Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 180 del 17/04/2024

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

180a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 17 APRILE 2024

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Presidenza del vice presidente RONZULLI,

indi del vice presidente CASTELLONE

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente RONZULLI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,09).

Si dia lettura del processo verbale.

SILVESTRONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Per un'informativa del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sui casi di peste suina in Emilia-Romagna

FREGOLENT (IV-C-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FREGOLENT (IV-C-RE). Signora Presidente, purtroppo la notizia che speravamo non arrivasse è arrivata in questi giorni: la peste suina è a Langhirano, in provincia di Parma. Ciò vuol dire che i prodotti che dal maiale derivano, i prosciutti che ci hanno resi famosi in tutto il mondo, rischiano uno stop delle importazioni. Già il Canada ha chiuso le frontiere, come il Giappone e la Thailandia. Rischiamo il mercato degli Stati Uniti. Rischiamo quindi una tragedia.

Nei giorni scorsi a Parma c'era stato incontro tra il commissario e le parti interessate, gli agricoltori e i trasformatori. Purtroppo, le date che il commissario aveva dato, relative al provvedimento che sarebbe stato adottato dall'Unione europea, non sono state rispettate, perché tutto è stato anticipato di qualche giorno e questo determina che la messa in sicurezza dei maiali sarà di fatto impedita.

Per questi motivi noi chiediamo al Governo e in particolare al ministro Lollobrigida di venire in Aula e riferire cosa il Governo, e in particolare il commissario, stanno facendo per affrontare il problema della peste suina; e per conoscere quali saranno le risorse stanziate a titolo di risarcimento per un mercato che per noi è importante e che sicuramente avrà un tracollo finanziario notevole.

Quella terra - l'Emilia-Romagna - ha già subito i danni dell'alluvione dello scorso anno. Non ci voleva che nella Food Valley, famosa in tutto il mondo per la qualità del suo cibo, ci fosse una tragedia così imminente. Sono due anni che la peste suina dovrebbe essere debellata in modo efficace e si fanno solo chiacchiere. Capisco l'importanza di leggi come il premio del cuoco e i giovani in agricoltura, gli agricoltori sentinelle del territorio, ma poi, quando si presentano problemi reali, forse bisognerebbe avere risposte più efficaci e solerti. (Applausi).

Discussione e approvazione del documento:

(Doc. XXIV, n. 16) Risoluzione approvata a conclusione dell'esame della proposta di risoluzione sulla situazione politica in Venezuela in vista delle elezioni presidenziali del 2024 (Esame ai sensi dell'articolo 50, comma 3-ter, del Regolamento) (ore 10,13)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della risoluzione approvata dalla 3a Commissione permanente (Affari esteri e difesa), nella seduta del 5 marzo 2024, a conclusione dell'esame della proposta di risoluzione sulla situazione politica in Venezuela in vista delle elezioni presidenziali del 2024 (Doc. XXIV, n. 16).

La relazione è stata già stampata e distribuita.

Ha chiesto di parlare, per integrare la relazione scritta, la senatrice Craxi. Ne ha facoltà.

CRAXI, relatrice. Signor Presidente, onorevoli senatori, il prossimo 28 luglio il Venezuela sarà chiamato al voto per le elezioni presidenziali, a distanza di sei anni dalle elezioni che, boicottate dall'opposizione, segnate da un forte astensionismo e ritenute non credibili da larga parte della comunità internazionale, avevano portato al rinnovo del mandato presidenziale per Nicolas Maduro.

Dopo una stagione politica ed economica drammatica - segnata da gravi conseguenze sul piano sociale, da sistematici episodi di violenza da parte delle autorità governative, dall'incertezza del quadro giuridico, dall'inaffidabilità del sistema giudiziario, dall'arbitrarietà dell'azione amministrativa, dal crollo degli investimenti stranieri, dalla drastica contrazione del prodotto nazionale lordo e dalla crescita esponenziale dei livelli di povertà della popolazione - il riavvio, dal mese di agosto 2021, di un processo negoziale tra il regime venezuelano e la Piattaforma unitaria democratica, l'organismo che riunisce le principali anime dell'opposizione democratica, in vista dell'organizzazione nel 2024 di elezioni presidenziali libere, eque ed inclusive e della revoca delle sanzioni economiche che gravano da anni sul Paese, aveva lasciato intravedere la possibilità che in Venezuela potesse avviarsi verso un periodo di riconciliazione e di democratizzazione.

Il traguardo più importante di questa stagione di dialogo è stata la sottoscrizione, il 17 ottobre 2023, nello Stato caraibico di Barbados, di due accordi parziali sulla promozione dei diritti politici e delle garanzie elettorali per tutti e sulla protezione degli interessi vitali della Nazione, con l'impegno allo svolgimento di elezioni presidenziali libere ed inclusive nella seconda metà del 2024, previo aggiornamento delle liste elettorali, anche all'estero, da tenersi alla presenza di missioni internazionali di monitoraggio elettorale.

Dopo che il 22 ottobre 2023 le primarie organizzate dalle forze di opposizione, cui hanno partecipato oltre 2 milioni di cittadini, hanno visto prevalere nettamente Maria Corina Machado, la leader del partito Vente Venezuela, quale possibile candidata unitaria di tutte le opposizioni in vista delle elezioni presidenziali, l'azione repressiva posta in essere dal regime venezuelano è stata riattivata.

La stessa Maria Machado, già sanzionata con misure restrittive dieci anni fa, è stata nuovamente colpita da un provvedimento di ineleggibilità nel gennaio 2024, mentre ulteriori interdizioni ai candidati sono state irrogate a danno di altre personalità politiche di rilievo nella scena politica venezuelana.

Alla fine del mese di gennaio 2024, la stessa Corte suprema del Venezuela ha respinto il ricorso di Maria Corina Machado in merito all'interdizione ad ogni carica pubblica inflitta a suo carico, con una pronuncia che rende incerto il percorso di riconciliazione e democratizzazione del Paese.

Come ha ricordato la stessa Maria Corina Machado, audita lo scorso 30 gennaio della 3a Commissione permanente del Senato, appare assolutamente necessario che in vista delle elezioni presidenziali, tutti i venezuelani siano messi in condizione di votare, anche quelli residenti all'estero, e che venga assicurata protezione internazionale agli attivisti politici che lavorano nel Paese.

Tenuto conto che la crisi interna venezuelana ha delle fortissime ricadute anche sul piano regionale e internazionale, contribuendo ad alimentare focolai di tensione e di instabilità politica che rischiano di avere effetti ulteriormente destabilizzanti per gli interi equilibri del Continente americano, e che la stabilità democratica e il ripristino di indifferibili condizioni di sicurezza e di legalità in Venezuela sono indispensabili, al fine di tutelare l'incolumità dei cittadini appartenenti ai membri della numerosa comunità italo-venezuelana presente nel Paese, la Commissione affari esteri e difesa del Senato ha ritenuto necessario prendere posizione in modo significativo sulla questione.

Con la presente risoluzione, votata - ci tengo a dirlo - all'unanimità della Commissione affari esteri e difesa del Senato, nella convinzione che lo svolgimento di elezioni libere e regolari rappresenti una condizione irrinunciabile dei Paesi democratici e che l'organizzazione di processi elettorali indipendenti e trasparenti sia indispensabile per promuovere un ambiente elettorale competitivo e la fiducia dei cittadini e l'integrità delle elezioni e delle stesse istituzioni democratiche, si impegna il Governo italiano: a ribadire in ogni consesso internazionale l'importanza del ripristino della democrazia, dello Stato di diritto e del libero esercizio dei diritti civili e politici da parte della popolazione del Venezuela, richiamando le autorità di Caracas alla necessità di rilasciare i prigionieri politici, e far cessare ogni azione volta a impedire una reale partecipazione democratica alle prossime competizioni elettorali; ad intraprendere ogni iniziativa utile ai fini dell'attuazione degli Accordi di Barbados, con particolare riguardo alla definizione di un cronoprogramma, all'aggiornamento del registro degli elettori, anche all'estero, e all'autorizzazione alla presenza di missioni internazionali di osservazione elettorale; ad adoperarsi affinché i numerosi cittadini venezuelani residenti in Italia possano esercitare il proprio diritto di voto in occasione delle prossime competizioni elettorali; a sostenere l'azione diplomatica dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri, finalizzata a definire una posizione comune dei 27 Paesi dell'Unione sulla linea del presente atto d'indirizzo; a intraprendere ogni iniziativa utile a livello diplomatico nelle sedi internazionali affinché le elezioni presidenziali previste nella seconda metà del 2024 in Venezuela siano libere, eque, inclusive e credibili e si svolgano in modo trasparente, consentendo anche ai legittimi rappresentanti dell'opposizione di prendervi parte in qualità di candidati; a esperire ogni ulteriore azione utile a tutelare la comunità italiana in Venezuela e le aziende italiane tuttora operanti in quel Paese e i loro legittimi interessi economici.

Dopodiché, signora Presidente, chiedo di apportare una modifica al quinto impegno della bozza di risoluzione in esame: in occasione dell'approvazione in Commissione, non conoscendo ancora la data delle elezioni, si era scritto «nella seconda metà del 2024», come ho letto; ora sappiamo che il Presidente del Consiglio nazionale elettorale in Venezuela ha indetto le elezioni presidenziali per il 28 luglio 2024.

PRESIDENTE. Quindi aggiungiamo la data?

CRAXI (FI-BP-PPE). Esattamente, signora Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Ricordo che eventuali ordini del giorno al documento in esame potranno essere presentati entro la conclusione della discussione. Chiedo ai colleghi per cortesia di limitare il brusio.

Dichiaro aperta la discussione.

È iscritto a parlare il senatore Scalfarotto. Ne ha facoltà.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Signor Presidente, partirei fissando un punto che dev'essere chiaro a tutti: la dittatura di Nicolas Maduro è feroce, sanguinaria, illiberale e liberticida; ha depauperato le ricchezze e le risorse del Venezuela, ha impoverito i venezuelani, li ha ridotti alla fame e li ha costretti a esodi biblici verso i Paesi confinanti. Il regime di Maduro è sostenuto soltanto dai peggiori Stati canaglia di tutto il mondo e questa non può che essere la premessa rispetto a qualsiasi discussione che apriamo sul Venezuela.

Mi lasci dire allora, signora Presidente, che è con soddisfazione che noi del Gruppo Italia Viva-Il Centro-RenewEurope accogliamo questa risoluzione unitaria, perché in qualche modo va a "rammendare" una ferita che credo la politica di questo Paese abbia posto sulla coscienza civile dell'Italia e sulla nostra storia recente. Non possiamo tacere in quest'Aula che purtroppo, guardandola oggi, possiamo definire tranquillamente la posizione italiana rispetto al Venezuela durante la stagione del Governo giallo-verde nel 2018 e 2019 come indegna, vergognosa e pilatesca, perché praticamente ci condusse ad essere il Paese che, in quella sede, bloccò la volontà dell'Unione europea di riconoscere la Presidenza costituzionalmente prevista dell'allora presidente del Parlamento venezuelano Juan Guaidó. Diceva qualcuno, diceva il nostro Governo che costui si era autoproclamato Presidente, quando invece esisteva una norma costituzionale secondo la quale, in assenza del Presidente eletto, toccava al Presidente del Parlamento portare il Paese a elezioni. E possiamo dire che il Presidente eletto mancava, perché il presidente Maduro era stato eletto con elezioni truffaldine e fraudolente, riconosciute come tali da tutti, a partire, tra l'altro, dall'allora ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi. Tra le altre cose, noi non abbiamo ancora un ambasciatore, ma siamo rappresentati da un incaricato d'affari. Ma ciò non fu sufficiente a prendere la posizione che avremmo dovuto prendere e che tra l'altro la resistenza anti-chavista venezuelana ci chiedeva di prendere; una posizione chiara che ci distinguesse dall'Iran, dalla Cina, dalla Corea del Nord e da Paesi di questo stampo.

L'Italia non lo fece, secondo me voltando le spalle a un Paese che, nel suo stesso nome, denuncia il legame di sangue che intercorre con il nostro Paese. Venezuela vuol dire "piccola Venezia"; è un Paese che già con la sua stessa denominazione ci ricorda quanto sangue italiano, quanta carne, quanta vita italiana ci sia lì. Ebbene, noi avemmo la faccia tosta - non so come altro definirla - di considerare tutto quello che stava succedendo come un affare interno del Venezuela, nel quale non dovevamo entrare, come dicevano all'epoca i colleghi del MoVimento 5 Stelle al Governo. Ricordo l'indimenticato presidente della Commissione affari esteri del Senato Petrocelli o l'altrettanto indimenticato - ahinoi - sottosegretario per gli affari esteri Manlio Di Stefano, che erano addirittura andati in Venezuela a fare una visita e che tornarono dicendo che i corsi di educazione musicale che si tenevano in Venezuela erano di primario livello, per non parlare poi del sistema elettorale che il Venezuela aveva adottato. Ecco, di questo si parlava, di un affare interno del Venezuela, mentre l'allora ministro dello sviluppo economico e del lavoro, nonché vice presidente del Consiglio dei ministri, Luigi Di Maio andava a trovare i gilet gialli in Francia, che mettevano a ferro e fuoco il Paese, provocando anche dei morti. Quello non era un affare interno della Francia; lì si poteva andare, senza neanche avvisare il Governo in carica. Ecco, c'era questa divisione.

Per fortuna quei momenti di follia, che ci condussero a firmare il famigerato MOU con la Cina, sono passati. Siamo tornati a un momento di maggiore lucidità politica e di maggiore dignità a livello internazionale per il nostro Paese, che io credo sia ben rappresentato da questa risoluzione. Una risoluzione che interviene in un momento nel quale, tra le altre cose, il Venezuela crea problemi anche di politica estera nella regione dell'America del Sud, nel senso che appunto Maduro non si limita ad arrestare o a uccidere i suoi avversari politici e a metterli in condizione di non poter correre alle elezioni. Voglio sempre ricordare e ringraziare l'indefesso lavoro del presidente Casini, che è qui in Aula, che è stato determinante per risolvere alcune crisi e per mettere a disposizione la nostra rappresentanza diplomatica, salvando letteralmente la vita a dissidenti del regime. Ebbene, il Governo di Maduro, come sapete, sta avanzando addirittura rivendicazioni territoriali nei confronti di Paesi vicini: vorrebbe prendersi un pezzo della Guiana, come se nulla fosse, e vorrebbe portarlo via con un colpo di matita sulle mappe geografiche. C'è un problema grosso aperto con il Cile di Gabriel Boric, dove sono stati consumati degli omicidi a sfondo politico che il Governo cileno ha abbastanza apertamente addebitato a dei mandanti politici che stanno seduti a Caracas.

In questo quadro, pensare a una buona fede di Maduro quando va a firmare un accordo alle Barbados nel quale si impegna a una transizione democratica è una cosa che va presa con le pinze, perché il curriculum di Maduro non è certamente quello di qualcuno che assicura le libere elezioni. Infatti lo stiamo vedendo: le primarie sono state subito invalidate ed è stata colpita ad personam anche la successiva scelta di candidare una figura nobile, una donna riconosciuta super partes, come Corina Yoris; sostanzialmente anche questo tentativo sta andando a vuoto. Dunque è importantissimo che l'Italia e l'Unione europea, che, come diciamo spesso in altri quadranti geopolitici, risulta essere - ahinoi - un peso piuma, si facciano sentire in questo caso in modo molto forte. Penso che ci siano Paesi, come l'Italia e anche la Spagna, che hanno il dovere storico, culturale e politico di essere presenti in quella fase.

Dal canto nostro, c'è il massimo sostegno al Governo perché inverta la rotta del 2018 e faccia sentire stentorea e forte la propria voce, anche a riconferma dei nostri legami con la comunità italiana venezuelana, con i milioni di venezuelani di origine italiana, che magari non hanno un passaporto, ma che ancora sentono forte il legame con quella che possiamo chiamare la madrepatria, e perché faccia sentire anche la nostra presenza a tutela dei diritti democratici e delle libertà. L'Italia non può stare da nessun'altra parte che da quella e credo che ogni posizione che non sia fermamente dalla parte dei diritti democratici e delle libertà sia una posizione contro i diritti democratici e le libertà. Non c'è una possibilità terzista: o si sta dalla parte della libertà o si sta dalla parte della tirannia; o si sta dalla parte della democrazia o si sta dalla parte della dittatura. Il nostro Paese, la nostra Costituzione, la nostra storia, la nostra tradizione politica ci impongono di essere da quella parte. Quindi è apprezzabile che il Parlamento dia un mandato forte al Governo italiano e all'Unione europea, perché prendano una posizione e pretendano una transizione democratica in Venezuela. (Applausi).

Saluto alla rappresentanza dell'associazione Casa Italo-Venezuela e ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Salutiamo in tribuna una rappresentanza dell'associazione Casa Italo-Venezuelana. (Applausi).

Salutiamo e diamo il benvenuto inoltre agli studenti e ai docenti dell'Istituto comprensivo «Gaetano Guarino» di Favara, in provincia di Agrigento. (Applausi).

Ripresa della discussione del documento XXIV, n. 16 (ore 10,32)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Paganella. Ne ha facoltà.

PAGANELLA (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, il Venezuela è in bancarotta economica, ma anche politica, sociale e democratica. A dieci anni dall'insediamento di Maduro e a venticinque dalla presa del potere del suo ispiratore Hugo Chavez, quello che era uno degli Stati più ricchi e solidi dell'America Latina presenta indici di povertà e disoccupazione altissimi, un'inflazione fuori controllo e un tasso di delinquenza e corruzione fra i più alti al mondo. Cito alcuni numeri che fotografano la situazione: più del 90 per cento dei venezuelani vive sotto la soglia della povertà; in alcuni anni l'inflazione in Venezuela si è attestata tra il 150 e il 400 per cento; oltre 7 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese e Caracas è stata classificata come la città più violenta al mondo. Questa crisi umanitaria è tra le peggiori del millennio, insieme a Siria, Afghanistan e Ucraina.

Incapace di affrontare la situazione con gli strumenti democratici, Chavez prima e Maduro oggi hanno poco a poco compresso ogni libertà, hanno arrestato i propri oppositori e hanno falsato la competizione democratica con elezioni farsa o dichiarando ineleggibili i più pericolosi rivali politici. Negli ultimi dieci anni oltre 15.000 persone sono state arrestate per motivi politici. In poche parole, tutte le garanzie dello Stato di diritto sono state calpestate pur di permettere alla cricca al potere di sopravvivere. Un potere che si regge ormai sull'uso della forza, la corruzione e l'assoggettamento dei media, della magistratura e, soprattutto, dei militari.

La parabola del chavismo contiene molti insegnamenti e parla anche a noi occidentali, in particolare a noi europei. Essa, infatti, rappresenta la sconfessione pratica di quell'ideologia che, presentandosi come il socialismo del ventunesimo secolo, ha affascinato non pochi intellettuali occidentali, sempre pronti ad appoggiare qualsiasi ideologia si presenti come critica dei nostri valori e del nostro sistema politico.

Intellettuali che spesso, ancora oggi in preda ad uno strabismo strano, non riescono a chiamare con il suo nome la dittatura di Maduro o semplicemente voltano lo sguardo dall'altra parte quando sentono parlare dei suoi misfatti. È stato proprio il tentativo di nazionalizzare le enormi risorse petrolifere di cui è ricco il Paese, di combattere la proprietà privata ed il profitto imprenditoriale e di controllare i prezzi, in una parola di imporre dall'alto uno statalismo statale assoluto, che ha portato il Venezuela allo stato attuale, mostrando a tutti che quell'ideologia, sconfitta più volte dalla storia, è sempre uguale a se stessa nel portare povertà e comprimere la libertà umana.

Con questa risoluzione, consapevoli delle difficoltà in cui versa il popolo venezuelano, intendiamo richiamare il Governo, l'Europa e tutto il mondo libero a impegnarsi con rigore e incisività nei consessi internazionali per far rispettare dal Governo venezuelano gli impegni presi. In particolare, Maduro dovrà garantire che le prossime elezioni presidenziali si svolgano in piena libertà e trasparenza e che tutti i partiti dell'opposizione democratica saranno messi in condizione di concorrere e contendersi la leadership.

Necessario, altresì, l'immediato rilascio dei tanti oppositori politici incarcerati senza giudizio o senza un giusto processo. Un appello particolare lo rivolgiamo al nostro Governo, nella consapevolezza che antichi e forti rapporti legano i nostri due popoli, testimoniati fra l'altro dalla presenza massiccia in Venezuela di cittadini di origine italiana. Nel Paese latino-americano, l'Italia ha poi ancora oggi interessi commerciali ed economici che vanno difesi e tutelati, a cominciare da quelli delle tante nostre aziende che vi operano e commerciano.

Difendere la libertà, anche in un Paese geograficamente lontano, non è né inutile, né poco importante. Significa, infatti, difendere anche la nostra libertà. Questa risoluzione, pertanto, è un invito ad essere più incisivi ed efficaci, facendo valere tutte le armi diplomatiche e politiche a nostra disposizione. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Ha facoltà di parlare la relatrice, senatrice Craxi.

CRAXI, relatrice. Signor Presidente, intervengo solo per salutare i rappresentanti del partito di Maria Corina Machado in Italia, che sono presenti in Aula.

PRESIDENTE. La Presidenza, ovviamente, si associa ai saluti. (Applausi).

Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che invito anche a pronunziarsi sulla risoluzione già approvata dalla 3a Commissione permanente.

CASTIELLO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sulla risoluzione approvata dalla 3a Commissione permanente.

Brevemente, signor Presidente, desidero ribadire a quest'Assemblea come l'Italia e quindi il Governo seguano con attenzione la crisi del Venezuela e auspichino che il Governo di Maduro ponga in essere quanto stabilito dagli accordi di Barbados tra Esecutivo e opposizione lo scorso ottobre.

Ci aspettiamo che venga garantito lo svolgimento di elezioni presidenziali libere ed inclusive a luglio, secondo il calendario costituzionale. Seguiamo con attenzione l'evolversi della campagna elettorale in Venezuela e auspichiamo il rispetto di tutte le norme democratiche, del pluralismo e dello Stato di diritto. All'opposizione devono essere riconosciuti diritti civili e spazio democratico.

In base agli accordi di Barbados ci aspettiamo che le autorità venezuelane consentano il pieno svolgimento delle missioni internazionali di monitoraggio elettorale, tra cui quella dell'Unione europea. Ricordo a quest'Aula gli ultimi sviluppi negativi avvenuti nel Paese: il mancato riconoscimento del risultato delle primarie dell'opposizione, l'arresto dell'attivista Rocio San Miguel, la decisione del Governo di Caracas di sospendere l'attività dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani, i continui atti ostili verso le opposizioni, da ultimo con i mandati d'arresto annunciati dal Governo a marzo, alcuni dei quali nei confronti dei cittadini italo-venezuelani.

Ci aspettiamo, come Governo, un'immediata ripresa delle attività dell'Alto commissario per i diritti umani, con il rientro in Venezuela dei funzionari ONU espulsi dal Paese.

Monitoriamo la questione dei prigionieri politici ancora in carcere, tra cui purtroppo tanti cittadini italiani, dei quali continuiamo a richiedere in ogni occasione il rilascio. In particolare, stiamo seguendo casi dei concittadini Juan Carlos Marrufo e Alfredo Oreste Schiavo, date le loro precarie condizioni di salute.

Così come seguiamo con preoccupazione gli sviluppi della disputa tra Venezuela e Guyana in merito alla regione dell'Esequiba. Riteniamo che la questione vada ricondotta nell'alveo del diritto internazionale.

Infine, tramite l'azione del nostro incaricato d'affari in Venezuela e console generale a Caracas, stiamo lavorando per garantire ogni tutela alla numerosa collettività italiana presente nel Paese.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del documento XXIV, n. 16.

BORGHI Enrico (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BORGHI Enrico (IV-C-RE). Signora Presidente, innanzitutto sottopongo una questione tecnica. Preliminarmente, vorrei chiedere alla Presidenza di segnalare agli Uffici di poter apporre anche la firma di chi le parla alla risoluzione, perché, per un problema esclusivamente di natura tecnica e un refuso, non è stata inserita nell'ambito dell'iniziativa dei colleghi. Si tratta infatti di una mozione assolutamente unitaria della 3a Commissione.

PRESIDENTE. Ne prendo atto, senatore.

BORGHI Enrico (IV-C-RE). Questa risoluzione, solo apparentemente, a fronte di un'analisi superficiale e distratta, come troppe volte si compie, talvolta anche in quest'Aula, certamente negli spazi della formazione della pubblica opinione, sui mezzi di comunicazione e nel dibattito nella nostra società civile, può sembrare lontana, distante, non interessante per i nostri destini e la nostra collettività. In realtà, il tema del Venezuela è una gemma di una corona, la corona dalla storia, che stiamo attraversando.

Noi dobbiamo avere la piena consapevolezza che quello che oggi accade in un Paese che sembra così distante, ma che in realtà non lo è, sia per gli aspetti di natura culturale, storica e identitaria, cui giustamente ha fatto riferimento nel suo intervento il collega senatore Scalfarotto, sia per gli assetti geopolitici, è una questione che ci riguarda. Ci riguarda innanzitutto dal punto di vista delle questioni di fondo etico-valoriali: il tema della difesa dei diritti umani, della tutela delle libertà, della salvaguardia delle prerogative che noi riteniamo essere universali, come la libertà di parola, il diritto di cittadinanza, l'espressione di voto, la libera stampa, tutte questioni che noi riteniamo essenziali e fondamentali. Pertanto, avendo noi subito nella nostra storia chi ha voluto conculcare, limitare, deprivare questo tipo di libertà, abbiamo il dovere morale di alzarci e difendere le ragioni di un popolo, laddove esso viene limitato in questioni assolutamente essenziali. (Applausi).

C'è poi un secondo aspetto, parallelo rispetto a ciò, che tiene in considerazione che cosa rappresenta un Paese come questo sullo scacchiere complessivo ed internazionale e il peso, la rilevanza, l'interessenza delle politiche compiute dal Venezuela, che possono influenzare, se non addirittura determinare, una serie di scelte che, in maniera diretta o indotta, possono anche arrivare all'interno delle nostre comunità.

Discutere di questa tematica non è quindi discutere di una questione astratta: significa discutere di questioni che attengono direttamente al nostro sistema valoriale, alla nostra collocazione in politica estera e nel sistema delle relazioni internazionali.

E dico ciò anche perché - e qui vengo al merito della questione - non vi è chi non veda che il Venezuela è un pezzo di quella tensione destinata purtroppo ad attraversare il secolo attuale. Così come il secolo breve, il Novecento, è stato caratterizzato dalla tensione, dallo scontro e in alcuni casi anche dalla guerra (prima calda e cruenta e, poi, fredda) fra il sistema delle liberal-democrazie e i sistemi totalitari di destra e di sinistra, dei nazi-fascismi e dei comunismi reali, noi rischiamo che quello attuale sia il secolo della tensione, e in alcuni casi è già della guerra, che speriamo non si allarghi. Il nostro compito deve essere quello di suturare queste ferite, che si stanno pericolosamente allargando, fra il sistema delle liberal-democrazie, da un lato, e il sistema delle autocrazie, dall'altro.

Perché il Venezuela si inserisce all'interno di questa cornice? Noi dobbiamo avere la consapevolezza di guardare dal punto di vista complessivo la vicenda. Non possiamo limitarci a ragionare puntualmente sui singoli momenti di sfrido che arrivano quasi quotidianamente alla nostra discussione se perdiamo di vista la logica d'insieme. Dentro questi punti di sfrido stiamo oggi conoscendo vicende drammatiche perché l'Ucraina, il Medio Oriente e il Mar Rosso sono le tre faglie di Sant'Andrea sulle quali i due blocchi delle liberal-democrazie - da un lato - e delle autocrazie - dall'altro - scorrono, si toccano e sprigionano l'energia che determina purtroppo tensione, guerra e morte.

Noi sappiamo che c'è un ulteriore momento di sfrido, che oggi è congelato e che la capacità della politica deve mantenere in termini di attuale situazione di status quo, che si chiama Taiwan. Non voglia il cielo che anche da quel versante si riapra una tensione di carattere bellico che rischierebbe di innescare situazioni non più recuperabili.

Il Sud America è all'interno di questo tema di carattere globale e non possiamo pensare che sia una monade. Dice qualcosa il fatto che oggi il Venezuela è il luogo nel quale gli Hezbollah - sì, gli Hezbollah - sono un pezzo dell'economia illegale del Paese, costruiscono e costituiscono una serie di legami con i cartelli e realizzano attività illegali connesse alla produzione e al commercio illegale di droga di stupefacenti sul piano globale? Ci dice qualcosa questo elemento? (Applausi). Ci dice qualcosa che Iran e Venezuela, due Stati paria, sono legati intimamente da relazioni diplomatiche, amicizie politiche e collaborazioni militari?

Perché tutto questo avviene? Avviene evidentemente nel quadro di una strategia globale. La presenza in questi termini di una realtà che si può configurare, o che taluni richiedono anche di configurare al rango di un'organizzazione terroristica - peraltro presente non soltanto in Venezuela, ma anche in Nicaragua - ha degli obiettivi molto precisi: diminuire lo svantaggio geografico che c'è fra il comparto dell'Est (Russia, Cina e Iran) e quello dell'Ovest e creare una spina nel fianco degli Stati Uniti d'America. Più in generale, ha l'obiettivo di tentare di rompere il principio della dottrina Monroe, sulla quale gli Stati Uniti d'America hanno costruito tutta la loro politica estera da che sono stati costituiti.

Tutto questo elemento porta inevitabilmente con sé una considerazione legata al fatto che noi non possiamo assistere a tutto quello che avviene con la logica della neutralità, della passività e dell'ascolto soltanto delle ragioni di chi è sul campo, quasi come se fossimo il sensale del mercato che poi prova a trovare un punto di convergenza occasionale, se non conveniente. (Applausi).

Non è così che si fa politica estera. La politica estera si fa sapendo di essere coerenti nel quadro del sistema dei valori ai quali si è ancorati. E mi permetta di dirlo, signora Presidente, nella settimana in cui (e concludo) il nostro Presidente della Repubblica, che ancora ringraziamo, ha pronunciato, in occasione della celebrazione dei settantacinque anni della NATO, parole molto precise, molto chiare e illuminanti su cosa significa stare all'interno delle organizzazioni internazionali in coerenza con il nostro dettato costituzionale, sapendo che attraverso questo esercizio nascono l'interesse nazionale e la nostra capacità di essere un Paese realmente all'altezza delle sfide della storia.

È per questo che la risoluzione al nostro esame è importante. È per questo che il Venezuela non è una monade. È per questo che noi abbiamo il dovere di approvarla. (Applausi).

DE ROSA (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE ROSA (FI-BP-PPE). Signora Presidente, il prossimo 28 luglio si terranno le elezioni presidenziali in Venezuela che è una Repubblica presidenziale. Il risultato elettorale determinerà anche il Governo del Paese sudamericano per i prossimi sei anni.

La risoluzione della Commissione affari esteri chiede quindi di garantire lo Stato di diritto, il pluralismo, la democrazia, il controllo internazionale sulla regolarità del voto: cioè reclama che le elezioni si svolgano in un clima di pieno e sereno confronto con i candidati dell'opposizione democratica e vi sia quindi la più ampia partecipazione popolare.

Va ricordato che Nicolas Maduro è al potere dal 2013, cioè da undici anni, dopo aver vinto anche le elezioni presidenziali del 2018, considerate però irregolari e non riconosciute dall'ONU e dall'Unione europea, dove ha votato meno della metà degli aventi diritto. Ovviamente sta lavorando attraverso gigantesche pressioni sull'opinione pubblica e una propaganda sfrenata che punta alla propria rielezione, con campagne pubblicitarie in suo favore, che coinvolgono tutti i media. Super Baffo è persino il titolo di un cartone che magnifica le gesta di un supereroe che - guarda caso - sembra proprio Maduro, che vuole raggiungere un consenso sempre più ampio.

Va ricordato altresì che il partito di Maduro ha perso le elezioni parlamentari nel 2015, gestendo il potere in un periodo di cosiddetta "anatra zoppa" e un'Assemblea nazionale con una maggioranza allineata all'unità nazionale, che non corrispondeva al suo schieramento, il grande polo patriottico, che poi è tornato, nel 2020, a vincere le elezioni dell'unica Camera venezuelana.

La risoluzione della Commissione affari esteri chiede che chiunque voglia possa esprimere il proprio voto, inclusa la vasta comunità di diverse migliaia di cittadini venezuelani residenti in Italia, e che il voto sia libero, democratico e trasparente. Va ricordato che i legami tra l'Italia e il Venezuela sono sempre stati storicamente molto vasti e articolati, posto che la comunità italiana in Venezuela conta 160.000 nostri connazionali registrati nei due consolati, Caracas e Maracaibo, su un totale di più di circa 26 milioni di abitanti. Non si può dire altrettanto dei rapporti attuali, che hanno visto ridurre soprattutto le reciproche relazioni commerciali, posto che il Venezuela è un Paese sottoposto a una serie di sanzioni internazionali e molti Paesi, inclusa ovviamente l'Italia, hanno limitato o interrotto molti dei propri investimenti. Gli indici di rischio sono molto alti per chi voglia investire, nonostante si tratti di un Paese con grandi potenzialità, ancora in larga parte da sviluppare e costruire, che inoltre dispone di una grande ricchezza di risorse naturali e materie prime.

Va ricordato che il Venezuela è tra i membri fondatori dell'OPEC, l'organizzazione degli esportatori di petrolio, e possiede una delle più ampie e vaste riserve di greggio al mondo. Anche a causa delle sanzioni in atto, non è più tra i maggiori produttori di oro nero. Questo incide ovviamente sull'economia e sul prodotto interno lordo, che è crollato dagli oltre 400 miliardi di dollari del 2014 ai poco più di 40 stimati nel 2020. Il petrolio, peraltro, è stato uno dei punti di forza del regime di Chávez fino al 2013, facendone uno dei principali esportatori.

Eppure la volontà di uscire da anni di recessione e di aprire agli investimenti internazionali ha fatto registrare, proprio negli ultimi anni, un aumento di investimenti esteri, soprattutto da parte di Paesi come Cina, Russia e Turchia, e una crescita dell'economia grazie alle agevolazioni, alle società private e a un sistema fiscale molto attraente, che ha riportato il PIL a oltre 100 miliardi nell'ultimo anno. Ha contribuito alla crescita anche l'alleggerimento delle sanzioni statunitensi, dopo l'apertura di un processo democratico ai principali partiti di opposizione. Ma le sanzioni statunitensi potrebbero tornare in caso di una nuova involuzione democratica. Quindi è necessario tenere alta l'attenzione alle pressioni internazionali.

La crescita economica ha avuto un impatto positivo per moderare l'inflazione, ancora molto alta, e sostenere il potere di acquisto dei venezuelani, dove permane un forte livello di disoccupazione. Ecco quindi che Maduro, malgrado tutto, si presenta alle elezioni con risultati misurabili, nonostante le sanzioni internazionali e l'ostilità della comunità internazionale, dovuta all'evidente compressione dei diritti e alla limitazione dei processi democratici.

Detto questo, noi auspichiamo che in Venezuela, dove al momento sembra assicurata la presenza di più candidati a presidente, si possano tenere elezioni presidenziali libere e democratiche. Auspichiamo che il Paese sudamericano possa ritrovare la piena libertà e i fasti di un tempo, come merita. Ne vanno anche dell'interesse e della stabilità dell'intera regione e degli equilibri internazionali.

Pertanto annuncio il sostegno convinto e il voto favorevole dei senatori di Forza Italia alla risoluzione che chiede maggiore democrazia e maggiore trasparenza nelle prossime elezioni, assieme alla richiesta di garanzie di tutela degli interessi italiani e delle aziende italiane in Venezuela. (Applausi).

MARTON (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARTON (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, mi sia consentito - non lo faccio mai, ma mi sembra questa l'occasione migliore - di rivolgere i ringraziamenti più sentiti alla Presidente della Commissione, nonché relatrice, per la risoluzione che esaminiamo in Aula in questo momento. Non è un ringraziamento di rito, presidente Craxi, ma è una cosa sentita. È raro vedere la Commissione unita, esprimere un'unità di intenti e riportarla in Aula in questo modo. Quindi, ringrazio anche i Gruppi politici che hanno partecipato alla stesura della risoluzione.

Ricordo che l'iniziativa è nata subito dopo la videoconferenza che abbiamo tenuto in Commissione esteri, a fine gennaio, con la principale oppositrice del regime di Maduro, Maria Corina Machado, che ci ha illustrato quale fosse, in quel momento e nei periodi precedenti, la gravissima situazione in Venezuela. Io non feci nemmeno una domanda a Maria Corina Machado, perché ritenevo difficilissimo farla dopo i fatti che lei aveva esposto. Ricordo che la sensazione fu quella di impotenza, direi di incredulità: com'è possibile che succeda ancora al mondo una cosa del genere.

Subito dopo l'audizione in Commissione sono andato a rivedermi gli atti e i documenti che Amnesty International e Foro Penal hanno pubblicato dal 2018 in poi, che parlavano di bambini detenuti, oppositori detenuti ingiustamente, civili processati in tribunali militari; 3 milioni di sfollati, 3 milioni di persone scappati dal Venezuela per rifugiarsi negli Stati vicini; una folta comunità di italiani in Venezuela in difficoltà. Era impossibile da parte nostra far finta di niente - come qualcuno ci ha accusato poco tempo fa - e quindi ho ritenuto che fosse non utile, ma decisamente importante, apporre la mia firma e la firma del Gruppo del MoVimento 5 Stelle a questa iniziativa.

Ricordo anche che a ottobre ci fu uno spiraglio di luce in quanto gli accordi di Barbados lasciavano intravedere una possibile soluzione. In cambio di una piccola concessione al regime di Maduro, riguardo le sanzioni che attualmente vigono contro il suo Paese, si impegnava il regime a garantire elezioni libere al popolo venezuelano e a permettere agli oppositori di presentare un proprio candidato.

Bene: pochissimi giorni fa, il regime di Maduro ha arrestato altri sette membri dello staff di Maria Corina Machado. Sta costantemente cercando di eliminare ogni oppositore e di impedire che vi sia un concorrente per le elezioni presidenziali. Credo che questo non sia ammissibile. Il Ministro degli esteri del Governo Maduro ha anche intimato ai funzionari dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani di lasciare il Paese entro settantadue ore. Credo che oggettivamente non ci siano gli estremi per fare elezioni libere: mi sembra assolutamente fuor di dubbio che non ci sia una tale possibilità.

Per questo motivo, spero che gli impegni contenuti nella risoluzione vadano nella direzione auspicata: ovviamente non so quanto possano influire, non avendo la sfera di cristallo, né credo ci sia qualcuno che possa forzare il Governo Maduro - oltre alle sanzioni già in essere - a cambiare idea, per permettere finalmente al popolo venezuelano, di cui c'è una rappresentanza qua in Aula, di esprimere un Governo che lo rappresenti.

L'impegno di ribadire in ogni consesso internazionale l'importanza del ripristino della democrazia mi sembra quindi un punto assolutamente da portare avanti; come pure quello di intraprendere ogni iniziativa affinché il Governo di Maduro rispetto agli accordi di Barbados, che ha sottoscritto. Quindi, va assolutamente perseguito questo secondo impegno, come pure quello di adoperarsi affinché i numerosi cittadini venezuelani residenti in Italia possano votare. Come si fa a non sottoscrivere un impegno di questo tipo? Lo stesso vale per l'impegno a sostenere l'azione diplomatica dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri affinché anche l'Europa, oltre alle due risoluzioni che già ha votato in passato, possa portare la propria voce unitaria per ripristinare questi diritti.

Infine, vi è l'impegno a esperire ogni azione utile a tutelare la comunità italiana in Venezuela: credo che questo sia un percorso da intraprendere con forza dal Governo, che ci troverà ovviamente al suo fianco affinché tutto il Parlamento possa sostenerlo in queste azioni.

Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

PUCCIARELLI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PUCCIARELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi senatori, la prima elezione alla Presidenza del Venezuela di Nicolas Maduro nel 2013 ha sancito l'inizio di un periodo notoriamente caratterizzato da un regime autoritario alquanto poliziesco, che sembra aver portato il Paese verso la perdita dei valori democratici.

Sintomo della perdita di quegli standard democratici essenziali è stato che, da quel momento in poi, le tornate elettorali successive hanno visto un forte astensionismo da parte della popolazione. Tutto ciò risulta al giorno d'oggi inconcepibile in uno Stato come il Venezuela, che da sempre intrattiene rapporti privilegiati con il mondo occidentale, per questioni legate non solo ad affinità storiche, culturali e sociali, ma anche a un solido interscambio economico.

Proprio per questi motivi, alle prossime elezioni presidenziali venezuelane di quest'anno sarà fondamentale fare tutto ciò che è in nostro potere perché siano libere, trasparenti e pluraliste, promuovendo l'integrità delle istituzioni democratiche e dei processi elettorali, nel rispetto della fiducia dei cittadini.

Per perseguire lo scopo di veicolare le elezioni dall'interno e per permettere al regime di Maduro di riaffermarsi negli anni successivi alla sua prima Presidenza, si è assistito a una sistematica violazione dei diritti umani in Venezuela. Le stesse Nazioni Unite hanno rilevato una serie di crimini contro l'umanità commessi da esponenti del Governo di Maduro: giornalisti, oppositori politici e attivisti sono sistematicamente imprigionati, interdetti da cariche politiche e privati di ogni esercizio di libertà e diritto di espressione che non sia conforme al regime. Questa è evidentemente una violazione dei diritti dei cittadini, una privazione della loro libertà decisionale, che si traduce in una retrogressione nel cammino democratico del Paese.

È per queste ragioni che le elezioni del 2024 potrebbero rappresentare un punto fondamentale verso il ritorno alla democrazia. Ma, perché sia così, è necessario intervenire in termini diplomatici per favorire il ritorno verso la strada democratica del Venezuela. Basti pensare all'attivista per i diritti umani ed ex candidata Maria Machado, che abbiamo avuto l'onore di vedere in audizione lo scorso gennaio presso la Commissione affari esteri e difesa, a cui in tutti i modi è stato impedito di candidarsi alle elezioni politiche in opposizione a Maduro, solo perché alle primarie aveva conquistato una cospicua parte di elettorato e avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia per il regime. Questo è quanto che generalmente succede nei regimi dittatoriali; al contrario, tutto ciò è impensabile se applicato a un contesto che vorrebbe essere democratico, come quello venezuelano, che da sempre condivide i valori occidentali.

A questo punto pare evidente come i cittadini venezuelani, la cui libertà decisionale è stata limitata già per troppo tempo, vadano accompagnati e assistiti per invertire il flusso di questo regime autoritario e antidemocratico, che ha danneggiato il Paese sotto tutti i punti di vista. È necessario coinvolgere la comunità internazionale, tramite le sue istituzioni, nell'assicurare la partecipazione alle elezioni del 2024 anche ad attori politici esterni al regime di Maduro, rilasciando i prigionieri politici, al fine di permettere lo svolgimento di una competizione elettorale libera, equa e inclusiva.

Mi lasci, Presidente, ringraziare per suo tramite il presidente della Commissione affari esteri e difesa, senatrice Stefania Craxi, e tutti i membri della Commissione che unitamente hanno lavorato su questa risoluzione, per essere di supporto alle prossime elezioni, che tutti auspichiamo possano essere democratiche per il Venezuela, per i venezuelani e per i 160.000 italiani che abitano in quel meraviglioso Paese.

Annuncio quindi il voto favorevole del Gruppo Lega su questa risoluzione. (Applausi).

CASINI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASINI (PD-IDP). Signora Presidente, il Gruppo parlamentare Partito Democratico voterà a favore di questa risoluzione e lo farà - mi sembra di capire, a sentire le dichiarazioni precedenti - in buona compagnia, cioè con un amplissimo e penso quasi unanime consenso da parte di questa Assemblea. Per questo ringraziamo la presidente Craxi, che ha fatto un buon lavoro, ma soprattutto ci ringraziamo a vicenda, perché è importante che, sulle grandi questioni di politica internazionale, ci sia la capacità di realizzare l'unità del Paese.

Vedete - come ha ricordato il senatore Scalfarotto, che ringrazio - nel dicembre 2019 mi recai dal presidente Maduro e con lui negoziai l'uscita di due parlamentari che erano "precauzionalmente" rinchiusi nella sede diplomatica dell'ambasciata italiana. Da quel momento è passato molto tempo (in politica quattro o cinque anni sono tanti) e, dopo una prima fase di contrapposizione a 360 gradi, gli Accordi di Barbados, stipulati il 17 ottobre 2023, hanno suscitato in tutti noi la speranza che finalmente si andasse verso un corso democratico. Quegli accordi erano il frutto di trattative segrete, in parte mediate anche da Paesi esteri, tra la maggioranza e l'opposizione.

L'opposizione, nei mesi successivi, dopo lunghi periodi di divisioni - qui noi guardiamo alle responsabilità del regime, che sono enormi, ma l'opposizione per lungo tempo ha marciato completamente divisa - ha realizzato una straordinaria unità attorno a una donna, Maria Corina Machado, che quando io incontrai a più riprese alla fine del 2019 e precedentemente nel 2016, quando andai in Venezuela, rappresentava una piccola parte dell'opposizione. Tenendo duro contro tutto e contro tutti, María Corina Machado ha realizzato l'unità dell'opposizione. L'abbiamo ascoltata in Commissione affari esteri, naturalmente via telefonica. Il risultato di tutto questo è stato, dopo gli accordi di Barbados, la possibilità di elezioni presidenziali, quelle di cui stiamo discutendo.

Il punto vero, colleghi, è banale, ma forse lo è per noi che la democrazia la viviamo tutti i giorni. Il punto vero è che le elezioni debbono prevedere almeno due candidati, e i candidati dell'opposizione in un Paese parademocratico li sceglie non il Presidente in carica, ma l'opposizione. (Applausi). Infatti l'opposizione è andata a votare in primarie che hanno avuto un'affluenza straordinaria scegliendo Maria Corina Machado. A qualcuno piace, ad altri non piace, ma «è la democrazia, bellezza», diceva quello; la democrazia è questa cosa qui.

Quello che si è capito - e lo dico sinceramente con rammarico, pensando ai milioni di origine italiana che vivono in Venezuela, ma anche alla povera gente, ai cattolici venezuelani, agli uomini, alle donne e ai giovani di quel Paese, molti dei quali sono costretti ad espatriare nei Paesi vicini - è che si è persa un'occasione straordinaria per restituire al mondo il Venezuela. Ricordate, colleghi: all'inizio degli anni Sessanta il Venezuela era meta della nostra emigrazione, perché era uno dei Paesi emergenti del mondo sotto il profilo economico e imprenditoriale, con risorse straordinarie. Tutto questo se ne è andato.

Credo che non serva a molto rivolgere appelli a Maduro, perché quello che sta capitando è la dimostrazione della negazione di princìpi basilari su cui si regge il processo democratico. Ho incontrato il Presidente venezuelano ed ho avuto con lui, anche nella completa contrapposizione, un proficuo incontro - in quel caso il proficuo incontro era per negoziare quello che abbiamo negoziato - nel quale ha espresso grande apprezzamento per l'Italia. Brasile, Cile e Colombia sono retti da Presidenti che Maduro ha salutato come discontinuità rispetto ai precedenti Presidenti, e sono tutti appartenenti alla sinistra. E qui parliamo di sinistra non europea, ma di sinistra-sinistra, quella sudamericana, una cosa che ha anche una discontinuità rispetto al tema del socialismo europeo. Ebbene, il presidente Maduro dovrebbe riflettere sul fatto che tutti quei Paesi hanno condannato fermamente quello che sta capitando.

Dunque, il problema forse non è l'Italia, non è l'Europa, non sono gli americani: il problema è il mondo, che vede con preoccupazione questo ulteriore atto di prevaricazione. I candidati non vengono scelti da chi vuole fare elezioni di comodo; sono gli elettori che si scelgono i candidati. Se poi Corina Machado vince o perde, è una cosa che fa parte del processo democratico, ma non può essere una cosa che viene decisa a tavolino. Qui si sono esclusi i candidati che potevano vincere, parliamoci chiaramente. Ho ricevuto dei diplomatici che mi hanno detto che Corina Machado è deshabilitada - non so l'espressione esatta - per cui non può candidarsi, perché ha avuto dei procedimenti. Questa cosa è stata detta a Corina Machado, la quale ha fatto un passo indietro, con grande disponibilità, forse superiore a quella che avremmo avuto noi. Machado si è messa a lato e c'è stata la designazione di una nuova candidata, sempre un'altra donna, una professoressa molto credibile. Che cosa è successo? Guarda caso, con l'intervento di una sorta di manina fatata, dopo qualche giorno era dichiarata disabilitata anche quella candidata.

È chiaro, allora, che il processo elettorale non ha alcun valore, perché non solo non si accetta la Machado, ma non si accetta nessuno di quelli che possono essere competitori seri. In questo modo si umilia l'opposizione, che noi abbiamo presente nelle tribune di questo Senato e alla quale voglio rivolgere il nostro grato saluto per la battaglia che sta conducendo.

Colleghi, è giusto votare questa risoluzione. È una pagina triste e noi non abbiamo alcuna soddisfazione nel procedere a quest'atto. Noi vorremmo che il Venezuela, grande Paese, con un popolo meraviglioso, venisse restituito alla comunità internazionale e riprendesse quel ruolo che tradizionalmente ha avuto.

Voglio fare un'ultima considerazione, rivolta a Chavez e al chavismo. Francamente, con tutta la generosità possibile, io non posso certo essere considerato un fan del chavismo. Chavez, però, ha vinto il processo democratico, perché aveva una convinta e reale adesione del popolo venezuelano. I processi elettorali di Chavez sono stati veri processi elettorali. La sua politica può essere stata anche pessima, ma egli ha vinto le elezioni in una competizione democratica. In una prima fase le aveva vinte anche Maduro e addirittura Capriles le perse per l'1 per cento.

Signor Presidente, è finita anche quella fase lì; una fase in cui, nella contrapposizione durissima, il potere, però, era legittimato dalla gente. Oggi, in termini di legittimazione, non c'è più nulla. Il Venezuela rischia di essere in un girone infernale e non è quello il suo posto. (Applausi).

Saluto alla rappresentanza dell'Associazione turistica Alto Adige

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea la rappresentanza dell'Associazione turistica Alto Adige, che sta assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione del documento XXIV, n. 16 (ore 11,16)

PELLEGRINO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PELLEGRINO (FdI). Signor Presidente, onorevoli senatori, dopo undici anni di Governo Maduro il Venezuela andrà al voto, il prossimo 28 luglio, con il concreto sospetto, anzi con la certezza, che queste elezioni prendano di nuovo una deriva contraria alla democrazia, considerando innanzitutto il fatto che alla principale candidata delle opposizioni e vincitrice delle primarie di ottobre, Maria Corina Machado, è stato impedito di partecipare alla competizione.

La dama de acero è stata praticamente eliminata dalle elezioni, con il divieto di candidarsi a cariche pubbliche, tramite una sentenza di esclusione emessa da una Corte suprema di giustizia priva di giurisdizione penale. La sentenza è il risultato di un processo oscuro, senza l'esercizio del diritto alla difesa, ed è costellata di vizi procedurali.

Oltre a Maria Machado, il regime ha interdetto dalla competizione politica altre personalità di spicco dell'opposizione, come Capriles e Superlano. Altri, come Camacaro, Freites, Lopez e Venegas sono stati catturati e fatti sparire dalle forze repressive della dittatura. Gli altri attivisti vengono perseguitati, anche con false accuse e mandati di arresto.

Numerosi Paesi sudamericani hanno espresso preoccupazione per i risultati delle prossime elezioni, soprattutto dopo l'esclusione delle opposizioni. Anche noi siamo fortemente preoccupati che in questa tornata non vengano garantiti il pluralismo e lo Stato di diritto. Perciò, vogliamo ribadire ancora una volta che per quest'Aula il diritto alla partecipazione in politica è sacrosanto ed è il punto cardine di ogni civiltà. All'opposizione, a tutte le opposizioni, devono essere riconosciuti i diritti civili e il necessario spazio democratico.

Il Senato italiano, perciò, non poteva non esprimersi, perché le elezioni del Venezuela si presentano come un bivio cruciale per il futuro del Paese sudamericano, ma anche per gli interi equilibri geopolitici mondiali. Se il Venezuela sarà in grado di intraprendere la strada di elezioni libere e nel pieno rispetto del pluralismo, potrà andare finalmente nella direzione di un domani economicamente più prosperoso, socialmente avanzato e certamente più pacifico per il Paese e per il mondo. Se l'opposizione riuscirà a emergere vittoriosa, per il Venezuela potrebbe finalmente prospettarsi un cambiamento a livello sociale, politico ed economico.

Maduro è in carica dal 2013, nonostante l'ultima volta sia andato a votare solo il 30 per cento dei cittadini e nonostante oggi, secondo i sondaggi, la sua popolarità non superi il 15 per cento. Durante gli undici anni del suo Governo, il Venezuela ha vissuto un'inflazione del 286 per cento; un quinto della popolazione (quindi 6 milioni di persone) ha lasciato il Paese. L'era Maduro è perciò quanto di più distante dall'essere un'epoca d'oro, guidata da un supereroe che tutela il popolo.

I venezuelani non hanno visto nessun factor "M", come piace chiamarlo (a Maduro ovviamente), che li abbia realmente sollevati dall'attuale disastro economico, di proporzioni tali da far rientrare il Venezuela per due anni consecutivi tra i dati più alti del misery index. Ci chiediamo allora con che coraggio Maduro oggi lanci la sua campagna elettorale, pubblicando la serie animata del «Super Bigote», un Clark Kent col baffo che lotta contro gli oppositori politici e il terribile impero americano. Ma quale Superman! Forse più un Super Mario Bros, che ogni volta che fa scomparire un avversario con un calcio crede di racimolare una sparuta moneta di consenso e invece contribuisce ad aggravare la crisi sociale e umanitaria in corso.

Da che cosa dovrebbe difendere i venezuelani, se non da se stesso, dal suo regime, dalla sua oligarchia di chiaro stampo socialista, che sta piegando con la violenza e con la fame un intero popolo e che ha ceduto alle sirene di Russia e Cina, che già vennero in soccorso di Maduro nel 2019, ponendo il veto al Consiglio di sicurezza dell'ONU alla mozione americana che chiedeva elezioni libere e finalmente credibili?

Insomma, nonostante il 60 per cento dei venezuelani auspichi l'immediata destituzione di Maduro, a riconoscere oggi un Presidente rimasto al potere grazie ai voti di scambio, ai brogli, all'astensione da record, alla corruzione dell'esercito, alla gestione di traffici illeciti e a una popolazione stremata dalla crisi e quindi incapace di ribellarsi, a sostenere un Presidente perciò chiaramente frutto di elezioni fraudolente ci sono - pensate un po' - Cina, Russia, Cuba, Nicaragua, Bolivia e Turchia, ovvero dittature già riconosciute come tali. Non solo: anche Hamas ed Hezbollah hanno preso una chiara posizione, dichiarando il proprio sostegno al leader del PSUV, perché nutrono legami di stretta collaborazione con i cartelli della droga e degli apparati paramilitari.

A ciò si aggiunga che in questo momento Maduro è sotto inchiesta della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità, perché sono documentate almeno 1.521 vittime di tortura e 7.500 vittime di trattamenti crudeli, inumani e degradanti, tra cui anche centinaia di bambini. Le forze di sicurezza e i gruppi armati filogovernativi, i colectivos (un nome così amato anche da taluni in Italia), hanno ripetutamente attaccato le manifestazioni del 2014 con raid violenti, pestaggi e sparatorie a distanza ravvicinata. Gli agenti della Faes e di altre unità militari e di polizia hanno ucciso e torturato impunemente nelle aree più povere. Tutte cose che già vediamo esattamente in dittature decennali come, appunto, Cuba e Iran.

Nessuna posizione neutrale è accettabile. Nessun partito può incorrere nel grave errore di definirsi amico di un regime sanguinario, come credo qualcuno tra questi scranni ha fatto in passato, scrivendo una pagina triste e opaca della nostra storia. Di fronte a quella che di fatto si rivela pienamente come una dittatura vile e assassina, la voce di Fratelli d'Italia, di questo Governo, di quest'Assemblea e, più in generale, quella di tutti gli uomini liberi, che credono nella democrazia e nella dignità della persona, non può che schierarsi da un'unica parte: quella del popolo e quella della libertà.

Concludo, Presidente, salutando con un abbraccio pieno di speranza innanzitutto Maria Claudia Lopez, rappresentante di Maria Corina Machado, le associazioni degli esuli venezuelani in Italia e, tra questi, quella presente oggi in Senato, «Casa Italo-Venezuela» e poi, ancora, «Venezuela: la piccola Venezia», «Unione Italo-Venezuelana» e «Venezuela in Toscana».

Annuncio infine il voto favorevole di Fratelli d'Italia, con un unico grande auspicio: Venezuela libre ahora. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. A nome dell'Assemblea, do il benvenuto e saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Via Volsinio, scuola media «Esopo» di Roma. (Applausi).

Ripresa della discussione del documento XXIV, n. 16 (ore 11,26)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del documento XXIV, n. 16 (testo corretto).

(Segue la votazione).

Il Senato approva all'unanimità. (v. Allegato B). (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge:

(924-bis) Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti (Relazione orale)(ore 11,27)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi didattici differenziati

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 924-bis.

Ricordo che nella seduta di ieri la relatrice ha svolto la relazione orale e ha avuto luogo la discussione generale.

Ha facoltà di parlare la relatrice, senatrice Bucalo.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di rispondere in merito ad alcune critiche avanzate dai colleghi dell'opposizione, desidero ringraziare il presidente della 7ª Commissione, senatore Marti, e tutti i componenti per il lavoro svolto.

Sulle critiche avanzate e soprattutto sul contenuto della riforma preciso che il nostro intervento è volto a sostituire, per la valutazione periodica e finale delle alunne e degli alunni nella scuola primaria, dei giudizi finalmente chiari e comprensibili che non sopprimono la descrizione del percorso umano e pedagogico delle alunne e degli alunni (aspetto per noi fondamentale e imprescindibile). Infatti, i giudizi sintetici devono essere correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento, che costituisce la griglia alla quale, con modalità più comprensibili per le famiglie, si dovrà continuare a fare riferimento.

Inoltre, Presidente, desidero ricordare, tramite la sua persona, alla senatrice Malpezzi che siamo intervenuti su uno dei decreti legislativi della cosiddetta buona scuola. Mi riferisco al citato decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, risalente ai tempi della ministra Fedeli, che ha introdotto nel primo ciclo di istruzione (e quindi anche nella scuola primaria) non il giudizio sintetico, ma - sentite bene - addirittura una valutazione espressa con un voto in decimi. Quindi capisco, signor Presidente, che spesso la memoria ci inganna.

Inoltre, voglio rispondere ai colleghi dell'opposizione che hanno avanzato in Commissione critiche sotto il profilo del metodo. Faccio presente che questa maggioranza è intervenuta, a differenza del passato, nel modo più lineare possibile. Stiamo esaminando un disegno di legge che, dopo un percorso di consultazione e di dibattito anche politico svolto dal ministro Valditara e dal suo Ministero prima della deliberazione del Consiglio dei ministri, sta seguendo, senza nessuna scorciatoia procedurale, un iter ordinario. Quindi non corrisponde a verità dire che le disposizioni introdotte da questo disegno di legge intervengono direttamente sullo Statuto delle studentesse e degli studenti. Questo disegno di legge, come è giusto che sia, introduce nuovi principi e criteri per l'adeguamento del predetto Statuto, che è contenuto in un regolamento che sarà modificato nel rispetto, ribadisco, di tutte le procedure, oltre che svolgendo tutte le consultazioni che sono previste dalla legge.

Sorprende anche, signor Presidente, che queste critiche vengano proprio da chi era al Governo e ha modificato, con un vero colpo di mano parlamentare, quindi con un emendamento inserito in una legge di conversione di un decreto-legge, la disciplina della valutazione degli studenti, che noi invece stiamo provando a riscrivere alla luce del sole ed in esito ad un pubblico confronto parlamentare. Mi riferisco in particolare a quando, con il ministro Azzolina, si intervenne con un emendamento al decreto-legge n. 22 del 2020 per introdurre il giudizio descrittivo in luogo di quello in decimi - si badi bene: in decimi - voluto dal ministro Fedeli. E allora dico: PD e MoVimento 5 Stelle, che si sono divisi al tempo rispetto alle loro opinioni, oggi sono invece allineati. Evviva la loro coerenza.

Si è parlato di differenza tra autorità ed autorevolezza. Signor Presidente, conosciamo benissimo la distinzione ed è proprio su questo che si basa questo disegno di legge che vuole sostituire la fallimentare sospensione tout-court, intesa come semplice allontanamento dalla scuola, un atto demotivante, un residuato di un potere autoritario che non si vuole più. Infatti siamo intervenuti in modo più fattivo, con più scuola, attraverso attività scolastiche di riflessione e di apprendimento, su temi legati ai comportamenti che hanno causato quel provvedimento, quindi, per raggiungere il vero obiettivo, che per noi è importantissimo, che è la vera e fattiva maturazione e responsabilizzazione dell'alunno.

Altra critica avanzata dal collega senatore Verducci, è che per questa maggioranza ogni contestazione è un reato. E allora, signor Presidente, tramite la sua persona rispondo al collega: noi non puniamo chi contesta, ma chi devasta la scuola. L'obiettivo di questo disegno di legge è proprio quello di ripristinare la cultura del rispetto, di contribuire ad affermare l'autorevolezza dei docenti e di riportare serenità nelle nostre scuole. Ecco perché si è intervenuti sui criteri di valutazione del comportamento nelle scuole secondarie. Quindi non c'è nulla di arbitrario, non c'è nulla di punitivo in questo disegno di legge. C'è semplicemente l'obiettivo di tutelare e dare autorevolezza e decoro a questa grande istituzione.

Infine, Presidente, si è criticato questo Governo perché nulla ha fatto sulla povertà educativa, sulla dispersione scolastica che non si capisce e non si conosce con i concetti di una scuola aperta ed inclusiva.

Chiudo con un piccolissimo riassunto, ricordando l'investimento 1.4, «Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali (...)»: su questo punto è stato adottato un decreto da parte del Ministero dell'istruzione e del merito che destina 750 milioni di risorse in favore di tutte le istituzioni scolastiche di primo e secondo grado. Continuo ricordando il decreto Agenda Sud, il decreto-legge Caivano sulla dispersione scolastica, per chiudere con il Piano estate 2024.

Signor Presidente, capisco che le opposizioni fanno finta di dimenticare, visto che investimenti così importanti nei precedenti Governi erano solo un sogno, oppure - peggio - venivano destinati ad obiettivi ancor più scellerati, inefficaci e fallimentari. (Applausi).

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo non intende intervenire in sede di replica.

Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo all'esame degli articoli, nel testo proposto dalla Commissione.

Procediamo all'esame dell'articolo 1, sul quale sono stati presentati emendamenti e ordini del giorno, che invito i presentatori ad illustrare.

RANDO (PD-IDP). Signora Presidente, chiedo di illustrare tutti gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo all'articolo 1 del disegno di legge in discussione, come consentito dal nostro Regolamento.

Onorevoli colleghe e colleghi, stiamo discutendo un disegno di legge che riteniamo essere pieno di criticità; scusate la mia durezza, ma non servono troppi giri di parole. Con queste norme che oggi ci presentate, la scuola italiana rischia di fare un passo indietro di decenni e di smantellare quanto è stato fatto sino ad oggi per l'istruzione e il rafforzamento di tutta la comunità educante. Lo sforzo del nostro Gruppo per costruire una linea emendativa è dipeso proprio da questo: avremmo voluto cancellare e riscrivere le norme che partono da assunti sbagliati per arrivare a esiti non condivisibili.

Con gli emendamenti che oggi saranno messi in votazione cerchiamo quindi di porre rimedio alle molte storture presenti nel testo, a partire da una domanda: una dimensione così complessa e astratta come la vita a scuola delle studentesse e degli studenti può essere davvero ridotta ad un voto, ad un numero? E ancora: il modello di una scuola come luogo di formazione della cittadinanza, di dialogo e condivisione può essere smantellato, come sembra voler fare il Governo, per far posto sempre ad un modello punitivo? Purtroppo questi dubbi sono diventati certezze anche durante i lavori in Commissione.

Non contenti di rivedere il sistema di valutazione del comportamento degli studenti nelle scuole medie e superiori, si è anche inserito, con un subemendamento del Governo, un sistema di valutazione degli alunni alle scuole elementari che ci fa tornare indietro di dieci anni, se non di più, al sistema numerico. Diciamolo con chiarezza: la volontà di cancellare il voto descrittivo nelle scuole di primo grado fa parte dello stesso disegno punitivo che pervade tutto questo provvedimento; esattamente il contrario di quanto espresso anche durante le audizioni dai tanti soggetti del mondo della scuola, che chiedevano, all'opposto, di rafforzare i percorsi di confronto e condivisione. Con i nostri emendamenti chiediamo di non ritornare al voto numerico, seguendo un principio chiaro: la scuola non serve a selezionare i migliori, semmai a non lasciare indietro nessun ragazzo nel percorso di crescita. (Applausi).

Nella costruzione degli emendamenti all'articolo 1 siamo partiti dall'assunto che garantire autorevolezza agli insegnanti nella loro funzione pubblica e accrescere il riconoscimento sociale del loro ruolo, che riteniamo essere un dovere dello Stato, non significa rafforzare il loro potere giudicante verso gli studenti, semmai il contrario. Dovremmo investire sulla valorizzazione della loro professione, sul superamento del precariato.

Vengo quindi ad una questione ancora più importante e più distorsiva contenuta in questo disegno di legge: il voto numerico in condotta. Noi diciamo una cosa semplice: il voto in condotta in decimi è già stato utilizzato diverse volte nella storia e non ha restituito grandi risultati; inoltre, in quanto numero, fotografa una situazione e non opera un'azione di cambiamento. La scuola deve invece assumere il compito di liberare gli studenti da condizionamenti negativi; ancora peggio, poi, quanto previsto nelle scuole superiori, con la scelta di assegnare a uno studente il numero massimo di crediti all'esame di Stato solo perché ha nove in condotta: è un errore, perché è uno sbilanciamento del valore del voto in condotta rispetto al resto del profitto degli studenti e delle studentesse.

Vado avanti, signor Presidente, segnalando che questa maggioranza, con il disegno di legge in esame, sembra aver dimenticato ancora oggi che la scuola è retta dal principio dell'autonomia. Le norme di questo disegno di legge - e penso all'obbligo di bocciatura senza il 6 in condotta - in alcuni casi sono troppo coercitive, togliendo ai consigli di classe la facoltà di affrontare le valutazioni caso per caso, individualità per individualità. Con le nostre proposte chiediamo di ridare ai consigli di classe il loro ruolo, perché conoscono i ragazzi e le ragazze ed è importante che abbiano modo di apprezzarne e riconoscerne i miglioramenti anche nel profitto e nella valutazione, eventualmente premiandoli.

Sulla condotta però il Governo fa ancora peggio, perché costruisce un castello di norme stringente, tutto orientato a trasformare la scuola in un luogo di punizione, senza tener conto della comunità educante, che ruota attorno alle studentesse e agli studenti. Con i nostri emendamenti abbiamo raccolto un appello arrivato dai sindacati, in particolar modo da quello studentesco: rispetto alla valutazione della condotta, non c'è nessun intervento che includa la comunità scolastica dei genitori, mentre noi proponiamo il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi e delle ragazze con rendimento in condotta scarso e dei rappresentanti degli studenti e delle studentesse, prima di arrivare ai provvedimenti disciplinari.

Peggio: viene modificato lo Statuto scolastico senza ascoltare le organizzazioni studentesche; addirittura, si è arrivati a pensare a provvedimenti disciplinari che schiacciano l'orientamento della valutazione tutto sull'aspetto coercitivo. Si pensi all'idea di rimandare a settembre i ragazzi con 6 in condotta e soprattutto ai progetti di cittadinanza solidale, che spingono la punizione anche fuori dai confini dell'istituto scolastico. Signor Presidente, chiediamo di modificarli, perché assomigliano alle pene inflitte per i reati minorili. Riteniamo inoltre sbagliato sospendere il giudizio degli studenti con 6 in condotta e rimandarli a settembre: su questo proponiamo che, al fine di stimolare le studentesse e gli studenti alla partecipazione attiva e al senso di responsabilità nei confronti della comunità scolastica, intesa come comunità educante, il Ministro dell'istruzione e del merito adotti linee guida per l'insegnamento di cittadinanza e Costituzione, previa consultazione del Forum delle associazioni studentesche e delle rappresentanze degli studenti.

Esiste quindi un'altra strada per il presente e il futuro delle nostre scuole? Sì: abbiamo cercato di tracciarla, proponendo di mettere da parte questo sistema di norme e di punizioni per recuperare invece la dimensione sociale, educativa e inclusiva della scuola. Soprattutto, proponiamo di modificare questo provvedimento per cercare di costruire una legge che sia davvero utile ai nostri studenti e alle nostre studentesse. Lo abbiamo visto in questi mesi con i movimenti studenteschi e la campagna promossa dalla Rete degli studenti «Chiedimi come sto»: migliaia di ragazze e ragazzi in tutta Italia si sono mobilitati per chiedere risorse e attenzione sul tema della salute mentale.

Come Partito Democratico, abbiamo chiesto che le scuole si aprano ai percorsi per il benessere psicologico degli studenti e degli insegnanti. Chiediamo anche di avviare un progetto sperimentale in tutti gli istituti con lo sportello psicologico, oggi presente già in alcune scuole, con risultati molto positivi. Con i nostri emendamenti, proponiamo il modello di una scuola che non si ispiri al paradigma della punizione, ma recuperi invece i valori dei grandi educatori del nostro Paese. Per questo motivo, condividiamo le modifiche sulle sezioni a metodo didattico differenziato Montessori, ma riteniamo sia davvero poco per rendere accettabile il testo di legge che ci viene proposto.

Occuparsi del benessere psicologico dei nostri giovani e pensare la scuola come luogo di formazione dei cittadini di domani è la priorità per il Partito Democratico. Abbiamo cercato di rafforzare questo impegno anche prevedendo con un altro emendamento un sostegno all'intera comunità scolastica, con la figura di un sociologo negli istituti, capace di porre un freno alla povertà culturale ed educativa che attraversa molti territori del nostro Paese.

Non si risolve il disagio giovanile con l'ossessione per la condotta; semmai si ottengono gli effetti contrari. Siamo preoccupati per il clima che si respira nel Paese; abbiamo assistito ad episodi nelle scuole italiane che sembrano anticipare lo stesso atteggiamento repressivo che ritroviamo nelle norme di questo disegno di legge. A Modena, la mia città - lo ricordava ieri il senatore Verducci - uno studente è stato sospeso per dodici giorni solo per aver fatto un'intervista in cui segnalava le criticità dell'istituto scolastico. Ho presentato un'interrogazione al ministro Valditara, generalmente fin troppo loquace; ma, davanti a questi fatti, non ha ancora deciso di rispondere. (Applausi).

Signor Presidente, arrivo alle conclusioni della mia illustrazione. Gli emendamenti del Partito Democratico provano a disegnare i tratti di una scuola che sia sempre più ancorata ai principi del dialogo e della condivisione. Siamo convinti che dobbiamo tutti lavorare perché la scuola diventi sempre più un luogo dove gli studenti e le studentesse vanno volentieri, in cui possono costruire percorsi di cittadinanza solidale e di inclusione sociale. Una scuola dove ogni studentessa e studente possano imparare a conoscere il proprio paesaggio emotivo, possano imparare a conoscere e ad argomentare la complessità di una comunità. La scuola come luogo e tempo dove possono trovare risposte le tante domande che ogni studente e studentessa si pongono per capire il mondo nel quale andranno ad abitare e a vivere. (Applausi).

PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e gli ordini del giorno in esame.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.200, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.201, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.202, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.203, presentato dalla senatrice Barbara Floridia e da altri senatori, sostanzialmente identico all'emendamento 1.204, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.205, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.206, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.207, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.4, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.6, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.208, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8.

MALPEZZI (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALPEZZI (PD-IDP). Signora Presidente, intervengo brevemente in dichiarazione di voto su questo emendamento a prima firma della senatrice Cecilia d'Elia, che è la Capogruppo in 7a Commissione. Sostanzialmente qui si vede qual è l'impostazione che abbiamo provato a dare con tutti gli emendamenti, che è stata già spiegata prima dalla collega Rando. Mi dispiace dover contraddire la relatrice, ma evidentemente, quando ha fatto il suo intervento, le sono sfuggiti i passaggi del pregresso.

Quando la relatrice cita la legge n. 107 del 2015 e i suoi decreti legislativi, quindi il provvedimento sulla buona scuola e in modo particolare la delega riguardante la valutazione, dice una cosa non completa. Cita il comma 1 della citata legge buona scuola, ma non cita i commi 2 e 3, che introducevano invece tutta la parte descrittiva con gli indicatori.

In quella discussione, che molti di noi in quest'Aula avevano comunque condiviso, si raccontava della necessità di superare la valutazione precedente, fatta solo di lettere, per arrivare tramite step a quella che doveva essere una vera e propria valutazione formativa, che è stata poi in effetti realizzata. Ciò perché crediamo nel coinvolgimento di tutto il consiglio di classe, perché riteniamo che la valutazione sia una scelta del consiglio di classe, che deve tener conto di tutti i fattori che riguardano la crescita della studentessa e dello studente, le difficoltà, gli step, i passaggi, le conquiste effettuate, tutte le paure superate: questo è educare. È per tale motivo che, ancora una volta, l'emendamento in esame mette in evidenza questi elementi, rispetto ai quali noi continuiamo a ribadire che rafforzano la cittadinanza e la partecipazione delle bambine e dei bambini del nostro Paese, semplicemente perché in questo modo riescono a crescere meglio. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.8, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.10, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.209, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.11, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.13, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.210, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.15, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.211, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.212, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.18, presentato dai senatori Aloisio e Pirondini.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.213, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.214, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.215, presentato dai senatori Crisanti e Malpezzisenatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.216, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori, fino alle parole «dei consigli di classe».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.217.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.218, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.219, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.220, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.221, presentato dai senatori Aloisio e Pirondini.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.222, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.223, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori, identico all'emendamento 1.224, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.225, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.226, presentato dai senatori Aloisio e Pirondini.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.227, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.228, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.229, presentato dalla senatrice Rando e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.230, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori, identico all'emendamento 1.231, presentato dal senatore De Cristofaro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.232, presentato dalla senatrice D'Elia e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.233, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.234, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.235, presentato dal senatore Crisanti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.236, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

PRESIDENTE. Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli ordini del giorno presentati all'articolo 1.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli ordini del giorno G1.200 e G1.201.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1.200, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G1.201.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signora Presidente, io posso capire - e interverrò successivamente sull'emendamento aggiuntivo che ci apprestiamo a votare dopo questo ordine del giorno - un parere negativo. Ormai siamo abituati al fatto che non siete capaci di valutare nel merito nessuna questione e che, aprioristicamente, sapete dare solo pareri negativi. Ma persino su un ordine del giorno mi sembra veramente folle, oltretutto quando l'impegno era anche blando («valutare l'opportunità di») e su cose su cui in quest'Assemblea abbiamo già votato favorevolmente. Dell'idea di offrire un supporto agli studenti, uno spazio di dialogo, un luogo dove possano aprirsi se n'è parlato già diverse volte e, seppure in termini diversi, i pareri erano stati diversi. Questo ci fa pensare che neanche leggiate gli ordini del giorno e gli emendamenti proposti dall'opposizione e i vostri pareri siano aprioristici. Questa è una vergogna, e non per la dignità del lavoro dei parlamentari, ma per i cittadini italiani, per le persone che si aspettano che siate in grado di governarlo, questo Paese, e non solo di prendere delle decisioni ottuse e sulla base di giudizi aprioristici. (Applausi).

Non è questo quello che meritano i nostri studenti, non un atteggiamento repressivo e non capace di capire le difficoltà in cui versano. Non potete valutare tutto con il metro del giudizio della repressione e della punizione. Invece è solo questo quello che mettete in campo per i nostri giovani. In realtà, è l'unica cosa che siete capaci di mettere in campo in qualsiasi settore. Ma, quando questo avviene nei confronti di quello che sarà il futuro del Paese, ha un peso ancora peggiore. Non siete in grado di valutare la scuola come comunità educante, che è quello che deve essere. Siete capaci solo di oppressione, ed è un male. Mi domando che razza di infanzia avete avuto, se l'unica cosa che conoscete è questa. (Commenti. Applausi).

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, senatrice Pirro.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1.201, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame di un emendamento volto ad inserire un articolo aggiuntivo dopo l'articolo 1.

Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 1.0.2.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

PIRRO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Si rivolga alla Presidenza.

PIRRO (M5S). Certo, signora Presidente. Per suo tramite, Presidente, cari colleghi, mi domando che razza d'infanzia avete avuto. (Commenti. Richiami del Presidente).

PRESIDENTE. Senatrice, forse eviterei l'infanzia. Procediamo.

PIRRO (M5S). Va bene, ci riprovo. (Vivaci commenti).

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi, visto che ho già dato prova di saper fare il mio... (Commenti). L'ho già richiamata all'ordine, non lo devo fare due volte perché me lo dice lei. Per favore, adesso basta, altrimenti mi metto a richiamare tutti quanti. Per cortesia. Prego, senatrice Pirro, vada avanti.

PIRRO (M5S). Presidente, penso che tutti ci siamo resi conto delle difficoltà.

PRESIDENTE. Evitiamo magari di riferirci all'infanzia, ma andiamo avanti.

PIRRO (M5S). Infatti non lo volevo fare, l'ha fatto lei. Se mi lascia proseguire, non lo dico di nuovo. (Commenti).

PRESIDENTE. Andiamo avanti, prosegua. (Commenti). Colleghi, per cortesia.

PIRRO (M5S). Penso che siamo tutti consapevoli delle difficoltà che affrontano ogni giorno i nostri giovani. Penso che tutti dovremmo ricordarci quello che in quest'Aula, nella scorsa legislatura, ci siamo detti a valle del lockdown e della pandemia a proposito dei nostri ragazzi e di come possa essere stato traumatico per loro affrontare quei difficili momenti. Ricordo che è stato traumatico anche per gli adulti, in quanto credo nessuno di noi abbia ricordo di eventi simili accaduti nella propria infanzia, nell'adolescenza.

Quindi, se per noi il lockdown e la pandemia sono stati un trauma, a maggior ragione lo sono stati per i nostri giovani che non avevano gli strumenti...(Brusìo). Presidente, gradirei non avere brusìo nelle orecchie, se è possibile.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

Prego, senatrice Pirro.

PIRRO (M5S). Ci siamo detti che, forse, dopo la pandemia saremmo stati tutti migliori, ma pare che ciò purtroppo non sia avvenuto.

Di sicuro è avvenuto qualcosa nel nostro Paese, perché ci siamo resi conto dell'importanza di un supporto psicologico e della necessità di aiutare prevalentemente i nostri ragazzi, ma forse ciò servirebbe anche agli adulti.

La nostra Costituzione ci ricorda il valore educativo delle istituzioni scolastiche e l'importanza di un atteggiamento solidaristico nei confronti dei più fragili, anche se dai provvedimenti che emaniamo sembrerebbe che non tutti abbiamo ben presente questo concetto.

Ho partecipato ieri alla Camera dei deputati a una conferenza stampa sui risultati di uno studio sui percettori del bonus psicologo e su quanto sia stato utile nei loro confronti, prevalentemente con riferimento ai soggetti appartenenti alle fasce più fragili della nostra società. Tutti ci siamo detti che non bisogna intervenire sempre con bonus, che bisogna fare interventi strutturali, che dobbiamo aiutare i nostri giovani e che spesso gli atteggiamenti aggressivi possono essere prevenuti. Prevenzione: questa parola tanto manca nel nostro Paese e nei nostri atti parlamentari, e mi riferisco a quelli che vengono approvati, perché in quelli proposti dalle opposizioni è ricorrente, ma sottovalutata.

Per queste ragioni, l'emendamento proponeva un intervento strutturale nelle nostre scuole, con uno sportello di counseling e supporto ai nostri giovani, per evitare di doverli poi punire a valle. Le punizioni arrivano sempre dove si è fallito nell'intervento educativo, ma si stenta a farlo capire. (Applausi).

Per queste ragioni, continuiamo a proporre in quest'Aula - e continueremo finché non diverrà legge dello Stato, magari con una diversa maggioranza - la proposta di istituire in tutte le scuole di ogni ordine e grado uno sportello di supporto psicologico, counseling e ascolto per i nostri giovani che ne hanno bisogno. Tuttavia, questa maggioranza e questo Governo sono completamente sordi al grido di aiuto che arriva dai giovani. (Applausi).

PRESIDENTE. Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.2, presentato dalla senatrice Pirro e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale è stato presentato un emendamento, che si intende illustrato e su cui invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.200, presentato dal senatore Marcheschi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2, nel testo emendato.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'articolo 3, sul quale sono stati presentati emendamenti, che si intendono illustrati e su cui invito la relatrice e la rappresentante del Governo a pronunziarsi.

BUCALO, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti in esame.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.200, presentato dalla senatrice Lopreiato e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.201, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.202, presentato dal senatore Pirondini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, non entro nei particolari del provvedimento, se non superficialmente (Brusìo. Richiami del Presidente), perché dichiaro subito che sono completamente d'accordo, sia per i toni - sui quali tornerò - che sui contenuti della relazione.

Quello che mi preme dire stamattina come neuropsichiatria e anche come padre e nonno - esserlo mi rede molto felice - è che non esiste un discorso serio, se vogliamo intelligente, di contrapposizione in ambienti dove l'apprendimento, la serenità, la condivisione, l'inclusione vivono. Non esiste la cultura dei professori e dei maestri contro i ragazzi, i bambini e le bambine e viceversa. Questa visione "paleo" di sinistra fa male a tutti, intanto perché è irreale e poi perché, casomai, il nostro ruolo è quello di ridurre al minimo le conflittualità. Nell'apprendimento due sono le cose che contano: la dolcezza di chi ha la possibilità di trasferire competenze e la fiducia di chi le riceve.

Un buon padre e una buona madre non possono non essere autorevoli e rispettati, certamente rispettosi dei figli, perché altrimenti si creano una rabbia e una sfiducia che non fanno bene a nessuno.

Certamente il provvedimento aumenta la deterrenza di "potere buono" dell'insegnante dinanzi a studenti che, vivendo un periodo giovanile di grande sconquasso, di grande perdita di certezze e di messaggi contrastanti, qualche volta manifestano impropriamente il loro disagio, diventando persino violenti sugli insegnanti. Questa realtà non ci deve far dire: siamo con questi o siamo con quelli. Non dobbiamo esercitare il tifo per qualcuno contro qualcun altro. Non c'è l'uno contro l'altro, ma esiste un sistema fatto di adulti, bambine, bambini e ragazzi che vogliono il massimo della serenità, altrimenti non si cresce mentalmente. Ve lo garantisco, occupandomi da mezzo secolo e oltre di apprendimento e salute mentale: chi è più fragile, chi deve apprendere deve avere fiducia e rispetto, non deve avere un contropotere, perché gli sconquassa il cervello.

Quando ascolto alcuni interventi dell'opposizione, come l'ultimo, mi riempio di amarezza, di sconforto, non di rabbia. A me non fa rabbia niente, se non le ingiustizie rispetto a chi è fragile. Ma, se un ragazzo sentisse un senatore della Repubblica offendere reiteratamente chi non la pensa allo stesso modo, quale apprendimento avrebbe, che fiducia avrebbe nelle istituzioni, in questa pornografia della politica?

Allora, Presidente, con tono sommesso dico che, votando favorevolissimamente questo provvedimento, non posso non esprimere preoccupazione nei confronti di questo atteggiamento schizofrenico, nel quale si tende a fare una politica buona e buonista, dicendo cose oscene e crudeli. Vede, Presidente, diceva qualcuno molto più bravo di me che l'inferno è lastricato di buone intenzioni. Io dico che stamattina in quest'Aula qualcuno che dice di avere buone intenzioni in realtà guarda con affetto l'inferno. Noi non vogliamo questo, ma vogliamo che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze vivano l'insegnante e le famiglie come se fossero una squadra, non in competizione, ma per apprendere tutti - anche gli insegnanti - il valore della diversità delle idee, il valore di competere per migliorare le proprie performance. L'insegnante deve avere il potere, perché il potere buono esiste e deve essere utilizzato per sanzionare - mi auguro poco, perché spero che la realtà sia sempre più positiva - bambini e bambine, ragazzi e ragazze che cercano sicurezza e non buonismo d'accatto che non serve a nessuno.

Io odio la contrapposizione generazionale artatamente creata: non ci sono buoni e cattivi, esistono soltanto persone di età diverse, con i loro dolori, con le loro gioie, con le loro frustrazioni e le loro conquiste. È un momento difficilissimo. Si parla troppo di morti di guerre e meno di pace e voglia di vivere, ma è nostro compito migliorare per quanto possiamo il sistema, portando serenità anche in quest'Aula e non delegittimazione assolutamente d'accatto, che è inaccettabile non solo per le parole, ma anche per i toni, teatrali e privi di significato. Viva la scuola! (Applausi).

SBROLLINI (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SBROLLINI (IV-C-RE). Signora Presidente, Governo, relatrice, colleghe e colleghi, la prima considerazione che voglio fare oggi in quest'Aula è quella che, sulla scia degli episodi violenti e delle aggressioni che ci sono stati in alcune scuole, questo Governo legifera sull'onda emotiva ed emergenziale. Continuate così, che andiamo a sbattere completamente! (Applausi).

Non c'è una risorsa in più sulla scuola, sul diritto allo studio o su una politica di welfare che investa sulla scuola e sulla sanità, che sono i pilastri della società e dovrebbero essere il faro nostro, del Parlamento e del Governo, quando legiferiamo senza ideologia, senza demagogia e senza populismo, cercando invece di cogliere gli aspetti positivi e soprattutto guardando alla fotografia impietosa che ci viene dall'Istat.

I dati dell'Istat ci dicono che, dopo il Covid, questa generazione e soprattutto le politiche di welfare sono entrate in una fase di collasso totale, perché non c'è stato alcun investimento sul disagio giovanile e mentale, sul bullismo e sul cyberbullismo, sui disturbi alimentari o sulle politiche educative di questo Paese.

Se vogliamo contrastare realmente episodi violenti - ribadisco che li condanniamo fermamente - la prima domanda che il Governo dovrebbe farsi è come agire sulle politiche di prevenzione, non con politiche che vanno sempre in un'unica direzione, quella di essere punitive e repressive. Come si fa a legiferare sempre in questo modo?

È il motivo per cui noi di Italia Viva abbiamo cercato di spiegare in tutti i modi che bisogna andare in un'altra direzione, quella degli investimenti. Quando parliamo di scuola - e mi dispiace, ma questa è la realtà - siamo fermi agli ultimi investimenti sul sistema scolastico dei tempi del Governo Renzi, con la cosiddetta legge buona scuola. Siamo fermi ancora lì. Perché ogni volta dovete sempre demolire tutto e ricominciare daccapo, invece di partire dalle buone pratiche adottate dai Governi precedenti, che stavano portando buoni risultati? (Applausi). Dopodiché, si può sempre migliorare, ma non cancellare tutto.

Scusate, ma quando parlate di tutela del personale docente, siamo non solo d'accordo, ma d'accordissimo: di recente, da questo punto di vista, abbiamo votato un provvedimento all'unanimità, per cui non c'era la necessità di ribadirlo in questo testo, solo per colpire gli studenti e le studentesse.

Italia Viva-Il Centro-Renew Europe ha parlato sempre in quest'Aula di costruire invece un nuovo patto educativo tra famiglie e scuola. (Applausi). Non possiamo pensare di delegare tutti i problemi alla scuola, ma non possiamo neanche lasciare le famiglie da sole, che spesso sono monogenitoriali, e hanno bisogno di aiuto e sostegno. Ecco perché è necessaria una politica attenta ai bisogni della cittadinanza, una politica attenta a difendere un diritto sancito dalla Costituzione, come il diritto allo studio. Non a caso sono vicini l'articolo 33 e l'articolo 32, che si occupa del diritto alla salute. Sono necessari investimenti, che purtroppo non abbiamo visto neanche nel DEF. (Applausi). È un DEF senza anima, senza una visione, senza una programmazione, dove si continua invece ad aumentare le tasse e a non investire nei pilastri che riguardano i sistemi di politica sociale e di welfare sui territori. E ora le Regioni, indipendentemente dal colore politico, e gli enti locali vi stanno lanciando un grido d'allarme in maniera molto chiara, perché non si stanno facendo investimenti in quella direzione. E il sistema inevitabilmente collassa.

Siccome noi non siamo mai ideologici e populisti, ma siamo riformisti fino in fondo, siamo sempre pronti a collaborare con il Governo e con il Parlamento, quando ci sono provvedimenti attenti alle politiche sociali. Ma in questo caso - lo ribadisco - andiamo a sbattere, perché andiamo in una direzione totalmente opposta. Mi sarei aspettata che, all'interno di questo provvedimento, fossero prese delle precauzioni rispetto all'utilizzo, a volte sproporzionato, dei cellulari in aula. (Applausi). Questo poteva essere un investimento importante, in un nuovo patto di collaborazione, di dialogo e di confronto tra la scuola, la famiglia, i genitori e gli studenti (tutto quello che ovviamente non prevede come strumenti didattici).

Se vogliamo parlare seriamente di questo tema e non fare il solito provvedimento sull'onda emotiva o emergenziale, parliamo di come investire di più sull'educazione civica e su politiche educative attente. Parliamo di come aumentare le ore extrascolastiche, ad esempio utilizzando lo strumento, a noi molto caro come partito, di aumentare l'attività motoria nelle scuole, che abbiamo visto funzionare benissimo come contrasto a tutti i tipi di dipendenza e per creare inclusione sociale.

Questa è la scuola. La scuola è quella che non vuole lasciare indietro nessuno, che fa politiche coraggiose di educazione e di attenzione ai territori. Le diseguaglianze sociali, economiche e culturali sono aumentate ancora di più dopo il Covid, e lo sappiamo benissimo. Gli investimenti li dobbiamo fare su questo: come ridurre le distanze e le diseguaglianze. Parliamo di come contrastare, per esempio, la dispersione scolastica - noi vorremmo parlare di questi temi - di come contrastare il continuo aumento della povertà educativa e anche digitale in molte famiglie. (Applausi). Queste sono le cose di cui avremmo voluto parlare oggi con questo provvedimento.

Il 60 per cento delle scuole italiane non ha una palestra. Ma vi rendete conto? Stiamo parlando di DEF, di PNRR e non parliamo di questo, di edifici scolastici fatiscenti, di strumenti didattici e informatici che non sono all'avanguardia, di pochi laboratori in molte scuole. Parliamo di questo, di come investiamo nella scuola, di come investiamo nella sanità, di come aumentiamo, per esempio, lo sportello di ascolto dello psicologo a scuola. Abbiamo presentato anche una proposta di legge, che mettiamo a disposizione di tutto il Parlamento, con cui si prevede la reintroduzione del medico scolastico come altro presidio di prevenzione, per capire quali sono le paure, le insicurezze e i disagi che oggi hanno i nostri ragazzi e le nostre ragazze.

Per tutti questi motivi, siamo costretti oggi - lo dico con rammarico - ad esprimere un voto contrario, proprio perché si è scelta la strada punitiva e repressiva, invece di andare incontro ai problemi reali della scuola (Applausi), ad una valutazione attenta che deve prevedere un giudizio complessivo. Ad ogni ragazzo e ragazza bisogna dare una possibilità, perché in ognuno di loro ci sono delle opportunità straordinarie e dei talenti nascosti. Non può essere il voto di condotta, che considero comunque importante, a decidere se ammettere o meno un ragazzo al successivo step scolastico: questo è il punto. Quindi, pensate bene a quello che state facendo.

Per tutte queste ragioni, Italia Viva-Il Centro-Renew Europe esprime voto contrario. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Salutiamo e diamo il benvenuto agli studenti e ai docenti del Centro di formazione professionale di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo, e dell'Istituto di istruzione superiore «Olivelli Putelli» di Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia. (Applausi).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 924-bis (ore 12,31)

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, sono passati soltanto quattro anni dall'approvazione di quell'emendamento del decreto scuola (decreto-legge n. 22 del 2020) attorno al quale in piena pandemia si discusse molto. Erano - lo ricordiamo tutti - i giorni più difficili per la scuola italiana, obbligata a scelte mai nemmeno immaginate fino a quel momento. Avevamo la percezione forte che quella situazione inedita necessitasse di proposte coraggiose e innovative, e che almeno si potesse provare ad uscire da quella grande emergenza con l'idea di non tornare semplicemente al passato.

L'accesa discussione tra le forze politiche per eliminare il voto numerico nella scuola primaria e sostituirla con un giudizio descrittivo faceva parte di quella riflessione, con la consapevolezza quindi che la pandemia e, ad esempio, la scelta obbligata della didattica a distanza avessero fatto emergere ancora di più le contraddizioni della scuola italiana. Si cominciava a vedere assai meglio quello che alcuni di noi dicevano da tempo: l'istruzione pubblica, quel grande pilastro democratico attorno al quale si era costruita buona parte dell'idea dell'emancipazione sociale, innervando davvero i valori più alti contenuti nella Costituzione repubblicana, non era certo esente dal rischio di una torsione classista. La pandemia stava soltanto accentuando e rendendo più evidente quello che esisteva già, e che, attraverso troppe riforme sbagliate, stava minando alla base quella colonna portante che i Padri costituenti vollero fondare sull'inclusione e sulla democrazia. Quella del giudizio descrittivo era una piccola grande rivoluzione, una vera e propria innovazione contro la tirannia del voto, perché i bambini non possono essere considerati dei numeri; perché un 4 non può essere un macigno pesante da comprendere, mentre una valutazione complessiva prende in considerazione molto meglio le caratteristiche di un bambino; perché un voto numerico spesso significa giudicare non quel giovanissimo studente, ma il livello di istruzione della sua famiglia di origine.

Oggi il Governo Meloni rivela, con questa scelta, con la pessima idea di tornare al passato, il suo carattere profondamente classista. Senza alcun monitoraggio, snobbando totalmente gli appelli dei pedagogisti e delle associazioni, riporta indietro l'orologio, come se si volesse recuperare l'autorevolezza perduta della scuola italiana attraverso l'autoritarismo; come se il modello a cui si guarda fosse quello opposto rispetto al ruolo emancipativo e trasformativo dei percorsi formativi, che invece necessiterebbero di tutt'altro: innanzitutto di risorse più adeguate per tutto il personale della scuola, a partire dal sostegno, o ancora di ridurre il numero degli studenti per classe, condizione essenziale - questa sì - per una scuola capace di rimuovere o almeno contrastare la disuguaglianza sociale.

Voi avete scelto di non ascoltare la scuola e quell'esercito di maestre e maestri che ogni giorno svolgono un lavoro straordinario e del tutto malpagato, nonostante le enormi responsabilità sociali, culturali e formative a cui adempiono.

È davvero insopportabile e contraddittorio che parliate ancora di merito, senza garantire una uguaglianza di opportunità. Come si fa a non capire che non c'è merito, se una gara è truccata, se - per fare cento metri - qualcuno parte da zero e qualcun altro parte da cinquanta? Qual è il merito di cui parlate, se non sono garantite le pari condizioni di partenza?

Non servono certo graduatorie o classifiche per le bambine e per i bambini. Serve, piuttosto, migliorare le informazioni descrittive, che aiutano gli allievi a conoscere se stessi e a essere orientati a dirigere la propria attività futura. L'insegnante ha con loro una relazione educativa. Non è un giudice ed è opportuno che sia il più possibile lontano da questo ruolo.

La scuola può sollecitare a conoscere e a studiare, se aiuta a crescere senza mortificare, giudicare ed intimorire fin da piccoli, con il bollo di un voto numerico che esprime un valore sulla persona. Il voto, in realtà, è soltanto una delle possibili scelte comunicative della valutazione e non è certo la scelta più efficiente. Se la finalità è quella di migliorare l'apprendimento, attribuire al voto la funzione di stimolo e di fine dell'apprendimento, è uno dei più gravi errori che si possa commettere, dato che spesso, peraltro - come è noto - porta a sviluppare atteggiamenti negativi verso la scuola e, più in generale, verso lo studio.

Confondere, quindi, la valutazione col voto e attribuire ad esso la funzione di stimolo dell'apprendimento significa davvero non avere alcuna cognizione della complessità della questione. Agli inizi della grande scolarizzazione del mondo contemporaneo ci fu una fortissima richiesta di quelle competenze di base che, all'epoca, si riassumevano nella formula: leggere, scrivere e far di conto.

Rispetto a questo traguardo, anche i Paesi più avanzati, ancora una volta e anche in questo caso, come la pandemia ha drammaticamente disvelato, stanno verificando e soprattutto stanno vivendo un vero e proprio analfabetismo di ritorno. Invece, però, di confrontarsi con questo grande tema, con questa grande questione, di contrastarla in qualche modo, il Governo sceglie di ritornare indietro, di ritornare a una visione tremendamente classista, che ripete retoricamente la parola merito, tradendo però, nei fatti, il richiamo agli studenti meritevoli che esiste nella Costituzione italiana, la quale si poneva invece l'obiettivo, giustamente, di rimuovere gli ostacoli legati alle diverse condizioni di partenza.

Io esprimo la nostra totale contrarietà a questo provvedimento, miope, autoritario e classista, che genererà demotivazione e paura di sbagliare, il contrario, cioè, della fiducia e della motivazione a migliorare che dovrebbero invece rappresentare i valori di fondo della scuola italiana.

Con questo provvedimento, con la cultura politica che lo ispira, avete dimostrato, ancora una volta, di essere portatori di un pensiero profondamente reazionario. In realtà lo sapevamo già e questa ne è solo l'ennesima conferma. Il mondo, però, va avanti, nonostante voi proviate a riportare indietro le lancette della storia, e sarà sempre più forte di ogni nostalgia. (Applausi).

Presidenza del vice presidente CASTELLONE (ore 12,40)

DAMIANI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAMIANI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, ringrazio la collega Ternullo, che era iscritta a parlare in dichiarazione di voto e mi ha ceduto la parola. Mi ha ceduto la parola, ma anche il testo del discorso, che stavo appunto rileggendo in questo momento.

Il provvedimento oggi al nostro esame in Aula riguarda il ritorno ai giudizi relativamente alla scuola secondaria di primo grado, cioè la scuola media che - come sappiamo tutti - costituisce un passaggio importante nella crescita e per la crescita dei nostri ragazzi. Infatti, lì si passa proprio dall'infanzia all'adolescenza. Siamo quindi intervenuti su questo.

Per quanto riguarda, in particolar modo, il merito del provvedimento e il suo contenuto, vi sono alcune cose che a noi piacciono molto, soprattutto il giudizio sul comportamento, che finalmente ritorna oggi in decimi, quindi in una scala da 1 a 10. C'è quindi un ritorno al passato e - mi sia consentito un giudizio personale - secondo me stiamo facendo bene nel ritornare a certe sane abitudini del passato, perché un tempo, anche nella mia scuola, c'era il giudizio con i numeri. Si associa quindi la scuola secondaria inferiore a quella superiore, perché già nella scuola superiore oggi i voti sono espressi con i numeri. Nella scuola primaria, invece, resta il giudizio in generale. Si torna quindi a come si faceva una volta.

Il giudizio in decimi, se viene espresso su una base di criteri oggettivi, rappresenta un elemento di chiarezza e di valutazione. Lo spazio del giudizio, quindi, è più ampio ed è anche maggiormente comprensibile.

Positiva, oltre a queste, è anche la disposizione che l'alunno non venga ammesso alla classe successiva quando il giudizio sul comportamento sia inferiore al 6, perché è un giudizio di non sufficienza rispetto al 7 e all'8. In questo caso il comportamento del ragazzo durante l'anno scolastico è dirimente per raggiungere la sufficienza, altrimenti si viene bocciati o non si passa alla classe successiva. Ecco perché ritornare alle origini sicuramente non farà male.

È apprezzabile anche il fatto di legare il giudizio complessivo a riflessioni ed elaborati dello studente che abbia preso un 6 durante il colloquio finale. Così come è certamente da considerare con favore il fatto che il giudizio in decimi, non soltanto negli studi, ma anche sul comportamento, contribuisca alla valutazione complessiva di tutto l'anno dell'alunno. Pertanto il comportamento di un ragazzo oggi assume un aspetto importante e dirimente nella valutazione complessiva dello stesso. Del resto, il percorso di studi successivo alla scuola secondaria inferiore, come dicevo, è tutto espresso con voti numerici e non con giudizi, quindi allineiamo anche il percorso di crescita del ragazzo agganciandolo alla scuola superiore. Oggi infatti le vere difficoltà, come riscontriamo tutti i giorni da genitori, stanno proprio in quel passaggio dalla scuola secondaria inferiore a quella superiore, che è diventato quasi un divario, per cui per molti ragazzi diventa poi difficile affrontare la scuola superiore. Cerchiamo di unire queste due fasi e secondo me andremo sicuramente a migliorare. È quindi opportuno preparare i ragazzi sin dalla scuola secondaria inferiore ad essere giudicati in maniera puntuale, con voti che siano basati su criteri sicuramente oggettivi. Il comportamento di un individuo, e non solo, ma anche quello che realizza nel merito, contribuiscono al giudizio finale.

Va detto poi che la scuola, in generale, deve recuperare la propria autorevolezza. La scuola, lo voglio ricordare, è un'istituzione fondamentale del nostro Paese e tale deve essere considerata dai ragazzi. È quindi anche una questione culturale il fatto che il rispetto che si deve avere per la scuola e per gli insegnanti debba ritornare a come era un tempo, quando la maestra, il maestro, il professore avevano un grado di considerazione da parte dei ragazzi e c'era un rispetto maggiore. Questo determinava un comportamento sicuramente diverso rispetto a oggi. Infatti, assistiamo o sentiamo dalle cronache episodi un po' particolari.

Ritengo sia oggi fondamentale l'aspetto culturale, facendo capire ai nostri ragazzi che la scuola è un'istituzione che va rispettata. A tal fine, serve coinvolgere le famiglie. Non intendo fare esempi particolari o personali, ma ricordo che un tempo, quando si veniva rimproverati a scuola e si tornava a casa, si prendevano gli altri rimproveri successivi, mentre oggi accade forse qualcosa di diverso, perché quando si torna a casa i genitori si arrabbiano perché c'è stato un comportamento diverso dell'insegnante. Questo, secondo me, non va bene. Il rispetto dell'istituzione scolastica deve partire dalla famiglia. Bisogna coinvolgere famiglie e ragazzi in questo discorso. A scuola, infatti, i ragazzi passano gran parte del loro tempo; chi fa tempo prolungato vi trascorre oltre sei ore. Si tratta di ore e momenti della giornata importanti, che vanno condivisi con la famiglia.

Allo stesso tempo, bisogna cercare di prevenire il disagio giovanile, che spesso è generato anche da situazioni familiari. Ecco quindi che ogni attività dei giovani, oltre il tempo passato tra i banchi scolastici (come sport, musica, arte e gioco), diventa fondamentale nella formazione del carattere e del comportamento.

In parte può essere la stessa scuola a coinvolgere i ragazzi in queste attività: le attività extrascolastiche, successive al percorso scolastico, possono essere importanti per coinvolgere il ragazzo e far maturare un comportamento sicuramente diverso e più proficuo. Dall'intera giornata del ragazzo deve nascere il basilare rispetto verso chi ci lavora e i docenti non possono diventare parafulmine di carenze educative. Il giudizio con voti numerici deve essere quindi basato su parametri oggettivi e deve tener conto della realtà in cui vivono i ragazzi.

Per tali motivi, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Forza Italia. (Applausi).

PIRONDINI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIRONDINI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, fin dal principio il MoVimento 5 Stelle ha mosso ed evidenziato forti criticità sul provvedimento in oggetto, principalmente per tre ordini di ragioni.

In primo luogo, per un'impostazione di fondo meramente punitiva e sanzionatoria. Secondariamente, per le vaghe e indeterminate attività di cittadinanza solidale cui gli studenti dovrebbero sottoporsi e partecipare in seguito alla sospensione e al conseguente allontanamento dall'attività didattica. Infine, per la totale mancanza di una pars construens, ovvero di una parte costruttiva che possa bilanciare la parte sanzionatoria.

Comminare una pena o una sanzione può essere più o meno opportuno, a seconda dei casi; tuttavia, non porta a nulla e, anzi, può addirittura avere effetti deleteri se non vi è un orizzonte capace di dare un senso e un valore a quel percorso: il senso di tramutare l'isolamento in socialità, la difficoltà in relazione o, ancora, di trasformare una cattiva condotta in una reale comprensione di un errore.

In buona sostanza, se si vuole davvero ripristinare la cultura del rispetto, affermare l'autorevolezza dei docenti, nonché rimettere al centro il principio della responsabilità (sono tutte espressioni utilizzate nel testo che ci apprestiamo a votare oggi), restituendo piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, non basta prevedere il ricorso a un impiego temporaneo nei lavori socialmente utili.

Ci troviamo quindi a discutere, per l'ennesima volta, di un provvedimento che riguarda la scuola pubblica italiana e che si concentra solo sul lato repressivo, senza alcun tipo di investimento reale nella parte preventiva. È il segno della scelta scientifica di questo Governo di utilizzare la scuola pubblica come strumento di propaganda e non come oggetto di investimento per una reale emancipazione dei nostri ragazzi e del Paese in generale.

Concordiamo assolutamente sulla necessità di rafforzare una cultura del rispetto nei confronti dei docenti e del personale scolastico. I docenti vanno valorizzati sul piano professionale, economico e sociale e vanno evidentemente protetti da episodi di violenza fisica, psicologica o di qualunque altra natura. Tuttavia, il punto è come attuare questa valorizzazione e questa tutela. Davvero pensate che per fare questo sia sufficiente reintrodurre i giudizi e puntare solo su sospensioni e bocciature? Il rispetto è, prima di ogni altra cosa, un sinonimo di fiducia, che è esattamente tutto quello che state facendo mancare alla comunità scolastica e all'istituzione della scuola nel suo complesso. (Applausi).

Va detto con onestà e chiarezza che, senza investimenti, qualsiasi intervento nella scuola sarà vano, sarà uno spot, sarà appunto propaganda. Il mondo della scuola ha dato una grande prova di resistenza e di reazione nel periodo Covid. Ma perché questo sia potuto avvenire è stato necessario sostenerla. Sapete a quanto è ammontato l'investimento nel comparto scolastico del Governo Conte per far fronte alla pandemia in un anno soltanto? 10 miliardi di euro. Sapete invece a quanto ammonta l'investimento di questo Governo per ogni scuola, con il soltanto sbandierato inserimento dell'educazione civica nelle scuole? Sette euro. Provate a trovare le differenze tra questi due investimenti, tra queste due cifre. (Applausi).

Purtroppo, la propaganda di questo Governo si può comprendere semplicemente unendo i pezzi di un puzzle che è decisamente preoccupante. Pensiamo agli accorpamenti selvaggi che avete messo in atto sotto il nome di dimensionamento, andando a indebolire i territori più fragili come quelli del Sud e delle aree interne del Paese che già soffrono di più la dispersione scolastica. Quest'ultima è una vera e propria emergenza alla quale destinare attenzione e risorse. Se a questo aggiungiamo la distruzione del sistema scolastico nazionale con lo spacca-Italia, l'umiliazione come strumento educativo - questo dice il Ministro - il flop totale del liceo del made in Italy, allora il quadro diventa davvero terrificante.

E che dire poi del rapporto di questo Governo con gli studenti di origine non italiana e con le loro famiglie? Ma davvero pensate che, con tutti i problemi che ha la scuola italiana, ci sia bisogno di un provvedimento per impedire la chiusura di un solo giorno di scuola per una festività religiosa? Non pensate che le scuole siano abbastanza sagge da capire come comportarsi nei vari singoli casi in base alle singole esigenze e caratteristiche? Ma poi, non eravate quelli a favore dell'autonomia? Di quale autonomia parlate, se poi, quando una decisione autonoma non vi piace, fate di tutto per modificarla attraverso atti decisi a livello centrale? Se fate così, infatti, la vostra cifra - permettetemi - non è quella dell'autonomia ma è quella dell'ipocrisia che è una cosa leggermente diversa. (Applausi).

La propaganda di questo Governo sulla scuola è iniziata, lo dobbiamo dire, fin da subito, inserendo la parola merito nella dicitura del Ministero. Il che, se realmente applicato, sarebbe assolutamente e chiaramente condivisibile, ci mancherebbe, se non fosse però che poi, nelle tante nomine che avete fatto e state facendo nei vari settori, ed in particolare in quello culturale, la sensazione mia, ma sicuramente sarà sbagliata, è che per voi contino di più del merito la tessera di partito, la parentela e l'amicizia. Il merito lo avete messo soltanto nel titolo di un Ministero ma si è fermato a questo.

Purtroppo, è l'intero impianto repressivo su cui si fonda la vostra politica la cosa più preoccupante in assoluto. State costruendo un mondo nel quale i giovani che non rispondono al vostro modello di società e che esprimono dissenso, dentro le scuole vanno incontro soltanto a sospensioni e bocciature senza nessun investimento nel sostegno, mentre fuori dalle scuole vanno incontro, più tristemente, anche alle manganellate. Se esiste una speranza di sovvertire questo modello di società che sta tradendo la scuola pubblica, la sanità pubblica, la giustizia e anche la libera informazione, bene, quella speranza sta proprio nei giovani che scendono in piazza. La pura repressione è un tradimento verso un'intera generazione. La pandemia ci ha restituito una società in cui la questione del disagio giovanile dovrebbe essere centrale e ci dovrebbe preoccupare tutti, mentre qui si continuano a fare dichiarazioni strampalate, provvedimenti di pura propaganda come questo. Il clima aggressivo che i ragazzi respirano nell'ambito dei social si riversa poi dentro e fuori le scuole.

Queste ragazze e questi ragazzi, secondo voi, hanno bisogno soltanto di punizioni o forse hanno bisogno anche di supporto, di sostegno e di comprensione? Perché non mettete lo stesso impegno che mettete su provvedimenti esclusivamente repressivi come questo, anche su misure come il supporto psicologico o l'educazione affettiva e sessuale? Su questo vorrei dire che il MoVimento 5 Stelle ha presentato molti emendamenti per riempire il vuoto che c'è in questo testo. Abbiamo provato ad essere propositivi come al solito, abbiamo parlato di inserimento dello psicologo all'interno del sistema scolastico, di implementare l'attività sportiva, di implementare l'attività musicale. A tutto questo avete detto no.

Non è possibile credere che pensiate davvero che il sistema scolastico si possa migliorare attraverso un progetto di scuola autoritaria, in cui lo strumento di contrasto principale diventa il voto in condotta o comunque la valutazione sintetica, piuttosto che quella descrittiva.

In conclusione, il ministro Valditara si presentò ad inizio legislatura, dicendo che l'umiliazione è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità. Ecco, questa affermazione ha avuto un merito, cioè quello di farci capire subito in quali mani fossimo finiti (Applausi) e a più di un anno di distanza da quella frase, infelice, ci sentiamo di dire una cosa al Ministro. Se l'obiettivo di quella frase era dire che i ragazzi vanno educati con l'umiliazione, dobbiamo rispondergli con fermezza che sta sbagliando tutto, ma se il senso di quella frase era annunciare l'obiettivo di questo Governo di umiliare la scuola pubblica, allora state andando veramente alla grande. (Applausi).

Signora Presidente, per tutti i motivi fin qui esposti, annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

PAGANELLA (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGANELLA (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, il disegno di legge che giunge oggi in discussione in Aula nella sua semplicità è particolarmente importante. Esso, infatti, è un tassello indispensabile di quel complessivo disegno di riorganizzazione e riqualificazione della scuola italiana a cui sta lavorando, sin dal suo insediamento, il Governo e il ministro dell'istruzione e del merito Valditara.

Gli studenti rappresentano, insieme a docenti e genitori, uno dei tre assi portanti attorno a cui ruota l'istituzione scolastica; si può dire che essi siano il centro di tutto il processo formativo. Quel che però si è dimenticato per troppi anni è che la formazione è composta da due elementi che vanno assolutamente tenuti insieme e che sono di pari dignità: l'istruzione e l'educazione. Detto altrimenti, la scuola non deve limitarsi a trasmettere agli allievi conoscenze e metodi di apprendimento, ma deve porre una particolare attenzione anche ai loro comportamenti. Il suo fine è infatti anche quello di aiutarli a forgiare la propria personalità e il proprio carattere in previsione del loro ingresso in società come cittadini liberi e consapevoli.

Non si è trattato di una dimenticanza casuale: la sottovalutazione dell'educazione è il portato diretto del predominio, dopo il Sessantotto, di ideologie politiche pedagogiche basate su una falsa idea di democrazia e di uguaglianza. (Applausi). In base ai loro dettami si è infatti finito per porre sullo stesso piano insegnanti e allievi, contestando quel principio di autorità che è fatto di rispetto dei ruoli e delle gerarchie e che è assolutamente essenziale per la buona riuscita del processo formativo. Alcuni studenti si sono quindi sentiti liberi di comportarsi come meglio credevano, in modo del tutto irresponsabile, in quanto l'idea stessa di una valutazione del loro comportamento da parte degli insegnanti è stata messa in discussione. Quanto ai docenti, persa ogni autorevolezza, è stato impedito loro di fare il proprio mestiere, li si è relegati al ruolo di consiglieri alla pari degli studenti, nel migliore dei casi, e di capro espiatorio per i loro deficit formativi nel peggiore.

Gli episodi di violenza e bullismo di cui sono state piene le cronache dell'ultimo periodo possono perciò considerarsi la conseguenza di una situazione di fatto che è andata inesorabilmente deteriorandosi con il passare degli anni. Alla luce di questa situazione si è perciò reso necessario intervenire per ripristinare nelle aule scolastiche la cultura del rispetto attraverso la valorizzazione a più livelli del voto di comportamento nelle scuole di ogni ordine e grado. Ciò nella consapevolezza che ha sempre accompagnato la cultura classica occidentale nel suo sviluppo storico che educazione ed istruzione non possono andare disgiunte, ma sono i due poli di un unico processo.

La novità di questo disegno di legge è che esso supera il precedente approccio punitivo e sanzionatorio, favorendo meccanismi di recupero che coinvolgono lo studente in attività didattiche, oppure, nei casi più gravi di allontanamento dalla scuola, in attività sociali presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche. Si cerca di favorire altresì i processi di riflessione critica e autovalutazione degli studenti sul proprio operato. Contestualmente, per favorire l'indispensabile partecipazione delle famiglie nel processo formativo, il disegno di legge affronta una criticità presente nell'attuale sistema di valutazione delle scuole primarie. In esse il giudizio dato in pagella, essendo molto analitico e specialistico, non rende infatti facilmente e immediatamente visibile ai genitori il livello di apprendimento che i loro figli hanno raggiunto. Alla valutazione analitica, che resta e non è stata soppressa, al contrario di quanto i media hanno spesso erroneamente detto, si è perciò ritenuto opportuno affiancare una valutazione sintetica di facile leggibilità.

In sostanza, può dirsi che i provvedimenti presi si propongano di ristabilire un clima di serenità e collaborazione nelle scuole: senza questo clima, la scuola italiana non può lavorare unita per affrontare le enormi sfide che l'attendono. Su di esse si giocherà non solo il suo futuro, ma anche quello del nostro Paese. È perciò necessario non abbandonare le nuove generazioni a se stesse.

A nome della Lega, quindi, annuncio un convinto voto favorevole al provvedimento in esame. (Applausi).

D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, colleghi e colleghe, diceva Danilo Dolci, che quest'anno avrebbe compiuto cento anni, che ciascuno cresce solo se sognato. Mi sono chiesta, leggendo questo disegno di legge, se siamo ancora capaci di sognare le bambine e i bambini e le ragazze e i ragazzi che vivono nel nostro Paese. Noi, un Paese che invecchia, come ci dicono tutte le statistiche sulla denatalità, per motivi vari - fatemelo dire - a cominciare da uno scarto enorme tra figli desiderati e realizzati, siamo dunque un Paese ingiusto, soprattutto con le donne.

Eppure, anche nel dibattito di ieri, ho sentito ancora qualcuno parlare di cattive letture e di narrazione sbagliata sulla maternità e qualcun altro sostenere che bisogna indottrinare e omettere qualche associazione pro-vita nei consultori: altro che narrazione tossica, il 20 per cento delle madri lascia il lavoro dopo il primo figlio! Oltre al danno, la beffa: nessun rispetto per le scelte di maternità o di non avere figli e non venite a chiederci su questo dove eravamo, perché avevamo cominciato con un assegno universale, obiettivi di occupazione femminile, parità di genere, servizi educativi da zero a sei anni nel PNRR, che voi avete completamente stravolto. (Applausi).

Ebbene, questo Paese anziano come guarda alle giovani generazioni? Come vuole educarle? Ieri, la senatrice Malpezzi, parlando nel suo intervento del sentimento, della cultura e persino forse dell'antropologia che ispira questo disegno di legge, ha detto che, di fondo, pensate che i ragazzi siano cattivi e che quindi vadano puniti: persino i più piccoli, quelli della primaria, si discute se possano essere insufficienti o gravemente insufficienti. Si tratta dunque di una generazione scarsa non nel rendimento, ma nel senso che sono pochi e, nonostante questo, invece di fare per loro classi più agevoli - come ha ricordato prima un mio collega - e meno numerose, scegliamo accorpamento e dimensionamento.

È una generazione scarsa, il 16,5 per cento della quale tra l'altro, se guardiamo alle medie e alle superiori, abbandona gli studi. Perché lasciano? I dati sono impietosi: vi sono motivazioni di ordine sociale, economico e culturale. Tra gli immigrati - che, per fortuna, ci sono - e i figli degli immigrati, il tasso di abbandono arriva anche al 40 per cento, contro il 17 per cento degli italiani: è una risorsa scarsa, che decidiamo anche di selezionare, visto che parliamo di tetti, invece di cercare di capire come trattenerla quanto più possibile in questo luogo di educazione alla cittadinanza (organo costituzionale, come diceva Calamandrei). Trattenere, appassionare, coinvolgere: sembra proprio che invece dei più giovani sappiamo vedere solo gli sbagli, mettendo insieme occupazioni, episodi di violenza, disagio sociale e aggressività; emergenza-violenza, insomma, senza provare a capire cosa non funzioni, cosa abbia procurato il Covid, quale patto si sia rotto.

Qualcosa si è rotto, infatti, anche nel rapporto con le famiglie e qualcosa si è rotto tra i ragazzi, perché la violenza spesso la fanno anche a se stessi (Applausi), tra autolesionismo e disturbi alimentari. Qualcosa si è rotto davvero.

Siamo dunque veramente noi i lassisti, che pensiamo ci sia una strada diversa da quella che qui indicate, noi figli del '68, da cui sarebbe tutto iniziato? Ma veramente, dopo cinquant'anni, ancora con la storia del '68 e del 6 politico? Dopo quarant'anni di rivoluzione neoconservatrice e di liberismo, in cui competizione e individualismo hanno avuto la meglio, veramente parliamo ancora di questo? Davvero volete accusarci di pensare che vada tutto bene, che non ci siano problemi nella scuola italiana e che non ci sia un problema di riconoscimento di autorevolezza? Altrimenti noi siamo i secchioni, quelli che giudicano. Francamente, a sentir parlare di Gattopardo e di Time Square, un po' di giudizio ci verrebbe da darlo. (Applausi). Ma sinceramente stiamo parlando di una cosa importante e delicata come la valutazione. Riusciamo a uscire da questa discussione ideologica e stereotipata? Noi l'abbiamo letto sul serio e, quando avete citato grandi pedagogiste, sia gli emendamenti che gli articoli li abbiamo anche votati, perché abbiamo guardato al merito di questo disegno di legge. Certo che vediamo i problemi; abbiamo anche detto di voler investire di più sulla comunità educante, indicando, negli emendamenti, le figure che possono sostenerla e arricchirla. In gioco c'è che tipo di scuola vogliamo e che cos'è l'autorevolezza, che è anche data dal riconoscimento sociale e salariale del lavoro dell'insegnante.

Però qui la china scelta è quella dell'autoritarismo. L'insegnante tornerebbe a fare la sua parte nel saper punire; questo fa questo disegno di legge. La valutazione esprime il potere che ogni insegnante gestisce. È oggettivo questo potere, va maneggiato con cura, può essere inteso come una funzione sanzionatrice, selettiva e di controllo, oppure come uno strumento di promozione della persona, con una funzione educativa e di rinforzo positivo: la scuola che rimuove gli ostacoli, la scuola costituzionale che rimuove gli ostacoli. (Applausi).

Può essere un giudizio secco oppure un processo, una mossa riflessiva per chi è giudicato e per chi giudica, di comprensione su quale strada intraprendere con quel percorso didattico. Il voto è una sintesi ordinale, stila graduatorie, innesca competizioni e paragoni, tende a riprodurre e a legittimare le diseguaglianze di partenza. La competizione, questo è stato il mantra di questi anni, che ammazza il gruppo classe, lo studio condiviso, il rapporto tra pari. Questi sono i problemi che abbiamo visto nelle scuole.

Questo disegno di legge era stato pensato in origine per disciplinare il voto in condotta, entrando nei dettagli, volendo spiegare agli insegnanti esattamente come devono fare, anche se poi le fattispecie che determinano la non ammissione rimangono ampie e ambigue. Nessuna intenzione di recupero, ma solo rigidità; di fatto, una messa in discussione della valutazione collegiale. Esso poi modifica anche lo statuto degli studenti e delle studentesse; i principi generali, ha detto la relatrice. Ma quei principi generali vanno condivisi con gli studenti e le studentesse. (Applausi). Quel testo, all'articolo 4, parla di disciplina e dice chiaramente che nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato a esporre le proprie ragioni; nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto. Qui invece siamo proprio alla controrivoluzione, alla reazione; qui si instaura un automatismo che porta al non passaggio alla classe successiva.

Su un provvedimento siffatto è arrivato l'emendamento che introduce il giudizio sintetico nella primaria, cassando quell'ordinanza del 2020 che - come è stato ricordato - è stata emanata in pieno Covid, in un momento in cui la scuola soffriva, in cui aveva la didattica a distanza e in cui sono esplose le criticità, i problemi e le diseguaglianze. Su quella sperimentazione è stata fatta formazione; la scuola richiedeva da tempo, dal 2008 (quando erano stati cancellati), che si tornasse al giudizio descrittivo. Nel 2020 si avvia quindi finalmente una riforma che riporta la valutazione descrittiva; tante associazioni hanno chiesto di non tornare indietro e, soprattutto, di non farlo senza aver fatto una valutazione e aver verificato l'efficacia, di non interrompere, a ogni Governo che arriva, un percorso che la scuola ha iniziato.

Questo cambiamento della valutazione riguarda infatti la didattica. Come si valuta è fortemente legato alla didattica. Se l'attività è concepita solo come spiegazione, interrogazione, valutazione o se invece la valutazione non orienta un processo, ma non per rendicontare e classificare. È questo il motivo per cui noi siamo critici rispetto a questo disegno di voto. Concepire il voto come modalità prevalente nella comunicazione del processo valutativo è coerente con la scelta di classificare e riprodurre le diseguaglianze.

E qui torniamo al sogno - concludo, Presidente - e a come guardiamo alle bambine e ai bambini, a come vogliamo sognarli. Una didattica che considera elementi fondamentali della propria azione il coinvolgimento attivo e la condivisione del potere valutativo. Non si educa infatti alla democrazia sviluppando sudditanza, ma promuovendo partecipazione attiva e facendosi carico delle responsabilità che tale partecipazione comporta, a cominciare dal lavoro sugli errori commessi, senza dimenticare lo stress e il terrore di sbagliare di tanti ragazze e ragazzi che trasmettono avversione verso l'apprendimento. Avete scelto la strada sbagliata della punizione e del controllo anche degli insegnanti.

Per questi motivi, dichiaro il voto contrario del Partito Democratico. (Applausi).

SPERANZON (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SPERANZON (FdI). Signor Presidente, per suo tramite mi rivolgo a molti colleghi dell'opposizione che sono intervenuti in Aula poc'anzi, tranquillizzandoli rispetto al fatto che non c'è nessuna volontà di introdurre strumenti punitivi nei confronti delle studentesse e degli studenti italiani, né tantomeno bacchettate sulle mani o altre forme che sembra siano state evocate in molti degli interventi dell'opposizione. Semmai, quello che rilevo è che ci sono molte forze politiche che hanno fatto parte di Governi che hanno emanato provvedimenti sui quali è stata costruita la scuola che abbiamo oggi e che non hanno espresso nemmeno una parola riconoscendo le proprie responsabilità sui tanti errori - in qualche caso orrori - presenti nelle scuole italiane. Il fatto di non riconoscersi delle responsabilità è proprio il modo col quale loro interpretano anche l'educazione che dovremmo dare ai nostri figli, ai bambini, agli adolescenti e agli studenti italiani, cioè quello di non assumersi le responsabilità.

Quello della responsabilità è un tema da cui evidentemente la politica, soprattutto quella che sta dall'altra parte dell'Emiciclo, rifugge. Invece noi crediamo che la responsabilità sia qualcosa di importante. Ci sono delle parole che a noi piacciono, come ad esempio coscienza, rispetto, educazione. (Applausi). Un intellettuale che certamente non è ascrivibile a questa parte politica, ossia Galli della Loggia, qualche tempo fa ha fatto una richiesta alla politica perché si reintroduca il predellino all'interno delle classi per mettere in condizione gli insegnanti di avere, da un lato, la possibilità di controllare meglio quello che succede nella classe, e dall'altro lato di vedersi riconosciuta quell'autorevolezza (Applausi) che purtroppo invece troppo spesso non viene loro riconosciuta nelle classi italiane.

Gli obiettivi che si pone questa legge sono quelli di migliorare il rapporto tra gli studenti, il personale docente e il personale amministrativo delle scuole. Migliorare i rapporti, portarli a livello di civiltà, perché forse non sapete - molti di voi però lo sanno, perché hanno figli che vanno nelle scuole e dai loro racconti sanno che cosa succede nelle classi - che molto spesso questo rapporto di civiltà e di rispetto tra studenti e studenti, tra studenti e insegnanti, tra studenti e personale amministrativo, purtroppo nella scuola italiana si è perso. (Applausi). Riportare la cultura del rispetto degli ambienti scolastici è un obiettivo che si pone questo provvedimento, così come quello di far comprendere agli studenti l'importanza di un comportamento responsabile e rispettoso verso gli altri.

Scandisco ancora la parola "responsabile". La valutazione del comportamento non deve essere vista come un voto di serie B rispetto alle materie curricolari. Nessuno vuole condizionare il profitto rispetto al comportamento, però è uno dei parametri più importanti nella valutazione complessiva che, come istituzione scolastica, possiamo dare dello studente. Una valutazione che non deve e non può tenere conto solo del rendimento nelle singole materie, ma anche dell'approccio generale dello studente nell'ambiente scolastico e nelle relazioni con gli altri. Solo in questo modo la scuola può davvero essere formativa. Si tratta infatti di un luogo all'interno del quale si formano gli individui che domani diventeranno cittadini. E se vogliamo avere dei cittadini responsabili, che rispettano la legge, che comprendono e conoscono i propri diritti, per poter definire quali sono i propri diritti e comprendere quali sono i diritti degli altri, noi vogliamo che la scuola sia un luogo che riveste questo tipo di funzione: quella formativa.

Quindi, la valutazione del comportamento non deve avere una funzione meramente punitiva, ovviamente, ma deve servire innanzitutto allo studente, per capire se il suo comportamento non è consono all'ambiente scolastico e offrirgli, in questo modo, anche la possibilità di migliorare. Ecco perché riteniamo particolarmente importante coinvolgere gli studenti che dovessero ottenere una valutazione intermedia insufficiente in attività quali quella della cittadinanza attiva e solidale, come richiesto dalla disposizione introdotta dalla Commissione.

La stessa cosa vale per gli studenti che ricevono il provvedimento di allontanamento dalla scuola. La sospensione è molto più utile se accompagnata da un'attività di riflessione e di servizio solidale presso strutture convenzionate, un'attività che sicuramente può stimolare lo studente ad approfondire le motivazioni del provvedimento disciplinare che ha ricevuto e a comprendere la gravità delle proprie azioni.

Io capisco, sì, che debba esserci la misericordia, la comprensione, e che la ricerca di tutti noi debba essere quella di mettere tutti nella condizione di procedere sui giusti binari, ma dobbiamo anche educare al senso della giustizia. (Applausi).

Il senso della giustizia, come diceva una pedagoga che ho conosciuto, che era mia nonna, è che, quando fai le cose giuste, ricevi un premio, ma se sbagli, devi assumerti la responsabilità dell'errore e devi anche ricevere un elemento punitivo. Questo non significa trasformare la scuola in un ambiente autoritario, come ho sentito dire, ma trasformare la scuola in un ambiente formativo, non autoritario.

Anche la sospensione del giudizio per gli studenti ammessi agli scrutini finali con la valutazione di sei decimi è una novità molto positiva: non comporta la bocciatura diretta, ma richiede uno sforzo in più dello studente in termini di approfondimento e di elaborazione per ottenere la piena ammissione alla classe successiva.

Anche in questo caso, la volontà, la finalità, non è certo quella di punire, ma di dare l'opportunità a tutti di imparare dai propri errori e diventare più responsabili. Se, a fronte di queste misure, il comportamento dovesse essere comunque ritenuto insufficiente da parte del consiglio di classe, allora sì, certo, lo studente dovrebbe necessariamente ripetere l'anno, come purtroppo è accaduto a generazioni di studenti che, grazie a quegli errori e a quegli anni persi, hanno conquistato, invece, valori importanti da spendere nella loro vita. (Applausi).

Signor Presidente, sempre riprendendo alcuni degli interventi che mi hanno preceduto, sento parlare ancora, ogni tanto, di valutazione numerica. Ad esempio, io non so a quale disegno di legge si riferisse la senatrice Rando nel suo intervento, visto che, con questo testo, noi abbiamo introdotto giudizi sintetici, non numerici. E vi è una differenza, non solo lessicale, ma importante anche dal punto di vista del contenuto.

Semmai, un bel segnale che ha dato quest'Assemblea è stato il voto all'unanimità sull'emendamento presentato dal collega di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi, che estende l'inserimento del metodo Montessori, per chi vorrà adottarlo, alle scuole primarie. Ovviamente, non si obbliga alcuno ad adottare questo sistema, ma si mette in condizione, chi ritiene utile adottarlo, di poterlo fare.

Per noi è fondamentale che i reati commessi contro il personale scolastico non siano puniti soltanto con il risarcimento dei danni alla singola persona offesa (perché anche questo è un caso che oggi si verifica) ma che si preveda anche un risarcimento alla scuola. Questo perché un comportamento violento e irrispettoso non è solo un danno alla persona, ma un danno grave all'intera comunità scolastica.

In conclusione, signor Presidente, il Gruppo Fratelli d'Italia, che voterà a favore di questo provvedimento, ritiene che anche la scuola debba fare la sua parte nel permettere ai ragazzi di sviluppare la propria coscienza, anche attraverso una necessaria assunzione di responsabilità da parte di questi, rispetto innanzitutto a se stessi e poi, di conseguenza, rispetto agli altri.

I comportamenti di oggi in ambito scolastico potrebbero riflettere, e spesso drammaticamente riflettono, i comportamenti di domani nel mondo del lavoro e, più in generale, nelle complesse relazioni sociali.

Il Gruppo Fratelli d'Italia voterà a favore del disegno di legge al nostro esame. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi didattici differenziati».

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito di posticipare alla seduta di martedì 23 aprile alle ore 13,30 l'inizio della discussione del decreto-legge in materia di ulteriori disposizioni per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di permettere alle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato di svolgere le audizioni sul Documento di economia e finanza 2024.

La seduta di lunedì 22, pertanto, non avrà luogo.

Poiché il Governo ha preannunciato la posizione della questione di fiducia sul decreto-legge, la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la chiama avrà inizio alle ore 18,30 della stessa giornata di martedì. Resta confermata per la seduta di mercoledì 24 la discussione del Documento di economia e finanza.

Il sindacato ispettivo di domani non avrà luogo. Pertanto la seduta di domani avrà inizio alle ore 15 per lo svolgimento del question time.

L'Assemblea tornerà a riunirsi martedì 30 aprile alle ore 10 con la discussione di ratifiche di accordi internazionali.

Resta confermata la convocazione del Parlamento in seduta comune martedì 23, alle ore 12,30 per la terza votazione concernente l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. Voteranno per primi gli onorevoli senatori.

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi, con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 30 aprile:

Giovedì

18

aprile

h. 15

- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 18, ore 15)

Martedì

23

aprile

h. 13,30

- Disegno di legge n. … - Decreto-legge n. 19, Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 1° maggio)

- Doc. LVII, n. 2 - Documento di economia e finanza 2024 *

Mercoledì

24

"

h. 10

Il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. … (Decreto-legge n. 19, Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.

Le proposte di risoluzione al doc. LVII, n. 2 (Documento di economia e finanza 2024) dovranno essere presentate entro la conclusione della discussione generale.

Gli emendamenti alla risoluzione accolta dal Governo dovranno essere presentati entro mezz'ora dall'espressione del parere.

Martedì 23 aprile, alle ore 12,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. Voteranno per primi gli onorevoli Senatori.

Martedì

30

aprile

h. 10

- Ratifiche di accordi internazionali

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n ...

(Decreto-legge n. 19, Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione
del Piano nazionale di ripresa e resilienza)

(Gruppi 3 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

38'

PD-IDP

26'

L-SP-PSd'AZ

23'

M5S

22'

FI-BP-PPE

18'

Misto

15'

IV-C-RE

13'

Aut (SVP-PATT, Cb)

13'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

13'

Ripartizione dei tempi per la discussione del doc. LVII, n. 2
(Documento di economia e finanza)

(Gruppi 5 ore, escluse dichiarazioni di voto)

FdI

1 h.

3'

PD-IDP

44'

L-SP-PSd'AZ

38'

M5S

36'

FI-BP-PPE

31'

Misto

25'

IV-C-RE

22'

Aut (SVP-PATT, Cb)

21'

Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE

21'

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

NAVE (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NAVE (M5S). Signora Presidente, volevo portare a conoscenza dell'Assemblea il fatto che alle ore 12,30, di fronte al Ministero della salute, è iniziato lo sciopero della fame del responsabile del coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino, Gianni Fabbris, insieme ad un rappresentante campano Adriano Noviello e a Sebastiano Lombardo della Sicilia. In realtà loro sono i rappresentanti degli allevatori bufalini di quattro regioni - Sicilia, Calabria, Puglia e Campania - che da tempo sono in attesa della nomina di un commissario nazionale da parte del Consiglio dei ministri. (Brusìo. Richiami del Presidente).

Penso che la cosa possa interessare anche gli altri colleghi, anche perché della problematica della brucellosi si sono interessati anche i colleghi della maggioranza dei territori coinvolti. Quindi, chiediamo che si possa intervenire a difesa degli allevatori che ricordano gli ultimi casi di brucellosi, prendendo ad esempio il Comune di Castel Volturno, in Campania, in provincia di Caserta, dove solo negli ultimi due mesi ci sono stati 11 focolai, 11 casi avvenuti in altrettante aziende che hanno comunque subito il piano di eradicamento previsto dalla Regione Campania.

Chiedo quindi di portare il caso all'attenzione del Governo affinché si nomini il commissario per evitare che gli allevatori possano subire delle conseguenze maggiori di quelle degli ultimi periodi. (Applausi).

MENNUNI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MENNUNI (FdI). Signor Presidente, in merito ai fatti che si sono verificati all'Università «La Sapienza», stiamo vivendo una fase estremamente preoccupante. Devo dire sinceramente che non riesco a comprendere come possa accadere che gli studenti universitari vadano ad impedire quella che è la libertà di espressione e che questo, soprattutto in quella che dovrebbe essere la culla della cultura e della formazione, si stia ormai perpetrando in modo assurdo. Pensiamo ovviamente a quanto accaduto ieri.

Noi ci aspettiamo da quelle forze politiche che ancora non lo hanno fatto che ci sia un'azione di ferma condanna per quei fatti. Come Gruppo Fratelli d'Italia, intendiamo esprimere tutta la nostra solidarietà e mostrarla a quel dirigente della Polizia di Stato che è stato letteralmente malmenato e preso a pugni, perché questo non è manifestare, come qualcuno ha dichiarato sulla stampa, su alcuna stampa patinata. Questo vuol dire adottare degli atti assolutamente criminali.

Allo stesso modo vogliamo esprimere solidarietà anche al rettore della Sapienza Polimeni, che in modo assolutamente democratico è andato ad esprimere una collaborazione dell'università con Israele. Allora noi che cosa facciamo? Andiamo ad accettare questi atti di antisemitismo oggi, come quelli che si sono verificati nei riguardi di Parenzo, a cui è stato impedito di parlare qualche giorno fa, o così com'è accaduto - lo ricordo - il 2008 al Santo Padre, Papa Benedetto XVI? (Applausi).

Tutto ciò è assolutamente inaccettabile ed è per questo che richiamo veramente all'attenzione tutte le forze politiche, perché noi non possiamo accettare che si ricrei un certo clima, come purtroppo si sta verificando. Le parti politiche che non condannano fatti del genere si rendono responsabili del clima politico che si sta ingenerando tra i nostri giovani e che, purtroppo, non può che rievocarci pagine tristi, quale quella che è stata richiamata ieri nel momento commemorativo dal senatore Andrea De Priamo, rispetto ai fatti verificatisi nei confronti dei fratelli Mattei.

Ci aspetta una stagione sicuramente complessa. Sappiamo che i ragazzi stanno vivendo una fase difficile. Cerchiamo di gettare acqua sul fuoco, perché - ahimè - credo che altrimenti non vivremo stagioni positive, né per noi, né soprattutto per i giovani. (Applausi).

POTENTI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

POTENTI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, il mio è un intervento per un pensiero commosso che voglio rivolgere a una persona, che purtroppo pochi giorni fa ci ha lasciati. Faccio riferimento a Giovanni Paolo Bernini, ex assessore a Parma, il cui funerale si è svolto proprio in queste ore nella cattedrale di Parma.

Tristemente e prematuramente scomparso all'età di sessantun'anni, Bernini era un caro e personale amico, ma soprattutto una persona che ha creduto fortemente nella necessità di far emergere la verità da una vicenda personale che lo ha visto coinvolto, purtroppo indagato e imputato, addirittura soggetto a misure cautelari, nella grande inchiesta che doveva far luce sui rapporti tra politica e criminalità organizzata in Emilia-Romagna; che lo ha visto appunto coinvolto, insieme a un'altra figura di secondo piano, sempre di Forza Italia, e poi completamente scagionato da ogni accusa. Di più: la figura del magistrato che lo aveva sottoposto a quell'inchiesta è poi finito sui banchi del Consiglio superiore della magistratura. Non citerò il suo nome, ma la vicenda è ben nota e sappiamo quanto accaduto in quella storia.

Giovanni Bernini in realtà lo vorrei ricordare per la grande umanità e il grande senso di altruismo che ha sempre avuto nei confronti di tutte le vittime della giustizia. Ha coadiuvato il sottoscritto nel corso della campagna referendaria sui referendum della giustizia di due anni fa e soprattutto non si è mai tirato indietro, anche attraverso opere monografiche che ha scritto sulla sua vicenda, dall'illustrare quanto la giustizia male amministrata possa essere un male per tutti i cittadini che, in maniera del tutto indifferente, si trovano coinvolti in un servizio che a volte non funziona per problemi legati all'incapacità o, peggio, alla collusione di alcuni che decidono di non essere veramente integerrimi quando ricoprono incarichi istituzionali pubblici.

Giovanni Bernini era una persona splendida: ai suoi familiari vadano tutta la nostra commozione e il nostro ricordo.

Giovanni Paolo, riposa in pace e sappi che hai tanti amici, che continueranno le battaglie sulla giustizia anche per te. (Applausi).

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SCALFAROTTO (IV-C-RE). Presidente, desidero intervenire a fine seduta soltanto per lasciare agli atti del Senato la mia preoccupazione, che ho già espresso mercoledì scorso e che esprimo ancora oggi: è mercoledì e oggi pomeriggio non abbiamo lavori e, quindi, non avremo provvedimenti da votare; già la scorsa settimana l'ultimo provvedimento lo abbiamo concluso nel primo pomeriggio di mercoledì e domani non c'è neanche il sindacato ispettivo, mentre la Presidente di turno la settimana scorsa mi ha rimproverato perché non ricordavo che ci fosse il sindacato ispettivo.

Non è tanto una questione legata al Parlamento. La cosa che mi preoccupa è un tema tutto politico e cioè che, se le Camere non sono chiamate a deliberare su provvedimenti proposti dal Governo o dalla maggioranza, vuol dire che c'è un problema politico della maggioranza e del Governo di produrre atti legislativi per il governo del Paese. Neanche dalle Commissioni arrivano provvedimenti, magari di iniziativa parlamentare, però proposti dalla maggioranza; quelli dell'opposizione non vengono calendarizzati; per quelli della maggioranza non ci sono voti; il Governo non ci porta niente, tranne voti di fiducia, come succederà la settimana prossima. Per me è un dato politico che va posto all'attenzione del Paese: questo Governo e questa maggioranza non stanno governando e non stanno producendo leggi, altrimenti non si spiega come mai noi, il mercoledì, alle ore 13, abbiamo concluso i lavori, perché non c'è altro.

Non vengono calendarizzati provvedimenti: questo è un dato politico fondamentale. Tengo a dirlo non per fare una nota polemica - lo ribadisco - ma perché questo per parte mia è veramente un tema di preoccupazione, che mi sembra giusto additare all'attenzione della pubblica opinione e lasciare nel Resoconto stenografico di questa seduta, affinché vi resti; e mi riservo di farlo ancora, se questo Governo non comincerà a fare cose, sulle quali probabilmente sarei in totale disaccordo. Una cosa però è giudicare un Governo e una maggioranza perché fanno cose che non piacciono, e magari non piacciono un pezzo dell'opinione pubblica. Altra cosa è dire all'opinione pubblica - e a noi stessi - che il Governo non sta facendo ciò che deve, ossia portare provvedimenti di legge in Aula.

PRESIDENTE. Senatore Scalfarotto, la ringrazio, anche se tengo a sottolineare che questo calendario è stato approvato all'unanimità in Conferenza dei Capigruppo, dove era presente anche il Capogruppo del suo Gruppo.

Tengo anche a sottolineare che le Commissioni sono riunite oggi e domani, come sappiamo, anche per la discussione del Documento di economia e finanza e di tanti altri provvedimenti.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 18 aprile 2024

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 18 aprile, alle ore 15, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 13,32).

Allegato A

DOCUMENTO

Risoluzione approvata dalla 3a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento, sulla situazione politica in Venezuela in vista delle elezioni presidenziali del 2024 (Doc. XXIV, n. 16)

TESTO DELLA RISOLUZIONE (TESTO CORRETTO)

Approvata

La Commissione,

        premesso che:

            con l'ascesa al potere di Nicolás Maduro nel 2013 in Venezuela si è aperta una stagione politica ed economica drammatica, segnata da gravi conseguenze sul piano sociale, da sistematici episodi di violenza e da casi di violazione dei diritti umani da parte delle autorità governative, dall'incertezza del quadro giuridico, dall'inaffidabilità del sistema giudiziario, dall'arbitrarietà dell'azione amministrativa, dal crollo degli investimenti stranieri, dalla drastica contrazione del prodotto nazionale lordo e dalla crescita esponenziale dei livelli di povertà della popolazione, con importanti ripercussioni anche sul piano dei rapporti e degli equilibri internazionali;

            le elezioni presidenziali del 20 maggio 2018, caratterizzate da un forte astensionismo e che hanno visto prevalere il Presidente uscente Maduro, sono state espressamente contestate e ritenute non credibili da larga parte della comunità internazionale, a partire dall'Organizzazione degli Stati americani, dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, in ragione dell'assenza di reali garanzie democratiche per i cittadini e per la segnalazione di numerose irregolarità nelle operazioni di voto;

            il Governo di Maduro, forte del sostegno di gran parte delle forze armate e di polizia venezuelane, è riuscito a sopravvivere politicamente ed istituzionalmente, fino ad esercitare il controllo sulla gestione delle elezioni legislative del 6 dicembre 2020 che, svoltesi anch'esse in assenza di credibili standard democratici, boicottate dai principali partiti di opposizione e caratterizzate da una scarsa partecipazione al voto degli aventi diritto, hanno portato all'insediamento di una nuova Assemblea nazionale, dominata dai rappresentanti del Gran polo patriottico Simon Bolivar di impronta chavista;

        ricordato che:

            dal mese di agosto 2021 è stato avviato un processo negoziale tra il regime venezuelano e la Piattaforma unitaria democratica del Venezuela, l'organismo che riunisce le principali anime dell'opposizione democratica, finalizzato a predisporre le condizioni per la cessazione della crisi politica ed economica che affligge il Venezuela, in vista dell'organizzazione nel 2024 di elezioni presidenziali libere, eque e inclusive e della revoca delle sanzioni economiche che gravano da anni sul Paese;

            a seguito della firma, nel novembre 2022, di un accordo sociale tra le parti del processo negoziale, gli Stati Uniti hanno avviato un alleggerimento mirato delle sanzioni per alleviare le sofferenze del popolo venezuelano;

            la ripresa dei negoziati fra i rappresentanti del Governo di Maduro e quelli dei principali partiti dell'opposizione è sembrata avviare il Paese verso un periodo di riconciliazione e di democratizzazione che ha portato alla sottoscrizione, il 17 ottobre 2023, nello Stato caraibico di Barbados, di due accordi parziali sulla promozione dei diritti politici e delle garanzie elettorali per tutti e sulla protezione degli interessi vitali della Nazione, con l'impegno delle parti allo svolgimento di elezioni presidenziali libere ed inclusive nella seconda metà del 2024, in conformità con il calendario costituzionale, aperte all'eleggibilità di candidati che rientrino nei criteri stabiliti dalla legge, previo aggiornamento delle liste elettorali, anche all'estero, e da tenersi alla presenza di missioni internazionali di monitoraggio elettorale; a seguito di questi Accordi vi è stato un secondo alleggerimento delle sanzioni statunitensi;

        considerato tuttavia che:

            il 22 ottobre 2023 le primarie organizzate dalle forze di opposizione, cui hanno partecipato oltre 2 milioni di cittadini, hanno visto prevalere nettamente Maria Corina Machado, la leader del partito Vente Venezuela, realtà politica esterna al perimetro del raggruppamento dei partiti della Piattaforma unitaria;

            Maria Machado, attivista per i diritti umani, già sanzionata con misure restrittive dieci anni fa, è stata nuovamente colpita da un provvedimento di ineleggibilità nel gennaio 2024;

            ulteriori interdizioni di candidati sono state comminate anche a danno di altre personalità politiche di rilievo della scena politica venezuelana, come Leopoldo López, Henrique Capriles e Freddy Superlano, misure stigmatizzate dal Parlamento europeo che le ha definite, l'8 febbraio scorso, arbitrarie, nonché lesive del diritto dei cittadini venezuelani di scegliere i propri rappresentanti;

            il 30 ottobre 2023, peraltro, il Tribunale supremo di giustizia del Venezuela, massima assise del potere giudiziario del Paese, ha sospeso i risultati delle primarie dell'opposizione svolte appena otto giorni prima, adducendo violazioni commesse nel corso delle operazioni elettorali e stabilendo che Machado non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024;

            il 22 gennaio il procuratore generale ha emesso 14 mandati di arresto per, tra gli altri, il difensore dei diritti umani Tamara Sujú, la giornalista Sebastiana Barráez, l'ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, il leader politico Leopoldo López, l'ex presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidó e l'ex sindaco David Smolansky, con motivazioni diverse;

            a fine gennaio 2024, la stessa Corte suprema del Venezuela ha quindi respinto il ricorso di Maria Corina Machado in merito all'interdizione da ogni carica pubblica comminata a suo carico, con una pronuncia che rende incerto il percorso di riconciliazione e democratizzazione del Paese culminato con la sottoscrizione degli Accordi di Barbados nell'ottobre 2023;

        tenuto conto che:

            la crisi interna venezuelana ha delle fortissime ricadute anche sul piano regionale ed internazionale, contribuendo ad alimentare focolai di tensioni e di instabilità politica, che rischiano di avere effetti ulteriormente destabilizzanti per gli equilibri dell'intero continente americano anche a causa degli ingenti flussi migratori nei paesi della regione: nell'ultimo decennio, oltre 7 milioni di venezuelani sono stati costretti a lasciare il Paese;

            la recrudescenza del contenzioso relativo al vasto territorio dell'Esequibo con lo Stato sovrano della Guyana seguita allo svolgimento, lo scorso 3 dicembre, su iniziativa del presidente Maduro, di un referendum per l'annessione al Venezuela della ricca regione, può rappresentare un ulteriore elemento di instabilità, in vista dell'appuntamento elettorale della seconda metà del 2024;

            l'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite in Venezuela ha rilevato, nei rapporti sui diritti umani presentati annualmente, una generale restrizione dello spazio civico e numerosi casi di sparizioni forzate; la Corte penale internazionale sta portando avanti indagini sulla situazione in Venezuela;

        preso atto che:

            il 30 gennaio 2024 gli Stati Uniti hanno infine annunciato una riattivazione delle sanzioni contro il settore del petrolio e del gas che avrà luogo il 18 aprile 2024 in caso di assenza di progressi nell'attuazione dell'Accordo di Barbados e contestualmente hanno ripristinato le sanzioni nei confronti della società mineraria (aurifera) venezuelana Minerven, controllata dallo Stato;

            il Parlamento europeo, nella risoluzione del 13 luglio 2023 sulle interdizioni politiche in Venezuela e nella risoluzione dell'8 febbraio 2024 sull'ulteriore repressione contro le forze democratiche in Venezuela: attacchi alla candidata presidenziale Maria Corina Machado, ha rimarcato come proprio le elezioni presidenziali del 2024 potrebbero rappresentare un punto di svolta verso il ritorno alla democrazia ed ha esortato gli Stati membri dell'Unione europea a mantenere le sanzioni esistenti contro il regime di Maduro. Il Parlamento europeo ha aggiunto che le sanzioni potranno essere rafforzate fino a quando Caracas non dimostrerà un impegno chiaro e permanente a sostenere gli standard democratici fondamentali, lo Stato di diritto e i diritti umani;

            dopo ulteriori azioni contro esponenti dell'opposizione vicini a Maria Corina Machado ed a seguito delle prese di posizione dell'Ufficio dell'Alto Commissariato per i diritti umani (OHCHR) in relazione all'arresto dell'attivista per i diritti umani Rocio San Miguel, di cui era stata denunciata la potenziale « sparizione forzata », il 15 febbraio le autorità di Caracas hanno deciso di sospendere le attività dell'OHCHR in Venezuela, intimando al personale di lasciare il territorio venezuelano entro 72 ore;

            nel ricordare che Maria Corina Machado, nel corso di un'audizione avvenuta lo scorso 30 gennaio presso la 3ª Commissione permanente (Affari esteri e difesa) del Senato, ha fra l'altro rimarcato la necessità che tutti i venezuelani siano messi in condizione di votare, anche quelli residenti all'estero, e che venga assicurata protezione internazionale agli attivisti politici che lavorano nel Paese;

        nel rimarcare altresì che:

            lo svolgimento di elezioni libere e regolari rappresenta una condizione irrinunciabile dei Paesi democratici e l'organizzazione di processi elettorali indipendenti e trasparenti è indispensabile per promuovere un ambiente elettorale competitivo e la fiducia dei cittadini nell'integrità delle elezioni e delle stesse istituzioni democratiche;

            l'integrità dei processi elettorali deve essere garantita dal quadro giuridico e istituzionale che ne regola compiutamente lo svolgimento, a partire dalla composizione e dall'operato degli organi preposti all'organizzazione e alla gestione delle elezioni;

            la stabilità democratica ed il ripristino di indifferibili condizioni di sicurezza e di legalità in Venezuela sono indispensabili, anche al fine di tutelare l'incolumità dei cittadini appartenenti alla numerosa comunità italo-venezuelana presente nel Paese;

            il rapporto privilegiato che lega il Venezuela al mondo occidentale e in particolare agli Stati Uniti e all'Unione europea si fonda non solo su affinità storiche, culturali e sociali, ma anche su un solido interscambio economico, posto che tuttora essi rimangono tra i partner commerciali più importanti per Caracas;

        ritenuto infine che:

            l'unica via di uscita dal grave stato di prostrazione in cui versano il Venezuela e la sua economia, dalla crisi sociale che segna i suoi cittadini, nonché dall'impasse politico-istituzionale che il regime impone da anni al Paese è la ricerca di una soluzione democratica, pacifica e inclusiva, che passi dall'organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari aperte e realmente pluraliste;

            l'accordo sulla tabella di marcia elettorale delle Barbados costituisce, in particolare, il meccanismo negoziale più praticabile per risolvere la crisi politica, economica e umanitaria che colpisce il Venezuela, finalizzato all'organizzazione di elezioni presidenziali competitive e inclusive nel Paese, in cui anche gli attori politici dei partiti di opposizione possano essere liberi di selezionare i propri candidati in vista dell'appuntamento elettorale,

        impegna il Governo:

            1) a ribadire in ogni consesso internazionale l'importanza del ripristino della democrazia, dello stato di diritto e del libero esercizio dei diritti civili e politici da parte della popolazione del Venezuela, richiamando le autorità di Caracas alla necessità di rilasciare i prigionieri politici, e far cessare ogni azione volta ad impedire una reale partecipazione democratica alle prossime competizioni elettorali;

            2) ad intraprendere ogni iniziativa utile ai fini dell'attuazione degli Accordi di Barbados, con particolare riguardo alla definizione di un cronoprogramma, all'aggiornamento del registro degli elettori, anche all'estero, e all'autorizzazione alla presenza di missioni internazionali di osservazione elettorale;

            3) ad adoperarsi affinché i numerosi cittadini venezuelani residenti in Italia possano esercitare il proprio diritto al voto in occasione delle prossime competizioni elettorali;

            4) a sostenere l'azione diplomatica dell'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri finalizzata a definire una posizione comune tra i 27 Paesi dell'Unione europea sulla linea del presente atto di indirizzo;

            5) ad intraprendere ogni iniziativa utile a livello diplomatico e nelle sedi internazionali affinché le elezioni presidenziali previste per il 28 luglio 2024 in Venezuela siano libere, eque, inclusive e credibili e si svolgano in modo trasparente, consentendo anche ai legittimi rappresentanti dell'opposizione di prendervi parte in qualità di candidati;

            6) ad esperire ogni ulteriore azione utile a tutelare la comunità italiana in Venezuela e le aziende italiane tuttora operanti in quel Paese e i loro legittimi interessi economici.

DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE

Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi didattici differenziati (924-bis)

________________

N.B. Risultante dallo stralcio dell'articolo 3 del disegno di legge n. 924. Cfr. Elenco cronologico dei Resoconti, sed. n. 128.

ARTICOLO 1 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE

Art. 1.

Approvato

1. Al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2:

1) al comma 1, le parole: « nel primo ciclo » sono sostituite dalle seguenti: « nella scuola secondaria di primo grado » e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: « A decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l'insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell'istruzione e del merito »;

2) il comma 5 è sostituito dal seguente:

« 5. La valutazione del comportamento dell'alunna e dell'alunno della scuola primaria è espressa collegialmente dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione, secondo quanto previsto dall'articolo 1, commi 3 e 4. Per le alunne e gli alunni della scuola secondaria di primo grado, la valutazione del comportamento è espressa in decimi, fermo restando quanto previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 »;

b) all'articolo 6, dopo il comma 2 è inserito il seguente:

« 2-bis. Se la valutazione del comportamento è inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione alla classe successiva o all'esame di Stato conclusivo del percorso di studi »;

c) all'articolo 13, comma 2, lettera d):

1) dopo il primo periodo è inserito il seguente: « Nel caso di valutazione del comportamento pari a sei decimi, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell'esame conclusivo del secondo ciclo »;

2) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del percorso di studi »;

d) all'articolo 15, dopo il comma 2 è inserito il seguente:

« 2-bis. Il punteggio più alto nell'ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale può essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi ».

2. All'articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il comma 2-bis è abrogato.

3. All'articolo 3, comma 2, della legge 20 agosto 2019, n. 92, dopo la parola: « attiva » sono inserite le seguenti: « e solidale ».

4. Al fine di ripristinare la cultura del rispetto, di affermare l'autorevolezza dei docenti delle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado del sistema nazionale di istruzione e formazione, di rimettere al centro il principio della responsabilità e di restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo delle studentesse e degli studenti, con uno o più regolamenti adottati ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, si provvede alla revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti.

5. I regolamenti di cui al comma 4 sono adottati nel rispetto dell'autonomia scolastica nonché nel rispetto dei seguenti princìpi:

a) apportare modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, al fine di riformare l'istituto dell'allontanamento della studentessa e dello studente dalla scuola per un periodo non superiore a quindici giorni, in modo che:

1) l'allontanamento dalla scuola, fino a un massimo di due giorni, comporti il coinvolgimento della studentessa e dello studente in attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare;

2) l'allontanamento dalla scuola di durata superiore a due giorni comporti lo svolgimento, da parte della studentessa e dello studente, di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell'ambito degli elenchi predisposti dall'amministrazione periferica del Ministero dell'istruzione e del merito. Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe della studentessa e dello studente, secondo princìpi di temporaneità, gradualità e proporzionalità;

b) apportare modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122, in modo da:

1) prevedere che l'attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all'esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto;

2) prevedere che l'attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi in fase di valutazione periodica comporti il coinvolgimento della studentessa e dello studente oggetto della valutazione in attività di approfondimento in materia di cittadinanza attiva e solidale, finalizzate alla comprensione delle ragioni e delle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato tale voto;

3) conferire maggiore peso al voto di comportamento della studentessa e dello studente nella valutazione complessiva, riferito all'intero anno scolastico, in particolar modo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico nonché delle studentesse e degli studenti;

4) prevedere che, per le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che abbiano riportato una valutazione pari a sei decimi nel comportamento, il consiglio di classe, in sede di valutazione finale, sospenda il giudizio senza riportare immediatamente un giudizio di ammissione alla classe successiva e assegni alle studentesse e agli studenti un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale; la mancata presentazione dell'elaborato prima dell'inizio dell'anno scolastico successivo o la valutazione non sufficiente da parte del consiglio di classe comportano la non ammissione della studentessa e dello studente all'anno scolastico successivo;

5) prevedere la votazione in decimi per la valutazione periodica e per quella finale degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti del secondo ciclo di istruzione, in ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni nazionali per i licei, adottate ai sensi dell'articolo 13, comma 10, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, e dalle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali, adottate, rispettivamente, ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88, e dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61.

EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO

1.200

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, lettera a), sopprimere il numero 1).

1.201

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Id. em. 1.200

Al comma 1, lettera a), sopprimere il numero 1).

1.202

Verducci, D'Elia, Crisanti, Rando, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera a), numero 1), sopprimere le parole da: «al comma 1» fino alle seguenti: «primo grado».

1.203

Barbara Floridia, Pirondini, Aloisio, Castiello

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

     a) Al comma 1, lettera a), numero 1), sopprimere le parole da: «e sono aggiunti» fino alla fine del capoverso;

     b) Sopprimere il comma 2.

1.204

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Sost. id. em. 1.203

Al comma 1, lettera a), numero 1), sopprimere le parole da: «e sono aggiunti» fino alle parole: «Ministro dell'istruzione e del merito».

1.205

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, lettera a), numero 2), capoverso «5)», sostituire le parole: «la valutazione del comportamento è espressa in decimi» con le seguenti: «la valutazione del comportamento è espressa con un giudizio sintetico».

1.206

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Id. em. 1.205

Al comma 1, lettera a), numero 2), capoverso «5.», al secondo periodo, sostituire le parole: «la valutazione del comportamento è espressa in decimi» con le seguenti: «la valutazione del comportamento è espressa con un giudizio sintetico».

1.207

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, sopprimere la lettera b).

1.4

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Id. em. 1.207

Al comma 1, sopprimere la lettera b).

1.6

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera b), capoverso «2-bis», sostituire la parola: «delibera» con le seguenti: «può deliberare».

1.208

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, lettera c), sostituire il numero 1), con il seguente:

          «1) dopo il primo periodo è inserito il seguente: "Nel caso in cui il Consiglio di classe abbia valutato la necessità di rilevare comportamenti inadeguati da parte di una studentessa o di uno studente, lo stesso Consiglio prevede la realizzazione di specifiche attività in materia di cittadinanza attiva e solidale da riportare ed approfondire in un elaborato critico da trattare in sede di colloquio dell'esame conclusivo del secondo ciclo".».

1.8

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera c), sostituire il numero 1) con il seguente:

          «1) dopo il primo periodo è inserito il seguente: "Il consiglio di classe, nel caso in cui abbia rilevato comportamenti inadeguati da parte di una studentessa o di uno studente, assegna lo svolgimento di specifiche attività di approfondimento in materia di cittadinanza attiva e solidale sul cui esito esprime una valutazione riguardo all'ammissione all'esame conclusivo del secondo ciclo"».

          Conseguentemente, al comma 1, lettera d), capoverso «2-bis», sostituire le parole: «se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi» con le seguenti: «se il comportamento delle studentesse e degli studenti non abbia dato luogo allo svolgimento delle attività di cui all'articolo 13, comma 2, lettera d), secondo periodo».

1.10

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera c), numero 1), dopo le parole: «Nel caso di valutazione del comportamento pari» inserire le seguenti: «o inferiore».

1.209

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, lettera c), sopprimere il numero 2).

1.11

Verducci, D'Elia, Crisanti, Rando, Malpezzi

Id. em. 1.209

Al comma 1, lettera c), sopprimere il numero 2).

1.13

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera c), numero 2), sostituire la parola: «delibera» con le seguenti: «può deliberare».

1.210

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 1, lettera d) sostituire le parole: «se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi» con le seguenti: «se i comportamenti della studentessa o dello studente non abbiano previsto la programmazione delle specifiche attività in materia di cittadinanza attiva e solidale di cui al comma 1 lettera c) punto 1) del presente articolo».

1.15

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 1, lettera d), capoverso «2-bis», sostituire la parola: «nove» con la seguente: «otto».

1.211

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Sopprimere il comma 2.

1.212

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Id. em. 1.211

Sopprimere il comma 2.

1.18

Aloisio, Pirondini

Respinto

Al comma 3, aggiungere in fine le seguenti parole: «, anche tenendo nella dovuta considerazione studentesse e studenti con disabilità».

1.213

D'Elia, Sensi, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

          a) al comma 4, dopo le parole: «di istruzione e formazione», inserire le seguenti: «di favorire e di promuovere il benessere della comunità educante e il coinvolgimento delle famiglie,». 

          b) dopo il comma 4, inserire il seguente:

          «4-bis. Per le finalità di cui al comma 4, la promozione del benessere scolastico, la prevenzione del disagio e la tutela della salute, il supporto ai processi di apprendimento, ai bisogni educativi speciali e alle persone con disabilità, la consulenza alle famiglie, l'orientamento scolastico e il supporto ai processi organizzativi volti ad assicurare il benessere degli studenti e del personale scolastico, presso le istituzioni scolastiche di primo e secondo grado possono essere istituiti, in via sperimentale per gli anni 2025 e 2026, in collaborazione e coordinamento con gli Ambiti territoriali sociali di cui all'articolo 8, comma 3, lettera a), della legge 8 novembre 2000, n. 328, e con le Aziende sanitarie locali e d'intesa con gli Uffici scolastici regionali, servizi di psicologia scolastica, destinati al supporto degli alunni, degli insegnanti e dei genitori. Le Aziende sanitarie locali, gli Ambiti territoriali sociali o le istituzioni scolastiche, in forma singola o associata, possono assumere, anche con contratti di consulenza libero professionale, psicologi destinati al servizio di psicologia scolastica, in possesso di laurea magistrale in psicologia, di abilitazione all'esercizio della professione di psicologo e di diploma di specializzazione universitaria in psicologia, di cui al decreto del Ministero dell'istruzione, università e della ricerca, del 21 gennaio 2019, n. 50, o titolo equipollente. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'istruzione e del merito, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le modalità di attuazione della disposizione di cui al primo periodo. I contributi per l'istituzione dei servizi di psicologia scolastica sono destinati alle istituzioni scolastiche, alle Aziende sanitarie locali o agli Ambiti territoriali sociali secondo criteri e modalità previste dal decreto di cui al precedente periodo, assegnando priorità ai progetti che prevedono una organizzazione territoriale in rete dei Servizi di psicologia scolastica e una loro integrazione con i servizi sanitari, sociosanitari e sociali a livello distrettuale. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, valutati in 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dal comma 2 dell'articolo 86.»

1.214

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 4 sostituire le parole: «con uno o più regolamenti adottati ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n.400, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, si provvede alla revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti» con le seguenti: «con successivi provvedimenti si provvederà alla copertura dei posti vacanti e disponibili del personale docente, individuando specifiche soluzioni per la creazione di un organico aggiuntivo a disposizione delle istituzioni scolastiche, al fine di supportare le situazioni di disagio e le difficoltà di studentesse e studenti oltre al miglioramento delle relazioni tra docenti e discenti e promuovere la comunità educante».

1.215

Crisanti, Malpezzi

Respinto

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

       «4-bis. Al fine di prevenire e recuperare i fenomeni di vulnerabilità sociale, povertà culturale ed educativa, comportamenti violenti, aggressivi e antisociali, ridurre l'abbandono scolastico precoce e la dispersione scolastica, promuovere reti di sussidiarietà e corresponsabilità socio-educativa, presso ogni istituto comprensivo è istituito un servizio di consulenza con un sociologo con il compito di individuare i percorsi di recupero più opportuni e di assistere il consiglio di classe nell'individuazione degli strumenti e dei percorsi educativi di contrasto e di prevenzione dei suddetti fenomeni e comportamenti. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell'istruzione e del merito, con proprio decreto, stabilisce le modalità di funzionamento del servizio, nonché i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse. Agli oneri di cui al presente comma, pari a 25 milioni di euro per l'anno 2024 e di 30 milioni a decorrere dall'anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.»

1.216

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte

Al comma 5, alinea, dopo le parole: «I regolamenti di cui al comma 4 sono adottati nel rispetto dell'autonomia scolastica» inserire le seguenti: «e delle competenze dei consigli di classe che ne valutano l'applicazione,».

1.217

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Precluso

Al comma 5, alinea, dopo le parole: «I regolamenti di cui al comma 4 sono adottati nel rispetto dell'autonomia scolastica» inserire le seguenti: «e delle competenze dei Consigli di Classe che ne valuteranno la applicazione,».

1.218

Pirondini, Aloisio, Pirro

Respinto

Al comma 5, sopprimere la lettera a).

1.219

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 5, lettera a), dopo le parole: «apportare modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,» inserire le seguenti: «a seguito di ampio confronto e nel rispetto delle prerogative delle rappresentanze studentesche».

1.220

Verducci, D'Elia, Crisanti, Rando, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera a), alinea, dopo le parole: «apportare modifiche al regolamento di cui al decreto del presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,» inserire le seguenti: «a seguito di un ampio confronto con le rappresentanze scolastiche e nel rispetto delle loro prerogative,».

1.221

Aloisio, Pirondini

Respinto

Al comma 5, lettera a), al numero 1), dopo le parole: «fino a un massimo di due giorni, comporti», inserire le seguenti: «, nel pieno rispetto della disciplina prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, anche al fine di prevenire episodi di bullismo o forme di prevaricazione e discriminazione di genere,».

1.222

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera a), numero 1) aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e in attività formative».

1.223

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Respinto

Al comma 5, lettera a), sopprimere il numero 2).

1.224

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Id. em. 1.223

Al comma 5, lettera a), sopprimere il numero 2).

1.225

Pirondini, Aloisio, Pirro

Respinto

Apportare le seguenti modifiche:

          a) al comma 5, lettera a), sostituire il numero 2) con il seguente:

          «2) l'allontanamento dalla scuola di durata superiore a due giorni comporti lo svolgimento, da parte dello studente, di un percorso di assistenza e counseling, erogato in presenza, per tramite di uno sportello dedicato, che preveda l'adozione di provvedimenti ispirati al "principio della riparazione del danno", con finalità educativa e che tendano al rafforzamento del senso di responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica».

          b) aggiungere, in fine, il seguente comma: «5-bis. Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 5 milioni a decorrere dall'anno 2024. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, 190».

1.226

Aloisio, Pirondini

Respinto

Al comma 5, lettera a), al numero 2), dopo le parole: «di durata superiore a due giorni comporti», inserire le seguenti: «, nel pieno rispetto della disciplina prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, anche al fine di prevenire episodi di bullismo o forme di prevaricazione e discriminazione di genere,».

1.227

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera a), numero 2), primo periodo, dopo la parola: «attività» inserire la seguente: «extrascolastiche, di concerto con le famiglie,».

1.228

Verducci, D'Elia, Crisanti, Rando, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera a), numero 2), primo periodo, sostituire le parole: «presso strutture convenzionate» fino alla fine del periodo con le seguenti: «presso la stessa istituzione scolastica o, in casi particolarmente gravi, presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell'ambito degli elenchi predisposti dall'amministrazione periferica del Ministro dell'istruzione e del merito, sulla base di una programmazione delle stesse attività condivisa dal Consiglio di classe e approvata dalla famiglia.»

1.229

Rando, D'Elia, Crisanti, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera a), numero 2), primo periodo, sostituire le parole: «nell'ambito degli elenchi predisposti dall'amministrazione periferica del Ministero dell'istruzione e del merito.» con le seguenti: «dalle stesse».

1.230

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, sopprimere la lettera b).

1.231

De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia, Magni

Id. em. 1.230

Al comma 5, sopprimere la lettera b).

1.232

D'Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera b), numero 1), dopo le parole: «mancanze disciplinari gravi e reiterate» inserire le seguenti: «consistenti in atti violenti e offensivi verso le persone».

1.233

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera b), sostituire il numero 4) con il seguente:

        «4) prevedere che, al fine di stimolare le studentesse e gli studenti alla partecipazione attiva e al senso di responsabilità nei confronti della comunità scolastica intesa come comunità educante, il Ministro dell'istruzione e del merito adotti linee guida sull'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, previa consultazione del Forum delle associazioni studentesche e delle rappresentanze degli studenti.»

1.234

Verducci, D'Elia, Crisanti, Rando, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera b), numero 4), sostituire le parole: «prima dell'inizio dell'anno scolastico successivo» con le seguenti: «, alla conclusione dell'anno scolastico».

1.235

Crisanti, D'Elia, Rando, Verducci, Malpezzi

Respinto

Al comma 5, lettera b), sopprimere il numero 5).

1.236

Pirondini, Aloisio, Pirro

Respinto

Dopo il comma 5 aggiungere in fine i seguenti commi:

      «5-bis. Al fine di prevenire e fronteggiare ogni forma di disagio dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito familiare, scolastico e sociale, che possono determinare comportamenti a rischio quali bullismo, cyberbullismo o forme qualsivoglia di prevaricazione e discriminazione di genere, nonché qualificare l'offerta scolastica ed educativa, potenziare l'integrazione e ridurre i tempi di accesso a interventi specialistici e di ascolto, e per contribuire a restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo degli studenti, nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottati uno o più regolamenti ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nel rispetto dei princìpi e criteri di seguito elencati e provvedendo, in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti, alle seguenti finalità:

          a) promuovere la diffusione di un'attività di mediazione più efficace rispetto ai bisogni psicologici degli studenti, anche con l'introduzione di figure come lo psicologo scolastico o comunque di servizi di assistenza e supporto estesi anche ai docenti, ovvero per tramite di sportelli dedicati, composti da team multidisciplinari di professionisti certificati, adeguatamente proporzionati al personale scolastico, nonché al numero di studenti iscritti e alle esigenze degli stessi;

          b) promuovere iniziative di competenza volte a prevedere l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, opportunamente declinata per fascia d'età, finalizzato alla crescita e a una maturazione psico-affettiva e socio-relazionale improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell'altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere;

          c) istituire, per il personale scolastico afferente alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, corsi di formazione finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto, da effettuare nell'ambito degli interventi di prevenzione e formazione per la sicurezza negli ambienti di lavoro;

          d) monitorare e analizzare le segnalazioni di situazioni di pericolo, effettuate dal personale preposto, che potrebbero causare incidenti sui luoghi di lavoro a danno degli alunni, del personale scolastico e ATA;

          e) sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, programmi e strategie per migliorare la sicurezza del personale scolastico, anche attraverso l'impiego di sistemi di sicurezza tra i più avanzati e l'adeguamento e l'implementazione dei protocolli di emergenza;

          f) incrementare e rafforzare, a principiare dalla scuola dell'obbligo, la formazione sportiva nonché la cultura musicale e ogni forma di espressione da veicolarsi attraverso linguaggi non verbali e artistici, quali strumenti di apprendimento cognitivo, formativo, relazionale, di aggregazione, socializzazione e integrazione sociale, ovvero quale parte integrante del percorso scolastico.

     5-ter.  Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 15 milioni a decorrere dall'anno 2024. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190».

G1.200

Pirondini, Aloisio, Castiello

Respinto

Il Senato,

          in sede di discussione del disegno di legge, A.S. 924-bis-A,

     premesso che:

          il provvedimento in titolo è di matrice governativa e fa seguito all'Affare assegnato n. 67 sull'allarmante aumento degli episodi di violenza di cui gli insegnanti e il personale scolastico sono sempre più spesso vittime;

          in buona sostanza vengono ripensati e riscritti parametri e criteri che sottostanno al «voto di condotta» di buona memoria, ovvero ai principî di valutazione del comportamento di studentesse e studenti;

          a tal fine, la proposta intende in sintesi conferire - sia per via diretta, sia indiretta - nella valutazione complessiva della studentessa o dello studente, maggiore peso al voto di comportamento;

          in particolare, al comma 4, con riferimento agli alunni frequentanti la scuola secondaria di secondo grado, si introducono modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, al fine di riformare l'istituto dell'allontanamento dello studente dalla scuola per un periodo non superiore a quindici giorni, in modo che:

          1) l'allontanamento dalla scuola, fino a un massimo di due giorni, comporti il coinvolgimento dello studente in attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare;

          2) l'allontanamento dalla scuola di durata superiore a due giorni comporti lo svolgimento, da parte dello studente, di attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell'ambito degli elenchi predisposti dall'amministrazione periferica del Ministero dell'istruzione e del merito. Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe dello studente, secondo princìpi di temporaneità, gradualità e proporzionalità;

     considerato che:

          prevedere come principio generale riabilitativo per lo studente lo «svolgimento di attività di cittadinanza solidale» presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche - senza specificarne parametri e criteri di assegnazione, responsabilità, valutazione e strumenti di controllo e senza prevederne i relativi oneri di spesa - suona più come una generica dichiarazione d'intenti che non come una adeguata e pragmatica risposta alle domande che si levano dalla materia messa in campo e fatta agire;

          nulla osta sul fatto che la condotta debba essere considerata aspetto propedeutico e conditio sine qua non nella valutazione complessiva dello studente, e tuttavia appare oltremodo necessario che siano valutati non solo interventi a carattere sanzionatorio, bensì entro una dimensione più estesa, capace di dar senso e valore, iniziative di prevenzione e di supporto;

     valutato che:

          la scuola, quale «comunità educante», deve costituire un argine per combattere la povertà educativa che, anche a causa della pandemia da Covid-19, si è largamente acuita nel Paese;

          in un momento storico in cui sono sempre più diffusi nei bambini e negli adolescenti problemi individuali legati a depressione, violenza, carenza di un clima adatto alla crescita e all'apprendimento, è necessario più che mai mettere a disposizione risorse per il territorio affinché vengano avviati progetti locali destinati a prevenire e ad arginare i fenomeni di vulnerabilità sociale,

     impegna il Governo:

          a valutare l'opportunità - anche con provvedimenti di carattere normativo - di adottare adeguate misure per restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, coadiuvare il percorso formativo degli studenti, e per prevenire e fronteggiare ogni forma di disagio dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito familiare, scolastico e sociale, che possono determinare comportamenti a rischio quali bullismo, cyberbullismo o forme qualsivoglia di prevaricazione e discriminazione di genere, nonché qualificare l'offerta scolastica ed educativa, potenziare l'integrazione e ridurre i tempi di accesso a interventi specialistici e di ascolto, fra cui:

          - la promozione dell'attività di mediazione, che risulta particolarmente efficace rispetto ai bisogni psicologici degli studenti, anche con l'introduzione di figure come lo psicologo scolastico o comunque di servizi di assistenza e supporto estesi anche ai docenti;

          - iniziative di competenza volte a prevedere l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, opportunamente declinato per fascia d'età, finalizzato alla crescita e a una maturazione psico-affettiva e socio-relazionale improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell'altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere;

          - l'istituzione di corsi di formazione finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto, da effettuare nell'ambito degli interventi di prevenzione e formazione per la sicurezza negli ambienti di lavoro;

          - il potenziamento, a principiare dalla Scuola dell'obbligo, della formazione sportiva, nonché della cultura musicale e di ogni forma di espressione da veicolarsi attraverso linguaggi non verbali e artistici, quali strumenti di apprendimento cognitivo, formativo, relazionale, di aggregazione, socializzazione e integrazione sociale, ovvero quale parte integrante del percorso scolastico.

G1.201

Pirro, Pirondini, Aloisio, Castiello

Respinto

Il Senato,

          in sede di discussione del disegno di legge, A.S. 924-bis-A,

     premesso che:

          il provvedimento in titolo è di matrice governativa e fa seguito all'Affare assegnato n. 67 sull'allarmante aumento degli episodi di violenza di cui gli insegnanti e il personale scolastico sono sempre più spesso vittime; in buona sostanza vengono ripensati e riscritti parametri e criteri che sottostanno al «voto di condotta» di buona memoria, ovvero ai principî di valutazione del comportamento di studentesse e studenti;

          a tal fine, la proposta intende in sintesi conferire - sia per via diretta, sia indiretta - nella valutazione complessiva della studentessa o dello studente, maggiore peso al voto di comportamento;

     considerato che:

          appare oltremodo necessario che siano previsti non solo interventi a carattere repressivo, ma soprattutto iniziative di prevenzione vòlte ad affrontare i gravi episodi di violenza che si verificano nelle scuole, al fine di sostenere gli studenti più in difficoltà e a scoraggiare ad ampio spettro gli episodi di violenza in ambito scolastico;

          occorrerebbe rimettere al centro delle priorità di investimento la Scuola quale «comunità educante», soprattutto al fine di combattere la povertà educativa che, anche a causa della pandemia da Covid-19, si è largamente acuita nel nostro Paese. Le comunità educanti possono e devono diventare una misura strutturale di contrasto all'abbandono scolastico e alla povertà culturale, dove le studentesse e gli studenti possono vivere esperienze dirette di scoperta della comunità di riferimento, quali discipline sportive, competenze artistico-creative, educazione civica e professionale;

          nulla osta sul fatto che la condotta debba essere considerato aspetto propedeutico e conditio sine qua non nella valutazione complessiva dello studente, e tuttavia appare oltremodo necessario che siano valutati non solo interventi a carattere sanzionatorio, bensì - entro una dimensione più estesa, capace di dar senso e valore - iniziative di prevenzione e di supporto;

     valutato che:

          la Scuola, quale «comunità educante», deve costituire un argine per combattere la povertà educativa che, anche a causa della pandemia da Covid-19, si è largamente acuita nel nostro Paese. In un momento storico in cui sono sempre più diffusi nei bambini e negli adolescenti problemi individuali legati a depressione, violenza, carenza di un clima adatto alla crescita e all'apprendimento, è necessario più che mai mettere a disposizione risorse per il territorio affinché vengano avviati progetti locali destinati a prevenire e ad arginare i fenomeni di vulnerabilità sociale,

     impegna il Governo:

          a valutare l'opportunità - anche con provvedimenti di carattere normativo - di adottare tempestivamente adeguate misure per prevenire e fronteggiare, in particolare, ogni forma di disagio dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito familiare, scolastico e sociale, che possono determinare comportamenti a rischio quali bullismo, cyberbullismo o forme qualsivoglia di prevaricazione e discriminazione di genere, nonché qualificare l'offerta scolastica ed educativa, favorire l'integrazione e ridurre i tempi di accesso a interventi specialistici e di ascolto, in particolare attraverso l'istituzione - presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado - di un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling scolastico, finalizzato a sostenere lo sviluppo e la formazione della personalità del minore e del giovane adulto.

1.0.2

Pirro, Pirondini, Aloisio, Castiello

Respinto

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 1-bis

(Istituzione del servizio di assistenza psicologica scolastica)

      1. Ai sensi di quanto disposto dall'articolo 25 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017, e in considerazione delle misure di cui all'articolo 1, commi 697 e 698, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, è istituito un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling scolastico, finalizzato a sostenere lo sviluppo e la formazione della personalità del minore e del giovane adulto e a prevenire e fronteggiare ogni forma di disagio dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito familiare, scolastico e sociale, tali da poter determinare comportamenti a rischio quali bullismo, cyberbullismo o forme qualsivoglia di prevaricazione, discriminazione e violenza di genere, disagio giovanile, abbandono e dispersione scolastica, anche in riferimento alle più avvertite e insistite esigenze sanitarie determinatesi con l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

      2. Il servizio di assistenza e counseling, di cui al comma 1, è erogato in presenza e per tramite di uno sportello dedicato, composto da un team multidisciplinare di professionisti, le cui competenze e professionalità devono garantire l'assistenza in relazione alle aree di intervento di cui al comma 4, con particolare riferimento alle problematiche connesse ai disturbi alimentari, alla disforia di genere in età evolutiva e alle dipendenze. Il monte ore giornaliero delle prestazioni erogate, nonché il numero di professionisti che compongono il team multidisciplinare, adeguatamente proporzionato al numero di studenti iscritti all'istituto scolastico di riferimento, sono fissati con il decreto di cui al comma 5.

      3. Il team multidisciplinare di cui al comma 2 opera alle dirette dipendenze dell'ufficio scolastico regionale (USR), in stretta collaborazione con il consiglio di istituto e con il dirigente scolastico e, nell'ambito della sua attività:

          a) assicura momenti di ascolto, orientamento e supporto individuale in presenza agli studenti che ne facciano richiesta secondo le modalità stabilite dal decreto di cui al comma 5, garantendo al contempo attività di promozione della salute mentale, della prevenzione del disagio e del disturbo mentale;

          b) su richiesta del consiglio di classe e previa autorizzazione del dirigente scolastico, partecipa alle lezioni al fine di osservare il clima relazionale esistente e migliorarne qualità ed efficacia, riportando gli esiti al dirigente scolastico e fornendo ai consigli di classe e al collegio dei docenti ogni elemento utile al miglioramento delle dinamiche relazionali, alla personalizzazione dell'offerta formativa e alla valutazione degli alunni;

          c) opera in maniera integrata con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali;

          d) accede a tutte le informazioni sugli alunni in possesso dell'istituzione scolastica, nel pieno rispetto della disciplina prevista dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

      4. L'attività del team multidisciplinare è vòlta a soddisfare le seguenti aree di intervento:

          a) predisposizione di un ambiente di apprendimento responsabilizzante e motivante;

          b) supporto al benessere degli alunni e del personale scolastico;

          c) individuazione precoce delle situazioni di disagio, legate in particolare ai disturbi alimentari, alla disforia e discriminazione di genere e alle dipendenze, nonché delle situazioni di devianza, quali il bullismo e il cyberbullismo;

          d) supporto e formazione, nei confronti dei docenti, riguardo alle specifiche problematiche dell'età evolutiva e alle eventuali difficoltà relazionali esistenti all'interno della classe e tra docenti e alunni;

          e) implementazione di idonei percorsi di educazione alla salute e al benessere psicologico, alla sensibilità e all'emotività, rivolti agli studenti;

          f) implementazione di specifici incontri destinati agli studenti, ai loro familiari e ai docenti, con finalità informativa e psico-educativa, anche al fine del superamento delle forme di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei confronti delle persone affette da disagio o disturbo mentale;

          g) supporto e formazione, nei confronti del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), per una migliore gestione delle situazioni di disagio;

          h) interazione, ove richiesto, con le altre figure professionali che operano a vario titolo nell'ambito della Scuola.

      5. Con decreto del Ministro dell'istruzione e del merito, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono individuati i criteri e le modalità di attuazione del presente articolo, nonché disciplinati in particolare:

          a) il numero dei componenti del team multidisciplinare in proporzione al numero degli studenti iscritti;

          b) le funzioni, le mansioni e le specifiche competenze professionali;

          c) i titoli di accesso e le modalità di reclutamento;

          d) l'inquadramento contrattuale, procedendo al contestuale aggiornamento del protocollo d'intesa tra il Ministero dell'istruzione e il Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi firmato il 9 ottobre 2020;

          e) le modalità di integrazione e coordinamento delle disposizioni di cui alla presente legge con i programmi regionali di interventi per l'assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali e affette da disturbi correlati allo stress, di cui all'articolo 1-quater, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15.

      6. Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 20 milioni a decorrere dall'anno 2024. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190».

ARTICOLO 2 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE

Art. 2.

Approvato nel testo emendato

(Disposizioni in merito alle sezioni a metodo didattico differenziato Montessori)

1. In riconoscimento della centralità ed efficacia della metodologia montessoriana nello sviluppo dell'autonomia personale, del senso di responsabilità e della consapevolezza dei diritti e doveri reciproci, all'articolo 142 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

« 1. Le sezioni di scuola dell'infanzia e le classi di scuola primaria già gestite dall'Opera nazionale Montessori in Roma, poi statizzate, continuano a funzionare con il metodo di differenziazione didattica Montessori »;

b) al comma 3, le parole: « alla sperimentazione dell'insegnamento con » sono sostituite dalle seguenti: « alle istituzioni scolastiche statali della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ove è praticato l'insegnamento con », le parole: « da attuare nelle sezioni di scuola materna e nelle classi elementari statali » sono soppresse e le parole: « in quelle gestite da enti pubblici e privati, da associazioni e da privati » sono sostituite dalle seguenti: « alle scuole paritarie a gestione pubblica e privata »;

c) al comma 4, le parole: « di scuola materna » e le parole: « di scuola elementare » sono soppresse;

d) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

« 4-bis. L'istituzione e il funzionamento delle sezioni a metodo Montessori nelle istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione del sistema nazionale d'istruzione nonché l'ordinamento dei corsi di differenziazione didattica finalizzati alla specializzazione di cui al comma 4 e i relativi requisiti di accesso sono disciplinati con decreto del Ministro dell'istruzione e del merito, sentita l'Opera nazionale Montessori ».

2. A partire dall'anno scolastico 2025/2026, le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione possono richiedere l'istituzione di classi di scuola secondaria di primo grado a metodo Montessori secondo i princìpi e i criteri metodologici adottati nella sperimentazione nazionale triennale autorizzata con decreto del Ministro dell'istruzione n. 237 del 30 luglio 2021. A tal fine il Ministero dell'istruzione e del merito, nelle more dell'adozione del decreto di cui al comma 4-bis dell'articolo 142 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, introdotto dal comma 1 del presente articolo, mette a disposizione delle istituzioni scolastiche interessate un documento tecnico elaborato dal Comitato tecnico-scientifico nazionale di cui all'articolo 10 del decreto di cui al primo periodo. L'istituzione delle classi è autorizzata con decreto del dirigente preposto all'ufficio scolastico territorialmente competente, nei limiti delle risorse finanziarie, strumentali nonché di organico assegnate a livello regionale e tenuto conto del documento elaborato dal Comitato tecnico-scientifico nazionale, la cui attività, al fine di garantire la necessaria fase di accompagnamento dei percorsi di cui al presente articolo, è prorogata sino al 31 agosto 2026.

3. L'attivazione delle classi di scuola secondaria di primo grado a metodo Montessori può essere disposta, nei limiti dell'organico assegnato all'ufficio scolastico territorialmente competente, al verificarsi delle seguenti condizioni:

a) presenza contemporanea di un ciclo completo di scuola primaria a metodo Montessori;

b) tempo scuola corrispondente al tempo prolungato, di cui all'articolo 5, comma 1, secondo periodo, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89;

c) servizio di refezione scolastica;

d) laboratori, ambienti e materiali didattici adatti a favorire l'apprendimento secondo i princìpi montessoriani;

e) quote di organico aggiuntive corrispondenti a nove ore aggiuntive settimanali per classe attivata e assegnate dall'ufficio scolastico territorialmente competente.

4. Il dirigente scolastico, in sede di determinazione dell'organico di diritto, quantifica le esigenze necessarie al funzionamento delle sezioni a metodo Montessori.

5. Alle classi a metodo Montessori di scuola secondaria di primo grado sono assegnati, per ciascuna classe di abilitazione, docenti in possesso di uno specifico titolo di specializzazione in differenziazione didattica nel metodo Montessori per l'insegnamento nella scuola secondaria di primo grado conseguito in esito al corso di differenziazione didattica di cui all'articolo 142, comma 4-bis, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, introdotto dal comma 1 del presente articolo. I suddetti docenti sono collocati, a domanda, in appositi elenchi a cui attingere per l'attribuzione dei contratti a tempo indeterminato e determinato, in analogia con quanto disposto per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria.

6. Salvo il caso di contraria deliberazione delle istituzioni scolastiche interessate ovvero di motivato parere negativo degli uffici scolastici territorialmente competenti, le sezioni che abbiano avviato la sperimentazione in base a quanto previsto dal decreto del Ministro dell'istruzione n. 237 del 30 luglio 2021 completano la fase sperimentale e sono disciplinate a regime. La predetta sperimentazione si intende autorizzata anche per l'anno scolastico 2024/2025. Ai docenti di scuola secondaria di primo grado che abbiano già concluso i percorsi di formazione sul metodo Montessori di cui all'articolo 5 del decreto del Ministro dell'istruzione n. 237 del 30 luglio 2021, a seguito del superamento di specifico esame, è riconosciuto il titolo di specializzazione in differenziazione didattica nel metodo Montessori.

7. Al fine di garantire un elevato e omogeneo standard formativo, i soggetti che erogano i corsi di differenziazione didattica nelle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione sono autorizzati, sulla base di quanto disposto dall'articolo 142, comma 4-bis, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, introdotto dal comma 1 del presente articolo, con apposito decreto del Ministro dell'istruzione e del merito.

8. La vigilanza sul regolare svolgimento dei corsi e delle prove d'esame è svolta dagli uffici scolastici territorialmente competenti e dalle competenti amministrazioni provinciali di Trento e di Bolzano. Il rilascio dei diplomi è subordinato allo svolgimento delle attività di controllo dei soggetti incaricati della vigilanza.

9. Per le finalità di cui al presente articolo, da attuare nei limiti delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, a decorrere dall'anno 2025, le quote aggiuntive di organico dei docenti sono reperite nei limiti dei contingenti regionali di organico annualmente assegnati agli uffici scolastici territorialmente competenti, nell'ambito dell'organico dell'autonomia.

10. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica né esuberi di personale docente in una o più classi di concorso.

EMENDAMENTO

2.200

Marcheschi

Approvato

Dopo il comma 9, inserire i seguenti:

        «9-bis. Il Ministero dell'istruzione e del merito può autorizzare lo svolgimento, presso università ed enti di formazione, di corsi annuali di differenziazione didattica a metodo Agazzi per le scuole dell'infanzia e a metodo Pizzigoni per le scuole primarie. I corsi sono indetti dal Ministero dell'istruzione e del merito con decreto, che stabilisce la durata, gli orari, i programmi, le modalità di partecipazione, i modi di vigilanza e le prove finali d'esame per il rilascio del titolo. I costi dei corsi sono posti a carico dei partecipanti.

        9-ter. Il titolo rilasciato alla fine del corso consente l'iscrizione, a domanda, in appositi elenchi a cui attingere per l'attribuzione dei contratti a tempo indeterminato e determinato per le sezioni delle scuole dell'infanzia a metodo Agazzi e per le classi di scuola primaria a metodo Pizzigoni autorizzate al funzionamento dagli Uffici scolastici regionali.

        9-quater. Sono abrogati gli articoli 46, 47, 48 e 49 del Regio Decreto 5 febbraio 1928, n. 577.».

ARTICOLO 3 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE

Art. 3.

Approvato

(Misure a tutela dell'autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastici)

1. Con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell'esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all'eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell'istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa. L'importo della somma di cui al primo periodo è determinato dal giudice, tenuto conto dei criteri di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 15 gennaio 2016, n. 7.

EMENDAMENTI

3.200

Lopreiato, Pirondini, Aloisio, Pirro

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3

(Modifiche al codice penale)

          1. All'articolo 165 del codice penale, dopo il quinto comma è inserito il seguente: «Nei casi di condanna per delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell'esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, la sospensione condizionale della pena è sempre subordinata alla partecipazione con cadenza almeno bisettimanale, e al superamento con esito favorevole di specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero per soggetti condannati per delitti commessi con violenza o minaccia, accertati e valutati dal giudice, anche in relazione alle circostanze poste a fondamento del giudizio formulato ai sensi dell'articolo 164».

3.201

Pirondini, Lopreiato, Aloisio, Castiello

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente: 

«Art. 3

(Modifiche al codice penale)

          1. All'articolo 165 del codice penale, è aggiunto, in fine, il seguente comma: "Nei casi di condanna per delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell'esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell'eventuale importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa"».

3.202

Pirondini, Lopreiato, Aloisio, Castiello

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 3

(Misure a tutela dell'autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastici)

        1. Con la sentenza di condanna per delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell'esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all'eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell'istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa. L'importo della somma di cui al primo periodo è determinato dal giudice, tenuto conto dei criteri di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 15 gennaio 2016, n. 7».

 

 

Allegato B

Pareri espressi dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 924-bis e sui relativi emendamenti

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati gli emendamenti relativi al disegno di legge in titolo, trasmessi dall'Assemblea, esprime, per quanto di competenza, parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.213 [già 1.16 (testo 2)], 1.214 (già 1.17), 1.215 (già 1.19), 1.225 (già 1.29), 1.236 (già 1.42) e 1.0.2.

II parere è non ostativo su tutti i restanti emendamenti.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:

Disegno di legge n. 924-bis:

sull'articolo 1, il senatore Sensi avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sull'emendamento 1.0.2, il senatore Nicita avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori:Ancorotti, Barachini, Bongiorno, Borghese, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, Garavaglia, Gelmetti, Germana', La Pietra, Mirabelli, Monti, Morelli, Ostellari, Rauti, Rosa, Rubbia, Scurria, Segre, Sisto e Zambito.

.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Occhiuto, per attività della 7ª Commissione permanente; Borghi Enrico, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Dreosto, Floridia Aurora, Licheri Ettore Antonio, Verducci e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Losacco, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Borghi Claudio e La Marca, per partecipare a incontri internazionali.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 16 aprile 2024, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45 - la proposta di nomina del dottor Francesco Campanella (n. 45) a direttore dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), e - ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45 - le proposte di nomina a componenti della Consulta del predetto Ispettorato della dottoressa Maria Siclari, con funzioni di coordinamento organizzativo (n. 46), dell'avvocato Francesco Giorgianni (n. 47) e dell'ingegnere Luca Desiata (n. 48).

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomina sono deferite alla 8ª Commissione permanente, che esprimerà il parere su ciascuna di esse entro 30 giorni dall'assegnazione.

Governo, trasmissione di atti

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 aprile 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, le relazioni d'inchiesta relative ai seguenti incidenti aerei:

incidente occorso all'aliante NIMBUS-4D, marche di identificazione D-1380, presso il Monte Luta (BZ), il 12 aprile 2022 (Atto n. 466);

incidente occorso all'aeromobile Boeing 8737-82R, marche di identificazione YR-BMM, presso l'Aeroporto Internazionale di Napoli, il 6 maggio 2022 (Atto n. 467).

La predetta documentazione è trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 aprile 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente la nomina del signor Antonio Di Matteo, della dottoressa Micaela Gelera, dell'onorevole Maria Luisa Gnecchi e del dottor Fabio Vitale a componenti del Consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) (n. 36).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 10a Commissione permanente.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 aprile 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la comunicazione concernente la nomina del dottor Danilo Battista, dell'onorevole Nunzia Catalfo, dell'avvocato Caterina Grillone e del signor Maurizio Giuseppe Millico a componenti del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) (n. 37).

Tale comunicazione è deferita, per competenza, alla 10a Commissione permanente.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 15 aprile 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale al dottor Mauro D'Amico, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento.

Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è deferito alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, trasmesso dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Piano per un diploma europeo (COM(2024) 144 definitivo), alla 7a Commissione permanente e, per il parere, alla 4a Commissione permanente.

Risoluzioni in commissione, apposizione di nuove firme

I senatori Craxi, Mieli, Marton, Paganella e Pucciarelli hanno aggiunto la propria firma alla risoluzione 7-00012 della 3ª Commissione permanente(Affari esteri e difesa) del senatore Alfieri ed altri.

Interrogazioni

PAITA, FREGOLENT, BORGHI Enrico - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

l'approssimarsi della stagione estiva si è rivelato sufficiente per gettare nuovamente le principali città e mete turistiche italiane nel caos per quanto attiene al servizio di taxi;

come avvenuto nel 2023, sui social network sisono nuovamente diffuse le proteste degli utenti per la carenza di taxi, insieme alle immagini dei posteggi con file di persone lunghe decine di metri, che aspettano (spesso esposte alle intemperie o, la notte, ad aggressioni anche solo verbali) di fruire di un servizio pubblico in teoria predisposto unicamente nell'interesse della collettività, a favore della viabilità e delle esigenze di vita dei cittadini;

le declamate misure adottate dal Governo per aumentare le licenze dei taxi non hanno migliorato in alcun modo il servizio di trasporto non di linea: attese infinite, corse cancellate o rifiutate, perché considerate poco remunerative, sono all'ordine del giorno in tutte le grandi città, con un danno economico e d'immagine per la collettività, stigmatizzato persino dalla stessa Ministra del turismo;

in questo contesto, anziché rafforzare l'offerta del trasporto pubblico non di linea incentivando almeno il noleggio con conducente (NCC), il Governo sembra intenzionato a penalizzare la categoria, ad esclusivo vantaggio del servizio taxi e della condizione di monopolio incontrastato di cui esso gode da sempre, anche e a dispetto dei ripetuti moniti mossi dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, che ha evidenziato il carattere anticoncorrenziale e ingiustificato della normativa italiana in materia;

sono circa 30.000 le imprese di NCC che rischiano di vedere i propri investimenti, le proprie aspettative e il proprio lavoro pregiudicati dalla scelta del Governo di introdurre ulteriori vincoli, penalizzazioni ed espedienti burocratici, che altro obiettivo non hanno se non quello di scoraggiare il servizio di NCC a vantaggio del servizio taxi;

la previsione di qualsiasi limite orario tra una corsa e l'altra, l'aggravamento del carico burocratico anche per mezzo del foglio di servizio elettronico, inutili obblighi di comunicazione sulle corse, l'introduzione di qualsiasi forma di intermediazione tra domanda e offerta sono solo alcune delle misure al vaglio del Ministro in indirizzo, che rischiano di pregiudicare la vita del settore (che già patisce una normativa discriminatoria, soprattutto sul piano sanzionatorio) e peggiorare ulteriormente la crescente domanda di mobilità dei cittadini,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda rafforzare l'offerta del servizio di trasporto pubblico non di linea degli NCC attraverso l'eliminazione di qualsiasi profilo sanzionatorio discriminatorio e abnorme, ma soprattutto mediante l'esclusione di oneri burocratici e di tempi di attesa obbligati tra una corsa e l'altra.

(3-01079)

GASPARRI, DAMIANI, DE ROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, OCCHIUTO, PAROLI, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, ZANETTIN - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

la legge 21 dicembre 1999, n. 508, ha previsto la trasformazione delle accademie e dei conservatori in istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), rimettendo la definizione puntuale della disciplina attuativa ad uno o più regolamenti di delegificazione;

dall'approvazione della legge, sono passati ben 25 anni senza che sia stata mai adottata una regolamentazione organica della materia;

nel frattempo, sono emerse alcune criticità del sistema organizzativo del settore AFAM, che hanno determinato la necessità di aggiornare e di uniformare le procedure che si sono succedute nel tempo e hanno contribuito a rendere il comparto disomogeneo e frammentato;

anche l'attuale sistema di reclutamento del personale delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica non ha consentito di valorizzare la qualità della docenza e di elevare i livelli della formazione;

parimenti, la fisiologica evoluzione delle esigenze formative degli studenti ha imposto un ripensamento dei meccanismi e degli strumenti attraverso i quali svolgere le attività didattiche e di ricerca,

si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare o abbia già adottato per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione della qualità di questa importante realtà, che connota in maniera peculiare e significativa il nostro Paese.

(3-01080)

MINASI, ROMEO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

i temi della casa, dell'edilizia e dell'emergenza abitativa sono argomenti molto ampi e articolati, che hanno assunto nel tempo un'importanza significativa per il Paese;

moltissimi sono i cittadini che tentano da anni di porre rimedio a situazioni di leggere irregolarità affrontando procedimenti edilizi intesi a modificare opere esistenti o a garantire lo stato legittimo del proprio immobile, spesso viziato da difformità edilizie lievi e non sostanziali, attendendo da troppo tempo risposte certe;

molto spesso si tratta di difformità sul proprio immobile di cui gli stessi proprietari sono incolpevoli se non addirittura ignari, soprattutto per immobili edificati da altri soggetti, magari prima degli anni '70, assentiti in presenza di tecniche ormai obsolete;

il più delle volte non si tratta di situazioni che costituiscono un vero e proprio abuso edilizio, bensì, piuttosto, di lievi difformità esecutive o realizzative, che non creano problemi alla sicurezza e alla stabilità dell'immobile, né tantomeno impatti sull'ambiente circostante;

non sono rari i casi in cui in passato, ad opera finita, è stata dichiarata dal Comune l'abitabilità o l'agibilità del bene, pur nella consapevolezza della presenza di lievi difformità dal progetto approvato, ritenute, all'epoca, non lesive dell'interesse pubblico e prive di sostanza in ordine alla legalità e al rispetto della pianificazione;

tali difformità, che potevano essere sanate all'epoca della realizzazione dell'intervento, non sono sanabili oggi a causa della disciplina della "doppia conformità" prevista dal vigente testo unico per l'edilizia del 2001 (di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001) che, richiedendo la conformità alla disciplina edilizia vigente sia al momento della realizzazione dell'intervento sia al momento della richiesta del titolo di accertamento, non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi casi;

tale situazione comporta inoltre un consistente aggravio amministrativo a carico degli uffici delle amministrazioni comunali competenti che, a causa della frammentarietà della disciplina di settore, non riescono a fornire risposte in tempi certi alle richieste di accertamento dello stato legittimo dell'immobile, limitandone la commerciabilità, con ripercussioni severe su tutti gli operatori economici coinvolti, e condizionando spesso anche l'esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria, di messa in sicurezza e di efficientamento energetico degli edifici;

nel corso di una serie di riunioni, l'ultima delle quali tenutasi il 4 aprile 2024 presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a cui, alla presenza del Ministro in indirizzo, hanno partecipato rappresentanti di istituzioni, amministrazioni territoriali, associazioni, enti, ordini professionali e fondazioni del settore edilizio, è emersa l'esigenza, espressa dell'intero comparto, di un intervento sulle piccole difformità o irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l'80 per cento del patrimonio immobiliare italiano,

si chiede di sapere se e quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare, al fine di adeguare la normativa in materia edilizia alle attuali esigenze degli operatori del settore e risolvere il problema delle piccole difformità del patrimonio immobiliare, che non impattano sulla sicurezza dei cittadini e continuano invece ad intasare l'attività degli uffici comunali, nonché a paralizzare il mercato immobiliare.

(3-01081)

D'ELIA, BOCCIA, CRISANTI, RANDO, VERDUCCI - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

recenti dati presentano un incremento assai considerevole degli iscritti alle università telematiche, aumentati, tra il 2011 e il 2021, del 293,9 per cento;

come segnala il rapporto ANVUR del 2023, gli atenei telematici hanno un personale di ruolo ridotto e talvolta si nota l'assenza di strutture di ricerca, cose che pregiudicano la possibilità di seguire correttamente l'attività formativa; ciò vale, in particolare, per il rapporto tra docenti e studenti, di molto inferiore a quello esistente nelle università tradizionali anche alla luce degli standard qualitativi definiti, per l'accreditamento dei corsi di laurea, dal decreto del Ministro dell'università e della ricerca 14 ottobre 2021, n. 1154, in materia di autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio; e vale anche per la persistente incertezza sui criteri di valutazione della qualità della didattica e sulle azioni finalizzate a recuperare eventuali deficit in tale ambito;

lo stesso rapporto segnala che, nelle università statali tradizionali, circa il 75 per cento degli iscritti è regolare, nelle telematiche circa l'85,7 per cento, nelle non statali circa l'89 per cento. Nel conseguimento del titolo di laurea di primo livello entro la durata normale dei tre anni, invece, tra le università telematiche (44,8 per cento) e le università tradizionali (37,8) si registrano ben 7 punti percentuali di differenza; tali dati confermano l'urgenza di una riflessione sulla qualità della didattica e dell'offerta formativa nelle università telematiche assieme alla necessità di favorire e promuovere, mediante specifiche azioni, standard qualitativi elevati in tutto il sistema universitario;

in tale quadro, cruciale appare dunque il monitoraggio dello stato dell'adeguamento delle università telematiche agli standard qualitativi introdotti dal decreto ministeriale n. 1154 del 2021 anche alla luce di recenti tentativi (portati avanti in sede parlamentare dalla Lega, da ultimo in sede di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi) di differire il termine di adeguamento a tali standard qualitativi;

cruciale appare altresì chiarire lo stato di adeguamento delle università telematiche ai criteri previsti per la valutazione della qualità della didattica, così come sulle azioni messe in campo dai singoli atenei telematici per far fronte ai deficit rilevati dall'ANVUR nei rapporti periodici;

considerato che:

i dati risultano poi ancora più preoccupanti se letti in relazione alle notizie legate a molti atenei telematici, passate alla cronaca, che segnalano indagini, controversie e rinvii a giudizio per un sistema di esami concordati, arresti per frode fiscale legati a falsi progetti di ricerca e corsi di laurea, soprattutto nelle varie professioni sanitarie, da medicina a infermieristica, senza alcun valore legale;

tutto quanto esposto solleva una serie di interrogativi che vanno dalla necessità di assicurare elevati standard qualitativi della didattica e dell'offerta formativa, anche sotto il profilo del necessario rapporto tra didattica e ricerca, all'equilibrio tra apprendimento a distanza e valore della presenza, sia dal punto di vista delle forme e della qualità dell'apprendimento sia da quello più generale della partecipazione alla vita collettiva dell'università; dalla necessità di assicurare trasparenza e controllo sulle modalità di finanziamento delle università non statali, telematiche o meno, all'urgenza di intervenire sulle ragioni strutturali e profonde dell'aumento delle immatricolazioni alle università telematiche, troppo spesso legate, come dimostrano l'esperienza e i dati, all'insufficiente sostegno alle studentesse e agli studenti con minore consistenza reddituale dal punto di vista degli alloggi, del godimento effettivo di borse di studio e dell'accesso a un sistema di trasporti sostenibile dal punto di vista economico e organizzativo; infatti, secondo un recente studio della fondazione Einaudi, l'aumento dei costi in relazione soprattutto agli alloggi conduce a quantificare la spesa media per famiglia, in relazione al mantenimento di uno studente fuorisede, tra i 700 e i 1.000 euro al mese,

si chiede di sapere:

quali azioni la Ministra in indirizzo intenda intraprendere, al fine di assicurare una più rigorosa ed efficace regolamentazione a tutela di un'offerta formativa di qualità in relazione al sistema universitario legato ai corsi telematici e agli atenei for profit;

quale sia, in particolare, lo stato di adeguamento delle università telematiche agli standard previsti in materia di qualità della didattica, quali siano i criteri di valutazione e le misure da assumere o assunte per assicurare tale adeguamento.

(3-01082)

SIGISMONDI, MALAN, DE PRIAMO, FAROLFI, PETRUCCI, ROSA, TUBETTI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

dall'11 al 13 aprile 2024 si è tenuta a Milano, nella sede di palazzo Reale, la riunione dei Ministri del G7 Trasporti, presieduta dall'Italia, cui hanno partecipato, oltre all'Unione europea rappresentata dalla commissaria ai trasporti, le delegazioni dei Ministeri di infrastrutture e trasporti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America;

il vertice che si è tenuto nel capoluogo lombardo è stato l'occasione per chiarire e comprendere le modalità con cui le nazioni del G7, alla luce della crescente instabilità globale, intendono affrontare le sfide del futuro della mobilità;

segnatamente, l'attenzione è stata posta sull'esigenza di rafforzare i sistemi di trasporto in caso di eventi estremi e imprevisti, come ad esempio le crescenti tensioni geopolitiche, il cambiamento climatico o gli attacchi informatici, creando e rafforzando strumenti di coordinamento e cooperazione a livello G7;

considerato che, tra i temi affrontati, l'adeguamento del settore dell'automotive alle criticità ambientali è stato oggetto di un profondo e prolungato confronto tra i partecipanti, culminato nell'unanime consapevolezza di non poter considerare, come unica soluzione al problema, la trasformazione in elettrico degli attuali veicoli a motore pubblici e privati, ritenendo, per contro, necessario concentrarsi sullo sviluppo di biocarburanti capaci di salvare le filiere del motore endotermico,

si chiede di sapere quali iniziative, in seguito a quanto emerso dalla riunione dei ministri del G7 Trasporti, il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per conseguire il passaggio, nei settori di sua competenza, da una transizione ambientale semplicemente ideologica ad una pragmatica ed economicamente sostenibile.

(3-01083)

PATUANELLI, FLORIDIA Barbara, NAVE, LOPREIATO, BEVILACQUA, DAMANTE, LOREFICE, MARTON - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

con il decreto-legge n. 35 del 2023, recante "Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria", è stata ripristinata la società Stretto di Messina S.p.A. nonché la concessione affidata alla medesima e sono state riavviate le attività di programmazione e progettazione dell'opera;

il decreto-legge prevede la redazione di un nuovo piano economico-finanziario della concessione, nel quale devono essere, in particolare, individuati il costo complessivo dell'opera, con evidenza delle singole voci di spesa che lo compongono, comprensivo degli eventuali oneri finanziari che si prevede di sostenere per la realizzazione e gestione dell'opera, oltre alla copertura finanziaria dell'investimento;

l'art. 1, comma 272, della legge n. 213 del 2023 prevede l'approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) entro l'anno 2024 del progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina, e autorizza, a tal fine, la spesa complessiva di 11,63 miliardi di euro per il periodo 2024-2032 e prevede che, con apposite delibere CIPESS, sia attestata la sussistenza di eventuali ulteriori risorse e ridotta corrispondentemente la predetta autorizzazione di spesa;

a fronte del costo complessivo stimato dell'opera pari ad almeno 14,6 miliardi di euro, sono dunque stati stanziati complessivamente 11 miliardi e 630 milioni di euro, di cui 2,3 miliardi sottratti dal fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, in ragione di 718 milioni di euro da imputarsi alle amministrazioni centrali e 1.600 milioni di euro imputati alla Regione Siciliana e alla Regione Calabria;

considerato che:

con nota prot. n. 70949 del 16 aprile 2024 la commissione VIA-VAS del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha ritenuto che il progetto presentato dalla società Stretto di Messina S.p.A. vada integrato, in quanto sarebbe mancante di informazioni importanti tali da richiedere: un nuovo studio di impatto ambientale, l'aggiornamento degli elaborati recenti e non pregressi, mancherebbero gli studi sugli scenari sismici e di maremoto nonché quelli relativi alla qualità dell'aria, alla morfo-dinamica costiera, all'impatto sulle acque superficiali e sotterranee e sul paesaggio, sulla flora e fauna;

la società Stretto di Messina può fornire entro 30 giorni le integrazioni richieste dalla commissione VIA-VAS o chiedere la sospensione dei termini;

evidenziato che:

sono state numerose le contestazioni sulla fattibilità dell'opera, avanzate da illustri docenti universitari nonché dalle maggiori associazioni ambientaliste del Paese e dei cittadini appartenenti a diversi comitati locali che hanno inviato, lo scorso 11 aprile, documenti di contestazione e controdeduzioni alla commissione VIA-VAS;

come emerge dalla relazione di accompagnamento alle osservazioni maturate in Commissione Territorio relativamente al progetto definitivo per il "collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria" redatto dal settore lavori pubblici della città di Villa San Giovanni (Reggio Calabria), la realizzazione dell'opera comporterebbe delle conseguenze importanti per l'erosione costiera;

considerato, altresì, che la società Stretto di Messina può richiedere la sospensione dei termini per la trasmissione della documentazione richiesta con integrazioni da parte della commissione VIA-VAS,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno riconsiderare integralmente il progetto del ponte sullo stretto di Messina alla luce delle problematiche esposte;

se non intenda, nell'ambito delle proprie competenze, sollecitare la società Stretto di Messina S.p.A. ad avvalersi della sospensione dei termini per consentirle di procedere adeguatamente alle molteplici integrazioni suddette.

(3-01084)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

MINASI, GERMANÀ, POTENTI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:

i cittadini lamentano odori nauseabondi e molto spiacevoli provenienti dall'area dell'impianto consortile di depurazione delle acque reflue gestite da Iniziative ambientali meridionali, IAM S.p.A., a Gioia Tauro (Reggio Calabria);

l'impianto di depurazione è stato realizzato con fondi pubblici e dato in gestione da oltre un ventennio ad un soggetto privato, la IAM S.p.A. appunto, del cui operato, gestione e attività amministrativa si è interessata anche la Procura della Repubblica;

a seguito dell'operatività dell'impianto, una grande molteplicità di mezzi pesanti quotidianamente e costantemente attraversa le regioni del Sud, incluso lo stretto di Messina, per conferire i rifiuti liquidi al depuratore calabrese; agli interroganti risulta che nel 2022 circa 4.000 camion abbiano attraversato la Sicilia e la Calabria, da Messina a Reggio Calabria fino a Gioia Tauro;

questo traffico, oltre a creare intasamento stradale, è ovviamente anche una fonte notevole di inquinamento ambientale, nonché responsabile di deturpamento del paesaggio e del territorio delle stesse regioni attraversate quotidianamente da mezzi pesanti che trasportano i rifiuti da una regione all'altra;

l'attuale autorizzazione integrata ambientale rilasciata all'impianto autorizza il trattamento di 438.000 tonnellate di rifiuti speciali;

agli interroganti risulta che secondo alcuni dati ufficiali, nel 2022, l'impianto IAM abbia trattato 235.746 tonnellate di rifiuti speciali, quasi nella totalità consistenti in percolati da discarica e colaticci da impianti di compostaggio, così suddivisi: il 48 per cento, pari a 113.333 tonnellate dalla Sicilia, il 31 per cento, pari a 72.871,47 tonnellate provenienti dalla Calabria, il 17 per cento pari a 39.671,15 tonnellate provenienti dalla Puglia e il restante 4 per cento, pari a 9.870,35 tonnellate, provenienti dalle altre regioni;

l'impianto, quindi, realizzato con i fondi destinati alla Regione Calabria per la gestione del servizio di depurazione dei reflui urbani del proprio territorio, ad oggi riceve un enorme quantitativo di rifiuto di natura speciale, peraltro proveniente da altre regioni;

considerato che un flusso così importante di rifiuti contribuisce significativamente alla permanenza della cappa maleodorante nei pressi dell'impianto, così come percepito dai cittadini, e al traffico stradale e autostradale delle zone interessate;

considerato inoltre che agli interroganti non risulta più reperibile la convenzione stipulata il 1° luglio 2002 (registrata in data 16 luglio 2002 al n. 2831 serie III) tra l'allora ASIREG e IAM e ancora oggi richiamata nei più recenti atti del CoRAP, il consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, quale ente pubblico economico e strumentale della Regione Calabria,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e se non ritenga necessario intervenire, per quanto di propria competenza, per verificare la correttezza dell'operato della IAM S.p.A. nella gestione dell'impianto in Calabria sul trattamento di notevoli quantità di rifiuti speciali provenienti anche da altre regioni, anche alla luce della convenzione citata, e per valutare soluzioni più adeguate al trattamento dei rifiuti nelle regioni del Sud, limitando quanto più possibile il trasporto dei rifiuti tra regioni, nel rispetto del principio di prossimità geografica, di cui alla direttiva quadro in materia di rifiuti 2008/98/CE, che prevede che il trattamento dei rifiuti avvenga il più vicino possibile al luogo di produzione.

(4-01155)

PIRRO, SCARPINATO, FLORIDIA Barbara, BEVILACQUA, LOPREIATO, CROATTI, LICHERI Ettore Antonio, MARTON - Ai Ministri della salute e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

nel gennaio 2023 il Ministro della salute ha firmato l'atto dirigenziale che ha sbloccato 420 milioni di euro per la realizzazione del progetto Città della salute e della scienza di Novara;

tale progetto, realizzato in modalità di partenariato pubblico e privato (art. 180 e seguenti del decreto legislativo n. 50 del 2016), con contributo del Ministero della salute e della Regione Piemonte, parte dal lontano 2001, anno in cui l'IRES (Istituto di ricerche economiche e sociali) Piemonte constatò che non era possibile ristrutturare la vecchia struttura esistente, l'ospedale maggiore "della Carità", ma che era necessario costruirne una nuova; come zona per la costruzione venne individuata l'area, ora abbandonata, di viale Piazza d'Armi a Novara, per un totale di 324.000 metri quadri, 170.000 di costruzioni, i restanti di giardini e parcheggi;

nel 2007 viene avviata la procedura dalla Regione Piemonte e, nel 2009, l'azienda ospedaliera universitaria e l'università del Piemonte Orientale hanno approvato il progetto preliminare dell'intervento che, dopo molti ostacoli e decine di pareri acquisiti, si è trasformato nel gennaio 2019 nel progetto di fattibilità tecnica ed economica per un valore di 330 milioni di euro, riadeguato nel 2021 con la richiesta di ulteriori 100 milioni. L'opera doveva essere consegnata entro 3 o 4 anni;

alla notizia della firma apposta, in data 26 gennaio 2023, dal Ministro della salute all'atto dirigenziale che ha sbloccato i fondi, il direttore dell'azienda ospedaliera universitaria, dottor Gianfranco Zulian, ha ringraziato i ministri Schillaci e Zangrillo, il presidente Cirio, l'assessore regionale per la sanità Icardi, il sindaco Canelli e il senatore Nastri per l'impegno profuso e determinante al raggiungimento del risultato ("mediacentre.uniupo.it", 27 gennaio 2023);

considerato che:

con deliberazione n. 480 del 12 giugno 2020 la direzione generale dell'azienda ospedaliera universitaria di Novara ha indetto la gara a procedura ristretta (art. 61 del decreto legislativo n. 50 del 2016) per l'affidamento della concessione di costruzione e gestione del progetto mediante project financing (art. 183 del decreto legislativo n. 50 del 2016) per un valore complessivo di 585.375.500 euro (IVA esclusa);

con deliberazione n. 937 del 24 settembre 2021 la direzione generale dell'azienda ha dato atto che non era stata presentata alcuna offerta;

con delibera n. 137 del 24 febbraio 2023 è stata indetta una nuova gara, il valore complessivo dell'opera ammonta a 616.386.803,11 euro. La concessione per i privati sale da 17 a 19 anni;

ad oggi nessun progetto è stato avviato;

considerato, inoltre, che:

il 27 febbraio 2024 il direttore generale dell'azienda, dottor Zulian, con delibera n. 155, ha affidato una consulenza esterna, nello specifico incaricando la società Principia ingegneria e partecipazioni S.r.l. (direttore tecnico e legale rappresentante ingegner Maurizio Grassi), per operare una rivalutazione economica dei prezzi del progetto di fattibilità tecnico-economica delle opere pubbliche, che è alla base della procedura di concessione e gestione in project financing della Città della salute e della scienza di Novara;

dopo 2 giorni di lavoro, lo stesso direttore generale con delibera n. 164 ha approvato la valutazione tecnica fornita dalla società dell'ingegner Grassi, pagando l'incarico 159.868,80 euro. Dividendo per il numero di ore di lavoro (considerando 24 ore, 12 al giorno) tale consulenza è costata, circa, 6.660 euro all'ora;

inoltre, come riportato dalla stampa, il direttore generale ha asserito di aver avuto interlocuzioni con la società Principia ingegneria e partecipazioni prima del conferimento dell'incarico, come se fosse normale intrattenere rapporti con gli aspiranti fornitori al di fuori delle procedure previste per legge in queste circostanze ("ilfattoquotidiano.it", 7 aprile 2024);

infine, anche nel merito della consulenza sorgono perplessità. In particolare, il direttore Zulian ha spiegato alla stampa che l'affidamento dell'incarico ad un professionista esterno serviva "per portare il costo al metro quadro" del nuovo ospedale di Novara "il più vicino possibile al riferimento di Cuneo", quando in realtà tali informazioni erano già disponibili presso l'ente preposto della Regione Piemonte (IRES) o, comunque, potevano essere richieste alle società di consulenza a contratto da anni con la sua azienda, l'advisor Ernst&Young e la RINA Consulting ("ilfattoquotidiano.it", 7 aprile 2024);

tale consulenza poi è stata fatta in tempi brevissimi, facendo sorgere il dubbio che fosse già predisposta grazie alle interlocuzioni citate avvenute prima dell'affidamento formale dell'incarico,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione, se vi ravvedano un possibile danno erariale e quali provvedimenti intendano prendere.

(4-01156)

DE POLI - Ai Ministri delle imprese e del made in Italy e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

per il comparto della moda il 2023 è stato segnato da due tendenze: sebbene nel primo semestre si sia registrato un incremento dei ricavi in linea con il 2022, la seconda metà dell'anno ha lasciato emergere segni di cedimento e un tasso di crescita più debole;

il riassestamento della filiera verso il basso, che deriva, da un lato, dalla fisiologica normalizzazione dopo un periodo di maggiore ottimismo dei mercati quale quello postpandemico, dall'altro impone di tenere in considerazione gli effetti di contrazione della domanda sull'intera catena di approvvigionamento;

oltre all'aumento dei costi dovuti allo scenario inflazionistico, i due estremi della filiera sono inevitabilmente interessati da un concorso di criticità connesse ai conflitti russo-ucraino, israelo-palestinese e più in generale alla crisi del mar Rosso che incide sulla stabilità dei rapporti commerciali;

i settori produttivi del tessile, cuoio, pelli, abbigliamento, calzature e occhialeria sono chiamati ad affrontare nuove sfide legate all'innovazione tecnologica e alla strategia dell'Unione europea per il tessile sostenibile e circolare;

tenuto conto:

delle osservazioni e istanze presentate dalla CNA Marche relative al comparto moda;

delle istanze della CNA Federmoda, Confartigianato moda e delle altre associazioni di categoria, periodicamente avanzate al tavolo della moda istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy;

degli importanti fermi produttivi a livello locale e nazionale, del crescente ricorso agli ammortizzatori sociali e dell'assenza di un piano di supporto specifico e riservato al comparto,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo abbiano intendano promuovere iniziative volte a tutelare la continuità produttiva e i livelli occupazionali delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese del comparto della moda;

se intendano riservare alle imprese interessate ulteriori strumenti fiscali, negoziali e finanziari;

se intendano adottare per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy misure aventi specifica declinazione settoriale.

(4-01157)