Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 233 del 17/10/2024
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------
233a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2024
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Presidenza del presidente LA RUSSA,
indi del vice presidente CASTELLONE
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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 242 del 19 novembre 2024
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente LA RUSSA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,03).
Si dia lettura del processo verbale.
SILVESTRONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Informativa del Ministro della difesa sui recenti attacchi alle sedi della missione UNIFIL in Libano (ore 9,08)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Informativa del Ministro della difesa sui recenti attacchi alle sedi della missione UNIFIL in Libano».
Ha facoltà di parlare il ministro della difesa, signor Crosetto.
CROSETTO, ministro della difesa. Signor Presidente, onorevoli senatori, prendo la parola per fare un rapido quanto doveroso punto della situazione sugli eventi che hanno recentemente interessato il personale e le basi della missione UNIFIL in Libano.
Mi permetto una nota personale: sono qua per il profondo rispetto che nutro nei confronti del Parlamento e del suo ruolo. Come sapete, questa mattina, subito dopo l'informativa al Senato, ne svolgerò un'altra alla Camera dei deputati sul medesimo argomento, poi raggiungerò Bruxelles, dove è in corso un vertice NATO che inizierà stamattina e si concluderà domani.
Come ho avuto modo di dire, quella in atto è una crisi gravissima, caratterizzata dal superamento progressivo di diverse linee rosse, nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale. Non da ultima - anzi, per prima - l'Italia, dato che la prima lettera che inviai su questo tema specifico all'ONU, a Lacroix, è datata novembre 2023. Oggi, purtroppo, assistiamo al sistematico ricorso alle armi a Gaza e in Libano, e le vittime sono soprattutto civili inermi già duramente provati dalla pioggia di missili, droni e bombe utilizzati da ambo le parti.
L'Italia ha detto e ribadito con chiarezza, non da oggi, che riconosce il diritto di Israele di esistere e difendersi dagli attacchi di chiunque, siano Stati sovrani o organizzazioni terroristiche. Si tratta di un'affermazione e una posizione in cui crediamo e non di prammatica. Allo stesso tempo, con la stessa forza, abbiamo chiesto e chiediamo a Israele di attenersi in modo rigoroso alle regole del diritto internazionale, come della convivenza civile tra Nazioni e Paesi, di proteggere l'incolpevole popolazione civile, a Gaza come in Libano, e di rispettare il personale e le basi, in questo caso di UNIFIL, schierati nel Libano del Sud su preciso mandato delle Nazioni Unite, per l'implementazione della risoluzione ONU n. 1701, che nel 2006 venne varata all'unanimità da tutti i Paesi del Consiglio di sicurezza e sottoscritta sia da Israele che dal Libano.
È bene ricordare sempre che Hezbollah, come Hamas, non è uno Stato né un popolo, ma un'organizzazione terroristica, dotata peraltro di una forza militare molto rilevante, che risponde alle logiche militari e politiche di chi non deve rendere conto al proprio popolo. Questa è la realtà dei fatti innegabile.
Un ulteriore aggravamento degli eventi, peraltro in parte già in atto, sarebbe però foriero di conseguenze drammatiche per tutti e genererebbe uno scenario che non avrebbe né vincitori né vinti, con incalcolabili conseguenze per il Medio Oriente e probabilmente per gli equilibri mondiali.
Per questo motivo, il Governo continua a lavorare per una soluzione diplomatica che, per quanto difficile, resta l'unica possibile. Lo fa con il viaggio oggi in corso della Presidente del Consiglio in Libano, con le iniziative del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani, con una serie di viaggi, chiamate e contatti continui, assidui e quotidiani, che io stesso ho fatto, sto facendo e farò in questi giorni e nelle prossime settimane.
Non ultima, proprio ieri, una videoconferenza che ho fortemente voluto con il collega francese con i 16 Paesi dell'Unione europea, che fanno parte dei 50 contributori della missione UNIFIL. Da tale Conferenza è venuto fuori un messaggio unanime e condiviso da tutti: la missione UNIFIL in Libano non solo va rafforzata, ma supportata e, allo stesso tempo, vanno rafforzate e rese credibili le forze armate libanesi, Lebanese Armed Forces (LAF). Per dirla in una battuta, servono nuove regole d'ingaggio che puntino a modificare e rafforzare la risoluzione n. 1701, datata 2006, che non solo vanno prese in modo unanime e condiviso, ma devono essere sempre fatte rispettare.
A Israele, diciamo con la schiettezza, come si fa tra amici: aiutateci a rafforzare UNIFIL e le forze armate libanesi perché possano svolgere il loro mandato e fare in modo pacifico ciò che avete iniziato a fare adesso con le armi.
Veniamo ora ad una rapida descrizione degli eventi più importanti degli ultimi giorni. Il 1° ottobre scorso Israele ha avviato una serie di operazioni militari di terra nel Sud del Libano, con limitate incursioni condotte da unità di ricognizione e sporadici scontri con le linee di difesa della resistenza islamica libanese, in prossimità della blue line. Le Israeli Defense Forces (IDF) hanno inoltre sviluppato un'intensa azione di fuoco, colpendo ripetutamente i villaggi di Yarun e Marun Al Ras, nel settore Ovest, e Adassiyeh, nel settore Est, giungendo progressivamente fino alla parte meridionale di Beirut al fine di saggiare l'organizzazione difensiva di Hezbollah, degradare la capacità di comando e controllo e colpire gli stock di armamenti di maggior pregio. Per contro, la resistenza islamica ha lanciato centinaia di missili contro il territorio di Israele, per la verità, quasi sempre con effetti trascurabili a causa della sua imprecisione e dell'efficacia della difesa aerea israeliana.
Dal canto loro, le unità della LAF, dislocate a ridosso della blue line, sono arretrate di alcuni chilometri con posizioni in dominio di quota, al fine di non essere coinvolte negli scontri e mantenere una buona conoscenza informativa.
Il 6 ottobre scorso, per la prima volta, è stato registrato fuoco di artiglieria e movimenti di unità terrestri dell'IDF a ridosso delle basi avanzate UNIFIL 1-31, 6-50 e 6-52, nel settore Ovest, nonché nei pressi di Blida, nel settore Est. Due giorni dopo, la Marina israeliana ha interdetto l'area al largo del Libano e ha iniziato un'azione di fuoco contro obiettivi ubicati nella fascia costiera. Il 10 ottobre le Forze armate israeliane hanno circondato e osservato con droni la base UNIFIL 1-31, ubicata lungo la blue line e occupata da personale italiano. In aggiunta a ciò, le Forze israeliane hanno più volte aperto il fuoco con armi portatili, danneggiando telecamere, sistemi di comunicazione e alcuni serbatoi.
Ulteriori azioni di fuoco da parte dell'IDF si sono verificate presso le basi 1-32, presso il quartier generale di Naqoura. Nel primo caso, che ha coinvolto personale italiano, non è stato registrato alcun ferito, in quanto i nostri militari si trovavano già, per ragioni di sicurezza, al riparo nelle postazioni protette nei bunker, a seguito dell'innalzamento del livello di force protection. Nel secondo caso, è stato invece riportato il ferimento di due caschi blu indonesiani; in ambedue le installazioni era comunque presente anche personale italiano.
Sia nel settore Ovest che in quello Est UNIFIL, vi sono stati pesanti scontri tra l'IDF e la resistenza islamica. L'11 ottobre scorso sono state registrate azioni di fuoco dell'IDF contro il quartier generale di UNIFIL di Naqoura, che hanno causato il ferimento di due militari dello Sri Lanka. Inoltre, nella base 1-31 a guida italiana, tre T-wall, componenti modulari del muro di cinta, precedentemente danneggiati, sono stati abbattuti. Nella serata dello stesso giorno il fuoco aereo israeliano, in prossimità della base UNP 5-42, occupata da personale ghanese, ha provocato significativi danni infrastrutturali.
Il 13 ottobre due carrarmati israeliani hanno fatto irruzione nella base 5-42, con l'intento di recuperare alcuni feriti, sfondando il cancello principale. Dopo un'ora, a seguito delle richieste di UNIFIL, i mezzi hanno lasciato la base. Nel contempo, l'IDF ha condotto molteplici attacchi aerei nella parte meridionale del Libano, colpendo circa 200 obiettivi di Hezbollah.
La sera del 15 ottobre, un carro armato israeliano Merkava ha aperto il fuoco contro la base avanzata UNIFIL sotto il comando del contingente spagnolo a Kfar Kela, settore Est, colpendo una torretta della base e danneggiando le telecamere di sorveglianza montate su di essa. Nell'evento non risulta sia rimasto ferito personale delle Nazioni Unite. Al momento, le IDF hanno suddiviso il loro dispositivo militare in quattro settori di responsabilità, a ognuno dei quali è stata assegnata una divisione per un totale di 13 brigate. Sei ulteriori brigate sono attualmente dislocate nella Striscia di Gaza.
Tra attacchi e contrattacchi, i due attori principali, Israele e Hezbollah, di cui il legame con l'Iran è evidente e palese, si muovono su un filo sottilissimo e mai come ora il rischio di un conflitto aperto che coinvolgerebbe e forse trascinerebbe l'intero Libano è diventato reale. La scintilla che ha avviato questa nuova fase è stata probabilmente l'uccisione del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che stava presenziando alla cerimonia del giuramento del nuovo presidente iraniano Pezeshkian.
Ricordo inoltre che gli attacchi israeliani sono stati preceduti da un'inedita operazione condotta attraverso esplosioni coordinate di cercapersone e walkie talkie, appartenenti ai membri del Partito di Dio. Ciò ha dato un ulteriore impulso al conflitto, consentendo a Tel Aviv di colpire la leadership e ingenerare frustrazione e sfiducia in Hezbollah.
Sul piano degli effetti collaterali, i bombardamenti israeliani hanno causato un elevato numero di vittime e feriti tra i civili, che hanno sovraccaricato le strutture sanitarie libanesi e aggravato quella crisi umanitaria che rischia di divenire ancor più ampia di quella di Gaza, che, secondo fonti palestinesi, ha provocato ad oggi oltre 40.000 vittime. Hezbollah, di contro, ha lanciato - ed è una novità - missili balistici a medio raggio verso Tel Aviv, che, seppur largamente intercettati, segnano un ulteriore cambio di passo nelle tecniche di attacco.
Negli ultimi giorni sono inoltre emerse alcune vulnerabilità, per la prima volta, nel sistema di difesa aerea israeliano, che hanno presumibilmente indotto gli Stati Uniti all'annuncio di voler schierare una batteria di difesa aerea Terminal high altitude area defense (THAAD).
È chiaro che le azioni israeliane contro le basi delle Nazioni Unite sono state rilevanti e gravissime, come ho avuto modo di dire, violazioni del diritto internazionale e non semplici errori o incidenti.
Israele ha dichiarato di aver ripetutamente invitato UNIFIL a lasciare temporaneamente la zona prossima alla blue line e di aver chiesto all'ONU di spostarsi più a Nord di circa 5 chilometri per evitare che la missione potesse divenire scudo involontario delle milizie di Hezbollah, che usano le loro posizioni avanzate per proteggersi.
Da quanto emerge, tuttavia, dalle dichiarazioni del gabinetto di guerra di Tel Aviv, che mi sono state anche personalmente confermate dal mio omologo Gallant, le azioni israeliane non puntano a occupare la parte Sud del Paese confinante, quanto a ripristinare la sicurezza per consentire il rientro dei circa 80.000 israeliani che sono dovuti sfollare dalle zone di confine con il Libano, implementando, di fatto con la forza, ciò che la risoluzione n. 1701 avrebbe dovuto fare e che purtroppo è rimasta per troppo tempo lettera morta.
Subito dopo tali eventi, ho personalmente voluto esprimere al ministro della difesa Gallant e all'ambasciatore israeliano il fortissimo disappunto dell'Italia, richiamando la necessità di astenersi da condotte aggressive contro le forze di UNIFIL. L'ho fatto in modo schietto e accorato, com'è mio costume, consapevole della drammaticità della situazione e del momento che stiamo vivendo.
Tali preoccupazioni sono state da me illustrate anche, con uguale forza e convinzione, al vice segretario per le operazioni di pace delle Nazioni Unite Lacroix, che avevo già incontrato e interessato nei mesi passati, rappresentando le difficoltà dell'ONU ad operare efficacemente in un contesto come quello libanese e i rischi conseguenti a queste difficoltà.
UNIFIL è una missione complessa, con un mandato di difficile implementazione, regole d'ingaggio inadeguate e forze non equipaggiate per l'attuale situazione del conflitto in essere, ma che, come avevo detto più volte all'ONU, erano già da tempo in questa situazione, quindi non soltanto oggi, che c'è una guerra in quelle zone. Questi presupposti hanno reso l'attuazione di quella risoluzione poco aderente alla situazione sul campo, che è diventata ormai un conflitto tradizionale e aperto. Lo scollamento pratico tra la missione assegnata e la capacità di implementarla rende ora più che mai necessario ripensare e rafforzare UNIFIL, rendendola credibile ed efficace: è l'unica alternativa a una guerra sul campo.
Sin dall'inizio della crisi scaturita dagli eventi del 7 ottobre 2023, ho sollecitato una riflessione alle Nazioni Unite per adottare misure concrete e garantire la sicurezza del personale, assicurando nel contempo l'efficacia operativa della missione. Ho voluto anche segnalare la necessità di un incisivo e rapido intervento delle Nazioni Unite che metta UNIFIL nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all'uso della forza. Questo potrebbe essere ottenuto prevedendo diverse opzioni operative, quali ad esempio la presenza di una riserva schierabile rapidamente nel Sud del Libano, garantendo così la piena libertà di manovra delle unità e adeguando l'equipaggiamento in dotazione all'ambiente in cui operano.
A prescindere da questo, ad oggi - voglio che sia chiaro e che resti agli atti - non è messa in discussione la nostra partecipazione all'UNIFIL, che proseguirà fino a quando ve ne sarà la necessità e fino a quando le Nazioni Unite, insieme ai cinquanta Stati contributori, non decideranno diversamente. Andare via ora non porterebbe alcun beneficio e minerebbe forse definitivamente la credibilità delle Nazioni Unite. La possibilità della soluzione multilaterale nelle crisi del mondo ha un valore che va al di là del fatto contingente. La presenza dei soldati di UNIFIL può invece ancora costituire un elemento fondamentale per prevenire nuovi e peggiori scontri diretti, nuovi e peggiori conflitti. I caschi blu possono fungere da fattore di pacificazione necessario in questo momento. Inoltre, la loro presenza tornerà ad essere determinante nella fase di stabilizzazione, quando - speriamo tutti molto presto - si potrà abbassare il livello dello scontro.
Israele deve comprendere che questi soldati non lavorano per una delle parti, ma sono lì per aiutare a mantenere la pace e promuovere la stabilità regionale. L'imparzialità dei caschi blu è e deve rimanere uno dei pilastri di UNIFIL. Ecco perché le Nazioni Unite non possono accettare di prendere ordini da nessuna delle due parti. (Applausi).
Passando ora alle azioni intraprese dalla Difesa, voglio prima di tutto rimarcare che la priorità mia, del Governo e - presumo - di tutto il Parlamento rimane la sicurezza e la tutela dei nostri militari, del contingente italiano UNIFIL. Sono in costante contatto con il Capo di stato maggiore della difesa, il Comando operativo di vertice interforze e il comandante italiano per monitorare, ora dopo ora, ciò che accade lungo la blue line. A giorni, subito dopo il G7 della Difesa, nel quale, a partire da domani, dedicheremo ampio spazio al Medio Oriente e al Libano, con ulteriori riflessioni e considerazioni, andrò a Beirut e a Tel Aviv.
Inoltre, seguirà presto una conferenza in Italia per rendere concreto il sostegno alle forze armate libanesi in termini finanziari, addestrativi e di equipaggiamento. Una prima conferenza virtuale, con la presenza di ben 16 Paesi contributori, si è tenuta ieri, a seguito di un'iniziativa congiunta mia e del collega francese Sébastien Lecornu.
Ricordo che oggi la presenza nell'area è molto significativa e che noi contribuiamo con oltre 1.000 militari e con circa 20 unità impegnate a Beirut nella Missione militare bilaterale italiana in Libano, conosciuta come Mibil. Il contingente della Missione bilaterale è stato recentemente ridotto per motivi di sicurezza; ci aspettiamo che possa tornare a operare a pieno regime non appena le condizioni lo permetteranno. Nel frattempo, abbiamo adottato tutte le misure necessarie per gestire i rapidi cambiamenti di situazione, rafforzando le misure di protezione attiva e passiva. Inoltre, i piani di evacuazione sono stati aggiornati e testati e sono pronti ad essere attuati se fosse necessario.
Come Difesa siamo pronti a fare la nostra parte e, qualora necessario, in grado di condurre operazioni di estrazione del contingente nazionale e dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. In tal senso, sono già stati preallertati assetti aeronavali per tale scopo e il loro livello di prontezza è stato recentemente innalzato e adeguato alla situazione sul campo.
Accennavo prima all'impegno italiano a sostegno alle forze armate libanesi, affinché assumano un ruolo maggiore per la sicurezza e la stabilità del confine israelo-libanese e all'interno del Paese. L'Italia ha sempre cercato di coinvolgere più Nazioni europee, gli Stati Uniti, altre Nazioni e i Paesi arabi in un progetto di assistenza concreta allo sviluppo delle forze armate libanesi. L'impianto iniziale era quello di costituire un fondo internazionale per reclutare, formare, addestrare ed equipaggiare le forze armate libanesi. In questo senso, da mesi stiamo organizzando una conferenza dei donatori necessaria a reperire i fondi per finanziare tali progetti. L'obiettivo è collaborare con i vertici della Difesa libanese per identificare programmi, attività e iniziative mirati a rafforzare le forze armate, permettendo loro di crescere in capacità operativa, credibilità e indipendenza, sottraendole, e sottraendo il Paese, all'influenza di Hezbollah.
Con lo stesso spirito, improntato a massimizzare le attività di capacity building, stiamo valutando l'ipotesi dell'invio di 200 carabinieri per formare le forze di polizia palestinesi a Gerico. Questa iniziativa risponde a una richiesta avanzata dal segretario di Stato USA Blinken, nella considerazione che gli eventi in Palestina siano estremamente connessi a quanto accade nell'intera area mediorientale. Tuttavia, la sua attuazione è subordinata a una condizione essenziale, che io ho posto: la garanzia totale che tutte le parti coinvolte accettino di buon grado la presenza dei nostri militari.
Ritengo che il Libano sia un tassello chiave per la stabilità di tutto il Medio Oriente. Dobbiamo continuare a garantire la nostra piena e costruttiva collaborazione a tutte le iniziative volte a favorire una de-escalation della situazione, ma Israele deve comprendere l'importanza di rispettare pienamente il diritto internazionale.
In definitiva, l'obiettivo della nostra azione dev'essere quello di stabilire un orizzonte condiviso e delineare un percorso comune per evitare che possa scatenarsi un ulteriore conflitto su una scala sempre più alta in Medio Oriente, con gravissime ripercussioni per tutti.
Per questa ragione dobbiamo convincere Israele, un Paese amico, nonostante oggi ne abbiamo censurato alcune condotte, affinché riprenda ad essere un interlocutore con cui dialogare, anche in modo duro, ma con spirito costruttivo, nell'interesse della pace e della stabilità.
Non esiste una sola agenda, e non esiste un'agenda che qualcuno possa imporre a tutti gli altri. Le crisi internazionali si risolvono dialogando: non accettiamo che l'unico modo di risolverle sia quello della forza o quello militare; ci ostineremo a farlo sempre e comunque, perché accettare che solo la forza e solo la guerra siano il modo di risolvere le controversie internazionali significa negare l'utilità di qualunque organizzazione sovranazionale e multilaterale, e questo noi non lo faremo mai. (Applausi).
La mia, la nostra idea, non del Governo, ma vorrei dire del Paese, da cui non recediamo e sulla quale lavoriamo ogni giorno, in modo silenzioso e concreto, è quella di promuovere spazi di pace, rifiutando l'idea che quel territorio sia destinato a un conflitto permanente. L'esperienza ci insegna che, quando una guerra si protrae senza soluzione, poi diventa difficile porvi fine.
L'esperienza ci dimostra - io cito sempre l'esempio del Kosovo - quanto sia lungo il tempo con cui poi riusciamo a rimarginare le ferite. Noi siamo in Kosovo da venticinque anni e la situazione di quel Paese non è minimamente paragonabile a quella di Gaza e Israele; la ferita del Kosovo non è minimamente paragonabile a quelle che ci sono in Medio Oriente, eppure da venticinque anni siamo in Kosovo e ancora oggi vediamo che quelle ferite non sono rimarginate.
Dobbiamo abituarci ad affrontare le crisi internazionali che stiamo vivendo con quest'ottica, che è quella non delle cadenze elettorali, ma di come si muovono il mondo e l'umanità. Le ferite si rimarginano in decenni: devono cambiare le generazioni perché cambino i popoli. Dobbiamo partire da questo, che dev'essere non un ostacolo, ma un motivo per partire subito. I tempi e le difficoltà con cui si rimarginano le ferite degli scontri tra i popoli sono così lunghe e di così lunga scadenza che noi dobbiamo accelerare la fine della guerra che amplia e aumenta le ferite e allontana di più i popoli.
Parlando del Libano, per quanto sia difficile spiegarlo, è necessario che l'ONU non molli e, per quanto sia difficile spiegare la surreale presenza in questo momento di forze militari che non possono agire come dovrebbero, noi sappiamo che una rinuncia sarebbe peggio e metterebbe fine alla possibilità del mondo e delle organizzazioni sovranazionali di intervenire nelle crisi regionali.
Ciò è fondamentale e lo è altrettanto difendere in ogni modo UNIFIL dalle due parti. Oggi, da Israele, perché oggi è stato Israele a metterla in difficoltà e, con la schiettezza che si usa con gli amici, gliel'abbiamo detto senza peli sulla lingua: rispettare UNIFIL significa rispettare anche la vostra futura possibilità di avere una pace che non preveda sempre schieramenti di truppe israeliane nel Nord. È un compito che la comunità internazionale ha assunto sulle sue spalle e, certamente, la comunità internazionale deve dimostrare di sapere assolvere. Allo stesso modo, Israele ha il diritto di poter rimandare nelle loro case le 80.000 persone sfollate dal Nord, così come i libanesi sfollati dall'attuale zona di guerra hanno il diritto di ritornare nelle loro case. È la comunità internazionale che deve garantire la sicurezza degli uni e degli altri nel loro diritto di tornare nelle proprie case.
È un compito importante e per il quale occorre unità. Per questo ieri abbiamo messo insieme, in una riunione, 16 Paesi europei e vogliamo farlo nell' ONU. Vogliamo spingere la comunità internazionale ad assumersi sempre di più un ruolo in queste crisi, perché è l'unico modo in cui possiamo affrontare queste soluzioni. L'alternativa sarebbe osservare da fuori scontri sempre più violenti, che non possono che aumentare e coinvolgere altre Nazioni.
Parliamo del Libano, una Nazione martoriata dai profughi siriani (sta ospitando più profughi di qualunque altra Nazione al mondo), a cui si aggiungono oggi quelli interni. Se non riusciamo nemmeno in un luogo come quello a trovare la forza di avere un'azione internazionale comune forte, probabilmente non ci riusciremo da nessuna parte.
Io non voglio rinunciare all'idea che ci sia la possibilità per il mondo e per le Nazioni, sedendosi intorno a un tavolo, di risolvere in modo pacifico le crisi. (Applausi).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'informativa del Ministro della difesa.
È iscritta a parlare la senatrice Petrenga. Ne ha facoltà.
PETRENGA (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, pensando alla delicata e complessa situazione in Medio Oriente, a cui tutti noi assistiamo preoccupati in questi giorni, mi rendo conto di come la storia tenda a ripetersi e di come, in ultima istanza, le dinamiche umane e le relazioni antropologiche tra gruppi identitari, culturali e religiosi differenti possano condurre ciclicamente a scontri e violenze, con vittime anche civili.
Purtroppo questa premessa - permettetemi di dirlo, colleghi - è fondamentale perché, proprio in virtù di questa consapevolezza e dell'attenta analisi del quadro politico, culturale e religioso-identitario di questa bellissima e martoriata terra, occorre calibrare con attenzione, con cautela e in modo ponderato l'azione che l'Italia come sistema Paese intende portare avanti, senza cedere a decisioni avventate proprio sulla scorta dell'emotività.
È proprio in tal senso che il Governo si muove in questa fase di grande concitazione, di tensione e di apprensione nei confronti dei nostri soldati che anche in questo caso, a riprova della grande considerazione di cui godono a livello nazionale e internazionale, portano avanti la loro missione con coraggio, con dignità e con professionalità. C'è un pezzo della nostra Italia migliore lì oggi in Libano, uomini e donne in uniforme che portano orgogliosamente sul braccio il tricolore italiano, ricordando a tutti quello che fa il nostro Paese in quel settore come altrove, ossia contribuire al raggiungimento di una pace giusta, schierandosi con gli alleati e con le organizzazioni internazionali in modo attivo, per far sì che ci sia un cessate il fuoco, che sia assicurato il rispetto del diritto internazionale e che vengano garantite le minime necessarie misure umanitarie.
Ben consci delle stringenti regole di ingaggio dettate dalla risoluzione n. 1701 del 2006, che istituì la missione UNIFIL, e consapevoli di quanto la situazione sia divenuta rischiosa, la reazione forse più istintiva e peraltro con buona probabilità ricercata da coloro che hanno perpetrato quegli ingiustificati attacchi su alcune basi dei nostri militari, sarebbe stata quella di ritirare il contingente, e non vi nascondo che il primo pensiero del Governo sia stato e sia proprio quello di garantire la sicurezza ai nostri soldati. In questi casi, però, come in tutte le situazioni più difficili, fermi restando il massimo impegno e la massima accortezza e attenzione nel predisporre i necessari piani di contingenza, monitorando costantemente la situazione e regolando di conseguenza la postura, occorre ragionare e occorre mantenere i nervi saldi, chiedendosi quali siano le conseguenze e gli effetti delle nostre scelte.
Ecco che allora rimanere rappresenta il messaggio più potente che al momento si possa dare come Paese, anche se la situazione è difficile, e la missione è per sua natura difficilmente conciliabile con l'ostilità tra le parti. Rimanere significa tenere gli occhi delle Nazioni Unite e quindi del mondo sul conflitto, scoraggiare atti di barbarie, limitare, per quanto possibile, reazioni bellicose, proteggere e stabilizzare quell'ormai iconica linea blu che le Nazioni Unite istituirono nel 2006 al confine tra Libano e Israele per conciliare e agevolare una pacificazione tra le parti.
Il Governo ha una visione chiara e condivisa sulla complessità dello scenario nella sua interezza, sulla necessità di incoraggiare una soluzione basata sul principio "due popoli, due Stati" quale unico modo per raggiungere un giorno una civile convivenza tra Israele e Palestina, pacificando così l'intera area e disinnescando forme di estremismo e di fondamentalismo.
L'Italia c'è e fa la sua parte: da grande Nazione qual è, fa sentire la sua voce con fermezza e risolutezza, in tutte le sue articolazioni, dai suoi coraggiosi soldati fino al Presidente del Consiglio, che si recherà nei prossimi giorni proprio in Libano per portare quel messaggio di presenza al personale italiano, in primis, e a tutti gli altri, dal popolo libanese alle parti in conflitto. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Scalfarotto. Ne ha facoltà.
SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Ministro, la ringrazio di questa informativa. Desidero iniziare mandando innanzitutto, attraverso lei, un messaggio di solidarietà e affetto ai nostri militari impegnati in Libano e in genere in tutto il mondo. (Applausi). Approfittiamo della sua presenza per mandare loro questo messaggio.
Devo dire che ho apprezzato, come dicevo, il fatto che sia venuto in Aula ad informarci. È importante che il Parlamento sia informato in generale, ma sulle questioni della difesa nazionale ovviamente ancor di più. Ci piacerebbe, per esempio, che ci informaste non attraverso i giornali del pensiero di acquistare i sistemi satellitari per le comunicazioni che hanno a che fare con la nostra difesa; non vorremmo leggerlo - appunto - dai giornali, né sapere che sono cose segrete o patti segreti. Bisognerebbe che il Parlamento ne fosse informato nel dettaglio.
Vorrei ringraziarla anche per la sua reazione nei confronti del Governo israeliano quando Israele ha colpito le postazioni di UNIFIL, precisando che anche in questo caso chi parla è un amico di Israele. Penso, infatti, che la sua reazione ferma fosse doverosa. Le Nazioni Unite non hanno sempre brillato. Purtroppo, una delle pagine più nere della storia del nostro Continente risale al 1995, al massacro di Srebrenica, che si consumò sotto gli occhi dei caschi blu olandesi. Il rischio che le missioni delle Nazioni Unite risultino inutili o addirittura dannose (perché è chiaro che quando accadono massacri di quel genere sotto i tuoi occhi, ne porti anche tu la responsabilità) è un rischio grave ed è giusto che si lavori per migliorare l'efficienza della missione UNIFIL, perché, signor Ministro, diciamo chiaramente che in questi anni è servita a poco; anche le cose che lei ci ha detto oggi sanno un po' dei buoi già scappati dalla stalla. Infatti, se ci pensiamo, se la risoluzione 1701 del 2006 fosse stata rispettata dal 2006, in questo momento non ci sarebbe probabilmente la guerra tra il Libano e Israele, per come la conosciamo. Se le truppe di Hezbollah fossero rimaste a Nord del fiume Leonte, se non fossero partite decine di migliaia di missili (noi giustamente ricordiamo le azioni di Israele, ma io vorrei sempre ricordare i 12 bambini drusi morti a settembre, vittime di un razzo che arrivava dal Sud del Libano), se quella zona tra la linea blu e il fiume Leonte non fosse stata occupata da Hezbollah sotto il naso dei caschi blu, probabilmente le cose non starebbero come stanno.
Pertanto, il senso del suo intervento, anche quando ha parlato di rafforzare la missione UNIFIL, ha sicuramente una sua logica; tuttavia, per poterla davvero rafforzare e in genere poter contribuire al rafforzamento della presenza delle Nazioni Unite e all'importantissima funzione che lei ha giustamente illustrato e che condivido in pieno, bisogna che alla politica della difesa si affianchi anche una politica estera del medesimo livello: sono due gambe che devono muoversi in modo sincronico, altrimenti non se ne viene a capo.
Le dico la verità: nonostante l'orgoglio per l'azione dei nostri militari, la preoccupazione per la vacuità assoluta della nostra politica estera non può essere taciuta in questa sede. Io vorrei ricordare che tra pochi giorni si svolgerà un vertice del formato Quint, che forse dovremmo chiamare "Quart" o "Quattr", perché l'Italia non viene più invitata: è la seconda volta che la presidente del Consiglio Meloni non viene coinvolta in questo vertice con Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti e questo ci dice di un isolamento e di una difficoltà. Vediamo che il ministro Tajani di fatto è assente, nonostante sia il Presidente del G7 esteri; non c'è uno straccio di proposta italiana, non c'è un ruolo, anzi c'è un'assenza o un'emarginazione. È chiaro che, per quanto i nostri soldati possano fare del proprio meglio, in assenza di un mandato chiaro e in una situazione nella quale l'inefficacia della missione, per come è costruita è sotto gli occhi di tutti, la mancanza di una politica estera incisiva e da protagonisti, ovviamente si tradurrà anche in un maggiore rischio per le nostre truppe.
Quindi va bene la missione, se viene ridisegnata; tuttavia, se non saremo autorevoli nello spingere perché venga ridisegnata e rafforzata, il rischio alla fine ricadrà anche sui nostri militari. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Cristofaro. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, ringrazio naturalmente il Ministro per l'informativa che ha reso questa mattina e mi unisco alle parole dei colleghi e a quanto diceva adesso il senatore Scalfarotto. Esprimo ovviamente, da parte del mio Gruppo, la solidarietà al contingente italiano della missione UNIFIL. Penso anche che il Ministro abbia utilizzato parole equilibrate, molte delle quali onestamente condivido, e che abbia fatto bene, nel corso dei giorni scorsi, a utilizzare parole molto dure nei confronti di quello che è successo. Ha parlato espressamente di possibili crimini di guerra e ha fatto bene, perché l'articolo 8 dello statuto della Corte penale internazionale considera esattamente crimine di guerra l'attacco alle missioni per il mantenimento della pace. Penso quindi che in quel caso abbia utilizzato parole giuste.
Devo dire, però, che mi ha colpito molto - e dovrebbe sorprendere anche lei, Ministro - l'assoluta mancanza di risposta di Israele a queste parole di condanna da parte dell'Italia e di diversi Paesi occidentali, come se non ci fossero mai state, come se non fossero mai state pronunciate. Mi chiedo, Ministro, perché succeda questo, ed è su questo punto che sono meno d'accordo con lei. Purtroppo, infatti, se i nostri Paesi, compresa l'Italia, si indignano profondamente - e fanno bene a indignarsi profondamente e a parlare di crimini di guerra - quando succede una cosa come quella che è successa in Libano contro UNIFIL qualche giorno fa, e però nel corso dei dodici mesi passati non hanno mai utilizzato questa stessa espressione, crimini di guerra, rispetto a ciò che sta accadendo a Gaza - dove ci sono, glielo ricordo, 42.000 morti nella popolazione civile, 10.000 bambini morti, 7.000 donne morte, eppure da parte del nostro Governo non è mai stata utilizzata in tutti questi mesi, questa espressione, crimini di guerra, per definire quelli che Israele sta commettendo a Gaza (Applausi) -, poi non ci si può stupire se dinanzi alle parole, in questo caso giuste, che lei ha utilizzato qualche giorno fa, Israele fa semplicemente finta di niente.
Termino con una seconda considerazione, che ho esposto anche alla presidente Meloni quando è venuta in Aula, che ora espongo a lei e che ripeterò al ministro Tajani, quando ci sarà l'occasione. Sull'esportazione di armi, si può avere una parola più chiara rispetto alle intenzioni del nostro Paese? Voi avete un po' confuso le acque in tutti questi mesi. Io ho presentato un'interrogazione a gennaio, quindi quasi un anno fa, sulla vicenda della vendita e dell'esportazione di armi a Israele e per diversi mesi non avete risposto; a un certo punto avete detto che si trattava solo delle vecchie forniture perché le nuove erano state interrotte. Insomma, avete fatto un po' il gioco delle tre carte.
In queste ore, però, sta accadendo che due Paesi europei importanti e significativi, la Francia e la Spagna, stanno parlando espressamente di sospendere l'esportazione di armi a Israele per evitare che con queste armi Israele continui la sua offensiva e renda la situazione sul campo ancora meno gestibile di quanto non sia ora. Il nostro Paese cosa dice su questo punto? Dice che è giusto smettere di esportare le armi, come io penso, oppure continua a rifugiarsi dietro questa "faccenda" delle vecchie e delle nuove forniture, che presenta, però, perlomeno dei margini di ambiguità e di poca comprensione? Chiedo a voi, al Governo, di dire su questo parole definitive. Penso infatti che, in questo momento, le parole siano molto importanti, ma anche che alle parole debbano seguire fatti concreti, azioni, altrimenti le parole restano belle, importanti, ma poi si perdono e i fatti rimangono. Credo che in questo momento vi sia invece bisogno di fatti e di un impegno straordinario per la pace, perché evidentemente la situazione lo richiede fino in fondo. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Craxi. Ne ha facoltà.
CRAXI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi senatori, le notizie provenienti dal Medio Oriente suscitano ogni giorno un carico di apprensione maggiore per il prolungarsi delle ostilità in un'area già martoriata da decenni, per il rischio escalation che purtroppo è dietro l'angolo, per la sorte degli ostaggi israeliani, tuttora nelle mani di Hamas dal 7 ottobre, per le vittime civili e per la grave crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
A questo quadro desolante si aggiunge ora la dinamica sul fronte libanese, dove il destino della popolazione civile incrocia rischi e pericoli che pesano sulla missione UNIFIL dell'ONU: una forza di interposizione della quale fanno parte 1.200 militari italiani.
Tutti noi conosciamo le ragioni profonde che ispirano la filosofia con la quale le Nazioni Unite hanno articolato il dispositivo di intervento dei caschi blu al confine tra Libano e Israele. Sono le stesse direttrici che giustificano la presenza del nostro Paese quale primo contributore della missione, nello spirito di una Carta costituzionale che ripudia la guerra come risoluzione delle controversie e ci pone, invece, in prima fila per favorire le condizioni della ripresa del negoziato e del confronto diplomatico attraverso la leva del peacekeeping.
I nostri militari, donne e uomini in divisa ai quali va espressa profonda gratitudine e sostegno, sono messaggeri di pace. Lavorano in funzione stabilizzatrice. La loro presenza si lega alla necessità di mitigare gli impatti umanitari derivanti dalle crisi. Per questo, gli attacchi alle basi UNIFIL avvenuti nei giorni scorsi sono stati condannati con determinazione e hanno trovato compattezza anche nella comunità internazionale.
Se questo è il quadro di riferimento, va detto però con altrettanta chiarezza che la missione UNIFIL deve proseguire. Qualsiasi scelta diversa smentirebbe un impegno che si protrae da decenni e non potrebbe che leggersi come l'ennesima debolezza, come segnale di un disimpegno della comunità internazionale dal quadrante mediorientale in un frangente, al contrario, in cui c'è bisogno di maggior protagonismo.
Colleghi senatori, io credo che occorra abbandonare certa ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome. Al confine tra Israele e Libano si combatte una guerra, ed è giocoforza necessario rivedere le regole di ingaggio della stessa missione UNIFIL; non certo, sia chiaro, per essere parte attiva di un conflitto, ma per consentire ai nostri uomini di agire e di rispondere ai pericoli che si intensificano. In caso contrario si corre il rischio, evidente in queste ore, di essere spettatori in balia degli eventi, privi di qualsivoglia scudo difensivo.
Occorre, dunque, sollecitare le Nazioni Unite ad un cambio di registro, per garantire la comunità dei caschi blu e per dotarli degli strumenti attraverso i quali sia davvero possibile adempiere alle funzioni stabilite dalla risoluzione del Palazzo di vetro: in primo luogo, l'attività di disarmo di Hezbollah.
Se non si prende atto della necessità di compiere questo passo, si resta nel limbo, nella navigazione in mare aperto nel mezzo di una burrasca. Le vicende di questi giorni chiamano naturalmente in causa questioni più complesse, legate all'evoluzione del paradigma internazionale, ma si riflettono sulle prospettive stesse del sistema incentrato sul ruolo delle Nazioni Unite. Siamo in presenza di una crisi complessiva del modello ONU, evidente dall'incapacità di fronteggiare le sfide dell'oggi e di prevenire quelle future, che pure si stagliano chiaramente all'orizzonte. Le stesse istituzioni multilaterali, a partire dal Consiglio di sicurezza, vivono una crisi profonda, che rispecchia le contraddizioni di questa fase storica turbolenta. Serve un grande innesto di realismo per uscire dalla crisi, abbandonando le ipocrisie, l'ambiguità, ma, scusatemi, anche gli scontri sterili fondati sulle contrapposte ideologie che ci farebbero solo perdere tempo prezioso: in una parola, serve la politica. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Patuanelli. Ne ha facoltà.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, ministro Crosetto, innanzitutto desidero ringraziarla, anche da parte del nostro Gruppo, per la sua disponibilità a riferire immediatamente a quest'Aula e tra poco anche alla Camera dei deputati, nonostante la situazione internazionale veda coinvolti i vertici internazionali in riunioni di grande importanza.
Approfittiamo della sua disponibilità anche perché giungano al nostro contingente italiano i sensi della nostra gratitudine e preoccupazione per le donne e gli uomini che rendono un grande servizio al Paese, ma non soltanto al nostro Paese. (Applausi).
Mi permetto un rapido commento alla seconda parte della sua informativa, quella per così dire a braccio, dove ha parlato, metaforizzando, delle ferite che restano dopo un conflitto e che si protraggono per molti anni anche in dipendenza della durata e della profondità di quel conflitto. Ha citato il Kosovo, le zone della guerra nell'ex Jugoslavia e il Medio Oriente. Mi consenta, c'è anche il conflitto in Ucraina e mi sembra che lì il nostro atteggiamento sia "fine guerra mai" (Applausi), e non la necessità di interrompere il prima possibile quel conflitto. Avremo però altri modi e tempi per parlarne.
Rispetto a ciò che sta accadendo al confine tra Libano e Israele e, più in generale, ciò che sta accadendo da un anno nell'area mediorientale, la prima considerazione che faccio è la seguente. Ci rendiamo conto che c'è uno Stato, non un'organizzazione terroristica, che colpisce in modo programmato postazioni di pace, i caschi blu e una missione internazionale? Per quanto ancora Netanyahu potrà abusare della pazienza occidentale? Per quanto ancora noi potremo definirci indignati a parole, ma non essere conseguenti nei fatti? Netanyahu sta portando Israele dalla parte sbagliata della storia e lo sta facendo da un anno. (Applausi).
E allora non si tratta soltanto della questione della missione UNIFIL, di quello che sta succedendo in particolare nella base 1-31. Siamo molto preoccupati dai tempi, perché lei ha parlato di una postura diversa della missione, della necessità di incrementare il personale, controbilanciando la retrocessione delle truppe di Israele. Credo che questo sia incompatibile con il tempo e con il fatto che il nostro contingente sta usando le razioni K per nutrirsi perché non hanno più approvvigionamenti. Abbiamo una situazione drammatica in questo momento, non nella prospettiva futura.
Oggi quello che occorre fare è proporre sanzioni a chi non sta rispettando il diritto internazionale. (Applausi). Noi l'abbiamo fatto nella nostra proposta di risoluzione di martedì in vista del Consiglio europeo. Servono sanzioni economiche, finanziarie, commerciali e diplomatiche nei confronti di un Paese che sta violando il diritto internazionale e che si sta macchiando di crimini di guerra (Applausi) per quello che succede oggi sul confine con il Libano e per quello che è successo per un anno nel territorio di Gaza, come ha ricordato molto bene il senatore De Cristofaro. Non è accettabile un'altra postura.
Sul tema delle armi concludo, Ministro, dicendo che al di là che l'Istat ha reso plateale il fatto che abbiamo continuato a inviare circa 7,6 milioni di euro nei primi sei mesi di quest'anno armi ad Israele, con una valutazione caso per caso, non credo che sposti il tenore del conflitto ciò che stiamo facendo, ma è una questione di postura politica. Noi non possiamo più accettare, non soltanto di consegnare prodotti militari rispetto a contratti precedenti il 7 ottobre dell'anno scorso, noi non dobbiamo più neanche acquistare armi da Israele. (Applausi). Noi dobbiamo smetterla di avere rapporti commerciali con Israele. Esattamente come abbiamo sempre sostenuto la necessità di mettere sanzioni nei confronti della Russia che ha invaso l'Ucraina, io non capisco perché bisogna abbassare la testa e dire che ciò non è possibile con uno Stato che, lo ripeto, si sta mettendo dalla parte sbagliata della storia. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Dreosto. Ne ha facoltà.
DREOSTO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare il ministro Crosetto per essere presente quest'oggi in Aula, ma soprattutto per la sua chiarezza anche nella relazione che ci ha illustrato. In tale momento è di grande soddisfazione notare come il Governo e lei sappiate ben rappresentare il nostro Paese.
Ritengo proprio che il Governo italiano abbia dimostrato come, all'interno di un sistema di alleanze occidentali del quale orgogliosamente facciamo parte, sia possibile ribadire anche duramente - e lei lo ha fatto duramente - una ferma condanna ad azioni compiute proprio a danno di un Paese (e voglio utilizzare le parole che lei ha usato) amico ed alleato (Applausi).
Le inaccettabili azioni israeliane contro quella missione, la nostra missione internazionale UNIFIL di cui facciamo parte, anche qui orgogliosamente con soldati che portano il Tricolore non solo sul braccio, ma io voglio dire anche nel cuore, non possono in effetti non essere condannate. Anzi, fanno davvero male; fanno male, perché l'Italia con Israele ha sempre mantenuto un rapporto di profonda amicizia, un'amicizia fraterna e di supporto, anche nei momenti più difficili.
Io personalmente - tra l'altro assieme ad altri senatori presenti in quest'Aula - mi sono recato in Israele e nel kibbutz di Be'eri, uno dei luoghi dove è avvenuto uno dei più vili massacri compiuti da quei vigliacchi assassini di Hamas, e ho ancora negli occhi i muri butterati dai proiettili, il sangue sulle pareti, le foto degli ostaggi appesi a quello che era rimasto delle abitazioni, ostaggi che purtroppo non sono più tornati a casa. Ho visto anche i video del massacro, che probabilmente abbiamo visto tutti proiettati sugli schermi più volte, e anch'io, come molti altri, ho dovuto distogliere gli occhi da tanta furia di immagini straordinariamente violente. In quel momento, signor Ministro, mi sono sentito appartenere a quell'avamposto occidentale che qualcuno in questo momento vorrebbe cancellare dalla mappa geografica. In quel momento mi sono sentito - devo dirlo con serietà e onestà - israeliano.
Proprio per questo la notizia di quell'attacco ai nostri militari mi ha fatto davvero male, proprio perché profondo sostenitore e amico di Israele; e come fanno - e qui ribadisco il concetto che lei ha espresso - i veri amici, mi sento di dire le cose come stanno, anche quando emergono errori o gravi incomprensioni.
Le nostre truppe sono presenti in Libano meridionale su mandato delle Nazioni Unite, i nostri uomini e le nostre donne operano con professionalità e spirito di servizio e non sono - l'ha detto anche lei, ma lo voglio sottolineare - secondi a nessuno. E la ferma condanna del Governo a queste azioni va proprio nella direzione di cui abbiamo parlato e dimostra come a un'Italia a testa alta nessuno deve permettersi di dire cosa deve fare.
Israele è e rimane un Paese amico ed alleato, un bastione di sicurezza in un'area che tutti consideriamo instabile. Con Israele condividiamo valori democratici e strategici, ma proprio perché amico possiamo dire con franchezza quando sbaglia. Condanna all'attacco, sì, lo abbiamo detto con forza, ma è anche importante ribadire, come ricordiamo tra l'altro per altre guerre, che qui c'è un aggredito e un aggressore, e Israele è l'aggredito e Hamas ed Hezbollah sono gli aggressori. Non possiamo far finta di nulla, non possiamo far finta di non vedere la pioggia di razzi che ha colpito Israele dal Sud del Libano. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a chi tiene ancora in ostaggio inermi civili israeliani; e soprattutto non possiamo non collegarli al regime iraniano, altro passaggio importante, quello degli Ayatollah, quello che fustiga le donne e incarcera gli omosessuali, quello stesso regime iraniano e le altre organizzazioni islamiste ad esso collegato, come Hamas ed Hezbollah, che troppi supporter hanno nell'Occidente e purtroppo anche in Italia.
Questo però ci fa capire forse, una volta di più, come con uno sforzo diplomatico - successivo si spera al vicino cessate il fuoco - si possano appunto rilanciare quegli accordi, i famosi Accordi Abramo, come ha ribadito anche ieri la presidente Meloni, che sarebbero probabilmente il vero fattore di stabilizzazione in questa regione. Una stabilizzazione di questa regione e di questi conflitti avrebbe certamente dei benefici significativi, sia a livello globale, ma anche per la nostra Nazione, con un'auspicabile veloce ripresa di quelle che sono le rotte commerciali navali nel Mar Rosso e il rilancio anche di un altro grande progetto a cui l'Italia tiene moltissimo, che è l'IMEC Indo-Mediterraneo per collegare l'Indo-Pacifico al mar Mediterraneo sul quale, giustamente, il nostro Paese rivendica un ruolo da protagonista.
Concludo, Presidente, con una considerazione: lei ha parlato di pace, che ovviamente è auspicabile e - com'è stato detto in quest'Aula - noi lavoriamo per la pace anche attraverso queste missioni. La pace deve essere auspicabile in tutti i teatri di guerra, compreso quello ucraino.
PRESIDENTE. Concluda, senatore.
DREOSTO (LSP-PSd'Az). Concludo, signor Presidente, sottolineando ancora una volta la nostra vicinanza ai militari impegnati in una missione internazionale probabilmente tra le più complesse, ma che di sicuro sapranno ancora una volta onorare il Tricolore, come sempre hanno fatto nella loro e nella nostra storia. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Alfieri. Ne ha facoltà.
ALFIERI (PD-IDP). Signor Presidente, sulle parole del ministro Crosetto tornerò fra poco, ma devo riconoscere che in questi giorni il comportamento del Ministro della difesa nei confronti di quello che è successo al confine fra Israele e Libano è stato inappuntabile. Soprattutto, le modalità che ha seguito con il coinvolgimento e nella riunione di ieri, promossa insieme a Sébastien Lecornu, sono il modo con cui si deve procedere nelle azioni internazionali, coinvolgendo tutti i sedici Paesi europei coinvolti nel settore Ovest. L'ho trovato corretto dal punto di vista diplomatico e della capacità di tenere insieme la difesa europea.
Purtroppo non posso dire lo stesso per quanto riguarda altri esponenti del Governo, come la Presidente del Consiglio e il Ministro degli affari esteri. Ho trovato una caduta di stile il non coinvolgimento del Ministro della difesa spagnolo nella dichiarazione a quattro che ha fatto il ministro degli affari esteri Tajani, anche perché sono gli stessi spagnoli, con il generale Lazaro, a guidare l'operazione UNIFIL, che anche noi abbiamo guidato in questi anni. La stessa presidente Meloni, che bene ha fatto all'inizio con la dichiarazione a tre con il presidente Macron e il premier Sánchez, poi in Aula non ha preso una posizione netta nei confronti del Governo israeliano: non avete inserito nella risoluzione una condanna di quello che ha fatto Israele nei confronti di UNIFIL.
Più in generale - lo voglio dire recuperando le parole di equilibrio che abbiamo ascoltato da parte del Ministro della difesa questa mattina - bisogna però essere conseguenti. Spero, ministro Crosetto - glielo dico per il tramite del Presidente del Senato -, che lei queste parole di buonsenso ed equilibrate le possa riprendere in Consiglio dei ministri. (Applausi). Riprendo un passaggio del presidente del Gruppo Misto De Cristofaro. È stata superata la linea rossa, e proprio nei confronti di un Paese amico abbiamo il dovere di non limitarci nelle sedi internazionali, guidando il G7, o quando siamo nelle sedi europee, a dire - come lei pure ha giustamente ha detto - che i caschi blu non prendono ordini da nessuno (si deve discutere all'interno delle Nazioni Unite): noi oggi abbiamo bisogno di andare oltre, abbiamo bisogno di prese di posizioni simboliche. Per questo non abbiamo condiviso la scelta del Governo di astenersi sulle risoluzioni dell'Assemblea delle Nazioni Unite (Applausi) nel momento in cui c'è bisogno di far sentire a Netanyahu che l'Europa è unita. Abbiamo rotto il fronte. Quelli sono i luoghi in cui noi dobbiamo salvaguardare il diritto internazionale e l'importanza del multilateralismo: l'Italia conta se il multilaterale funziona.
Oggi l'attacco che mi preoccupa di più è quello di Netanyahu. Hezbollah mi interessa meno perché la condanna è unanime e nessuno mette in discussione che sia un'organizzazione terroristica: c'è una condivisione molto larga in Europa. Non abbiamo a che fare con Hezbollah, evidentemente, ma con Israele sì. È un Paese amico con cui abbiamo accordi di cooperazione e abbiamo il dovere di essere molto netti nel momento in cui c'è un attacco senza precedenti al multilateralismo e al diritto internazionale. Questo è il punto fondamentale che mi aspetto che il Governo italiano, insieme ai Paesi europei, a maggior ragione quando è alla guida del G7, possa portare avanti.
Sul punto in sé, penso che dobbiamo fare una riflessione per capire se ci siano le condizioni di sicurezza, in questo caso anche sui duecento carabinieri richiesti a Gerico. Condivido e sottoscrivo le parole del Ministro: si mandano se ci sono le condizioni di sicurezza e le condizioni perché possano operare. Approfitto, nel momento in cui noi chiediamo che vengano garantite le condizioni di sicurezza, per inviare, anche a nome del Gruppo Partito Democratico, la solidarietà e la vicinanza alle donne e agli uomini del contingente UNIFIL. (Applausi).
Una riflessione va anche fatta - e a tale proposito dobbiamo dare atto al Ministro, che è stato uno dei primi a sottolinearlo e penso che sia corretto farlo - sulla distanza che c'è tra le finalità del mandato in base alla risoluzione n. 1701, in cui è previsto lo smantellamento di tutti gli insediamenti di Hezbollah nella zona tra il fiume Litani e la linea blu, e le regole di ingaggio che sono state date alla missione UNIFIL per poter mantenere le finalità del mandato.
Questo è sotto gli occhi di tutti e penso che l'Italia possa prendere l'iniziativa, insieme agli altri 16 Paesi europei, per adattare le regole d'ingaggio, perché, se li lasciamo lì con le mani legate dietro la schiena e con un mandato con aspettative molto alte, rischiamo veramente di delegittimare una missione che invece è fondamentale e lo è ancor di più per l'Italia, che ha una credibilità enorme nell'area, costruita negli anni dal 1978 in poi. Anche per mantenere quella credibilità e quella funzione di ponte verso il mondo arabo, abbiamo l'esigenza di tenere insieme le finalità condivisibili della risoluzione n. 1701 con delle regole di ingaggio che permettano ai nostri di fare il loro lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Terzi Di Sant'Agata. Ne ha facoltà.
*TERZI DI SANT'AGATA (FdI). Signor Presidente, tramite lei vorrei rivolgere al ministro della difesa Guido Crosetto un grande apprezzamento per la straordinaria informativa che ha fatto in quest'Aula oggi e che proseguirà alla Camera dei deputati. (Applausi). Straordinaria perché mi richiamo alla conclusione che ho visto nel punto più essenziale e forte, che segna il valore della nostra politica estera e di sicurezza nel mondo. Lei ha detto, signor Ministro, che i nostri uomini in UNIFIL sono lì per una convinzione del Governo Meloni: è l'Italia che fa la differenza con le operazioni di pace in diversi contesti (ONU, NATO, "coalizioni di volonterosi"), nei quali ottiene riconoscimenti così forti da convincere coloro che partecipano ad affidare il comando ai nostri valorosissimi comandanti ed ufficiali, ai quali va il nostro doveroso apprezzamento (ancora oggi bisogna ripeterlo). (Applausi). Sempre tramite il signor Ministro della difesa, vorrei esprimere, da parte del Gruppo Fratelli d'Italia, un'ammirazione per il comandante Stefano Messina e per tutti i suoi uomini e donne impegnati in UNIFIL. (Applausi).
Il primo punto che lei ha affrontato, tra i diversi, importanti e spesso sottaciuti punti nei dibattiti parlamentari, è la posizione di assoluta inaccettabilità espressa dal Presidente del Consiglio, da lei e dall'intero Governo per l'attacco subito da UNIFIL; un attacco sicuramente illegale, che è stato denunciato e che, a nostro giudizio e a giudizio del Governo, viola l'ordinamento internazionale. Ma forse non è stato dato alcun seguito a quelle denunce, a quelle prese di posizione? A posizioni esplicite che anche la risoluzione di maggioranza presentata l'altro ieri in Senato ha incluso nella sua dichiarazione?
Non è assolutamente vero, perché il Ministro degli esteri di Israele, proprio recependo queste nostre istanze, le istanze del Governo Meloni, le preoccupazioni e anche la denuncia, mi pare che si sia manifestato in modo chiarissimo. E credo che di questo si debba prendere atto. Il Ministro degli esteri israeliano ha detto: «Israele vede UNIFIL come un'organizzazione che svolge un ruolo importante nel giorno dopo la guerra contro Hezbollah. È l'organizzazione terroristica Hezbollah che usa il personale UNIFIL come scudi umani, sparando deliberatamente ai soldati dell'IDF da posizioni vicine alle posizioni UNIFIL, per creare attriti. Lo Stato di Israele continuerà a fare ogni sforzo per evitare di danneggiare UNIFIL, il tutto coordinandosi con i comandanti di UNIFIL e in conformità con il diritto internazionale».
Dal punto di vista personale, signor Ministro, mi permetterei di dare un'apertura di credito, anche da parlamentare, a quello che viene detto dal Governo di Israele, perché sono personale testimone, avendo visitato qualche anno fa i tunnel scavati da Hezbollah al di sotto della linea blu per accerchiare le forze israeliane, con un enorme lancio di missili in quella fase di crisi, già tre o quattro anni fa, poi sempre crescente. Sono anche testimone dell'impegno dato dalle autorità investigative dell'esercito e della magistratura israeliana nel perseguire, indagare e condannare gli eventuali responsabili di crimini di guerra. Ci sono 300 casi aperti (non se ne parla da nessuna parte) contro militari israeliani, da parte delle autorità e della giustizia israeliane nei confronti di militari che hanno operato a Gaza.
L'Italia è in Libano per manifestare la sua fiducia nel futuro delle operazioni di pace e anche nella giustizia internazionale. L'Italia è infatti portatrice di principi di assicurazione alle vittime di una retribuzione certa verso i grandi crimini contro l'umanità e di guerra. Questo è un altro valore d'insieme della nostra presenza in Libano.
Su Hezbollah non si parlerà e non si discuterà mai abbastanza nelle sedi politiche competenti, a cominciare - anche se "fuori area" - dal vertice NATO, che è sicuramente un'occasione per far capire come occorra una politica nuova, decisa, matura e a tutto campo nei confronti del Paese protagonista dei sette punti di attacco e di invasione contro Israele, costituiti dai proxy dell'Iran, Hezbollah, Kata'ib Hezbollah, Houthi, Hamas, Jihad islamica e da altre forze.
Se vogliamo rendere il Libano più sicuro e politicamente equilibrato, non è più sostenibile che due Ministri di Hezbollah all'interno del Governo libanese e una maggioranza guidata da Hezbollah condizionino interamente la politica libanese, rendendola succube del regime di Assad e - ancor più - di quello di Teheran. (Applausi).
Questo è un ruolo politico che l'Italia può avere per aiutare a fare evolvere la situazione politica libanese dall'interno dell'Unione europea, dell'Alleanza atlantica e dei Paesi occidentali con una linea nuova verso Teheran. Le distrazioni, chiamiamole così, i compromessi, li ricordiamo tutti: i Presidenti iraniani venuti a Roma in Campidoglio e ricevuti di fronte a statue romane rivestite da lenzuoli, perché non dovevano offendere l'interlocutore. (Applausi). O ancora oggi Pezeshkian, uomo dei Guardiani della rivoluzione islamica, che chiamiamo il Presidente riformista e moderato dell'Iran. Questo deve cambiare. (Applausi).
PRESIDENTE. Ringrazio il senatore Terzi di Sant'Agata per la qualità del suo intervento.
Dichiaro chiusa la discussione sull'informativa del Ministro della difesa, che ringrazio veramente.
Presidenza del vice presidente CASTELLONE
Svolgimento di interrogazioni (ore 10,16)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-01340 sulle forti oscillazioni dei costi di produzione del burro.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
LA PIETRA, sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, onorevoli senatori, riguardo alle difficoltà delle imprese italiane produttrici di burro, causate dalle forti oscillazioni delle quotazioni sul mercato europeo, rilevo quanto segue.
L'Unione europea svolge un ruolo chiave nel mercato globale del burro, ponendosi come il secondo esportatore mondiale, oltreché uno dei maggiori consumatori. Il mercato del burro risente, nel contesto europeo, delle dinamiche mondiali riferite all'offerta e soprattutto alla domanda. Quest'ultima, infatti, ha registrato un notevole aumento anche a seguito di un progressivo cambiamento delle abitudini alimentari, comportando un significativo incremento delle importazioni, specialmente nei Paesi asiatici.
La produzione di burro dell'Unione europea è pari a oltre 2 milioni di tonnellate annue e, dopo la contrazione registrata tra il 2020 e il 2021, è rimasta sostanzialmente stabile nel periodo 2021-2023, registrando tuttavia un'ulteriore riduzione nel periodo gennaio-luglio 2024.
Attualmente, a influire sul calo della produzione è la minore disponibilità di latte in alcuni dei principali Paesi produttori, determinata da molteplici fattori quali i cambiamenti climatici, l'aumento dei costi di produzione, le politiche di riduzione delle emissioni e, più recentemente, anche le difficoltà legate all'epidemia della lingua blu. Le predette oscillazioni nella produzione stanno determinando tensioni sui prezzi, con i listini del burro in forte aumento nelle principali piazze di scambio europeo.
Per quanto invece concerne il contesto nazionale, la produzione di burro si attesta a 93,5 miliardi di tonnellate annue e - a eccezione del calo registrato nel 2022 - è rimasta sostanzialmente stabile nel quinquennio 2019-2023. Il sistema produttivo italiano genera un'offerta di burro che soddisfa poco meno del 63 per cento del fabbisogno interno. La restante quota, provenendo da forniture estere, ha reso il mercato nazionale del burro dipendente dalle dinamiche europee e mondiali. Ovviamente, le fluttuazioni dei prezzi nella fase all'ingrosso si sono trasferite in maniera asincrona nelle fasi al dettaglio; in particolare, dopo il picco raggiunto a fine 2022 (12,4 euro al chilo), con oscillazioni in diminuzione tra il 2023 e i primi otto mesi del 2024, si registra una tendenza nelle ultime settimane verso una ripresa dei prezzi che verosimilmente proseguirà. Tale previsione, necessariamente aleatoria, potrebbe sicuramente far supporre interventi speculativi sul mercato che, tuttavia, risultano difficilmente arginabili a livello nazionale. Infatti, occorre tener presente che, come per tutti gli altri prodotti agricoli sottoposti alle regole dell'Organizzazione comune dei mercati agricoli, i singoli Stati membri non possono prevedere misure unilaterali di intervento sui mercati. Qualora la Commissione o altri Stati membri molto più interessati dal mercato del burro, a seguito di produzioni molto più rilevanti di quella italiana, dovessero presentare proposte nel senso prospettato dagli interroganti, l'Italia assicurerà come sempre il massimo impegno a tutela degli interessi dell'intera filiera.
Per quanto concerne il contrasto alle pratiche commerciali sleali, ai sensi del decreto legislativo n. 198 del 2021, rappresento che il nostro Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) ha svolto nel 2022 un'incisiva attività di verifica, effettuando sino a oggi più di 700 controlli, molti dei quali nei confronti di operatori del settore lattiero-caseario, ivi compresa la grande distribuzione organizzata. I controlli hanno interessato, in particolare, la verifica delle irregolarità e del rispetto dei contratti di fornitura e le tempistiche di pagamento nonché di condizioni contrattuali di acquisto e di vendita eccessivamente gravose. A seguito di tale attività, sono state oggetto di contestazione per irregolarità numerose infrazioni alla normativa vigente, in particolare in materia di rispetto delle condizioni contrattuali. Tale attività, anche per i prodotti del settore di cui trattasi, sarà rafforzata nell'ambito della programmazione per la prossima campagna di controllo, in considerazione altresì delle nuove previsioni normative introdotte dal decreto-legge n. 63 del 2024, convertito in legge n. 101 del 12 luglio 2024, con particolare riguardo a quanto stabilito in materia di costi di produzione.
Infine, evidenzio che l'istituzione della cabina di regia per i controlli nel settore agroalimentare ha permesso, dall'inizio del 2024, di operare in modo sinergico e coordinato. In tale contesto, le circa 5.000 verifiche effettuate anche nell'ambito del settore lattiero-caseario e sulle pratiche commerciali sleali hanno consentito di rilevare numerose irregolarità e di procedere, nei casi appropriati, al sequestro dei prodotti.
Assicuro che il Ministero continuerà a seguire con la massima attenzione la questione per arginare le difficoltà economiche dei produttori di burro, divenuto una risorsa preziosa sui mercati internazionali.
FRANCESCHELLI (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCHELLI (PD-IDP). Signora Presidente, desidero innanzitutto ringraziare il Sottosegretario per la tempestività con la quale ha dato la risposta alla nostra interrogazione, che non è una cosa usuale, a fronte di molte altre interrogazioni, anche dei nostri colleghi, rispetto alle quali latita ogni tipo di chiarimento da parte del Governo. È chiaro che il tema del burro è solo l'apice di un problema più vasto, che è quello della divergenza tra il ricavo percepito dal produttore - cioè dall'allevatore, spesso piccoli allevatori, allevatori di montagna, che producono prodotti di grande qualità - e, il costo che noi troviamo negli scaffali dei supermercati, il costo che poi paga il consumatore.
Si rileva, come spesso avviene anche in altri settori dell'agricoltura, soprattutto in quelli che potremmo definire di nicchia - pensiamo al miele o a tante altre produzioni - che da un lato il produttore, l'agricoltore, la famiglia coltivatrice diretta non ricava soddisfazione dal lavoro che fa perché non ha remunerazione e, dall'altro lato, c'è un margine che viene mangiato dalla grande distribuzione, che poi ricade sulle famiglie e sui consumatori.
Credo quindi che questo sia un primo banco di prova anche rispetto alla norma introdotta con il cosiddetto decreto-legge agricoltura sulla verifica del costo minimo di produzione, rispetto alla quale noi ci siamo espressi sul principio che si vuol perseguire, cioè quello di determinare un costo minimo di produzione rispetto al quale non si può scendere nell'acquisto del prodotto. Allo stato attuale - e questo è il beneficio della prova, perché il tempo di applicazione è breve - rileviamo tuttavia che ancora non abbiamo riscontri, perché non vediamo una crescita di remunerazione per il produttore; purtroppo questo vale anche per il settore cerealicolo, e lo dobbiamo lamentare: tuttora, infatti, nonostante gli sforzi che sono stati fatti, non ci sono risultati relativi al prezzo del grano o dei cereali in genere.
Ci dichiariamo quindi soddisfatti circa la tempistica, ma nel merito agiamo con il beneficio dell'inventario; prendiamo atto di quello che ci è stato detto oggi. Sarà monitorata l'attività svolta dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari, che è composto da funzionari valorosi che sul territorio garantiscono la custodia e l'originalità dei nostri prodotti. Occorre, tuttavia, monitorare soprattutto queste oscillazioni di prezzo e intervenire lì dove c'è la speculazione, dove ci sono soggetti che mangiano sul sudore, la fatica e le aspettative di tanti piccoli e medi agricoltori che fanno grande il nostro Paese. (Applausi).
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-01267 con carattere d'urgenza, ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento, sulla vicenda giudiziaria relativa all'uccisione del maresciallo dei Carabinieri Cerciello.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
SISTO, vice ministro della giustizia. Signora Presidente, ringrazio il senatore Gasparri, interrogante, che invoca l'attivazione dei poteri ispettivi riconosciuti dalla legge in relazione al caso, di recente balzato nuovamente agli onori della cronaca, del cittadino americano coinvolto nell'uccisione del maresciallo dei carabinieri Cerciello.
Si sottolinea altresì nell'atto di sindacato ispettivo che l'imputato, oltre a beneficiare della consistente riduzione della pena da ventidue a undici anni, applicata dalla corte d'assise d'appello di Roma all'esito del rinnovato giudizio di appello, ha chiesto ed ottenuto la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. Chiaramente la notizia ha destato sconcerto e, nel contempo, vicinanza alla famiglia della vittima e all'intera Arma dei carabinieri che quotidianamente, come nel caso specifico, affronta elevati rischi per servire il proprio Paese.
Si rappresenta che, non appena avuta contezza delle notizie relative ai fatti dedotti dall'interrogante, la competente articolazione del Ministero è stata prontamente incaricata di svolgere gli opportuni accertamenti. È stata dunque acquisita una dettagliata relazione del Presidente della corte di appello di Roma, che ha ripercorso l'iter processuale dell'intera vicenda giudiziaria. Secondo l'aggiornamento trasmesso dal Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria (DOG) il 9 ottobre scorso, la sentenza pronunciata dalla corte di assise di appello risulta essere stata depositata, completa di motivazione, il 23 settembre 2024. Per completezza, è stata acquisita anche l'ordinanza emessa il 25 settembre 2024 dal tribunale per il riesame, confermativa dell'ordinanza cautelare del 15 luglio nei confronti degli imputati, a seguito dell'appello proposto il 16 luglio 2024 dal procuratore generale presso la corte di appello di Roma avverso l'ordinanza del 15 luglio 2024, con la quale la stessa corte di assise di appello di Roma aveva sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti dell'imputato cui si fa riferimento nell'atto di sindacato ispettivo.
Analizzando il provvedimento cautelare acquisito, emerge che il tribunale del riesame (cioè il giudice che ha deciso sull'appello avverso il provvedimento che aveva concesso gli arresti domiciliari all'imputato) ha escluso l'applicabilità della doppia presunzione di legge, ovvero della ricorrenza delle esigenze cautelari e della possibilità di soddisfarle unicamente con la misura cautelare di massimo rigore, sulla scorta della seguente testuale motivazione: plurimi elementi sopravvenuti ai fatti, valutati congiuntamente ad altri preesistenti, inducono a ritenere che, nel caso di specie, le esigenze cautelari si siano attenuate e possano dunque essere soddisfatte anche con una misura diversa da quella di massimo rigore. In particolare, il tribunale ha ritenuto di valorizzare elementi specifici quali: la responsabilità penale dell'imputato sensibilmente ridimensionata in quanto da una condanna per concorso in omicidio volontario alla pena di ventidue anni di reclusione, si è passati ad una condanna per concorso anomalo (articolo 116 del codice penale) in tale delitto alla pena di anni nove; il fatto che l'imputato era detenuto in carcere dal luglio 2019 e dunque da circa cinque anni, un periodo di detenzione obiettivamente considerevole; la circostanza che l'imputato non soltanto aveva tenuto in carcere un contegno corretto, ma aveva partecipato attivamente all'opera di rieducazione, risultando dalla relazione comportamentale del 13 febbraio 2024 della casa circondariale di Velletri che lo stesso, oltre ad aver intrapreso in carcere gli studi universitari, si era confrontato proficuamente con gli operatori istituzionali e aveva svolto attività lavorativa, acquisendo sempre maggiore consapevolezza della sua vicenda processuale.
Sulla base di tali valutazioni, il tribunale del riesame è giunto alla conclusione che la misura degli arresti domiciliari, tanto più se applicata con gli strumenti di controllo a distanza e con i divieti di comunicazione, comporta una limitazione della libertà di movimento sufficiente a scongiurare la reiterazione di reati della stessa specie. Peraltro, con riferimento alla diversa esigenza cautelare del pericolo di fuga, è stato sottolineato che la pena residua espianda è prossima alla soglia per l'accesso a misure alternative alla detenzione, per cui, in tale contesto, l'interesse dell'imputato a darsi alla fuga e a sottrarsi alla pena residua risulta notevolmente scemato. Tanto detto, va osservato che l'ordinanza del tribunale del riesame, diffusamente motivata, sia in punto di fatto che in punto di diritto, esamina ed affronta tutte le censure sollevate dal pm appellante, anche alla luce dei principi e degli arresti della giurisprudenza di legittimità e della Corte costituzionale.
Allo stato, pertanto, non emergono, a carico dei giudicanti della fase cautelare, profili di rilevanza disciplinare per la decisione adottata, attesa l'insindacabilità disciplinare ai sensi del decreto legislativo n. 109 del 2006, dell'attività di valutazione dei fatti e di interpretazione di norme.
Analogamente è a dirsi quanto alle motivazioni della sentenza depositata il 23 settembre 2024 dalla corte di assise di appello di Roma che, dopo aver analiticamente ripercorso lo svolgimento del giudizio ordinario di primo grado, i motivi di impugnazione proposti, i ricorsi per cassazione avverso la sentenza emessa dalla corte di assise di appello e la motivazione della stessa sentenza della Corte di cassazione, ha provveduto in conformità alle statuizioni della suprema Corte sulla valutazione del concorso nel reato di omicidio.
Ripercorrendo, inoltre, le censure mosse dai giudici di legittimità alle sentenze di merito, l'organo giurisdizionale di appello ha diffusamente analizzato i principi di diritto che regolano il concorso di persone nel reato e, in tale contesto, l'organo giurisdizionale ha analizzato i principi che regolano quell'istituto e il diverso atteggiarsi dell'elemento soggettivo del reato, secondo argomentazioni e valutazioni che non sono suscettibili di sindacato disciplinare.
GASPARRI (FI-BP-PPE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FI-BP-PPE). Onorevole vice ministro Sisto, prendo atto della sua risposta. Ovviamente io resto insoddisfatto per l'andamento della vicenda nel suo complesso. Stiamo parlando dell'uccisione del maresciallo Cerciello, che nel luglio del 2019 fu ucciso a coltellate da due americani, Lee Elder Finnegan e Gabriel Natale Hjorth, arrestati dopo poche ore. Nel febbraio del 2020 iniziò il processo a Roma, nel maggio del 2021 furono condannati all'ergastolo e al risarcimento di un milione di euro, nel marzo del 2022 la pena fu ridotta a ventiquattro anni di carcere per Lee Elder Finnegan e a ventidue anni per Gabriel Natale Hjorth.
La Cassazione, nel marzo del 2023, decide un appello-bis e il 3 luglio 2024 inizia il processo con cui la Corte ha ridotto a quindici anni e due mesi la condanna per Lee Elder Finnegan e a undici anni e quattro mesi per Gabriel Natale Hjorth per l'omicidio di un sottufficiale dei Carabinieri, ucciso a poche centinaia di metri da qua: una sentenza orripilante, di cui io, come cittadino, mi vergogno e biasimo coloro che hanno preso questa decisione.
Avevo chiesto un'ispezione. Lei mi racconta fatti di diritto, ma voglio affermare in questa sede il mio biasimo nei confronti dei magistrati che hanno emesso una sentenza vergognosa, dopo un omicidio così grave ed eclatante.
Dopodiché, il 15 luglio 2024, la corte concede i domiciliari a Hjorth presso la nonna a Fregene, col braccialetto elettronico: avrà preso anche il sole quest'estate, mentre il maresciallo Cerciello è sottoterra. Queste decisioni offendono gli operatori della sicurezza, l'Arma dei carabinieri, le Forze dell'ordine e le voglio biasimare in questa sede. Altro che ispezione! Andavano cacciati dalla magistratura.
Avvocato Sisto - la appello così: io sono rispettoso dell'avvocatura, perché lei è un insigne avvocato, come è stato anche mio padre per una parte della sua vita - a un certo punto, il 17 luglio dello scorso anno, dopo che io ho contestato questa sentenza con veemenza adeguata, pari a quella odierna, viene emessa una nota da tale Gaetano Scalise, avvocato, che risulta - così si qualifica, lo sarà - presidente della camera penale di Roma, il quale replica ai miei attacchi. Avrei capito se avesse replicato il magistrato: io sono per la par condicio della polemica, se attacco non mi meraviglio che mi si replichi.
Ma i magistrati, vili e muti, hanno affidato il compito di rispondere a Scalise. Perché il presidente della camera penale deve rispondere a un parlamentare che attacca dei magistrati? Per avere la benevolenza di quei giudici, quando andrà coi suoi clienti davanti a loro?
Lo Scalise mi dice che io uso espressioni sgrammaticate, che incitano istinti collettivi, alimentati da narrazioni false. Signor Vice Ministro, lei vigila anche sull'avvocatura, sugli ordini professionali. Ma perché Scalise fa il fattorino dei magistrati e insulta me? Faccia rispondere quelli che stanno, nella vergogna delle sentenze emesse, chiusi nei palazzi.
Scalise si vergogni! Perché mi deve rispondere, per quale ragione? Perché deve rispondermi il presidente della camera penale? Si vergognino Scalise e i magistrati. Se fa il fattorino dei magistrati, si dimetta da presidente della camera penale.
La magistratura ha scritto pagine di vergogna in questi anni. Abbiamo avuto la condanna di De Pasquale, noto persecutore di Berlusconi. Abbiamo avuto la condanna di Davigo, che diceva che esistevano solo colpevoli per i quali non si era dimostrata la responsabilità. Aveva ragione: la frase valeva anche per lui, evidentemente, perché è stato condannato anche in appello. Gli auguriamo assoluzioni in Cassazione.
Lei ricorderà che Davigo aveva questa strana teoria: non esistono innocenti, ma solo colpevoli per i quali non si è dimostrata la colpevolezza. Aveva ragione. La tesi si è applicata anche a lui. E ci sono anche altri magistrati come Tescaroli, che ancora sostiene che Berlusconi è implicato nelle stragi. Ometto le polemiche riguardanti alcuni magistrati, oggi parlamentari e membri della Commissione antimafia, perché poi si offendono.
Voglio dire che noi rispettiamo la magistratura, ma la magistratura rispetti l'Italia. Queste sentenze sono riduttive e giustificazioniste: undici anni, per aver ucciso un maresciallo dei Carabinieri per strada, sono una vergogna. Voi, più che le ispezioni, avreste dovuto fare delle estromissioni. Lo so, non ne avete i poteri. Chissà se il CSM se ne vorrà occupare.
Rinnovo la solidarietà all'Arma dei carabinieri, alle Forze dell'ordine ed alle vittime che muoiono sulla strada. Biasimo, non solo gli assassini, ci mancherebbe altro, ma anche coloro che li mandano a Fregene dalla nonna. Cerciello non può andare a Fregene dalla nonna. Sono lieto che almeno il maresciallo Manganaro, che mise un cerotto sugli occhi di uno di questi americani per impedire atti autolesionistici, sia stato recentemente assolto dalla magistratura, la quale stava forse condannando i carabinieri che arrestarono gli americani con più severità di quanta ne abbia usata per trattare gli americani.
Amo l'America, ma depreco gli assassini che restano tali, anche se stanno dalla nonna a prendere il sole a Fregene. Vergogna per la magistratura italiana!
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Falcone-Borsellino» di Favara, in provincia di Agrigento, che stanno assistendo ai nostri lavori. Tra l'altro, è un posto bellissimo, che conosco. (Applausi).
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,36)
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-01274 sulla condizione del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
SISTO, vice ministro della giustizia. Signor Presidente, ringrazio il senatore interrogante per questa interrogazione su un tema che sta molto a cuore al Ministero della giustizia.
Nell'atto di sindacato ispettivo in oggetto, si fa riferimento ad un altro tragico evento suicidario avvenuto, di recente, presso la casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore e, più in generale, alle criticità sofferte dall'istituto in questione, con particolare riguardo al sovraffollamento e alle carenze organiche e strutturali.
Come evidenziato in sede di risposta ad interrogazioni di analogo tenore, al tema del sistema carcerario nazionale, così come al dramma dei suicidi di persone ristrette in carcere, questo Governo riserva la massima attenzione, con un costante impegno profuso dal Ministero della giustizia attraverso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP).
Riguardo alla drammatica vicenda riportata, appare importante sottolineare alcune circostanze emerse dalla relazione del direttore dell'istituto penitenziario. Il detenuto era conosciuto dagli operatori e dal personale e, nel suo percorso, era riuscito a inserirsi gradualmente nella vita dell'istituto, partecipando alle attività comuni ed impegnandosi nell'attività lavorativa in qualità di addetto alla cucina, tanto che il complessivo comportamento del ristretto non appariva poter degenerare in un tragico gesto.
Accanto all'autonoma indagine dell'autorità giudiziaria, sono naturalmente in essere le doverose attività ispettive da parte del competente provveditorato regionale di Padova, proprio finalizzate alla esatta verifica di tutto quanto occorso nel periodo di detenzione sino al tragico evento; allo stato, come riferisce il DAP con nota dell'11 ottobre 2024, non sono ancora noti gli esiti dell'indagine ispettiva.
Rispetto ai dati forniti dall'atto di sindacato ispettivo purtroppo si conferma che dal 1° gennaio al 9 ottobre 2024, presso gli istituti di pena del Triveneto si sono verificati sette eventi suicidari, di cui due presso la casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore. È altrettanto drammatico il dato nazionale rilevato dal 1° gennaio al 9 ottobre, periodo in cui si sono registrati 70 suicidi fra persone detenute.
L'evidenza che emerge da questi dati ci impone il dovere di garantire l'incolumità personale dei soggetti affidati allo Stato nel periodo di esecuzione della pena, tutelandone anche la salute psicologica, in considerazione dello shock psicologico della privazione della libertà. Per tale ragione, uno dei fronti su cui il Ministero della giustizia è maggiormente impegnato è quello del potenziamento della rete di assistenza psicologica: esso è attuato sia con progetti di monitoraggio in corso da tempo, sia con un'integrazione concreta di ulteriori risorse pari a 5 milioni di euro, relativamente al capitolo di spesa pertinente all'osservazione psicologica.
Prosegue inoltre anche l'opera di reclutamento di adeguato personale specializzato, per rispondere alle crescenti esigenze riscontrate tra la popolazione carceraria. Per la prima volta è stata integralmente coperta la pianta organica dei funzionari giuridico pedagogici di circa 1.100 unità. Per psicologi e psichiatri il trasferimento dalla medicina penitenziaria al Servizio sanitario nazionale richiede la collaborazione con gli organi sanitari regionali e territoriali, per l'erogazione dell'assistenza sanitaria presso gli istituti di pena. È in questo contesto che il Ministero sta costantemente interloquendo con la Conferenza Stato-Regioni, proprio per assicurare un tempestivo confronto sui temi dell'assistenza sanitaria, finalizzato all'attuazione di tutte le iniziative possibili a beneficio della popolazione carceraria.
Anche sulla dotazione di risorse finanziarie il Ministero è intervenuto con determinazione. Per il 2024 le risorse a bilancio per i servizi di assistenza psicologica saranno circa 14 milioni di euro, quasi il triplo rispetto all'anno scorso.
Si aggiunga che, atteso l'incremento dei fenomeni suicidari in ambito detentivo durante l'anno in corso, sono state individuate ulteriori strategie preventive: si sono sensibilizzate le articolazioni competenti a una revisione dei piani locali di prevenzione, prevedendo la convocazione dello staff multidisciplinare nell'immediatezza di un gesto autolesivo o di un tentativo di suicidio.
Consapevoli del fatto che gli eventi critici si intrecciano con i problemi legati al cronico sovraffollamento carcerario, volgendo lo sguardo ai dati ultimi rilevati il 10 ottobre scorso, risulta che presso la casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore sono presenti un totale di 258 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare pari a 159 posti: è una percentuale di affollamento, quindi, pari al 62,26 per cento, in linea, cioè, con altri istituti del medesimo distretto.
In proposito deve ricordarsi che attraverso un costante monitoraggio dei dati relativi alle presenze detentive a livello nazionale, la Direzione generale dei detenuti e del trattamento gestisce le procedure di riequilibrio, su scala nazionale, della popolazione detenuta: di recente, sono stati adottati provvedimenti deflattivi che hanno interessato proprio gli istituti del Triveneto con una maggiore presenza detentiva.
Quanto all'assistenza sanitaria, si evidenzia che la casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore risulta essere dotata dei presidi fondamentali quali l'assistenza medica sull'intero arco giornaliero, e, nello specifico, specializzazione dermatologica, infettivologica, odontoiatrica, psichiatrica e presidio per tossicodipendenti.
Oltre al monitoraggio delle presenze, grande attenzione viene posta alle criticità strutturali degli istituti penitenziari, tutti inseriti in un imponente e complesso piano nazionale di ristrutturazione e adeguamento, come già riferito in data 17 luglio 2024 in occasione di risposta al question time.
Nello specifico, l'istituto penitenziario in esame, benché realizzato alla fine degli anni Venti del secolo scorso, è stato sottoposto a radicali lavori di ristrutturazione, con adeguamento di tutte le sezioni detentive alle prescrizioni di cui al DPR n. 230 del 2000.
Allo stato, può affermarsi che non rilevano criticità degne di nota sotto il profilo edile, rimanendo l'attenzione focalizzata, invece, sul sovraffollamento detentivo; nell'ambito del piano nazionale degli interventi sulle infrastrutture carcerarie, è incluso il circondario del provveditorato regionale del Triveneto, con la previsione di nuovi posti detentivi in grado di attenuare l'attuale condizione di sofferenza anche della casa circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore.
Sempre riferendomi ai dati riguardanti l'istituto veneziano, in relazione all'organico del Corpo di polizia penitenziaria, risulta che, alla data del 9 ottobre 2024, il personale in servizio ammonta a 146 unità, con una carenza, dunque, di 32 unità rispetto alle previsioni organiche.
Le carenze maggiori si rilevano nel ruolo dei funzionari (meno uno), nel ruolo degli ispettori (meno 10 unità) e in quello dei sovrintendenti (meno 20), anche se, di contro, il ruolo degli agenti-assistenti risulta in esubero di quattro unità e l'area dei citati funzionari giuridico-pedagogici risulta avere cinque presenze effettive, su un organico di cinque unità.
In tema di organici, va evidenziato che il Ministero, a mezzo del preposto DAP, pone forte attenzione all'esigenza di garantire un efficace turnover del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati.
Si rappresenta che, per integrare l'organico dei funzionari, il 18 dicembre 2023 è stato avviato il VII corso, relativo al concorso pubblico per 120 posti di allievo commissario della carriera dei funzionari del Corpo da distribuire a seconda delle vacanze.
Si aggiunge che l'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, ha previsto l'assunzione di ulteriori unità mediante scorrimento della graduatoria degli idonei concorsi per allievi commissari, che prenderanno servizio nel mese di maggio 2025.
Con riferimento alla carenza del ruolo degli ispettori, si comunica che, si è concluso il corso per la nomina alla qualifica di vice ispettore, in esito al quale è stata assegnata alla casa circondariale di Venezia un'unità femminile. Inoltre, il 5 maggio 2024 ha preso avvio il corso di formazione per la qualifica iniziale di vice ispettore indetto per 411 posti, con presa di servizio effettiva a giugno 2025.
Con riferimento al ruolo dei sovrintendenti, si rappresenta che l'amministrazione ha assegnato al reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Venezia tre unità maschili. Ulteriori 293 unità per la qualifica di vice sovrintendente saranno previste con il concorso interno bandito il 16 febbraio 2024.
Ad ogni buon conto, si rappresenta che, per i ruoli di agenti e assistenti, l'8 luglio 2024, hanno assunto servizio negli istituti penitenziari 1.702 agenti, vincitori del concorso pubblico per 1.867 unità, indetto il 31 marzo 2022. Inoltre, il 22 luglio 2024 è iniziato il corso di formazione per 1.713 agenti vincitori di concorso, che assumeranno servizio nei vari istituti penitenziari nel mese di febbraio 2025.
Infine, con provvedimento del direttore generale del 6 marzo 2024, è stato indetto il concorso pubblico per l'assunzione di 2.568 allievi agenti, attualmente in corso.
Per completezza, si rappresenta, altresì, che l'articolo 1 del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, ha previsto l'assunzione straordinaria di ulteriori 1.000 agenti di Polizia penitenziaria (500 per l'anno 2025 e 500 per l'anno 2026).
MARTELLA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTELLA (PD-IDP). Signora Ministro, da quando ho depositato questa interrogazione la situazione delle carceri in Veneto e in Italia è persino peggiorata, Infatti, dopo il suicidio del detenuto di San Donà di Piave presso il carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia ad inizio ottobre vi è stato un altro, ennesimo, suicidio, questa volta a Vicenza, evidenziando quanto il sistema ormai sia al collasso. Come lei ha ricordato e come riporta l'ultimo report del Garante dei detenuti, sono già 72 le persone che si sono tolte la vita dall'inizio dell'anno: un dato in crescita rispetto al 2023.
Per quanto riguarda la casa circondariale di Venezia, essa versa davvero in condizioni drammatiche, nonostante gli sforzi di iniziativa encomiabile della direzione, degli operatori e degli agenti. A Santa Maria Maggiore ci sono 257 (fino a ieri, lei oggi ha detto 258) detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 159 persone: 100 detenuti in più oltre la capienza prevista, con un tasso di sovraffollamento che continua a crescere e che oggi ha superato il 61 per cento. È il secondo dato più alto in Veneto, secondo solo alla casa circondariale di Treviso e fra i primi in Italia, che in questi giorni ha toccato il massimo storico.
Con il 60 per cento di detenuti di origine straniera, manca il mediatore culturale di lingua araba, così come manca un luogo dedicato ai culti diversi da quello cattolico. I corsi di alfabetizzazione riguardano una minoranza della popolazione detenuta che non parla italiano. Le attività lavorative riguardano solo 70 detenuti, di questi solo il 10 per cento impiegati in attività lavorative gestite da terzi. Non sono garantiti tre metri quadrati calpestabili, non è garantita la divisione fra adulti e giovani adulti. «Antigone» e «Nessuno tocchi Caino» segnalano inoltre lo scarso livello di manutenzione infrastrutturale e l'assenza di spazi per le socialità adeguatamente arredati.
Nel 2024, l'ha ricordato anche lei, ci sono stati oltre 100 casi di autolesionismo, 12 tentati suicidi, 2 suicidi; i sindacati di Polizia segnalano 60 eventi critici nell'ultimo anno, decine di aggressioni ai danni del personale, tre in occasione di un'ultima rivolta nel luglio di quest'anno. La Polizia è al 70 per cento del personale previsto e quindi sotto organico: una situazione che non è affatto migliorata, anzi è peggiorata a seguito del decreto carceri, anche perché l'immissione in ruolo del personale è prevista su più anni e con un effetto che possiamo dire verrà neutralizzato dalle uscite per pensionamento e dimissioni. E non è l'unica - lo abbiamo detto in tante occasioni - lacuna di un decreto che non ha dato risposte all'emergenza carceri presente nel nostro Paese.
Anche per quanto riguarda le carenze dell'area educativa e sanitaria, la situazione è davvero molto complicata. Sono presenti solo cinque educatori, uno ogni 50 detenuti. Sono garantite solo cinque ore di presenza dello psichiatra a settimana, tre per lo psicologo: questo su una platea che, nel corso dell'ultima visita, «Nessuno tocchi Caino» ha detto essere una platea in cui il 98 per cento dei detenuti fa uso di psicofarmaci e stabilizzanti dell'umore. È un quadro davvero drammatico e non c'è nessuna enfasi particolare in tutto quello che ho detto.
Purtroppo, l'approccio securitario, muscolare e sanzionatorio, sulla spinta di un panpenalismo che ha inventato nuovi reati e ha inasprito le pene, rischia, invece di alleggerire il sovraffollamento, di far esplodere le carceri. Questo è quello che sta succedendo. Se si pensa che il carcere sia l'unica risposta che si può dare, veramente non si è capito nulla della società italiana. Occorre investire sul reinserimento sociale, sul fine rieducativo della pena, sul lavoro, sulla formazione, sugli organici: tutto questo non è tempo perso. Bisognerebbe prendere la strada delle misure alternative in un quadro di sicurezza sociale complessiva, perché dovremmo occuparci e preoccuparci anche del momento successivo all'uscita dal carcere, per evitare la recidiva e che la condanna ad una vita illegale permanente non abbia possibilità di riscatto.
Al carcere di Santa Maria Maggiore faremo una nuova visita nei prossimi giorni e chiederemo interventi per migliorare la qualità della vita della popolazione carceraria e degli operatori. Continueremo costantemente a monitorare la situazione del sistema penitenziario in Veneto e a Venezia, perché facciamo nostro il pensiero di chi ha detto che il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalle condizioni delle sue carceri. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time.
(La seduta, sospesa alle ore 10,50, è ripresa alle ore 15).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
La senatrice Unterberger ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01418 sui criteri per l'erogazione del bonus aggiuntivo alle tredicesime, per tre minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Ministro, con il decreto fiscale il Governo ha approvato il cosiddetto bonus Natale: 100 euro una tantum per i lavoratori dipendenti in possesso di determinati requisiti. Il bonus è erogato sia alle famiglie di conviventi, sia alle famiglie monogenitoriali; alle prime, è erogato se sono sposate, hanno un figlio, un coniuge a carico e un reddito che non supera i 28.000 euro lordi. Ai coniugati sono equiparate le coppie di conviventi soltanto se registrate come unioni civili. I nuclei monoparentali sussistono qualora il figlio sia stato affidato a un solo genitore oppure quando un genitore è deceduto o non ha riconosciuto il figlio.
In sostanza, il bonus va alle famiglie tradizionali di sposati, dove un coniuge (nella maggior parte dei casi la donna) non ha un'occupazione. Questo è in netto contrasto con le dichiarazioni del Governo e i bonus finalizzati a incentivare l'occupazione femminile. Va alle famiglie monoparentali se hanno l'affidamento esclusivo, che taglia fuori la maggior parte dei genitori separati giudizialmente, oppure nei casi in cui l'altro genitore è venuto a mancare o è rimasto sconosciuto. Tutto ciò nonostante le note difficoltà delle famiglie monogenitoriali, all'interno delle quali un solo reddito, spesso senza il contributo dell'altro genitore, non è sufficiente a coprire le spese della vita quotidiana. Peraltro, a differenza della maggior parte dei Paesi europei, in Italia (con l'unica eccezione del Sud Tirolo) non esiste neanche l'istituto dell'anticipazione del contributo al mantenimento da parte dello Stato.
L'impressione è che i criteri per l'accesso al bonus siano formulati per restringere il più possibile la platea dei destinatari, disincentivando le donne a ricercare un'occupazione e gli uomini a riconoscere i propri figli.
Tutto ciò premesso, si chiede al Ministro in indirizzo: se voglia indicare il numero effettivo dei destinatari del contributo statale illustrato in premessa, che non può essere quello di 1,1 milioni di lavoratori indicato nella relazione tecnica relativa alla misura, in quanto tiene conto solo del dato reddituale; se voglia spiegare quale sia il ragionamento che sta alla base della determinazione dei criteri per l'accesso alla misura; se ritiene che tali criteri siano da considerarsi valevoli anche per le future elargizioni di contributi statali a lavoratori e famiglie.
PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, l'articolo 2-bis del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113 ha previsto per l'anno 2024 il riconoscimento di un'indennità una tantum, nella misura massima di 100 euro (il cosiddetto bonus Natale), da corrispondere insieme alla tredicesima mensilità ai lavoratori dipendenti. Considerati i requisiti necessari per la sua erogazione, gli interroganti lamentano che il bonus in argomento venga di fatto riconosciuto solo alle famiglie tradizionali monoreddito e solo ad alcune categorie di famiglie monogenitoriali, di fatto contravvenendo gli intendimenti del Governo volti, ad esempio, a incentivare l'occupazione femminile.
Tanto premesso, gli interroganti chiedono chiarimenti sul numero effettivo dei percettori, quali siano stati i criteri di scelta dei parametri individuati per l'accesso al beneficio e se tali criteri saranno ritenuti valevoli anche per eventuali successive elargizioni.
Osservo che l'indennità introdotta dalla disposizione è destinata, in particolare, ai lavoratori a più basso reddito. Per questo motivo, si inserisce nel solco di un impianto normativo già esistente e collaudato; prevede un trattamento integrativo che spetta a determinate condizioni - capienza dell'imposta lorda e limite di reddito a 28.000 euro - offrendo un sostegno per il coniuge a carico riconosciuto tramite una specifica detrazione e una particolare attenzione verso specifici nuclei monogenitoriali (ai quali è consentito fruire in dichiarazione, per il figlio, della più favorevole detrazione per il coniuge). Si è scelto di operare in base a tali criteri al fine di ampliare il più possibile la platea dei beneficiari, compatibilmente con le disponibilità di bilancio per l'anno 2024.
Alla luce di quanto esposto, si conferma la stima di 1,1 milioni di beneficiari, effettuata in base alle dichiarazioni dei redditi sulle quali è stata verificata la presenza di tutti i requisiti: limite di reddito, presenza dei carichi familiari necessari (figlio a carico o più coniugi a carico, oppure figlio come coniuge), capienza dell'imposta lorda ai fini del trattamento integrativo. In particolare, si specifica che il numero dei lavoratori dipendenti con reddito complessivo inferiore a 28.000 euro è di circa 16,5 milioni, di cui quelli con imposta lorda capiente, ai fini del trattamento integrativo, sono circa 12,3 milioni.
In ultimo, si fa presente che i criteri individuati dalla disposizione, nel solco di quanto originariamente previsto dallo schema di decreto delegato recante revisione del regime impositivo dei redditi, sono stati calibrati esclusivamente per la misura in argomento, non risultando vincolanti in relazione a eventuali future iniziative in favore di famiglie e lavoratori.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Unterberger, per due minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Ministro, purtroppo non sono riuscita a sentirla bene e non ho capito tutto quello che ha detto.
Mi sembra, però, che lei abbia ripetuto quello che sapevo già, ossia quali sono i criteri. Non mi ha spiegato la ratio alla base dei criteri e perché si istituisce un bonus che ricevono solo donne che non hanno occupazione o solo famiglie monogenitoriali in cui il padre non ha riconosciuto il figlio. Mi sembrano criteri veramente assurdi che non hanno alcun senso, che restringono all'infinito la platea e non danno una mano alle famiglie monogenitoriali. Spero veramente - ma ho sentito che lei lo ha detto - che tali criteri valgono solo per questo bonus e mi auguro che per i prossimi contributi alle famiglie non adopererete questi criteri assurdi.
PRESIDENTE. La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01414 sulle linee di politica fiscale espresse nel Piano strutturale di bilancio di medio termine, per tre minuti.
FREGOLENT (IV-C-RE). Signor Ministro, mi fa molto piacere vederla qua. Dopo la sua intervista dello scorso 3 ottobre, in cui ha detto che la manovra di quest'anno sarebbe stata molto dura e con sacrifici per tutti, e dopo la sollevata di scudi della sua maggioranza, compreso il suo partito, pensavo che, per doverla rivedere, avrei dovuto chiamare «Chi l'ha visto?». Mi fa invece piacere vederla in quest'Aula.
Avendo letto il Piano strutturale di bilancio, dove è scritto nero su bianco che c'è bisogno di nuove entrate o di tagli alla spesa, ci siamo chiesti da dove i nuovi tagli o le nuove entrate sarebbero arrivati. Sempre nel Piano strutturale leggiamo che c'è un riallineamento delle aliquote diesel e benzina e, quindi, si è ipotizzato che ci potesse essere un aumento delle accise. Lei stesso ha parlato dell'introduzione dell'IMU per le case che avevano ottenuto il superbonus. Insomma, si sono fatte varie ipotesi.
Lei ieri ha fatto una bellissima conferenza stampa dove, nell'elencare gli elementi per cui in teoria dovrebbero arrivare delle nuove entrate, ha parlato della famosa tassa sulle banche.
Io ho molta stima di lei, anche perché lei, a Pontida, ha detto di essere figlio di un pescatore e io sono figlia di un operaio. Chi, come noi, è venuto da molto in basso avendo dovuto studiare molto per arrivare alla posizione in cui si trova è molto attento a leggere le carte. Lei sa benissimo che quello è un anticipo di spesa, cioè soldi che lo Stato deve dare alle banche: quest'anno non verranno dati e, secondo il documento che avete inviato a Bruxelles, verranno dati il prossimo anno. Sono soldi insufficienti per la spesa sanitaria.
Voi siete bravissimi a comunicare: avete subito detto che le banche finanzieranno la sanità, ma parliamo di 2,7 miliardi e la sanità costa 332,6 miliardi. Quindi la mia domanda è: da dove arriveranno le entrate che servono per la manovra?
PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, ringrazio la senatrice Fregolent per aver definito bellissima la conferenza stampa di ieri, dove sicuramente, avendola seguita, avrà avuto risposta ai suoi quesiti, che però mi permetto di richiamare in questa sede.
Prima di tutto, con riferimento alla annosa questione sollevata rispetto all'annunciato riallineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina, queste in ultima analisi rispondono a un preciso obbligo rispetto all'impostazione assunta in sede europea in merito ai sussidi ambientalmente dannosi: l'accisa agevolata del gasolio come tale è qualificata. Per questo motivo, per il preciso obbligo e impegno del PNRR - il Governo rimetterà al Parlamento poi la scelta definitiva, come è giusto che sia - abbiamo detto che è corretto l'allineamento, che potrà essere graduale e potrà significare, quindi, l'aumento dell'accisa sul gasolio. Ma evidentemente la diminuzione dell'accisa sulla benzina nelle forme stabilite, appunto, dal Parlamento risponde a una precisa politica che - come a tutti è noto - si sta anche rivedendo in sede europea, e su cui chi parla, e comunque questa maggioranza, non è mai stato d'accordo.
Si è fatta anche molta polemica rispetto all'aumento delle tasse sulla casa. È assolutamente falso. Ma credo che chiunque abbia un minimo di esperienza sappia perfettamente che chiunque fa un'operazione di ristrutturazione edilizia, tanto più quella addirittura pagata dallo Stato, ha un preciso obbligo: aggiornare i dati catastali. Naturalmente, noi siamo tenuti - e lo faremo - a verificare l'aggiornamento dei dati catastali e quelli di coloro che le case non le hanno mai dichiarate.
Per quanto riguarda la possibilità di finanziare la sanità e tutte le misure che abbiamo annunciato, è il frutto del nostro lavoro, dei dati del 2024, che sono giudicati positivamente, magari non in quest'Aula dall'opposizione, ma da tutti gli osservatori economici nazionali e internazionali, e i dati oggettivi - anche oggi quelli dello spread - ci confortano. Abbiamo creato le condizioni di finanza pubblica per poter abbassare le tasse ai redditi medio-bassi. Avevamo detto che lo avremmo fatto, continuiamo a farlo e lo abbiamo reso strutturale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Fregolent, per due minuti.
FREGOLENT (IV-C-RE). Signor Ministro, la ringrazio, ma a dire la verità preferivo il Giorgetti del 3 ottobre che, a fronte di una domanda sul futuro del Paese, si dimostrava un po' più sincero.
Lo dico perché voi avete scritto il Piano strutturale di bilancio, non l'ha scritto l'opposizione, ed è stato approvato la scorsa settimana: lì i suoi uffici - evidentemente lei non l'avrà letto - hanno scritto di nuove entrate e di tagli. Questo perché, al netto di tutto, c'è un aumento dello 0,7 per cento della pressione fiscale praticata dal vostro Governo. Si figuri se noi, che con l'austerity siamo riusciti a fare il taglio del costo del lavoro, a introdurre il famoso bonus 80 euro e a togliere l'IMU, non saremmo felici di sapere, come Italia Viva, che le tasse vengono diminuite.
In realtà, sa chi pagherà la manovra? Non la pagheranno né le banche, né le assicurazioni, né i potenti che ci sono in questo Stato, ma la pagheranno semplicemente i cittadini che già pagano le tasse. Voi avete deciso di fare una diminuzione delle detrazioni favorendo - è una vostra scelta - le famiglie numerose, che sono il 3,7 per cento della popolazione italiana, facendola pagare ai single, ai nonni, alle famiglie con figli adulti, che si vedranno semplicemente tagliati quello che pensavano di poter avere, cioè tutto ciò che riguarda la salute, la casa e la scuola. A pagare questa manovra saranno, quindi, quelli che già pagano le tasse, perché non c'è una misura, tra quelle che ieri lei ha elencato, che riguardi quelli che invece l'evasione in questo Paese la fanno totale: anzi, ci sono anche coloro che, dichiarando poco, avranno il favore di avere quelle risorse che voi stanziate per quelle che vengono considerate famiglie disagiate.
Non sono quindi soddisfatta, perché penso che in questo Paese il ceto medio (cioè insegnanti, infermieri e impiegati) abbia il diritto di essere rispettato: non solo in campagna elettorale, ma anche nella vita reale. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Magni ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01421 sul contributo straordinario a carico degli istituti bancari nella prossima manovra di bilancio, per tre minuti.
MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi c'era turbolenza all'interno della maggioranza: io e il mio Gruppo tifavamo per quello che lei sosteneva, cioè la necessità di intervenire nella manovra affinché ognuno contribuisse secondo le proprie possibilità, a partire da chi aveva realizzato enormi profitti. Sottolineo che nel 2024 le banche avranno dai cinque ai dieci miliardi di extragettito e profitti. Francamente io tifavo per lei, ministro Giorgetti, diciamocelo chiaro: speravo che una volta tanto si passasse dalle parole ai fatti, facendo pagare quelli che devono pagare, perché bisogna affrontare il problema delle difficoltà economiche e delle disuguaglianze, invertendo in sostanza la rotta.
Alla fine, ovviamente, il vice presidente del Consiglio Tajani ha rimbrottato dicendo che non è lei a decidere la manovra, ma il Governo in sede di Consiglio dei ministri. L'elefante ha partorito un topolino, nel senso che in sostanza non ci sono tasse sugli extraprofitti: il ministro Tajani, infatti, sostiene che non ci sono tasse, mentre lei afferma che le banche pagano. Mi sa spiegare esattamente questo gioco delle tre carte? Un fatto è certo: per le banche è un prestito, non una questione di extraprofitti. Pertanto si tratta davvero del gioco delle tre carte; ma gli italiani non sono fessi e capiscono che, in sostanza, ancora una volta a pagare sono solo e sempre gli stessi, perché chi in questi anni ha guadagnato molti soldi non tirerà fuori un euro.
A mio avviso, il signor Ministro, che ho ascoltato anche in sede di audizione, pur avendo dato un indirizzo contenente una parvenza di giustizia sociale, ha fatto marcia indietro, è dovuto tornare sui suoi passi e alla fine a pagare saranno sempre i lavoratori e le lavoratrici, oltre che i poveri cristi.
PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
GIORGETTI, ministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, la situazione è esattamente al contrario di quello che il senatore Magni afferma: si può contestare qualsiasi cosa a questa manovra, ma non che vada contro i poveri cristi. La manovra che abbiamo fatto l'anno scorso e quella di quest'anno vanno esattamente nella direzione di coloro che percepiscono meno di 35.000 euro di reddito e i lavoratori dipendenti. Si tratta di uno sforzo importante, in una situazione complicata di finanza pubblica.
Quest'anno abbiamo anche chiesto un contributo significativo a banche e assicurazioni. Devo dire con ironia che l'anno scorso ci contestavate il fatto che abbiamo fatto una tassa sugli extraprofitti e non hanno versato un euro, mentre quest'anno ci dite che versano gli euro, ma non abbiamo fatto la tassa. Il risultato è che noi abbiamo la disponibilità, grazie alla quale possiamo incrementare il Fondo sanitario nazionale a favore degli interventi nella sanità e rafforzare ulteriormente lo sconto fiscale per i redditi medio-bassi, anche oltre quello che è stato previsto l'anno scorso; si tratta, peraltro, di una misura su cui proprio in quest'Aula tantissimi esprimevano dubbi rispetto alla sua natura di una tantum.
Quanto alle critiche per le quali la manovra reca misure temporanee che non potranno essere replicate, credo che questo Governo abbia dimostrato di averle confermate tutte, anche quelle a favore delle famiglie, delle lavoratrici con due figli, nonostante una letteratura anche giornalistica che in questi giorni ha alimentato tutta una serie di notizie non esattamente corrispondenti al vero.
Senatore Magni, se si va in profondità nell'analizzare l'intervento che è stato fatto anche in materia di deducibilità delle svalutazioni delle perdite sui crediti, si noterà che tale misura, peraltro, è stata fatta dai Governi di sinistra anche in passato.
Non prenderemo il premio Nobel dell'economia per questo. La nostra ambizione è aiutare chi ha più bisogno. Lo promettiamo e lo facciamo. Sull'evasione non promettiamo, ma lo facciamo. Tutte le contestazioni che abbiamo avuto in merito all'aggiornamento dei dati catastali sono dovute al fatto che vogliamo andare a recuperare l'evasione e non aumentare le rendite catastali a tutti i cittadini che giustamente hanno una casa e hanno fatto il loro dovere.
Ritengo che il comportamento del nostro Governo non sia in questo senso meritevole di biasimo. Continueremo in questa direzione e credo che i dati ci diano ragione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Cristofaro, per due minuti.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Ministro, non sono francamente soddisfatto dalla sua risposta, ma le dico con sincerità che il primo a non essere soddisfatto dovrebbe essere lei.
Non voglio insistere e non voglio nemmeno sparare sulla Croce Rossa. Ma alcune settimane fa lei ha detto - con parole che noi salutammo riconoscendo in esse finalmente un elemento di giustezza - a reti unificate, se posso dire così, a tutti i giornali, che bisogna questa volta mettere in campo una tassa per i profitti in eccedenza, in particolare di quelli delle banche. Ha altresì richiamato l'articolo 53 della Costituzione, secondo il quale «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva».
In questi anni è successo - come lei sa benissimo - che decine di milioni di italiani si sono molto impoverite e in pochissimi si sono molto arricchiti attraverso gli extraprofitti. Lei ci aveva fatto comprendere che, finalmente, in questo modo quest'anno si sarebbe messo mano a tale elemento di diseguaglianza. È stato poi evidentemente richiamato agli ordini. La Presidente del Consiglio, dimostrando da questo punto di vista per l'ennesima volta di non avere proprio più nulla di destra sociale, ha fatto sì che la presunta e giusta tassa sugli extraprofitti diventasse invece semplicemente un anticipo di cassa che verrà recuperato. Non è vero che con questo anticipo di cassa si risolverà il problema della sanità. Avevate promesso su di essa un investimento di quattro miliardi di euro; nella prossima manovra di bilancio sono previsti 700 milioni. Mi pare perciò evidente che avete raccontato una realtà e che però ne state realizzando un'altra.
PRESIDENTE. Il senatore Zanettin ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01412 sull'utilizzo del Fondo indennizzo risparmiatori, per tre minuti.
ZANETTIN (FI-BP-PPE). Signor Ministro, torniamo a parlare del Fondo indennizzo risparmiatori, che prevedeva uno stanziamento iniziale di 1.575 milioni. In questa legislatura siamo riusciti a ottenere un risultato davvero importante e insperato alla vigilia, tanto che l'indennizzo che è stato corrisposto ai truffati delle banche è salito dal 30 al 40 per cento del costo delle azioni che erano state acquistate. Credo sia un successo che voglio condividere con lei, di cui i risparmiatori che stanno ascoltando devono essere consapevoli.
La commissione tecnica ha concluso i lavori il 31 ottobre dell'anno scorso. Da tutti i dati in nostro possesso è risultato un residuo di cassa. La prima domanda che io le formulo è proprio volta a conoscere l'ammontare di questo residuo di cassa. Le chiacchiere - diciamo così - le stime di chi si è occupato di questo argomento lo indicano in circa 250.000 euro.
Ciò detto, io non vengo oggi a chiederle la distribuzione di questo residuo di cassa perché immagino, da avvocato, che ci siano contenziosi in corso e liquidazioni ancora da fare. Non sarà questa la seconda domanda che le rivolgo. Vorrei invece portare alla sua attenzione - come abbiamo già fatto con un ordine del giorno circa un anno fa, che è stato accolto dal Governo che si era impegnato a valutare - l'opportunità di istituire la possibilità per i risparmiatori, che hanno commesso errori formali o procedurali, di veder riesaminata la loro posizione.
Le spiego anche, signor Ministro, da che cosa nasce questo mio impegno, particolarmente assiduo su questo tema.
Il mio ex professore di educazione fisica del liceo ha commesso un errore: di fronte al portale, nel momento in cui ha inserito i dati - e qui ho le parole testuali che arrivano dalla Consap - ha presentato domanda di indennizzo, indicando di essere titolare di 439 azioni; in realtà - a ripeterlo è la stessa Consap - egli era titolare anche di ulteriori 1.680 azioni. La burocrazia, l'impossibilità di modificare questa domanda introduttiva, fa sì che sia rimasto pretermesso. Lui, così come altri, ha commesso degli errori; credo però che di fronte a queste situazioni sia reso possibile - e io ho formulato l'ipotesi che il Governo valuti tale possibilità - aprire un termine per adire l'arbitro delle controversie finanziarie, che è una procedura light, poco costosa, per cui non occorre neppure l'avvocato. Ciò consentirebbe a certe posizioni (ripeto: errori formali e procedurali, non di merito, che potrà essere valutato in altra sede) di trovare una soluzione che mi pare più che ragionevole.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giorgetti, risponde all'interrogazione illustrata.
GIORGETTI, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, senatore Zanettin, richiamo la vicenda a beneficio di tutta l'Assemblea, perché lei la conosce meglio di tutti.
Il termine per la presentazione delle istanze per l'accesso al Fondo indennizzo risparmiatori (FIR), prorogato più volte, è scaduto il 18 giugno 2020. È stato consentito ai risparmiatori che avevano presentato istanze incomplete di regolarizzarle entro il 1° maggio 2022; la Commissione tecnica incaricata dell'esame delle richieste, dopo numerose proroghe, ha concluso i lavori il 31 ottobre del 2023. Nel corso degli anni 2022 e 2023, la Commissione tecnica del FIR ha istruito 144.871 pratiche, riesaminando tra l'altro in sede di autotutela 1.633 istanze di revisione. Sono state accolte 134.136 istanze, erogando complessivamente l'importo di 1.353.832.529 a 129.899 risparmiatori.
Per quanto riguarda le controversie giudiziarie promosse, relativamente a richieste di indennizzo non accolte, sono state conservate in bilancio le somme necessarie per dare copertura alle eventuali erogazioni conseguenti all'esito delle stesse. Ciò posto, in conseguenza del completamento dell'attività del fondo entro il detto termine del 31 ottobre 2023, la dotazione di bilancio residuo del FIR è divenuta economia di bilancio dello Stato e, pertanto, al di là degli accantonamenti per le cause pendenti, non sussistono allo stato ulteriori risorse.
Quanto all'impegno assunto dal Governo con l'ordine del giorno citato - attesa la specificità e l'eccezionalità della disciplina del FIR, che al momento della sua definizione fu oggetto di approfondita interlocuzione con gli uffici della Commissione europea al fine di evitare contestazioni in tema di aiuti di Stato - sono in corso approfondimenti sull'opportunità di intervenire per risolvere definitivamente il contenzioso ancora in corso.
Per quanto concerne le domande respinte per ragioni procedurali, come ho appena illustrato, è stata già consentita la possibilità di regolarizzarle dopo la scadenza del termine del 2020, mentre ulteriori fattispecie di remissione in termini per irregolarità meramente formali richiederebbero l'adozione di ulteriori specifici interventi normativi, dotati, per le ragioni che ho illustrato, di autonoma copertura finanziaria, che ovviamente dovranno essere valutate nel quadro attuale di finanza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Zanettin.
ZANETTIN (FI-BP-PPE). Signor Presidente, sono solo parzialmente soddisfatto della risposta, nel senso che il fatto che ci siano state delle proroghe non risolve il problema, perché questi risparmiatori si sono accorti dell'errore solo quando gli è stata data la risposta e il termine era già scaduto per fare ricorso. Dal punto di vista tecnico la sua risposta appare carente, perché queste persone hanno appreso solo in una fase successiva che avevano commesso degli errori.
Poi, resto abbastanza sorpreso del fatto che, al di là del disaccantonamento per i contenziosi in essere, non ci sia più un euro nel fondo, perché queste sono somme che vengono dai conti dormienti (legge finanziaria del 2006): quindi devono rimanere disponibili per le questioni che riguardano i risparmiatori e la tutela dei truffati dalle banche.
Prendo atto della disponibilità del Ministro a ragionare su questo tema. Io ho presentato diversi emendamenti, come lei ben sa, ai vari disegni di legge e veicoli normativi che sono transitati qui in Parlamento e fino ad oggi, effettivamente, sono stati tutti dichiarati inammissibili, improcedibili e quant'altro.
Spero che nel dialogo costante che abbiamo avuto con lei e con la dottoressa Perrotta in questi anni si possa trovare la strada e la scappatoia per risolvere questi che sono casi concreti di vita reale, dietro i quali si celano cittadini rimasti truffati dalle banche.
Saluto ad una rappresentanza del Lions Club
PRESIDENTE. Salutiamo in tribuna i soci del Lions Club Diavoli Rossi di Ghedi, in provincia di Brescia, che assistono ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata,
ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,28)
PRESIDENTE. La senatrice Sironi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01417 sulla tutela dell'orso e le misure di convivenza con l'uomo, per tre minuti.
SIRONI (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, sottopongo alla sua attenzione una situazione emergenziale che si sta verificando nel territorio del Trentino in relazione alla convivenza con l'orso bruno. Il progetto Life Ursus che fu promosso nel 1999 dal parco naturale Adamello Brenta, insieme alla Provincia autonoma di Trento e ad ISPRA, si è concluso con successo nel 2004, anche grazie ad accordi operativi con le quattro province confinanti e con l'Associazione dei cacciatori trentini.
Purtroppo, se la risposta degli orsi ha realizzato gli auspici dell'incremento numerico del nucleo di orsi già presenti, altrettanto non si può dire di quella dell'uomo. Non risultano infatti essere state implementate nel corso di questi decenni le misure previste dal progetto originario: in primo luogo, la dotazione di bidoni della spazzatura anti-orso per evitare che, attratti dal cibo facile, si avvicinino all'abitato; in secondo luogo, la piantumazione di alberi da frutto nelle zone più interne per indurre la stabilizzazione lontano dall'abitato; in terzo luogo, la creazione di corridoi faunistici per consentire l'esplorazione del territorio e l'espansione per il ricongiungimento di tutte le popolazioni alpine; in quarto luogo, la campagna informativa ed educativa dei residenti, dei turisti e degli avventori.
La pluridecennale inerzia amministrativa ha fatto sì che gli orsi si avvicinassero ai centri abitati attratti dall'odore dei resti dei cibi della spazzatura e che così divenissero confidenti con l'uomo, creando i presupposti per il verificarsi di situazioni di pericolo più ancora che occasioni di danneggiamenti. La cronaca e i mass media riportano episodi in cui alcuni orsi sono stati coinvolti in situazioni di confidenza e di contatto anche violento con gli esseri umani, dalle dinamiche tuttora da accertare nel dettaglio. Nel tempo sono stati trovati morti, catturati, uccisi o allontanati in strutture diversi orsi.
In data 12 ottobre 2024, ossia la settimana scorsa, l'interrogante si è recata in visita preannunciata al centro di recupero della fauna alpina del Casteller a Trento, dove attualmente sono rinchiusi due orsi. Ho verificato personalmente che il luogo non appare idoneo a garantire condizioni di vita compatibili con la loro natura di animali selvatici. Sono costretti in spazi ristretti (0,3 ettari), privati degli stimoli naturali, confinati in condizioni punitive penalizzanti per un periodo di tempo troppo lungo e ben lungi dall'avere una valenza riabilitativa.
Risultano depositati numerosi progetti di autorevoli associazioni ambientaliste per favorire e promuovere il rispetto e la convivenza con la fauna selvatica. Dal colloquio con la cittadinanza e con le associazioni di territorio emerge che attualmente è in corso una strage silenziosa, messa in atto con sistemi di bracconaggio strisciante e abbandono di esche avvelenate, che peraltro mietono vittime tra tutta la fauna indistintamente.
Chiedo se il Ministro in indirizzo, al fine di tutelare l'orso bruno quale bene appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato, intenda avviare iniziative, di concerto con i competenti enti, per la tutela e la salvaguardia della popolazione degli orsi bruni presenti nella provincia di Trento, con particolare riferimento alla creazione di corridoi faunistici per la distribuzione degli orsi nei territori limitrofi, per il ricongiungimento con altre popolazioni, piantumazione di alberi da frutto, fornitura di bidoni anti-orso immediata e interventi di educazione. Domando se intenda prevedere appositi fondi per finanziare ulteriori specifici progetti, anche sperimentali, di concerto con i competenti enti territoriali, che possano conciliare la conservazione della specie e garantire la sicurezza pubblica, compreso l'ampliamento delle aree destinate al contenimento riabilitativo della fauna selvatica presso il Casteller o in altre aree regionali: ciò dovrebbe avvenire realizzando aree di contenimento degli orsi confidenti allo scopo di rieducarli alla selvaticità per poi reinserirli in natura, evitando il trasferimento degli orsi in parchi zoo, all'estero o in Italia, che provocherebbero immani sofferenze psichiche e fisiche. Chiedo inoltre se il Ministro intenda attivare uno specifico tavolo tecnico per la trattazione delle problematiche riguardanti la popolazione plantigrada, coinvolgendo Regioni e Province autonome, enti competenti, associazioni ambientaliste e rappresentative delle categorie, al fine di garantire il rispetto degli spazi destinati alla fauna selvatica, attivandosi affinché siano disincentivati comportamenti umani che possono interferire con la vita selvatica degli orsi e mettere in pericolo l'incolumità delle persone.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Presidente, in merito ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti, che ringrazio, occorre ricordare che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ha promosso e condiviso, con tutte le Regioni e le Province autonome interessate, il Piano d'azione per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali, il cosiddetto Pacobace, che guida le azioni di conservazione della specie nel rispetto del vigente quadro normativo nazionale e unionale.
Lo scorso anno, nel contesto dei confronti tecnici sul tema promossi dal MASE, l'ISPRA ha prodotto uno specifico rapporto con l'obiettivo di definire strategie di intervento e per la prevenzione dei rischi per la sicurezza pubblica legati alla presenza degli orsi. Nel rapporto, l'ISPRA riferisce che spesso le condotte potenzialmente pericolose sono la conseguenza di comportamenti umani non adeguati alla presenza della specie nel territorio, per cui è prioritario agire su tali fattori, oltre che sugli individui potenzialmente pericolosi.
In ogni caso, le strategie di intervento devono tener conto di tutte le misure possibili, dai corridoi faunistici alla fornitura di bidoni anti-orso. Al tempo stesso, sono in corso presso ISPRA valutazioni tecniche sull'attuabilità dei programmi di sterilizzazione degli esemplari, da considerare come metodologia alternativa al mero abbattimento selettivo, che devono valutare attentamente le ricadute in chiave demografica sulla specie, nei limiti consentiti dalla legislazione vigente.
È alquanto inesatto, quindi, parlare di inerzia amministrativa dinanzi a tali azioni nazionali e alle attività regionali. Basti pensare a tutte le attività e ai finanziamenti messi in campo dalla Provincia autonoma di Trento dall'avvio del progetto Life Ursus, dai progetti di comunicazione alle attività di messa in sicurezza dei rifiuti organici con dispositivi anti-orso, alla costituzione di tavoli che vedono la partecipazione attiva di associazioni ambientaliste ed esperte in tale ambito.
Un'ultima specifica faccio sulla struttura di Casteller, citata dagli interroganti. Va rimarcato che essa mantiene la sua funzione di struttura di primo ricovero, temporalmente limitato. Anche sulla base di specifiche analisi condotte negli anni passati, la realizzazione delle aree di contenimento degli orsi confidenti non risulta percorribile, poiché non è possibile rieducarli alla selvaticità per il loro successivo reinserimento in natura, come peraltro confermato dalla letteratura scientifica.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Sironi, per due minuti.
SIRONI (M5S). Signor Ministro, non sono soddisfatta della sua risposta, in quanto non mi sembra che in questo modo venga tutelato il sentimento di pietà verso gli animali, garantito anche dal nostro codice penale. Se lei avesse visto il centro di Casteller - non so se vi si è mai recato - saprebbe che quegli animali sono veramente ridotti in condizioni di prigionia; tanto vale che vengano uccisi, come dicono in tanti, anche delle associazioni ambientaliste, piuttosto che fargli sopportare certe condizioni.
Vorrei focalizzarmi però su un particolare: la creazione dei corridoi faunistici non viene per il momento implementata. Nel codice della strada, che è attualmente in trattazione, ho chiesto con un emendamento che venissero previsti dei fondi per creare i corridoi faunistici. Quindi, mi appello a lei e al suo Ministero per agire nei confronti del resto del Governo affinché vengano stanziati i fondi per la creazione dei corridoi faunistici, che non dobbiamo immaginarci come dei ponti sopraelevati, tipo Stretto di Messina (dove ci sono 14 miliardi stanziati). Qui stiamo parlando semplicemente di pulire i cunicoli sotterranei attualmente esistenti. È un investimento di bassa caratura, che però risolverebbe un problema, perché, consentendo a quegli animali di spostarsi e di accedere a un territorio più vasto, si eliminerebbe quella situazione di insicurezza che fa sì che adesso siano attratti nei centri abitati. I bidoni della spazzatura a prova di orso sono programmati per il 2028. Non stiamo proponendo una soluzione immediata a una situazione che invece deve essere affrontata in via d'emergenza. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Fina ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01419 sui progetti del PNRR relativi alla missione 2 "rivoluzione verde e transizione ecologica", per tre minuti.
FINA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, signor Ministro, il suo compito dovrebbe essere anzitutto quello di difendere la sua funzione di Ministro dell'ambiente in un Governo contro la sostenibilità, che barcolla tra il negazionismo del caos climatico e il fare spallucce, rinviando o aggirando gli impegni. Lo ha detto qui due giorni fa la presidente Giorgia Meloni. Eppure, aumentano le patologie in un pianeta sempre più ostile per la specie umana e, invece, più comodo per zanzare e topi; aumentano gli eventi climatici estremi e agli alluvionati voi dite di farsi un'assicurazione, e cioè, di arrangiarsi, perché non stanziate risorse sufficienti. Lo stesso vale per l'agricoltura, colpita da siccità e da malattie generate proprio dagli squilibri climatici. I ristori, se va bene, sono pari al 4 per cento e migliaia di imprese chiudono. Insomma, non volete curare, non volete prevenire e vi affidate alla Divina Provvidenza o al "si salvi chi può".
Questa interrogazione, signor Ministro, lo dimostra. Vantate di essere in linea con lo stato di avanzamento del PNRR, ma omettete di dire che avete speso un quarto dei fondi disponibili (53 miliardi su quasi 200) e che più di un quarto di questi è proprio il superbonus in edilizia. Esso è per voi il male assoluto quando dovete giustificare i soldi che non ci sono per sanità e lavoro, ma diventa il bene assoluto quando vi serve a dire che siete in linea con il PNRR e che i dati sull'occupazione sono in crescita - e ci mancherebbe pure, con risorse che sono 10 volte il piano Marshall e che voi nemmeno volevate - omettendo di aggiungere che è proprio grazie all'edilizia che aumenta il lavoro povero.
La verità è che siete molto indietro, in particolare nel PNRR destinato proprio alla transizione ecologica e alle 6 misure relative, rispettivamente, allo sviluppo del biometano, al rafforzamento della smart grid, al potenziamento del parco autobus regionale, all'industria delle batterie, alla capacità produttiva delle rinnovabili, agli investimenti in infrastrutture idriche primarie e per le quali corrispondono circa 3,1 miliardi. Le spese effettivamente ammontano a 250 milioni, pari solamente, quindi, all'8 per cento delle risorse previste. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Collega, non dovremmo essere proprio così catastrofici. Anzitutto, rivolgo comunque un grazie agli onorevoli interroganti.
In relazione ai quesiti posti si rappresenta in via preliminare che, in base alle informazioni fornite dalla Struttura di missione PNRR della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, alla data attuale, ha rendicontato tutti gli obiettivi di propria competenza, nel pieno rispetto del cronoprogramma procedurale del PNRR, e ha assicurato un confronto costante con la Struttura di missione PNRR e la Commissione europea, assicurando al contempo l'aggiornamento del sistema ReGiS, dal quale non emergono criticità in ordine al raggiungimento di tutti gli obiettivi connessi alle singole misure di competenza.
È altresì opportuno rappresentare che la metodologia del calcolo indicata dall'interrogante non risulta coerente con quella adottata. Difatti, il quadro complessivo dell'avanzamento della spesa deve essere necessariamente letto attraverso la tipicità di un programma basato sulla performance, per il quale non è corretto effettuare raffronti lineari circa le spese sostenute, come se tutti gli investimenti dovessero avere la medesima modalità e tempistiche di attuazione.
È dunque inesatto considerare come base di calcolo per la determinazione della percentuale di avanzamento finanziario misure le cui milestone, consistenti nell'aggiudicazione dei progetti, sono ancora da conseguire nel rispetto della deadline prevista dal piano. A dimostrazione che il processo di liquidazione è entrato a pieno regime, si segnala che il numero di operazioni di trasferimento di risorse - effettuato nei primi nove mesi del 2024 - è stato oltre sei volte superiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Con riferimento ai profili attinenti all'avanzamento finanziario del Piano, le misure di competenza del MASE attivate, rispetto alla relativa dotazione assegnata, mostrano già uno stato di avanzamento ben superiore a quello evidenziato dall'interrogante, attestandosi al 59,38 per cento.
Per i dettagli sui singoli investimenti, collega, le lascio eventualmente la tabella che riguarda smart grid, biometano, impianti di gestione dei rifiuti, infrastrutture di ricarica: ciò proprio per la massima trasparenza.
Infine, in merito alla trasparenza, si segnala che, oltre ai dati scaricabili dal sito governativo «Italia Domani», sul sito istituzionale del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sono state definite da tempo delle sezioni specifiche, relative alle misure di competenza, e una specifica pagina è dedicata all'aggiornamento su base semestrale dello stato d'avanzamento di tutti gli investimenti del PNRR di competenza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Fina, per due minuti.
FINA (PD-IDP). Gentile Ministro, ma se non sono soddisfatti milioni di italiani e di italiane, possiamo essere soddisfatti noi? Qui parliamo non di astruse valutazioni di finanza pubblica, di metodi di calcolo o di vuote schermaglie ideologiche, ma di questioni concrete, della vita quotidiana di famiglie e imprese, di bollette, in un Paese nel quale il costo dell'energia è il più alto d'Europa (ad agosto abbiamo pagato 128 euro a megawattora contro i 91 della Spagna, gli 82 della Germania, i 54 della Francia).
Parliamo di povertà, e non solo della povertà di coloro che per colpa vostra non possono più accedere a misure di sostentamento minimo, non solo di chi lavora ed è povero, non solo di chi rinuncia alle cure, ma anche dei poveri energetici, di chi non ha soldi per scaldarsi in inverno e di chi non ha soldi per condizionare l'aria rovente in estate. Parliamo di marginalità, di chi vive in montagna, di chi vive in abitazioni energeticamente inefficienti. Parliamo di lavoro, di crisi dell'automotive, che è il principale settore industriale di questo Paese e che rischia di perdere migliaia di posti di lavoro. Parliamo del Paese reale, in particolare di quella parte del Paese che fa più fatica o che fa impresa, ma che non riesce a essere competitiva e chiude. Parliamo dell'Italia intera, insomma, danneggiata irreparabilmente dai vostri ritardi. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Russo ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01420 sulle politiche di gestione delle risorse idriche nell'ambito della prossima conferenza COP29, per tre minuti.
RUSSO (FdI). Signor Ministro, in un mondo sempre più colpito dai cambiamenti climatici, è imperativo adottare soluzioni concrete per evitare sprechi, ridurre il consumo e proteggere le fonti e le infrastrutture idriche al fine di garantire il futuro sostenibile per le generazioni future. Il Governo Meloni ha già mosso passi significativi attraverso il decreto siccità: un provvedimento volto a promuovere la realizzazione delle infrastrutture necessarie per garantire un approvigionamento idrico sicuro. Lo scorso aprile i Ministri del G7 su clima, energia e ambiente, guidato dalla Presidenza italiana, hanno assunto per la prima volta un impegno specifico riguardo alla gestione delle risorse idriche, riconoscendo l'importanza vitale dell'acqua non solo come risorsa naturale, ma anche come diritto fondamentale per ogni essere umano. In particolare, è stata istituita una coalizione del G7 per l'acqua, con il compito di affrontare la crisi idrica globale e portare il tema all'attenzione dell'agenda politica internazionale.
Pertanto, le chiediamo con questa interrogazione quali ulteriori iniziative intenda porre in essere al fine di promuovere politiche efficienti in materia di questione idrica, in vista della COP29 sui cambiamenti climatici, che si svolgerà in autunno in Azerbaijan, in particolare a Baku.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, che ringrazio, in occasione del G7 energia e ambiente presieduto dall'Italia, a Torino lo scorso aprile, sono state riconosciute l'importanza e la centralità dell'acqua nei processi globali di sviluppo sostenibile e poi riportate nell'ambito dei G7 dei leader.
Al fine di identificare obiettivi e strategie comuni, è stata promossa una coalizione del G7 per l'acqua, concepita secondo un modello di governance che consenta all'Italia di giocare un ruolo di regista nella promozione delle azioni internazionali sul tema, incluse quelle relative alla sensibilizzazione e all'educazione per l'uso razionale delle risorse idriche. Pertanto, il 30 settembre scorso ho inviato un messaggio ai Presidenti e segretari esecutivi delle tre COP (COP clima, COP biodiversità e COP desertificazione) richiedendo di porre una maggiore attenzione alla risorsa idrica all'interno dei loro programmi di lavoro: tutto ciò al fine di addivenire, anche mediante la cooperazione transfrontaliera, a soluzioni efficaci e inclusive per rafforzare le politiche idriche e promuovere la resilienza alle sfide globali, a partire dalla gestione integrata delle risorse.
L'intento è stimolare un confronto sulla gestione idrica a tutti i livelli, perché sia sostenibile, inclusiva ed adattiva, per bacini acquiferi sotterranei, in linea con la Conferenza di New York del 2023 e la recente strategia su acqua e servizi igienico-sanitari, adottata in occasione dell'ultimo Forum politico di alto livello.
Ricordo, inoltre, che, tra il 2 e il 13 dicembre prossimo, si terrà a Riyad la 16a sessione della Conferenza delle Parti nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione: essa rappresenterà un foro privilegiato nell'ambito della quale discutere sulle sfide contingenti contro la desertificazione e per la salvaguardia delle risorse idriche.
Segnalo, infine, che il Ministero, proprio in considerazione dell'importanza riservata al tema delle risorse idriche, intende farsi promotore del primo Forum euromediterraneo sull'acqua.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Russo, per due minuti.
RUSSO (FdI). Signor Ministro, ritengo che quanto da lei esposto sia apprezzabile e, quindi, mi dichiaro soddisfatto per la sua risposta, evidenziando come sia oggettivamente importante affrontare il tema della crisi idrica legata ai cambiamenti climatici in un contesto internazionale. È chiaro che, rispetto a una emergenza così importante e grande, un Paese non possa semplicemente muoversi da solo, ma è fondamentale poter costruire una strategia comune, ed è ancor più importante farlo in ambito mediterraneo, come annunciato dal Ministro. È altresì opportuno avere ben presente come l'emergenza idrica sia stata particolarmente avvertita proprio nei Paesi del Meridione e nelle isole.
Ritengo pertanto che una strategia che punti al riuso delle acque reflue, alla conservazione delle riserve idriche di origine piovana e a un'attenta cura del ciclo dell'acqua sia fondamentale; servono, inoltre, tecnologia e collaborazione internazionale. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
CAMUSSO (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAMUSSO (PD-IDP). Signora Presidente, credo in questi giorni, alla vigilia dell'udienza del riesame e alla nuova udienza del processo, sia giusto ricordarci di Maysoon Majidi, una ragazza curda iraniana di ventisette anni: fuggita dall'Iran per le minacce che stava subendo, oltre che per il fatto di essere di una minoranza che in Iran è particolarmente perseguitata, è arrivata a Crotone il 31 dicembre dell'anno scorso. Non le ha portato fortuna essere arrivata l'ultimo giorno dell'anno, perché all'inizio di quello successivo si trovava in carcere, accusata di essere la scafista.
La discussione è in corso nel processo, ma le notizie arrivate precedentemente ci dicono tutte che non ci sono prove della sua possibile colpevolezza, anche perché nel frattempo lo scafista è stato anche individuato ed è agli arresti nel nostro Paese. Tuttavia, nonostante l'assenza di evidenze, di testimonianze, di possibili ragioni per cui lei debba continuare a rimanere in carcere - è al secondo sciopero della fame e le sue condizioni di salute non sono certo ottimali - noi continuiamo a sapere che è lì.
Non è l'unica: un'altra ragazza iraniana è, attualmente, agli arresti domiciliari sempre in Calabria, anche lei accusata di essere scafista, quando invece era l'autrice di una denuncia nei confronti di altre persone presenti sulla barca, che sono quelli che, di fronte all'essere stati denunciati di molestie, l'accusano invece di essere la scafista.
Maysoon Majidi ha scritto al Presidente della Repubblica delle parole che vorrei riproporvi: ha scritto di essere venuta in Europa con la speranza di trovare una nuova casa e una nuova vita in una Nazione in cui diritti umani, libertà e dignità dell'individuo hanno valore. Prega di non essere lasciata sola, che la nostra azione può fare la differenza tra speranza e disperazione, tra libertà e prigionia. E si rivolge al Presidente della Repubblica e al popolo italiano con la speranza che la sua voce venga ascoltata e che la sua situazione venga risolta con giustizia e umanità.
Ho svolto questo intervento perché io penso che lei non vada lasciata sola e che, anche di fronte alle tante traversie che oggi segnano la geopolitica, non ci si può dimenticare di quelle ragazze e ragazzi iraniani che continuano a lottare per un futuro migliore. Non possiamo dimenticarci di persone che stanno lottando per un mondo libero: quello nel quale noi viviamo, ma che forse vorremmo anche per gli altri.
Per questo penso che Maysoon Majidi, come tutte le ragazze iraniane, ha bisogno che continuino ad esserci la nostra voce e la nostra attenzione e, in particolare, di riconquistare la propria libertà e farsi una nuova vita. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 29 ottobre 2024
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 29 ottobre, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 15,55).
Allegato A
INTERROGAZIONI
Interrogazione sulle forti oscillazioni dei costi di produzione del burro
(3-01340) (11 settembre 2024)
Alfieri, Franceschelli. - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste -
Premesso che:
le imprese nazionali che producono burro sono sottoposte, ormai da diversi mesi, a continue ed eccezionali variazioni dei costi di produzione, a causa di quotazioni drammaticamente volatili;
per comprendere le dimensioni del fenomeno, le rilevazioni delle quotazioni evidenziano che nel mese di gennaio 2021 il prezzo medio europeo del burro ammontava a circa 340 euro per 100 chilogrammi; dopo 18 mesi, il prezzo medio europeo è salito fino a toccare i 724 euro per 100 chili (con un aumento del 112 per cento), per poi precipitare fino ai 440 euro registrati a settembre 2023 (con un calo del 39 per cento) e nuovamente impennarsi, giungendo a fine agosto del corrente anno a quotazioni prossime ai 680 euro per 100 chili (con un aumento pari al 50 per cento);
le ragioni di queste eccezionali variazioni di prezzo dipendono solo in parte dalla disponibilità di materia prima e di prodotto, tanto che numerosi osservatori ritengono che con ogni probabilità si sia di fronte a fenomeni di tipo speculativo;
ad aggravare il problema concorre poi l'atteggiamento di molte catene della grande distribuzione organizzata che, pur con sistematico ritardo, riconoscono gli aumenti ai fornitori dei prodotti a marchio del distributore, rifiutando di allineare i listini proposti dalle imprese di marca ai costi di produzione;
tale situazione sta mettendo a dura prova la continuità operativa e la tenuta dei bilanci delle imprese produttrici, con conseguenze sulla regolarità delle forniture e dei pagamenti, sul loro rating bancario e sugli affidamenti,
si chiede di sapere se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative abbia adottato o intenda mettere in atto per contrastare fenomeni speculativi di tale portata su materie prime alimentari e per garantire la sopravvivenza delle imprese del settore, anche alla luce di quanto previsto dall'articolo 5, comma 1, lettera c), del decreto legislativo n. 198 del 2021.
Interrogazione con carattere d'urgenza sulla vicenda giudiziaria relativa all'uccisione del maresciallo dei Carabinieri Cerciello
(3-01267) (16 luglio 2024)
Gasparri. - Al Ministro della giustizia -
Premesso che:
la Corte di Appello di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per Natale Hjorth Gabriel Christian, uno dei due cittadini americani coinvolti nell'uccisione del maresciallo dei Carabinieri Cerciello, presso l'abitazione della nonna paterna, residente a Fiumicino (Fregene), in provincia di Roma;
nonostante la condanna a 11 anni, peraltro a giudizio dell'interrogante irrisoria, decisa in sede di appello e nonostante il fatto che l'imputato non abbia risarcito in alcun modo i familiari del maresciallo Cerciello, come ha eccepito l'ottimo avvocato Coppi, è stata disposta la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari;
come si legge nell'ordinanza della II Corte d'assise d'Appello di Roma, tra gli altri, è stato considerato "il periodo di custodia già sofferto a far data dal 27.7.2019 ad oggi, pari, pertanto a quasi metà della pena complessiva irrogata e non ancora definitiva e l'efficacia deterrente dispiegata da tale pre sofferta misura";
a parere dell'interrogante, la decisione della Corte d'Appello di Roma è sconcertante e vergognosa, offende coloro che indossano la divisa e servono la Patria con sacrificio, affrontando ogni giorno rischi elevati, mortifica l'Arma dei Carabinieri, offende la famiglia Cerciello e suscita l'indignazione dei cittadini onesti, considerato tra l'altro che la Corte si è espressa senza attendere neanche un risarcimento e pur rilevando le perduranti esigenze cautelari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di attivare i poteri ispettivi previsti dalla normativa per verificare la correttezza dell'operato degli uffici giudiziari.
Interrogazione sulla condizione del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia
(3-01274) (17 luglio 2024)
Martella, Camusso, Furlan, Bazoli, Zampa, Basso, Giacobbe, Sensi, Tajani, Nicita, Rojc, Franceschelli, Verducci, Zambito, Losacco, Manca, Irto, Verini, Rando, Malpezzi, Delrio. - Al Ministro della giustizia -
Premesso che:
nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2024 un uomo di 37 anni, originario di San Donà di Piave, è morto suicida, impiccandosi con un lenzuolo, nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia, dove era detenuto per reati connessi allo spaccio di stupefacenti;
si tratta del sesto suicidio nelle carceri venete dall'inizio dell'anno, il secondo registrato quest'anno presso il carcere veneziano e ben il 56° in Italia dall'inizio del 2024. Si tratta di un numero impressionante in sé e sconcertante se comparato con il numero dei suicidi in carcere avvenuti nell'intero 2023, pari a 69;
le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria, gli operatori e il garante per i detenuti da tempo segnalano le criticità legate al sovraffollamento e ai limiti strutturali che si sono accumulati nel tempo;
in particolare, il penitenziario veneziano con il 155 per cento di sovraffollamento è uno degli istituti che in Italia ha registrato il maggiore incremento di detenuti a discapito di spazi e sicurezza;
il presidio sanitario vive una situazione di sofferenza per il numero di psicologi e psichiatri ridotto rispetto alle necessità;
come di tutta evidenza tali numeri, cui bisogna aggiungere un oggettivo e cronico sottodimensionamento dell'organico della Polizia penitenziaria e dei funzionari giuridici e pedagogici, impediscono di realizzare progetti di formazione e attività lavorative;
considerato che:
le criticità che il mondo carcerario si trova a vivere sono legate non solo a ragioni di carattere strutturale ma anche, e in modo significativo, alla cronica condizione di sovraffollamento e si intrecciano in modo inquietante e preoccupante con la politica panpenalistica seguita dal Governo che ha finito con l'appesantire ulteriormente le strutture carcerarie, comportando un aumento esponenziale della popolazione carceraria, anche minorenne;
come anche evidenziato dalle drammatiche cronache quotidiane, la sofferenza del mondo carcerario ha raggiunto elevati livelli di allarme con aggressioni, proteste, atti di autolesionismo, incendi, devastazioni, sempre più frequenti in tutta Italia,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di affrontare le criticità relative alla casa circondariale di Santa Maria Maggiore di Venezia nonché al fine di prevenire tragedie come quella accaduta e situazioni di pericolo all'interno dell'istituto penitenziario nel pieno rispetto dello Stato di diritto e del principio costituzionale in materia di divieto di pene contrarie al senso di umanità.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sui criteri per l'erogazione del bonus aggiuntivo alle tredicesime
(3-01418) (16 ottobre 2024)
Unterberger, Spagnolli, Patton. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
l'articolo 2-bis, comma 1, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2024, n. 143, ha recentemente previsto l'erogazione, una tantum per l'anno 2024, di un'indennità di importo pari a 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti in possesso di determinati requisiti di reddito e familiari, da corrispondere insieme alla tredicesima mensilità (detto "bonus Natale");
il bonus è erogato sia alle famiglie di conviventi, sia alle famiglie monogenitoriali;
alle prime, se sono sposate, hanno un figlio e un coniuge a carico e un reddito che non supera i 28.000 euro;
ai coniugati sono equiparate soltanto le coppie di conviventi registrate come unioni civili;
quanto ai nuclei monoparentali, stando alla loro determinazione da parte dell'Agenzia delle entrate, questi sussistono qualora il figlio è stato affidato ad un solo genitore, oppure quando un genitore è deceduto o non ha riconosciuto il figlio;
in sostanza, il bonus va alle famiglie tradizionali di sposati dove un coniuge, nella maggior parte dei casi la donna, non ha un'occupazione, il che è in netto contrasto con le dichiarazioni del Governo e i bonus finalizzati ad incentivare l'occupazione femminile;
i criteri per la definizione delle famiglie monogenitoriali previsti dalla norma escludono la maggior parte dei genitori separati giudizialmente, in quanto l'affidamento esclusivo è una rara eccezione, e non considerano i casi di genitori che vivono separati, come invece dovrebbe essere, ma solo quelli in cui l'altro genitore è venuto a mancare o è rimasto sconosciuto;
tutto ciò nonostante le note difficoltà delle famiglie monogenitoriali, all'interno delle quali un solo reddito, spesso senza il contributo dell'altro genitore che non paga l'assegno di mantenimento, non è sufficiente a coprire le spese della vita quotidiana;
peraltro, a differenza della maggior parte dei Paesi europei, in Italia, se non con l'unica eccezione dell'Alto Adige/Südtirol, non esiste neanche l'istituto dell'anticipazione del contributo al mantenimento da parte dello Stato;
come noto, i contributi pubblici hanno anche la funzione di incentivare comportamenti ritenuti virtuosi;
l'impressione degli interroganti è invece che i criteri che determinano l'accesso al bonus siano formulati per restringere il più possibile la platea dei destinatari, disincentivando le donne a ricercare un'occupazione e gli uomini a riconoscere i propri figli, per poi eventualmente convivere con la madre e usufruire dei contributi che le vere famiglie monoparentali non ricevono,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo voglia indicare il numero effettivo dei destinatari del contributo statale, che non può essere quello di 1,1 milioni di lavoratori indicato nella relazione tecnica relativa alla misura, in quanto tiene conto del solo dato reddituale;
se voglia spiegare quale sia il ragionamento che sta alla base della determinazione dei criteri per l'accesso al bonus;
se tali criteri sono da considerarsi valevoli anche per le future elargizioni di contributi statali a lavoratori e famiglie.
Interrogazione sulle linee di politica fiscale espresse nel Piano strutturale di bilancio di medio termine
(3-01414) (16 ottobre 2024)
Fregolent, Enrico Borghi, Musolino, Paita, Renzi, Sbrollini, Scalfarotto. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
il 30 settembre 2024 è stato depositato il Piano strutturale di bilancio di medio termine - Italia 2025-2029 (PSB), all'interno del quale il Governo ha reso noto che "nella manovra di bilancio saranno dunque necessarie misure ulteriori in termini di minori spese o maggiori entrate", di fatto annunciando come i cittadini italiani, nella prossima manovra di bilancio, saranno costretti a subire un ulteriore aumento della pressione fiscale;
la previsione di alzare la pressione fiscale nei confronti dei cittadini, e in particolare dei lavoratori dipendenti, appare agli interroganti inaccettabile e ingiusta, tanto più grave laddove il Governo ignora del tutto la fondamentale tematica della difesa del potere d'acquisto delle famiglie e dei redditi del ceto medio, che, da solo, continua a farsi carico delle spese pubbliche per la quasi totalità, mentre il Governo continua a tutelare gli evasori introducendo un concordato preventivo che, di fatto, scarica sui lavoratori dipendenti e sulla collettività i costi dell'evasione;
sempre all'interno del PSB si apprende con sconcerto il prossimo "allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica": in merito al tema dell'accisa sul gasolio il Governo Meloni, con l'articolo 2, del decreto-legge 23 dicembre 2022, n. 176, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 gennaio 2023, n. 6, con cui è stato eliminato lo sconto sulle accise introdotto dal Governo Draghi, aveva già confermato la volontà di aumentare da subito le accise sui carburanti, ma le risultanze del PSB confermano una sconcertante violazione del programma elettorale del partito di maggioranza, nonché una palese violazione degli interessi economici dei cittadini e di quelli produttivi del Paese;
il PSB non contempla nemmeno l'ipotesi di differenziare tale aumento delle accise, comunque da scongiurare, sulla base dei comparti, dissimulando circa il fatto che l'aumento del costo del carburante per il settore dell'autotrasporto si tradurrà in un ulteriore aumento dei prezzi a detrimento delle famiglie, già martoriate da due anni di inflazione elevata e da un carrello della spesa sempre più costretto ad austerità;
l'aumento delle accise per il gasolio, infatti, secondo l'Unione energie per la mobilità (UNEM) impatterà su 26 milioni di famiglie per circa 2 miliardi di euro, confermando come l'aumento delle accise del gasolio, di fatto, si tradurrà in un costo gravoso e inaccettabile per le famiglie e gli autotrasportatori;
dalle dichiarazioni del Ministro in indirizzo, riportate sugli organi di stampa, si apprende come nelle sue intenzioni (al fine di risparmiare dai 3 ai 4 miliardi) vi sarà un taglio netto delle spese dei dicasteri, per scongiurare tagli ancor più draconiani: la razionalizzazione della spesa pubblica non può in alcun modo impattare sulle prestazioni sociali, né la rassicurazione che "non verranno tagliati i fondi alla sanità" offre garanzia di sorta circa il finanziamento del sistema di istruzione, della ricerca, della sicurezza, della cultura e del welfare in generale;
appare surreale che il PSB del Governo e le dichiarazioni del Ministro siano uniformate a criteri di austerità, tanto più se si considera che in questi anni sono stati reintrodotti stipendi (anche molto elevati e per soggetti pensionati) per il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024, n. 56) e degli uffici di diretta collaborazione di alcuni dicasteri (Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in particolare, si veda l'articolo 1, comma 36, della legge 30 dicembre 2023, n. 213);
il Ministro in indirizzo, inoltre, da come si apprende da fonti di stampa, ha dichiarato che i valori catastali saranno rivisti al rialzo, prevedendo nei fatti un aumento delle tasse (IMU) per chi ha usufruito dei bonus edilizi (non solo nella forma del "superbonus", come inizialmente annunciato): se così fosse, ci si troverebbe dinanzi a un'ulteriore "stangata" per le famiglie e per il ceto medio, nonché ad un vero e proprio tentativo di impoverire famiglie che altra colpa non hanno se non quella di aver beneficiato di detrazioni previste dalla normativa vigente, che al tempo non prospettava in alcun modo l'aumento dei costi indiretti per il mantenimento della casa;
in questo scenario drammatico per famiglie e professionisti già fortemente provati da due anni di inflazione il Governo ha inteso bene di aumentare la pressione fiscale dello 0,7 per cento, confermando come il taglio della spesa pubblica e l'aumento della pressione fiscale ("stelle polari" del Governo Monti, cui l'attuale maggioranza ha ispirato la propria opposizione negli anni) rappresentano priorità ineludibili per la maggioranza, al di là degli slogan elettorali e del vittimismo di stampa,
si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo intenda garantire i previsti impegni assunti in sede di Piano strutturale di bilancio di medio termine con le asserite assicurazioni di non aumentare in alcun modo la pressione fiscale.
Interrogazione sul contributo straordinario a carico degli istituti bancari nella prossima manovra di bilancio
(3-01421) (16 ottobre 2024)
Magni, De Cristofaro. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
da notizie di stampa sembrerebbe che dopo giorni di riferite forti turbolenze nella maggioranza, il Consiglio dei ministri abbia approvato il testo definitivo della prossima manovra finanziaria. Si tratterebbe, a detta della stampa, di una misura complessiva da 30 miliardi di euro;
il totale complessivo sarebbe frutto anche della decisione di operare tagli lineari alle dotazioni dei Ministeri del 5 per cento e del contributo dovuto dalle banche;
il contributo verrebbe chiesto alle banche italiane, nello specifico, che assisteranno nel 2024 a una crescita dei loro profitti tra i 5 e i 10 miliardi, a dispetto della vicenda dell'Eurotower, arrivando così a incassare qualcosa come 50 miliardi di euro;
proprio sul capitolo delle banche e del contributo previsto, quindi, nelle settimane scorse si era acceso un dibattito, molto interessante, a parere degli interroganti, in quanto finalmente, il Ministro in indirizzo, a fronte della grave situazione di crisi vissuta dal Paese, delle diseguaglianze crescenti, della necessità di preservare i servizi pubblici (la sanità e la scuola prima di tutto) da tagli che porrebbero a repentaglio i livelli essenziali di assistenza, ha paventato la necessità di una tassa per i profitti in eccedenza generati dalle aziende che hanno beneficiato di scenari complicati per la collettività, quale appunto il caso delle banche durante i rialzi dei tassi applicati dalla BCE;
l'aumento dei tassi d'interesse da parte della BCE spingerà infatti anche quest'anno i risultati del settore bancario, che vedrà aumentare i profitti lordi di 5,10 miliardi rispetto ai 40,6 miliardi del 2023, come emerge dal comunicato relativo al rapporto stilato dalla divisione Analisi e ricerche della FABI;
le notizie di stampa all'indomani del Consiglio dei ministri del 15 ottobre riportano che il contributo delle banche altro non sia se non un prestito, un anticipo di cassa, che quindi dovrà essere recuperato. Il contributo trattenuto con il rinvio delle deduzioni, infatti, verrà recuperato gradualmente dalle banche nell'arco del triennio successivo alle due annualità, dunque tra il 2027 e il 2029,
si chiede di sapere quale sia in dettaglio il meccanismo individuato dal Governo da applicare agli istituti bancari e se il Ministro in indirizzo ritenga di poterlo considerare un contributo sufficiente e adeguato alle pesanti situazioni di crisi vissute dal Paese e ai sacrifici che di certo verranno imposti dalla prossima legge di bilancio alle persone e alle famiglie, specie nelle fasce più fragili della popolazione.
Interrogazione sull'utilizzo del Fondo indennizzo risparmiatori
(3-01412) (15 ottobre 2024)
Gasparri, Zanettin, Damiani, De Rosa, Fazzone, Galliani, Lotito, Occhiuto, Paroli, Ronzulli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Trevisi. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
i commi da 493 a 507 dell'art. 1 della legge 30 dicembre 2018 n. 145 (legge di bilancio per il 2019), e successive modifiche e integrazioni, hanno istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze il Fondo indennizzo risparmiatori (FIR);
il citato fondo, gestito da CONSAP, aveva una dotazione iniziale di 1.575 milioni, che è stata utilizzata solo in parte;
dai dati finora messi a disposizione e pubblicati dal Ministero dell'economia e delle finanze, consta che al 31 dicembre 2023 il saldo tuttora inutilizzato ammonti a circa 250 milioni di euro;
i lavori della Commissione tecnica sono ormai cessati al 31 ottobre 2023, dopo aver vagliato oltre 144.000 domande;
con ordine del giorno n. G/899/1/6 (testo2), a prima firma del senatore Zanettin, approvato in Senato in sede di discussione del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga termini normativi e versamenti fiscali, il Governo si era impegnato a valutare l'opportunità di consentire ai risparmiatori, che hanno visto respinte in tutto o in parte le loro domande per ragioni procedurali, di adire l'Arbitro per le controversie finanziarie, al fine di valutare e definire eventuali contestazioni in ordine alle pretese non accolte,
si chiede di sapere:
a quanto ammonti ad oggi il saldo residuo del Fondo indennizzo risparmiatori;
se, e quando, il Governo intenda dare attuazione all'impegno assunto con il citato ordine del giorno in sede di discussione del decreto-legge 29 settembre 2023 n. 132.
Interrogazione sulla tutela dell'orso e le misure di convivenza con l'uomo
(3-01417) (16 ottobre 2024)
Sironi. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -
Premesso che:
il progetto "Life Ursus", promosso nel 1999 dal parco naturale Adamello Brenta insieme alla Provincia autonoma di Trento e ad ISPRA, si è concluso con successo nel 2004 anche grazie ad accordi operativi con le quattro province confinanti e con l'associazione dei cacciatori trentini;
purtroppo, se la risposta degli orsi ha realizzato gli auspici dell'incremento numerico del nucleo di orsi già presenti, altrettanto non si può dire di quella dell'uomo. Non risultano essere state implementate nel corso di questi decenni le misure previste dal progetto originario: a) la dotazione di bidoni della spazzatura anti orso per evitare che, attratti da cibo facile, si avvicinino all'abitato; b) la piantumazione di alberi da frutto nelle zone più interne per indurne la stabilizzazione lontano dall'abitato; c) la creazione di corridoi faunistici per consentire l'esplorazione del territorio e l'espansione per il ricongiungimento di tutte le popolazioni alpine; d) la campagna informativa ed educativa dei residenti, dei turisti e degli avventori;
la pluridecennale inerzia amministrativa ha fatto sì che gli orsi si avvicinassero ai centri abitati, attratti dall'odore dei resti di cibo nella spazzatura e che così divenissero confidenti con l'uomo, creando i presupposti per il verificarsi di situazioni di pericolo più che occasione di danneggiamenti. La cronaca e i mass media riportano gli episodi in cui alcuni orsi sono stati coinvolti in situazioni di confidenza e di contatto, anche violento, con esseri umani, dalle dinamiche tuttora da accertare nel dettaglio;
nel tempo sono stati trovati morti, catturati, uccisi o allontanati in strutture diversi orsi;
in data 12 ottobre 2024 l'interrogante si è recata in visita preannunciata al centro di recupero della fauna alpina di Casteller, dove attualmente sono rinchiusi i due orsi "JJ4" e "MJ4", e ha verificato personalmente che il luogo non appare idoneo a garantire condizioni di vita compatibili con la loro natura di animali selvatici: sono costretti in spazi troppo ristretti (0,3 ettari), privati degli stimoli naturali, confinati in condizioni punitive e penalizzanti per un periodo di tempo troppo lungo e ben lungi dall'avere una valenza riabilitativa;
risultano depositati numerosi progetti di autorevoli associazioni ambientaliste per favorire e promuovere il rispetto e la convivenza con la fauna selvatica che popola il territorio;
da colloqui con la cittadinanza e con le associazioni del territorio emerge che è attualmente in corso una strage silenziosa, messa in atto con sistemi di bracconaggio strisciante e abbandono di esche avvelenate, che peraltro mietono vittime tra tutta la fauna indistintamente,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, al fine di tutelare l'orso bruno quale bene indisponibile dello Stato, intenda avviare iniziative, di concerto con i competenti enti, per la tutela e la salvaguardia della popolazione degli orsi bruni presente nella provincia di Trento, con particolare riferimento alla creazione di corridoi faunistici per la distribuzione degli orsi nei territori limitrofi per il ricongiungimento con altre popolazioni di orsi, alla piantumazione di alberi da frutto nelle aree più interne, all'immediata fornitura di bidoni anti orso per la raccolta dei rifiuti organici, nonché agli interventi di educazione e di formazione dei cittadini per favorire la convivenza con gli orsi;
se intenda prevedere appositi fondi per finanziare ulteriori specifici progetti, anche sperimentali, di concerto con i competenti enti territoriali, che possano conciliare la conservazione della specie degli orsi bruni e garantire la sicurezza pubblica, ivi compreso l'ampliamento delle aree destinate al contenimento riabilitativo della fauna selvatica presso il centro di Casteller o in altre aree regionali, realizzando areali di contenimento degli orsi confidenti, allo scopo di rieducarli alla selvaticità per poi reinserirli in natura, evitando il trasferimento degli orsi in "parchi zoo" all'estero o in Italia che provocherebbero immani sofferenze psichiche e fisiche agli animali;
se intenda attivare uno specifico tavolo tecnico per la trattazione delle problematiche riguardanti la popolazione plantigrada, coinvolgendo Regioni e Province autonome interessate, enti competenti, associazioni ambientaliste e associazioni rappresentative delle categorie coinvolte, al fine di garantire il rispetto degli spazi destinati alla fauna selvatica, attivandosi affinché siano disincentivati i comportamenti umani che possono interferire con la vita selvatica degli orsi e mettere in pericolo l'incolumità delle persone (per esempio, la ricerca di selfie con l'orso, l'inseguimento degli orsi in auto, l'uso di droni in quota, il mancato rispetto delle aree dove sono presenti mamme orse con cuccioli, la collocazione di esche avvelenate e il bracconaggio).
Interrogazione sui progetti del PNRR relativi alla missione 2 "rivoluzione verde e transizione ecologica"
(3-01419) (16 ottobre 2024)
Fina, Boccia, Irto, Basso. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -
Premesso che:
la piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), entro il termine del 2026, rappresenta un obiettivo prioritario ed una sfida per il Paese, indispensabile per mantenere un adeguato il livello di crescita economica e un miglioramento delle condizioni sociali e territoriali, nonché per accrescere la credibilità e il prestigio internazionale dell'Italia;
come evidenziato da più osservatori, il PNRR registra gravi ritardi nell'attuazione degli interventi che mettono purtroppo a forte rischio il raggiungimento degli obiettivi entro il 2026. La fonte informativa primaria per valutare lo stato di avanzamento del PNRR è rappresentata dalla piattaforma "ReGiS", che tuttavia, come evidenziato anche dall'UPB, continua a presentare forti criticità per la presenza di informazioni tra loro non sempre coerenti e per i ritardi che ancora sussistono nella registrazione delle singole operazioni. Il perdurare della mancanza di un'informazione puntuale e precisa sullo stato di attuazione delle diverse missioni di cui è costituito il PNRR è oggetto di reiterate richieste di accesso agli atti (FOIA) all'ispettorato generale per il PNRR. La scelta di non pubblicare o di non aggiornare tempestivamente i dati sulla spesa effettiva dei progetti facilita l'azione del Governo nel non rendere evidenti le situazioni di criticità e i ritardi nell'attuazione del PNRR;
in base ai pochi dati disponibili della piattaforma ReGiS aggiornati al 2 ottobre 2024, emerge che finora l'Italia ha speso soltanto 53,5 miliardi di euro di risorse del PNRR. Questa cifra equivale al 27,5 per cento dei 194,4 miliardi di euro di valore complessivo del piano e quasi al 48 per cento dei circa 113 miliardi erogati finora dalla UE all'Italia. Poco più della metà delle risorse spese fa riferimento a misure già previste prima dell'approvazione del PNRR, il cui finanziamento è stato poi parzialmente incluso nel PNRR. Oltre 27 miliardi di euro, infatti, sono stati spesi per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici (13,9 miliardi) e per vari crediti d'imposta (13,4 miliardi), tra cui quelli per l'ammodernamento tecnologico delle aziende;
per il 2024 il cronoprogramma del PNRR prevede una spesa di circa 44 miliardi di euro. Tra il 1° gennaio e il 2 ottobre 2024 i soldi effettivamente spesi sono stati soltanto 8,9 miliardi di euro, pari a circa il 20 per cento sul totale di spesa annua. Nel giro di tre mesi l'Italia dovrà, pertanto, spendere circa 35 miliardi di euro per rispettare gli impegni di spesa previsti per il 2024. Gli sforzi per i prossimi due anni dovranno essere ancora più significativi dal momento che nel 2025 la spesa programmata è pari a quasi 56 miliardi di euro e nel 2026 a circa 48,6 miliardi;
per l'Italia, come segnalato anche dalla Corte dei conti UE, nel 2026 andranno finalizzati il 62 per cento degli investimenti previsti. Negli ultimi 8 mesi di attuazione del PNRR, da gennaio ad agosto del 2026, saranno poi il 28 per cento le misure da realizzare (target e milestone), legate al 19 per cento dei fondi da ricevere, con un divario dato sostanzialmente da una concentrazione delle riforme nella parte iniziale del piano;
i ritardi segnalati coinvolgono tutte le missioni del PNRR, ma quelli più significativi, secondo i suddetti dati ReGiS, riguardano la missione 2 ("rivoluzione verde e transizione ecologica"), la missione 5 ("inclusione e coesione") e la missione 1 ("digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo"). La rivoluzione verde e transizione ecologica ricoprono un ruolo importante nel PNRR italiano. A seguito della revisione del PNRR il totale delle risorse relative alla missione 2, rivoluzione verde e transizione ecologica, sono state ridotte di oltre 4 miliardi di euro, attestandosi a 55,53 miliardi di euro, ripartiti in 8,12 miliardi di euro per la missione M2C1, economia circolare e agricoltura sostenibile, in 21,97 miliardi di euro per la missione M2C2, transizione energetica e mobilità sostenibile, in 15,57 miliardi di euro per la missione M2C3, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici e in 9,87 miliardi per la missione M2C4, tutela del territorio e della risorsa idrica. Fatta eccezione per la missione M2C3 relativa all'efficientamento energetico e di cui sono presenti il maggior numero di progetti in esecuzione, riconducibili nella quasi totalità a quelli relativi agli interventi di efficienza energetica degli edifici (M2C3I2.1, rafforzamento dell'ecobonus per l'efficienza energetica), le altre componenti della missione, secondo quanto riportato dall'UPB, registrano forti e preoccupanti ritardi;
sulla base dei dati disponibili, nel secondo semestre 2024, ed entro il 31 dicembre, su complessivi 69 "miles & target" da conseguire ben 20 riguardano la missione 2. Secondo i dati dell'UPB, per la missione 2 la spesa effettiva nel 2024 è di 1.04 miliardi rispetto ai 9.81 previsti, pari quindi al 10.6 per cento della spesa programmata. Nel 2024, sempre riguardo alla missione 2, le sei misure relative, rispettivamente, allo sviluppo del biometano, al rafforzamento della smart grid, al potenziamento del parco autobus regionale, all'industria delle batterie, alla capacità produttiva delle rinnovabili, agli investimenti in infrastrutture idriche primarie e per le quali corrispondono risorse per circa 3,1 miliardi, hanno registrato spese per circa 250 milioni, pari solamente quindi all'8 per cento delle risorse previste. Nello specifico, la spesa effettiva della misura relativa al rafforzamento della smart grid, per la quale le risorse complessive ammontano a 3,61 miliardi di euro, ad oggi si attesta a 125.9 milioni di euro, pari quindi al 3,49 per cento del totale delle risorse. La spesa relativa allo sviluppo del biometano, per la quale le risorse complessive messe a disposizione dal piano ammontano a 1.9 miliardi di euro, è oggi pari a 0 euro. La spesa effettiva relativa alla realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, per i quali sono previsti 1,50 miliardi di euro, si attesta a 45,6 milioni di euro, pari quindi al 3 per cento del totale. La spesa relativa alla installazione di 7500 infrastrutture di ricarica elettrica per la quale sono stanziati più di 740 milioni di euro è ferma al palo in attesa dell'aggiudicazione degli appalti;
considerata, pertanto, la necessità e l'urgenza di un'azione di trasparenza e di informazione veritiera sullo stato di attuazione del PNRR e valutato che la sua mancata attuazione rischia di aggravare ulteriormente le problematiche quotidiane di cittadini ed imprese in termini di servizi pubblici, disponibilità di risorse idriche e assetto del territorio a fronte dei cambiamenti climatici e di abbattimento dei costi dell'energia,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato attuale relativo all'attuazione di ciascuna delle misure ricomprese nell'ambito della missione 2 e se il Ministro in indirizzo intenda dettagliare i ritardi cumulati per ciascuna misura della missione 2 rispetto agli obiettivi da conseguire, suddivisi anche per ambiti territoriali;
quali iniziative abbia assunto o intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di recuperare i ritardi che si stanno cumulando nell'attuazione degli interventi di competenza e quali misure abbia predisposto o intenda predisporre al fine di garantire l'effettiva attuazione di tutti gli interventi relativi alla missione 2 entro il termine del 2026 e per migliorare le condizioni di cittadini ed imprese sul fronte dei servizi pubblici, delle risorse idriche disponibili, dell'assetto dei territori a fronte dei cambiamenti climatici e di riduzione dei costi dell'energia che per l'Italia sono attualmente i più alti d'Europa;
se non ritenga necessario, per quanto di competenza, contribuire a restituire maggiore trasparenza e fruibilità dei dati relativi all'attuazione della missione 2 del PNRR, stante l'opacità delle informazioni presenti sulla piattaforma ReGiS, e se a tal fine intenda predisporre sul sito internet del dicastero una pagina dedicata all'aggiornamento preciso e puntuale sullo stato di avanzamento e attuazione dei singoli progetti del PNRR relativi alla missione 2.
Interrogazione sulle politiche di gestione delle risorse idriche nell'ambito della prossima conferenza COP29
(3-01420) (16 ottobre 2024)
Russo, Malan, Sigismondi, De Priamo, Farolfi, Petrucci, Rosa, Tubetti. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -
Premesso che:
lo scorso mese di aprile 2024 si è svolta a Torino, presso la reggia di Venaria, la riunione dei Ministri del G7 su clima, energia e ambiente, guidata dalla presidenza italiana, cui hanno partecipato rappresentanti dell'Unione europea, delegati di sei Stati come l'Algeria, Brasile, Azerbaigian, Emirati arabi, Kenya, Mauritania, assieme a nove organizzazioni internazionali, tra cui la Banca africana di sviluppo e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico;
il vertice è stato l'occasione per individuare le azioni da intraprendere contro la crisi climatica, energetica e ambientale in atto;
tra i tanti temi in discussione, l'attenzione è stata posta anche sull'emergenza idrica; in particolare, i Ministri del gruppo dei 7, per la prima volta, hanno assunto un impegno specifico riguardo alla gestione delle risorse idriche riconoscendo l'importanza vitale dell'acqua non solo come risorsa naturale, ma anche come diritto fondamentale per ogni essere umano;
come si evince dal documento finale della riunione è stata istituita la "coalizione del G7 per l'acqua" con il compito di affrontare la crisi idrica globale e portare il tema all'attenzione dell'agenda politica internazionale;
considerato che prossimamente si terrà a Baku, in Azerbaigian, l'appuntamento con l'edizione n. 29 della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2024 (COP29) per dare vita a un quadro completo su tutti gli impegni definiti per la costruzione di una sostenibilità globale e, soprattutto, per disporre di tutte le informazioni disponibili sulla situazione del pianeta,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda porre in essere al fine di promuovere politiche efficienti in materia di gestione idrica in vista della COP29 sui cambiamenti climatici che si svolgerà in autunno in Azerbaigian.
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bizzotto, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, Garavaglia, La Pietra, Monti, Morelli, Musolino, Ostellari, Rauti, Rubbia, Sbrollini, Segre e Sisto.
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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Centinaio, per attività di rappresentanza del Senato (fino alle ore 13); Malpezzi, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Scurria e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Bilotti, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; La Marca, per partecipare a un incontro internazionale.
Insindacabilità, presentazione di relazioni su richieste di deliberazione
In data 16 ottobre 2024, a nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, la senatrice Lopreiato ha presentato la relazione sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale pendente dinanzi il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti del senatore Carlo Calenda (Doc. IV-ter, n. 9-A).
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatori Bizzotto Mara, Bergesio Giorgio Maria, Borghi Claudio, Cantu' Maria Cristina, Dreosto Marco, Murelli Elena, Paganella Andrea, Pirovano Daisy, Potenti Manfredi, Pucciarelli Stefania, Spelgatti Nicoletta, Stefani Erika
Misure urgenti per accelerare le procedure amministrative al verificarsi di calamità naturali (1268)
(presentato in data 17/10/2024);
senatrice Versace Giusy
Istituzione del 4 ottobre quale giornata di Festa Nazionale in onore di San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia (1269)
(presentato in data 16/10/2024);
senatore Bergesio Giorgio Maria
Disciplina delle attività di noleggio delle attrezzature di lavoro e dei mezzi d'opera (1270)
(presentato in data 17/10/2024).
senatore Cantalamessa Gianluca
Disposizioni in materia di criteri per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi (1271)
(presentato in data 17/10/2024).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 17/10/2024 la 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per i disegni di legge:
- sen. Bucalo Carmela ed altri "Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia" (915);
(presentato in data 19/10/2023) "Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie" (916)
(presentato in data 17/10/2023);
- sen. Marti Roberto ed altri "Modifica alla legge 2 agosto 1999, n. 264, in materia di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia e delega al Governo per l'organizzazione delle attività formative universitarie della facoltà medesima" (942)
(presentato in data 20/11/2023);
- sen. Fazzone Claudio ed altri "Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie" (980)
(presentato in data 11/01/2024);
- sen. Zambito Ylenia ed altri "Delega al Governo in materia di accesso ai corsi universitari di area sanitaria" (1002)
(presentato in data 30/01/2024).
Governo, trasmissione di atti e documenti
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 15 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, gli estratti del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 ottobre 2024, recante l'esercizio di poteri speciali, approvato con prescrizioni, in ordine alla notifica della società Iliad Italia S.p.a. - Piano annuale 2024 relativo al programma di acquisti di beni e servizi per la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di reti e servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologica 5G.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 574).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 17 ottobre 2024, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, che è stata autorizzata, in relazione a un intervento da realizzare tramite un contributo assegnato per l'anno 2020 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, una variazione senza oneri aggiuntivi in ordine al progetto "Alta tecnologia per combattere la nutrizione, intervento di rafforzamento della gestione delle risorse nutrizionali a livello comunitario post emergenza SARS-CoV-2 - Loul Sessène - Senegal" proposto da NutriAid International Onlus.
La predetta comunicazione è trasmessa alla 3a, alla 5a e alla 9a Commissione permanente.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 10 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 ottobre 2024, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione all'operazione notificata dalle società Oep Heron BidCo S.r.l., Stellantis N.V. e Comau S.p.a. - Acquisizione da parte di OEP Heron BidCo S.r.l., dell'intero capitale sociale di Comau S.p.a., attualmente detenuto da Stellantis N.V., la quale, a sua volta, acquisirà il 49,9% di OEP Heron BidCo S.r.l., mentre il restante 50,1% sarà detenuto da OEP Heron MidCo S.r.l. (già Lina S.r.l.), società indirettamente controllata dal fondo statunitense di private equity One Equity Partners.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 575).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dall'Unità Centrale di notifica del Ministero delle imprese e del made in Italy, concernente la notifica 2024/0560/IT - C00A, in ordine al provvedimento recante "Schema di disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, rubricato «Modifiche al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206» e riguardante l'introduzione nel Codice del Consumo dell'art. 15-bis (Misure contrasto alle prassi commerciali di riporzionamento dei prodotti preconfezionati)".
La predetta comunicazione è deferita alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 576).
Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 17 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 30-ter, comma 9, del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, la relazione sull'attività di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo e dei pagamenti dilazionati o differiti, con specifico riferimento al furto di identità, riferita all'anno 2023.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente (Doc. LXXXII, n. 2).
Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 10 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 26, comma 5, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, la relazione concernente i risultati ottenuti in materia di razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni, riferita all'anno 2023.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 5a e alla 6a Commissione permanente (Doc. CLXV, n. 2).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 ottobre 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 7-bis, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito dalla legge 29 luglio 2024, n. 106, la comunicazione concernente la nomina del dottor Francesco Verbaro a Commissario straordinario dell'INDIRE (n. 64).
Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 7a Commissione permanente.
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
- Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2023/1115 per quanto riguarda le disposizioni relative alla data di applicazione (COM(2024) 452 definitivo/2), alla 9a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente;
- Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio recante modifica della decisione di esecuzione (UE) 2018/593 che autorizza la Repubblica italiana a introdurre una misura speciale di deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2024) 447 definitivo), alla 6a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente.
Governo, trasmissione di sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea. Deferimento
Il Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso, in data 9 ottobre 2024, le seguenti sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, relative a cause in cui la Repubblica italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, chesono inviate, ai sensi dell'articolo 144-ter del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni:
Sentenza della Corte (Ottava sezione) del 26 settembre 2024, cause riunite C-403/23 e C-404/23, Luxone Srl, Sofein Spa contro Consip Spa nei confronti di Elba Compagnia di Assicurazioni e Riassicurazioni Spa, Sofein Spa, Iren Smart Solutions Spa, Consorzio Stabile Energie Locali Scarl, City Green Light Srl, Enel Sole Srl, Luxone Srl. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato. Direttiva 2004/18/CE - Articolo 47, paragrafo 3 - Articolo 48, paragrafo 4 - Esclusione di un offerente dalla procedura di aggiudicazione - Esclusione dalla possibilità di ridurre l'originaria composizione di un raggruppamento temporaneo di imprese che ha presentato un'offerta - Incompatibilità - Periodo di validità di un'offerta - Assenza di decadenza dell'offerta giunta a scadenza - Obbligo giurisprudenziale di ritirare espressamente tale offerta - Perdita della cauzione provvisoria che correda detta offerta - Applicazione automatica di tale misura - Articolo 2 - Princìpi relativi all'aggiudicazione degli appalti pubblici - Principio di proporzionalità - Principio della parità di trattamento - Obbligo di trasparenza - Violazione. - alla 2a, alla 4a, alla 8a, e alla 9a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 43);
Sentenza della Corte (Prima sezione) del 19 settembre 2024, causa C-273/23, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Ministero dello Sviluppo economico contro Telecom Italia Spa, Vodafone Italia Spa nei confronti di Fastweb Spa, Wind Tre Spa e Telecom Italia Spa contro Vodafone Italia Spa , Fastweb Spa, nei confronti di Ministero dello Sviluppo economico, Tiscali Italia Spa, BT Italia Spa, Telecom Italia Sparkle Spa, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Wind Tre Spa e Telecom Italia Spa contro Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nei confronti di Fastweb Spa, Vodafone Italia Spa, Tiscali Italia Spa, BT Italia Spa, Wind Tre Spa e Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, contro Telecom Italia Spa, Tiscali Italia Spa, BT Italia Spa, Vodafone Italia Spa nei confronti di Wind Tre Spa, Fastweb Spa. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato. Reti e servizi di comunicazione elettronica - Servizio universale e diritti degli utenti - Direttiva 97/33/CE - Articolo 5 - Direttiva 2002/22/CE - Articolo 13 - Finanziamento degli obblighi di servizio universale - Nozione di onere "iniquo" o "ingiustificato" - Definizione degli organismi che partecipano al meccanismo di finanziamento del costo netto di tali obblighi - Normativa nazionale che prevede la partecipazione degli operatori di telefonia mobile a tale meccanismo - Criteri - Grado di sostituibilità tra i servizi di telefonia fissa e i servizi di telefonia mobile - alla 1a, alla 2a, alla 4a, alla 8a, e alla 9a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 44);
Sentenza della Corte (Prima sezione) del 12 settembre 2024, causa 548/22, M.M. contro Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero della giustizia, Ministero dell'economia e delle finanze. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Giudice di Pace di Fondi. Accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato - Clausole 4 e 5 - Principio di non discriminazione - Parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro - Magistrati onorari e magistrati ordinari - Misure volte a sanzionare il ricorso abusivo ai contratti a tempo determinato - Lavoro a tempo determinato - Procedura di stabilizzazione delle funzioni - Rinuncia ex lege ad ogni pretesa per il periodo precedente alla stabilizzazione delle funzioni - Risarcimento dei danni derivanti dalla mancanza di un adeguato recepimento del diritto all'Unione - alla 2a, alla 4a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 45);
Sentenza della Corte (Sesta sezione) del 19 settembre 2024, causa C-439/23, KV contro Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale Civile di Padova. Politica sociale - Direttiva 1999/70/CE - Accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato - Clausola 4 - Principio di non discriminazione - Assunzione in qualità di lavoratore a tempo indeterminato di un lavoratore impiegato a tempo determinato - Calcolo dell'anzianità di servizio - Mancata presa in considerazione dei periodi di attività lavorativa svolti nell'ambito di contratti di lavoro a tempo determinato stipulati in data antecedente alla scadenza del termine di recepimento della direttiva 1999/70 - Applicazione immediata agli effetti futuri di una situazione sorta in vigenza della legge precedente - alla 2a, alla 4a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XIX, n. 46).
Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento
Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata il 15 ottobre 2024, ha inviato il testo di 6 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata dal 16 al 19 settembre 2024, trasmessi, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia:
risoluzione sul progetto di regolamento della Commissione che modifica gli allegati II, III e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di benomil, carbendazim e tiofanato-metile in o su determinati prodotti, alla 4a, alla 9a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XII, n. 538);
risoluzione sul progetto di regolamento della Commissione che modifica gli allegati II e III del regolamento (CE) n. 396 2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di ciproconazolo e spirodiclofen in o su determinati prodotti, alla 4a, alla 9a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XII, n. 539);
risoluzione sulla grave situazione dei prigionieri politici in Bielorussia, alla 3a Commissione permanente (Doc. XII, n. 540);
risoluzione sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America, che stabilisce procedure di sicurezza per il lancio dei satelliti Galileo ea partire dal territorio degli Stati Uniti, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 541);
risoluzione sul proseguimento del sostegno finanziario e militare all'Ucraina da parte degli Stati membri dell'UE, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 542);
risoluzione sulle devastanti inondazioni nell'Europa centrale e orientale, la perdita di vite umane e la preparazione dell'UE a intervenire in caso di disastri di questo tipo aggravati dal cambiamento climatico, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 543).
Interrogazioni
BERGESIO, CENTINAIO, BIZZOTTO, CANTALAMESSA - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. - Premesso che:
sembra che le trattative tra la UE e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), in corso da oltre 20 anni e confluite in un accordo politico del 2019 e in uno commerciale e di libero scambio nel 2020, stiano riprendendo vigore, destando forti preoccupazioni per l'agricoltura italiana;
l'accordo mira ad aumentare gli scambi commerciali UE-Mercosur, due aree che insieme rappresentano un quarto del prodotto interno lordo mondiale; a beneficiare dell'accordo saranno i settori automobilistico, chimico e farmaceutico, in cambio di un'ampia apertura alle esportazioni dall'area Mercosur di prodotti come riso, carni di pollame e carni bovine;
nel negoziato è tutelato meno del 10 per cento dei prodotti made in Italy; l'accordo, attualmente, ammette un periodo transitorio di utilizzo di termini evocativi soltanto per alcune denominazioni riconosciute, mentre per le restanti si potrebbe registrare un aumento del fenomeno dell'Italian sounding;
appare evidente il drammatico squilibro che si verrebbe a creare per la filiera agroalimentare europea, che verrebbe fortemente esposta alla concorrenza di Paesi i cui standard produttivi sono assolutamente lontani da quelli europei e mancano del rispetto delle regole in materia di ambiente, lavoro e sicurezza alimentare;
nell'area Mercosur vigono inoltre regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull'uso di pesticidi e antibiotici per la crescita negli allevamenti, pratica quest'ultima proibita in Europa. Il solo Brasile negli ultimi 20 anni ha quadruplicato l'uso di pesticidi;
secondo quanto si apprende dalla stampa, in questi anni il Brasile ha attuato una massiccia azione di disboscamento; con l'entrata in vigore dell'accordo potrebbero andare persi 1,3 milioni di ettari di foreste, mettendo a rischio uno degli ecosistemi più importanti al mondo;
in questo contesto si verrebbe dunque a creare un ingiustificato vantaggio competitivo per i Paesi del Mercosur, anche alla luce dell'impatto che simili accordi di libero scambio potrebbero avere sull'efficacia delle politiche europee del "green deal", che fissano regole molto stringenti nei confronti degli Stati membri chiamati ad applicarle;
diversi Paesi, come Irlanda, Polonia, Ungheria e Francia, già in passato hanno manifestato la loro contrarietà alla stesura dell'accordo tra UE e Mercosur,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo voglia promuovere un'intesa con i Paesi europei che hanno manifestato contrarietà all'accordo raggiunto con il Mercosur, al fine di portare avanti una posizione condivisa per una sua sostanziale modifica, finalizzata a salvaguardare gli interessi del settore, a partire da agricoltori e allevatori;
come intenda tutelare la filiera agroalimentare italiana e i prodotti made in Italy e se non ritenga indispensabile l'applicazione nell'ambito degli accordi di libero scambio del principio di reciprocità.
(3-01423)
RANDO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
il 1° febbraio 2021 e, successivamente, il 28 dicembre dello stesso anno, la Provincia di Modena, il Comune di Modena, la Regione Emilia-Romagna ed ANAS si sono riuniti per un confronto relativo allo stato di attuazione del contratto di programma stipulato tra ANAS, Regione e Provincia;
con lettera del 16 febbraio 2023, la Provincia di Modena, insieme ai sindaci del territorio, ha avanzato, a motivo delle criticità sulle strade statali del territorio provinciale, la richiesta di inserire nel contratto di programma di ANAS del successivo quinquennio alcuni interventi essenziali su alcuni tratti viari, ed in particolare: nella tangenziale del centro abitato di Montale nel comune di Castelnuovo Rangone; sulla tangenziale a San Prospero con la conseguente ridefinizione della regolazione del traffico presso Sorbara nel comune di Bomporto; per realizzare la variante al centro abitato di Pavullo nel Frignano; per procedere al completamento della tangenziale di Mirandola; sulla variante al centro abitato di Lama Mocogno;
la richiesta deriva dalla necessità di mantenere alta l'attenzione sugli aspetti che attengono alla manutenzione e all'adeguamento delle strade statali 9 e 12, che ancora oggi risultano inadeguate nei tratti di attraversamento dei centri abitati indicati, anche considerato l'alto numero di veicoli che li percorrono;
l'accordo tra Regione e ANAS prevedeva una serie di investimenti su strade di competenza statale, in particolare per la provincia di Modena con la variante di Montale-Rangone per un importo di 88,2 milioni di euro;
gli interventi previsti dal contratto di programma e le integrazioni successive ad oggi non sono stati realizzati;
l'ex sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, ha recentemente ricordato sulla stampa locale l'importanza di una serie di interventi e opere sulla rete viaria: sistemare e adeguare la strada statale 568, come anche richiesto dalle sindache di Camposanto e Ravarino; attivare un tavolo per la strada statale 9, ovvero la via Emilia, in particolare per studiare e definire i collegamenti Modena-Castelfranco e per superare la "pressione" del traffico e le difficoltà della zona Ponte Sant'Ambrogio (realizzazione di una rotatoria funzionale all'ingresso a Modena); attivare uno studio di fattibilità per la semplificazione del nodo di interconnessione tra la stessa statale 9 e gli svincoli della tangenziale di Modena (uscita 16); affrontare le questioni relative alla variante di Sorbara e, sempre a Sorbara, alla nuova rotatoria all'intersezione con il ramo in direzione Carpi della strada provinciale 1, alla rotatoria all'intersezione con la provinciale 3 e al necessario riassetto della viabilità che connette Modena città e Reggio Emilia;
con l'atto n. 65 del 13 giugno 2024, il presidente della Provincia di Modena ha proceduto all'approvazione dell'accordo integrativo alla convenzione regolante le attività di progettazione e realizzazione delle opere per la riqualificazione dell'intersezione della strada statale 12 "dell'Abetone e del Brennero" con la strada provinciale 22 "di Coscogno" in prossimità del chilometro 142+600 in località sant'Antonio nel comune di Pavullo nel Frignano,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda adottare al fine di garantire l'attuazione, da parte di ANAS, degli interventi contenuti nell'accordo di programma sottoscritto da ANAS e Regione Emilia-Romagna, anche tenendo conto delle richieste di integrazione che arrivano dal territorio modenese per gli interventi di manutenzione e adeguamento delle strade statali 9, 12 e 568, nonché per la riqualificazione dell'intersezione della strada statale 12 "dell'Abetone e del Brennero" con la strada provinciale "di Coscogno".
(3-01425)
MISIANI, FURLAN, PARRINI, RANDO, ROJC, VALENTE, TAJANI, CAMUSSO, MARTELLA, IRTO, FRANCESCHELLI, DELRIO, VERDUCCI, ROSSOMANDO, GIACOBBE, MANCA, LORENZIN, GIORGIS, D'ELIA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il piano "Italia a 1 Giga" è il primo dei piani di intervento pubblico della strategia italiana per la banda ultralarga (verso la gigabit society), in attuazione del PNRR, e prevede uno stanziamento di circa 3,8 miliardi di euro. Il piano "Italia a 1 Giga" ha l'obiettivo di promuovere, attraverso l'intervento pubblico, investimenti in reti a banda ultralarga che garantiscano la velocità di trasmissione di almeno un gigabit al secondo sull'intero territorio nazionale al 2026, collegando i civici delle unità immobiliari nei quali non è presente, né lo sarà entro i prossimi 5 anni, alcuna rete idonea a fornire velocità di almeno 300 megabit al secondo in download nell'ora di picco del traffico;
secondo Infratel, il piano di cablatura nelle aree grigie, appaltato quasi in parti uguali alle società Fibercop e Open Fiber, va avanti molto a rilento. Solo il 29 per cento dei numeri civici sono stati passati con la fibra e il rischio di non traguardare l'obiettivo previsto entro giugno 2026, data stabilita per accedere ai fondi messi a disposizione dal PNRR, è sempre più concreto;
a causa di un vizio originario del bando di Infratel, che ha fornito una mappatura sbagliata dei numeri civici dove portare la fibra, Open Fiber ha dovuto procedere con una revisione del piano che sostituisce l'obbligo di copertura di circa 96.000 numeri civici sparsi nelle zone più isolate con altrettanti numeri civici che sono invece adiacenti (tra 50 e 300 metri) a quelli già mappati e più facili da raggiungere;
tale piano di sostituzione è stato sottoposto ad una nuova consultazione pubblica volta ad accertare la presenza di eventuali attori interessati ai numeri civici non mappati nel primo bando;
in una nota ufficiale a Infratel, AGCM e AGCOM, Open Fiber ha chiesto di vigilare perché Fibercop non vada ad attuare "comportamenti opportunistici già registrati nelle passate consultazioni indette per la mappatura degli investimenti nelle aree bianche" e alla luce anche della "oggettiva difficoltà per Fibercop di garantire il rispetto del termine finale dell'esecuzione degli investimenti fissato al 30 giugno 2026";
nella nota di Open Fiber, pubblicata in data 28 settembre 2024, viene riportato che "il gap realizzativo a livello nazionale è concentrato per circa il 50% nelle aree nere e grigie commerciali dichiarate nel piano Fibercop, nuovi impegni ad investire nei civici di prossimità dei lotti aggiudicati a Open Fiber nelle aree grigie nel rispetto del termine finale dell'esecuzione dell'opera del 30 giugno 2026 sarebbe da considerare solo come un atto di concorrenza sleale anche perché non coerente con il piano complessivo dell'azienda";
Fibercop, mettendo in campo una manovra di disturbo, ha dichiarato la propria disponibilità alla copertura di 40.000 numeri civici, rendendo più difficile a Open Fiber la realizzazione del suo piano e conseguentemente la possibilità di chiudere il nuovo finanziamento con le banche da 1,1 miliardi di euro per fine novembre;
considerato che:
FiberCop è una società per azioni controllata da un gruppo di investitori guidato dal fondo americano Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), che ne detiene il 37,8 per cento ed è il più grande operatore wholesale in Italia, dove possiede oltre 24 milioni di chilometri di fibra ottica e una copertura a banda ultralarga (FTTx) che supera il 95 per cento delle linee attive;
in Fibercop sembra prevalere l'interesse di KKR a concludere una fusione con Open Fiber a valori minimi o anche non attuarla entro i prossimi 30 mesi a partire da luglio 2024, ma solo successivamente al fine di non corrispondere il previsto earn out da 2,8 miliardi di euro da corrispondere a TIM;
il Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene il 16 per cento delle quote di Fibercop, ha un importante interesse economico dalla parte di Open Fiber, dove controlla il 60 per cento attraverso la Cassa depositi e prestiti, che detiene il 10 per cento di TIM e che, in caso di fusione tra Fibercop e Open Fiber, potrebbe incassare il premio aggiuntivo;
da come riportato in diversi articoli di stampa, il Ministero avrebbe inviato una lettera al fondo KKR, perché non consultato su una serie di argomenti;
tenuto conto che:
in un'intervista del 15 ottobre 2024, il sottosegretario all'innovazione, Alessio Butti, ha confermato che a settembre gli operatori hanno complessivamente raggiunto il traguardo di un milione di civici collegati e che "il governo è pronto a testare con Starlink un servizio per coprire in banda ultralarga le aree remote per ovviare ai forti ritardi nell'attuazione del progetto legato al Pnrr";
la velocità media delle connessioni internet di Starlink è poco sopra i 100 Mbps, paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (VDSL). I servizi in abbonamento "a bassa priorità" offrono agli utenti connessioni a bassa velocità che oscillano tra 50 e 100 Mbps, con cali di prestazione nelle ore di punta. Per i servizi di connessione in abbonamento "standard" il livello delle prestazioni sale ma con costi mensili superiori. Per le massime prestazioni, in particolare per le esigenze aziendali, occorre poi l'acquisto di costosi "kit". Le prestazioni attuali di Starlink sono destinate a degradare per ragioni tecniche e l'azienda promette di sostituire continuamente i satelliti che raggiungono l'end-of-life e di espandere la costellazione ad oltre 30.000 satelliti. Con una vita media di circa 5 anni per satellite, la sostenibilità economica a lungo termine di questa tecnologia rimane incerta;
la soglia di connessione individuata dal piano Italia a 1 Giga è necessaria per sviluppare reti "future proof", ossia prontamente aggiornabili e in grado di soddisfare nel tempo il crescente fabbisogno di connettività per la fruizione di servizi sempre più avanzati, tra cui video streaming lineare 4K/8K, realtà virtuale e aumentata, collaborazione immersiva, smart working e formazione a distanza,cloud computing, domotica avanzata, telemedicina e altro. Delegare ulteriormente la copertura internet di alcune aree del Paese a un'azienda straniera, controllata in maggioranza da un singolo individuo, rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia stato informato per tempo da parte dei vertici di Fibercop della manifesta disponibilità a fornire soltanto la cablatura di 40.000 civici sui 96.000 proposti da Open Fiber nell'ambito della consultazione pubblica e se intenda attivarsi affinché siano fortemente accelerati i tempi di cablatura dei civici sul territorio nazionale e siano evitate tutte le situazioni che rischiano di compromettere la diffusione della banda ultralarga su tutto il territorio nazionale;
se non si ritenga necessario rendere noto lo stato di avanzamento del piano Italia a 1 Giga e se si siano attentamene ponderati i rischi relativi alla scelta di investire risorse del PNRR sulla proposta di Starlink, sul conseguente mancato completamento della rete a banda ultralarga su tutto il territorio italiano e sull'assetto del mercato interno e la tenuta delle imprese del settore;
se sia stato considerato le ricadute su cittadini ed imprese in caso di mancato raggiungimento dello sviluppo delle reti future proof in grado di soddisfare, su tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima per la fruizione di servizi di sempre più avanzati e quali misure siano state adottate o si intenda adottare, al fine di garantire l'impegno e assicurare l'adeguatezza degli investimenti sull'infrastruttura di rete su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree interne del Paese, nonché per salvaguardare l'accesso alla rete e favorire la concorrenza e la riduzione dei costi per gli utenti.
(3-01427)
MANCA, GIORGIS, FRANCESCHELLI, NICITA, VERDUCCI, ZAMBITO, ROJC, FURLAN, TAJANI, MALPEZZI, CAMUSSO, DELRIO, VALENTE, RANDO, PARRINI, IRTO, FINA, MARTELLA - Ai Ministri per la protezione civile e le politiche del mare e dell'interno. - Premesso che:
da notizie di stampa si apprende che migliaia di documenti in possesso del commissario straordinario relativi alla vicenda dell'alluvione in Emilia-Romagna sarebbero stati trasmessi dal commissario straordinario generale Figliuolo e da un suo collaboratore alla privata cittadina, Elena Ugolini, candidata alle elezioni a presidente della Regione Emilia-Romagna. Insieme alla documentazione le è stata altresì fornita la possibilità di accedere a molti documenti della Regione;
Elena Ugolini, in pubbliche riunioni, si sarebbe resa disponibile a sua volta a mettere a disposizione la suddetta documentazione a qualsiasi cittadino interessato;
tali fatti sarebbero confermati da un incontro tenutosi nella cittadina di Faenza, in data 12 ottobre 2024, alla presenza di non ben precisati rappresentanti degli alluvionati dell'Emilia-Romagna, di cittadini e della stampa locale. In tale circostanza, la candidata Ugolini, come riportato da un verbale reso pubblico, avrebbe aperto la riunione affermando pubblicamente che "il Generale Figliuolo e il Tenente Colonnello Martella le hanno mandato migliaia di documenti, così come è riuscita ad avere accesso a tanti documenti anche della Regione, per cui è disponibile a metterli a disposizione in caso di richiesta";
non appare chiaro allo stato attuale quale sia la natura dei documenti che Figliuolo e Martella avrebbero messo a disposizione della privata cittadina Ugolini, e da questa ai comitati e ai cittadini richiedenti, e se riguardino anche atti delle amministrazioni pubbliche centrali, degli enti locali e della Regione per i quali vige una specifica procedura d'accesso,
si chiede di sapere:
se il Governo intenda tempestivamente verificare i fatti esposti e appurare se il commissario straordinario Figliuolo e il tenente colonnello Martella abbiano trasmesso alla privata cittadina Elena Ugolini documenti e atti riguardanti l'alluvione del 2023 in Emilia-Romagna e per quali finalità abbiano posto in essere tale iniziativa;
qualora i fatti corrispondano al vero, se intenda rendere note le tipologie di atti e documenti messi a disposizione di privati cittadini e se riguardino anche atti delle amministrazioni pubbliche centrali, degli enti locali e della Regione, per i quali vige una specifica procedura d'accesso agli atti;
quali misure intenda adottare al fine di evitare che si verifichino nuovamente fatti simili a quelli descritti.
(3-01428)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
CROATTI, PIRRO, NAVE, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle imprese e del made in Italy. - Premesso che:
in data 7 ottobre 2024, è stata comunicata la decisione da parte della Regal Rexnord Tollok di Masi Torello (Ferrara) di chiudere lo stabilimento e trasferire la produzione in India e in Cina, con il conseguente licenziamento di 77 dipendenti. Questo annuncio è giunto inaspettato per i lavoratori e le lavoratrici, che si sono trovati di fronte a una situazione di grande precarietà senza alcun preavviso;
i rappresentanti sindacali di FIOM CGIL, CISL e UIL hanno espresso forte preoccupazione per la mancanza di comunicazioni e trasparenza da parte dell'azienda, sottolineando che fino a quel momento non erano emerse indicazioni riguardo a tali decisioni;
inoltre, i sindacati hanno richiamato l'attenzione sull'esistenza del patto per il lavoro in Emilia-Romagna, il quale prevede che, prima di giungere ai licenziamenti, debbano essere esplorati tutti gli ammortizzatori sociali disponibili,
si chiede di sapere:
quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare per sostenere i lavoratori e le lavoratrici coinvolti e garantire il rispetto delle normative vigenti in materia di ammortizzatori sociali;
se intendano avviare un tavolo di confronto con l'azienda per esplorare alternative alla chiusura dello stabilimento e al trasferimento della produzione all'estero;
quali iniziative siano previste per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e per promuovere politiche industriali che favoriscano la permanenza delle attività produttive nel nostro Paese.
(3-01424)
MARCHESCHI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
da quanto emerso da un'inchiesta giornalistica pubblicata in data 25 settembre 2024 dal settimanale "Panorama", nel Comune di Firenze si sarebbe verificato un grave episodio riguardante un potenziale conflitto di interessi da parte del sindaco, che lederebbe i principi di trasparenza, imparzialità e correttezza nell'amministrazione pubblica;
nello specifico, il sindaco di Firenze, in data 30 luglio 2024, avrebbe partecipato alla discussione e alla votazione in Consiglio comunale di una delibera di adozione della variante al piano operativo, che ha previsto l'inserimento nel nuovo strumento urbanistico della norma che vieta nuove locazioni turistiche brevi nel centro storico (nella sola area UNESCO), confermando, e quindi consentendo, la locazione soltanto per coloro che abbiano già ottenuto il codice identificativo nazionale (CIN). La delibera avrebbe implicazioni dirette sugli interessi dei familiari del sindaco, in particolare della madre, proprietari di immobili adibiti anche ad affitti brevi;
è ragionevole ritenere che questo comportamento, come ribadito durante il dibattito in Consiglio comunale, determini un palese conflitto d'interessi, in piena violazione dei principi di trasparenza e imparzialità che dovrebbero caratterizzare l'operato di ogni amministratore pubblico. Tale delibera, di fatto, favorisce i soli proprietari che siano in possesso del codice identificativo alla data della sua adozione, con conseguente aumento del valore dei loro immobili rispetto a quelli degli altri proprietari che, a seguito della delibera, non possono più accedere al sistema delle locazioni turistiche brevi;
l'articolo 78 del testo unico degli enti locali stabilisce che gli amministratori pubblici devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado e tale obbligo si configura anche per un potenziale conflitto, in quanto la violazione dell'obbligo di astensione si configura come un vizio di legittimità con conseguente annullabilità del provvedimento amministrativo emesso;
la delibera approvata potrebbe quindi essere impugnata per illegittimità e determinare responsabilità civili, amministrative o penali, in base alla gravità del conflitto e al danno arrecato;
anche nel caso di solo potenziale conflitto, dove sussistano interessi personali o familiari che non si concretizzano in un vantaggio diretto, come nel caso di specie, il sindaco avrebbe dovuto dichiararlo e astenersi dal prendere parte alla discussione e alla successiva votazione dell'atto, lasciando la gestione del procedimento amministrativo agli altri membri del Consiglio o delegando un assessore;
la giurisprudenza in più occasioni ha ribadito tali obblighi per gli amministratori, anche con riferimento alla discussione e al voto di varianti urbanistiche, tanto che sono state annullate quelle delibere approvate con il voto di un consigliere in conflitto di interessi, nonostante il provvedimento potesse essere di interesse pubblico,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda verificare i fatti esposti e attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di ristabilire tempestivamente la legalità amministrativa nel Comune di Firenze.
(3-01426)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
BORGHI Enrico, SBROLLINI, FREGOLENT - Ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
organi di stampa riferiscono di un'inchiesta condotta dalla Procura di Torino sulle prestazioni intramoenia all'interno della "Città della salute", la più grande azienda ospedaliera del Piemonte: l'indagine avrebbe già portato alla notifica di 25 avvisi di garanzia a dirigenti e membri dell'amministrazione dell'ospedale;
sotto l'attenzione della Procura ci sarebbe il rapporto tra la libera professione "intramoenia" e i tempi lunghi delle liste d'attesa: secondo la Procura di Torino, infatti, i dati sulle visite a pagamento nel centro sanitario sarebbero stati falsati, al fine di celare la relazione tra i ritardi e tempi lunghi nell'erogazione delle prestazioni sanitarie pubbliche e le attività professionali private svolte dal personale sanitario in regime di intramoenia;
la libera professione intramuraria si riferisce alle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici dell'ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa;
secondo la Procura di Torino i dati sarebbero stati falsificati per celare lo svolgimento di maggiori volumi di attività in libera professione e il suo nesso con la mancata riduzione delle liste d'attesa, dovuta alla generale preferenza dei sanitari per tale regime maggiormente remunerativo;
dagli accertamenti del Ministero dell'economia e delle finanze svolti dal 2014 al 2020, inoltre, si apprende come i vertici dell'azienda avrebbero attestato il falso dichiarando che era stata fatta la "ricognizione degli spazi disponibili per l'esercizio dell'ALPI (libera professione intramoenia) e la non disponibilità di spazi idonei e sufficienti", a fronte del fatto che, come scrive la Procura, non è emersa "alcuna documentazione comprovante l'effettiva ricognizione";
alla luce dell'inchiesta della Procura di Torino, di fatto, appare urgente, secondo gli interroganti, che il Ministro della salute proceda a svolgere un'ispezione all'interno della Città della salute, al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari o penali dei dirigenti e membri dell'amministrazione dell'ospedale;
appare doveroso e necessario, inoltre, che i Ministri in indirizzo compiano una verifica attenta e puntuale sulle attività di libera professione intramoenia svolte nelle strutture sanitarie pubbliche di tutto il territorio nazionale, affinché si appuri con certezza che tali prestazioni rispettino la normativa vigente e non si traducano in un fattore negativo sull'ormai conclamata lunghezza delle liste d'attesa,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell'indagine della Procura di Torino sulle presunte irregolarità delle prestazioni intramoenia all'interno della Città della salute e se intendano svolgere un'ispezione all'interno del centro sanitario, al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari o penali dei dirigenti e membri dell'amministrazione dell'ospedale;
quali iniziative intendano adottare affinché venga svolta una verifica attenta e puntuale sulle attività di libera professione intramoenia svolte su tutto il territorio nazionale, al fine di appurare con certezza che tali prestazioni rispettino la normativa vigente e non si traducano in un fattore negativo sull'ormai conclamata lunghezza delle liste d'attesa.
(4-01521)
BORGHI Enrico, SBROLLINI, FREGOLENT - Al Ministro della salute. - Premesso che:
il 4 ottobre 2024, la Giunta regionale del Piemonte ha deliberato la ristrutturazione totale, con abbattimento e nuove ricostruzioni, degli ospedali di Domodossola e Verbania, ossia il "San Biagio" e il "Castelli": il documento programmatico per la ristrutturazione dei siti ospedalieri è stato successivamente inviato al Ministero della salute per l'acquisizione del parere del nucleo di valutazione e verifica degli investimenti, per cui si prevede una spesa di circa 200 milioni e dagli 8 ai 10 anni per la completa ristrutturazione;
la delibera regionale si pone in totale antitesi e difformità rispetto alle segnalazioni e alle richieste avanzate a più riprese dagli ordini dei medici, i quali sottolineano da tempo come il sistema sanitario della zona di Verbania e Domodossola sia totalmente al collasso, anche a causa della difficile gestione di due strutture sanitarie distaccate: secondo l'ordine dei medici, infatti, sarebbe opportuna la costruzione di un singolo plesso ospedaliero, e non la ristrutturazione delle due attuali strutture, al fine di rendere il servizio sanitario pubblico della zona maggiormente baricentrico e funzionale;
inoltre, il permanere in un territorio come il Verbano-Cusio-Ossola di due dipartimenti di emergenza urgenza e accettazione (DEA), perdipiù dopo la ristrutturazione, è totalmente contrario alla normativa vigente, sebbene inspiegabilmente, senza che vi sia stata alcuna modifica normativa, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sostenga che dopo il periodo pandemico sia possibile il permanere di due DEA in un territorio di soli 154.000 abitanti;
la situazione della sanità pubblica della provincia Verbano-Cusio-Ossola, inoltre, versa in una situazione di assoluta gravità a causa della mancanza di personale, soprattutto di infermieri e specialisti, divenuta ormai cronica, alla quale si sopperisce ricorrendo a gettonisti e consulenti pagati a caro prezzo: diversi dipendenti del personale sanitario, infatti, hanno lasciato gli ospedali a causa delle pessime condizioni lavorative, causate in particolar modo dal disagio di dover lavorare in un ospedale plurisede, come più volte hanno denunciato;
la decisione di ristrutturare i due ospedali, oltre che contrario alla normativa vigente, è secondo gli interroganti del tutto errata e controproducente rispetto alle esigenze più volte sottolineate dall'ordine dei medici, i quali sottolineano come la costruzione di un singolo plesso ospedaliero consentirebbe di migliorare le condizioni lavorative del personale, anche al fine di fermare le incessanti dimissioni, e renderebbe i servizi sanitari della zona più organizzati, maggiormente funzionali e più vicini alle esigenze dei cittadini;
è inammissibile che il servizio sanitario nazionale della provincia Verbano-Cusio-Ossola sia indebolito da scelte meramente politiche che vanno contro le esigenze del territorio e in totale discordanza rispetto alle richieste avanzate del personale medico assegnato, in considerazione dell'attuale situazione di fragilità in cui versa il sistema sanitario della provincia,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, alla luce della normativa vigente e dei richiami avanzati dagli ordini dei medici, ritenga corretta la decisione di ristrutturare gli ospedali di Domodossola e Verbania;
se intenda dare parere positivo al documento programmatico per la ristrutturazione e se non intenda chiarire quale sia la ratio dietro la decisione di ristrutturare gli ospedali rispetto alla costruzione di un singolo plesso ospedaliero.
(4-01522)
DE CRISTOFARO, MAGNI - Ai Ministri per lo sport e i giovani e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
la UISP (Unione italiana sport per tutti) è un'associazione di promozione sportiva riconosciuta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed un ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, presente sull'intero territorio italiano;
com'è noto, in Italia, sono 15 le associazioni di promozione sportiva riconosciute dal CONI, cioè, nell'organizzazione sportiva italiana, associazioni che hanno come scopo statutario la promozione e l'organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ludiche, ricreative e formative. In particolare, si occupano dell'organizzazione di attività sportive a carattere amatoriale, anche se spesso di tipo agonistico, di formazione e di avviamento alla pratica sportiva, corsi per tecnici ed arbitri, di diffusione della pratica sportiva attraverso eventi e pubblicazioni. A tali enti si affiliano solitamente le associazioni sportive dilettantistiche e società sportive dilettantistiche presenti su tutto il territorio nazionale nei vari sport;
tutti gli enti sportivi accreditati dal CONI andranno a congresso nelle prossime settimane, congressi prodromici a quello del CONI;
in quanto tale, la UISP accede a un'ingente porzione degli stanziamenti pubblici in favore dello sport: nel dettaglio il valore complessivo delle risorse ripartite da "Sport e salute" per il 2024 è di 315,7 milioni di euro, superiore del 6,7 per cento rispetto allo scorso anno. I fondi assegnati alle associazioni di promozione sportiva sono ben 18,1 milioni (più 25 per cento rispetto allo scorso anno);
la UISP è inoltre iscritta al registro unico nazionale del terzo settore, il registro telematico istituito presso il Ministero del lavoro e soggetta al controllo del dicastero;
la UISP è presente su tutto il territorio nazionale attraverso gli organismi territoriali, eletti democraticamente secondo le regole statutarie;
in particolare, il regolamento nazionale stabilisce che "possono essere riconosciuti come comitati territoriali le articolazioni con un numero minimo di associati/associate pari a 2.000 e un numero minimo di soci collettivi affiliati pari a 25";
da notizie di stampa si apprende che negli ultimi mesi la direzione nazionale della UISP avrebbe disposto numerosi commissariamenti nel territorio, azzerando tutte le cariche elettive e nominando commissari "reggenti" di fiducia della direzione nazionale, incaricati della direzione e della gestione territoriale;
nello specifico, dopo i primi commissariamenti dello scorso anno di Milano e del regionale Lombardia, a marzo 2024 un dirigente marchigiano, tuttora pure subcommissario di Milano e Lombardia, avrebbe ottenuto l'ulteriore incarico di commissario di Bergamo;
da ultimo, la medesima sorte sarebbe toccata a Mantova, dove i legittimi organismi dirigenti, eletti il 29 luglio 2024, il 9 settembre seguente sono stati revocati dagli incarichi e al loro posto è stato nominato un commissario proveniente da Torino;
il dato più preoccupante è che i commissariamenti avvengono senza che vi siano elementi di criticità nelle gestioni ordinarie, né dal punto di vista fiscale o contabile, né dal punto di vista della regolarità dei processi decisionali o elettivi e nello specifico tutti insieme, proprio a ridosso dei prossimi congressi territoriali, regionali e nazionale per la rielezione dei rappresentanti;
i commissari scelti, inoltre, sarebbero del tutto estranei al contesto territoriale del quale hanno assunto la direzione, ma risulterebbero selezionati unicamente sulla base dello stretto legame fiduciario con l'attuale dirigenza della UISP; per contro non risulta agli interroganti che i commissariamenti abbiano interessato gli organismi territoriali in default, con una non chiara applicazione di statuto e regolamento;
considerato che, come detto, la UISP accede a ingentissime risorse pubbliche, e che appaiono agli interroganti numerose le criticità connesse ai procedimenti di commissariamento avvenuti in particolare in Lombardia,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, non ritengano opportuno avviare una verifica circa il rispetto e il permanere dei criteri di democraticità e rappresentatività degli organi dirigenti della UISP nel territorio e circa la regolarità dei procedimenti di commissariamento citati.
(4-01523)
CUCCHI, DE CRISTOFARO - Ai Ministri dell'interno e della difesa. - Premesso che:
da organi di stampa si apprende che Carlo Lattanzio, quarantaduenne pugliese che si trovava in Trentino-Alto Adige per lavoro, è morto a seguito di un intervento dei Carabinieri a Colle Isarco (Bolzano);
l'uomo si trovava in un albergo di Colle Isarco, alloggio messo a disposizione dall'azienda per cui lavorava. Pare che la notte tra l'8 e il 9 luglio 2024 l'uomo, che risulta fosse tossicodipendente, si sia sentito male, e in preda ai deliri abbia provato a chiamare il fratello fino alle ore 1.45 del mattino e non ricevendo risposta abbia contattato il padre;
sembrerebbe che Lattanzio abbia riferito al padre di sentire delle voci fuori dalla sua stanza che lo spaventavano, a quel punto il padre avrebbe consigliato al figlio di chiamare un'ambulanza e non avrebbe più ricevuto sue notizie fino alle ore 3.30 del mattino quando Lattanzio con un messaggio vocale avrebbe chiesto aiuto al padre. Alle 5 del mattino il padre avrebbe infine scoperto che il figlio era morto;
sempre da notizie di stampa si apprende che, in quelle ore concitate, Lattanzio abbia chiamato i Carabinieri e che, in preda ai deliri, sia stato aggressivo nei loro confronti, che quindi i Carabinieri abbiano usato il taser in dotazione contro di lui. Pare che dopo una prima scarica Lattanzio si sia alzato e quindi abbia ricevuto una seconda scarica;
nell'intervista rilasciata al "Corriere dell'Alto Adige" il fratello della vittima dice che "tra l'orario di morte indicato sulla bara all'obitorio e quello nel verbale ci sono due ore di differenza" e che sul corpo c'erano i segni dei dardi del taser tra l'ombelico e il capezzolo sinistro, molto vicino al cuore;
considerato che:
il modello di taser dato in dotazione alle forze di pubblica sicurezza italiane è in grado di lanciare due cariche e di emettere archi elettrici visibili anche senza sparare; gli agenti che li portano devono mostrarli prima di utilizzarli e sono tenuti a contattare i soccorsi sanitari dopo l'immobilizzazione di un soggetto tramite taser;
nel vademecum in dotazione alle forze dell'ordine si raccomanda di limitare il numero e la durata delle esposizioni allo stretto necessario;
viene inoltre suggerito di evitare di toccare intenzionalmente il volto, la zona genitale e la zona cardiaca del torace, per minimizzare i rischi di lesioni e di effetti cardiaci indesiderati;
l'arma è stata inserita dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura e nel 2018 secondo Amnesty international sarebbe stata responsabile di centinaia di morti nei soli Stati Uniti d'America,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della vicenda e come intendano intervenire per accertarsi che tutti gli agenti ricevano l'opportuna formazione sulle modalità di utilizzo del taser onde scongiurare nuovi casi come quello descritto;
se non ritengano opportuno intervenire per sospendere la dotazione di questo mezzo di immobilizzazione fra le armi d'ordinanza fornite alle forze dell'ordine, in considerazione dei possibili effetti collaterali dell'uso sulle persone.
(4-01524)
IANNONE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
le istituzioni locali della provincia di Salerno sono interessate da un "terremoto" politico e giudiziario;
un'indagine condotta dalla Guardia di finanza anima da giorni le cronache locali e nazionali, le quali hanno riportato l'adozione, da parte della Procura di Salerno, di una serie di provvedimenti nei confronti di politici, burocrati ed imprenditori;
le gravi ipotesi di reato, concretizzatesi in avvisi di garanzia e misure cautelari che giungono fino alla custodia in carcere, sembrano far emergere un fosco scenario di corruzione derivante da un fitto intreccio di interessi politici ed imprenditoriali che ruotano intorno ad appalti pubblici;
in particolare Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio-Paestum, è stato arrestato e condotto presso il carcere di Salerno;
è dagli anni '90 che non si verificava, in provincia di Salerno, l'arresto di un vertice delle istituzioni locali ed evidentemente tale misura si è resa necessaria per evitare il pericolo di fuga, la reiterazione del reato o l'inquinamento delle prove,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti;
se risulti che nel carcere di Salerno lavorino guardie penitenziarie che ricoprono anche la carica di consiglieri comunali e, ove ciò fosse confermato, se i medesimi appartengano allo stesso partito di Alfieri;
se, inoltre, sia a conoscenza di quali iniziative siano state intraprese dalla direzione carceraria del penitenziario di Salerno per evitare contatti che potrebbero aver compromesso il regolare svolgimento delle indagini.
(4-01525)
DE PRIAMO - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. - Premesso che:
sul litorale laziale, tra Roma e Ostia, sorge la riserva naturale statale del litorale romano, un'area naturale protetta che si estende per oltre 16.000 ettari, comprendendo un ampio territorio di interesse storico-naturalistico, tra cui la pineta di Castel Fusano e la tenuta presidenziale di Castelporziano;
la riserva è stata istituita con decreto del Ministero dell'ambiente 29 marzo 1996, ed in virtù di apposita convenzione la gestione è stata affidata congiuntamente al municipio X di Roma ed al Comune di Fiumicino per le aree di rispettiva competenza;
tra il 2018 e il 2024 circa 525 ettari della riserva, ricadenti in particolare nel perimetro della tenuta del Presidente della Repubblica di Castelporziano, sono stati oggetto di disboscamento a causa degli effetti nocivi derivanti dalla diffusione della Toumeyella parvicornis Cockerell, nota come cocciniglia tartaruga;
l'esistenza di tali insetti, già nota dal 2015, è stata trascurata dagli enti incaricati della gestione della riserva, che non hanno applicato le necessarie misure conservative per proteggere il polmone verde della tenuta presidenziale, ed il disboscamento dei pini rappresenta l'evidente fallimento delle politiche di contrasto alla cocciniglia tartaruga, messe in campo con troppo ritardo;
si assiste alla lenta e inesorabile scomparsa della pineta monumentale che costituisce la tenuta di Castelporziano, rappresentando ciò non solo un danno ambientale, ma soprattutto una grave sconfitta per la collettività,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano: svolgere verifiche ed accertamenti circa l'adozione delle misure di contrasto e quelle necessarie per il contenimento degli effetti nocivi che hanno determinato il disboscamento della tenuta, nonché verificare se siano stati concessi finanziamenti e come siano stati utilizzati dagli enti gestori della riserva naturale per l'adozione delle misure capaci di paralizzare i danni ambientali derivanti dalla diffusione della cocciniglia tartaruga; avviare iniziative al fine di impedire che fatti simili possano ripetersi in futuro nel medesimo contesto e per garantire la protezione di un'area di così alto valore naturalistico, incentivando la realizzazione di interventi che riportino la zona alle condizioni originarie.
(4-01526)
RUSSO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
con delibera n. 186 del 23 settembre 2024, la Giunta del Comune siciliano di Partinico (Palermo) ha formulato specifico atto d'indirizzo finalizzato a dare avvio al procedimento amministrativo per il conferimento dell'incarico legale, "al fine di attivare le opportune azioni giudiziarie a tutela dell'immagine dell'Ente ed inibire condotte pregiudizievoli nei suoi confronti, per la cessazione della diffamazione a mezzo stampa, televisione, web, d'intesa anche con eventuali altri soggetti coinvolti, ad un professionista avvocato con competenza specifica in materia";
con determinazione dirigenziale n. 1681 del 1° ottobre, il settore affari generali dell'ente comunale ha approvato la citata proposta;
l'articolo 69, comma 2, lettera q), dello statuto comunale attribuisce alla Giunta comunale, e non alle competenze del dirigente che ha confermato la proposta di nomina dell'avvocato Cristiano Bevilacqua, il potere di conferire gli incarichi legali, autorizzando anche il sindaco ad agire e a restare in giudizio;
in particolare, la norma statutaria che regola la materia non prevede alcun atto di indirizzo, bensì un provvedimento adottato collegialmente, non potendo il sindaco unilateralmente rilasciare la procura al difensore dell'ente;
come noto, l'avvocato dell'ente pubblico deve perseguire un unico ed esclusivo obiettivo, ovvero l'interesse pubblico della comunità che l'ente stesso rappresenta nelle sedi istituzionali;
a parere dell'interrogante, oltre all'illegittimità procedimentale dell'iter amministrativo per il conferimento dell'incarico legale, si utilizza strumentalmente l'ente pubblico per la tutela di interessi privatistici, ovvero la difesa del sindaco di Partinico da "dichiarazioni rese all'interno di social network, di commenti pubblicati su Facebook nonché di vari servizi televisivi mandati in onda anche tramite Facebook" che configurerebbero l'ipotesi del reato di diffamazione ai sensi dell'articolo 595 del codice penale aggravata dal mezzo stampa, come certificato dal parere preliminare del legale;
l'associazione siciliana della stampa ha espresso la propria preoccupazione per quanto statuito dalla determinazione dirigenziale menzionata, poiché, a causa della sua generica formulazione, in particolare con riferimento al novero dei soggetti verso i quali sarebbe possibile esperire azione di risarcimento del danno, produrrebbe effetti deterrenti e intimidatori sulla libertà di stampa,
si chiede di sapere se e quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per verificare la legittimità della procedura amministrativa di nomina dell'avvocato Bevilacqua e per assicurare il pieno rispetto del pluralismo, della libertà d'informazione e di critica, diritti costituzionalmente garantiti.
(4-01527)
IANNONE - Al Ministro della salute. - Premesso che:
come si apprende da organi di stampa e atti giudiziari della Procura della Repubblica di Salerno, una serie di negligenze sanitarie e gestionali avrebbero causato la morte della signora Andreina Pacifico, 61enne infermiera di Battipaglia (Salerno), deceduta dopo tre mesi di sofferenze a seguito di una diagnosi errata;
la donna, giunta al pronto soccorso il 12 luglio 2024 con sintomi di vomito, capogiri e vertigini, dopo aver atteso diverse ore, è stata dimessa, nonostante continuasse ad accusare malessere, con una frettolosa diagnosi: disidratazione con prognosi di 5 giorni di riposo;
due giorni dopo, la signora Pacifico, presso la sua abitazione, ha perso conoscenza e, cadendo rovinosamente, ha riportato la frattura scomposta del femore e la lesione dell'anca; dopo aver allertato i soccorsi, arrivati dopo circa mezz'ora, senza la presenza di un medico a bordo, la paziente è stata trasportata alle ore 14:30 circa presso il pronto soccorso dell'ospedale di Battipaglia, ove, in attesa che si liberasse un posto letto per il ricovero, è stata trattenuta fino alle 00.30 del 15 luglio; per circa 10 ore, nessun operatore sanitario è riuscito a comprendere quali fossero le reali condizioni di salute della paziente ovvero ischemia cerebrale;
tali negligenze e il lungo tempo trascorso dal primo evento ischemico del giorno 12 luglio al secondo del 14 luglio hanno complicato il quadro clinico al punto che, solo il 17 luglio, dopo essere stata sottoposta ad intervento chirurgico al femore, senza aver prima stabilizzato la grave situazione neurologica, la signora Pacifico è stata portata d'urgenza, in stato di coma, presso il reparto di rianimazione ove è rimasta per quasi tre mesi prima di morire il 4 ottobre scorso;
la vicenda ha portato la Procura della Repubblica di Salerno ad aprire un'indagine e, a seguito di una dettagliata denuncia dei familiari, ha disposto il sequestro della cartella clinica e della salma su cui è stata effettuata l'autopsia in data 9 ottobre;
considerato che
nell'azienda sanitaria locale di Salerno, negli ultimi anni, si sono registrati diversi casi di presunta malasanità, spesso legati alle cattive condizioni organizzative in cui sono costretti a lavorare medici ed operatori sanitari;
la catena di errori solleva gravi interrogativi sul funzionamento del sistema sanitario e sulla gestione dei pazienti in situazioni critiche,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti e se non ritenga opportuno, a seguito delle oramai ripetitive e gravi situazioni denunciate quotidianamente dagli organi di stampa e all'attenzione dell'autorità giudiziaria, attivare i poteri ispettivi, di cui dispone, presso l'azienda sanitaria locale di Salerno al fine di far sì che casi come quello descritto non si verifichino più all'interno delle strutture sanitarie.
(4-01528)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:
8ª Commissione permanente(Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica):
3-01425 della senatrice Rando, sulla previsione di interventi sulle strade in provincia di Modena all'interno del contratto di programma di ANAS.