il video; inoltre, a quanto detto si aggiunga il fatto che negli ultimi giorni è stato pubblicato un secondo video, di cui non si conosce l'origine e la modalità di diffusione, dall'agenzia di stampa "La Presse";
ed ancora, sebbene rispetto al primo video postato sui social network da Matteo Salvini, secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, un carabiniere si sarebbe fatto avanti spiegando ai suoi superiori che si tratta di materiale privato, mai allegato ad atti interni o a informative all'autorità giudiziaria, ma che solo da pochi giorni l'autore avrebbe fatto circolare in una ristretta cerchia di persone, rimane da chiarire come un Ministro della Repubblica sia entrato in possesso di tale video e chi abbia diffuso il secondo video,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo rispetto ai fatti esposti in premessa;
se non ritenga necessario ed urgente intraprendere tutte le iniziative necessarie al fine di chiarire la precisa ricostruzione dei fatti e delle modalità con le quali entrambi i filmati sono stati registrati, acquisiti ed entrati nella disponibilità del ministro Salvini, se e con quali modalità vi siano sistematiche attività di registrazione e filmati nel corso di manifestazioni e come e per quanto tempo vengano conservati tali dati e a chi siano accessibili, al fine di garantire che non sia in alcun modo violato il pieno godimento da parte di tutti i cittadini di tutte le garanzie costituzionali.
Interrogazione su iniziative di potenziamento delle scuole del Mezzogiorno e delle aree disagiate contro la dispersione scolastica
(3-00743) (11 ottobre 2023)
Barbara Floridia, Pirondini, Aloisio, Castiello, Pirro, Croatti. - Al Ministro dell'istruzione e del merito -
Premesso che:
a seguito dei gravissimi episodi di violenza avvenuti a Caivano (Napoli), e di conseguenza alla forte eco mediatica che ne è derivata, suscitando forte impressione sull'opinione pubblica, con l'Atto Senato n. 878 (detto "decreto Caivano") sono state introdotte norme finalizzate al risanamento e alla riqualificazione di un territorio e di un contesto urbano particolarmente disagiato;
in materia di istruzione, con particolare riferimento all'articolo 10, sono previsti interventi volti a rafforzare l'offerta educativa nelle scuole del Meridione (ovvero delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) caratterizzate da alta dispersione scolastica, sia attraverso il potenziamento dell'organico dei docenti delle istituzioni scolastiche statali con maggiore disagio educativo, sia incrementando (di 6 milioni di euro) il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa (MOF), al fine di incentivare la presenza dei docenti nelle zone più disagiate, anche attraverso la valorizzazione dei docenti che permangono nello stesso istituto scolastico garantendo la continuità didattica. Si rafforzano, inoltre, i meccanismi di controllo e verifica dell'adempimento dell'obbligo scolastico e si introduce una nuova fattispecie di reato per i casi di "elusione";
considerato che dalla lettura dell'articolato, in realtà, emerge che le scuole di tali regioni possono attivare contratti di personale ATA fino al 31 dicembre 2023 e non fino al termine dell'anno scolastico. La relazione tecnica sostiene letteralmente che "per gli stessi non sono previste proroghe";
valutato che:
le risorse per il personale ATA aggiuntivo non costituiscono nuovi stanziamenti, ma sono a valere sul fondo per l'offerta formativa delle scuole, e, in particolare, per un ammontare pari a quasi 10 milioni di euro, sui fondi destinati alle scuole dei territori colpiti dall'emergenza alluvionale dell'Emilia-Romagna dei mesi scorsi, ai sensi del decreto-legge n. 61 del 2023;
il comunicato stampa del Dicastero del 18 settembre 2023 specifica che si tratta di "economie", in quanto gli interventi per le scuole dei territori alluvionati, "per espressa disposizione di legge, erano ammissibili entro la data del 31 agosto";
tuttavia, l'articolo 5, comma 1, del decreto-legge n. 61 del 2023 prevedeva l'istituzione del fondo predetto, per tutto l'anno 2023, ovvero che il riparto delle risorse destinate alle istituzioni scolastiche dei territori coinvolti dall'emergenza avrebbe dovuto essere stabilito con decreto, di concerto tra il Ministero dell'istruzione e del merito e il Ministero dell'economia e delle finanze;
il citato decreto non risulta essere stato adottato e, pertanto, il Dicastero ha proceduto, solo in una prima fase e diversamente da quanto previsto dalla norma, ad acquisire il previo fabbisogno dalle istituzioni scolastiche entro il mese di agosto 2023, come chiarito nel comunicato stampa;
nonostante lo stanziamento dedicato per l'anno 2023, con il "decreto Caivano" i fondi sono stati utilizzati per altre finalità: e, ai sensi del citato articolo 10, tutti gli interventi sono posti a valere su fondi PON, PNRR o stanziamenti già esistenti nel bilancio del Ministero dell'istruzione;
considerato infine che nessun intervento di cooperazione sociale ed educativa, quale ad esempio l'incentivazione di patti educativi di comunità, introdotti nel sistema scolastico dal 2020 è stato previsto,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questa grave situazione, che va a discapito delle scuole dei territori colpiti dall'emergenza alluvionale dei mesi scorsi, e quali misure intenda intraprendere per garantire il ripristino delle risorse sottratte dai fondi dedicati, oltre che per assicurare un piano concreto di lotta alla dispersione, con risorse nuove, sui territori di Caivano e delle regioni del Mezzogiorno;
se intenda rivedere la scelta, giudicata inopportuna dagli interroganti, di prorogare i contratti del personale ATA solo fino al 31 dicembre 2023, e non piuttosto fino alla fine dell'anno scolastico, ovvero al giugno 2024, come sarebbe ben più funzionale per fornire risposte adeguate alle criticità e alle gravi problematiche evidenziate e accertate sul territorio.
Interrogazione sulla necessità di rafforzare lo studio della storia nei programmi scolastici
(3-00739) (11 ottobre 2023)
Mennuni, Malan, Cosenza, Marcheschi, Bucalo, Iannone, Melchiorre, Speranzon. - Al Ministro dell'istruzione e del merito -
Premesso che:
i programmi scolastici allo studio della storia sono stati, nel corso degli anni, oggetto di importanti modifiche;
nella scuola primaria, è prevista la trattazione sistematica e in ordine cronologico dei periodi che vanno dalla comparsa dell'uomo alla tarda antichità: il primo biennio è propedeutico; il terzo anno è dedicato alla terra prima dell'uomo e alla preistoria, con accenni a miti e leggende delle origini; in quarta e quinta è la volta della storia antica (civiltà del Vicino Oriente, Grecia e Roma fino alle origini del cristianesimo). Nella secondaria di primo grado, il percorso va dalla tarda antichità al XXI secolo, con l'ultimo anno interamente dedicato al Novecento;
considerato che:
tale percorso si ripete per una seconda volta nella scuola secondaria di secondo grado, ma con delle criticità, rappresentate, in particolare, dall'obbligo scolastico che termina con il compimento del sedicesimo anno di età, il quale non consente di completare il percorso cronologico tracciato dai programmi ministeriali, e dalla riduzione del monte ore di storia e geografia nei licei;
questi ordinamenti hanno portato, in circa dieci anni, ad una carenza nella conoscenza storica della popolazione scolastica. Alle famiglie, infatti, non sfugge quanto i figli, ormai grandi, non siano capaci di orientarsi storicamente e geograficamente nella banale visita di una città italiana;
considerato che:
la disciplina, per la sua complessità, richiede la formulazione di un percorso ben articolato, con una progressione di attività e di conoscenze adatta alle diverse fasi dell'apprendimento, in grado di distribuire lungo tutto l'arco della cosiddetta scuola dell'obbligo i diversi compiti dell'insegnamento;
nella scuola primaria, la storia generale è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico-sociali, senza tralasciare i fatti storici fondamentali. Nella scuola secondaria di primo grado, invece, lo sviluppo del sapere storico riguarderà anche i processi, le trasformazioni e gli eventi che hanno portato al mondo di oggi;
considerato, inoltre, che:
l'inefficacia dell'insegnamento scolastico potenzia le disuguaglianze sociali: le famiglie colte possono provvedere ad una compensazione delle scarse conoscenze dei figli, ma ciò non avviene proprio dove è necessario che avvenga, ossia tra i ragazzi di bassa estrazione sociale e tra gli immigrati. Per questi ultimi la conoscenza della storia italiana ed europea è strumento imprescindibile per una piena integrazione;
l'insegnamento e l'apprendimento della storia contribuiscono all'educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti insegnano agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, l'utilizzo coscienzioso delle fonti archeologiche, museali, iconiche, archivistiche, il valore di beni culturali, fornendo, in tal modo, un contributo fondamentale alla cittadinanza attiva;
la storia si apre all'utilizzo di metodi, conoscenze, visioni, concettualizzazioni di altre discipline. Gli insegnanti, mettendo a profitto tale peculiarità, potenziano gli intrecci disciplinari suggeriti dai temi proposti agli alunni. In particolare, è importante curare le aree di sovrapposizione tra la storia e la geografia in considerazione dell'intima connessione che c'è tra i popoli e le regioni in cui vivono;
a parere degli interroganti, sarebbe auspicabile ripristinare il sistema dell'apprendimento dei contenuti, con la ripetizione di tutto il percorso cronologico fino all'età contemporanea, tenendo conto del limite attuale dell'obbligo scolastico, ossia i 16 anni. Questa scansione consentirebbe ai bambini di apprendere entro gli 11 anni di età una chiara periodizzazione delle epoche e di compiere il percorso cronologico, con i diversi livelli di approfondimento, per almeno due volte,
si chiede di sapere se e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per ripristinare la centralità dell'insegnamento della storia e della geografia, rimodulandone i programmi, consentendo, anche tramite un incremento delle ore spettanti, il completamento del percorso cronologico e geografico fino all'età contemporanea e favorendo l'apprendimento con adeguata attenzione alla tradizione greco-romana, quale pietra miliare dell'identità nazionale ed europea.
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Castelli, Cattaneo, Crisanti, De Poli, Durigon, Fazzolari, Fregolent, Garavaglia, La Pietra, Mirabelli, Monti, Morelli, Ostellari, Rauti, Rojc, Rubbia, Scalfarotto, Segre e Sisto.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Craxi, Dreosto e Menia, per attività della 3ª Commissione permanente; Floridia Aurora, Licheri Ettore Antonio, Mieli, Verducci e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Giacobbe, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'InCE; Bilotti, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Delrio, per attività del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
Alla ripresa pomeridiana sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Craxi, Dreosto e Menia, per attività della 3ª Commissione permanente; Floridia Aurora, Licheri Ettore Antonio, Mieli, Verducci e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Giacobbe e Murelli, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'InCE; Bilotti, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Delrio, per attività del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.
Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, Ufficio di Presidenza
La Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani ha proceduto all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.
Sono risultati eletti:
Presidente: Stefania Pucciarelli
Vice Presidenti: Antonio Guidi e Filippo Sensi
Segretari: Michele Barcaiuolo e Luigi Spagnolli.
Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati
Onn. Sasso Rossano, Latini Giorgia, Miele Giovanna, Loizzo Simona, Cavandoli Laura, Di Mattina Salvatore Marcello, Furgiuele Domenico, Pretto Erik Umberto, Zinzi Gianpiero, Frassini Rebecca, Dalla Chiesa Rita, Giagoni Dario, Amorese Alessandro
Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico (905)
(presentato in data 11/10/2023)
C.835 approvato dalla Camera dei deputati.
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
3ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea
sen. Murelli Elena ed altri
Disposizioni in materia di accesso alla carriera militare per persone affette da celiachia o da altre intolleranze alimentari (894)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
(assegnato in data 12/10/2023);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
sen. Calandrini Nicola
Indennizzo per i beni perduti in Tunisia (876)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
(assegnato in data 12/10/2023);
7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
Regione Liguria
Abrogazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge 2 agosto 1999, n. 264, recante norme in materia di accessi ai corsi universitari (844)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
(assegnato in data 12/10/2023);
7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
sen. Tubetti Francesca ed altri
Disposizioni per la tutela e la promozione del patrimonio storico del territorio del Carso legato alla Grande guerra (875)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
(assegnato in data 12/10/2023);
10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
sen. Bevilacqua Dolores ed altri
Modifiche alla legge 8 marzo 2000, n. 53, in materia di sostegno alla genitorialità (446)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare
(assegnato in data 12/10/2023);
10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
sen. Zampa Sandra
Modifiche al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e altre disposizioni in materia di formazione medica (509)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 12/10/2023);
10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
sen. Sensi Filippo
Disposizioni in materia di tutela della salute mentale volte all'attuazione e allo sviluppo dei princìpi di cui alla legge 13 maggio 1978, n. 180 (734)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 12/10/2023);
10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
sen. Murelli Elena ed altri
Disposizioni per la partecipazione di associazioni di malati e organizzazioni di cittadini ai tavoli decisionali in materia di tutela della salute (853)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
(assegnato in data 12/10/2023);
8ª (Ambiente, lavori pubblici) e 9ª (Industria e agricoltura)
sen. Bergesio Giorgio Maria ed altri
Proposta per la promozione di progetti a impatto sociale sul territorio (817)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
(assegnato in data 12/10/2023).
In sede referente
2ª Commissione permanente Giustizia
Regione Veneto
Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero (869)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 12/10/2023).
Disegni di legge, nuova assegnazione
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede referente
sen. Zanettin Pierantonio, Sen. Bongiorno Giulia
Modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi e sistemi informatici, smartphone e memorie digitali (806)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione
Già deferito in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia), è stato rimesso, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del Regolamento, alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 11/10/2023).
Camera dei deputati, trasmissione di documenti
Il Presidente della Camera dei deputati, con lettera in data 4 ottobre 2023, ha trasmesso il documento concernente la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni, anche penali, per i reati di inquinamento (COM(2023) 273 final/2) approvato, nella seduta del 28 settembre 2023, dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) della Camera dei deputati, nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del Protocollo n. 2, allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 14) (Atto n. 278).
Il predetto documento è depositato presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli Onorevoli senatori.
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera dell'11 ottobre 2023, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216 - lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante adozione della nota metodologica relativa all'aggiornamento e alla revisione dei fabbisogni standard dei comuni per il 2023 e il fabbisogno standard complessivo per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario (n. 85).
Ai sensi della predetta disposizione, lo schema di decreto è stato deferito - in data 11 ottobre 2023 - dal Presidente della Camera dei deputati - d'intesa con il Presidente del Senato - alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, che esprimerà il parere entro 15 giorni dall'assegnazione. Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è altresì deferito - in pari data - alla 5ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 15 giorni dall'assegnazione.
Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera dell'11 ottobre 2023, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 189 - le proposte di nomina del generale di divisione aerea Luca Valeriani a presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) (n. 30), nonché del dottor Costantino Fiorillo (n. 31), del generale di divisione aerea in ausiliaria Antonio Maurizio Agrusti (n. 32) e della professoressa avvocato Anna Masutti (n. 33) a componenti del collegio della medesima Agenzia.
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono state deferite - in data 11 ottobre 2023 - alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà i relativi pareri entro 20 giorni dall'assegnazione.
Governo, trasmissione di atti e documenti
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con lettera dell'11 ottobre 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 23 settembre 2002, n. 250:
un decreto concernente l'autorizzazione all'utilizzo delle economie di spesa sul contributo assegnato con la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, per l'anno 2017 per il progetto "lavori di consolidamento del versante sud orientale di Atessa zona Sant'Antonio - rio Falco (3° lotto - 1° stralcio)". Il predetto documento è trasmesso alla 5a e alla 8a Commissione permanente.
Il Ministro della salute, con lettera in data 11 ottobre 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 30, comma 5, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione concernente l'attività svolta, il bilancio di previsione e la consistenza dell'organico dell'Agenzia Italiana del Farmaco, riferita all'anno 2022.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 279).
Il Ministro della salute, con lettera in data 11 ottobre 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 30, comma 5, della legge 20 marzo 1975, n. 70, le relazioni concernenti l'attività svolta nel primo e secondo semestre 2022 e Bilancio di previsione esercizio finanziario 2023 dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 280).
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 ottobre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 agosto 2022, n. 108, il decreto ministeriale recante approvazione dell'elenco degli interventi di adeguamento infrastrutturale delle Capitanerie di Porto - Guardia costiera.
La predetta documentazione è deferita alla 8a Commissione permanente (Atto n. 281).
Il Ministro della difesa, con lettera in data 11 ottobre 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 536, comma 1, del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, il Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a e alla 5a Commissione permanente (Doc. CCXII, n. 1).
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
- Proposta di decisione del Consiglio relativa ai contributi finanziari che le parti del Fondo europeo di sviluppo devono versare a titolo di terza quota per il 2023 (COM(2023) 556 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;
- Proposta di decisione del Consiglio relativa ai contributi finanziari che le parti del Fondo europeo di sviluppo devono versare per finanziare tale fondo, che specifica il massimale per il 2025, l'importo annuo per il 2024, l'importo della prima quota per il 2024 e una previsione indicativa non vincolante degli importi annui dei contributi previsti per gli anni 2026 e 2027 (COM(2023) 553 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;
- Comunicazione della Commissione al Consiglio - Informazioni finanziarie sul Fondo europeo di sviluppo - Fondo europeo di sviluppo (FES): previsioni relative agli impegni, ai pagamenti e ai contributi delle parti del Fondo europeo di sviluppo per il 2023, il 2024 e il 2025 e previsioni non vincolanti per il 2026 e il 2027 (COM(2023) 554 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente.
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 10 ottobre 2023, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle norme di circolarità per la progettazione dei veicoli e alla gestione dei veicoli fuori uso, che modifica i regolamenti (UE) 2018/858 e (UE) 2019/1020 e abroga le direttive 2000/53/CE e 2005/64/CE (COM(2023) 451 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4ª Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 10 ottobre 2023. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 8ª e alla 9a Commissione permanente, con il parere della Commissione 4ª.
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
il signor Francesco Di Pasquale da Cancello e Arnone (Caserta) chiede:
- misure severe di contrasto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti (Petizione n. 620, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- misure di prevenzione sanitaria di contrasto al fenomeno dei decessi dovuti a occlusione delle arterie coronariche (Petizione n. 621, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- misure a tutela della qualità dell'acqua in bottiglia, in particolare attraverso l'incentivazione all'utilizzo di imballaggi in vetro nonché al divieto di conservazione in luoghi esposti alla luce del sole (Petizione n. 622, assegnata alla Commissioni permanenti riunite 9a e 10a);
- l'istituzione di una Commissione d'inchiesta volta a individuare i responsabili del disastro aereo avvenuto al largo dell'isola di Ustica il 27 giugno 1980 (Petizione n. 623, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- misure volte a valorizzare il patrimonio culturale dei borghi italiani (Petizione n. 624, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- la dichiarazione dell'area circostante il fiume Volturno come area naturale protetta (Petizione n. 625, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- il divieto di produzione e commercializzazione di armi di distruzione di massa (Petizione n. 626, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 3a e 9a);
- disposizioni severe di contrasto al fenomeno dei furti nelle abitazioni private (Petizione n. 627, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- misure a tutela dei risparmi dei cittadini, in particolare attraverso il divieto di applicazione dell'istituto del pignoramento del conto corrente (Petizione n. 628, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- la riduzione dei vaccini obbligatori per i minori (Petizione n. 629, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- disposizioni volte a contrastare la scomparsa di minori (Petizione n. 630, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- una serie organica di disposizioni volte alla regolamentazione della circolazione ed alimentazione dei veicoli elettrici (Petizione n. 631, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- misure volte a prevedere risarcimenti adeguati per i cittadini lesi da complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni (Petizione n. 632, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- misure a tutela del Sistema Sanitario Nazionale, con particolare riguardo all'indipendenza e all'efficienza delle strutture pubbliche (Petizione n. 633, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- misure volte a ripristinare la piena sovranità in ambito sanitario, in particolare attraverso l'attivazione delle opportune procedure parlamentari volte a ritirare l'adesione all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Petizione n. 634, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 3a e 10a);
- disposizioni severe a tutela del corretto svolgimento di bandi e gare d'appalto (Petizione n. 635, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- misure volte a garantire una maggiore trasparenza da parte delle Amministrazioni pubbliche nel rendiconto dei tributi pagati dai cittadini (Petizione n. 636, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- nuove disposizioni volte a prevedere maggiori controlli e misure di sicurezza in materia di guida di veicoli adibiti al trasporto di studenti in occasione di gite scolastiche (Petizione n. 637, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 7a e 8a);
- misure severe di contrasto al commercio illegale di armi da fuoco (Petizione n. 638, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- l'eliminazione del canone di conto corrente e dell'imposta di bollo su somme superiori ai 5000 euro (Petizione n. 639, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- il divieto di attuazione del progetto informativo erogato da Pfizer negli istituti scolastici in materia di vaccinazione anti Covid - 19 (Petizione n. 640, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 7a e 10a);
- modifiche al sistema di calcolo dell'Indice Istat al fine di renderlo maggiormente aderente all'aumento reale dei prezzi (Petizione n. 641, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Giuseppina Gatto da Roma chiede l'istituzione di una scuola pubblica di danze popolari internazionali da stabilirsi presso l'edificio dell'ex stazione ferroviaria di Trastevere attualmente in stato d'abbandono (Petizione n. 642, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Aniello Traino da Neirone (Genova) chiede l'erogazione di un bonus ad hoc per l'acquisto di carburante, di ricarica elettrica per veicoli e di abbonamenti ai trasporti locali dedicato ai cittadini con isee inferiore ai 10.000 euro (Petizione n. 643, assegnata alla 5a Commissione permanente);
il signor Luciano Battaglini da Trani chiede:
- l'ammissione al gratuito patrocinio dei cittadini con invalidità civile superiore al 66% per le cause civili, penali e amministrative (Petizione n. 644, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- l'obbligo di assicurazione obbligatoria per danni a terzi a carico dei possessori di porto d'armi non appartenenti alle Forze dell'ordine (Petizione n. 645, assegnata alla 9a Commissione permanente);
il signor Antonello Quatrini da Frosinone chiede modifiche alla rete stradale al fine di conseguire il risparmio energetico e la tutela ambientale (Petizione n. 646, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Matteo Borelli da San Benedetto Val di Sambro (Bologna) chiede l'abrogazione dell'articolo 1 della legge 5 marzo 1977, n. 54, recante disposizioni in materia di giorni festivi al fine di ripristinare agli effetti civili le festività religiose di San Giuseppe, dell'Ascensione, del Corpus Domini e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nonché modifiche all'articolo 2 della legge 27 maggio 1949, n. 260, recante disposizioni in materia di ricorrenze festive, al fine del riconoscimento della festa locale del Santo Patrono quale giorno festivo (Petizione n. 647, assegnata alle Commissioni permanenti riunite 1a e 10a);
il signor Alessio Paiano da Cavallino (Lecce):
- eliminazione del possesso del patentino di bilinguismo quale requisito necessario per l'assunzione nella Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige (Petizione n. 648, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- la creazione di una piattaforma online ad hoc in cui i cittadini possano denunciare le infrazioni al Codice della strada di cui siano testimoni direttamente alle Autorità competenti (Petizione n. 649, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- la ridefinizione del calcolo delle quote da erogare ai cittadini in qualità di rimborso, risarcimento o pagamento arretrato, nel senso di adeguare la somma originariamente prevista alla percentuale di inflazione eventualmente sopravvenuta (Petizione n. 650, assegnata alla 5a Commissione permanente);
- nuove misure volte a riorganizzare e ottimizzare lo sfruttamento dei terreni agricoli incolti e abbandonati, anche attraverso la previsione di opportunità di impiego per gli immigrati approdati clandestinamente sul territorio italiano (Petizione n. 651, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- nuove disposizioni a tutela delle aziende italiane e del Made in Italy (Petizione n. 652, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- che il Parlamento adotti le opportune misure di indirizzo nei confronti del Governo al fine di stimolare l'acquisto di quote di partecipazione nella società Atlantica Sustainable Infrastructure (Petizione n. 653, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- nuove disposizioni in materia di zainetto fiscale, al fine di introdurre la possibilità di compensazione tramite minusvalenze di tutte le tipologie di plusvalenza e di ridurre la pressione fiscale sugli investimenti in azioni o obbligazioni (Petizione n. 654, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- una valutazione circa la legittimità delle "liste di riferimento" o "black list" di cui sono dotati i dipartimenti di selezione del personale (Petizione n. 655, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Francesco Rainone da Roma chiede l'abrogazione dell'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante assenze per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (Petizione n. 656, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Paolo Stella da Conegliano (Treviso) chiede il divieto dell'utilizzo del telefono cellulare per gli studenti durante l'orario scolastico (Petizione n. 657, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Matteo Ronchini da Valmorea (Como) chiede una riforma organica del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, recante Codice del Terzo Settore (Petizione n. 658, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Francesco Romano da Saviano (Napoli) chiede modifiche alla legge 27 dicembre 2017, n. 205, recante "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020", al fine di rendere obbligatoria nel termine dei sei mesi per il distributore locale del mercato dell'energia la certificazione di lettura del contatore in occasione del passaggio da un gestore all'altro (Petizione n. 659, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Luciano Battaglini da Trani chiede nuove modalità di progressione verticale per i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche, nel senso di prevederne l'accesso alle fasce superiori senza concorso pubblico (Petizione n. 660, assegnata alla 1a Commissione permanente).
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
La senatrice Musolino ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-00746 della senatrice Paita ed altri.
Il senatore Terzi di Sant'Agata ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-00762 del senatore Scurria ed altri.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 6 al 12 ottobre 2023)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 34
GASPARRI: sulle affermazioni di un magistrato fiorentino relativamente alle stragi di mafia del 1993 (4-00490) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
MARTELLA: sulla proposta di chiusura della sede INPS di San Donà di Piave (Venezia) (4-00689) (risp. DURIGON, sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali)
Interrogazioni
RAPANI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
non accenna a definirsi l'annosa vicenda riguardante la paventata riapertura dell'impianto di San Sago, situato al confine tra Basilicata e Calabria, insistente su territori rientrati tra gli usi civici e collocato a breve distanza dai siti della rete Natura 2000, a ridosso del fiume Noce e all'interno della perimetrazione del Parco Nazionale del Pollino, l'area protetta più estesa d'Italia, il cui habitat riveste un ruolo fondamentale per la tutela di specie rare e in via di estinzione;
il Codice dei beni culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Parte Terza, Titolo I, Capo II, vieta o limita fortemente l'edificazione nelle aree poste nelle vicinanze di un bene pubblico o di interesse pubblico;
come già precisato nell'atto di sindacato ispettivo 2-00005, l'impianto, nato come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali, ha subito, nel corso degli anni, una radicale modifica della sua destinazione d'uso, essendo stato riconvertito ad impianto privato autorizzato al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi, senza, però, essere sottoposto a un sostanziale aggiornamento tecnologico;
dato che:
nel novembre 2013 la procura di Paola, a seguito di un'indagine della Guardia di finanza iniziata nel 2011, disponeva il sequestro preventivo dell'impianto di depurazione, in particolare, perché: « (gli imputati) ricevevano presso l'impianto di trattamento, sito in località San Sago del Comune di Tortora, sistematicamente negli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e nel mese di gennaio 2013, in esubero al limite imposto di 300 mc/giorno da trattare previsto dalle «condizioni necessarie e specifiche per l'esercizio dell'impianto» ingenti quantitativi di rifiuti liquidi nella maggior parte costituiti da percolato da discarica». Da quel momento, l'impianto è rimasto chiuso;
il 23 aprile 2021, il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, in fase di screening, ha espresso parere favorevole di Valutazione di Incidenza Ambientale, in considerazione del quale, il successivo 30 agosto, il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria ha disposto l'avvio del procedimento di riesame con valenza di rinnovo A.I.A.;
lo scorso 17 luglio, il TAR Calabria, su ricorso della società che attualmente gestisce l'impianto, ha disposto la nomina di un commissario ad acta, individuato nel Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero in indirizzo;
il 28 settembre 2023, nonostante il parere sfavorevole dell'ASP di Cosenza, il parere negativo del Comune di Tortora e un ricorso pendente per gli usi civici, il commissario straordinario ha inspiegabilmente rilasciato un parere favorevole al rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale, aprendo alla possibilità di riaprire l'impianto di San Sago;
considerato che:
la riapertura di un impianto del genere e da tanto tempo in disuso, inevitabilmente, porta con sé gravi e irreversibili conseguenze sul territorio interessato, non solo dal punto di vista economico, soprattutto per le ripercussioni sulle attività turistiche costiere, ma anche dal punto di vista ambientale, data l'incompatibilità dello stesso con le scelte programmatiche di un intero territorio, le quali sono orientate a uno sviluppo fortemente ecocompatibile in grado di esaltare il suo pregiato patrimonio ambientale e culturale;
tanto la normativa comunitaria quanto quella nazionale indicano, tra i fattori e le componenti da considerare nelle valutazioni ambientali, anche il paesaggio, agricolo e culturale;
condividendo le considerazioni del Comune di Tortora, in sede di rilascio delle autorizzazioni, anche pregresse, non si è mai tenuto conto dei vincoli esistenti sull'area, della natura inedificabile del suolo e della presenza di ecosistemi particolarmente pregiati da proteggere,
si chiede di sapere di quali informazioni disponga il Governo in merito allo stato dell'arte del procedimento di riapertura dell'impianto di San Sago nel Comune di Tortora (Cosenza) e, in particolare, se sia stata valutata la compatibilità territoriale dell'autorizzazione, nonché se sia stata condotta una valutazione integrata degli impatti che l'impianto e il suo esercizio nel complesso potrebbero determinare sul prezioso contesto ambientale su cui insiste.
(3-00749)
MANCA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze, delle imprese e del made in Italy e per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. - Premesso che:
l'articolo 1, commi da 61 a 65-quater, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio per il 2018), come modificata dall'articolo 1, comma 313, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020), ha previsto la possibilità di istituire le "zone logistiche semplificate" (ZLS), con l'obiettivo di promuovere condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti in deroga alla normativa sugli aiuti di Stato, prevista dall'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;
tra le ZLS in Italia vi è quella che riguarda l'Emilia-Romagna, il cui piano di sviluppo strategico è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale dell'assemblea legislativa del 2 febbraio 2022, n. 70, al fine di rilanciare il tessuto economico produttivo territoriale e favorire l'allocazione di nuovi investimenti puntando sulla leva fiscale e le convenienze previste dalla normativa vigente;
il 25 febbraio 2022 il Presidente della Regione Emilia-Romagna ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di istituzione della ZLS Emilia-Romagna;
la ZLS per l'Emilia-Romagna è progetto speciale e unitario per la movimentazione delle merci con una estensione di circa 4.500 ettari, che mira a mettere in relazione infrastrutture viarie e ferroviarie ed aree produttive commerciali del territorio unendo il porto di Ravenna, centro del sistema, con i nodi intermodali regionali e le aree produttive commerciali, coinvolgendo 9 province e 28 comuni;
la realizzazione di tale ZLS rappresenta un passaggio epocale per la crescita infrastrutturale ed economica della Regione, a cui le imprese del territorio guardano con grande favore, in ragione dei benefici che vanno ben oltre il sistema logistico, aprendo nuove direttrici territoriali dello sviluppo economico e rendendo servizi e aree produttive più accessibili a beneficio del tessuto imprenditoriale e dell'occupazione;
l'attuazione della suddetta ZLS rappresenta, inoltre, un importante fattore di sviluppo del territorio anche alla luce delle conseguenze delle recenti calamità che hanno colpito la Regione;
considerato che:
la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministro per il sud e la coesione territoriale con nota protocollata del 9 settembre 2022, ha inviato la richiesta di apportare alcune modifiche alla proposta d'istituzione della ZLS Emilia-Romagna. Il Piano è stato conseguentemente adeguato dalla Regione recependo tutte le modifiche proposte e trasmesso al Ministero per il sud e la coesione territoriale in data 7 ottobre 2022 e da questi trasmessa in data 12 ottobre 2022, per il dovuto concerto, al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
a seguito della conferma che i Ministeri per il sud e la coesione territoriale e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili hanno accolto le modifiche proposte, rimangono da esprimere le valutazioni di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. Adempimento che risulta indispensabile, ai sensi dell'articolo 1, comma 63, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, affinché la suddetta ZLS possa essere istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per il sud e la coesione territoriale di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Governo sui fatti esposti in premessa e quali siano le motivazioni che hanno finora impedito al Governo il completamento dell'iter di valutazione della proposta di istituzione della ZLS per l'Emilia-Romagna;
quali iniziative intenda adottare al fine di consentire la tempestiva istituzione della ZLS Emilia-Romagna, anche alla luce delle recenti calamità che hanno colpito la Regione, e se intenda chiarire quali siano i tempi previsti per l'adozione, nel rispetto della legge n. 205 del 2017, dei decreti attuativi necessari per l'effettivo il funzionamento della ZLS e per consentire l'insediamento del Comitato d'indirizzo.
(3-00750)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
PIRRO, MAZZELLA, LICHERI Ettore Antonio, MARTON - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
dal 1° settembre 2023 è in vigore il Supporto per la formazione e lavoro (SFL), una nuova misura di attivazione al lavoro, che garantisce un contributo economico di 350 euro mensili per chi partecipa a iniziative di orientamento e corsi di formazione;
la misura interessa i soggetti da 18 a 59 anni con ISEE fino a 6.000 euro, disoccupati o occupati con reddito minimo, che non percepiscono altre indennità o sostegni economici dallo Stato;
l'attivazione al lavoro dovrebbe verificarsi tramite la partecipazione a progetti di: formazione e accompagnamento al lavoro, qualificazione e riqualificazione professionale, politiche attive del lavoro, comunque denominate, progetti utili alla collettività, servizio civile universale;
considerato che:
secondo quanto stabilito dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85 (decreto che lo ha istituito) per usufruire della misura, bisogna presentare domanda di SFL all'INPS in via telematica, iscriversi al Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa (SIISL), sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (PAD) all'esito positivo dell'istruttoria della domanda, sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato ed infine frequentare un corso o altra iniziativa di attivazione lavorativa;
considerato altresì che, risulta agli interroganti le domande sino ad ora presentate per accedere al Supporto per la formazione e lavoro ammonterebbero a circa 40.000,
si chiede di sapere:
quale sia il reale numero delle domande pervenute e quanti stiano effettivamente svolgendo corsi di formazione;
quali siano le tipologie di corso per diffusione sino ad ora attivate, quale sia la durata media degli stessi corsi e come siano ripartite le domande presentate nelle singole regioni;
in relazione ai corsi effettivamente attivati, quanti siano stati pagati nel mese di settembre 2023 e quanti si preveda di pagare nel mese di ottobre 2023;
infine, quale sia la spesa effettiva prevista a carico dello Stato per i corsi sino ad ora attivati.
(3-00748)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
ZULLO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
l'articolo 116, comma 11, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, dispone che: "Gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche obbligatorie inerenti alle attività di cui al presente articolo e alle attività di cui all'allegato II.14 oppure specificamente previsti dal capitolato speciale d'appalto di lavori, sono disposti dalla direzione dei lavori o dall'organo di collaudo o di verifica di conformità, imputando la spesa a carico delle somme a disposizione accantonate a tale titolo nel quadro economico. Tali spese non sono soggette a ribasso. I criteri per la determinazione dei costi sono individuati dall'allegato II.15. In sede di prima applicazione l'allegato II.15 è abrogato e sostituito da un corrispondente decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, adottato su proposta del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che lo sostituisce integralmente anche in qualità di allegato al codice";
i criteri per la determinazione dei costi sono esplicitati nel decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili 1° luglio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 179 del 2 agosto 2022; in tal modo, il legislatore ha equiparato gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche obbligatorie agli oneri per la sicurezza, anch'essi non assoggettabili a ribasso;
l'intento del legislatore è chiaro ed è rivolto a riconoscere l'utilità delle verifiche, non solo al fine di garantire la pubblica incolumità di tutti i cittadini, ma anche di verificare la qualità dell'opera; gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche sono, infatti, effettuati sia durante la realizzazione di una nuova costruzione per appurare la qualità dei materiali e la corrispondenza alle prescrizioni del progetto, secondo quanto previsto dal capitolo 11 del decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 17 gennaio 2018, sia per l'accertamento della sicurezza e della progettazione di interventi su edifici esistenti, secondo quanto previsto dal capitolo 8 dello stesso decreto;
tenuto conto che le stazioni appaltanti bandiscono gare al massimo ribasso, correndo con ciò il rischio di non ottemperare alle disposizioni normative descritte e, conseguentemente, di incorrere nella nullità o annullabilità di quanto indetto,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno adottare provvedimenti per un maggior controllo e informazione del disposto normativo di cui all'articolo 116, comma 11, del decreto legislativo n. 36 del 2023, al fine di ridurne al massimo gli eventuali casi di disapplicazione.
(4-00766)
POTENTI - Ai Ministri dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
la pesca è un settore economico prioritario e strategico per l'economia italiana;
secondo i dati riportati dal sindacato agroindustriale FLAI, il giro di affari per l'anno 2022 per il prodotto pescato dalla flotta italiana ammontava a circa 174.000 tonnellate, pari ad un valore di 887 milioni di euro;
secondo la stessa fonte si assiste ad un trend negativo dal 2010 ad oggi del volume di pesce sbarcato dai pescherecci italiani, che corrisponde ad una diminuzione del 16,2 per cento circa;
il quadro che emerge da questi dati è decisamente allarmante e sembra destinato a peggiorare ulteriormente;
in questo contesto già critico, infatti, si inseriscono i negoziati in corso sui tavoli di Bruxelles, che rischiano di vietare nell'immediato futuro la pesca in oltre il 70 per cento del Mediterraneo, a seguito dell'estensione delle aree marine protette e dell'incremento delle terre dedicate ai parchi eolici, con conseguenti nuovi limiti per i pescatori italiani;
nello specifico, il commissario europeo alla pesca e all'ambiente, Sinkevicius, ha presentato un "piano d'azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente" nell'ambito di un pacchetto di misure volte a migliorare la sostenibilità nel settore della pesca e dell'acquacoltura; il piano d'azione è finalizzato ad assicurare buone condizioni di conservazione dell'ambiente marino, al fine di preservare stock ittici sani e una ricca biodiversità;
si è di fronte ad una situazione delicata in divenire che, pur partendo da basi sicuramente condivisibili di tutela dell'ambiente marino e di sostenibilità ambientale inclusa la necessità di ripopolamento ittico dei mari, rischia di avere impatti insostenibili dal punto di vista economico sui pescatori e su tutto il comparto della pesca;
nell'attuale fase di accelerazione della transizione ecologica ed energetica, un ruolo rilevante è svolto dalle misure intese a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, e quindi dal volume sempre maggiore di impianti eolici offshore con conseguenti ulteriori limitazioni alla pesca;
si è quindi di fronte all'ennesima situazione critica dovuta ai dettami europei e agli obiettivi ambiziosi della UE, che, se non attentamente valutati, rischiano di compromettere irreversibilmente la nostra economia;
considerato che il ministro Lollobrigida in occasione del Consiglio dell'Unione europea sulla pesca di giugno 2023 aveva espresso la contrarietà dell'Italia al piano d'azione UE sulla pesca, dichiarando che "gli interessi del comparto vanno difesi" e che "l'Italia chiede che vengano valutate, tra le altre, le ripercussioni socio-economiche ed occupazionali delle misure",
si chiede di sapere se e come i Ministri in indirizzo intendano intervenire presso tutte le sedi competenti, nazionali e europee, affinché venga garantito che le misure nazionali e comunitarie di tutela dell'ambiente tengano in debita considerazione anche le ripercussioni socio-economiche ed occupazionali sul settore della pesca, affinché in tale quadro venga garantito un futuro, sostenibile, anche all'economia del settore.
(4-00767)
GASPARRI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
con sentenza n. 8711, in data 9 gennaio 2023, la VI sez. pen. di Cassazione dichiarava inammissibile il ricorso presentato dall'on. Mario Landolfi avverso la sentenza della Corte d'Appello di Napoli n. 401/22 che confermava (per relationem) la condanna nei confronti dello stesso comminata in data 23 dicembre 2019 dalla II sez., collegio B, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sent. n. 7065) per il reato di cui agli artt. 110 e 319 del Codice penale, con esclusione della circostanza aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203 del 1991 e con concessione dei benefici della sospensione della pena e della non menzione del casellario giudiziale;
nel 2007 la DDA di Napoli aveva accusato l'imputato di aver concorso nella corruzione di Massimo Romano, consigliere comunale di Mondragone (Caserta), inducendolo a poco più di un mese dalla scadenza naturale del civico consesso a barattare le proprie dimissioni con l'assunzione simulata della moglie nella società ECO4, braccio operativo del CE4 (Consorzio obbligatorio per lo smaltimento dei rifiuti), al fine di assicurare sostegno alla giunta del sindaco Ugo Alfredo Conte. La circostanza aggravante, poi esclusa grazie anche alle testimonianze rese dai magistrati Raffaele Cantone e Alfredo Mantovano, originava dalla circostanza che l'ECO4 versava mensilmente una tangente alla camorra;
sin dall'inizio il Landolfi aveva dichiarato di rinunciare alla prescrizione per tutti i reati ascrittigli;
la sentenza di 1° grado doveva in realtà essere emessa il 18 novembre 2019, ma in quella data, dopo sei ore di camera di consiglio, i giudici del Tribunale disponevano l'escussione ex art. 507 del Codice di procedura penale del collaboratore di giustizia Giuseppe Valente, unico accusatore di Landolfi, nonostante già sentito in precedenza e nonostante l'acquisizione al dibattimento di ben 29 verbali di interrogatorio dallo stesso resi sull'identico tema in altri processi (Alfani Remo, Cosentino Nicola, Andreozzi Salvatore);
l'escussione del teste da parte del Presidente del Collegio giudicante si sostanziava, a parere dell'interrogante, di domande suggestive e tendenziose in palese violazione del divieto contenuto nell'art. 499, comma 2 del Codice di procedura penale e del principio di terzietà e imparzialità del giudice (pagg. 25-30-31 del verbale di ud. 25 novembre 2019);
al di là del ricorso all'art. 507, il cui utilizzo dovrebbe essere residuale ed eccezionale in un processo tendenzialmente accusatorio come quello descritto, preme all'interrogante evidenziare come il tortuoso iter logico-argomentativo seguito dai giudici di 1° grado per emettere la sentenza abbia come fine esclusivo la preservazione della credibilità del collaboratore di giustizia, impegnato cometeste anche in altri processi istruiti dalla procedente DDA, nonostante le vistose falle del suo narrato;
ne fa fede, tra le altre, la decisione del giudice-estensore di ignorare le contraddittorie dichiarazioni («io questo non lo ricordo e credo di non avergliene parlato», «non escludo di averglielo detto», «sinceramente non me lo ricordo») rese ex art. 507 del Codice di procedura penale da Valente nell'udienza del 9 dicembre 2019 (pagg. 14 e 15) su una circostanza "gemella" di quella incriminata e di sostituirle con altre, provenienti dal processo Cosentino (udienza del 15 gennaio 2015, pag. 52), da egli previamente "amputate";
a pag. 67 delle motivazioni scrive infatti il giudice-estensore: «Non è vero che (Valente, nda) non informò il Landolfi della corruzione del consigliere Russo Michele (attraverso il posto di lavoro in Eco4 offerto al figlio in cambio del suo passaggio in sostegno alla maggioranza per compensare la perdita di Vito Verna); si tratta anche in questo caso di una vicenda analoga a quella per cui si procede, e il Valente non dice che non informò Landolfi, ma il suo ricordo sul punto è dubitativo, sebbene più orientato al positivo che alla negativa ("credo ne avessi parlato anche con Landolfi") »;
la frase riportata tra parentesi nella sua versione integrale suona però in tutt'altro modo: «No, di questa operazione l'unica persona che era informata era Nicola Cosentino. Ci mancherebbe. Perché in termini politici mi rapportavo direttamente con lui. Credo che ne avessi parlato anche con Landolfi». Il che rende difficile come valutare come «più orientato al positivo che alla negativa» il ricordo del collaboratore di giustizia, dal momento che l'incipit della risposta ne contraddice in termini la conclusione;
siamo, invece, nel campo della mera arbitrarietà allorquando (pagg. 108 e 109 delle motivazioni) il giudice-estensore sopperisce con ipotesi probabilistiche alle lacune narrative del collaboratore di giustizia e alla mancanza di riscontri oggettivi alle sue propalazioni. È il caso di una telefonata (individuata come prova del concorso materiale del Landolfi) riferita dal collaboratore di giustizia, ma di cui non v'era traccia nel fascicolo delle conversazioni trasmesse dal GUP di Napoli alla Camera dei Deputati per la necessaria autorizzazione alla loro utilizzazione [«potrebbe aver contattato Landolfi con un'utenza diversa da quella intercettata (…) oppure potrebbe avergli parlato a voce»];
l'obiettivo pro collaboratore di giustizia si palesava anche in riferimento al concorso morale dell'imputato, allorquando il giudice-estensore non esitava a conferire dignità probatoria a considerazioni meramente ipotetiche, come quelle poste da Valente a base del preventivo avallo di Landolfi alla corruzione del Romano, spacciato come indispensabile (ud. 25 novembre 2019 pag. 30) al mantenimento della maggioranza di centrodestra nel Comune di Mondragone: "Se non era interessato, veniva meno la maggioranza anche perché non ci stavano più i consiglieri di Alleanza Nazionale, quindi l'operazione era inutile farla";
addirittura temeraria diventa l'assenza di terzietà del giudice-estensore nel momento in cui (pag. 15) richiama (giustamente) il principio «che esclude un automatico recepimento degli accertamenti contenuti nelle sentenze irrevocabili» salvo poi disattenderlo platealmente al fine di aggirare le insuperabili controdeduzioni della difesa circa l'inesistenza dell'effetto-domino sul CE4 in caso di scioglimento anticipato del Consiglio Comunale di Mondragone. Scrive, infatti (pag. 149), che «in ogni caso si tratta di valutazioni superate dal fatto che vi è precedente giudicato in ordine alla sussistenza dello specifico reato ascritto, nonché del suo movente»;
il Valente era stato dichiarato «non pienamente attendibile» dai giudici del collegio C del medesimo Tribunale nella sentenza n. 694 del 1° febbraio 2019 (pag. 29 delle motivazioni),
si chiede di sapere:
se risponda a vero quanto riportato in premessa;
in caso affermativo, se il Ministro in indirizzo non ritenga siano stati violati gli articoli 27 comma 2 (presunzione d'innocenza) e 111 (giusto processo) della Costituzione, nonché il principio della condanna "oltre ragionevole dubbio" ex art. 533 del Codice di procedura penale;
se, conseguentemente, non ritenga che tale condotta possa configurare un illecito disciplinare;
in caso affermativo, infine, se non ritenga di dover promuovere l'azione disciplinare ex articolo 107 della Costituzione, onde verificare l'eventuale applicabilità di una delle sanzioni previste dal decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109.
(4-00768)