Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 069 del 18/05/2023

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

69a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2023

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Presidenza del vice presidente GASPARRI,

indi del vice presidente CENTINAIO

e del presidente LA RUSSA

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente GASPARRI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,01).

Si dia lettura del processo verbale.

DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie
e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, composizione e convocazione

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato, in data 17 maggio 2023, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, i senatori: Cantalamessa, Castiello, Della Porta, Aurora Floridia, Iannone, Melchiorre, Minasi, Mirabelli, Musolino, Nave, Paita, Potenti, Rando, Rastrelli, Russo, Sallemi, Salvitti, Scarpinato, Sigismondi, Silvestro, Sisler, Spelgatti, Ternullo, Valente e Verini.

Il Presidente della Camera dei deputati, nella stessa data, ha chiamato a far parte della medesima Commissione i deputati: Antoniozzi, Ascari, Barbagallo, Bicchielli, Cafiero De Raho, Carrà, Castiglione, Colosimo, Congedo, D'Attis, De Corato, Gallo, Gubitosa, La Salandra, Maiorano, Michelotti, Orlando, Piccolotti, Pittalis, Pretto, Provenzano, Serracchiani, Sudano, Tenerini e Zinzi.

D'intesa con il Presidente della Camera dei deputati, la Commissione è convocata per procedere alla sua costituzione martedì 23 maggio 2023, alle ore 13, nella sede di Palazzo San Macuto, in via del Seminario.

Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo,
composizione della delegazione italiana

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo le senatrici Petrucci e La Marca.

Comunico altresì che il Presidente della Camera dei deputati ha chiamato a far parte della medesima delegazione il deputato Centemero.

Svolgimento di interrogazioni (ore 10,08)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00104 sulla compiuta attuazione del principio di insularità.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

CALDEROLI, ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, con l'interrogazione in esame la senatrice Licheri e gli altri interroganti evidenziano a vario titolo che il riconoscimento del principio di insularità di cui all'articolo 119, comma 6, della Costituzione, dopo le modifiche introdotte dalla legge costituzionale 7 novembre 2022, n. 2, impone allo Stato di porre in essere misure concrete in termini di interventi e risorse, al fine di riequilibrare, ovvero di ridurre, gli svantaggi economici e socioculturali derivanti dall'insularità, in attuazione altresì del principio di uguaglianza sostanziale sancito dall'articolo 3, secondo comma, della Costituzione.

Gli interroganti richiamano anche i principi sanciti dall'articolo 119 della Costituzione in materia di autonomia finanziaria degli enti regionali e locali e di sistema perequativo nella distribuzione delle risorse, ricordando come la legge delega di attuazione 5 maggio 2009, n. 42, sul cosiddetto federalismo fiscale e i relativi decreti legislativi non abbiano sortito i risultati attesi dal punto di vista della realizzazione di un efficace sistema perequativo a causa - si dice nell'interrogazione - della mancata individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei relativi costi e fabbisogni standard. Secondo gli interroganti, le politiche pubbliche di intervento verso le aree insulari sono state assai poco efficaci in questi ultimi anni, al punto che è stato necessario l'intervento del legislatore costituzionale al fine di riconoscere la peculiarità delle isole e promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

Con tali premesse, gli interroganti pongono il quesito in ordine alle iniziative del Governo e in particolare di chi vi parla, Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per l'attuazione del principio costituzionale di insularità non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto i profili socioculturali. Orbene, non c'è dubbio che il riconoscimento costituzionale delle peculiarità delle isole sottende una valorizzazione delle specificità di carattere culturale, storico e naturalistico di tali territori e che la collocazione del più ampio principio di insularità all'interno dell'articolo 119 della Costituzione sia assai significativo.

Com'è noto, l'articolo 119, dopo le modifiche introdotte con legge costituzionale n. 3 del 2001, ha inserito il principio del federalismo fiscale in Costituzione, recando la disciplina dell'autonomia di entrata e di spesa degli enti territoriali corredata da un duplice sistema perequativo: un primo senza vincolo di destinazione in favore degli enti territoriali, con minore capacità fiscale per abitante, che è stato interpretato in sede attuativa come riferito a supportare le funzioni ordinarie degli enti territoriali (articolo 119, terzo comma); un secondo fondo di carattere strutturale per scopi diversi rispetto all'esercizio normale delle funzioni, ovvero la rimozione degli squilibri economici e sociali e l'esercizio effettivo dei diritti della persona (articolo 119, quinto comma). La previsione di un fondo perequativo, assente nel testo costituzionale previgente, che però prevedeva interventi statali a favore delle zone svantaggiate e delle isole è coerente con la logica complessiva del decentramento fiscale, in cui i territori sono responsabilizzati nelle scelte di spesa e nelle decisioni relative al loro finanziamento, in modo che ne possano rispondere ai propri elettori.

In questo quadro, in sede di attuazione dell'articolo 119, dapprima con la legge delega n. 42 del 2009, di cui sono stato il principale promotore, e poi con i decreti legislativi attuativi, si è recuperato a vario titolo il riferimento all'insularità, al fine di assicurare interventi mirati a contrastare lo svantaggio naturale dei territori insulari e garantire un'effettiva parità con i cittadini della terraferma nel godimento dei diritti individuali e inalienabili.

In particolare, la legge delega n. 42 del 2009 prevede all'articolo 22 disposizioni in materia di perequazione infrastrutturale. Tale disciplina, oggetto di recente novella nel decreto-legge n. 121 del 2021, indica la specificità insulare tra le priorità e le azioni da perseguire per il recupero del divario infrastrutturale e di sviluppo risultante dalla ricognizione. Il riconoscimento dell'esigenza di un intervento pubblico in relazione ai disagi connessi all'insularità è contenuto anche in interventi legislativi successivi alla legge n. 42, che sono diretti a specifiche realtà insulari - Sicilia e Sardegna - e non al complesso dei territori insulari. Alcuni interventi normativi hanno disposto finanziamenti ad hoc al fine di assicurare la continuità territoriale.

Con particolare riferimento alle isole minori, che rientrano specificatamente nell'ambito della delega di funzione a me attribuita, in ordine al miglioramento delle prestazioni e all'efficacia della governance nei territori isolani, le isole presentano situazioni di svantaggio che riguardano vari ambiti: trasporti, ambiente, ridotta attività economica, scarsità di lavoro e problema demografico.

Negli anni, lo sviluppo delle isole minori è stato anche sostenuto attraverso misure finanziarie specifiche, che hanno consentito investimenti importanti nei Comuni isolani. Un impatto significativo ha avuto anche l'introduzione della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), un progetto volto a superare i differenziali negativi sottesi all'insularità rispetto a tre servizi essenziali per i cittadini: mobilità, istruzione e salute. Con il lancio della SNAI le isole minori sono state incluse nella progettualità delle amministrazioni centrali, con l'obiettivo di rendere le isole minori una sorta di 73a area interna, a fronte delle prime 72 già finanziate, destinatarie di risorse e interventi volti a favorire lo sviluppo locale e il contemperamento di distanza e isolamento nell'offerta dei tre citati servizi di cittadinanza.

In questo quadro, la mia azione di Governo si sta muovendo su un duplice binario a favore dei territori insulari. Da un lato, la valorizzazione delle isole si colloca nell'ambito del processo di attuazione dell'autonomia differenziata prevista dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Com'è noto, il mio disegno di legge sull'autonomia differenziata, attualmente all'esame della Commissione affari costituzionale del Senato, contiene uno specifico riferimento ai territori insulari, laddove prevede (all'articolo 9) misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale.

Contestualmente sarà fondamentale, per i territori insulari, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP), ad opera della cabina di regia istituita dalla legge di bilancio 2023 e supportata da un apposito comitato tecnico-scientifico per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Il compimento del processo di definizione dei LEP, dei fabbisogni e dei costi standard, determinando l'ammontare del servizio o della prestazione che deve essere garantito dal settore pubblico in modo uniforme sul territorio e quindi anche sui territori isolani, costituisce un lavoro imponente che può portare a una piena attuazione dell'articolo 119 e a una perequazione effettiva nei territori svantaggiati come le isole.

Parallelamente, lungo un'altra direttrice, il tema delle isole minori rappresenta una priorità per la mia azione di Governo. A tal fine, anche attraverso il dialogo con le amministrazioni locali dei territori isolani e con le associazioni di categoria, sto mettendo a punto un disegno di legge quadro per lo sviluppo delle isole minori, volto a superare la frammentazione normativa che finora ha caratterizzato le iniziative a favore di queste ultime.

Il disegno di legge che mi appresto a presentare in Consiglio dei ministri indica misure di crescita per le isole minori (marine, lagunari e lacustri), in considerazione del loro valore unico sotto il profilo naturalistico e ambientale, delle tradizioni e delle particolari culture che vi sono conservate. Esso reca disposizioni in linea con le disposizioni del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea sulla tutela delle aree insulari, attraverso provvedimenti e normative specifici per superare i divari geografici, infrastrutturali e amministrativi e dei servizi rispetto alle aree maggiormente sviluppate, nel riconoscimento dei gravi e permanenti svantaggi naturali delle regioni insulari.

Il testo che si intende presentare al Parlamento, prendendo spunto dalle disposizioni contenute nel disegno di legge di iniziativa parlamentare approvato in prima lettura al Senato all'inizio della scorsa legislatura e che si era arenato nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati, contiene, rispetto a quest'ultimo, modifiche sostanziali al fine di migliorarne la coerenza organica e la portata applicativa.

Innanzi tutto, interviene sulle risorse a favore delle isole minori, incrementando il fondo di sviluppo delle isole minori e istituendo un nuovo fondo di sostegno per gli investimenti nelle isole minori. Prevede poi la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e delle tipicità delle isole minori e interviene sul tema dei servizi pubblici attraverso misure volte a migliorare, a vario titolo, l'assistenza sanitaria e la continuità del sistema scolastico nelle isole minori.

Anche in materia di trasporti, l'obiettivo dell'intervento va nel senso di garantire nelle isole minori la continuità territoriale con la terraferma, al fine di migliorare tutti i tipi di collegamento. Sono previste forme di collaborazione con università e istituti di ricerca per favorire l'innovazione tecnologica nelle isole minori e accordi con istituti di credito per incentivare il tessuto produttivo locale e lo sviluppo del lavoro - che non può essere solo stagionale - nonché norme a tutela dell'ambiente nelle isole minori. Si fa riferimento in particolare alla gestione dei rifiuti, alla prevenzione della produzione di rifiuti di imballaggio, alla facoltà per le Regioni territorialmente competenti di predisporre un piano per promuovere la desalinizzazione delle acque nonché la realizzazione di impianti di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili per le isole minori.

In conclusione, l'obiettivo è definire una legislazione quadro che, per lo sviluppo delle isole minori, agevoli le politiche di intervento pubblico in settori diversi e in una prospettiva non esclusivamente economica, ma anche culturale e sociale. (Applausi).

LICHERI Sabrina (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LICHERI Sabrina (M5S). Signor Presidente, saluto e ringrazio il signor Ministro per la risposta all'interrogazione che ho presentato il 27 dicembre scorso.

La ringrazio, signor Ministro, ma rimango insoddisfatta, perché lei ha dichiarato i propositi del suo Dicastero, ma le azioni che esso sta portando avanti raccontano altro. Lei mi insegna che una cosa sono le indicazioni programmatiche e un'altra sono i provvedimenti normativi, e c'è parecchia discordanza.

Ha annunciato la legge quadro e ovviamente la aspettiamo; vigileremo sulla sua applicazione e sulla sua attuazione.

Parliamo però di oggi: il principio di insularità non può essere nascosto - questo l'ho rimarcato nella mia interrogazione e nella sua risposta lo ha fatto anche lei - o addirittura schiacciato dall'aspetto economico-finanziario, perché così non risolviamo nulla. L'insularità è una condizione geografica i cui riflessi economico-finanziari rappresentano una delle tante conseguenze, al pari delle ricadute sociali, umane, culturali e storiche che ne derivano. Il principio di insularità chiede il rispetto, ancor prima che dell'articolo 119 della Costituzione, dell'articolo 3, che sancisce un principio di uguaglianza formale, ma soprattutto sostanziale.

Auspichiamo quindi che questa maggioranza si focalizzi sulle vere necessità dei territori insulari e non sull'approvazione di un disegno di legge di autonomia finanziaria, che - mi scusi, signor Ministro - per le isole non fa nulla. Lei ha parlato di riferimenti, ma non è assolutamente sufficiente. Sarebbe auspicabile partire dalla previsione di un sistema di trasporto efficace ed efficiente, e non dalla creazione di ulteriori disuguaglianze tra le Regioni. La distanza geografica delle isole si trasformerà, anzi si sta già trasformando in una vera e propria distanza sociale.

Nel caso della mia Regione, signor Ministro, è difficile per un sardo sentirsi parte integrante della Repubblica quando si ha il coefficiente di infrastrutturazione più basso della Nazione, quando Nuoro è l'unico capoluogo di provincia in Italia a non essere servito dalla rete ferroviaria nazionale o quando si deve sperare che non ci siano scioperi dei voli per poter tornare a casa.

Signor Ministro, siamo veramente preoccupati, perché il vostro disegno di legge rafforza queste disuguaglianze e a certificarlo è stato il Servizio del Bilancio; altro che principio di insularità. Mi perdoni, signor Ministro, ma ancora una volta è venuto meno il senso istituzionale. I funzionari del Senato hanno sollevato questioni di merito sul disegno di legge per l'autonomia differenziata; il Servizio del Bilancio ha posto una questione tecnica, non politica. Come si pensa di conciliare la concessione di nuove funzioni differenziate alle Regioni senza pregiudicare il godimento dei LEP nelle altre Regioni, il tutto in totale invarianza finanziaria? Per questo i funzionari sono stati richiamati? Altrimenti, come dobbiamo interpretare la modifica del dossier avvenuta con l'inserimento di un sottotitolo insolito: «Bozza provvisoria non verificata»? Ci chiediamo, a questo punto, chi dovrebbe verificarla; non la sua segreteria politica. Anzi, lo chiedo: la sua segreteria politica? Chi?

Sono insoddisfatta della sua risposta e sono preoccupata per quanto è successo e per quello che potrebbe succedere. Emerge in tutto questo una differenza profonda tra due modi di lavorare, a nostro avviso: da questa parte, si chiede e si lavora per ridurre le disuguaglianze; voi, signor Ministro - mi dispiace - per aumentarle. (Applausi).

PRESIDENTE. Mi corre l'obbligo di precisare che non c'è stata in verità alcuna modifica ad alcun dossier da parte del Senato, altrimenti restano agli atti affermazioni non esatte.

Segue l'interrogazione 3-00433 sull'assunzione di lavoratori disabili nell'ambito della gestione delle residenze universitarie in Campania.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

LOCATELLI, ministro per le disabilità. Signor Presidente, signori senatori, l'interrogazione muove da una notizia pubblicata dalla testata giornalistica «Il Riformista», secondo la quale la Romeo Gestioni SpA, società aggiudicatrice dell'appalto indetto da Adisurc per la gestione di residenze universitarie, si è vista esclusa dall'aggiudicazione per aver inserito all'interno del servizio di portierato lavoratori con disabilità, senza che il ricorso a tali figure fosse stato riportato dal progetto tecnico in sede di presentazione dell'offerta.

A seguito delle verifiche effettuate dai miei uffici, abbiamo appurato che l'esclusione è stata oggetto di impugnazione da parte della Romeo Gestioni SpA innanzi al TAR Campania, sede di Napoli, registrata come atto 177/2013 e che uno dei punti di censura verte sulla mancanza dell'idonea rappresentazione del modello organizzativo al momento dell'offerta.

Pertanto, la vicenda è al vaglio dell'autorità giudiziaria, che ha trattenuto la causa in decisione a seguito dell'udienza tenutasi proprio lo scorso 9 maggio.

È del tutto evidente, dunque, che non posso pronunciarmi sulla questione specifica dovendo la magistratura ancora accertare le ragioni dell'esclusione.

In termini generali, la tematica relativa all'impiego di lavoratori con disabilità, come disciplinata dalla legge 12 marzo 1999, n. 68, esula dalle mie strette competenze.

Aggiungo quindi solo una puntualizzazione fornita dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La legge n. 68 del 1999, all'articolo 3, prevede che i datori di lavoro, pubblici e privati, sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1, ossia persone in età lavorativa con disabilità fisica, psichica o intellettiva nella seguente misura: 7 per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.

Detto ciò, non posso entrare nel merito, ma ringrazio comunque l'onorevole senatore interrogante, perché mi dà la possibilità di fare due precisazioni che riguardano davvero l'inclusione lavorativa. Innanzitutto, mi auguro che tutte le aziende del nostro Paese adempiano a quanto prescritto dalla legge n. 68, e non solo perché è un obbligo, ma perché tutte le persone hanno diritto a essere valorizzate e inserite nel mondo del lavoro. Detto ciò, mi auguro anche che tutte le aziende valorizzino tali competenze allo stesso modo di quelle di tutti gli altri lavoratori, quindi con una retribuzione equa e davvero di pari opportunità per tutti i lavoratori con disabilità.

Sicuramente la legge n. 68 ha bisogno di essere riformata, attualizzata, riadeguata, ma credo che serva davvero anche un grande salto di qualità del nostro Paese, un cambio di prospettiva: da quello di doversi attenere ai meri obblighi di legge a quello invece di valorizzare le competenze in tutte le persone, soprattutto in quelle più fragili, che hanno bisogno non solo di essere aiutate, ma anche di avere un'occasione e una possibilità per poter lavorare nel nostro Paese e poter contribuire alla crescita economica delle nostre comunità e di tutta l'Italia.

Vi ringrazio, quindi, per l'occasione che mi è stata data di ribadire questi concetti. Come ho detto, non entro nel merito specifico per via dell'indagine della procura. (Applausi).

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Onorevole Ministro, al netto di quanto ha appena affermato, che è anche condivisibile nel merito, non mi ritengo però soddisfatto della sua risposta e le spiego perché.

Lei non ha risposto entrando nel merito dell'articolo 4 della Costituzione, che voglio ricordare: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto».

Nello specifico, la sua risposta non fa chiarezza sulla natura discriminatoria delle clausole di questo appalto che, di fatto, hanno impedito a persone con disabilità - e qui cito la parte seconda dell'articolo 4 della Costituzione - «di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». Noi dobbiamo investire nel talento e nelle competenze di tutti, ma ancor di più delle persone con disabilità, garantendo realmente l'accessibilità fisica agli spazi e ai servizi nel pubblico e nel privato.

Con il primo dei decreti attuativi della legge delega sulla disabilità, di recente approvato, ci auguriamo che almeno le amministrazioni pubbliche si adeguino velocemente. Sappiamo che, entro la primavera del 2024, gli altri quattro decreti dovranno essere attuati e noi vigileremo, come forza di opposizione, su di essi.

Nello specifico di questa interrogazione, che ha visto chiamata in causa un'azienda del diritto allo studio universitario della Regione Campania, bisognava rispondere anche sul diritto al lavoro, sulla ferita che è stata inferta da un ente pubblico che praticamente ha negato l'accesso al lavoro a dei disabili.

Io mi domando se vi sia un'incompatibilità tra la funzione istituzionale di questo ente, l'Adisurc, e un suo comportamento discriminatorio che non è stato colto. Era questa la domanda che avevo posto. Volevo entrare nel merito dell'acquisizione non di un parere giurisprudenziale, ma del parere elevato di un Ministero, che andava a giudicare se c'era effettivamente una discriminazione fatta dall'Adisurc, che è un ente pubblico della Regione Campania.

In una recente intervista, signor Ministro, lei ha raccontato con soddisfazione dei sette milioni di euro del fondo che verrà stabilito. Io mi domando, però, a cosa serva un fondo istituito a favore degli enti del terzo settore che favoriscono l'inserimento lavorativo a giovani con disabilità - questo glielo ricordo io - se si è impotenti contro una Regione che mette alla porta persone con disabilità che vogliono lavorare.

Voglio inoltre ricordarle che le persone disabili che lavorano, in realtà, sono solamente il 30 per cento dei disabili. Su 700.000 persone disabili, lavorano 220.000. Quindi, io credo che il lavoro per i disabili sia un'emergenza vera, una priorità vera, anche perché produrre reddito significa strappare alla povertà le persone con disabilità e le loro famiglie. Anche questo, però, mi sembra che non sia stato fatto nel recente decreto lavoro.

Mi dispiace dirlo, ma le destre hanno totalmente relegato in un angolo il tema della disabilità, come denunziato da diverse associazioni di categoria. A tal proposito, faccio mia la posizione del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, che ha letteralmente bocciato le disposizioni in materia di disabilità contenute nel decreto.

Allo stesso modo, la disciplina prevista per l'assegno di inclusione prevede parametri così stringenti che, di fatto, escluderà cittadini portatori di disabilità che versano in condizioni economiche critiche. Il rischio è che un adulto solo, cui è riconosciuta l'indennità di accompagnamento oltre alla pensione, ma con ISEE pari a zero, non potrà accedere all'assegno di inclusione. Mi scusi, ma questa è una vergogna, parlando proprio di inclusione. (Applausi).

Onorevoli colleghi, non spetta certamente a me ricordare come l'approvazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che il signor Ministro conosce bene, è un importantissimo traguardo, che le leggi italiane in qualche modo hanno preceduto nel tempo. Spetta invece a me, come forza politica di cui faccio parte, ricordare l'importanza di tutelare chi rischia di rimanere indietro, in particolare i cittadini portatori di disabilità, che chiedono non privilegi, ma solamente il rispetto dei propri sacrosanti diritti. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea gli studenti della «Scuola di Politiche» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,34)

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00344 sul monitoraggio degli inquinanti pericolosi emessi dallo stabilimento siderurgico di Taranto.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

GAVA, vice ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, riguardo le questioni poste, si specifica quanto segue.

Innanzi tutto, si deve precisare che i valori limite previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010 trovano fondamento nell'attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria. Pertanto, un'eventuale fissazione e un'imposizione di nuovi valori limite di determinate sostanze dovrebbero scaturire da approfondite analisi e valutazioni che tengano in conto le ricadute sanitarie, così come i costi e la fattibilità tecnica nel raggiungimento di nuovi valori soglia.

Si evidenzia come la stessa OMS indichi che i valori inseriti nello studio del 2021 rappresentano quelli a cui tendere nel medio periodo, e pertanto non da raggiungere nell'immediato. Peraltro, dallo scorso ottobre è in corso il negoziato presso il Consiglio del Parlamento europeo della nuova direttiva sulla qualità dell'aria, in cui verranno definiti i nuovi valori limite con previsioni di fine lavori nel corso del 2024.

Riguardo i grandi impianti industriali, oltre ai limiti di legge in termini di concentrazione, si applicano i principi di prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento introdotti dall'ordinamento comunitario sin dalla direttiva 96/61/CE, volti a prevenire e a ridurre le emissioni industriali.

Con riferimento all'ipotesi di condizionare il rilascio della proroga dell' autorizzazione integrata ambientale (AIA) per lo stabilimento di Taranto, Acciaierie d'Italia (ADI) all'introduzione degli esiti di una valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (VIIAS), si deve preliminarmente rappresentare che, per gli impianti strategici di interesse nazionale, fra cui lo stesso stabilimento, trova applicazione la legge n. 231 del 2012, che ha introdotto l'obbligo per tali impianti della redazione di un rapporto di valutazione del danno sanitario, applicando i criteri metodologici definiti dal decreto interministeriale del 24 aprile 2013 del Ministero della salute.

Nel caso specifico di Taranto, le valutazioni sanitarie sono elaborate annualmente ai sensi del citato decreto interministeriale dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) Puglia, dall'Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale (Aress) Puglia e dall' Azienda sanitaria locale (ASL) Taranto. L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) invece conduce le attività di verifica del rispetto delle prescrizioni contenute negli atti autorizzativi correlati all'esercizio dello stabilimento siderurgico, secondo il piano di monitoraggio e controllo di cui al decreto ministeriale n. 194 del 13 luglio 2016.

Il monitoraggio della qualità dell'aria viene condotto dall'ARPA Puglia attraverso la rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria, conformemente ai criteri stabiliti dal menzionato decreto legislativo n. 155 del 2010. I dati, una volta validati, sono pubblicati sul sito dell'Agenzia.

In particolare, nei comuni di Taranto e Statte sono presenti numerose stazioni di misurazione della qualità dell'aria. Inoltre, la prescrizione n. 85 del decreto del riesame dell'AIA n. 547 dell'ottobre 2012 ha prescritto l'installazione di sei stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria in prossimità del perimetro dello stabilimento. L'ISPRA stesso, a seguito delle criticità segnalate da ARPA Puglia e ASL Taranto del dicembre 2022, ha avviato una serie di attività finalizzate a ricercare fattori oggettivi che, all'interno dello stabilimento siderurgico e dei complessi industriali soggetti ad AIA nazionale e limitrofi, possono determinare l'incremento delle concentrazioni di benzene fino a livelli molto prossimi al valore limite previsto dal decreto n. 155 non solo nelle aree immediate adiacenti al perimetro del sito. Difatti, così è anche suggerito dall'Istituto superiore di sanità.

Il quadro emerso suggerisce la necessità di approfondire analisi e valutazioni della situazione locale con particolare riguardo alle relazioni fra emissioni, concentrazioni ambientali ed esposizione della popolazione, al fine di individuare le attività specifiche all'origine della criticità e di individuare misure idonee alla prevenzione del rischio.

Per tale motivo, il controllo ordinario relativo al primo trimestre 2023 per lo stabilimento ADI è stato realizzato definendo, in collaborazione con ARPA Puglia, uno specifico piano di ispezione incentrato sugli impianti per i quali il benzene risulta essere un inquinante pertinente.

Sono stati ricercati eventuali fattori di aumento di benzene anche nel corso della visita ispettiva ordinaria, condotta nel marzo scorso presso gli impianti ENI raffineria di Taranto ed ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso di realizzazione anche presso la centrale termoelettrica ADI Energia.

Si evidenzia inoltre che, in relazione al monitoraggio di emissioni fuggitive, polveri, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e benzene provenienti dalle aree a caldo dello stabilimento, sono in fase di esecuzione da parte di ISPRA approfondimenti e valutazioni sui monitoraggi effettuati presso le centraline di qualità dell'aria ubicate all'interno dello stabilimento, che vengono analizzate da ARPA Puglia al fine di monitorare gli andamenti dei profili emissivi negli anni, con eventuali ipotesi di correlazioni alle sorgenti rispetto ai monitoraggi previsti dalle prescrizioni del piano di riesame.

Dalle valutazioni in corso si evidenzia una significativa variabilità negli anni, mentre l'eventuale correlazione con le criticità segnalate nelle aree a caldo è oggetto di particolare approfondimento, al fine di poter proporre possibili misure mitigative o preventive da adottare, che potranno essere oggetto della procedura di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale.

In particolare, per il parametro benzene si osservano valori isolati, acquisiti su base settimanale secondo la prescrizione 30, sul piano di carica delle batterie, che superano alcune unità di milligrammi per metro cubo. Per tali criticità sono attualmente in corso ulteriori indagini mirate.

Inoltre, ISPRA sta verificando e valutando, in collaborazione con ARPA Puglia, di eseguire accertamenti strumentali in specifiche aree dello stabilimento siderurgico, nonché in altre aree della limitrofa raffineria ENI, al fine di valutare la possibilità di posizionare specifici campionatori passivi per condurre monitoraggi continui in aggiunta alle centraline già esistenti, con lo scopo di valutare i contributi delle eventuali fonti da cui si originano i crescenti livelli di benzene, così come segnalato da ASL Taranto e ARPA.

Anche a fronte di accertamenti di inosservanze nel corso degli anni, per cui è stata informata la prefettura di Taranto, si evidenzia un sostanziale bilanciamento tra gli esiti nell'applicazione della normativa speciale applicata al caso di Taranto.

Studi predittivi sugli effetti sanitari, quali la valutazione di impatto sanitario (VIS), risulteranno certamente utili anche ove si configurassero significative modifiche all'assetto produttivo o al contesto ambientale e sanitario, anche in riferimento ai criteri metodologici per la redazione della VIS, predisposti dall'Istituto superiore di sanità nel 2019, anche in vista di un rinnovo del riesame dell'AIA.

Pertanto, qualora l'istanza del rinnovo prospettasse assetti produttivi significativamente differenti da quelli in essere, sarà facoltà delle autorità sanitarie richiedere specifici approfondimenti per poter definire in proposito le proprie determinazioni.

TURCO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TURCO (M5S). Signor Presidente, signor Vice Ministro, l'interrogazione in esame mirava, da una parte, a conoscere i contenuti del riesame dell'Autorizzazione integrata ambientale (AIA), rilasciata nel 2012 e più volte prorogata per ritardi e inadempienze e in scadenza il prossimo 23 agosto; dall'altra, si chiedeva se era intenzione del Governo condizionare il rilascio della nuova AIA ad una nuova e preventiva valutazione dell'impatto ambientale e sanitario.

Su questi due principali aspetti dell'interrogazione non si sono fornite risposte, dimostrando peraltro di non conoscere la complessa realtà dello stabilimento ex Ilva, tuttora sotto sequestro, su cui sono intervenute diverse sentenze, anche del tribunale di Taranto e della Corte europea dei diritti dell'uomo, e su cui permane ancora un rischio di infrazione europea da oltre dieci anni. Per queste ragioni, riteniamo la risposta del Governo e dei Ministri interpellati assolutamente insoddisfacente.

Proverò nel poco tempo a disposizione a sintetizzare le criticità e a fornire al Governo alcuni suggerimenti, che spero possa considerare nel corso del riesame dell'AIA. È bene innanzitutto considerare l'ultimo rapporto di valutazione del danno sanitario, pubblicato a giugno del 2021 dall'OMS, che conferma le precedenti valutazioni e attesta la permanenza di un residuo rischio cancerogeno inaccettabile, relativo all'attuale produzione autorizzata di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio.

In particolar modo, il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità calcola sullo scenario produttivo pre-AIA 2010 addirittura un range di decessi prematuri evitabili tra i 270 e i 400 adulti over 30; mentre, se fossero rispettate (ma purtroppo ancora non lo sono, dopo dieci anni) tutte le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale in corso, le morti premature si ridurrebbero tra 50 e 80 unità, ma non si azzererebbero comunque.

Lo studio peraltro non considera gli ulteriori effetti negativi, come i decessi dell'età infantile e dei giovani under 30, dell'esposizione congiunta e prolungata ai diversi inquinanti, nonché l'inquinamento del suolo e delle acque. Allo stesso tempo, l'OMS ha stimato il danno economico, dovuto solo alla mortalità prematura degli over 30, rispettivamente nei periodi osservati, tra gli 85 e i 15 milioni di euro annui.

Per queste ragioni, chiediamo al Governo di confermare la validità delle valutazioni del danno sanitario, così come attestate, in ultimo, dall'OMS; di verificare l'avvenuto adempimento delle prescrizioni AIA 2012, perché sarebbe assurdo concedere un'ulteriore proroga o una nuova AIA laddove non risultassero rispettate le prescrizioni della prima, ovvero quella del 2012; di condizionare il riesame della nuova AIA ad una nuova valutazione preventiva dell'impatto ambientale e sanitario, in modo da stabilire in maniera scientifica se l'impianto siderurgico di Taranto sia nelle condizioni di produrre senza rischi inaccettabili per la salute di lavoratori e cittadini e quali siano eventualmente i limiti produttivi accettabili.

Inoltre, rappresentanti del Governo, avete avviato la consultazione pubblica per il riesame della nuova AIA, laddove il documento pubblicato presenta file secretati e non accessibili ai cittadini, contrariamente a quanto accaduto in passato e in evidente violazione dei principi di trasparenza.

Infine, signori del Governo, sul piano sostanziale, il documento di sintesi non tecnica dell'esame di autorizzazione integrata ambientale, presentato da ADI Energia in data 15 aprile 2023, riguarda, ancora una volta, solo ed esclusivamente la produzione a carbone.

In particolare, il riesame dell'AIA prevede la riattivazione dell'altoforno 5, il rifacimento dell'altoforno 3, la riattivazione delle batterie 3 e 4 e persino la trasformazione dell'altoforno 2 in un vero e proprio inceneritore. Si prevede di bruciare persino materiale plastico, fino a 60.000 tonnellate annue.

Tutto questo significa continuare ad autorizzare l'uso del carbone. Chiedo al Governo se sia questo il processo di decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva. Intendete sostenere la transizione ecologica? Vi do solo alcune indicazioni: nelle 32 pagine lette della sintesi non tecnica sapete quante volte il termine «carbone» è ripetuto? Ben 28 volte. Sapete quante volte i termini «decarbonizzazione», «green», «forni elettrici» o «idrogeno» sono ripetuti in queste 32 pagine? Zero. Cosa significa questo? Si comprende bene quali sono gli orientamenti del Governo: continuare a produrre a carbone. Per questo motivo avete introdotto lo scudo penale, proprio per proteggere i responsabili dai reati penali.

Signor Presidente, concludo.

Abbiate il coraggio di venire a Taranto e di dire ai cittadini di Taranto e ai lavoratori che questo è il modello produttivo che state sostenendo e finanziando, peraltro con i 680 milioni di euro che avete regalato per questa attività produttiva. Su questo noi saremo contrari. Chiediamo invece al Governo un accordo di programma e un atto di coraggio, che preveda la chiusura delle fonti inquinanti e adeguate tutele a favore dei lavoratori, delle imprese dell'indotto e dell'intera comunità. (Applausi).

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00323 sull'incremento dei colloqui telefonici a disposizione dei detenuti.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

GAVA, vice ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto gli interroganti avanzano quesiti specifici in ordine alla possibilità di ripristinare le disposizioni in materia di colloqui telefonici dei detenuti, adottata nel corso dell'emergenza pandemica, anche valutando una relativa messa a regime, alla luce delle ricadute avute nel corso degli ultimi due anni, ritenute positive.

Orbene, in effetti, la disciplina emergenziale stilata nel periodo pandemico (il decreto-legge n. 34 del 2020), oggetto di più deroghe, è rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2022 e prevedeva oggettivi ampliamenti in tema di colloqui telefonici tra detenuti e familiari.

Tuttavia, già con la circolare del 26 settembre 2022 il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) ha evidenziato, quanto alle videochiamate equiparate ai colloqui visivi di cui all'articolo 18, che queste devono essere favorite poiché, oltre ad agevolare il mantenimento delle relazioni familiari, evitano altresì trasferte costose e insostenibili fisicamente per anziani e malati e psicologicamente stressanti per i figli minori, nonché rendono non necessarie le lunghe e defatiganti operazioni di perquisizione dei soggetti che fanno ingresso in istituto in occasione dei colloqui in presenza.

Inoltre, le videochiamate, applicate inizialmente in via sperimentale ai soli detenuti del circuito media sicurezza, in base alle modalità dettate con precedentemente circolare DAP del 30 gennaio 2019, dovevano essere estese anche ai detenuti di alta sicurezza, tenuto conto degli effetti positivi che il loro ricorso ha comportato sul piano trattamentale.

Quanto alle conversazioni telefoniche, invece, la citata circolare ha ben fornito indicazioni operative valide anche per il prossimo futuro, stabilendo che in linea generale le telefonate possono essere autorizzate anche una volta al giorno, ove riguardino figli minori e figli maggiorenni portatori di una disabilità grave, oppure il coniuge, l'altra parte dell'unione civile e una persona stabilmente convivente o legata da relazione stabilmente affettiva, il padre, la madre, il fratello e la sorella del condannato, qualora gli stessi siano ricoverati presso strutture ospedaliere. Da tali indicazioni sono escluse le persone detenute o internate sottoposte al regime previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, per le quali si applicano le prescrizioni dettate dalla normativa, ovvero il detenuto o internato può essere autorizzato a fruire di un colloquio telefonico mensile dopo i primi sei mesi di applicazione del regime, in alternativa al colloquio visivo. È invece previsto che, nel caso di soggetti non sottoposti a tale regime, ma comunque detenuti o internati per uno dei delitti previsti dal primo periodo del comma 1 dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, l'autorizzazione della comunicazione telefonica non sostitutiva del colloquio in presenza non può essere concessa più di una volta a settimana.

In conclusione, già in attuazione della recentissima circolare soprarichiamata, le direzioni degli istituti, laddove ne venga a rilievo la competenza e compatibilmente con le esigenze organizzative delle singole strutture penitenziarie, accordano le autorizzazioni in maniera consapevolmente ampia, specie in presenza, oltre che per le situazioni già tipizzate dalla norma, anche in caso di difficoltà dei visitatori a raggiungere gli istituti in ragione delle distanze dal luogo di residenza o di concorrenti impegni lavorativi o familiari.

Saluto a delegazioni di Confindustria e ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea una delegazione di Confindustria Piemonte e una delegazione di Confindustria Valle d'Aosta, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Saluto altresì i docenti e gli studenti del dipartimento di scienze giuridiche dell'Università degli studi di Bologna, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

L'applauso è caloroso benché, essendo una seduta dedicata solo alle interrogazioni, la presenza sia limitata agli interroganti e a chi risponde. Ho tenuto a precisarlo, ai fini di evitare un'interpretazione non corretta dei lavori del Senato.

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,53)

BAZOLI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BAZOLI (PD-IDP). Signor Presidente, intanto siamo profondamente delusi dal fatto che su un'interrogazione riguardante il delicatissimo tema dell'assetto penitenziario del nostro Paese venga a rispondere non il Ministro o un Sottosegretario competente, ma un Sottosegretario che ha un'altra delega. Francamente, siamo abbastanza stupiti dal fatto che né il Ministro né alcuno dei tre Sottosegretari abbiano ritenuto opportuno e abbiano trovato il tempo di venire a rispondere su un'interrogazione che riguarda una questione così delicata come la condizione dei detenuti nei nostri penitenziari.

Detto questo, sono anche profondamente deluso della risposta che ci ha dato la Vice Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, perché sostanzialmente noi abbiamo chiesto una modifica del regime attuale e non è sufficiente la risposta che ci ha dato, cioè che è stata data ampia libertà ai direttori dei penitenziari di valutare come e quando consentire le chiamate telefoniche.

Voglio ricordare che oggi la regola di base è che è consentita una chiamata settimanale ai detenuti per dieci minuti. Questa regola è stata derogata nel corso della pandemia da Covid, perché ovviamente non era possibile il colloquio in presenza, fino a consentire una chiamata al giorno dei detenuti con familiari, conviventi e persone loro care. Questa condizione si è protratta per due anni e non ha dato alcun problema, anzi ha consentito di abbassare la tensione interna ai penitenziari. Questa condizione è stata resa possibile da norme che sono state prorogate continuamente nel corso della pandemia e che poi, da ultimo, non sono state prorogate. Ora non possiamo accontentarci di dare ai direttori degli istituti penitenziari un'ampia discrezionalità nella scelta, perché questo crea una disparità di trattamento tra i vari detenuti e crea problemi quando un detenuto viene trasferito da un penitenziario a un altro, perché magari si ritrova a passare improvvisamente da un regime più liberale, nel quale gli era consentito di telefonare ogni giorno, a un regime più restrittivo, con una norma che viene vista come puramente afflittiva, retributiva e punitiva, per cui si trova a dover retrocedere a una condizione diversa. Tra l'altro, questo non crea problemi di spesa, perché le telefonate vengono ovviamente fatte a carico dei detenuti.

Invitiamo quindi caldamente il Governo a ripensare la questione, perché pensiamo sarebbe opportuno rendere stabile la condizione che si è creata durante la pandemia, che è stata sperimentata per due anni, ha funzionato e ha consentito di diminuire la tensione all'interno dei nostri penitenziari. Quanto accaduto ieri ad Avellino purtroppo ci indica che all'interno delle strutture detentive molto spesso si vivono condizioni di estremo stress emotivo che possono portare anche a esasperazioni che sfociano in episodi di rivolta.

Occorre intervenire laddove possibile per abbassare la tensione. Questo è uno strumento semplicissimo che si può attuare con facilità, che è stato sperimentato, che non ha dato problemi, che è in linea con la progressività del trattamento penitenziario, per cui, laddove le norme di favore vengano attuate con attenzione e non provochino problemi, è opportuno estenderne la validità.

Penso che non ci possiamo accontentare della risposta che ci ha dato il Ministero, che non ci possiamo accontentare di questa situazione a macchia d'olio, di discrezionalità lasciata ai direttori, ma che occorra intervenire normativamente per consolidare una condizione che si è attuata negli ultimi due anni, che ha dato buona prova e che è un grave errore non prorogare anche per il futuro. (Applausi).

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00350 con carattere d'urgenza, ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento, sulla carenza di personale penitenziario nel carcere di Potenza.

Il vice ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gava, ha facoltà di rispondere, d'intesa con il Ministro della giustizia, a tale interrogazione.

GAVA, vice ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante, riferite le criticità di organico rilevabili nel carcere di Potenza, avanza quesiti sulle iniziative che si intendono perciò assumere.

Orbene, in tema di organici, va evidenziato che il Ministero, a mezzo del preposto dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP), pone forte attenzione all'esigenza di garantire un efficace turnover del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate derivanti dagli organici ridotti o comunque fortemente limitati. Tale riduzione, com'è noto, è stata operata dalla cosiddetta legge Madia e rivista altresì da successivi interventi normativi che hanno rimodulato al ribasso la dotazione complessiva del Corpo della polizia penitenziaria e su cui andrà evidentemente reimpostata una politica di implementazione.

Sul punto, giova evidenziare che allo stato, a fronte di un organico totale di 42.150 unità, come dall'ultimo incremento di 1.000 unità del ruolo di agenti assistenti di cui alla legge 29 dicembre 2022, n. 197 - la legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 - il personale del Corpo di polizia penitenziaria amministrato ammonti a 36.126 unità.

Va inoltre rammentato che, nell'arco del quinquennio 2021-2025, è autorizzata, oltre al turnover, l'assunzione straordinaria di complessive 2.804 unità.

Ciò precisato, sempre ai fini di razionalizzazione ed efficienza, nonché di adeguamento degli interventi legislativi medio tempore intervenuti, è in via di predisposizione il nuovo decreto ministeriale, che andrà a sostituire il decreto ministeriale 2 ottobre 2017, per la redistribuzione della dotazione organica del Corpo.

Tornando alla carenza di personale in generale, si rappresenta che sono in essere varie procedure concorsuali, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, in ragione delle vacanze organiche previste. Quanto alla carenza di commissari, è in essere il concorso pubblico per 120 posti, in relazione al quale si sono conclusi gli accertamenti psicofisici e attitudinali. È in essere poi il concorso pubblico per complessivi 411 allievi di vice ispettore, nonché quello per complessivi 1.758 allievi agenti. Dette procedure concorsuali saranno concluse entro il corrente anno. Inoltre, in data 15 marzo 2023, è stato pubblicato il nuovo concorso allievi agenti per 1.713 posti.

Quanto alle procedure interne, merita rammentare il concorso per complessivi 691 posti di ispettore, la cui procedura si è conclusa, nonché il concorso per titoli a 583 posti, poi elevati a 813, di vice sovrintendente, l'inizio della formazione dei quali era datato al gennaio 2023.

Infine, merita rammentare che è stato avviato il 181° corso di formazione per allievi agenti, che comporterà l'immissione in ruolo di ulteriori 1.087 unità del ruolo maschile e 361 unità del ruolo femminile.

Quanto alla situazione del carcere di Potenza, si evidenzia che, a fronte di un organico previsto pari a 122 unità, ne risultano presenti 112, comprese sei distaccate in uscita e undici in entrata, inferiore dunque di dieci unità rispetto a quella prevista. Le carenze maggiori si rilevano nel ruolo di sovrintendenti (meno sei unità) e degli agenti assistenti (meno dieci unità).

Per quanto riguarda il ruolo dei sovrintendenti, si evidenzia che, in esito al concorso interno per complessivi 583 posti, il DAP ha già previsto di assegnare alla casa circondariale di Potenza quattro unità maschili e un'unità femminile, il tutto entro la fine del corrente anno, al termine del previsto corso di formazione.

Quanto al ruolo di agenti assistenti, si rappresenta che l'organico dell'istituto di Potenza è stato incrementato, nell'anno 2022, di sei unità maschili e quattro unità femminili, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 180° corso. (Applausi).

PRESIDENTE. Come specificato, il vice ministro Gava ha risposto su delega del Ministro della giustizia, a tale interrogazione.

ROSA (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA (FdI). Signor Presidente, ringrazio il Vice Ministro per la risposta. Quest'interrogazione nasce da un'attività di visite che sto facendo negli istituti penitenziari in Basilicata, proprio per verificare lo stato in cui si trovano le carceri e soprattutto le condizioni in cui si trova ad operare la Polizia penitenziaria.

Quest'interrogazione nasceva anche dal fatto che a Potenza tra qualche mese, dopo mesi di ristrutturazione, riaprirà il settore femminile e pertanto tutte le unità femminili oggi destinate ad altri servizi dovranno andare a prestare servizio presso questo settore femminile; da ciò deriva evidentemente una carenza di organico. Riaprirà inoltre il primo settore maschile, che era stato anch'esso chiuso per ristrutturazione.

Io spero che, a seguito di tutte queste assunzioni e dei concorsi che sono stati previsti, il Ministero preveda un incremento delle unità presso il carcere di Potenza, perché questo significa una migliore qualità del servizio, una migliore qualità del lavoro da parte della Polizia penitenziaria e una maggiore sicurezza in concreto.

Sono quindi fiducioso che, a seguito di questo impegno da parte del Governo a rimpinguare le Forze di polizia, ci sarà attenzione anche per l'istituto penitenziario A. Santoro di Potenza. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.

A questo punto, interrompiamo i nostri lavori, che riprenderanno alle ore 15 con il question time.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 11,05, è ripresa alle ore 15).

Presidenza del vice presidente CENTINAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro del turismo.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

Il senatore Durnwalder ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00446 sulle misure per fronteggiare il fabbisogno di manodopera stagionale, per tre minuti.

DURNWALDER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Presidente, gentile Ministra, mi permetta di riassumere il contenuto della mia interrogazione, indirizzata al Ministero del lavoro, ma di grande interesse anche per il Ministero del turismo, per cui sono particolarmente contento della presenza anche della ministra Garnero Santanchè.

Tutti i dati e le note previsionali, compresi quelli del Ministero del turismo, indicano un forte incremento della presenza turistica in Italia, con un effetto positivo dell'ordine di 89 miliardi di euro sulla spesa turistica, pari a un aumento del 22,8 per cento rispetto allo scorso anno.

Con il DPCM del 29 dicembre 2022 il Governo ha autorizzato l'ingresso in Italia di 82.700 lavoratori stranieri, di cui 44.000 per lavoro stagionale nel settore turistico-alberghiero e in quello agricolo e 38.000 per lavoro non stagionale e autonomo.

Lo scorso 27 marzo, in occasione del click day, i datori di lavoro hanno formulato richieste per circa 250.000 lavoratori stagionali, evidenziando l'enorme differenza tra i flussi di ingresso regolari autorizzati e il fabbisogno necessario.

Con la successiva attribuzione territoriale delle quote agli ispettorati territoriali, i datori di lavoro, in particolare quelli del settore alberghiero, hanno dovuto amaramente prendere atto della decurtazione delle quote. A fronte di una richiesta di circa 40.000 ingressi per l'anno 2023, di cui 30.000 stagionali e 9.250 non stagionali, gli ingressi per lavoro stagionale destinati al settore alberghiero sono stati decurtati a sole 20.500 unità. In particolare, nella sola provincia autonoma di Bolzano, a fronte della stima di un fabbisogno di forza lavoro di circa 600 quote per lavoro stagionale e 100 quote pluriennali, sono state assegnate unicamente 138 quote stagionali, 24 quote pluriennali e 317 quote con riferimento alle organizzazioni professionali dei datori di lavoro.

È evidente che tutto questo sta ingenerando enorme preoccupazione.

Si chiede allora se, per venire incontro alle esigenze manifestate dai datori di lavoro, non si intenda integrare le quote previste, scongiurando così il rischio che un settore strategico come quello del turismo possa risentire nella qualità dell'offerta per mancanza di manodopera. Grazie, signora Ministra.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio i senatori interroganti perché il quesito è di estrema attualità e interesse per il Governo.

Con il DPCM del 29 dicembre 2022 sulla programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per il 2022, sono stati definiti gli ingressi in Italia per motivi di lavoro subordinato, stagionale e non stagionale, e di lavoro autonomo di cittadini non comunitari entro una quota massima di 82.705 unità, come si diceva, di cui 38.000 destinate a ingressi di cittadini extracomunitari per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell'autotrasporto merci per conto terzi, dell'edilizia, in quello turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni e nei settori alimentare e della cantieristica navale, per lavoro autonomo e per le conversioni dei permessi di soggiorno, e 44.000 unità destinate a ingressi per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.

Con particolare riferimento all'oggetto del quesito, nell'ambito della quota complessiva di 44.000 unità, 1.500 sono riservate agli ingressi per lavoro stagionale pluriennale e 22.000 quote sono riservate per il settore agricolo ai lavoratori nei cui confronti le domande di nulla osta siano presentate in nome e per conto dei datori di lavoro dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro.

Con nota del 30 marzo 2023, correttamente richiamata dai senatori, la competente direzione generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha attribuito agli ispettorati territoriali del lavoro le quote per lavoro subordinato, di cui agli articoli 3, 4 e 6 del DPCM, direttamente sul sistema informatizzato SILEN, ai fini del rilascio del nulla osta al lavoro da parte degli sportelli unici per l'immigrazione.

Con riferimento alle 44.000 quote di lavoro stagionale, sono state distribuite agli ispettorati generali del lavoro, Regioni e Province autonome tutte le quote previste dal decreto, proporzionalmente ed in base alle istanze presentate dai datori di lavoro e comunicate dal Ministero dell'interno lo scorso 28 marzo e non sulla base delle richieste formulate dalle amministrazioni.

In particolare, il Ministero dell'interno ha riferito che alla data del 15 maggio risultano pervenute complessivamente 286.946 istanze, di cui 168.288 per lavoro stagionale. A seguito delle segnalazioni pervenute sull'insufficienza delle quote di ingresso assegnate per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori dell'agricoltura e turistico-alberghiero, nella consapevolezza della rilevanza degli interessi sottesi a questa richiesta, ossia la necessità di dare una risposta al sempre più crescente fabbisogno di manodopera in questi settori, il Ministero del lavoro ha posto in essere gli adempimenti necessari per l'assegnazione di quote aggiuntive di lavoro stagionale e pluriennale nei settori interessati.

Con riferimento alla Provincia autonoma di Bolzano, sono state assegnate ulteriori 359 quote, per un totale di 600 quote di lavoro stagionale e 100 quote di lavoro stagionale pluriennale, come da fabbisogno segnalato dalla commissione provinciale a gennaio 2023.

Faccio presente, inoltre, che per il triennio 2023-2025, il decreto 20 marzo 2023, n. 20, ha previsto, in deroga a quanto stabilito dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 286 del 1998, il fatto di ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e autonomo, altre quote. Ecco perché credo di poter confermare che le richieste, per quanto riguarda la Provincia autonoma di Bolzano, sono state esaudite.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Durnwalder, per due minuti.

DURNWALDER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signora Ministro, mi dichiaro ovviamente molto soddisfatto della sua risposta. Ringrazio per l'assegnazione di queste quote aggiuntive, veramente sentite nel nostro territorio. Voglio rivolgerle anche un ringraziamento personale, per la sua disponibilità agli incontri anche con le nostre piccole realtà nella Provincia autonoma di Bolzano, per risolvere i problemi concreti che abbiamo.

PRESIDENTE. La senatrice Mancini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00447 sull'aumento dei posti di lavoro vacanti e le politiche attive del lavoro, per tre minuti.

MANCINI (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, premesso che nella scorsa legislatura è stato introdotto il cosiddetto reddito di cittadinanza, strumento che, nelle previsioni delle forze politiche promotrici, avrebbe dovuto rappresentare la punta di un nuovo welfare state in Italia, posto al centro di una rivoluzione del mondo del lavoro, la cui approvazione fu celebrata come abolizione della povertà, l'ultimo rapporto trimestrale Istat-VELA, pubblicato nel febbraio 2023, ha rappresentato come, al 31 dicembre 2022, il tasso di posti vacanti fosse pari al 2,3 per cento del totale dei disoccupati.

È quasi il massimo storico da quando, nel 2010, sono iniziate le rilevazioni di questo dato. Da anni, comunque, tale dato è in costante crescita, pur in presenza di un tasso di disoccupazione pari all'8,3 per cento.

Da quando è stato introdotto il reddito di cittadinanza, ovvero in particolare nel 2019, il tasso dei posti vacanti non solo è aumentato, ma l'aumento è avvenuto con la massima velocità, passando in due anni da 1,4 a 2,3 per cento: vale a dire circa 200.000 posti vacanti in più, a dimostrazione del fatto che la misura in esame è un deterrente al lavoro.

L'inefficienza è aggravata anche dalle carenze dei sistemi informativi dei centri per l'impiego, che nei primi tre anni di applicazione della misura non si è inteso in alcun modo potenziare: l'85,5 per cento dei centri per l'impiego dichiara di non avere una dotazione informatica in grado di dialogare con il sistema informativo unitario dei servizi sociali (SIUSS), il 70 per cento con i sistemi informativi territoriali, il 57 per cento non ha un sistema interoperabile con l'INPS e solo il 44 per cento dialoga con il sistema informativo unitario delle politiche per il lavoro (SIUPL); in questo contesto le informazioni non circolano tra gli attori a vario titolo coinvolti.

Il Governo in carica sta affrontando gli effetti di queste politiche che si sono rivelate estremamente gravose quanto all'impatto sulla finanza pubblica, ma soprattutto totalmente inefficaci sul piano delle politiche attive, avendo generato, peraltro, effetti distorsivi nel mondo del lavoro le cui conseguenze investono in modo drammatico l'intero sistema produttivo.

Tra queste conseguenze desta particolare preoccupazione la condizione di difficoltà per le imprese di reperire personale, soprattutto in possesso di competenze specifiche, che consenta di superare gli ostacoli alla produzione ed alle attività per essere pienamente competitive sul mercato.

Si chiede di sapere quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di favorire un più efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro e per ridurre il divario che si è ulteriormente ampliato durante la vigenza del reddito di cittadinanza.

PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il quesito posto mi consente di mettere in luce i recenti interventi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di inclusione sociale e accesso al mondo del lavoro, con particolare riferimento alle novità previste in merito alle innovazioni tecnologiche, anche al fine di favorire un più efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro e da Unioncamere, nel mese di maggio 2023 si è registrata una difficoltà di reperimento di risorse umane pari al 46,1 per cento, soprattutto a causa della mancanza dei candidati, con un aumento di circa otto punti percentuali rispetto alla media registrata nello stesso periodo del 2022, pur essendo circa 467.000 le assunzioni previste dalle imprese a maggio 2023 e oltre 1,5 milioni entro il mese di luglio.

Al fine di incoraggiare e stimolare un più efficace incrocio tra domanda e offerta, il Governo ha previsto misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro declinate nel recente decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 attualmente in conversione. Nell'ambito di questo provvedimento si prevede all'articolo 5 l'istituzione del sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa che sarà realizzato dall'INPS e gestito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nell'ambito del predetto sistema informativo opera la piattaforma digitale dedicata ai beneficiari dell'assegno di inclusione e della misura per la formazione e il lavoro con l'obiettivo di agevolare la ricerca del lavoro, l'individuazione di attività di formazione, il rafforzamento delle competenze e la partecipazione a progetti utili per la collettività, tenendo conto delle esperienze formative e delle competenze professionali pregresse del beneficiario nonché della disponibilità di offerte di lavoro, corsi di formazione e ogni altro genere di intervento di politica attiva.

La norma in questione nasce per superare alcune criticità connesse al reddito di cittadinanza e consentirà anche l'interoperabilità di tutte le piattaforme digitali esistenti per i soggetti accreditati al sistema sociale del lavoro, mettendo a fattor comune le informazioni sulle offerte di lavoro ed incrementando in tal modo la cooperazione tra pubblico e privato. La piattaforma inoltre garantirà anche le attività di monitoraggio, valutazione e controllo delle nuove misure di inclusione sociale ed attivazione al lavoro rispetto a cui si segnala anche il lavoro parallelo in corso di svolgimento di potenziamento delle infrastrutture tecnologiche dei centri per l'impiego.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sta già coordinando le attività con i diversi attori istituzionali chiamati a interagire nel complesso processo previsto dalle nuove misure. I lavori procedono in modo serrato e sono orientati a fornire nei tempi previsti un sistema informativo efficace che possa consentire l'attivazione di percorsi autonomi di ricerca di lavoro e favorire il rafforzamento delle competenze grazie soprattutto all'integrazione delle informazioni delle banche dati già nelle disponibilità di tutti i soggetti coinvolti nell'attuazione delle misure.

In conclusione la linea del Governo, in particolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sui temi trattati è molto chiara: aiutare chi ha bisogno, favorendo nel contempo l'attivazione delle persone nel mercato del lavoro e lavorando sul fronte di una formazione mirata e specifica volta a rafforzare le competenze e a soddisfare le richieste di manodopera da parte delle imprese, riducendo in tal modo il divario tra domanda e offerta di lavoro.

Su questo punto faccio presente che il programma GOL destina gran parte delle sue risorse al finanziamento di percorsi di aggiornamento e di qualificazione dei beneficiari intercettati e accompagnati dai servizi verso un inserimento professionale.

In questa prospettiva, il rafforzamento delle strutture tecnologiche e informatiche sopra richiamato si pone quale strumento utile per raggiungere queste finalità, rispetto a cui è necessaria la collaborazione di tutti gli attori della rete dei servizi per il lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Mancini, per due minuti.

MANCINI (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, ringrazio il Ministro per la disponibilità che sempre dimostra e per la sua competenza.

Il fatto di individuare una piattaforma unica in capo al Ministero per noi è fondamentale e fa parte di un percorso in cui finalmente le politiche attive diventano principali e sicuramente domanda e offerta troveranno il loro matrimonio. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore De Poli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00449 sul raddoppio della tratta ferroviaria tra Orte e Falconara, per tre minuti.

DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, sottopongo oggi all'attenzione del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che ringrazio per la sua disponibilità, una questione che riguarda le infrastrutture della Regione Marche e della città di Ancona: il raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara.

È un'infrastruttura centrale, un'opera che sarà un volano per l'economia di tutta la Regione, in particolare per la città di Ancona, che ha delle straordinarie potenzialità. Città di mare che guarda ai Balcani, grazie al suo porto che occupa più di 6.500 lavoratori e genera il 3 per cento di tutto il PIL regionale, Ancona è geograficamente al centro dell'Italia e ha tutte le carte in regola per diventare un hub strategico del Sud Europa grazie a porto, aeroporto e interporto. Sono tre infrastrutture chiave che dialogano fra di loro e il loro sviluppo integrato è determinante per la crescita di Ancona, delle Marche e di tutto il Centro Italia.

Se fino a quindici, vent'anni fa il cuore produttivo era formato dai distretti industriali di imprenditori come Francesco Merloni o Gennaro Pieralisi, oggi l'asset economico di questa area passa attraverso gli investimenti sui collegamenti e sulle sinergie infrastrutturali. La linea Orte-Falconara, che arriva ad Ancona passando dall'interporto di Jesi e arrivando all'aeroporto di Falconara, si inserisce in questo contesto. Proprio su questi temi (porto, aeroporto e interporto) ci sono già la massima attenzione e l'impegno tangibile del centrodestra al governo, che grazie a lei, signor Ministro, e al contributo importante del presidente della Regione Acquaroli, sta dando risposte concrete ai marchigiani: penso ai 20 milioni di fondi per l'aeroporto di Ancona e i suoi collegamenti con Milano, Roma e Napoli; ai 43 milioni per l'interporto delle Marche e, ancora, alle risorse del PNRR per il porto di Ancona.

Il raddoppio della Orte-Falconara mira a rafforzare e velocizzare il collegamento tra i versanti Adriatico e Tirrenico. Ancona e le Marche hanno straordinarie potenzialità. Per metterle a frutto bisogna lasciarsi alle spalle la politica dei «no» e, al contrario, aprire cantieri, realizzare opere, creare lavoro e futuro per questo territorio, come il centrodestra al Governo e lei, caro Ministro, state facendo.

Ecco perché oggi le chiedo di indicare quali siano i tempi di realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, opera infrastrutturale strategica e necessaria per lo sviluppo economico di Ancona, delle Marche e di tutto il Centro Italia.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, prima di tutto permettetemi di ringraziare i responsabili nazionali del trasporto aereo di CGIL, CISL, UIL e UGL, che, dopo nostra richiesta e vista la situazione in Emilia Romagna, hanno deciso di sospendere e rinviare a giugno lo sciopero del trasporto aereo che avevano fissato per domani. (Applausi). Li ringrazio per la sensibilità e la pronta accoglienza di quanto richiesto. Visto quello che stiamo vivendo, penso che rinunciare a creare disagi, pur essendo sacro e legittimo il diritto di sciopero, in un momento drammatico come questo, non solo per i cittadini dell'Emilia Romagna e di parte delle Marche e della Toscana, rappresenti un bel segno di unità del Paese. Quindi, ci tengo a ringraziare le rappresentanze sindacali e i lavoratori tutti.

Arrivando alla questione del potenziamento e lo sviluppo dell'itinerario Orte-Falconara, è uno dei progetti ferroviari su cui abbiamo da subito, dal mese di ottobre, concentrato la nostra massima attenzione.

È un intervento che, come diceva lei, si inserisce in un processo complessivo di potenziamento di tutta la rete.

Entrando nel merito degli interventi previsti, su cui stiamo accelerando e correndo come matti, recuperando anche il tempo perduto in fase di ultimazione del PNRR, è in corso l'esecuzione dei seguenti lavori: raddoppio della tratta Spoleto-Campello, con previsione di attivazione entro la fine del 2024; nodo di Falconara per fasi successive, con la realizzazione della nuova stazione di Osimo (prima attivazione entro il 2026). È in fase di progettazione il raddoppio delle tratte Spoleto-Terni e Foligno-Fabriano e dei lotti 1 e 3 del raddoppio PM228-Castelplanio, con previsione di conclusione entro il corrente 2023. Abbiamo inoltre sbloccato gli iter approvativi per ulteriori due lotti finanziati con fondi PNRR, che saranno quindi doverosamente completati entro il 2026: nello specifico, il lotto PM228-Albacina e il lotto 2 Genga-Serra San Quirico.

Con la conferenza dei servizi, chiusa lo scorso 26 aprile, entro il prossimo 26 maggio, è attesa la determinazione motivata da parte del consiglio superiore dei lavori pubblici, quindi del mio Ministero, con gara prevista entro il 15 giugno 2023.

Infine, sempre con fondi PNRR, è prevista la velocizzazione di tratte prioritarie della Orte-Falconara.

Grazie a tutte queste opere sarà possibile ridurre i tempi di percorrenza tra Roma e Ancona di oltre trenta minuti. Insomma, un processo sinergico di miglioramento per la crescita economica e sociale di cui potrà beneficiare l'intera Regione Marche.

Capitolo a parte che affronterò - se vorremo - in un altro question time sono i lavori di messa in sicurezza della A14, su cui ho già fatto più di una riunione con i Governatori di Marche e Abruzzo e Autostrade per l'Italia.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Poli, per due minuti.

DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Ministro, sono molto soddisfatto della risposta che ci ha dato, ma soprattutto i cittadini di quel territorio saranno e sono molto soddisfatti di questa risposta, dopo tanti anni.

È una valutazione importante e positiva che l'impegno del Ministero sta dando per rendere protagonista la città di Ancona e le Marche nel caso specifico.

Condivido con lei che la Orte-Falconara sia una tratta cruciale per lo sviluppo di tutto il territorio del Centro Italia. Credo che questA sia una delle infrastrutture fondamentali anche per il trasporto ferroviario, che è trasversale, dall'Adriatico allo Ionio al Tirreno, per rendere strategico tutto quell'aspetto.

Ritengo che, per il futuro delle Marche, gli interventi che state ponendo in essere come Ministero - porto, interporto, aeroporto e ferrovia - siano fondamentali, e proprio con il previsto raddoppio della Orte-Falconara, diamo un contributo importante e strategico per lo sviluppo di Ancona, delle Marche e di tutto il territorio del Centro Italia.

PRESIDENTE. La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00443 sulle misure per rafforzare la mobilità ferroviaria nell'area delle Cinque Terre, per tre minuti.

FREGOLENT (Az-IV-RE). Signor Ministro, nel 2022 sono stati 3 milioni i turisti che hanno visitato le Cinque Terre - saluto anche la Ministra del turismo che è vicino a lei - e in questi sei mesi pare che il numero sia destinato ad aumentare.

Eppure, proprio in queste settimane ci sono stati disagi importanti nella rete ferroviaria, con continui cambi di orari, riduzione di treni, un servizio non all'altezza di un posto così frequentato, mezzi sostitutivi non adeguati e persone obbligate ad attese lunghe in sottopassi improbabili. D'altra parte, oltre ai turisti, dobbiamo sempre pensare ai pendolari che utilizzano i treni per lavoro o per studio, e che ovviamente hanno il diritto di avere un servizio funzionante.

L'ultimo treno da Sestri Levante a La Spezia è alle 00:21, neanche un orario così smart per il turista che vuole rimanere, magari, di più alle Cinque Terre, per uno studente o per un lavoratore che deve tornare a casa dopo aver lavorato.

Con questa interrogazione, la collega Paita e io poniamo un quesito a lei e al suo Ministero, ovvero quali misure intenda adottare per aumentare il numero dei treni possibili e, in questa fase di manutenzione e di lavori, come ovviare a tutti i disagi che rischiano di avere sia i turisti che vogliono venire a visitare il nostro Paese, sia soprattutto gli studenti e i lavoratori.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, oggi la tratta ferroviaria Sestri Levante-La Spezia è servita da 55 collegamenti con treni regionali e regionali veloci durante i mesi invernali, offerta programmata sulla base delle richieste della Regione Liguria. Dalla metà di marzo alla prima domenica di novembre, in stagione turistica, si aggiungono i Cinque Terre Express, che servono la tratta Levanto-La Spezia per un totale di 99 treni regionali, al servizio sia dei pendolari che dei tanti turisti che visitano il parco delle Cinque Terre. Peraltro questi treni sono gli ultimissima generazione e offrono ben 611 posti a sedere, oltre al trasporto delle biciclette. Inoltre, dallo scorso mese di aprile fino al 24 settembre si aggiungono i cosiddetti treni del mare, con altri quattro collegamenti tra La Spezia, Milano e Como nei fine settimana.

Vorrei evidenziare che, sia nella stazione di La Spezia centrale che in tutte le località delle Cinque Terre, FS Security aumenterà il proprio personale per garantire la massima sicurezza di cittadini e turisti.

Inoltre, stiamo già lavorando con Trenitalia per potenziare i collegamenti in vista del maggiore afflusso turistico previsto per l'estate. In particolare, in occasione dell'entrata in vigore dell'orario estivo di Trenitalia, sulle percorrenze intercity abbiamo già previsto modifiche alla programmazione per il rafforzamento dei collegamenti con la Liguria, sia per la riviera di Levante che per quella di Ponente. È inoltre previsto un tavolo tecnico (a cui ovviamente le componenti parlamentari, a partire da voi che avete avuto il garbo di presentare questa interrogazione, sono da me previamente invitate) tra Trenitalia e Regione Liguria, per valutare le istanze del territorio nel senso auspicato dall'onorevole l'interrogante. In considerazione della particolare conformazione della Liguria, che è una terra stupenda ma complicata da gestire, raggiungere e servire, sia dal punto di vista ferroviario sia da quello autostradale, le esigenze di mobilità non riguardano solo le ferrovie, ma anche le strade (su cui stiamo lavorando), comprese le autostrade, e il trasporto aereo. Intendo quindi convocare nei prossimi giorni (e sicuramente prima dell'estate) una riunione con tutti i soggetti coinvolti, in modo da individuare soluzioni condivise in vista della prossima stagione estiva. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.

PAITA (Az-IV-RE). Signor Presidente, ringrazio i colleghi per l'applauso che ci hanno rivolto, perché abbiamo posto una questione sacrosanta. In effetti, sarebbe auspicabile una risposta corale dei due Ministri che sono oggi coinvolti.

Io apprezzo lo spirito della risposta del ministro Salvini, cioè il coinvolgimento anche dei parlamentari e delle istanze locali nel poter suggerire alcuni interventi. Questo è senz'altro un fatto buono e innovativo e voglio riconoscerlo. Il punto, però, è fatto di due questioni: la prima è che le Cinque Terre hanno avuto un'espansione enorme dal punto di vista turistico, sono ormai un vero e proprio volano di un pezzo importante di Paese, e hanno bisogno di infrastrutture adeguate, in particolare di stazioni, perché - e in questo mi rivolgo a entrambi i Ministri - ormai c'è un problema di sicurezza, cioè la presenza di turisti è talmente massiccia che le persone invadono i binari. Poiché stiamo parlando di stazioni piccolissime, ricavate in lembi di territorio delicatissimi, è del tutto evidente che maggiori sono i controlli e la frequenza dei treni, meno problemi ci saranno. Questo vale anche per la stazione principale, che è quella di La Spezia. Il mio suggerimento è quindi di realizzare quanto prima l'altro hub, cioè la stazione di Migliarina, perché in questo modo si può sicuramente intervenire, dando la possibilità di continuare a praticare le attività turistiche, senza mettere in discussione la sicurezza di quel territorio.

Vi è poi una seconda questione. Noi siamo molto contenti dei turisti, però c'è un problema anche per i pendolari, per chi lavora; mi riferisco alla necessità di avere un treno di rientro per chi va a fare il cameriere, per chi va a lavare i piatti, per chi va a fare il bagnino e che però magari di sera si deve fermare a fare altre attività. In questo senso, un treno di rientro a mezzanotte è incompatibile con la possibilità che i lavoratori si spostino da un territorio per poi tornare a casa loro. Per questo le chiediamo, signor Ministro, non di aspettare la fine dell'estate o il tavolo, ma di chiedere che ci sia un treno che possa far rientrare questi lavoratori volenterosi nelle loro abitazioni subito dopo aver lavato i piatti, servito ai tavoli, eccetera. Questo vale ovviamente per le Cinque Terre, ma vale in assoluto in ogni parte del Paese dove ci sia uno sviluppo così ampio, poderoso e importante di turismo, che è sicuramente da mantenere.

La ringrazio, comunque, per lo spirito con cui ha risposto e accettiamo volentieri l'invito alla riunione di cui ci ha detto, quindi ci mandi la convocazione e ci vedremo in quella circostanza. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Silvestro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00448 sulla riapertura della strada 562 Mingardina nel Comune di Camerota, in provincia di Salerno, per tre minuti.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Ministro, la ringrazio per la sua disponibilità. L'interrogazione da me presentata per l'odierno question time è diventata di strettissima attualità: un masso di grosse dimensioni è crollato ieri proprio sulla strada provinciale 562, denominata Mingardina, all'altezza del bivio della stazione di San Severo di Cento, una donna in auto è riuscita a frenare e si è salvata per miracolo. Proprio questa strada era stata riaperta dopo quasi cinque mesi di chiusura forzata a seguito dell'ordinanza sindacale del Comune di Camerota in provincia di Salerno. Con precedente ordinanza del dicembre 2022 emessa dal sindaco, veniva ordinata l'esecuzione di lavori urgenti e indifferibili consistenti in un intervento finalizzato al ripristino delle condizioni di sicurezza del tratto stradale su cui aggettano i versanti rocciosi pericolanti e prossimi al crollo. Quest'area rientra nel Piano paesaggistico del Cilento costiero, classificata come zona di conservazione integrale e riqualificazione ambientale. Il 14 marzo del 2023, variando le modalità di demolizione delle formazioni ritenute instabili, si è dato luogo all'uso di esplosivi; successivamente, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Salerno e l'ente Parco nazionale del Cilento chiedevano al Comune di Camerota chiarimenti urgenti sui lavori. Con ordinanza del 27 marzo 2023 il sindaco di Camerota ha ordinato l'esecuzione sul tratto stradale compreso tra cala Finocchiara e spiaggia La Vela di lavori urgenti ed indifferibili finalizzati al ripristino delle condizioni di sicurezza dello stesso tratto stradale e alla sua immediata riapertura.

Con ordinanza del 30 marzo la Soprintendenza di Salerno ha disposto l'immediata sospensione delle attività previste nell'ordinanza sindacale citata del 27 marzo, salvo quanto strettamente necessario e indifferibile per scongiurare i pericoli derivanti dall'intervento in itinere.

La strada provinciale 562 è stata riaperta a corsie alternate da semaforo mobile. Il 27 aprile è stato indetto un incontro a Salerno tra gli enti preposti e l'amministrazione comunale per tentare un accordo per il ripristino dello stato dei luoghi.

Voglio ricordare che la strada costituisce l'accesso principale a Marina di Camerota ed è utilizzata dai residenti per raggiungere gli ospedali e i plessi scolastici superiori di Vallo della Lucania e Sapri, dai turisti e dai fornitori ed è altresì la via di fuga principale nel Piano di protezione civile comunale vigente.

Le chiediamo pertanto, ministro Salvini, quali iniziative urgenti intenda adottare affinché si giunga a una risoluzione delle controversie, alla messa in sicurezza e alla riapertura completa della strada provinciale 562, arteria fondamentale per l'afflusso di turisti e per lo spostamento verso i grandi centri dei residenti.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio dell'interrogazione, partendo dal presupposto che si tratta di una strada provinciale e sono sempre più convinto del fatto che la reintroduzione di Province vere, elette direttamente dai cittadini, con poteri, denari e competenze, possa servire. (Applausi). Dico questo perché in questa sede io posso solo riferire quello che altri enti protagonisti mi hanno detto di una strada che rientra nella gestione della Provincia di Salerno inserita sia all'interno del Parco nazionale del Cilento che della zona speciale di conservazione Scoglio del Mingardo e gli ostacoli di natura amministrativa sono di competenza prevalente del Ministero della cultura. Io posso pertanto riferire - e lo faccio volentieri - quello che i Ministeri dell'interno, della cultura e dell'ambiente mi hanno predisposto. La mia considerazione, a monte, è che se la strada è statale - stamattina ho incontrato gli amministratori lucani che si occupano di Maratea, dove c'è stata una frana - interviene Anas, ne rispondo io ed entro il 15 luglio la strada va riaperta. In questo caso, io posso sollecitare, stimolare e agevolare.

La prefettura ha invitato a procedere celermente alla messa in sicurezza del costone. Il sindaco del Comune di Camerota ha adottato diverse ordinanze per l'esecuzione di lavori indifferibili e urgenti per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Tuttavia, nello scorso mese di marzo, sia l'ente Parco nazionale del Cilento, sia la Soprintendenza archeologica delle Province di Salerno e Avellino hanno disposto l'immediata sospensione dei lavori in quanto l'amministrazione comunale non aveva richiesto il nulla osta e le autorizzazioni necessarie. Sia la Soprintendenza che l'ente parco hanno ribadito di ritenere ammissibili, al fine di consentire l'eliminazione dell'imminente pericolo, i soli interventi volti alla rimozione chirurgica dei massi in imminente pericolo di crollo, con connessa pulizia della carreggiata dal materiale. Poi servirà un vocabolario per tradurre dal linguaggio della Soprintendenza a quello del comune cittadino che cosa ciò va a significare.

Indi il sindaco del Comune di Camerota ha avviato i lavori di rimozione di un ammasso roccioso ancora sporgente sulla carreggiata e lo scorso 20 aprile ha disposto la riapertura temporanea e parziale a senso unico alternato del traffico veicolare. Il 12 maggio scorso la Soprintendenza ha scritto al Comune di Camerota una nota con la quale ha ribadito che, per gli interventi che rivestono carattere di urgenza, la disciplina paesaggistica non contempla deroghe e quindi il Comune dovrà conseguire e attivare la procedura per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche. Al contempo, ha ribadito la propria disponibilità a rendere il parere di competenza con la massima urgenza.

Auspico che - questo posso fare per serietà - sulla base di questa disponibilità da parte tutti gli enti coinvolti, si possa giungere a una rapida risoluzione della vicenda, per garantire - questo ci interessa - la riapertura totale e in sicurezza della Mingardina, anche in considerazione dell'imminente avvio della stagione estiva. Quindi, tradotto, posso chiamare il sindaco, il Presidente della Provincia, l'ente parco e il soprintendente, chiedendo loro di mettersi d'accordo e di fare in fretta. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Silvestro, per due minuti.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Ministro, la ringrazio. Sono convinto che l'interrogazione vada in questo senso e che lei sia la persona giusta per risolvere questo problema, perché se non si mettono d'accordo gli enti coinvolti, le conseguenze vanno a scapito dei cittadini. La ringrazio per il suo interessamento e sono soddisfatto. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Germanà ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00442 sull'attuazione di un piano di investimenti per potenziare le infrastrutture in Sicilia, per tre minuti.

GERMANA' (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, prima di entrare nel merito, mi consenta di esprimere, a nome mio e di tutto il Gruppo Lega, la vicinanza agli alluvionati e il cordoglio alle famiglie delle vittime. (Applausi).

Signor Ministro, gli investimenti in opere pubbliche portano benefici concreti a tutta la collettività. Un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso è fondamentale per sviluppare una mobilità di merci e di persone efficace ed efficiente, che possa sostenere la crescita sostenibile a lungo termine di un territorio, oltre che incrementarne l'attrattività e consolidarne le capacità competitive. In Sicilia sono presenti circa 140 opere infrastrutturali incompiute o il cui termine contrattuale per l'ultimazione è già superato. Si tratta di oltre il 30 per cento del dato complessivo nazionale e di un dispendio di risorse che supererebbe i 400 milioni di euro: strade e autostrade, ma anche opere idriche e porti, che rappresentano un'enorme occasione di sviluppo per la nostra bella Regione.

C'è poi l'annoso problema delle reti ferroviarie siciliane. Infatti le località servite sono 173, con 1.369 chilometri di linea ferrata, di cui soltanto 791 sono elettrificati, e con un doppio binario soltanto per 223 chilometri, mentre abbiamo ancora 568 chilometri a binario unico. Il ponte sullo Stretto di Messina, oltre a essere un'opera strategica per l'Italia, in grado di contribuire alla riduzione del divario Nord-Sud, lo è anche per l'Europa, con l'obiettivo di completare il corridoio scandinavo-mediterraneo delle reti transeuropee di trasporto TEN-T, e costituisce anche uno snodo fondamentale per la velocizzazione delle nostre ferrovie.

Sono altrettanto urgenti e necessari gli interventi finalizzati a un miglioramento complessivo delle reti viarie e autostradali della Regione, anche connesse al ponte sullo Stretto, nonché finalizzati alla realizzazione di tutte le infrastrutture di supporto fondamentali per riuscire a sfruttare appieno tutte le potenzialità dell'opera e metterle al servizio della Sicilia, del Mezzogiorno e dell'Italia. Vorrei sapere quindi, signor Ministro, quali iniziative di competenza intenda adottare per realizzare un piano di investimenti in infrastrutture efficienti e strategiche per la Regione Sicilia. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, senatori tutti, ci troveremo in quest'Aula la settimana prossima, me presente, per esaminare il decreto-legge relativo al ponte sullo Stretto, che avrà un ruolo essenziale per il potenziamento dalla rete infrastrutturale dell'intero Sud Italia e che è previsto dall'Unione europea come rete di connessione Nord-Sud da ultimare entro il 2030. Probabilmente non ci arriveremo per il 2030, però sicuramente non andremo molto oltre.

Se lei mi avesse interrogato qualche anno fa, la risposta sarebbe stata diversa, perché solo il ponte non risolve i problemi di nessuno; il ponte, inserito in un contesto che in questi due minuti a mia disposizione vado a riassumere, ha assolutamente un senso diverso. Nel decreto-legge ponte, infatti, abbiamo previsto ad esempio per il completamento della A19 Palermo-Catania la nomina di un commissario straordinario per superare quelle lunghezze. Vi sono interventi programmati in Sicilia e altrettanti sono in corso in Calabria. Per la sola rete stradale nazionale sono programmati investimenti per circa 15 miliardi di euro. Cito ad esempio la Ragusa-Catania (un investimento di 1,5 miliardi di euro), per i cui lavori sarò in visita la settimana prossima; l'adeguamento a quattro corsie della strada statale 640, la "Strada degli scrittori" (Agrigento-Caltanissetta), con un investimento di 1 miliardo di euro; il raddoppio della carreggiata sulla strada statale 284 tra Paternò e Adrano per 500 milioni di euro. È in corso di aggiudicazione la tangenziale di Gela, per un investimento di 400 milioni di euro. Potrei andare avanti, ma vi annoierei. Sono in corso le attività di progettazione della tangenziale di Palermo, della tangenziale di Agrigento, della tangenziale di Catania e del collegamento Trapani-Mazara del Vallo-Marsala. Per il settore autostradale sono in corso il nono lotto dell'autostrada Siracusa-Gela, per un investimento di 500 milioni di euro e la riqualificazione della A18, della A19 e della A20, per altri 100 milioni di euro.

Passando alla rete ferroviaria, in Sicilia sono già programmati investimenti per circa 13 miliardi di euro. Per il nuovo collegamento Palermo-Catania-Messina è previsto un investimento coperto di 11,2 miliardi di euro. L'obiettivo è quello di realizzare 148 chilometri di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci, entro giugno 2026. Cito inoltre il ripristino e l'elettrificazione della Palermo-Trapani via Milo, per altri 280 milioni di euro; il bypass di Augusta, per 172 milioni di euro. Prevediamo anche interventi per il nodo di Palermo e il nodo di Catania, per la linea Palermo-Agrigento-Porto Empedocle, per il collegamento con gli aeroporti di Trapani e di Fontanarossa, per la Caltagirone-Gela, con un investimento complessivo di altri 600 milioni di euro.

Riassumendo, il ponte da solo non risolve i problemi di nessuno; il ponte, inserito come pezzo di un puzzle che prevede decine di miliardi di investimenti tra Sicilia e Calabria, è un'opera necessaria di cui l'Italia andrà orgogliosa per il mondo. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Germanà, per due minuti.

GERMANA' (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, la ringrazio per la sua articolata risposta, che mi conforta e sono certo che conforta anche tanti siciliani che ci ascoltano da casa e che, purtroppo, avendo visto passare tanti Governi, tanti Ministri, tante passerelle, sono comprensibilmente sfiduciati. La sfiducia viene dal fatto che negli anni tanti siciliani sono stati chiamati a ricoprire ruoli importanti nei palazzi romani, ma purtroppo i risultati non sono stati quelli sperati.

La Sicilia è cresciuta: sì, è vero, è cresciuta, ma io dico che è una crescita naturale fisiologica e non è stata certamente purtroppo una crescita sostenuta da quei siciliani che a Roma hanno ricoperto incarichi importanti in occasioni irripetibili. Questo è un mea culpa che dobbiamo fare a trecentosessanta gradi come classe dirigente siciliana, altrimenti saremmo poco credibili.

Con altrettanta chiarezza, voglio dire che un Ministro dei lavori pubblici così attivo, così operativo e così attento alle problematiche del Mezzogiorno davvero non l'abbiamo mai visto, forse non l'abbiamo mai avuto. Per giunta, non è un Ministro siciliano, ma un Ministro milanese. Un motivo di tutta questa grande attenzione al Sud c'è: perché è un grande leader di partito, che non è più quel partito che difendeva soltanto le ragioni di una parte del Paese; oggi la Lega è un partito nazionale che, grazie alla sua lungimirante visione, sa bene che non può esserci un'Italia a due velocità. Qui interviene la sua quasi ossessione per la realizzazione del ponte sullo Stretto, giustamente, ricordando il provvedimento che abbiamo incardinato ieri in Commissione di cui mi onoro di essere anche relatore.

Lei, Ministro, come tanti siciliani onesti e lavoratori che credono in una Sicilia migliore e che oggi stanno riacquistando fiducia grazie anche al suo incessante lavoro, ha ben compreso che il ponte è l'unica - dico anche ultima - opportunità per il Sud per recuperare quel gap infrastrutturale che ci divide dal resto del Paese.

La ringrazio pertanto a nome mio e di tanti siciliani e mi complimento per il lavoro che sta svolgendo. Con lo slogan che ho fatto mio, "Ponte e libertà", mi dichiaro ampiamente soddisfatto. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Basso ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00451 sulla ricollocazione dei depositi costieri del porto di Genova, per tre minuti.

BASSO (PD-IDP). Ministro Salvini, mi rivolgo a lei oggi per affrontare una questione di grande importanza per il principale scalo commerciale del Paese, il porto di Genova.

Come lei ben sa, sono stati pianificati e impegnati ingenti investimenti per il suo sviluppo e per le relative infrastrutture di collegamento. Parliamo di miliardi di euro di risorse pubbliche destinati alla costruzione della nuova diga, al Terzo Valico dei Giovi, alla gronda autostradale e ad altre opere infrastrutturali al servizio del porto e della città.

Tuttavia, molte problematiche si stanno affacciando su queste opere a causa di una pessima gestione che sta mettendo a rischio i tempi di realizzazione e le ricadute positive sulla città e sui suoi abitanti.

Emblematico è il tema che le sottopongo oggi della riconosciuta esigenza di spostare i depositi chimici costieri di Carmagnani e Superba dalla zona di Genova Multedo, una richiesta che proviene dalla popolazione residente, che ha evidenziato da tempo problemi di vivibilità e sicurezza, preoccupazioni che ribadiscono giustamente anche i cittadini genovesi che vivono a poca distanza dal luogo che il sindaco ha scelto per il dislocamento. L'ubicazione proposta presenta, infatti, gravi problemi ambientali, sociali e occupazionali.

I materiali che sarebbero stoccati e movimentati a Sampierdarena sono infatti infiammabili, tossici e pericolosi per l'ambiente, come indicato nella documentazione ufficiale e sarebbero collocati a soli 300 metri dalle abitazioni, in uno dei quartieri più densamente abitati della città. Si prevede che, oltre a diversi treni, 30 autobotti al giorno trasportino tali materiali pericolosi per le strade cittadine. Va inoltre considerato che è vigente un'ordinanza della Capitaneria di porto che vieta l'ormeggio e il transito di navi cisterna di prodotti petroliferi e petrolchimici nel bacino portuale di Sampierdarena, compreso Ponte Somalia.

Le problematiche, come dicevo, non sono solo ambientali e di sicurezza, ma anche occupazionali. I sindacati portuali si sono opposti fermamente a questa proposta, sottolineando il rischio di perdere oltre 10.000 chiamate, con le inevitabili conseguenze negative sull'occupazione, sia nei terminal coinvolti, sia per i soci della compagnia unica "Paride Batini". Tale spostamento comporterebbe inoltre la chiusura e la riduzione delle attività di traffico merci, comprese le autostrade del mare, di interesse strategico per il nostro Paese, come dichiarato più volte dalle aziende coinvolte e dalle stesse parole del principale armatore italiano, che ha annunciato come l'insediamento dei depositi chimici a Ponte Somalia lo costringerebbe a non poter più operare nello scalo.

Pertanto, signor Ministro, mi rivolgo a lei per chiederle se è consapevole delle implicazioni che questo spostamento comporterebbe, come la perdita di traffici merci, di posti di lavoro e la compromissione così di parte degli ingenti investimenti pubblici destinati allo sviluppo del porto.

Inoltre, in qualità di organo di vigilanza sull'attività dell'autorità di sistema portuale, signor Ministro, è a conoscenza delle modifiche apportate al piano regolatore portuale per destinare aree attualmente utilizzate per il traffico merci a scopo di deposito di sostanze chimiche?

Non ritiene opportuno, considerata l'ingente cifra di 30 milioni di euro di risorse pubbliche destinate al progetto di ricollocazione, che tali risorse siano utilizzate, non per ampliare depositi, ma in modo più efficace per trovare una soluzione urbanistica che consenta di trasferire le attività dei depositi in un'area distante dalle abitazioni e che non comprometta il traffico merci attuale e l'occupazione nel porto di Genova?

Le chiedo, signor Ministro, di fornire risposte a queste domande cruciali per il futuro del principale porto italiano, per garantire la tutela dell'occupazione e dello sviluppo dello scalo e, soprattutto, la tutela della vivibilità e della sicurezza dei nostri cittadini.

Presidenza del presidente LA RUSSA (ore 15,48)

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per l'interrogazione.

È vero, Genova vive e vivrà uno sviluppo straordinario con il combinato disposto di diga, waterfront, porto, terzo valico e logistica ad Alessandria: tutto ciò permetterà al triangolo industriale Genova-Torino-Milano di tornare a essere la perla che era.

Posso rispondere - e lo faccio nel dettaglio come i senatori interroganti giustamente meritano - su scelte che io ho trovato sulla scrivania, fatte da Ministri che mi hanno preceduto.

La delocalizzazione dei depositi per prodotti chimici di Multedo è infatti un tema affrontato da diversi anni, sia dai gestori degli stessi depositi che dall'amministrazione comunale, in quanto l'attuale localizzazione presenta una critica convivenza, come ricordato, con il contesto urbano residenziale. Sul tema l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale ha riferito che la ridislocazione dei depositi costieri è un progetto inserito nel programma straordinario di interventi urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto e, quindi, non può comportare - a giudizio dell'Autorità portuale stessa - perdite di traffico merci e di occupazione. Infatti, la ricollocazione deve tener conto dell'obiettivo prioritario del complessivo mantenimento dei livelli occupazionali, dei traffici e dello sviluppo degli investimenti.

Veniamo ai tempi. Con le modifiche apportate al piano regolatore portuale, l'adeguamento tecnico-funzionale ha previsto l'individuazione dell'area di Sampierdarena, adottata con delibera del Comitato di gestione del 15 dicembre 2021, sulla quale il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha espresso parere favorevole a settembre 2022. Quanto all'impatto sulla rete ferroviaria, abbiamo approfondito che non si rilevano conseguenze significative, in quanto mera ricollocazione di attività già insediate nel territorio genovese.

Aggiungo che in ambito portuale sono in atto rilevanti investimenti di potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria, che prevedono anche la realizzazione di interventi dedicati specificamente alle merci cosiddette pericolose e ciò in linea, peraltro, con le direttive comunitarie.

Infine, evidenzio come la movimentazione e lo stoccaggio di prodotti chimici costituiscano attività di interesse portuale da sempre sviluppate nello scalo di Genova, rientranti in quella multi funzionalità che caratterizza obiettivi contenuti del vigente piano regolatore portuale. Pertanto, la possibilità di rilocalizzare i depositi chimici al di fuori del contesto abitativo di Multedo è sempre stata posta nella logica di una migliore convivenza tra attività portuale e ambito urbano.

L'istruttoria dell'adeguamento tecnico funzionale, risalente al 2021, si è basata su analisi tecniche e studi ambientali che non hanno rilevato nessun aumento del carico ambientale. La delibera stessa del comitato di gestione del 30 dicembre 2021 ha previsto espressamente che il contributo di 30 milioni, cui lei faceva riferimento, debba essere destinato a garantire maggiore sicurezza, incremento della tutela ambientale ed il mantenimento di un'attività economica di rilevanza strategica. Dopo circa trent'anni, insomma, spero che questa vicenda possa finalmente giungere alla sua definitiva conclusione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Basso, per due minuti.

BASSO (PD-IDP). Signor Ministro, la ringrazio per le parole che ha detto su Genova, ma non posso ritenermi soddisfatto. E non posso ritenermi soddisfatto perché questa scelta è una scelta che ha fatto e ha voluto il sindaco in carica, nonostante l'Autorità di sistema portuale avesse fatto uno studio che aveva analizzato la situazione e trovato soluzioni differenti.

Non posso ritenermi soddisfatto perché, come le dicevo prima, c'è una perdita occupazionale. Questa è stata dichiarata dai sindacati, dagli imprenditori, dal principale armatore italiano, che dirà che lì disinvestirà per colpa di questa scelta.

Non posso ritenermi soddisfatto perché, se è giusto spostare, come lei giustamente ricordava e come io condivido, quei depositi chimici da un luogo vicino alle case, a una distanza di 50 metri dalle case, non per questo si possono spostare a 300 metri dalle case. Quei 30 milioni non vengono usati solo per la ricollocazione, ma per ampliare quei depositi in una realtà troppo vicina all'insediamento urbanistico.

Signor Ministro, io la invito davvero, per il suo interesse verso Genova, a guardare gli atti dell'Autorità di sistema portuale, a riesaminare la scelta fatta, perché quell'insediamento andrebbe a compromettere gli enormi investimenti che vengono realizzati sul porto di Genova e quella scelta andrebbe a compromettere la sicurezza e la salute dei cittadini genovesi. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Floridia Aurora ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00444 sugli effetti e la disciplina delle locazioni turistiche nelle città italiane, per tre minuti.

FLORIDIA Aurora (Misto-AVS). Signor Presidente, signor Ministro, il fenomeno delle locazioni brevi turistiche sta impattando ormai da tempo negativamente sulla vivibilità di grandi città, delle città d'arte e di importanti località turistiche italiane, causando lo spopolamento dei residenti dai centri storici e trasformando il tessuto urbano, tra usi turistici e usi residenziali.

Parlo di alcune importanti città come Venezia, Verona, Milano, Firenze e Roma, ma anche di piccole località turistiche che vantano milioni di presenze, come il mio paese, Malcesine, e come tutto il lago di Garda da cui provengo.

La forte riduzione della disponibilità di alloggi per affitti a lungo termine e il caro affitti, con l'impennata dei canoni, aggravata dalla pressione della domanda turistica rende estremamente difficoltoso trovare alloggi economicamente accessibili nelle città e in diverse località turistiche: per i giovani studenti (pensiamo solo alla loro giusta protesta in tenda delle ultime settimane), ma anche per famiglie e lavoratori e per lo stesso personale del comparto turistico. Una situazione che aggravava la già persistente difficoltà di reperimento di personale da parte delle imprese turistiche.

Lo spopolamento dei centri storici comporta, a livello turistico, una consistente perdita di attrattività, di autenticità e vivacità, di quella italianità tanto ricercata dai turisti. Non si può e non si deve inoltre trascurare la dimensione di un turismo sostenibile che tenga pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell'industria turistica, dell'ambiente e delle comunità ospitanti. Occorre quindi trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di disciplinare gli affitti brevi, la tutela del diritto alla residenza e il diritto di svolgere l'attività di locazione turistica.

Urge la necessità di una regolamentazione omogenea e uniforme a livello nazionale che tenga conto delle tipicità dei diversi territori e della prospettiva abitativa e urbanistica per proteggere il tessuto residenziale e socioeconomico dei quartieri.

Considerato quanto sopra, si chiede di sapere quali azioni intenda intraprendere il Ministro per trovare una soluzione concreta che regolamenti il fenomeno relativo alle locazioni brevi di tipo turistico, ormai fuori controllo, e per rispondere parallelamente all'esigenza di favorire il ripopolamento dei centri storici.

PRESIDENTE. Il ministro del turismo, senatrice Garnero Santanchè, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

GARNERO SANTANCHE', ministro del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio intanto per l'interrogazione che mi è stata rivolta che mi offre la possibilità di spiegare quali sono le intenzioni e le proposte che a breve farà il Ministero, avendo ascoltato tutte le associazioni di categoria, i sindaci delle città metropolitane e i sindacati dei condomini.

Il fenomeno degli affitti brevi, come lei sa, è ampiamente diffuso in Europa; non nasce oggi, ma è un problema che conosciamo da un po' di tempo anche grazie al proliferare di piattaforme online per l'incontro tra domanda e offerta di alloggi. Credo siamo tutti concordi sul fatto che oggi tale fenomeno abbia subito un'ulteriore impennata a seguito dell'emergenza pandemica.

Per quanto riguarda la finalità turistica, tali locazioni hanno di certo contribuito alla ripresa di flussi turistici in Italia, generando ricadute in termini di turismo che a volte, come ha detto lei, è sovradimensionato, così come in termini di vivibilità dei centri urbani, a causa del frequente turnover turistico che impatta spesso negativamente sulla qualità e sulla vita dei residenti.

Queste ed altre problematiche legate al fenomeno sono al centro del tavolo di lavoro istituito recentemente presso il mio Dicastero insieme agli amministratori locali e alle principali associazioni di categoria per far chiarezza sull'attuale assetto normativo delle locazioni turistiche, ad oggi caratterizzato principalmente a livello regionale con regolamenti comunali molto spesso disomogenei.

L'obiettivo comune è quello di delineare una cornice normativa da applicare sul territorio nazionale che tenga conto del divario esistente ad oggi tra i vari Comuni italiani in termini di densità turistica e capacità ricettiva.

Un ultimo incontro al tavolo tecnico si è tenuto proprio con l'associazione degli inquilini. Alla luce di tali lavori e prendendo in considerazione le proposte formulate dagli stakeholder, gli uffici del Ministero del turismo stanno predisponendo un disegno di legge volto a definire la locazione per finalità turistiche e a fissarne limiti e condizioni anche qualora svolta in forma imprenditoriale.

La legge prevederà in particolare apposite sanzioni volte a contrastare forme irregolari di ospitalità e a garantire la tutela della concorrenza e della sicurezza dei territori. Ciò avverrà soprattutto nella fase attuativa, in stretta sinergia con le Regioni e le Province autonome, nel rispetto delle competenze che contraddistinguono i livelli di governo. È mia intenzione pertanto tener fede all'impegno assunto introducendo una disciplina nazionale delle locazioni turistiche che rappresenti un punto di equilibrio tra la libertà di iniziativa economica privata e la tutela dei contesti socio-economici locali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Floridia Aurora, per due minuti.

FLORIDIA Aurora (Misto-AVS). Signor Presidente, ringrazio la Ministra per la sua risposta, ma francamente non posso ritenermi soddisfatta. Mi aspettavo che entrasse più nel merito e nello specifico della proposta di legge cui ha accennato. Visto che l'ha annunciata a breve, pensavo che non rimanesse nel vago. Aspetteremo questa proposta per analizzarla e confrontarci sulla sua praticabilità in un secondo momento.

Tengo a ribadire di nuovo l'importanza di dare sostegno anche ai Comuni piccoli, che vantano milioni di presenze turistiche, perché hanno bisogno di una normativa a carattere nazionale, perché con i regolamenti comunali non sono in grado, senza una condotta a livello nazionale, di operare sul territorio. Faccio presente che non si tratta di criminalizzare il fenomeno, che è esploso negli ultimi anni, delle locazioni brevi, ma d'altro canto abbiamo un settore alberghiero che è iper-regolamentato e quindi, giustamente, va regolamentato anche questo. Tramite questa regolamentazione si lavorerà anche al contrasto del sommerso.

Le chiedo particolare attenzione anche per quanto riguarda una revisione a trecentosessanta gradi degli affitti in genere, perché dobbiamo anche tutelare il diritto alla residenza e agli affitti a lungo termine, creando una rete di protezione che tuteli sia i proprietari, sia giustamente chi cerca un alloggio per lavorare, vivere e ripopolare i centri turistici. Rimandiamo la questione a un secondo momento.

Prima di concludere, permettetemi di dire che quello che sta succedendo in Emilia Romagna ci sta veramente spezzando il cuore. Quindi, mi rivolgo a lei, Ministra...(Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. La prego di concludere, senatrice Aurora Floridia. Ha già esaurito il suo tempo.

FLORIDIA Aurora (Misto-AVS). Le chiedo di mettere in cima ad ogni suo pensiero e ad ogni azione nel suo Dicastero, ma anche alla sua responsabilità governativa, il territorio. Mettete in sicurezza il territorio italiano.

PRESIDENTE. Il senatore Nave ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00445 sulle iniziative per far fronte alla carenza di personale nelle imprese del settore turistico, per tre minuti.

NAVE (M5S). Signor Presidente, signora Ministra, i dati sui primi mesi del 2023 confermano le previsioni che individuano nell'anno in corso l'anno determinante per sancire il ritorno delle presenze turistiche al livello precedente al 2020, dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia.

Secondo i dati di demoscopica, si stimano 127 milioni di arrivi e un conseguente incremento consistente della domanda di lavoro. Si assiste però al paradosso per il quale alle maggiori opportunità di lavoro si contrappone l'allarme lanciato dagli operatori del settore, che continuano a registrare la carenza di addetti.

In media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali, con percentuali che possono arrivare addirittura al 52 per cento nella ristorazione. Secondo i dati forniti da Assoturismo e Confesercenti, mancano i profili più ricercati, come addetti specializzati e professioni non qualificate. La difficoltà nel reperire personale nel settore turistico, in particolare nei settori del comparto caratterizzati da un'elevata stagionalità, ha ormai assunto dimensioni strutturali e si è manifestata regolarmente anche negli anni precedenti all'emergenza pandemica, ma la ricerca di una soluzione duratura diventa di massima urgenza in questo momento, che è cruciale per la ripartenza del comparto.

Il 15 marzo scorso si è tenuto il primo incontro del tavolo di lavoro tra Ministero del turismo e associazioni di categoria. Considerato che lei, Ministro, ha trasmesso alle Camere il Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027, nel quale, a margine di una serie di buoni e condivisibili propositi, non si intravedono risposte concrete alle citate criticità, l'unica risposta che ad oggi il Governo sembra aver voluto dare è il ritorno a forme contrattuali che precarizzano ulteriormente il lavoro e che riducono i diritti e le tutele dei lavoratori con il ritorno dei cosiddetti voucher, il cui utilizzo è stato addirittura ampliato con l'ultimo decreto lavoro per il settore termale, delle fiere e dei parchi divertimento. Non si hanno notizie, invece, della pur annunciata sospensione del limite dei ventinove anni per l'apprendistato professionalizzante.

Per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato intorno al 5,3 per cento, con il rischio di un conseguente abbassamento degli standard qualitativi.

Si chiede di sapere quali iniziative lei, Ministra, intenda adottare con la massima urgenza per dare una risposta concreta alle imprese che vedono compromesso il proprio potenziale produttivo in un momento così determinante per la ripresa del comparto; se non ritenga opportuno intervenire con un provvedimento ad hoc per il settore turistico, contenente le strategie necessarie a garantire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, attraverso una pianificazione efficace delle politiche attive del lavoro, di rafforzamento della formazione professionale e per assicurare un controllo capillare e un adeguato apparato sanzionatorio delle situazioni di irregolarità. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro del turismo, senatrice Garnero Santanchè, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

GARNERO SANTANCHÈ, ministro del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la carenza di personale nel comparto turistico, specialmente stagionale, rappresenta certamente una criticità, che rischia di ridurre l'impatto positivo della ripresa del settore. Per risolverlo bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare politiche attive per la formazione. A tal proposito, ho dato incarico ai miei uffici di elaborare un pacchetto di norme dedicate sia ai lavoratori che ai datori di lavoro del comparto turistico.

Nello specifico, la finalità delle disposizioni in questione è, da una parte, quella di agevolare le imprese del settore per quanto riguarda l'assunzione di nuovo personale; dall'altra, di indurre i lavoratori a presentare candidature per svolgere la propria attività lavorativa in ambito turistico.

A titolo di esempio, un primo intervento è stato rivolto al contratto di formazione lavoro per il turismo, che consentirebbe alle associazioni e alle imprese del comparto turistico alberghiero di sopperire all'ormai strutturale - vorrei sottolineare strutturale - difficoltà di reperimento di personale da parte delle imprese operanti nel settore, agevolando notevolmente l'occupazione giovanile e garantendo l'acquisizione di una qualificazione di alto livello derivante dalla formazione on the job, e in generale la ripresa e il rilancio dell'intero comparto.

Tra le misure che stiamo esaminando vi è poi quella relativa all'esonero contributivo a favore dei lavoratori del turismo, che consentirebbe ai datori di lavoro privati nel settore turistico di essere esonerati dai contributi previdenziali, e quella concernente la tassazione agevolata dei redditi corrisposti ai lavoratori del turismo in età pensionabile o in quiescenza diretta; quindi, consentirebbe di incentivare il mantenimento in servizio dei lavoratori già in possesso di requisiti pensionistici, che permetterebbe di fare emergere un'importante fetta di lavoro sommerso e anche di non disperdere quello che è un patrimonio di professionalità e di competenze utili anche per formare i giovani.

Al fine di consentire l'assunzione di persone - come ha chiesto lei - di età superiore a ventinove anni nel settore turistico alberghiero, è allo studio una norma disciplinante l'apprendistato professionalizzante per il settore turistico, che costituirebbe un valido strumento per aumentare il numero di lavoratori nel settore turistico, allo stesso tempo offrendo loro un'alta qualificazione professionale.

Inoltre, per sopperire alla strutturale difficoltà di reperimento del personale impiegato per attività di lavoro stagionale nel settore turistico alberghiero, ivi compreso quello termale, si è pensato di introdurre misure di semplificazione delle procedure di assunzione di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dell'Unione europea, già in possesso di visto di ingresso o permesso di soggiorno emesso per motivi diversi da quelli lavorativi.

Per l'attuazione di tali interventi il mio Dicastero sta già lavorando con il Ministero del lavoro dando avvio a una proficua interlocuzione, proprio al fine di intervenire in modo tempestivo sul problema della mancanza di personale.

A tal proposito, in data a 15 marzo 2023, si è tenuto un primo incontro tra le associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore, nel corso del quale peraltro è emersa la necessità di rivolgersi in particolare alle nuove generazioni, raccontando loro quanto sia importante lavorare del settore del turismo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Nave, per due minuti.

NAVE (M5S). Signor Presidente, ringrazio la signora Ministro ma non posso ritenermi soddisfatto dalle sue risposte. I ritardi fin qui accumulati di sicuro avranno già compromesso la stagione 2023.

Mi permetta poi di porre in evidenza il fatto che l'utilizzo delle prestazioni occasionali è assolutamente inadeguato a far emergere il lavoro sommerso, mentre al contrario diventa uno strumento di agevolazione di forme di lavoro irregolari. Negli anni in cui si è fatto ricorso ai voucher, solo il 20 per cento di questi era riferito al settore turistico ed ora, a pochi mesi dalla loro reintroduzione, l'ispezione svolta dall'Ispettorato nazionale del lavoro ha riscontrato irregolarità nel 76 per cento delle aziende dei settori del turismo e dei pubblici esercizi, con picchi del 95 per cento al Sud e del 78 per cento al Nord-Ovest: su 2.364 posizioni lavorative verificate, gli accertamenti hanno fatto emergere 809 situazioni di irregolarità e 458 lavoratori in nero, fra cui 16 minori e 101 lavoratori extracomunitari, tra i quali 18 senza permessi di soggiorno.

Si auspica quindi che lei voglia impegnarsi per assicurare il tempestivo e capillare controllo delle situazioni di irregolarità. Ribadiamo la necessità di affrontare il problema in un'ottica di sistema, attraverso un provvedimento ad hoc, per risolvere in modo strutturale la carenza di personale e trovare soluzioni efficaci per garantire l'incontro tra offerta e domanda di lavoro, visto che, anche laddove esistono strumenti contrattuali vantaggiosi per il lavoratore (vedi quello del bagnino di salvataggio), permane una strutturale carenza di personale. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 23 maggio 2023

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 23 maggio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 16,12).

Allegato A

INTERROGAZIONI

Interrogazione sulla compiuta attuazione del principio di insularità

(3-00104) (27 dicembre 2022)

Sabrina Licheri, Nave, Bevilacqua, Damante, Ettore Antonio Licheri, Lopreiato, Naturale. - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie -

                    Premesso che:

            l'inserimento del principio di insularità, ad opera della legge costituzionale 7 novembre 2022, n. 2, recante "Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità", non esaurisce le necessarie azioni da porre in essere per dare valore concreto e attuazione al principio di insularità medesimo;

            il principio di insularità ha un suo fondamento, seppur indiretto, nell'articolo 3 della Costituzione allorché, quest'ultimo, prevedendo il principio di uguaglianza sostanziale, pone in capo allo Stato l'obbligo, giuridico e morale, di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;

            la legge costituzionale citata, provenendo dall'iniziativa popolare, dimostra quanto il principio costituzionale dell'insularità rappresenti un'esigenza non solo per le isole, siano esse maggiori o minori, ma per il Paese intero;

                    considerato che:

            l'articolo 119 della Costituzione reca, oltre al principio di insularità, anche i principi fondamentali in tema di autonomia finanziaria degli enti regionali e degli enti locali, prevedendo un criterio perequativo di distribuzione delle risorse, e tale disposizione ha richiesto 8 anni per una sua attuazione in via legislativa, ad opera della legge delega 5 maggio 2009, n. 42;

            la legge delega dedica particolare attenzione agli interventi di definizione dei principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, alla definizione dei meccanismi di perequazione, all'autonomia di entrata e di spesa, quest'ultima finalizzata a responsabilizzare maggiormente tutti i livelli di governo, e all'attribuzione di un patrimonio proprio a tutti i livelli di governo sub-statali;

            nello specifico, in tema di perequazione, è importante ricordare come la legge n. 42 del 2009 richiede la definizione dei criteri di priorità delle azioni da realizzare per colmare il divario infrastrutturale e di sviluppo esistente nelle diverse parti del territorio nazionale. A tali elementi ha tentato di dare seguito il decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, non riuscendo, tuttavia, a colmare questo gap, in quanto, come ricordato dalla Corte dei conti in sede di audizione parlamentare tenutasi il 6 marzo 2014, l'attuazione di un sistema perequativo efficace a pieno regime è stato rinviato al 2020 a causa della mancata quantificazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) a causa della mancata definizione dei costi e dei fabbisogni standard;

            il risultato reale di tale ritardo è la mancata attenzione dello Stato ai territori periferici, tra i quali figurano le aree insulari, rendendo dunque necessario un intervento costituzionale ad hoc al fine di collegare il principio di insularità a quello perequativo, accordando la giusta priorità alla specificità insulare, quest'ultima intesa come la necessità di intervenire primariamente nei territori insulari per rimuovere le carenze infrastrutturali ivi esistenti;

            il principio di insularità, benché compreso in un articolo di chiara matrice economico-finanziaria, deve essere letto in coordinamento con l'articolo 3 della Costituzione, in virtù del fatto che la condizione di insularità risulta penalizzante, prima che per gli aspetti economici, per aspetti sociali, umani e culturali;

                    considerato che:

            qualora un intervento economico-finanziario fosse stato sufficiente a sopperire alle problematiche legate alla condizione di insularità non sarebbe stato necessario prevedere l'inserimento in Costituzione del suddetto principio;

            qualora fosse stata data attuazione concreta all'articolo 3 e all'articolo 119 della Costituzione, non si sarebbe palesata la necessità di una disposizione ad hoc che riguardasse i territori insulari;

            l'inserimento del principio di insularità, qualora non venissero adottate azioni, anche in via legislativa, volte a riempire di contenuto la disposizione medesima, rimarrebbe un orpello costituzionale,

            si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per agevolare un'attuazione non esclusivamente economico-finanziaria, ma soprattutto culturale e sociale, del principio di insularità.

Interrogazione sull'assunzione di lavoratori disabili nell'ambito della gestione delle residenze universitarie in Campania

(3-00433) (16 maggio 2023) (già 4-00121) (28 dicembre 2022)

Mazzella, Castiello, Aloisio, Pirondini, Sironi, Turco, Di Girolamo, Cataldi, Bevilacqua, Naturale, Lopreiato, Sabrina Licheri. - Al Ministro per le disabilità -

            Premesso che, in attuazione della legge regionale 18 maggio 2016, n. 12, integrata con le modifiche apportate dalle leggi regionali 23 dicembre 2016, n. 38, e 31 marzo 2017, n. 10, è stata istituita l'Azienda per il diritto allo studio universitario della Regione Campania (ADISURC), che gestisce, in via esclusiva, il diritto allo studio universitario campano. Pertanto, contestualmente all'inserimento degli organi dell'ADISURC, le aziende per il diritto allo studio universitario della Regione sono state poste in liquidazione e, in data 31 dicembre 2017, è terminato il processo di scioglimento delle 7 ADISU della Campania;

            considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

            Romeo Gestioni S.p.A. è un'azienda presente a Napoli che opera nella filiera di attività che attengono alla gestione degli immobili e del territorio, con l'obiettivo di valorizzare i patrimoni immobiliari e urbani, lavorando per committenti pubblici e privati;

            come riportato da un articolo pubblicato il 22 dicembre 2022 dalla testata "Il Riformista", nel corso dell'anno 2022, la Romeo Gestioni ha vinto l'appalto di una gara per la gestione delle residenze universitarie messe a disposizione per gli studenti di alcuni atenei, come ad esempio l'"Orientale" e la "Parthenope". Tuttavia, l'ADISURC, soggetto appaltante, ha sostenuto che "ci sarebbero delle anomalie che devono essere chiarite dalla società che ha vinto la gara", chiedendo alla Romeo Gestioni dettagli della sostenibilità aziendale e chiarimenti sulla pulizia degli spazi, sul servizio di fornitura a nolo e lavaggio della biancheria, sul servizio di ronda e videosorveglianza da remoto. A seguito del recepimento dell'informativa richiesta, ADISURC ha chiesto chiarimenti anche relativamente al "servizio di portierato", attività che, secondo quanto stabilito dalla Romeo Gestioni, avrebbe previsto anche l'assunzione di 10 lavoratori affetti da disabilità, ai sensi della normativa vigente in materia di assorbimento di forza lavoro portatrice di disabilità;

            come si apprende dall'articolo, ADISURC avrebbe risposto che "il servizio di portierato, reception, accoglienza e custodia, prevede delle prestazioni per le quali è richiesta la piena idoneità fisica e psichica del personale addetto", aggiungendo che "si ritiene, pertanto, che l'inserimento del numero di disabili indicati da codesto Operatore economico nell'organizzazione del servizio portierato, vigilanza e custodia possa inficiare sensibilmente l'efficienza e l'efficacia del servizio (...). Si ritiene utile evidenziare che il ricorso a tali figure avrebbe dovuto essere riportato in modo opportuno e trasparente nel progetto tecnico ai fini della valutazione da parte della Commissione di valutazione";

            successivamente l'appalto è stato assegnato ad un'altra società, a condizioni meno vantaggiose per l'ADISURC e per la Regione;

            considerato inoltre che:

            ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68, che ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato, i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere, alle loro dipendenze, lavoratori appartenenti ad alcune categorie portatrici di disabilità;

            le persone con disabilità in Italia rappresentano circa il 7 per cento della popolazione e risultano, secondo un articolo pubblicato in data 2 agosto 2022 sul sito web delle Nazioni Unite, "più povere degli altri cittadini dell'Unione Europea, trovano meno opportunità di lavoro ed hanno più limitate le loro possibilità di godere della propria autonomia, eguaglianza e inclusione sociale, nonché di beni e servizi quali l'istruzione, la sanità, i trasporti, gli alloggi e la tecnologia";

            per contrastare la discriminazione ancora esistente nel nostro Paese, con legge 3 marzo 2009, n. 18, il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità;

            in particolare, la Convenzione è un trattato internazionale che reca l'obiettivo di tutelare la promozione dei diritti della persona, contrastando le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani. Ai sensi dell'articolo 2: "la 'discriminazione fondata sulla disabilità' indica qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l'effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l'esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo",

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

            se, relativamente al caso di specie, ritenga leso il diritto al lavoro dei soggetti portatori di disabilità, di cui all'articolo 4 della Costituzione, nonché il diritto all'uguaglianza innanzi alla legge, di cui all'articolo 3 del dettato costituzionale, e se intenda attivarsi nelle sedi di competenza al fine di approfondire i fatti descritti;

            se ritenga che, secondo quanto richiesto da ADISURC, la società appaltante avrebbe dovuto specificare nel progetto tecnico l'inserimento in organico di persone affette da disabilità o se, viceversa, ritenga detta clausola di natura discriminatoria;

            se reputi incompatibile la funzione istituzionale dell'ADISURC, ente preposto alla promozione dell'inclusività e alla tutela dei diritti di tutti, con l'atteggiamento tenuto in questo caso e se ritenga che il comportamento adottato dall'ADISURC contrasti coi valori ispiratori della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.

Interrogazione sul monitoraggio degli inquinanti pericolosi emessi dallo stabilimento siderurgico di Taranto

(3-00344) (12 aprile 2023)

Turco. - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica, della salute e delle imprese e del made in Italy -

                    Premesso che:

            quanto emerso il 4 aprile 2023 nel corso dell'audizione dei referenti dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA), tenutasi in commissione ambiente della Regione Puglia, riguardo al superamento dei limiti di emissioni di benzene e altri inquinanti, con preoccupanti picchi registrati in alcuni giorni a Taranto, richiede risposte immediate;

            in particolare, nel 2022 i picchi di benzene sono più che raddoppiati rispetto al 2021, come testimoniato anche dalle rilevazioni dell'ARPA;

            lo stesso direttore scientifico dell'ARPA ha precisato che per quanto concerne la qualità dell'aria, disciplinata dal decreto legislativo n. 155 del 2010, in recepimento della normativa comunitaria, per il benzene viene stabilito un limite calcolato come media annuale nella misura di 5 microgrammi a metro cubo. Segue che gli eventi acuti che si ripetono in determinate zone, come quelle dello stabilimento siderurgico e dell'area industriale di Taranto, non trovano un'adeguata collocazione nel riscontro normativo;

            l'impatto delle emissioni prodotte dallo stabilimento siderurgico di Taranto sull'ambiente e sulla salute della popolazione è stato oggetto di diversi rapporti scientifici;

                    considerato che:

            occorre tutelare la salute dei cittadini di Taranto e l'ambiente, promuovendo azioni volte ad eliminare le principali fonti di inquinamento, sostenendo un piano di riconversione ecosostenibile dell'attività dello stabilimento siderurgico;

            è necessario introdurre strumenti preventivi di rilevazione dell'impatto che gli inquinanti possono avere sull'ambiente e sulla salute dei cittadini;

            il Movimento 5 Stelle ha chiesto e continua a chiedere con forza l'introduzione della preventiva valutazione integrata dell'impatto ambientale e sanitario (VIIAS), così come la revisione dei limiti degli inquinanti previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010, ritenuti elevati dall'OMS;

            considerato inoltre che:

            come diffusamente ipotizzato, la causa di tale fenomeno emissivo dipende dal ciclo integrale della produzione a carbone dello stabilimento ex Ilva;

            bisogna porre fine all'emissione di qualsiasi inquinante pericoloso per la salute dei cittadini e per l'ambiente;

            occorre tener conto delle rilevanze scientifiche e di quanto raccomandato dall'OMS,

            si chiede di sapere:

            se si intenda valutare di rivedere, nelle opportune sedi, i parametri di valutazione del monitoraggio degli inquinanti di cui al decreto legislativo n. 155 del 2010;

            se si intenda introdurre misure per evitare l'emissione nell'aria di sostanze cancerogene, come il benzopirene e di altri inquinanti pericolosi;

            se a tal proposito sia necessario condizionare il rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA) o l'eventuale proroga di quella in essere, che scade ad agosto 2023, all'introduzione e agli esiti della preventiva valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (VIIAS).

Interrogazione sull'incremento dei colloqui telefonici a disposizione dei detenuti

(3-00323) (04 aprile 2023)

Bazoli, Mirabelli, Rossomando, Verini, Lorenzin, Irto, Basso, D'Elia, Zampa, Alfieri, Enrico Borghi, Camusso, Crisanti, Furlan, Giorgis, Losacco, Manca, Martella, Nicita, Rando, Rojc, Sensi, Valente, Verducci, Zambito. - Al Ministro della giustizia -

                    Premesso che:

            la crisi epidemiologica da COVID-19 e la conseguente necessità di incentivare le forme di comunicazione a distanza rispetto ai colloqui in presenza nonché la necessità di consentire più frequenti contatti tra le persone detenute e l'ambiente esterno hanno portato all'introduzione di significative novità normative con riferimento ai colloqui e alle telefonate tra detenuti e familiari;

            in particolare, l'articolo 221, comma 10, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 34, ha previsto una disciplina particolare dei colloqui "a distanza" tra le persone detenute e l'esterno. Nel dettaglio, è stato stabilito che, su richiesta dell'interessato o quando la misura risulti indispensabile per la salvaguardia della salute, i colloqui con i congiunti o con altre persone cui hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati possano essere svolti a distanza mediante, ove possibile, le apparecchiature e i collegamenti di cui dispone l'amministrazione penitenziaria o mediante corrispondenza telefonica, la quale, negli stessi casi, può essere autorizzata oltre i limiti stabiliti dall'articolo 39, comma 2, del regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230;

            la misura è stata nel corso degli anni successivi ripetutamente prorogata visto il permanere dello stato di crisi, creando una costanza di rapporti e contatti con i familiari inedita e dagli indubbi effetti benefici per i detenuti;

            i colloqui e le telefonate svolgono, infatti, generalmente una funzione fondamentale sul piano trattamentale, vista la conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell'esecuzione penale, uno strumento indispensabile dunque per garantire il benessere psicologico delle persone detenute e internate, al fine di attenuare quel senso di lontananza dalla famiglia e dal mondo delle relazioni affettive che è alla base delle manifestazioni di disagio psichico che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici;

            tuttavia, nonostante il positivo riscontro della misura adottata, il decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, all'articolo 16, ha disposto la cessazione della previsione alla data del 31 dicembre 2022 e nelle carceri italiane i colloqui telefonici sono tornati alla precedente disciplina;

                    considerato che:

            a seguito della cessazione della previsione, nelle carceri italiane si è tornati ai tempi antecedenti alla crisi pandemica, soprattutto per quanto riguarda i colloqui telefonici. I detenuti potranno infatti chiamare i familiari per soli 10 minuti e una sola volta a settimana e non godranno più, quindi, della possibilità di effettuare chiamate giornaliere con i propri familiari;

            nella circolare inviata dal DAP inviata, in data 26 settembre 2022, ai direttori degli istituti penitenziari si legge che le diverse disposizioni di legge già vigenti "attribuiscono alle Direzioni di istituto, nei casi in cui viene in rilievo la loro competenza, un'ampia discrezionalità nell'autorizzare le indicate forme di comunicazione tra le persone detenute o internate e i loro riferimenti socio-familiari. Sarà Loro compito esercitare tale discrezionalità nel contesto dell'assoluta necessità che dette autorizzazioni vengano accordate in maniera consapevolmente ampia (ovvero oltre i limiti ordinari stabiliti dai citati articoli 37 e 39, regolamento di esecuzione), in specie in presenza, oltre che delle situazioni già tipizzate dalle norme richiamate, di difficoltà per i visitatori a raggiungere gli istituti in ragione delle distanze dal luogo di residenza o di concorrenti impegni lavorativi o familiari";

            in altri Paesi europei la disciplina delle comunicazioni tra detenuti e familiari è improntata ad una maggiore elasticità, consentendo un maggior numero di colloqui telefonici nel corso della settimana e spesso anche telefonate giornaliere quale misura strutturale;

            la cessazione di una previsione dall'indubbio impatto positivo nel trattamento penale dei detenuti appare ingiustificata e finanche punitiva;

            con un emendamento del relatore, sen. Mirabelli, è stato inserito nel decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, il nuovo articolo 2-quinquies che stabilisce, ad eccezione dei detenuti sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis di cui alla legge 26 luglio 1975, n. 354, recante norme in materia di ordinamento penitenziario, la possibilità di concedere stabilmente l'autorizzazione per i colloqui telefonici oltre i limiti stabiliti dal comma 2 dell'articolo 39, in considerazione di motivi di urgenza o di particolare rilevanza, nonché in caso di trasferimento del detenuto e, soprattutto, che essa possa essere disposta, addirittura una volta al giorno, ove la corrispondenza telefonica si svolga con figli minori o figli maggiorenni portatori di una disabilità grave oppure con il coniuge, con l'altra parte dell'unione civile, con persona stabilmente convivente o legata all'internato da relazione stabilmente affettiva, con il padre, la madre, il fratello o la sorella del condannato qualora essi siano ricoverati presso strutture ospedaliere,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno consentire attraverso proprie iniziative il ripristino delle disposizioni in materia di colloqui telefonici dei detenuti adottate nel corso della crisi pandemica, anche valutando una loro messa a regime, alla luce delle positive ricadute che esse hanno avuto nel corso degli ultimi due anni.

Interrogazione con carattere d'urgenza sulla carenza di personale penitenziario nel carcere di Potenza

(3-00350) (13 aprile 2023)

Rosa. - Al Ministro della giustizia -

            Premesso che la casa circondariale "A. Santoro" di Potenza ha un organico complessivo, previsto dal decreto ministeriale 2 ottobre 2017, di 122 unità di Polizia penitenziaria;

                    considerato che:

            allo stato attuale sono presenti 111 unità distribuite nei vari ruoli, di cui 3 (due donne e un uomo) sono andati in pensione nei primi mesi del 2023;

            il 28 febbraio 2023 altre due unità femminili sono state trasferite all'ufficio distrettuale per l'esecuzione penale esterna di Potenza, pertanto il personale in servizio è stato ridotto a 106 unità;

            visto inoltre che:

            sono imminenti la riapertura del reparto femminile e quella della prima sezione maschile poiché la ristrutturazione è stata ultimata;

            il personale femminile, che attualmente svolge servizio di supporto a quello maschile, con la riapertura verrà riassegnato a tale reparto, lasciando le posizioni di supporto scoperte;

            il personale che serve a coprire le nuove aperture è stimato in ulteriori 20 unità di Polizia penitenziaria (16 donne e 4 uomini),

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione;

            quali azioni intenda intraprendere per far fronte al sottodimensionamento del personale dell'istituto penitenziario potentino.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO

Interrogazione sulle misure per fronteggiare il fabbisogno di manodopera stagionale

(3-00446) (17 maggio 2023)

Durnwalder, Unterberger, Musolino, Patton, Spagnolli. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali -

                    Premesso che:

            uno dei settori trainanti per l'economia italiana è quello del turismo;

            secondo la nota previsionale "Tourism Forecast 2023" dell'istituto Demoskopika, pubblicata nello scorso mese di marzo, l'anno 2023 segnerà un forte incremento dei flussi turistici in Italia;

            si prevede che saranno oltre 442 milioni le presenze e quasi 127 milioni gli arrivi, con una crescita pari rispettivamente al 12,2 per cento e all'11,2 per cento rispetto all'anno 2022 e con un effetto positivo stimato di ben 89 miliardi di euro sulla spesa turistica, ossia un aumento del 22,8 per cento rispetto al 2022;

            secondo i dati confermati anche dal Ministro del turismo, in occasione della 73a assemblea nazionale di Federalberghi, nel solo primo bimestre del 2023, il turismo italiano è aumentato del 4,2 per cento e del 3,8 per cento per i turisti stranieri;

            nonostante si stia registrando questa forte crescita del settore, dopo il periodo drammatico legato alla crisi pandemica, molte strutture faticano con sempre maggiore difficoltà a reperire la manodopera di cui necessiterebbero;

            tali difficoltà non riguarderebbero solo il settore turistico, ma anche altri settori economici del Paese, come quello agricolo e dell'edilizia;

            considerato che una risposta a questa necessità di manodopera potrebbe essere coperta dal lavoro dei cittadini extracomunitari, il cui ingresso, come è noto, è tuttavia sottoposto a contingentamento e autorizzazione;

            tenuto presente che:

            il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 dicembre 2022, recante "Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2022", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 gennaio 2023, n. 21, ha autorizzato l'ingresso, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini stranieri residenti all'estero soltanto per una quota complessiva massima di 82.705 unità, di cui 44.000 per motivi di lavoro stagionale nei settori turistico-alberghiero e agricolo e 38.705 per motivi di lavoro non stagionale e autonomo;

            nella sola giornata del click day (il 27 marzo 2023), le richieste complessive di lavoratori stranieri da parte dei datori di lavoro sono state 250.605;

            con la successiva attribuzione territoriale delle quote agli ispettorati territoriali del lavoro, per lavoro subordinato (stagionale e non) ed autonomo, di cui alla nota n. 1077 del 30 marzo 2023 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i datori di lavoro nei settori interessati, ma soprattutto i datori di lavoro che operano nel settore alberghiero hanno dovuto amaramente prendere atto dell'imprevista, imprevedibile ed arbitraria azione di decurtazione delle quote di lavoro stagionale; infatti, a fronte di una richiesta di fabbisogno di circa 40.000 ingressi per l'anno 2023, di cui 30.000 stagionali e 9.250 non stagionali, gli ingressi per lavoro stagionale destinati al settore alberghiero sono stati decurtati a soli 20.500 quote;

            in particolare, nella sola provincia autonoma di Bolzano, a fronte della stima di un fabbisogno di forza lavoro per circa 600 quote per lavoro stagionale e 100 quote pluriennali, sono state assegnate unicamente 138 quote stagionali, 24 quote pluriennali e 317 quote, con riferimento alle organizzazioni professionali dei datori di lavoro,

            si chiede di sapere se, considerata l'enorme differenza tra i flussi di ingresso regolari autorizzati e il fabbisogno richiesto dai datori di lavoro, non si intenda integrare le quote stabilite per venire incontro alle reali esigenze manifestate dai datori di lavoro dei settori citati, ovvero quali iniziative si intenda assumere per coprire il fabbisogno di manodopera, in particolare stagionale, tenuto conto delle richieste presentate dai datori di lavoro stessi, tutto ciò al fine di evitare che un settore trainante come quello del turismo oggi in forte ripresa, come sottolineato autorevolmente anche dallo stesso Ministro e dai dati disponibili, possa risentire di qualità nell'offerta per mancanza di manodopera.

Interrogazione sull'aumento dei posti di lavoro vacanti e le politiche attive del lavoro

(3-00447) (17 maggio 2023)

Mancini, Zaffini, Malan, Leonardi, Berrino, Russo, Satta, Zullo. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali -

                    Premesso che:

            nella XVIII Legislatura è stato introdotto il cosiddetto reddito di cittadinanza, strumento che, nelle previsioni delle forze politiche promotrici, avrebbe dovuto rappresentare la punta di "un nuovo welfare state in Italia" e posto al centro di una "rivoluzione del mondo del lavoro", la cui approvazione fu celebrata come "abolizione della povertà";

            l'ultimo rapporto trimestrale ISTAT "VELA", pubblicato nel febbraio 2023, ha rappresentato come, al 31 dicembre 2022, il tasso dei posti vacanti era pari al 2,3 per cento del totale degli occupati, quasi il massimo storico da quando, nel 2010, sono iniziate le rilevazioni di questo dato da anni comunque in costante crescita, pur in presenza di un tasso di disoccupazione pari all'8,3 per cento; da quando è stato introdotto il reddito di cittadinanza (all'inizio del 2019), in particolare, il tasso dei posti vacanti non solo è aumentato, ma l'aumento è avvenuto con la massima velocità passando in 2 anni da 1,4 a 2,3 per cento, vale a dire circa 200.000 posti vacanti in più, a dimostrazione del fatto che la misura è un deterrente al lavoro;

            l'inefficienza è aggravata anche dalle carenze dei sistemi informativi dei centri per l'impiego, che nei primi tre anni di applicazione della misura non si è inteso in alcun modo potenziare: l'85,5 per cento dei centri dichiara di non avere una dotazione informatica in grado di dialogare con il sistema informativo unitario dei servizi sociali (SIUSS), il 74 per cento con i sistemi informativi territoriali, il 57 per cento non ha un sistema interoperabile con l'INPS e solo il 44 per cento dialoga con il sistema informativo unitario delle politiche per il lavoro (SIUPL); in questo contesto le informazioni non circolano tra gli attori a vario titolo coinvolti;

            il Governo in carica sta affrontando gli effetti di queste politiche che si sono rivelate estremamente gravose quanto all'impatto sulla finanza pubblica ma soprattutto totalmente inefficaci sul piano delle politiche attive del lavoro, avendo generato, peraltro, effetti distorsivi nel mercato le cui conseguenze investono in modo drammatico l'intero sistema produttivo;

            tra queste conseguenze desta particolare preoccupazione la condizione di difficoltà per le imprese di reperire personale, soprattutto in possesso di competenze specifiche, che consenta di superare gli ostacoli alla produzione ed alle attività per essere pienamente competitive sul mercato,

            si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di favorire un più efficace incrocio tra domanda e offerta di lavoro per ridurre il divario che si è ulteriormente ampliato durante la vigenza del reddito di cittadinanza.

Interrogazione sul raddoppio della tratta ferroviaria tra Orte e Falconara

(3-00449) (17 maggio 2023)

De Poli, Biancofiore. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            il raddoppio ferroviario della tratta Orte-Falconara è fondamentale per abilitare e supportare le dinamiche di trasformazione e di sviluppo modale dell'intero territorio marchigiano con importanti ricadute sulla città di Ancona, capoluogo di regione;

            la realizzazione del raddoppio, come è stato riconosciuto da più parti in Parlamento ed anche dall'opposizione, rappresenta la migliore e moderna opportunità per le regioni del Centro Italia di rafforzare il collegamento trasversale tra i versanti adriatico e tirrenico, tramite l'Appennino centrale;

            la direttrice Orte-Falconara è un elemento infrastrutturale di vitale importanza per l'ottimizzazione e velocizzazione dei servizi interregionali e per l'incremento del traffico tra il Lazio, l'Umbria e le Marche;

            tale "linea trasversale" costituisce l'asse portante del sistema ferroviario umbro-marchigiano, grazie ai collegamenti tra la dorsale Milano-Roma e Bologna-Lecce;

            si parla di collegamenti che, in ottica internazionale, già l'Unione europea aveva inserito nello "sviluppo della rete transeuropea dei trasporti" e precisamente tra i "corridoi europei della rete centrale: corridoio Scandinavia-Mediterraneo";

            per tali motivazioni l'intero rafforzamento dell'asse est-ovest Orte-Falconara è stato ricompreso, nel piano nazionale di ripresa e resilienza, con una parziale copertura finanziaria di circa 438 milioni di euro inserito nell'allegato IV del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, e per il restante finanziamento (per completare gli ulteriori lotti) è stato individuato il contratto di programma del quinquennio in modo da garantirne la realizzazione;

            ritenuto che:

            l'Italia ha urgente bisogno di velocità, sostenibilità e sicurezza per la competitività economica e per assicurarsi un futuro all'altezza dei Paesi europei più avanzati;

            nel contratto di programma con RFI per la manutenzione ordinaria e straordinaria sono stanziati 17 miliardi di euro, l'intero contratto su alta velocità e treni regionali ed interregionali prevede già 120 miliardi di euro messi a bilancio, ai quali si aggiungono i 24 miliardi del PNRR,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda indicare in un quadro sintetico e semplice quali siano i tempi di realizzazione del raddoppio della linea Orte-Falconara, opera infrastrutturale "strategica, sostenibile e moderna" necessaria per lo sviluppo economico delle Marche ed in particolare le ricadute positive sul capoluogo di regione, Ancona, centro intermodale di collegamenti portuali e aeroportuali nel Centro Italia.

Interrogazione sulle misure per rafforzare la mobilità ferroviaria nell'area delle "Cinque Terre"

(3-00443) (17 maggio 2023)

Paita, Fregolent. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            nel 2022 circa 3 milioni di turisti hanno visitato le "Cinque Terre" e i borghi della provincia de La Spezia;

            nelle ultime settimane si sono verificati numerosi disagi lungo la tratta ferroviaria delle Cinque Terre, con interruzioni, servizi sostitutivi inadeguati, carenza di convogli e ritardi, che si sono tradotti nel sovraffollamento delle stazioni e banchine, continui cambi binario, sottopassi e treni stipati all'inverosimile;

            dette criticità, oltre a costituire serio e concreto pregiudizio per la sicurezza e l'incolumità dei passeggeri e addetti ai lavori, rappresentano un danno enorme per il territorio, poiché compromettono la mobilità di lavoratori e turisti che, ogni giorno, sono costretti a interfacciarsi con un servizio in crescente difficoltà;

            in vista della stagione turistica e dell'approssimarsi dei numerosi eventi previsti appare indispensabile, al fine di garantire flussi turistici agevoli e ordinati, rafforzare i servizi di trasporto, a cominciare delle tratte ferroviarie;

            spesso la forte domanda di alloggi porta i turisti a pernottare, in prevalenza, nelle zone con maggiori strutture turistiche nel proprio territorio, comportando flussi continui lungo tutta la tratta;

            ad oggi l'ultimo treno da Sestri Levante a La Spezia è previsto per le ore 00.21, il che condiziona non poco i tempi di visita dei turisti, con inevitabili ripercussioni sul piano dell'indotto (ristorazione e commercio al dettaglio in primis);

            per garantire appieno la mobilità dei lavoratori pendolari e turisti e consentire ai territori di beneficiare appieno della stessa sarebbe necessario prevedere un ulteriore treno successivo al predetto orario, ovvero spostarlo di circa un'ora,

            si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo voglia assumere per rafforzare la mobilità ferroviaria nelle Cinque Terre, anche in vista della stagione estiva, in particolare facendo sì che gli spostamenti lungo la tratta possano aversi nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e in condizioni adeguate almeno fino all'una e venti del mattino.

Interrogazione sulla riapertura della Strada 562 "Mingardina" nel Comune di Camerota (Salerno)

(3-00448) (17 maggio 2023)

Ronzulli, Damiani, Fazzone, Gasparri, Lotito, Occhiuto, Paroli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Zanettin. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            ad oggi la strada provinciale 562 denominata "Mingardina" è stata riaperta, dopo quasi 5 mesi di chiusura forzata a seguito dell'ordinanza sindacale del Comune di Camerota (Salerno), nel tratto tra cala Finocchiara e spiaggia "La Vela";

            con precedente ordinanza del dicembre 2022 emessa dal sindaco veniva ordinata l'esecuzione di lavori urgenti ed indifferibili "per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, consistenti in un intervento finalizzato al ripristino delle condizioni di sicurezza del tratto stradale su cui aggettano i versanti rocciosi in questione mediante attività di disgaggio delle porzioni più pericolanti e prossime al crollo, da eseguire garantendo la sicurezza delle maestranze e l'efficacia dell'intervento, utilizzando tecniche idonee a conseguire la messa in sicurezza e l'eliminazione dell'attuale situazione di pericolo ma anche compatibili con il contesto paesaggistico-ambientale dell'area";

            la formazione rocciosa oggetto degli interventi, situata a monte della strada provinciale 562, ricade in area sottoposta alle disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio, e rientra nel piano paesistico del Cilento costiero, che classifica l'area come "zona di conservazione integrale e riqualificazione ambientale";

            il 14 marzo 2023, variando le modalità di demolizione delle formazioni ritenute instabili, si è dato luogo all'uso di esplosivi;

            successivamente, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Salerno e l'ente parco nazionale del Cilento chiedevano al Comune di Camerota chiarimenti urgenti sui lavori;

            con ordinanza del 27 marzo 2023 il sindaco di Camerota ha ordinato l'esecuzione ad horas, sul tratto stradale compreso tra cala Finocchiara e spiaggia La Vela, all'altezza del chilometro 5+500 e chilometro 5+700, della strada provinciale 562, dei lavori urgenti ed indifferibili per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, finalizzati al ripristino delle condizioni di sicurezza dello stesso tratto stradale e alla sua immediata riapertura;

            con ordinanza del 30 marzo la Soprintendenza di Salerno, ritenuto che l'invocata "somma urgenza", neanche lontanamente ravvisabile nelle circostanze rappresentate secondo la cronologia degli eventi desumibili dalla documentazione pervenuta, non avrebbe in nessun modo potuto consentire l'inizio dei lavori in difetto di autorizzazione paesaggistica e non ne consentisse la legittima prosecuzione, ha disposto l'immediata sospensione delle attività previste nell'ordinanza sindacale citata del 27 marzo, salvo "quanto strettamente necessario e indifferibile per scongiurare i pericoli derivanti dall'intervento in itinere" e dunque nella sola rimozione "chirurgica" dei massi in imminente pericolo di crollo e nella pulizia della carreggiata dal materiale lapideo;

            la strada provinciale 562 è stata riaperta ad una corsia alternata da semaforo mobile, nonostante la presenza di materiali derivanti dalle due esplosioni effettuate, rivelatesi non autorizzate, e di escavatori posti ai lati della carreggiata con divieto di rimozione;

            il 27 aprile è stato indetto un incontro a Salerno tra gli enti preposti e l'amministrazione comunale per tentare un "accordo" per il ripristino dello stato dei luoghi;

            il sindaco di Camerota non ha sottoscritto la bozza di accordo, in quanto nella stessa emerge che i lavori erano privi di qualsivoglia autorizzazione e parere di enti sovracomunali;

            la strada costituisce l'accesso principale a Marina di Camerota, utilizzato dai residenti per motivi sanitari (raggiungimento degli ospedali di Vallo della Lucania e Sapri), scolastici (raggiungimento dei plessi scolastici superiori di Vallo della Lucania e Sapri), dai turisti (accesso a Marina di Camerota che stagionalmente è interessata da oltre un milione di presenze turistiche), dai fornitori, essendo altresì la via di fuga principale nel piano di protezione civile comunale vigente,

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della problematica esposta;

            quali iniziative urgenti intenda adottare affinché si giunga a una risoluzione delle controversie e alla riapertura totale della strada provinciale 562, arteria fondamentale per l'afflusso di turisti e per lo spostamento verso i grandi centri dei residenti.

Interrogazione sull'attuazione di un piano di investimenti per potenziare le infrastrutture in Sicilia

(3-00442) (17 maggio 2023)

Germanà, Romeo. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                   Premesso che:

            gli investimenti in opere pubbliche portano benefici concreti a tutta la collettività. Un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso è fondamentale per sviluppare una mobilità di merci e persone, efficace ed efficiente, che possa sostenere la crescita sostenibile e a lungo termine di un territorio, oltre ad incrementarne l'attrattività e consolidarne le capacità competitive;

            in Sicilia sono presenti circa 140 opere infrastrutturali incompiute o il cui termine contrattuale per l'ultimazione è stato superato. Si tratta di oltre il 30 per cento del dato complessivo nazionale e di un dispendio di risorse che supererebbe i 400 milioni di euro. Infrastrutture stradali e autostradali, ma anche opere idriche e porti, che rappresentano un'enorme occasione di sviluppo per il territorio;

            c'è poi l'annoso problema delle reti ferroviarie della regione; infatti, sono 173 le località servite con 1.369 chilometri di linea ferrata, di cui solo 791 elettrificati, con un doppio binario per 223 chilometri e a binario unico per 568 chilometri;

            il ponte sullo stretto di Messina, oltre ad essere un'opera strategica per l'Italia, in quanto investimento in grado di contribuire alla riduzione del divario Nord-Sud, e per l'Europa, in quanto finalizzata al completamento del corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle reti transeuropee di trasporto TEN-T, costituisce anche uno snodo fondamentale anche per la velocizzazione delle linee ferroviarie siciliane;

            sono altrettanto urgenti e necessari gli interventi finalizzati ad un miglioramento complessivo delle reti viarie e autostradali della regione, anche connesse al ponte sullo stretto, nonché finalizzati alla realizzazione di tutte le infrastrutture di supporto fondamentali per riuscire a sfruttare appieno tutte le potenzialità dell'opera e metterle al servizio della Sicilia, del Mezzogiorno e dell'Italia,

            si chiede di sapere se e quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro in indirizzo per realizzare un piano di investimenti in infrastrutture efficienti e strategiche per la regione Sicilia, al fine di incrementarne ulteriormente lo sviluppo e la competitività.

Interrogazione sulla ricollocazione dei depositi costieri del porto di Genova

(3-00451) (17 maggio 2023)

Basso, Boccia, Misiani, Furlan. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            per lo sviluppo del porto di Genova e delle relative infrastrutture di collegamento con le reti viaria e ferroviaria sono stati programmati e impegnati ingenti investimenti (nuova diga, terzo valico dei Giovi ad alta velocità, tunnel subportuale, gronda autostradale, eccetera) per un totale di oltre 5 miliardi di euro di sole risorse pubbliche;

            da tempo si ravvisa la necessità dello spostamento dei "depositi costieri di Carmagnani-Superba" dalla zona di Genova Multedo su richiesta della popolazione ivi residente per questioni di vivibilità e di sicurezza;

            il sindaco di Genova, nella veste di commissario del "programma straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto", ha rappresentato all'ente portuale la necessità, non più procrastinabile, di "individuare un'area idonea in ambito portuale dove poter collocare le attuali attività dei 'depositi costieri di Carmagnani-Superba' attualmente collocati in zona Genova Multedo e consentire, pertanto, la contestuale chiusura, e conseguente dismissione, del sito attualmente dedicato alla stessa", tenuto anche conto che con il vigente piano urbanistico comunale, la civica amministrazione e gli enti territoriali hanno opportunamente inserito le aree corrispondenti agli attuali depositi in due distretti di trasformazione che hanno come obiettivo la riqualificazione del tessuto urbano e la delocalizzazione dei depositi in un'area logisticamente attrezzata all'interno del porto di Genova;

            l'Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale aveva commissionato una "analisi sugli impatti ambientali e della fattibilità tecnica delle ipotesi di delocalizzazione dei depositi chimici A. Carmagnani e Superba in ambito portuale" che nel mese di novembre 2019 aveva attestato che: "Le risultanze della valutazione portano a considerare - allo stato attuale di approfondimento delle diverse problematiche trattate - Terminal Messina e Ex Enel come le aree con maggiori risorse per l'attuazione dello scenario proposto";

            nonostante le evidenze dello studio non lo prevedessero, per il dislocamento dei depositi chimici di Carmagnani e Superba, il sindaco di Genova, come dichiarato in diverse sedi ed in svariate occasioni, ha individuato la sede di ponte Somalia a Sampierdarena come l'unica soluzione da prendere in considerazione;

            il progetto proposto prevede non solo il dislocamento, ma l'ingente aumento del 61 per cento, dei materiali stoccati, con un passaggio dai 58.255 metri cubi attuali a 94.300 metri cubi, e la quadruplicazione dei materiali movimentati, che passerebbero da 100.000 tonnellate all'anno a 400.000 tonnellate all'anno;

            considerato che questa collocazione non risulta compatibile per questioni di carattere ambientale, sociale e occupazionale, in quanto comporterebbe pesanti rischi per la salute pubblica e per la sicurezza e avrebbe ripercussioni molto negative sui traffici e sull'occupazione portuali, in quanto: a) il sito di ponte Somalia si trova in zona C del vincolo aeroportuale e per tale zona il regolamento vieta "attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale"; b) i materiali che verrebbero stoccati e movimentati a Sampierdarena hanno come principali rischi, come si legge nei documenti dei richiedenti, "l'infiammabilità, la tossicità, e la pericolosità per l'ambiente" e come si legge nella documentazione ufficiale sarebbero 30 le autobotti giornaliere adibite al trasporto di tali materiali pericolosi nelle strade cittadine, oltre a diversi treni; c) è in vigore un'ordinanza della Capitaneria di porto che vieta l'ormeggio e il transito di navi cisterna di prodotti petroliferi e petrolchimici (ordinanze n. 32/2001 e n. 3/2003) nel bacino portuale di Sampierdarena e dunque anche di ponte Somalia, operazione consentita solo nella darsena di Multedo; d) i sindacati portuali si sono opposti in modo fermo e deciso a tale operazione, sottolineando che ci sarebbe una perdita di oltre 10.000 chiamate ed il conseguente rischio di pesantissime ricadute occupazionali, sia nei terminal coinvolti, sia per i soci della compagnia unica lavoratori merci varie "Paride Batini" che forniscono la loro manodopera ai sensi dell'art. 17, comma 2, della legge n. 84 del 1994; e) il dislocamento comporterebbe la chiusura o il ridimensionamento di attuali attività di traffico merci, comprese le "autostrade del mare" di interesse strategico per il Paese come dichiarato più volte dalle aziende interessate,

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle implicazioni che tale dislocamento comporterebbe, con perdite per il traffico delle merci e per l'occupazione di addetti nel bacino portuale di Sampierdarena, compromettendo gli ingenti investimenti pubblici per lo sviluppo del porto di Genova;

            se, anche in qualità di organo vigilante sulle autorità di sistema portuale, sia a conoscenza delle modifiche apportate al piano regolatore portuale al fine di destinare aree portuali, attualmente utilizzate per il traffico merci, al deposito di sostanze chimiche, e quali conseguenze comporterebbe il traffico di merci infiammabili come quelle movimentate nel terminal sulla restante rete ferroviaria;

            se non ritenga opportuno, in considerazione dell'ingente cifra di 30 milioni di euro di risorse pubbliche stanziate per il progetto di ricollocazione dei depositi costieri, che tali risorse siano meglio utilizzate per una soluzione urbanistica che consenta il mantenimento delle attività dei depositi costieri in zona distante dalle case e che non comprometta gli attuali traffici merci e l'occupazione nel porto di Genova, affidandosi esclusivamente ad adeguate analisi tecniche.

Interrogazione sugli effetti e la disciplina delle locazioni turistiche nelle città italiane

(3-00444) (17 maggio 2023)

Aurora Floridia. - Al Ministro del turismo -

                    Premesso che:

            il fenomeno delle locazioni brevi turistiche sta impattando negativamente sulla vivibilità in grandi città, nelle città d'arte e in importanti località turistiche italiane, causando lo spopolamento dei residenti dai centri storici e trasformando il tessuto urbano tra usi turistici e usi residenziali;

            la forte riduzione della disponibilità di alloggi per affitti a lungo termine e l'impennata dei canoni, aggravata dalla pressione della domanda turistica, rende estremamente difficoltoso trovare alloggi economicamente accessibili nelle città e in diverse località turistiche per giovani, studenti, famiglie e lavoratori, anche per il personale dello stesso comparto turistico;

            lo spopolamento dei centri storici comporta a livello turistico una consistente perdita di attrattività, di autenticità e vivacità, di quell'italianità tanto ricercata dai turisti;

            non si può e non si deve, inoltre, trascurare la dimensione di un turismo sostenibile che tenga pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali, attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell'industria, dell'ambiente e delle comunità ospitanti;

                    considerato che:

            occorre trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di disciplinare gli affitti brevi, la tutela della residenza ed il diritto di svolgere l'attività di locazione turistica;

            urge la necessità di una regolamentazione omogenea e uniforme a livello nazionale, che tenga conto delle tipicità dei diversi territori e della prospettiva abitativa e urbanistica, per proteggere il tessuto residenziale e socio-economico dei quartieri,

            si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per trovare una soluzione concreta che regolamenti il fenomeno relativo alle locazioni brevi di tipo turistico, ormai fuori controllo, e per rispondere parallelamente all'esigenza di favorire il ripopolamento dei centri storici.

Interrogazione sulle iniziative per far fronte alla carenza di personale nelle imprese del settore turistico

(3-00445) (17 maggio 2023)

Nave. - Al Ministro del turismo -

                    Premesso che:

            i dati sui primi mesi del 2023 confermano le previsioni che individuano nel 2023 l'anno determinante per sancire il ritorno delle presenze turistiche a livelli precedenti al 2020, dopo le pesantissime perdite provocate dalla pandemia;

            secondo i dati di "Demoskopica", si stimano 127 milioni di arrivi, con un rialzo dell'11,2 per cento sul 2022 e un conseguente incremento consistente della domanda di lavoro;

            si assiste però al paradosso per il quale alle maggiori opportunità di lavoro si contrappone l'allarme lanciato dagli operatori del settore che continuano a registrare la carenza di addetti. In media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34 per cento dei casi, percentuale che sale addirittura al 52 per cento nella ristorazione. Secondo i dati forniti da Assoturismo Confesercenti, i profili necessari sono per il 2,6 per cento di professioni con elevata specializzazione, per l'81,5 per cento di professioni qualificate, per l'1,3 per cento di addetti specializzati e per il 14,6 per cento di professioni non qualificate. Ma sono proprio questi ultimi profili quelli più ricercati;

            la difficoltà nel reperire personale nel settore turistico, in particolare nei settori del comparto caratterizzati da un'elevata stagionalità, ha ormai assunto dimensioni strutturali e si è manifestata regolarmente anche negli anni precedenti all'emergenza pandemica, ma la ricerca di una soluzione duratura diventa di massima urgenza in questo momento che è cruciale per la ripartenza del comparto;

            il 15 marzo 2023 si è tenuto il primo incontro del tavolo di lavoro tra Ministero del turismo e associazioni di categoria maggiormente rappresentative sulla questione della mancanza di personale nel settore del turismo;

                    considerato che:

            il Ministro in indirizzo ha trasmesso alle Camere il piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027 nel quale, a margine di una serie di buoni e condivisibili propositi, non si intravedono risposte concrete a queste criticità;

            l'unica risposta che, ad oggi, il Governo sembra aver voluto dare è il ritorno a forme contrattuali che precarizzano ulteriormente il lavoro e che riducono i diritti e le tutele dei lavoratori. Dalla legge di bilancio per il 2023 si è infatti assistito al ritorno dei "voucher", il cui utilizzo è stato addirittura ampliato con l'ultimo "decreto lavoro" per il settore termale, delle fiere e dei parchi divertimento. Non si hanno notizie invece della pur annunciata sospensione del limite dei 29 anni per l'apprendistato professionalizzante;

            l'arrivo della stagione estiva ha evidenziato, tra le altre, la grave carenza della figura del bagnino di salvataggio, per la quale non si registrano criticità di inquadramento contrattuale, tenuto conto che questo profilo è inserito all'interno del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore del turismo, ma per la quale le attività ispettive evidenziano tassi di irregolarità elevatissimi come per la stragrande maggioranza dei segmenti del comparto;

            per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato intorno al 5,3 per cento, con il rischio di un conseguente abbassamento degli standard qualitativi, e con un impatto fortemente negativo sulla produttività, atteso che l'industria turistica ha un peso molto rilevante per l'economia italiana, superiore alla media dei Paesi OCSE,

            si chiede di sapere:

            quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare con la massima urgenza per dare una risposta concreta alle imprese che vedono compromesso il proprio potenziale produttivo in un momento così determinante per la ripresa del comparto;

            se non ritenga opportuno intervenire, anche d'intesa con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, affinché si assuma un provvedimento ad hoc per il settore turistico contenente le strategie necessarie a garantire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso una pianificazione efficace delle politiche attive del lavoro, di rafforzamento della formazione professionale e per assicurare il controllo capillare e un adeguato apparato sanzionatorio delle situazioni di irregolarità.

 

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, La Pietra, Mirabelli, Monti, Morelli, Napolitano, Ostellari, Rauti, Rubbia, Segre, Sisto, Testor e Versace.

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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Castellone, per attività di rappresentanza del Senato; Borghi Claudio, Borghi Enrico, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Valente, per partecipare a un incontro istituzionale.

Alla ripresa pomeridiana della seduta sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Castellone, per attività di rappresentanza del Senato; Craxi, per attività della 3ª Commissione permanente; Borghi Claudio, Borghi Enrico, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Valente, per partecipare a un incontro istituzionale.

Commissioni permanenti, trasmissione di documenti

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 4a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea), approvata nella seduta del 18 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, sulla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/1242 per rafforzare i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi e integrare gli obblighi di comunicazione, e abroga il regolamento (UE) 2018/956 (COM(2023) 88 definitivo) (Doc. XVIII-bis, n. 7).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, variazioni nella composizione

Il Presidente del Senato, in data 17 maggio 2023, ha chiamato a far parte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari il senatore Maffoni, in sostituzione del senatore Augello.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori Cantalamessa Gianluca, Bizzotto Mara, Bergesio Giorgio Maria, Cantu' Maria Cristina, Garavaglia Massimo, Pirovano Daisy, Spelgatti Nicoletta

Disposizioni sulla formazione e sull'attività degli imam e istituzione del Consiglio nazionale degli imam (707)

(presentato in data 17/05/2023);

senatori Potenti Manfredi, Bergesio Giorgio Maria, Bizzotto Mara, Cantu' Maria Cristina, Garavaglia Massimo, Minasi Tilde, Murelli Elena, Pucciarelli Stefania, Stefani Erika

Modifica all'articolo 545 del codice di procedura civile in materia di applicazione dei limiti alla pignorabilità dei ratei di pensione (708)

(presentato in data 17/05/2023);

senatore Paroli Adriano

Istituzione di una casa da gioco stagionale nei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera (709)

(presentato in data 18/05/2023);

Regione Umbria

Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148 (710)

(presentato in data 18/05/2023);

senatore Scalfarotto Ivan

Istituzione della Giornata nazionale «Enzo Tortora» in memoria delle vittime di errori giudiziari (711)

(presentato in data 18/05/2023);

senatore Scalfarotto Ivan

Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero (712)

(presentato in data 18/05/2023).

Regione Sardegna

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernenti l'istituzione delle circoscrizioni Sicilia e Sardegna per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (713)

(presentato in data 18/05/2023).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

Sen. De Cristofaro Peppe ed altri

Disposizioni in materia di fruizione dei viaggi di istruzione e di gratuità dei libri di testo (638)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

(assegnato in data 18/05/2023);

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

Sen. Bizzotto Mara, Sen. Romeo Massimiliano

Modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi, di cui al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, in materia di servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riduzione e abolizione del canone di abbonamento e disciplina della società concessionaria del servizio pubblico (611)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 2ª Commissione permanente Giustizia, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

(assegnato in data 18/05/2023).

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

Sen. Boccia Francesco, Sen. Misiani Antonio

Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni a statuto ordinario (62)

previ pareri delle Commissioni 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

(assegnato in data 18/05/2023).

Disegni di legge, nuova assegnazione

2ª (Giustizia) e 8ª (Ambiente, lavori pubblici)

in sede redigente

Dep. Maccanti Elena ed altri

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica (621)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 3ª Commissione permanente Affari esteri e difesa, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

C.217 approvato in testo unificato dalla Camera dei deputati (T.U. con C.648)

Già assegnato, in sede redigente, alla 8ª Commissione permanente (Ambiente, lavori pubblici)

(assegnato in data 17/05/2023);

2ª (Giustizia) e 8ª (Ambiente, lavori pubblici)

in sede redigente

Sen. Basso Lorenzo

Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica (627)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

Già assegnato, in sede redigente, alla 8ª Commissione permanente (Ambiente, lavori pubblici)

(assegnato in data 17/05/2023).

Camera dei deputati, trasmissione di documenti

Il Presidente della Camera dei deputati, con lettere in data 16 maggio 2023, ha trasmesso:

il parere motivato concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/1242 per rafforzare i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli pesanti e integrare gli obblighi di comunicazione, e abroga il regolamento (UE) 2018/956 (COM(2023) 88 final), approvato, nella seduta del 9 maggio 2023, dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) della Camera dei deputati, nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 5) (Atto n. 158);

il parere motivato concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica Gigabit e che abroga la direttiva 2014/61/UE (normativa sull'infrastruttura Gigabit) (COM(2023) 94 final), approvato, nella seduta del 9 maggio 2023, dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) della Camera dei deputati, nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 6) (Atto n. 159).

I predetti documenti sono depositati presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli Onorevoli senatori.

Governo, trasmissione di atti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 18 maggio 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni le comunicazioni concernenti il conferimento dei seguenti incarichi di funzione dirigenziale di livello generale:

- Al dottor Giovanni Mimmo, magistrato ordinario collocato fuori del ruolo organico della magistratura, nell'ambito del Ministero della giustizia;

- Al dottor Marco Nassi, magistrato ordinario collocato fuori del ruolo organico della magistratura, nell'ambito del Ministero della giustizia.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento

Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata il 16 maggio 2023, ha inviato il testo di 13 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata dal 17 al 20 aprile 2023, trasmessi, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sotto indicate Commissioni competenti per materia:

risoluzione sulla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2018/1806, che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (Kosovo), alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 132);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle macchine, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 133);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione, e della decisione (UE) 2015/1814, relativa all'istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell'Unione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra, alla 4a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 134);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2015/757 al fine di prevedere l'inclusione delle attività di trasporto marittimo nel sistema per lo scambio di quote di emissioni nell'Unione europea e il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni di ulteriori gas a effetto serra e delle emissioni di ulteriori tipi di navi, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 135);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, alla 4a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 136);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un Fondo sociale per il clima e che modifica il regolamento (UE) 2021/1060, alla 4a, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XII, n. 137);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adizione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2003/87/CE per quanto riguarda il contributo del trasporto aereo all'obiettivo di riduzione delle emissioni in tutti i settori dell'economia dell'Unione e recante adeguata attuazione di una misura mondiale basata sul mercato, alla 4a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 138);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla messa a disposizione sul mercato dell'Unione e all'esportazione dall'Unione di determinate materie prime e determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale e che abroga il regolamento (UE) n. 995/2010, alla 4a, alla 8a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 139);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai mercati delle cripto-attività e che modifica i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 1095/2010 e le direttive 2013/36/UE e (UE) 2019/1937, alla 4a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XII, n. 140);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e determinate cripto-attività e che modifica la direttiva (UE) 2015/849 (rifusione), alla 2a, alla 4a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XII, n. 141);

risoluzione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, del protocollo che modifica l'accordo di Marrakech che istituisce l'Organizzazione mondiale del commercio, per quanto riguarda l'accordo sulle sovvenzioni alla pesca, alla 3a, alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 142);

risoluzione sulla repressione del diritto all'istruzione e degli attivisti per il diritto all'istruzione in Afghanistan, incluso il caso di Matiullah Wesa, alla 1a, alla 3a, alla 4a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XII, n. 143);

risoluzione sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda, alla 1a, alla 2a, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 144).

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 10 al 18 maggio 2023)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 19

CUCCHI: sulle misure per incrementare i contatti telefonici dei detenuti con i familiari (4-00305) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

CUCCHI ed altri: su qualità e quantità di vitto e sopravvitto negli istituti penitenziari di Roma (4-00104) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

DE CRISTOFARO: sull'adozione di misure che possano migliorare le condizioni detentive di Alfredo Cospito (4-00299) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

DE POLI: sulle aggressioni al personale di Polizia penitenziaria nelle carceri (4-00141) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

sulle misure per tutelare le imprese balneari della costa marchigiana (4-00235) (risp. MUSUMECI, ministro per la protezione civile e le politiche del mare)

MAZZELLA ed altri: sul progetto di riutilizzo di palazzo Fienga a Torre Annunziata (Napoli), bene confiscato alla mafia (4-00325) (risp. FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno)

POTENTI: sulla cattiva ricezione del segnale telefonico a Castiglioncello, nel comune di Rosignano Marittimo (Livorno) (4-00209) (risp. BITONCI, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy)

Sugli orari di apertura dell'ufficio postale di Volterra (Pisa) (4-00243) (risp. BITONCI, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy)

ROJC ed altri: su un episodio di discriminazione razziale avvenuto presso un club in provincia di Pordenone (4-00218) (risp. FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno)

SCALFAROTTO: sul contegno di un magistrato aderente al movimento no vax (4-00350) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

STEFANI: sull'evasione dagli arresti domiciliari dell'appartenente alla 'ndrangheta Massimiliano Sestito (4-00210) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

TOSATO: sulla carenza di personale penitenziario nel carcere di Verona (4-00239) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

Interrogazioni

ALFIERI - Al Ministro della cultura. - Premesso che:

il progetto di recupero e rifunzionalizzazione dell'ex carcere borbonico dell'isola di Santo Stefano presso Ventotene è stato promosso nel 2016 e finanziato dal Governo pro tempore Renzi a guida PD con 70 milioni di euro, come deliberato dal CIPE a valere sui fondi coesione e sviluppo 2014-2020;

il progetto è configurato come contratto istituzionale di sviluppo (CIS), sottoscritto nell'agosto 2017 da 8 amministrazioni pubbliche: Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero per i beni e le attività culturali, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Agenzia del demanio, Regione Lazio, Comune di Ventotene, riserva naturale statale e area marina protetta di Ventotene e Santo Stefano;

il ruolo di soggetto attuatore è stato affidato a Invitalia ed è stato nominato un responsabile unico del contratto;

l'obiettivo del progetto è quello di restaurare e recuperare l'antico "Panopticon" borbonico e gli attigui edifici carcerari che insistono nell'area demaniale dell'isolotto di Santo Stefano, ubicato a un miglio marino dall'isola madre Ventotene, per farne un centro culturale e di respiro europeo sulla base del valore storico e politico specifico di quel carcere, chiuso nel 1965, dove per quasi due secoli sono stati rinchiusi anche importanti detenuti politici come Settembrini e Spaventa durante il Risorgimento, Pertini e Terracini durante il regime fascista;

è una storia che arricchisce di significato il ruolo altamente simbolico dell'isola di Ventotene, sede dal 1939 al 1944 del confino di antifascisti e dove nel 1941 Spinelli, Rossi e Colorni scrissero il manifesto per un'Europa libera e unita;

per rilanciare il progetto, il 28 gennaio 2020, è stato nominato un commissario straordinario di Governo nella persona della dottoressa Silvia Costa, con il compito di dare forte impulso e coordinare le amministrazioni competenti, con incarico che è stato rinnovato fino al gennaio 2023;

il Governo pro tempore Draghi, su proposta della commissaria Silvia Costa, ha intitolato al compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il progetto "Scuola di alti pensieri", frase fatta incidere sulla lapide del muro di cinta del piccolo cimitero di Santo Stefano dal direttore del carcere degli anni '50, Eugenio Perucatti;

nel corso di questi tre anni si è dato un forte impulso al progetto con lo studio di fattibilità, l'avvio dei lavori di messa in sicurezza del Panopticon, la gara di progettazione complessiva e del progetto di approdo, approvato dalla commissione statale VIA, il progetto museale espositivo, la stipula di 23 protocolli e accordi scientifico-culturali con soggetti italiani ed europei, la salvaguardia delle risorse assegnate, nonché la sottoscrizione di un accordo di valorizzazione tra Ministero della cultura, Agenzia del demanio, Regione e Comune in vista dell'istituzione di una fondazione di partecipazione come futuro ente gestore;

a oltre tre mesi dalla conclusione del mandato della commissaria Silvia Costa, non riconfermata dal Governo in carica, non si è ancora in presenza di un sostituto, poiché la nomina del successore da parte del Consiglio dei ministri, il generale a riposo della Guardia di finanza Antonio Macioce, è ancora sub iudice, per una vicenda giudiziaria che lo riguarda,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere, al fine di procedere nell'azione di rilancio del progetto;

quali iniziative intenda intraprendere alla luce dei profili di opportunità e di eventuale incompatibilità dell'attuale nomina, anche per velocizzare gli interventi, al fine di scongiurare anche il danno di immagine per l'Italia e il Comune di Ventotene che da tale ritardo deriva.

(3-00453)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

MIRABELLI, RANDO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

con la deliberazione n. 34 del 2 maggio 2023, la Corte dei conti ha evidenziato preoccupanti criticità nel riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, individuando nella lunghezza dei procedimenti e nella ridotta disponibilità finanziaria dei Comuni e degli enti del terzo settore i principali ostacoli;

la relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere della XVIII Legislatura ha evidenziato criticamente il fatto che al 31 dicembre 2021, a fronte dei 19.332 immobili destinati e utilizzati, ci fosse pressoché lo stesso numero, 19.255, di immobili da destinare e che a fronte di 1.730 aziende confiscate destinate ce ne fossero 2.014 ancora inutilizzate;

la relazione ha, inoltre, rilevato come fossero stati spesi solo 61 milioni di euro dei 510 stanziati per l'utilizzo degli immobili, esprimendo preoccupazione per il rischio che anche i 300 milioni di euro destinati dal PNRR a favorire l'utilizzo sociale dei beni confiscati possano non essere utilizzati;

si aggiunga che la relazione riporta i dati forniti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sulla scarsa conoscenza, da parte dei Comuni, delle procedure per acquisire i beni da parte degli enti locali, indicando in solo circa 800 su 1.300 i Comuni che hanno richiesto la password per l'accesso al sistema "Open Re.GI.O". In particolare sui 2.176 Comuni ove si trovano beni confiscati, solo 795 dispongono delle credenziali, mentre i restanti 1.381 non hanno accesso al sistema;

considerato inoltre che:

la citata delibera della Corte dei conti rende evidente come la preoccupante situazione descritta nella relazione della Commissione antimafia ad oggi non sia cambiata;

da mesi il bando per l'assegnazione diretta dei beni alle associazioni del terzo settore non sta producendo alcun effetto;

la mancata messa a disposizione dei beni confiscati alle mafie è un vulnus gravissimo che contrasta con lo spirito della legge Rognoni-La Torre (legge n. 646 del 1982), oltre a rappresentare un evidente danno economico,

si chiede di sapere:

fermo restando il ruolo fondamentale e insostituibile dell'Agenzia, quali misure necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di porre rimedio alle criticità esposte;

se non ritenga necessario implementare il personale dell'Agenzia e le professionalità ivi presenti;

se non ritenga opportuno assumere iniziative affinché sia garantito il pieno coinvolgimento degli enti locali, a partire da una capillare informazione sulle modalità e procedure di destinazione dei beni collocati sui territori, al fine di accedere alle opportunità di finanziamento per metterli a disposizione delle comunità;

quali siano le notizie in merito all'utilizzo dello stanziamento di 300 milioni di euro previsti dal PNRR per favorire l'utilizzo dei beni confiscati;

se non ritenga altresì necessario ed urgente procedere ad un'attenta verifica del funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, al fine di superare le difficoltà e i ritardi delle procedure di assegnazione.

(3-00454)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

FLORIDIA Aurora, DE CRISTOFARO, CUCCHI, MAGNI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

ogni anno, entro il 31 luglio, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, secondo l'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 ("Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali"), invia alle Camere e alla Presidenza del Consiglio dei ministri una relazione concernente gli esiti dell'aggiornamento del catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli;

la pubblicazione dell'ultimo catalogo risale al settembre 2021;

il comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) approva le proposte per la progressiva rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi per rispettare gli obiettivi climatici previsti dall'accordo di Parigi delle Nazioni Unite, i principi europei del "polluter-pay" ("chi inquina paga"), del "do not significant harm" ("non arrecare un danno significativo") e gli impegni europei del green deal e della strategia "Fit for 55";

considerato che l'eliminazione progressiva, certa e senza impatti negativi, dei sussidi ambientalmente dannosi è necessaria e urgente per centrare gli obiettivi climatici, per la tutela dell'ambiente, della biodiversità, della qualità della vita, ma anche per sostenere lo sviluppo di nuove filiere industriali nell'economia della sostenibilità, uscendo da pratiche inquinanti o energivore,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della mancata pubblicazione della quinta versione del catalogo dei sussidi e quale valutazione esprima al riguardo;

quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per rispettare gli impegni assunti a livello internazionale, anche nei fora politici G20 e G7, ma soprattutto non violare gli articoli 9 e 41 della Costituzione, modificati dalla legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, ed in considerazione delle sanzioni comunitarie previste per un mancato rispetto dei vincoli europei;

quali provvedimenti intenda adottare per rispettare il dettame normativo, per sbloccare la pubblicazione di uno strumento informativo essenziale per la gestione della crisi climatica in atto e per liberare risorse pubbliche che devono essere utilizzate per interventi finalizzati alla trasformazione di tutti i settori dell'economia, alla conservazione degli ecosistemi e alla biodiversità.

(4-00468)

MAZZELLA, TREVISI, SCARPINATO, CASTIELLO, MARTON, DE ROSA, SIRONI, DI GIROLAMO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

secondo quanto riportato dall'ultimo rapporto della Commissione europea per l'efficacia della giustizia, il numero dei procedimenti civili pendenti si è ridotto e la durata media è scesa. Tuttavia, la giustizia civile italiana risulta essere tra le più lente d'Europa. In particolare, l'Italia risulta essere ultima in terzo grado di giudizio e penultima sia in primo sia in secondo grado, rispettivamente davanti a Malta e Grecia;

secondo l'Osservatorio conti pubblici italiani l'inefficienza del nostro sistema giudiziario scoraggia gli investimenti, aumenta il costo del credito e riduce il tasso di occupazione e di partecipazione al mercato del lavoro. Il rapporto "2020 Doing business" della Banca mondiale, invece, colloca l'Italia al 122° posto su 190 per la categoria "tempo e costi delle controversie": a titolo d'esempio nel 2018 era al 111° posto, nel 2017 al 108° e 2016 al 106°;

secondo uno degli ultimi rapporti del Consiglio d'Europa la giustizia italiana risulterebbe essere la più lenta d'Europa. Così, per arrivare a una sentenza nel nostro Paese occorre aspettare più di 5 anni, 6 nei distretti di Roma, Napoli e Reggio Calabria, mentre il 62 per cento dei processi cade in prescrizione;

i motivi dei rinvii possono essere molteplici, ma spesso si tratta di mancanze organizzative o di carenze strutturali degli uffici giudiziari. Questo genera conseguenze negative per tutti i soggetti coinvolti: le parti in causa, gli avvocati, i testimoni e i periti, che vedono messa a rischio la loro vita privata e lavorativa. Inoltre, i ritardi nella definizione delle cause giudiziarie possono avere ripercussioni negative sull'immagine della giustizia, che rischia di apparire inefficace e poco attenta alle esigenze degli italiani;

considerato che:

tutto questo arreca pregiudizio non solo ai cittadini ma anche alle pubbliche amministrazioni. Entrando nel merito, si riporta l'esempio di un piccolo comune situato presso la costiera Amalfitana, Atrani (Salerno), in cui insiste un locale commerciale di 120 metri quadrati di proprietà comunale, ubicato di fronte al mare;

l'immobile, concesso in locazione negli anni '60, reca un canone annuale ammontante a circa 140 euro, cifra, irrisoria, di poco superiore rispetto alle pattuizioni iniziali;

l'amministrazione insediatasi nel 2014 ha dunque avviato le procedure per lo sfratto per finita locazione, al fine di entrare nella disponibilità del locale, con l'obiettivo di porre fine a una locazione che non apportava benefici economici all'ente comunale e, dunque, alla cittadinanza;

alla luce della mancata liberazione della struttura, il Comune ha avviato un'azione giudiziaria presso il Tribunale di Salerno. Nonostante l'iniziativa, risulta agli interroganti che, a distanza di oltre 7 anni, il giudice non abbia ancora definito il contezioso. In particolare, l'amministrazione denunzia che l'eccessiva durata del giudizio dipende da reiterati e non meglio giustificati rinvii di udienza disposti dal giudicante;

atteso che la "legge Pinto" disciplina il diritto all'equa riparazione per mancato rispetto del termine ragionevole di durata del processo, l'amministrazione teme di non essere ristorata, per intero, del pregiudizio economico subito, anche alla luce della nomina di due consulenti tecnici da parte dell'autorità giudiziaria (con spese poste anche a carico dell'ente comunale). Pertanto, come lamenta l'amministrazione, il Comune, oltre a rinunciare alla disponibilità dell'immobile, deve anche farsi carico delle spese del procedimento, rinunciando agli introiti che sarebbero derivati dalla disponibilità dell'immobile;

visto che:

l'articolo 1 della legge n. 148 del 2011 ha delegato l'Esecutivo a riorganizzare la geografia giudiziaria, così da ridurre gli uffici giudiziari sul territorio, fatti salvi i tribunali ordinari esistenti nei capoluoghi di provincia. La ridefinizione dell'assetto territoriale degli uffici, finalizzata principalmente ad una razionalizzazione della spesa, ha comportato la soppressione di 220 sezioni distaccate del tribunale e la riduzione o l'accorpamento di oltre 30 tribunali, 38 procure e la soppressione di 674 uffici dei giudici di pace;

tuttavia la revisione della geografia giudiziaria non ha generato consistenti risparmi di costi, allontanando la giustizia statale dai territori più periferici, tesi confermata dal Ministro in indirizzo in occasione dello svolgimento di un'interrogazione con risposta immediata della Camera dei deputati in data 12 aprile 2023, nel corso del quale ha espresso preoccupazione relativamente alla riduzione della giustizia di prossimità,

si chiede di sapere:

quali siano le riforme che il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di ridurre i tempi della giustizia, dando seguito alle prescrizioni del piano nazionale di ripresa e resilienza;

se condivida l'opportunità di adottare misure più stringenti anche per risolvere problematiche analoghe a quelle descritte, così da accelerare la durata del giudizio ed evitare pregiudizi economici;

quali siano le modalità attraverso cui si intenda dare seguito all'intenzione di riformare la geografia giudiziaria, così da velocizzare i tempi della giustizia, soprattutto nelle aree più periferiche del Paese.

(4-00469)

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 41ª seduta pubblica del 22 febbraio 2023, a pagina 235, sotto il titolo: "Avviso di rettifica", alla quinta riga del terzo capoverso, dopo le parole: "Spelgatti Nicoletta, ", inserire le seguenti: "Erika Stefani, ".