Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 201 del 25/06/2024

Discussione dalla sede redigente e approvazione del disegno di legge:

(1097) Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 19,11)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente del disegno di legge n. 1097, già approvato dalla Camera dei deputati.

La relatrice, senatrice Mancini, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice.

MANCINI, relatrice. Presidente, il disegno di legge in esame, d'iniziativa governativa e approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati con modifiche e integrazioni, reca un complesso di modifiche normative in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore.

L'articolo 1 estende alle forme associative dei Comuni, ivi comprese le Comunità montane, isolane e di arcipelago, la possibilità, attualmente prevista per i singoli Comuni, di effettuare assunzioni a tempo indeterminato di assistenti sociali in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale, fermo restando il rispetto dei vincoli assunzionali vigenti. Le assunzioni in oggetto, effettuate dalle forme associative comunali, così come già previste per quelle suddette dei singoli Comuni, devono avvenire nell'ambito delle risorse richiamate dall'articolo 1, comma 801, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e successive modificazioni. Resta fermo il rispetto degli obiettivi di pareggio di bilancio.

Il comma 1 dell'articolo 2, novellando l'articolo 21 del decreto legislativo n. 147 del 2017 e successive modificazioni, istituisce, nell'ambito della rete della protezione e dell'inclusione sociale, il tavolo nazionale di lavoro sui minori fuori famiglia, sui minori affidati e in carico ai servizi sociali territoriali e sui neomaggiorenni in prosieguo amministrativo. Il tavolo nazionale di lavoro avrà funzioni di supporto, di monitoraggio, di valutazione e di analisi degli interventi di integrazione e inclusione e sarà competente per il rafforzamento del sistema informativo nazionale di rilevazione e raccolta dei dati sui minori affidati ai servizi sociali territoriali e sui neomaggiorenni in prosieguo amministrativo, anche attraverso la realizzazione di azioni coordinate e finalizzate alla messa a regime del sistema informativo sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie. Per la partecipazione al tavolo, di cui è disciplinata la composizione, non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. Il presidente del tavolo o suo delegato presenta annualmente alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza una relazione sulle attività svolte dal medesimo tavolo.

Il successivo comma 2 reca alcune modifiche all'articolo 39 della legge 28 marzo 2001, n. 149, concernente la relazione triennale al Parlamento sull'attuazione della disciplina in materia di adozione e affidamento dei minori. In particolare, la novella introduce in via aggiuntiva la previsione di una relazione annuale specifica concernente le attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori.

L'articolo 3 stabilisce che la Repubblica riconosce il 9 aprile di ogni anno quale Giornata nazionale dell'ascolto dei minori. L'istituzione di tale giornata è intesa ad informare e sensibilizzare sul tema dell'ascolto della persona minore di età, quale presupposto fondamentale per dare concreta attuazione al diritto del medesimo. Si prevede che, ai fini della celebrazione della Giornata, le istituzioni pubbliche possano promuovere iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado realizzare campagne pubblicitarie nazionali di carattere sociale. Il comma 3 specifica che la Giornata non determina gli effetti civili connessi ai giorni festivi, mentre il comma 4 reca la clausola di invarianza degli oneri finanziari.

L'articolo 4, che consta di un unico comma, reca alcune modifiche al codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del luglio 2017. La lettera a) specifica che, per i soggetti iscritti al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche che siano anche enti del Terzo settore, i proventi derivati dai rapporti di sponsorizzazione promo-pubblicitari, concessione di diritti e indennità legate alla formazione degli atleti, nonché dalla gestione di impianti e strutture sportive, devono essere comunque impiegati in attività di interesse generale afferenti allo svolgimento di attività sportive dilettantistiche.

La successiva lettera b) prevede, per le imprese sociali costituite in forma di associazione o fondazione, l'iscrizione nella sezione del Registro delle imprese relativa alle imprese sociali, oltre a soddisfare il requisito dell'iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo settore, ai fini dell'ottenimento della personalità giuridica.

La lettera c) in primo luogo modifica la disciplina sulla possibilità di attuazione del bilancio nella forma di rendiconto per cassa. Le modifiche, tra l'altro, elevano il limite nella misura dei proventi complessivi, posto come condizione per la suddetta possibilità, e introducono, per i casi di rispetto del nuovo limite più basso, la possibilità di rendiconto per cassa in forma aggregata. La medesima lettera introduce la possibilità, per gli enti del Terzo settore che esercitano la propria attività esclusivamente o principalmente in forma di impresa commerciale e che non abbiano la qualifica di impresa sociale, dell'adozione del bilancio di esercizio secondo il modello previsto per gli enti del Terzo settore, anziché secondo le norme del codice civile.

La lettera m) modifica l'articolo 87, comma 3, del codice del Terzo settore e successive modificazioni; comma concernente la possibilità, relativamente alle attività diverse da quella commerciale, di adozione del rendiconto per cassa in luogo della tenuta delle scritture contabili. La novella pone un coordinamento con la revisione dei limiti della misura dei proventi operata dalla lettera c) e con la suddetta introduzione della tipologia di rendiconto per cassa in forma aggregata.

La novella di cui alla lettera d), concernente l'articolo 24, comma 4, del citato codice del Terzo settore, ci consente in via ordinaria, salvo divieto espresso all'atto costitutivo nello statuto, l'intervento degli associati all'assemblea delle associazioni del Terzo settore mediante mezzi di telecomunicazione e l'espressione del voto per via telematica, purché sia possibile verificare l'indennità dell'associato che partecipi ai voti.

Le lettere e) e f) recano alcune modifiche agli articoli 30 e 31 del codice del Terzo settore e successive modificazioni, con riferimento rispettivamente alle ipotesi che determinano l'obbligo di nomina dell'organo di controllo nelle associazioni riconosciute e non riconosciute nel Terzo settore e alle ipotesi che determinino l'obbligo di nomina di un revisore legale dei conti o di una società di revisione legale nelle associazioni medesime.

La lettera g) modifica l'articolo 36 del codice del Terzo settore, relativo ai rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le associazioni di promozione sociale.

La lettera h) inserisce il comma 2-bis nell'articolo 41 del codice del Terzo settore, articolo relativo alle reti associative. Il nuovo comma prevede che, se successivamente all'iscrizione delle reti associative nel registro unico nazionale del Terzo settore, il numero degli associati di esse diviene inferiore a quello stabilito dalla disciplina legislativa e deve essere integrato entro un anno.

Le lettere i) e l) modificano gli articoli 47 e 48 del codice del Terzo settore. Le novelle concernono la domanda d'iscrizione al registro unico nazionale del Terzo settore.

La lettera n) prevede la possibilità di iscrizione al registro unico nazionale del Terzo settore per le associazioni fra militari di categorie in congedo.

La lettera o) interviene al comma 8 dell'articolo 101.

L'articolo 5 dispone una modifica all'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo n. 112 del 2017 e successive modificazioni, fissando al 3 per cento la quota degli utili netti annuali per le imprese sociali.

Il successivo articolo 6 prevede la soppressione della Fondazione Italia sociale. Si prevede che, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Fondazione sia estinta e liquidata.

L'articolo 7 esclude dall'ambito della responsabilità solidale agli eredi, relativa al pagamento dell'imposta sulle successioni e donazioni.

L'articolo 8 introduce una possibilità di deroga alla procedura di apposizione dei sigilli e di redazione dell'inventario dei beni dell'eredità, procedura prevista dall'articolo 705 del codice civile. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

BELLUCCI, vice ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signora Presidente, ringrazio la relatrice e i membri di Commissione per i contributi che hanno dato e anche per gli altri approfondimenti che sono stati svolti attraverso le audizioni.

È un disegno di legge che tende a dare risposte alle politiche sociali, ai più fragili, in particolare ai minori senza famiglia, ma anche al Terzo settore, con un pacchetto di prime semplificazioni, nella gestione amministrativa e burocratica, sciogliendo alcuni nodi che sono rimasti insoluti rispetto al codice del Terzo settore che è stato inaugurato nel 2017. È un primo pacchetto di riforma al quale faranno seguito altri, collazionato con tutti i protagonisti: gli enti del Terzo settore, in seno al Consiglio nazionale del Terzo settore, ma anche al Forum del terzo settore. Quindi, è un lavoro corale con le categorie di rappresentanza, i notai, gli avvocati e i commercialisti, tutti coloro che hanno contribuito a inserire delle norme di buonsenso. Ringrazio davvero tutti per come hanno accompagnato questo provvedimento. E di nuovo ringrazio la relatrice. (Applausi).

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo alla votazione degli articoli, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale. (Brusio).

Vi prego, colleghi, se intendete lasciare l'Aula, di farlo in silenzio, per permettere ai senatori di fare la loro dichiarazione di voto.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, onorevoli membri del Governo, onorevole presidente del mio Gruppo, senatrice Biancofiore, senatore Malan, colleghi, mi scuso se la voce è fioca, ma a detta dei medici ho straviziato un po'. Ora, a una persona cosiddetta normale, se fa un aperitivo al giorno morigeratamente, si dice "bravo"; quando però la stessa cosa la fa una persona con disabilità allora stravizia: evidentemente, il giudizio implica una disabilità o la normalità, per cui quello che si vive nella normalità è tutto normale, mentre quello che si vive con disabilità sembra vizioso. Sono molto orgoglioso dei miei vizi, che non fanno male a nessuno, almeno credo, ma toccherebbe chiederlo a chi mi ama.

Sono molto sereno nel rappresentare questo provvedimento che, per motivi anche… (Brusio). Non si riesce, signor Presidente, non è possibile.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di non disturbare il senatore Guidi, che sta provando a fare la sua dichiarazione di voto. Mi scuso, senatore.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Altro che scusarsi, la ringrazio; ci provo.

Fa parte della mia vita il Terzo settore. Ricordo con nostalgia - mi venga permessa - quando, decenni fa, ad Assisi, preceduto da un Ministro che amo molto, Rosa Russo Iervolino, alla quale succedetti qualche anno dopo - ma non la amo per quello, bensì per quello che ha fatto e che ancora insiste nel fare - parlai del Terzo settore come della colonna vertebrale del nostro Paese. Dico che oggi è ancora più vero. In questo periodo così complesso, il Terzo settore è uno dei valori fondamentali del nostro meraviglioso Paese. (Applausi).

È lungimirante l'apertura che il Governo fa.

Tra l'altro, mi sono molto rasserenato nel sentire per l'ennesima volta Raffaele Fitto, con la sua calma, con la sua scientificità politica e il suo rispetto per la maggioranza e l'opposizione, dire che non ha visione. Come ha detto il senatore Misiani, significa non saper leggere. Qualche analfabetismo lo perdoniamo ancora.

La lungimiranza del Governo, per quanto mi riguarda, mi gratifica due volte: per l'attenzione, nuova e più concreta, al Terzo settore, ma anche per l'apertura nuova, detta, esplicitata all'infanzia, all'adolescenza e a quel periodo, così particolare, delicato, da rispettare, da comprendere, ma da far partecipare, della post adolescenza. Tale lungimiranza permette maggiori possibilità di assumere, a livello consortile dei Comuni, gli assistenti sociali.

Qualcuno trasecolerà. Il senatore Guidi, che ha sempre visto in modo problematico gli assistenti sociali, ne parla bene. Ci mancherebbe altro: io ho sempre lavorato con le assistenti sociali che, pur essendo capo servizio, non ho mai definito mie. Però, qualche volta, in assenza di un tribunale della famiglia, ma anche di una realtà di ascolto reale per la famiglia - lo so perché l'ho fatto e bisogna tradurlo in realtà locali - è molto difficile che l'infanzia venga ascoltata. E lì, forse, il potere di molte, troppe assistenti sociali è eccessivo.

Questo accade, però, perché manca l'ascolto delle persone con disabilità, a causa della mancanza del tribunale della famiglia. Ritengo importantissimo dare stabilità e garantire maggiori assunzioni agli assistenti sociali, in una realtà consortile che preveda anche delle differenze territoriali che, in un'unica azione, vengono esaltate e non cancellate. Poi esiste la Commissione, che si estende all'infanzia e all'adolescenza, ma soprattutto al periodo così fluido della post adolescenza. Lo si definisce liquido, come se chi non sa nuotare affoga: forse sarà anche vera questa definizione.

Colleghi, se non recepiamo le istanze, non controlliamo le difficoltà. Questo è implicito. Ma, se non sappiamo cogliere le istanze di questa fase della vita di una persona, così delicata, forse non recepiremo più una voglia di vivere, una voglia di autorappresentarsi, che non deve essere mai demonizzata, mai miticizzata, mai esorcizzata.

Bisogna tenerne conto, con un po' di umiltà. Forse, quando si applicano provvedimenti così delicati, ci vuole scientificità, ci vuole amore per la politica, ci vuole anche un po' di umiltà. Ne sappiamo qualcosa, avendo gestito, oltre che la politica, anche associazioni così delicate.

Vi è poi il discorso dei finanziamenti, il fatto di tener conto di realtà che finora non sono state addirittura prese in considerazione, delegando tutto ad associazioni un po' di bandiera o di sindacato.

Concludo - anche perché la voce mi assiste poco - dicendo che qualche volta si può dare un parere positivo anche sull'onda del consenso del proprio partito, della propria coalizione, del proprio Gruppo; questa volta, proprio per motivi prima di tutto professionali e poi politico-partitici, esprimo un parere estremamente favorevole e, se mi fosse permesso di dirlo, entusiasta. Abbiamo bisogno di entusiasmo, abbiamo bisogno di fiducia, abbiamo bisogno - perché no? - di dare speranza a chi vive la politica dall'esterno, ma poi in realtà tutti fanno politica anche quando dicono che sono disinteressati e non votano (anche quella è una politica). Bisogna dar loro speranza e questo provvedimento dà una speranza che diventerà senza dubbio concretezza. (Applausi).

SBROLLINI (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SBROLLINI (IV-C-RE). Signora Presidente, vice ministra Bellucci, colleghe e colleghi, su questi temi che riguardano provvedimenti così importanti come le politiche sociali e la riforma del Terzo settore, da sempre come Italia Viva vorremmo lanciare un messaggio positivo. Crediamo che su questi temi bisognerebbe avere un'ampia maggioranza e soprattutto un confronto, che c'è stato su molte questioni e su molti temi.

D'altra parte, condividiamo gran parte dei contenuti del testo in discussione, proprio perché si va anche nella direzione di una certa continuità con la grande riforma del Governo Renzi proprio sui temi che riguardano le politiche sociali e il Terzo settore. Mi fa piacere poter dire anche in questa sede che, nonostante l'alternanza dei Governi, c'è stata una certa continuità su alcune questioni; su altre, però, la direzione non è stata proprio questa, a cominciare dal tema delle risorse. Noi sappiamo che anche i dati di qualche giorno fa dell'Istat ci dicono purtroppo che la povertà continua ad aumentare e che le fragilità sono in aumento. E lo sanno soprattutto i nostri amministratori locali; sappiamo, infatti, quali difficoltà riscontrano i sindaci dei Comuni - penso soprattutto a quelli piccoli - nelle attività quotidiane, nel dare risposte ai loro cittadini, alle famiglie che sono sempre più povere. Per questo motivo noi ci esprimeremo con un'astensione, che però mi permetto di definire positiva, perché vede i lati positivi di questo provvedimento. Tuttavia, è sul tema delle risorse che desidero soffermarmi, perché soprattutto i piccoli Comuni non hanno la possibilità e la capacità di aiutare le tante marginalità oggi presenti nei nostri territori.

Noi avevamo chiesto di istituire un fondo da 40 milioni di euro per aiutare i Comuni nella presa in carico non solo delle varie marginalità, ma soprattutto sulla questione che riguarda i minori, perché sappiamo che la povertà minorile e il disagio giovanile sono dei grandi problemi in continuo aumento. Su questo avremmo preferito più concretezza e meno slogan; avremmo preferito meno giornate del ricordo e invece più risorse adeguate per gli amministratori di tutti i colori politici, ovviamente. (Applausi).

Va benissimo, certamente, aver istituito la Giornata dell'ascolto dei minori, ci mancherebbe. Tuttavia, signora Vice Ministra, anche se so che lei ha una grande sensibilità su questi temi, dobbiamo coinvolgere certamente tutto il mondo delle scuole, il personale, le tantissime professionalità, le competenze di cui è ricco il nostro Paese.

Abbiamo bisogno, insomma, di guardare alla riforma del Terzo settore in maniera molto più strategica per i prossimi mesi e, d'altra parte, chi fa una riforma deve avere una visione del Paese almeno da qui ai prossimi dieci anni. Su questo vorremmo che ci fosse un coinvolgimento ancora maggiore di tutti gli attori, di tutti i protagonisti che abbiamo nei territori: quindi una maggiore coesione territoriale, servizi socioassistenziali riparativi, cultura, agricoltura sociale, sport, formazione professionale, tutti temi che devono riguardare questa grande riforma e il codice del Terzo settore. Credo che su questo dobbiamo fare uno sforzo ulteriore, favorendo un maggiore coordinamento, per esempio, tra la riforma del Terzo settore e la riforma dello sport. È importante che gli enti sportivi dilettantistici si iscrivano anche al Registro unico nazionale del Terzo settore per poter beneficiare delle stesse opportunità. Penso, ad esempio, al tema del cinque per mille, al tema delle donazioni, del social bonus, del social lending, a tutte quelle opportunità che la riforma porta con sé. Su questo vorrei anche, rappresentanti del Governo, che ci fosse continuità con un fondo permanente sulle sponsorizzazioni. Il nostro partito ha presentato un disegno di legge anche a tal riguardo, che chiede stabilità, per esempio, sul credito d'imposta per le sponsorizzazioni territoriali. Sarebbe un modo pulito e trasparente per aiutare le società sportive dilettantistiche e quegli imprenditori che vogliono sponsorizzare la propria squadra, la propria associazione di riferimento. Questo non possiamo più legarlo a una finanziaria o all'altra, sapendo che le risorse sono sempre meno e sarebbe necessario, quindi, avere un fondo ad hoc anche per questo.

Consideriamo molto positiva poi la misura di coordinamento rispetto ai bilanci, perché sappiamo che gli enti sono diversi - gli enti di formazione, gli enti che si occupano di istruzione - e giustamente tengono in conto di avere anche un esercizio diverso rispetto agli altri. Consideriamo positiva la norma sulle ONLUS che, proprio perché prevalentemente a partecipazione pubblica, non entreranno nel Registro unico nazionale del Terzo settore.

Un altro aspetto è quello della delega fiscale. Come il Governo sa, Italia Viva ha votato a favore della delega fiscale, perché credeva di vedere lì quelle risorse che non si sono viste in altri provvedimenti: era una delega non in bianco, ma con contenuto e aspettative. Nella delega fiscale, ad esempio, bisogna accelerare sulle misure di favore rispetto alla fiscalità del Terzo settore, perché è importante che in questa fase tutti possano essere aiutati allo stesso modo. Credo che su questo bisognerà lavorare ancora molto, perché il Terzo settore - lo sappiamo - ha tante sfaccettature, ma ricordo - perché i numeri sono importanti - che oggi ci sono 5,5 milioni di volontari che sono una parte fondamentale del nostro Paese, insieme a quasi un milione di lavoratori e di lavoratrici che operano nel settore. Dobbiamo vedere il Terzo settore come un'economia sociale, un motore di sviluppo, una competenza europea e ciò significa investire non soltanto sul significato etico che oggi ha il volontariato, ma anche sulle professionalità e sulle competenze. Se ne parla tanto, ma poi sappiamo che molti enti, molte associazioni invece non ce l'hanno fatta e hanno dovuto chiudere e sono migliaia sui nostri territori e spesso sono l'unica gamba, l'unico strumento che può dare a quella comunità un aiuto, un sostegno vero. (Applausi).

C'è poi un altro aspetto. Voi sapete che la posizione di Italia Viva sul bonus 110 è molto chiara e lo è sempre stata fin dall'inizio. È un'eredità negativa, è stata lasciata sulle spalle dei cittadini e delle imprese, ma c'è un punto: non possiamo permetterci di far fallire tante realtà sociosanitarie e socioassistenziali che, peraltro, sono state inserite nelle opportunità di accedere alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Termino dicendo che dobbiamo aiutare soprattutto le associazioni e gli enti: penso anche alle RSA e a tutti coloro che fanno un lavoro magari invisibile, perché basato su tanto volontariato, ma molto utile al nostro Paese.

Mi auguro che questa riforma abbia davvero le gambe per poter camminare in maniera celere, ma soprattutto abbia le risorse necessarie per dare stabilità ad un quadro del Paese che vede sempre di più crescere un divario sociale e culturale molto preoccupante, soprattutto se guardiamo alla povertà minorile.

Per tutte queste ragioni, signora Presidente, il voto di Italia Viva sarà di astensione. (Applausi).

MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche noi daremo un voto di astensione, come abbiamo fatto sugli articoli di un disegno di legge che è necessario che guardi in faccia la realtà. Sono passati molti anni dal 2001, da quella legge costituzionale che ha introdotto un elemento importante sul terreno del Terzo settore. Il terzo settore è diventato sempre più pesante dal punto di vista della qualità e della quantità dei servizi che svolge. Però è anche vero - lo tocco con mano anche in parte in famiglia, perché ho delle persone molto vicine che fanno attività sociale nel Terzo settore - un dato: ad esempio la legge delega n. 106 del 2016, con i decreti attuativi, ha appesantito in alcuni comparti del Terzo settore la burocrazia, con il rischio che alcuni servizi vengano meno. Penso, ad esempio, a chi fa il trasporto delle persone che hanno bisogno di fare delle visite mediche o di recarsi presso gli enti pubblici. Molto spesso chi fa questa attività nei piccoli Comuni subisce molto la burocrazia, per cui andrebbe valutato come semplificare questo tema. Abbiamo visto anche appesantirsi molto la regolamentazione. Eppure questo settore produce circa il 5 per cento del PIL nel nostro Paese, perché dà lavoro a parecchie persone, produce attività, ha molti volontari.

È necessario che alcune cose vengano fatte. Penso ad esempio a un altro dato: il Terzo settore guarda spesso alle questioni di disabilità, dei minori e delle difficoltà, ma è anche un settore dove si sviluppa la socialità. Ad esempio, durante il Covid molte attività del Terzo settore hanno rischiato di saltare dal punto di vista dell'attività sociale; un'organizzazione importante come l'ARCI - ma non solo - ha avuto grandi difficoltà. A me sembra che occorrerebbe fare più attenzione a seconda di dove si opera. È importante, ad esempio, lo sviluppo e il potenziamento dei servizi sociali comunali, nonché le questioni associative sovracomunali.

Però, se poi il contenimento della spesa limita la possibilità di utilizzare il Fondo per la lotta alla povertà e all'inclusione sociale, forse bisogna porsi il problema di come si finanzia un elemento. Abbiamo parlato prima del decreto coesione, ma anche la socialità, anche il fatto di avere un terzo settore che funziona è un elemento di coesione, un elemento di coesione e socialità per tutta la società, quindi è un bene. Però allora bisogna spendere risorse in questa direzione e a noi non pare che ci siano risorse a sufficienza.

Devo anche fare qualche critica dal punto di vista del merito. Ad esempio noi non pensiamo, con tutto il rispetto per gli Alpini, i Carabinieri e via dicendo, che le Forze armate possano in qualche modo rientrare nel terzo settore; questa non ci pare la cosa più significativa. Inoltre ci convince molto poco la scelta di istituire una Giornata nazionale dell'ascolto dei minori, sia perché c'è già la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, sia perché, francamente, non si avverte la necessità di istituire un'ulteriore giornata. Ci sarebbe bisogno di ulteriori interventi ben finanziati, tenuto conto del livello di risorse molto al di sotto delle necessità.

Per questa ragione - l'ho fatta molto breve - abbiamo deciso di astenerci. Il nostro non è un voto contrario all'impalcatura complessiva del provvedimento, però le risorse sono molto limitate e alcune questioni che ho sottolineato non ci convincono. (Applausi).

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Grazie, Presidente. Dopo l'approvazione alla Camera dei deputati, il disegno di legge al nostro esame è stato esaminato in sede redigente dalla 10a Commissione del Senato, che ha approvato il testo senza modifiche, pur avendo approfondito le tematiche con ulteriori audizioni.

Il disegno di legge di iniziativa del Governo contiene modifiche puntuali al codice del terzo settore, che sono state apprezzate innanzitutto dagli stessi operatori del terzo settore, nuovamente auditi qui in Senato. La Camera ha aggiunto ulteriori articoli che hanno completato e arricchito il complesso dell'articolato. Ecco perché ci sentiamo di condividere un testo che segna un passo in avanti in favore di chi opera nell'interesse degli altri e lo fa ogni giorno, con un impegno e con servizi che spesso vanno a integrare quelli offerti dalle strutture pubbliche.

Si interviene con norme da loro stessi richieste e che migliorano le modalità e gli spazi in cui intervengono gli operatori del sociale a favore dei cittadini. Innanzitutto vengono modificate e integrate le norme del codice del terzo settore, adeguandole al nuovo contesto emerso dopo gli anni della pandemia. Viene ampliata la possibilità, per gli enti del terzo settore privi di personalità giuridica, di scrivere il bilancio in forma semplificata. Sono presenti inoltre disposizioni che puntualizzano il rapporto delle associazioni sportive dilettantistiche con le sponsorizzazioni, consentendone l'utilizzo per attività di interesse generale. Vengono alzati i limiti per i quali le associazioni debbono nominare un revisore legale. Inoltre, viene alzata la percentuale di lavoratori rispetto a quella degli associati, per poter impiegare forza lavoro nell'associazione di promozione sociale.

Sono state modificate anche le disposizioni del RUNTS, il Registro unico nazionale del terzo settore, per semplificarne l'accesso ai dati con nuove norme anche per l'approvazione e il deposito dei rendiconti e dei bilanci presso il RUNTS e presso il registro delle imprese. La possibilità di iscrivere al RUNTS le associazioni di militari in congedo e pensionati che svolgono determinate attività di interesse generale è un altro elemento da valutare con assoluto favore.

Insomma, il complesso delle modifiche e delle nuove norme introdotte rappresenta un presidio essenziale, a tutela dell'attività associativa senza scopo di lucro.

Quindi, si tratta di semplificazioni amministrative e disposizioni per un più puntuale reperimento delle risorse necessarie a far funzionare l'articolata macchina della solidarietà sociale. È apprezzabile anche l'estensione per le assunzioni di assistenti sociali alle forme associative comunali, comprese le Comunità montane e quelle isolane. Sappiamo quanto sia importante il ruolo svolto da questi lavoratori nelle nostre comunità, per cui le disposizioni previste sono da accogliere positivamente.

La Camera ha voluto introdurre un tavolo nazionale per l'inclusione sociale dei minori fuori famiglia, di quelli in affido e in carico ai servizi sociali: un tema delicatissimo che riguarda i soggetti più vulnerabili, che vedrà il coordinamento e il monitoraggio degli interventi da adottare a tutela di queste categorie fragili, ma che vedrà coinvolto anche il lavoro della Commissione infanzia, che sarà relazionata dal lavoro del tavolo e della rete per la protezione e l'inclusione sociale.

A favore di una maggiore sensibilizzazione, ogni 9 aprile ci sarà la Giornata nazionale dell'ascolto dei minori, per la quale le scuole potranno promuovere apposite iniziative di coinvolgimento delle comunità scolastiche. L'inclusione dei minori è uno dei temi fondanti di qualsiasi società che voglia definirsi civile e inclusiva e queste disposizioni vanno proprio nella direzione di adottare interventi di maggiore inclusione e protezione nei confronti dei minori che non hanno una famiglia che li possa seguire.

Va ricordato come molte norme concrete di questo Governo - mi riferisco, ad esempio, a quella del cosiddetto decreto Caivano - sono già andate in questo senso, riguardando non solo la realtà di Caivano, ma tutte quelle aree nazionali in cui avviene l'esposizione dei minori al degrado e all'emarginazione. Quindi, siamo in presenza di un complesso di disposizioni destinate a sostenere gli ambiti dell'inclusione e del sociale, che opera a sostegno dei cittadini, spesso degli ultimi della società, all'insegna della piena solidarietà.

Vorrei concludere questa dichiarazione di voto, che ovviamente vede favorevoli i senatori di Forza Italia, con il ricordo di Claudia Fiaschi, che tutti ricordano come una donna straordinaria, per lungo tempo portavoce del Forum del terzo settore e che ci ha lasciato prematuramente pochi mesi fa a marzo di quest'anno. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signora Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame è un disegno di legge di iniziativa del Governo recante disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del terzo settore, che, con il lavoro emendativo svolto alla Camera anche dal nostro Gruppo politico, MoVimento 5 Stelle, è stato trasformato fino a diventare una sorta di piccola riforma del codice del terzo settore.

Nell'ambito di questa piccola riforma, riconosciamo alcuni aspetti positivi che apprezziamo, mentre per altri osserviamo criticità, che evidenzierò nel corso del mio intervento. Condividiamo la previsione di un aumento degli assistenti sociali sul territorio, avendo però attenzione maggiore rispetto ad una loro specifica professionalità e formazione. Su tali aspetti, purtroppo, si è assistito sempre di più ad una standardizzazione dei servizi a discapito del benessere del minore e delle famiglie. Pertanto, sarebbe auspicabile che, oltre all'aumento numerico degli assistenti sociali, ci fosse anche una preparazione e una consapevolezza da parte degli operatori che devono svolgere le loro attività nell'unico interesse dei soggetti fragili.

Inoltre, troviamo critiche le modifiche che hanno innalzato la soglia limite oltre la quale diventa obbligatorio, per le associazioni riconosciute e non riconosciute del terzo settore, nominare un organo di controllo contabile e un revisore legale dei conti. Il rischio è che, nel tentativo di semplificare il sistema di gestione del terzo settore, si vadano poi ad inficiare i meccanismi di controllo, di trasparenza e gli opportuni sistemi di tutela.

Con riferimento poi alla distribuzione del numero di assistenti sociali, la gran parte delle Regioni ha una ripartizione meno uniforme, con aree ben strutturate e altre gravemente deficitarie. A due anni dall'introduzione del livello essenziale di prestazione, come si evince dal focus n. 5 del 2023 dell'Ufficio parlamentare di bilancio, denominato «L'attuazione del livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale: il reclutamento degli assistenti sociali» ha prodotto un numero di 1.688 assistenti sociali. Si tratta di un numero che non riteniamo molto elevato e complessivamente non sufficiente, soprattutto a coprire le evidenti sperequazioni che esistono tra i territori. Abbiamo dunque una diffusione a macchia di leopardo del personale addetto all'assistenza delle comunità più fragili del nostro Paese. A seguito di tale aumento, che però, come abbiamo detto, non è sufficiente né uniforme, il numero delle agenzie di tutela della salute (ATS) che raggiunge il livello essenziale di prestazione è cresciuto. È cresciuto in queste Regioni, ma in quelle del Mezzogiorno il rapporto tra assistenti sociali e abitanti resta inferiore al livello essenziale, quindi di gran lunga inferiore al rapporto di 1 a 5.000 abitanti introdotto grazie all'approvazione di una nostra proposta emendativa.

Attenzione, però: il problema si ripropone anche in aree disagiate e isolate del Nord. Infatti, la legge n. 178 del 2020, grazie al predetto emendamento, ha di fatto introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza speciale definito da un operatore ogni 5.000 abitanti. Oggi ci attendiamo da questa maggioranza che venga raggiunto un ulteriore obiettivo di servizio definito da un operatore ogni 4.000 abitanti, tutto ciò per potenziare ulteriormente il sistema dei servizi sociali comunali e per renderli uniformi su tutto il territorio nazionale.

Veniamo ora al capitolo delle risorse: quelle con cui finanziare le assunzioni sono relative a due diversi fondi distribuiti ai Comuni, la quota parte del Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, innanzi tutto, e poi la quota parte del Fondo di solidarietà comunale, finalizzato al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali comunali.

Apprezziamo l'articolo 2 del provvedimento, con il quale viene istituito un tavolo di lavoro sul fenomeno dei minori fuori famiglia e dei minori affidati in carico ai servizi sociali territoriali. Tuttavia, reputiamo opportuno prevedere, tra gli otto rappresentanti di organismi del terzo settore partecipanti al tavolo nazionale di lavoro in materia di interventi di integrazione e inclusione sociale sui minori fuori famiglia, la presenza di un membro facente parte di associazioni di persone con disabilità di rilievo nazionale, quale portatore di interessi e dei bisogni dei minori con disabilità.

Ci dispiace molto, signor Vice Ministro, che un emendamento che andava in questa direzione non sia stato accolto da questa maggioranza, evidentemente sorda alle richieste fatte dalle associazioni di categoria delle persone con disabilità. (Applausi).

Non contesto il principio di base che vede proprio nell'informazione e nella conoscenza il presupposto fondamentale per dare concretezza e attuazione ai diritti dei minori, ma mi risulta difficile pensare e immaginare che, istituendo una giornata senza prevedere coperture (nessuna copertura), sempre a invarianza di spesa, come tutto questo decreto, si riesca in qualche modo a raggiungere l'obiettivo. Senza risorse, si rende di fatto questa giornata una misura puramente simbolica.

Ora però arriviamo alla nota che duole: questo disegno di legge puntualizza che la norma si possa tradurre in azioni concrete a costo zero, ovvero possa avvenire fermo restando il rispetto degli obiettivi del pareggio di bilancio (sostanzialmente, quindi, a invarianza finanziaria), mentre per noi era necessario prevedere un maggior investimento di risorse anche e soprattutto per monitorare il meccanismo di spesa e formare il personale necessario all'accesso ai fondi.

È questa una delle tante urgenze che questo Governo avrebbe potuto affrontare, se non fosse per il fatto che avete deciso invece di rinunciare ai tre miliardi di extraprofitti bancari o di dare priorità a progetti come il ponte sullo Stretto di Messina, destinandovi 14 miliardi. (Applausi).

Ormai è chiaro agli italiani che, quando si tratta di destinare fondi per aiutare le persone più fragili, chiudete le orecchie e gli occhi e vi girate dall'altra parte, dalla parte dei più forti e dalla parte dei poteri forti.

In considerazione di ciò, il MoVimento 5 Stelle si asterrà. (Applausi).

MURELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei iniziare dicendo grazie: grazie alle tante associazioni ed enti del terzo settore che esistono in Italia; grazie ai tanti volontari, circa quattro milioni e mezzo, che, nella loro attività quotidiana e gratuita, garantiscono quei servizi necessari ed essenziali che il nostro sistema pubblico non riesce a garantire completamente.

Un settore che diventa indispensabile per la quotidianità e per il welfare sociale; un settore che ha dimostrato di esserci sempre, nella quotidianità, per anziani e disabili, per i fragili, ma anche nelle grandi catastrofi naturali, come i terremoti, scavando ad Amatrice e a L'Aquila, o con le mani nel fango, come nelle diverse alluvioni avvenute purtroppo in diverse Regioni, come per esempio l'Emilia-Romagna da cui provengo, o a causa del maltempo di questi giorni, in cui ci sono stati problemi in diversi territori. Non dimentichiamo quello che hanno fatto silenziosamente questi enti ed associazioni durante la pandemia. Grazie a tutti.

Il terzo settore è una realtà da sostenere e rilanciare. Ecco perché la riforma adottata nel 2017 attendeva di essere completamente attuata. Ed ecco perché questo Governo ha voluto dare una risposta concreta, sistemando quelle criticità e storture che aspettavano da tempo. Si tratta di un lavoro che era iniziato con la legge di bilancio che, ad esempio, ha semplificato e uniformato le modalità di monitoraggio, ma anche di rendicontazione, del Fondo nazionale per le non autosufficienze e del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, grazie alla ministra Erika Stefani e adesso alla ministra Locatelli.

Tale lavoro ha anche derogato al tetto per l'assunzione da parte degli enti locali, delle Regioni e delle Province autonome, relativamente alla gestione del registro unico familiare degli enti del terzo settore.

Il percorso è proseguito con questo disegno di legge che ci accingiamo a votare, fatto dell'ascolto attento dato da questo Governo al mondo del terzo settore, che chiedeva di semplificare, di rivedere la parte burocratica ed amministrativa. Questo perché, con l'entrata in vigore del codice, molte associazioni ed enti di volontariato hanno dovuto fare i conti con una serie di adempimenti e procedure burocratiche che hanno rallentato e complicato l'attività quotidiana, rischiando di compromettere le loro funzioni sociali.

Ecco perché in questo disegno di legge viene estesa alle forme associative dei Comuni la possibilità, attualmente prevista per i singoli Comuni, di effettuare assunzioni a tempo indeterminato di assistenti sociali, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa per il personale, a valere sulle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e l'esclusione sociale. Non solo: nell'ambito della rete dell'inclusione e della protezione sociale, viene istituito il tavolo nazionale di lavoro sui minori affidati ed in carico ai servizi sociali e territoriali e sui neo maggiorenni in prosieguo amministrativo.

Questo tavolo, oltre ad essere formato dai Ministri e dai funzionari, intende anche avere la partecipazione di un rappresentante delle associazioni familiari tra le più rappresentative e di otto rappresentanti di enti del terzo settore. Questo è un segnale molto importante. L'articolo 3 istituisce nell'8 aprile la Giornata di ascolto dei minori, che ovviamente non ha effetti civili sulle festività e, come sempre, si celebrerà senza oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche.

Negli articoli successivi vengono riviste alcune norme del codice del terzo settore. È modificata la norma specificatamente dedicata alle attività sportive dilettantistiche e quella sulle imprese sociali costituite in forma di associazioni e fondazioni. Si modifica la disciplina sulla possibilità di adozione del bilancio nella forma di rendiconto per cassa; si consente in via ordinaria la possibilità per i soci di intervenire utilizzando i mezzi delle telecomunicazioni e il voto per via elettronica.

Si è aggiunto anche un altro emendamento del Governo, una novità importante, in favore delle associazioni d'Arma, che pone un rimedio ai problemi che si erano creati nel 2017 con la riforma del codice del terzo settore per le associazioni d'Arma, con l'Associazione nazionale dei Carabinieri e degli Alpini. Potranno finalmente iscriversi al Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) e continuare svolgere il loro prezioso lavoro, da sempre a vantaggio della comunità e della protezione del bene comune, usufruendo però del regime giuridico degli enti del terzo settore.

Signor Presidente, la Lega crede fortemente nell'attività di volontariato come sistema solidaristico, indispensabile per la tenuta del nostro welfare sociale e pilastro importante del nostro sistema Paese. Un modello tutto italiano, che molti Paesi ci invidiano e che, grazie al ministro Locatelli, stiamo facendo conoscere a livello internazionale, con la sua partecipazione all'ONU oppure nell'organizzazione del G7, a ottobre in Umbria. Con questo dichiaro il voto favorevole del Gruppo Lega. (Applausi).

ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAMBITO (PD-IDP). Signora Presidente, colleghe e colleghi, sarà capitato a molti di noi di riflettere su come sarebbe possibile essere comunità senza le attività, i presidi e servizi offerti dal terzo settore, una risorsa imprescindibile, che è davvero un vanto per il nostro Paese. Si tratta di un ambito indispensabile, stratificato e significativo, una rete preziosa, attiva da decenni e riconosciuta solamente in tempi recenti grazie a un Governo di centrosinistra. Sono certamente organizzazioni diverse per dimensioni e per tipo di attività svolta, ma tutte rispondono ai bisogni della comunità per il solo bene comune.

Vogliamo essere chiari: per noi il terzo settore è una realtà da sostenere lavorando in sinergia con i territori. In questo modo ha promosso un profondo cambiamento sociale, che ha migliorato la qualità della nostra vita. I numeri lo confermano: l'aumento del 52,8 per cento di associazioni afferenti negli ultimi dieci anni e i 4,5 milioni di volontari stimati sono dati che raccontano di un settore in crescita, a indicare, dunque, la necessità sempre più forte di integrare e di supportare le istituzioni rispetto a nuove povertà, a solitudini emergenti, alle fragilità, alla carenza dei servizi. Solo per fare alcuni esempi, parliamo di un mondo che lavora nelle carceri per il reinserimento dei detenuti, con i migranti, con le persone con disabilità e fragilità. È un settore che si è occupato del soccorso e della ricostruzione dopo le grandi tragedie naturali, che si impegna ad avere un Paese libero dalle mafie e dai ricatti quotidiani della criminalità organizzata; un settore che non lascia soli gli anziani, che si oppone al razzismo e all'intolleranza, che aiuta le donne vittime di violenza, che lotta contro la dispersione e l'abbandono scolastico nelle realtà più marginali del Paese.

Signora Presidente, per essere davvero comunità, serve ridurre le diseguaglianze e certamente in questo il terzo settore svolge un ruolo determinante. Mi sembrava una premessa importante e desidero anche sottolineare che noi non siamo affezionati alle nostre riforme; siamo consapevoli che sia necessario rivedere ed aggiornare le norme per migliorare la risposta dello Stato. Tuttavia, nel caso di questo provvedimento il giudizio non è del tutto positivo: in sintesi, qualche novità positiva, ma tante ombre e tante soluzioni rinviate.

Ben venga, dunque, l'ascolto attento dato al mondo del terzo settore, che chiedeva di semplificare e di rivedere la parte burocratico-amministrativa. È corretto avere esteso alle forme associative dei Comuni la possibilità di assumere a tempo indeterminato assistenti sociali in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale previsti dalla normativa, sebbene le risorse stanziate non siano comunque sufficienti. Tuttavia di questo hanno parlato i miei colleghi che mi hanno preceduto.

Giungendo alle dolenti note, invece, ci lascia molto perplessi la norma che istituisce un tavolo di lavoro sul fenomeno dei minori fuori famiglia e dei minori affidati e in carico ai servizi sociali territoriali e la previsione di una relazione annuale al Parlamento sullo stato dei minori fuori famiglia. Da un lato, si va a istituire un tavolo di lavoro che faccia azione di supporto, monitoraggio, valutazione e analisi e, dall'altro lato, con il disegno di legge a prima firma dei ministri Roccella e Nordio, si istituisce un registro nazionale in ogni tribunale e anche un osservatorio nazionale con il compito di monitorare eventuali anomalie e promuovere ispezioni. Qual è la ragione di questa duplicazione? Sembra quasi che ogni Ministero lavori senza alcun accordo su progettualità sovrapposte che creano confusione. A noi sta a cuore il diritto del minore e l'interesse di tutelarlo, quindi ci chiediamo se la vera volontà sia quella di ascoltare i minori e proteggerli, perché i dubbi onestamente non mancano e con le vostre azioni rischiate di aumentare la confusione.

Che dire, poi, della proposta di istituire il 9 aprile di ogni anno la Giornata nazionale dell'ascolto dei minori? Non servono nuove giornate, mere bandierine di propaganda fine a se stessa, volte a intortare l'opinione pubblica. Servono risorse adeguate. Per noi la partecipazione è molto di più di una giornata di ascolto: è sviluppare il protagonismo dei nostri giovani, dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, anche in attuazione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.

In generale, signora Presidente, non sembra proprio che questo Governo si sia occupato realmente, oltre agli slogan, di minori. Il decreto immigrazione ha fatto saltare un pilastro di civiltà con il diritto alla protezione degli under 18; il decreto Caivano punisce per educare; oppure vogliamo parlare dei 210 euro di assegno restituiti dalle famiglie monogenitoriali o dei tagli agli asili nido, dello stop dell'IVA al 5 per cento per i prodotti per l'infanzia o ancora del taglio per i centri estivi? Ma è questa la coerenza del Governo? Non ci ingannate: difendere la famiglia significa riconoscere il lavoro di cura, ma anche riconoscere le professionalità come quelle degli educatori che ogni giorno assistono anziani, soggetti fragili, disabili, soggetti svantaggiati.

Come Partito Democratico, porteremo sempre avanti tutte le battaglie per i diritti, la qualità della vita e la dignità delle persone. Ci troverete pronti quando verrà il momento di ricostruire i supporti alle nostre comunità, ai giovani, agli anziani soli, alle famiglie in difficoltà e che non riescono nemmeno più a curarsi. Non c'è futuro senza assicurare a tutte e a tutti istruzione, cure sanitarie, abitazioni dignitose, assistenza, previdenza pensionistica, sostegno al lavoro. Si poteva fare di più con questo disegno di legge, ad esempio accettando anche le proposte che abbiamo avanzato in Commissione e con gli emendamenti, dopo un percorso di ascolto delle realtà associative. La volontà di non modificare il testo per evitare il rinvio alla Camera blocca un percorso di riforma necessario per dare risposte che gli enti del terzo settore chiedono da molti anni.

È sintomatica la vicenda dei lasciti testamentari, che aveva visto adesione anche dal Ministero, che però non è stata accolta in questo testo. Occorre infatti completare la semplificazione normativa necessaria a sgravare gli enti da un appesantimento burocratico che comporta spesso ingenti spese e il ricorso alle vie legali prima di entrare in possesso dei beni. Un'occasione persa, così come l'emendamento per rafforzare la trasparenza delle modalità di utilizzo del cinque per mille da parte degli enti non profit, rafforzando il dialogo con i loro donatori e una richiesta che arriva dal terzo settore che non avete voluto accogliere per il desiderio di fare presto e portare a casa una legge senza pensare alle soluzioni che in questo modo perdiamo per strada. Per risparmiare il tempo della terza lettura si rinviano sine die norme che potevano essere tranquillamente inserite in questa seconda lettura al Senato.

Con queste osservazioni ho provato a spiegarvi l'amarezza che rimane per un lavoro parlamentare che, alla fine, risulta essere frettoloso, impreciso, incapace di includere tutte le soluzioni ai problemi che in questi anni le realtà del terzo settore hanno portato alla nostra attenzione.

L'Italia può dirsi fortunata, grazie al contributo fondamentale di associazioni e di organizzazioni della società che affiancano e spesso suppliscono alle carenze dello Stato, un contributo da valorizzare e mai impoverire, che meritava un impegno maggiore in quest'Aula.

Per questi motivi, solo sintesi di molte altre perplessità che rimangono su questo provvedimento, annuncio il voto di astensione del Gruppo Partito Democratico. (Applausi).

SATTA (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SATTA (FdI). Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, per prima cosa vorrei anch'io esprimere un sincero ringraziamento al vice ministro Bellucci per la passione, la competenza e la determinazione che ha posto in tutte le occasioni di discussione di questo provvedimento. Grazie poi al presidente Zaffini, alla relatrice Mancini e a tutti i colleghi e colleghe per il lavoro svolto in 10a Commissione.

Il provvedimento che ci accingiamo a votare, già approvato dalla Camera dei deputati, reca disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del terzo settore. Si tratta di un intervento normativo importante e molto atteso, che interessa non solo specifici enti, ma ridisegna un settore, quello del volontariato nazionale, che a partire dagli anni Ottanta ha assunto un ruolo decisivo e un valore economico, sociale e culturale sempre più riconosciuto e apprezzato, come un volano di supporto in un settore, quello delle politiche sociali, che ha un ruolo strategico all'interno del tessuto connettivo della nostra Nazione.

Ricordo anche il contesto temporale nel quale si inserisce, dopo gli eventi tragici della pandemia che ha portato a restrizioni mai viste della nostra libertà, con conseguenze radicali su tutto il nostro vivere la socialità. È proprio da quella drammatica esperienza che deriva non solo l'esigenza di riscrivere un modello sociosanitario che possa essere in grado di affrontare queste emergenze per il futuro, ma anche la necessità di recuperare ogni spazio per una sana vita sociale e recuperare quelle certezze nelle quali ogni cittadino possa ritrovarsi.

Da questi obiettivi deriva la necessità di rivisitare il corredo di norme che regolamentano il terzo settore. È noto come la riforma del terzo settore adottata nel 2017 attendeva di essere completamente attuata. Proprio con questo provvedimento si coniuga l'interesse delle organizzazioni che ne fanno parte e che da anni aspettano delle risposte concrete nell'incertezza della piena entrata in vigore di tutte quelle disposizioni agevolative, ma anche per il sostegno alle importanti attività che queste associazioni quotidianamente svolgono nell'interesse della collettività, soprattutto a vantaggio dei più fragili.

È davvero un provvedimento importante, colleghi, perché interviene su una materia delicata, a partire dagli assistenti sociali, donne e uomini che aiutano altre persone. A tal proposito sottolineo la deroga che supera i vincoli per le assunzioni degli assistenti sociali e nelle forme associative comunali per rendere sempre più capillare una presenza fondamentale nel territorio e rispondere a un fabbisogno che cresce e si modifica nel tempo. Questa deroga però al tempo stesso salvaguarda il rigore della gestione delle risorse finanziarie. Infatti le assunzioni possono avvenire nel rispetto dei vincoli di contenimento della spesa di personale già esistenti e devono essere finanziate attraverso le risorse attualmente disponibili nei Fondi povertà e solidarietà comunale.

Altra questione fondamentale che viene affrontata è quella che attiene all'integrazione e all'inclusione sociale dei minori più vulnerabili. Viene istituito un tavolo di lavoro nell'ambito della rete della protezione e dell'inclusione sociale dedicato ai minori che si trovano fuori dal contesto familiare, a coloro ai quali vengono affidati, ai servizi sociali territoriali e ai neomaggiorenni che si trovano in una condizione di prosieguo amministrativo. Con l'approccio coordinato e la messa a punto del sistema informativo si prevede pertanto un miglioramento significativo nella gestione delle informazioni riguardanti i minori affidati ai servizi sociali, finalizzato ad ottenere interventi mirati ed efficaci.

Ricordo poi con soddisfazione che nella data del 9 aprile sarà istituita la Giornata nazionale dell'ascolto dei minori. Non si tratta di una delle tante giornate dedicate a un tema; certo, non risolve tutti i problemi, ma è davvero necessario ascoltare i minorenni anche nella sede giudiziaria. Si tratta quindi di un significativo segnale; uno strumento da affiancare a tante altre iniziative per tutelare la salute e il benessere psicologico dei minorenni, e che sarà utile a potenziare gli strumenti di ascolto.

Altra novità riguarda le associazioni d'Arma. Con le associazioni nazionali dei Carabinieri o degli Alpini, sarà finalmente possibile iscriversi al ruolo unico nazionale del terzo settore per poter svolgere il loro prezioso lavoro, da sempre a vantaggio delle comunità e della protezione del bene comune, avvantaggiandosi del regime giuridico degli enti del terzo settore.

Per queste ragioni, colleghi, e per molte altre, il provvedimento che ci apprestiamo a votare deve essere considerato un atto che farà la differenza per molte persone. È il segno di un'Italia ispirata dai suoi migliori valori solidaristici e che non vuole lasciare solo nessuno. Pertanto annuncio il convinto voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).