Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 162 del 22/02/2024
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------
162aSEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2024
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Presidenza del vice presidente RONZULLI,
indi del vice presidente CASTELLONE
e del vice presidente CENTINAIO
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente RONZULLI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,05).
Si dia lettura del processo verbale.
MAFFONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Seguito della discussione e approvazione del disegno di legge:
(866) Deputato DORI ed altri. - Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Dori e D'Orso; Pittalis ed altri; Maschio ed altri) (Relazione orale)(ore 10,11)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 866, già approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Dori e D'Orso; Pittalis ed altri; Maschio ed altri.
Ricordo che nella seduta di ieri il relatore ha svolto la relazione orale e ha avuto luogo la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il relatore.
BERRINO, relatore. Signor Presidente, sarò velocissimo.
Intervengo oggi perché ieri l'Aula era un po' deserta e non ho ringraziato i membri della Commissione, che nonostante alcuni problemi relativi ad un difetto di comunicazione, hanno fatto sì che l'iter nelle Commissioni riunite 2a e 10a fosse il più veloce possibile.
Devo anche dire che uno dei punti di forza di questo disegno di legge, che ieri è stato appena toccato, è l'articolo 1, comma 1, punto 1, in cui viene messa in evidenza la posizione di coloro che non sono vittime del bullismo, ma sono loro stessi bulli, per sottolineare l'importanza della prevenzione, ma, ancora prima, dell'educazione e della formazione, affinché i fenomeni di bullismo non si verifichino. Penso che sia uno dei punti determinanti e molto forti di questo disegno di legge, insieme ad altri.
Sulla questione relativa alle critiche per un emendamento presentato dal senatore Marti in Commissione ha espresso benissimo la posizione la senatrice Bucalo ieri durante il suo intervento, a cui mi riferisco in toto.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo non intende intervenire in sede di replica.
Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli, nel testo proposto dalle Commissioni riunite.
Procediamo all'esame dell'articolo 1, sul quale sono stati presentati emendamenti, che invito i presentatori ad illustrare.
MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, vorrei sottolineare con forza l'emendamento 1.102, con il quale sostanzialmente chiediamo di ripristinare quanto è stato cancellato sulla questione relativa alla figura pedagogica, perché riteniamo importante che, proprio nella fase in cui i giovani si ritrovano a scuola, vi sia questa figura, che è stata cancellata. Vorrei sottolineare che noi dell'Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo sostenuto e voluto con forza questa proposta di legge e non capiamo perché si sia cancellata una cosa tra le più importanti. Molto spesso i giovani non si aprono, si chiudono in se stessi, non parlano con i genitori, non parlano con le persone adulte e hanno bisogno di essere supportati da una figura importante come quella pedagogica ed educativa. Chiediamo pertanto di ripristinarla e vedo che anche altri Gruppi hanno proposto la stessa cosa; chiediamo di votare a favore del ripristino della figura pedagogica in questa legge, che è il fatto fondamentale di intervento. Per questa ragione riteniamo fondamentale questo elemento e chiediamo un voto favorevole in questa direzione. Vorrei sapere dal relatore qual è il suo giudizio e perché si dice di no a una figura che può intervenire a ridurre fortemente i danni che, se non capiti in tempo, si possono provocare nelle giovani generazioni. È davvero una cosa incomprensibile aver cancellato questo punto dalla legge approvata all'unanimità alla Camera.
LOPREIATO (M5S). Signora Presidente, mi ricollego a quanto testé detto dal senatore Magni, perché in pratica abbiamo avuto un andamento anomalo in Commissione. Questo disegno di legge è il risultato di un lavoro trasversale svolto alla Camera, dove c'è stata un'ampia discussione, in particolare sulla figura professionale dell'educatore socio-pedagogico. Era stato presentato dal MoVimento 5 Stelle un emendamento che introduceva questa figura professionale, talmente apprezzata che anche il relatore di Fratelli d'Italia ha ritenuto di sottoscrivere questo emendamento, al quale si è aggiunto il correlatore della Lega, che ha sottoscritto anch'egli l'emendamento, alla luce del fatto che era stato presentato un disegno di legge relativo agli educatori socio-pedagogici, che ora è all'esame della 7a Commissione del Senato. Faccio riferimento all'Atto Senato n. 788, proprio a sottolineare l'importanza di questa figura.
Orbene, questo disegno di legge ha seguito l'iter normale alla Camera, con il vaglio anche della Commissione bilancio della Camera, ed è arrivato qui in Senato, dove c'è stata una relazione tecnica di passaggio. Tale relazione ha evidenziato delle criticità, però non relative a questo emendamento e a questa figura professionale, le quali comunque sono state superate. Questo disegno di legge è arrivato pulito (così possiamo dire) al Senato ed è stato invece sorprendentemente votato, in seno alla Commissione, un emendamento soppressivo presentato dal senatore Marti, con il quale si veniva quindi ad eliminare questa figura professionale, della quale la stessa maggioranza aveva sottolineato l'importanza alla Camera. Perfetto.
Quindi chiudiamo la discussione in Commissione e il provvedimento arriva in Aula. Chiaramente cosa succede? Quando arriva in Aula la Commissione bilancio si esprime e il relatore non dice niente. All'improvviso il Governo, contraddicendosi in Commissione con quanto aveva invece riferito alla Camera, esprime una contrarietà secca ex articolo 81 all'emendamento in questione. Io vorrei capire rispetto ad un iter lineare, con criticità non evidenziate: perché al Senato c'è stato un totale cambiamento di rotta? Sottolineo nuovamente l'importanza di questa figura professionale, che invito a tenere in considerazione per questo disegno di legge, accogliendo quindi il nostro emendamento sul punto. (Applausi).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.
Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.
BERRINO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
DELMASTRO DELLE VEDOVE, sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Colleghi, in attesa che decorra il termine di venti minuti dal preavviso di cui all'articolo 119, comma 1, del Regolamento, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10,20, è ripresa alle ore 10,26).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.100, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.101, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.102, presentato dalla senatrice Cucchi e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.103, presentato dai senatori Lopreiato e Mazzella, e 1.104, presentato dal senatore Bazoli e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.105, presentato dalla senatrice Cucchi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.4, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.5, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
BERRINO, relatore. Signora Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
DELMASTRO DELLE VEDOVE, sottosegretario di Stato per la giustizia. Signora Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 2.100, presentato dai senatori Lopreiato e Mazzella, fino alla parola «genitori».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 2.101.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.1, presentato dal senatore Scalfarotto.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.2, presentato dal senatore Scalfarotto, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 3, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
BERRINO, relatore. Signora Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
DELMASTRO DELLE VEDOVE, sottosegretario di Stato per la giustizia. Signora Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.1, presentato dai senatori Sbrollini e Scalfarotto, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 5, sul quale è stato presentato un emendamento che si intende illustrato e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
BERRINO, relatore. Signora Presidente, esprimo parere contrario.
DELMASTRO DELLE VEDOVE, sottosegretario di Stato per la giustizia. Signora Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.1, presentato dalla senatrice Versace e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti del Liceo economico sociale «Don Quirico Punzi» di Cisternino, in provincia di Brindisi, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 866 (ore 10,34)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
VERSACE (Misto-Az-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VERSACE (Misto-Az-RE). Signora Presidente, onorevoli colleghi, oggi in quest'Aula siamo chiamati a votare un provvedimento molto atteso, che tratta un tema, a mio avviso, molto sottovalutato. Sono felice che oggi assistano alla seduta proprio degli studenti perché il tema riguarda soprattutto loro.
I dati più recenti portano alla luce numerosi casi di drammatico aumento tanto del bullismo quanto del cyberbullismo. Ciò ci costringe oggi a prendere atto di quanto sia marcato e pericolosamente in aumento un disagio sociale ormai evidente: rabbia e frustrazione si trasformano in vera e ingiustificata violenza. I casi di cronaca, come già altre volte ricordato in quest'Aula, ci raccontano di ragazzi che si accoltellano tra loro, che aggrediscono e feriscono docenti e personale scolastico. Non si tratta più di fastidiosi scherzi tra ragazzi.
Io non posso non ricordare che ai tempi in cui andavo a scuola io stessa dovetti fare i conti con i bulletti del liceo. A quei tempi però i ragazzi per dispetto rubavano lo zaino... (Brusio).
PRESIDENTE. Vi chiedo gentilmente se avete da parlare, di farlo fuori, considerato l'argomento. Facciamo così, senatrice, cominci a parlare quando c'è silenzio in Aula. (Applausi).
VERSACE (Misto-Az-RE). Signora Presidente, grazie. Il tema sembra marginale, ma marginale non è. Non si tratta più di fastidiosi scherzi tra ragazzi. Voglio ricordare - lo devo anche a me stessa - che ai tempi in cui andavo a scuola, anch'io dovetti fare i conti con i bulletti del liceo. A quei tempi però si trattava di dispetti di compagni di scuola che rubavano lo zaino, strappavano i giubbotti, bucavano le ruote del motorino, deridevano qualche compagno che portava gli occhiali o spesso prendevano di mira i ragazzi con disabilità, che erano le prede più ambite. Altre volte ti deridevano non solo per giorni o per mesi, addirittura anche per anni, se ti presentavi a scuola con la scarpa sbagliata o con i vestiti non alla moda. Non si contano nemmeno i pettegolezzi poi che venivano diffusi in merito alle scritte improprie nei bagni delle scuole.
Voglio ricordare, soprattutto perché ci sono degli studenti presenti, che, come sempre, i bulli diventano tali quando attorno c'è un gruppo di ragazzi che li legittima. Scherzi innocenti? No, neanche così innocenti perché influiscono sulla crescita e sull'autostima proprio durante l'adolescenza che, come sappiamo, è il periodo in cui si tende ad amplificare tutto.
Oggi è tutto diverso. È tutto difficile da gestire per le famiglie, per i docenti e per il personale scolastico. Oggi, purtroppo, siamo davanti a fenomeni di vera violenza, che spesso sfociano anche in lesioni. Ci sono ragazzi che, per una stupida lite sui social, si accoltellano e purtroppo alcuni di questi casi portano addirittura anche alla morte.
Non posso non ricordare in questa sede come è nata la legge sul cyberbullismo del 2017. Ricorderete tutti che tale legge è nata dopo lo shock generale davanti al drammatico suicidio della quattordicenne Carolina Picchio di Novara che scelse tristemente di togliersi la vita gettandosi dalla finestra della sua cameretta. Una ragazza che non ha retto la vergogna e l'umiliazione di un video registrato a sua insaputa, diffuso prima nelle chat e poi sulla rete.
Troppo pesante per lei leggere migliaia di commenti e insulti e la fragilità dell'adolescente ha preso il sopravvento. Lei aveva solo quattordici anni e un'intera vita davanti.
Qualcuno ancora oggi, nonostante questi precedenti, ha il coraggio di chiamarle "ragazzate". Voglio ricordare che anche il tribunale per i minorenni di Torino, a seguito di una lettera di denuncia, scritta proprio da Carolina, poté celebrare di fatto il primo processo per cyberbullismo in Italia e stabilì che le condotte, anche virtuali, che hanno portato Carolina a togliersi la vita non possono essere derubricate a semplici ragazzate. È giusto anche ricordare e onorare la sua memoria, un'eredità preziosa per le nuove generazioni. (Applausi).
Oggi, con il provvedimento che ci apprestiamo a votare, in qualche modo colmiamo un vuoto, rafforzando la normativa. Finalmente viene stabilita, in modo chiaro e inequivocabile, anche la fattispecie di bullismo. Si rivedono i compiti del tribunale per i minorenni, prevedendo incisivi interventi di carattere preventivo, tenendo conto in particolare della valorizzazione di percorsi educativi e rieducativi personalizzati, rivolti ai minori violenti, ma anche a sostegno di chi è vittima, guardando al contesto familiare e coinvolgendo sempre di più le famiglie, ampliando quindi il patto educativo di corresponsabilità.
Mi sento di dire che forse abbiamo perso l'opportunità di allargare questo patto anche al terzo settore, che svolge sempre di più un ruolo importante sul piano educativo. Penso, ad esempio, al mondo dello sport. Da atleta paralimpica, prima ancora che da parlamentare, a me è capitato di incontrare spesso degli studenti e dei ragazzi con disabilità che sono riusciti a superare lo stato persistente di sottomissione e di bullismo anche grazie allo sport, trovando nuovi stimoli e ritrovando anche la propria autostima. Per questo motivo sono sempre stata convinta che dovremmo aiutare il mondo della scuola a usare il prezioso contributo offerto dal mondo sportivo, per i suoi valori educativi, soprattutto volti al rispetto per le regole e per gli altri.
Infine, parliamo di rispetto. Si istituisce in questo provvedimento anche la Giornata del rispetto e di questo - permettetemi di dire - ci sarebbe davvero un disperato bisogno anche tra gli adulti. (Applausi). Questa Giornata, individuata nel 20 gennaio, è anche nel ricordo di Willy Monteiro Duarte, un ventunenne italiano di origini capoverdiane brutalmente ucciso a calci e pugni dopo essere intervenuto coraggiosamente in difesa di un suo amico e compagno di scuola, aggredito poco prima; un'altra vita spenta, un altro giovane ragazzo divenuto suo malgrado esempio di educazione e di altruismo.
In sintesi, siamo tutti chiamati a un'azione politica, culturale e sociale, volta al rispetto, all'educazione e soprattutto all'inclusione.
Mi avvio alla conclusione, Presidente, ricordando che, per quanto ci riguarda, con uno scopo costruttivo - come è nostro solito fare - abbiamo provato anche a dare un contributo proponendo emendamenti di buon senso, che purtroppo sono stati respinti. Ne voglio citare solo qualcuno. Ad esempio, il testo lascia la facoltà alle Regioni di adottare il servizio di supporto psicologico agli studenti; noi avevamo chiesto di eliminare questa discrezionalità, prevedendo invece un obbligo giuridico e, quindi, degli interventi automatici e doverosi, non lasciati alle singole sensibilità. Avevamo chiesto di modificare il testo rivolgendoci anche a studenti maggiorenni; dobbiamo ricordare infatti che negli ultimi anni di liceo spesso ci troviamo davanti a ragazzi che hanno già compiuto i diciotto anni. Avevamo proposto di valorizzare le funzioni dei dirigenti scolastici, consentendo loro, laddove lo ritenessero opportuno, di intervenire nei casi più gravi fuori dall'orario scolastico. Infine, avevamo chiesto di disciplinare finalmente, con regole certe e soprattutto uniformi, anche l'uso del cellulare all'interno degli istituti scolastici.
Signora Presidente, concludo dicendo che tuttavia, nonostante siano state respinte e ignorate le nostre proposte, sono contenta del fatto che il Governo abbia dimostrato una disponibilità accogliendo un ordine del giorno con cui si chiede di attenzionare una nostra proposta di legge che va in questa direzione, un disegno di legge che chiede di verificare i dati anagrafici dei ragazzi che si iscrivono alle piattaforme social.
Nonostante questo, comunque reputiamo l'impianto di questo disegno di legge un importante passo in avanti. Pertanto confermo il voto favorevole del mio Gruppo. (Applausi).
SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signora Presidente, già nel dibattito ieri e nell'intervento che mi ha preceduto è stato detto quello che deve essere evidenziato rispetto al provvedimento in esame. Vorrei soltanto ricordare che, proprio in questi giorni, il Vaticano ha emesso un francobollo di commemorazione del sogno di Don Bosco.
San Giovanni Bosco è stato uno dei più grandi educatori della storia dell'umanità, come sappiamo: a nove anni fece un sogno, che viene ricordato nel bicentenario, in cui vide Gesù Cristo che gli diceva testualmente che non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità avrebbe dovuto far stare bene e crescere i giovani. Tradotto nel linguaggio moderno, vuol dire che non con divieti, ma con stimoli positivi si deve fare in modo che le giovani generazioni crescano in maniera equilibrata e sappiano rapportarsi reciprocamente.
Questo provvedimento, sul quale il mio Gruppo sicuramente voterà a favore, è allora soltanto un primo passo, perché dobbiamo essere consapevoli che c'è tanta strada da fare oltre a questa legge. Bisogna adattare una serie di comportamenti del nostro vivere quotidiano per far sì che agli infanti, ai bambini e ai giovani vengano dati stimoli positivi e giuste indicazioni e venga insegnato a stare insieme.
Abbiamo bisogno di una società in cui le persone sappiano stare insieme, mentre oggi, anche a causa di una serie di dispositivi e tecnologie di cui è invalso l'uso, influenzando le nostre modalità di vita, è difficile che i giovani si abituino a stare insieme: stanno molto più volentieri isolati, con il cellulare davanti.
Qui si tratta allora di dare proprio una sterzata e di cambiare la direzione in cui si evolve la nostra comunità. Questo è un primo passo a cui - come ho detto - voteremo a favore, ma mi aspetto dal Governo e da questo Senato che ce ne siano di ulteriori in futuro. (Applausi).
SBROLLINI (IV-C-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SBROLLINI (IV-C-RE). Signora Presidente, membri del Governo, colleghe e colleghi, prima di tutto mi fa piacere avere qui presenti studenti e docenti di un liceo proprio per il tema che stiamo trattando, perché salutiamo in maniera favorevole il fatto di trovarci oggi di fronte a un disegno di legge di iniziativa parlamentare e non all'ennesimo decreto-legge governativo di stampo punitivo o all'ingresso del solito reato, come accaduto in altre occasioni (vedasi il decreto-legge cosiddetto Caivano).
Noi siamo favorevoli a questo provvedimento - lo dico subito - come Italia Viva-Il Centro-Renew Europe, non solo proprio perché è di iniziativa parlamentare, ma anche perché mi auguro che si possa arrivare a votarlo all'unanimità per il tema che stiamo trattando, anche se ci sono certamente aspetti di criticità, che sono stati evidenziati ieri dalla mia collega di partito, senatrice Musolino.
Ad esempio, ve ne sono rispetto all'accoglimento dei nostri emendamenti, che andavano nella direzione di implementare, per esempio, il tema dell'identità digitale o della possibilità di allargare l'offerta formativa anche agli istituti penali. Parliamo tanto del tema delle carceri minorili, e questo avrebbe sicuramente potuto essere un tema importante da inserire. È chiaro quindi che ci aspettavamo almeno l'accoglimento di questi due emendamenti, che andavano nella direzione di rafforzare il provvedimento.
In ogni caso siamo favorevoli, perché alla base del disegno di legge in esame c'è prima di tutto la riscrittura di un patto educativo e di un'alleanza educativa che consideriamo assolutamente importanti e fondamentali nella politica della prevenzione e del contrasto al bullismo e al cyberbullismo, affinché mettano assieme la famiglia e la scuola, che sono i pilastri del welfare e della società.
Permettetemi di dire, colleghi e colleghi, che su questo abbiamo bisogno di un'ulteriore riflessione anche nelle Commissioni competenti, che ringrazio, come pure il relatore. Abbiamo bisogno di questo perché è necessario fare il punto sul concetto di recupero di comunità. Oggi è una comunità sempre più fragile, divisa, dove il tema dell'odio e della violenza inizia dal linguaggio. Permettetemi di dire che anche noi dovremmo dare il buon esempio in quest'Aula parlamentare. Il linguaggio è fondamentale, soprattutto nel rapporto tra adulti e ragazzi.
I numeri sono davvero allarmanti: gli ultimi dati che abbiamo di Save the Children, ma anche del Ministero dell'istruzione, ci dicono che ogni giorno sette ragazzi su dieci sono vittime di bullismo o di una forma di violenza e di odio su Internet e sui social. Ci vuole la massima attenzione e ciò significa che non basta una buona legge, se non creiamo le condizioni anche nelle singole comunità e nei territori per fare davvero il nuovo patto educativo.
Era necessario anche qui introdurre il rapporto con il terzo settore, che è una gamba fondamentale all'interno della riforma del welfare, a cui noi crediamo in maniera convinta. C'è il tema della formazione e del reinserimento, perché molto spesso anche chi è bullo è stato a sua volta vittima di insulti, di violenza e di odio. Noi ci dobbiamo occupare, nelle politiche della prevenzione, di un prima, di un durante e di un dopo, perché noi crediamo nel recupero e nel reinserimento anche di quei ragazzi che hanno sbagliato. Quindi, bene, per esempio, forme di aiuto e di sostegno nel recupero, come il volontariato sociale, che è fondamentale.
Lo dico con grande orgoglio, come Gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: noi abbiamo presentato dei disegni di legge che sono stati anche accolti dal Ministero dello sport e dal Ministero della salute che vanno in questa direzione. Lo sport è fondamentale come strumento, come farmaco naturale per aiutare a costruire luoghi di aggregazione e relazione per tenere i nostri ragazzi, soprattutto quelli sotto i quattordici anni, lontani dagli strumenti informatici e dai social. Crediamo che lo sport sia un farmaco naturale che debba essere introdotto all'interno di questo sistema di relazione e di socialità che noi vogliamo dare anche con questo disegno di legge. Così come tutte le forme creative, la musica, l'arte, la cultura, la bellezza del nostro patrimonio, che sono il nostro DNA nazionale, possono aiutare a creare un nuovo sistema relazionale e - permettetemi di dire - anche a ritrovare una parola magica, fondamentale per i nostri giovani: l'empatia. L'obiettivo è costruire empatia.
Quindi, bene la Giornata del rispetto il 20 gennaio, bene tutte le forme che possiamo utilizzare nei luoghi come la scuola. E mi permetto di fare un plauso ai nostri docenti che ogni giorno sono degli eroi (Applausi) che non dobbiamo lasciare da soli, perché si occupano dell'educazione dei nostri figli. E non serve più creare - purtroppo è quello che stiamo vedendo - conflittualità fra genitori e docenti; un tempo non era così, c'era un'alleanza molto forte. Noi dobbiamo ricostruire anche questo rapporto. Bene quindi che ci sia anche un referente scolastico in ogni scuola, che possa lanciare subito dei segnali di allarme, aiutare subito le famiglie a capire se c'è un disagio. Per esempio, uno dei primi disturbi che noi non dobbiamo considerare secondario è quello alimentare, su cui Italia Viva in prima linea ha promosso anche una petizione nazionale (Applausi). Vi è il tema dell'anoressia e della bulimia.
Poi, guardate: tutto ciò che serve a contrastare le dipendenze noi lo dobbiamo mettere in atto nella politica della prevenzione. Serve investire in strutture, in servizi di aiuto, come lo sportello dello psicologo, perché i nostri bambini, i nostri ragazzi, i nostri adolescenti vanno ascoltati. Bisogna ricostruire un nuovo patto generazionale. Spesso i nostri ragazzi sono da soli anche perché le famiglie, molto più di qualche anno fa, sono monogenitoriali e, quindi, magari sono più soli o passano troppo tempo da soli. Abbiamo visto cosa è successo con i due anni del Covid, quando sono state chiuse le scuole; un problema enorme per due anni. Noi di Italia Viva avevamo detto che l'unico luogo che non andava chiuso durante il Covid era la scuola, perché la scuola ha sempre creato relazioni, momenti di sostegno e di aiuto ai nostri ragazzi.
Bene, mi avvio verso la conclusione. Signora Presidente, lo dico al Governo e a tutte le colleghe e i colleghi: spero che possa andare avanti un altro disegno di legge che noi abbiamo messo a disposizione del Senato, del Parlamento e del Governo e che mi vede prima firmataria, quello di reintrodurre il medico scolastico all'interno delle scuole. È un altro presidio di sicurezza e di prevenzione, per capire se ci sono dei segnali di allarme, in un'alleanza con il pediatra, con lo psicologo e con tutta una serie di figure di sostegno e di aiuto alle famiglie e alla scuola. Per tutti questi motivi chiaramente il nostro voto sarà favorevole.
Finisco, signora Presidente, in trenta secondi con un appello, rivolgendomi in modo particolare al Governo. Ci sono - secondo me - degli strumenti a costo zero che possiamo mettere a disposizione delle scuole e delle famiglie. Abbiamo per fortuna tanti testimonial positivi, a partire dallo sport. Guardate la bellezza e i valori educativi, i valori sociali ed emozionali che sta creando il tennis in questi giorni, con una figura straordinaria, positiva e bella come quella di Sinner. Avere figure come un giovane di ventidue anni che va nelle scuole e parla nei luoghi di socialità. Ma ne abbiamo anche altri: pensiamo per esempio ad alcuni cantanti che si sono esibiti al Festival di Sanremo e hanno parlato degli importanti problemi legati al bullismo e al cyberbullismo. Ecco, anche la TV pubblica - è un appello che rivolgo ai media - potrebbe in questo caso aiutare moltissimo. Se ci sono dei testimonial positivi, mettiamoli nelle condizioni di poter parlare nella TV pubblica, di andare nelle scuole e di valorizzare il tanto di positivo che c'è nella nostra società. Altrimenti il messaggio negativo che sta passando è che abbiamo perso una generazione o che tutti i ragazzi giovani sono negativi. Non è così, perché abbiamo tantissimo da imparare dai ragazzi, ma serve un nuovo patto generazionale.
Per tutti questi motivi, Italia Viva - Il Centro - Renew Europe voterà a favore di questo provvedimento. (Applausi).
GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Grazie Presidente, colleghi, membri del Governo, è complicato per me parlare del bullismo e del cyberbullismo, che fa parte - ohimè - della mia vita, più che politica professionale, di neuropsichiatra.
Tanti sono i motivi - lo diceva la collega che mi ha preceduto - che ci fanno accendere l'interesse su questo argomento. Però evitiamo - non lo dico a lei, Sbrollini, che sento sempre volentierissimo, ma lo dico a me - di creare gabbie generazionali. Non ci sono solo i bambini e gli adolescenti vittime e protagonisti delle violenze mediatiche.
Abbiamo soprattutto un'altra fascia, quella degli anziani, i quali spesso sono soli e hanno come unico strumento di comunicazione, per le ridotte capacità motorie e relazionali, il cellulare e il video schermo. Sono, perciò, soggetti a tante traumatiche realtà bullistiche. Anche a loro dobbiamo pensare.
Soprattutto, però, dobbiamo pensare che non esistono gabbie generazionali. Diciamoci la verità: gli adolescenti sembrano più vulnerabili e spesso lo sono. Pensavo a quando ero adolescente io, a quanti bullismi avrei subito. Per fortuna - lasciatemelo dire - allora il cellulare non c'era, i social media non esistevano e quindi le poche aggressioni contro di me, connotate da un pizzico di razzismo, si potevano contare su una mano: ma forse nemmeno su una mano, perché ero anche un po' piacione e, quindi, i bulli cercavano di tenersi lontani.
Certo, dobbiamo reintrodurre vecchi strumenti per vivere la realtà: il marciapiede, i giochi di gruppo, l'oratorio, il centro anziani. Sono tutte realtà che stiamo dimenticando, a causa della pericolosità del territorio che dobbiamo difendere, e Caivano insegna. Allo stesso modo, però, dobbiamo difendere i luoghi di socializzazione per anziani, che spesso viviamo come realtà residuali, ma non è così. Una bella partita a briscola insieme ai coetanei, magari anche a dei giovani e delle giovani, per esempio con la collaborazione del terzo settore, può essere un grande deterrente contro la solitudine, solitudine che genera sempre mostri e tra questi il bullismo.
Io credo che sia complessa la lotta a queste violenze, che segnano l'anima delle persone. C'è persino chi rinuncia alla vita, perché disperati della realtà di cui sono protagonisti. Non importa se protagonisti veri o finti, perché nella virtualità dei social media è tutto vero, anche le finzioni peggiori. E questo, forse, è il danno più grave che i social media arrecano.
È la solitudine che genera mostri, la solitudine dei bambini, degli adolescenti, degli anziani. Come possiamo fare a creare un deterrente? Io credo che vi siano tentativi in atto. Guardiamo all'Inghilterra, che ha vietato di tenere il cellulare acceso nelle scuole. Possiamo pensare a multe per chi decide, per i grandi decisori. È adesso in corso un mega processo per chi gestisce, spesso anche un po' irresponsabilmente, i grandi social.
Ma non è solo questo: magari fosse solo questo. Posso fare un esempio un po' banale? Il coltello serve per affettare meravigliosi salami emiliani, ma serve anche per uccidere. Che facciamo? Eliminiamo i coltelli? No, cerchiamo di evitare le circostanze per cui un coltello è causa non di delizia, ma di delitto: con l'educazione, con il controllo, con la deterrenza data dalla mancanza di solitudine.
Presidenza del vice presidente CASTELLONE (ore 11,08)
(Segue GUIDI). Colleghe e colleghi, diciamoci la verità. Quando penso alla verità mi preoccupo, perché spesso la cosiddetta verità ha creato mostri, delitti e la giustificazione dei gulag o delle camere che asfissiano le persone, perché un po' diverse per una verità che non esiste. Cerchiamo una realtà compatibile con la ragione. Il vero protagonista di questi "crimini di pace", una definizione molto legata al mio 1968, di età ma anche in parte di appartenenza, è il popolo dei silenziosi, il popolo di chi non reagisce, il popolo di chi è complice, nel proprio silenzio, di questi crimini di pace. Diciamoci la verità: la persona che violenta una persona fragile lo fa perché, accanto alla sua proposta indegna di comunicazione mediatica, cento, mille, centomila o un milione di altre persone accendono la loro attenzione e danno forza a chi delinque senza dare nulla di positivo, senza dire "hai sbagliato"; anzi, con il silenzio partecipante diventano i complici peggiori.
Certo, signor Presidente, dobbiamo dire sì, anche con serenità, ma con gioia no, perché quando c'è un delitto non siamo mai gioiosi; ci sentiamo sempre un po' complici, con i nostri silenzi, con la voglia di fare perché non riusciamo a fare. Ma anche in quest'Aula: io, con il problema di dove mi devo mettere con il mio scooter, qualche volta credo di bullizzare occupando spazi impropri; anzi, sarà un argomento che riproporrò. Credo che sia il silenzio che uccide.
Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, mi avvio a concludere. Cerchiamo di colmare senza violenza gli spazi delle persone fragili, a qualunque età appartengano. Soprattutto, dobbiamo agire in maniera dolce, ma fortemente educativa, perché si rompa il clima del silenzio, la complicità deleteria che viviamo in questi giorni. Non è periodo di progressi, non è periodo di colpevolizzazione; è il periodo del coinvolgimento attivo. Questo propone la legge e non può non vederci complici positivamente di dare un voto positivo.
Un ultimo punto: si parla del tribunale dei minori e di maggiore attenzione alla voce dei bambini. Lancio un appello: costruiamo un percorso per istituire il tribunale delle famiglie (Applausi), dove davvero si dia spazio a tutte le voci di questa complessa realtà che rimane, però, unico punto di riferimento concreto della nostra realtà. Grazie e viva la vita. (Applausi).
MAGNI (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAGNI (Misto-AVS). Signora Presidente, onorevoli colleghi, il cosiddetto cyberbullismo è un fenomeno che si è sviluppato tra preadolescenti e adolescenti in seguito alla diffusione dei mezzi di comunicazione online. La facilità di accesso a personal computer, smartphone e tablet consente con tutta facilità a chiunque di commettere atti di violenza fisica o psicologica, anche in anonimato, mediante social network, e di offendere la vittima mediante la diffusione materiale denigratorio come foto, testi, immagini, o con la creazione di gruppi; si tratta, insomma, di un modo per aggredire gli altri. In questo caso, siamo di fronte a un uso improprio della rete, realizzato fuori dal controllo degli adulti. I ragazzi si scambiano contenuti violenti, denigratori, discriminatori, rivolti a coetanei diversi per aspetto fisico, abbigliamento, orientamento sessuale, classe sociale o l'essere stranieri.
Il bullismo è associato a problemi di salute nel periodo adolescenziale: disturbi di ansia, dell'umore, autolesionismo, disturbi da deficit di attenzione, ma sono anche associati a un maggior rischio di soffrire di disturbi correlati all'abuso di alcol o di sostanze psicoattive.
La cronaca ci dà conto, quotidianamente, della pervasività del fenomeno e della sua pericolosità. Dietro ogni atto di violenza - il bullismo è violenza - ci sono ragazze e ragazzi che soffrono. Gli studi riferiscono che all'interno delle famiglie con il crescere dell'età diminuisce la facilità di avere un rapporto coi ragazzi, che difficilmente si aprono con i propri genitori. Così è usuale che la vittima del bullismo e del cyberbullismo abbia difficoltà a parlarne in famiglia, a raccontare ciò che vive. Tant'è che esiste un'enormità di casi sommersi e si ha più difficoltà a contrastare il fenomeno.
Proprio in ragione delle difficoltà dei ragazzi a confidarsi con i propri genitori, è importante intervenire nel contesto scolastico, che rappresenta l'ambiente naturale, il luogo in cui si svolge la maggior parte della vita sociale degli adolescenti. A questo proposito occorre tener presente che numerosi studi indicano anche un'associazione fra l'essere stato vittima di bullismo e l'abbandono scolastico. Ovviamente i testimoni (genitori, insegnanti, amici) sono figure che hanno un ruolo potenzialmente decisivo per intercettare, sostenere e interrompere un'azione fisicamente e psicologicamente dolorosa. Per tale ragione è necessario realizzare azioni di prevenzione e di intervento precoce, utilizzando la scuola come contenitore privilegiato di tale azione. È dimostrato, infatti, che i trattamenti più efficaci per le condotte antisociali riguardano lo sviluppo di competenze emotive e relazionali attraverso attività scolastiche che iniziano precocemente, fin dall'età infantile e preadolescenziale. Ciò consente di prevenire fenomeni di discriminazione, marginalità sociale e persecuzione in ambito scolastico, che possono dar luogo a forme di aggressività e incidere irrimediabilmente sulla personalità e sulla salute mentale delle vittime.
Fatta questa premessa, dico subito che speravamo di arrivare oggi ad approvare in via definitiva il provvedimento in esame, che noi dell'Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo voluto e sostenuto, tant'è che desidero ringraziare in questa sede - non è cosa che faccio facilmente - il collega del mio Gruppo alla Camera Devis Dori che, con perseveranza e determinazione, è il primo firmatario di questo disegno di legge e con grande caparbietà è andato avanti in questa direzione.
Spiace, invece, constatare che in Senato si è preferito fare uno sgambetto a un provvedimento che sarebbe potuto intervenire subito su un problema che riguarda tantissime persone, per lo più giovanissimi e giovanissime. Soprattutto spiace che siano stati approvati in Commissione emendamenti che ne hanno depotenziato la portata innovativa. L'azione di prevenzione e contrasto ai fenomeni di cyberbullismo deve infatti essere prioritariamente di natura educativa e pedagogica.
L'emendamento 1.3, a firma del senatore Marti, approvato in Commissione sopprime invece all'articolo 4-bis il servizio di sostegno psicologico agli studenti e il servizio di coordinamento pedagogico, amputando così in maniera incomprensibile l'intento originario del disegno di legge basato non sulle azioni repressive, ma sulla prevenzione. Intervenire per prevenire i fenomeni: questo è il dato fondamentale.
Come hanno già detto i colleghi intervenuti prima di me, la scuola svolge un ruolo importante. Se i ragazzi hanno difficoltà ad aprirsi con i propri genitori e i propri familiari, è necessario avere una figura che non può che essere psicologica e pedagogica dentro la scuola. Privare quindi la scuola della presenza della figura del pedagogista e di un servizio di coordinamento pedagogico significa rinunciare a educare e, quindi, continuare a pensare a una questione repressiva e securitaria.
Le nostre critiche sono motivate da tali ragioni. Ad ogni modo il giudizio sul testo di legge che abbiamo dato è positivo e speriamo che giunga velocemente all'approvazione. Pensiamo che questo disegno di legge sia un primo passo ed è per questa ragione che il Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra esprimerà un voto favorevole.
RONZULLI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RONZULLI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, il disegno di legge che oggi ci apprestiamo a votare rappresenta un passo cruciale nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo. Oggi diamo un segnale di unità del Parlamento, un segnale che rappresenta il miglior messaggio per dimostrare quanto le istituzioni siano attente e decise a fornire gli strumenti più efficaci per combattere e sconfiggere un fenomeno drammatico e sempre più dilagante.
Parliamo di un flagello che minaccia quotidianamente l'integrità, il benessere emotivo e, troppo spesso, anche la vita stessa dei nostri giovani. Questi fenomeni sono veri e propri attacchi alla dignità individuale, lasciano cicatrici e, a volte, danni irreparabili nella mente, nel cuore e nell'anima dei bambini e degli adolescenti.
Parliamo di una piaga sociale, di un virus subdolo che continua a mietere vittime, soprattutto fra i più giovani. Il bullismo - come sappiamo - è sempre esistito. Quelli della mia età se lo ricordano già descritto nel libro «Cuore». Chi non ricorda Franti, il bulletto senza rispetto per niente e per nessuno?
Quando però non esisteva la rete, quella vessazione continua, quell'umiliazione, quella sensazione di pericolo cessava appena si cambiava ambiente, tra le braccia dei familiari, protetti dalle mura domestiche. Oggi non è più così: viviamo in un'epoca dove una parola o un'immagine possono diventare armi micidiali perché veicolate proprio con la rete. Crollano le barriere di protezione. Basta accendere il telefonino ed essere connessi per non trovare più pace da nessuna parte. Le vittime vengono raggiunte in ogni singolo momento della loro giornata e in ogni angolo, in ogni rifugio, anche quello della propria casa.
Il provvedimento di oggi rappresenta anche una bussola necessaria per navigare nelle acque agitate di una società digitale, in cui il cyberbullismo si manifesta con una virulenza e una pervasività senza precedenti.
Con questa legge interveniamo e lo facciamo in continuità con il lavoro svolto nella scorsa legislatura dalla Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, che ho avuto l'onore di presiedere. Ricordo il dossier che riassume il lavoro svolto dalla Commissione, che richiama le 3 P: prevenzione, protezione e punizione. Sappiamo che questi fenomeni si combattono con la forza gentile, più sottile ed efficace della prevenzione, con l'educazione e la cultura dei valori e del supporto. La punizione interviene infatti quando c'è già una vittima, c'è già sofferenza e quando magari è già troppo tardi.
La famiglia deve tornare ad avere un ruolo primario, quale primaria agenzia educativa e non solo per l'articolo 30 della Costituzione, che riconosce il diritto e dovere di ciascun genitore di mantenere, istruire ed educare i figli, ma perché è tra le mura domestiche che si cominciano a formare i nostri figli, che magari si cominciano a intravedere segnali di disagio o comportamenti aggressivi. La famiglia deve essere il primo e il più influente contesto educativo nel quale vengono trasmessi valori come il rispetto, l'empatia, la responsabilità e l'esempio personale.
Bisogna incoraggiare una comunicazione aperta, onesta e vitale, così come è vitale parlare regolarmente di ciò che accade a scuola e online, perché aiuta i genitori a rilevare eventuali segni. Altrettanto importante è monitorare l'uso dei dispositivi digitali, essere consapevoli dei siti che frequentano, delle app che utilizzano, degli amici con cui interagiscono. Insegnare ai bambini come navigare in sicurezza, compresa la gestione della privacy, il riconoscimento delle potenziali truffe e le strategie per affrontare il cyberbullismo, è fondamentale.
Ma in troppi casi si verifica una dolorosa verità: genitori che, di fronte ai segnali allarmanti dei comportamenti dei propri figli, scelgono di non vedere, di non accettare o di minimizzare la gravità delle azioni del proprio bambino. «Non può essere mio figlio», «dai, è solo un gioco tra ragazzi»: sono frasi che abbiamo sentito spesso, espressioni di un rifiuto che contribuisce alla perpetuazione del ciclo di sofferenza. Questo atteggiamento di negazione non solo impedisce un intervento precoce, ma contribuisce anche a un senso di impunità, che alimenta la ripetizione nei confronti degli altri, delle vittime. Minimizzare il problema da parte dei genitori trasmette un altro messaggio pericoloso: che le azioni commesse non hanno conseguenze serie e che non è necessario rispettare l'altro.
Il nostro disegno di legge si propone di intervenire anche su questo fronte, proponendo campagne di sensibilizzazione rivolte esplicitamente ai genitori, affinché possano riconoscere i segni di un comportamento problematico. Verranno forniti gli strumenti pratici su come agire in queste situazioni, incentivando un approccio costruttivo, che vede i genitori non come giudici severi ma come guide responsabili nel processo di crescita dei loro figli.
Subito dopo la famiglia tocca ad un altro presidio fondamentale, la scuola, le scuole; è al loro interno che si verificano più frequentemente gli atti di bullismo. Il loro ruolo è strategico per fronteggiare questa piaga, perché hanno gli strumenti per l'emersione, il monitoraggio, la segnalazione. La scuola deve essere un luogo di ascolto attivo, pronto a intervenire, non con l'accusa ma con il supporto.
Il provvedimento introduce il concetto di responsabilità condivisa, riconoscendo il valore e il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica nel suo complesso, inclusi gli studenti, gli insegnanti e anche i dirigenti. È fondamentale la figura del docente referente, che agirà come ponte tra la scuola e la famiglia. La formazione specifica del personale scolastico mira a creare una prima linea di difesa. L'istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio all'interno delle scuole, che vede la partecipazione di studenti, insegnanti ed esperti, è sicuramente un passo innovativo verso la costruzione di un ambiente educativo in cui ciascuno si senta responsabile del benessere degli altri. Inoltre, le direttive per le scuole verranno aggiornate ogni due anni, misura vitale per rimanere al passo con l'evoluzione di un fenomeno in rapida trasformazione.
Il cyberbullismo, poi, impone una più ampia riflessione sui problemi connessi all'uso della Rete. Bisogna contrastare l'uso anonimo della rete Internet. Molti utenti si nascondono dietro l'anonimato della rete attraverso profili falsi e hanno condotte aggressive che magari nella vita reale non avrebbero, per vergogna. È necessario quindi il coinvolgimento degli operatori di rete, promuovendo la creazione di un vero e proprio codice di etica digitale.
Tuttavia, mentre tracciamo questi percorsi di prevenzione, dobbiamo affrontare la dolorosa realtà che alcune ferite sono state già inferte. Per le vittime il nostro disegno di legge prevede un supporto psicologico, un faro di speranza per guidarle fuori dalle tenebre del trauma. Solo attraverso l'accompagnamento potremo sperare di mitigare i disagi e le sofferenze causate alle vittime, offrendo ai giovani gli strumenti per superare le difficoltà e rafforzare anche il loro percorso di crescita. In questa tragedia, purtroppo, le vittime sono tutti gli attori: chi perché lo subisce, chi perché vessato, chi perché non ha avuto la fortuna di poter contare su un contesto familiare sano, attento, protetto, non violento, perché vive in un contesto di disagio. Vittime, sì; anche loro vittime di una mancanza di cultura, spesso costrette a vivere dove vige la legge del più forte, senza che possano contare su strumenti o famiglie solide.
Mi avvio alla conclusione: non possiamo etichettare i bulli come persi dalla società; anche loro necessitano di un cammino di rieducazione per comprendere la gravità dei loro atti e apprendere il rispetto per l'altro. Per questo la legge prevede percorsi educativi e riabilitativi, monitorati dai servizi sociali.
Con il voto di oggi dimostriamo che non ci si può limitare alle sole parole di circostanza in occasione di una ricorrenza, ma rispondiamo con i fatti al grido d'aiuto di tanti, troppi giovani, che spesso si sentono soli nell'affrontare una battaglia più grande di loro. Noi ci schieriamo al loro fianco, tendiamo loro una mano e li accogliamo tra le braccia sicure di uno Stato chiamato a fare ogni sforzo possibile per proteggere i più deboli.
Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo Forza Italia. (Applausi).
LOPREIATO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LOPREIATO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, se volessimo accostare questo Governo - rappresentato da una maggioranza di destra e divenuto nel tempo autonomista - a una figura mitologica, sicuramente penserei a quella di Penelope, la moglie di Ulisse. Il perché è presto detto: nella seduta del 28 giugno 2023 delle Commissioni riunite giustizia e affari sociali della Camera, durante l'esame del disegno di legge che oggi è oggetto dei lavori di quest'Assemblea, erano stati accantonati diversi emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle, sui quali relatori e Governo avevano espresso i loro pareri. La relatrice, di Fratelli d'Italia, aveva proposto una riformulazione, accettata dal proponente, con una collega del Movimento 5 Stelle, e ulteriormente sottoscritta da una collega di Fratelli d'Italia. Successivamente è intervenuta anche la correlatrice, una deputata della Lega, dichiarandosi convintamente a favore della riformulazione proposta. Dopo l'espressione del parere favorevole anche del Governo, nella persona del vice ministro Sisto, si è aperto un breve spazio di discussione, nel quale la collega D'orso si dichiarava molto soddisfatta della riformulazione, poiché coglieva appieno - per una volta, aggiungerei - lo spirito dell'emendamento da lei proposto. Interveniva poi in dichiarazione di voto l'esponente di "Fratelli del Nord Italia" che aveva sottoscritto l'emendamento, manifestando entusiasmo per la certa approvazione del testo, poiché - cito testualmente quanto riportato dal Resoconto sommario della seduta delle Commissioni riunite II e XII della Camera dei deputati del 28 giugno 2023 - la riformulazione proposta rappresentava un segnale positivo in un momento in cui anche i recenti fatti di cronaca dimostravano come le fasce più giovani della popolazione necessitassero di una maggiore attenzione. Anche Forza Italia annunciava il proprio voto favorevole e, una volta posto ai voti, l'emendamento è stato approvato.
Veniamo a noi: durante l'esame del testo al Senato, da parte delle Commissioni giustizia e affari sociali riunite in sede referente, si è aperto un breve spazio emendativo - ci mancherebbe! - in cui le opposizioni non hanno presentato emendamenti, ma ne hanno presentati Italia viva (che però non consideriamo opposizione), la maggioranza e il relatore. E cosa presentano? Quale era l'oggetto di uno dei tre emendamenti approvati? Ebbene sì, mi riferisco proprio a quell'emendamento approvato alla Camera, che tutta la maggioranza aveva votato convintamente, strappandosi le vesti per tesserne l'elogio. Cos'ha fatto la stessa maggioranza qui in Senato? Ha approvato un emendamento soppressivo di quello approvato alla Camera. (Ilarità. Applausi). Voi, come maggioranza e Governo, non sapete cosa fa la mano destra rispetto alla sinistra.
Ritornando all'Odissea, rappresentate proprio il mito di Penelope, ma non nell'accezione positiva, che l'ha vista diventare proverbiale per la sua fedeltà, bensì per la questione della tela, che anche voi di giorno tessete e di notte disfate. Siete l'incoerenza fatta maggioranza e state legiferando in maniera schizofrenica sulla giustizia. Tutto questo - con mio sommo dispiacere, devo dire - tenuto conto dell'ampio quanto trasversale lavoro fatto alla Camera, come ho detto anche prima in sede di illustrazione degli emendamenti.
Veniamo però al disegno di legge, che ha avuto origine nella scorsa legislatura ed è stato modificato nel corso di quella attuale, abbandonando il profilo penalistico, già inizialmente residuale, per privilegiare un approccio prevalentemente educativo e preventivo e lasciare ad altre sedi gli interventi di carattere repressivo (e questa è una cosa che ho apprezzato moltissimo).
I numeri relativi a chi ha subìto o assistito a episodi di bullismo e cyberbullismo sono in costante aumento e il mondo degli adulti non può più ignorare questa realtà, minimizzandola o normalizzandola.
Questa proposta, frutto dell'ascolto di magistrati, di avvocati minorili, di dirigenti scolastici, di servizi sociali minorili, di docenti ed educatori, mira a coordinare tali sforzi, superando una concezione di interventi settoriali. La creazione di una rete efficace è il concetto chiave di questa legge, con l'obiettivo di bilanciare prevenzione e contrasto in modo armonico. Si è esteso il perimetro di intervento della già legge n. 71 del 2017, che di certo ha avuto il merito di portare all'attenzione di questo Parlamento e della società tutta il problema del cyberbullismo, introducendo il fenomeno del bullismo, dando finalmente anche una definizione di cosa sia il bullismo, perché se è vero che i due fenomeni non sono del tutto sovrapponibili e hanno alcune caratteristiche, appunto, differenti, è pur vero che la dinamica relazionale che si instaura è identica. Vi è da una parte un prevaricatore e dall'altra una vittima, che viene umiliata ed emarginata dal contesto dei pari attraverso atti di violenza fisica, verbale e psicologica. Dunque, è possibile, anzi è opportuno affrontare con una strategia unitaria i due fenomeni che spesso vanno a braccetto.
Con questa proposta, quindi, rafforziamo il tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo, ampliando il novero dei soggetti qualificati chiamati a farne parte e prevedendo che venga convocato con cadenza semestrale. Prevediamo che le linee guida di orientamento per la prevenzione e il contrasto di bullismo e cyberbullismo, adottate dal Ministero dell'istruzione, indichino vere e proprie procedure operative di cui ogni istituto dovrà dotarsi, recependole nel proprio regolamento interno. In pratica, vi dovranno essere protocolli di base uniformi per tutte le scuole, da attivare nel momento in cui è segnalato o emerga un episodio di bullismo o cyberbullismo, o una situazione di dipendenza, in modo che non gravi sul dirigente scolastico, da solo, la scelta su come agire; una scelta che diviene altrimenti, oltre che assai gravosa sotto il profilo umano, anche assai discrezionale e diversificata da scuola a scuola, mentre riteniamo che la risposta degli adulti debba essere sempre coerente, prevedibile ed equa per essere compresa, oltre che autorevole. (Applausi).
Presidenza del vice presidente RONZULLI (ore 11,37)
(Segue LOPREIATO). Il cuore di questo disegno di legge è che intendiamo intensificare la sinergia tra scuola e famiglie e a questa finalità rispondono anche altre disposizioni, come quella di inserire nel cosiddetto patto di corresponsabilità l'impegno da parte delle famiglie a partecipare ad attività di formazione organizzate dalla scuola, con particolare riferimento all'uso della rete Internet e delle comunità virtuali, affinché sappiano quanti rischi oggi riservano ai nostri giovani e collaborare - sottolineo collaborare - con la scuola per l'emersione degli episodi di bullismo e cyberbullismo, ma anche delle situazioni di uso e abuso di alcol, di sostanze stupefacenti o altre forme di dipendenza, tra cui oggi possiamo annoverare anche la nomofobia.
Poi, ancora, non ci siamo sottratti alla necessità di fornire una risposta forte ed efficace innanzi alle condotte più gravi e reiterate di bullismo, ma anche dinanzi a tutte le forme di devianza minorile, adattando al contesto attuale le cosiddette misure rieducative del tribunale per i minorenni ed introducendo i percorsi di mediazione che hanno l'obiettivo di ricucire la relazione tra il bullo e la vittima. Quando mancano le condizioni per attivare la mediazione, perché, ad esempio, la vittima non presta il consenso, il tribunale, solo in quel caso, potrà disporre lo svolgimento di un progetto di intervento educativo con finalità rieducative e riparative, sotto la direzione dei servizi sociali. Tutti questi progetti dovranno essere come abiti tagliati su misura per il ragazzo o la ragazza che ne siano destinatari e dovranno avvalersi di certo delle associazioni di volontariato e del terzo settore, perché spesso fare un'esperienza nel volontariato o comunque nel sociale può essere più formativo e performante di tante altre iniziative.
Con un emendamento del MoVimento 5 Stelle approvato alla Camera è stato esplicitato anche il progetto di intervento educativo che potrà prevedere la frequenza - l'abbiamo sottolineato prima e c'è stato anche un altro intervento in questo senso - di laboratori teatrali, di scrittura creativa, di musica o di attività sportive, insomma tutte quelle attività capaci di canalizzare l'aggressività, di insegnare come fare squadra e di sviluppare percorsi di introspezione capaci di offrire opportunità a quei ragazzi e a quelle ragazze che magari, per il contesto di provenienza, hanno poche opportunità di crescita culturale e ancor meno possibilità e occasioni di scoprire un proprio talento.
Presidente, mi avvio alle conclusioni.
Perché vi dico questo? Perché a volte, per recuperare un disagio e per strappare un adolescente a dinamiche relazionali malsane o a una dipendenza può essere sufficiente far intravedere che esiste un'alternativa migliore, può essere sufficiente far comprendere che si può essere persone migliori.
L'auspicio è proprio che la cassetta degli attrezzi che questo provvedimento intende fornire possa servire ad evitare a quanti più giovani possibile le ferite che del bullismo, sia agito, sia anche subito, i cui effetti si portano per tutta la vita. Per tutte queste ragioni, nonostante qualche incidente di percorso in Commissione, esprimo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti del Liceo scientifico «Nervi Ferrari» di Morbegno, in provincia di Sondrio, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 866 (ore 11,39)
STEFANI (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANI (LSP-PSd'Az). Grazie Presidente, grazie colleghi. Purtroppo i fenomeni che stanno coinvolgendo i nostri ragazzi destano veramente grande preoccupazione. Non occorrono delle volte i numeri; però, se guardiamo il monitoraggio che è stato fatto dal Ministero dell'istruzione, è emerso che sono aumentati i fenomeni di bullismo e di cyberbullismo, uno del 22 e uno del 27 per cento rispetto agli anni precedenti. Se guardiamo anche a un sondaggio, risulta praticamente che il 27 per cento dei ragazzi dichiara di aver subito atti di bullismo e il problema è che il 17,5 per cento dichiara di aver commesso atti di bullismo. Sono numeri che si accostano e che preoccupano.
Le motivazioni per le quali ci troviamo di fronte a una gioventù così in difficoltà probabilmente non le riusciremo a sviscerare, di certo non oggi, forse neanche in questi tempi; forse qualche studio permetterà di individuare la causa per riuscire ad estirpare questa mala pianta. Di certo il disorientamento o anche una crisi sociale che ha coinvolto veramente la famiglia e il futuro o forse anche un momento di transizione verso un qualcosa che non sappiamo e che non conosciamo. Teniamo anche presente una grossa problematica che riguarda la prima generazione di stranieri stabiliti che a volte sono ancora in cerca della loro identità.
Questo disegno di legge si innesta su un percorso che è già stato inaugurato da questo Governo, volto ad affrontare i temi dei ragazzi, ma anche quelli delle devianze più estreme sulla delinquenza minorile, come è stato fatto con il decreto Caivano, che ancora ricordiamo. Non cesseremo mai di sottolineare la bontà di quel provvedimento, il quale ha previsto delle norme e delle innovazioni sul processo minorile, ma ha anche percorsi di reinserimento e di rieducazione civica e sociale del minore. Esso ha inoltre sdoganato degli istituti che sono al di fuori del processo: l'avviso orale, l'ammonimento, il divieto di utilizzare alcuni strumenti (i telefoni) nel caso in cui si incorra in alcuni episodi.
Ma non si parla solo di delinquenza; stiamo parlando qui di bullismo e di cyberbullismo. Non possiamo nasconderci dietro a un dito, perché a volte i fenomeni di bullismo non sono che un preludio, poi, a percorsi più gravi e a condotte magari più aggressive. Quindi, questo disegno di legge va a potenziare una normativa esistente, ma che era stata prevista limitatamente al cyberbullismo. Oggi, invece, in questo provvedimento parliamo non solo di cyberbullismo, ma di bullismo.
Vari sono stati gli interventi, ottimi, ma che comunque non sono nient'altro che un tassello di un percorso per andare ad affrontare, seriamente e continuamente, il mondo dei giovani. Questo disegno di legge estende il perimetro dell'applicazione della legge del 2017 sul cyberbullismo, andando a prevedere figure e percorsi di prevenzione e contrasto del bullismo in tutte le sue manifestazioni, così agendo con delle strategie di attenzione e tutela dei minori, che devono essere visti non solo come vittime, ma anche come responsabili di illeciti.
Sottolineo alcune parti del disegno di legge, perché esso è articolato e contiene vari interventi. Vado, dunque, a sottolinearne solo alcuni. È stato ampliato un piano di azione integrato con tavoli tecnici, prevedendo anche delle sinergie. Qui è importante che vi siano sinergia e coordinamento fra i servizi socio educativi, il territorio, le scuole, gli enti locali, gli enti sportivi e gli enti del terzo settore. Dobbiamo veramente consolidare la nostra comunità attorno a questi ragazzi e creare per loro l'ambiente per poter crescere sani e in serenità.
Vi sono poi delle previsioni che vengono adottate all'interno degli istituti scolastici, quali i codici interni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo, nonché l'istituzione di un tavolo: un tavolo che non deve essere un tavolo istituito al momento, ma tavoli permanenti, di monitoraggio, dove, anche qui, vengono inseriti i rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie e degli esperti, per creare un coordinamento, per riuscire a non solo a fare dei monitoraggi, ma ad elaborare anche delle strategie.
Per quanto riguarda il mondo della scuola è stato molto interessante l'accoglimento dell'emendamento del presidente Marti, che veramente ringraziamo, il quale è proprio volto a eliminare una problematica che poteva creare una sovrapposizione di competenze fra il servizio di coordinamento pedagogico e la previsione del servizio psicologico.
Quello cui noi dobbiamo guardare, colleghi, non sono le burocrazie, non è la creazione di istituti, enti e tavoli, ma la creazione di un sistema efficiente, che vada ad incidere sulle attività svolte e che non vada, invece, a frenare o bloccare alcuni percorsi virtuosi. Quindi, veramente un ringraziamento va all'emendamento del nostro senatore Marti, perché il ruolo della scuola è veramente fondamentale.
Io penso che questo provvedimento come nessun altro mai abbia sottolineato veramente il ruolo della scuola e il potenziamento del suo ruolo. La scuola è la prima comunità, dopo la famiglia, ad accogliere il cittadino che sta crescendo e quindi ha una grandissima capacità di formarlo. Importantissimi, poi, sono stati altri interventi, che vanno a prevedere delle condotte di minori che non sono tipizzate e non prevedono nemmeno dei limiti di età.
Il problema del bullismo, infatti, è che si è sempre ragionato in termini di un procedimento penale. Il procedimento penale richiede che sia commesso un reato e che, comunque, sia commesso da persona imputabile. Noi, qui, abbiamo invece un mondo anche sotto i quattordici anni, che ha bisogno di essere accompagnato: ed è quello che noi stiamo facendo.
È importante quanto introdotto in questo provvedimento, che va a prevedere anche degli strumenti straordinari, quali il percorso di mediazione oppure l'adozione di alcuni progetti educativi, portando i ragazzi a partecipare a laboratori teatrali, di scrittura, di musica, di attività sportiva, artistica: quelle attività che veramente sono idonee a far maturare anche un sentimento di rispetto nei confronti degli altri, ma soprattutto nei confronti di se stessi.
Quindi, non possiamo che concludere sottolineando ancora il forte convincimento della Lega a supportare e dare il proprio voto positivo nei confronti di questo provvedimento, ricordando e anche sottolineando la bontà delle iniziative e delle attività che sta portando avanti il ministro dell'istruzione Valditara, che sta veramente delineando un ruolo diverso e importante della scuola e della sua capacità di educare e formare. (Applausi).
ZAMBITO (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ZAMBITO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il dibattito su questo disegno di legge rappresenta davvero un momento molto importante, perché offre a tutti noi l'occasione di essere protagonisti per approvare una legge giusta a difesa dei più giovani. Il bullismo e il cyberbullismo sono un uragano di violenza e sopraffazione che entra nella vita delle ragazze e dei ragazzi in età giovanissima e crea gravissimi danni alla loro crescita. Prima era solo il bullismo, poi con la veloce diffusione e l'utilizzo di nuove tecnologie (il web e gli smartphone) questi fenomeni hanno assunto una nuova forma dentro quel fenomeno che oggi chiamiamo cyberbullismo. Perché serve questa legge? Perché il fenomeno del bullismo rappresenta, come dicevo già prima, una grave forma di violenza che interessa in particolar modo i giovani. Nel caso del cyberbullismo sono i social che rappresentano il principale canale in cui si fanno strada le violenze, seguiti da chat, messaggi e videogiochi online.
Inoltre c'è un fatto che in questa discussione non possiamo tralasciare: le conseguenze del lockdown e della pandemia anche sull'aumento del numero dei casi di cyberbullismo, in particolare. Anche in questo caso abbiamo moltissime statistiche a suffragare le denunce. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il bullismo colpisce circa il 30 per cento dei ragazzi in tutto il mondo: 246 milioni di bambini e adolescenti subiscono ogni anno qualche forma di violenza a scuola o episodi di bullismo. Anche il cyberbullismo è in sensibile aumento. La maggior parte dei dati disponibili riguarda indagini condotte nei Paesi industrializzati, con percentuali di minorenni che lo hanno sperimentato che variano tra il 5 e il 20 per cento della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche che vanno dal mal di testa ai dolori allo stomaco e che si manifestano con mancanza di appetito o disturbi del sonno.
Questi fenomeni, che risultano essere molto diffusi nei Paesi ad alto reddito, richiedono un intervento politico efficace e misurato, proprio perché la loro diffusione provoca effetti dannosi sull'apprendimento e sul comportamento dei minorenni, tali da ridurre l'efficacia degli investimenti pubblici nell'istruzione e nel benessere dei bambini di ogni Paese. C'è un dato che deve essere considerato, a mio parere: secondo uno studio dell'Istituto degli innocenti, infatti, solo il 5 per cento delle vittime di cyberbullismo lo segnala alle autorità competenti.
Allora come si contrasta questo fenomeno? Si contrasta - forse va detto proprio in modo chiaro - attraverso una risposta di tutte le istituzioni. È necessario agire in stretta cooperazione, famiglie, scuole, parrocchie, associazioni di volontariato, associazioni sportive, Forze dell'ordine, tribunali dei minori. Soltanto così la risposta può essere davvero efficace. Noi - lo voglio dire in maniera chiara, perché il lavoro collegiale deve essere evidenziato - in questa discussione stiamo facendo la nostra parte, per la prima volta cercando una condivisione che, su un tema sensibile come il bullismo e cyberbullismo, diventa un imperativo etico e non solo politico.
Abbiamo bisogno di completare il quadro normativo dopo l'entrata in vigore della legge n. 71 del 2017, anche perché pensiamo che il bullismo e il cyberbullismo siano fenomeni strettamente legati tra di loro, e sarebbe stato un errore disciplinare in due contesti normativi differenti due fenomeni che invece sono strettamente connessi tra loro.
Signor Presidente, mi lasci ricordare in quest'Aula il grande lavoro svolto dalla senatrice del PD Elena Ferrara nella XVII legislatura. È grazie a lei se siete arrivati nel 2017 ad approvare una legge contro i fenomeni di bullismo.
Si aggiunga anche che la legge n. 71 del 2017, proprio grazie a quel lavoro, è stata largamente condivisa tra le forze politiche e i soggetti istituzionali del mondo scolastico ed educativo, dunque sarebbe stato un errore non averla come riferimento oggi. Quella legge, fortemente voluta dal Partito Democratico, ha avuto il merito di introdurre misure specifiche di contrasto al fenomeno, che oggi possono essere integrate dal dispositivo di cui stiamo dibattendo, maggiormente orientato sul ruolo della prevenzione e delle famiglie.
Signora Presidente, non mancherà il nostro sostegno a questo disegno di legge, lo dico con chiarezza, ma certo siamo rimasti delusi dal comportamento adottato da questa maggioranza. In Commissione sono emerse le ambiguità e le scorrettezze di chi prima ha lasciato credere di voler andare celermente in Aula e poi ha consentito l'approvazione di un emendamento della maggioranza che posticipa ancora i tempi per approvare il disegno di legge, rinviandolo a una terza lettura. Vi siete accorti con un certo ritardo che nell'iter parlamentare non sono state inserite le necessarie coperture e non lo avete nemmeno detto. Si sarebbe dovuto intervenire subito, evitando di allungare i tempi e mancare un obiettivo che avrebbe dato ancora più senso alla nostra azione, cioè approvare questa legge nella giornata contro il bullismo e il cyberbullismo, che abbiamo celebrato anche in quest'Aula lo scorso 7 febbraio.
La cosa ancor più grave è che si è pensato di trovare le coperture che non c'erano, cancellando la figura del coordinatore pedagogico, i cui frutti sono davanti a tutti, come abbiamo visto. È una figura importante che ha agito bene nelle scuole in questi anni. Ho sentito le giustificazioni che ha dato ieri nel suo discorso la senatrice Bucalo, ma la verità è che le coperture mancanti, che hanno costretto la maggioranza ad andare in terza lettura, si sono trovate attraverso la cancellazione di questa figura e ciò è proprio imperdonabile. (Applausi).
Sosterremo quindi il presente disegno di legge, perché grazie alle misure in esso contenute sarà possibile porre le basi per un reale contrasto di tale fenomeno e garantire ai giovani un ambiente sano e sicuro in cui crescere. Tra gli elementi di forza del disegno di legge in esame, che nasce anche da una proposta del Partito Democratico, c'è la creazione di un sistema di segnalazione di atti di bullismo e cyberbullismo, che consenta agli studenti di denunciare i comportamenti aggressivi, subiti o osservati. Questo sistema potrà essere gestito da figure specializzate all'interno delle scuole, che si occuperanno di verificare la veridicità delle segnalazioni e di adottare le misure necessarie per contrastare il fenomeno, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia, nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio.
Per quanto riguarda le misure rieducative, il disegno di legge prevede l'istituzione di un servizio di assistenza e supporto psicologico per i minori coinvolti in comportamenti aggressivi, al fine di favorirne la rieducazione e il reinserimento nella società. Si prevede inoltre la possibilità di adottare misure alternative alla detenzione per i minori autori di reati di bullismo, con il sostegno dei servizi sociali territoriali e il coinvolgimento del nucleo familiare del minore, tramite un percorso di sostegno all'esercizio della responsabilità genitoriale.
Tra le modifiche spicca soprattutto l'intervento legislativo in materia penale. La modifica, attesa da tempo, prevede all'articolo 1 l'intervento sul delitto di atti persecutori, previsto dall'articolo 612-bis del codice penale, per estendere l'ambito oggettivo dell'illecito penale alle condotte di reiterata minaccia e molestia che pongono la vittima in una condizione di emarginazione. Già attualmente la giurisprudenza, in assenza di una specifica norma penale che punisca il bullismo, tenta, laddove possibile, di inquadrare negli atti persecutori le condotte di prevaricazione del bullo. Con questa proposta normativa sarà però finalmente disponibile un chiaro ed esplicito quadro normativo, visto che le stesse sanzioni previste dalla legge n. 71 del 2017 per il cyberbullismo vengono estese, all'articolo 1 del testo in discussione, anche ai casi di bullismo.
Signor Presidente, mi avvio alla conclusione ricordando che nel 2023 è stata presentata una ricerca interessante di Telefono azzurro, condotta in collaborazione con Doxa Kids. Si tratta di uno studio su adulti e adolescenti nel mondo digitale che descrive in maniera drammatica il profondo cambiamento delle abitudini di vita e delle relazioni sociali. Il bullismo rappresenta uno dei fenomeni più temuti dagli adolescenti e, tra le preoccupazioni maggiori, c'è proprio la condivisione pubblica di dati personali, minacce, timori, paura di condividere luoghi e momenti.
Il bullismo e il cyberbullismo sono una grave minaccia ad uno sviluppo sereno dei minori e degli adolescenti. È per questo che ritengo che le novità introdotte da questa proposta di legge rappresentino un passo in avanti concreto che noi, tutti insieme, dobbiamo compiere per assicurare un futuro più giusto alle giovani e ai giovani del nostro Paese.
È per queste ragioni e per il fatto che si è visto un approccio diverso della maggioranza rispetto a quello avuto nel passato, ad esempio, sul decreto Caivano, che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. (Applausi).
SILVESTRONI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVESTRONI (FdI). Signor Presidente, colleghi, i bambini non sono intelligenza artificiale, bisogna ascoltarli, accompagnarli e difenderli. Stiamo parlando di un fenomeno che riguarda la vita di migliaia di bambini violati e, nei casi più gravi, uccisi da un nemico invisibile o difficilmente individuabile perché si nasconde dietro un alleato fortissimo che è la rete. Questo provvedimento ci rende orgogliosi non solo perché è una misura che ha trovato un consenso trasversale, ma anche perché tutela i nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti e le famiglie, facendo sentire la presenza dello Stato affinché le vittime non siano più sole.
Oggi è quindi sicuramente una giornata importantissima. La proposta finale del provvedimento, sintesi di diverse proposte di Fratelli d'Italia e delle altre forze politiche, dota il nostro ordinamento di una legislazione in materia di contrasto del bullismo e del cyberbullismo probabilmente tra le più efficaci e complete in Europa.
Considerata la dimensione sempre più ampia di questo fenomeno, che va di pari passo all'utilizzo smisurato e poco controllato, soprattutto fra i giovani e i giovanissimi dei social, serviva costruire una legge che applicasse una serie di misure per la prevenzione, la rieducazione e che coinvolgesse tutta la comunità educante.
Proprio partendo dalla legge n. 71 del 2017, in materia di cyberbullismo, abbiamo apportato delle misure di prevenzione del fenomeno, codificando la materia con una definizione chiara. Abbiamo dotato infatti ogni istituto scolastico di un codice interno di prevenzione e contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo (Applausi), di un tavolo permanente di monitoraggio e di strumenti adeguati di sostegno psicologico agli studenti, con l'intento di coinvolgere il minore in un progetto educativo che può concludersi con un esito positivo e, in mancanza di questo, prevedere l'affidamento del minore ai servizi sociali e, nei casi ancora più gravi ed estremi, il collocamento del minore in una comunità.
Sono misure preventive che, esulando dall'ambito strettamente penale, possono consentire anche una applicabilità ai ragazzi under quattordici, al di fuori cioè della soglia di imputabilità.
Inoltre, abbiamo previsto una delega al Governo entro dodici mesi per emanare i decreti attuativi su alcuni aspetti fondamentali, come ad esempio l'attivazione dei servizi di sostegno psicologico per gli studenti presso le istituzioni scolastiche, piattaforme di formazione e di monitoraggio e un potenziamento del servizio per l'assistenza alle vittime, anche con il numero pubblico e gratuito, il 114, che potrà essere utilizzato per chiedere aiuto in tempo reale.
Abbiamo introdotto un'altra importante misura, quella della responsabilizzazione dei genitori per i danni cagionati dai figli minori nell'utilizzo delle piattaforme informatiche e telefoniche, intervenendo sui contratti dei fornitori.
In aggiunta a questo, ci saranno importanti campagne informative, di prevenzione e di sensibilizzazione. Abbiamo quindi introdotto una serie di misure significative di prevenzione, di emersione del fenomeno, di sensibilizzazione e di educazione, oltre che di assistenza e supporto psicologico.
Vorrei, infine, stigmatizzare la polemica che è stata fatta sul supporto pedagogico, che ha già illustrato ieri la collega Bucalo, dicendo che esiste già nella scuola: è in capo ai dirigenti scolastici, che si avvalgono della collaborazione dei docenti referenti. (Applausi). Si tratta quindi, come al solito, anche quando c'è una condivisione, di una polemica inutile e inappropriata.
Concludo. Quando si ha a che fare con materie così delicate anche una buona legge come questa non basta se non vi è un cambio di passo culturale e sociale. Questa proposta è un tassello che si colloca proprio in questa ottica.
In conclusione, esprimo convintamente, a nome del Gruppo Fratelli d'Italia, il voto favorevole, rivolgendomi ai tanti ragazzi, alle famiglie e alle persone più fragili vittime di bullismo, di persecuzioni, di prevaricazioni, a cui oggi possiamo dire, grazie a questo Governo, che lo Stato c'è ed è dalla loro parte. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Il Senato ha approvato il testo all'unanimità ed è davvero un bellissimo segnale delle istituzioni. Queste sono le istituzioni che ci piacciono. (Applausi).
Svolgimento di interrogazioni (ore 12,05)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00897 sui contratti di filiera finanziati con il PNRR.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
LA PIETRA, sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, onorevoli senatori, come ricordato dall'onorevole interrogante, nell'ambito della riprogrammazione del PNRR, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) ha chiesto e ottenuto risorse per due miliardi di euro per la nuova misura PNRR, che istituisce un fondo rotativo per i contratti di filiera.
Ricordo che la misura dei contratti di filiera trova la sua attuale fonte finanziaria nel Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC), con risorse pari a 1,203 miliardi di euro, ripartite su diverse linee di intervento, e in particolare 690 milioni di euro per il quinto bando (contratti di filiera settore agroalimentare), 350 milioni di euro per lo scorrimento del quarto bando (contratti di filiera settore agroalimentare), 103 milioni di euro per i distretti del cibo, 50 milioni di euro per il primo bando (contratti di filiera settore pesca e acquacoltura), 10 milioni di euro per il primo bando (settore forestale).
Lo strumento finanziario introdotto con il PNRR è innovativo rispetto al passato e prevede la concessione di contributi sia nella forma del fondo perduto sia sotto forma di finanziamento agevolato per il tramite dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), ente deputato proprio al rilascio di garanzie bancarie e vigilato dal Ministero stesso.
In particolare, è prevista entro il 30 giugno 2024 la stipula di un'apposita convenzione tra l'Ismea e il MASAF, che recherà anche la disciplina delle modalità di gestione del nuovo Fondo. Le risorse aggiuntive, pari a due miliardi di euro, saranno successivamente destinate allo scorrimento delle graduatorie esistenti per il quinto bando e per il primo bando (contratti di filiera settore pesca e acquacoltura e settore forestale).
Si tratta di tre misure verso le quali le imprese del settore agricolo hanno dimostrato un grande interesse. Infatti, per il quinto bando (contratti di filiera agroalimentare) la graduatoria definitiva di cui al decreto direttoriale n. 633056 del 15 novembre 2023 ha registrato un overbooking di oltre quattro miliardi di euro.
Analogamente, il bando per i contratti di filiera per il settore della pesca e dell'acquacoltura ha registrato, per i soli contratti che non necessitano di notifica e di aiuto individuale e di cui alla graduatoria del decreto n. 399082 del 28 luglio 2023, un overbooking di oltre 30 milioni di euro.
A questi si aggiunge, ai progetti per i quali è necessaria la notifica individuale, un'ulteriore overbooking di quasi 40 milioni di euro.
Anche il bando relativo ai contratti di filiera per il settore forestale è stato caratterizzato da una vasta partecipazione, con un overbooking di circa 50 milioni di euro.
Lo scorrimento delle graduatorie menzionate avverrà nel rispetto delle condizionalità tipicamente richieste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Conseguentemente, i progetti potranno essere finanziati, se in linea con gli obblighi di contributo al target individuato dalla Commissione europea, nonché con quelli previsti in materia dal principio del do not significant harm (DNSH), secondo cui gli interventi del PNRR nazionali non devono arrecare alcun danno significativo all'ambiente.
A tale riguardo, preciso che il Ministero è in attesa dello schema di operational arrangement, gli accordi operativi subordinati alla decisione europea, che permetteranno di individuare correttamente tutti i contenuti necessari per la menzionata convenzione tra il Ministero e l'Ismea, punto di partenza di successive attività di scorrimento delle graduatorie. Inoltre, sono funzionali alla puntuale individuazione del meccanismo di verifica di milestone e target, nonché del rispetto delle diverse condizionalità specifiche connesse alla misura e quindi all'identificazione e declinazione delle condizionalità da applicare, che non potranno essere quelle connesse al PNRR.
In merito alla necessità di ottenere ulteriori fondi, segnalo che con la rimodulazione del PNNR le risorse a disposizione del settore agricolo sono sostanzialmente raddoppiate, passando da 3,6 miliardi a 6,4 miliardi. Se si considerano anche quelle del PNC, cioè del Piano nazionale complementare, si arriva a circa 8 miliardi.
Si tratta adesso di concretizzare questi investimenti, fermo restando che, qualora residuassero iniziative non finanziate, verranno attivate tutte le azioni necessarie per recuperare ulteriori risorse.
MANCA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANCA (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio il Sottosegretario per la cortese e in questo caso anche rapida risposta.
Volevo porre all'attenzione del Sottosegretario il tema cruciale che riguarda come intendiamo in tempi rapidi sostenere la filiera dell'agroalimentare italiano, perché sicuramente ci rendiamo tutti conto che abbiamo una grandissima opportunità. L'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta, per una delle filiere più importanti del made in Italy italiano, una grande occasione per produrre innovazione, generare lavoro, crescita e sviluppo economico.
La nostra preoccupazione resta nei tempi. Questa interrogazione ha come finalità quella di cercare di stimolare lo scorrimento delle graduatorie e la necessità di costruire nel Governo una visione autentica di filiera, che non dimentichi le intere componenti della filiera. Non ci sono solo le grandi imprese; dietro una grande impresa, soprattutto nell'agroalimentare, c'è una moltitudine di piccole e medie imprese che vanno tenute dentro i processi di innovazione che il Piano nazionale di ripresa e resilienza può determinare.
Quindi, la nostra interrogazione, signor Sottosegretario, era orientata a porre all'attenzione del Governo il tema dei tempi, quello di una visione industriale di sviluppo economico del Paese e quello del sostegno alla competitività economica di una quantità innumerevole di imprese, che, se non lasciate da sole, possono rappresentare una condizione vera di sviluppo economico e di crescita. Sa quanto noi, signor Sottosegretario, che l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è decisiva anche per sostenere la crescita e la pur bassa crescita che oggi viene individuata è tutta legata ai tempi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Quindi, ci raccomandiamo a lei, innanzitutto, affinché si proceda rapidamente e si assuma una visione coerente dello sviluppo economico del nostro Paese. Serve una visione autentica dello sviluppo industriale nella filiera dell'agroalimentare, serve un pensiero autentico di filiera, che tenga insieme grandi e piccole imprese che rappresentano un potenziale enorme di crescita e di sviluppo economico di un comparto decisivo anche per generare nuova occupazione e - aggiungo - anche livelli occupazionali adeguati, con salari giusti e dignitosi.
Quindi, ci raccomandiamo che i tempi siano celeri e che si proceda con più velocità rispetto a quello che si sta facendo. Il tempo dell'orientamento è finito, ora servono le risorse per consentire alle imprese di crescere in innovazione e di agganciare le filiere più importanti dello sviluppo, anche nella dimensione europea. Per cui monitoreremo i tempi e la invitiamo a tenere conto del fatto che i tempi saranno decisivi anche per lo sviluppo economico del nostro Paese. (Applausi).
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00628 sullo sversamento di liquami nella riserva naturale orientata di Torre Salsa, in provincia di Agrigento.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
LA PIETRA, sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, il 17 luglio 2023 l'associazione ambientalista Mareamico, delegazione di Agrigento, indirizzava alla Capitaneria di Porto Empedocle un esposto in merito alla rottura della condotta sottomarina di allontanamento in mare di reflui urbani, sita in località Canne, nel Comune di Siculiana, in provincia di Agrigento.
In pari data la Capitaneria di porto disponeva l'uscita di un proprio mezzo nautico con due tecnici dell'ARPA Agrigento per il sopralluogo e campionamento di acque di mare nello specchio acqueo interessato dallo sversamento di reflui fognari. L'ARPA segnalava la perdita di acque reflue dalla condotta di allontanamento a circa 50 metri dalla battigia, che aveva generato una chiazza surnatante marrone, estesa su una superficie marina di diametro circa pari a 50 metri.
Nella stessa giornata l'AICA (Azienda idrica comuni agrigentini) preannunciava l'intervento in regime di urgenza di una ditta specializzata, al fine di verificare l'entità e la natura dell'evento occorso, per la risoluzione della criticità riscontrata.
Il 19 luglio 2023 sempre l'AICA partecipava alla Capitaneria di Porto Empedocle e, per competenza, anche al sindaco del Comune di Siculiana, all'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento e al dipartimento dell'ambiente e strutture territoriali di Agrigento e Caltanissetta i risultati della verifica effettuata dalla stessa ditta, rappresentando che a circa 35 metri dalla costa, dove termina la parte interrata della condotta, risultava mancante, per cause non note, un tratto di 15 metri.
Il Reparto ambientale marino del Corpo della Capitaneria di porto avviava un intervento urgente volto alla sostituzione di circa 40 metri della condotta sottomarina riguardante il tratto mancante e quello adiacente, connotato da segni di vetustà e pregresse riparazioni.
Ancora in seguito, il 16 agosto 2023, l'ARPA Sicilia comunicava gli esiti analitici relativi ai campioni di acqua di mare prelevati il 17 luglio 2023, evidenziando concentrazioni elevate di ione ammonio ed escherichia coli, di cui il RAM notiziava la procura della Repubblica territoriale competente.
Infine, in data 18 agosto 2023, l'AICA comunicava il ripristino della funzionalità della condotta, preannunciando un nuovo intervento dei sommozzatori per la verifica di un giunto di collegamento posto a circa 130 metri dalla linea di costa.
Tanto specificato, premesso che il MASE è costantemente impegnato a vigilare, intraprendere e portare avanti tutte le azioni di competenza volte alla risoluzione delle problematiche inerenti al settore fognario-depurativo, si sottolinea che gli scarichi delle pubbliche fognature con condotte sottomarine sono regolamentati con legge regionale 15 maggio 1986, n. 27, rispetto ai cui articoli 8 e 11, attinenti ai livelli di depurazione e ai relativi limiti di accettabilità, il RAM non segnala difformità.
Al riguardo si rammenta altresì che la depurazione, e conseguentemente la gestione degli impianti, rientra nel processo verticale del servizio idrico integrato e che l'articolo 149, comma 1, del decreto-legge n. 152 del 2006 affida agli enti di governo d'ambito la ricognizione delle infrastrutture, la pianificazione degli interventi, nonché l'elaborazione del relativo piano economico-finanziario.
Inoltre, la competenza primaria in materia di gestione della qualità delle acque di balneazione, a mente del decreto-legge n. 116 del 2008, è in capo al Ministero della salute. Regioni e Province autonome, seguendo la normativa di settore, classificano le acque di balneazione secondo una qualità scarsa, sufficiente, buona ed eccellente. Ove la classe sia eccellente, il profilo deve essere riesaminato e, se del caso, aggiornato solo se la classificazione diviene buona, sufficiente o scarsa. Dal portale delle acque gestito dal Ministero della salute emerge che i siti di balneazione Foce Vallone e Torre Salsa, nel Comune di Siculiana, in provincia di Agrigento, sono in classe eccellente.
LOREFICE (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LOREFICE (M5S). Signora Presidente, ringrazio per le informazioni fornite dal Governo. Mi preme tuttavia mettere in evidenza, caro Sottosegretario, che stiamo parlando di un evento che è avvenuto all'interno di una riserva naturale orientata di grande interesse, in pieno luglio.
Come ha ben detto lei, è emersa, anche a seguito delle indagini dei vari soggetti coinvolti, dal reparto ambientale marino della Guardia costiera, dall'ARPA, dal nucleo dei carabinieri specializzati in tutela ambientale, l'assoluta mancanza di manutenzione del tratto terminale a mare.
Mi preme sottolineare un punto, in merito al quale speravo anche di avere qualche informazione: la frazione marina di Siculiana è oggetto dell'ultima procedura di infrazione. Come ben sappiamo, l'Italia, e la Sicilia in particolare, sono soggette a ben quattro procedure di infrazione, di cui tre già con condanna definitiva. L'ultima, la 2017/2181, che risulta ancora in fase di istruttoria, attiene proprio al complesso della frazione marina di Siculiana.
Pertanto, mi aspettavo anche di ricevere informazioni, magari tramite le interlocuzioni tra il Ministero dell'ambiente e la struttura commissariale, dal momento che proprio la rete di collettamento e fognaria della frazione marina di Siculiana è quella imputata ed inserita nella procedura di infrazione.
Attualmente, la parte dei reflui fognari di quella frazione viene solamente in parte intercettata. Si fa una mera grigliatura. Si parla di attività preliminari, ma, in buona sostanza, vi è una grigliatura, l'acqua viene rimandata all'uscita dal depuratore di Siculiana, reimmessa in condotta tal quale ed inviata a mare.
Pertanto, la reale emergenza, al di là di quelle che sono le evidenze, è la mancata manutenzione. Ora, l'AICA (Azienda idrica comuni agrigentini), il soggetto che ha in capo anche le azioni di gestione di tutto il ciclo delle acque, si è insediata da poco, a seguito anche delle vicende giudiziarie legate a Girgenti Acque.
Però, nella sostanza, quello che si chiede, oltre alla massima attenzione, è di avere ulteriori informazioni in relazione alla procedura di infrazione e di sapere quando riusciremo a far depurare i reflui prodotti da questa frazione. Ribadisco che questi reflui vengono immessi direttamente in mare, tal quali, in una riserva naturale orientata.
La riserva naturale di Torre Salsa è un gioiello riconosciuto a livello internazionale. E noi cosa facciamo? Vi scarichiamo parti di reflui non trattati? Questo non è ammissibile e, non a caso, è in corso una procedura di infrazione.
Ricordo all'Assemblea e ai colleghi, che noi paghiamo 165.000 euro al giorno per una delle quattro procedure di infrazione, che ci costano 60 milioni di euro l'anno. Ve ne sono altre due, già andate a giudizio, per le quali aspettiamo soltanto che la Commissione europea ci dica quanto ancora dobbiamo pagare.
L'invito accorato è di dare una maggiore spinta, utilizziamo al meglio le risorse e chiediamo alla Regione Siciliana e all'ex collega, senatore Schifani, attuale Governatore in Sicilia, di fare il proprio dovere. La questione delle acque reflue in Sicilia sta ammazzando anche siti importantissimi per il turismo. (Applausi).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto tecnico commerciale «Blaise Pascal» di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 12,23)
PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00968 sul ripristino del collegamento viario tra Riva del Garda e Ledro, in provincia di Trento.
Il rappresentante del Governo, sottosegretario di Stato La Pietra, di intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
LA PIETRA, sottosegretario di Stato per l'agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, onorevoli senatori, rispondo al quesito posto sulla base degli elementi forniti dalla Provincia autonoma di Trento. Ricordo, infatti, che la gestione della strada statale 240 di Loppio e Val di Ledro è passata, in seguito al decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 320, dalla società Anas allo stesso ente provinciale.
In premessa, la Provincia di Trento ha rappresentato che svolge una regolare attività di monitoraggio e manutenzione delle due gallerie. In riferimento alla galleria Agnese, il monitoraggio ha evidenziato che l'ammasso roccioso, che questa galleria attraversa non presenta particolari criticità.
Per quanto riguarda la galleria Dom, questa è stata oggetto di un attento monitoraggio geologico e strutturale da parte della Provincia a partire dal 2011, in esito al quale, nel mese di febbraio 2023, è stato redatto un documento preliminare di progettazione per la realizzazione di un rinforzo strutturale tramite chiusura alla base della volta, drenaggi, chiodature e rinforzo strutturale della volta.
Inoltre nell'ultimo quinquennio, oltre agli ordinari interventi di manutenzione e controllo degli elementi costitutivi del tunnel, sono state realizzate diverse attività, tra le quali: il rifacimento a più riprese della segnaletica orizzontale per l'intera galleria, la verifica dell'efficienza e la pulizia delle opere di drenaggio presenti all'interno del tunnel; la manutenzione straordinaria della pavimentazione bituminosa nei tratti più ammalorati; le verifiche periodiche di efficienza degli impianti tecnologici e la sostituzione dei componenti guasti o usurati; la verifica dello stato di sollecitazione del rivestimento in calcestruzzo della galleria in alcuni punti.
In merito agli specifici interventi di messa in sicurezza posti in essere in seguito al distacco di una porzione del rivestimento in calcestruzzo della galleria Dom, avvenuta il 5 novembre 2023, in prossimità del chilometro 20+200 circa della strada statale 240, si rappresenta che il personale addetto alla manutenzione dell'arteria viaria, in collaborazione con i geologi della Provincia, ha immediatamente avviato, con procedura di somma urgenza i rilievi e le attività per la messa in sicurezza del tunnel nel tratto interessato dalla frana.
Sulla base dei rilievi preliminari svolti, il successivo 7 novembre sono stati intrapresi i lavori di prima fase finalizzati alla stabilizzazione del rivestimento in calcestruzzo mediante l'esecuzione di una bullonatura radiale con barre in acciaio della lunghezza di 6 metri per un tratto di galleria di circa 21 metri a cavallo del tratto interessato dal distacco.
Già a partire dal 13 novembre 2023, ultimata la bullonatura del tratto in corrispondenza della porzione interessata dal distacco, è stato possibile ripristinare la circolazione all'interno della galleria nella fascia oraria 6-22, a senso unico alternato con impianto semaforico, e con la prosecuzione dei lavori esclusivamente in orario notturno dalle 22 alle 6.
In riferimento alle soluzioni alternative per far fronte ai disagi maturati dal crollo, le interlocuzioni con le amministrazioni sono state costanti e proficue fin dalla fase iniziale dell'evento e con le stesse sono state valutate le diverse opzioni, tra le quali quelle citate dai senatori interroganti. In merito all'utilizzo del corridoio San Giacomo, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Riva del Garda, è stata valutata l'opzione di utilizzarlo come collegamento alternativo tra la Val di Ledro e l'Alto Garda. Tenuto conto delle sue caratteristiche geometriche e di tracciato, tale soluzione è stata ritenuta praticabile esclusivamente per i mezzi di soccorso quali ambulanze e mezzi leggeri dei Vigili del fuoco. A tal fine è stato definito uno specifico protocollo d'intesa tra tutti i soggetti coinvolti.
Per quanto attiene alla proposta di attivare un bus navetta attraverso lo stesso corridoio, va sottolineato che già a partire dal 13 novembre 2023 è stato ripristinato il collegamento viario tra l'Alto Garda e la Val di Ledro nella fascia oraria 6-22 e che i lavori di consolidamento della galleria Dom sono stati limitati alla fascia oraria notturna dalle 22 alle 6. Inoltre, le verifiche tecniche eseguite di concerto con l'amministrazione comunale di Riva del Garda hanno evidenziato che tale collegamento non era praticabile in quanto non presentava adeguati margini di sicurezza per le caratteristiche geometriche di tracciato. I lavori sono proseguiti con una temporanea sospensione, disposta su richiesta delle amministrazioni locali e degli operatori economici dell'Alto Garda e della Val di Ledro, per consentire la libera circolazione nella galleria Dom anche in orario notturno dal 22 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024, in corrispondenza del periodo di festività.
L'ultimazione degli interventi per il consolidamento dei rivestimenti del tunnel era stata prevista pertanto entro le prime due settimane di febbraio 2024.
Nel dettaglio si è trattato di ricostruire la porzione del rivestimento crollato mediante posa in opera a strati successivi di calcestruzzo armato, previa pulizia e regolarizzazione delle superfici a contatto con la parete rocciosa, nonché di rinforzare il rivestimento della galleria attraverso la posa di centine formate da profili metallici, alle quali è stato applicato il calcestruzzo per ripristinare l'originale sagoma. L'intero sviluppo della volta è stato poi rivestito con una lamiera in acciaio inossidabile, in modo da ripristinare l'impermeabilizzazione del tunnel. A completamento dei lavori sono state potenziate le opere per il drenaggio e il convogliamento delle acque, al fine di prevenire riversamenti e ristagni sulla strada.
Da segnalare, infine, che per consentire il ripristino e il rinforzo del rivestimento in calcestruzzo, si è reso necessario il preventivo spostamento provvisorio degli impianti tecnologici a servizio della galleria, che sono stati riposizionati al termine dei lavori.
Il cronoprogramma dei lavori indicati è stato pienamente rispettato e lo scorso 16 febbraio la galleria Dom è stata riaperta al pubblico garantendo il ripristino della piena funzionalità del tunnel stradale, restituendo al territorio questa importante arteria.
SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SPAGNOLLI (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signora Presidente, ringrazio il Sottosegretario per questa spiegazione molto esaustiva, che peraltro contiene una serie di informazioni che mi sono note, in quanto frequentatore della zona.
Il problema, tuttavia, non si risolve soltanto elencando i provvedimenti assunti, perché, come ho cercato di dire nell'interrogazione, si tratta di una situazione molto particolare di una valle isolata rispetto al resto del territorio e accessibile soltanto attraverso percorsi geologicamente a rischio. Non a caso, nella fase intercorrente tra la presentazione dell'interrogazione e la risposta di oggi è franato un altro tratto della strada statale SS240, in corrispondenza del lago di Ledro, a testimoniare i cambiamenti climatici in atto, abbinati al fatto che gli inverni sono miti e quindi l'effetto gelo-disgelo, che, come sappiamo, molto spesso è responsabile di disgregazioni della roccia, è aumentato e questo comporta problemi ulteriori.
Signor Sottosegretario, non credo che andare a riparare i danni, come è stato fatto fino ad ora dalla Provincia autonoma di Trento, sia di per sé sufficiente, nel senso che se dovesse succedere ancora che l'eccessiva pressione dell'acqua spinge il soffitto della galleria e lo fa cedere, non potremo continuare a interrompere i flussi di traffico e quindi i collegamenti tra una valle e il resto del territorio, su una strada percorsa ogni giorno da diverse migliaia di persone, se non pensando a qualcosa di alternativo. Con questa risposta, lei mi conferma che l'alternativa viene giudicata non praticabile, quindi adesso risistemiamo la galleria e ci auguriamo che Dio ce la mandi buona. Non so se sia davvero la soluzione finale, ma auspico che lo sia, perché chiaramente non ho nessun interesse che ci siano ulteriori incidenti. La mia paura, purtroppo, è che ce ne potranno essere.
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time.
(La seduta, sospesa alle ore 12,33, è ripresa alle ore 15).
Presidenza del vice presidente CENTINAIO
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle imprese e del made in Italy e il Ministro della salute.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
Il senatore Rosso ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00970 sulla realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale, per tre minuti.
ROSSO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, signor Ministro, più volte in questa legislatura abbiamo parlato in quest'Aula con lei di misure che aiutino a combattere l'inquinamento, le emissioni di gas serra e la promozione e diffusione delle fonti rinnovabili. In questo ambito il suo Ministero ha recentemente pubblicato il cosiddetto decreto agrivoltaico, in vigore dal 14 febbraio. Il decreto intende promuovere la realizzazione di agrivoltaici innovativi di natura sperimentale. Lo scopo è quello di rendere possibile la coesistenza delle attività agricole con la produzione di energia elettrica pulita. Da una parte le aziende agricole potranno contribuire agli obiettivi climatici e alla decarbonizzazione, dall'altra potranno trarne beneficio attraverso un contributo in conto capitale sull'investimento e una tariffa incentivante sull'energia immessa in rete.
Sicuramente questa coesistenza tra produzione agricola e produzione di energia elettrica consentirà di garantire risparmi e vantaggi all'attività primaria delle stesse aziende agricole.
Le chiediamo quindi, signor Ministro, quali sono le caratteristiche innovative, gli investimenti previsti, la potenza che prevedete verrà installata in Italia e i benefici attesi dall'agrivoltaico.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante. Il decreto ministeriale cosiddetto agrivoltaico rappresenta un tassello della grande sfida volta a far coesistere l'eccellenza agricola con soluzioni energetiche sostenibili. Assieme alle comunità energetiche questo è probabilmente uno dei provvedimenti più qualificanti per cambiare dal territorio il paradigma energetico del nostro Paese e guardare al futuro.
Il decreto si pone l'obiettivo di potenza installata complessiva pari almeno a 1,4 gigawatt e per una produzione indicativa di almeno 1.300 gigawatt entro il 2026. In questo contesto, il decreto cosiddetto agrivoltaico promuove soluzioni costruttive innovative, con la possibilità di coesistenza di più usi del suolo e con benefici aggiuntivi legati alla compatibilità della produzione di energia con le attività agricole, anche al fine del recupero dei terreni all'uso produttivo.
La misura prevede un contributo in conto capitale, nel limite del 40 per cento dei costi di investimento ammissibili, finanziato con oltre un miliardo di euro di risorse PNRR, cui si abbina un incentivo a tariffa della durata di vent'anni applicato alla produzione di energia elettrica netta messa in rete.
Le procedure di registro previste per complessivi 300 megawatt sono riservate ad impianti di potenza fino a un megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni; mentre le procedure competitive, per complessivi 740 megawatt, sono dedicate ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni o associazioni temporanee di impresa con almeno un imprenditore agricolo.
Un altro punto cardine del decreto è il sistema di monitoraggio dell'attività agricola sottostante per valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero di fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.
In conclusione, la misura vuol essere un volano per l'innovazione del settore e per gli obiettivi fissati per il 2030 dal Piano nazionale integrato energia e clima, in termini di quota totale di energia da rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, in un'ottica di sostenibilità ambientale, favorendo altresì la resilienza anche in chiave economica delle aziende agricole coinvolte.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Rosso, per due minuti.
ROSSO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, sono particolarmente soddisfatto della risposta del Ministro e mi complimento con lui per la capacità di una visione rivolta al futuro.
Gli americani direbbero che è un decreto win-win, ovvero dove vincono tutti. Vince il mondo dell'agricoltura che, attraverso soluzioni costruttive e innovative, permetterà la coesistenza di più usi del suolo, il recupero di terreni all'uso produttivo, il recupero della fertilità del suolo e la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici, ma vince anche l'ambiente, Ministro, e cioè vincono i cittadini, che avranno più risparmio idrico e una riduzione dell'inquinamento grazie all'aumento di produzione di energia elettrica pulita.
Questa misura agrivoltaica conferma ulteriormente la linea della maggioranza di centrodestra e di Forza Italia in merito agli obiettivi di decarbonizzazione, aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e indipendenza energetica.
Quindi, bravo ministro Pichetto, questo Governo dimostra che la tutela dell'ambiente non è solo ad appannaggio delle sinistre; anzi, a sinistra c'è chi si riempie sempre la bocca di proclami, ma i fatti li fa il Governo di centrodestra. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00976 sugli interventi governativi in materia di prezzi dei servizi e di politiche commerciali delle imprese straniere, per tre minuti.
FREGOLENT (IV-C-RE). Ministro Urso, forse per limiti personali, noi non riusciamo a comprendere quale sia la linea di politica industriale di questo Governo. Vi faccio qualche esempio.
Lei, Ministro, nel mese di agosto si è molto lamentato - e aveva ragione - sul caro dei biglietti aerei, tanto da dire che sarebbe intervenuto su Ryanair, cosa che ha fatto, salvo poi dover tornare indietro, anche perché l'Unione europea le ha ricordato che quello sarebbe stato un elemento contro la concorrenza; oppure dire che avreste messo un limite al prezzo del gasolio, salvo poi dimenticarsi nella legge di bilancio di non aumentare quelle diminuzioni delle accise che erano intervenute durante il Governo Draghi. Anche quando c'è una crisi industriale, la sensazione è sempre che la sua prima dichiarazione sia di intervento dello Stato nell'ambito industriale, salvo poi un po' di ravvedimenti. Le faccio un esempio che mi tocca molto da vicino, perché sono di Torino: quanto a Stellantis e alla crisi dell'auto, lei ha annunciato anche la disponibilità dello Stato di entrare in Stellantis, che sarebbe stata la prima volta in Italia. Lei mi dirà che la FIAT, la vecchia FIAT, ha ottenuto tanti soldi dagli italiani: questo è vero, ma è sempre stata un'impresa privata.
Veniamo a Ilva. In questo periodo abbiamo il decreto Ilva in 9a Commissione che evolve ogni settimana, però cos'è che ci preoccupa? Lei aveva detto che andava abbastanza bene la situazione, tanto da aver messo addirittura dei soldi pubblici, salvo poi doversi ravvedere di fronte alle manifestazioni di chi fa parte dell'indotto, che non ha ricevuto i soldi da parte dell'ex Ilva, dai sindaci di centrodestra e di centrosinistra.
Noi abbiamo audito tutti i Presidenti e casualmente, tranne un Presidente di centrosinistra (Emiliano), gli altri due Presidenti auditi (Toti e Cirio di centrodestra) hanno manifestato la preoccupazione per l'occupazione, per l'indotto e per il fatto che il nostro Paese non può fare a meno dell'acciaio.
Arrivo alla domanda: che cosa farete su Ilva? Noi non l'abbiamo capito. L'abbiamo avuta anche in audizione e mi è sembrata di nuovo un'interlocuzione sul presente piuttosto che una prospettiva sul futuro, posto che chi le parla non ha alcuna nostalgia di ArcelorMittal. Nel momento in cui si toglie un soggetto privato, però, cosa vuol dire? Si va verso la nazionalizzazione dell'acciaio o si trova un altro acquirente privato? E se sì, con quali condizioni? Ad esempio, lo scudo penale tolto in maniera improvvida dal Governo giallo-verde dubito che sia un elemento che faccia venire tanti privati in Italia, con una situazione dell'acciaio così complicata.
PRESIDENTE. Il ministro delle imprese e del made in Italy, senatore Urso, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
URSO, ministro delle imprese e del made in Italy. Rispondo all'interrogazione illustrata e anche a quella scritta e rispondo che non è vero - come affermato - che è stata ritirata la misura sul caro voli. Anzi, è stata resa più efficace, nel confronto con il Parlamento, rafforzando i poteri istruttori e sanzionatori dell'Autorità per la concorrenza. Da ciò è già conseguito un primo provvedimento dell'Autorità, che ha avallato la linea del Governo, e anche l'Europa ci ha dato ragione, aprendo a sua volta un focus sul caro voli.
Nell'interrogazione poi si parlava del caro taxi e non è vero che è stata fatta retromarcia in materia. Anzi, sempre con il decreto-legge asset, siamo intervenuti in maniera efficace a riformare il settore, laddove altri tre Governi avevano clamorosamente fallito: Monti nel 2011, Renzi nel 2016 e Draghi nel 2022, ritirando, loro sì, le riforme presentate in Parlamento. Infatti, con la nostra riforma, alcuni Comuni come Milano, Firenze e Bologna hanno già utilizzato la nuova efficace normativa per accrescere il numero di taxi in servizio.
L'interrogazione si riferisce anche all'inflazione. Bene, proprio questa mattina i dati Eurostat ci dicono che l'Italia e la Danimarca sono i due Paesi in Europa in cui l'inflazione cresce meno, con tassi annuali dello 0,9 per cento, a fronte della media dell'eurozona di tre volte superiore (2,8). Quando arrivammo al Governo, il tasso di crescita annuale era dell'11,8; oggi è la più bassa d'Europa.
In merito poi all'interrogazione che dice che noi utilizziamo troppo spesso lo strumento della golden power, faccio notare che, su 477 procedimenti di competenza del Ministero, è stato fatto ricorso alle prescrizioni in 26 casi (prescrizioni significa condizionamenti, liberando l'investimento a condizione di salvaguardare tecnologia, produttività e occupazione). Solo in un caso è stato fatto ricorso al potere di veto; solo in un caso su 477. Esso riguardava nello specifico un investimento riconducibile a un'operazione russa, a cui peraltro è collegato proprio un soggetto molto vicino alla forza politica che oggi mi rivolge il quesito. Se vi riferite a questa operazione, sappiate che noi non subordiniamo gli interessi nazionali agli interessi privati, mai.
In merito all'ex Ilva di Taranto, abbiamo nominato in poche ore il commissario, da tutti riconosciuto come la migliore scelta possibile (dai sindacati, tutti i sindacati, come da tutte le associazioni che rappresentano l'impresa), con l'obiettivo immediato di mettere in salvaguardia lo stabilimento, rilanciare la produzione, attivare il revamping degli altoforni, mettere in sicurezza gli impianti e i lavoratori; ciò al fine di realizzare le migliori condizioni per accogliere i nuovi investitori e contribuire al rilancio della siderurgia italiana.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Fregolent, per due minuti.
FREGOLENT (IV-C-RE). Signor Ministro, innanzitutto, se avete fatto tutte queste cose sui taxi, lo dica alla sua collega Santanchè, che non più tardi della scorsa settimana ha fatto un bellissimo tweet con cui denunciava la situazione drammatica dei taxi in Italia, come se non facesse parte di questo Governo.
Per quanto riguarda la golden power, le posso soltanto suggerire di scrivere anche il regolamento sulla golden power dell'idroelettrico. Avrebbero dovuto farlo entro sessanta giorni dalla concorrenza, ma questo non è ancora avvenuto, con il rischio di regalare, questo sì, a stranieri, l'acqua e l'energia.
Veniamo però al punto relativo all'Ilva. Lei ci rassicura che tutto andrà bene. Mi fa piacere, perché i lavoratori e l'indotto hanno bisogno di rassicurazioni. Avete nominato un commissario ieri, praticamente; quindi, non va tutto bene, altrimenti non ci sarebbe bisogno di un commissario. Al netto di ciò, lei dice che fate tutto per mettere a posto l'azienda, per poi darla a un privato. Ma qual è la strategia industriale che sta dietro a questo? Perché dal decreto non emerge e neanche dalle sue brevi parole in questa sede (saranno state brevi sicuramente per motivi di tempo).
Per rilanciare l'indotto e per rilanciare l'acciaio serve una politica industriale. Quindi farete un bando? Aprirete un bando ai privati? E con quali garanzie, per i privati che verranno a investire in Italia, di non essere sottoposti a quanto hanno vissuto già gli altri privati, cioè alla chiusura di forni da parte della magistratura e ai continui stop della produzione che di fatto sono avvenuti?
Infine, oggi abbiamo un commissariamento, ma sapete benissimo che i soggetti dell'indotto hanno una paura, fondamentale e fondata, dati gli emendamenti che avete presentato. La paura è quella di non ottenere quanto loro hanno già dato e prodotto, ma non hanno ricevuto indietro in soldi.
Il vostro emendamento prevede un limite per chi può accedere ai fondi. Ecco, io mi auguro che non ci sia nessun limite numerico, ma che coloro che hanno lavorato per Ilva vengano pagati tutti, dal primo all'ultimo.
PRESIDENTE. Il senatore Ancorotti ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00972 sulle politiche di sviluppo industriale nell'ambito della Presidenza italiana del G7, per tre minuti.
ANCOROTTI (FdI). Signor Presidente, ministro Urso, il 1° gennaio 2024 l'Italia ha assunto la Presidenza del G7, l'organizzazione che riunisce le sette maggiori potenze economiche a livello mondiale - che, lo ricordo, sono Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti - e alla quale partecipa anche l'Unione europea.
La Presidenza italiana durerà fino al 31 dicembre 2024 e prevede un fitto programma di riunioni tecniche ed eventi istituzionali, che si articolerà su tutto il territorio nazionale. Per lo sviluppo industriale sono previsti tre incontri, che si svolgeranno nelle prossime settimane, ai quali saranno invitati a partecipare anche i rappresentanti delle più significative imprese italiane.
Il primo dei tre eventi a presidenza italiana sarà il B7, il vertice delle confederazioni di industriali dei sette Paesi più sviluppati al mondo, che si terrà il 13 marzo prossimo a Verona. Il giorno dopo è prevista la prima riunione dell'anno dei Ministri del G7, avente ad oggetto industria, tecnologia e digitale, cui seguirà, il 15 marzo a Trento, il summit sull'intelligenza artificiale e sull'innovazione digitale. In questi incontri i Ministri e i rappresentanti delle prime sette potenze economiche mondiali dovranno individuare una linea comune per il futuro di questi settori strategici.
Le chiedo, signor Ministro, quali sono gli obiettivi che intende perseguire con la sua presidenza: di quali proposte si fa portatrice l'Italia e cosa si attende dagli incontri menzionati nella premessa che ho fatto?
PRESIDENTE. Il ministro delle imprese e del made in Italy, senatore Urso, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
URSO, ministro delle imprese e del made in Italy. Signor Presidente, la riunione su industria, tecnologia e digitale del 14 e 15 marzo a Verona e a Trento sarà la prima riunione ministeriale della presidenza italiana. Non a caso abbiamo deciso di focalizzarla sui temi più sfidanti per le imprese, in un'epoca di grandi cambiamenti tecnologici e geopolitici.
Alla vigilia di tale riunione ci sarà anche una conferenza dei portatori di interesse con i CEO delle più importanti aziende dei sette Paesi. Cercheremo di valutare come far convergere le nostre politiche industriali in questa delicata e difficile fase dell'agenda internazionale, in cui conflitti sempre più gravi sono intorno alla nostra Europa, con nuovi rischi per gli assetti geoeconomici globali.
Anche per questo abbiamo proposto, ben consapevoli del ruolo della nostra industria manifatturiera, di ripristinare la riunione ministeriale industria a distanza di sette anni da quella analoga precedente, proprio perché siamo convinti, oggi più che mai, che serva una chiara visione strategica di politica industriale condivisa con i nostri alleati. Sono stati invitati a partecipare anche Corea del Sud, Emirati Arabi e Ucraina, per il contributo importante che possono dare al confronto, segnale politico significativo in aree strategiche anche per la sicurezza e lo sviluppo economico.
L'Italia si farà portatrice di tre filoni.
Il primo filone è l'applicazione dell'intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti al tessuto industriale, con l'obiettivo di assicurare che lo sviluppo e l'adozione di nuove tecnologie siano funzionali a un incremento tangibile della produttività e della competitività dei nostri sistemi industriali.
Il secondo filone riguarda la sicurezza e resilienza delle catene di approvvigionamento e delle reti, con l'obiettivo di realizzare un coordinamento sui semiconduttori per ridurre la dipendenza da Paesi terzi e realizzare canali di connettività spaziali e sottomarini in sicurezza.
Circa il terzo filone, occorre sviluppare digitale sostenibile e inclusivo a livello globale, con un focus sull'Africa, in linea con il Piano Mattei, affinché anche quei Paesi beneficino delle potenzialità dell'intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti.
L'Italia è protagonista, finalmente, con una visione strategica, che coniuga interesse nazionale con la tutela dei valori fondamentali di libertà e la necessità di uno sviluppo sostenibile. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Ancorotti, per due minuti.
ANCOROTTI (FdI). Signor Presidente, non sfrutterò i due minuti, perché sono soddisfatto della risposta.
Signor Ministro, la ringrazio per il lavoro che ha fatto, che sta facendo e che sono certo svolgerà. Buon lavoro e grazie. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore De Poli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00978 sulla digitalizzazione in ambito sanitario, per tre minuti.
DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, oggi sottopongo all'attenzione del ministro della salute Orazio Schillaci una questione che mi sta molto a cuore, perché riguarda la sanità pubblica e quindi, di riflesso, la salute dei nostri cittadini.
Viviamo in un'epoca in cui la digitalizzazione è un processo che riguarda a trecentosessanta gradi le nostre vite. Il digitale e dunque le nuove tecnologie possono svolgere potenzialmente un importante ruolo anche e soprattutto in ambito sanitario. Questo Governo si è impegnato da subito su questo fronte. Ricordo l'impegno dell'Esecutivo e in modo particolare il suo, signor Ministro, per superare l'impasse del fascicolo sanitario elettronico, per cui a breve basterà accedere a questo dispositivo per conoscere tutta la storia clinica di un assistito. Dobbiamo proseguire con forza in questa direzione.
In linea con la prospettiva di creare una sanità formato 5.0, quindi completamente digitalizzata, ci sono le risorse, ad esempio quelle europee previste dal PNRR, in modo particolare con riferimento alla diffusione della telemedicina, al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico e alla digitalizzazione delle strutture ospedaliere.
In questo contesto la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale, ad esempio, rivestono un ruolo fondamentale anche, ma non solo, nel sistema di raccolta e analisi dei dati. Il dato oggi - come ben sappiamo - è una materia fondamentale e lo è ancor di più se si intende utilizzarlo in maniera strategica per definire una programmazione sanitaria efficace, per promuovere la ricerca e, soprattutto, per definire i giusti ed efficaci percorsi per la prevenzione delle malattie.
Se è vero che tanto lavoro è stato fatto, è certamente altrettanto vero che tanto lavoro resta ancora da fare. La sfida di una sanità digitale e sostenibile - come ha detto lei più volte, signor Ministro - è cambiare completamente il paradigma per fortificare il nostro Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo cambiare modello.
Al ministro Schillaci chiediamo, come Gruppo UDC-Coraggio Italia-MAIE, quali siano state le azioni finora intraprese dal Governo per sostenere la transizione digitale del Servizio sanitario nazionale e quali saranno le prossime misure messe in campo dall'Esecutivo per sfruttare le risorse del PNRR nella sanità digitale, intesa come sinonimo di prossimità, per la sua capacità di portare il Servizio sanitario a domicilio del paziente; una sanità digitale intesa anche come sinonimo di sanità sostenibile per portare a una riduzione degli accessi impropri, e quindi più efficiente ed efficace, e per dare più servizi ai cittadini in tempi sempre più veloci e, più in generale, mettendo in campo tutte le possibili soluzioni volte a migliorare la vita degli italiani. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante per il quesito. Al riguardo voglio ricordare che il principale obiettivo del Servizio sanitario nazionale in Italia oggi è quello di promuovere un nuovo modello assistenziale di presa in carico che vede il domicilio come primo luogo di cura, con particolare riferimento ai pazienti cronici e fragili, in coerenza con il quadro normativo della riforma dell'assistenza territoriale, nell'ambito di un progetto unitario di riforma dell'assistenza del territorio con l'integrazione del digitale.
In questo contesto, la sanità digitale rappresenta uno strumento con cui raggiungere tale obiettivo.
Si stanno portando avanti diverse politiche e investimenti finalizzati a promuovere l'avanzamento tecnologico e digitale del nostro Sistema sanitario nazionale. A tale scopo sono stati destinati circa 3 miliardi di euro del finanziamento europeo NextGenerationEU. Nello specifico, 1,3 miliardi sono dedicati al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico, 1,5 miliardi alla telemedicina e circa 200 milioni di euro per investimenti volti a creare piattaforme informatiche nazionali, sviluppo e adozione di nuovi flussi informativi nazionali e strumenti digitali di governance. L'investimento relativo al fascicolo sanitario elettronico, in particolare, ha l'obiettivo di garantire la completa diffusione sul territorio nazionale e di rafforzarne l'utilizzo in ottica di monitoraggio e programmazione dei servizi sanitari. L'investimento prevede un processo di armonizzazione della raccolta dei dati che permette di migliorare la qualità degli stessi e la creazione di un ecosistema di dati sanitari.
Per quanto riguarda la telemedicina, nel 2023 è stata realizzata dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) la piattaforma nazionale di telemedicina con funzioni di governo e monitoraggio delle prestazioni sanitarie. Questa piattaforma permette di armonizzare a livello nazionale codifiche standard, implementare e gestire i processi, monitorare l'attuazione e la misurazione dei reali benefici e i risultati conseguiti. All'interno dell'investimento è in corso, inoltre, la realizzazione delle infrastrutture regionali di telemedicina, attraverso le quali avverrà l'erogazione dei servizi sanitari da remoto.
Consapevoli dell'importanza del governo delle attività di digitalizzazione e dell'impatto di quest'ultime sull'organizzazione dei servizi sanitari, lo scorso anno è stata istituita presso l'Agenas l'Agenzia nazionale di sanità digitale, con il compito di definire, aggiornare e diffondere documenti di indirizzo e linee guida prescrittivi per Regioni e Province autonome.
Evidenzio altresì che mediante i fondi del PNRR viene finanziata la realizzazione di una piattaforma di intelligenza artificiale a supporto delle cure primarie, per aiutare il medico nelle attività di cura e a snellire il carico amministrativo e organizzativo.
Infine, nell'interrogazione del senatore De Poli spicca una parola importante che guida il nostro mandato: «sostenibilità». Il cambiamento degli scenari e degli stili di vita ci chiede di ripensare il Servizio sanitario nazionale per renderlo equo per tutti e per davvero. Innovazione e digitalizzazione saranno la chiave di un nuovo modello basato sulla prevenzione e sull'anticipazione delle patologie. Questo Ministero sarà a fianco di tutte le Regioni che stanno lavorando per rendere le strutture più efficienti ed efficaci. Allo stesso tempo, non mancheremo di vigilare su sprechi e inadeguatezze.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Poli, per due minuti.
DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, mi ritengo particolarmente soddisfatto dalla risposta del signor Ministro, soprattutto perché in questo contesto vince la salute dei nostri cittadini.
Il signor Ministro ha appena citato nel suo intervento la parola «sostenibilità», che significa anche fare prevenzione e far sì che si prenda in carico il cittadino direttamente dal suo domicilio, in un quadro completo del suo percorso di vita. Credo che questa sia la vera sfida che abbiamo di fronte e per me è la più grande che abbiamo in Italia, come in Europa e nel mondo: far sì che la salute di ognuno di noi sia la cosa più importante che abbiamo.
Tra l'altro - come il signor Ministro ha appena detto - abbiamo di fronte 3 miliardi di investimenti e 1.350 case di comunità e ciò significa portare l'ospedale e i servizi nel territorio, con contesti di digitalizzazione e di rete, per riuscire in velocità ad abbattere la burocrazia che normalmente troviamo all'interno non solo della sanità, ma in tutto il contesto pubblico della nostra Nazione.
Proprio per questo motivo uso una parola forse non consueta, ma che mi piace in questa sede: bravo, signor Ministro, perché la salute di ognuno di noi è il bene più grande che abbiamo. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Unterberger ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00975 sulle pratiche cruente nell'allevamento dei tacchini, per tre minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Presidente, signor Ministro, secondo un'inchiesta pubblicata dalla «Kronen Zeitung», il più diffuso quotidiano austriaco, all'interno degli allevamenti italiani sarebbe praticato il cosiddetto toe trimming. Si tratta della bruciatura della punta delle zampe di tacchini appena nati che, secondo tutti gli studi, è fonte di enorme sofferenza per gli animali. Tale procedura viene effettuata solo per massimizzare i profitti, per evitare che i tacchini ammassati negli allevamenti intensivi si graffino a vicenda, compromettendo la qualità delle carni.
In Austria, dove la pratica è vietata, il toe trimming degli allevatori italiani solleva da tempo numerose reazioni. Le locali organizzazioni degli allevatori chiedono che gli esercizi commerciali eliminino dai loro scaffali prodotti italiani o che, in alternativa, non vengano esposti accanto a quegli austriaci, perché le carni austriache sono prodotte garantendo meno sofferenze per gli animali e per questo possono avere prezzi più alti.
Considerato che il decreto legislativo n. 146 del 2001, in attuazione della direttiva europea sulla protezione degli animali negli allevamenti, prevede di non praticare procedimenti di allevamento che possano provocare agli animali in questione sofferenze o lesioni, anche se non sono previste disposizioni sulle modalità di trattamento negli allevamenti con riferimento ai tacchini, è da supporre che la pratica del toe trimming sia in violazione di tali norme.
Inoltre l'inchiesta giornalistica rischia di compromettere un comparto che fa del made in Italy un sinonimo di qualità e che invece potrebbe essere associato a pratiche che causano sofferenze agli animali.
Si chiede pertanto di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della diffusione della pratica del toe trimming all'interno degli allevamenti di tacchini, se può fornire informazioni sul numero di allevamenti di tacchini presenti sul territorio italiano e se non intenda introdurre apposite disposizioni legislative volte a ridurre la densità di chilogrammi per metro quadrato negli allevamenti di tacchini e vietare esplicitamente la pratica del toe trimming.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante per quanto segnalato e al riguardo rappresentato prioritariamente che negli ultimi decenni il rispetto e la protezione degli animali hanno assunto un interesse sempre maggiore nella nostra società. Questo principio ha influenzato anche la legislazione comunitaria, portando non solo ad emanare numerose forme finalizzate alla protezione degli animali, ma anche a riconoscere la necessità di tener conto, nell'attuazione delle politiche dell'Unione europea, delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti.
Ciò premesso, con riferimento alla troncatura delle unghie delle tacchine di un giorno di vita, mi preme rappresentare che nel 2019 il Ministero della salute, acquisito il competente parere del Centro di referenza nazionale per il benessere animale, ha indicato agli assessorati alla sanità la possibilità di ricorrere al procedimento del microwave claw processor (MCP), avvalendosi di personale qualificato e adeguatamente formato allo scopo. Detto procedimento ha aggiornato la previgente pratica della troncatura delle unghie nell'ottica di ridurre al minimo lo stato di sofferenza.
Nello specifico. il parere reso dal Centro di referenza nazionale per il benessere animale ha consentito di rilevare che il procedimento MCP, meglio tollerato rispetto ad altre tecniche tradizionali, porta ad un'incidenza ridotta di graffi e lacerazioni cutanee, tipiche delle tacchine femmine, che tendono a saltare sopra agli altri animali nella fase di allevamento e di trasporto, causando sofferenze ed effetti negativi sulla salute animale. Si è potuto accertare pertanto un riscontro positivo a favore della metodica MCP nel rapporto tra beneficio e danno rispetto al benessere degli animali allevati.
Con riferimento alla richiesta di informazioni riguardo al numero degli allevamenti presenti sul territorio nazionale, rappresento che alla banca dati nazionale dell'anagrafe zootecnica al 31 dicembre scorso risulta che in Italia sono registrati 795 allevamenti di tacchini da ingrasso, per un totale di 9.082.322 capi, e 53 allevamenti di tacchini da riproduzione, per un totale di 427.581 capi.
In conclusione è intenzione del Dicastero che rappresento proseguire rafforzando il monitoraggio sul benessere degli animali, sia in allevamento sia al momento della macellazione, con sistemi innovativi digitalizzati quale quello messo a punto dal predetto centro di referenze, denominato classyfarm, per avere ulteriori elementi di valutazione nell'ottica di assicurare comunque agli animali allevati condizioni di benessere sostenibili nell'ambito degli standard definiti dall'Unione europea.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Unterberger, per due minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, Cb)). Signor Ministro, riassumendo, mi conferma che questa pratica in Italia è normale e mi dice che va fatta in un modo che fa soffrire il meno possibile gli animali. Il fatto però che in altri Stati che hanno uno standard di tutela degli animali molto più elevato, come l'Austria, sia vietato dimostra che non è una pratica che non procura tante sofferenze agli animali.
La pregherei di valutare se non sia necessario introdurre anche in Italia il divieto di questa pratica e aumentare gli spazi e la superficie per i tacchini, che porterebbe allo stesso risultato senza arrecare atroci sofferenze agli animali.
PRESIDENTE. La senatrice Versace ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00974 sulla fornitura di ausili protesici alle persone con disabilità per lo svolgimento di attività sportive, per tre minuti.
VERSACE (Misto-Az-RE). Signor Presidente, nel ringraziare il Ministro per la sua presenza, ricordo che il decreto-legge n. 34 del 2020, più noto come decreto rilancio, prevedeva di istituire, grazie peraltro a un emendamento a mia prima firma che allora fu accolto, un fondo sperimentale di 5 milioni di euro per contribuire a rimuovere gli ostacoli che impediscono di fatto la piena inclusione sociale delle persone con disabilità, attraverso l'erogazione di ortesi, protesi, ausili e dispositivi di tecnologia avanzata, funzionali anche all'attività sportiva amatoriale.
Ebbene, occorreva un decreto ministeriale, chiaramente del Ministro della salute, di concerto con il MEF e d'intesa con le Regioni; un'intesa che tardò ad arrivare, ma che nel 2022 arrivò finalmente; e poi è arrivato questo decreto, il 22 agosto 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel dicembre 2022.
Il tema qual è? Perché ho voluto ripercorrere le date? Le date le ho volute ripercorrere perché, ad oggi, i suoi effetti risultano deludenti e la misura prevista è sostanzialmente inapplicata per l'assenza d'informazione delle preposte strutture del Servizio sanitario nazionale. Mi arrivano sollecitazioni e frequenti segnalazioni di persone con disabilità che fanno richiesta, che hanno tutti i requisiti, ma si trovano davanti all'assenza totale di indicazione dei vertici delle amministrazioni competenti alle aziende sanitarie locali (ASL) e alle agenzie di tutela della salute (ATS). È mancata la comunicazione e non si capisce esattamente dove si sia impuntato il carro, per così dire.
Gliela faccio breve: le chiedo di sapere esattamente, Ministro, cos'ha fatto per monitorare l'utilizzo di questa misura e, in particolare, se ha modo di relazionare su quante e quali Regioni hanno di fatto ripartito questo fondo e ne hanno disciplinato l'utilizzo. Questa sperimentazione serviva per dimostrare la reale esigenza, urgente e sentita, di un concreto aggiornamento del nomenclatore nazionale tariffario e dei livelli essenziali di assistenza (LEA), di fatto tutt'oggi obsoleto. Molte officine ortopediche applicano ancora un nomenclatore del 1999. Lei ha recentemente affermato di essersi adoperato per l'aggiornamento di quello legato al 2017, ma io le posso garantire che tuttora i dispositivi di tecnologia avanzata, anche funzionali all'attività sportiva amatoriale, non sono di fatto menzionati.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante per il quesito posto e rappresento che il Ministero della salute ha dato piena attuazione al decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, adottando il decreto ministeriale 22 agosto 2022, nel quale sono stati definiti tetti di spesa per ciascuna Regione che accede al Fondo sanitario nazionale con i criteri per l'erogazione degli ausili, ortesi e protesi degli arti inferiori e superiori.
L'articolo 3 del suddetto decreto, in particolare, ripartisce tra le Regioni il finanziamento pari a 5 milioni per l'erogazione delle protesi e degli ausili. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto costituisce di per sé una comunicazione da parte del Ministero a tutte le Regioni e ai soggetti interessati, senza che si debbano a tal riguardo attuare ulteriori adempimenti informativi.
Per quel che concerne il monitoraggio, si rileva che l'articolo 2 prevede che il modulo di prescrizione dei dispositivi oggetto della sperimentazione indichi le modalità di follow up del programma, nonché la verifica degli esiti. Tale follow up dev'essere effettuato dal medico specialista responsabile della prescrizione. Le aziende sanitarie erogatrici delle protesi e degli ausili, di cui all'allegato 1 del decreto ministeriale in questione, al termine della sperimentazione, devono trasmettere una relazione alla Regione o Provincia autonoma recante l'elenco dei dispositivi erogati e una sintesi degli esiti. Questa previsione colloca il monitoraggio degli esiti a livello regionale, in quanto i medesimi saranno valutati solo a conclusione del previsto percorso di erogazione clinico assistenziale dei dispositivi in parola.
Al riguardo si rammenta che l'articolo 104 dello stesso decreto del 2020, non essendo corredato da relazione tecnico-finanziaria, ha fin dalla fase istruttoria determinato problemi applicativi, esaminati anche in collaborazione con il MEF. Pertanto, è stato necessario richiedere un parere al Consiglio superiore di sanità, effettuare diverse interlocuzioni con il coordinamento tecnico dell'area assistenza territoriale della Commissione salute, nell'ambito dell'attività istruttoria svolta in seno alla Conferenza Stato-Regioni.
La disciplina specifica che regolamenta l'erogazione dei dispositivi sportivi per disabili va rinvenuta nel regolamento per l'erogazione a titolo gratuito di ausili destinati all'avviamento alla pratica sportiva dei disabili di cui alla legge 27 dicembre 2017 e successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 aprile 2021. Le strutture già operanti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, individuabili sia nella banca dati relativa alle diverse tipologie di ausili sportivi con le indicazioni dei relativi costi massimi ammessi rivolti a soddisfare le esigenze connesse all'avviamento dell'esercizio alla pratica sportiva, sia nella piattaforma online per consentire ai beneficiari di richiedere direttamente gli ausili sportivi da assegnare in comodato d'uso gratuito, avrebbero però sicuramente assicurato una procedura più snella di erogazione e di fruizione.
L'attribuzione delle risorse sperimentali al Ministero della salute, più esigue di quelle assegnate al Dipartimento dello sport, ha invece determinato la necessità di risolvere una serie di complesse questioni attuative, al fine di delineare un iter di erogazione del tutto innovativo e inconsueto per le strutture di assistenza protesica regionali. Ne deriva che, coerentemente con la previsione dell'articolo 2, comma 2, del decreto ministeriale in parola, le aziende relazioneranno alle Regioni sugli esiti della sperimentazione.
Senatrice, come vede, non stiamo trascurando il dossier, che da Ministro e da medico considero parte non differibile della nostra missione. Le categorie fragili sono la nostra priorità, perché deboli e soprattutto perché, tutelando loro, potremo davvero dire di aver rispettato in pieno il mandato costituzionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Versace, per due minuti.
VERSACE (Misto-Az-RE). Signor Ministro, con il massimo del rispetto, non metto in dubbio la sua attenzione e la sua sensibilità, però le devo portare una Polaroid, una fotografia dello stato dell'arte. Lo so che il Ministero ha fatto quello che doveva, ma non ha raccolto poi sostanzialmente i feedback che comunque erano previsti nel decreto. Per mia personale esperienza e su mia personale sollecitazione a diverse Regioni, su venti Regioni ho avuto conferma e contezza che solo tre hanno di fatto emanato le delibere. Molte ASL territoriali non sono neanche a conoscenza del fondo. Ci sono tantissime persone con disabilità che, avendo io ovviamente negli anni pubblicizzato questa grande conquista - perché di fatto è stata tale - lamentano una cattiva informazione, se non addirittura una sua assenza totale.
Signor Ministro, noi - tutto l'arco parlamentare, in modo trasversale - tempo fa abbiamo vantato la grande ed epocale vittoria di aver inserito lo sport nella Carta costituzionale. Nonostante però lo sport sia menzionato nella legge delle leggi, se poi di fatto a cascata anche gli altri attori competenti non si adoperano per garantire e tutelare questo diritto a tutti, di fatto rimane marcata una discrepanza esagerata, che non si può più tollerare. Stiamo dicendo a tante persone con disabilità che lo sport è un lusso, quando dovrebbe essere un diritto, fermo restando che, al di là della scelta libera di praticarlo o meno a livello agonistico, è risaputo che la pratica sportiva, anche solo amatoriale, migliora lo stato di salute.
Ministro, concludo velocemente e semplicemente chiedendole un'accortezza maggiore per un reale e concreto aggiornamento del nomenclatore. Dobbiamo smettere di guardare queste come voci di spesa: dobbiamo guardarle come investimenti a lungo termine, perché migliore è lo stato di salute anche di una persona con disabilità oggi, minore si presuppone sarà l'assistenza che le dovremo dare domani. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Mazzella ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00971 sulle azioni di prevenzione del virus Dengue, per tre minuti.
MAZZELLA (M5S). Signor Ministro, il 14 febbraio 2024 il Ministero della salute ha emanato una circolare nella quale ha disposto l'innalzamento del livello di allerta relativamente alla diffusione della Dengue, nella quale ha disposto alle unità di frontiera di intensificare i controlli sulle merci e sui mezzi provenienti dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia.
Con il termine Dengue si intende una malattia virale trasmessa da zanzare del genere Aedes, infettate dal virus Dengue, di cui esistono quattro diversi sierotipi. Più specificatamente, si tratta di una malattia infettiva ampiamente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali, in grado di determinare la comparsa di focolai epidemici anche in Europa, nelle aree in cui il vettore è presente e attivo. La Dengue, in genere, causa sintomi simil-influenzali, ma a volte può manifestarsi in una forma grave, chiamata anche Dengue emorragica, che può essere mortale.
Tale malattia non è contagiosa direttamente da uomo a uomo, ma la trasmissione da persona a persona è possibile solo attraverso gli insetti che, per la Dengue, sono le zanzare. In particolare, il virus circola nel sangue della persona infetta da due a sette giorni e viene quindi prelevato e trasmesso ad altri individui tramite la puntura di zanzara. Pertanto, anche gli emoderivati dovrebbero essere attenzionati.
Nel 2023, in Europa sono tre i Paesi che hanno registrato casi ed epidemie autoctone sporadiche di Dengue, tra il 1° gennaio e il 5 dicembre 2023, e l'Italia risulta purtroppo prima, con 82 casi, seguita da Francia e Spagna, con soli tre casi.
Ciò premesso, chiedo di sapere da lei, signor Ministro, se sia a conoscenza di eventuali segnalazioni di casi sospetti all'interno del perimetro nazionale e se presso i punti di ingresso in Italia (porti, aeroporti e scali merci) siano state già attuate tutte le misure possibili di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi così come previste nel Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (PNA) 2020-2025.
Le chiedo se ritienga di aver già provveduto a realizzare una dotazione di vaccini in grado di proteggere la popolazione a rischio o se abbia già adottato altri interventi di sorveglianza delle popolazioni da insetti vettori potenzialmente letali.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio il senatore Mazzella, perché mi consente di confermare in sede parlamentare quanto già espresso a margine di un evento dedicato alle tematiche della salute tenutosi ieri a Roma.
Riguardo alla patologia virale Dengue, la situazione in Italia è sotto controllo. Siamo allertati e stiamo facendo tutto ciò che è necessario. Tra le misure preventive adottate, riveste un particolare rilievo la nota circolare del 14 febbraio scorso, diramata dal Ministero a tutti i dipendenti di uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera periferici e servizi territoriali per l'assistenza sanitaria al personale navigante (USMAF-SASN).
Con questa nota, nello specifico, sono state date disposizioni al fine di attuare, immediatamente e con prontezza, tutte le misure previste dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi, con riferimento specifico alla Dengue e alla prevenzione dell'introduzione della zanzara Aedes aegypty, principale vettore della malattia, attualmente non ancora presente in Italia.
Ciò si è reso necessario per poter fornire pronta risposta all'aumento dei casi globali di Dengue soprattutto in Centro e Sud America e all'approssimarsi della stagione delle piogge nella fascia tropicale, e per garantire una maggiore sensibilizzazione nei riguardi dell'adesione alle necessarie misure di prevenzione.
Desidero sottolineare che l'Italia si contraddistingue come il primo Paese europeo ad aver posto in essere immediatamente le misure di prevenzione della Dengue, attraverso l'azione del Ministero della salute e dei dipendenti degli uffici periferici di sanità marittima, aerea e di frontiera collocati nei principali porti ed aeroporti italiani. Inoltre, l'Italia è tra i Paesi europei che hanno previsto, fin dall'epidemia della patologia zika in America meridionale e centrale, misure specifiche di disinfettazione degli aeromobili ai punti di ingresso e misure di igiene ambientale nei porti ed aeroporti.
Per quanto concerne la dotazione del vaccino contro la Dengue, destinato all'utilizzo nell'ambito della medicina dei viaggi, preciso che in Italia è dispensato il vaccino denominato Qdenga. Allo stato attuale, il suo acquisto rientra nelle competenze dei servizi sanitari regionali.
In merito alla segnalazione di casi sospetti, in applicazione del PNA 2025, la sorveglianza degli eventuali casi importati di malattia da virus Dengue nel territorio nazionale si estende per tutto l'anno, con la raccomandazione alle Regioni di potenziare il sistema di sorveglianza nel periodo di maggior attività vettoriale in termini di tempestività e sensibilità, per permettere l'identificazione rapida dei casi sospetti, per avere un'immediata e necessaria azione di controllo e per ridurre ogni rischio di trasmissione autoctona.
Queste attività sono state effettuate anche nel corso della stagione vettoriale 2023. Sono stati registrati 362 casi di Dengue, 82 dei quali autoctoni. Questi dati sono in via di consolidamento. Per il corrente anno, nel territorio nazionale sono stati identificati, al 21 febbraio 2024, 48 casi confermati di Dengue, tutti importati.
Alla luce della panoramica illustrata, non posso che ribadire che la situazione in Italia oggi non risulta allarmante.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Mazzella, per due minuti.
MAZZELLA (M5S). Signor Ministro, intanto evidenzio che la circolare - come lei ha affermato - è del 14 febbraio. In quest'Aula io avevo chiesto un'informativa urgente e, quanto a prontezza di riflessi, dopo una settimana non mi sembra proprio che sia stata veramente data una risposta urgente.
Detto ciò, effettivamente i casi - come lei ha affermato - sono molto di più di quegli 82 che ho citato, perché quelli erano solo gli autoctoni. Molto probabilmente nei casi non autoctoni si tratta di persone che sono andate a fare viaggi nei Paesi che hanno questo tipo di virosi, quindi sono passati proprio per gli USMAF e le unità territoriali, dove sostanzialmente viene presentato un documento per la vaccinazione. Vorrei rilevare che in questo documento con cui si dà il consenso per la vaccinazione la Dengue non viene proprio nominata.
Vi invito veramente a rivedere il piano delle arbovirosi al fine di migliorare i protocolli per la raccolta delle informazioni sulla Dengue, nominando anche la Dengue in questo piano, soprattutto dando maggiori informazioni alla popolazione sulla possibilità che possa diffondersi, se non vengono applicate le norme di profilassi come le vaccinazioni. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Borghi Claudio ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00969 sulle prospettive di riforma dell'OMS e l'aumento della cogenza delle sue prescrizioni, per tre minuti.
BORGHI Claudio (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, questa volta parliamo di un trattato pandemico, mentre l'ultima volta parlavamo del regolamento pandemico. Cerchiamo quindi di fare un minimo di chiarezza per chi ci ascolta, perché sono cose molto diverse.
Nello specifico, con trattato pandemico si intende quello che dovrebbe essere concordato fra gli Stati membri dell'Organizzazione mondale della sanità (OMS) nell'assemblea di maggio. Nella stessa data è prevista anche la possibilità di modifica del regolamento sanitario internazionale. Si tratta di due appuntamenti che, come parlamentare, ritengo molto importanti, perché stiamo parlando di due cose - una è un trattato internazionale e l'altra è un regolamento già in vigore - che diventerebbero sovraordinati al nostro ordinamento. Il trattato internazionale sappiamo che setta conoscenze che, in quanto accettate a livello mondiale, diventano superiori al nostro ordinamento; la stessa cosa accade con i regolamenti che - come abbiamo imparato per quelli dell'Unione europea - diventano immediatamente esecutivi.
Da legislatore, è dunque ovvio che mi ponga qualche problema. Abbiamo visto alcune bozze, ma capisce che non è esattamente una cosa utile dover andare a cercare bozze su Internet per parlare di temi di siffatta rilevanza. Non voglio entrare nel dettaglio di cosa sia o di cosa sia diventata l'OMS, ma le critiche che si stanno levando in giro per il mondo su quest'organizzazione sono ampie e probabilmente ne riparleremo. Una cosa è un accordo fra le Nazioni e un'altra è un'organizzazione in cui il peso dei privati sta diventando preponderante. Capite che i sospetti di conflitto d'interesse e quant'altro diventino molto problematici dal punto di vista di un legislatore.
Vorrei sapere a che punto siamo con le negoziazioni e se è possibile intervenire a monte. Come abbiamo visto con il caso del MES - sono sempre tre lettere, ma alla fine l'arrivo è sempre quello - non vorremmo dover intervenire poi in sede di ratifica per dire di no in quella fase. Si può fermare prima? È una deriva che probabilmente porta a cose che sono auspicabili per l'OMS - per carità, le vogliamo tutti bene - ma non necessariamente per gli Stati, per cui non vorremmo veramente essere costretti a dover fermare una valanga, quando si potrebbe fermare la palla di neve.
Vorremmo quindi sapere a che punto sono le negoziazioni e se è possibile iniziare a far valere il nostro potenziale dissenso a monte, invece che a valle. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti per le osservazioni sollevate.
Al riguardo segnalo che nel dicembre 2021, in occasione della seconda sessione speciale dell'Assemblea mondiale della sanità, i 194 Stati membri dell'OMS hanno determinato all'unanimità di stabilire un organismo di negoziazione intergovernativo finalizzato alla redazione e alla negoziazione di una convenzione, un accordo o altro strumento internazionale sulla prevenzione e preparazione in risposta alle pandemie. Parallelamente, è stato avviato un processo negoziale per la revisione del regolamento sanitario internazionale. L'avvio di quest'attività negoziale è stato oggetto della decisione del Consiglio dell'Unione europea del 3 marzo 2022. La finalità di questi strumenti è quella di supportare gli sforzi internazionali volti a rafforzare i sistemi sanitari alla luce degli insegnamenti tratti dalla pandemia, proprio partendo dalle criticità evidenziate nella gestione del Covid-19.
Anche in più contesti internazionali multilaterali (il G7 e il G20), nonché europei, inclusi i summit più recenti, da ultimo in particolare il vertice G7 svoltosi a Hiroshima il 20 maggio 2023, è stato ribadito il supporto dei leader alla prosecuzione delle attività negoziali e al raggiungimento degli obiettivi prefissati, ovvero quello di avere strumenti rapidi, efficaci e più equi per rafforzare le capacità nazionali, regionali e mondiali, per consentirci di rispondere meglio nel caso in cui si verificasse un'altra emergenza sanitaria.
Alla luce di quanto illustrato, evidenzio che l'Italia partecipa ai processi di negoziazione anche nell'ambito del coordinamento europeo, attraverso la rappresentanza permanente a Ginevra, con la collaborazione tecnica del Ministero della salute, assicurando la difesa e la tutela degli interessi nazionali, primi fra tutti i principi di equità, uguaglianza e universalità, che sono alla base dei nostri fondamenti costituzionali della tutela della salute.
Infine, senatore Borghi, assicuro che il tema è presidiato e che le azioni, anche data la nostra Presidenza del G7, saranno in continuità con quanto già iniziato da questo Governo, della cui maggioranza anche lei è parte. Siamo in piena continuità con quanto il presidente del Consiglio Meloni ha già affermato in Giappone e in tutte le sedi non mancheremo di portare avanti gli interessi dell'Italia e degli italiani.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Borghi Claudio, per due minuti.
BORGHI Claudio (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro. Sono convinto che porterete avanti i nostri interessi, ma ricordiamoli, perché almeno devono essere chiari.
Questo è un Governo che deve recuperare sovranità e non deve cederla. Un Governo che firma o si aggrega a trattati internazionali, che spesso e volentieri ci vedono parte minoritaria, non segue sicuramente i nostri interessi. Un Governo che si adegua a un regolamento che può essere infiltrato o colorato da interessi privati non fa i nostri interessi.
Grazie a quello che ci ha detto, confido che, se queste cose non saranno rispettate, noi diremo di no in maniera tempestiva. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Zampa ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00973 sul divario tra Nord e Sud Italia nella qualità dell'assistenza sanitaria, per tre minuti.
ZAMPA (PD-IDP). Signor Ministro, con quest'interrogazione abbiamo inteso richiamare l'attenzione sua e del Governo su un tema di cui davvero siamo enormemente preoccupati: è un dramma che si chiama disuguaglianza, disparità nell'accesso al Servizio sanitario nazionale e che si traduce in disparità delle condizioni di salute di cittadini che devono essere uguali in base alla Costituzione.
Di recente l'Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno (Svimez), in collaborazione con Save the Children, ci ha messo sotto gli occhi dati incontrovertibili: divari territoriali evidenti già a partire dalla nascita, nonostante il Servizio sanitario nazionale sia un'eccellenza per la cura dei bambini. Eppure, queste disuguaglianze territoriali sono tanto accentuate che gli ultimi dati Istat disponibili ci parlano di tasso di mortalità infantile entro il primo anno di vita molto diverso: 1,8 decessi ogni 1.000 nati vivi in Toscana, il doppio in Sicilia e più che il doppio, purtroppo, in Calabria.
Questi divari sono aumentati anche a causa del sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale: è inutile richiamare la solita percentuale del PIL che ci vede molto al di sotto della Germania e della Francia, a fronte di un contributo privato comparativamente elevato e in Italia assai più elevato che in Francia e Germania. Con la legge di bilancio non abbiamo visto arrivare un reale rafforzamento del Servizio, anzi denunciamo pochi interventi parziali, privi di visione d'insieme e il privilegio di privati accreditati, a conferma di una volontà del Governo che sembra evidente, tesa a destrutturare il sistema sanitario pubblico.
Colpiscono i dati sui livelli di spesa per abitante mediamente più contenuti nelle Regioni del Sud: cito semplicemente che la spesa media è di 2.140 euro, mentre in Calabria è pari a 1.748 euro.
A fronte di tutto ciò, gli stessi Svimez e Save the Children in questo rapporto ci dicono che con l'autonomia tutto potrebbe enormemente peggiorare, basta immaginare che le Regioni a statuto ordinario possono richiedere il trasferimento di funzioni, risorse umane, finanziarie e quindi addirittura aprire una concorrenza tra loro al ribasso per il Mezzogiorno. È infatti il Mezzogiorno che soffre più di tutti.
In un contesto in cui i LEA non hanno ancora copertura finanziaria integrale e cinque delle otto Regioni del Mezzogiorno sono inadempienti, noi le domandiamo di spiegarci o di illustrare a noi e al Paese come si pensa davvero di rispondere alla concreta probabilità che gli inaccettabili divari territoriali possano ulteriormente aumentare a causa dell'autonomia differenziata, fino a creare una frattura difficilmente sanabile e profondamente ingiusta. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti per aver segnalato le preoccupazioni correlate all'attuazione del principio di autonomia differenziata.
In via prioritaria e in estrema sintesi, osservo però che l'Italia non ha mai finanziato il Servizio sanitario nazionale con più del 7 per cento del PIL, con la sola eccezione del periodo del Covid. Non è possibile effettuare comparazioni tra i diversi Paesi utilizzando questo indicatore, che chiaramente dipende molto dalla ricchezza prodotta e non permette di apprezzare la dinamica del valore assoluto delle ingenti risorse messe a disposizione.
Il sistema sanitario nazionale ha una matrice universalistica e, come chiarito dall'OMS in uno studio del 2009, ripreso recentemente dall'ufficio valutazione di impatto del Senato nel giugno scorso, i sistemi universalistici consumano il 3-4 per cento in meno di risorse per raggiungere pari livelli di salute. Questo impone attenzione, quando si fanno questi confronti internazionali.
Il Ministero della salute è impegnato in via prioritaria a restituire ai cittadini un equo accesso alle cure per l'uniforme fruizione in tutto il territorio nazionale dei LEA da parte di tutti i cittadini della Nazione, cosa che negli anni passati non è sempre stata pienamente garantita. Quest'obiettivo strategico viene conseguito rinforzando da un punto di vista della dotazione finanziaria il nostro sistema, ma anche adeguando il modello di governo del rapporto fra Stato e Regioni. Per questo, come già anticipato, adotteremo un modello di programmazione sanitaria centrato sullo strumento del piano sanitario nazionale, che testimonia la volontà di passare da una governance pattizia (in questo caso, lo strumento è stato il patto per la salute) a una reale governance condivisa in cui Stato e Regioni si prendono responsabilità davvero condivise verso tutti i cittadini.
Il piano sanitario nazionale non è un esercizio di stile, ma intende segnare un cambio di passo nelle relazioni tra livello centrale e regionale. Il cambiamento è reso possibile anche dalla capacità di utilizzare dati sempre più integrabili grazie all'investimento tecnologico dell'ecosistema dei dati sanitari. Questo permetterà di comprendere veramente il fabbisogno di salute, con un modello nazionale di classificazione e stratificazione dei bisogni, il relativo fabbisogno finanziario e di valutare le reali performance dei sistemi regionali, potendo così garantire il rispetto dei LEA.
L'autonomia differenziata non mette in discussione l'unitarietà del diritto alla tutela della salute, ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione, come diritto e prerogativa di cittadinanza, così come declinato attraverso i LEA, ma rappresenta un potenziamento della facoltà delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei LEA, secondo le condizioni previste nell'articolo 116 della Costituzione. I LEA costituiscono in questa materia esplicazione della funzione di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione.
Secondo quanto previsto nell'articolo 1 dello schema di disegno di legge in materia di autonomia differenziata, nella versione del 2 febbraio 2023, i LEA in sanità indicano una soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi tali diritti e per erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale, per assicurare uno svolgimento leale e trasparente dei rapporti finanziari fra Stato e autonomie territoriali e per favorire un'equa ed efficiente allocazione delle risorse e il pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali.
In quest'ambito, il Ministero della salute è fortemente impegnato nell'implementazione e nell'aggiornamento del contenuto delle prestazioni comprese nei LEA e nel rafforzamento dei relativi strumenti di governance.
Ho pieno rispetto delle valutazioni Svimez, che da molti anni fotografano un'innegabile situazione di difficoltà delle Regioni del Sud, e vi posso garantire che non mancano gli sforzi per assicurare una piena attuazione dei LEA, indipendentemente dalla riforma sull'autonomia differenziata. Mi chiedo però se coloro che muovono le accuse di privatizzazione o di misure inconsistenti non siano gli stessi che invece di lavorare per l'abbattimento dei tetti di spesa per assumere personale hanno preferito negli anni precedenti che proliferassero le cooperative dei medici a gettone.
Rivendico a questo Governo lo stop ai medici del gettone e il blocco dei tagli di questo Governo. Lo stanziamento di risorse per gli aumenti dei rinnovi contrattuali è un altro punto. Potevamo fare di più? Ovviamente sì, stiamo lavorando per farlo. Lasciate però tali ovvietà ad alcuni opinionisti, perché la visione su cui avete dubbi si realizza con la riorganizzazione delle strutture, con l'abolizione dei tetti di spesa, con lo scudo penale, con gli aumenti salariali e con gli incentivi per gli specializzandi, solo come alcuni esempi.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Fina, per due minuti.
FINA (PD-IDP). Signor Presidente, senatrici, senatori, Ministro, la verità è che di fronte all'oggettività dei numeri rispondete con argomentazioni di comodo, nonostante in gioco ci siano la salute delle persone ed il diritto a vivere e ad essere curati di milioni di italiani ed italiane.
Signor Ministro, l'associazione Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze (GIMBE) usa parole inequivocabili: il nostro Servizio sanitario nazionale è ormai segnato da inaccettabili diseguaglianze regionali e con l'attuazione delle maggiori autonomie in sanità si legittimerà normativamente la frattura strutturale Nord-Sud. A questo, non rispondete e a chi ha dubbi sulle vostre responsabilità, dopo un anno e mezzo di Governo, suggerisco di toglierseli osservando cos'accade ad esempio in Abruzzo, dove governate da cinque anni. Lei stesso ha detto che ci dev'essere corresponsabilità tra Governo nazionale e regionale; mentre parliamo, proprio adesso, centinaia di persone esasperate hanno occupato l'ASL dell'Aquila contro lo sfascio della sanità pubblica. La Regione ha perso moltissimi reparti di eccellenza e paga 108 milioni di mobilità passiva, cioè in migliaia sono costretti a farsi curare in altre Regioni alle quali gli abruzzesi pagano i servizi e il personale, mentre i propri servizi e il proprio personale languono. Nei nostri ospedali mancano i più banali, ma fondamentali presidi sanitari: gli elettrodi per elettrocardiogrammi, i deflussori per flebo e addirittura i guanti monouso.
Ancora, i pronto soccorso sono in continua emergenza, gli operatori sanitari sono esausti, le liste d'attesa sono ormai infinite e costringono gli utenti a rivolgersi ai privati oppure ad abbandonare le cure: lo fanno il 7 per cento dei cittadini e delle cittadine, evidentemente ormai di serie B, C o Z. Il personale assolutamente insufficiente è sempre più spinto ad abbandonare la nostra Regione verso sanità ben più accoglienti. È anche una chiara conseguenza del blocco dei tetti di spesa che non avete voluto affrontare e superare. Lei li ha citati: ricorderà che era il 2009 (Governo Berlusconi, Giorgia Meloni ministro).
Assolutamente carente è l'edilizia sanitaria, con continui annunci di nuove strutture, che comunque sarebbero inutili senza nuovo personale, ma questo il romano Marsilio lo sa, visto che oltre a tornare ogni sera a casa sua, a Roma, si è guardato bene dal farsi curare e far curare i suoi cari nella sanità che lui stesso amministra. (Applausi). E sa anche che l'autonomia differenziata per l'Abruzzo significa almeno 400 milioni di euro di trasferimenti in meno, che saranno tolti ancora alla sanità.
È giusto che lo sappiano tutti i cittadini e i cittadini nel Mezzogiorno: questo è quello che vi aspetta, soprattutto dopo la cura dei patrioti secessionisti. Poi magari ci diranno: l'operazione è riuscita, il paziente è morto; ma noi glielo lo impediremo. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, avevo depositato ben tre mesi fa, ormai il 21 novembre, l'interrogazione 3-00787 riguardo una situazione davvero indegna di un Paese che si vuole civile: parlo delle file che ogni giorno ci sono a via Patini, per entrare nell'ufficio immigrazione della questura di Roma per la richiesta di asilo. Sono file lunghe, anche di 200 persone, che sono costrette a dormire davanti alla questura e a quell'ufficio, perché ogni giorno, secondo quanto ci risulta, la questura accetta solo dieci domande per quattro giorni alla settimana.
Il diritto all'asilo è riconosciuto dall'articolo 10 della nostra Costituzione. È davvero indegno ed è dal 21 novembre che aspetto una risposta dal ministro Piantedosi su questa situazione, che non è solo di Roma. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 27 febbraio 2024
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 27 febbraio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,10).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (866)
ARTICOLO 1 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Art. 1.
Approvato
(Modifiche alla legge 29 maggio 2017, n. 71)
1. Alla legge 29 maggio 2017, n. 71, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1:
1) il comma 1 è sostituito dal seguente:
« 1. La presente legge è volta a prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo e assicurando l'attuazione degli interventi, senza distinzione di età, nell'ambito delle istituzioni scolastiche, delle organizzazioni degli enti locali, sportive e del Terzo settore che svolgono attività educative, anche non formali, e nei riguardi dei soggetti esercenti la responsabilità genitoriale, cui incombe l'obbligo di orientare i figli al corretto utilizzo delle tecnologie e di presidiarne l'uso »;
2) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
« 1-bis. Ai fini della presente legge, per "bullismo" si intendono l'aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all'autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni »;
b) all'articolo 3 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 1, primo periodo, le parole da: « Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri » fino a: « Ministero dello sviluppo economico » sono sostituite dalle seguenti: « Con decreto del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con l'Autorità politica delegata per le politiche della famiglia, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, è istituito presso il medesimo Ministero, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, del quale fanno parte rappresentanti del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero dell'istruzione e del merito, del Ministero dell'interno, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero della giustizia, del Ministero delle imprese e del made in Italy », dopo le parole: « del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, » sono inserite le seguenti: « del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, » e sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « nonché esperti dotati di specifiche competenze in campo psicologico, pedagogico e delle comunicazioni sociali telematiche, nominati dal Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con l'Autorità politica delegata per le politiche della famiglia »;
2) al comma 2, le parole da: « coordinato dal Ministero dell'istruzione » fino a: « prevenzione del cyberbullismo » sono sostituite dalle seguenti: « convocato regolarmente a cadenza semestrale e presieduto da un rappresentante del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, redige, entro centottanta giorni dal suo insediamento, un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo » ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Il tavolo tecnico collabora con la Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell'adolescente digitale, di cui al comma 3 dell'articolo 5 della legge 20 agosto 2019, n. 92 »;
3) al comma 3, primo periodo, dopo le parole: « contrasto del » sono inserite le seguenti: « bullismo e del »;
4) i commi da 4 a 6 sono sostituiti dai seguenti:
« 4. Il piano di cui al comma 2 stabilisce altresì le iniziative di informazione e di prevenzione dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo rivolte ai cittadini, coinvolgendo primariamente i servizi socio-educativi presenti sul territorio in sinergia con le istituzioni scolastiche, gli enti locali, le organizzazioni sportive e gli enti del Terzo settore.
5. Nell'ambito del piano di cui al comma 2 l'Autorità politica delegata per le politiche della famiglia, in collaborazione con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e con il Garante per la protezione dei dati personali, predispone, nei limiti delle risorse di cui al primo periodo del comma 7, periodiche campagne informative di prevenzione e di sensibilizzazione sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, anche per la diffusione della conoscenza dei sistemi di controllo parentale, avvalendosi dei principali media nonché degli organi di comunicazione e di stampa e di soggetti privati.
6. A decorrere dall'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione, il Ministro dell'istruzione e del merito trasmette alle Camere, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione sugli esiti delle attività svolte dal tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, di cui al comma 1 »;
5) dopo il comma 7 è inserito il seguente:
« 7-bis. Ai fini dell'attuazione delle disposizioni di cui al comma 5, l'autorizzazione di spesa di cui al comma 7 è incrementata di euro 100.000 annui a decorrere dall'anno 2024. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2024-2026, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2024, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero »;
c) all'articolo 4:
1) al comma 1, le parole: « per la prevenzione e il contrasto » sono sostituite dalle seguenti: « , recanti anche l'indicazione delle procedure, per la prevenzione e il contrasto del bullismo e »;
2) al comma 2, primo periodo, dopo le parole: « contrasto del » sono inserite le seguenti: « bullismo e del »;
3) dopo il comma 2 è inserito il seguente:
« 2-bis. Ogni istituto scolastico, nell'ambito della propria autonomia e in conformità alle linee di orientamento di cui al comma 1, adotta un codice interno per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e istituisce un tavolo permanente di monitoraggio del quale fanno parte rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti di settore »;
4) al comma 3, dopo la parola: « autonomia, » sono inserite le seguenti: « recepisce nel proprio regolamento di istituto le linee di orientamento di cui al comma 1, anche con riferimento alle procedure da adottare per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, e » e le parole: « le iniziative di prevenzione e contrasto del cyberbullismo » sono sostituite dalle seguenti: « le relative iniziative »;
5) al comma 4, primo periodo, dopo le parole: « azioni integrate di contrasto del » sono inserite le seguenti: « bullismo e del »;
6) al comma 6, dopo le parole: « minori vittime di atti di » sono inserite le seguenti: « bullismo e di »;
d) dopo l'articolo 4 è inserito il seguente:
« Art. 4-bis. - (Servizio di sostegno psicologico agli studenti e servizio di coordinamento pedagogico) - 1. Per l'attuazione delle finalità della presente legge, le regioni possono adottare iniziative affinché sia fornito alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, che lo richiedano, anche tramite convenzione con gli uffici scolastici regionali, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica un servizio di sostegno psicologico agli studenti, al fine di favorire lo sviluppo e la formazione della personalità degli studenti medesimi nonché di prevenire fattori di rischio o situazioni di disagio, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie »;
e) all'articolo 5:
1) il comma 1 è sostituito dal seguente:
« 1. Salvo che il fatto costituisca reato, il dirigente scolastico che, nell'esercizio delle sue funzioni, venga a conoscenza di atti di cui all'articolo 1, realizzati anche in forma non telematica, che coinvolgano studenti iscritti all'istituto scolastico che dirige, applica le procedure previste dalle linee di orientamento di cui all'articolo 4. Egli informa altresì tempestivamente i genitori dei minori coinvolti o i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale su di essi e promuove adeguate iniziative di carattere educativo nei riguardi dei minori medesimi, anche con l'eventuale coinvolgimento del gruppo costituente la classe in percorsi di mediazione scolastica. Nei casi più gravi ovvero se si tratti di condotte reiterate e, comunque, quando le iniziative di carattere educativo adottate dall'istituzione scolastica non abbiano prodotto esito positivo, il dirigente scolastico riferisce alle autorità competenti anche per l'eventuale attivazione delle misure rieducative di cui all'articolo 25 del regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835 »;
2) al comma 2, le parole: « con specifici riferimenti a condotte di » sono sostituite dalle seguenti: « sulla base delle linee di orientamento di cui all'articolo 4 della presente legge, con specifici riferimenti alle condotte di bullismo e di »;
f) all'articolo 7, comma 1:
1) le parole: « 595 e 612 » sono sostituite dalle seguenti: « 595, 612 e 612-ter »;
2) dopo la parola: « commessi, » è aggiunta la seguente: « anche »;
g) il titolo è sostituito dal seguente: « Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo ».
EMENDAMENTI
1.100
Respinto
Al comma 1, lettera d), capoverso «Art. 4-bis», comma 1, sostituire le parole: «possono adottare» con le seguenti: «adottano».
1.101
Respinto
Al comma 1, lettera d), capoverso «Art. 4-bis», comma 1, dopo le parole: «servizio di sostegno psicologico» aggiungere le seguenti: «e legale».
Conseguentemente, alla medesima lettera, medesimo capoverso, alla rubrica, dopo le parole: «servizio di sostegno psicologico» aggiungere le seguenti: «e legale».
1.102
Cucchi, De Cristofaro, Aurora Floridia, Magni
Respinto
Al comma 1, lettera d) capoverso «Art.4-bis», aggiungere in fine le seguenti parole: «nonché un servizio di coordinamento pedagogico, nei limiti delle previsioni di legge, al fine di promuovere e contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale, di inserimento e partecipazione sociale, agendo in particolare sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo».
1.103
Id. em. 1.102
Al comma 1, lettera d), capoverso «Art. 4-bis», aggiungere in fine le seguenti parole: «nonché un servizio di coordinamento pedagogico, nei limiti delle previsioni di legge, al fine di promuovere e contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale, di inserimento e partecipazione sociale, agendo in particolare sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo.»
1.104
Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini, D'Elia
Id. em. 1.102
Al comma 1, lettera d), capoverso «Art. 4-bis.», aggiungere in fine le seguenti parole: «nonché un servizio di coordinamento pedagogico, nei limiti delle previsioni di legge, al fine di promuovere e contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale, di inserimento e partecipazione sociale, agendo in particolare sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo».
1.105
Cucchi, De Cristofaro, Aurora Floridia, Magni
Respinto
Al comma 1, lettera e) numero 1) capoverso «1.», primo periodo, apportare le seguenti modificazioni:
- dopo le parole: «il dirigente scolastico che» sopprimere le seguenti parole: «, nell'esercizio delle sue funzioni»;
- dopo le parole: «che coinvolgano» aggiungere le seguenti: «a qualsiasi titolo».
1.4
Respinto
Al comma 1, lettera e), numero 1), capoverso «1.», primo periodo, dopo la parola: «studenti» aggiungere le seguenti: «, anche maggiorenni,».
1.5
Respinto
Al comma 1, lettera e), numero 1), capoverso «1.», primo periodo, dopo le parole: «all'istituto scolastico che dirige» aggiungere le seguenti: «, anche fuori dall'orario scolastico».
ARTICOLO 2 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Art. 2.
Approvato
(Modifiche al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di provvedimenti del tribunale per i minorenni)
1. Al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) l'articolo 25 è sostituito dal seguente:
« Art. 25. - (Misure rieducative) - 1. Il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, quando abbia acquisito la notizia che un minore degli anni diciotto dà manifeste prove di irregolarità della condotta o del carattere ovvero tiene condotte aggressive, anche in gruppo, anche per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose ovvero lesive della dignità altrui, assunte le necessarie informazioni, verifica le condizioni per l'attivazione di un percorso di mediazione oppure può chiedere al tribunale per i minorenni di disporre, con decreto motivato, previo ascolto del minorenne e dei genitori ovvero degli altri esercenti la responsabilità genitoriale, lo svolgimento di un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali.
2. Il decreto di cui al comma 1 definisce gli obiettivi e la durata del progetto di intervento educativo, che può prevedere anche lo svolgimento di attività di volontariato sociale. Il progetto di intervento educativo può prevedere altresì la partecipazione a laboratori teatrali, a laboratori di scrittura creativa, a corsi di musica e lo svolgimento di attività sportive, attività artistiche e altre attività idonee a sviluppare nel minore sentimenti di rispetto nei confronti degli altri e ad alimentare dinamiche relazionali sane e positive tra pari e forme di comunicazione non violente.
3. Il competente servizio sociale, coinvolgendo, salvo che ciò sia assolutamente impossibile, i genitori ovvero gli altri esercenti la responsabilità genitoriale, definisce il contenuto del progetto di intervento educativo secondo gli obiettivi individuati nel decreto di cui al comma 1. Esso può prevedere la partecipazione del nucleo familiare mediante un percorso di sostegno all'esercizio della responsabilità genitoriale.
4. Almeno dieci giorni prima della conclusione del progetto di intervento educativo, e comunque con cadenza annuale, il servizio sociale trasmette al tribunale per i minorenni una relazione che illustra il percorso e gli esiti dell'intervento. Del deposito della relazione è dato tempestivo avviso ai soggetti, diversi dal minore che non abbia compiuto quattordici anni, di cui al comma 5. Il tribunale per i minorenni, valutate le risultanze attestate nella relazione, con decreto motivato, può, in via alternativa:
1) dichiarare concluso il procedimento;
2) disporre la continuazione del progetto di intervento educativo o adottare un nuovo progetto rispondente a mutate esigenze educative del minorenne;
3) disporre l'affidamento temporaneo del minorenne ai servizi sociali;
4) disporre il collocamento temporaneo del minorenne in una comunità, qualora gli interventi previsti dai numeri precedenti appaiano inadeguati.
5. Il tribunale, nei casi di cui all'articolo 473-bis.8 del codice di procedura civile, nomina al minore un curatore speciale. Si applicano le ulteriori disposizioni dei commi terzo e quarto del medesimo articolo 473-bis.8. I provvedimenti previsti nel presente articolo sono deliberati in camera di consiglio, previo ascolto del minorenne che abbia compiuto gli anni dodici, o anche di età inferiore ove capace di discernimento, e sentiti i genitori ovvero gli altri esercenti la responsabilità genitoriale e il pubblico ministero. Nel procedimento è consentita l'assistenza del difensore. Le spese di affidamento o di collocamento in comunità, da anticiparsi dall'erario, sono a carico dei genitori. In mancanza dei genitori sono tenuti a rimborsare le spese gli esercenti la tutela, quando il patrimonio del minore lo consente »;
b) all'articolo 26, terzo comma, le parole: « di cui all'art. 25, n. 1, » sono sostituite dalle seguenti: « di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 25 o la misura di cui al numero 3) del comma 4 del medesimo articolo 25 »;
c) all'articolo 27, primo comma, le parole: « dal n. 1 dell'art. 25 » sono sostituite dalle seguenti: « dall'articolo 25, comma 4, numero 3) »;
d) all'articolo 28:
1) al primo comma, le parole: « è ricoverato per l'esecuzione di una delle misure previste al n. 2 dell'art. 25 » sono sostituite dalle seguenti: « è collocato in esecuzione della misura prevista dall'articolo 25, comma 4, numero 4), »;
2) alla rubrica, la parola: « ricoverati » è sostituita dalle seguenti: « collocati presso comunità »;
e) all'articolo 29, terzo comma, le parole: « ad una delle misure di cui al n. 2 dell'art. 25 » sono sostituite dalle seguenti: « alla misura prevista dall'articolo 25, comma 4, numero 4), ».
2. All'articolo 31, comma 1, lettera f), del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, le parole: « all'articolo 25, al primo comma le parole "Tribunale per i minorenni" » sono sostituite dalle seguenti: « all'articolo 25, commi 1 e 4, le parole: "tribunale per i minorenni", ovunque ricorrono, ».
EMENDAMENTI
2.100
Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte
Al comma 1, lettera a), capoverso «Art. 25.», comma 4, terzo periodo, dopo le parole: «nella relazione» inserire le seguenti: «e sentiti il minorenne e i genitori ovvero gli altri esercenti la responsabilità genitoriale».
2.101
Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini, D'Elia
Precluso
Al comma 1, lettera a), capoverso «Art. 25», comma 4, terzo periodo, dopo le parole: «nella relazione» inserire le seguenti: «e sentiti il minorenne e i genitori o l'esercente la responsabilità genitoriale,».
2.0.1
Respinto
Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:
«Art. 2-bis.
(Modifiche al decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123)
1. Al decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 159, sono apportate le seguenti modifiche;
a) all'articolo 5, comma 1, lettera a), i numeri 1) e 3) sono abrogati e i commi 2, 3, 3-bis, 4, 5, 6, 6-bis, 7, 8 e 9 sono abrogati;
b) all'articolo 6, comma 1,
1) alla lettera a), le parole "tre anni, nonché di uno dei delitti di cui all'articolo 381, comma 2, lettere f), g), h) e m), del codice di procedura penale ovvero di uno dei reati di cui all'articolo 699 del codice penale o di cui all'articolo 4 della legge 18 aprile 1975, n. 110" sono sostituite dalle seguenti "cinque anni";
2) alla lettera b), le parole "quattro anni" sono sostituite dalle seguenti "cinque anni";
3) la lettera b-bis) è sostituita dalla seguente "b-bis) l'articolo 19, comma 5, è sostituito dal seguente: "Nella determinazione della pena agli effetti della applicazione delle misure cautelari si tiene conto, oltre che dei criteri indicati nell'articolo 278, della diminuente della minore età, salvo che per i delitti di cui all'articolo 73, comma 5, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni"; ";
4) la lettera b-ter) è sostituita dalla seguente: "b-ter) all'articolo 22, il comma 4 è sostituito dal seguente: "Nella determinazione della pena agli effetti della applicazione delle misure cautelari si tiene conto, oltre che dei criteri indicati nell'articolo 278, della diminuente della minore età, salvo che per i delitti di cui all'articolo 73, comma 5, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni"; ";
5) la lettera b-quater) è soppressa;
6) la lettera c) è sostituita dalla seguente:
"c) all'articolo 23:
1) il comma 1 è sostituito dal seguente: "1. La custodia cautelare può essere applicata quando si procede per delitti non colposi per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a nove anni. Anche fuori dei casi predetti, la custodia cautelare può essere applicata quando si procede per uno dei delitti, consumati o tentati, previsti dall'articolo 380 comma 2 lettere e), f), g), h) del codice di procedura penale nonché, in ogni caso, per il delitto di violenza carnale";
2) al comma 3, le parole "ridotti di un terzo per i reati commessi da minori degli anni diciotto e della metà per quelli commessi da minori degli anni sedici" sono sostituite dalle seguenti "ridotti della metà per i reati commessi da minori degli anni diciotto e dei due terzi per quelli commessi da minori degli anni sedici".";
c) l'articolo 9 è abrogato.».
2.0.2
Respinto
Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:
«Art. 2-bis.
(Disposizioni in materia di offerta educativa negli istituti penali)
1. Al fine di garantire il reinserimento sociale e la funzione rieducativa della pena è istituita un'apposita sezione nell'ambito del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, con uno stanziamento nel limite di spesa di 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024. Con decreto del Ministero dell'istruzione e del merito, da emanare entro il 30 aprile di ciascun anno, di concerto con il Ministero della giustizia, le risorse di cui al precedente periodo sono ripartite tra gli istituti penitenziari in proporzione al numero medio di studenti dell'anno precedente, ai fini dell'attribuzione di una specifica indennità in favore di ciascun docente assunto a tempo determinato o indeterminato e ivi assegnato. Con il medesimo decreto sono altresì definiti i criteri e le modalità di attribuzione dell'indennità di cui al precedente periodo.
2. Per le finalità di cui al comma 1 e al fine di incrementare l'organico dei docenti in servizio e l'offerta formativa presso gli istituti penitenziari è autorizzata, a decorrere dall'anno 2024, la spesa di 5 milioni di euro annui.
3. Il presente articolo si applica a tutti gli istituti penitenziari che provvedono all'offerta formativa, ivi inclusi i corsi di istruzione e formazione di cui agli articoli 41, 42 e 43 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230.
4. Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.».
ARTICOLO 3 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Art. 3.
Approvato
(Delega al Governo per l'adozione di disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo)
1. Al fine di prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni, in particolare con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, vittime o responsabili degli illeciti, il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) prevedere il potenziamento del servizio per l'assistenza delle vittime di atti di bullismo e cyberbullismo mediante il numero pubblico « Emergenza infanzia 114 », accessibile gratuitamente e attivo nell'intero arco delle ventiquattro ore, con il compito di fornire alle vittime, ovvero alle persone congiunte o legate ad esse da relazione affettiva, un servizio di prima assistenza psicologica e giuridica da parte di personale dotato di adeguate competenze e, nei casi più gravi, informare prontamente l'organo di polizia competente della situazione di pericolo segnalata. Nell'ambito dell'applicazione informatica offerta gratuitamente dal « Servizio 114 », prevedere una specifica area dotata di una funzione di geolocalizzazione, attivabile previo consenso dell'utilizzatore, nonché di un servizio di messaggistica istantanea;
b) prevedere che l'Istituto nazionale di statistica svolga, con cadenza biennale, una rilevazione sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, al fine di misurarne le caratteristiche fondamentali e di individuare i soggetti più esposti al rischio;
c) prevedere che i contratti degli utenti stipulati con i fornitori di servizi di comunicazione e di informazione offerti mediante reti di comunicazione elettronica, previsti dagli articoli 98-quater decies e 98-septies decies del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, richiamino espressamente le disposizioni dell'articolo 2048 del codice civile in materia di responsabilità dei genitori per i danni cagionati dai figli minori in conseguenza di atti illeciti posti in essere attraverso l'uso della rete nonché le avvertenze a tutela dei minori previste dal regolamento (UE) 2022/2065 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022;
d) prevedere che la Presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito delle risorse destinate, nel proprio bilancio autonomo, alle attività di comunicazione istituzionale, promuova periodiche campagne informative di prevenzione e di sensibilizzazione sull'uso consapevole della rete internet e sui suoi rischi, avvalendosi dei principali mezzi di informazione, degli organi di comunicazione e di stampa nonché di soggetti privati.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità.
3. Lo schema di ciascun decreto legislativo è trasmesso alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato.
4. Dall'attuazione della delega di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono ai relativi adempimenti nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In attuazione dell'articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, qualora i decreti di cui al presente articolo determinino nuovi o maggiori oneri che non trovano compensazione nell'ambito dei medesimi decreti, questi ultimi sono emanati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanziano le occorrenti risorse.
5. Entro un anno dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo può adottare, con la stessa procedura e nel rispetto dei medesimi princìpi e criteri direttivi di cui al presente articolo, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.
EMENDAMENTI
3.1
Respinto
Al comma 1, dopo la lettera d), aggiungere la seguente:
«d-bis) prevedere che i produttori di dispositivi abilitati all'utilizzo di servizi di comunicazione elettronica che danno accesso a contenuti o a modalità di interazione tra gli utenti che possono nuocere alla salute fisica e mentale dei minori e mettere a rischio la loro sicurezza e incolumità, all'atto dell'immissione di detti prodotti sul mercato garantiscano nei sistemi operativi installati la disponibilità di applicazioni di controllo parentale. L'attivazione delle applicazioni di cui alla presente lettera è offerta al momento della prima messa in servizio del dispositivo, senza alcun costo aggiuntivo per l'utente. I dati personali raccolti o generati durante l'attivazione delle applicazioni non possono essere utilizzati per finalità commerciali.».
3.0.1
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 3-bis.
(Delega al Governo per l'implementazione dell'identità digitale e per il contrasto al cyberbullismo e agli altri reati informatici)
1. Per le finalità di cui al comma 3, il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a implementare l'utilizzo dell'identità digitale al fine di favorire il contrasto del fenomeno del cyberbullismo e degli altri reati informatici. I decreti legislativi di cui al periodo precedente sono adottati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) prevedere l'utilizzo dell'identità digitale supportata dai fornitori di servizi fiduciari accreditati ai sensi del Regolamento UE 2014/910 e del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, per l'utilizzo dei servizi digitali delle società dell'informazione che consentono l'interazione con altri utenti, al fine di:
1) garantire l'identificabilità, da parte delle autorità giudiziaria e dell'Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni, degli utenti che siano stati a quest'ultima segnalati, anche direttamente attraverso il servizio della società dell'informazione interessata, per condotte illecite dalla persona offesa, o, nel caso questa sia minorenne, da chi su di essa esercita la responsabilità genitoriale;
2) prevedere che, tra fornitori di servizi fornitori di servizi fiduciari accreditati ai sensi del Regolamento UE 2014/910 e del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e servizi delle società dell'informazione, vi sia la condivisione dei dati personali strettamente necessari per consentire l'identificazione di cui al numero 1);
3) prevedere che la il trattamento dei dati di cui al numero 2), da parte delle società delle informazioni, avvenga esclusivamente per le finalità di cui al numero 1) e che, in caso di utilizzo diverso dei dati, la società dell'informazione sia punita, per ciascuna violazione, con una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000.
b) promuovere iniziative e campagne istituzionali volte a prevenire e contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni;
c) istituire, presso l'Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni, una piattaforma di segnalazione nazionale dei fenomeni di cyberbullismo, al fine di consentire alla persona offesa, o, nel caso questa sia minorenne, a chi su di essa esercita la responsabilità genitoriale, di segnalare la condotta illecita, sia direttamente che tramite il servizio digitale in cui tale condotta è stata posta in essere;
d) prevedere che l'Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni utilizzi la piattaforma di cui alla lettera c) per:
1) monitorare il fenomeno del cyberbullismo, la sua diffusione e articolazione territoriale, per età e genere, al fine di trasmettere, ogni anno, una relazione alle Camere sui dati raccolti;
2) consentire alla persona offesa o, nel caso questa sia minorenne, a chi su di essa esercita la responsabilità genitoriale, di conoscere l'identità della persona segnalata e nei cui confronti intende agire per il risarcimento del danno.
e) prevedere che l'autorità giudiziaria possa accedere alla piattaforma di cui alla lettera d) laddove le condotte illecite segnalate costituiscano reato e la persona offesa intenda presentare querela o denuncia, ovvero, nei casi di procedibilità d'ufficio, ove la stessa ravvisi un reato posto in essere tramite i servizi digitali di cui al presente articolo.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati sentito il Garante per la protezione dei dati personali e le associazioni maggiormente rappresentative delle società dell'informazione che forniscono i servizi digitali di cui al presente articolo. Sugli schemi di decreto legislativo è acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano nel termine di quaranta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato.
3. I decreti legislativi di cui al presente articolo sono adottati senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di rispettiva competenza con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Qualora uno o più decreti legislativi determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, i decreti legislativi stessi sono adottati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie, in conformità all'articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
4. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo può adottare, nel rispetto della procedura e dei princìpi e criteri direttivi di cui al presente articolo, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.».
ARTICOLI 4 E 5 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Art. 4.
Approvato
(Istituzione della « Giornata del rispetto »)
1. Per le finalità di prevenzione di cui alla presente legge è istituita la « Giornata del rispetto », quale momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione. La Giornata ricorre il giorno 20 gennaio. La Giornata non determina riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54. Nella settimana che precede la Giornata, le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, nell'ambito dell'autonomia degli istituti scolastici, possono riservare adeguati spazi per lo svolgimento di attività didattiche volte a sensibilizzare gli alunni sul significato della ricorrenza stessa e delle attività previste dalla presente legge. Il Governo determina le modalità di svolgimento della Giornata senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Art. 5.
Approvato
(Adeguamento del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249)
1. Con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono apportate al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, le modificazioni necessarie per adeguarlo ai seguenti princìpi:
a) prevedere, nell'ambito dei diritti e doveri dello studente enunciati agli articoli 2 e 3 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998, che la scuola si impegni a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l'emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza;
b) integrare la disciplina relativa al Patto educativo di corresponsabilità, di cui all'articolo 5-bis del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998, prevedendo che nel Patto siano espressamente indicate tutte le attività di formazione, curriculari ed extracurriculari, che la scuola o i docenti della classe intendono organizzare a favore degli studenti e delle loro famiglie, con particolare riferimento all'uso della rete internet e delle comunità virtuali, e sia altresì previsto l'impegno, da parte delle famiglie e dell'istituto scolastico, a collaborare per consentire l'emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza, dei quali i genitori o gli operatori scolastici dovessero avere notizia.
EMENDAMENTO
5.1
Respinto
Al comma 1, dopo la lettera a) inserire le seguenti:
«a-bis) prevedere, nell'ambito dei doveri dello studente stabiliti dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998 che nelle ore di lezione le studentesse e gli studenti possano utilizzare i dispositivi informatici e di comunicazione, quali smartphone, tablet e notebook, esclusivamente nell'ambito delle attività didattiche e autorizzati dal personale della scuola;
a-ter) integrare la disciplina relativa al Patto educativo di corresponsabilità, di cui all'articolo 5-bis del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998, prevedendo che il Patto in ogni caso contenga l'autorizzazione alla scuola a requisire e custodire in luogo sicuro, con le modalità individuate nel regolamento di istituto, i dispositivi informatici e di comunicazione, quali smartphone, tablet e notebook, che dovessero essere utilizzati in modo improprio dagli studenti.».
Conseguentemente, dopo il comma 1 aggiungere il seguente: «1-bis. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1, le istituzioni scolastiche aggiornano il proprio regolamento di istituto in conformità alle nuove disposizioni in esso contenute. Scaduto senza che le istituzioni abbiano provveduto nel termine di cui al primo periodo, l'Ufficio scolastico regionale nomina, entro quindici giorni, un commissario ad acta che procede entro quindici giorni dalla nomina.».
ARTICOLO 6 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONI RIUNITE
Art. 6.
Approvato
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di cui alla presente legge nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, salvo quanto previsto dall'articolo 1, comma 1, lettera b), numero 5).
INTERROGAZIONI
Interrogazione sui contratti di filiera finanziati con il PNRR
(3-00897) (25 gennaio 2024)
Manca. - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste -
Premesso che:
il 22 aprile 2022 è stato pubblicato il V bando per i contratti di filiera per il settore agroalimentare, finanziato inizialmente con risorse del piano complementare del PNRR pari a 1.203,3 milioni di euro;
il 24 novembre 2022 è scaduto il termine per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni, termine prorogato su richiesta delle associazioni di categoria del settore e delle imprese beneficiarie della misura, con l'obiettivo di garantire una più ampia partecipazione al bando e una migliore definizione dei progetti presentati;
alla scadenza del termine, sono pervenute al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste 331 domande di accesso alle agevolazioni;
il 30 giugno 2023 è stata approvata una graduatoria provvisoria definitiva dei progetti d'investimento presentati;
il 12 gennaio 2024 è stato pubblicato il decreto n. 0633056/2023 concernente la graduatoria definitiva dei programmi ammessi a valutazione;
dei 309 progetti vagliati, 5 non sono stati ammessi a contributo, pur raggiungendo un elevato livello in graduatoria, e i restanti 304 progetti (del valore complessivo pari a oltre 5.128 milioni di euro) non otterranno integralmente il contributo richiesto;
molti progetti meritevoli del contributo, alcuni dei quali riguardanti filiere strategiche per l'agricoltura italiana e per il made in Italy agroalimentare, sono quindi rimasti esclusi;
pertanto, con la riformulazione del PNRR italiano, recentemente approvata dalla UE, sono stati stanziati ulteriori 2 miliardi di euro in favore della misura,
si chiede di sapere:
con quali criteri saranno distribuiti i 2 miliardi di euro derivanti dal nuovo PNRR italiano, al fine di favorire il rilancio dei programmi di investimento rimasti esclusi;
se verranno impiegati i requisiti del piano complementare o del PNRR in termini di redistribuzione e allocazione delle risorse rispetto alla graduatoria;
quali siano i criteri di valutazione impiegati nella composizione della graduatoria;
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda implementare per supplire agli ulteriori fondi mancanti, al fine di permettere lo scorrimento delle graduatorie e il finanziamento di più progetti possibili, anche ricorrendo a risorse inutilizzate derivanti da altri bandi dedicati al settore.
Interrogazione sullo sversamento di liquami nella riserva naturale orientata di Torre Salsa (Agrigento)
(3-00628) (26 luglio 2023)
Lorefice. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -
Premesso che:
Siculiana marina, frazione di Siculiana (Agrigento), possiede un lido sul canale di Sicilia ed il suo territorio è ricompreso nella riserva naturale orientata Torre Salsa, un'area di grande valore naturalistico e paesaggistico, meritevole della massima tutela;
da fonte pubblica si apprende quanto divulgato dall'associazione ambientalista "Mareamico" di Agrigento, ovvero di un ingente sversamento di liquami causato dalla rottura della condotta sottomarina a pochi metri dalla riva. I reflui si riversano in mare, a pochi metri da spiagge di pregio come quella di Giallonardo ad est e Torre Salsa ad ovest. Questo evento sembrerebbe causato dalla scarsa manutenzione delle strutture fognarie e dai mancati controlli sul territorio;
considerato che:
Siculiana marina è oggetto della procedura di infrazione n. 2017/2181 per il mancato rispetto della direttiva 91/271/CEE;
tuttavia, il problema degli sversamenti in mare di reflui urbani non depurati riguarda quasi tutte le regioni d'Italia, da Nord a Sud. Basti pensare che 18 Regioni su 20 sono interessate da una delle 4 procedure di infrazione che ad oggi gravano in materia sull'Italia: n. 2004/2034, n. 2009/2034, n. 2014/2059, n. 2017/2181;
anche dalle notizie di stampa si ha contezza della gravità della mancata depurazione delle acque reflue e manutenzione delle strutture. A mero titolo rappresentativo, si citano alcune recenti informazioni rinvenibili sul web relative a sversamenti e connessi divieti di balneazione: nel comune di Salerno; nel comune di Cosenza; nel comune di Falconara marittima (Ancona); nel comune di Manfredonia (Foggia);
si ritiene tale situazione allarmante sia per la sicurezza sanitaria che per la tutela dell'ambiente;
si configurano svariate violazioni di leggi, in materia di inquinamento, di autorizzazione agli scarichi, di depurazione dei reflui e di smaltimento dei fanghi, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
si chiede di sapere quali iniziative, per quanto di competenza e in sinergia con gli enti territoriali, il Ministro in indirizzo intenda portare avanti nell'immediato a tutela della salute pubblica e dell'ambiente.
Interrogazione sul ripristino del collegamento viario tra Riva del Garda e Ledro (Trento)
(3-00968) (20 febbraio 2024) (già 4-00899) (18 dicembre 2023)
Spagnolli, Unterberger, Patton. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -
Premesso che:
il collegamento viario Riva del Garda-Ledro, lungo la strada statale 240 (SS 240), attraverso le gallerie "Agnese" e "Dom", rappresenta un incommensurabile valore sociale ed economico per tutta la Valle di Ledro, tanto da essere regolarmente percorso ogni giorno da studenti e lavoratori, oltre che da centinaia di migliaia di turisti (in Valle di Ledro si registrano oltre un milione di presenze all'anno);
a far realizzare l'opera fu l'allora sindaca di Molina di Ledro, alla quale va il merito, superando lo scetticismo dell'epoca, quando sembrava che il progetto non avrebbe avuto alcun seguito, di aver favorito lo sviluppo e il progresso dell'intera Valle di Ledro, attraverso le due gallerie che, dal 1988, collegano la Busa dell'Alto Garda alla valle stessa;
la frana provocata dal terremoto del 13 dicembre 1976 aveva infatti distrutto un tratto della Ponale, la strada panoramica a strapiombo sul lago di Garda, realizzata nel 1891: fu allora che, non essendo più possibile raggiungere Riva del Garda, né risalire da Riva in valle, si manifestò il rischio di un progressivo isolamento della Valle di Ledro;
l'allora Presidente della Provincia autonoma di Trento si attivò, quindi, presso l'allora Ministro dei Lavori Pubblici il quale, il 28 ottobre del 1978, convenne sulla necessità di un nuovo collegamento in galleria, lasciando ad ANAS, in qualità di ente che gestiva il sistema infrastrutturale del Paese, la progettazione dell'opera e alla Provincia il relativo onere finanziario, con il conseguente stanziamento di 13 miliardi e 300 milioni di lire;
il 4 maggio 1984, la prima galleria, lunga 3.650 metri da Biacesa all'Albola, immediatamente sopra la frazione di San Giacomo, nel comune di Riva del Garda, fu completata, ma l'intervento per la costruzione del viadotto che sarebbe dovuto arrivare fino a Riva venne sospeso, in quanto il terreno non fu considerato sufficientemente stabile;
fu redatto, quindi, il progetto per una seconda galleria, arretrata di 150 metri e scavata parallelamente al versante del Monte Tombio, per 1.100 metri di lunghezza;
i lavori di escavazione si svolsero in condizioni difficilissime, sia da nord che da sud, in particolare verso Riva, in quanto la roccia era impregnata d'acqua, obbligando a procedere attraverso tettoie e travi interne di protezione per soli 6 centimetri al giorno;
il 4 maggio 1988, quattro anni dopo la realizzazione della prima galleria, anche la seconda galleria fu finalmente aperta al transito, mentre la strada Ponale, inizialmente chiusa, fu sistemata e riaperta ad uso esclusivamente pedonale e ciclabile;
a partire dal 1º luglio 1998, con decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 320, recante "Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino - Alto Adige recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 381, e delega alle province autonome di Trento e Bolzano di funzioni amministrative dello Stato in materia di viabilità", la gestione della SS 240 è passata da ANAS alla Provincia autonoma di Trento;
considerato che:
le due gallerie "Agnese" e "Dom" rivestono un'importanza vitale, in quanto passaggio obbligato di collegamento tra la Valle di Ledro e l'Alto Garda, come si è ben compreso nella situazione d'emergenza dovuta al recente crollo proprio della galleria "Dom", avvenuto il 5 novembre 2023;
purtroppo, la gestione dell'emergenza conseguente a quest'ultimo evento calamitoso da parte della Provincia autonoma di Trento, è stata lacunosa e disorganica, eccezion fatta per le sole attività di intervento e messa in sicurezza urgente della galleria "Dom";
innanzitutto, è stato sottostimato il disagio per la comunità ledrense, di oltre 5.000 abitanti, relativamente alla fruizione dei servizi relativi alla sanità, alla mobilità e anche all'istruzione, in merito alla quale si è stabilito di avviare la "Didattica a Distanza" (DAD) per gli studenti di Ledro senza alcun coinvolgimento, nel percorso decisionale, degli istituti scolastici interessati;
inoltre, sotto il profilo dei servizi sanitari, è totalmente mancata organicità dell'azione di intervento per assicurare la presenza di medici di base e pediatri (i quali hanno agito autonomamente, decidendo se risiedere e pernottare a Ledro), nonché di personale infermieristico, alla cui mancanza ha fortunatamente sopperito la Croce Rossa Italiana, mettendo a disposizione infermieri sul territorio ledrense, a copertura delle intere ventiquattro ore successive all'evento;
infine, è mancata ogni tempestiva comunicazione tra la società "Trentino Trasporti S.p.A." e i competenti uffici della Provincia, come dimostra quanto avvenuto la mattina del 9 novembre, quando un autobus di linea è rimasto bloccato per più di un'ora sulla strada, non riuscendo a tornare indietro;
in tale contesto, va preso atto che il percorso pedo-ciclabile Ponale, sul sedime della vecchia strada dismessa, ha sostituito egregiamente i collegamenti per numerosi pendolari e studenti con l'Alto Garda, i quali lo hanno utilizzato sia di giorno che di notte come percorso pedonale e ciclistico, superando un dislivello di all'incirca 600 metri;
esisterebbe però un'altra via, seppur piccola, che collega la località San Giacomo, nel comune di Riva del Garda, con l'imbocco della Galleria "Agnese" (cosiddetto "Corridoio San Giacomo"), evitando di dover percorrere la galleria "Dom", che è quella parzialmente crollata: tale strada è stata spesso percorsa in casi di emergenza e coloro i quali conoscono la situazione ritengono che sarebbe utile garantirne il passaggio, ancorché solamente pedonale, evitando di passare per la galleria "Dom" ogni volta che fosse necessario;
considerato altresì che:
l'altra via d'accesso alla Valle di Ledro, vale a dire il collegamento stradale Storo-Ampola da ovest, sempre nell'ambito della SS 240, si trova a sua volta in condizioni di dissesto idrogeologico, con pericolo di crolli in caso di precipitazioni abbondanti (è stato chiuso, infatti, per alcuni giorni anche poco prima del crollo della galleria "Dom"), il che dimostra il persistere di un alto rischio di totale isolamento dell'intera Valle di Ledro,
si chiede di sapere quali interventi di messa in sicurezza siano stati posti in essere per garantire il passaggio attraverso la galleria "Dom" dopo il crollo del 5 novembre 2023 e quali ulteriori interventi di consolidamento siano previsti, nonché se siano contestualmente previsti interventi di monitoraggio o manutenzione anche della galleria "Agnese", sollecitando altresì i servizi competenti della Provincia autonoma di Trento a collaborare con i Comuni di Riva del Garda e di Ledro, al fine di adottare un "Protocollo di emergenza" per entrambe le gallerie "Agnese" e "Dom", che permetta il collegamento con "bus navetta", attraverso il cosiddetto "Corridoio San Giacomo", così come la popolazione auspica e ritiene assolutamente necessario.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sulla realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale
(3-00970) (21 febbraio 2024)
Gasparri, Damiani, Fazzone, Galliani, Lotito, Occhiuto, Paroli, Ronzulli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Zanettin. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -
Premesso che:
il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito internet il decreto ministeriale cosiddetto "Agrivoltaico", in vigore dal 14 febbraio 2024, che intende promuovere la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale;
lo scopo è quello di rendere possibile la coesistenza delle attività agricole con la produzione di energia pulita;
da una parte quindi le aziende agricole potranno contribuire agli obiettivi climatici e alla decarbonizzazione, dall'altra potranno trarne beneficio attraverso un contributo in conto capitale sull'investimento ed una tariffa incentivante sull'energia elettrica netta immessa in rete;
la coesistenza razionale tra produzione agricola e produzione di energia elettrica garantisce risparmi e vantaggi alla stessa attività primaria della azienda agricola,
si chiede di sapere quali siano le caratteristiche e i benefici attesi dalla misura descritta.
Interrogazione sugli interventi governativi in materia di prezzi dei servizi e di politiche commerciali delle imprese straniere
(3-00976) (21 febbraio 2024)
Enrico Borghi, Paita, Fregolent. - Al Ministro delle imprese e del made in Italy -
Premesso che:
nell'estate 2023 il Governo ha annunciato una "controffensiva" contro il "caro voli", al fine di bloccare un algoritmo che sarebbe stato alla base dell'aumento dei prezzi dei biglietti aerei nella stagione estiva, salvo poi ritirare la misura per via dei gravi profili di legittimità che questa presentava;
una simile retromarcia si è registrata anche in riferimento alla carenza di taxi, inizialmente affrontata con la possibilità di cumulare le licenze e intervenire sulle tariffe, poi ritirata a fronte delle proteste della categoria;
dopo una stagione estiva a prezzi record, il recente e, viste le dinamiche al rialzo degli ultimi giorni, temporaneo abbassamento dei prezzi dei carburanti è stato rivendicato dal Governo come diretta conseguenza dell'obbligo (illegittimo, secondo il TAR del Lazio) di esposizione dei prezzi medi imposto ai distributori, nonostante tutti gli operatori, incluse le associazioni dei consumatori, siano concordi nell'imputare tale flessione al rallentamento della domanda mondiale e alle dinamiche delle quotazioni internazionali;
sempre in chiave dirigista, il Ministro in indirizzo ha convocato le imprese di assicurazioni per intervenire sulla dinamica dei prezzi delle assicurazioni sulla responsabilità civile e ha presentato un'iniziativa volta a ottenere l'impegno dei ristoratori a contenere i prezzi per le famiglie;
la visione profondamente interventista dello Stato dimostrata nell'ultimo anno è dimostrata anche dalle numerose dichiarazioni in cui il Ministro evoca l'uso della clausola del golden power, sollecita l'introduzione di un tetto ai prezzi di alcuni beni e servizi e richiama la necessità di statalizzare e nazionalizzare le imprese ritenute strategiche per il Paese;
simili prospettive si accompagnano non solo al fallimento dell'operazione Intel, che avrebbe portato nel nostro Paese 4,5 miliardi di euro, 1.500 posti di lavoro e il polo europeo per la produzione dei microprocessori, ma anche al continuo attacco a multinazionali che operano da decenni nel Paese, contribuendo alla crescita dell'Italia (Ryanair, Stellantis, Generali, Uber per citare solo le ultime);
nella stessa prospettiva si inserisce il caso dell'ex ILVA di Taranto, in relazione alla quale la perdurante inerzia del Governo ha imposto il rapido approntamento dell'amministrazione straordinaria e del commissariamento, senza però chiarire quali siano le prospettive dell'impianto, tra voci di statalizzazione e di avvicendamenti tra investitori mai del tutto chiarite,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per assumere una vera politica industriale e economica, scongiurando qualsiasi deriva dirigistica e assicurare il corretto funzionamento del mercato e della libera concorrenza, al fine di garantire le imprese contro qualsiasi ingerenza sui prezzi e quale sia la strategia del Governo in relazione all'ex ILVA di Taranto.
Interrogazione sulle politiche di sviluppo industriale nell'ambito della Presidenza italiana del G7
(3-00972) (21 febbraio 2024)
Ancorotti, Malan, De Carlo, Pogliese, Amidei, Fallucchi, Maffoni. - Al Ministro delle imprese e del made in Italy -
Premesso che:
il 1° gennaio 2024 l'Italia ha assunto la Presidenza del G7, l'organizzazione intergovernativa che riunisce le sette maggiori potenze economiche a livello mondiale, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e al quale partecipa anche l'Unione europea;
la Presidenza italiana durerà fino al 31 dicembre 2024 e prevede un fitto programma di riunioni tecniche ed eventi istituzionali, che si articolerà lungo tutto il territorio nazionale;
sulla tematica dello sviluppo industriale sono previsti tre incontri, che si svolgeranno nelle prossime settimane, a cui saranno invitati a partecipare anche i rappresentanti delle più significative imprese italiane;
il primo dei tre eventi a presidenza italiana sarà il B7, il vertice delle confederazioni di industriali dei sette Paesi più sviluppati al mondo, che si terrà, il 13 marzo prossimo, a Verona;
per il giorno dopo è prevista la prima riunione dell'anno dei ministri del G7 avente ad oggetto: "Industria, tecnologia e digitale" cui seguirà, il 15 marzo a Trento, il summit sull'intelligenza artificiale e sull'innovazione digitale;
in questi incontri i Ministri e i rappresentanti delle prime sette potenze economiche mondiali dovranno individuare una linea comune per il futuro di questi settori strategici,
si chiede di sapere quali siano gli obiettivi che si intende perseguire con la presidenza italiana, di quali proposte si farà portatrice l'Italia e che cosa ci si attende dagli incontri menzionati in premessa.
Interrogazione sulla digitalizzazione in ambito sanitario
(3-00978) (21 febbraio 2024)
De Poli, Biancofiore. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
in un'epoca in cui le sfide nel settore sanitario sono sempre più complesse, la digitalizzazione si configura come un elemento essenziale per costruire un sistema sanitario equo e centrato sui bisogni delle persone;
in linea con questa prospettiva, le iniziative previste dal PNRR, con particolare attenzione alla diffusione della telemedicina, al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico e alla digitalizzazione negli ospedali, rappresentano strumenti utili che vanno proprio in questa direzione;
la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale rivestono un ruolo fondamentale anche nel sistema di raccolta e analisi dei dati, strategici per una programmazione sanitaria efficace, la promozione della ricerca e la prevenzione delle malattie,
si chiede di sapere quali siano le azioni finora intraprese per sostenere la transizione digitale del servizio sanitario nazionale e quali saranno le prossime misure messe in campo per sfruttare le risorse del programma Next generation EU nella sanità digitale, intesa come sinonimo di prossimità, per la sua capacità di portare il servizio sanitario a domicilio del paziente, e come sinonimo di sanità sostenibile, che porterà a una riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso, assicurando interventi e prestazioni ospedaliere necessari solo a chi ne ha veramente bisogno.
Interrogazione sulle pratiche cruente nell'allevamento dei tacchini
(3-00975) (21 febbraio 2024)
Unterberger, Spagnolli. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
secondo un'inchiesta pubblicata dalla "Kronen Zeitung", il più diffuso quotidiano austriaco, all'interno degli allevamenti italiani sarebbe praticato il cosiddetto toe trimming, una procedura volta alla bruciatura delle dita dei piedi dei tacchini dell'età di un giorno, attuata tramite tecnologia a microonde e senza stordimento;
in base a studi scientifici, sarebbe dimostrato chiaramente che si tratta di una pratica che provoca ai piccoli tacchini sofferenze atroci e dolori insopportabili;
tale procedura viene effettuata per massimizzare il profitto, perché altrimenti i tacchini si graffierebbero a vicenda, compromettendo la qualità delle carni;
tutto questo a causa delle condizioni miserevoli in cui gli animali versano negli allevamenti intensivi, dove sono costretti a vivere stipati all'interno di spazi molto ridotti, viste le alte densità cui sono sottoposti in Italia;
in Austria, la cui legislazione in materia di benessere animale vanta standard tra i più elevati a livello europeo, la pratica della bruciatura delle dita è vietata e la densità di allevamento è regolata a 40 chilogrammi per metro quadrato;
per queste ragioni, il verificarsi di una simile atrocità nei confronti dei tacchini negli allevamenti italiani ha creato non poco sgomento, tanto che le organizzazioni degli allevatori austriaci stanno chiedendo provvedimenti contro le carni di tacchino prodotte in Italia;
in particolare, chiedono che i rivenditori di generi alimentari eliminino dai loro scaffali questi prodotti o, quantomeno, non li espongano accanto a quelli austriaci: ciò in considerazione del fatto che le carni austriache sono prodotte garantendo, in tutte le fasi della produzione, meno sofferenze per gli animali e, per questo motivo, possono avere prezzi più alti;
inoltre, chiedono l'introduzione di un divieto generalizzato della pratica di bruciatura delle dita in tutta l'Unione europea, affinché l'agricoltura austriaca, che adotta standard più elevati, rimanga competitiva;
considerato altresì che:
il decreto legislativo n. 146 del 2001, in attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti, prevede, nell'allegato (articolo 2, comma 1, lettera b), che "non devono essere praticati l'allevamento naturale o artificiale o procedimenti di allevamento che provochino o possano provocare agli animali in questione sofferenze o lesioni";
l'articolo 2, comma 1, lettera a), del medesimo decreto legislativo, in merito agli obblighi dei proprietari, custodi e detentori di animali, dispone altresì che questi ultimi debbano "adottare misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili";
con riferimento ai tacchini, esiste in Italia un grande vuoto normativo, non essendo previste disposizioni specifiche, né in merito alle modalità di trattamento negli allevamenti, né alle pratiche vietate, come quella della bruciatura delle dita richiamata: si tratta di una lacuna normativa che, a questo punto, sarebbe opportuno colmare;
quanto riportato dall'inchiesta pubblicata in Austria rischia peraltro di compromettere un comparto che fa del "made in Italy" un sinonimo di qualità e che, a causa di tali prassi, potrebbe essere associato invece a pratiche cruente, che causano profonda sofferenza agli animali,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della diffusione della pratica del toe trimming all'interno degli allevamenti di tacchini in Italia, fornendo a tal proposito maggiori informazioni anche riguardo al numero di allevamenti di tacchini presenti sul territorio italiano, e se non intenda, in ogni caso, introdurre apposite disposizioni legislative volte a ridurre la densità di chilogrammi per metro quadrato negli allevamenti e vietare definitivamente la pratica del toe trimming.
Interrogazione sulla fornitura di ausili protesici alle persone con disabilità per lo svolgimento di attività sportive
(3-00974) (21 febbraio 2024)
Versace. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, all'art. 104, comma 3-bis, prevedeva che, al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena inclusione sociale delle persone con disabilità, fosse istituito per l'anno 2020 in via sperimentale un fondo di 5 milioni di euro per l'erogazione "degli ausili, ortesi e protesi degli arti inferiori e superiori, a tecnologia avanzata e con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali, destinati a persone con disabilità fisica";
prevedeva inoltre che con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, fossero "definiti i tetti di spesa per ciascuna regione che accede al Fondo sanitario nazionale, i criteri per l'erogazione degli ausili, ortesi e protesi", nonché il "rispetto dei tetti di spesa regionali e nazionale";
con ritardo, il 22 agosto 2022, il decreto è stato emanato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre 2022: i suoi effetti risultano deludenti, perché l'assenza di informazione alle preposte strutture del SSN pare avere reso la misura prevista sostanzialmente inapplicata;
risultano all'interrogante casi in cui gli utenti disabili aventi diritto si sono confrontati con servizi sanitari non informati, che non provvedevano alle prescrizioni di cui all'allegato 1 del decreto 22 agosto 2022, pur in presenza dei requisiti, in assenza di indicazione dai vertici dell'amministrazione competente;
la cosa è particolarmente grave perché il monitoraggio dei risultati di questa prima sperimentazione, previsto all'articolo 2 del decreto, sarebbe stato utile anche per l'aggiornamento dei LEA con l'inserimento di nuovi strumenti nel nomenclatore dell'assistenza protesica;
ancor più grave è il fatto che questa misura "sperimentale", di fatto poco sperimentata, non sia stata prorogata negli anni successivi, malgrado in svariati provvedimenti se ne sia proposto il rifinanziamento con emendamenti di iniziativa parlamentare,
si chiede di sapere che cosa il Ministro in indirizzo abbia fatto per monitorare l'utilizzo di questa misura, e in particolare se e quando abbia comunicato alle Regioni il riparto del fondo stabilito dall'allegato 3 del decreto e quante Regioni ne abbiano disciplinato l'utilizzo e con quali esiti, nonché se non ritenga urgente, in considerazione delle norme, anche di rango costituzionale, che promuovono l'attività sportiva come fattore determinante di salute individuale e di integrazione sociale, proporre un'iniziativa legislativa di carattere organico per l'erogazione di ausili, ortesi e protesi per lo svolgimento di attività sportive da parte delle persone con disabilità fisica.
Interrogazione sulle azioni di prevenzione del virus Dengue
(3-00971) (21 febbraio 2024)
Mazzella. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
il 14 febbraio 2024, il Ministero della salute ha emanato una circolare con la quale ha disposto l'innalzamento del livello di allerta relativamente alla diffusione della "Dengue", e di intensificare i controlli da parte delle unità di frontiera sulle merci e sui mezzi provenienti dai Paesi "in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia";
col termine Dengue s'intende una malattia virale trasmessa da zanzare del genere Aedes, infettate dal virus Dengue (DENV), di cui esistono quattro diversi sierotipi (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4);
più specificamente, si tratta di una malattia infettiva ampiamente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali, in grado di determinare la comparsa di focolai epidemici anche in Europa continentale, nelle aree in cui il vettore è presente e attivo;
la Dengue, in genere, causa sintomi simil-influenzali, ma a volte può manifestarsi in una forma grave, chiamata emorragica, che può essere mortale;
tale malattia non è contagiosa direttamente da uomo a uomo ma la trasmissione da persona a persona è possibile solo attraverso gli insetti che, per la Dengue, sono proprio le zanzare. In particolare, il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni e viene quindi prelevato e trasmesso ad altri individui tramite la puntura di zanzara;
nel 2023, in Europa, sono tre i Paesi che hanno registrato casi ed epidemie autoctone sporadiche di Dengue, tra il 1° gennaio e il 5 dicembre 2023, e l'Italia risulta purtroppo prima con 82 casi, seguita da Francia (43) e Spagna (3),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di eventuali segnalazioni di casi sospetti all'interno del perimetro nazionale e se presso i punti di ingresso in Italia (porti, aeroporti, scali merci) siano state attuate tutte le misure possibili di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi previste nel PNA 2020-2025;
se abbia già provveduto a realizzare una dotazione di vaccini in grado di proteggere la popolazione a rischio o se abbia adottato altri interventi di sorveglianza delle popolazioni da insetti vettori potenzialmente letali.
Interrogazione sulle prospettive di riforma dell'OMS e l'aumento della cogenza delle sue prescrizioni
(3-00969) (21 febbraio 2024)
Claudio Borghi, Romeo. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è l'organismo di indirizzo e coordinamento in materia di salute all'interno del sistema delle Nazioni Unite. Tra le altre funzioni, è impegnata a fornire una guida sulle questioni sanitarie globali, indirizzare la ricerca sanitaria, stabilire norme e standard e formulare scelte di politica sanitaria basate sull'evidenza scientifica; inoltre, garantisce assistenza tecnica agli Stati membri, monitora e valuta le tendenze in ambito sanitario, finanzia la ricerca medica e fornisce aiuti di emergenza in caso di calamità;
l'OMS, la cui missione principale è "migliorare la salute di tutti, dappertutto", è stata da più parti criticata per aver commesso gravi errori nella gestione della pandemia COVID-19. In particolare le si attribuiscono i colpevoli ritardi nella dichiarazione dell'emergenza sanitaria internazionale, nonché le contraddizioni sull'utilizzo dei tamponi e dei dispositivi individuali di protezione. Tutte queste inerzie hanno caratterizzato l'attività dell'OMS sul COVID-19 nei quattro mesi che vanno da gennaio ad aprile 2020, la famigerata "fase 1" della crisi sanitaria;
considerato che:
al prossimo incontro dell'Assemblea mondiale della sanità, che si riunirà nel maggio 2024, i 194 Stati membri dell'OMS saranno chiamati ad esprimersi su due risoluzioni: una per adottare un accordo pandemico, l'altra per approvare gli emendamenti agli attuali regolamenti sanitari internazionali-RSI (2005);
in particolare, con l'approvazione del trattato pandemico vi sarà una considerevole cessione della sovranità nazionale degli Stati membri in tema di salute, in quanto verrà riconosciuto il ruolo centrale dell'OMS nella direzione e nel coordinamento sanitario internazionale nelle pandemie. Questo significa che la gestione di una pandemia o di una strategia vaccinale saranno accettate solo se provengono dall'OMS. Dunque, importanti decisioni di politica sanitaria e con impatto su molteplici aspetti personali e sociali della vita dei cittadini italiani verranno presi da un organismo sovrastatale senza che i diretti rappresentanti degli Stati possano avere voce in capitolo;
inoltre, alcuni degli emendamenti formulati dal gruppo di lavoro sui regolamenti sanitari internazionali prevedono che l'OMS possa imporre agli Stati membri caratterizzati da un maggiore sviluppo economico, tra i quali ovviamente figura l'Italia, di finanziare l'adeguamento dei sistemi sanitari degli altri Paesi ai migliori standard, secondo le indicazioni vincolanti del direttore generale dell'OMS stessa, con evidenti pesanti conseguenze sulle finanze pubbliche italiane, viene poi previsto che l'OMS possa imporre, sempre secondo le indicazioni del direttore generale, alle aziende la produzione di determinate tecnologie, nonché di farmaci o di attrezzature sanitarie;
è importante sottolineare che l'OMS ha perso negli anni la sua indipendenza, non solo a causa del congelamento del suo bilancio ordinario e della necessità di fare affidamento per oltre l'80 per cento su contributi volontari fortemente condizionati dai donatori, ma anche a causa di un'alta percentuale di tali contributi provenienti dal settore privato;
l'OMS è considerata cruciale per affrontare pandemie che non rispettano i confini geografici, ma a ben vedere lo è solo se è competente e accountable, e se si pone come rappresentante di tutti gli Stati, ossia con il coinvolgimento fattivo dei decisori pubblici nazionali. In tal senso, diversi dubbi si pongono nel quadro delle suddette proposte di approvazione di un trattato pandemico e di modifica dei regolamenti sanitari internazionali ed anche nell'ambito complessivo della diffusa impotenza e inefficacia dimostrata dal sistema multilaterale nel gestire la pandemia, dominata dal protagonismo di strutture burocratiche spesso ridondanti,
si chiede di sapere, alla luce delle osservazioni esposte, se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e urgente individuare delle tempestive soluzioni da adottare in sede di contrattazione in seno all'OMS prima di impegnarsi al rispetto dei suddetti strumenti vincolanti, stanti le notevoli ripercussioni che tali atti hanno sulla sovranità dell'Italia, nonché sulla libertà dei cittadini e sulla democrazia diretta, al fine di garantire la massima trasparenza nel processo della loro redazione e approvazione, salvaguardando in tal modo la più ampia informazione e il dibattito pubblico a livello nazionale, prevedendo altresì che qualora tali garanzie non dovessero essere assicurate siano predisposte le necessarie misure per impedirne l'approvazione.
Interrogazione sul divario tra Nord e Sud Italia nella qualità dell'assistenza sanitaria
(3-00973) (21 febbraio 2024)
Zampa, Boccia, Fina, Camusso, Furlan, Zambito. - Al Ministro della salute -
Premesso che:
secondo il rapporto SVIMEZ "Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute", presentato il 7 febbraio 2024 in collaborazione con "Save the Children", sono evidenti i divari tra Nord e Sud nella qualità dei sistemi sanitari regionali e nella conseguente "scelta" di molti cittadini del Mezzogiorno di ricevere assistenza nelle strutture sanitarie del Centro e del Nord, soprattutto per curare le patologie più gravi;
Save the Children ha evidenziato come i divari territoriali siano evidenti già a partire dalla nascita e, nonostante il servizio sanitario nazionale sia un'eccellenza per la cura dei bambini, sia dal punto di vista delle professionalità che dell'universalità di accesso alle cure, le disuguaglianze territoriali sono molto accentuate: infatti, secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, il tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita) è di 1,8 decessi ogni 1.000 nati vivi in Toscana, ma quasi il doppio in Sicilia (3,3) e più che il doppio in Calabria (3,9);
i divari territoriali sono aumentati anche a causa del sottofinanziamento del SSN (in media 6,6 per cento del PIL contro il 9,4 per cento di Germania e l'8,9 per cento di Francia), a fronte di un contributo privato comparativamente elevato (24 per cento della spesa sanitaria complessiva, quasi il doppio di Francia e Germania);
infatti, come già evidenziato nel corso dell'esame della legge di bilancio per il 2024, a giudizio degli interroganti le fantomatiche "misure per il potenziamento del sistema sanitario" ivi previste, lungi dal comportare un reale rafforzamento del SSN, consistono in pochi interventi parziali privi di una visione d'insieme e di un disegno lungimirante e privilegiano i privati accreditati, a conferma della volontà del Governo di "destrutturare" il sistema sanitario pubblico a favore di quello privato;
dai dati regionalizzati di spesa sanitaria risultano livelli di spesa per abitante mediamente più contenuti nelle regioni meridionali: a fronte di una media nazionale di 2.140 euro, la spesa corrente più bassa si registra in Calabria (1.748 euro), Campania (1.818 euro), Basilicata (1.941 euro) e Puglia (1.978 euro);
secondo il rapporto SVIMEZ, il Mezzogiorno, sulla base degli indicatori BES (benessere equo e sostenibile) sulla salute, è l'area del Paese caratterizzata dalle peggiori condizioni di salute: gli indicatori relativi alla speranza di vita mostrano un differenziale territoriale marcato e crescente negli anni, c'è meno prevenzione oncologica e più mobilità sanitaria (il 22 per cento dei malati oncologici del Sud si fa curare al Nord);
il rapporto evidenzia inoltre come l'autonomia differenziata in ambito sanitario aggraverà le disuguaglianze interregionali: sulla base delle risultanze del Comitato per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, in particolare, tutte le Regioni a statuto ordinario potrebbero richiedere il trasferimento di funzioni, risorse umane, finanziarie e strumentali ulteriori rispetto ai LEA in un lungo elenco di ambiti: gestione e retribuzione del personale, regolamentazione dell'attività libero-professionale, accesso alle scuole di specializzazione, politiche tariffarie, valutazioni di equivalenza terapeutica dei farmaci, istituzioni e gestione di fondi sanitari integrativi;
di conseguenza, "la concessione di ulteriori forme di autonomia potrebbe determinare ulteriori capacità di spesa nelle Regioni ad autonomia rafforzata, finanziate dalle compartecipazioni legate al trasferimento di funzioni e, soprattutto, dall'eventuale extra-gettito derivante dalla maggiore crescita economica";
tutto ciò, in un contesto in cui i LEA non hanno copertura finanziaria integrale a livello nazionale e 5 delle 8 Regioni del Mezzogiorno risultano inadempienti, "determinerebbe una ulteriore differenziazione territoriale delle politiche pubbliche in ambito sanitario e la sperequazione finanziaria tra SSR, nonché le disuguaglianze interregionali nelle condizioni di accesso al diritto alla salute";
secondo Cartabellotta, presidente della fondazione "Gimbe", "Il nostro SSN è ormai profondamente indebolito e segnato da inaccettabili diseguaglianze regionali. E con l'attuazione delle maggiori autonomie in sanità si legittimerà normativamente la 'frattura strutturale' Nord-Sud: il meridione sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord, minando l'uguaglianza dei cittadini nell'esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute. Uno scenario già evidente: su 14 Regioni adempienti ai Livelli Essenziali di Assistenza solo 3 sono del Sud (Abruzzo, Puglia e Basilicata) e tutte a fondo classifica mentre la fuga per curarsi verso il Nord vale € 4,25 miliardi";
quindi l'autonomia differenziata è "inevitabilmente" destinata ad amplificare le diseguaglianze del sistema sanitario nazionale e i divari territoriali, già presenti in materia sanitaria (e non solo) nel nostro Paese, in violazione del principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla salute, fino a creare quello che la fondazione Gimbe ha definito, in un rapporto del 2023, "il regionalismo differenziato in sanità",
si chiede di sapere quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo rispetto alle gravi e circostanziate considerazioni del rapporto SVIMEZ e della fondazione Gimbe riguardo alla concreta probabilità che gli inaccettabili divari territoriali, già esistenti nel nostro Paese nella qualità dei sistemi sanitari regionali e nell'accesso alle cure, possano ulteriormente aumentare, a causa dell'autonomia differenziata, fino a creare fratture e disuguaglianze difficilmente sanabili.
Allegato B
Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge n. 866 e sui relativi emendamenti
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
In relazione agli emendamenti, trasmessi dall'Assemblea, esprime parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti 1.100 (già 1.1), 1.101 (già 1.2), 1.102, 1.103, 1.104, 2.0.2 e 3.0.1.
Il parere è non ostativo sui restanti emendamenti.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bazoli, Bongiorno, Borghese, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, Fazzone, Galliani, Garavaglia, La Pietra, Lorenzin, Mirabelli, Monti, Morelli, Ostellari, Pellegrino, Pirovano, Rauti, Renzi, Rubbia, Scalfarotto, Segre, Sisto, Tajani, Ternullo e Zedda.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Terzi Di Sant'Agata, per attività della 4ª Commissione permanente; Borghesi, Losacco, Malpezzi, Marcheschi e Paroli, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Alfieri, Bilotti e Campione, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Valente, per partecipare a un incontro istituzionale.
Alla ripresa pomeridiana della seduta sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Terzi Di Sant'Agata, per attività della 4ª Commissione permanente; Borghesi, Losacco, Marcheschi e Paroli, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Alfieri, Bilotti e Campione, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Verducci, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Valente, per partecipare a un incontro istituzionale.
Commissioni permanenti, approvazione di documenti
La 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro), nella seduta del 21 febbraio 2024, ha approvato, ai sensi dell'articolo 50, comma 3, del Regolamento, una risoluzione a conclusione dell'esame della proposta di risoluzione n. 7-00007 sulla necessità di una revisione generale dell'imposta di soggiorno (Doc. XXIV, n. 15).
Il predetto documento è inviato al Ministro dell'economia e delle finanze.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatore Ancorotti Renato
Istituzione del Registro nazionale degli acconciatori e misure per la prevenzione dell'abusivismo (1035)
(presentato in data 21/02/2024);
senatore Scalfarotto Ivan
Disposizioni per la garanzia del principio di non discriminazione (1036)
(presentato in data 21/02/2024).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
Sen. Spagnolli Luigi, Sen. Patton Pietro
Istituzione e disciplina delle zone franche montane per il riconoscimento e la promozione delle aree di montagna (1024)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/02/2024);
7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
Sen. Maiorino Alessandra ed altri
Disposizioni finalizzate all'introduzione di percorsi di educazione all'affettività e di educazione sessuale nell'ambito del sistema nazionale di istruzione (979)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/02/2024);
7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
Sen. Ambrogio Paola ed altri
Istituzione della Giornata nazionale contro la violenza negli stadi in memoria dell'ispettore capo Filippo Raciti (1013)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/02/2024);
8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
Sen. Sironi Elena ed altri
Rigenerazione urbana e uso sostenibile del suolo (1028)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/02/2024);
9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare
Sen. Pirovano Daisy ed altri
Misure per incentivare l'incremento della produzione del latte d'asina italiano destinato al consumo umano (1015)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 22/02/2024).
Disegni di legge, nuova assegnazione
1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione
in sede deliberante
Sen. Pirovano Daisy ed altri
Istituzione della Giornata nazionale della meraviglia (737)
previ pareri delle Commissioni 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
Già assegnato, in sede redigente, alla 1ª Commissione permanente (Aff. costituzionali)
(assegnato in data 22/02/2024);
2ª Commissione permanente Giustizia
in sede deliberante
Dep. Donzelli Giovanni ed altri
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (867)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
C.336 approvato dalla Camera dei deputati
Già assegnato, in sede redigente, alla 2ª Commissione permanente (Giustizia)
(assegnato in data 22/02/2024);
7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport
in sede deliberante
Sen. La Pietra Patrizio Giacomo
Modifiche all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del Pistoia Blues Festival e per la realizzazione del Festival Internazionale Time in Jazz (238)
previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio
Già assegnato, in sede redigente, alla 7ª Commissione permanente (Cultura, istruzione)
(assegnato in data 22/02/2024).
Affari assegnati
Sono deferiti alla 7a Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport), ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento:
l'affare sullo "stato di attuazione della riforma dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM)" (Atto n. 372);
l'affare sulle "Prospettive di riforma del calcio italiano" (Atto n. 373).
Camera dei deputati, trasmissione di documenti
Il Presidente della Camera dei deputati, con lettera in data 20 febbraio 2024, ha trasmesso il documento concernente la proposta di direttiva del Consiglio su Imprese in Europa: quadro per l'imposizione dei redditi (BEFIT) (COM(2023) 532 final), approvato, nella seduta del 14 febbraio 2024, dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) della Camera dei deputati, nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 26) (Atto n. 368).
Detto documento è depositato presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli Onorevoli senatori.
Governo, trasmissione di atti e documenti
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 febbraio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2024, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in ordine alla notifica della società Zefiro Net S.r.l. - Piano annuale 2024 degli acquisti di beni e servizi inerenti al roll-out, alla gestione e alla manutenzione della rete 5G.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8 a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 369).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 22 febbraio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5 della legge 23 dicembre 2002, n. 279, la relazione triennale sullo stato di attuazione della citata legge, recante "Modifica degli articoli 4-bis e 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di trattamento penitenziario", riferita al triennio 2021-2023.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a Commissione permanente (Doc. CXVII, n. 1).
Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettera in data 20 febbraio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 25, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 145, il rapporto sugli effetti per l'ecosistema marino della tecnica dell'airgun, riferito agli anni 2022 e 2023.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. CCV, n. 1).
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 febbraio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, la relazione sull'erogazione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF a diretta gestione statale - riferita all'anno 2023 - e sulla verifica dei risultati ottenuti mediante gli interventi finanziati negli anni precedenti, nonché sulle procedure in corso, aggiornate al 31 dicembre 2023.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a, alla 5a, alla 6a, alla 7a e alla 8a Commissione permanente (Doc. LXIV, n. 2).
Con lettera in data 21 febbraio 2024, il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi del decreto del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento del consiglio comunale di Altavilla Vicentina (Vicenza).
Garante del contribuente, trasmissione di atti. Deferimento
In data 20 febbraio 2024 è pervenuta, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2023 dal Garante del contribuente per la Sardegna.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente (Atto n. 367).
Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, trasmissione di documenti. Deferimento
Il direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, con lettera in data 22 febbraio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 5-bis, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130, la relazione sulla sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, riferita all'anno 2022.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Doc. CLXXX-bis, n. 1).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
La Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettere in data 20 febbraio 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20:
la deliberazione n. 12/2024/G concernente "Partenariati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca»". Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 4a, alla 5a, alla 7a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 370);
la deliberazione n. 13/2024/G concernente "Rapporto inerente il piano di interventi per il PNRR: «Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali di R&S su alcune KEY ENABLING TECHNOLOGIES"»". Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 4a, alla 5a e alla 9a Commissione permanente (Atto n. 371).
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
Il signor Luca Carucci da Brescia propone, al fine di tutelare il risparmio privato, misure volte a calmierare il prezzo delle locazioni immobiliari (Petizione n. 767, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Francesco Di Pasquale da Cancello e Arnone (Caserta) chiede:
- la piena applicazione dell'articolo 248, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 200, n. 267, recante "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali", in materia di conseguenze della dichiarazione di dissesto (Petizione n. 768, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- l'istituzione della Giornata dei doveri e dei diritti dei cittadini (Petizione n. 769, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- misure a tutela della salute dei cittadini, in particolare attraverso la previsione di requisiti più stringenti in relazione ai controlli di qualità sui prodotti alimentari (Petizione n. 770, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- misure a tutela della quiete pubblica, in particolare attraverso la previsione di sanzioni più severe per la diffusione sonora a volume eccessivo da parte dagli autoveicoli (Petizione n. 771, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- misure a tutela della sicurezza dei cittadini, anche attraverso l'impiego di reparti speciali delle Forze armate (Petizione n. 772, assegnata alla 3a Commissione permanente);
- misure volte a prevenire gli incidenti stradali, con particolare riguardo alla guida in stato di ebbrezza (Petizione n. 773, assegnata alla 8a Commissione permanente);
- l'innalzamento a 15.000 euro della soglia ISEE prevista per l'accesso al bonus sociale elettrico (Petizione n. 774, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- nuove misure in materia di offerta educativa e scolastica (Petizione n. 775, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- misure restrittive in materia di concessioni demaniali (Petizione n. 776, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- misure a tutela dei prodotti agricoli nazionali (Petizione n. 777, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- l'istituzione della Giornata delle api (Petizione n. 778, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- l'istituzione della Giornata delle bellezze d'Italia (Petizione n. 779, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- l'istituzione della Giornata della sovranità popolare (Petizione n. 780, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- l'abolizione del limite ai mandati per i sindaci (Petizione n. 781, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Dario Bossi da Montegrino Valtravaglia (Varese) chiede:
- modifiche all'articolo 157 del codice penale in materia di prescrizione e tempo necessario a prescrivere al fine di prevedere che il deposito dell'atto di opposizione da parte della persona offesa sospenda automaticamente i termini di prescrizione dei reati ivi indicati fino alla pronuncia del Giudice per le indagini preliminari (Petizione n. 782, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- modifiche all'articolo 133 del codice penale in materia di gravità del reato e valutazione agli effetti della pena effetti della pena al fine di prevedere il divieto per il giudice penale di negare le attenuanti generiche di cui all'articolo 62 del codice penale, sulla base del comportamento processuale dell'indagato (Petizione n. 783, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- l'adozione urgente di un provvedimento di amnistia e indulto (Petizione n. 784, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- disposizioni volte a prevedere che l'Ufficio del Procuratore Generale in Cassazione provveda alla pubblicazione online del numero di azioni disciplinari eseguite ogni anno, dell'esito di ciascuna di esse e che, su richiesta della parte che ha dato avvio al procedimento, provveda alla trasmissione della documentazione completa (Petizione n. 785, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Alessio Paiano da Cavallino (Lecce) chiede:
- la previsione a favore dei cittadini di aggiornamenti costanti in relazione all'iter delle petizioni e altre misure in materia di pubblicità dei lavori (Petizione n. 786, assegnata alla Giunta per il Regolamento);
- misure di contrasto al fenomeno del precariato attraverso la previsione del divieto di un utilizzo sistematico dei contratti a tempo determinato, con particolare riguardo al settore privato (Petizione n. 787, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- misure volte a rendere più facilmente accessibili gli strumenti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione e, in particolare, l'informatizzazione del processo di presentazione dei disegni di legge di iniziativa popolare attraverso la previsione di un sistema di raccolta firme tramite SPID (Petizione n. 788, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a prevedere termini precisi per la conclusione del procedimento di assunzione del personale a seguito della pubblicazione di un'offerta di lavoro (Petizione n. 789, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la previsione dell'obbligo di pubblicazione di ogni annuncio di ricerca di personale sui siti dedicati dei centri per l'impiego regionali (Petizione n. 790, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- l'abrogazione dei limiti di età ai fini del conferimento delle onorificenze dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana" (Petizione n. 791, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Ivana Gatto da Gioiosa Marea (Messina) chiede disposizioni stringenti in materia di controlli sui difetti di sicurezza dei veicoli a motore nonché l'istituzione di un'Autorità garante della sicurezza stradale (Petizione n. 792, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Franco Venturello da Roma chiede:
- nuove disposizioni in materia di commercializzazione dei farmaci (Petizione n. 793, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- nuove disposizioni in materia di tassazione (Petizione n. 794, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- l'attivazione delle opportune procedure parlamentari volte a perorare la causa palestinese, anche presso l'ONU (Petizione n. 795, assegnata alla 3a Commissione permanente);
la signora Mirella Martelli da Roma chiede misure urgenti a tutela delle persone con disabilità motoria, in particolare attraverso interventi di eliminazione delle barriere architettoniche (Petizione n. 796, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Saverio Zippo da Spinazzola (BAT) chiede:
- misure volte a valorizzare il merito nella Pubblica amministrazione, con particolare riguardo ai lavoratori disabili (Petizione n. 797, assegnata alla 10a Commissione permanente);
- la previsione di meccanismi di progressione di carriera all'interno delle amministrazioni pubbliche basati sul merito del dipendente (Petizione n. 798, assegnata alla 10a Commissione permanente);
il signor Enrico Maranzana da Lecco chiede:
- modifiche all'articolo 1, comma 7, della legge 13 luglio 2015, n. 107, in materia di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione (Petizione n. 799, assegnata alla 7a Commissione permanente);
- disposizioni volte a rimodulare l'orario di servizio dei docenti (Petizione n. 800, assegnata alla 7a Commissione permanente);
il signor Renato Lelli da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona) chiede:
- l'attivazione delle opportune procedure parlamentari volte a richiedere un cambiamento delle politiche monetarie della Banca Centrale Europea in senso meno restrittivo (Petizione n. 801, assegnata alla 6a Commissione permanente);
- interventi urgenti a tutela del settore agricolo (Petizione n. 802, assegnata alla 9a Commissione permanente);
il signor Emanuele Canino e numerosi altri cittadini chiedono disposizioni volte a consentire la produzione di carne artificiale (Petizione n. 803, assegnata alla 9a Commissione permanente);
il signor Giuseppe Amato da San Martino Siccomario (Pavia), al fine di limitare il fenomeno delle truffe agli anziani, chiede disposizioni stringenti in materia di identificazione e rintracciabilità dei dipendenti delle imprese che offrono servizi a domicilio (Petizione n. 804, assegnata alla 9a Commissione permanente);
il signor Matteo Maneschi da La Spezia chiede modifiche all'articolo 131 della Costituzione prevedendo la creazione della Regione Lunezia (Petizione n. 805, assegnata alla 1a Commissione permanente);
la signora Giulia Veronesi, in qualità di membro di membro del Collegio di Indirizzo Fondazione Umberto Veronesi ETS e i signori Elena Munarini, Giovanni Fattore, Lucia Siracusano, Roberto Boffi, Sabrina Molinaro, Silvano Gallus e Stefano Centanni, in qualità di membri del Comitato scientifico contro il fumo di Fondazione Umberto Veronesi ETS, chiedono un aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e dispositivi a tabacco riscaldato (Petizione n. 806, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Massimo Da Gragnano da Reggello (Firenze) chiede disposizioni atte a rafforzare la potenzialità operativa delle Guardie particolari giurate nelle attività di monitoraggio territoriale di prevenzione consapevole del crimine, in supporto delle Forze dell'ordine (Petizione n. 807, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Giuliano Russo da Palermo chiede disposizioni urgenti in materia di sicurezza stradale, con particolare riguardo al quartiere Pagliarelli di Palermo (Petizione n. 808, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Maurizio Manzione da Polla (Salerno) chiede disposizioni volte a garantire l'immediata riammissione nel possesso da parte del legittimo proprietario nei casi di occupazione abusiva di immobili (Petizione n. 809, assegnata alla 2a Commissione permanente);
il signor Marco Bava da Castiglione Torinese (Torino) chiede:
- l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Edoardo Agnelli (Petizione n. 810, assegnata alla 1a Commissione permanente);
- disposizioni volte a consentire che la liquidazione IVA periodica (LIPE) precompilata sul sito dell'Agenzia delle entrate abbia le stesse operatività per la convalida di coloro che usano programmi privati (Petizione n. 811, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Vincenzo Nocerino, procuratore dell'Associazione Gruppo Atlante 2000, e numerosi altri cittadini chiedono:
- l'adozione di una serie organica di interventi in materia di turismo e sviluppo economico, in particolare del Sud Italia (Petizione n. 812, assegnata alla 9a Commissione permanente);
- l'adozione di una serie organica di interventi in materia di sicurezza e riorganizzazione delle Forze di polizia (Petizione n. 813, assegnata alla 1a Commissione permanente);
il signor Federico Pege da Treviso chiede:
- nuove disposizioni in materia di locazioni immobiliari, con particolare riguardo alla disciplina degli sfratti (Petizione n. 814, assegnata alla 2a Commissione permanente);
- l'istituzione della c.d. rendita di collaborazione a vita, corrisposta mensilmente a favore di quei cittadini che si siano distinti in discipline o materie di studio, scoperte ed invenzioni di pubblica utilità (Petizione n. 815, assegnata alla 10a Commissione permanente).
i signori Luciano Barni, Stefano Lorenzetti e Melissa Stefanacci da Prato chiedono modifiche al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante il Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, al fine della regolarizzazione degli stranieri irregolari presenti sul territorio nazionale (Petizione n. 816, assegnata alla 1a Commissione permanente).
Il signor Demetrio Rappa da Palermo chiede modifiche alla normativa per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, con particolare riferimento alle soglie di sbarramento e ai requisiti richiesti per l'elettorato passivo (Petizione n. 817, assegnata alla 1a Commissione permanente).
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 16 al 22 febbraio 2024)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 50
CENTINAIO: sulla gestione delle rotte aeree nel tratto di mare tra la Cina e Taiwan (4-00998) (risp. TRIPODI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
DREOSTO: su un episodio di razzismo avvenuto durante l'incontro di calcio tra Milan e Udinese il 20 gennaio 2024 (4-00992) (risp. ABODI, ministro per lo sport e i giovani)
FLORIDIA Aurora ed altri: sull'assorbimento del liceo delle scienze economico-sociali nel nuovo liceo del made in Italy (4-00947) (risp. VALDITARA, ministro dell'istruzione e del merito)
GASPARRI: sull'utilizzo di un farmaco per la disforia di genere, specialmente nell'ospedale "Careggi" di Firenze (4-00901) (risp. GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute)
PELLEGRINO: sulla sottrazione internazionale di un minore residente nella provincia di Brindisi da parte della madre (4-00896) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)
POTENTI: sul sito di interesse nazionale di Livorno (4-00188) (risp. PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica)
Interrogazioni
MARTELLA - Al Ministro per lo sport e i giovani. - Premesso che:
secondo quanto riportato da notizie giornalistiche, nel corso di una partita di pallavolo disputatasi nel veneziano si sarebbe registrato un deplorevole episodio di razzismo, la cui vittima risulterebbe essere una giovane atleta dodicenne della Urban Volley di Mira, insultata per il colore della pelle;
durante lo svolgimento della partita, una persona del pubblico avrebbe iniziato a rivolgere alla giovanissima giocatrice insulti razzisti ad alta voce senza però che gli arbitri in campo se ne accorgessero;
la giocatrice dell'Urban Volley, nonostante fosse fortemente turbata, ha continuato a giocare, salvo poi negli spogliatoi scoppiare in lacrime per l'accaduto;
la società sportiva di appartenenza ha giustamente segnalato l'episodio alla federazione italiana di pallavolo e ha pubblicamente stigmatizzato l'accaduto a mezzo stampa e sui social network;
si tratta dell'ennesimo episodio di razzismo inaccettabile,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di condannare con forza l'accaduto e, per quanto di sua competenza, quali iniziative intenda adottare per contrastare ogni forma di razzismo nel mondo dello sport, che dovrebbe essere esclusivamente un luogo di crescita, accoglienza e inclusione.
(3-00981)
MISIANI, CAMUSSO, FURLAN, RANDO, BASSO, TAJANI, VERDUCCI, MANCA, LOSACCO, FINA, FRANCESCHELLI, LA MARCA, ROSSOMANDO, GIACOBBE, IRTO, NICITA, MARTELLA, ROJC, ZAMBITO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
il sistema "NoiPA", nei primi mesi dell'anno, effettua per molti dipendenti pubblici il conguaglio IRPEF relativo al periodo corrispondente all'anno solare precedente sulla base delle ritenute d'acconto operate mensilmente nel corso dell'anno solare precedente e l'imposta effettivamente dovuta sull'ammontare complessivo degli emolumenti erogati nell'anno precedente;
tale operazione deve essere effettuata entro il 28 febbraio di ciascun anno e il datore di lavoro che utilizza il sistema NoiPA ha il compito di ricalcolare l'IRPEF e le detrazioni spettanti al lavoratore, sulla base delle retribuzioni effettivamente corrisposte nel corso dell'anno e dei dati comunicati dal lavoratore stesso, quali ad esempio il numero dei familiari a carico e le eventuali spese deducibili o detraibili;
si tratta, di fatto, di un ricalcolo delle imposte IRPEF e dei contributi INPS dovuti da dipendenti sulla base del reddito effettivamente percepito nell'anno d'imposta;
dalle operazioni di calcolo e pagamento può risultare un credito a favore del dipendente, se l'imposta complessivamente dovuta è inferiore al totale delle ritenute già operate nei singoli periodi; in questo caso le maggiori ritenute applicate nell'anno sono rimborsate direttamente al dipendente amministrato nel mese di febbraio, oppure un debito, se l'imposta complessivamente dovuta è superiore al totale delle ritenute già operate nei singoli periodi; in tal caso le ritenute a debito sono trattenute nel cedolino del mese del conguaglio;
molti dipendenti pubblici, i cui stipendi sono gestiti dal sistema NoiPA, così come avvenuto in anni passati, si troveranno nella busta paga di febbraio 2024 a sostenere un conguaglio fiscale che in molti casi rischia di falcidiare le loro retribuzioni, per effetto delle insufficienti trattenute effettuate durante l'anno, generando un debito fiscale elevato, con l'impossibilità di rateizzarlo;
tale problema è acuito, inoltre, dal ritardo con cui vengono erogati i trattamenti accessori, lasciando numerosi dipendenti pubblici senza stipendio o con emolumenti di importo irrisorio;
le richieste delle singole amministrazioni per rateizzare il debito fiscale di questi dipendenti pubblici, consentito in 5 rate per tutti gli altri contribuenti, non sono allo stato attuale possibili per coloro che sono gestiti dal sistema NoiPA, il che si riverbera pesantemente sui dipendenti pubblici con i redditi più bassi e sulle loro famiglie,
si chiede di sapere:
quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo, e in che tempi, per risolvere le problematiche esposte;
se non ritenga opportuno adottare tempestivamente misure che consentano anche ai dipendenti pubblici, i cui stipendi sono gestiti dal sistema NoiPA, di rateizzare in 5 rate il debito fiscale a seguito del conguaglio effettuato nel mese di febbraio.
(3-00982)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
MAZZELLA, NATURALE, GUIDOLIN, FLORIDIA Barbara, LOPREIATO, ALOISIO, PIRONDINI, DI GIROLAMO, CROATTI, PIRRO, BEVILACQUA, PATUANELLI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
le malattie rare, anche conosciute come malattie orfane, sono patologie che colpiscono un numero limitato di persone rispetto alla popolazione generale;
sono definite rare le malattie, incluse quelle di origine genetica, che presentano una bassa prevalenza. Il concetto di "bassa prevalenza" è inteso come una prevalenza inferiore a 5 individui su 10.000, e viene specificato che nel concetto di malattie rare sono comprese anche quelle ultrarare, caratterizzate da una prevalenza generalmente inferiore ad un individuo su 50.000, conformemente alle previsioni del regolamento (UE) n. 536/2014 sulla sperimentazione clinica di medicinali per uso umano;
la definizione "malattie rare" (qualificate come patologie cronicamente debilitanti o potenzialmente letali) è stata formulata all'interno del programma d'azione comunitaria sulle malattie rare 1999-2003, con la decisione n. 1295/1999/CE;
le malattie rare possono essere di diversa natura, tra cui genetica, infettiva, autoimmune, oncologica o di altra natura. Molte di queste patologie sono gravi, croniche, invalidanti e, in alcuni casi, potenzialmente letali. Molte si manifestano già durante l'infanzia, e spesso i pazienti affetti e le loro famiglie devono affrontare un percorso difficile caratterizzato da diagnosi tardive, trattamenti complessi e spesso costosi, nonché accesso limitato a cure specializzate;
le malattie rare presentano diverse sfide sia per i pazienti che per i fornitori di assistenza sanitaria. Tra le principali sfide vi sono la difficoltà nella diagnosi dovuta alla mancanza di conoscenze e strumenti diagnostici adeguati, l'accesso limitato a cure specifiche e terapie, l'isolamento sociale e gli oneri finanziari legati ai costi elevati delle terapie. Nonostante le sfide, negli ultimi anni ci sono stati progressi significativi nella comprensione e nella gestione delle malattie rare;
l'avanzamento della medicina molecolare e genomica ha contribuito a migliorare la diagnosi e la comprensione delle basi genetiche di molte malattie rare, aprendo la strada allo sviluppo di terapie mirate. Inoltre, l'attenzione crescente nei confronti delle malattie rare ha portato a un maggiore impegno da parte di governi, istituzioni e organizzazioni non governative per affrontare le esigenze dei pazienti affetti da queste patologie;
considerato che:
il 16 ottobre 2014, in seno alla Conferenza Stato-Regioni, fu approvato il "piano nazionale malattie rare 2013-2016", che disciplinò un approccio basato su una strategia centrata sui bisogni assistenziali della persona e dei propri familiari. Inoltre, il documento propose l'istituzione di un comitato nazionale col compito di delineare le linee strategiche da attuare, dalla diagnosi all'assistenza, dalla ricerca alla formazione;
in data 10 novembre 2021, fu approvata la legge n. 175 del 2021, recante "Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione di farmaci orfani", cosiddetto testo unico delle malattie rare;
la finalità del provvedimento è la tutela del diritto alla salute delle persone affette da malattie rare mediante misure dirette a garantire: 1) l'uniformità dell'erogazione sul territorio nazionale delle prestazioni e dei medicinali, inclusi quelli orfani; 2) il coordinamento, l'aggiornamento periodico dei livelli di assistenza e dell'elenco delle malattie rare; 3) il coordinamento, il riordino e il potenziamento della rete nazionale per le malattie rare istituita con il regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità n. 279 del 2001, comprensiva dei centri che fanno parte delle reti di riferimento europee (ERN), per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare; 4) il sostegno alla ricerca;
il testo unico necessita ancora di alcuni decreti attuativi (4 su 5) per dispiegare effetti nella sua interezza. Tuttavia le tempistiche per la loro emanazione risultano scadute e molti di questi provvedimenti ancora non sono stati emanati;
atteso che le malattie rare comportano disabilità, gli interroganti ritengono anche che debbano essere tenute in debita considerazione la particolarità e la progressività di queste patologie nelle legislazioni riguardanti il lavoro, la scuola, l'integrazione sociosanitaria e le tutele civili e fiscali dei familiari e caregiver,
si chiede di sapere:
quali siano le tempistiche entro cui il Ministro in indirizzo, al fine di tutelare i pazienti affetti da malattie rare, intenda emanare i decreti attuativi previsti dalla legge n. 175 del 2021 e le modalità attraverso cui intenda sostenere lo sviluppo della ricerca sulle malattie rare e sui farmaci orfani;
quali siano le conseguenze connesse alla mancata realizzazione dei decreti attuativi sulla tutela effettiva e sulla presa in carico delle persone affette da malattie rare, atteso che i decreti risultano essere necessari per completare gli effetti della norma stessa.
(4-01037)
MAZZELLA, NATURALE, ALOISIO, GUIDOLIN, FLORIDIA Barbara, LOPREIATO, PIRONDINI, DI GIROLAMO, CROATTI, PIRRO, BEVILACQUA, PATUANELLI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la sindrome dell'apnea ostruttiva del sonno (OSA) è un disturbo comune caratterizzato da episodi ripetuti di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, che porta a una respirazione interrotta o ridotta. Questo disturbo può avere gravi implicazioni sulla salute e il benessere dei pazienti se non trattato adeguatamente;
è una condizione diffusa, con un'incidenza crescente in tutto il mondo. Si stima che colpisca circa il 3-7 per cento degli uomini e il 2-5 per cento delle donne adulti. Tuttavia, la prevalenza potrebbe essere sottostimata a causa della scarsa consapevolezza e della sottodiagnosi della malattia. È anche associata a condizioni come ipertensione, diabete, malattie cardiache e ictus. Le complicazioni dell'apnea ostruttiva del sonno possono essere gravi e includono sonnolenza diurna e fatica, aumento del rischio di incidenti stradali e sul lavoro, ipertensione, malattie cardiache, ictus, depressione e ridotta qualità della vita;
il trattamento della sindrome dipende dalla gravità dei sintomi e può includere la prescrizione di cambiamenti nello stile di vita, come la perdita di peso, lo smettere di fumare, la necessità di evitare l'alcol e di dormire in posizione laterale. Per i casi più gravi, possono essere prescritti dispositivi CPAP (continuous positive airway pressure) per mantenere le vie aeree aperte durante il sonno, interventi chirurgici per correggere anomalie anatomiche o dispositivi dentali per avanzare la mandibola;
in particolare, il CPAP è costituito da una macchina che fornisce un flusso costante di aria attraverso un tubo collegato a un'interfaccia, che può essere una maschera nasale, una maschera facciale o un naso-bocca, che il paziente indossa durante il sonno. Il CPAP funziona mantenendo le vie aeree del paziente aperte, prevenendo così l'ostruzione e consentendo una respirazione regolare durante il sonno;
quando un individuo affetto da questa sindrome inspira, la pressione positiva continua dell'aria fornita dal CPAP aiuta a mantenere aperte le vie aeree superiori, impedendone il collasso durante il sonno. L'efficacia del CPAP nel trattamento è ben documentata. Utilizzando regolarmente il CPAP durante il sonno, i pazienti possono sperimentare una significativa riduzione degli episodi di apnea e ipopnea, nonché un miglioramento dei sintomi correlati, come la sonnolenza diurna e la fatica;
inoltre, il trattamento con CPAP può ridurre il rischio delle complicazioni a lungo termine associate, come ipertensione, malattie cardiache e ictus. Pertanto, il CPAP rappresenta un importante strumento nel trattamento dell'apnea ostruttiva del sonno, offrendo un approccio non invasivo e efficace per mantenere le vie aeree aperte durante il sonno e migliorare la qualità della respirazione e del sonno dei pazienti;
considerato che:
Philips - Respironics è una divisione di Philips specializzata nella produzione di dispositivi medici funzionali al miglioramento della qualità della respirazione in pazienti affetti da condizioni come l'apnea notturna, la sindrome da ipoventilazione e altre patologie respiratorie;
a seguito di una class action portata avanti dall'Associazione apnoici italiani e da Adusbef, che rappresentavano più di 100.000 pazienti italiani, alcuni dispositivi realizzati dalla suddetta società si sono rivelati pericolosi e, recentemente, la Corte di appello di Milano si è pronunziata con una sentenza nei confronti della società, imponendo una penale di 20.000 euro per ogni giorno di ritardo nel ritiro e sostituzione dei dispositivi medici difettosi a partire dal 30 giugno 2023;
considerato infine che:
come si apprende da alcuni organi di stampa, nel giugno 2021 la multinazionale olandese Philips aveva allertato le autorità competenti sul pericolo legato ad alcuni dispositivi medici per la respirazione, il cui utilizzo avrebbe comportato rischi per la salute dei pazienti che soffrono di disturbi del sonno e di patologie neuro-muscolari. Il problema, in particolare, riguardava la schiuma fono-assorbente presente all'interno dei macchinari, la cui degradazione "provoca il rilascio di particelle e sostanze tossiche destinate ad essere inalate o ingerite dal paziente durante il trattamento". Philips aveva quindi rassicurato di risolvere il problema (mediante richiamo, sostituzione o riparazione dei dispositivi coinvolti) entro dicembre 2022 ("dire.it", 1° febbraio 2024);
non essendosi però verificato, il Tribunale di Milano, ha condannato Philips S.p.A. e Respironics Deutschland, nella sua veste di mandataria europea della fabbricante statunitense Respironics, a riparare o sostituire (entro il successivo 30 aprile) alcuni dispositivi per le apnee notturne ritenuti pericolosi per i pazienti, stabilendo una penale di 20.000 euro per ogni giorno di ritardo, nell'ottemperanza dell'ordine impartito a decorrere dalla scadenza del termine assegnato per il completamento del piano,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga di avviare uno screening immediato, rivolto ai soggetti che hanno utilizzato le apparecchiature ritirate, al fine di approfondire i danni causati da questi dispositivi e da altre similari;
se condivida l'opportunità di approfondire, nel perimetro delle proprie competenze, le motivazioni per cui sono state, a lungo, ignorate le migliaia di segnalazioni dei pazienti che denunziavano stati di malessere dovuti all'utilizzo di questo apparecchio.
(4-01038)
PIRRO, CASTELLONE, MAZZELLA, GUIDOLIN, MARTON, LICHERI Ettore Antonio, DI GIROLAMO - Ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
in Molise, nel corso della campagna elettorale relativa alle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento indette per il 25 settembre 2022, i candidati dei partiti dell'attuale maggioranza per il Senato della Repubblica e per la Camera dei deputati hanno, a più riprese, citato, tra i primi obiettivi prefissati nel primo anno, qualora eletti, il "decreto Molise", ovvero un provvedimento straordinario da adottare per superare il commissariamento della sanità regionale, abbattere il debito della Regione, puntare su una sanità pubblica di qualità nonché per la realizzazione di una non meglio precisata "nuova strada per sostituire la Bifernina" (l'arteria di collegamento stradale più importante, che collega l'area del basso Molise con l'interno e con il capoluogo);
i candidati, oggi, siedono nelle rispettive Camere in quanto eletti. In particolare parlamentari molisani rivestono oggi la carica di vice presidente della 5a Commissione permanente (Bilancio) e di membro della 6a Commissione (Finanze e tesoro), quindi, in due commissioni nevralgiche per l'approvazione di un provvedimento di chiara natura economico-finanziaria;
nel 2022 la stampa ha riportato numerosi interventi di esponenti delle stesse formazioni politiche che fanno riferimento al "decreto Molise";
anche il Ministro della salute Schillaci, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'università degli studi del Molise, ha confermato la volontà di arrivare ad un "decreto Molise" che interessi non soltanto il Dicastero della salute ma anche il Ministero dell'economia e delle finanze ("ansa.it", 29 novembre 2022);
la notizia è stata ripresa dai parlamentari di maggioranza che, complimentandosi con il Ministro, hanno puntato l'accento sulla necessità di azzerare il debito sanitario molisano;
nel marzo 2023, a Isernia, a margine dell'evento per la presentazione del libro di Pier Ferdinando Casini, un altro deputato di maggioranza ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Il Decreto Molise, per la Sanità, lo stiamo affrontando formalmente, è scritto già" ("isnews.it", 13 marzo 2023)
trascorsi ancora circa otto mesi, è arrivata un'altra dichiarazione rassicurante, ovvero che "Il Decreto Molise è pronto ed è al vaglio del Ministero dell'economia. Nel frattempo si stanno adottando delle iniziative che possano portare soluzione ai problemi della sanità in Molise. Nel frattempo stiamo estrapolando da quel decreto dei contenuti, attraverso dei provvedimenti specifici. Ci auguriamo di arrivare fino in fondo e approvarlo" ("isnews.it", 10 novembre);
dopo ulteriori tre mesi, in occasione della presentazione della candidatura all'Europarlamento del parlamentare europeo Aldo Patriciello, a Venafro (Isernia), alla presenza del ministro Salvini, il deputato ha rilasciato un'ulteriore dichiarazione sul "decreto Molise" ammettendo che "È abbastanza complicato data l'entità della spesa che comporta. Stiamo lavorando al Decreto Molise, io personalmente ho pronto un provvedimento ma comporta davvero l'impegno di risorse davvero consistenti da parte dello Stato e che non è facile reperire" ("isnews.it", 4 febbraio 2024);
per la prima volta dopo le elezioni politiche e la campagna elettorale, a distanza di quasi 18 mesi, il centrodestra ha ammesso le difficoltà di adottare un provvedimento di tal tipo e, a fronte delle critiche espresse dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Molise, Roberto Gravina, il deputato ha controreplicato affermando che il "decreto" esiste ma il debito molisano, molto ingente, non potrà essere azzerato e "si procederà alla sua riduzione, in modo consistente. Annullare il debito è praticamente impossibile" ("quotidianomolise.com", 6 febbraio);
considerato che:
è iniziata la consultazione pubblica del programma operativo sanitario della Regione per il triennio 2023-2025 e non è dato leggervi alcun riferimento a somme ulteriori previste per la riduzione o l'azzeramento del debito sanitario;
nei documenti contabili approvati dalla Giunta regionale non esiste traccia alcuna di somme erogate in favore della Regione volte alla riduzione strutturale del debito,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, intendano intervenire con iniziative anche di carattere normativo per salvaguardare la salute dei cittadini molisani;
quali risorse intendano utilizzare stante l'assenza di specifici stanziamenti nella legge di bilancio per il 2024 per tutelare la sanità pubblica regionale.
(4-01039)
PIRRO, MAZZELLA, GUIDOLIN, FLORIDIA Barbara, LICHERI Ettore Antonio, MARTON, LOREFICE, CROATTI, DI GIROLAMO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono sostanze chimiche (circa 5.000) prodotte dall'uomo e utilizzate sin dagli anni '40 del secolo scorso in numerosi prodotti di consumo e applicazioni industriali, per aumentare la resistenza alle alte temperature e impermeabilizzare. Nonostante il loro uso sia vietato in molti Paesi del mondo da alcuni anni (le sostanze sono regolamentate nell'ambito della Convenzione di Stoccolma del 2004), si ritrovano ancora oggi ovunque nell'ambiente, anche nelle aree più remote, e in oggetti di uso quotidiano, quali imballaggi alimentari, tappeti, pentole e schiume antincendio;
i PFAS sono definiti inquinanti eterni a causa della loro persistenza: una volta immessi in ambiente non vengono degradati e danno luogo ad un'esposizione e ad accumulo irreversibili ed è molto difficile ed estremamente costoso rimuoverli dall'ambiente;
a dicembre 2023 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell'Organizzazione mondiale della sanità ha completato le valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al gruppo dei PFAS: l'acido perfluoroottanoico (PFOA) e l'acido perfluoroottanosolfonico (PFOS). Dopo aver esaminato attentamente l'ampia letteratura scientifica, il gruppo di lavoro, composto da 30 esperti internazionali provenienti da 11 Paesi, ha classificato il PFOA come "cancerogeno per l'uomo" (gruppo 1) e il PFOS come "possibile cancerogeno per l'uomo" (gruppo 2B);
oggi, in assenza di divieti, migliaia di sostanze vengono usate e sversate impunemente nell'ambiente contaminando aria, acqua, cibo e corpi. Nonostante da anni la comunità scientifica internazionale abbia prodotto numerose prove circa la pericolosità di PFOA e PFOS per la salute, si è dovuto attendere fino al 2023 perché si arrivasse a fugare ogni dubbio con la recente valutazione della IARC. Anche per altre decine di PFAS ci sono già numerose evidenze che mostrano come si accumulino nei corpi umani, riducendo la risposta immunitaria ai vaccini, aumentando i livelli di colesterolo nel sangue e degli enzimi del fegato, inoltre numerosi studi hanno associato l'esposizione delle persone a patologie gravi quali tumore ai testicoli, ai reni e patologie del sistema endocrino;
in Italia non c'è un parametro di riferimento dei valori massimi di PFAS nelle acque potabili, in quanto la direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, all'art. 25, prevede un periodo transitorio: "1. Entro il 12 gennaio 2026 gli Stati membri adottano le misure necessarie a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i valori di parametro di cui all'allegato I, parte B, per quanto riguarda: bisfenolo A, clorato, clorite, acidi aloacetici, microcistina-LR, PFAS - totale, somma di PFAS e uranio. 2. Fino al 12 gennaio 2026 i fornitori di acqua non sono tenuti a monitorare le acque destinate al consumo umano in conformità dell'articolo 13 per quanto riguarda i parametri di cui al paragrafo 1 del presente articolo";
nell'acqua potabile di numerosi comuni, in Veneto, in Lombardia e in Piemonte (dove ha sede l'unica azienda ancora attiva nella produzione di questi composti, il polo chimico di Solvay specialty polymers di Spinetta Marengo, Alessandria) sono state rinvenute le due molecole di accertata pericolosità PFOA e PFOS;
considerato che:
da un'indagine indipendente condotta da "Greenpeace Italia" in Piemonte, mediante richieste di accesso agli atti pubblici (FOIA), sono emersi dati preoccupanti. Dei 671 campioni di acqua a uso potabile di cui gli enti locali piemontesi hanno condiviso i dati con Greenpeace Italia, analizzati tra il 2019 e il 2023, nel 51 per cento è stata riscontrata la presenza di PFAS, con le maggiori positività riscontrate nella provincia di Alessandria;
per quanto riguarda la provincia di Torino, dall'analisi dei dati condivisi dal gruppo Società metropolitana acque Torino che gestisce il 95 per cento della rete idrica (291 comuni della città metropolitana di Torino), emerge la presenza di PFAS in 77 comuni, il 26,5 per cento del totale. Nello specifico, per la città metropolitana di Torino il 45 per cento dei campioni è risultato positivo alla presenza di PFAS. Per le altre province piemontesi, invece, la situazione non è ricostruibile poiché gli enti pubblici, inclusi i gestori, non hanno effettuato analisi, sembrerebbe anche su ordine della Regione attraverso l'ente di controllo ambientale regionale (ARPA Piemonte), che avrebbe dato disposizione di effettuare verifiche e campionamenti solo nelle zone maggiormente interessate da contaminazioni, ovvero la provincia di Alessandria ove ha sede la Solvay. Tali indicazioni si sono rivelate fondate su presunzioni errate, come dimostra l'inquinamento dell'acqua potabile in oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino;
ammonta a circa il 3 per cento la percentuale della popolazione piemontese che è esposta al solo cancerogeno PFOA attraverso l'acqua potabile; si tratta di 125.000 persone che hanno diritto ad acqua priva di sostanze cancerogene. Mentre in alcuni casi i valori registrati nell'acqua potabile superano i livelli previsti dalla direttiva comunitaria, in molti altri i livelli di contaminazione superano le soglie di sicurezza per la salute adottati in altre nazioni. Di fatto in molti comuni piemontesi viene erogata acqua che in altre nazioni non è ritenuta sicura per la salute umana;
i dati presentati nell'indagine di Greenpeace evidenziano come il problema PFAS in Piemonte sia diffuso e interessi diversi punti della rete idrica. Nella regione è nota da tempo una fonte rilevante di contaminazione per l'intero bacino del fiume Po (Solvay) e l'impressione è che si sia voluto limitare a questa fonte il controllo su una contaminazione che invece parrebbe essere più ampia; infatti da questa indagine emergono monitoraggi parziali e, di conseguenza, una situazione di potenziale contaminazione che non è evidentemente sotto controllo, inoltre le verifiche degli enti preposti, lacunose e limitate solo ad alcune aree, sicuramente sottostimano la situazione;
nella maggior parte dei casi sono gli stessi enti pubblici e gestori che imputano i mancati controlli all'entrata in vigore della direttiva europea nel 2026 o a indicazioni ricevute da ARPA Piemonte di limitare tali controlli solo alle aree di maggior pericolosità (provincia di Alessandria), ovvero ad una specifica richiesta di non ricercare i PFAS nelle acque potabili. Inoltre laddove sono state evidenziate criticità nelle acque potabili, seppure in presenza di valori al di sotto delle soglie massime di pericolosità, gli interventi degli enti pubblici sono stati tutt'altro che uniformi e, in alcuni casi, non cautelativi per la salute umana,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione e quali provvedimenti si intenda prendere per risolvere le problematiche evidenziate;
se si intenda intervenire nei confronti della Regione Piemonte in modo da sensibilizzare maggiormente il proprio ente di controllo (ARPA) al fine di cautelare i cittadini, estendendo i controlli sulle acque potabili anche a quelle zone precedentemente escluse per ragioni ad avviso degli interroganti non condivisibili e smentite dai dati.
(4-01040)
LISEI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
a seguito delle istanze di accesso agli atti presentate dal consigliere comunale Alessandro Perini al Comune di Livorno in data 22 settembre e 5 ottobre 2023, è emersa l'esistenza di sei appartamenti di proprietà del Comune, ristrutturati con soldi pubblici, affittati a cittadini extracomunitari attraverso l'associazione "Il Villaggio";
la gestione degli affitti si è rivelata gravemente inefficiente, al punto da aver determinato all'ente un danno erariale di oltre 290.000 euro a causa del mancato pagamento dei canoni di locazione; tra l'altro, si segnala che un affittuario era parente di primo grado di una nota esponente politica, circostanza che è stata resa pubblica da una nota trasmissione televisiva nazionale;
in data 30 ottobre 2023, il medesimo consigliere comunale ha presentato un'ulteriore istanza di accesso agli atti per ottenere informazioni circa il numero totale degli appartamenti di proprietà comunale, non destinati ad alloggi di edilizia residenziale pubblica, concessi in affitto, con l'indicazione dell'eventuale debito derivante dai mancati pagamenti dei canoni, richiedendo altresì copia dei contratti;
l'amministrazione comunale ha dichiarato che il numero degli immobili concessi in affitto è di 67, quasi tutti non a seguito di selezione pubblica e alcuni di questi concessi in comodato d'uso gratuito a dipendenti presumibilmente non più in servizio oppure deceduti. Nonostante i canoni di affitto irrisori, alcuni anche da 9 euro al mese, la gestione ha determinato un ulteriore danno per le casse comunali, a causa della morosità di molti affittuari;
il consigliere Perini, nel pieno esercizio delle proprie prerogative, ha chiesto di conoscere l'identità dei conduttori che, nonostante le decennali inadempienze contrattuali, venivano legittimati a mantenere il pieno possesso degli immobili comunali grazie al mancato esercizio del diritto alla risoluzione contrattuale da parte dell'amministrazione comunale; ciò al fine anche di verificare che tra i beneficiari non vi fossero soggetti legati in qualche modo all'amministrazione comunale;
in data 12 gennaio 2024 il Comune di Livorno ha negato l'accesso ai dati richiesti dal consigliere comunale con la seguente motivazione: "Facendo seguito alle nostre risposte riservate prot. n. 159731 del 04.12.2023 e n. 164130 del 13.12.2023 e alla luce della circolare prot. n. 168729 del 22.12.2023 e della Sua recente nota prot. n. 2719 del 08.01.2023, nonché dei chiarimenti forniti per un caso analogo dal DPO dell'Ente, si ritiene che i dati personali, per come richiesti dal consigliere Perini, non siano ostensibili; infatti, si rende in tal caso necessario procedere conformemente alle interpretazioni da Lei precedente fornite, garantendo un adeguato bilanciamento degli interessi coinvolti";
atteso che la giurisprudenza amministrativa ha affermato che "i Consiglieri Comunali hanno un non condizionato diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d'utilità all'espletamento delle loro funzioni, ciò anche al fine di permettere di valutare - con piena cognizione - la correttezza e l'efficacia dell'operato dell'Amministrazione, nonché per esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio, e per promuovere, anche nell'ambito del Consiglio stesso, le iniziative che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale" e che "il diritto di accesso riconosciuto ai consiglieri comunali è strettamente funzionale all'esercizio delle loro funzioni, alla verifica e al controllo del comportamento degli organi istituzionali decisionali dell'ente locale",
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda attivare le azioni necessarie al fine di acclarare se il Comune di Livorno abbia correttamente applicato la normativa riguardante i diritti dei consiglieri, ex art. 43 del testo unico degli enti locali, o viceversa se il diniego a fornire i nominativi non rappresenti una limitazione del diritto di accesso e controllo in capo al consigliere comunale.
(4-01041)
Avviso di rettifica
Nel Resoconto stenografico della 154a seduta pubblica del 6 febbraio 2024, a pagina 128, all'ultima riga del primo capoverso, sostituire le parole: "n. 1" con le seguenti: "n. 2".