Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 087 del 13/07/2023

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

87a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2023

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Presidenza del vice presidente CENTINAIO

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CENTINAIO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 15).

Si dia lettura del processo verbale.

IANNONE, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,05)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

La senatrice Maiorino ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00576 sul possibile utilizzo improprio di strumenti di sostegno al reddito nel periodo della pandemia da parte di una società, per tre minuti.

MAIORINO (M5S). Signor Presidente, ministro Calderone, è noto come, durante la drammatica fase della pandemia da Covid-19, lo Stato abbia dovuto predisporre un'ampia gamma di misure straordinarie a sostegno dell'economia e di tutela dei redditi dei lavoratori e delle imprese costrette a sospendere le proprie attività, scongiurando in tal modo il rischio di disastrosi licenziamenti e assicurando, altresì, quel patrimonio di professionalità che poi ha consentito, alle medesime imprese, di essere pronte per la ripresa, attraverso il dispiegamento di ingenti risorse dello Stato.

Come emerso anche nelle prime fasi di attuazione di tali misure straordinarie, non sono purtroppo mancati deplorevoli casi di utilizzo improprio, se non addirittura fraudolento, di tali provvidenze. Diverse imprese hanno infatti utilizzato la cassa straordinaria Covid-19 anche senza la contrazione delle attività e hanno addirittura utilizzato la medesima cassa, pur continuando ad impiegare i propri dipendenti, per lo svolgimento ordinario delle proprie prestazioni lavorative.

In particolare, secondo quanto riportato da alcuni articoli di stampa e nella recente inchiesta del programma televisivo «Report», tra le imprese che avrebbero impropriamente utilizzato la cassa Covid-19 figurerebbe anche la Visibilia editore, società quotata in borsa e a suo tempo controllata, per il 48,6 per cento, dalla allora senatrice Santanchè, attualmente Ministro.

Una ex dipendente della società, con ruoli di responsabilità, sarebbe stata posta in cassa integrazione a ore zero a sua insaputa. La Visibilia si sarebbe, quindi, avvalsa delle citate misure straordinarie durante l'emergenza, anche se la dipendente continuava a svolgere il proprio lavoro.

L'ex responsabile, questa stessa dipendente di Visibilia, ha esplicitamente dichiarato di aver continuato a lavorare per la società del ministro Santanchè, per scoprire solo successivamente che la società la pagava attraverso dei rimborsi spesa chilometrici e senza essere mai stata informata di trovarsi in cassa integrazione. La stessa dipendente ha dichiarato di aver lavorato part time, in quello stesso periodo, come assistente parlamentare della senatrice Santanchè e anche di altri senatori.

Ora, noi non possiamo non ricordare come lo stesso ministro Santanchè, in quel periodo, si vantava da imprenditrice di avere addirittura anticipato la cassa integrazione per i propri dipendenti.

Qualora fossero confermate le vicende ora riportate, esse evidenzierebbero gravi lesioni dei diritti dei lavoratori e un uso illegittimo degli strumenti straordinari messi a disposizione dal Governo.

Alla luce di tutto questo e dando seguito all'impegno che proprio il Governo ha preso pochi giorni fa di appurare se vi fossero stati degli illeciti anche da parte di Visibilia e di recuperare le risorse eventualmente erogate impropriamente a Visibilia, le pongo la seguente domanda, Ministra. Anche se degli uomini ancora non sono stati piazzati, per decreto vi siete affrettati a fare piazza pulita dei vertici di INPS e Inail; l'INPS tra l'altro è preposto a fare questo tipo di verifiche oltre naturalmente alle attività ispettive del lavoro. Dunque, in quanto tempo pensate di poter rendere note queste informazioni e recuperare eventualmente le risorse che fossero state erogate in maniera illegittima? In quanto tempo crede che il Governo e lei, signora Ministra, possiate adempiere all'impegno preso? (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, con l'atto di sindacato ispettivo in esame, la senatrice interrogante chiede di conoscere quali iniziative di competenza il Ministero del lavoro e delle politiche sociali intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della società Visibilia Editore SpA in merito alle vicende riportate in questi giorni dagli organi di informazione, e se intenda attivarsi per il recupero di eventuali somme indebitamente percepite.

Come ho già avuto modo di riferire ieri alla Camera dei deputati rispondendo a un'analoga interrogazione, segnalo in via preliminare - come è certamente noto all'interrogante - che dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2015 il Ministero non ha poteri ispettivi, che sono stati totalmente trasferiti all'Ispettorato nazionale del lavoro-Agenzia per le ispezioni del lavoro. Nella materia oggetto della presente interrogazione ha poteri di verifica anche l'INPS ai fini della valutazione della legittimità della concessione degli ammortizzatori sociali.

Ricordando che su entrambi gli enti il Ministero mantiene esclusivamente poteri e funzioni di vigilanza, si coglie l'occasione fornita da questa interrogazione anche per confermare che è in corso il rafforzamento dell'organico del personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro con l'inserimento di circa 800 unità di personale nel corso del 2023, che andranno ad aggiungersi alle circa 5.000 unità già in servizio. L'Ispettorato si avvale anche dell'attività del Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro, che può contare su circa 450 unità in servizio, nonché - in regime di convenzione stipulata ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legge n. 48 del 2023 - anche della Guardia di finanza.

In ordine alla concessione della cassa integrazione guadagni, è bene inoltre ricordare che la normativa vigente - nel caso della cassa Covid, in particolare l'articolo 22-quater del decreto legge n. 18 del 2020 - prevede che, nel caso in cui sia provato l'indebito accesso del datore di lavoro all'utilizzo degli strumenti di integrazione salariale, le somme anticipate siano prontamente recuperate con una procedura amministrativa, fatta salva l'eventuale responsabilità penale in caso di commissione di reati connessi alla richiesta di concessione.

Fatte queste doverose premesse, si rappresenta alla senatrice interrogante che sulle vicende oggetto della presente interrogazione è confermata la piena e costante attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in ordine alle attività svolte e in corso di svolgimento da parte degli organismi ispettivi vigilati, sulle quali sarà possibile fare una piena valutazione soltanto agli esiti delle stesse.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Maiorino, per due minuti.

MAIORINO (M5S). Signor Presidente, signora Ministro, i tempi in effetti non sono chiarissimi e non ci aspettavamo certo che ci potesse indicare una settimana o due settimane di tempo, ma quantomeno si sarebbe potuta mostrare una sorta di preoccupazione. Qui siamo di fronte ad una possibilità piuttosto inquietante. In piena pandemia, Giorgia Meloni andava gridando che il Governo doveva dare 1.000 euro a tutti con un click.

Il Governo Conte fece molto di più: fece in modo che la cassa integrazione potesse arrivare subito a qualunque impresa ne facesse richiesta, sulla fiducia. Quindi, fa davvero tremare l'idea che delle imprese, guidate da una donna di Stato quale la Santanchè già era, possano avere approfittato di un tale momento di fragilità del Paese e piegato dette misure ai propri interessi.

Dico di più: la ministra Santanchè, non più di una settimana fa, si è presentata in quest'Aula con la determinazione di mentire. Infatti, signora Ministra, se lei sapesse che deve venire in Aula a riferire rispetto alla sua situazione penale, penso che si premurerebbe di fare un accesso al certificato pochi giorni prima di venire in Aula. Invece la ministra Santanchè è venuta a sventolare un certificato vecchio di oltre sette mesi, con l'intenzione premeditata di mentire.

Siccome la ministra Santanchè proprio oggi ha affermato che non capisce perché dovrebbe fare un passo indietro, mi auguro che lei possa prendere l'impegno di spiegarglielo: è venuta in quest'Aula a mentire e quest'Aula rappresenta l'intero popolo italiano. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Zaffini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00573 sull'attuazione delle misure di salvaguardia dell'occupazione nei territori dell'Emilia-Romagna colpiti dall'alluvione, per tre minuti.

ZAFFINI (FdI). Signor Ministro, parliamo di cose serie. A partire dal primo maggio 2023, il territorio dell'Emilia-Romagna è stato tragicamente colpito da eventi alluvionali di gravissima portata, caratterizzati da straripamenti, causando la drammatica perdita di diciassette vite.

Nel rendiconto presentato dal Presidente della Regione Emilia-Romagna al Governo il 15 giugno scorso, la stima provvisoria dei danni ammonterebbe a circa 9 miliardi di euro. L'alluvione ha determinato danni devastanti all'intero tessuto economico e produttivo delle aree colpite, dai settori direttamente coinvolti dagli eventi alluvionali - come l'agricoltura e la filiera alimentare - fino alle migliaia di industrie e imprese del turismo che costituiscono una delle dorsali più produttive e virtuose del nostro sistema Paese.

Un'analisi presentata da Unioncamere Emilia-Romagna stima che il valore aggiunto atteso per il 2023 per i Comuni colpiti dall'alluvione ammontasse a circa 40 miliardi di euro e che, a seguito della stessa, si rischia un'incidenza negativa su tale valore compresa tra il 18 e il 26 per cento. Quindi, una prima stima fornita da Confindustria, su un campione di sole 182 imprese, rileva circa 190 milioni di euro di danni.

Il quadro che emerge dai dati testimonia una situazione di grave crisi in territori strategici del nostro sistema economico, che mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e rende altresì incerta e difficoltosa l'attività svolta da tantissimi professionisti e lavoratori autonomi.

Il Governo, come lei evidentemente sa, signora Ministro, ha adottato il decreto-legge n. 61 del 2023, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal primo maggio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° giugno del 2023. Esso prevede, all'articolo 7, disposizioni in materia di ammortizzatori sociali che stabiliscono una procedura per fornire ai lavoratori subordinati dei territori colpiti una integrazione del reddito a carico dell'INPS. Il decreto stesso, all'articolo 8, disciplina una misura di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi che l'INPS deve riconoscere e attribuire a seguito di apposita domanda.

Bene, Ministro, la mia domanda è se è possibile valutare fin da ora l'efficacia delle misure adottate per salvaguardare l'occupazione nei territori colpiti dall'alluvione e quale impatto tali misure hanno avuto sul tessuto economico di tali territori.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio i senatori interroganti per il quesito posto che mi permette di chiarire lo stato di attuazione e l'efficacia degli strumenti di supporto e integrazione al reddito adottati per far fronte all'emergenza che ha colpito lo scorso mese di maggio la Regione Emilia Romagna e alcuni Comuni delle Marche e della Toscana.

Con il decreto-legge n. 61 del 2023 sono stati introdotti, tra le altre misure, un ammortizzatore unico per i lavoratori dipendenti del settore privato e per i lavoratori agricoli, nonché un'indennità una tantum per i lavoratori autonomi.

I due strumenti sono stati concepiti per consentire maggiore celerità e tempestività sia nella procedura di richiesta da parte dei lavoratori interessati sia in quella di erogazione della prestazione da parte dell'INPS.

Entrando nel dettaglio delle due misure introdotte dal Governo, rammento che possono fruire dell'ammortizzatore unico, comprensivo di relativa contribuzione figurativa, i lavoratori dipendenti o agricoli che alla data del primo maggio risiedono, sono domiciliati o lavorano presso un'impresa che ha sede legale o operativa in uno dei territori interessati dagli eventi alluvionali, ovvero che siano impossibilitati a recarsi al lavoro in ragione dell'evento straordinario.

Inoltre, con riferimento ai lavoratori agricoli, la misura di sostegno è prevista anche in favore di coloro i quali non avevano un rapporto lavorativo alla data dell'evento straordinario emergenziale. Per i lavoratori del settore agricolo la misura di sostegno per le giornate di sospensione delle attività lavorative è equiparata a lavoro ai fini della maturazione del diritto delle prestazioni di disoccupazione agricola e del calcolo delle stesse.

Voglio ribadire che sostenere le aziende e i lavoratori dei territori alluvionati rappresenta una priorità fondamentale per il Governo ed è per questo che abbiamo agito con celerità in un'ottica di semplificazione procedurale, prevedendo il pagamento diretto della misura da parte dell'INPS e la non applicazione dei limiti temporali previsti a legislazione vigente per i trattamenti di integrazione salariale, nonché il venir meno dell'obbligo di versamento del contributo addizionale.

Con riferimento all'indennità una tantum per i lavoratori autonomi, questa è riconosciuta in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, dei titolari di rapporti di agenzia e rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi o professionisti, compresi i titolari di attività di impresa e gli iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, sempre per il periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, per un importo pari a 500 euro per ciascun periodo di sospensione per un totale di 3.000 euro.

Per rendere tempestiva l'erogazione del sussidio si è individuata anche in questo caso una procedura semplificata gestita dall'INPS. A copertura delle misure sono stati stanziati circa 900 milioni di euro, di cui 253,6 per il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi. Voglio informare i senatori interroganti che alla data dell'11 luglio 2023, sulla scorta dei dati forniti da INPS, risultano presentate in totale 24.045 domande, di cui 12.507 relative alla misura una tantum destinata ai lavoratori autonomi e 11.538 per l'ammortizzatore unico. I pagamenti avviati alla stessa data risultano in totale 10.036, mentre 9.506 sono i pagamenti già ricevuti dai richiedenti. Questi dati confermano che la semplificazione delle procedure adottata ha consentito di dare una risposta immediata, efficace e tempestiva ai lavoratori e alle aziende.

Concludo confermando la massima attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nei confronti delle popolazioni colpite dall'alluvione attraverso uno scrupoloso monitoraggio dell'andamento delle misure sopra descritte, valutando la possibilità di rendere strutturale e ordinario l'istituto dell'ammortizzatore unico emergenziale a garanzia di un sostegno immediato e tempestivo a favore delle popolazioni colpite da eventi straordinari.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Zaffini, per due minuti.

ZAFFINI (FdI). Signor Ministro, mi reputo e mi dichiaro completamente soddisfatto della sua risposta e intendo mettere in risalto la cifra stanziata a copertura delle misure. Si tratta - come lei ha detto - di oltre 874 milioni di euro, di cui 620 milioni per l'ammortizzatore unico per i lavoratori dipendenti e 253 milioni di euro a sostegno del reddito dei lavoratori autonomi.

Un'altra misura che reputo assolutamente importante è la procedura semplificata che potrà consentire anche per provvedimenti futuri di usare un analogo modello.

Ministro, impiego i pochi secondi restanti proprio per raccomandare che questi siano gli atteggiamenti che devono caratterizzare l'attività del Governo: prontezza rispetto agli eventi straordinari e calamitosi; concretezza delle misure messe in campo; misurazione costante durante l'applicazione del provvedimento dei benefici, in modo da poter mettere in campo rapidamente i necessari correttivi.

In questo caso il provvedimento è giusto, appropriato, tempestivo, procede regolarmente e di questo, evidentemente, non posso che dichiararmi soddisfatto. La stessa identica cosa non posso fare per i processi sommari, per la pretesa di rovesciamento dello Stato di diritto, signor Presidente, e per quello che poco fa abbiamo ascoltato in quest'Aula rispetto ad accadimenti e fatti che sono tutti in capo all'autorità giudiziaria, che avrà modo di giudicare e valutare la rispondenza delle dichiarazioni rese, rispetto ai fatti accaduti. Di questo invece mi dichiaro molto preoccupato perché, quando la politica assume questo tipo di atteggiamenti, cade nella sua parte deteriore e buia, lontana dalla nostra necessità di fare, appunto, cose chiare e trasparenti. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Sbrollini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00577 sulle misure per ridurre i tempi delle liste di accesso alle prestazioni sanitarie, per tre minuti.

SBROLLINI (Az-IV-RE). Signor Presidente, signor Ministro, come sappiamo, il diritto alla salute è sancito nella nostra Costituzione all'articolo 32 ed è un diritto fondamentale, non solo perché riguarda sia la salute dell'individuo che l'interesse della collettività, ma anche perché impegna in maniera responsabile il Governo sulle misure da adottare. Sappiamo che il Piano nazionale per il Governo delle liste d'attesa prevede che le Regioni e i Comuni debbano definire i piani locali con la partecipazione dei cittadini, ma la previsione finora, purtroppo, è rimasta di fatto lettera morta. Sappiamo anche che il PNRR, nell'ambito della Missione 6, destina 2 miliardi di euro proprio al potenziamento dell'assistenza sanitaria di prossimità e alla riduzione delle ospedalizzazioni non urgenti, tramite l'attivazione di 1.350 case della comunità.

Sia però sulle liste d'attesa che sulla riforma dell'assistenza territoriale e la sua integrazione con i servizi, anche ospedalieri, già esistenti e non solo, gli interventi adottati finora dal Governo, purtroppo, sono stati volti soltanto a tamponare l'emergenza, piuttosto che affrontare le problematiche del Servizio sanitario nazionale in un'ottica di lungo periodo. Sappiamo, signor Ministro, che da parte sua c'è stata un'affermazione, già nella seduta del 2 febbraio, che andava verso il riconoscimento della necessità di affrontare questa emergenza, anche attraverso l'osservatorio nazionale delle liste d'attesa, per renderle più uniformi, chiare e fruibili ai cittadini e soprattutto dando informazioni sui tempi di attesa e sulle modalità di accesso alle cure.

Purtroppo, però, come abbiamo visto anche dall'ultimo rapporto di Cittadinanzattiva del 2023, questo non si sta verificando. L'urgenza e l'emergenza le conosciamo bene, le liste d'attesa sono ormai diventate intollerabili in tutte le Regioni del Nord, del Centro e del Sud. Le chiediamo dunque, signor Ministro, quali iniziative intende adottare per ridurre i tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie, garantendo piena effettività al diritto alla salute, al fine anche di scoraggiare in ogni modo il fenomeno della rinuncia alle cure. Sappiamo che già oggi il 40 per cento delle persone rinuncia a fare prevenzione.

Chiediamo allora di sapere quali iniziative, di competenza del Ministro, si intendono adottare per risolvere le criticità già da me esposte e anche come garantire piena tutela al fondamentale diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, che oggi sappiamo essere pregiudicato anche dalla carenza di personale sanitario, di medici e infermieri, di farmaci, di strutture e dai tempi di attesa che, purtroppo, sono ormai irragionevoli. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio le senatrici e i senatori interroganti per aver posto all'attenzione queste questioni che - come ho già avuto modo di rappresentare - investono criticità risalenti negli anni, per le quali dall'inizio del mio mandato sto avviando ogni azione di contrasto. È nota la problematica relativa ai lunghi tempi di attesa per il conseguimento di prestazioni sanitarie, diagnosi, interventi terapeutici, assistenziali e riabilitativi che affligge l'Italia, in merito al quale anche il Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva ha fornito un'analisi di sofferenza per i cittadini.

A tal riguardo, devo ricordare che la legge di bilancio 2022 ha introdotto specifiche disposizioni e stanziamenti volti al recupero delle prestazioni non erogate per la pandemia. Con l'entrata in vigore, poi, del decreto-legge n. 198 del 29 dicembre 2022 è stata data la possibilità a Regioni e Province autonome di rendere disponibili per l'equilibrio finanziario 2022 risorse correnti non utilizzate al 31 dicembre 2022 per dare attuazione ai piani operativi regionali per il recupero delle liste d'attesa. Per supportare e monitorare l'azione delle Regioni, il Ministero della salute ha emanato, di conseguenza, con circolare 30 maggio 2023, peculiari indicazioni in conformità a quanto disposto nel summenzionato decreto-legge. In particolare, Regioni e Province autonome che hanno a disposizione un residuo delle risorse correnti non utilizzate al 31 dicembre 2022 possono rendere disponibili queste risorse per le finalità legate a garantire la piena attuazione dei piani operativi regionali per ridurre le liste d'attesa. Le Regioni e le Province autonome che, all'esito delle attività di aggiornamento delle liste e consolidamento dei dati trasmessi al Ministero della salute, hanno ancora prestazioni da erogare riferibili alle liste d'attesa generatesi durante il periodo pandemico possono utilizzare una quota non superiore allo 0,3 per cento del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l'anno 2023. Inoltre, Regioni e Province autonome possono avvalersi fino al 31 dicembre 2023 delle misure specificatamente previste dalla legislazione vigente, che ora ricordo. Per il recupero dei ricoveri ospedalieri, ambulatoriali e di screening con queste modalità: prestazioni aggiuntive della dirigenza medica sanitaria veterinaria e professioni sanitarie dipendenti dal Sistema sanitario nazionale con tariffa oraria aumentata; prestazione aggiuntive del personale del comparto sanità dipendente dal Sistema sanitario nazionale con aumento della tariffa oraria; reclutamento attraverso assunzioni a tempo determinato di personale di comparto e della dirigenza medica sanitaria veterinaria e delle professioni sanitarie anche in deroga e vigenti contratti collettivi del lavoro. Insieme al summenzionato atto di indirizzo e altresì chiaro che, per il recupero delle prestazioni ambulatoriali e di screening, in parziale alternativa a quanto indicato nei punti precedenti, Regioni e Province autonome possono incrementare il monte ore dell'assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna con ore aggiuntive da assegnare nel rispetto dell'accordo collettivo nazionale. Viene acclarato che è consentito il ricorso alle strutture private accreditate in deroga alle limitazioni disposte dalla vigente normativa. Con il medesimo documento di indirizzo è stato previsto il prosieguo delle attività di monitoraggio e supporto fornito alle Regioni e Province autonome da parte del Ministero della salute e di Agenas.

Questi sono problemi - come dicevo prima - che derivano da scelte errate e prolungate negli anni che oggi siamo chiamati a fronteggiare. Ne citerò due. La prima è il blocco indiscriminato del turnover, che oggi crea carenza di medici soprattutto in alcuni settori e la seconda è l'inaccettabile taglio di 37 miliardi dal 2010 al 2019 a danno della sanità pubblica. Come detto poc'anzi e come ribadito più volte, abbiamo stanziato fondi straordinari per l'abbattimento delle liste d'attesa e ci attendiamo che tutte le Regioni li sappiano impiegare con urgenza e al meglio. Stiamo lavorando in controtendenza. Vogliamo non più bonus e misure tampone o arrotondamenti vari, ma interventi strutturali, con più soldi per il personale medico e sanitario, più tutele per gli operatori sanitari, più fondi per retribuire gli straordinari, più posti per chi vuole studiare medicina. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.

PAITA (Az-IV-RE). Signor Ministro, le dico subito che mi dichiaro completamente insoddisfatta della sua risposta e sono anche molto rammaricata, perché lei si è ostinato a non dare nemmeno un dato del livello di recupero dei target dopo il Covid rispetto a tutti i temi delle liste d'attesa. Glieli do io i dati che lei non ha voluto comunicarci, Ministro. Solo il 66 per cento dei ricoveri è stato recuperato; per gli screening il target di recupero è stato raggiunto a livello nazionale solo per il 67 per cento e quello delle prestazioni ambulatoriali per il 57 per cento. Solo questi dati le dovrebbero evidenziare che siamo di fronte a un'emergenza di carattere nazionale. Questo Governo può anche continuare a dire che tutti i problemi si sono ereditati dal passato. Ma il problema è che, dopo sette-otto mesi, qualche problema bisognerebbe cominciare a risolvere e purtroppo la situazione in termini di liste d'attesa nel nostro Paese è esplosiva. Che cosa significa?

Significa che ci sono delle Regioni nelle quali le persone rinunciano a curarsi. Le faccio un esempio: secondo un articolo uscito ieri su un giornale della mia Regione, la Liguria, il 5,8 per cento nel 2022 ha rinunciato alle cure. Questo dato dovrebbe indurci a mettere in atto delle politiche in controtendenza. Il suo ragionamento è di: concedere un po' più di flessibilità alle Regioni. Ma, signor Ministro, ogni Regione fa caso a sé e lei sa perfettamente che non c'è omogeneità nel Paese. Vicino a lei c'è un Ministro che vuole mettere in atto un progetto di autonomia nel nostro Paese. Ma bisogna riscontrare il fatto che non c'è omogeneità in tutta Italia rispetto alle prestazioni di carattere sanitario.

Tuttavia, quello che più mi preoccupa è il fatto che non ci sia, nella sua relazione, alcun riferimento rispetto a cosa volete fare, a come volete cambiare questa situazione, al tipo di investimenti che volete mettere in campo sul sistema sanitario e a come ritenete di approcciare la questione di un controllo delle performance a livello regionale. Stimo il suo lavoro e sicuramente non c'è un approccio ideologico da parte nostra. Le devo dire però, Ministro, che la relazione di oggi su un tema così serio, in diretta Rai, senza un dato, senza un riferimento, senza dire cosa volete fare come Governo, è qualcosa che non solo mi sorprende, ma mi rammarica e penso, con me, tutti gli italiani. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Biancofiore ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00575 sull'operatività del presidio sanitario San Raffaele di Velletri, in provincia di Roma, per tre minuti.

BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Ministro, credo che anche lei sia stato raggiunto dalle stesse lamentele che hanno raggiunto me, da parte dei cittadini, dei lavoratori e delle persone che vorrebbero occuparsi di sanità del Comune di Velletri e di tutti i Castelli. E ricordo che lei è stato recentemente in visita a Velletri, per occuparsi della problematica dell'ospedale Colombo. Non so se poi è riuscito ad andare a vedere anche la situazione dell'istituto di Velletri che fa capo alla proprietà del San Raffaele.

Nel 2011 - come forse credo lei sappia - la direzione regionale ha disposto la revoca, per questo ospedale, della sola autorizzazione di cui il presidio risultava titolare. Pertanto veniva - ahimè - chiuso, non senza qualche simbologia purtroppo di natura politica, che nella sanità - a mio parere - non ci dovrebbe mai essere. È una chiusura, quella del San Raffaele, che ha pesato come un macigno, vista la situazione al limite della sanità di Velletri - come dicevo poc'anzi - dove anche l'ospedale civico, del quale lei si è occupato, sta subendo da anni drastici ridimensionamenti e si è anche sfiorata la chiusura. La chiusura dei presidi territoriali - come tutti sappiamo - è stato uno dei mali della nostra sanità, come abbiamo purtroppo visto durante la drammatica pandemia.

La struttura sanitaria è stata chiusa per indagini della procura di Velletri, che si sono chiuse con l'assoluzione completa e con formula piena, per insussistenza del fatto, di tutti gli imputati da ogni contestazione a loro ascritta. Persino la Corte dei conti ha sottolineato che non vi era alcuna ipotesi di responsabilità erariale. La struttura è stata chiusa nonostante fosse un fondamentale presidio per la riabilitazione e per reparti importanti di medicina, di chirurgia e di cardiologia. Accertata quindi l'insussistenza del presupposto della revoca, quello che oggi possiamo rilevare è come i cittadini della Regione Lazio si siano visti privati de facto, per ben dodici anni, di un presidio attrezzato per lo svolgimento di attività sanitarie.

Vista l'idoneità, mi chiedo, signor Ministro, se per caso è a conoscenza della situazione e per quali motivi non si sia ancora proceduti al ripristino dell'autorizzazione all'esercizio dell'accreditamento in favore della struttura di Velletri, che speriamo possa essere riaperta al più presto, perché anche la commissione sanitaria varata dalla Regione ha dato assoluto parere favorevole.

PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SCHILLACI, ministro della salute. La questione delineata nell'atto ispettivo in esame rientra negli ambiti di competenza della Regione Lazio, alla quale ho chiesto di relazionarmi compiutamente.

Risulta, con determinazione del 22 giugno 2011, che la Regione ha revocato l'autorizzazione all'esercizio alla casa di cura San Raffaele di Velletri. La struttura San Raffaele ha promosso ricorso al TAR Lazio, esitato nella sentenza n. 9519 del 2018, appellata davanti al Consiglio di Stato, confermata dalla pronuncia n. 4567 del 2019. Nel frattempo la San Raffaele SpA ha richiesto alla Regione il riesame in autotutela dell'istanza di revoca, anch'esso esitato nella nota di conclusione del procedimento del 4 ottobre 2013 con diniego. Detta nota, impugnata davanti al TAR Lazio, ha dato luogo ad una pronuncia di condanna dell'amministrazione con sentenza n. 3017 del 2014, che ha demandato all'amministrazione una nuova e compiuta istruttoria funzionale a verificare se la struttura potesse continuare ad operare in regime privatistico. L'istruttoria compiuta nel 2015 è stata dichiarata nulla, tuttavia, rinnovata dal commissario ad acta, ha confermato che non erano venute meno le motivazioni che avevano condotto all'adozione del provvedimento precedente.

Nel merito delle rinnovate istruttorie si è poi pronunciato dapprima il TAR Lazio, con sentenza n. 9699 del 2018, e poi il Consiglio di Stato, a conferma del primo grado, con sentenza n. 4457 del 2019. La Regione ha sottolineato gli aspetti rilevanti della sentenza del Consiglio di Stato e vorrei citarli: come il commissario ha osservato, sebbene la struttura ha ottenuto tre certificati di agibilità dal Comune di Velletri, che coprirebbero tutte le parti in cui vengono effettuate le attività sanitarie, si deve tenere presente che il certificato di agibilità riguarda la salubrità dell'edificio. Inoltre i ricorsi promossi dall'odierno appellante avverso ai sei dinieghi opposti dal Comune di Velletri alle corrispondenti domande in sanatoria attinenti alla struttura di Velletri risultano definiti con decreti di perenzione incardinati davanti al TAR Lazio. Il diniego delle domande in sanatoria, divenuto definitivo a seguito dei decreti di perenzione, conferma l'insanabilità sul piano edilizio delle modificazioni strutturali intervenute nella struttura di Velletri dal 25 gennaio 2001.

Da ultimo, la Regione Lazio ha sottolineato che la Corte di cassazione, con ordinanza n. 1603 del 19 gennaio 2022, si è pronunciata sul ricorso per cessazione presentato dalla San Raffaele SpA attraverso sentenze del Consiglio di Stato dichiarandolo inammissibile. Tuttavia, in considerazione - come diceva l'interrogante - del rilievo che la situazione in essere riveste in ambito territoriale nell'interesse dei cittadini, soprattutto anche per quanto riguarda i livelli occupazionali, esprimo tutta la mia disponibilità ad approfondire la disamina anche con la Regione, nel rispetto delle competenze della Regione stessa e di tutte le decisioni giurisdizionali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Biancofiore, per due minuti.

BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, ringrazio il ministro Schillaci per la disponibilità. A me risultano anche altre questioni dal punto di vista giudiziario circa la chiusura dell'indagine a carico della proprietà; risulta inoltre che l'idoneità e l'adeguatezza della struttura sono state confermate dalla commissione tecnica nominata dalla Regione, che ha espresso parere favorevole al ritiro della revoca e conseguentemente alla riapertura del presidio.

La sua disponibilità mi rende soddisfatta anche perché, come il Ministro ha detto, la vicenda non è soltanto impattante per il territorio. La riapertura di un nosocomio, peraltro periferico ma di fondamentale importanza, serve infatti con tutta evidenza anche a decongestionare i nosocomi cittadini che, come tutti sappiamo - lo ha detto anche la mia collega precedentemente - sono congestionati anche a causa della mancanza di strutture territoriali. In questo caso il presidio è già esistente e perfettamente funzionante (confesso che io stessa anni fa ho avuto la possibilità di accedervi e di curarmi lì) e quindi serve anche a evitare le lunghe liste d'attesa che sono state anche precedentemente citate. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Murelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00572 sulle iniziative per l'abbattimento delle liste d'attesa in sanità, per tre minuti.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, il nostro sistema sanitario è stato fortemente indebolito dopo la pandemia Covid, anche se naturalmente le problematiche c'erano anche prima, in particolare rispetto alle liste d'attesa, laddove si presentano le maggiori criticità nel nostro sistema sanitario nazionale. Il rapporto di Cittadinanzattiva sulla salute evidenzia che il 57,4 per cento degli intervistati ritiene inaccettabili i tempi di attesa per le prestazioni erogate direttamente dal sistema sanitario; lo stesso giudizio è condiviso dal 34,1 per cento degli intervistati per quanto riguarda le visite specialistiche e dal 26,5 per cento per quanto attiene agli esami diagnostici.

Il Piano nazionale del Governo sulle liste di attesa risale al 2019 e dopo la pandemia non è più stato aggiornato. La legge di bilancio del 2022 ha investito 2 miliardi di euro, di cui 500 milioni direttamente per l'abbattimento delle liste d'attesa.

La legge successiva di proroga dei termini del 2022 ha dato disponibilità a utilizzare le risorse non utilizzate dalle Regioni per abbattere le liste d'attesa. Tuttavia, il 33 per cento di queste risorse che erano state finalizzate, circa 165 milioni, non sono state utilizzate per tale scopo. Alcune Regioni hanno investito solo percentuali marginali rispetto a quanto a disposizione; altre a mala pena un terzo dei fondi stanziati.

Bisogna, quindi, agire prontamente ed attivamente per la riduzione di queste liste d'attesa. È necessario intervenire in modo decisivo, con nuove regole di ingaggio degli erogatori, agendo in prevenzione e appropriatezza in tutta la filiera: tracciabilità, controllo diretto degli impieghi, revisione delle spese, contrastando anche il sovraccarico della burocrazia degli ospedali, ma anche dei medici stessi.

Mi è stato presentato un rapporto, che è in fase di finalizzazione e che verrà presentato a settembre, per dare un'idea diretta, dove è stato evidenziato che, se andasse a diminuire il tempo della burocrazia che i medici impiegano per evadere le pratiche, si recupererebbero sei anni lavorativi di una sola persona. Se reinvestissimo questo tempo in visite mediche di venti minuti, riusciremmo ad effettuare ben 53.000 visite.

La Lega ha presentato due proposte di legge, una sulla medicina territoriale e una sull'emergenza urgenza, per andare a informatizzare a modernizzare i nostri sistemi.

Chiedo al Ministro che cosa vuole fare, direttamente, per intraprendere iniziative per abbattere le liste d'attesa, ma soprattutto se intende indagare sulle effettive modalità di spesa di questi fondi che noi abbiamo stanziato per abbattere le liste d'attesa: come sono stati utilizzati dalle Regioni, ma soprattutto come non sono stati utilizzati, per quale motivo e come possono essere monitorati al meglio.

PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Schillaci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SCHILLACI, ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio le senatrici e il senatore interroganti perché, accanto agli argomenti già affrontati in una precedente interrogazione, mi offrono la possibilità di illustrare le iniziative che il Ministero sta mettendo in campo per consentire, attraverso un compiuto riordino della rete territoriale dell'emergenza urgenza, il recupero dei tempi delle liste d'attesa, garantendo una prima risposta efficace sul territorio, seguita dal consulto specialistico, nell'ottica di decongestionamento dei pronto soccorsi.

In proposito, anche dall'analisi del Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva, emerge che, terminata l'emergenza pandemica, i cittadini si trovano a fare i conti più di prima con le conseguenze di scelte improvvide che durano da decenni; scelte che, come ho già avuto modo di evidenziare, hanno ottenuto un solo e unico effetto: un Sistema sanitario nazionale ingolfato, un serbatoio che perde, ma nel quale si è sempre e solo voluto aggiungere acqua, senza riparare le falle strutturali.

Le liste d'attesa non sono altro che il sintomo di un sistema da ripensare.

Da ripensare è l'architettura complessiva dell'offerta sanitaria, con il potenziamento della medicina territoriale. Sono allo studio proposte concrete per l'implementazione del sistema disegnato dal decreto interministeriale del 23 maggio 2022, n. 77, accompagnato da sistemi di telemedicina e di supporto specialistico diagnostico integrato per soddisfare al meglio i bisogni degli assistiti, contrastando soprattutto gli accessi inappropriati al pronto soccorso. Accanto a questo, è altrettanto necessaria una revisione del modello di assistenza ospedaliera prevista.

Venendo specificatamente all'esame di come le Regioni e le Province autonome abbiano utilizzato i fondi destinati al recupero sui ritardi accumulati nelle liste di attesa, devo premettere che il Ministero della salute ha condotto un monitoraggio sistematico dello stato di avanzamento delle attività di recupero, articolato per trimestri e prolungatosi fino alla fine del 2022.

L'esito di questo monitoraggio ha effettivamente evidenziato, da parte degli enti territoriali, il mancato utilizzo dell'intera quota dei finanziamenti stanziati. Va precisato, tuttavia, che le quote di finanziamento non utilizzate non sono state utilizzate per altro scopo. Il decreto-legge del 29 dicembre 2022, n. 198, ha introdotto specifiche misure volte a favorire il recupero delle liste d'attesa per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e le prestazioni ospedaliere.

In particolare, è prevista la possibilità per Regioni e Province autonome, di rendere disponibile le risorse correnti, già previste nella legge di bilancio del 2021, non utilizzate al 31 dicembre 2022. Al fine di supportare le Regioni e le Province autonome nell'attuazione di quanto disposto con il summenzionato decreto legge del 2022, il Ministero ha diramato uno specifico atto di indirizzo per dare indicazioni specifiche sulle attività di recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricovero ospedaliero, per ridurre le liste d'attesa garantendo, nel contempo, il prosieguo delle attività di monitoraggio e supporto fornito al Ministero della Salute da Agenas.

Confermo, quindi, l'intenzione di verificare ancora meglio come siano stati spesi i fondi straordinari stanziati per le liste d'attesa.

Accolgo con favore le puntualizzazioni dei senatori della Lega, che ripercorrono diverse misure che stiamo sviluppando proprio nella direzione di una vera riorganizzazione della filiera della medicina territoriale e dell'emergenza-urgenza.

Fatemi sottolineare che la situazione delle liste d'attesa dimostra che i fondi servono, ma ciò che soprattutto serve è saperli spendere. Il Ministero non mancherà nei controlli, ma occorre maggiore responsabilità da parte di molte Regioni nei moltiplicare gli sforzi per garantire il fondamentale diritto alla salute.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Murelli, per due minuti.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la sua risposta, di cui sono assolutamente soddisfatta, anche perché siamo in linea con le attività da fare sia per quanto riguarda la medicina territoriale (la proposta di legge di cui parlava è stata incardinata in Commissione), sia sull'emergenza-urgenza, che affronteremo successivamente.

Riteniamo assolutamente importante, da una parte, rafforzare la medicina territoriale per avere risposte più rapide, agendo in modo più efficace con un metodo di continuità di cura e disponibilità ventiquattrore su ventiquattro; dall'altra parte, occorre investire nel capitale umano perché, oltre a saper spendere le risorse, servono le persone che le spendano e che abbiano il tempo per poterlo fare. Ecco perché, secondo me, è necessario investire sulle persone: come diceva lei, è assolutamente importante eliminare il numero chiuso nelle università e incentivare soprattutto i giovani a lavorare nel sistema sanitario, farli appassionare, ma soprattutto investire economicamente sul loro futuro, sulla loro carriera e sul loro contributo. Non si tratta di fare solo un investimento dal punto di vista umano, ma è anche tecnologico e sul loro tempo.

PRESIDENTE. Il senatore De Cristofaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00571 sull'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni nell'ambito della riforma sull'autonomia differenziata, per tre minuti.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, signor Ministro, abbiamo appreso delle recenti dimissioni di quattro, peraltro autorevoli, componenti del comitato per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, cioè l'organo di supporto alla riforma sull'autonomia differenziata. Il 4 luglio, come sappiamo, gli ex presidenti della Corte costituzionale Amato e Gallo, l'ex presidente del Consiglio di Stato Pajno e l'ex ministro Bassanini hanno deciso di dimettersi perché, a loro dire, non ci sono più le condizioni per la partecipazione ai lavori del comitato. La ragione principale sarebbe da ricercarsi nella contraddizione tra la legge di bilancio 2023 e alcune disposizioni successive. Un'interpretazione costituzionalmente orientata della norma infatti impone che, prima dell'attribuzione di nuovi specifici compiti alle Regioni, vengano determinati tutti i livelli essenziali delle prestazioni relativi all'esercizio dei diritti. Ma essendo le risorse disponibili definite dai vincoli di bilancio, è evidente che la determinazione dei LEP richiederà una valutazione complessiva di ciò che il Paese è effettivamente in grado di finanziare. Ciò peraltro non può essere fatto nemmeno materia per materia, perché ci si ritroverebbe nella condizione di non poter finanziare i LEP necessari ad assicurare l'esercizio dei diritti nelle materie lasciate alla fine.

Non viene inoltre condiviso il ricorso alla spesa storica, che cristallizza le diseguaglianze territoriali, e si critica anche la devoluzione al sottogruppo della individuazione dei LEP nelle materie non ricomprese nel perimetro dell'articolo 116 della Costituzione. Come per gli altri LEP, il risultato sarà quello di una sola ricognizione di quelli già rinvenibili a legislazione vigente. Sarebbe stato invece utile proporre alla cabina di regia, e poi alla valutazione del Parlamento con riserva di legge, i nuovi LEP necessari per assicurare il superamento delle diseguaglianze territoriali nell'esercizio dei diritti civili e sociali. Vi sono materie, come sappiamo, nelle quali il legislatore non ha determinato i livelli essenziali delle prestazioni o lo ha fatto in modo parziale.

Quindi considerando i LEP come un argomento decisivo della riforma, visto che il testo prevede che il trasferimento di competenze alle Regioni possa avvenire soltanto dietro la determinazione dei fabbisogni e dei costi standard effettuata dal comitato, considerando anche i rilievi di incostituzionalità che spesso sono stati sollevati nelle audizioni in 1a Commissione, considerato il rischio di aggravare le differenze territoriali, peraltro privando il Parlamento delle competenze in materia dell'allocazione delle risorse necessarie per garantire i LEP e ritenendo invece il mio Gruppo che il Parlamento possa e debba definire alcuni limiti alla negoziazione delle intese, come per esempio le norme sull'istruzione, io le chiedo se non ritenga opportuno un ripensamento su questo provvedimento e la sospensione del suo esame.

PRESIDENTE. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, senatore Calderoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDEROLI, ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, in premessa ritengo necessario precisare che il comitato tecnico scientifico per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale è un organismo di supporto tecnico per le attività della cabina di regia disciplinata dalla legge di bilancio per il 2023.

È mia intenzione, in considerazione della natura tecnica del CLEP, di cui fanno parte 58 qualificatissimi rappresentanti delle istituzioni, esperti e accademici di varia formazione e area culturale, evitare che il medesimo CLEP sia coinvolto nel confronto politico. È necessario, proprio per le alte finalità perseguite (l'istruttoria per la determinazione dei LEP), che esso svolga la propria attività al riparo da impropri condizionamenti esterni.

Quanto al quesito posto dall'interrogante, osservo che esso è diretto a produrre la sospensione dell'esame del disegno di legge n. 615. Altri sono gli strumenti previsti dal Regolamento del Senato per giungere a tale risultato, dal Governo ovviamente non auspicato, e non certo gli strumenti del sindacato ispettivo.

Nel merito, devo ribadire che, diversamente da quanto sostenuto - senza in realtà addurre argomenti - dall'interrogazione, non sussiste alcuna contraddizione nelle disposizioni della legge di bilancio per il 2023 che invece legano indissolubilmente ed espressamente il processo di emanazione dei LEP alle materie interessate dall'autonomia differenziata. Sono inoltre immotivate le critiche relative all'istituzione di un ulteriore sottogruppo, chiamato a istruire la determinazione dei LEP in tutte le ulteriori materie. Al contrario, il CLEP ha accolto la richiesta dei quattro firmatari della lettera. Il sottogruppo, diversamente da quanto ivi sostenuto, non sarebbe chiamato a svolgere una mera opera di ricognizione dei LEP già rinvenibili nella legislazione esistente, ma, al pari degli altri sottogruppi, dovrebbe proporre, nel caso, anche nuovi LEP nell'ambito delle funzioni esistenti, necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell'esercizio dei diritti civili e sociali.

I diritti civili e sociali sulla base delle chiare riserve contenute nella prima parte della Costituzione, sono stabiliti dalla legge, così come è la legge che disciplina l'attribuzione all'esercizio delle funzioni pubbliche. È sempre in base alla legge che saranno determinati i LEP con i decreti del Presidente del Consiglio. Il ricorso ai decreti agevola il tempestivo adeguamento nel tempo dei LEP alle mutate esigenze e condizioni, non ultime quelle derivanti dal mutato quadro tecnico scientifico.

Il Governo non è certo insensibile alle molteplici questioni poste nel corso del dibattito parlamentare e delle audizioni e farà proprie alcune proposte emendative di carattere migliorativo dei contenuti del disegno di legge. È certo però che non è consentito alla legge ordinaria, come vorrebbe l'interrogante, porre limiti preventivi ai contenuti delle intese, relativi a materie specificatamente indicate nella Costituzione. Sarà il Parlamento ad occuparsene, quando esaminerà le singole ipotesi, con gli atti di indirizzo prima e il voto finale a maggioranza assoluta poi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Cristofaro, per due minuti.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, signor Ministro, io spero davvero che gli emendamenti a cui lei ha fatto riferimento, che la Commissione voterà nei prossimi giorni potranno effettivamente cambiare natura in maniera significativa a questo provvedimento. Lei conosce la nostra posizione, la grande perplessità e la forte critica del mio Gruppo parlamentare, Alleanza Verdi-Sinistra.

Peraltro le dimissioni dei quattro autorevoli componenti dal Comitato tecnico per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, sulle quali deve rispondere a loro e non soltanto a me perché non ho fatto altro che citare alcune delle cose che hanno detto loro e non io, sono soltanto l'ultimo episodio, come sa bene, che mostrano come vi sia nel Paese un grande elemento di perplessità trasversale attorno a questa riforma. Soprattutto, Ministro, c'è la grande preoccupazione che questa sua riforma possa aggravare la diseguaglianza sociale e la diseguaglianza territoriale, che sono già oggi purtroppo la cifra più significativa di questo Paese. Io penso che lei abbia visto, come me, gli ultimi dati che sono usciti ieri sulla scuola, che sono drammatici perché parlano di un divario territoriale tra le scuole del Nord e le scuole del Sud, che comincia a manifestarsi addirittura già nella scuola primaria, con -15 per cento punti di divario a sfavore del Mezzogiorno al termine del primo ciclo della scuola secondaria, e -23 per cento al termine del secondo ciclo. In un Paese purtroppo così segnato dal divario territoriale bisognerebbe investire sulla coesione territoriale, che penso sarebbe peraltro l'unico modo per mettere il Paese in una condizione migliore sull'intero panorama europeo.

Lo dico con una battuta perché non ho il tempo: penso che questa riforma rischia di essere drammatica per il Sud, ma anche una riforma profondamente sbagliata per il Nord. È tutto il Paese che ne uscirà indebolito. Spero davvero, finendo come ho iniziato, che gli emendamenti possano cambiarne significativamente il segno. In ogni caso, la ringrazio della risposta.

PRESIDENTE. Il senatore Giorgis ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00574 sul processo di individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni in rapporto all'attuazione dell'autonomia differenziata, per tre minuti.

GIORGIS (PD-IDP). Signor Presidente, signor Ministro, come è stato appena ricordato, il 26 giugno scorso, quattro autorevoli giuristi - Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno - hanno rassegnato le dimissioni dal Comitato tecnico per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, presieduto dal professor Sabino Cassese. Lo hanno fatto con una lettera nella quale avanzano molteplici e seri dubbi sulla conformità alla Costituzione del disegno di legge n. 615 che stiamo discutendo in Commissione affari costituzionali e che porta la sua prima firma. In particolare avanzano seri e molteplici dubbi sul percorso di attuazione dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione, che tale disegno di legge prefigura.

La principale questione che viene sollevata nella lettera riguarda il rapporto tra articolo 116, terzo comma, e articoli 117, lettera m), e 119. È possibile e costituzionalmente legittimo procedere all'attribuzione di nuovi e specifici compiti e funzioni ad alcune Regioni, con le corrispondenti risorse finanziarie, senza aver previamente determinato e concretamente attuato tutti i livelli essenziali delle prestazioni attinenti all'esercizio dei diritti civili e sociali ed aver previamente definito il loro finanziamento secondo i principi dell'articolo 119 della Costituzione?

Ecco, ad avviso dei quattro illustri giuristi, ciò non dovrebbe avvenire. Una corretta lettura del Titolo V dovrebbe escludere una simile eventualità perché prima occorre garantire le condizioni essenziali dell'uniformità, prima occorre superare i divari territoriali e garantire a tutti i cittadini, ovunque risiedano, il pieno godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali e, solo dopo, valutare se e per quali specifiche funzioni e compiti è ragionevole prevedere differenziazioni e dunque forme e condizioni particolari di autonomia a una o più Regioni.

Siccome però le risorse di cui il nostro Paese dispone sono necessariamente limitate, perché ciò avvenga occorre che il Comitato tecnico proceda alla determinazione di tutti i livelli essenziali delle prestazioni relative all'esercizio dei diritti civili e naturalmente vi provveda superando il criterio della spesa storica, che riflette e consolida le disuguaglianze territoriali esistenti, in modo da consentire al Parlamento di fare una valutazione complessiva delle risorse che sono necessarie per finanziare tali LEP e decidere di conseguenza, nel rispetto della Costituzione, priorità e grado della loro attuazione.

Ma se il comitato tecnico procederà invece alla determinazione dei soli livelli essenziali relativi alle materie potenzialmente oggetto di autonomia differenziata, come potranno il legislatore e lo stesso Governo scongiurare il rischio che alla fine manchino le risorse per finanziare tutti i LEP necessari ad assicurare l'effettivo esercizio dei diritti civili e sociali, nelle materie di competenza esclusiva dello Stato? E come potrà, quindi, garantire la previa, concreta ed effettiva attuazione dell'articolo 117 della Costituzione?

Le chiediamo dunque, signor Ministro, di rispondere alle questioni e ai dubbi di legittimità sollevati nella lettera. Avremmo voluto interloquire e ci sembra ragionevole che ciò avvenga anche con il comitato tecnico, ma in ogni caso vorremmo conoscere come... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Giorgis.

GIORGIS (PD-IDP). Vorremmo conoscere, dunque, come il comitato tecnico e il Governo intendano proseguire, superando i rischi di legittimità costituzionale che sono stati evidenziati nella lettera che ho richiamato.

PRESIDENTE. Il ministro per gli affari regionali e le autonomie, senatore Calderoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDEROLI, ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, mi scuso se sarò ripetitivo, ma parte delle premesse sono identiche a quelle della precedente interrogazione. Ritengo quindi che si debba ribadire e precisare che il CLEP è stato istituito con un DPCM del 23 marzo 2023, quale organismo di supporto tecnico per l'attività della cabina di regia, disciplinata dalla legge di bilancio. È vero che in quattro hanno presentato una dichiarazione di non partecipazione ai lavori, ma ce ne sono altri 58, altrettanto qualificati, che intendono procedere per la strada individuata, che andrò a ripetere, perché è sovrapponibile a quella che è stata indicata dai quattro dimissionari.

Nel merito devo precisare che mi sono meravigliato nell'apprendere che è stata data pubblicità al contenuto di una lettera, con cui i quattro firmatari mi avevano rappresentato di essere «costretti a prendere atto che non ci sono le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del CLEP». Nel merito devo precisare che fin dall'inizio era stato chiarito e condiviso per iscritto, con i quattro firmatari, il perimetro dell'attività del CLEP, in attuazione delle disposizioni di legge e sulla base di quanto previsto dal DPCM. In un momento successivo, i quattro hanno rappresentato insieme al CLEP, oltre che al sottoscritto, l'esigenza di estendere tale perimetro anche alle altre materie, adducendo argomenti non privi di rilievo, indicati nella loro lettera. Proprio per questo il CLEP ha accolto la richiesta di estendere l'istruttoria ad ulteriori materie e ha convenuto di istituire a tal fine un ulteriore sottogruppo. Quest'ultimo, a sua volta, diversamente da quanto posto in evidenza nella lettera, non sarebbe chiamato a svolgere una mera opera di ricognizione dei LEP già rinvenibili nella legislazione esistente, ma al pari degli altri sottogruppi dovrebbe proporre, nel caso, anche nuovi LEP nell'ambito delle funzioni esistenti, necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell'esercizio dei diritti civili e sociali.

Quanto alla pregiudizialità relativa all'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, gli stessi interroganti, riportando un passo della lettera, pongono in evidenza che il solo limite di rango costituzionale è dato dal rispetto dei princìpi dell'articolo 119, nessuno dei quali è posto minimamente a repentaglio nell'attuazione dell'autonomia differenziata, né tantomeno dal disegno di legge n. 615. Non posso che ribadire che i dubbi di legittimità prospettati sono privi di fondamento e che proprio il sottoscritto e il Governo intero si stanno facendo carico, finalmente, del processo attuativo dei LEP, a distanza di oltre ventuno anni dall'entrata in vigore del Titolo V.

Concludo con due valutazioni politiche. La prima è che uno dei firmatari di questa lettera era Presidente del Consiglio quando fu approvata la modifica del Titolo V. Gli interroganti appartengono all'area politica che fu promotrice, votò e sostenne il referendum rispetto alla modifica del Titolo V.

Sono passati più di vent'anni e per tredici anni questa area politica è stata, con Governi politici o tecnici, al Governo. Lei ha ripetuto tante volte la parola «prima» e io adesso dico «prima o poi», perché dopo questi tredici anni e ventuno anni nessuno ha fatto un passo in avanti sull'autonomia, nessuno si è mai incaricato né si è voluto dedicare alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. Aggiungo che la piccola attuazione che ha avuto l'articolo 119 è stata frutto dalla legge n. 42 del 2009 e della legge sul federalismo fiscale portata avanti da me e poi sospesa dai Governi che sono succeduti. La lettera p), la definizione della funzione fondamentale, ha trovato ancora una volta contenuto nella mia riforma del federalismo fiscale. Oggi dire che dobbiamo definire tutti i LEP prima di poter procedere significa solo buttare la palla in tribuna, disconoscere quei troppo pochi livelli essenziali già definiti ad oggi e quando oggi uno dice di volere tutto di fatto non vuole dire niente e tra vent'anni saremo ancora qui a parlare di definizione di livelli essenziali che lo Stato ha il dovere di definire e dei diritti civili e sociali che il cittadino ha diritto di vedersi garantiti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Valente, per due minuti.

VALENTE (PD-IDP). Ovviamente ringrazio il ministro Calderoli. Direi, per questioni di rispetto istituzionale, che la sua risposta ci lascia amareggiati, ma direi addirittura sgomenti rispetto alle esperienze e al profilo che lei stesso, Ministro, ha all'interno di quest'Aula e del percorso istituzionale e parlamentare di questo Paese.

Nella risposta al collega De Cristofaro - e mi voglio augurare non facesse riferimento al ruolo del Parlamento - ha parlato di impropri condizionamenti esterni rispetto al lavoro di un comitato tecnico. Le vorrei semplicemente ricordare con pacatezza l'articolo 117, sul quale lei da Ministro ha giurato, laddove recita: «Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:». Ebbene, alla lettera m), si fa riferimento alla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale». L'unico depositario, quindi, della scelta dei livelli essenziali delle prestazioni è e resta il Parlamento, al di là delle valutazioni di questo Governo. In più, ha fatto riferimento, anche in chiacchiere informali, al fatto che in qualche modo queste erano scelte tecniche. Ebbene queste scelte e questi quattro autorevoli giuristi la cui appartenenza penso non faccia velo però alla loro competenza, al merito delle loro argomentazioni, merito delle argomentazioni che la vostra stessa decisione, la scelta del comitato tecnico di istituire un sottogruppo, che evidentemente riconosce. I firmatari di quella lettera hanno detto che la scelta non li convince e non perché pensino che quel sottogruppo non sia dedicato esattamente alla ricognizione, che quindi voi avete riconosciuto come essenziale. Al di là dello sproloquio sul fatto che poi questi livelli essenziali, tutti o non tutti, vadano evidentemente individuati, voi stessi riconoscete che è necessario, perché avete individuato un sottogruppo che deve definire anche quelli non oggetto della devoluzione. Ma quel sottogruppo - hanno detto i quattro firmatari - non avrà i tempi necessari, se proprio la vogliamo fare sul serio quella individuazione, per lavorare e arrivare alla definizione, quindi hanno detto che sostanzialmente si sta facendo un'operazione di facciata.

Adesso capisco che ci sono bandierine ideologiche per parti politiche, lo comprendiamo, siamo tutti quanti navigati, ma attenzione a giocare queste bandierine ideologiche sulla pelle del Paese, perché come ha detto il collega De Cristofaro il tema delle disuguaglianze, il fatto che oggi una mamma nel Sud del Paese non abbia il tempo pieno a scuola mentre una mamma nel Nord del Paese ce l'ha è una cosa inaccettabile che questo provvedimento continuerà a cristallizzare, al netto delle sue intenzioni, che noi crediamo forse anche in buona fede. Questo provvedimento non solo non persegue le disuguaglianze, ma le cristallizza e addirittura rischia di aumentarle.

Per questo è pericoloso, come è stato detto, non solo per il Sud del Paese, ma per il Paese tutto e di questo una forza politica, ma anche l'intera maggioranza se ne assume la responsabilità di fronte alle eventuali conseguenze che ci saranno nel corso degli anni. Attenzione a dire, e in qualche modo a rivendicare, rivoluzioni importanti e necessarie attese da anni: noi le vorremmo fare, ma con serietà e rigore e, soprattutto, perseguendo gli obiettivi che si dice di voler perseguire. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 18 luglio 2023

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 18 luglio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 16,15).

Allegato A

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO

Interrogazione sul possibile utilizzo improprio di strumenti di sostegno al reddito nel periodo della pandemia da parte di una società

(3-00576) (12 luglio 2023)

Maiorino. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali -

                    Premesso che:

            durante la drammatica fase della pandemia lo Stato ha dovuto predisporre un'ampia gamma di misure straordinarie di sostegno dell'economia, in larga parte paralizzata dall'esigenza di prevenire la diffusione del COVID-19, e di tutela dei redditi dei lavoratori delle imprese costrette a sospendere l'attività, scongiurando il rischio di disastrosi licenziamenti ed assicurando, altresì, quel patrimonio di professionalità che ha consentito alle imprese di essere pronte alla ripresa delle attività, attraverso il dispiegamento di ingenti risorse finanziarie a carico del bilancio pubblico;

            come emerso anche nelle prime fasi di attuazione di tali misure straordinarie, non sono mancati deplorevoli casi di utilizzo improprio, se non addirittura fraudolento, delle provvidenze. Diverse imprese hanno utilizzato la cassa straordinaria COVID anche senza aver avuto contrazioni delle attività e altre imprese l'hanno addirittura utilizzata continuando ad impiegare i propri dipendenti nello svolgimento ordinario delle loro prestazioni lavorative;

                    considerato che:

            in particolare, secondo quanto riportato in alcuni articoli di stampa e nella recente inchiesta del programma televisivo "Report", tra le imprese che avrebbero impropriamente utilizzato la cassa COVID figurerebbe anche la Visibilia editore, società quotata in borsa, a suo tempo controllata con il 48,6 per cento delle azioni dall'allora senatrice Garnero Santanchè. Sarebbe emerso che un'ex dipendente della società, avente ruoli di responsabilità, sia stata posta in cassa integrazione a zero ore a sua insaputa, avvalendosi delle citate misure straordinarie messe in campo dal Governo per sostenere imprenditori e lavoratori durante l'emergenza pandemica e che avrebbe invece continuato a svolgere il proprio lavoro;

            nel corso di una delle ultime puntate di Report è intervenuta l'ex responsabile degli affari societari e investor relator di Visibilia, che ha esplicitamente dichiarato di aver continuato a lavorare per la società della ministra Santanchè che la pagava solo attraverso "rimborsi spese chilometrici", senza essere mai stata informata di trovarsi in cassa integrazione a zero ore;

            inoltre, su un articolo del quotidiano "La Stampa", del 10 luglio 2023, titolato "Ero in cassa integrazione e lavoravo in Senato - La nuova testimonianza che inguaia la Ministra", l'ex investor relator di Visibilia ha dichiarato che nel medesimo periodo, sempre "ignara della cassa integrazione", lavorava part-time come assistente parlamentare, tra gli altri, della senatrice Santanchè, con cui aveva un contratto di consulenza;

            la Ministra, che raramente perde occasione di evidenziare il suo ruolo di imprenditrice, ha più volte pubblicamente dichiarato, smentita dalle testimonianze dei dipendenti delle sue società, di aver anticipato la cassa integrazione;

            valutato che:

            qualora confermate, le vicende riportate evidenzierebbero condotte gravemente lesive dei diritti dei lavoratori e un sostanziale uso illegittimo degli strumenti straordinari di sostegno del reddito dei lavoratori durante la pandemia;

            ciò appare ancor più grave soprattutto alla luce di uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio, che ha evidenziato che nell'anno 2020 la percentuale di ore di cassa integrazione utilizzate per COVID, senza cali di fatturato, era stimato al 27 per cento, corrispondenti a circa 2,7 miliardi di euro di spesa che, senza dubbio, si sarebbero potuti risparmiare in presenza di comportamenti corretti;

            rilevato che:

            nella seduta n. 128 di mercoledì 28 giugno 2023 della Camera dei deputati, il Governo ha accolto l'ordine del giorno 9/1238/10, a prima firma dell'on. Gribaudo del Partito Democratico, che, facendo esplicito riferimento alla vicenda Visibilia, ha impegnato il Governo ad adottare ogni iniziativa utile per potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato della cassa straordinaria COVID e per sanzionare gli operatori che ne avessero usufruito in maniera fraudolenta, recuperando con la massima sollecitudine gli importi illecitamente percepiti;

            indipendentemente da quelle che sono state le dichiarazioni (a tratti a giudizio degli interroganti scomposte) dei vari rappresentati della maggioranza, il Governo ha voluto dare un segnale, o almeno così è parso, di intransigenza nei confronti di chi si è approfittato di un momento di così grande fragilità per il Paese e per il suo settore produttivo,

            si chiede di sapere:

            alla luce di quanto esposto e dando seguito all'impegno recentemente accolto, quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di accertare i comportamenti della Visibilia editore in merito all'utilizzo improprio della cassa integrazione durante il periodo della pandemia;

            se intenda adottare iniziative volte al recupero delle somme eventualmente percepite illecitamente.

Interrogazione sull'attuazione delle misure di salvaguardia dell'occupazione nei territori dell'Emilia-Romagna colpiti dall'alluvione

(3-00573) (12 luglio 2023)

Zaffini, Mancini, Zullo, Berrino, Leonardi, Russo, Satta, Lisei. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali -

                    Premesso che:

            a partire dal 1° maggio 2023 il territorio dell'Emilia-Romagna è stato tragicamente colpito da eventi alluvionali di gravissima portata, caratterizzati da straripamenti, allagamenti e frane che hanno coinvolto sia il territorio della regione, sia comuni delle Marche e della Toscana, causando la drammatica perdita di 17 vite;

            nel rendiconto presentato dal presidente della Regione Emilia-Romagna al Governo, il 15 giugno, la stima provvisoria dei danni, purtroppo destinata a salire, ammonterebbe a circa 9 miliardi di euro;

            l'alluvione ha determinato danni devastanti all'intero tessuto economico-produttivo delle aree colpite, dai settori direttamente coinvolti dagli eventi alluvionali come l'agricoltura e la filiera alimentare, fino alle migliaia di industrie ed imprese del turismo, che costituiscono una delle dorsali più produttive e virtuose del nostro sistema Paese;

            un'analisi presentata da Unioncamere Emilia-Romagna il 21 giugno stima che il valore aggiunto atteso per il 2023 per i comuni colpiti dall'alluvione ammontasse a circa 40 miliardi di euro e che, a seguito della stessa, si rischi un'incidenza negativa su tale valore compresa tra il 18 ed il 26 per cento; una prima stima effettuata da Confindustria Romagna, effettuata su un campione di sole 182 imprese, rileva circa 190 milioni di euro di danni;

            il quadro che emerge dai dati testimonia una situazione di grave crisi per territori strategici del nostro sistema economico, che mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e rende altresì incerta e difficoltosa l'attività svolta da tantissimi professionisti e lavoratori autonomi;

            il Governo ha adottato il decreto-legge n. 61 del 2023, recante "Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023", pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° giugno 2023, il quale prevede, all'art. 7, disposizioni in materia di ammortizzatori sociali che stabiliscono una procedura per fornire ai lavoratori subordinati dei territori colpiti una integrazione del reddito a carico dell'INPS;

            lo stesso decreto-legge, all'articolo 8, disciplina una misura di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi, che l'INPS deve riconoscere e attribuire a seguito di apposita domanda,

            si chiede di sapere se sia possibile valutare fin d'ora l'efficacia delle misure adottate per salvaguardare l'occupazione nei territori colpiti dall'alluvione e quale impatto le stesse abbiano avuto sul tessuto economico dei territori.

Interrogazione sulle misure per ridurre i tempi delle liste di accesso alle prestazioni sanitarie

(3-00577) (12 luglio 2023)

Paita, Sbrollini, Scalfarotto, Fregolent, Gelmini, Versace, Lombardo. - Al Ministro della salute -

                    Premesso che:

            il diritto alla salute è costituzionalmente garantito dall'articolo 32, che è l'unico diritto che la nostra Carta qualifica espressamente come "fondamentale", sia per l'individuo sia per l'interesse della collettività;

            il piano nazionale per il governo delle liste d'attesa (PNGLA) prevede che le Regioni e i Comuni debbano definire i piani locali con la partecipazione dei cittadini, ma la previsione è rimasta di fatto lettera morta;

            il piano nazionale di ripresa e resilienza, nell'ambito della missione 6, destina 2 miliardi di euro per il potenziamento dell'assistenza sanitaria di prossimità e la riduzione delle ospedalizzazioni non urgenti tramite l'attivazione di 1.350 case della comunità;

            sia sulle liste d'attesa che sulla riforma dell'assistenza territoriale e la sua integrazione con i servizi, anche ospedalieri, già esistenti, gli interventi adottati finora dal Governo sono mirati a tamponare l'emergenza, piuttosto che ad affrontare le problematiche del Servizio sanitario nazionale in un'ottica di lungo periodo;

            nella seduta del 2 febbraio 2023 il Ministro in indirizzo ha affermato che il nuovo Governo avrebbe rapidamente ovviato ai ritardi accumulati per le prestazioni sanitarie (cosiddette liste d'attesa), sostenendo che le linee di indirizzo emanate il 16 gennaio 2023 dall'Osservatorio nazionale delle liste d'attesa avrebbero reso più uniformi, chiare e fruibili ai cittadini le informazioni sui tempi di attesa e sulle modalità di accesso alle cure;

            nella stessa occasione il Ministro in indirizzo ha sottolineato come nel PNGLA è inserita altresì "la definizione e l'applicazione da parte delle Regioni dei percorsi di tutela, ovvero l'attivazione di modalità alternative di accesso alle prestazioni nei casi in cui ai cittadini non possa essere assicurata la prestazione entro i limiti previsti dalle Regioni" e che le nuove classi di priorità per le visite e i ricoveri avrebbero consentito una progressiva riduzione delle liste di attesa;

            ciononostante, il rapporto di Cittadinanzattiva 2023, pubblicato a fine maggio, continua a denunciare una situazione allarmante, confermando "una oggettiva carenza di risorse umane e tecniche", e definendo quello delle liste d'attesa "un sistema confuso e oscuro, nel quale si mescolano le prime visite con i controlli, si chiudono le agende di prenotazione senza neppure darne motivazione, si creano rapporti poco chiari con i privati, i sistemi informatici non comunicano, i centralini non rispondono";

            l'ultimo rapporto della Corte dei conti sulla finanza pubblica delinea una situazione allarmante in riferimento al comparto sanitario, denunciando forti gap nella resa delle prestazioni sanitarie e nelle relative performance: a fine marzo scorso, dei 500 milioni stanziati per recuperare le prestazioni annullate a causa del COVID restavano ancora da spendere ben 152 milioni, pari al 31 per cento dello stanziamento, con forti differenze territoriali (le Regioni del Nord hanno speso il 92 per cento, quelle del Centro il 57 per cento, il Sud e le isole solo il 41 per cento);

            lo stesso rapporto denuncia come il target di recupero dei ricoveri ospedalieri sia stato raggiunto solo al 66 per cento a livello nazionale, per gli screening fondamentali per la prevenzione il target di recupero è stato raggiunto a livello nazionale solo al 67 per cento e il recupero delle prestazioni ambulatoriali (visite ed esami) si attesta a un modesto 57 per cento;

            a dispetto delle aspettative, le liste d'attesa e i tempi per la resa delle prestazioni sanitarie di diagnosi, interventi terapeutici e assistenziali-riabilitativi risultano ancora oltremodo eccessivi, compromettendo l'effettività stessa del diritto alla salute e rischiando di pregiudicare irrimediabilmente il benessere dei cittadini,

            si chiede di sapere:

            quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per ridurre i tempi d'attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie, garantendo piena effettività al diritto alla salute e al fine di scoraggiare in ogni modo il fenomeno della rinuncia alle cure;

            quali iniziative di competenza intenda adottare per risolvere le criticità esposte, al fine di garantire piena tutela al fondamentale diritto alla salute sancito in Costituzione e che rischia di essere pregiudicato dalla carenza di personale sanitario, di farmaci, strutture e tempi di attesa irragionevoli.

Interrogazione sull'operatività del presidio sanitario "San Raffaele" di Velletri (Roma)

(3-00575) (12 luglio 2023)

Biancofiore. - Al Ministro della salute -

                    Premesso che:

            si è recentemente appreso da organi di stampa della situazione relativa al presidio sanitario di Velletri (Roma) di proprietà della San Raffaele S.p.A., che ha operato in regime di accreditamento con il servizio sanitario regionale fino a quando, sulla base di emergenze istruttorie risultanti da un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Velletri, la competente direzione regionale dell'epoca ritenne di avviare un procedimento di revoca della sola autorizzazione all'esercizio della quale il presidio risultava titolare, poi definito con la determinazione regionale del 22 giugno 2011 n. B4931;

            soltanto a distanza di molti anni dall'adozione del provvedimento di revoca, la vicenda ha trovato la sua composizione in sede giudiziaria, dapprima con una sentenza del Tribunale penale di Roma (n. 12208/2019), non appellata dalla Procura della Repubblica e dalle parti civili costituite e, quindi, passata in giudicato, che mandava assolti tutti gli imputati da ogni contestazione ascritta con la formula piena "perché il fatto non sussiste" e, successivamente, anche con una sentenza della Corte dei conti, sezione giurisdizionale per il Lazio (n. 584/2021), che escludeva ogni ipotesi di responsabilità erariale, anch'essa non appellata dalla procura contabile e, quindi, passata in giudicato;

            il presupposto fattuale che ha condotto all'adozione della revoca, dunque, è stato accertato come insussistente da ben due sentenze passate in giudicato. Cionondimeno, i cittadini del Lazio si sono visti privati, per ben 12 anni, di un presidio già pronto per lo svolgimento di attività sanitarie, che avrebbe potuto fornire un contributo importante anche nella situazione emergenziale connessa alla diffusione del virus SARS-Cov-2 e delle sue varianti, senza considerare la ricaduta sui livelli occupazionali (la struttura impiegava circa 500 dipendenti);

            peraltro, sembrerebbe che, nelle more dei richiamati procedimenti, la Regione abbia, in autotutela, nominato una commissione composta da esperti appartenenti a diverse aziende sanitarie locali, che ha proceduto ad effettuare tutte le verifiche necessarie per constatare la sussistenza o meno dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi attraverso sopralluoghi ed esame della documentazione richiamata nel provvedimento di revoca. La commissione, sulla scorta di quanto emerso in sede di diversi sopralluoghi e della copiosa documentazione relativa ai requisiti strutturali tecnologici ed organizzativi, oggetto di ben 6 relazioni endoprocedimentali, avrebbe espresso parere favorevole al ritiro della revoca rilevando che: "la struttura risulta rispondente ai requisiti igienico-sanitari e strutturali riferibili alle attività già esercitate ed accreditate nei locali oggetto della verifica; la casa di cura è in possesso dei requisiti documentali, igienico sanitari e strutturali riferibili alle attività sanitarie già precedentemente autorizzate accreditate ed esercitate conformemente quanto previsto dal DCA n. 13/2011 ai fini dell'accreditamento definitivo";

            ciononostante, il presidio risulta tuttora inattivo,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato e per quali ragioni non si sia proceduto al ripristino dell'autorizzazione all'esercizio e dell'accreditamento in favore della struttura che avrebbe anche consentito il ripristino dei livelli occupazionali, fino a circa 500 unità lavorative.

Interrogazione sulle iniziative per l'abbattimento delle liste d'attesa in sanità

(3-00572) (12 luglio 2023)

Murelli, Minasi, Romeo, Cantù. - Al Ministro della salute -

                    Premesso che:

            il sistema sanitario nazionale è andato tragicamente in crisi a causa dell'emergenza COVID-19, sebbene le sue criticità risalgano agli anni precedenti alla pandemia. Queste disfunzioni consegnano oggi ai cittadini un sistema sanitario pubblico fortemente indebolito e distorto nella sua primaria funzione di garantire cure mediche universali, di qualità e gratuite, ai sensi dell'articolo 32 della nostra Carta costituzionale;

            quella delle liste d'attesa è certamente una delle più grandi criticità del SSN, come financo evidenziano indagini, segnalazioni e monitoraggi periodici;

            per esempio, secondo il rapporto "PiT Salute" di Cittadinanzattiva, il 57,4 per cento degli interpellati ritiene che i tempi di attesa siano il limite principale del sistema sanitario, fra cui visite specialistiche (34,1 per cento) ed esami diagnostici (26,5 per cento);

            il principale strumento normativo al momento ancora vigente è il piano nazionale di governo delle liste di attesa (PNGLA) 2019-2021, risultato dall'intesa Stato-Regioni del 21 febbraio 2019, il quale va a sostituire e aggiornare il precedente piano 2010-2012. Il PNGLA più recente ha a sua volta determinato l'emanazione dei piani regionali di governo delle liste di attesa, con cui le Regioni e le Province autonome hanno dato corso alle indicazioni contenute nel piano nazionale, declinandole secondo le proprie caratteristiche ed esigenze specifiche. Sempre secondo quanto stabilito dal piano nazionale, quanto contenuto da tali piani regionali è stato poi ripreso e ulteriormente adattato dai piani attuativi aziendali che le aziende sanitarie sono state chiamate a elaborare;

            considerato che, sul versante dell'incremento dell'offerta:

            la legge di bilancio per il 2022 ha previsto un aumento del fondo sanitario nazionale di 2 miliardi di euro. Di questi, 500 milioni destinati dalle Regioni all'abbattimento delle liste di attesa. Nel decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, è stata prevista la possibilità per le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, allo scopo di ridurre le liste di attesa, di utilizzare le risorse di cui all'articolo 1, comma 278, legge 30 dicembre 2021, n. 234, e non utilizzate al 2022;

            nonostante le risorse straordinarie citate, precipuamente destinate all'abbattimento delle liste di attesa, diverse Regioni non sono riuscite nell'obiettivo di produrre lo stesso numero di prestazioni che erogavano prima della pandemia. I dati disponibili evidenzierebbero che circa il 33 per cento di queste risorse, che erano state finalizzate per il recupero delle liste di attesa, 165 milioni, sia stato utilizzato per altro scopo. Invero, risulterebbe che talune Regioni hanno investito solo percentuali marginali rispetto a quanto a disposizione. Altre Regioni arrivano, a malapena, ad un terzo dei fondi stanziati;

            considerato altresì che:

            resta evidente che ai fini dell'appropriata presa in carico della domanda, a cominciare dall'ambulatoriale e dalla diagnostica, per agire proattivamente sulla riduzione delle liste di attesa sia necessario intervenire in modo decisivo anche in chiave ordinamentale, con nuove regole di ingaggio degli erogatori agendo in prevenzione e appropriatezza in tutta la filiera erogativa, tracciabilità e controllo degli impieghi e revisione del sistema di remunerazione e valutazione, secondo principi di analisi dei costi del valore clinico e dei prezzi, contrastando il sovraccarico non necessario degli ospedali sia in emergenza che in elezione, e facendo sì che la medicina territoriale sia di concreto aiuto alla prevenzione e alla cura appropriata dei cittadini in un sistema effettivamente integrato tra ospedale e territorio con il second opinion supporting specialistico, cui sono chiamate ad aderire le strutture convenzionate con il SSN, valorizzando gli specialisti non solo ospedalieri ma anche territoriali;

            il gruppo parlamentare della Lega ha presentato due disegni di legge, AS 224 e AS 227, che hanno come finalità il rafforzamento della medicina territoriale per risposte più rapide e contemporaneamente più umanizzate ai bisogni, che non richiedono ospedalizzazione, agendo efficacemente con un modello di continuità di cura e assistenza accessibile 24 ore su 24 per le necessità di primo livello e primo soccorso (codici bianchi o verdi), contrastando anche l'utilizzo inappropriato dei punti di pronto soccorso per un buon 25-30 per cento, ed il riordino dell'emergenza urgenza preospedaliera e ospedaliera, che affronta le debolezze e criticità di sistema sia sul piano del necessario investimento in capitale umano che in innovazione, non solo tecnologica, ma organizzativa e funzionale, liberando risorse dalla marginalizzazione di inefficienze e disfunzioni, grazie alla tracciabilità degli impieghi e degli esiti e a un sistema di valutazione delle performance;

            efficientando la filiera della medicina territoriale e dell'emergenza urgenza si dovrebbero poter riorientare correttamente anche i fondi previsti dalla missione 6 del PNRR per un effettivo potenziamento organizzativo strutturale e funzionale della rete territoriale e ospedaliera, precondizione per il superamento delle liste di attesa, in quanto la riorganizzazione delle risorse umane e strumentali ospedaliere, sancita dai presenti disegni di legge, assicurerebbe maggiore una capienza delle attività ospedaliere programmate e in elezione,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e utile svolgere approfondimenti su come siano stati utilizzati dalle Regioni i fondi finalizzati all'abbattimento delle liste di attesa e quali iniziative di sistema intenda intraprendere per porre rimedio alle criticità richiamate, anche in considerazione delle iniziative legislative presentate in ordine al rafforzamento della medicina territoriale e alla riforma sistema di emergenza-urgenza, nell'ottica del potenziamento organizzativo e funzionale finalizzato alla soluzione del problema delle liste di attesa.

Interrogazione sull'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni nell'ambito della riforma sull'autonomia differenziata

(3-00571) (12 luglio 2023)

De Cristofaro. - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie -

                    Premesso che:

            da notizie di stampa si è appreso che ad appena 3 mesi dalla sua istituzione, il Comitato per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP), istituito come organo di supporto per accompagnare la riforma sull'autonomia differenziata (AS 615), ha ricevuto le dimissioni di quattro componenti: il 4 luglio infatti, con una lettera pubblica indirizzata al Ministro in indirizzo e al presidente del Comitato, Sabino Cassese, gli ex presidenti della Corte costituzionale Giuliano Amato e Franco Gallo, l'ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l'ex Ministro della funzione pubblica Franco Bassanini hanno deciso di dimettersi, perché, scrivono, "Non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del Comitato";

            la ragione principale della loro decisione sarebbe da ricercarsi in primis nell'evidente contraddizione tra il primo periodo dell'art. 1, comma 791, della legge di bilancio per il 2023 (legge n. 197 del 2022) e alcune disposizioni successive: un'interpretazione costituzionalmente orientata della norma impone infatti che prima dell'attribuzione di nuovi specifici compiti e funzioni alle Regioni, vengano determinati tutti i LEP relativi all'esercizio di diritti civili e sociali. Essendo le risorse disponibili definite dai vincoli di bilancio, è evidente che la determinazione dei LEP richiederà una valutazione complessiva di ciò che il Paese è effettivamente in grado di finanziare, valutazione che non può essere fatta materia per materia, perché ci si troverebbe alla fine nella condizione di non potere finanziare i LEP necessari ad assicurare l'esercizio dei diritti civili e sociali nelle materie lasciate per ultime;

            non viene condiviso inoltre il ricorso al criterio della spesa storica, che riflette e cristallizza le disuguaglianze territoriali nel godimento dei diritti fondamentali che l'articolo 117 della Costituzione mira a superare;

            in ultimo, si ritiene criticabile la devoluzione al Sottogruppo di recente istituito dell'individuazione dei LEP nelle materie non ricomprese nel perimetro dell'articolo 116 della Costituzione: come per gli altri LEP, il risultato sarà di fare una mera opera di ricognizione di quelli già rinvenibili a legislazione vigente; sarebbe stato invece utile, a parere dei componenti dimissionari, proporre alla cabina di regia e tramite questa, inevitabilmente alla valutazione del Parlamento con riserva di legge, i nuovi LEP necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell'esercizio dei diritti civili e sociali: vi sono infatti materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare i LEP e molte altre nelle quali questa determinazione è stata finora solo parziale;

            si evidenzia a parere dell'interrogante la necessità di modificare il disegno di legge in esame in prima 1a Commissione permanente, facendo così prevalere le norme costituzionali o comunque consentire al Parlamento di definire preventivamente alcuni limiti alla negoziazione delle intese, da intendersi come contenuti non negoziabili, quali ad esempio le norme generali sull'istruzione o le grandi infrastrutture nazionali di trasporto, le reti di telecomunicazione e distribuzione dell'energia elettrica e del gas;

                    considerato che:

            quello dei LEP è considerato un elemento assolutamente decisivo nella riforma: il testo all'esame della Commissione Affari Costituzionali prevede infatti che il trasferimento delle competenze alle Regioni possa avvenire soltanto dietro la compiuta determinazione di relativi fabbisogni e costi standard effettuata da parte del Comitato;

            diversi illustri costituzionalisti auditi nel corso dell'esame hanno sollevato rilievi di incostituzionalità sul provvedimento, che rischia di cristallizzare le differenze territoriali esistenti, se non di aggravarle ulteriormente, privando peraltro il Parlamento del ruolo previsto dall'articolo 117, comma secondo, della Costituzione (competenza legislativa esclusiva) e delle competenze in materia di allocazione delle risorse necessarie per garantire i diritti che i LEP debbono garantire in tutta l'Italia in modo uniforme,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e indifferibile avviare un generale ripensamento sul provvedimento e favorire l'immediata sospensione del suo esame.

Interrogazione sul processo di individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni in rapporto all'attuazione dell'autonomia differenziata

(3-00574) (12 luglio 2023)

Giorgis, Boccia, Parrini, Meloni, Valente. - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie -

                    Premesso che:

            il 26 giugno 2023 quattro autorevoli giuristi come Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno hanno rassegnato le dimissioni dal comitato tecnico per la determinazione dei livelli essenziali di prestazione, presieduto dal professor Sabino Cassese, con una lettera nella quale avanzano molteplici e seri dubbi sulla conformità a Costituzione del disegno di legge n. 615 (detto "ddl Calderoli") e, in particolare, sul percorso di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che tale disegno di legge prefigura, senza alcuna effettiva garanzia in ordine al previo "pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni inerenti ai diritti civili e sociali e quale condizione per l'attribuzione di ulteriori funzioni";

            nella lettera si legge che "nell'impostazione che è stata data ai lavori del CLEP (con il nostro dissenso), si tratta soltanto, per questo sottogruppo come per gli altri, di fare una mera opera di ricognizione dei LEP già rinvenibili nella legislazione esistente, non di proporre alla cabina di regia (ma tramite essa inevitabilmente alla valutazione del Parlamento: riserva di legge), i nuovi LEP necessari per assicurare effettivamente il superamento delle disuguaglianze territoriali nell'esercizio dei diritti civili e sociali. Vi sono infatti materie nelle quali il legislatore non ha mai proceduto a determinare LEP e molte altre nelle quali questa determinazione è stata parziale. E non è mai stato fatto il lavoro di comparazione complessiva dei LEP con le risorse finanziarie, volta a definire quali livelli essenziali effettivamente sono assicurabili a tutti senza discriminare nessuno o creare insostenibili oneri per la finanza pubblica";

            considerato che come si legge nella lettera non sono state accettate le soluzioni proposte per superare o tentare di superare le contraddizioni e i problemi emersi nel corso di questi mesi: "La contraddizione fra il dettato costituzionale (116, 117 e 119) e il primo periodo del comma 791 [dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023], da un lato, e le altre disposizioni della legge di bilancio, dall'altro, si potrebbe risolvere modificando queste ultime mediante apposito emendamento al disegno di legge Calderoli, facendo così correttamente prevalere le norme costituzionali. Ma abbiamo inteso che questa proposta non è condivisa né da te, né da Sabino Cassese. Non è stata parimenti condivisa la nostra proposta di consentire al Parlamento, nel corso dell'esame del disegno di legge Calderoli, di definire preventivamente alcuni limiti alla negoziazione delle intese, da intendersi come contenuti non negoziabili, quali per esempio le norme generali sull'istruzione o le grandi infrastrutture nazionali di trasporto (autostrade, ferrovie, grandi porti e aeroporti), le reti di telecomunicazione e le infrastrutture nazionali di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica e del gas";

            considerato inoltre che:

            secondo i giuristi "Analoga pregiudizialità (...) riguarda l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. È vero che l'articolo 116 condiziona l'autonomia differenziata al solo rispetto dei principi dell'articolo 119. Ma finché non sono stati determinati tutti i LEP, e non sono stati ridefiniti, in relazione ai loro costi standard, gli strumenti e i modi per assicurare a tutte le Regioni una effettiva autonomia tributaria che consenta loro di finanziare integralmente i LEP medesimi, la effettiva portata di quei principi resta indeterminata e indeterminabile";

            si tratta di considerazioni che, per il contenuto e per l'autorevolezza delle persone da cui provengono, meritano massima attenzione da parte del Parlamento,

            si chiede di sapere se e in che modo il Ministro in indirizzo e il comitato intendano rispondere alle questioni e ai dubbi di legittimità sollevati e, di conseguenza, in che modo il Ministro intenda garantire il pieno ed effettivo rispetto dei principi costituzionali richiamati e, in particolare, dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), che, come noto, prescrive al legislatore nazionale di garantire a ogni cittadino, ovunque risieda, l'effettivo accesso a livelli (perlomeno) essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.

 

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, La Pietra, Mirabelli, Monti, Morelli, Napolitano, Ostellari, Rauti, Rubbia, Segre e Sisto.

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È assente per incarico avuto dal Senato il senatore: Mieli, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, variazioni nella composizione

Il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la senatrice Liliana Segre in sostituzione del senatore Giuseppe De Cristofaro, dimissionario.

Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati

Ministro dell'economia e delle finanze

Delega al Governo per la riforma fiscale (797)

(presentato in data 12/07/2023)

C.1038 approvato dalla Camera dei deputati. (assorbe C.75).

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatrice Aloisio Vincenza

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'impiego dei finanziamenti nazionali ed europei nelle regioni dell'Italia meridionale (798)

(presentato in data 12/07/2023);

senatori Naturale Gisella, Castellone Maria Domenica, Maiorino Alessandra, Pirro Elisa, Floridia Barbara, Bevilacqua Dolores, Nave Luigi, Licheri Sabrina, Damante Concetta, Lorefice Pietro, Sironi Elena, Croatti Marco

Disposizioni per la semplificazione del procedimento elettorale mediante l'introduzione della tessera elettorale digitale e per l'esercizio del diritto di voto da parte delle cittadine e dei cittadini che, per motivi di studio, di lavoro o di cura, si trovano in un comune diverso da quello di residenza (799)

(presentato in data 13/07/2023).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

Sen. Cantalamessa Gianluca ed altri

Disposizioni sulla formazione e sull'attività degli imam e istituzione del Consiglio nazionale degli imam (707)

previ pareri delle Commissioni 2ª Commissione permanente Giustizia, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Potenti Manfredi ed altri

Modifica articolo 58 del codice civile in materia di dichiarazione di morte presunta delle persone scomparse (626)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Maiorino Alessandra

Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione di minori da parte di cittadini singoli (664)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Romeo Massimiliano ed altri

Istituzione di un corso base propedeutico all'iscrizione all'albo dei consulenti tecnici d'ufficio per gli appartenenti agli ordini dei geometri, degli architetti e degli ingegneri (683)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Potenti Manfredi

Modifiche all'articolo 16 decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, in materia di comunicazioni e notificazioni telematiche a cura della cancelleria (688)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Potenti Manfredi

Modifiche agli articoli 340 e 625 del codice penale, in materia di tutela degli utenti di erogatori automatici di prodotti o servizi (750)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

(assegnato in data 13/07/2023);

7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

Sen. Marti Roberto

Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di semplificazione delle procedure per la circolazione dei beni culturali e misure di agevolazione fiscale per oggetti d'arte, d'antiquariato e da collezione (762)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

(assegnato in data 13/07/2023);

7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

Dep. D'Orso Valentina ed altri

Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali (788)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

C.596 approvato in testo unificato dalla Camera dei deputati(T.U. con C.659, C.952, C.991)

(assegnato in data 13/07/2023);

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

Sen. Tosato Paolo

Agevolazioni per la rimozione di rifiuti abbandonati e per la bonifica di siti inquinati di competenza dei comuni (582)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

Sen. Romeo Massimiliano ed altri

Misure di sicurezza antincendio per le facciate degli edifici di civile abitazione (758)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare

Sen. Bergesio Giorgio Maria ed altri

Disposizioni sulla promozione e valorizzazione della dieta mediterranea (624)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª (Giustizia) e 10ª (Sanità e lavoro)

Sen. D'Elia Cecilia

Modifica all'articolo 73 e introduzione dell'articolo 73-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di riduzione della pena per la produzione, l'acquisto e la cessione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope nei casi di lieve entità (110)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

2ª (Giustizia) e 10ª (Sanità e lavoro)

Sen. De Cristofaro Peppe ed altri

Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita (570)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023);

7ª (Cultura, istruzione) e 10ª (Sanità e lavoro)

Sen. Pirro Elisa ed altri

Istituzione del servizio di supporto e assistenza psicologica presso le università e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (691)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 13/07/2023).

In sede referente

3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa

Gov. Meloni-I: Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani Antonio ed altri

Ratifica ed esecuzione dei seguenti accordi:

a) Protocollo alla Convenzione del 1979 sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico, con allegati, firmato a Göteborg il 30 novembre 1999;

b) Modifiche al testo e agli allegati da II a IX del Protocollo del 1999 per la riduzione dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico nonché aggiunta dei nuovi allegati X e XI, adottate a Ginevra il 4 maggio 2012 (782)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

(assegnato in data 13/07/2023);

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Gov. Meloni-I: Ministro dell'economia e delle finanze Giorgetti Giancarlo

Delega al Governo per la riforma fiscale (797)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

C.1038 approvato dalla Camera dei deputati (assorbe C.75)

(assegnato in data 13/07/2023).

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettera in data 13 luglio 2023, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso la determinazione e la relativa relazione sulla gestione finanziaria dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, per l'esercizio 2021. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 108).

Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento

La Corte dei conti - Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 12 luglio 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 40/2023/G concernente "Esonero contributivo per le assunzioni di donne lavoratrici svantaggiate".

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 191).

Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento

Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata l'11 luglio 2023, ha inviato il testo di 17 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata 12 al 15 giugno 2023, trasmessi, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia:

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla fornitura di assistenza macrofinanziaria alla Repubblica di Macedonia del Nord, alla 3a, alla 4a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XII, n. 166);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme armonizzate sulla designazione di stabilimenti designati e sulla nomina di rappresentanti legali ai fini dell'acquisizione di prove elettroniche nei procedimenti penali, alla 2a, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 167);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli ordini europei di produzione e agli ordini europei di conservazione di prove elettroniche nei procedimenti penali e per l'esecuzione di pene detentive a seguito di procedimenti penali, alla 2a, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 168);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe (EUDA) e che abroga il regolamento (CE) n. 1920/2006, alla 4a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XII, n. 169);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che modifica la direttiva 2008/98/CE e il regolamento (UE) 2019/1020 e abroga la direttiva 2006/66/CE, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 170);

risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 1/2023 dell'Unione europea per l'esercizio 2023 - Adeguamenti tecnici derivanti dagli accordi politici raggiunti su diverse proposte legislative, anche per quanto riguarda REPowerEU, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e il programma dell'Unione per una connettività sicura, alla 4a, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 171);

risoluzione sulla politica di concorrenza - Relazione annuale 2022, alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 172);

risoluzione sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Regno di Thailandia, dall'altra, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 173);

risoluzione non legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Regno di Thailandia, dall'altra, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 174);

risoluzione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte e il governo della Malaysia, dall'altra, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 175);

risoluzione non legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il governo della Malaysia, dall'altra, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 176);

risoluzione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione del protocollo di attuazione dell'accordo di partenariato nel settore della pesca tra l'Unione europea e la Repubblica di Maurizio (2022-2026), alla 3a, alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 177);

risoluzione legislativa sulla composizione del Parlamento europeo, alla 1a, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 178);

risoluzione sulla Giornata europea delle vittime della crisi climatica globale, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 179);

risoluzione sulla ricostruzione sostenibile dell'Ucraina e la sua integrazione nella comunità euroatlantica, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 180);

risoluzione sulla situazione in Nicaragua, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 181);

risoluzione sugli insegnamenti tratti dai Pandora Papers e da altre rivelazioni, alla 2a, alla 3a, alla 4a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XII, n. 182).

Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento

La Commissione europea ha trasmesso, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:

in data 12 luglio 2023, la Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le norme IVA relative ai soggetti passivi che facilitano le vendite a distanza di beni importati e l'applicazione del regime speciale per le vendite a distanza di beni importati da territori terzi o paesi terzi e del regime speciale per la dichiarazione e il pagamento IVA all'importazione (COM(2023) 262 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 12 luglio 2023. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 6a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 3a e 4a;

in data 12 luglio 2023, Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa ("STEP") e modifica la direttiva 2003/87/CE e i regolamenti (UE) 2021/1058, (UE) 2021/1056, (UE) 2021/1057, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) 2021/1060, (UE) 2021/523, (UE) 2021/695, (UE) 2021/697 e (UE) 2021/241 - (COM(2023) 335 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 12 luglio 2023. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 8a e alla 9a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 4a e 5a;

in data 12 luglio 2023, la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce lo strumento per l'Ucraina (COM(2023) 338 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 12 luglio 2023. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 3a Commissione permanente, con il parere delle Commissioni 4a e 5a.

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

Il senatore Lisei ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-00573 del senatore Zaffini ed altri.

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 6 al 13 luglio 2023)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 26

BORGHESE: sull'attivazione della figura del "funzionario itinerante" in Brasile (4-00475) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)

CANTALAMESSA: sul processo ai fratelli Pellini di Acerra per disastro ambientale (4-00505) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

DE CRISTOFARO ed altri: sulle violazioni dei diritti umani in Bahrein, con particolare riferimento ai detenuti (4-00478) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)

POTENTI: su un caso di sottrazione di minori all'estero (4-00464) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

Mozioni

PIRRO, MAIORINO, MAZZELLA, FLORIDIA Barbara, LICHERI Ettore Antonio, MARTON, LOREFICE, BEVILACQUA, CROATTI, GUIDOLIN, TREVISI, BILOTTI - Il Senato,

premesso che:

la salute e la sicurezza sono elementi fondamentali alla base di qualsiasi attività lavorativa e andrebbero garantiti imprescindibilmente;

lo svolgimento delle mansioni all'aperto, soprattutto in presenza di alte temperature, comporta un aggravio dei rischi per la sicurezza e la salute che devono essere attentamente valutati dai datori di lavoro, i quali sono tenuti ad adottare le opportune misure di prevenzione e di protezione;

in particolare, è obbligatorio valutare il microclima sia negli ambienti indoor che outdoor e, ove possibile, effettuare la rimozione dei rischi o, secondariamente, la loro riduzione attraverso una riprogettazione degli ambienti, nonché prevedere una diminuzione della durata dell'esposizione o una restrizione del numero di lavoratori esposti al rischio;

insieme al medico competente, si deve inoltre valutare la necessità di far effettuare ai lavoratori sottoposti a temperature elevate la relativa sorveglianza sanitaria, individuando eventuali soggetti sensibili;

evidenziato che:

dai primi giorni del mese di luglio le temperature si sono improvvisamente alzate, e quindi risulta fondamentale rivolgere un'attenzione particolare sia alle mansioni svolte all'aperto sia, in generale, a tutte le attività che possano subire un aggravio dei rischi in relazione alle alte temperature;

sul tema, sono intervenuti anche gli istituti previdenziali ed assicurativi INPS ed INAIL con una comunicazione congiunta del 26 luglio 2022 e nuovamente l'INPS con il messaggio n. 2999 del 28 luglio 2022 per ribadire e chiarire che le imprese che svolgono attività all'aperto (ad esempio cantieri edili, stradali, lavorazioni su tetti, facciate, o con l'utilizzo di materiale che si deteriori ad alte temperature) possono avanzare domanda di cassa integrazione ordinaria per temperature elevate con le stesse modalità degli altri eventi meteorologici;

la richiesta può essere presentata sia per temperature effettive o temperature percepite superiori a 35 gradi centigradi, sia nel caso in cui il "responsabile della sicurezza dell'azienda disponga la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui le sospensioni siano dovute a temperature eccessive";

considerato che:

lo svolgimento dell'attività lavorativa prolungata negli "ambienti severi caldi", soprattutto quando il tasso di umidità è elevato, può comportare una serie di patologie, e in particolare, come riporta l'INAIL, "quando tale temperatura sale sopra i 42° circa, numerosi organi possono essere danneggiati e si può arrivare alla morte nel 15-25% dei casi";

secondo il punto 1.9.2 dell'allegato IV ("Requisiti del luogo di lavoro") del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, "la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori";

per alcuni contesti e per alcuni parametri, vi sono norme specifiche che impongono interventi atti a migliorare il comfort termico del lavoratore, tra cui si annovera come esempio il capitolo V del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320, che regolamenta la ventilazione e la limitazione della temperatura interna nei luoghi di lavoro sotterranei;

per quanto riguarda invece i luoghi di lavoro all'aperto, fatta eccezione per le prescrizioni generali che possono rilevare, la normativa vigente non prevede adeguate tutele specifiche per il lavoratore, riportando quindi una grave lacuna soprattutto per quanto concerne la salute di coloro che, in tale ambiente e nei mesi estivi, svolgono attività che comportano sforzi fisici prolungati;

poiché in alcuni settori produttivi, come quello agricolo ed edile, a tale indicazione non sembrano potersi accostare delle misure alternative capaci di offrire lo stesso grado di tutela rispetto al sopraggiungere delle patologie menzionate, che, come noto, possono condurre anche al decesso del lavoratore, appare, dunque, imperativo che una limitazione dell'orario lavorativo nei mesi estivi diventi una ben definita tutela ex lege o comunque derivante da un atto avente forza di legge;

rilevato che:

nella giornata dell'11 luglio 2023, a Lodi, ha perso la vita un operaio di 44 anni a causa di un malore per l'eccessivo caldo, mentre era intento a tracciare la segnaletica stradale in città;

tali eventi non possono essere contemplati, in quanto non è possibile parlare di una mera fatalità laddove la valutazione dei rischi è assolutamente prevedibile. Non possono, infatti, essere considerati come una causa, in quanto sono semmai la conseguenza della mancata formazione, della mancata organizzazione e dei mancati controlli su una determinata attività;

a livello nazionale sarebbe opportuno procedere a un intervento più compiuto che adotti un criterio identificativo dei lavoratori esposti ai rischi da lavoro all'aperto nei mesi estivi dotato di maggiore oggettività,

impegna il Governo:

1) al fine di scongiurare in questa stagione altri gravissimi episodi a danno dell'incolumità e della salute dei lavoratori, a procedere all'adozione di misure urgenti con le quali si imponga il divieto di svolgere, nelle ore più calde dei mesi estivi per i giorni in cui viene segnalato un rischio per la salute "alto", lavori che comportino una prolungata esposizione al sole, nonché un'attività fisica intensa;

2) di concerto con i rappresentanti dei vari settori coinvolti e delle forze sindacali, a procedere alla strutturazione di un intervento normativo, anche in raccordo con il Parlamento, volto ad incorporare tale cruciale tutela della salute dei lavoratori nell'ordinamento.

(1-00063)

Interpellanze

MISIANI, BOCCIA, BAZOLI, LORENZIN, MIRABELLI, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ROSSOMANDO, ALFIERI, CAMUSSO, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, PARRINI, RANDO, ROJC, SENSI, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, delle imprese e del made in Italy e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

un'inchiesta televisiva realizzata dal programma "Report", andata in onda il 19 giugno 2023, e intitolata "Open to Fallimento", ha sollevato serie accuse nei confronti della Ministra del turismo, la senatrice Daniela Garnero Santanchè;

secondo l'inchiesta e secondo quanto riportato da vari quotidiani, dal 2018, momento in cui Santanchè e Mazzaro, suo socio ed excompagno, sono subentrati nella gestione diretta della società Ki group, quest'ultima ha cominciato ad avere difficoltà nel pagare i fornitori e ha accumulato debiti fino a 8 milioni di euro, pari a quasi un quarto del fatturato;

dal 2019, i bilanci di Ki group sono stati sempre bocciati dalla società di revisione ed è stata creata una seconda società con lo stesso nome (in forma di società a responsabilità limitata), rendendo di fatto la prima solo una "scatola vuota";

secondo l'inchiesta, che riporta testimonianze di dipendenti e fornitori, la società avrebbe licenziato dipendenti, ancora in attesa del pagamento di stipendi arretrati, senza peraltro riconoscere loro il trattamento di fine rapporto dovuto, con "bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, mancato saldo delle forniture";

inoltre, secondo quanto riportato, alcuni dipendenti sarebbero stati messi in cassa integrazione pur continuando a lavorare;

in 9 anni il valore di Ki group è passato da 35 milioni di euro a 465.000 euro, gli azionisti hanno versato 23 milioni, mentre la Ministra ha ricevuto 2 milioni e mezzo di euro per le cariche sociali e il socio, Canio Mazzaro, circa 6 milioni di euro;

considerato inoltre che:

la società Ki group risulta essere stata destinataria di un prestito pari a 2,7 milioni di euro, da parte del fondo "Patrimonio PMI" di Invitalia, risorse che dovevano essere utilizzate per pagare fornitori e dipendenti;

da atti pubblici risulta che la Ministra, attraverso la società immobiliare Dani S.r.l., sia socia della Ki group (controllata a sua volta da persone riconducibili alla sua famiglia) e sia stata destinataria di numerosi aiuti di Stato, tra cui un credito di imposta di 600.000 euro e il suddetto finanziamento di 2,7 milioni di euro, con contratto di sottoscrizione di strumenti finanziari ai sensi della sezione 3.3 del quadro temporaneo di aiuti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19;

dalla relazione sulla gestione allegata al bilancio al 31 dicembre 2021 e pubblicata nel registro delle imprese, la stessa Ki group dichiara di aver ricevuto da Invitalia, quale gestore del fondo, in data 17 maggio 2022, una richiesta di restituzione anticipata del prestito. La società, pertanto, è attualmente debitrice del fondo, e quindi dello Stato, della somma di 2,7 milioni di euro, oltre accessori;

premesso inoltre che:

secondo quanto riportato dal quotidiano "la Repubblica" del 23 giugno 2023, anche per la gestione della società "Visibilia" da parte della Ministra sono state riscontrate "gravi irregolarità" che avrebbero arrecato "danni ad azionisti, società e al corretto funzionamento del mercato" secondo le consulenze che la Procura di Milano ha depositato nel procedimento civile davanti al Tribunale delle imprese;

inoltre, secondo quanto riportato dal quotidiano "La Stampa" del 23 giugno, "il consulente nominato dalla aggiunta Laura Pedio e dai pm Roberto Fontana e Maria Gravina, parla di 'una irreversibile crisi reddituale' della Visibilia Editore Spa e della Visibilia Srl già al 31 dicembre 2016, 'oltre che di un significativo deficit patrimoniale in capo alla concessionaria'. Tant'è che se le svalutazioni fossero state correttamente iscritte a bilancio, a fine 2016, secondo il consulente, avrebbero provocato un deficit di oltre 4 milioni di euro nel patrimonio netto contabile della sola Spa";

secondo il quotidiano, "la segnalazione dei soci di minoranza è arrivata in procura a luglio e nell'inchiesta, aperta per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, tra gli altri risulta indagata proprio la Ministra Santanchè";

considerato altresì che:

nel corso dell'informativa "sui fatti connessi a un servizio giornalistico televisivo e successivi articoli di stampa e conseguente discussione", resa all'Assemblea del Senato il 5 luglio 2023, la Ministra del turismo non ha sostanzialmente dato spiegazioni né sul debito di 2,7 milioni di euro, non restituiti e sollecitati, che la società Ki group ha nei confronti dello Stato italiano, né sul mancato pagamento di stipendi e di trattamenti di fine rapporto dei dipendenti della suddetta società e sui dipendenti che continuavano a lavorare non sapendo di essere stati messi in cassa integrazione; né tantomeno sulle dichiarazioni rese al momento delle elezioni in merito alle sue partecipazioni societarie;

sono del 10 luglio 2023, le dichiarazioni, riportate dal quotidiano "La Stampa", di una dipendente della società Visibilia, Federica Bottiglione, ex responsabile degli affari societari e investitor relator che ha dichiarato: "Non sapevo di essere in cassa integrazione perché nessuno me lo ha comunicato";

la dipendente ha dichiarato di aver continuato a lavorare per la società Visibilia che la pagava solo attraverso "rimborsi spese chilometrici", peraltro durante il lockdown, quando il divieto di circolazione era pressoché totale, e di aver lavorato part time presso il Senato come assistente parlamentare del vice Presidente del Senato del Gruppo Fratelli d'Italia della XVIII legislatura, con un contratto di consulenza, dichiarazioni rese anche nel corso della trasmissione "Report" dello stesso giorno,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di fare al più presto chiarezza sui gravi fatti esposti, che, al di là delle loro eventuali implicazioni sui piani civile e penale, non sono degni, ad avviso degli interpellanti, della disciplina e dell'onore che dovrebbero caratterizzare le azioni di un Ministro della Repubblica;

quali azioni, nell'ambito delle rispettive competenze, i Ministri in indirizzo intendano adottare al fine di tutelare i lavoratori delle società Visibilia e Ki group e sanzionare i comportamenti scorretti delle due società nei confronti dei loro dipendenti, di tutelare le società messe in difficoltà da una gestione improvvida e scorretta e di fare chiarezza sul prestito ottenuto e non restituito a Invitalia.

(2-00006p. a.)

Interrogazioni

FINA - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. - Premesso che:

il gruppo Marelli rappresenta un'importante realtà aziendale all'interno della filiera industriale dell'automotive in campo nazionale e internazionale, che tuttavia, nella congiuntura attuale, è attraversata da diverse difficoltà che investono l'intero comparto;

nel corso di un recente incontro con le organizzazioni sindacali tenutosi lo scorso 27 giugno 2023 a Roma, l'azienda ha comunicato l'intenzione di considerare per lo stabilimento di Sulmona (L'Aquila) 135 esuberi per l'anno 2024, dopo averne già dichiarati 90 per l'anno in corso, che rappresentano quasi il 20 per cento della forza lavoro occupata;

a tali determinazioni dell'azienda si aggiunge la dichiarata volontà di confermare anche per il 2024 il contratto di solidarietà, già applicato per quest'anno, e la difficoltà a garantire continuità occupazionale anche ad altri stabilimenti italiani del gruppo;

nel sito industriale di Sulmona si producono, tra le altre, le forniture per lo stabilimento Stellantis di Atessa (Chieti), nel quale viene prodotto il veicolo commerciale leggero "Ducato" e con una produzione che subirà una contrazione complessiva di circa 200.000 unità per il 2024;

considerato che:

quello dell'automotive è uno dei settori maggiormente strategici per l'economia nazionale e abruzzese, con 6 miliardi di euro di fatturato e circa 13.000 dipendenti;

per la maggior parte le questioni occupazionali in corso che riguardano il gruppo Marelli sono correlate alle difficoltà dei clienti, dovute alla generale incertezza nel settore automotive tradizionale, dovuta anche al bando alla produzione di automobili e veicoli commerciali nuovi a combustione interna previsto a partire dal 2035;

le forze sindacali, di fronte ai programmi e agli annunci dell'azienda, si sono dichiarati preoccupati chiedendo l'attivazione di un tavolo istituzionale regionale e nazionale al fine di chiarire le strategie aziendali;

anche in forza di tali rivendicazioni, e nel contesto della più ampia mobilitazione nazionale indetta dalle sigle sindacali del settore metalmeccanico, in data 10 luglio si è svolto uno sciopero con alta partecipazione nel sito industriale di Sulmona, pari a circa l'80 per cento, e centinaia di lavoratori aderenti sui tre turni,

si chiede di sapere:

quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo affinché siano garantite la competitività, la produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali per lo stabilimento di Sulmona e per l'intero indotto;

con quali modalità e in quali tempistiche intenda dare riscontro alle richieste delle forze sindacali al fine di una celere convocazione di un tavolo istituzionale nazionale e regionale dedicato alla vertenza.

(3-00585)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

ROJC, PARRINI, ZAMBITO, FRANCESCHELLI, D'ELIA, RANDO, GIACOBBE, FURLAN, LA MARCA - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

l'orchestra del "Maggio fiorentino" è impegnata fin dal 1928 nell'attività concertistica e nelle stagioni liriche del teatro comunale di Firenze ed è, oggi, una delle più apprezzate dai direttori e dal pubblico di tutto il mondo;

i lavori del Maggio musicale fiorentino sono stati diretti da illustri compositori, come Richard Strauss, Pietro Mascagni, Ildebrando Pizzetti, Paul Hindemith, Igor Stravinskij, Luigi Dallapiccola, Krzysztof Penderecki e Luciano Berio;

fin dagli anni '50 l'orchestra ha realizzato numerose incisioni discografiche, radiofoniche e televisive, insignite di prestigiosi riconoscimenti fra i quali, nel 1990, il Grammy Award;

nell'ottantesimo anniversario della fondazione ha ricevuto il Fiorino d'Oro della città di Firenze;

da settimane, però, le cronache registrano un'emorragia di musicisti, neo assunti che fuggono e il primo violoncello che ha preferito trasferirsi alle Canarie;

l'orchestra cerca da tempo una prima viola e una viola di fila e il recente concorso per fagotto è andato a vuoto, perché nessuno dei partecipanti è risultato idoneo;

tutto questo mentre continua il "braccio di ferro" con il Governo per il salvataggio dell'orchestra;

la manifestazione "Maggio fiorentino" è sempre più a rischio e 300 lavoratori potrebbero finire in cassa integrazione;

l'attuale commissario Cutaia ha chiesto al Governo 8 milioni di euro per evitare il crac dell'ente;

il primo clarinetto dell'orchestra, Riccardo Crocilla, ha dichiarato all'edizione fiorentina de "la Repubblica" che "i sentimenti che aleggiano tra noi musicisti del Maggio sono rabbia sorda e rassegnazione e molti di noi preferiscono non saper nulla di quello che sta muovendosi sottotraccia",

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda attuare al fine di salvaguardare l'orchestra del Maggio fiorentino e dare a questa istituzione così prestigiosa per l'Italia tutte quelle assicurazioni che consentano il prosieguo dell'attività e una regolare programmazione culturale da parte dell'ente.

(4-00570)

FALLUCCHI - Ai Ministri dell'interno e dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

gli organici operativi del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco non sono sufficienti per garantire in molte aree del Paese il soccorso tecnico urgente. Moltissimi interventi sono assicurati dai Vigili del fuoco volontari;

nel 2001 il Ministero dell'interno propose un progetto denominato "Italia in 20 minuti" con l'obiettivo di assicurare ad ogni zona del Paese di essere raggiunta dai Vigili del fuoco in un tempo massimo di 20 minuti. Il progetto non si è compiuto;

l'arcipelago delle isole Tremiti, localizzato a circa 12 miglia a nord del promontorio del Gargano, è costituito da tre isole maggiori, S. Domino, S. Nicola, Caprara, da un isolotto, il Cretaccio, posto fra le tre isole, e da un'isola minore, Pianosa, che dista circa 12 miglia in direzione nordest dalle prime tre e ad oltre 30 miglia dalla costa garganica;

l'intero territorio comunale delle isole Tremiti è sotto la tutela del parco nazionale del Gargano fin dalla sua istituzione nel 1991. Per tale motivo, per la sua salvaguardia, l'arcipelago dovrebbe essere oggetto di costante ed attenta vigilanza in considerazione della sua rara riserva marina e della bellezza del suo paesaggio;

negli anni diversi sono stati gli incendi che hanno compromesso e danneggiato il territorio, gravi accadimenti, anche di natura dolosa, che paiono non essere stati in grado di garantire a questa area protetta di meravigliosa unicità l'attenzione necessaria;

nella XVIII Legislatura il Governo, rispondendo ad un'interrogazione presentata alla Camera, precisò che la legge quadro n. 353 del 2000 attribuisce alle Regioni "le attività di previsione, di prevenzione e di lotta attiva contro gli incendi boschivi con mezzi da terra e aerei", con l'obbligo di dotarsi di un piano regionale da revisionare annualmente. Precisò inoltre che il parco nazionale del Gargano, di cui l'area marina protetta delle isole Tremiti fa parte, è dotato di piano antincendi boschivo (AIB) da oltre 15 anni e che l'ente stava predisponendo (anno 2019) il nuovo piano antincendi boschivi pluriennale da sostituire al precedente. Il Governo precisava, altresì, che la Prefettura di Foggia, a fronte di un incendio verificatosi, aveva convocato una riunione con i soggetti competenti e il sindaco delle isole Tremiti, finalizzata a potenziare le iniziative di contrasto agli incendi boschivi. Nell'incontro si concordava di attivare sulle isole S. Domino, S. Nicola, Caprara e Cretaccio, a partire dal 24 giugno fino al 15 settembre 2019, un presidio permanente costituito da una squadra AIB dell'Agenzia regionale attività irrigue e forestali (ARIF) con apposito automezzo, attrezzato per lo spegnimento degli incendi boschivi. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva assicurato che avrebbe sollecitato l'ente parco del Gargano a munirsi del nuovo piano e a vigilare affinché fossero attivate tutte le iniziative utili a rendere più efficaci le attività di previsione, di prevenzione e di lotta attiva contro gli incendi boschivi nell'intero sistema delle aree protette statali;

le isole Tremiti necessitano di moduli antincendio perenni, che siano pronti all'uso in caso di urgenze, e assolutamente sufficienti per eventuali emergenze. A parere dell'interrogante, gli enti regionali preposti non paiono esercitare la dovuta continuativa cura e vigilanza su questo territorio dal rischio incendi. Nello specifico, le isole Tremiti non hanno un presidio dei Vigili del fuoco, una situazione che desta forte preoccupazione specialmente nel periodo estivo con l'aumento delle temperature e dei flussi turistici. La Regione Puglia, malgrado gli incendi occorsi, non ha infatti previsto alcun presidio di vigilanza dei Vigili del fuoco, o dell'ARIF, o altro soggetto volto ad intervenire tempestivamente, in caso di incendi. Al momento pare che sul territorio comunale delle isole Tremiti, per fronteggiare tali situazioni, vi sia solamente un unico pick up con una capienza da 350 litri d'acqua,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione e quali provvedimenti, per quanto di loro competenza, intendano porre in essere per mettere in sicurezza il territorio delle isole Tremiti.

(4-00571)

ZULLO - Ai Ministri della salute e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:

il servizio sanitario nazionale assicura, attraverso il fondo sanitario nazionale ripartito alle Regioni, i livelli essenziali e uniformi di assistenza, i quali sono definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (supplemento ordinario n. 15) il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 con cui sono stati determinati i nuovi LEA: il nuovo decreto sostituisce, infatti, integralmente il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, con cui i LEA erano stati definiti per la prima volta;

il decreto 12 gennaio 2017 e gli allegati che ne sono parte integrante definiscono le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del servizio sanitario nazionale; descrivono con maggiore dettaglio e precisione prestazioni e attività attualmente già incluse nei livelli essenziali di assistenza; ridefiniscono e aggiornano gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dal ticket; innovano i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell'assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri individua tre grandi livelli: prevenzione e sanità pubblica, la quale comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alla collettività e ai singoli; assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari diffusi sul territorio; assistenza ospedaliera;

in particolare, sono definite: le cure domiciliari; le cure domiciliari palliative; l'assistenza sociosanitaria ai minori, alle donne, alle coppie, alle famiglie; l'assistenza sociosanitaria ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo; l'assistenza sociosanitaria alle persone con disturbi mentali; l'assistenza sociosanitaria alle persone con disabilità; l'assistenza residenziale extraospedaliera ad elevato impegno sanitario; l'assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone non autosufficienti; l'assistenza sociosanitaria residenziale alle persone nella fase terminale della vita; l'assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo; l'assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disturbi mentali; l'assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con disabilità; l'assistenza sociosanitaria semiresidenziale e residenziale alle persone con dipendenze patologiche; la riabilitazione e lungodegenza post acuzie;

considerato che:

in Puglia, i livelli di assistenza domiciliari, residenziali e semiresidenziali rivolti alle persone fragili in centri diurni non sono affatto assicurati o non lo sono per tutti. Ciò si verifica a causa di una mancata pianificazione che svolga valutazioni trasversali e multidiscpilinari, tenendo conto, ad esempio, dei servizi di protezione sociale all'interno dell'area dell'integrazione socio-sanitaria;

in tal modo, pertanto, non vi è alcuna difficoltà nel comprendere come la carenza di posti letto di riabilitazione ospedaliera ed extraospedaliera impedisca di riabilitare, in modo adeguato e corretto, una persona nella fase immediatamente post acuta ed i ritardi nella presa in carico incidono negativamente sul recupero delle funzioni;

la difficoltà a trovare posti letto in strutture residenziali e in centri diurni è sempre maggiore, soprattutto quando le richieste afferiscono a casistiche per le quali è richiesta un'alta intensità di assistenza per la quale la spesa è a totale carico del SSN;

per di più, nella presa in carico in RSA o in centri diurni la cui spesa è per il 50 per cento a carico del SSN, la maggior parte dei cittadini affronta personalmente i costi dovuti all'erogazione delle prestazioni sanitarie creandosi una disparità di diritti tra chi è fortunato e gode del 50 per cento della retta a carico del SSN e chi non lo è ed è costretto a pagare in proprio la retta;

va valutato l'uso corretto delle risorse, dal momento che le risorse del fondo sanitario regionale, a seguito di una scorretta applicazione delle tecniche del controllo di gestione nelle aziende sanitarie, non sono in grado di coprire la spesa per tutti i soggetti che ne hanno diritto,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non intendano inviare in Puglia ispettori ministeriali allo scopo di verificare il grado di assicurazione dei LEA, l'efficienza dei servizi, l'uso corretto delle risorse del fondo sanitario regionale e il grado di soddisfazione dei cittadini rispetto ai servizi sanitari resi.

(4-00572)

ALOISIO, CATALDI, BEVILACQUA, PIRONDINI, DI GIROLAMO, MARTON, SIRONI, DE ROSA, LICHERI Ettore Antonio, PIRRO, DAMANTE, CASTELLONE, LOREFICE, NATURALE, MAZZELLA, BILOTTI - Al Ministro dell'istruzione e del merito. - Premesso che:

secondo quanto evidenziato dall'ISTAT, il livello di istruzione nel Mezzogiorno denota una grave arretratezza: solo nel 2020, un meridionale su 3 ha concluso al più la terza media;

il Sud sconta, inoltre, un crescente ritardo nell'offerta dei servizi: basti pensare che conseguentemente all'approvazione della revisione del Titolo V della Costituzione (nel 2001), tra il 2008 e il 2020, si è registrato un progressivo "disinvestimento" nelle scuole meridionali, quantificabile nel 20 per cento in meno, contrariamente al 18 per cento in più nelle regioni del Nord Italia. Solo nel 2020, l'investimento pubblico per ogni alunno meridionale è stato di 185 euro contro i 300 euro medi stanziati per gli studenti del Nord;

tale sperequazione si registra con particolare evidenza nei servizi scolastici pubblici per la prima infanzia. A titolo d'esempio, come riporta l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ) nell'ultimo report del 2023, la quota del PNRR prevista per le Regioni meridionali è scesa dal 55,3 per cento garantito per gli asili nido al 40 per cento riconosciuto per l'estensione del tempo pieno con la costruzione di nuove mense. Questo dato allarmante non tiene conto del fatto che, ad oggi, meno del 25 per cento degli alunni meridionali della scuola primaria frequenta scuole dotate di mensa, contro il 60 per cento nel Centro-Nord;

nonostante il PNRR, almeno nelle intenzioni, intendesse sanare la sperequazione fra Nord e Sud in materia d'istruzione, il divario nella scuola permane, registrandosi nel Sud tassi di dispersione scolastica ben più elevati, minori competenze maturate dagli studenti e meno asili nido;

per contrastare questo fenomeno, occorrerebbe incrementare la qualità dell'offerta scolastica e garantire il tempo pieno, anche a sostegno delle famiglie con entrambi i genitori lavoratori. Invece ad oggi, se un bambino centrosettentrionale ha assicurate in media 1.230 ore di formazione, un coetaneo meridionale sconta 200 ore in meno e addirittura gli studenti meridionali della scuola primaria frequentano in media 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli centrosettentrionali;

senza considerare gli ulteriori deficit in termini di servizi scolastici, in buona sostanza vi è un'asimmetria nella redistribuzione delle risorse, che vede la Puglia avere 36,5 milioni di euro per la realizzazione di nuove palestre al servizio delle scuole, contrariamente all'Emilia-Romagna che ne avrà 45, la Lombardia 73, il Piemonte 46, la Toscana circa 60. Così anche per la dotazione prevista per costruire nuove scuole, ad esempio, se l'Emilia-Romagna percepirà 146 milioni di euro, la Puglia ne otterrà 80;

questi ultimi dati confermano le recenti classifiche relative alla distribuzione dei fondi per l'istruzione, che vedono la Campania percepire 141 euro per ogni studente, la Sicilia 118, contrariamente ad altre Regioni come la Valle d'Aosta che ottiene 729 euro e l'Emilia-Romagna 271;

pertanto, è parere degli interroganti che sia non solo necessario ma imprescindibile incrementare la quota di risorse pro capite da destinare per ogni studente residente nelle regioni del Sud, al fine di dare piena attuazione all'articolo 3 della Costituzione;

il rischio, come sostiene la stessa SVIMEZ, è che i divari educativi si allarghino, generando una scuola a due velocità, con un incremento delle disuguaglianze e una frammentazione del sistema scolastico nazionale con organici e bandi di concorso regionali, regionalizzazioni della dirigenza scolastica e dei contratti, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità. Per non parlare del rischio del ritorno delle gabbie salariali,

si chiede di sapere:

attraverso quali modalità e in quali tempistiche il Ministro in indirizzo intenda affrontare la sperequazione descritta;

se condivida l'opportunità di reperire risorse aggiuntive al fine di sanare il profondo divario che si annida nelle aree fragili del territorio;

se condivida l'opportunità che le Regioni predispongano organici regionali del personale scolastico, ivi compresa la dirigenza scolastica, ovvero bandi di concorso regionali.

(4-00573)

SIRONI - Ai Ministri dell'interno e della salute. - Premesso che:

nella notte del 7 luglio 2023 la residenza sanitaria assistenziale (RSA) "Casa dei coniugi", sita a Milano, in via Cinquecento, è stata tristemente oggetto di un rogo in cui hanno perso la vita 6 persone e altre 81, di cui 2 gravi, sono risultate ferite;

la RSA è di proprietà del Comune di Milano ed è gestita dalla cooperativa Proges, che gestisce anche altre residenze per anziani, tra cui quella limitrofa di via Panigarola;

in base alle ricostruzioni, pare che l'incendio sia divampato a partire da una camera e poi si sia propagato al resto dell'edificio. Le notizie di stampa sono state innumerevoli e denunciano gravi omissioni e responsabilità: dall'assenza di un medico in servizio (in quanto i dimissionari non erano stati sostituiti), ai campanelli per chiamare assistenza non funzionanti, sino all'impianto antincendio fuori uso da oltre un anno e mezzo;

la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per incendio e omicidio colposo plurimo. Le indagini si stanno concentrando sulla causa del rogo, sul rispetto delle prescrizioni antincendio e sull'attivazione tempestiva dei soccorsi;

gli ospiti della RSA sopravvissuti al rogo sono stati trasferiti in altra struttura adiacente sempre di proprietà del Comune e sempre gestita dalla Proges;

nel dicembre 2022 il Comune di Milano ha aperto un bando da circa un milione di euro per la manutenzione straordinaria di tutte le RSA di sua proprietà, compresa la Casa dei coniugi, ma la procedura concorsuale ad oggi è ancora aperta in fase di raccolta delle offerte,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo condividano l'opportunità di aprire un tavolo tecnico finalizzato al monitoraggio delle residenze per anziani e adulti non autosufficienti in relazione alla verifica dell'eventuale sussistenza di deficit di sicurezza;

se, nelle more dell'attività del tavolo tecnico, intendano istituire una task force per la verifica urgente dei requisiti inerenti alla sicurezza e al personale impiegato dalla cooperativa in rapporto al numero degli anziani ospitati;

se intendano attivarsi nelle sedi di competenza affinché sia garantita la messa in sicurezza degli impianti antincendio delle RSA che risultassero non a norma.

(4-00574)

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 85a seduta pubblica dell'11 luglio 2023, a pagina 97, sotto il titolo "Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea", alla seconda riga del primo capoverso, sostituire le parole: "9 luglio 2023" con le seguenti: "6 luglio 2023".