Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 301 del 08/05/2025

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

301aSEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2025

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Presidenza del vice presidente CASTELLONE,

indi del vice presidente CENTINAIO

e del vice presidente RONZULLI

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-UDC-Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare: Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CASTELLONE

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,01).

Si dia lettura del processo verbale.

MAFFONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Per le informative urgenti del Ministro degli affari esteri sulla situazione a Gaza
e del Ministro delle imprese e del Made in Italy sulle politiche commerciali americane

ALFIERI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFIERI (PD-IDP). Signor Presidente, ribadisco ancora una volta la richiesta di poter ascoltare in quest'Aula il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani. Nonostante dica di non essere stato interpellato e che non gli sia stato chiesto di venire a riferire su una tragedia che aumenta di giorno in giorno a Gaza, noi siamo qui a ribadirlo e a ricordare, a lui e a tutto il Governo, che non si può stare zitti davanti a quello che sta succedendo. (Applausi).

Colpisce il silenzio assordante del Governo, che si limita alla retorica di Food for Gaza, ma si rende conto il Governo che stanno bloccando gli aiuti umanitari per mettere in campo la nuova operazione «Carri di Gedeone»? Non ci si può limitare a quello, perché il quadro sta cambiando.

Lo stesso Trump andrà la settimana prossima nel Golfo, in Arabia Saudita, dove incontrerà i sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, ma non andrà in Israele, rompendo la tradizione. Andrà nei Paesi arabi, ma non andrà in Israele.

Lo stesso Trump sta mandando un segnale a Netanyahu e noi non siamo neanche in grado di dire con nettezza che quello di Netanyahu è un Governo criminale, perché sta mettendo in campo una pulizia etnica in quell'area e va fermato. (Applausi). Lo dico nel momento in cui ci sono frizioni evidenti all'interno del Governo israeliano: un Ministro della difesa è stato silurato, è stato mandato via il capo dello Shin Bet, la procuratrice generale della Corte suprema è stata licenziata. Nello stesso mondo arabo si levano voci contro Hamas a Gaza, la stessa Autorità nazionale palestinese, nel momento in cui noi abbiamo espresso sostegno al piano della Lega araba per Gaza, ha detto che non c'è più posto per Hamas e noi li lasciamo soli? Lasciamo sole quelle persone che si stanno ribellando in Israele, quelle persone che si stanno ribellando nella Striscia di Gaza, senza dare un sostegno politico e far vedere che la comunità internazionale, l'Europa, parla con una sola voce? (Applausi). Rischiamo di dilapidare un patrimonio di equilibrio e di dialogo con il mondo arabo che la politica italiana ha tenuto in maniera bipartisan per anni.

Voglio dire allora con grande nettezza e chiarezza che noi esprimiamo solidarietà e vicinanza alle tante persone che oggi saranno a Gerusalemme per far partire questo summit per la pace dei popoli, associazioni sia palestinesi sia israeliane che chiedono che si metta fine alla guerra, perché è ora che tutte le persone tornino a casa e di fare la pace. Esprimiamo vicinanza e solidarietà a queste associazioni. (Applausi).

FREGOLENT (IV-C-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FREGOLENT (IV-C-RE). Signora Presidente, intervengo per ribadire la richiesta avanzata già ieri dalla presidente Paita di avere in Aula il ministro Urso sul tema dei dazi: sono mesi che lo chiediamo. È stata annunciata questa moratoria di 90 giorni sui dazi e vogliamo sapere se il Governo ha una strategia in merito, a parte dire "ci pensiamo noi a non farli arrivare in Italia", cosa che peraltro - non so perché - in questo momento non rassicura gli imprenditori. Forse un tempo potevano anche credere che ci avrebbe pensato Giorgia, che ha un buon rapporto con Donald, ma dopo le ultime uscite del Presidente degli Stati Uniti, che è oggettivamente una scheggia impazzita e forse non dà retta a nessuno, probabilmente questa rassicurazione è venuta meno. Vorremmo quindi sapere dal ministro Urso, che è il ministro competente, se ha una politica a favore delle imprese. La Spagna, ad esempio, ha messo in campo un fondo di 14 miliardi, mentre il Governo italiano, dopo aver incontrato solo gli imprenditori e non, ad esempio, le rappresentanze dei lavoratori, ha promesso che stanzierà forse 25 miliardi, se l'Europa sblocca le risorse.

Vorremmo sapere allora qual è la strategia, se è quella che abbiamo letto sui giornali, che è assolutamente insufficiente, o se esiste un piano B. (Applausi).

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, per la terza volta in tre giorni ribadiamo la nostra richiesta, già anticipata dal senatore Alfieri, di avere la presenza del Governo in Aula, nella figura ovviamente del Ministro degli affari esteri, su un tema che non può più essere rimandato.

La discussione su ciò che sta accadendo a Gaza deve avvenire in Parlamento, in quest'Aula, perché è qui che si deve svolgere il dibattito, non soltanto sui canali informatici e sui media. A Gaza non è in corso una tragedia, è in corso un genocidio, che è il preludio di una deportazione di massa (Applausi), di un piano folle messo in campo da Netanyahu, che porterà ad anni e anni di conseguenze, perché i 20.000 bambini orfani purtroppo saranno terreno fertile su cui i terroristi di Hamas si potranno garantire ancora anni di strategia della tensione e di atti di terrorismo.

Questo è quello che succede, se non si interviene subito per fermare la follia di Netanyahu e - attenzione - quello che è successo ieri è particolarmente grave dal punto di vista dei rapporti tra Parlamento e Governo: noi abbiamo chiesto - sono stato io il primo a farlo in quest'Aula - l'informativa del Governo martedì pomeriggio.

L'abbiamo ribadito in sede Conferenza dei Capigruppo, ieri prima di pranzo, quando il ministro Ciriani ha detto: abbiamo chiesto la disponibilità del ministro Tajani e vi faremo sapere quando potrà venire. Il pomeriggio il ministro Tajani dice di non aver ricevuto alcuna richiesta di informativa; o ha mentito il ministro Tajani o ha mentito il ministro Ciriani. (Applausi).

Ci interessa poco chi dei due abbia mentito, ma uno dei due l'ha fatto. È gravissimo che un Ministro della Repubblica italiana menta o in Conferenza dei Capigruppo, o nelle dichiarazioni dopo l'Aula ieri. Oggi noi chiediamo di sapere quando il Governo abbia intenzione di venire a riferire in Aula. (Applausi).

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signora Presidente, effettivamente sembra che si voglia fare sempre polemica sulla questione, però ieri il ministro Tajani veramente è riuscito a dire in pochi minuti due cose che lasciano un po' di stucco coloro che in queste settimane hanno posto una serie di questioni: da una parte, come ricordava adesso il senatore Patuanelli, sostanzialmente non era stato informato. Che si deve fare? Si deve mandare una PEC per avere la presenza del Ministro in Aula? Così almeno abbiamo la ricevuta, il riscontro che sia stata avanzata una richiesta.

Al di là delle battute, questo tema è stato posto in un organismo formale e ufficiale, quale la Conferenza dei Capigruppo. Perdipiù, siccome, com'è noto, il calendario non è stato votato lì e si è votato in Aula, c'è anche un atto formale accaduto in Aula: le forze di opposizione non hanno votato il calendario, esattamente perché chiedevano che ci fosse l'informativa del Ministro degli esteri sulla questione di Gaza. Quindi, un atto più ufficiale di questo veramente non esiste e io trovo davvero incredibile quello che ha detto Tajani.

Poi il Ministro ha anche pensato bene di aggiungere a questa anche un'altra considerazione politica che avrebbe fatto bene a risparmiarsi, perché ieri ha detto alle agenzie che ritiene inutile il riconoscimento dello Stato palestinese. Ce lo venga a dire in Aula che ritiene inutile il riconoscimento dello Stato palestinese. Ci venga a dire quindi il ministro Tajani che considera inutili gli atti prodotti da alcuni Paesi europei, visto che, com'è noto, il riconoscimento dello Stato palestinese è stato fatto in passato da alcuni significativi Paesi occidentali europei. Ci venga a dire quali sono secondo lui le ragioni per cui questo riconoscimento sarebbe inutile. Si venga, per l'appunto, a confrontare con il Parlamento e ci venga a dire ancora una volta cosa pensa il Governo - ha ragione anche il senatore Alfieri che l'ha ricordato - di cui egli è parte ed espressione, quale autorevolissimo Ministro degli affari esteri, del piano presentato da Netanyahu qualche giorno fa.

L'ho chiesto anche ieri alla presidente Meloni. Io trovo davvero incredibile che in questo nostro Paese, differentemente da quanto sta accadendo in tutti gli altri Paesi europei, non sia stato possibile ascoltare una parola da parte del Governo italiano, della Presidente del Consiglio e del Ministro degli affari esteri sul piano presentato da Netanyahu di deportazione della popolazione palestinese di Gaza, perché di questo purtroppo stiamo parlando, pure come del genocidio in corso, della fame, delle bombe e della drammatica situazione di carestia nella quale sta precipitando la Striscia di Gaza, perché - com'è noto - da 65 giorni non vi entra più nemmeno uno spillo; non entrano i medicinali, né il personale medico, sono chiusi tutti i valichi e tutte le frontiere, è impedito l'accesso anche dei convogli umanitari. Ci sono molti bambini che stanno morendo non solo per le bombe, ma addirittura di fame.

Ebbene, penso che, in questa condizione davvero drammatica in cui versa la popolazione palestinese, il comportamento del Governo - che non vuole nemmeno degnarsi di procedere a un confronto con l'Assemblea su un tema così serio - davvero la dica lunga sulle intenzioni politiche, ma anche, Presidente, sul rispetto verso quest'Assemblea parlamentare. Penso che non sia ammissibile che il Parlamento italiano venga messo così clamorosamente in disparte, perlomeno rispetto a una discussione serissima che necessiterebbe di iniziative immediate. (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza prende atto della richiesta dei Gruppi di opposizione di un'informativa del ministro Tajani sulla questione di Gaza.

Seguito della discussione e approvazione, con modificazioni, del disegno di legge:

(1192) Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie (Collegato alla manovra finanziaria) (Votazione finale qualificata, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale) (ore 10,19)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1192.

Ricordo che nella seduta di ieri il relatore facente funzioni ha svolto la relazione orale e hanno avuto luogo la discussione generale, la replica del rappresentante del Governo e l'esame degli articoli, nel testo proposto dalla Commissione.

Passiamo alla votazione finale.

MUSOLINO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MUSOLINO (IV-C-RE). Signora Presidente, il provvedimento in esame oggi sulla delega per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione è particolare e penso non sia stato mai proposto al Parlamento prima d'ora, perché al suo interno contiene sia i principi ai quali successivamente il Governo dovrà ispirarsi e attenersi per tutti quelli che verranno emanati in attuazione di questa legge di delega, sia specifiche materie sulle quali già si stabilisce di attribuire la delega al Governo per la normazione.

Come vedete, non è una mera legge di semplificazione che contiene principi generali e astratti, poiché al suo interno contiene tanto questi principi quanto una delega su specifiche materie molto eterogenee che verranno poi normate in attuazione degli stessi principi che si applicano in contemporanea con le deleghe per le materie. È come se esso avesse il contenuto e il contenitore insieme. Credo che questo non sia mai successo, per la semplice ragione che prima si stabilisce la cornice, il quadro regolatore, e poi, con successivi provvedimenti, in attuazione di quel quadro regolatore si scende nel dettaglio. Non credo infatti che fosse mai successo che in contemporanea il legislatore avesse stabilito di dare una cornice e contemporaneamente gli oggetti da mettere al suo interno.

Ciò la dice lunga sul significato di questa legge, che va ben oltre il suo tenore letterale e le finalità dichiarate ed espresse, perché ha un'evidente finalità politica che non si limita esclusivamente alla volontà di semplificare una normativa, una legislazione italiana che sicuramente è sovrabbondante e rende difficile all'interprete e all'operatore molto spesso anche la ricerca delle fonti, cioè capire quale legge disciplina determinate fattispecie e materie o anche qual è in vigore, perché talvolta su alcune materie c'è un susseguirsi di normative che si sostituiscono l'una all'altra. Non sempre è chiaro - anzi, direi che accade sempre più spesso che non lo sia - quale sia l'ultima normativa vigente. Ciò determina una ridda di ricorsi, di interpretazioni e di cause, quindi, a cascata, un effetto sicuramente anche dal punto di vista dell'efficienza dello Stato, che è un valore negativo, perché sicuramente tanti giudizi - parlo anche da avvocato - vengono instaurati proprio per l'incapacità, l'impossibilità o la non certezza della normativa applicabile e degli effetti della stessa.

La semplificazione svolge pertanto un ruolo essenziale ed è necessaria soprattutto in uno Stato in cui la legislazione tende ad essere sovrabbondante. Risponde a requisiti specifici di semplificazione dei passaggi, di eliminazione delle norme che non sono più vigenti e di snellimento delle procedure. Se così fosse, le finalità della legge in esame sarebbero perfettamente aderenti a quelle della semplificazione normativa e potremmo dire di poterle eventualmente condividere. Tuttavia, nel caso di specie, come ho detto prima, c'è un elemento politico che sottende tutta questa operazione e che non ci rende disponibili a prestare un consenso: sottrarre alla legificazione del Parlamento, quindi al procedimento ordinario per l'emanazione delle leggi, determinate materie che sono state inserite tutte in questo provvedimento e che sono fra loro assolutamente eterogenee, distanti le une dalle altre, alcune delle quali non credo neanche che avessero la necessità di una semplificazione, ma che, più correttamente, avrebbero dovuto avere un percorso in Parlamento per la loro modifica e il loro adeguamento.

Penso, per esempio, a tutta la normativa del codice della navigazione relativa all'arruolamento della gente di mare e all'equiparazione dei contratti per quanto riguarda le assicurazioni del personale di mare con quello ferroviario. Questa è una particolarità che forse in pochi possono apprezzare, perché si riferisce espressamente al personale che lavora sui mezzi veloci che garantiscono la continuità territoriale tra la Sicilia e la Calabria e che hanno, per certi versi, un'equiparazione al personale di mare e ferroviario, pur essendo personale di terra. Pertanto, inserire tale previsione in questa normativa semplificando, volendo portare un adeguamento, ha un senso che ci lascia perplessi. Avrebbe dovuto essere portato avanti un percorso di revisione di tutta questa normativa, anche per tener conto delle istanze del suddetto personale.

Allo stesso modo, non trovo una valida motivazione per l'inserimento in questo testo di una delega relativa a tutta la normativa sulla Protezione civile, in primo luogo perché il testo è assolutamente recente; pertanto, dire che lo si vuole già semplificare, snellire o adeguare, mi sembra assolutamente precipitoso rispetto allo stato della normativa sulla Protezione civile.

Inoltre, leggendo le disposizioni relative all'articolo concernente la delega sul riordino di tale materia, in verità si coglie tra le pieghe del provvedimento quello che veramente si intende fare. Intendo dire che è in atto una forma celata, non dichiarata (perché ormai siamo bravi a non dire le cose, così evitiamo che qualcuno poi le contesti) di attuazione dell'autonomia differenziata. Infatti, quando al suo interno si afferma, tra i vari articoli, che uno degli obiettivi della nuova delega o del riordino del precedente codice (che risale a pochi anni fa) è quello di ripartire le competenze fra le Province e gli enti intermedi, tenendo ferma la titolarità dell'ufficio centrale presso il Ministero, alla fine si attua l'autonomia differenziata su una di quelle materie sulle quali - diciamocelo, noi lo sappiamo - il Governo non è costretto ad attendere l'approvazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), che possono essere oggetto già di intese con le Regioni, attualmente bloccate perché evidentemente c'è una contrarietà assoluta in merito. Tuttavia, ciò non ha mai scalfito il ministro Calderoli, che è andato avanti lo stesso. Vi è quindi la brutta abitudine di questo Governo di inserire tra le pieghe di altri provvedimenti disposizioni che apparentemente sembrano innocue, o forse anche poco comprensibili, ma poi, a una lettura più attenta, si capisce che servono semplicemente ad aggirare l'ostacolo e arrivare al traguardo in altro modo.

Per questo il testo in esame non ci convince e francamente ci indigna, perché attribuire al Governo la delega su tutte queste materie, anche sulla disabilità e sul riordino delle norme del codice civile sui procedimenti di inabilitazione e di interdizione, significa sostanzialmente dire al Parlamento: non ti preoccupare, ci penso io, non facciamo neanche più la finta di portare in Aula un disegno di legge e poi magari lo trasformiamo in un decreto-legge, come abbiamo fatto con il disegno di legge sicurezza; non portiamo neanche un decreto-legge che poi vi facciamo approvare a colpi di fiducia; su queste materie evitiamo qualsiasi incomprensione, ci prendiamo una delega e ce le facciamo a modo nostro. Francamente questo non è accettabile, perché la semplificazione non serve a ciò, a spogliare il Parlamento del suo potere (Applausi), ma a semplificare le norme esistenti, nei casi in cui c'è necessità di adeguarle al presente e di semplificare i passaggi che nel tempo non hanno più motivo di esistere.

Si intende invece mettere mano, per esempio, ai procedimenti di volontaria giurisdizione, sull'inabilitazione e sull'interdizione e si pensa di attribuire una delega che peraltro è stata modificata, approfondita e specificata soltanto grazie al lavoro della Commissione.

Infatti all'inizio non era neanche così il provvedimento, ma è stato modificato proprio grazie al lavoro della Commissione, anche su richiesta della maggioranza, cioè della senatrice Stefani (che è un'esponente della Lega e della coalizione di Governo). Si pretende di mettere mano a una normativa particolarmente delicata, perché riguarda persone che evidentemente si trovano in uno stato di minorata capacità o di perdita totale delle capacità, e si spoglia il Parlamento del potere legislativo in una materia della quale più che mai andrebbe invece investito. Si tratta infatti di un settore delicato, che riguarda fasce della popolazione particolarmente fragili; sono in ballo interessi economici importanti, perché spesso gli interdetti o inabilitati sono titolari di patrimoni mobiliari e immobiliari, e sono in ballo i poteri dei tutori. Tutto questo è già normato, ma, se vogliamo modificare la normativa e adeguarla ai tempi, bene, questa è la sede, il Parlamento, non certo un decreto legislativo.

C'è poi un dato ancora più allarmante: l'invecchiamento della popolazione. La popolazione va invecchiando, quindi è facilmente intuibile che i procedimenti di inabilitazione, di interdizione e ancor più di amministrazione di sostegno vadano aumentando, per il semplice fatto che la popolazione, invecchiando, si compone evidentemente di persone fragili che non hanno più nessuno che si possa prendere cura di loro. Ci sono pertanto gli amministratori di sostegno, ma mettere mano a questa disciplina senza prevedere espressamente come vogliamo modificarla è una delega che non ha motivo di esistere e che serve soltanto a spogliare il Parlamento del suo potere.

Per questo motivo, oltre a quelli che ho già espresso, il voto di Italia Viva sul provvedimento è assolutamente contrario.

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, quello di cui stiamo discutendo e che quest'Assemblea si appresta a votare è un disegno di legge-delega che non ha niente a che fare con la semplificazione, come voleva porsi inizialmente, cioè non affronta assolutamente la questione della semplificazione, ma addirittura è un modo per aumentare l'accentramento. Il provvedimento interviene cambiando sostanzialmente le cose e ciò è dimostrato dal fatto che il numero degli articoli è raddoppiato, grazie agli emendamenti del relatore e del Governo.

Il dato fondamentale che nasconde la scelta della semplificazione è espropriare i poteri parlamentari (questo è quello che voglio sottolineare nel mio intervento). Nel momento in cui si introducono sempre più materie, quindi i disegni di legge e i decreti- legge diventano un omnibus onnicomprensivo, in cui c'è di tutto e di più, e si attribuisce al Governo il compito di fare le leggi e il Parlamento le deve solo ratificare, siamo di fronte al fatto che, subdolamente, si cerca di sottrarsi al confronto parlamentare. In questi anni e in questi mesi abbiamo visto che molto spesso il Parlamento è chiamato non tanto a discutere o a migliorare gli atti di Governo, ma soltanto ad approvarli. Questa è in sostanza un'interdizione.

Stiamo parlando di materie disparate, che vanno dall'interdizione alla formazione, alla famiglia, alle pari opportunità, alla prestazione civile e alla disabilità, tutti temi su cui sono stati presentati disegni di legge, il cui esame in alcuni casi è in corso. In questo modo si espropria il Parlamento, perché si dice che bisogna semplificare e che sostanzialmente bisogna dare un potere esclusivo al Governo; è chiaro che ci si vuole sottrarre a un confronto reale e democratico, perché la democrazia non è un fatto puramente formale, ma dev'essere sostanziata da una partecipazione reale, in cui ognuno contribuisce a esercitare questo diritto. Questo è il dato di fatto.

Questo si tradurrà inevitabilmente in questa cosa; noi intendiamo sottolineare, come ho fatto in Commissione, che ci sarebbe molto da dire su questo provvedimento. Il dato vero è che questo è l'aspetto grave, perché mette in discussione il valore non simbolico, ma sostanziale dell'articolo 76 della Costituzione e delle prerogative parlamentari. Ripeto, le prerogative parlamentari consentono un confronto e una discussione di merito sui temi che vengono costruiti anche perché le materie sono tantissime. Ritengo sia questa l'allergia di questo Governo, cosa che non avete nascosto e di cui vi voglio dare atto perché avete presentato una proposta sulla questione del premierato in cui il potere viene dato principalmente al Governo, addirittura al Premier o alla Premier, in questo caso. Fin quando però formalmente non è così, rispettate le norme che ci sono, almeno quello. In sostanza, state applicando invece questa proposta. Come diceva chi è intervenuto prima di me, lo fate anche sapendo di utilizzare uno strumento che, anziché migliorare le condizioni, può addirittura aggravarle in termini di disparità e coesione.

Vorrei sottolineare un altro dato emerso in Commissione. Questo provvedimento interviene sulla semplificazione di alcune questioni che sarebbero state materia almeno della 2a Commissione, intervenendo sulle persone fisiche e quindi sui loro diritti. Pensiamo al fatto che viene messo in discussione e addirittura stravolto il Titolo I del codice civile. Come sottolineato in questa sede e richiamato dalla senatrice Stefani, si tratta di una materia in cui i diritti individuali sono molto particolari. Bisognerebbe quindi stare molto attenti a maneggiare i diritti delle persone e in particolare delle persone coinvolte nell'inabilità. Pensiamo anche alla questione dell'amministratore di sostegno e del tutore. Sono questioni molto complicate che riguardano la vita delle persone in carne ed ossa, quindi sono molto individuali. Si pensa invece di semplificare, ma semplificare cosa? Questa è la domanda. Cosa non va? Se ci sono delle cose che non vanno, si deve dire cosa non va e sostituirlo con altro, non semplificare e basta. Siamo di fronte a questioni molto complesse. La sfera personale di ogni realtà è molto particolare. Attenzione, il problema dell'inabilità e del sostegno è molto delicato, perché tocca questioni di rapporti familiari, una serie di rapporti tra le persone singole e le amministrazioni comunali.

Tutto questo rientra in un ragionamento di semplificazione. A noi pare, come hanno denunciato anche altri, non lo dico solo io, che ci sia sostanzialmente una grande volontà politica che è legittima da parte vostra, ma dovreste dirlo chiaramente.

Noi non siamo per niente d'accordo, anzi contrastiamo fortemente questa impostazione, l'idea per cui tutto viene centralizzato, proprio per le ragioni che dicevo prima. Davvero, se vogliamo salvaguardare la democrazia e favorire la partecipazione dei cittadini, dovremmo fare in modo che si sentano protagonisti delle situazioni; si deve costruire un livello in cui i soggetti partecipino e contribuiscano, attraverso audizioni, attraverso l'ascolto di cosa avviene nella società. Occorre cercare di dare risposte, mentre molto spesso si usano strumenti solo formali. Il peggior nemico della democrazia partecipata è la democrazia formale, quella in cui il decisore fa l'atto di ascoltare, ma in realtà non gli interessa ciò che viene detto.

Per queste ragioni, siamo contrari a questo provvedimento. Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro, perché non condivide la sostanziale riduzione della partecipazione democratica dei parlamentari, senatori e senatrici, al concorso per la risoluzione dei problemi dei cittadini italiani e, nello stesso tempo, l'accentramento del potere in mano esclusivamente all'Esecutivo. Non siamo una Repubblica monocratica, basata solo sul potere esecutivo: siamo una democrazia parlamentare, che prevede la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine. Noi vogliamo salvaguardare questo e invece voi, attraverso la parola "semplificazione" - e certamente anche a noi interessa semplificare la vita dei nostri cittadini e cittadine - fate un'operazione di accentramento dei poteri politici. È per questo che siamo totalmente contrari. (Applausi).

PAROLI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAROLI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, mi permetta di ringraziare il Ministro per il lavoro svolto e per la determinazione con la quale lo ha portato avanti, dato che è stato affrontato con decisione anche in Commissione.

Oggi celebriamo un risultato importante: prima il provvedimento sulla pubblica amministrazione, voluto dal collega ministro Zangrillo, approvato proprio ieri in via definitiva, e ora il disegno di legge sulla semplificazione normativa, fortemente voluto dal ministro Alberti Casellati, dimostrano la volontà del Governo e di Forza Italia di perseguire l'obiettivo di modernizzazione del Paese con determinazione, con dedizione e con la certezza che tutto questo sarà fondamentale per il suo futuro.

Non possiamo nasconderci né negare che un Paese più moderno deve avere strutture burocratiche adeguate e deve andare incontro alle esigenze del futuro, possedendo un apparato normativo più semplice. Sappiamo tutti - e lo sappiamo da sempre - che l'Italia purtroppo è un Paese che ha troppe leggi e troppo spesso ne introduce di nuove senza abrogare quelle precedenti. È per questa ragione che la semplificazione normativa non è un vezzo, ma è diventata un'esigenza trasversale, ineludibile, che oggi assume un particolare rilievo, soprattutto di fronte a un confronto globale che non possiamo negare e che vede altri Paesi muoversi molto più velocemente.

Dobbiamo quindi muoverci anche noi. L'approccio dev'essere strutturale, non può essere una tantum, e deve mettere in campo strumenti adeguati verso le politiche di modernizzazione e semplificazione che oggi ci vengono proposte. È proprio quello che fa questo disegno di legge, che si muove su due piani: ridurre il numero di norme con cui cittadini e imprese devono confrontarsi ora, ma soprattutto, in modo permanente, attraverso un disegno di legge annuale di semplificazione. È fondamentale che non diventi una tantum, ma che il Parlamento, le Commissioni e tutti noi ci possiamo occupare in modo continuativo di modernizzare il Paese e semplificare la burocrazia. È questa, tra l'altro, la richiesta che sale dal Paese: meno burocrazia e regole più chiare con le quali ottenere risposte certe, celeri e trasparenti, capendo anche le motivazioni di dinieghi che troppo spesso non sono comprensibili.

Al contrario, l'eccesso normativo, regolamentare e burocratico aumenta in modo esponenziale il rischio di irregolarità, corruzione e contenziosi. È evidente che la riforma della burocrazia dev'essere accompagnata dalla semplificazione normativa. Lo abbiamo già detto: avere un Paese più snello, tramite una governance più efficace, che debba confrontarsi con regole essenziali e non pleonastiche, aiuta anche noi a prendere decisioni di politica economica che facciano crescere il Paese, il tessuto economico e occupazionale.

Lo stesso rapporto sul futuro della competitività europea, commissionato dalla Presidente della Commissione europea e realizzato da Mario Draghi, contiene molteplici riferimenti alla semplificazione normativa e all'impatto della regolazione, lo sappiamo tutti. Quell'analisi sulle ragioni dello stallo europeo dimostra quanto vasta sia l'incidenza della semplificazione normativa sulle potenzialità di crescita economica del vecchio Continente.

La stessa Ursula von der Leyen ha consegnato apposite deleghe per la semplificazione nelle recenti linee guida proprio al commissario per l'economia e la produttività Dombrowskis.

Se guardiamo all'altra sponda dell'oceano, vediamo che l'amministrazione americana ha creato un'apposita struttura di semplificazioni e che gli Stati Uniti stanno cercando di uscire da una situazione di limitata crescita economica anche attraverso un lavoro di semplificazione del loro enorme apparato regolamentare.

Quindi non siamo i soli, ma dobbiamo essere celeri e dobbiamo continuare a perseguire questi obiettivi, perché abbiamo un lavoro da portare avanti, che dovrà dare attuazione alle diverse deleghe contenute in questo disegno di legge, volte a ridurre vincoli, oneri e adempimenti che non sono necessari. Dobbiamo guardare al futuro e alle nuove tecnologie legate alla digitalizzazione della produzione normativa in modo consapevole.

Va bene quindi, questo provvedimento, signor Ministro: non posso che ringraziarla e confermare il voto favorevole da parte del Gruppo Forza Italia. (Applausi).

CATALDI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CATALDI (M5S). Signor Presidente, il titolo di questo provvedimento è una distorsione semantica, un titolo di copertura. Usate parole rassicuranti e parlate di miglioramento della qualità della normazione e di semplificazione normativa; accennate al fatto che ci sono deleghe, ma per il riordino di alcune materie: come se parlassi di riordino di una biblioteca per giustificarne una vera e propria demolizione.

Quello che state facendo è un atto politico di estrema gravità, perché state abdicando alla funzione legislativa di questo Parlamento per cedere, nelle mani del Governo, materie che non sono marginali. State cedendo al Parlamento deleghe per occuparsi dell'istruzione, della disabilità, dell'università, della ricerca, delle politiche per la famiglia, della cooperazione internazionale, della Protezione civile, del codice della navigazione, della violenza di genere, dell'interdizione e dell'inabilitazione. (Applausi).

Signor Presidente, dietro la facciata delle belle parole qui bisognava dettare principi e criteri direttivi che sono diventati semplicemente un alibi, un alibi per legittimare quello che questo Governo sta facendo da due anni e mezzo.

Per favore, almeno non parlate di qualità della normazione. Sapete che il Comitato per la legislazione ha portato avanti una complessa indagine conoscitiva e un coro di esperti e giuristi ha messo in evidenza un problema di urgenza democratica, quello di restituire al Parlamento la centralità che abbiamo perso (Applausi): come vogliamo procedere? Come procede il Governo di fronte a questo monito, che arriva oltretutto da un organo parlamentare composto anche dai parlamentari di maggioranza, in cui le decisioni vengono prese all'unanimità?

Continua con l'abuso della decretazione d'urgenza, ma ora aggiunge altre nuove tecniche di normazione che consolidano il sistematico esproprio del potere legislativo, un'usurpazione vera e propria. Lo fa con le leggi delega, in cui vengono appena accennati criteri direttivi, e lo fa persino con disegni di legge blindati, su cui neppure i parlamentari della maggioranza possono presentare emendamenti.

Chiedo ai colleghi di maggioranza, per suo tramite, signor Presidente: come potete accettare questa umiliazione? Perché non vi ribellate? (Applausi). Volete davvero rinunciare a legiferare su materie così delicate, come l'istruzione, le politiche per la famiglia o l'interdizione? Non vi sentite umiliati davanti a questa richiesta del Governo, che non vi sta chiedendo di votare un disegno di legge, ma di abdicare al vostro mandato parlamentare e di trasferirgli interi segmenti della legislazione? (Applausi). Questo - me lo permetta, signor Presidente - non posso qualificarlo soltanto come un eccesso di delega al di fuori del perimetro che ci consegna la Costituzione: questa è una distorsione del sistema democratico.

Faccio allora un appello a tutti i colleghi che sono in Aula. Come parlamentari, abbiamo il compito di far rispettare la democrazia e ogni democrazia, per chiamarsi tale, ha bisogno di confini e non tanto per escludere l'arbitrio, ma quantomeno per contenerlo. Ora, vi inviterei anche a farci delle domande: noi stiamo sottoscrivendo questa delega, ma quale sarà la visione del Governo, ad esempio, sulla scuola? Abbiamo rinunciato al potere di legiferare, ma quale sarà la scuola del futuro? Sarà ancora una scuola in cui possiamo contare sulla presenza di organi di rappresentanza democratica o sarà verticistica, autoritaria, con la stessa forma di questo Governo, con le politiche che sta già dimostrando di adottare, calpestando il Parlamento e distruggendo gli equilibri costituzionali, perché sposa l'idea dell'uomo forte, dell'autoritarismo? Inserirà l'autoritarismo anche nella scuola?

Per quanto riguarda le politiche per la famiglia, quale fiducia possiamo dare a un Governo che non è pluralista, si identifica e si riconosce soltanto nella famiglia tradizionale, forse anche in quella patriarcale, che non vuole riconoscere le libertà morali, che risulta allergico ai diritti civili? (Applausi).

L'unica cosa che poteva piacerci, ma che temo si traduca soltanto in una mera dichiarazione di principio, è la valutazione d'impatto generazionale. Conoscete la sensibilità del MoVimento 5 Stelle verso questo tema, quindi quella è l'unica parte su cui vi stiamo dando ragione, anche se ci crediamo poco, perché non mi sembra che questo Governo abbia tanto a cuore le future generazioni come le abbiamo a cuore noi. (Applausi).

Concludo, signor Presidente, condividendo una preoccupazione forte: quella di vedere un Parlamento che, approvando questo provvedimento, in realtà sta sottoscrivendo una resa incondizionata, sta alzando bandiera bianca. Il Parlamento si sta abituando a una democrazia svuotata di senso e non ci rendiamo conto del pericolo, proprio come la rana che sta nell'acqua che si sta riscaldando e non se ne rende conto finché poi non diventa troppo tardi. E allora, quando sarà troppo tardi, non ci sarà più alcuna democrazia da difendere e pertanto il MoVimento 5 Stelle darà il suo voto contrario a questo provvedimento. (Applausi).

STEFANI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio il Governo e il ministro Alberti Casellati per aver voluto e sostenuto questo disegno di legge, che viene definito delega sulle semplificazioni, ma vorremmo fugare alcuni dubbi che sono stati sollevati nell'ambito di questo dibattito sul suo contenuto, chiarendo cosa si intende per semplificazione.

Semplificazione, nel linguaggio corrente, viene intesa come una sorta di riduzione e scarnificazione di una norma, come la creazione di una norma elementare. In realtà, se leggiamo bene il disegno di legge - e invitiamo anche i colleghi a farlo - il suo obiettivo è introdurre principi e criteri direttivi anche in tutta la normativa che riguarderà le semplificazioni, per prevedere un riordino delle disposizioni e soprattutto - credetemi, questo è un valore aggiunto - la creazione di codici di settore o di testi unici. Questo significa unire le normative inerenti a un settore, metterle insieme e coordinarle. È un grosso problema italiano quello di una normativa purtroppo spesso farraginosa e sovrapposta, che fondamentalmente crea equivoci e dà luogo a interpretazioni errate da parte dei giudici, oppure a interpretazioni che magari verranno meno alle possibili aspettative iniziali.

Il miglioramento della qualità normativa dev'essere per noi un obiettivo e questo significa che la legge dev'essere chiara, leggibile. Spesso andiamo a parlare di temi quali la certezza della pena, ma - credetemi - abbiamo bisogno della certezza del diritto; abbiamo bisogno di capire che su una normativa chiara anche il cittadino deve sapere cos'ha di fronte e spesso in Italia questo non funziona e aumenta la difficoltà. Non voglio stare sempre qui a parlare della categoria alla quale appartengo, quella degli avvocati, e pensare che tutto debba essere un modo per complicare, perché così si dà il pane agli avvocati. È un problema anche per tutto il mondo dell'avvocatura, perché andare avanti con una procedura che non si sa interpretare o su cui si hanno dubbi interpretativi e non si sa come il giudice li interpreterà crea un problema non solo al cliente, ma anche al professionista.

L'obiettivo che ha il provvedimento al nostro esame è chiaro: dobbiamo fare in modo che ci siano norme di immediata applicazione e non dover attendere i provvedimenti di attuazione. Andate a guardare sui siti dei Ministeri quanti sono i provvedimenti attuativi che stiamo ancora attendendo, quante norme restano semiparalizzate e parzialmente inapplicate, perché mancano i provvedimenti attuativi. Noi dobbiamo arrivare al punto di creare questa normativa: è compito nostro, siamo noi i legislatori.

È chiaro che, nell'ambito del miglioramento della qualità normativa, dobbiamo tenere conto dell'importanza della digitalizzazione, che è il futuro e un modo anche per facilitare la consultazione e l'individuazione della stessa norma.

Questo disegno di legge prevede anche un passaggio che può sembrare particolare: la valutazione dell'impatto generazionale delle leggi. Che effetto avranno le leggi sul futuro? Spesso, quando normiamo e regolamentiamo, valutiamo una disciplina relativa a una situazione esistente, ma l'obiettivo che dobbiamo porci con questo disegno di legge e che si pone il legislatore è quello di valutare quale sarà l'effetto a cascata, perché le norme che creiamo spesso generano dei volani, soprattutto se guardiamo alla normativa che riguarda le parti economiche e commerciali, ma non solo. Questo è un obiettivo fondamentale, perché guardare all'impatto generazionale significa guardare a cosa accadrà in futuro. Non possiamo pensare di continuare a legiferare e a fare politica immaginando quello che accadrà al massimo alla fine della legislatura. Dobbiamo guardare a quello che accadrà poi, perché molti errori e molte sofferenze di oggi derivano da una mancata visione da parte della politica forse di venti o trent'anni fa. Occorre veramente guardare al futuro.

In questo provvedimento vi sono poi alcune deleghe molto importanti su determinate materie su cui vorrei spendere una parola, in particolare su un tema che ci ha interessato in particolare, e cioè l'adozione di misure di protezione per quanto riguarda le persone che hanno una diminuita capacità di provvedere ai propri interessi e di agire.

Il testo originario della legge, in un semplice e unico articolo, prevedeva una delega per il riordino degli istituti dell'interdizione, dell'inabilitazione e dell'amministrazione di sostegno. Si tratta di materie molto delicate e questi istituti non devono mai essere confusi con tutto il panorama che riguarda forme di assistenzialismo, il riconoscimento di invalidità e la definizione di disabilità, che sono concetti diversi. Non confondiamo i caregiver con l'amministratore di sostegno, con il tutore e con il curatore, perché assistere una persona nelle ordinarie attività quotidiane - da andare a far la spesa ad aiutare a mangiare - è un lavoro, ma sostituirsi alla persona perché ha perso la capacità di intendere e di volere, o tale capacità è diminuita o la persona è nell'incapacità di provvedere ai propri interessi, riguarda un panorama completamente diverso. È per questa ragione che la Commissione giustizia, ben due volte con parere, aveva invitato il Governo a rivedere la sua posizione e addirittura a valutare un'ipotesi di stralcio per poter considerare a parte questa materia.

Si è avuto un dibattito anche in Commissione giustizia - dove allora sono stata relatore dei due pareri - e grazie agli interventi che sono stati fatti - cosa per cui ne ringrazio ancora i componenti - abbiamo indicato un tracciato al Governo. Il Governo ha inteso infatti riformulare il testo inserendo quello che noi avevamo richiesto per una legge delega così importante. Con essa il Parlamento dà l'incarico al Governo di legiferare e riprendere in mano tutti gli istituti dell'interdizione, dell'inabilitazione e dell'amministrazione di sostegno, ma non lo può fare con carta bianca: lo deve fare con principi e criteri direttivi specifici.

Per questa ragione ringrazio ancora il ministro Alberti Casellati - come ho detto anche nel corso dell'esame degli emendamenti - poiché con la sua sensibilità giuridica e la sua conoscenza di tutto l'apparato degli istituti ci ha permesso di portare avanti una proposta emendativa formulata dalla Lega in Commissione per individuare i criteri.

Quali sono tali criteri? Una persona che si trova nell'incapacità di provvedere ai propri interessi e non è capace di intendere e di volere di cos'ha bisogno? È chiaro che un'incapacità totale si deve distinguere rispetto a una parziale o al caso di una persona che capisce benissimo, ma semplicemente non cammina o non riesce a muoversi per l'età oppure per un'invalidità. È chiaro che le forme di tutela sono diverse. Non vogliamo trovarci di fronte - come ci succede ora - a persone anche anziane ingabbiate in istituti con un amministratore di sostegno che decide per loro, quando sono capaci di capire cosa sta succedendo. Non dobbiamo creare gabbie attorno alle persone. Dobbiamo trovare un sistema perché queste persone possano essere libere, ma tutelate.

È per questa ragione che è stato approvato anche l'emendamento che avevamo proposto noi della Lega per graduare i sistemi di tutela, prevedendo però necessarie autorizzazioni da parte del tribunale, perché solo un tribunale può verificare se l'operazione che viene fatta dal tutore, dal curatore o dall'amministratore di sostegno sia buona e giusta per la persona tutelata. È per questa ragione che siamo giunti a questo risultato, che come sempre è l'esito anche di una mediazione e ha tracciato comunque un percorso.

È chiaro che poi, quando sarà attuata la delega e ci troveremo il decreto legislativo, avremo occasione di approfondire il tema.

Per tutte queste ragioni che ho espresso, il Gruppo Lega voterà a favore del provvedimento. (Applausi).

PARRINI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PARRINI (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, intervengo per esprimere a nome del Partito Democratico la nostra netta e argomentata contrarietà al disegno di legge n. 1192 sulla semplificazione normativa.

Prendiamo questa posizione per un esame che è principalmente di merito, ma che riguarda anche il metodo con cui il provvedimento è stato portato avanti e con la consapevolezza che semplificare è certamente necessario, ma richiede visione, partecipazione e attenzione ai principi costituzionali. Il provvedimento in esame, pur nella sua veste ambiziosa, tradisce una concezione verticistica e procedurale della semplificazione, trasformandola da strumento di chiarezza e accessibilità in un veicolo di accentramento e opacità normativa.

Il provvedimento ci convince in maniera molto scarsa, perché istituisce un meccanismo permanente di leggi annuali di semplificazione che conferiscono, tramite norme in bianco, ampie deleghe al Governo per intervenire su interi settori della normativa vigente. È una scelta che in sé potrebbe avere senso se accompagnata - lo sottolineo - da strumenti di controllo robusti e da un confronto sistematico e permanente con il Parlamento, ma così non è. Le procedure previste riducono il ruolo del Legislativo a mera ratifica, mentre la produzione normativa si sposta sempre più su testi regolamentari e decreti legislativi predisposti dall'Esecutivo stesso. Siamo di fronte a una riforma che rischia di rafforzare la già preoccupante tendenza a marginalizzare il Parlamento, erodendo il suo ruolo di sede primaria della decisione politica e riducendo la partecipazione dei territori e delle autonomie regionali.

Preoccupano - ed è una preoccupazione sincera, credetemi - la compressione degli spazi di consultazione e l'approccio formalistico al coinvolgimento degli enti territoriali e delle categorie sociali. Le modifiche introdotte durante l'iter di esame del testo non risolvono la questione essenziale: la cooperazione tra Stato e Regioni viene trattata come un ostacolo da eludere, non come una risorsa da valorizzare. Anche il coinvolgimento delle parti sociali appare superficiale ed episodico. I contributi delle organizzazioni rappresentative, siano esse di lavoratori o di imprese, hanno evidenziato in sede di audizioni una mancanza strutturale di strumenti di confronto stabili e trasparenti. (Brusio).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di ridurre il brusìo, perché ho difficoltà ad ascoltare il senatore Parrini.

PARRINI (PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente.

La previsione di consultazioni pubbliche risulta vaga, priva di un quadro regolatorio chiaro e affidata alla discrezionalità delle amministrazioni.

Nel merito, poi, il disegno di legge contiene deleghe che toccano settori delicatissimi come la disabilità, la protezione civile, l'istruzione, la ricerca pubblica e la sicurezza sul lavoro. La genericità con cui sono formulate alcune deleghe solleva dubbi sulla capacità del provvedimento di garantire il mantenimento delle tutele oggi vigenti e, in alcuni casi, si rischia di derogare, in nome della semplificazione, a principi fondamentali del nostro ordinamento, introducendo ambiguità e indebolendo garanzie che proteggono i soggetti più fragili.

Semplificare non può voler dire deregolamentare e farlo in modo selvaggio. Semplificare non deve mai significare comprimere i diritti, ridurre la trasparenza o spostare il baricentro della decisione normativa in ambiti poco controllabili, come avviene con il provvedimento in esame.

Un altro punto critico che vorrei sottolineare riguarda la scarsa attenzione agli strumenti di analisi preventiva e successiva delle norme. L'analisi d'impatto della regolamentazione (AIR) e la verifica d'impatto della regolamentazione (VIR) sono citate nel provvedimento, ma debolmente strutturate e rischiano di trasformarsi in adempimenti formali privi di reale efficacia. Le norme sulla valutazione dell'impatto generazionale o di genere, pur apprezzabili nelle intenzioni, mancano ancora dei presupposti operativi per garantire un'effettiva incidenza sui processi decisionali. Anche le misure sulla codificazione, sulla digitalizzazione normativa e sulla riduzione degli oneri amministrativi, sebbene teoricamente condivisibili, mancano di vincoli concreti e di strumenti di attuazione credibili. Il rischio è che, sotto il nome della semplificazione, si perpetui la logica degli interventi parziali, disorganici e privi di coordinamento sistemico. (Applausi).

Noi crediamo che la semplificazione debba essere un processo serio, partecipato, democratico e orientato alla qualità normativa; un processo che rispetti il principio di legalità sostanziale e che rafforzi, anziché ridurre, la funzione del Parlamento. Non si può chiamare semplificazione quello che molte volte non è nient'altro che un tentativo di riscrittura pesante dell'indirizzo politico delle norme che si vogliono semplificare, perché quella non è semplificazione: è modifica di un indirizzo politico, spesso è stravolgimento delle norme e svuotamento del loro spirito. Questo è uno dei principali difetti, insieme all'accentramento del processo decisionale ai danni del Parlamento, che caratterizza il provvedimento in esame.

Per queste ragioni il Partito Democratico annuncia il suo voto contrario a questo disegno di legge. Non possiamo accettare una semplificazione che si traduce in una riduzione delle tutele, in un accentramento decisionale, in un impoverimento della partecipazione democratica, in una compressione dei diritti. L'efficienza non può mai diventare una scusa e un pretesto per l'esclusione e la discriminazione. (Applausi).

Saluto ad una delegazione della Sezione bilaterale di Amicizia Algeria-Italia

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i colleghi della delegazione della Sezione bilaterale di Amicizia Algeria-Italia del Gruppo italiano dell'Unione interparlamentare, che stanno assistendo ai nostri lavori. Benvenuti in Aula. (Applausi).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1192 (ore 11,10)

SPINELLI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SPINELLI (FdI). Signor Presidente, ringrazio il Governo, in particolar modo il ministro Casellati, che ha fatto un ottimo lavoro su questo provvedimento in Commissione.

Colleghi senatori, oggi giungiamo all'approvazione del disegno di legge n. 1192, il disegno di legge semplificazione. È un provvedimento di iniziativa governativa, che è stato assegnato alla Commissione, di cui orgogliosamente faccio parte, nel mese di febbraio 2025. Questo disegno di legge reca il titolo «Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie». A seguito di un esame approfondito in Commissione, è arrivato qui in Aula con 23 articoli suddivisi in quattro capitoli. Evidenzio quindi il grande lavoro che è stato fatto da parte del Ministro, del presidente Balboni e di tutti i componenti della Commissione, di maggioranza e di minoranza. Infatti il testo inizialmente si componeva di soli 12 articoli.

In discussione generale, Presidente, i miei colleghi hanno ben illustrato la materia in tutte le sue sfaccettature. Vorrei quindi semplicemente richiamare all'attenzione dell'Assemblea l'articolo 4, che introduce la valutazione d'impatto generazionale, ossia uno strumento informativo che consiste nell'analisi preventiva degli atti normativi del Governo, ad esclusione dei decreti-legge, in relazione agli effetti ambientali e sociali indotti dal provvedimento che ricadono sui giovani e sulle generazioni future, con una particolare attenzione all'equità intergenerazionale.

Signor Presidente, questo è un elemento di straordinaria innovazione e ve ne spiego il perché. La valutazione preventiva è di fatto l'applicazione concreta di tante disposizioni della nostra Costituzione, di cui è necessario il richiamo a due articoli, il 9 e il 97. In questi articoli si fa già espresso riferimento all'interesse delle generazioni future, sia per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, sia per quanto riguarda la sostenibilità del debito pubblico. L'articolo 9 - come ben sappiamo - è stato revisionato di recente con la legge costituzionale n. 1 del 2022, che ha introdotto un cambiamento significativo: ha inserito di fatto la protezione dell'ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione, aggiungendo un chiaro riferimento alla tutela delle generazioni future.

Già in precedenza, con la legge costituzionale n. 1 del 2012, si era fatto un passo in quella direzione, con l'introduzione del principio di sostenibilità del debito pubblico all'interno del primo comma dell'articolo 97.

Anche qui si può quindi già leggere una forma implicita di protezione per le generazioni che verranno.

Sottolineo quindi, Presidente, come il Governo Meloni con questo provvedimento abbia voluto assumersi la responsabilità di proteggere le generazioni future. Non si vuole lasciare solo alle Corti tale responsabilità, ma è fondamentale che il legislatore faccia la sua parte attivando strumenti concreti per la piena applicazione della Costituzione, che - vorrei ricordarlo - non è di destra, né di sinistra, ma è di tutti.

Il secondo elemento notevolmente migliorato in Commissione è l'applicazione concreta del principio di uguaglianza tra donne e uomini in considerazione proprio dell'impatto di genere.

In sintesi, quindi, ci sono alcuni obiettivi tecnici dello stesso provvedimento: il miglioramento della qualità della normazione, la riduzione della frammentazione e della complessità delle leggi, la promozione della codificazione sistematica in settori importanti come la giustizia, la pubblica amministrazione e la protezione civile, la semplificazione delle procedure normative e amministrative attraverso la digitalizzazione e la trasparenza, nonché il rafforzamento della coerenza tra le leggi e il miglioramento della loro attuazione pratica.

Sono obiettivi tecnici ovviamente che ho elencato semplicemente per evidenziarne la valenza politica; segnali forti, quindi, da parte del Governo Meloni verso la maggiore attenzione per il futuro. Qui non si naviga a vista, come invece facevano i Governi precedenti. (Applausi). Il nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni in contesti nazionali e internazionali ha evidenziato la necessità di rendere l'Italia competitiva e attrattiva per gli investimenti, perché burocrazia snella e norme chiare vogliono dire investimenti per il nostro Paese. (Applausi).

Il nostro impegno come maggioranza che guida da due anni e mezzo la Nazione è quello di lavorare in maniera organica e strutturale, soprattutto con la visione che è mancata ai Governi precedenti, di lungo respiro, quindi di mandato e di legislatura.

Abbiamo avviato percorsi importanti di riforme: il premierato, l'autonomia, la riforma della giustizia, la pubblica amministrazione; tanti decreti-legge: rave, Caivano, sicurezza, flussi, riforma del fisco; e ancora, abolizione del test di medicina, utero in affitto, tre finanziarie sobrie e concrete (Applausi) per dare risposte alla gente. Tanto è stato fatto e sicuramente tanto è ancora da fare. L'impegno forte del Governo Meloni passa anche attraverso questo provvedimento, che invece la senatrice Musolino ha detto non essere mai arrivato in Parlamento: eccone la valenza (Applausi), tanto da attribuire il massimo rilievo politico e da inserirlo tra i principali obiettivi di questa legislatura.

Lo avevamo detto in campagna elettorale e lo stiamo facendo. Ricordiamo, Presidente, che il rilancio economico di una Nazione passa attraverso la riduzione delle norme e solo così riusciremo tutti ad aprire nuovi spazi di autonomia e libertà per i cittadini e le attività produttive (Applausi), che sono il vero motore del Paese.

Presidente, oggi le opposizioni, con questo voto contrario, che non giustifico assolutamente, perdono una grande occasione: avrebbero potuto giocare un ruolo di primo piano, insieme alla maggioranza, magari attraverso aperture e spazi di riflessione o una nuova riforma per i regolamenti e l'organizzazione delle Commissioni. Magari avrebbero potuto cogliere la sfida che il Governo ha lanciato e ampliare l'applicazione della valutazione d'impatto generazionale anche sui disegni di legge di iniziativa parlamentare. Ebbene no, anche oggi, dopo due anni e mezzo, arriva un voto contrario. Capisco però l'imbarazzo e forse la loro resa, perché dopo due anni e mezzo sembra più un'arresa di fronte ad un Governo stabile, forte, autorevole e protagonista. (Applausi).

La lettura che i cittadini hanno oggi del Governo Meloni è chiara. Un milione di nuovi posti di lavoro in due anni e mezzo, la maggior parte con contratti a tempo indeterminato; tasso di disoccupazione al livello minimo (5,9 per cento), il più basso dal 2007; il più alto tasso di occupazione generale, al 63 per cento, un dato storico; il più alto tasso di occupazione femminile, altro dato storico, al 54,2 per cento.

Presidenza del vice presidente CENTINAIO (ore 11,20)

(Segue SPINELLI). Ebbene, vi do una notizia. La crescita del PIL nel primo trimestre del 2025 per l'Italia è maggiore rispetto a tutti gli altri Stati europei. (Applausi).

L'Italia ha un +0,3 per cento, la Francia +0,2 per cento, la Germania +0,1 per cento, quindi no banchi a rotelle, no reddito di cittadinanza, più posti di lavoro. (Applausi).

Ad oggi, l'Italia ha il più alto tasso di crescita con un minor debito. Comprendiamo quindi, ancora una volta, l'imbarazzo. (Commenti).

Vi do un altro dato politico: la pagella politica oggi riporta il consenso più alto… (Proteste).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciamo parlare la collega. Ogni Gruppo ha avuto l'opportunità di intervenire. (Applausi).

SPINELLI (FdI). Do un dato amministrativo, ma anche politico, non solo all'Assemblea, ma anche a tutti i cittadini che ci seguono: la pagella politica oggi di questo Governo riporta più consensi rispetto all'inizio della legislatura. (Applausi. Commenti).

Nell'annunciare quindi il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia, confermiamo a grande voce l'impegno di questa maggioranza a lavorare a testa bassa, con determinazione, e ad avere quel coraggio che serve per cambiare l'Italia e rendere la nostra Nazione più forte e più competitiva di sempre. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Michelangelo Buonarroti» di Ripa Teatina, in provincia di Chieti, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1192 (ore 11,21)

GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, carissimo Ministro, colleghe e colleghi, chiedo scusa per non essere intervenuto precedentemente, ma sono stato prigioniero della mia città.

Voglio solo apporre la mia valutazione positiva, anche a nome del Gruppo Noi Moderati, su questo che, come tutti i provvedimenti complicati, è difficile da comprendere.

Ho tuttavia notato un'aggressività, un linguaggio e un nervosismo politico (lo dico da psichiatra) assolutamente inaccettabili, anche dalle opposizioni più dure. Certe proposte infatti sono logiche. Diciamocela tutta: avere troppe leggi affastellate significa la loro parziale o totale inapplicabilità, come ha detto il nostro bravissimo Ministro.

Vorrei soffermarmi solamente sui provvedimenti legati alla disabilità. Intanto, vi prego, usiamo il meno possibile il termine "fragilità": io non mi sento fragile per niente e non rappresento persone con disabilità fragili, anzi; sono un esempio per tutti coloro che affrontano la loro vita con coraggio, forza di volontà e vivacità, seppur con i loro limiti (perché esistono).

In questo di disegno di legge si parla dell'argomento delicatissimo legato all'applicabilità delle volontà delle persone con disabilità. È un argomento delicato, che si staglia con mille sfaccettature. Certo, la cosa più importante è renderlo più leggibile, più applicabile, solo in una forma di semplificazione come il Governo Meloni ha proposto.

Certo poi, nell'applicazione, la delicatezza dell'argomento è tale che di volta in volta si stabiliranno percorsi assolutamente ad hoc: ma non può essere un provvedimento legislativo a definirli. Ogni volta, infatti, la personalità dell'individuo e non l'affastellamento di opinioni e di pregiudizi creerebbe una difficoltà di interpretazione.

Rimandando quindi a un'applicazione tecnicamente ineccepibile, esprimo il voto favorevole, pensando che, quando si ha una visione per il futuro, tutto può essere in parte rappresentato come complicato e poco distinguibile, ma vi assicuro che il Governo Meloni e il presidente Meloni sanno come farsi capire da tutti. (Applausi).

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Per un'informativa urgente del Ministro degli affari esteri
sulla situazione a Gaza

BOCCIA (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOCCIA (PD-IDP). Signor Presidente, non vorrei tornare su un tema che quest'Aula ha già trattato più volte e che la Presidenza conosce bene, ma mi rivolgo qui al Governo, presente nella persona del ministro Alberti Casellati.

Signor Ministro, sono obbligato a rivolgermi a lei perché è l'unico rappresentante del Governo in Aula. Noi siamo in attesa da giorni della risposta del Vice Presidente del Consiglio, il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani, per un'informativa urgente su Gaza. La prego di riferire al ministro Ciriani che, poiché questa richiesta è stata avanzata da tutte le opposizioni in maniera unitaria più volte ed egli ci ha garantito che avremmo avuto una risposta, dobbiamo prendere atto ancora oggi che il ministro Tajani continua a comunicare attraverso i media affermando di non aver ricevuto alcuna richiesta.

Quindi, come ha già fatto il collega Alfieri a inizio seduta, lo ribadiamo ora e, non ricevendo alcuna risposta al termine della giornata odierna - lo dico ai colleghi di maggioranza, così non apparirà come una sorpresa - saremo costretti, nella misura in cui la Presidenza lo accetterà, a chiedere ancora una volta l'integrazione del calendario sottoponendovi sia una nostra mozione sia una richiesta di informativa urgente. Ovviamente ci aspettiamo una risposta da parte del Governo. Se dovesse arrivare, la nostra richiesta ovviamente sarà stata esaudita. Se non dovesse essere così, chiederemo un voto sul calendario al termine del question time. (Applausi).

PRESIDENTE. Presidente Boccia, come già comunicato, i suoi rilievi non rappresentano, molto probabilmente, situazioni sopravvenute e urgenti com'è previsto dal Regolamento. Mi farò carico di parlarne con il Presidente del Senato, che deciderà in merito.

Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time.

(La seduta, sospesa alle ore 11,30, è ripresa alle ore 15,02).

Presidenza del vice presidente RONZULLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,02)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'università e della ricerca.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01876 sul completamento della gronda di Genova, per tre minuti.

FREGOLENT (IV-C-RE). Signora Presidente, signor Ministro, questo Governo ci ha abituato a grandi annunci, ad esempio che torneremo al nucleare e poi ieri il Ministro Pichetto Fratin ha dichiarato che non riusciamo neanche fare il sito unico dei rifiuti, oppure che andremo avanti con il più grande piano delle infrastrutture sulle dighe. A Parma, ad esempio, stanno ancora aspettando la diga di Vetto.

La Gronda è un tema molto delicato. Parlo anche a nome della mia collega Paita e di tutto il Gruppo. Noi abbiamo sempre creduto a questa infrastruttura, anche nella scorsa legislatura quando facemmo, come Italia Viva, il Piano shock e la inserimmo tra le opere principali da finanziare. Lei, signor Ministro, oggettivamente è spesso sul territorio ligure a inaugurare una infrastruttura, che a parole dovrebbe partire, ma che poi, a detta dei giornali - quindi noi riportiamo quello che abbiamo letto - trattandosi di un'opera faraonica, ha bisogno di risorse finanziarie importanti che però latitano. Si tratta di un'opera importante non soltanto per la Liguria - e dopo la tragedia del ponte Morandi penso che tutti se ne siano resi conto - ma per l'intera Nazione, perché sarebbe il modo più naturale per far sì che due importanti opere, i porti di Genova e Savona, siano finalmente competitive, magari sottraendo quelle merci da Rotterdam che invece le infrastrutture ferroviarie e autostradali le ha. Se è un problema economico, oggi non lo si può più addebitare solo ad Autostrade: finché Autostrade era una società privata, era colpa dei cattivi privati; oggi che in Autostrade abbiamo una grande partecipazione di Cassa depositi e prestiti (CDP), tanto è vero che può essere considerata pubblica, la domanda che le poniamo è la seguente: lo Stato crede in questa infrastruttura? Il Ministero, Cassa depositi e prestiti, il Governo intero vogliono mettere le risorse per far sì che questa opera così importante prenda vita, non soltanto con il taglio dei nastri, ma con l'avvio dei cantieri? (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, parto dalla diga di Vetto da lei citata, senatrice. È curioso perché, dopo un secolo di attesa, sono stato il primo Ministro della storia repubblicana che ha messo i soldi per la progettazione della diga di Vetto sull'Appennino reggiano. Quindi se deve trovare qualche altro esempio per raccontare quello che stiamo facendo noi in due anni e che non hanno fatto gli altri in ottant'anni, ne consiglio uno diverso. (Applausi).

Per quello che riguarda Genova - e la ringrazio per l'opportunità - ricordo tutto quello che, ad oggi pomeriggio, è in essere come cantierizzazione e come opere finanziate e in fase di sviluppo: il tunnel subportuale, che a lavori ultimati ridurrà del 20 per cento i tempi di percorrenza in città; la diga foranea di Genova, un miracolo di ingegneria idraulica che porterà lavoro; il terzo valico dei Giovi, nodo di Genova che permetterà di collegare in un'ora la città con Milano; il Waterfront, che restituirà mare e bellezza ai genovesi.

Tra queste infrastrutture, come da lei giustamente citato, un ruolo fondamentale svolge il nodo stradale e autostradale di Genova, la cosiddetta Gronda che, attraverso il raddoppio dell'A10, consentirà di isolare il traffico cittadino da quello di attraversamento e dai flussi connessi con il porto. Sul punto mi sento di rassicurare lei, i genovesi e i liguri che ci stanno seguendo: tanto per il Ministero quanto per il concessionario, quest'opera rappresenta un'assoluta priorità e i tempi di realizzazione dell'intervento non hanno nulla a che vedere con il procedimento di aggiornamento del piano economico-finanziario. Certo, abbiamo ereditato - ahimè - una gestione della concessione estremamente lacunosa e carente da parte di chi c'era prima, contraddistinta da una generalizzata sottostima del costo degli investimenti necessari relativi sia alla Gronda che ad altri interventi (penso al passante di Bologna).

Per ovviare a questi problemi, negli ultimi mesi il tavolo da noi istituito, coordinato dal Ministero, ha lavorato intensamente per eliminare i costi di ogni singolo progetto senza gravare su ulteriori incrementi dei pedaggi, non sostenibili per i cittadini. La Gronda si deve fare e si farà, a prescindere dalle difficoltà legate a far quadrare un aggiornamento del PEF su cui stiamo lavorando con i concessionari in queste settimane. Piuttosto stiamo lavorando all'ottimizzazione e all'attualizzazione del progetto esecutivo attualmente in corso, aggiornato ai tempi. Tale aggiornamento progettuale, che - ripeto - non incide sulla tempistica e sul finanziamento dell'opera, ha portato all'individuazione di soluzioni che consentono un'ottimizzazione sia dei tempi che dei costi. Al contempo, c'è un'integrazione dell'iter approvativo particolarmente complessa sul piano degli studi e valutazioni ambientali, a cui siamo particolarmente attenti. Segnalo, in particolare, che sono ancora in corso approfondimenti da parte dei tecnici sull'adeguamento del progetto all'evoluzione della normativa ambientale sulla gestione delle rocce e terre da scavo, di specifico rilievo sulla parte del progetto Gronda relativo al Ponente, che vede la diffusa presenza di ammassi rocciosi contenenti amianto naturale.

In parallelo al lavoro di ottimizzazione progettuale, segnalo che sul fronte realizzativo sono stati già completati al 50 per cento i lavori per i lotti 0A, 0B e 1A propedeutici alla realizzazione dell'intera opera. Di rilievo è anche l'avvenuta esecuzione della maggior parte degli espropri, per un valore di circa 100 milioni di euro.

Avrei altre due pagine tecniche da leggere, ma non faccio in tempo. Le assicuro, però, che la Gronda è una priorità per me, per l'azienda e per i genovesi tutti. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Furlan, per due minuti.

FURLAN (IV-C-RE). Signor Ministro, intanto porteremo i ringraziamenti all'Emilia-Romagna, che ha presentato e fatto un buon progetto, quello sulla diga di Vetto, a suo nome, firmando per lei, e gliene sarà sicuramente grata.

Noi, invece, le abbiamo fatto un'altra richiesta, molto precisa. Siccome questa è un'opera assolutamente strategica e indispensabile, sia per il traffico merci sia per il traffico delle persone, per la portualità ligure, ma anche per tutto il Nord, e le spese sono lievitate da circa 3-4 miliardi a stime di 7-8 miliardi, vorremmo avere garanzie su queste risorse - ci sono, chi le tira fuori? - per portare a casa l'investimento.

In più, signor Ministro, le ricordo che in Liguria (e non solo in Liguria) siamo tutti in attesa che venga firmato il progetto esecutivo e ciò dipende da lei e dal suo Ministero. Non siamo pertanto soddisfatti della sua risposta, perché non ci garantisce né le risorse, né i tempi. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Maiorino ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00730 sulla realizzazione di un porto turistico a Isola Sacra nel comune di Fiumicino, per tre minuti.

MAIORINO (M5S). Signora Presidente, ringrazio il signor Ministro per essere qui a rispondere a un'interrogazione che è stata depositata nel 2023.

È la storia di un progetto di porticciolo turistico di cui la città di Fiumicino, da poco divenuta città - nel 1994, spero, Ministro, lei conosca la storia - da che era frazione di Roma, decide di dotarsi. Si trattava di un piccolo porto crocieristico che prevedeva la presenza di imbarcazioni turistiche con massimo 12 componenti di equipaggio. Il progetto se lo aggiudica la società Iniziative Portuali; gli anni vanno avanti, la società Iniziative Portuali finisce in guai giudiziari, viene tutto bloccato, l'area viene posta sotto sequestro nel 2017, è tutto fermo. Il progetto risorge nel 2019, quando, invece, una procedura di variazione ne cambia l'obiettivo da porto turistico a porto commerciale destinato alle navi di classe Oasis, ossia alle più grandi al mondo di tipo crocieristico. Questo progetto se lo aggiudica nel 2021 la Fiumicino Waterfront s.r.l., che è una società del gruppo Royal Caribbean, forse la più grande società di crociere al mondo.

Interrogato su come sia stata possibile questa variante di progetto, con un impatto rilevantissimo su quella costa, il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale e settentrionale, Pino Musolino, risponde che nel loro ordinamento, a sua conoscenza, non è prevista la possibilità di fare un porto commerciale all'interno di una marina, e lì si ferma, perché gli è stato indicato dal livello superiore amministrativo di fermarsi a questo.

Il tema del porto marino privato di Fiumicino, acquisito da Royal Caribbean, ha subìto e ha visto un'accelerazione importante quando è stato inserito, per comune volontà della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Sindaco della Città di Roma, all'interno dei piani del Giubileo. Ciò, infatti, è successo nel 2023.

Signor Ministro, le chiedo pertanto se lei è in grado di dirci perché un progetto di una società privata sia stato inserito come opera strategica prioritaria all'interno del decreto-legge Giubileo, pur sapendo peraltro che non avrebbe mai potuto vedere la realizzazione entro il 2025; se non crede che sostenere un progetto di una compagnia privata, la Royal Caribbean, creerà un precedente pericoloso che rischia di far saltare la governance dello Stato sulla portualità crocieristica in quanto tale; quale sia l'interesse pubblico dello Stato nel favorire un porto crocieristico privato, peraltro a brevissima distanza da un porto crocieristico statale, che è quello di Civitavecchia.

Le chiedo inoltre se sia a conoscenza del fatto che nella notte, solo circa due mesi fa, gli abitanti di Fiumicino hanno visto erigere un muro che impedisce l'accesso a quello che è ancora un bene demaniale, ossia la spiaggia, la costa e il mare, senza aver affisso alcuna cartellonistica informativa, e se è consapevole dell'immane impatto e del danno ambientale che la struttura costruita ha già provocato, con l'avanzamento della spiaggia di oltre 50 metri, e di quello che provocherà il passaggio di navi di profondissimo cabotaggio, come sono appunto quelle da crociera, le più grandi al mondo. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, preciso che il progetto per la realizzazione del porto turistico-crocieristico di Fiumicino-Isola Sacra, oggetto dell'interrogazione, interessa uno scalo marittimo non classificato, in quanto tale, di interesse economico nazionale ed internazionale, su cui quindi lo Stato non ha competenze gestorie. Questo va chiarito prima di entrare nel merito, altrimenti parliamo di aria.

Il progetto - come lei ricordava - è stato inserito tra le opere essenziali connesse alle celebrazioni del Giubileo, su proposta del commissario sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che ha raccolto l'istanza del sindaco pro tempore di Fiumicino Esterino Montino, scelta peraltro condivisa anche dalla nuova amministrazione di quel Comune.

Nel merito, il progetto per il nuovo porto di Fiumicino intende fornire una risposta alla domanda in costante crescita di sviluppo della portualità per finalità da diporto o crocieristiche. Purtroppo il nostro Paese non è in grado di competere sul tema, almeno nei porti del Centro-Sud Italia, con l'offerta spagnola o del Sud della Francia. Si pensi, in relazione al solo settore crocieristico, che nel Lazio il porto di Civitavecchia ha superato i 3 milioni e mezzo di passeggeri e sembra essere arrivato a saturazione, mentre gli studi a disposizione mostrano una domanda per l'area collegata a Roma di oltre 6 milioni e mezzo di passeggeri.

In quest'ottica l'opera da lei richiamata consiste nella realizzazione di una grande marina capace di ospitare fino a 1.200 posti barca, a cui sarà affiancato un accosto crocieristico che occuperà, in via non esclusiva, circa il 20 per cento dell'area in concessione. Parliamo di un progetto di circa 600 milioni di euro, integralmente finanziato da capitale privato, associato anche a opere di dragaggio iniziale, per un valore di circa 60 milioni, e a interventi di dragaggio e manutenzione per circa 4 milioni.

Sulla compatibilità amministrativa di questo progetto con le normative del settore portuale sottolineo che il progetto attuale prevede la destinazione prevalente ad approdo per il diporto, mentre la destinazione crocieristica, da lei più volte citata, ha una valenza accessoria. Si prevede infatti l'attracco di una nave da crociera ogni 4-5 giorni e si prevede l'impiego di tecnologie a zero emissioni, finalizzate a ridurre al minimo l'impatto ambientale di ogni attracco.

Sugli aspetti amministrativi della concessione è intervenuta anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha ritenuto il progetto del nuovo porto di Fiumicino coerente con la normativa sulle procedure per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto, purché siano adottate alcune prescrizioni, accolte dal Comune di Fiumicino e dalla società concessionaria. Tra queste rientrano, a seguito della conclusione del procedimento di VIA, la verifica di proposte alternative attraverso la pubblicazione del progetto sulla Gazzetta Ufficiale nazionale ed europea, la necessità di adeguare la durata della concessione al nuovo piano economico-finanziario e l'esigenza di garantire la prevalenza dell'attività diportistica rispetto a quella crocieristica.

In conclusione, in considerazione di quanto sopra esposto, non si ravvisano gli elementi di criticità sollevati dai senatori interroganti, considerati anche gli impegni assunti sia dal Comune di Fiumicino che dal soggetto concessionario per garantire la funzione diportistica del progetto. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Maiorino, per due minuti.

MAIORINO (M5S). Signor Ministro, la ringrazio per la risposta. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che amministrazioni e Governi un po' di tutti i colori (eccetto il nostro) hanno favorito e proseguito l'autorizzazione di questo progetto. Le faccio però presente che lei non può credere davvero che un porto crocieristico di tali dimensioni, che prevede l'entrata di quelle navi, sia il collaterale di un piccolo porticciolo turistico, che ancora non è stato neanche abbozzato, mentre invece quello crocieristico c'è. Il braccio c'è già e anzi hanno dovuto spostare la variante. Ministro, non so se lei ne è consapevole. Sotto ci sono i tubi che conducono il gas e si sono resi conto che in quella parte non potevano scavare, per cui hanno dovuto spostare il braccio.

Comunque prendo atto, ancora una volta, del fatto che il vostro Governo è disposto a privatizzare e a cedere ai privati tutti gli asset più preziosi di questo Paese. Questo sarebbe un unicum nella storia d'Italia: l'unico porto crocieristico privato che abbiamo in Italia, con ciò danneggiando pericolosamente l'autorità marittima e l'autorità portuale, che finora era l'unica responsabile delle nostre infrastrutture strategiche, come questa appunto dovrebbe essere. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Bergesio ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01875 sui lavori di completamento del traforo del Colle di Tenda, per tre minuti.

BERGESIO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, il passaggio attraverso il Colle di Tenda si inserisce in una direttrice Nord-Sud strategica e fondamentale, che consente il collegamento diretto del Sud del Piemonte con la Liguria, la Costa Azzurra, attraverso le Alpi Marittime, lungo la valle Vermenagna, in Italia, e la Valle della Roia, in Francia. In particolare dalla provincia di Cuneo, grazie alla strada statale 20, si raggiunge il Colle di Tenda in direzione Sud, per poi proseguire in Francia lungo la RD6204, dopo aver superato la galleria di valico e il confine.

Già negli anni Novanta il vecchio tunnel del Colle di Tenda non poteva più considerarsi un transito adatto alle esigenze di un traffico rapido e crescente. Pertanto, il 12 marzo 2007, a Parigi, venne sottoscritto tra il Governo italiano e quello francese l'accordo relativo all'attuazione di una gestione unificata del tunnel di Tenda e alla costruzione di un nuovo tunnel, con il quale, tra l'altro, sono stati stabiliti i princìpi e le condizioni per la costruzione mediante la realizzazione di una nuova canna nelle immediate vicinanze del tunnel esistente e la rimessa a nuovo del tunnel vecchio.

Il 12 dicembre 2008, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, è stata individuata Anas come committente delegato per la realizzazione del nuovo tunnel. I lavori sono iniziati proceduralmente a partire dal 2012, però hanno subito ripetuti ritardi se pensiamo che la prima ditta vinse l'appalto nel 2012, che nel 2018 venne risolto contrattualmente per una inadempienza contrattuale. Nel 2019 venne riassegnato il contratto alla seconda in appalto. Nel 2020, per non farci mancare nulla, un'alluvione, la cosiddetta tempesta Alex, portò via una parte importante del viadotto che collega la galleria con la parte francese. Da allora però il transito è stato completamente interrotto.

Questa chiusura ha portato in tutta la Valle Vermenagna un disastro anche per la provincia di Cuneo, soprattutto le stazioni sciistiche della località Limone, e ha contribuito a dirottare quello che era il traffico pesante su altre direttrici.

In questi giorni, signor Ministro, abbiamo appreso da fonti non ufficiali che c'è un'ipotesi di riapertura per luglio di quest'anno, che sarebbe stata confermata - ma non sappiamo sarà così - dalle autorità francesi.

Volevo chiederle se questo corrisponde al vero e soprattutto, quali iniziative intenda promuovere per riaprire al più presto la viabilità in questa zona così importante? (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, è vero, la bella notizia è che, dopo tanti anni di attesa, il nuovo tunnel del Tenda, sarà presto riaperto al traffico. Questo Governo e il mio Ministero hanno profuso ogni sforzo per superare lo stallo in cui si trovavano i lavori imposti dagli eventi alluvionali dell'ottobre 2020. Parliamo di danni che hanno riguardato circa 11 chilometri di strada; l'impatto sulla viabilità, come sanno i residenti, è stato radicale, in quanto ha richiesto una integrale riprogettazione degli interventi per un costo di circa 60 milioni di euro. Pur nelle complessità, siamo però riusciti a completare le opere civili della nuova galleria. Inoltre è imminente il completamento degli impianti attualmente all'80 per cento di copertura. Per anticipare il più possibile l'attività di verifica, i test tecnico funzionali dei componenti dei singoli impianti sono già iniziati e procederanno progressivamente durante il corso delle installazioni.

Venendo alla data, grazie all'accelerazione degli ultimi lavori, il prossimo 27 giugno potremo in ogni caso celebrare una data storica. Insieme al ministro francese Tabarot, inaugureremo la rimessa in esercizio della nuova galleria, con traffico a senso unico alternato, regolamentato da impianto semaforico.

In prospettiva generale, voglio sottolineare che l'apertura del tunnel del Tenda-bis segue la riapertura, avvenuta lo scorso 1° aprile, della galleria ferroviaria del Frejus, che ha consentito il ripristino dell'importante collegamento ferroviario internazionale fra Milano e Parigi. Questi risultati confermano l'attenzione del Governo e del mio Ministero per il miglioramento del collegamento attraverso le Alpi da tutti i punti di vista, recuperando ritardi accumulati da altri in passato, che poi vengono in quest'Aula a chiederci di fare in due anni quello che non hanno fatto in cinquant'anni sulle infrastrutture in Piemonte e in tutta Italia.

Sarà quindi per me motivo di grande orgoglio tornare in Valle Vermenagna per la riapertura del tunnel, certo che quest'opera offrirà a cittadini e imprese un collegamento più sicuro e adeguato alle necessità del territorio.

Concludo, doverosamente, con un ringraziamento personale a tutte le maestranze che, spesso in condizioni anche meteorologicamente difficili, hanno reso possibile questo straordinario risultato. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Bergesio, per due minuti.

BERGESIO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, questa è veramente una notizia straordinaria ed io la ringrazio. Per suo tramite voglio ringraziare anche il vice ministro Edoardo Rixi, che ha seguito la vicenda, il personale del suo Ministero e ANAS, che comunque nel tempo hanno fatto un lavoro importante.

Le segnalo ancora la necessità procedurale di seguire la rimessa in ordine anche della vecchia canna, perché così avremo il doppio passaggio in quel tratto così importante.

Vede, signor Ministro, dal 2007 ad oggi si sono susseguiti nove Presidenti del Consiglio e nove Ministri delle infrastrutture. Le rende merito il fatto che lei, in questi ultimi due anni, abbia seguito attentamente e personalmente questa vicenda, che ormai si era incancrenita nel tempo, perché per troppi anni non si è utilizzato personale sul cantiere perché comunque non si seguiva l'attività. La ringrazio, perché questo è importante.

Grazie anche al suo personale lavoro, noi saremo in grado, in provincia di Cuneo, di avere anche il collegamento con la Asti-Cuneo, già citato da lei in un precedente question time, a seguire, con il finanziamento in legge di bilancio, la tangenziale di Demonte, sul quale proprio ieri mi pare, il Ministero dei beni culturali ha firmato il parere positivo. Credo quindi che entro la fine dell'anno avremo la possibilità di appaltare i lavori. Anche per la tangenziale di Mondovì mi pare che il consiglio d'amministrazione di ANAS abbia dato oggi il via libera. Vedo che lei annuisce perciò questo è positivo e ci darà la possibilità di intervenire nel terzo lotto, che è straordinariamente importante per la nostra Provincia.

Usciamo dall'isolamento. Grazie per il suo lavoro, continui così perché non solo la provincia di Cuneo, ma il Piemonte e l'Italia hanno bisogno di lei. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Occhiuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01873 sull'attuazione delle nuove modalità di accesso alla facoltà di medicina, per tre minuti.

OCCHIUTO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, signor Ministro, la riforma dell'accesso ai corsi di laurea in medicina segna un cambio di paradigma atteso e delicato che coinvolge in profondità non solo gli studenti e le loro famiglie, ma anche il sistema universitario nel suo insieme. Abbiamo accolto con favore, signor Ministro, l'impostazione della legge delega che consente al Parlamento, attraverso il parere delle Commissioni competenti, di contribuire anche alla fase attuativa, garantendo così un presidio di trasparenza e di equilibrio istituzionale.

Oggi più che mai è necessario che lo Stato sappia trasmettere certezze e per i giovani il momento dell'iscrizione all'università è spesso attraversato da emozioni forti, speranze e anche ansie. Quando si tratta di medicina in gioco non c'è solo un futuro professionale, ma la costruzione di un ruolo sociale tra i più complessi e fondamentali per la comunità. Studiare medicina non significa solo imparare una professione, significa formarsi per prendersi cura della vita nel senso più pieno e profondo. È un percorso che chiede conoscenza, ma anche compassione, metodo, ma anche intuizione, precisione, ma anche empatia. È un equilibrio delicato che richiede tempo, dedizione e un ambiente formativo capace di far crescere l'intelligenza e anche il cuore.

In questo senso, la riforma non può limitarsi a cambiare le modalità di accesso, signor Ministro. Le università dovranno farsi carico di un compito ulteriore: attrezzarsi per offrire ai futuri medici non solo una formazione scientifica rigorosa, ma anche un percorso umano e culturale che sia all'altezza della delicatezza del mestiere che andranno a svolgere. La medicina di domani dovrà saper integrare competenza e ascolto, tecnica e relazione, con una visione della salute che, come ci ricorda anche l'Organizzazione mondiale della sanità, riguarda l'equilibrio complessivo della persona nella sua dimensione fisica, mentale e anche sociale.

Per queste ragioni, signor Ministro, le chiediamo anche di illustrarci quali misure concrete il Ministero intende adottare affinché il nuovo sistema di accesso a medicina sia operativo già dal prossimo anno accademico e quali sono le tempistiche previste per l'adozione dei provvedimenti attuativi. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signora Presidente, ringrazio il senatore Occhiuto non solamente per la sua domanda, che sicuramente rappresenta un elemento di grande attualità per gli studenti e per le loro famiglie, ma anche per il modo in cui l'ha posta, per il modo in cui ha descritto l'importanza del ruolo del medico, che contestualmente traccia un percorso e rende tutti noi responsabili di un impegno nei confronti della comunità. La salute non è solamente assenza della malattia, ma è equilibrio e la figura del medico deve poter rappresentare, corrispondere e soprattutto comprendere il senso di quello che lei ha detto, senatore Occhiuto.

Per quanto riguarda l'accesso aperto e sostenibile alla facoltà di medicina - come giustamente lei ha ricordato - sono stati resi dalle Commissioni competenti di Senato e Camera i pareri sul decreto legislativo che abbiamo prodotto come Governo, cui seguiranno i decreti ministeriali; il decreto legislativo sarà portato al prossimo Consiglio dei ministri domani. Già, quindi, si comincerà a profilare - voi lo avete visto e avrete ulteriori definizioni attraverso i decreti ministeriali che riguarderanno la parte più strettamente tecnica - quale sarà il percorso.

Abbiamo dato una risposta alle prime incertezze e una di queste riguarda il rischio di sovraffollamento delle aule. La didattica non sarà solamente a distanza, e noi ovviamente siamo coordinati con tutti i nostri danti causa, quindi con la Conferenza dei rettori, con tutti coloro che saranno coinvolti, a cominciare dai presidenti dei corsi di laurea. È stato detto nel dibattito parlamentare che la didattica sarebbe stata a distanza, ma non è così. La scelta è delle singole università, ma il presupposto è che la didattica sia in presenza e non a distanza, salve possibilità di collegamenti che verranno fatti sulla base del momento formativo e delle disponibilità.

Sono già stati stanziati dei fondi a partire dal 2024 per 23 milioni di euro, ma anche il nuovo Fondo di finanziamento ordinario che distribuiremo proprio per questo motivo eccezionalmente a maggio, cioè questo mese, prevedrà dei fondi destinati alla riforma per l'accesso a medicina, perché non esistono riforme a costo zero.

Vorrei poi definire con molta chiarezza l'abolizione dei quiz, che viene certificata da questa riforma, perché si terrà un semestre caratterizzante che gli studenti frequenteranno - lo ribadisco - partecipandovi in presenza o in collegamento, ma questo sarà parte dei decreti ministeriali su cui mi aspetto di essere nuovamente interrogata dal Parlamento, del quale sono a completa disposizione. In questo semestre si studieranno tre materie caratterizzanti (chimica, fisica e biologia), per cui non sarà necessario frequentare alcun corso di preparazione. La preparazione sarà gratuita e sarà predisposta dalle singole università. Mi permetto di disincentivare, quindi, qualsiasi costoso corso di formazione, perché non è assolutamente necessario. Questo mi permetto di segnalarlo con molta fermezza e determinazione, perché come sapete i test erano correlati anche a un orribile mercato della formazione ad alto costo e a un altrettanto orribile mercato del turismo universitario forzato presso università straniere, da cui le nostre studentesse e i nostri studenti facevano fatica a tornare.

All'esito del semestre ci saranno esami di profitto, con voti che renderanno possibile l'accesso a una graduatoria nazionale. Naturalmente i parametri saranno perequati e sarà tutto organizzato a livello nazionale. Noi siamo pronti - come potete ben vedere da quello che vi sto dicendo e che continuerò a dirvi - ed entro il mese di maggio ci saranno non solamente il decreto legislativo che diventerà definitivo domani, ma anche gli ulteriori decreti ministeriali.

È su questo che oggi confermo la nostra determinazione e mantengo la nostra promessa - niente più test e partenza del nuovo modello da quest'anno - per costruire un sistema riformato, che sappia finalmente coniugare inclusione e valutazione sulla base del merito. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Occhiuto, per due minuti.

OCCHIUTO (FI-BP-PPE). Signor Ministro, mi dichiaro molto soddisfatto della sua risposta, che mostra attenzione e anche consapevolezza rispetto alla delicatezza del tema.

Lei ha aggiunto delle riflessioni che mettono in evidenza anche il suo contatto quotidiano con tante famiglie, con tanti ragazzi e ragazze che affrontano una fase della vita carichi di aspettative, ma anche di fragilità.

La riforma tiene conto di quello che lei ha sottolineato e, in questo caso, della necessità della presenza e, quindi, anche nel semestre di merito degli esami di profitto, che non erano così prima e il test era molto più generico.

Quindi, ogni studente è una storia, signor Ministro, una vocazione magari ancora confusa, ma già piena di significato, sulla quale bisogna prestare attenzione. Il compito delle istituzioni non è far smarrire lo studente, ma soffermarsi su di lui con uno sguardo umano. Chi sceglie medicina non lo fa solo per fare il medico, ma molto spesso perché sente, in modi diversi, il bisogno di sentirsi utile e di prendersi cura degli altri. Questo bisogno va coltivato - come dicevo - e non schiacciato sotto il peso di un sistema che rischia di selezionare più per resistenze che per talento e motivazione profonda.

Il metodo nuovo sarà legato a questa necessità. Ci rivolgiamo a lei, signora Ministro, con fiducia, perché sappiamo quanto tenga al futuro del nostro sistema universitario e le chiediamo di essere a fianco dei ragazzi e del Paese in un passaggio che non è solo normativo, ma è anche profondamente umano. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Zambito ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01877 sulla riforma dell'accesso alla facoltà di medicina e chirurgia, per tre minuti.

ZAMBITO (PD-IDP). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministra, affronterò la questione relativa alle gravi criticità contenute nel decreto legislativo sulle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina.

Si tratta del primo provvedimento attuativo della legge delega e dovrebbe rappresentare - il condizionale è d'obbligo - un passo fondamentale verso un sistema di formazione medica più equo. Tuttavia, prima la legge, poi il decreto legislativo hanno contribuito a creare una situazione di profonda incertezza, soprattutto per gli studenti e le loro famiglie, a cominciare dall'introduzione del semestre filtro. Questo strumento, lungi dal superare il numero chiuso, non fa altro che posticipare la selezione al secondo semestre. È a tutti gli effetti una selezione mascherata che rischia di aumentare le diseguaglianze e penalizzare chi non ha strumenti o risorse per affrontare un percorso già carico di difficoltà.

L'iscrizione al semestre filtro, senza alcun investimento erogato a monte, comporterà sovraffollamento, didattica di qualità inferiore, un inevitabile ricorso alla didattica a distanza e un aggravio inaccettabile sul corpo docente già sotto organico. Inoltre, si affida alle singole università la scelta sulle modalità di erogazione della didattica, ammettendo esplicitamente l'integrazione delle lezioni in presenza e in modalità da remoto. Questo apre la strada a un primo semestre che rischia di essere svolto quasi esclusivamente in modalità telematica, a discapito della qualità della formazione e dell'interazione diretta tra studenti e docenti.

Il rischio che a noi pare evidente è che lascerete le università da sole a dover gestire la situazione. Non si comprende come le università possano garantire un'offerta formativa di qualità in assenza di indicazioni chiare e risorse adeguate.

Ancora, è del tutto assente un piano serio per l'incremento del numero di docenti e per l'ampliamento degli spazi universitari. Come se non bastasse, il decreto non dà attuazione ad alcune delle parti più significative della legge delega, in particolare quelle che chiedono una programmazione coerente con il fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e con la necessità di superare il cosiddetto imbuto formativo. A tutto questo si aggiunge l'ennesimo rinvio a successivi quattro decreti ministeriali e sei decreti attuativi. Siamo a maggio, tra pochi mesi partiranno le iscrizioni ed è inaccettabile che ancora una volta migliaia di studentesse, studenti e famiglie siano lasciate nell'incertezza in attesa di risposte che non arrivano.

Per tutte queste ragioni, chiedo alla Ministra se non ritenga doveroso fare chiarezza sulle numerose criticità appena elencate e se intenda recepire le osservazioni provenienti dal parere approvato proprio ieri dalla sua stessa maggioranza. Si tratta di una questione troppo importante per essere lasciata nell'opacità e nell'indeterminatezza. In gioco ci sono il futuro della nostra sanità, il diritto allo studio e la credibilità delle istituzioni. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signora Presidente, anch'io ringrazio la senatrice Zambito e mi permetto di fare subito una precisazione.

Quello che lei dice, senatrice Zambito, e che io ricevo con molto rispetto come un suggerimento è al momento solamente una percezione, la sua, e una previsione, la sua e quella del Gruppo politico a cui lei appartiene e naturalmente di altre forze di minoranza che a questa hanno aderito.

Nulla di quello che lei ha detto è realtà: è una previsione e mi auguro non sia un auspicio, perché il fatto che qualcuno possa sperare, per motivi meramente politici, che il futuro di studentesse e studenti fallisca perché il nuovo modello non funziona è qualcosa che non posso nemmeno immaginare essere parte di qualcuno che dedica la sua vita alla cosa pubblica.

Mi permetto quindi di spiegare per quale motivo quello che sta avvenendo a partire dal 1° settembre è meglio di quello che c'era prima. I test non erano selettivi e non erano formativi: i test erano un gioco. Lei prima ha parlato di gioco, di mettere in gioco: ecco, i test erano un gioco, il lancio della monetina su cui si basavano il futuro, le aspettative, i talenti di studentesse e studenti che venivano scartati senza possibilità di manifestare e di esprimere le loro capacità. Quello che noi abbiamo costruito ora è un semestre formativo: gli studenti si formeranno in presenza o a distanza.

Se io, senatrice Zambito, avessi imposto alle università come fare la loro formazione, mi avrebbero accusato di prevaricare la loro autonomia formativa, e avrebbero avuto ragione e, quindi, sono loro che devono decidere. Noi, in questo momento, per sei mesi diamo alle studentesse e agli studenti italiani la possibilità di studiare tre materie, all'esito delle quali saranno valutati e riceveranno un voto dopo essersi formati e aver acquisito conoscenze, competenze e crediti formativi che potranno spendere ovunque, all'esito di esami di profitto. Questo è ben diverso - lei lo potrà intendere, al netto delle sue previsioni o dei suoi auspici - rispetto a un test da lancio della monetina. Ciò significa assumersi la responsabilità, e questo abbiamo fatto. Tutti noi abbiamo chiesto di farlo e tutti voi avete chiesto di farlo. Noi l'abbiamo fatto: ci siamo assunti questa responsabilità, ci siamo assunti la responsabilità di dare alle studentesse e agli studenti una vera formazione, all'esito della quale potranno scegliere di spendere i loro crediti formativi anche su altri corsi di laurea, perché avranno la possibilità, all'atto dell'iscrizione al primo semestre, di iscriversi anche ad altri corsi di laurea gratuitamente. Questo è il punto e su esso mi permetto di sottolineare e di evidenziare che quello che il decreto legislativo non dice lo diranno i decreti ministeriali, poiché non possiamo fare tutto in una volta.

Molto spesso la minoranza ci accusa di non dire o di non dire abbastanza. Noi lo stiamo dicendo: mano a mano che facciamo i provvedimenti, inseriamo nel testo dei provvedimenti le cose che voi ci avete accusato di non avere detto. Abbiamo fatto insieme la legge delega e voi l'avete fatta; abbiamo fatto insieme il decreto legislativo; faremo entro maggio i decreti ministeriali. Fino ad ora noi abbiamo mantenuto tutte le nostre promesse, anche quelle che voi avete fatto negli anni passati e non avete mai mantenuto. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Zambito, per due minuti.

ZAMBITO (PD-IDP). Signora Ministra, la sua risposta non mi ha soddisfatto, ma il problema è che non avete soddisfatto migliaia di studenti che vorrebbero iscriversi a medicina e sono ancora nell'incertezza. Inoltre, fermiamo la propaganda, signora Ministra: ha detto che avreste aumentato i fondi per l'università, ma non è vero. Non lo diciamo solo noi: il presidente della CRUI ha denunciato che, tra il blocco del turnover e il taglio complessivo di circa 700 milioni di euro sulla ricerca e sulla formazione previsto per i prossimi tre anni, il bilancio delle università subirà gravi conseguenze.

Signora Ministra, lei ha detto che avreste tagliato il numero chiuso, ma non lo ha fatto. Ha detto che avreste eliminato il test di ammissione, e invece è solo rinviato di sei mesi, e ancora non sappiamo come sarà formata la graduatoria nazionale per l'iscrizione al secondo semestre.

Solo ieri la premier Meloni è venuta in quest'Aula a scaricare la responsabilità dei vostri disastri in sanità sulle Regioni. Oggi lei si appresta a fare la stessa cosa: ci racconta che è tutto a posto, ma questa riforma è piena di incertezze e di rinvii. Lo testimonia il parere espresso dalla sua stessa maggioranza proprio ieri. E, come avete fatto con le liste d'attesa in sanità, darete la colpa del vostro insuccesso agli atenei.

Signora Ministra, capisco il suo imbarazzo nel non voler ammettere che non state finanziando l'università e la ricerca. Chi non investe sul futuro dei nostri studenti non investe sul futuro del Paese. Un Ministro dell'università - a nostro parere - avrebbe il compito principale di mantenere o, se possibile, migliorare la qualità della didattica.

Lei invece, con questa riforma, non solo non la garantisce, ma rischia di peggiorarla assai. Poi potrà dare anche la colpa agli atenei, ma la responsabilità sarà sempre sua e lei lo sa. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Speranzon ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01874 sulle misure per incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, per tre minuti.

SPERANZON (FdI). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, l'Unione europea ha appena annunciato un piano strategico da 500 milioni di euro per la ricerca, attivo tra il 2025 e il 2027. Si tratta di un investimento mirato ad attrarre i migliori talenti scientifici a livello globale anche dagli Stati Uniti, che prevede l'introduzione di una nuova super sovvenzione - così possiamo definirla - della durata di sette anni, pensata proprio per garantire stabilità e prospettiva ai migliori ricercatori. Si punta a destinare almeno il 3 per cento del PIL europeo a ricerca e sviluppo entro il 2030, accompagnando questo obiettivo con una nuova agenda per l'innovazione che abbatta le barriere burocratiche e faciliti l'accesso ai capitali per startup e imprese ad alto contenuto tecnologico. Non stiamo parlando solo di cultura e conoscenza. La ricerca è una leva economica formidabile in un mondo in cui la competizione si gioca sulla capacità di innovare, attrarre cervelli e trattenere i giovani più brillanti. Questa non è più un'opzione, ma è una necessità strategica.

Per questo, come Fratelli d'Italia chiediamo al Governo quali misure concrete intenda adottare per rendere l'Italia davvero attrattiva per ricercatori e scienziati italiani e stranieri, nell'ottica di valorizzare le nostre eccellenze, di potenziare le infrastrutture di ricerca e rendere più fluida la circolazione del sapere. È una sfida che riguarda direttamente il nostro futuro economico, tecnologico e sociale, e noi dobbiamo essere all'altezza.

Mi riservo poi, nel rispondere alle sue osservazioni, di farlo senza avere un foglio scritto, come ha fatto qualche collega intervenuto prima di me, e che evidentemente aveva preconfezionato una risposta senza nemmeno ascoltare la sua risposta all'interrogazione. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signora Presidente, ringrazio il senatore Speranzon anche per questa osservazione. In realtà, i suoi colleghi hanno detto che sapevano già quello che avrei detto e, quindi, sono anche indovini, oltre che politici. Mi congratulo, colleghi.

Accogliamo con molto favore il fatto che l'Unione europea abbia deciso di fare degli stanziamenti ulteriori sulla ricerca e io manifesterò questa soddisfazione in nome e per conto del Governo italiano al prossimo Consiglio europeo del 23 maggio a Bruxelles. Quella è l'unica sede dove si debbano fare delle scelte di investimenti comuni in una strategia globale, ma soprattutto in questo caso europea, che va verso la ricerca e l'innovazione.

Senatore Speranzon, approfittando della sua pazienza, mi permetto di fare una precisazione. Mi è stato chiesto per quale motivo io non mi sia recata a Parigi alla Sorbona per un'iniziativa dal titolo «Scegli l'Europa, scegli la Francia» che nel fine settimana è stata pietosamente, con una qualche accortezza, trasformata in «L'Europa per la scienza». Non l'ho fatto perché ho intenzione di fare promozione non alle università francesi, bensì a quelle italiane, rappresentando io, in una cornice strategica europea, l'Italia. (Applausi). Noi siamo i più europeisti del gruppo in questo momento, avendo una visione non nazionalistica ma una visione da Consiglio europeo di condivisione di iniziative comuni, ma solo ed unicamente in una cornice europea. Da soli non si va da nessuna parte. E il fatto che si sia parlato di isolamento dell'Italia mi fa aggiungere che questo isolamento era terribilmente affollato, perché su 27 Paesi che compongono l'Unione europea erano presenti solamente quattro Ministri e, su 50 rettori italiani invitati direttamente dal presidente Macron, ne erano presenti solo tre, anzi, credo addirittura che i Ministri presenti fossero tre. Quindi - come posso dire - un isolamento incredibilmente condiviso, un isolamento che non è isolamento.

Cosa stiamo facendo? Tante cose. Fa piacere sapere che l'Europa stanzierà 500 milioni, ma noi li abbiamo già stanziati per il Fondo italiano per lo sviluppo quest'anno e sono già attivi a sportello, dedicati in particolare ai ricercatori e, quindi, agli scienziati giovani. Hanno una partizione tematica, ma soprattutto una partizione anagrafica, che consente ai ricercatori giovani di accedere a questa forma di finanziamento. In occasione dell'esigenza di condividere alcune iniziative per far tornare i ricercatori italiani in Italia e per far venire i ricercatori stranieri nel nostro Paese, abbiamo aperto un bando a sportello a cui abbiamo dedicato 50 milioni.

Ma soprattutto, a partire dal 2022, per consentire ai ricercatori non solamente di tornare, ma anche di rimanere e di non perdere il contatto con la loro comunità scientifica, abbiamo investito 11 miliardi non solo di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche di fondi nostri (i fondi italiani strategici), per rafforzare le infrastrutture di ricerca, che sono la vera casa dei ricercatori. I ricercatori non tornano solo perché diamo loro sgravi fiscali o contributivi. Non possiamo isolarli con i loro computer in una stanza vuota e disconnetterli dal mondo della ricerca. Dobbiamo creare e mantenere infrastrutture di ricerca che consentano loro di essere i veri protagonisti della ricerca nel mondo, perché la ricerca non ha confini, ha solo connessioni. Questo è quello che stiamo facendo. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Speranzon, per due minuti.

SPERANZON (FdI). Signor Presidente, voglio ringraziare il Ministro per la risposta, assolutamente soddisfacente, perché dimostra non solo quanto ha fatto questo Governo fino ad ora, ma anche qual è la prospettiva che dà rispetto a un tema come quello dell'immigrazione. Ascoltando il suo intervento, ho pensato a quelli che in passato pensavano che l'Italia dovesse diventare il campo profughi d'Europa - mi riferisco a quelli di sinistra - o a quelli che ancora oggi fanno di tutto per evitare che vengano espulsi dal nostro territorio quei clandestini che delinquono, stuprano, rubano e rapinano. (Applausi).

Di fronte a questa interpretazione dell'immigrazione che viene data spesso a sinistra, sapere che c'è un Governo che invece lavora con decisione, determinazione, competenza, capacità e unità di intenti, supportato da questa maggioranza, per attrarre cervelli, per attrarre talenti, per rendere attrattiva l'Italia a quella parte migliore del mondo che le può permettere di garantire al proprio sistema produttivo di competere a livello globale, per noi è rassicurante.

La ringrazio per la sua risposta e la ringrazio per il lavoro che ha compiuto. Quello che ha già fatto è un grande auspicio per il lavoro che dovrà portare avanti nei prossimi due anni e mezzo con il nostro sostegno. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.

Per un'informativa urgente del Ministro degli affari esteri
sulla situazione a Gaza

*VERDUCCI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VERDUCCI (PD-IDP). Signora Presidente, la voglio ringraziare per avermi dato la parola sull'ordine dei lavori. Come sa, non intervengo a nome mio personale, ma intervengo a nome del Gruppo Partito Democratico, dopo che oggi lo abbiamo fatto già due volte e dopo che lo hanno fatto, sempre nella giornata di oggi, gli esponenti di tutte le opposizioni. Questo mio intervento è per tornare a chiedere che venga a riferire in Aula sulla situazione di Gaza con assoluta urgenza, già nelle prossime ore, come chiediamo da martedì scorso, il vice presidente del Consiglio e ministro degli esteri, onorevole Tajani.

Noi, Presidente e colleghi, continuiamo a porre questa urgenza e continueremo a chiedere che in Parlamento si discuta, con gli esponenti del Governo, di quello che sta avvenendo a Gaza.

Infatti, così come denunciato ancora in queste ore dalle Nazioni Unite, siamo di fronte a delle atrocità spaventose, un massacro di proporzioni enormi. Sono queste le parole del Segretario generale dell'ONU. È una situazione sconvolgente. Sappiamo che da più di 60 giorni a Gaza non entrano medicinali, non entrano generi alimentari e di prima necessità di alcun tipo. Sappiamo che il piano approvato lunedì dal governo israeliano è un piano pericolosissimo, di occupazione totale della Striscia di Gaza, di espulsione e deportazione della popolazione, un piano che noi riteniamo criminale.

Una continua e inaccettabile violazione del diritto internazionale e umanitario.

Presidente, penso che nessuno si possa arrendere all'idea di un'escalation senza fine, di una guerra totale che si va ingigantendo. Gli attacchi nei confronti della Siria, i bombardamenti in Libia, i raid in Yemen, gli attacchi Houthi contro l'aeroporto di Tel Aviv.

Noi abbiamo bisogno di una soluzione politica e, per fare questo, c'è bisogno che la comunità internazionale intervenga e che il Governo italiano faccia la sua parte. Non possiamo stare in silenzio. Due popoli non possono essere prigionieri di questa situazione, di una situazione fuori controllo. Chiediamo il Governo in Aula…

PRESIDENTE. Concluda, senatore Verducci.

VERDUCCI (PD-IDP). …affinché finalmente ci sia una soluzione politica per riaprire uno spiraglio di pace, per il Medio Oriente e per tutto il mondo. Grazie, Presidente e colleghi. (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza prende atto del suo intervento. Avrò modo comunque di informare ulteriormente il presidente La Russa.

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

DI GIROLAMO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DI GIROLAMO (M5S). Signor Presidente, grazie di avermi concesso questo intervento. Volevo riportare a quest'Assemblea un terribile episodio che purtroppo nelle scorse ore ha interessato quella che viene definita la Regione verde d'Europa, l'Abruzzo, la mia terra. Nelle scorse ore due giovani esemplari di orsi marsicani sono stati ritrovati morti in un invaso situato in località Colle Rotondo, a Scanno, in provincia dell'Aquila, più precisamente a 1.600 metri di altitudine, nella zona speciale di conservazione attigua al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Presidente, parliamo di uno specchio d'acqua, che veniva utilizzato - sottolineo veniva - per l'innevamento artificiale di una stazione sciistica che risulta dismessa, esattamente una delle 256 o forse più stazioni sciistiche dismesse. Ovviamente noi attendiamo il pronunciamento della magistratura sulle eventuali responsabilità di questo caso, ma nel frattempo non possiamo non stigmatizzare che le cause sono da rinvenire e da ritrovare ovviamente nella scarsa manutenzione di strutture obsolete che finiscono per diventare delle vere e proprie trappole mortali per animali e non solo.

Stiamo parlando di specie protetta, sappiamo cosa significa perdere ben due esemplari di una specie protetta composta da 60 individui al giorno d'oggi.

Ebbene, Presidente, l'uomo non può continuare a macchiarsi di questo tipo di crimini. (Applausi).

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei portare in quest'Aula il caso di Piacenza, che ha visto direttamente l'arresto del primario dell'ospedale, accusato di violenza sessuale aggravata e stalking nei confronti di alcune dottoresse e infermiere, che sta tenendo banco su tutti i mezzi di informazione. Non è sicuramente un biglietto da visita buono per l'AUSL di Piacenza, che è anche la mia città. L'elenco non finisce qua perché purtroppo non è questo l'unico caso. Possiamo fare un elenco: l'infermiera indagata per false vaccinazioni, il medico di medicina generale arrestato perché prescriveva oppioidi, l'infermiera arrestata per sottrazione di farmaci, gli avvisi di garanzia per la chiusura del reparto di salute mentale, con due milioni di euro di buco per servizi affidati a centri non autorizzati, le certificazioni per la sicurezza sul lavoro comprate.

Questo è solo un elenco che non porta direttamente a un'immagine di serietà, e questo assolutamente porta direttamente la memoria e la visione dei professionisti sanitari Piacentini che sono infangate da queste situazioni. A loro va alla mia vicinanza, come va anche alle vittime, direttamente alle donne che hanno subito violenza e che hanno subìto pressioni da parte del primario. Anche perché c'è un punto importante nell'ordinanza in cui urge una riflessione: l'indagato viene definito dalla Polizia e dalla procura un uomo potente, sia per il ruolo all'interno dell'USL, sia per le sue conoscenze e tale posizione determinava nel personale sanitario una forte soggezione.

Chiediamo quindi direttamente che l'assessore alla sanità, Fabi, intervenga all'interno della direzione sanitaria, vada direttamente a commissariare la USL di Piacenza e prenda provvedimenti.

Chiediamo anche un intervento del Ministero della salute al riguardo, perché l'USL piacentina, la sanità piacentina non merita tutto ciò.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 13 maggio 2025

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì, 13 maggio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 16,01).

Allegato A

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO

Interrogazione sul completamento della Gronda di Genova

(3-01876) (07 maggio 2025)

Paita, Renzi, Furlan, Enrico Borghi, Fregolent, Musolino, Sbrollini, Scalfarotto. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            dopo due anni dalla nomina a vertice del dicastero, è evidente agli interroganti la profonda inefficienza dell'azione del Ministro in indirizzo in merito alle opere di manutenzione e ampliamento delle infrastrutture, la quale sta bloccato lo sviluppo e la crescita del nostro Paese, come plasticamente raccontano i ritardi dei diversi cantieri, su tutto il territorio nazionale, rispetto alle aperture previste;

            emblematico è il caso della "gronda" di Genova, un'opera infrastrutturale essenziale per il nostro Paese, trattandosi di una nuova arteria autostradale che supera Genova nella sua parte nord, lunga 72 chilometri, 50 dei quali in 25 gallerie, a cui aggiungere 37 viadotti (16 nuovi e 21 ammodernati), ma che tuttavia da anni è soggetta a ritardi nell'avvio dei lavori: organi di stampa riportano come attualmente il mancato inizio dei lavori sia legato all'incognita finanziaria, non essendovi un piano economico-finanziario stilato da Autostrade per l'Italia, né tantomeno da parte del Ministero;

            l'opera risulta essenziale altresì per la logistica nazionale nonché per il collegamento con il porto di Genova, e consentirebbe di dare profondo slancio non solo alle imprese liguri, bensì favorirebbe un sicuro risvolto positivo anche per tutta l'economia nazionale, già soggetta a un profondo calo finanziario, aprendo nuovi varchi per il commercio e le imprese;

            non si può inoltre non ricordare come negli ultimi anni si siano susseguite diverse finte inaugurazioni del completamento dell'opera, nonostante la realtà dei fatti dimostrasse e dimostri il profondo ritardo nell'avvio dei lavori: è necessario che il Ministro in indirizzo si attivi al fine di adottare un serio ed efficiente piano economico-finanziario, affinché la gronda possa essere completata in tempi accettabili, senza ulteriori ritardi,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda esporre quale sia il piano economico-finanziario che intende adottare affinché possa essere completata la gronda di Genova e se non intenda dichiarare quanti miliardi di finanziamenti attualmente manchino per il completamente dell'opera e come intenda reperire tali cifre.

Interrogazione sulla realizzazione di un porto turistico a Isola Sacra nel Comune di Fiumicino

(3-00730) (05 ottobre 2023)

Maiorino, Di Girolamo, Lorefice, De Rosa, Bevilacqua, Damante, Nave. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            la concessione demaniale marittima a Isola Sacra, nel comune di Fiumicino (Roma), prevedeva ai sensi della legge n. 84 del 1994 la possibilità di realizzare una marina per imbarcazioni di diporto, gestita dal Comune di Fiumicino, per ospitare imbarcazioni con massimo 12 componenti di equipaggio, pertanto da considerarsi turistica, non idonea a ospitare natanti classificati "nave";

            il 4 agosto 1998 il sindaco di Fiumicino ha avviato, attraverso l'istituzione e relativa convocazione, la conferenza dei servizi finalizzata a selezionare, tra quelli presentati, il progetto del porto turistico di Isola Sacra ai sensi e per gli effetti del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997 (cosiddetto decreto Burlando). La conferenza in data 17 ottobre 2003 ha definitivamente ammesso alla fase di approvazione il progetto definitivo della società I.P. Iniziative Portuali Porto romano S.r.l. e nella riunione dell'11 marzo 2008 ha provveduto ad approvarlo;

            il 2 febbraio 2010 la Regione Lazio, con atto di concessione rep. n. 6424, concedeva alla società Iniziative Portuali un'area demaniale marittima di 54.806 metri quadrati di aree a terra e 988.094 di specchi acquei posti a ridosso della foce di fiumara grande adiacente al faro di Isola Sacra, al fine di costruire e gestire il porto turistico denominato "porto della Concordia";

            a giugno 2010 è stata sottoscritta tra il Comune di Fiumicino e la società Iniziative Portuali la convenzione per attuare il progetto definitivo;

                    considerato che:

            a seguito di fatti giudiziari che hanno visto coinvolti i soci della Iniziative Portuali è stata bloccata la realizzazione delle strutture portuali e l'area è stata sottoposta a sequestro giudiziario;

            in data 19 maggio 2017 I.P. Iniziative Portuali Porto romano S.r.l. ha depositato dinanzi al Tribunale fallimentare di Roma una domanda di concordato preventivo ai sensi dell'art. 161, comma 6, della legge fallimentare di cui al regio decreto n. 267 del 1942. Con provvedimento del 4 maggio 2018, il Tribunale fallimentare di Roma ha ammesso la I.P. alla procedura di concordato preventivo;

            su richiesta di Invitalia S.p.A., socio di minoranza della Iniziative Portuali, fu indetta a inizio 2019 la conferenza dei servizi preliminare dalla Regione, avente oggetto "Modifica dei titoli convenzionali ed abilitativi, ivi compresa la concessione demaniale marittima, per la realizzazione, il completamento e la gestione del Porto turistico di Fiumicino, località Isola Sacra - Avviso di indizione Conferenza di servizi preliminare ex art. 14, c.3, legge n. 241/1990", per l'esame della richiesta di variante del progetto definitivo del porto. Tale variante prevede l'introduzione della funzione crocieristica per le grandi navi di classe "Oasis", le più grandi navi esistenti al mondo, passando così da marina turistica a porto commerciale, non previsto dall'attuale ordinamento;

            il 30 agosto 2021, il liquidatore giudiziale di Iniziative Portuali ha indetto una procedura competitiva per la vendita del ramo d'azienda che si è conclusa 18 ottobre 2021 con l'aggiudicazione provvisoria alla Fiumicino Waterfront S.r.l., società del gruppo Royal Caribbean, che è stata autorizzata dal Comune di Fiumicino ai sensi dell'art. 46 del codice della navigazione di cui al regio decreto n. 327 del 1942 con la determinazione n. 59 del 18 febbraio 2022. Così è avvenuto il subingresso della Fiumicino Waterfront nella concessione demaniale marittima rep. n. 6424 del febbraio 2010, rilasciata dalla Regione Lazio originariamente alla Iniziative Portuali;

            evidenziato che il 10 luglio 2023, Pino Musolino, presidente dell'Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro-settentrionale, è intervenuto in Consiglio comunale di Civitavecchia (Roma), facendo diverse affermazioni sul progetto della Royal Caribbean a Fiumicino e sulle relative forzature: "Nel nostro ordinamento, finché io ho contezza, non è prevista la possibilità di fare un porto commerciale all'interno di una marina ma qui mi fermo perché mi è stato indicato da superiori livelli amministrativi di fermarmi qui, perché non è un mio problema (...). Il tema del porto marina privata di Fiumicino acquisito da Royal Caribbean ha subìto e ha visto un'accelerazione importante quando è stato inserito per comune volontà della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Sindaco della Città di Roma all'interno dei piani per il Giubileo (...). Abbiamo anche un porto che stiamo sviluppando a Fiumicino, siamo un'amministrazione dello Stato, non siamo un ente di diritto privato, siamo un ente pubblico non economico di rango statale, questo dice la legge, (...) lo dico per sottolineare perché siamo nel paradosso nel quale il privato sta riuscendo a fare delle cose che noi, che siamo lo Stato, non riusciamo a fare. Allora io ho difficoltà anche a parlare di questa cosa perché noi non siamo stati inseriti in nulla, non ci è stato nemmeno richiesto nulla, abbiamo un operatore privato, chiunque egli sia, può essere qualsiasi soggetto privato tra l'altro, mi permetto di dire, potrebbe creare un precedente particolarmente complesso, nell'ambito del sistema portuale italiano, non di Civitavecchia ma dell'Italia";

            considerato infine che:

            il nuovo porto commerciale di Fiumicino è un'infrastruttura pubblica strategica per lo sviluppo nazionale e locale, come stabilito dagli atti di pianificazione di recente approvazione e come fissato dal protocollo di intesa per il completamento del piano strategico dell'hub portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta (Latina) e del sistema di rete e della logistica sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2013 e risponde alle esigenze di aumento selettivo, in ottica di distinzione funzionale, rispetto alle caratteristiche e funzioni del porto di Civitavecchia;

            la variante del progetto definitivo del porto turistico di Isola Sacra, autorizzato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997, introduce la funzione crocieristica;

            il Governo ha inserito nel nuovo "decreto Giubileo" (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 giugno 2023) il progetto di Royal Caribbean,

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo ritenga legittima l'introduzione, nell'ambito della variante del progetto definitivo, della funzione crocieristica, con impatto tutt'altro che irrilevante rispetto alla funzione diportistica del progetto precedentemente autorizzato, a beneficio di un soggetto privato;

            se l'introduzione della funzione crocieristica non sia in evidente contraddizione con i dettami della legge n. 84 del 1994 e successive modificazioni e integrazioni, che demanda allo Stato la realizzazione e gestione dei porti di tipo commerciale;

            se l'eventuale approvazione della variante del progetto definitivo di Isola Sacra con l'introduzione della funzione crocieristica a beneficio della Fiumicino Waterfront (Royal Caribbean) non costituisca un grave nocumento per il ruolo e la funzione dell'Autorità portuale, ovvero dello stesso Stato, visto che comporterà una struttura ridondante e concorrenziale rispetto alle infrastrutture dell'autorità medesima, così vanificando gli effetti degli investimenti pubblici su queste ultime;

            se non ritenga opportuno rivedere con urgenza la correttezza dell'iter dato che l'inserimento della suddetta opera nel nuovo decreto Giubileo costituisce l'ennesima forzatura in questa vicenda visto che le opere non sono realizzabili entro l'anno 2025.

Interrogazione sui lavori di completamento del traforo del Colle di Tenda

(3-01875) (07 maggio 2025)

Bergesio, Romeo. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            il passaggio attraverso il Colle di Tenda si inserisce in una direttrice nord-sud strategica e fondamentale che consente il collegamento diretto della Pianura Padana con la Costa Azzurra e la costa ligure, attraverso le propaggini occidentali delle Alpi Marittime lungo la valle Vermenagna, in Italia, e la valle della Roya, in Francia;

            in particolare, dalla provincia di Cuneo, grazie alla strada statale 20, si raggiunge il Colle di Tenda in direzione sud per poi proseguire in Francia lungo la RD6204, dopo aver superato la galleria di valico e il confine. Il collegamento fa parte dell'itinerario europeo E74 e consente di unire agevolmente il sud del Piemonte con una parte importante del Ponente ligure e la Costa Azzurra;

            già negli anni '90, il vecchio tunnel del Colle di Tenda non poteva più considerarsi un transito adatto alle esigenze di un traffico rapido e sicuro su una direttrice qualificata di rilievo europeo, pertanto, anni fa è stato elaborato un progetto che prevedeva la costruzione di una nuova galleria accanto a quella storica, una diretta verso la Francia e l'altra da allargare in direzione Italia, monodirezionali con una carreggiata effettiva di 6,50 metri, collegate tra loro da bypass pedonali e carrabili;

            il progetto di realizzazione del tunnel del Tenda-bis rappresenta un'opera infrastrutturale strategica di fondamentale importanza per i collegamenti transfrontalieri tra Italia e Francia nella regione delle Alpi Marittime, nonché per i collegamenti dei territori italiani interessati, in particolare la provincia di Cuneo, che da anni versa in una condizione di sostanziale isolamento infrastrutturale;

            i lavori di realizzazione dell'opera avviati proceduralmente nel 2012 hanno subito ripetuti ritardi, anche a causa dei gravi danni subiti durante l'alluvione (tempesta "Alex") del 2020 e dei successivi lavori di ampliamento, messa in sicurezza e ripristino;

            la prolungata chiusura definitiva dal 2 ottobre 2020 ha causato gravi difficoltà economiche e sociali alle comunità locali, su tutte la provincia di Cuneo, con pesanti ripercussioni sulle attività economiche e sul comparto turistico (su tutti il comprensorio sciistico di Limone Piemonte), e ha contribuito a dirottare il traffico pesante su altre direttrici, che non hanno le caratteristiche adatte per reggere un simile sovraccarico;

            a quanto si apprende da fonti non ufficiali e da organi di stampa, l'ultima ipotesi di riapertura, prevista per la fine del mese di giugno 2025, sarebbe stata confermata dalle autorità francesi,

            si chiede di sapere se e quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo abbia adottato o intenda promuovere al fine di rendere più celere il completamento e la piena funzionalità di quest'opera strategica, che porterà rilevanti benefici e ricadute positive in primis sulle regioni Piemonte e Liguria, per far sì che il traforo del Colle di Tenda venga aperto alla viabilità il prima possibile.

Interrogazione sull'attuazione delle nuove modalità di accesso alla facoltà di medicina

(3-01873) (07 maggio 2025)

Gasparri, Occhiuto, Damiani, De Rosa, Fazzone, Galliani, Lotito, Paroli, Ronzulli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Trevisi, Zanettin. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            la riforma delle modalità di accesso a medicina rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma per studenti e famiglie, ma anche per le stesse università;

            l'utilizzo dello strumento della legge delega, che demanda al Governo l'adozione di decreti legislativi attuativi, previo parere delle Commissioni parlamentari, ha il pregio di consentire che anche la delicata fase dell'attuazione passi attraverso un iter legislativo di controllo democratico delle scelte effettuate;

            ad oggi, primario obiettivo deve essere quello di rassicurare studenti e famiglie nell'intraprendere questo percorso tramite risposte chiare sulle modalità di applicazione della riforma;

            lo schema di decreto legislativo, già approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 28 marzo scorso, è all'esame delle Commissioni parlamentari per il parere di competenza,

            si chiede di sapere quali siano le misure volte a consentire che il nuovo accesso a medicina possa essere immediatamente operativo sin dal prossimo anno accademico e quali siano le tempistiche per l'adozione di tutti i provvedimenti attuativi della riforma.

Interrogazione sulla riforma dell'accesso alla facoltà di medicina e chirurgia

(3-01877) (07 maggio 2025)

Zambito, Boccia, D'Elia, Zampa, Camusso, Crisanti, Rando, Verducci. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            lo schema di decreto legislativo recante la disciplina delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria (Atto n. 263), all'esame della 7ª Commissione del Senato e della VII Commissione della Camera dei deputati, è il primo provvedimento attuativo della legge 14 marzo 2025, n. 26, sulla riforma delle modalità di accesso a questi corsi di laurea magistrale;

            all'articolo 2, lo schema di decreto legislativo reca, tra le altre, la definizione di "semestre filtro" che, come dichiarato in fase di discussione della legge delega, non supera il numero chiuso, ma rimanda la selezione al secondo semestre;

            quindi, nonostante la "propaganda" fatta dal Governo, l'oggetto della legge delega e dello stesso schema di decreto legislativo non è il superamento del test di accesso che, per le modalità inique con cui si svolge, va superato, ma un tema ben più complesso, come la qualità della formazione;

            l'iscrizione al semestre filtro, anche in assenza di investimenti, determinerà un notevole aumento delle iscrizioni, soprattutto nelle sedi più attrattive, l'aumento delle diseguaglianze territoriali, un sovraffollamento delle lezioni, a discapito della qualità formativa, un sovraccarico per il corpo docente, con possibile ricorso a personale non universitario e la prevalenza della didattica a distanza;

            come risulta dalla relazione illustrativa, la norma demanda all'autonomia universitaria la scelta circa le modalità di erogazione della didattica più idonee, anche mediante l'integrazione tra didattica in presenza e modalità da remoto e, considerato il probabile aumento del numero di iscrizioni, il primo semestre rischia di essere svolto soprattutto in modalità telematica;

            non c'è alcuna definizione di una programmazione del "sovrannumero" con la conseguenza che i corsi di laurea coinvolti nella riforma non potranno effettuare una programmazione adeguata alle proprie risorse economiche, ai propri spazi e alla disponibilità dei docenti;

            inoltre, l'articolo 4, comma 1, definisce "gratuita" l'immatricolazione al secondo corso di studi, senza specificare le modalità di gestione della doppia iscrizione ai fini ISEE, le modalità di accesso ai benefici per il diritto allo studio e se siano da ritenersi inclusi contributi le tasse locali e i servizi;

            è assente qualsiasi intervento volto ad incrementare il numero di docenti adeguato e gli spazi universitari adatti a garantire un percorso formativo serio e qualitativamente elevato per tutti gli studenti;

            come evidenziato dalla stessa relazione illustrativa, lo schema di decreto legislativo non dà attuazione a quanto previsto dalle lettere g) e h) dell'articolo 2 della legge delega "di costruire un sistema di accesso sostenibile che tenga conto sia del fabbisogno effettivo del Servizio Sanitario Nazionale, sia della capacità delle università di garantire una formazione di elevata qualità. In tale prospettiva, occorre riorganizzare anche l'accesso alle scuole di specializzazione, affinché il numero di nuovi professionisti risponda efficacemente alle reali esigenze del Paese. Solo così sarà possibile formare un numero adeguato di professionisti qualificati, rispondendo alle esigenze di un SSN sempre più sotto pressione, superando definitivamente il problema del cosiddetto imbuto formativo";

            inoltre, nello schema di decreto legislativo (composto da 11 articoli), in ben 4 articoli, recanti rispettivamente disposizioni in materia di procedure di iscrizione, discipline qualificanti comuni, graduatoria di merito nazionale e ammissione al secondo semestre e modalità di applicazione alle università non statali legalmente riconosciute, si rinvia la definizione delle relative disposizioni a successivi decreti ministeriali;

            l'ulteriore rinvio a successivi decreti ministeriali rappresenta l'ennesima "presa in giro" delle ragazze e dei ragazzi interessati e delle loro famiglie che ancora non conoscono come verrà attuata questa "riforma";

            da sottolineare poi che il parere del relatore, sen. Marti, approvato, a maggioranza, il 6 maggio 2025 dalla 7ª Commissione del Senato, contiene ben 9 osservazioni al Governo su punti cruciali, a conferma del fatto che anche la maggioranza è consapevole delle lacune e delle criticità del provvedimento,

            si chiede di sapere:

            se la Ministra in indirizzo non ritenga opportuno e doveroso fare chiarezza quantomeno sulle criticità descritte, nel rispetto di migliaia di studentesse e studenti e delle loro famiglie;

            se intenda recepire le osservazioni previste dal parere della sua stessa maggioranza.

Interrogazione sulle misure per incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo

(3-01874) (07 maggio 2025)

Malan, Speranzon, Marcheschi, Cosenza, Bucalo, Fallucchi. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            l'Unione europea ha annunciato di voler aumentare i finanziamenti in favore della ricerca, circa 500 milioni di euro tra il 2025 e il 2027, per attirare i ricercatori esteri, anche statunitensi, e di voler creare una nuova "super sovvenzione" della durata di 7 anni nell'ambito del Consiglio europeo della Ricerca per offrire una prospettiva a lungo termine ai migliori talenti;

            l'obiettivo dell'Unione europea, insieme agli Stati membri, è quello di raggiungere il 3 per cento del PIL per gli investimenti in ricerca e sviluppo entro il 2030, come di recente affermato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso all'università "Sorbona" di Parigi, col quale ha annunciato che l'Europa presenterà un primo atto per l'innovazione e una strategia per startup e scaleup innovative per rimuovere barriere normative e di altro tipo anche per facilitare l'accesso al capitale di rischio;

            la ricerca rappresenta un indiscusso punto di forza anche come volano dell'economia e la capacità degli Stati di attrarre ricercatori e studiosi rappresenta un tassello fondamentale per la crescita produttiva e sociale,

            si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare perché il sistema della ricerca italiano divenga, nel contesto europeo e in questo particolare momento storico, attrattivo per ricercatori italiani e stranieri, valorizzando le infrastrutture e favorendo così la circolazione dei saperi e delle esperienze più virtuose.

 

Allegato B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, Damiani, De Poli, Durigon, Fazzolari, Fazzone, Franceschelli, Garavaglia, Gelmetti, Iannone, La Pietra, Martella, Marti, Meloni, Mirabelli, Monti, Morelli, Nastri, Orsomarso, Ostellari, Paita, Rauti, Rosa, Rubbia, Segre, Sisto, Spelgatti, Ternullo, Tosato, Unterberger, Verini e Versace.

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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Borghi Claudio, Borghi Enrico, Mieli, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Lorefice e Spagnolli, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati; Bilotti, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

Commissioni permanenti, trasmissione di documenti

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 9a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), approvata nella seduta del 6 maggio 2025, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 92/43/CEE del Consiglio per quanto riguarda lo status di protezione del lupo (Canis lupus) (COM(2025) 106 definitivo) (Doc. XVIII, n. 17).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 4a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea), approvata nella seduta del 7 maggio 2025, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 92/43/CEE del Consiglio per quanto riguarda lo status di protezione del lupo (Canis lupus) (COM(2025) 106 definitivo) (Doc. XVIII-bis, n. 24).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

DDL Costituzionale

Senatori De Cristofaro Peppe, Cucchi Ilaria, Magni Tino

Modifiche agli articoli 72 e 77 della Costituzione, in materia di presupposti, modalità, limiti e termini della decretazione d'urgenza (1480)

(presentato in data 07/05/2025);

senatori Gasparri Maurizio, Rosso Roberto, Paroli Adriano

Modifiche al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante "Attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri, concernente il testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato" (1481)

(presentato in data 08/05/2025).

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

Gov. Meloni-I: Presidente del Consiglio dei ministri Meloni Giorgia, Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Musumeci Nello ed altri

Conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (1479)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali, Comitato per la legislazione

(assegnato in data 08/05/2025).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera del 7 maggio 2025, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 4 agosto 1955, n. 722 - lo schema di decreto ministeriale per l'individuazione delle manifestazioni da abbinare alle lotterie nazionali da effettuare nell'anno 2025 (n. 266).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema è deferito alla 6ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 30 giorni dall'assegnazione.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera del 6 maggio 2025, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina dell'avvocato Giovanni Gugliotti a presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Ionio (n. 78).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera del 6 maggio 2025, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina del dottor Rosario Antonio Gurrieri a presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale (n. 79).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera del 7 maggio 2025, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina dell'avvocato Stefano Arcifa a presidente dell'Aero Club d'Italia (n. 80).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 25 aprile all'8 maggio 2025)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 97

DI GIROLAMO: su una situazione di incompatibilità presso il Tribunale civile di Chieti (4-01983) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

IANNONE: sulle elezioni amministrative nel Comune di Torraca (Salerno) (4-01220) (risp. FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno)

LA MARCA ed altri: sulle difficoltà nelle procedure di rilascio e rinnovo dei passaporti dei cittadini italiani residenti in diverse circoscrizioni consolari del Nord e Centro America (4-01800) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)

LOPREIATO, PIRRO: sulla chiusura dell'istituto a custodia attenuata per detenute madri di Lauro (Avellino) (4-01859) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

MARTELLA: sulla morte di un giovane migrante a Treviso (4-01875) (risp. FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno)

MENIA: sulla scritta "Tito" sul monte Sabotino, in territorio sloveno (4-01724) (risp. CIRIELLI, vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale)

RENZI ed altri: sulla gestione dell'edilizia carceraria (4-01920) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

SCALFAROTTO: sulle iniziative per contrastare la violazione dei diritti delle donne in Iran e Afghanistan (4-01435) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)

sulla chiusura dell'istituto a custodia attenuata per detenute madri di Lauro (Avellino) (4-01862) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

sulla nuova garante delle persone detenute di Asti (4-02040) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

Interpellanze

DAMANTE, NATURALE, SIRONI, CROATTI - Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. - Premesso che:

da notizie di stampa e dal portale della Commissione europea si è appreso che il 21 marzo 2025 l'Italia ha inviato alla Commissione la quinta richiesta di modifica del piano nazionale di ripresa e resilienza. Tale richiesta, non comunicata ufficialmente dal Governo né discussa in Parlamento, è stata appresa esclusivamente da fonti non istituzionali;

questa modalità che agli interpellanti appare scarsamente trasparente, unita alla dichiarazione dello stesso ministro Foti relativamente alla possibile destinazione di circa 14 miliardi di euro di fondi non impegnati verso il sistema produttivo, desta preoccupazioni sull'accountability nell'impiego delle risorse comunitarie, considerando che l'Italia è l'unico Stato membro della UE ad aver presentato ben 5 richieste di revisione del proprio PNRR;

considerato che:

il PNRR costituisce lo strumento principale per la ripresa economica e lo sviluppo sociale del Paese dopo la pandemia, e pertanto ogni sua modifica dovrebbe essere comunicata in modo chiaro e discussa approfonditamente con il Parlamento;

la promessa del ministro Foti di coinvolgere preventivamente le Camere su ulteriori modifiche del piano, fatta durante la seduta parlamentare dell'11 febbraio 2025, non è stata rispettata, compromettendo il ruolo democratico e istituzionale del Parlamento;

l'Italia, con la quinta richiesta di modifica, è il solo Stato membro dell'Unione europea a vantare un numero così elevato di revisioni del proprio PNRR: tale eccezionalità rende ancor più urgente comprendere le ragioni e gli obiettivi di una procedura tanto iterata;

è fondamentale garantire che la gestione dei fondi pubblici, specialmente quelli del PNRR, avvenga con il massimo grado di trasparenza e responsabilità istituzionale,

si chiede di sapere:

quali siano precisamente i contenuti della proposta di revisione del PNRR inviata alla Commissione europea il 21 marzo 2025 e quale impatto essi abbiano sugli obiettivi originari e sugli investimenti previsti;

per quali motivi il Governo abbia omesso di informare ufficialmente il Parlamento e la cittadinanza circa tale nuova revisione, affidandosi esclusivamente a notizie di stampa e fonti non istituzionali;

quali misure urgenti intenda adottare per ripristinare piena trasparenza, garantendo il coinvolgimento diretto e tempestivo delle Camere in ogni ulteriore fase di revisione del PNRR.

(2-00026)

Interrogazioni

RANDO, ZAMPA, CAMUSSO, ZAMBITO, LORENZIN, BASSO, DELRIO, GIACOBBE, IRTO, MANCA, LA MARCA, MALPEZZI, PARRINI, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VERINI, VALENTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:

dagli anni '70 agli anni '90 del secolo scorso si è consumata la "tragedia" delle trasmissioni di sangue infetto a causa della somministrazione di sangue, plasma ed emoderivati non testati per la presenza dei virus delle epatiti (HBV e HCV) e dell'HVI;

nei soli anni '70 le persone emofiliche infettate sono state in Italia circa 2.600;

con la legge 25 febbraio 1992, n. 210, è stato riconosciuto un indennizzo ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati contaminati;

su questa tragica vicenda il legislatore è intervenuto molte volte, allargando la platea dei beneficiari e prevedendo nuove possibilità di transazione, con il risultato di creare una normativa stratificata e spesso di difficile interpretazione e di creare molti contenziosi che si susseguono ormai da anni;

la CEDU, con la sentenza n. 5376/11 del 3 settembre 2013, ha accolto un ricorso dei danneggiati e ha chiesto allo Stato italiano di chiudere in tempi brevi la problematica derivante da vaccinazioni e trasfusioni da sangue infetto mediante il riconoscimento di un'equa riparazione;

l'articolo 27-bis del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, ha disposto una procedura per ristorare i soggetti danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati contaminati, che avessero presentato "entro la data del 19 gennaio 2010 domanda di adesione alla procedura transattiva" con il riconoscimento "a titolo di equa riparazione" di "una somma di denaro, in un'unica soluzione, determinata nella misura di euro 100.000";

secondo lo stesso articolo, modificato successivamente, si prevede che "La liquidazione degli importi è effettuata entro il 31 dicembre 2018, in base al criterio della gravità dell'infermità derivatane agli aventi diritto e, in caso di pari entità, secondo l'ordine del disagio economico, accertato con le modalità previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, nei limiti della disponibilità annuale di bilancio";

considerato che:

su questa materia, il 27 settembre 2023, il Ministro in indirizzo, in risposta a un'interrogazione con risposta immediata, ha detto: "Nel corso degli anni si è creato un rilevante contenzioso con un numero elevato di soggetti interessati, dovuto anche alle pronunce della giurisprudenza in materia. A ciò si aggiunge che i competenti uffici del Ministero della Salute hanno dovuto svolgere numerose procedure e ne vado a ricordare alcune: gestione di circa 9.000 posizioni che riguardano sia gli indennizzati, (...); il riconoscimento e la corresponsione dell'indennizzo previsto dalla legge 29 ottobre 2005, n. 229, per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni residenti su tutto il territorio nazionale; riconoscimento e corresponsione degli indennizzi a favore dei soggetti affetti da sindrome da talidomide residenti su tutto il territorio nazionale; ricorsi amministrativi avverso il diniego di riconoscimento di indennizzi; transazioni previste per la deflazione del contenzioso";

nonostante la riduzione di nuovi contenziosi e la liquidazione di molte sentenze, sono ancora numerose le persone danneggiate e infettate che non hanno percepito alcun risarcimento e altre chiamate perfino a risarcire le spese di giustizia, a seguito di contenziosi con il Ministero della salute persi per prescrizione del diritto soggettivo vantato in giudizio,

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo risulti quali siano esattamente i contenziosi ancora pendenti e quanti i soggetti che non hanno ricevuto alcun indennizzo e che sono stati esclusi dalle procedure transattive a causa della tardiva o dell'omessa presentazione dell'istanza introduttiva, quanti i soggetti che siano stati indennizzati e con quali costi per lo Stato, se sia possibile quantificare gli oneri relativi all'intera platea degli emodanneggiati;

se non ritenga doveroso adottare le iniziative per azzerare il contenzioso e indennizzare ogni soggetto riconosciuto danneggiato da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati infetti.

(3-01880)

RANDO, ZAMPA, CAMUSSO, ZAMBITO, LORENZIN, BASSO, DELRIO, GIACOBBE, IRTO, LA MARCA, MANCA, MALPEZZI, PARRINI, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VERINI, VALENTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:

da molto tempo ormai è stata riscontrata l'evidente correlazione tra l'assunzione della talidomide (principio attivo presente in farmaci sedativi e antiemetici diffusi tra gli anni '50 e '60) da parte di donne in gravidanza e la comparsa di gravi malformazioni fetali, come focomelia, amelia, emimelia e micromelia;

il farmaco, oggetto di una massiccia campagna di marketing e venduto senza necessità di ricetta medica nelle farmacie italiane, è stato ritirato dal mercato soltanto nel 1962, senza però provvedere, in seguito, alla distruzione delle rimanenze e permettendone, così, la circolazione anche nel periodo successivo;

il legislatore, constatata la portata del danno recato dal farmaco, ha introdotto nell'ordinamento, con l'articolo 2, comma 363, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), la previsione di un indennizzo per i soggetti colpiti dalle malformazioni riconducibili all'assunzione di talidomide. Tale indennizzo, con una successiva novella intervenuta con l'articolo 31, comma 1-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207 (cosiddetto "Milleproroghe" per l'anno 2009), ha circoscritto la possibilità di riconoscimento ai soli soggetti nati tra il 1959 e il 1965;

successivamente, con l'articolo 21-ter del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante "Misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e del territorio", si è provveduto ad una nuova rimodulazione dell'indennizzo, riconoscendolo anche ai soggetti talidomidici nati negli anni 1958 e 1966, nonché ai soggetti nati al di fuori del periodo previsto che presentino però malformazioni compatibili con la sindrome da talidomide;

infatti, a seguito di importanti sentenze della Corte costituzionale sul tema, volte a segnalare e superare trattamenti discriminatori, il legislatore, con il decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante "Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali", ha riconosciuto, "a decorrere dalla medesima data prevista per i soggetti nati negli anni dal 1959 al 1965", la possibilità di riconoscimento dell'indennizzo anche ai soggetti che, ancorché nati fuori del periodo previsto, presentino malformazioni compatibili con la sindrome da talidomide;

considerato che il Ministero della salute, in più occasioni, ha dichiarato inammissibili domande di indennizzo pervenute da soggetti nati prima del 1958 o affetti da malformazioni monolaterali ascrivibili all'assunzione del farmaco, nonché, più volte, ha respinto la domanda presentata da parte di pazienti che avevano ottenuto il parere favorevole da parte di commissioni mediche ospedaliere, avanzando di seguito la richiesta di rettifica con diniego dell'indennizzo,

si chiede di sapere:

quale sia attualmente il numero esatto di soggetti affetti da malformazioni riconducibili all'assunzione di talidomide che beneficiano dell'indennizzo previsto e quanti, al contrario, non hanno potuto usufruirne, chiedendo di specificare l'anno di nascita del paziente, nonché le motivazioni del diniego;

quali opportuni approfondimenti il Ministro in indirizzo intenda promuovere al fine di valutare le motivazioni sottese al diniego all'indennizzo, in aperto contrasto con il parere favorevole concesso da commissioni mediche ospedaliere;

quali iniziative intenda altresì adottare per favorire la possibilità a tutti i pazienti affetti da malformazioni legate all'assunzione di talidomide che hanno ricevuto un diniego alla domanda di indennizzo, ad essere finalmente risarciti, superando così discriminazioni del tutto prive di senso.

(3-01881)

NATURALE, PIRRO, MAZZELLA, DAMANTE, LOPREIATO, NAVE, LOREFICE, CROATTI, GAUDIANO, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA, ALOISIO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

il progetto "home care premium - assistenza domiciliare 2025-2028", pubblicato in data 25 marzo 2025 sul portale istituzionale dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, ha destato, sin dalla sua divulgazione, non poche perplessità e preoccupazioni per l'utenza interessata e per gli operatori del settore;

per le annualità dal 2025 al 2028, infatti, il progetto non prevede più l'erogazione di prestazioni integrative fondamentali, quali: l'assistenza domiciliare svolta da operatori socio-sanitari, i servizi di sollievo per i caregiver familiari, l'accesso a centri diurni e strutture extra domiciliari, nonché i servizi di trasporto degli assistiti e la fornitura di ausili per l'autonomia. Servizi, questi ultimi, che risultavano prima garantiti e la cui improvvisa cancellazione determinerà, quale effetto avverso, notevoli disagi per i cittadini interessati;

secondo quanto denunciato dalle associazioni di categoria, inoltre, alla diminuzione dei servizi offerti si aggiunge anche la pregiudiziale esclusione delle imprese mutualistiche accreditate tra i soggetti attivi che erogano i servizi;

considerato che secondo quanto diffuso da fonti giornalistiche, il 23 aprile, a Cagliari, si è verificata una protesta davanti alla sede dell'INPS contro "i tagli annunciati dall'Inps nel bando 2025-2028 del progetto 'Home Care Premium', che rischiano di compromettere l'erogazione di servizi di assistenza domiciliare a circa 8.000 persone in Sardegna" ("kalaritanamedia.it", 23 aprile 2025);

valutato che il danno che scaturisce dalla situazione ha una duplice e gravissima valenza di natura sociosanitaria: da un lato, infatti, si registra l'interruzione di vitali servizi per migliaia di utenti fragili, dall'altro si compromette la continuità lavorativa di centinaia di operatori specializzati,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di adottare ogni utile misura volta a ripristinare le prestazioni integrative prima garantite, nonché a sanare le esclusioni operative dei soggetti che erogano i servizi;

se reputi fondamentale, nelle proprie azioni direttrici, garantire un'adeguata continuità assistenziale alle persone fragili, mediante il fattivo perseguimento di politiche di inclusione sociale e di tutela della dignità umana, dell'autonomia personale nonché di concreto sostegno alle famiglie coinvolte.

(3-01882)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

VALENTE, MALPEZZI, D'ELIA, SENSI, VERDUCCI, LA MARCA, RANDO, ZAMBITO, FINA, VERINI, CAMUSSO, GIACOBBE, ROJC, IRTO, ROSSOMANDO, DELRIO, MANCA - Ai Ministri della giustizia e per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. - Premesso che:

secondo quanto risulta dai dati ufficiali ed aggiornati del Ministero dell'interno, dall'inizio del 2025 sono stati commessi 25 femminicidi; l'ultimo si è verificato, secondo quanto si apprende a mezzo stampa, a Settala, nell'hinterland milanese. La vittima, Amina Sailouhi, di 43 anni, originaria del Marocco, è stata uccisa con 15 coltellate dal marito cinquantenne Khalid Achak;

da quanto risulta dalle ricostruzioni, l'uomo è stato arrestato a seguito di una telefonata della figlia della coppia di appena 10 anni, che ha contattato il 118 e riferito del delitto; l'uomo è stato arrestato ed ha confessato l'omicidio, mentre la bambina è stata affidata ad una parente;

dalle prime ricostruzioni risulta che l'uomo avesse già compiuto atti di violenza e maltrattamenti sulla moglie, che si era rivolta in più occasioni alle forze di polizia, dapprima senza sporgere denuncia, poi, dopo l'ennesimo episodio di violenza, nel novembre 2022, a seguito del quale la donna era finita in ospedale, le forze dell'ordine avevano segnalato il caso alla Procura ed al locale centro anti violenza, che aveva preso in carico la donna e la bambina, seguite anche dai servizi sociali del Comune;

nonostante i precedenti e nonostante l'uomo avesse commesso atti intimidatori anche nei confronti dei vicini, le autorità competenti che avevano ricevuto la segnalazione non hanno tuttavia ritenuto di emettere alcun provvedimento restrittivo nei suoi confronti; anzi, secondo quanto riportato da ricostruzioni giornalistiche, l'inchiesta per maltrattamenti aperta dalla Procura di Milano stava per essere chiusa a breve senza l'adozione di misure cautelari;

da quanto esposto sembrerebbe, dunque, che ci si trovi di fronte all'ennesimo femminicidio che si sarebbe potuto evitare a priori, se non si fosse sottovalutato il rischio che correva la donna e l'evidente pericolosità sociale di Khalid Achak; allo strazio per la morte della donna si aggiunge quello per la bimba di dieci anni, che aveva più volte assistito alle violenze subite dalla madre e che ha dovuto trovare la forza di chiamare, di nascosto dal padre, i carabinieri per comunicare l'avvenuto omicidio della mamma;

si tratta di una vicenda da cui purtroppo sembrerebbe emergere, da parte delle autorità preposte, una sottovalutazione della pericolosità sociale dell'omicida, il quale si era più volte mostrato recidivo nei maltrattamenti alla moglie ed aveva precedenti di violenza nei confronti dei vicini;

questa sottovalutazione della pericolosità sociale dell'uomo ha causato, a parere degli interroganti, la non adeguata valutazione del rischio che correva la vittima: una valutazione che ha portato alla mancata applicazione delle necessarie misure di tutela nei confronti di quelle che, se adeguatamente protette, non sarebbero mai diventate vittime della violenza stessa,

si chiede di sapere quale sia la valutazione dei Ministri in indirizzo sui fatti esposti e quali misure immediate ed urgenti intendano intraprendere al fine di impedire il verificarsi di eventi simili.

(3-01878)

CAMUSSO, VERDUCCI, VALENTE, LA MARCA, RANDO, ZAMBITO, FINA, VERINI, GIACOBBE, ROJC, MANCA - Ai Ministri della giustizia e per la pubblica amministrazione. - Premesso che:

in data 23 gennaio 2024, la prima firmataria del presente atto ha presentato l'interrogazione 3-00874, con cui si chiedevano chiarimenti (mai pervenuti) in merito alla drammatica e ancora irrisolta situazione di 72 lavoratori degli ex consorzi intercomunali per lo smaltimento dei rifiuti BN1, BN2 e BN3 della provincia di Benevento, illegittimamente sospesi dal lavoro e successivamente licenziati;

la vicenda si protrae da oltre 15 anni, nonostante diverse sentenze definitive, sia nazionali che della Corte europea dei diritti dell'uomo, abbiano riconosciuto il diritto dei lavoratori al pagamento delle spettanze arretrate e al reinserimento lavorativo;

in particolare, la sentenza CEDU n. 39637/21 del 20 ottobre 2022 ha accolto la dichiarazione unilaterale dello Stato italiano, riconoscendo ai lavoratori il diritto a un risarcimento per la violazione del principio dell'equo processo e per la mancata attuazione delle sentenze nazionali, fissando un termine di 90 giorni per l'adempimento;

il termine è ampiamente scaduto, e la CEDU ha recentemente emesso ulteriori tre sentenze, riguardanti altri 29 lavoratori degli ex consorzi, condannando nuovamente lo Stato italiano e portando a 101 il numero totale dei lavoratori aventi diritto a risarcimento;

considerato che:

la "Relazione al Parlamento per l'anno 2022 sullo stato di esecuzione delle pronunce della CEDU" evidenzia che la ritardata o mancata esecuzione di sentenze che riconoscono diritti di credito verso amministrazioni pubbliche è un fenomeno diffuso, spesso determinato dall'incapacità patrimoniale degli enti coinvolti, come nel caso dei consorzi di Benevento che versano in uno stato di dissesto;

al fine di individuare i mezzi necessari a dare esecuzione alle sentenze della CEDU, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha istituito un tavolo interministeriale. All'esito dei relativi approfondimenti, il Ministro della giustizia, con l'atto n. 320 dell'8 luglio 2024, in risposta all'interrogazione scritta n. 4-03102 presso la Camera dei deputati, ha dichiarato che: "le parti hanno concordato sull'opportunità di agire con apposito intervento normativo da inserire in un prossimo veicolo normativo o alla prossima legge di bilancio, quale soluzione alla definizione della problematica esposta";

considerato altresì che:

nonostante le reiterate condanne della Corte EDU e gli impegni dichiarati dal Governo, la legge di bilancio per l'anno 2025 non prevede alcuno stanziamento volto a garantire i risarcimenti dovuti ai lavoratori interessati, né risulta, ad oggi, adottato alcun intervento normativo alternativo atto a risolvere definitivamente la vertenza;

la Regione Campania ha garantito dal 2018 un parziale supporto lavorativo ad alcuni lavoratori impiegati negli ex consorzi di Benevento, tramite un progetto semestrale ai sensi dell'art. 45, comma 1, della legge regionale n. 14 del 2016, la cui scadenza definitiva è fissata al 30 giugno 2025. Tale circostanza rende ancora più improcrastinabile un intervento governativo che dia una risposta concreta ai 101 lavoratori e alle loro famiglie,

si chiede di sapere quali provvedimenti urgenti si intenda adottare per garantire il risarcimento integrale ai lavoratori degli ex consorzi di smaltimento rifiuti di Benevento, vittime di una grave e reiterata violazione dei propri diritti, adempiendo agli obblighi internazionali assunti e ponendo fine a una vicenda di inaccettabile impasse burocratica e istituzionale.

(3-01879)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

ROMEO - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

la Società varesina incremento corse cavalli (SVICC), che gestisce l'ippodromo de "le Bettole" a Varese, ha adottato la drastica decisione di chiudere la pista interna dell'ippodromo, suscitando vive proteste da parte della realtà dell'ippica locale;

da quanto si apprende, la decisone della società sarebbe motivata dalla presenza di alcuni affittuari non in regola con le rette di locazione dei box;

la chiusura della pista sta avendo un impatto negativo sulla comunità equestre, poiché i cavalli non possono essere allenati regolarmente, costringendo gli allenatori a sospendere le loro attività;

la situazione, che si protrae da alcuni giorni, ha spinto gli allenatori ad una mobilitazione, dando vita ad un corteo spontaneo che, dall'ippodromo, è giunto fino alla sede del Comune, a testimonianza della gravità della situazione, che sta coinvolgendo indistintamente tutti gli operatori, anche coloro che sono in regola con i pagamenti;

a pagarne le conseguenze non sono soltanto gli allenatori ma anche i cavalli, cui viene impedito di muoversi; sono cavalli purosangue inglese, che devono potersi allenare quotidianamente, anche in vista della loro partecipazione a rilevanti competizioni sportive. Al momento sono 120 i cavalli fermi nelle scuderie;

l'ippodromo riceve sovvenzioni statali per circa 1.370.000 euro annui. Parte di queste risorse è impiegata per gli impianti e il loro miglioramento, le restanti per l'organizzazione delle corse e per le riprese televisive, ad esclusione dei premi pagati ai primi quattro classificati nelle corse. Risulta dunque inopportuna la scelta della chiusura della pista, proprio per i disservizi che vengono arrecati a tutti gli operatori,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo voglia intervenire presso la SVICC di Varese per discutere della situazione e trovare una soluzione alla controversia, che tuteli in ogni caso gli interessi di tutti gli operatori coinvolti, garantendo loro l'accesso e la piena fruibilità dei servizi presso l'ippodromo delle Bettole;

se la scelta unilaterale da parte della società di chiudere la pista dell'ippodromo sia coerente con gli interessi pubblici perseguiti e non danneggi i diritti degli allenatori e dei proprietari dei cavalli.

(4-02073)

DE CRISTOFARO - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

recentemente sono emersi diversi episodi di malcontento e tensione all'interno dell'archivio di Stato di Napoli, che riguardano la gestione della direttrice. Questi episodi hanno suscitato gravi preoccupazioni tra i lavoratori e le sigle sindacali, in particolare in relazione a mancanza di dialogo costruttivo, gestione inadeguata delle risorse umane e atmosfera di lavoro tesa;

in particolare, è stata denunciata la pubblicazione del volantino diffamatorio sui sindacati confederali degli anni '70, pubblicato sul profilo "Facebook" ufficiale dell'archivio di Stato di Napoli in occasione del 1° maggio, un atto che ha suscitato indignazione tra i lavoratori e le sigle sindacali. La pubblicazione di tale documento storico, senza contestualizzazione adeguata, ha sollevato sospetti sulla motivazione della direzione dell'archivio e ha contribuito ad un ulteriore deterioramento dei rapporti interni;

in aggiunta, sono stati sollevati seri problemi riguardo alla gestione delle risorse umane, con segnalazioni di atteggiamenti autoritari, ritorsioni nei confronti dei dipendenti e una mancanza di trasparenza nelle scelte organizzative e nelle attività di valorizzazione e conservazione del patrimonio archivistico;

considerato che, da quanto si apprende, la situazione ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione da parte di alcune organizzazioni sindacali, che chiedono un intervento immediato da parte del Ministero della cultura per risolvere le problematiche in atto, compresa l'attivazione di procedure disciplinari nei confronti della direzione,

si chiede di sapere,

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti che stanno accadendo all'interno dell'archivio di Stato di Napoli, e se ritenga che la gestione della direttrice sia adeguata rispetto alle norme di comportamento e alle linee guida ministeriali per la gestione degli archivi e delle risorse umane;

quali misure intenda adottare per risolvere la situazione di malessere all'interno dell'istituzione, considerando la serie di denunce fatte dai lavoratori, comprese le richieste di procedimenti disciplinari contro la direttrice;

se sia stato avviato un procedimento di verifica sull'uso improprio delle risorse pubbliche e sull'organizzazione di eventi privati all'interno dell'archivio di Stato, come quello del matrimonio, che ha suscitato polemiche pubbliche ed è stato oggetto di atto del sindacato ispettivo da parte dell'interrogante (4-01660);

se ritenga che la comunicazione interna ed esterna dell'archivio sia conforme agli standard di trasparenza e responsabilità, e se non ritenga opportuno rivedere le politiche di informazione interna per migliorare la gestione e la comunicazione tra la direzione e i dipendenti;

quali iniziative concrete intenda adottare per promuovere una maggiore partecipazione del personale nelle decisioni riguardanti l'organizzazione del lavoro e la gestione degli spazi e delle risorse all'interno dell'archivio di Stato di Napoli.

(4-02074)

SBROLLINI - Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. - Premesso che:

nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2024 le acque ingrossate del fiume Bacchiglione, durante l'ondata di maltempo di quei giorni, hanno deturpato un tratto dell'antico muro in pietra sul retro del complesso scolastico delle Dame inglesi posto nel centro della città di Vicenza;

il cedimento ha provocato l'allagamento dell'area verde della scuola che sorge in contra' San Marco, per cui il Comune era stato costretto ad intervenire con una barriera di legno provvisoria per scongiurare ulteriori rischi;

dopo i danni, la Regione Veneto ha avanzato la richiesta per ottenere fondi volti al rifacimento del tratto del muro danneggiato: il conto totale è di svariati milioni di euro che considera, tra l'altro, anche il rimborso per lo smottamento avvenuto al cavalcaferrovia di Ospedaletto per il maltempo di febbraio;

un celere ripristino del muro è quanto mai necessario per affrontare eventuali future criticità legate al maltempo: su indicazioni della Soprintendenza, i lavori dovrebbero comprendere anche il rafforzamento della cinta che non ha direttamente subito danni;

dopo più di anno dalla richiesta, i ristori non sono ancora giunti al Comune di Vicenza: è necessario che il Ministro in indirizzo fornisca garanzie sulle tempistiche nonché sulle somme richieste a favore di enti pubblici e di privati della città e della provincia di Vicenza volti a ripristinare le zone danneggiate dall'ondata di maltempo verificatasi tra il 15 e il 16 maggio 2024,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda fornire garanzia sui tempi e sulle entità del ristoro richiesto a favore di enti pubblici e di privati della città e della provincia di Vicenza volti a ripristinare le zone danneggiate dall'ondata di maltempo del 15 e 16 maggio 2024 a Vicenza.

(4-02075)

NAVE, DI GIROLAMO, LICHERI Ettore Antonio - Ai Ministri delle imprese e del made in Italy e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

si apprende da notizie di stampa che Poste italiane starebbe analizzando strategie per ottimizzare il proprio investimento in Telecom Italia, puntando a rafforzare le sinergie nei contratti di fornitura e nella creazione di nuovi servizi con l'obiettivo di incrementare i ricavi generando benefici reciproci per entrambe le aziende;

in attesa dell'approvazione dell'Antitrust per l'acquisizione del 24,81 per cento di TIM da parte di Poste italiane, l'amministratore delegato Del Fante avrebbe avviato discussioni preliminari con Amazon, partner consolidato nel settore della logica e del cloud, per esplorare possibili collaborazioni che includano anche TIM rafforzando le sinergie tra le aziende: strategia che rappresenterebbe un cambio di direzione rispetto alla collaborazione tra TIM e Google Cloud tramite Noovle;

Poste italiane sarebbe chiamata a designare due membri nel prossimo consiglio di amministrazione di TIM al fine di contribuire attivamente alla nuova strategia aziendale;

considerato che una volta ottenuto il via libera dell'Antitrust è previsto il lancio di nuovi servizi dedicati alle piccole medie imprese. L'integrazione tecnologica e logistica tra le due aziende italiane, con il supporto di Amazon, potrebbe favorire un'accelerazione della digitalizzazione della pubblica amministrazione in vista della realizzazione del polo strategico nazionale, di cui TIM è partner insieme a Leonardo, SOGEI e CDP,

si chiede di sapere:

come si possa conciliare il fatto che Poste italiane sia il primo azionista di una società (TIM) che, in consorzio con altre società pubbliche o a partecipazione pubblica come CDP, Leonardo e SOGEI, sta sviluppando un cloud nazionale nell'ambito del polo strategico nazionale con la decisione della stessa Poste italiane di spingere TIM verso una soluzione cloud diversa e gestita da un operatore estero come Amazon;

quali misure cautelative e produttive il Governo intenda adottare per garantire la sicurezza dei dati che Poste italiane e TIM farebbero migrare verso il suddetto cloud.

(4-02076)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso la Commissione permanente:

10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):

3-01880 e 3-01881 della senatrice Rando ed altri, rispettivamente sui risarcimenti ai soggetti danneggiati da trasfusioni con sangue infetto e sugli indennizzi ai pazienti affetti da malformazioni legate all'assunzione di talidomide;

3-01882 della senatrice Naturale ed altri, sull'attuazione del nuovo progetto dell'assistenza domiciliare 2025-2028.

Interrogazioni, ritiro

È stata ritirata l'interrogazione 4-02046 della senatrice Musolino.