Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 295 del 15/04/2025

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1241 (ore 17,50)

FURLAN (IV-C-RE). Signor Presidente, intervengo sull'articolo 6 per lo scandalo della proposta di assumere personale sanitario ancora co.co.co., cioè con le collaborazioni. Da una parte, riserviamo risorse ai privati; dall'altra, facciamo, secondo me giustamente, assunzioni di dirigenti ai Ministeri. Quando parliamo di chi deve davvero smaltire le liste d'attesa, cioè il personale negli ospedali e nelle strutture territoriali, ampliamo l'esercito dei precari: addirittura co.co.co. Nemmeno a tempo determinato, ma collaboratori.

Sempre relativamente all'articolo 6, che ovviamente, sotto questo aspetto, chiediamo di sopprimere, nel richiedere assunzioni, ne quantifichiamo anche la spesa: almeno un miliardo di euro per il primo anno è necessario. E dove li troviamo? Con i tagli ai tanti sprechi, dove è facile individuare cosa tagliare nel nostro sistema pubblico.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, vorrei illustrare l'emendamento 11.0.31. Noi siamo di fronte a una situazione: tutti sappiamo che nell'applicazione del PNRR siamo molto in ritardo, in particolare nell'intervento sulla questione della riduzione delle liste d'attesa attraverso le case della salute e degli ospedali di comunità.

C'è bisogno di personale, tant'è che il personale tecnico ci ha suggerito, nelle audizioni, di intervenire anche stanziando risorse, per permettere a questi lavoratori e lavoratrici di restare dentro il sistema sanitario, dal quale stanno andando via. Bisogna invertire questa tendenza.

Noi proponevamo di stanziare maggiori risorse, in particolare per permettere che l'impegno anche strutturale che abbiamo, che è quello del PNRR, abbia un risultato positivo. Anche su questo, ovviamente, è stato detto di no. Quindi, invito a riconsiderare questa posizione e, nello stesso tempo, a votare a favore di questo emendamento.

ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento a mia prima firma 11.0.252, che chiedeva di prevedere una spesa di sei milioni per le informazioni relative agli screening mammografici. Lei sa bene che abbiamo fatto tutta una battaglia bipartisan per estendere gli screening mammografici e ampliare la platea delle donne, abbassando e innalzando l'età. Questa misura costerebbe lo 0,001 per cento del bilancio dello Stato. Questi soldi non sono stati trovati neanche in questo provvedimento.

C'è però anche un altro aspetto molto importante, quello della comunicazione, perché ci sono Regioni in cui - dato che l'Italia è spaccata a metà - l'adesione agli screening è molto bassa rispetto ad altre del Nord, in cui invece è sempre bassa, ma più adeguata, e allora l'informazione diventa importante. Avevamo presentato questo emendamento che cubava sei milioni di euro per migliorare l'aspetto della comunicazione e aumentare l'adesione agli screening. Siccome in 5a Commissione è stato approvato un emendamento che cuba un milione, certo non ne siamo felicissimi, perché sono davvero pochi soldi, però è un primo passo avanti: per questo motivo, ritiro il mio, che ne prevedeva sei, per fare in modo che sia assorbito da quello approvato dalla Commissione. (Applausi).

NATURALE (M5S). Signor Presidente, un emendamento che ho presentato all'articolo 11 riguarda misure in materia di RSA, al fine di supportare l'assistenza sociosanitaria in favore dei soggetti non autosufficienti, che adesso con la norma che stiamo portando avanti si trovano nella necessità di versare un contributo che non riescono a sostenere; diventa pertanto impossibile per troppe famiglie italiane riuscire a servirsi delle RSA con cofinanziamenti troppo onerosi. Si è quindi sollevata l'opinione pubblica su questa necessità, perché sono coinvolti anche malati di Alzheimer, sicuramente perlopiù anziani, ma affetti da malattia completamente invalidante, che non consente assolutamente un'assistenza domiciliare. Di conseguenza, è necessario che ci siano strutture che possano avere un cofinanziamento statale più alto in maniera da dare cure adeguate a questi pazienti e alle famiglie che si trovano davvero impossibilitate a sostenere tali spese e a trovare una soluzione alternativa.

L'emendamento in discorso va quindi in tale direzione, per trovare fondi necessari a questo fine. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Signor Presidente, occuperò pochi, pochissimi secondi per portare l'attenzione su questo emendamento, riguardante disposizioni concernenti gli screening oncologici.

In tutta Italia abbiamo una bassissima adesione agli screening oncologici (la media si attesa intorno al 40 per cento) e uno dei motivi è che il lavoratore, quando si assenta, comunque perde il trattamento economico ed anche il trattamento accessorio.

Questo emendamento va nella direzione di fare in modo che, quando si va a fare lo screening oncologico, l'assenza sia giustificata e quindi non si determini alcuna decurtazione del trattamento economico.

Credo che, in un momento in cui dobbiamo aumentare gli screening oncologici, sia giusto dare ai lavoratori la possibilità di farne uno, potendo usufruire di un'assenza giustificata. (Applausi).

SBROLLINI (IV-C-RE). Signor Presidente, vorrei soltanto sottolineare l'importanza di questo nostro emendamento, l'11.0.4, per quanto riguarda il rifinanziamento del bonus psicologo di 5 milioni annui dal 2025, prevedendo che a queste risorse non sia applicato il limite dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) a 50.000 euro.

I dati li conosciamo tutti e sono davvero drammatici, come sappiamo dal disagio giovanile e dall'esplosione generale di vari problemi - soprattutto in questi anni dopo il Covid - che hanno riguardato proprio le persone e le famiglie. Questo bonus va nella direzione di aiutare anche coloro che non hanno proprie risorse economiche, come le famiglie che hanno più difficoltà.

Chiediamo quindi al Governo di poter riflettere bene sull'importanza del rifinanziamento del bonus psicologo, sapendo che le risorse non sono sicuramente sufficienti, ma già pensare di poterlo rifinanziare è sicuramente un passo in avanti.

Signor Presidente, avendo la parola, se lei me lo concede, chiedo di poter intervenire anche su altri due emendamenti, solo per titolo. Mi riferisco all'emendamento 11.0.5, che riguarda il fondo per la diagnosi delle malattie rare, rifinanziato con 5 milioni nel triennio: noi chiediamo che questo finanziamento sia portato avanti, perché sappiamo quanti passi importanti sta facendo la ricerca in tal senso. È un impegno di Italia Viva sia alla Camera che al Senato e mi auguro che su questo ci sia una ulteriore riflessione, rivolgendomi in modo particolare al sottosegretario Gemmato.

La stessa cosa vale per l'emendamento 11.0.8, che riguarda il fondo da 50 milioni annui per i contributi spese che riguardano i malati di fibromialgia. Sappiamo che sono prevalentemente donne, abbiamo lavorato tanto affinché questa malattia fosse riconosciuta e credo che, anche da questo punto di vista, ci debba essere un impegno che io chiedo a nome del Gruppo di Italia Viva.

Approfitto della parola, signor Presidente, così faccio un unico intervento, anche per illustrare l'emendamento 11.0.13, che riconosce 10 ore annue di permesso retribuito per visite, esami e trattamenti in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti, croniche o rare. Anche su questo sarebbe un bel segnale se dal Governo arrivasse una risposta positiva.

Signor Presidente, mi fermo qui e la ringrazio per avermi dato la possibilità di intervenire su più emendamenti.

PAITA (IV-C-RE). Signor Presidente, colgo l'occasione per intervenire su un altro emendamento all'articolo 11 che ci sta molto a cuore e per il quale abbiamo fatto un lavoro costante come Italia Viva in questi mesi. Mi riferisco all'emendamento recante le risorse per anticipare gli anni per lo screening oncologico legato al tumore alla mammella per le donne.

Su questo punto abbiamo lavorato - se ne ricorderà tutta l'Assemblea - già dal milleproroghe, ottenendo un primo risultato di un milione. Abbiamo poi collaborato con molte altre colleghe per cercare di confermare questa iniziativa anche in questo provvedimento sulle prestazioni sanitarie, che non ha tanti risvolti positivi, ma era l'occasione per cercare di affermare una continuità nel finanziamento di questo tema, È ovvio e lo sanno tutti i colleghi che hanno partecipato alla discussione nella Commissione competente, ma anche nella Commissione bilancio, che la richiesta che noi avevamo avanzato era di 6 milioni; in realtà il Governo alla fine, nell'ambito della Commissione bilancio, ha accordato un milione per questa iniziativa; un milione serve a poco ed è evidente che non potranno esserci molti interventi. Tuttavia, penso che se vi fosse anche una sola vita umana salvata con un emendamento che ha lo scopo di confermare una continuità sul tema della prevenzione nei prossimi anni, varrebbe comunque la pena di accoglierlo. Però deve essere un monito, innanzitutto per cercare di continuare nei provvedimenti successivi, a partire dalla legge di bilancio, questo tipo di intervento sulla prevenzione.

Poi, lo dico per il Governo, auspico che i Ministri tecnici dell'Esecutivo abbiano una qualche voce in capitolo rispetto a quelli politici, perché mentre per altri tipi di spese vediamo che l'iniziativa è sempre molto creativa da parte del Governo, per quanto riguarda la sanità c'è un peso specifico del Ministero che spesso non consente di avere voce in capitolo su temi fondamentali come quello della prevenzione, che ovviamente aiutano le persone, perché intervengono in situazioni di grave difficoltà, ma aiutano anche la sanità.

Infatti, prevenire è anche sinonimo di un risparmio complessivo che può avvenire in un secondo momento. Quindi, da un lato, lo accogliamo; dall'altro, critichiamo questo Governo per avere fatto poco; da un altro lato ancora, crediamo di sensibilizzare un po' il Parlamento perché si parli di più di questioni legate alla sanità e alla prevenzione, specie per quanto riguarda le donne, e un po' meno di questioni ultronee che spesso hanno l'attenzione di quest'Assemblea, ma che non producono risultati apprezzabili per la popolazione. (Applausi). Nonostante tutto, accettiamo la riformulazione, perché anche solo un milione è meglio di niente in un contesto come questo. (Applausi).

GUIDOLIN (M5S). Signor Presidente, l'articolo 13, come ho detto anche in Commissione, introduce una modifica sostanziale nelle procedure di approvazione dei bilanci degli ordini delle professioni sanitarie. Bypasso il fatto che questo articolo c'entri ben poco con il titolo del provvedimento, quindi con lo snellimento delle liste d'attesa e le prestazioni sanitarie, però faccio notare nuovamente alla maggioranza che questo articolo permette ai consigli dei vari ordini di aumentare le tasse di iscrizione e approvare i bilanci senza la consultazione degli iscritti, come è previsto ora. Qualcuno un domani di questa cosa se ne prenderà la responsabilità, e potrà succedere perché è un déjà vu di quello che succedeva qualche decennio fa. Quando nella busta paga i lavoratori si troveranno la tassa d'iscrizione aumentata senza nemmeno saperlo, qualcuno dovrà risponderne, e non di certo noi che in Commissione l'abbiamo evidenziato. (Applausi).

PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 1.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti, tranne che sugli emendamenti 1.250 e 1.251, su cui invece esprimo parere favorevole.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Senatrice Cantù, lei e il rappresentante del Governo avete espresso parere favorevole anche sull'emendamento 1.251. Se l'emendamento 1.250 verrà approvato, risulteranno preclusi gli emendamenti 1.1, 1.2 e 1.5, e verrà assorbito l'emendamento 1.251. È consapevole di ciò?

CANTU', relatrice. Certo, signor Presidente. Rimettevo però alla sua prudente precisazione questa componente di specifica rilevanza.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.250, presentato dalle senatrici Murelli e Minasi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Sono pertanto preclusi gli emendamenti 1.1, 1.2 e 1.5 e sono assorbiti gli emendamenti 1.251 e 1.4.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.8, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, e 1.252, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.9, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.10, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.16, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.17, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.20, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, identico all'emendamento 1.21, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.26, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.27, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico all'emendamento 1.28, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.29, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.34, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.35, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, e 1.253, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 2.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.3, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico all'emendamento 2.4, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, identico all'emendamento 2.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.7, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'ordine del giorno G2.250 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 2.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto perché magari riesco a far cambiare idea alla maggioranza. Questo emendamento è stato suggerito dalle tante audizioni che ci sono state in Commissione; tutti gli esperti e tutte le associazioni dei medici e degli operatori sanitari sono venuti a dirci che, se non mettiamo mano all'adeguatezza delle prescrizioni, aumenterà sempre la domanda e, anche se noi aumenteremo le prestazioni, le liste d'attesa non si ridurranno. Questo emendamento presenta una proposta al Governo e alla maggioranza sulla gestione di questo problema, prevedendo delle metodologie per la definizione di condizioni cliniche appropriate per ciascuna classe di priorità.

Questo per far sì che esse siano coerenti con il bisogno di salute del cittadino, per l'applicazione delle quali esistono sistemi di prescrizione guidata che facilitano il prescrittore al momento della richiesta delle prestazioni. Insomma, se non riduciamo la domanda anche aumentando l'offerta, le liste d'attesa rimarranno sempre inesigibili.

Per noi era importante porre questo tema e, visto che non prevede ulteriori oneri, invitiamo tutti a ripensarci.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.1, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 3.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 3.2.

FURLAN (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURLAN (IV-C-RE). Signor Presidente, con gli emendamenti in esame noi chiediamo semplicemente che le organizzazioni dei pensionati e le organizzazioni sindacali, ovviamente quelle comparativamente maggiormente rappresentative, siano nella cabina di regia come nell'osservatorio. Non si capisce perché gli unici esclusi in questi consessi siano proprio quelli che rappresentano milioni e milioni di italiane e di italiani.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 3.2, presentato dalla senatrice Camusso ed altri senatori, fino alle parole «organizzazioni sindacali».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 3.3 e 3.4.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.251, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.5, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.6, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 3.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, questo è l'ennesimo provvedimento sulle liste d'attesa e le prestazioni sanitarie in cui però non c'è un euro, non sono stanziate risorse e quindi il problema delle liste d'attesa non si risolverà in alcun modo, visto che sappiamo bene che l'unica misura che aiuterà ad accorciare le liste d'attesa è assumere personale sanitario.

Siamo stanchi di sentirci dire che non ci sono le risorse per la sanità e allora, ancora una volta, con l'emendamento in esame vi diciamo che ci sono delle priorità.

Evidentemente voi avete scelto, in questo momento, di investire in armamenti anziché sulla sanità, ma proprio perché state investendo in armamenti, con questo emendamento vi diciamo un'altra cosa: in previsione, è evidente che ci saranno extraprofitti per tutte quelle aziende che stanno investendo in armamenti, allora preparatevi almeno a prendere risorse lì dove ci sono e cioè andate a tassare gli extraprofitti delle armi, visto che finanziare le armi è una cosa che vi piace tantissimo. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.1, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 4.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.1, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.2, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 5.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.1, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, identico all'emendamento 5.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.2, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.3, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.4, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico agli emendamenti 5.5, presentato dalla senatrice Zampa, e 5.251, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.6, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.7, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 5-bis.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Non essendo stati presentati sull'articolo 5-bis altri emendamenti oltre quello soppressivo 5-bis.250, presentato dalla senatrice Zampa e da altri senatori, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del mantenimento dell'articolo stesso.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5-bis.0.250, presentato dal senatore Mazzella e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5-bis.0.251, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5-bis.0.252, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno presentati sull'articolo 6.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti e sull'ordine del giorno.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.1, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico agli emendamenti 6.2, presentato dalla senatrice Zampa e da altri senatori, e 6.250, presentato dalle senatrici Furlan e Paita.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.3, presentato dalla senatrice Zampa, sostanzialmente identico agli emendamenti 6.4, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, e 6.251, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 6.5, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, fino alle parole «lavoro subordinato», su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 6.6.

Senatrice Pirro, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G6.250?

PIRRO (M5S). Signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'ordine del giorno G6.250.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signor Presidente, l'ordine del giorno G6.250 prevedeva solo la possibilità per le aziende sanitarie locali, in sede di contrattazione decentrata, di non porre un limite, se non quello finanziario, ai passaggi di carriera (di livello economico) dei dipendenti. Non vi è quindi alcun costo, ma alcune ASL stabiliscono aprioristicamente che non possano progredire più del 50 per cento delle persone, anche se ne avessero diritto di più e anche se avessero i soldi a disposizione per le progressioni di carriera per più persone.

Io non capisco il motivo per cui si possa esprimere parere contrario su questo ordine del giorno. È una vergogna a discapito del personale sanitario che non può avere neanche quel poco di aumento previsto con le risorse disponibili. È una vergogna, dovete vergognarvi! (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G6.250, presentato dalla senatrice Pirro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 6.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

CASTELLONE (M5S). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, farò una dichiarazione di voto anche per l'emendamento successivo, perché si tratta di due proposte che prevedono l'assunzione di personale sanitario. Abbiamo ripetuto più volte in quest'Aula la stessa cosa, cioè che se vogliamo ridurre le liste d'attesa bisogna, da un lato, assumere personale e, dall'altro, spostare alcune prestazioni dagli ospedali al territorio. Voi non fate nessuna delle due cose.

Nell'emendamento in esame vi diciamo semplicemente di istituire presso il Ministero della salute un fondo per assumere personale sanitario per ridurre le liste d'attesa, di togliere quel blocco alle assunzioni di personale sanitario che avete messo voi e che vige in base ai parametri del 2004. Invece, l'unica cosa che continuate a fare è prorogare il decreto-legge cosiddetto Calabria, emanato dai nostri Governi e usato durante la pandemia, ed evidentemente vuol dire che corrisponde alla linea che anche voi avete, cioè state copiando le misure fatte dai Governi precedenti. Ad oggi, di qual è la vostra linea sulla sanità noi non abbiamo capito ancora nulla, non è pervenuta. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.2, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.3, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 6.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, anche noi abbiamo presentato un emendamento per togliere i tetti di spesa per l'assunzione di personale sanitario. Mi preme, però, fare la cronistoria di quello che è successo in questa legislatura.

Il taglio del tetto di spesa per il personale sanitario è stato annunciato più e più volte. Con il decreto liste d'attesa, che è stato approvato cinque giorni prima delle elezioni europee, si era detto che lo avreste fatto. Ovvero, avevate congegnato un modo per togliere questo tetto che prevedeva un primo decreto attuativo del Ministro, in cui si sarebbe individuato il fabbisogno delle diverse Regioni. Successivamente le Regioni avrebbero dovuto comunicare al Ministero, con un proprio atto, come intendevano distribuire il personale che potevano assumere in più. Successivamente il Ministero, con un altro decreto attuativo, avrebbe finalmente autorizzato l'assunzione.

Posto che in Italia per fare un decreto attuativo ci vogliono in media sette anni, era chiaramente un modo per buttare il pallone in fallo, tant'è che la misura non era neanche coperta dal punto di vista economico. Poi abbiamo fatto la discussione del bilancio sulla spesa 2025 e le risorse per abbattere il tetto per l'assunzione del personale sanitario non c'erano, non ci sono, e quindi non si è proceduto in tal senso.

Adesso siamo all'approvazione di questo disegno di legge e, anche in questo la previsione ormai annunciata da questo Governo più e più volte di abbattere il tetto per l'assunzione del personale ovviamente non c'è. Ora, questo tetto c'è dal 2011, durante il Governo Berlusconi, in cui era Ministro anche Giorgia Meloni.

Chiaramente, senza la possibilità di assumere personale non è possibile in nessun modo abbattere le liste di attesa. Quindi, noi siamo qua a dirvi che questo provvedimento è vuoto, esattamente perché non c'è la volontà di questo Governo di trovare le risorse per assumere il personale sanitario che serve al Servizio sanitario nazionale pubblico. (Applausi).

Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO (ore 18,32)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.4, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.7, presentato dalla senatrice Zampa e da altri senatori, identico agli emendamenti 6.0.8, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, e all'emendamento 6.0.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori, sui quali la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.11, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico agli emendamenti 6.0.12, presentato dalla senatrice Zampa e da altri senatori, e 6.0.251, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori, sui quali la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 6.0.13, presentato dalla senatrice Zampa e da altri senatori, fino alle parole «è abrogato», su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 6.0.252 e 6.0.14.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.17, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.253, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 7.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 7.1, 7.2 e 7.3.

Aggiungo, come sicuramente è di sua evidenza, una riformulazione prescritta a norma dell'articolo 81 della Costituzione dalla 5a Commissione che riguarda l'articolo 12-ter, recante disposizioni sull'accesso, ma di questa componente parlerò più avanti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, sugli emendamenti all'articolo 7 il parere è contrario.

PRESIDENTE. Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.1, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.2, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.3, presentato dalle senatrici Camusso e Zambito.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 8-bis.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, invito a ritirare tutti gli emendamenti presentati, altrimenti il parere è contrario.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8-bis.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8-bis.251, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8-bis.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 8-bis.0.250 è stato ritirato.

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sull'articolo 9.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti presentati.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.2, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.3, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 9.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sugli articoli 10 e 10-bis.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.3.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signora Presidente, l'emendamento 10.3 prevede una norma di buon senso, ossia che nelle aziende sanitarie dove non si raggiunge l'obiettivo di riduzione delle liste d'attesa, i direttori generali abbiano una decurtazione della retribuzione di risultato del 30 per cento. Non si capisce come sia possibile che, laddove non si riesce a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, a rispettare le norme ed erogare le prestazioni nei tempi stabiliti, questi dirigenti possano ricevere il 100 per cento della retribuzione di risultato, quando mancano un risultato fondamentale per i cittadini assistiti. (Applausi).

E non si capisce come mai un emendamento che comporterebbe anche dei risparmi per le casse disastrate delle nostre ASL possa ricevere un parere contrario. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.3, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.4, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 10.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 10-bis.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10-bis.0.250, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno presentati sull'articolo 11.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

Quanto all'ordine del giorno G11.250, esprimo parere favorevole con la seguente riformulazione: "premettere all'impegno la frase: «a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica»".

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme alla relatrice, anche sull'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.2, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.3, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Senatrice Murelli, accetta la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G11.250?

MURELLI (LSP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G11.250 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 11.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.1, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 11.0.2, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, fino alle parole «degli psicologi», su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 11.0.250.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.4, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.5, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.6, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.7, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.8, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, identico all'emendamento 11.0.251, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.9, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.0.10.

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signor Presidente, intervengo per ritirare questo emendamento e voglio spiegare a tutta l'Assemblea perché lo ritiro, facendo anche dei ringraziamenti.

L'emendamento 11.0.10 nasceva per creare le Pancreas Unit. Se lo ricordate, si tratta di una battaglia che ho portato avanti dalla 10a Commissione, insieme anche al presidente Zaffini, che ha sostenuto questa battaglia per la creazione delle Pancreas Unit. In seguito a questa richiesta che è stata fatta, è stato creato il tavolo tecnico per la realizzazione delle Pancreas Unit. Ciò non significa ancora che ci sono; anzi chiediamo a tutti voi presenti di sensibilizzare il Governo per la realizzazione di un decreto ministeriale che possa accogliere e realizzare le Pancreas Unit. Per evitare che questo emendamento e quindi i pazienti che aspettano le Pancreas Unit possano essere in qualche modo colpiti dal voto contrario, io lo ritiro, ringraziando ancora tutti per il lavoro che è stato svolto. (Applausi).

PRESIDENTE. L'emendamento 11.0.10 è dunque ritirato.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.13, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.0.17.

CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, questo emendamento porta avanti una battaglia che parte nella scorsa legislatura e che abbiamo fatto insieme alla senatrice Lorenzin e agli altri colleghi che hanno firmato questo testo. Nella scorsa legislatura per la prima volta abbiamo istituito un fondo per la diagnostica con la Next Generation Sequencing, cioè la diagnostica genomica. Dovete sapere che in alcuni casi e per alcuni tumori è fondamentale questo tipo di diagnosi, che fa capire se c'è una mutazione genetica o no, perché chi fa quel tipo di diagnosi poi si può candidare ad usare dei farmaci, i cosiddetti farmaci molecolari.

I test NGS sono però molto cari (ogni singolo test costa diverse centinaia di euro) e quindi le Regioni più in difficoltà non riescono a rimborsare questi costi, che ricadono sui cittadini. Noi avevamo istituito un fondo che all'epoca aveva 5 milioni di euro; ma, per coprire tutti i tumori che hanno bisogno di diagnostica genomica, servirebbero 27 milioni di euro. Voi non solo avete azzerato questo fondo, ma continuate a non rifinanziarlo. Voi oggi state dicendo a una persona che nasce in Calabria e che ha la sfortuna di avere un tumore polmonare o un tumore pancreatico (che può essere curato con i farmaci molecolari) che invece non si può curare ed è candidata a morte, semplicemente perché non pensate che spendere qualche milione di euro per la diagnostica molecolare sia una priorità. Questa è una vergogna, come direbbe la senatrice Pirro. (Applausi).

PRESIDENTE. Se ho capito bene, la senatrice Pirro aggiunge la sua firma; ne prendiamo atto e lo segnalo gli Uffici.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.17, presentato dalla senatrice Lorenzin e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Sull'emendamento 11.0.18 chiedo alla senatrice Sbrollini cosa mi dice sulla condizione della 5a Commissione. La accetta o no? L'ha accettata. Ciononostante, il parere di relatrice e Governo rimane contrario. No, cambia il parere? Prego, relatrice.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, stavo appunto anticipandole e poi, per ovvie ragioni di coerenza procedurale, ho rinviato al momento per dare contezza che sugli emendamenti 11.0.18, 11.0.20, 11.0.252, 11.0.253, 11.0.254 e 11.0.255, come da parere espresso dalla 5a Commissione non ostativo condizionato ai sensi dell'articolo 81, è possibile ovviamente da parte dei proponenti in adesione procedere alla sostituzione dell'articolo 11-bis nel testo che, se ritiene, vado a leggere e che è in distribuzione.

PRESIDENTE. Scusi, signora relatrice, praticamente qui c'è una condizione, che può essere accettata o no dai proponenti. In riferimento a questa condizione lei riformula un testo? Il problema è semplicemente se si accetta o no la condizione posta. Chiaramente lei sta proponendo una riformulazione.

CANTU', relatrice. Io mi rimetto al parere della 5a Commissione e in funzione di questo, secondo il prudente apprezzamento dei proponenti, c'è la possibilità di aderirvi o no.

PRESIDENTE. Quindi, se vi è accettazione della condizione, il parere della relatrice è favorevole. È così?

CANTU', relatrice. Certamente.

PRESIDENTE. Benissimo. Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, anche per noi il parere è favorevole, nel momento in cui dovessero accettare la condizione posta i presentatori.

PRESIDENTE. Poiché tutti questi emendamenti sono sottoposti a condizione, chiediamo di volta in volta ai proponenti se la accettano.

Chiamerò i singoli proponenti e se tutti accettano, gli emendamenti in esame saranno votati in un'unica votazione perché a questo punto ci sarà uniformità.

Chiedo alla senatrice Sbrollini se accetta la riformulazione.

SBROLLINI (IV-C-RE). Signora Presidente, ovviamente accogliamo la riformulazione, così come è stato appena evidenziato. È chiaro che a nome mio, della capogruppo senatrice Paita e di tutto il Gruppo Italia Viva non siamo soddisfatti rispetto a quello che avevamo chiesto nel testo del primo emendamento che prevedeva una somma di 6 milioni. Diamo però così una prima risposta alle malate di tumore al seno e quindi accettiamo la riformulazione. (Applausi).

PRESIDENTE. Naturalmente ciò vale anche per gli altri due emendamenti sottoscritti dal suo Gruppo, di cui comunque anche lei è firmataria.

PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATTON (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Presidente, chiedo di aggiungere la firma mia personale e del mio Gruppo agli emendamenti in esame. (Applausi).

PRESIDENTE. Anche il senatore Magni aggiunge la firma. La Presidenza ne prende atto.

Chiedo alla senatrice Murelli se accetta la condizione posta dalla 5a Commissione.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, accolgo la riformulazione e ringrazio il Governo per l'apertura. Essendo stata infatti prima firmataria dell'emendamento in Commissione, insieme alle colleghe del Gruppo Lega, avevamo chiesto 6 milioni di euro per la comunicazione, per ampliare lo screening per le donne dai quarantacinque ai cinquanta anni e dai settanta ai settantaquattro anni per evitare la disomogeneità territoriale e che le donne si trovino a decidere dove risiedere per poter avere lo screening.

Ringrazio quindi il Governo perché dalla Commissione all'Assemblea ha dato un segnale importante investendo direttamente in questa comunicazione. Sappiamo che il costo dell'allargamento dello screening è nei 135 milioni e quindi valuteremo insieme al Governo la revisione di questi screening oncologici. (Applausi).

PRESIDENTE. Chiedo alla senatrice Pirro se accetta la riformulazione dell'emendamento 11.0.253.

PIRRO (M5S). Signor Presidente, accolgo la riformulazione e mi riservo di intervenire successivamente in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Senatrice Pirro, può fare ora la dichiarazione di voto.

PIRRO (M5S). Signor Presidente, ringraziamo la magnanimità del Governo per aver trovato un milione invece di 6 all'anno per i prossimi tre anni, ma sinceramente è vergognoso che per le armi troviate miliardi per aumentare la spesa (Applausi) e invece per lo screening del tumore al seno non riuscite a trovare neanche 6 miserissimi milioni per la corretta comunicazione e la difesa della salute delle donne. Vi dovete vergognare! (Applausi).

PRESIDENTE. Chiedo alla senatrice Zambito se accetta la riformulazione dell'emendamento 11.0.252.

ZAMBITO (PD-IDP). Sì, Presidente, lo avevo già dichiarato prima quando non era lei a presiedere la seduta.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell' emendamento 11.0.18 (testo 2), presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, identico agli emendamenti 11.0.20 (testo 2), presentato dalla senatrice Murelli e da altri senatori, 11.0.252 (testo 2), presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, 11.0.253 (testo 2), presentato dalla senatrice Pirro, 11.0.254 (testo 2), presentato dalla senatrice Paita e da altri senatori, e 11.0.255 (testo 2), presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, nella formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione permanente.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.22, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.23, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento 11.0.24.

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.24, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.25, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.26, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.27, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.28, presentato dalla senatrice Sbrollini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.29, presentato dalla senatrice Lorenzin e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.0.30.

CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo sottolineare, come anche prima ricordava la senatrice Pirro, quanto il ruolo dei direttori generali nella gestione della sanità sia fondamentale. Eppure oggi quelle nomine siano legate a doppio filo con la politica. Non solo la politica nomina il direttore generale, ma addirittura il Presidente di Regione nomina la commissione di valutazione dei direttori generali. Con questa proposta, chiediamo un intervento semplicissimo, che tra l'altro non prevede ulteriori oneri e cioè di fare in modo che ci sia un elenco nazionale di commissari che viene scelto per valutare i curriculum. Va bene che il Presidente di Regione dia un'indicazione sugli obiettivi da raggiungere, ma almeno facciamo in modo che i valutatori siano terzi, perché veramente in questi anni la sanità ha rappresentato solo ed esclusivamente il bancomat della politica e a pagarne le spese, come sempre, sono i cittadini. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.30, presentato dalla senatrice Castellone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.31, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.256, presentato dalle senatrici Naturale e Pirro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.257, presentato dai senatori Mazzella e Pirro, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti presentati sugli articoli 12, 12-ter e 12-quater.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, come avevo anticipato, il parere è contrario su tutti gli emendamenti presentati agli articoli da lei richiamati, tranne che sul 12-quater, sul quale vi è un parere condizionato, in linea con quanto prospettato dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, a una relativa riformulazione che è stata tradotta in una proposta.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signora Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.1, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, identico agli emendamenti 12.2, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, e 12.250, presentato dalla senatrice Furlan e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.251, presentato dalla senatrice Rando, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 12.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 12-bis.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 12-ter.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12-ter.0.250, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori, identico all'emendamento 12-ter.0.251, presentato dalla senatrice Pirro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12-quater.250, presentato dalle senatrici Camusso e Zampa.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12-quater.1000, presentato dalla relatrice, che ottempera ad una condizione posta dalla Commissione bilancio.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 12-quater.0.250, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signora Presidente, vorrei solo ricordare a quest'Assemblea che in Europa questo Governo è andato a chiedere lo scorporo dal patto di stabilità delle spese per la difesa, quindi per le armi, mentre non si è mai permesso di sollevare una sola sillaba per scorporare le spese per la prevenzione in materia di salute e per gli investimenti in sanità. (Applausi). Ecco, siccome non ci pensano loro alla salute dei cittadini italiani, noi abbiamo proposto l'emissione di titoli di Stato per il miglioramento del nostro sistema sanitario e per la tutela della salute dei cittadini italiani, ma immagino che anche stavolta faranno orecchie da mercante. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12-quater.0.250, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 12-quater.0.251 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 12-quater.0.252, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, annuncio il ritiro di questo emendamento, ma vorrei fare una precisazione. Non è la prima volta che noi presentiamo questo emendamento. Invito gli uffici della Ragioneria di Stato a valutarlo, perché noi non andiamo in spesa, ma andiamo a utilizzare i fondi residui del fondo che scade a dicembre del 2025.

In particolare, c'è una Regione, l'Emilia-Romagna, che ha fatto 535.000 test invece di un milione. Quindi, proporre di utilizzare i fondi residui per allargare lo streaming, in questo caso della HCV, sarebbe una buona misura sperimentale, in vista poi del rinnovo successivo dell'allargamento dello screening nel 2026. In ogni caso, ne annuncio il ritiro.

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, chiedo di aggiungere la firma a questo emendamento e di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. La Presidenza prende atto della sua richiesta come anche di quella, testé pervenuta, dei Gruppi MoVimento 5 Stelle, Autonomie e Italia Viva, e del senatore Magni.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, chiedo al sottosegretario Gemmato di poter trasformare l'emendamento in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Senatrice Murelli, avrebbe dovuto farlo prima, perché, essendo stato fatto proprio dai colleghi, non può più essere tramutato in ordine del giorno.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12-quater.0.252, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno presentati sull'articolo 13.

CANTU', relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario per tutti gli emendamenti prospettati, ivi inclusi gli emendamenti volti ad aggiungere articoli aggiuntivi. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno G13.250 e contrario sull'ordine del giorno G13.251.

Se vuole, possiamo parlare anche dell'articolo 13-bis, per il quale esprimo un invito al ritiro. Per il precedente articolo non l'avevo precisato, perché avevo contezza del ritiro da parte di proponenti della maggioranza.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

L'unica differenza riguarda l'ordine del giorno G13.250, sul quale c'è una riformulazione. Nella parte degli impegni, aggiungiamo «il Ministero del lavoro e delle politiche sociali». È solo un refuso, che probabilmente è sfuggito alla relatrice.

PRESIDENTE. Chiedo alle presentatrici dell'ordine del giorno G13.250 se accettano la proposta di riformulazione avanzata dal rappresentante del Governo.

MINASI (LSP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se si conforma al parere espresso dal rappresentante del Governo su quest'ordine del giorno riformulato secondo le sue indicazioni.

CANTU', relatrice. Assolutamente sì, signor Presidente, senza alcun problema: anzi, lo ritengo un arricchimento.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.1, identico all'emendamento 13.2.

CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, chiaramente chiediamo di esprimere voto favorevole a questi emendamenti, che chiedono di sopprimere un articolo che è di una gravità inaudita.

Con tutti i problemi che ha la sanità italiana, voi in questo disegno di legge avete scritto che i bilanci degli ordini professionali non sono più sottoposti al parere dell'assemblea degli iscritti, così come non lo è nemmeno la rata della quota annuale.

Vi voglio solo fare l'esempio dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (Enpam): l'utile del 2023, nell'ultimo bilancio che è stato pubblicato, è di 580 milioni di euro e il patrimonio di 27 miliardi. State dicendo, cioè, che un CdA deve gestire queste somme di denaro senza nemmeno il parere degli iscritti. Questo veramente è gravissimo. (Applausi). Vorrei capire come avete fatto ad accettare un tale ricatto.

MUSOLINO (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MUSOLINO (IV-C-RE). Signor Presidente, su questo emendamento abbiamo ricevuto notevoli sollecitazioni proprio dai medici, soprattutto da quelli di famiglia, che hanno trovato assolutamente antidemocratica tale disposizione. Il loro sarebbe l'unico ordine professionale i cui iscritti non possono più votare i loro bilanci. Non si comprende per quale ragione si debba coprire il bilancio e si debba adottare una disposizione che oscura una regola fondamentale di trasparenza nella gestione dei fondi pubblici e proprio dell'ordine dei medici, impedendo agli iscritti - e quindi all'assemblea - di votare sul bilancio.

Davvero è una disposizione che non trova alcuna ratio, se non quella dell'oscurità, e nell'oscurità muore la democrazia. (Applausi).

ZAMPA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMPA (PD-IDP). Signor Presidente, mi associo alle parole molto preoccupate che sono state appena espresse e chiedo veramente alla maggioranza di ripensarci. È un bruttissimo segnale, molto grave, di cui si dovranno assumere la responsabilità fino in fondo e sono convinta che ne pagheranno le conseguenze.

Penso che non si possano fare scelte di questo genere, che servono evidentemente a fare qualche favore, e immaginiamo anche di sapere a chi. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.1, presentato dalla senatrice Guidolin e da altri senatori, identico all'emendamento 13.2, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.250, presentato dalla senatrice Pirro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G13.250 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Senatrice Pirro, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G13.251?

PIRRO (M5S). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'ordine del giorno G13.251.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signor Presidente, questo è un tema che ho già trattato innumerevoli volte e non mi stancherò mai di farlo. Nelle polizze di tutela sanitaria dei dipendenti di molte aziende viene impedito il rimborso indiretto, per cui quelle persone non possono scegliersi il sanitario di fiducia da cui andare a farsi erogare le prestazioni.

Nella scorsa legislatura eravamo riusciti a ottenere un tavolo al Ministero dello sviluppo economico per risolvere questa grave distorsione a danno dei cittadini italiani.

Invece, vi ostinate a percorrere una strada sbagliata che non tutela la libera scelta del cittadino e non tutela la sua salute.

Se non l'avevo ancora detto, ve lo dico di nuovo: vergognatevi! (Applausi). (Commenti).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G13.251, presentato dalla senatrice Pirro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 13.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signora Presidente, con questo emendamento abbiamo inteso incrementare il Fondo sanitario nazionale di 500 milioni. La maggioranza ci accusa sempre di non trovare le coperture per farlo, ma l'emendamento prevede anche le adeguate coperture. Quindi, è una questione di volontà politica: se si vogliono trovare le risorse per aumentare il Fondo sanitario nazionale, si può fare.

Signora Presidente, quello che vediamo e che abbiamo visto in questi anni è che la spesa out of pocket, cioè quella per cui il cittadino ricorre direttamente al privato per una prestazione, è arrivata a oltre 41 miliardi. È notizia di oggi - lo ha scritto la Fondazione Gimbe - che sono passate da 4,5 dell'anno scorso a 5 milioni le persone che rinunciano alle cure. (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ZAMBITO (PD-IDP). Nonostante questo Governo annunci continuamente di detenere il record per il finanziamento al Fondo sanitario nazionale, questo non è adeguato e sufficiente, anche perché le risorse che sono state messe in più sono state utilizzate per dare gli aumenti al personale sanitario e basta; aumenti che dovevano essere dati, ma questo è aumento non Fondo, ma del capitolo pubblica amministrazione. Quindi, il Fondo non è mai stato incrementato negli ultimi.

Questo disegno di legge è ancora vuoto, senza risorse e le liste d'attesa continuano ad allungarsi. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.0.1, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Non essendo stati presentanti sull'articolo 13-bis altri emendamenti oltre a quello soppressivo 13-bis.250, presentato dalla senatrice Zambito e da altri senatori, indico la votazione nominale con scrutinio simultaneo del mantenimento dell'articolo stesso.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 13-bis.0.250 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13-ter.250, presentato dal senatore Magni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13-ter.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13-quater.250, presentato dal senatore Magni e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13-quater.251, presentato dalla senatrice Camusso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13-quater.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13-quinquies.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13-sexies.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13-septies.250, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 13-septies.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale.

FURLAN (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURLAN (IV-C-RE). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, siamo al secondo testo di legge che viene presentato in quest'Aula… (Brusio).

PRESIDENTE. Scusi, senatrice Furlan.

Colleghi, chi intende lasciare l'Aula lo faccia rapidamente e possibilmente non rumorosamente.

FURLAN (IV-C-RE). Siamo al secondo testo di legge che viene presentato in quest'Aula per risolvere l'annoso problema delle liste d'attesa nella sanità italiana. La scorsa estate vi è stata la conversione del decreto liste di attesa, a cui era collegato anche questo disegno di legge, che ha avuto una gestazione lenta e complicata in Commissione. Detto con schiettezza, si tratta di due leggi per non risolvere nulla.

Quanto abbiamo visto accadere nell'ultimo mese su questo testo testimonia delle difficoltà tutte interne alla maggioranza e della grande confusione che state creando nel Paese: un gioco di rimandi tra Commissione sanità e Commissione bilancio che lascia basiti per come vengono trattate le nostre istituzioni; un testo discusso e approvato in 10a Commissione, con tanto di emendamenti, che poi è stato stravolto dalla Commissione bilancio. Il Ministero della salute ha espresso parere favorevole e il Ministero dell'economia e delle finanze ha espresso parere contrario sugli stessi emendamenti: un grande caos (Applausi), ma soprattutto nuove limitazioni alla iniziativa parlamentare di un Governo che continua a privare di risorse la sanità.

Tutti ricordiamo le promesse in campagna elettorale sulla sanità pubblica, ma in due anni e mezzo avete portato il Servizio sanitario nazionale sull'orlo del baratro: tagli continui di finanziaria in finanziaria e zero risorse per le assunzioni di personale per migliorare la dotazione dei presidi sanitari e territoriali.

Il decreto liste di attesa è stato una pensata buona solo per la campagna elettorale delle elezioni europee, ma al momento non ha prodotto alcun concreto risultato per migliorare i servizi.

E mentre siamo ancora in attesa di vedere approvati gli undici decreti attuativi previsti dal decreto liste di attesa (sei sono già scaduti), vi presentate oggi in Aula con un disegno di legge che richiederà l'approvazione di altri sette decreti attuativi. (Applausi). È un vero e proprio corto circuito normativo, che di fatto paralizza il sistema, con Regioni e aziende sanitarie che rimarranno ancora per alcuni mesi in attesa di interventi per far fronte alle liste di attesa e al miglioramento del sistema delle prestazioni sanitarie.

Signora Presidente, ci ritroviamo a discutere un disegno di legge senza visione e senza programmazione, che affronta la drammatica emergenza del Sistema sanitario ricorrendo a misure tampone tutte sbilanciate verso le prestazioni del privato accreditato e degli specialisti ambulatoriali. Tra le cause dell'allungamento dei tempi di attesa per l'accesso ai LEA figurano senza dubbio i tagli alla spesa sanitaria e quindi all'offerta di prestazioni sanitarie, che hanno comportato una riduzione consistente di servizi e di personale.

Il quadro attuale descrive una profonda carenza di medici e professionisti sanitari, accanto al taglio di oltre 38.500 posti letto per acuti e alla riduzione di oltre 70 milioni di prestazioni sanitarie ambulatoriali, con la conseguente chiusura di migliaia di ambulatori specialistici. Se non si interviene in maniera organica e strutturale su questi aspetti, ogni altro intervento volto a ridurre le liste d'attesa sarà inefficace.

È un quadro drammatico che non ci stupisce, perché questa maggioranza ha messo nel mirino la sanità pubblica sin dal suo insediamento al Governo. Ecco perché non stupiscono i contenuti di questo disegno di legge: un Governo che taglia i finanziamenti al Sistema sanitario nazionale - lo avete fatto in tutte le leggi di bilancio - e intanto apre autostrade ai privati, e prova a coprire con la propaganda una realtà fatta di zero interventi per affrontare la drammatica realtà di milioni di persone che non riescono più a curarsi.

L'accesso alle cure è l'urgenza del nostro tempo e non si risolve con qualche norma pensata in modo frettoloso. I dati che abbiamo letto in questi mesi mettono in evidenza l'emergenza nel Paese. Ne cito uno in particolare, che riguarda il divario tra il Nord e Sud del Paese, fotografato da una ricerca dello Svimez: in aumento il divario sanitario tra Nord e Sud, diminuiscono gli accessi alle cure, salgono le percentuali di mortalità nel Mezzogiorno. La percentuale dei nuclei familiari in condizioni di povertà sanitaria è ormai all'8 per cento nel Sud Italia: quasi due milioni di persone non riescono a curarsi. (Applausi).

E, se non bastano questi numeri, occorre guardare un'altra pagina nera per il nostro Paese: la mobilità sanitaria, strettamente connessa all'impossibilità di accesso alle prestazioni sanitarie. Secondo gli ultimi dati forniti da Fondazione Gimbe, la mobilità sanitaria interregionale ha raggiunto il valore record di 5 miliardi di euro, con un flusso enorme di pazienti e di risorse economiche in uscita in modo particolare dal Mezzogiorno verso Lombardia, Emilia e Veneto. La mobilità sanitaria - ormai veri e propri viaggi della speranza - non è più una libera scelta del cittadino, ma è una necessità imposta da profonde diseguaglianze nell'offerta dei servizi sanitari regionali. (Applausi). Sempre più persone sono costrette a spostarsi per ricevere cure adeguate, con costi economici, psicologici e sociali inenarrabili.

Una situazione drammatica, davanti alla quale non si trova via d'uscita senza un vero piano strutturale, senza partire dall'aumento delle risorse per il Servizio sanitario pubblico, per l'assunzione di personale sanitario e per il miglioramento delle condizioni del lavoro e dei salari.

Questa era la strada da percorrere e, invece, vi presentate in quest'Aula con un disegno di legge con zero risorse aggiuntive (Applausi) e con il trasferimento di ulteriori 190 milioni di euro tra il 2025 e il 2026 dal Fondo sanitario nazionale verso la sanità privata. E, ancora: i 100 milioni di euro spostati verso gli specialistici ambulatoriali rischiano di produrre conseguenze negative sull'attività della sanità pubblica. Infatti, ridurre del 50 per cento le risorse già destinate in via esclusiva al personale medico dirigente del Servizio sanitario per remunerare le stesse prestazioni svolte dagli specialisti ambulatoriali interni vanifica tutti gli sforzi compiuti fino ad oggi per rendere più attrattivo il lavoro negli ospedali (Applausi), ed è esattamente quello che volete fare.

Con questo disegno di legge il Governo sceglie la strada, già peraltro battuta, di acquisto delle prestazioni sanitarie fuori dal Servizio sanitario nazionale e aumenta il ricorso a forme di lavoro flessibile, al precariato. L'aumento delle ore di lavoro con contratti di collaborazione coordinata e continuativa degli specializzanti è una vergogna che voi portate in quest'Aula. (Applausi).

Non è questa la strada e la fragilità del Sistema sanitario è sotto gli occhi di tutti. Servono interventi per prendersi cura davvero del Sistema sanitario. Servono leggi per valorizzare il personale che, ogni giorno, difende la nostra sanità e che sempre più spesso è vittima di aggressioni, agendo sulle condizioni di lavoro e sugli stipendi. Servirebbe assumersi responsabilità di questa situazione, un po' di coraggio per trovare risorse che possano davvero aiutare a invertire la rotta.

Certo, signor Presidente, non manca qualche intervento che va nella giusta direzione, ma si tratta di gocce nel mare dell'indifferenza e delle scelte contrarie alla centralità della sanità pubblica. (Applausi). Noi abbiamo sventato due emendamenti del relatore: uno sui fondi integrativi, l'altro che addossava sulle spalle delle famiglie più spese per le RSA, che è una vergogna! (Applausi).

È una piccola risposta per il grande grande lavoro della senatrice Paita e di tutti i Gruppi dell'opposizione aver portato a casa quel milione per gli screening per le mammografie per il tumore al seno delle donne italiane. Non ci accontenteremo di questo. Chiediamo molto di più. Chiediamo che il Servizio sanitario nazionale, messo in discussione continuamente da questa maggioranza, sia quello sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione. (Applausi).

GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-UDC-NM (NcI, CI, IaC)-MAIE-CP). Signor Presidente, colleghe e colleghi, relatore, amatissimo Presidente della 10a Commissione - mi onoro di conoscerlo abbastanza bene per la sua onestà intellettuale - oggi abbiamo commemorato un nostro Sottosegretario, alla presenza della moglie, e con molta nostalgia ed enorme affettività abbiamo detto una cosa nella quale crediamo fortemente. Se poi abbiamo detto una bugia, vergogna. Di questo personaggio grande della politica e della magistratura italiana e non solo, abbia esaltato un'enorme sincerità, il fair play, la mancanza di aggressività che non priva di autorevolezza.

Anzi - e lo dice un vecchio, forse troppo vecchio, ma ancora psichiatra iscritto all'albo - l'autorevolezza vera nasce dal non alzare la voce, dal non offendere gli avversari e dire qualche volta la verità.

Purtroppo esco abbastanza ammaccato, perché ho sentito ancora una volta bugie incredibili, che fanno male alla salute, e soprattutto improperi. L'inno "Vergogna! Vergona!" è un boomerang che torna indietro, che offende chi lo scandisce, perché gridare questa parola senza qualità, in maniera sciatta, in maniera ingiustamente - per il Senato - aggressiva fa male a chi lo fa.

Credo che oggi, ancora una volta, si sia attivata una sfida tra chi cerca di cambiare, dopo anni di inadempienze, correndo dei rischi, perché parlare di temi come le liste d'attesa significa mettersi in discussione. La realtà è enorme, è quasi miracolistica, ma c'è un punto fondamentale: in merito alle liste d'attesa ho sentito parlare di denaro, ho sentito parlare di personale, ma non ho sentito parlare, nell'aggressività beota dell'opposizione, di qualità del servizio e delle persone. La qualità si crea, la formazione si costruisce negli anni, ma voi dove stavate? Io non lo so. Io veramente mi vergognerei di parlare, non per dire "vergognatevi di quello che non dite", ma per dire di vergognarvi voi di quello che non avete fatto. (Applausi).

È questa vergogna che io non evoco, della quale faccio eco, che farà male ai cittadini italiani, perché non avete fatto, al momento giusto, quello che doveva essere fatto.

Vedete, io sono orgoglioso di partecipare a una maggioranza nella quale ci sono amiche e amici e dove c'è Giorgia Meloni, la quale, negli anni, non ha mai tradito le promesse, magari persino quelle non condivisibili. Oso dire questo perché la conosco abbastanza bene e la amo molto. Come si fa a dire che non siamo coerenti, quando rischiamo di nostro su temi complicatissimi, che voi per paura, per ignoranza, per complicità trasversale, non avete affrontato? È facile dire dopo "al lupo, al lupo!", senza avercela con il lupo di Gubbio. È facile dire che manca questo o quell'altro, ma scherziamo? Lo dico ancora con umiltà, con la voce roca un po' complicata dal freddo e dalla disabilità: ma voi, anche in questi giorni, a parte attaccare in maniera molto grezza e ignorante la maggioranza, cosa avete proposto, cosa avete fatto? Vi siete messi in crisi, affrontando argomenti complicati? Io sono un medico neuropsichiatra antico, che è nato morto nella clinica Morgagni, di proprietà del mio bisnonno, nella zona Prati di Roma: un cordone ombelicale maledetto ha provocato doglie lunghissime a mia mamma.

Diciamo che sono stato impiccato dalla natura. Il mio bisnonno Ernesto e mio padre Giancarlo credevano che il dolore creasse legami più forti e non hanno fatto il cesareo (questa tecnica è anche recente ed è alla portata di tutti). Scusate se faccio biografia, ma poi mia nonna, nonostante fossi stato dichiarato morto, ha colto alcuni segni di vitalità - e vedete che esistono, per qualcuno magari purtroppo, per altri magari per fortuna - e, nonostante fossi rimesso in vita con massaggi e con tecniche antiche, sono riuscito a vivere, ma non mi muovevo e avevo continui attacchi epilettici. I medici, i colleghi, il gotha della medicina italiana - ce lo potevamo permettere - diceva che Antonio Guidi - magari Guidi manco ci stava - non avrebbe camminato, non avrebbe parlato, non avrebbe capito. Sul fatto che non avrei capito forse molti sono d'accordo, ma sul fatto che non avrei parlato - il 13 giugno compio ottant'anni, il giorno di San Antonio - mi sembra che per ottant'anni ho chiacchierato.

Dico questo perché io ho un'enorme fiducia nella tecnica medica, paramedica e psicologica e non mi metto a guardare il colore, il calore, le scelte politiche dei miei colleghi. È stato un onore immenso, sono uscito persino, provocando molto scandalo, a diventare Ministro per la famiglia, quella famiglia che in parte mi aveva tradito, perché non aveva usato le tecniche giuste, ma gli altri mi avevano colmato di affetto, soprattutto mia mamma Leonilde, che era una vera e propria leonessa. Dico questo per provocare lacrime, per provocare pietà? Insomma, io posso avere tanti difetti, ma piuttosto di chiedere pietà a qualcuno magari prima mi ammazzo e poi chiedo pietà. Magari sbagliando, magari con troppo narcisismo, ho acquisito il ruolo di essere di esempio - pensate che follia - della categoria delle persone con disabilità; categoria che acchiappa un po'tutti, non ci sono gli speciali. Noi siamo i "quasi", siamo un po' come in un derby la "quasi rete", che conta poco nella statistica, ma dice molto nell'emozione.

Allora, colleghe colleghi, presidente Zaffini, relatrice, rappresentanti del Governo, cerchiamo di darci una calmata, non per l'entusiasmo di voler cambiare in positivo, ma nell'aggressività rispetto all'avversario, perché non si vince con una cianchetta o con un'azione scorretta. Siamo in Senato: l'etica e la buona educazione fanno la politica, non sono suoi orpelli.

Io vi giuro, in conclusione, che ho una difficile realtà, mi muovo male, qualche volta mi sporco, qualche volta tossisco, qualche volta mi macchio, ma faccio di tutto: preferisco non mangiare e non bere piuttosto che essere disdicevole, perché altri mi seguiranno e gli altri hanno bisogno di esempi positivi. Noi li abbiamo dati, voi no! Su questo concludo, vi saluto e posso dire, con legittimo orgoglio: a domani. (Applausi).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, noi voteremo convintamente contro questo disegno di legge. Partiamo da un primo ragionamento: ovviamente, nessuno pensava che, con un disegno di legge sulle prestazioni sanitarie, noi avremmo ripristinato il servizio che idealmente avevamo in mente quando è stato costituito nel 1978, cioè un sistema universalistico e gratuito per tutti i cittadini italiani.

Nessuno pensa questo. Nessuno pensa a fare atti rivoluzionari. Volevamo e vogliamo contribuire a cercare di dare una risposta positiva a un disagio che i cittadini e le cittadine vivono quotidianamente. È inutile negare questo dato. In qualsiasi parte d'Italia e all'interno dello stesso Paese ci sono forti difficoltà e diversità, innanzitutto tra Nord e Sud ma ve ne sono anche altre.

Vi è, però, un dato fondamentale: quando una persona ha bisogno di fare una certa tipologia di esami, deve aspettare un certo numero di mesi, se non anni. Altrimenti, bisogna pagare e chi non è in grado di farlo, perché non è nelle condizioni economiche per farlo, ovviamente deve aspettare. Questo, per una persona che ha dei problemi, comporta un aumento delle ansie e, di conseguenza, aumentano le patologie da curare.

Il problema è che bisogna mettere sempre al centro le esigenze della persona. Il primo elemento che noi continuiamo a sostenere, e i dati ci dimostrano che abbiamo ragione, è che questo Governo, anziché aumentare complessivamente la quota di spesa di fronte a una necessità che cresce dal punto di vista economico, perché la popolazione invecchia, perché le patologie aumentano, la riduce.

Il DEF che discuteremo nei prossimi giorni testimonia che siamo ormai al 6,2 per cento rispetto al Prodotto interno lordo, che è la misurazione che tutte le società e tutti i Paesi occidentali fanno in rapporto alle spese sanitarie. Voi dite che, economicamente, dal punto di vista numerico, avete aggiunto di tre miliardi. Sì, è vero, vi sarà pur stato un aumento di spesa di tre miliardi, ma il dato vero è che, in rapporto al PIL, avete diminuito le risorse.

Ovviamente, oltre alle quantità economiche insufficienti, ci sono altre disfunzioni. Certamente non è colpa di questo Governo il numero chiuso in medicina, per cui abbiamo mancanza di medici. Però, tutta l'opposizione si è mossa, ad esempio, nell'ottica di riuscire ad assumere non con contratti da co.co.co., ma per dare una prospettiva agli specializzandi.

Ovviamente, si dice loro che c'è un rapporto tra la formazione da una parte e la specializzazione dall'altra. Se si sta facendo la specializzazione in un determinato posto, probabilmente si può mantenere nella stessa sede un rapporto di lavoro, dando un contributo come è avvenuto, ad esempio, durante il periodo del Covid-19. Non si capisce perché non si possa andare in questa direzione.

Rispetto a questi emendamenti avete risposto picche. Ovviamente, bisogna intervenire sul terreno delle risorse e dare un riconoscimento anche dal punto vista economico.

Non si può continuare a dire che i nostri infermieri e i medici sono stati degli eroi e poi alla fine, ad esempio, io che abito in una Regione molto vicina al confine scopro che molti nostri infermieri e medici vanno in Svizzera a lavorare. È un disagio, perché per andare dal mio Paese in Svizzera si devono fare parecchi chilometri; allo stesso tempo, ovviamente, è un disagio non solo per il trasporto, ma anche per le relazioni familiari; però sono remunerati in modo molto diverso, sia i medici che gli infermieri. Questo vale anche per chi esegue gli esami, cioè i tecnici e altri.

So benissimo che andrebbe affrontata anche la questione organizzativa, del lavoro, perché sappiamo tutti che c'è una discussione sul ruolo del medico di famiglia. È inutile negarlo: molto spesso tale ruolo è diverso da quello che era in passato, quando ero giovane. Molto spesso si andava dal medico di famiglia e dal farmacista a risolvere i problemi. Oggi è diverso: ti mandano dallo specialista. Non si capisce perché abbiamo dei medici che lavorano dentro la struttura pubblica, poi però favoriamo le strutture private, che stanno aumentando. (Brusio).

Scusi, per favore, di solito sono molto rispettoso degli altri.

PRESIDENTE. Ho già richiamato le colleghe, anche perché per coprire la sua voce ce ne vuole.

MAGNI (Misto-AVS). Ci sono spesso strutture private che vivono con il doppio lavoro dei medici: questo è un dato. Queste strutture private si occupano solo di ciò con cui guadagnano, per creare un plusvalore; non corrono alcun rischio, mentre il comparto sociosanitario dovrebbe prevedere dei rischi, perché non si può mettere tutto sullo stesso piano, mentre voi state favorendo questa direzione.

Attenzione: conosco bene la sanità integrativa, perché è nata soprattutto o individualmente con le assicurazioni, oppure dentro accordi sindacali collettivi. Ricordo che Unisalute e Metasalute sono nate da accordi sindacali; Previlabor fu la prima esperienza fatta a Bologna su questo terreno. È chiaro che è un dato aggiuntivo e non può essere sostitutivo. (Brusio). Se urla meno, mi fa un favore.

PRESIDENTE. Colleghi, la questione è questa: quando l'Aula è meno piena qualsiasi cosa voi dite rimbomba molto di più, c'è questo tipo di effetto. Quindi vi chiedo la cortesia di limitare il brusio.

MAGNI (Misto-AVS). Non si può svolgere questa discussione, come si è tentato di fare, senza coinvolgere chi ha proposto questa cosa, cioè le organizzazioni sindacali, i lavoratori e le lavoratrici che ci mettono del loro, perché quella prestazione integrativa è un costo contrattuale. Vorrei ricordare che è sempre un costo contrattuale: il contratto nazionale di lavoro contiene la parte relativa alla pensione integrativa o alla mutua integrativa ed è tutto un costo contrattuale. Non si prevede un costo a parte, non ce lo regalano. In sostanza, sono i proprietari quelli che hanno contratto, che decidono di spostare una parte su quel terreno. Intanto, è un fatto volontario; in secondo luogo, bisogna evitare di discuterne e decidere senza di loro. Poi, si può decidere o perlomeno discutere qualsiasi cosa, però bisogna andare in questa direzione. Tutto questo non è stato fatto e non si è ascoltato.

Ho cercato di guardare le audizioni per ascoltare le proposte fatte dalle associazioni dei medici, dei dirigenti del settore sanitario e dei sindacati: in questo disegno di legge non c'è nulla di quello che ci hanno chiesto, quindi perché facciamo le audizioni, se non ascoltiamo? Se non volete ascoltare l'opposizione, ascoltate almeno coloro che audiamo, che sono i protagonisti in prima persona.

Ora, tutto questo non viene utilizzato, quindi tendenzialmente si va verso il privato, perché si spinge in tale direzione quando non c'è la prestazione pubblica. A quel punto, per forza di cose si ricorre alla prestazione privata, perché - come detto all'inizio - è chiaro che poi le persone, quando sono malate, pensano di andare in quella direzione.

Mi riferisco anche alla discussione avvenuta in particolare su un emendamento, ma non solo, il 13.0.400: intanto - l'ho già detto, ma lo ripeto - c'è un primo elemento, perché quell'emendamento aveva due commi, uno che interveniva a gamba tesa (in tackle, come si dice in gergo calcistico) sulle gambe delle persone, perché bloccava le discussioni in atto sulle vertenze fatte, in cui non c'è la discussione al 50 per cento, come qui è stato spiegato, ma una rivendicazione di copertura di cosa sia sociosanitario e socioassistenziale. Quanto al problema in particolare delle persone che hanno l'Alzheimer, non si capisce dove finisca l'ambito sanitario e dove inizi quello sociosanitario. Ora, in questo campo ovviamente dire "espressamente" (come recitava quell'emendamento) di intervenire a bloccare le vertenze è come dare un pugno in faccia a quelli che sono più in difficoltà e scaricare il problema sulle famiglie e sugli enti locali, perché poi alla fine le persone quando hanno un problema si rivolgono ai rappresentanti degli enti locali.

PRESIDENTE. Devo invitarla a concludere, senatore Magni.

MAGNI (Misto-AVS). Sto finendo, signor Presidente, però chiedo un minuto in più per chiudere.

PRESIDENTE. Gliene avevo già dato uno aggiuntivo per le interruzioni, senatore Magni.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, chiedo un minuto per dire che questa è stata la battaglia ed è stata questa la discussione. Si sarebbe potuta trovare una soluzione? Certo, però bisogna essere in due a farlo, invece si è detto che o era così o non era così e le cose rimanevano come stavano. Non funziona, se non si tiene conto delle opinioni che qui abbiamo espresso in modo da contribuire a dare soluzioni.

Per questa ragione, come dicevo, esprimeremo voto contrario, non per questioni ideologiche o, come qualcuno dice, offensive. Non mi sento di avere offeso, non faccio questioni ideologiche: ho fatto un ragionamento molto concreto, nel senso che uno può essere d'accordo o meno, può dire che le cose che ho detto sono tutte stupidaggini, ma allora deve dimostrarlo, come io cerco di dimostrare cosa succede in effetti, ossia che questo disegno di legge non risolverà i problemi delle liste d'attesa, anzi, ne avremo di peggiori. Ecco il risultato: se questo è quello che volete, ve ne assumete la responsabilità.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, i senatori di Forza Italia voteranno certamente a favore di questo provvedimento.

Il testo contiene una serie di disposizioni che fanno fare un passo in avanti alla nostra sanità, affrontandone alcune criticità. Innanzi tutto, sfidano ulteriormente l'annoso problema delle liste d'attesa. Si coinvolge ulteriormente il privato accreditato, che può farsi carico di una parte delle prestazioni, alleggerendo la pressione sulle strutture pubbliche, ma lo si fa all'interno di una logica che vede al centro il valore universale del Servizio sanitario nazionale.

Inoltre, si dà una risposta alla carenza di personale sanitario attraverso un più ragionato impegno dei medici specializzandi. Avere a disposizione giovani medici per un numero maggiore di ore ha due punti di forza: valorizza le competenze dei giovani medici attraverso un sostegno fattivo ai pronto soccorso; allo stesso tempo, si consegna loro un'esperienza pratica sul campo che sarà per loro molto preziosa; si investe molto sul personale sanitario, la cui formazione continua punta ad avere medici che possano garantire una maggior qualità delle cure.

Soprattutto, si punta a restringere quel divario di accesso ai servizi di emergenza-urgenza tra le diverse aree dei nostri territori, avendo come punto di riferimento gli standard più elevati. Non va dimenticato che il finanziamento per la sanità ha avuto un aumento crescente complessivo all'interno di una manovra di finanza pubblica che pure ha dovuto prestare grande attenzione alla spesa. Il risultato è arrivato ed è un premio delle agenzie di rating nel giudizio sui conti pubblici italiani. Questo significa che in prospettiva dovremo pagare minori oneri per gli interessi passivi sui titoli di Stato emessi e che quindi resteranno più risorse per le priorità di questo Governo, tra cui certamente la sanità.

Intanto va valutato positivamente l'aumento di 13 miliardi nel triennio 2025-2027, che porta la spesa sanitaria oltre 140 miliardi di euro. Un percorso confermato dal Documento di finanza pubblica appena presentato alla Camera. Per queste ragioni guardiamo con favore all'azione finora intrapresa dal Governo e alla volontà di migliorare il servizio sanitario nel suo complesso. Questo provvedimento è un'ulteriore attuazione pratica di questa volontà politica. Per queste ragioni annuncio il voto favorevole dei senatori di Forza Italia. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, il titolo del provvedimento al nostro esame inizia con le parole «Misure di garanzia». Misure di garanzia per cosa? Per ridurre le liste di attesa per le prestazioni specialistiche. I cittadini sanno bene che cosa significa la parola "garanzia" perché tutti i giorni andiamo ad acquistare qualcosa, ci vendono qualcosa e ci danno la garanzia: "mi raccomando" - ti dicono - "conserva la garanzia perché così potrai attivarla". Questa quindi è la nostra garanzia e il nostro scontrino che dovremo attivare. Per fare cosa? Per avere la garanzia della riduzione dei tempi di attesa. Allora - questo lo dico a chi ci ascolta da casa, visto che qui siamo pochi - questa garanzia ci servirà soprattutto quando dovremo reclamare una visita specialistica urgente; quando dovremo fare una TAC o una risonanza magnetica e ci dirotteranno sul privato; quando troveremo ancora le liste bloccate e dovremo pagare di tasca nostra le visite e gli esami diagnostici; quando ci faranno pagare la retta delle RSA per un nostro familiare malato di Alzheimer.

A questo proposito, voglio rivendicare la battaglia del MoVimento 5 Stelle insieme alle associazioni di riferimento contro l'emendamento presentato dalla Lega, che rappresenta un grave attacco ai diritti delle persone non autosufficienti e ai malati di Alzheimer. È una battaglia che rivendichiamo con forza. (Applausi). Ringrazio le senatrici Guidolin e Pirro per aver scoperto questa pugnalata alle spalle, questa vigliaccata tesa alle persone più fragili e non autosufficienti del nostro Paese. Escludere le prestazioni residenziali e socioassistenziali dalla copertura del fondo sanitario nazionale avrebbe significato abbandonare migliaia di anziani in condizioni già fragili, costringendoli a sobbarcarsi spese insostenibili per le cure di cui hanno bisogno. Mai, mai, il MoVimento 5 stelle permetterà a questo Governo di destra di separare le prestazioni sanitarie da quelle socioassistenziali. (Applausi). Mai sulla pelle di chi è più debole. (Applausi). In un contesto in cui la popolazione anziana è sempre più affetta da pluripatologie, tagliare le risorse destinate alle cure necessarie è un atto di ingiustizia che non possiamo tollerare. Non possiamo permettere che le persone più deboli vengano abbandonate a sé stesse.

Inoltre, voglio ricordare a tutti che siamo già al secondo…

PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei di lasciare libero il banco del Governo.

MAZZELLA (M5S). Vorrei ricordare che siamo al secondo provvedimento sulle liste di attesa. Il primo - lo ricordo a tutti qui in Aula - si chiamava «Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d'attesa». Dopo un anno abbiamo però da approvare numerosi decreti attuativi.

Ve ne ricordo alcuni. Uno è quello della interoperabilità tra le piattaforme regionali: la interoperabilità è necessaria per scambiarsi i dati, senza di essa è impossibile fare quel famoso cruscotto che serve per realizzare il controllo delle liste di attesa centralizzate. E non vi sembra già questo il fallimento assoluto di una sanità regionalizzata? Non è questa l'evidenza di un fallimento assoluto della modifica del Titolo V della Costituzione, sul quale coraggiosamente tutti dobbiamo fare una riflessione? E poi di questo decreto d'urgenza manca ancora il modello nazionale di classificazione e stratificazione della popolazione: non è pervenuto.

Ma anche su questo tema dell'urgenza dei decreti in sanità facciamo tutti insieme una riflessione. A cosa serve fare un decreto d'urgenza che contiene poi una decina di decreti attuativi che sappiamo rallenteranno inesorabilmente il percorso del decreto d'urgenza? Perché non facciamo allora un decreto auto-attuativo? Altrimenti è solamente una farsa anche il decreto d'urgenza! (Applausi). Lo chiamate d'urgenza, ma poi appunto impiega anni per potersi realizzare; questo significa prendere in giro gli italiani.

Ma ancora vi dico di più. Sempre il primo decreto d'urgenza doveva istituire la figura mitica del RUAS, il sotto assessore alla sanità, il vice assessore. Ve lo ricordate il RUAS? Ebbene, ho fatto una ricerca: su venti Regioni solo dieci hanno realizzato il RUAS. E sapete perché? Perché manca all'appello un DPCM sui poteri sostitutivi dello Stato nei confronti delle Regioni inadempienti, da realizzare entro il 31 agosto. Ciò vuol dire che, se anche non nominati i RUAS, allo stato attuale le Regioni non possono avere la sostituzione dei poteri, perché manca il DPCM che sostituisce i poteri delle Regioni; quindi le altre Regioni, che non hanno realizzato questo benedetto RUAS, se ne fregano. Che significa quindi fare un decreto d'urgenza con questa sorta di vincoli?

All'appello manca anche il decreto per consentire una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti del sistema sanitario nazionale. Ma, scusate, se non si può stabilire il fabbisogno di personale che abbiamo, come facciamo a realizzare un aumento del personale? Sulla base di cosa? Poi serve ancora il decreto attuativo per l'approvazione dei piani triennali per il servizio sanitario regionale. Capite che, dopo un anno, il primo decreto urgente sulle liste d'attesa ancora non è operativo. E con questo secondo il Governo Meloni ha provato a fare cosa? Ha provato a fare la cresta sui malati non autosufficienti. Ma vi sembra logico tutto questo? È vergognoso questo modo di condurre un disegno di legge sulle liste d'attesa.

Il nodo centrale che serve veramente per rispondere alle liste d'attesa rimane irrisolto. Tutti avete detto, in Commissione e in Aula, che serve una rete di assistenza specialistica territoriale: case di comunità e ospedali di comunità. Serve una rete specialistica di assistenza territoriale adeguata ed è qui che questo Governo di destra è inchiodato alle sue responsabilità. La riforma della medicina territoriale è a zero e sono passati quasi tre anni dall'insediamento di questo Governo. Tre anni! (Applausi).

Doveva essere questa l'urgenza dopo l'esperienza tragica del Covid. Lo capite, onorevoli colleghi, che il tema delle liste d'attesa, come anche la fuga dei nostri specialisti dal sistema sono dovuti all'inadeguatezza della rete territoriale di cure primarie? Tra questi temi, sulla carenza degli specialisti ambulatoriali convenzionati interni, che è un aspetto cruciale che contribuisce all'allungamento delle liste d'attesa, qualcosa il Governo ci dovrà dire. Attualmente sono 20.000 i professionisti che operano nei poliambulatori delle ASL.

Eppure la loro competenza per poter rispondere alle liste di attesa e il loro utilizzo sono sottovalutati. È fondamentale quindi che il Ministero della salute riconosca il ruolo centrale di questi medici specialisti nella gestione delle patologie croniche e nell'assistenza specialistica di primo livello. In assenza di un adeguato supporto a questi professionisti le strategie di riforma sono meramente operazioni di facciata.

Potrei ovviamente continuare con tutto quello che è stato detto anche dai miei colleghi di opposizione e che io condivido pienamente. Voglio però concludere con qualcosa di concreto: bisogna investire in risorse umane e nelle competenze necessarie. Investire in risorse umane; non 800 miliardi, di cui 30 miliardi di un piano di riarmo. Non vogliamo carri armati, ma risorse umane! Meno carri armati e più medici di famiglia e specialisti nelle case di comunità; meno carri armati e più pronto soccorso aperti; meno carri armati e più medici specialisti nei settori critici della sanità pubblica; meno carri armati e più ambulanze con medici a bordo! (Applausi). Questi li regaliamo al Governo, regaliamo i carri armati e noi ci teniamo le ambulanze con il medico a bordo. (Applausi).

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi senatori e colleghe senatrici, oggi esprimiamo il nostro voto su un provvedimento fondamentale per il futuro del sistema sanitario nazionale. Esso poggia su princìpi fondamentali quali l'universalità, l'uguaglianza, l'equità. Esso è nato a garanzia del diritto fondamentale della salute, ma la sua organizzazione da anni mostra difficoltà e la pandemia ne ha evidenziato le criticità. È un sistema che va innovato e rinnovato nei sistemi, nei processi e nell'organizzazione. Questo provvedimento arriva in un momento cruciale perché il sistema sanitario è chiamato a recuperare fiducia, efficienza e soprattutto capacità di risposta concreta ai bisogni dei cittadini. Va riconosciuto a questo Governo di aver destinato 136,5 miliardi di euro nella legge di bilancio; una somma ben più alta degli altri Governi. Il fondo di coesione ha reso disponibili altri 1,3 miliardi per investimenti negli ospedali e con la revisione del PNRR altri 750 milioni.

Quindi non è una questione di fondi, come invece alcuni governatori, come quello dell'Emilia-Romagna, vogliono far credere, ma di come essi vengono spesi dalle Regioni stesse. Questo provvedimento è un atto politico forte e chiaro che intende restituire centralità alla sanità pubblica e dignità a milioni di cittadini italiani che troppo spesso vivono l'esperienza della malattia come un percorso ad ostacoli, costellato di attese di servizi e di incertezze.

Con questo voto il Parlamento è chiamato ad affermare un principio fondamentale: la salute è un diritto e non una concessione e garantirlo significa non solo erogare prestazioni, ma farlo nei tempi e nei luoghi giusti, con la qualità e l'umanità che ogni persona merita.

Con questo disegno di legge ci troviamo davanti a una scelta importante. Una scelta che parla di persone, di dignità di chi aspetta una visita. È un provvedimento ampio, strutturato e ambizioso e rappresenta un passo avanti nella lotta contro uno dei problemi più avvertiti che è quello delle liste d'attesa. È inaccettabile che in molte realtà del nostro Paese si debba attendere mesi per una visita specialistica o per accertamenti diagnostici. È una delle ferite più profonde del nostro sistema sanitario e questo provvedimento non lo fa con slogan o annunci, ma con misure puntuali, concrete e strutturate.

Ecco perché voglio contenere e sottolineare tre punti importanti. Il primo è dato dalla centralità del medico nella prescrizione; con l'articolo 1 riaffermiamo il principio sacrosanto, spesso messo in discussione, della libertà e dell'autonomia del medico nella scelta di diagnostica e terapeutica. Le indicazioni normative non costituiscono, ma accompagnano la professionalità dei nostri operatori sanitari e lo fanno rafforzando il concetto di appropriatezza, di autonomia e di responsabilità del medico. Un sistema più efficiente non è un sistema più burocratico, ma è un sistema più giusto. Il medico resta protagonista perché nessun algoritmo e nessuna intelligenza artificiale possono sostituire il giudizio clinico, la relazione terapeutica e la fiducia del medico.

L'introduzione del Sistema nazionale di governo delle liste di attesa (SINGLA) - questo è il secondo punto - è un obiettivo importante del provvedimento: si tratta di uno strumento centrale che coordinerà a livello nazionale politiche, dati e standard, garantendo finalmente una visione omogenea delle prestazioni e dei bisogni. L'istituzione di questo sistema rappresenta il cuore strategico del provvedimento, una cabina di regia nazionale finalmente dotata di poteri di coordinamento, indirizzo e monitoraggio, che consentirà quindi una gestione unitaria di tempi certi, interoperabilità digitale - quella che menzionava prima il senatore Mazzella, ed è stata inserita nel provvedimento - e integrazione dei sistemi regionali. È una rivoluzione silenziosa ma decisiva, il diritto alla salute non può essere condizionato dal codice di avviamento postale di residenza, perché è un diritto universale e indivisibile.

Un altro punto qualificante del provvedimento riguarda l'oncologia e ne vado molto fiera, perché è stato introdotto grazie a un emendamento presentato dalla Lega, con l'adozione di linee guida omogenee per i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) in ambito oncologico. Ogni paziente oncologico ha il diritto di non sentirsi mai solo, di essere seguito in ogni fase con continuità, con approcci multidisciplinari, con una rete che lo accompagni e lo sostenga. Questa è l'idea di sanità che vogliamo: umana, integrata, competente, una sanità che non si limiti a erogare prestazioni ma si prenda cura del paziente stesso.

Altro pilastro è l'integrazione della telemedicina nel sistema sanitario. Il provvedimento valorizza il teleconsulto, la collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale e l'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico, integrato meglio fra pubblico e privato, incentivando così la programmazione strategica e responsabilizzando i dirigenti dell'azienda sanitaria. Questa legge riconosce la medicina territoriale passando alla medicina di prossimità, valorizzando il medico di medicina generale, la diagnostica di primo livello nei loro studi, utilizzando gli strumenti, appunto, del teleconsulto e della telemedicina. La sanità, quindi, si avvicina al cittadino paziente e questo è importante soprattutto nelle aree interne, nei piccoli Comuni, tra le persone fragili. Questa è la risposta che serve.

Il disegno di legge interviene in modo preciso anche sull'organizzazione delle prestazioni ambulatoriali: viene finalmente normata l'assegnazione delle classi di priorità urgente, breve, differita e programmabile, legando ogni richiesta a tempi certi e vincolanti. Non è una semplificazione burocratica, è un atto di giustizia, perché la differenza che passa tra una visita in tre giorni e una in tre mesi può significare molto, può significare diagnosi precoce o ritardo fatale.

Un'altra novità importante riguarda la responsabilizzazione della governance sanitaria: i direttori generali delle aziende sanitarie verranno valutati finalmente in base al raggiungimento degli obiettivi fissati nei piani strategici annuali, a partire dalla riduzione delle liste d'attesa. Questo è un passaggio cruciale, perché chi guida la sanità deve rispondere dei risultati, non solo delle intenzioni, e dove i risultati non arrivano devono scattare correttivi chiari e tempestivi.

Tocco poi un tema fondamentale, che è quello che riguarda noi donne: il tumore al seno. Troppe donne, anche giovani, vivono la diagnosi con l'angoscia di un'attesa infinita, di visite dilazionate, di trattamenti rimandati e poi a seconda della Regione dove vivono possono avere lo screening mammografico o no, a seconda dell'età. Ecco perché abbiamo dato dei tempi certi, chiari nei passaggi, umani nel metodo, con l'approvazione dei PTDA oncologici che ho citato prima.

Vorrei però fare chiarezza sull'emendamento che prevedeva l'allargamento della fascia di età dello screening mammografico per la prevenzione del tumore al seno, armonizzando le età che sono differenti da Regione a Regione e una donna deve essere fortunata in base a dove risiede. Qui va precisato che l'allargamento dello screening costerebbe 135 milioni di euro e, come ho citato prima nell'intervento su questo emendamento, è assolutamente al vaglio del Governo cercare di capire come andare a rivedere il piano nazionale degli screening di tutti i tumori e quindi in ambito oncologico.

Il secondo emendamento, quello che riguardava l'incentivazione della comunicazione che nella proposta presentata in Commissione ammontava a 6 milioni di euro, non era stato approvato, ma qui in Aula, grazie al Governo, è stato previsto un milione di euro per questa finalità. Ritengo quindi che sia stato compiuto un passo fondamentale, perché è sicuramente importante essere al fianco delle donne con questa patologia.

Non meno importante è parlare in quest'Aula della salute mentale, una realtà drammatica perché tocca il disagio giovanile, che è sempre in aumento, con suicidi, dipendenze e depressione post-pandemica. Con l'articolo 11 potenziamo i dipartimenti di salute mentale, rafforziamo le reti territoriali, mettiamo al centro il benessere psicologico come elemento imprescindibile del diritto alla salute. Non è più tempo di ignorare, ma è tempo di agire e finalmente questo provvedimento lo fa.

Infine, vorrei ricordare un altro emendamento importante inserito all'articolo 12-ter sui farmaci orfani.

Grazie infatti all'emendamento del senatore Mazzella, sottoscritto da tutti in Commissione, anche una malattia rara dà diritto a una cura accessibile, sicura e disponibile. Ringrazio, quindi, il Governo per aver recepito questo emendamento. Non è un favore, ma il segno di una sanità che non dimentica nessuno, nemmeno chi è statisticamente invisibile.

La sanità forte ha bisogno anche di una formazione solida. In questo senso, l'articolo 5-bis del provvedimento in esame proroga i limiti di età per i docenti universitari attivi nel sistema sanitario nazionale. È una scelta saggia, perché la conoscenza non va in pensione con l'anagrafe. Valorizzare chi ha esperienza e ha formato generazioni di medici è un investimento in formazione e non un costo; non vuol dire tenere i baroni nelle università, bensì trasmettere alle nuove generazioni la loro esperienza e la loro conoscenza. L'università e il sistema sanitario devono parlare la stessa lingua, ma per troppo tempo si sono chiuse le università con gli esami di ammissione e per troppo tempo non si sono fatti i concorsi. Noi stiamo mettendo mano a questo cambiamento prima con l'abolizione del test di ingresso a medicina e ora con il mantenimento delle competenze per il passaggio generazionale.

Concludo, signora Presidente, dicendo che non possiamo illuderci che questa iniziativa legislativa risolva da sola criticità strutturali; questa norma rappresenta un quadro organico su cui costruire, misurare e migliorare. Il nostro è un voto convintamente favorevole; oggi non votiamo solo un provvedimento tecnico, ma affermiamo un modello di sanità pubblica basato su uguaglianza, responsabilità e visione. Questo provvedimento non risolve ogni problema, ma segna una direzione chiara: noi votiamo sì per garantire tempi certi e cure efficaci. Votiamo sì per tutelare il diritto alla salute. Votiamo sì per un sistema sanitario più vicino alle persone, più moderno e più equo. Un sì a una politica che non guarda al consenso immediato, ma alla dignità di ogni cittadino, a partire dai più fragili. Con questo concludo il mio intervento, ringraziando naturalmente il presidente Zaffini, la relatrice Cantù, il sottosegretario Gemmato e i componenti della 10a Commissione per il lavoro che abbiamo portato avanti. (Applausi).

ZAMPA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMPA (PD-IDP). Signora Presidente, saluto il Governo qui presente. Signor Sottosegretario, naturalmente non posso non stigmatizzare la permanente assenza da quest'Aula e in generale in Parlamento del ministro Schillaci, che evidentemente ha una vera allergia alla polvere di quest'Aula.

Arriva oggi al voto, con un grande ritardo rispetto a quanto la maggioranza di governo aveva pianificato, questo disegno di legge che, come si è detto, riguarda le liste di attesa. Esso arriva con oltre un mese di ritardo rispetto ai programmi che la maggioranza aveva fatto, ma soprattutto arriva a quasi un anno di distanza dal roboante annuncio della premier Meloni e del ministro Schillaci, diffuso casualmente in vista delle elezioni europee nel giugno 2024, quando annunciarono a reti unificate che il problema delle liste d'attesa era risolto. Ebbene, avete impiegato un anno a produrre un provvedimento che era previsto, che è stato occasione di scontri dentro la maggioranza (che si sono visti in Commissione) e di tentativi di manomissione all'ultimo minuto, proprio in zona Cesarini, con emendamenti della relatrice. Infatti, passate le elezioni europee, quel famoso provvedimento che risolveva la questione delle liste d'attesa è diventato un testo svuotato e senza coperture finanziarie. Tutto è stato rinviato al presente disegno di legge che oggi ci apprestiamo a votare. Diciamo che gli italiani sono rimasti un anno in attesa di una soluzione per le liste di attesa, ma temo che tale attesa sarà ancora molto lunga. Chi mi ha preceduto, in particolare il collega Mazzella, ha elencato tutti i provvedimenti che ancora mancano, ma doveva essere - e questo è ciò che duole di più dover stigmatizzare in quest'Aula - la soluzione di un problema molto serio e molto delicato.

Se non fosse stato per il paziente e tenace impegno delle opposizioni in Commissione, gli italiani avrebbero rischiato di trovarsi, non con un provvedimento che risolve le liste d'attesa, ma con un provvedimento che peggiora la situazione, già molto grave, in cui versa la sanità italiana.

Un disegno di legge di manomissione e di stravolgimento del Servizio sanitario nazionale pubblico, sventato anche grazie alla mobilitazione, non solo nostra (in particolare ringrazio le colleghe della Commissione, senatrici Zambito e Camusso), ma sventato anche grazie alla mobilitazione della società, dei sindacati che rappresentano gli anziani, delle associazioni di tutela della sanità, che si sono espressi tutti con toni molto più che critici riguardo all'emendamento a prima firma della relatrice. Certamente, la mobilitazione della società è stata molto significativa.

Poi c'era quello, ancora più grave secondo me, che faceva sognare solo i fondi privati sanitari e che fa prefigurare altri tentativi che andranno nella direzione della costruzione di una sanità privatizzata e completamente diversa da come è stata immaginata da chi l'ha fondata e voluta.

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Quindi, entrambi questi emendamenti sono finiti, per fortuna, nel dimenticatoio o certamente nel cestino della Commissione bilancio. Abbiamo però assistito, come ho detto, a scambi di favori all'interno della maggioranza, a discussioni, a contrapposizioni, che si sono concluse con uno stallo impressionante in Commissione bilancio e con la bocciatura di una ventina di emendamenti della stessa maggioranza.

Alla fine, dobbiamo dirci che, dopo due finanziarie e due provvedimenti ad hoc sulle liste d'attesa, questa maggioranza non ha prodotto niente di buono per salvare il Servizio sanitario nazionale, che è davvero uno straordinario baluardo, la cosa più importante che abbiamo per tutelare la vita nostra e dei nostri figli. (Applausi). Un baluardo che garantisce la coesione del Paese e che ancora è ammirato e invidiato in tanta parte del mondo.

Ma voi continuate a illudervi che basti continuare a dire che è colpa degli altri. È colpa di chi ha voluto l'unità d'Italia; è colpa di chi governava prima di voi; è colpa dei medici e degli infermieri che non fanno il loro dovere. Adesso, in quest'ultima tornata, è anche colpa dei Presidenti delle Regioni. Tra l'altro, proprio alle Regioni avete invaso il campo di competenze molto seriamente, persino nell'istituzione della scuola di eccellenza per i vertici del Servizio sanitario nazionale.

È una misura oggettivamente interessante, ma avete dimenticato che questa materia è demandata alla potestà legislativa delle Regioni, come è stato evidenziato dall'autorevole associazione Salute Diritto Fondamentale, che è venuta a dirlo in un'audizione che, evidentemente, nessuno ha ascoltato.

È colpa, dunque, dei Presidenti delle Regioni, ma vi siete dimenticati che la gran parte delle Regioni, in questo momento, è rappresentata da esponenti che appartengono alla vostra maggioranza. Eppure lo avete dimenticato: ed è una cosa seria che anche la Lega abbia dimenticato questo aspetto. Sono proprio i Presidenti delle Regioni a misurarsi concretamente con la sofferenza di un Servizio sanitario pubblico ormai allo stremo delle forze.

Ne cito uno che certamente conoscete bene. Si tratta del presidente della Regione Lombardia Fontana, che ha detto di recente, senza smentire, in un'intervista pubblicata qualche giorno fa che ritiene che i problemi della sanità siano ampi e connaturati all'organizzazione nazionale, che andrebbe profondamente rivista. E come andrebbe rivista? Basta leggere la risposta alla domanda successiva. Lo stesso presidente lo spiega.

Dice peraltro, ripetendo l'esito di analisi, studi compiuti da istituti e centri di ricerca di ogni orientamento politico, che manca la medicina del territorio, che dovrebbe prendere in carico il paziente e valutarlo, altrimenti è tutto inutile. Ed è tutto inutile perché appunto c'è solo un inseguire le prestazioni senza quella presa in carico del paziente-cittadino e dei suoi problemi di salute che servirebbe davvero a dargli la certezza che qualcuno si occupa della sua salute e del suo benessere e a non fargli inseguire ogni giorno una prestazione diversa, magari a centinaia di chilometri una dall'altra.

Dice però ancora di più il presidente Fontana, ricordando che, laddove abbiamo investito sui medici del territorio inserendoli nelle case di comunità come a Bergamo la pressione sugli ospedali e sui pronto soccorso è calata, eppure voi quest'operazione non l'avete voluta fare, perché portava il nome di Roberto Speranza. E fin dall'inizio avete scommesso sulla possibilità di farla fallire, tant'è vero che anche il PNRR va veramente molto male proprio in materia di sanità.

È per questo che il presidente Michele De Pascale ha detto molto correttamente allo stesso ministro Schillaci - di persona, in un incontro che hanno avuto entrambi in presenza, perciò con grande lealtà - che nel Governo c'è disonestà intellettuale o mancanza di comprensione del problema. Se si continua a dire infatti - purtroppo - che il Governo ha messo più risorse di chiunque altro nella sanità, questo è falso. Il Governo, invece di recuperare il rapporto tra spesa sanitaria e PIL, sta andando nella direzione opposta.

Mi pare che alla fine dobbiamo concludere che si tratta di un provvedimento che guarda il dito invece che la luna e ve lo ha detto in qualche modo Mantoan prima di lasciare l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) - e non credo che Mantoan possa essere considerato un pericoloso esponente del centrosinistra - il quale vi ha ricordato che il numero di prescrizioni ambulatoriali è aumentato tra il 31 e il 44 per cento, con punte del 60 per cento per alcune prestazioni, e che il problema del Servizio sanitario nazionale non è l'allungamento delle liste d'attesa, quanto l'assenza di una sua seria riforma, che, oltre a risorse economiche adeguate e necessarie, ha bisogno di idee e di coraggio. (Richiami del Presidente).

Concludo, signor Presidente: ha bisogno del coraggio di essere davvero guardato in faccia nella sua verità, questo problema; potete continuare a dire infatti che è colpa di qualcun altro, ma dovete esercitare la responsabilità di governare la sanità e dovete farlo con il coraggio e l'energia che servono davvero, se non la si vuole mandare in frantumi. Tutto ci lascia credere che invece vogliate andare in questa direzione. (Applausi).

Presidenza del vice presidente RONZULLI (ore 20,35)

ZAFFINI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, ancora una volta debbo a fatica constatare che è veramente difficile parlare di sanità in quest'Aula, ma in generale è veramente difficile parlare di sanità con l'opposizione che abbiamo di fronte.

Guardate, colleghi, lo dico anche sottovoce, in particolare alla senatrice Paita: credo che, nel momento in cui ci accingiamo a parlare di salute, tutti dovremmo cercare di parlare un po' più sottovoce e non costringere una persona perbene come il mio amico Orfeo Mazzella a giocare con le macchinine o la collega Pirro a urlare improperi non so perché.

Credo che rispetto a questo passaggio della sanità e delle discussioni intorno al nostro Servizio sanitario nazionale, in evidente difficoltà non certo imputabile a questo Governo, ma che viene da lontano (a 45 anni dalla sua progettazione), esso abbia fortemente bisogno di una riforma profonda e anche di un colloquio e di un rapporto diversi tra maggioranza e opposizione, che consentano a queste riforme di essere deliberate. Con un approccio a prescindere contrario e del quale si riesce veramente a fatica a cogliere il senso, è complesso riuscire a mettere a terra argomenti e riforme.

Vi faccio l'esempio delle liste d'attesa, di cui ci stiamo occupando: questo Governo ha prodotto due provvedimenti legislativi, uno con carattere d'urgenza, a luglio, e uno più di sistema, che è questo di cui ci stiamo occupando oggi. È stato detto che il provvedimento di luglio era inutile e non serviva a niente ed era stato fatto per la campagna elettorale delle elezioni europee, che non avremmo mai fatto il successivo ulteriore provvedimento, che non sarebbe mai arrivato in Aula (mentre oggi ci è arrivato) e soprattutto che non essendovi state stanziate risorse non serve a niente.

Il provvedimento di luglio ha mobilitato risorse per poco meno di un miliardo di euro (e posso ovviamente documentarle), ma soprattutto, è stato colto nella sua essenza da una Regione come il Lazio, che porto ad esempio, dove nel 2023 i tempi medi di scorrimento delle liste d'attesa delle prestazioni erano di 42 giorni, mentre oggi, poiché ha messo a terra i provvedimenti previsti dal decreto-legge di luglio, è arrivato a nove giorni di attesa - media, ovviamente - rispetto alle prestazioni sanitarie.

Allora, colleghi, rispetto a queste evidenze con riferimento solo al decreto di luglio, è stato detto, collega Furlan, che esso richiedeva dieci provvedimenti attuativi e che nessuno ne è stato deliberato: sono cinque i provvedimenti attuativi del decreto di luglio e tutti sono stati licenziati col parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni. Nemmeno uno ne manca. È stato oggetto per altro di una polemica fatta con il vostro mentore di Gimbe, che diceva che i provvedimenti attuativi non c'erano, e noi abbiamo dimostrato che invece c'erano.

Dicevo però che quello che veramente dispiace, colleghi, è che ormai va constatato che la sanità è diventata argomento di scontro politico, al pari delle buche delle strade delle città, dei punti luce della pubblica illuminazione e di altri temi sicuramente meno attinenti a un diritto sacrosanto e fondamentale come quello alla salute.

Se arriviamo a portare i comizi di partito davanti agli ospedali - cosa che io ho visto fare nella mia vita solo al PD e solo nelle campagne elettorali che ho vissuto direttamente, come quella della mia Regione, l'Umbria, dove un intero manifesto era dedicato alla campagna di comizi davanti agli ospedali - credo che noi non ci siamo solo avviati su un pendio scivoloso, come si suol dire, ma siamo arrivati in fondo a quel pendio scivoloso. (Applausi). Questo è un passaggio che veramente mi preoccupa. Dentro a questo tema di come raccontiamo il nostro Servizio sanitario nazionale, io continuo, signor Presidente, a ricordare a tutti che eroga due milioni di prestazioni al giorno. Checché ne dicano i colleghi dell'opposizione, questo sistema eroga due milioni di prestazioni al giorno. È paradossale che sia io a dirlo che sono sempre stato un uomo di destra estraneo a quella progettazione, estraneo ai Governi che hanno deliberato questo sistema sanitario anche se ne condivido profondamente lo spirito, il senso e i diritti che garantisce. Non è possibile che tutti voi continuiate solo a raccontare a fronte dei due milioni di prestazioni solo quelle negate o quelle che non funzionano, e soprattutto ad andare davanti agli ospedali a comiziare.

Io credo che da qui noi dovremmo cercare di ripartire con un piede diverso. È stato detto quali erano i provvedimenti che non hanno trovato spazio in questo provvedimento. È vero, con la Commissione abbiamo portato avanti un percorso che poi, per effetto delle stringenti regole di bilancio e di fronte ai problemi posti dalla Commissione bilancio, ci ha visto costretti ad accantonare alcuni temi importanti. Anche io me ne faccio un cruccio e me li pongo come impegno per il futuro della mia attività, qualora i colleghi decideranno di mantenere il mio ruolo di Presidente della Commissione.

Quello che a me più dispiace, colleghi, è quando abbiamo tentato di rivedere il parametro di riferimento per i compensi dei direttori generali. Ma rendetevi conto che noi abbiamo dei manager della nostra sanità, peraltro sì, come ha detto la collega Castellone, forse troppo legati a filo doppio alla politica. Però del resto, colleghi, se vogliamo che il Servizio sanitario sia pubblico (e noi vogliamo che il Servizio sanitario sia pubblico) e questo assorbe una mole così importante di risorse pubbliche (danaro fiscale così importante), è evidente che la politica se ne debba occupare, è evidente che la politica, quella buona, quella con la "p" maiuscola se ne debba occupare anche assumendosene le responsabilità, cioè scegliendo i manager e poi pagando il loro operato se non funzionano, come è avvenuto in numerose Regioni, o avendo premio del loro operato se funzionano.

Ma, dal punto di vista dei compensi, il compenso dei direttori generali è fermo al 1995 ed è tabellato in lire (parametrato poi ovviamente in euro). Io credo che un Parlamento serio e una politica che riesca a mettere insieme maggioranza e opposizione su almeno cinque o sei argomenti importanti attinenti alla sanità non possano non considerare che va rivisto questo parametro di riferimento dei compensi, come abbiamo tentato di fare. Ovviamente questo coinvolge il sistema delle Regioni, che giustamente, dal loro punto di vista, hanno detto di volere un provvedimento organico che sia elaborato insieme. Noi abbiamo provato a dare uno spunto, lasciando poi libere le Regioni di fare le loro trattative, rivedendo solo il tetto. Il sistema delle Regioni ha detto di volere un provvedimento che le veda coinvolte insieme e ben venga. Spero che, appena possibile, questo provvedimento sarà portato avanti.

C'è un altro provvedimento rispetto al quale io francamente non capisco ciò che ha detto poco fa dai banchi dell'opposizione la collega Zampa, la quale ha citato molto Fontana. Siamo un po' in debito di ossigeno con gli argomenti, collega; attraverso la Presidenza dico alla collega Zampa che, se continuiamo a citare in un terzo dell'intervento quello che ha detto il presidente Fontana, siamo un po' in debito di ossigeno con gli argomenti. Però, dicevo, come si può rintracciare in un emendamento che faceva tre cose sulla sanità integrativa? Rivedeva il parametro 80-20, quando noi abbiamo un cruscotto presso il Ministero della salute che dal 2022 dice che quel parametro è già ampiamente superato e oggi è almeno 70-30, se non 32 o 33. Mi riferisco a LEA ed extra LEA. Metteva ordine sul cruscotto, cioè rendeva cogente la necessità per le Regioni di implementare il cruscotto, di dire che cosa fanno con l'assorbimento delle liste d'attesa. Se noi continuiamo a indirizzare le risorse e la Corte dei conti ci dice che almeno un terzo di queste risorse non sono utilizzate per assorbire le liste d'attesa, in qualche modo il Ministero dovrà verificare quello che accade nelle Regioni, posto che questa riforma del Titolo V ci è stata consegnata così com'è, fatta dalla sinistra in limine mortis di una legislatura, più per fare dispetto a chi veniva dopo e consegnargli un sistema ingestibile, come oggi purtroppo di fatto è.

Terza cosa che faceva questo provvedimento: creava un sistema per cui chi deve fare controlli presso le aziende sui benefici del welfare aziendale, come anche la sanità integrativa, doveva aggiungere una crocetta nel questionario e verificare che l'azienda versi, come previsto dal contratto di riferimento, i contributi per la sanità integrativa. Noi abbiamo 16 milioni teoricamente coperti dalla copertura della sanità integrativa, ma in realtà ne abbiamo coperti solo 9 perché nelle aziende non controllate e non verificate c'è un'elusione contributiva importante.

Quell'emendamento faceva queste tre cose assolutamente banali. Come si può fare a trovare in queste tre cose la volontà luciferina della maggioranza e del Governo di smantellare la sanità pubblica a beneficio di quella privata? Se voi mi spiegate qual è la consecutio logica dei ragionamenti mentali per arrivare a una paradossalità di questo tipo, mi arrendo e lascio fare voi perché evidentemente siete più bravi, come avete dimostrato negli anni e nel tempo (Applausi) e io sono felice che voi siete più bravi e ci avete consegnato una situazione così florida e così rosea senza medici, senza infermieri, senza operatori sociosanitari, con la metà degli ospedali senza norme antincendio, con i LEA distribuiti a macchia di leopardo, con il Sud che regala quattro anni di vita media al Nord. Ve ne devo dire altre? Collega Castellone, posso continuare a iosa.

È un provvedimento cardine per l'assorbimento delle liste d'attesa. Ne verificheremo gli effetti presto. Grazie al Governo e grazie al ministro Schillaci per quello che stanno facendo.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).