Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 062 del 28/04/2023
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------
62aSEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
VENERDÌ 28 APRILE 2023
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Presidenza del presidente LA RUSSA,
indi del vice presidente GASPARRI
e del vice presidente CASTELLONE
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente LA RUSSA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 14,01).
Si dia lettura del processo verbale.
IANNONE, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Prima di procedere con l'ordine del giorno dei nostri lavori, poiché la trasmissione in diretta televisiva comincerà alle ore 14,30, avverto che, se la relazione del presidente Calandrini sarà breve, vi sarà bisogno di una sospensione della seduta fino alle ore 14,30. Ciò al fine di assicurare agli interventi di tutti i Gruppi di usufruire della diretta televisiva.
In ricordo di Sergio Ramelli
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, lasciatemi ricordare che domani, 29 aprile, è l'anniversario della scomparsa di una persona che ho citato nel mio intervento di insediamento: un giovane che perse la vita, da innocente, colpito sotto casa, sotto gli occhi della madre, per un odio politico che sono certo tutti rigettiamo, da qualunque parte provenga, e che ci auguriamo non trovi mai spazio nel nostro Paese.
Sto parlando di Sergio Ramelli ed è in suo ricordo che invito l'Aula a osservare un momento di raccoglimento. (L'Assemblea si leva in piedi). (Applausi).
Discussione congiunta del documento:
(Doc. LVII, n. 1)Documento di economia e finanza 2023
e dell'annessa
Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243
(Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale) (ore 14,12)
Approvazione della proposta di risoluzione n. 200 alla Nuova Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243
Approvazione della proposta di risoluzione n. 2 al Documento di economia e finanza 2023
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta del documento LVII, n. 1, e dell'annessa Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.
Il relatore, senatore Calandrini, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.
CALANDRINI, relatore. Signor Presidente, sarò abbastanza veloce, perché già ieri ho proceduto con la relazione iniziale e questa - come lei sa - è un'appendice alla relazione di ieri. Quindi, ella dovrà probabilmente sospendere la seduta dopo questo mio breve intervento.
Il mio intervento riguarda la seduta di Commissione che si è svolta questa mattina, che mi ha conferito il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul Documento di economia e finanza 2023, sulla Nuova Relazione, ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, nonché sugli atti allegati.
In relazione al DEF 2023, mi riporto all'illustrazione già svolta nella seduta di ieri, atteso che il Governo ha precisato che tale Documento non ha subito variazioni rispetto a quello presentato alle Camere il 12 aprile scorso. Con riferimento all'annesso bis, la Nuova Relazione, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, è stata trasmessa dal Governo il 27 aprile scorso, a seguito dell'esito della votazione della Relazione annessa al Documento di economia e finanza 2023 presso la Camera dei deputati.
Con la presentazione di questa nuova Relazione il Governo ribadisce la richiesta dell'autorizzazione a ricorrere all'indebitamento, utilizzando gli spazi finanziari resisi disponibili per effetto dell'andamento tendenziale dei conti pubblici più favorevole negli anni 2023 e 2024, rispetto agli obiettivi programmatici di indebitamento netto fissato per i medesimi anni, per i quali sono confermati i valori già autorizzati con la NADEF 2022, vale a dire il 4,5 per cento nel 2023 e il 3,7 per cento nel 2024, a fronte di una previsione tendenziale di indebitamento netto in rapporto al PIL pari al 4,35 per cento nel 2023 e al 3,5 per cento nel 2024.
Con la presente Relazione il Governo, nel confermare l'intenzione di utilizzare il margine di bilancio resosi disponibile per il 2023, che ammonta a 3,4 miliardi di euro, per la copertura di un provvedimento di prossima adozione volto a sostenere il reddito disponibile e il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti, prevede altresì, rispetto alla precedente Relazione, che le predette risorse siano destinate anche al sostegno delle famiglie con figli. Per quanto riguarda il 2024, è invece confermata la destinazione delle risorse disponibili, consistenti in 4,5 miliardi di euro, a interventi di riduzione della pressione fiscale.
PRESIDENTE. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, la deliberazione con la quale ciascuna Camera autorizza l'aggiornamento del piano di rientro è adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
Pertanto, l'esame del Documento si concluderà con l'approvazione di due distinti atti di indirizzo: il primo, relativo alla Nuova Relazione di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, da votare a maggioranza assoluta; il secondo, relativo al Documento di economia e finanza, da votare a maggioranza semplice.
Comunico all'Assemblea che è pervenuta alla Presidenza, sulla Nuova Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, la proposta di risoluzione n. 200, presentata dai senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore.
Sono inoltre pervenute alla Presidenza, sul Documento di economia e finanza 2023, le proposte di risoluzione nn. 1, presentata dalla senatrice Paita e da altri senatori, 2, presentata dai senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore, e 3, presentata dai senatori Patuanelli, De Cristofaro, Boccia, Castellone e da altri senatori.
I testi sono in distribuzione.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, a cui chiedo di esprimere il parere sulla proposta di risoluzione alla Nuova Relazione, ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, nonché di indicare quale proposta di risoluzione relativa al Documento di economia e finanza intende accettare.
SAVINO, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie la proposta di risoluzione n. 2 ed esprime parere favorevole sulla proposta di risoluzione n. 200.
PRESIDENTE. Poiché il Governo ha dichiarato di accettare la proposta di risoluzione n. 2, a firma dei senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore, decorre da questo momento il termine di trenta minuti per la presentazione di eventuali emendamenti ad essa riferiti.
Sospendo la seduta fino alle ore 14,30.
(La seduta, sospesa alle ore 14,19, è ripresa alle ore 14,30).
In ricordo delle vittime di incidenti sul lavoro
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prima ho ricordato Sergio Ramelli, un giovane assassinato. La prossima seduta sarà dopo il 1° maggio e penso sia giusto che quest'Assemblea ricordi con un minuto di silenzio le vittime degli incidenti sul lavoro, che credo meritino un riconoscimento unanime. (Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio). (Applausi).
Ripresa della discussione congiunta del documento LVII, n. 1,
e dell'annessa Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (ore 14,31)
PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione.
Avverto che è in corso la trasmissione diretta televisiva. Invito pertanto i colleghi che interverranno al rispetto dei tempi assegnati.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, colleghe senatrici e colleghi senatori, non mi appartiene nascondere la faccia sotto la sabbia e quindi, nonostante il Senato della Repubblica abbia fatto appieno il proprio dovere ieri nel votare le risoluzioni sullo scostamento di bilancio e sul DEF, non c'è nulla da minimizzare: ieri alla Camera la maggioranza non ha fatto una bella figura innanzi agli italiani. Ma mi si lasci dire che non l'ha fatta nemmeno l'opposizione, che ora si accinge a dare fuoco... (Commenti). State calmi.
PRESIDENTE.Senatrice Biancofiore, ci penso io. Vi prego di lasciar esprimere liberamente - non mi sembra provocatoria - l'opinione della senatrice Biancofiore.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Se ascoltassero, Presidente, sarebbe meglio. Dicevo che non l'ha fatta nemmeno l'opposizione, che ora si accinge a dare fuoco alle polveri - come abbiamo appena visto - con la spettacolarizzazione in diretta televisiva, gettando fango sul Parlamento in un crescendo "tafazzista" che si ripercuote sulla credibilità di tutti noi e delle istituzioni. E spiego perché.
Ieri alla Camera è stato bocciato non il DEF, cioè il Documento di economia e finanza del Governo - come erroneamente si è semplificato anche su alcuni media - ma la Relazione relativa allo scostamento di bilancio, ovvero il documento che autorizzava il Governo a mettere oltre 3,4 miliardi di euro sul taglio del cuneo fiscale e per il varo del decreto lavoro, del quale tanto vi riempite la bocca. In sostanza, non è stato approvato un documento che autorizzava il Governo a fare un debito per tagliare le tasse sul lavoro; un documento, dunque, che in una Nazione seria... (Commenti).
PRESIDENTE.Senatrice Maiorino, stia seduta e ascolti, come dovrebbero fare tutti.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Come dicevo, un documento che, in una Nazione seria e che si sente tale, avrebbe dovuto essere votato anche dalla minoranza politica, perché in ballo c'era e c'è l'interesse nazionale di milioni di lavoratori e imprese. Mi corre l'obbligo di precisare che ieri... (Commenti).
PRESIDENTE. La prego di interrompersi. Ricordo che è in corso la ripresa televisiva. Io non capisco perché si debba avere la pretesa di sentir dire solo ciò che si preferisce. La senatrice Biancofiore sta esprimendo il suo pensiero. (Applausi). Vi prego di avere la civiltà di ascoltarla senza protestare. Prego, senatrice Biancofiore.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Presidente, c'è una bella canzone che diceva "La verità ti fa male". (Commenti).
PRESIDENTE. Senatrice Biancofiore, prego anche lei. Rilevo un po' di nervosismo. Cerchiamo di essere tutti diligenti e di usare toni e parole che rendano accettabili gli interventi a tutti.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Parlare di una canzone non è non accettabile. Comunque mi adeguo, Presidente.
Non è stata raggiunta la maggioranza assoluta dei voti richiesta per approvare la proposta di risoluzione sul DEF, norma voluta anni fa proprio... (Commenti).
PRESIDENTE.Senatrice Maiorino, la richiamo all'ordine. Si accomodi.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). ...affinché l'assunzione del debito sulla testa degli italiani fosse il più largamente possibile condivisa da un Parlamento responsabile. Quindi, signor Presidente, l'opposizione sta danzando non sulla testa della maggioranza, ma vergognosamente sulle teste e sulle speranze dei cittadini (Commenti). Una vergogna! (Commenti). Negli ultimi due anni il centrodestra, anche quando era all'opposizione, non ha mai fatto mancare i voti per i numerosi scostamenti di bilancio presentati dal Governo giallorosso. (Vivaci commenti).
PRESIDENTE.Senatore Croatti! Senatrice Maiorino, la richiamo all'ordine per la seconda volta. Adesso basta, però. Lasciate finire l'intervento.
Prego, senatrice Biancofiore, concluda.
BIANCOFIORE (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Negli ultimi due anni - lo ribadisco - il centrodestra, anche quando era all'opposizione, non ha mai fatto mancare i suoi voti per i numerosi scostamenti di bilancio presentati dal Governo giallorosso. Ciò premesso, nonostante questo assurdo incidente di percorso - sarà però di insegnamento, nell'importanza di dare centralità al Parlamento, al valore e al lavoro di ogni singolo parlamentare, per il futuro della maggioranza, con una più stretta cinghia di trasmissione tra Governo e maggioranza - anche il viaggio di ieri del premier Meloni a Londra è stato un successo, con l'elogio da parte del premier britannico Sunak, ancora una volta sulla politica economica del primo ministro Meloni. Sunak ha testualmente detto: «Voglio elogiare la tua gestione molto attenta dell'economia italiana, cosa che ha portato stabilità in tempi di incertezza» (Applausi), per poi affrontare insieme il dossier sulla lotta ai trafficanti e all'immigrazione clandestina, con assolute convergenze sul modus operandi - che vi piaccia o meno - del Governo Meloni.
Le parole di Sunak - last but not least, come dicono gli inglesi - seguono quelle dell'editoriale del «The Washington Post» sul bilancio positivo dei primi sei mesi di Governo del premier Giorgia Meloni. La sfida finale è quella di gestire un'economia stagnante da circa vent'anni: qualora riuscisse davvero a portare a meta questi due obiettivi, sarebbe un successo senza precedenti; un altro endorsement internazionale in risposta ai «profeti di sventura», dopo quello della CNN, di «The Economist», di «Le Figaro», di «The Times», del «Frankfurter Allgemeine Zeitung» (FAZ), tanto per citarne solo alcuni dei più famosi. L'analisi del «The Washington Post» prende in considerazione come parametro di successo, ancora una volta, come Sunak, la politica economica del Governo Meloni, evidenziando l'approccio serio, pragmatico e risoluto con cui è stata scritta la legge di bilancio, cauta per via dell'elevato debito pubblico e volta ad arginare il dramma del caro energia. E prende in considerazione anche altri fatti sorprendenti per l'opposizione, presa in contropiede, ma oggettivi, ovvero la postura internazionale, dopo gli svarioni cinesi del MoVimento 5 Stelle, ancien régime (Commenti. Richiami del Presidente), il nuovo ruolo italiano e della NATO nell'Indo-Pacifico; la condivisione dei valori della NATO; l'appoggio incondizionato all'Ucraina e la visione strategica del Piano Mattei, che il Continente africano necessita, passando per un "fact act" politico sui migranti, che è fondamentale. Certamente sarebbe meglio che una parte dell'Europa avesse evitato di zavorrare l'Italia con una sorta di reddito di stabilità, come quello varato ieri. Ma l'Italia della Meloni non strepita e non urla al complotto, anche se l'intervento di certe agenzie di rating qualche sospetto desta; tratta però e argomenta in forza della convinzione di un Paese che, nelle difficoltà, ha sempre dimostrato di dare il meglio di sé.
In merito alle agenzie di rating, mi impegno a presentare un disegno di legge di istituzione dell'Osservatorio sulle agenzie di valutazione del merito e del credito, di rating appunto, nonché di una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'attività delle medesime agenzie. Da anni, infatti, i comportamenti delle agenzie di rating, che si esplicano tramite i voti sull'affidabilità e sulla solvibilità delle imprese e degli Stati che emettono titoli di debito, destano più di una perplessità. Basti prendere uno dei casi più clamorosi tra gli errori compiuti da queste agenzie, come quelle della Parmalat in Italia o di Enron negli Stati Uniti. Ai bond della società di Collecchio, come a quelli dell'americana Enron le agenzie di rating avevano accordato, fino al giorno del default, i voti di affabilità massima: alla Enron addirittura la tripla A. Dopo il collasso della Parmalat se la sono presa, di fatto, soltanto con le banche, che avevano emesso un debito, che era stato approvato appunto delle agenzie di rating.
In questo contesto, il Documento di economia e finanza che discutiamo oggi e che detta la linea del prossimo programma di bilancio è dunque cruciale e ancora una volta dimostra quella serietà e quella competenza evidenziata dai media internazionali con cui il Governo Meloni - vi piaccia o meno - pur facendo i conti con le difficoltà e i vari fronti emergenziali aperti, intende affrontare ancora una volta la programmazione economica.
Il ministro Giorgetti, nel presentare questo Documento, ha sintetizzato perfettamente i capisaldi che ispirano l'azione economica del Governo: sostegno deciso alla crescita in modo da poter promuovere il benessere dei cittadini. Non possiamo che condividere le azioni messe in campo dai nuovi interventi in favore delle famiglie, in particolare per quelle numerose, e delle imprese, e le misure destinate a rilanciare gli investimenti e rafforzare la competitività del Paese. (Applausi).
Va peraltro evidenziato come il Governo nella fissazione e nell'attuazione degli obiettivi abbia proprio tenuto alta l'attenzione sulla sostenibilità dei conti pubblici, impegnandosi anche a una graduale riduzione del deficit e del debito, in previsione anche della riforma del Patto di stabilità e crescita puntualmente varato l'altro ieri dalla Commissione europea, che ci consente flessibilità, ma ci richiede rigore nel rientro sul debito.
Questa è serietà. Questo è perseguire l'interesse interesse nazionale e sono orgogliosa di far parte di questa maggioranza, che si dimostra responsabile rispettando gli impegni assunti (Applausi), senza scaricare gli oneri sulle future generazioni. Dopo anni di oppressione fiscale, questo Governo segna la discontinuità e, invece che mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ha il coraggio di impiegare le maggiori risorse in via prioritaria nel taglio della tassazione.
Presidente, Ministri, i segnali ci sono e sono positivi. In questi anni il sistema economico italiano si è dimostrato resiliente, rispondendo bene alle situazioni contingenti e reagendo meglio di molti partner europei con un debito inferiore al nostro. Secondo i dati di oggi di Eurostat - anche questo che vi piaccia o meno - l'Italia segna un + 0,1 per cento, risultando seconda in Europa per crescita.
L'aumento delle previsioni per l'anno in corso è il nostro primo e importante risultato e ci consente di poter agire con più forte autorevolezza anche a livello comunitario. Questo nuovo clima di fiducia è attestato anche dalla significativa ripresa dei consumi delle famiglie.
Dovremo cogliere tutte le opportunità che questo periodo ha portato con sé, in particolare proseguendo nella realizzazione di tutte le misure previste dal PNRR - come sostenuto dal ministro Fitto - che è un punto fondamentale non solo per l'ottenimento dei fondi, ma anche e soprattutto per la realizzazione delle riforme strutturali che il Paese da tempo aspetta.
Abbiamo ancora qualche mese per lavorare sulla prossima legge di bilancio. Io voglio esprimere un auspicio nonostante il clima, ovvero che si superi questa voglia di divisione, questa balcanizzazione politica. Dobbiamo lavorare insieme nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, contribuendo però tutti a dare le risposte che gli italiani si aspettano. Per rilanciare il sistema Paese in modo duraturo sono fondamentali la coesione politica e la collaborazione più ampia possibile fra le istituzioni.
Ad ogni modo ci tengo a rassicurare gli italiani che ci stanno ascoltando: questo Governo andrà avanti, proprio dopo questo incidente, con più forza, decisione e convinzione di quelle che l'hanno contraddistinto finora e che derivano da una legittimazione che gli elettori continuano ad accordarci in tutte le tornate elettorali, perché ci occupiamo dei problemi fondamentali delle persone, ci occupiamo veramente della povertà e - consentitemi la battuta - non di trench e di armocromisti da 300 euro l'ora. (Applausi).
È quindi con totale fiducia che il nostro Gruppo, Civici d'Italia, Noi Moderati, UDC, Coraggio Italia, MAIE, voterà a favore di questo Documento nella consapevolezza che ci consentirà di gettare le basi per la crescita dei prossimi anni e di essere sempre dalla parte degli italiani e solo degli italiani. (Applausi).
PRESIDENTE. Rivolgo a tutti l'appello che ho fatto prima, al fine di consentire che ciascuno, anche negli interventi che seguiranno, possa liberamente esprimere le proprie convinzioni.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, ci ritroviamo oggi qui per rivotare uno scostamento di bilancio che - come ben sappiamo ormai - non ha ottenuto ieri alla Camera i voti necessari. Dico subito, all'inizio del mio intervento, che non ve la caverete certamente dicendo che è colpa degli altri. (Applausi). Questo è però talmente evidente che non va nemmeno ribadito. È un inedito nella storia repubblicana, non era mai accaduto prima. Davvero complimenti.
Non si tratta peraltro nemmeno di un incidente minore, un po' imbarazzante. Di fronte a uno scivolone così rovinoso è davvero inevitabile domandarsi quello che in questo momento si stanno certamente chiedendo milioni di italiani: se un Governo e una maggioranza non sono in grado nemmeno di completare l'obiettivo più semplice che si possa immaginare, quello cioè di portare in Aula i propri eletti, peraltro per un voto così importante, come potranno essere capaci di raggiungere obiettivi assai più difficili? (Applausi).
Se il ponte tra il 25 aprile e il 1° maggio è per il Governo troppo impervio, cosa succederà quando metterete mano al faraonico quanto inutile ponte sullo Stretto? (Applausi). Ma è solo imperizia? Forse no.
Dietro questo brutto incidente - per citare le parole del Premier - ci sono in realtà anche le divisioni interne a questa maggioranza, molto più profonde di quanto non si voglia ammettere.
Nonostante il potere sia un cemento assai possente, queste divisioni però stanno aumentando. Si era già visto una settimana fa con il decreto Cutro e si vede ancora di più adesso. Le divisioni non solo ci sono, ma diventa sempre più difficile nasconderle e negarle. Invece, a fronte delle crepe della maggioranza, consideriamo tutti noi molto positivo quanto fatto in questi giorni dall'opposizione o almeno da buona parte di essa.
La risoluzione comune, firmata dall'Alleanza Verdi e Sinistra, dal Partito Democratico e dal MoVimento 5 Stelle, prova a disegnare un'idea di società. E questa unità ritrovata è un fatto - a mio avviso - molto importante, che certo non basta a sanare il gravissimo errore dell'estate scorsa, quando noi forze democratiche e progressiste ci siamo colpevolmente divise, spianando la strada alle destre, ma che va finalmente nella giusta direzione. Iniziamo a delineare insieme un progetto e una visione del Paese alternativi a quelli delle destre.
Il vostro DEF non solo non ha una strategia e un'ambizione, ma ancora una volta penalizza i più deboli e aumenta le diseguaglianze sociali, invece di correggerle. (Applausi).
Come sempre vi comportate come una destra liberista, che non ha nulla di sociale. Eppure, la fiammata inflazionistica, che ha fatto crollare il potere di acquisto dei salari, avrebbe meritato una risposta assai diversa da quella dei 15 euro per soli sei mesi di cui state parlando. Forse ieri alla Camera non c'è stata soltanto una sconcertante miscela di irresponsabilità e incapacità.
In ogni caso questa tesi, che il Governo stesso sta accreditando nelle ultime ore, è finanche più allarmante. Non è difficile comprendere quanto questo rovinoso capitombolo leda la credibilità stessa del nostro Paese e quanto questo minacci di pesare sulle diverse e delicate trattative in corso con l'Europa, dal PNRR al nuovo Patto di stabilità. L'aumentato nuovo deficit di credibilità, per il quale dobbiamo davvero ringraziare il Governo e la maggioranza, rende ancora più ipotetici i saldi del DEF che ci accingiamo a rivotare.
Sul fatto che si tratti di un DEF decisamente virtuale credo che ormai ci siano ben pochi dubbi. Bankitalia ha chiarito che gli obiettivi di crescita sono realizzabili soltanto con un'efficace attuazione del PNRR. Ma noi sappiamo - anzi, temiamo - che completare tutti gli obiettivi del Piano sarà impossibile e che a essere sacrificato sarà il provvedimento più caro e comunque molto caro a moltissime famiglie, sul quale peraltro il Governo Conte II giustamente puntò, cioè quello che riguardava gli asili nido. Vi dite preoccupati del calo demografico, vi riempite la bocca di retorica nazionalista, ma poi vi guardate bene dal fare ciò che servirebbe, e cioè raddoppiare l'assegno unico - com'è stato ricordato giustamente anche ieri, e come sarebbe giusto - o mettere a terra i progetti degli asili nido del PNRR.
Questo non è semplicemente molto grave, non è semplicemente una scelta profondamente sbagliata: dimostra chiaramente come nelle vostre azioni ci siano molta propaganda, ma pochissimi fatti.
L'Ufficio parlamentare di bilancio ha segnalato che sono necessarie cospicue risorse di copertura che appaiono difficili da reperire e cita apertamente delle voci la cui assenza nel DEF è invece molto eloquente.
Non avete previsto alcunché per i contratti della pubblica amministrazione adeguati all'inflazione e mettete gelidamente nel conto l'impoverimento di milioni di persone, il cui potere di acquisto, eroso anche dall'aumento dei prezzi dell'energia, è già precipitato nell'ultimo anno.
Ancora una volta non c'è traccia di una strategia per affrontare i nodi dello sviluppo e della crescita. Non c'è una politica industriale, non ci sono risposte sul tema enorme della transizione ecologica. Del resto, non siete cambiati: siete gli stessi che minimizzano l'impatto dei cambiamenti climatici, che si oppongono alle misure proposte dall'Europa, ossia il superamento dei motori a benzina, l'efficientamento energetico degli edifici e la decarbonizzazione. (Applausi). Per non parlare della necessaria e inevitabile tassazione degli extra profitti delle società energetiche, che da tempo invano proponiamo, e che peraltro darebbe anche il segno finalmente di una politica fiscale più equa, più giusta e più progressiva. Ma anche su questo versante dimostrate il vostro interesse a tutelare solo quelli che in questi anni di crisi si sono arricchiti e hanno spesso speculato sulla pelle delle persone.
Non mettete un euro sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale: andate nella direzione esattamente opposta; tagliate; prevedete una progressiva diminuzione della spesa sanitaria, dimenticando e rinnegando gli impegni assunti quando la pandemia dimostrò drammaticamente le condizioni pietose nelle quali decenni di tagli avevano ridotto la sanità in questo Paese. Ma tanto a pagare saranno i cittadini più deboli, quelli che non possono permettersi le assicurazioni private. Ma, ancora una volta, perché stupirsi?
Voi siete quelli dell'autonomia differenziata. Siete quelli della secessione dei ricchi. Siete quelli che spaccano il Paese e aumentano la diseguaglianza sociale. (Applausi).
La progressiva cancellazione di ogni scudo contro l'inflazione lascerà indifese vastissime fasce di popolazione, che necessiterebbero invece dell'unica misura indispensabile, al palo da troppi anni, e cioè gli aumenti salariali. (Applausi).
La sola novità di questa nuova versione del DEF è l'inserimento del sostegno alle famiglie con figli, misura in sé naturalmente giusta, ma che impatterà proprio su quel minimo cuneo fiscale per i lavoratori previsto dal DEF precedente, e cioè dalla versione che avevamo conosciuto fino a ieri.
Per concludere, Presidente, nell'apparente mancanza di visione di questo DEF, c'è in realtà una visione tanto nitida, dal nostro punto di vista, quanto inaccettabile: quella di un Governo che scarica tutti i costi della crisi sui soggetti più deboli, sulle fasce più povere, sulle aziende in maggiore difficoltà, sui lavoratori, finanche e addirittura sui malati.
Il nostro progetto - quello che abbiamo cominciato a definire nella risoluzione unitaria delle opposizioni - è radicalmente alternativo al vostro, a una visione priva di solidarietà, fondata sulla diseguaglianza, che noi contrastiamo oggi con forza e che con la stessa forza contrasteremo anche domani. (Applausi).
PRESIDENTE. Ringrazio l'Assemblea per aver ascoltato in maniera composta l'intervento del senatore De Cristofaro.
MUSOLINO (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSOLINO (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Presidente, solo una settimana fa in quest'Aula abbiamo assistito a un braccio di ferro tra Governo e maggioranza sugli emendamenti al decreto-legge sull'immigrazione: una sorta di balletto andato oltre il tempo massimo, con una forzatura regolamentare sulla modifica dell'emendamento Gasparri appena poco prima del voto.
Ieri mattina, alla Camera, rispondendo a un question time, il ministro Casellati ha tenuto a sottolineare che le iniziative di modifica della legge elettorale per i sindaci non hanno il benestare politico dell'Esecutivo. Nel pomeriggio, poi, abbiamo assistito a un fatto di una gravità inaudita, consumatosi mentre il Presidente del Consiglio era in visita ufficiale a Londra e a poche ore dalla partenza del Ministro dell'economia per il vertice Ecofin.
Come se non bastasse, questa mattina apprendiamo dai giornali che la modifica della maggioranza alla propria risoluzione sul DEF - relativa alla sanità - è stata apportata all'insaputa del Ministero dell'economia, con i tecnici e gli uomini del Ministro su tutte le furie.
Ora, se tre indizi, gravi, precisi e concordanti - come si dice in gergo legale - fanno una prova, la domanda è lecita: cosa sta avvenendo tra i parlamentari della maggioranza e il Governo, tra le forze che sostengono l'Esecutivo?
Cose come quelle accadute ieri sera non accadono mai per caso e non possono nemmeno essere rubricate - come ha detto a caldo il ministro Giorgetti - come una mancanza di consapevolezza dei parlamentari. Ci troviamo di fronte a due ipotesi, Presidente, entrambe altamente sconfortanti: la prima è che siamo davanti a uno sfilacciamento della compagine di maggioranza, con i parlamentari che non si sentono abbastanza coinvolti nei processi decisionali e nelle scelte politiche, fino a produrre iniziative autonome e contrarie anche all'indirizzo del Governo. E, se questo accade dopo appena sette mesi dall'inizio della legislatura, saremmo davanti a un fatto molto grave. Non voglio pensare a cosa succederà allora più avanti, quando il centrodestra affronterà un fisiologico calo nei sondaggi; quando prevedibilmente qualche attesa di oggi dei singoli deputati darà vita a dispiaceri; quando bisognerà dimostrare di avere tempra politica. Una coalizione che collassa in questo modo sul Documento di economia e finanza come può immaginare di portare in Aula e di votare questioni più delicate? Come affronterà il dibattito d'Aula quando sarà chiamata a difendere il testo del disegno di legge sull'autonomia differenziata e sulle diverse e poco conciliabili richieste dei territori governati dai partiti della maggioranza, che vorranno avere la certezza dal Governo di disporre delle risorse necessarie per garantire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP)?
La seconda ipotesi è che siamo già dentro a una crisi tra i partiti che sostengono la maggioranza: una crisi che non si può esplicitare agli occhi dell'opinione pubblica, ma che si manifesta con queste modalità sotterranee, con Gruppi parlamentari che producono condizioni di attrito perché i leader politici impegnati nella compagine governativa non possono permettersi di darlo a vedere. Qualunque sia la ragione di quanto accaduto ieri, escludendo, per rispetto delle istituzioni, che si sia trattato solo di una tragica inconsapevolezza delle responsabilità del proprio ruolo di parlamentari, non dobbiamo dimenticare che fuori da questi palazzi c'è un Paese che soffre per la perdita di potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, per i mutui che sono schizzati alle stelle, mentre qui c'è una maggioranza che se ne va a spasso, che non viene neppure a votare per mettere 15 euro in più negli stipendi dei lavoratori per sei mesi. (Applausi).
C'è - come abbiamo detto ieri - una risoluzione al DEF che è la fotografia della irrealizzabilità delle promesse elettorali con le quali avete vinto le elezioni; un DEF che non contiene alcun riferimento al superamento della legge Fornero, ma solo tagli come quelli alla spesa sanitaria e quelli che avete già fatto sul reddito di cittadinanza, con la sterilizzazione delle accise della benzina e con la sostanziale cancellazione di Opzione donna.
La verità, Presidente, è che l'unica strada per unire crescita e tenuta dei conti pubblici si chiama PNRR: un lavoro ferreo, rigoroso per spendere tutte le risorse, a cominciare da quelle delle Regioni del Sud che ne hanno più bisogno. Sul PNRR abbiamo preso atto delle parole del ministro Fitto che in quest'Aula tre giorni fa ha assicurato che le risorse per il Mezzogiorno non verranno ridotte né distolte. Ma, dopo ieri, ci sia consentito rinnovare la nostra speranza che le parole e la posizione del ministro Fitto siano effettivamente quelle del Governo.
In queste ore, qualcuno ha accusato le opposizioni di aver gioito per la mancata approvazione del DEF e qualcun altro - come il collega Foti stamattina alla Camera - ha affermato che la maggioranza non c'è stata per via della riduzione del numero dei parlamentari. Neanche la logica soccorre questo ragionamento, perché ovviamente portare in Aula 201 deputati è più facile che portarne 316, quelli che erano prima. (Applausi).
L'unico nostro sentimento, Presidente, è quello di una profonda - e direi anche giustificata - preoccupazione. Governo e maggioranza dicano parole di verità al Paese; dicano se sono in grado di guidarlo in un momento così importante e delicato. Questo sì che sarebbe un atto di responsabilità dopo le numerose irresponsabilità alle quali abbiamo assistito nei giorni scorsi.
In conclusione, Presidente, mantenendo ferma la propria preoccupazione, il Gruppo per le Autonomie - come già dichiarato ieri - voterà favorevolmente, con responsabilità e spirito costruttivo, quelle risoluzioni che indicheranno in modo inequivocabile il raggiungimento degli obiettivi di modernizzazione del Paese, di superamento delle disuguaglianze generazionali, territoriali e di genere per realizzare un tessuto economico più competitivo con il superamento - mi auguro finalmente e non più soltanto verbalmente - delle sperequazioni economiche e strutturali. (Applausi).
PAITA (Az-IV-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAITA (Az-IV-RE). Signor Presidente, colleghi, io inizio dicendo che, francamente, fossi stata la collega Biancofiore, avrei usato toni un po' più bassi. E questo perché, quando si è coscienti dei limiti della propria maggioranza, dopo aver assistito allo spettacolo che ieri c'è stato alla Camera, anche lo stile e la capacità di riconnettersi con la realtà e con il Paese non guasterebbero. Ieri è accaduto un fatto che - a mio modo di vedere - non può essere declassato come incidente di percorso.
Certo, c'è la sensazione che la maggioranza sia composta in un certo senso da dilettanti allo sbaraglio. Certo, c'è quella strana idea di Foti - come ricordava anche la collega Dafne Musolino - secondo cui i quorum funzionali sono differenti perché il numero dei parlamentari è modificato, come a dire che due più due fa cinque. E stiamo parlando di operazioni semplici: addizioni, sottrazioni, divisioni e non dell'equazione di Schrödinger. Sono semplici operazioni. (Applausi).
Certo, c'è un'idea un po' superficiale di come stare nelle Aule parlamentari; quell'idea di una destra da cinepanettone, che deve andare in vacanza quando c'è un ponte che spinge a partire. Anche questo, francamente, dovrebbe indurre a una cautela nelle argomentazioni e nei toni utilizzati oggi. Ma forse c'è anche di più. Forse c'è anche qualcosa di politico nell'incapacità dimostrata ieri e voglio provare a comprendere, magari insieme a voi.
Magari c'è una crescente insoddisfazione - oserei definirlo un imbarazzo - per giustificare il fatto che non siete in grado di mantenere nessuna - e ribadisco nessuna - delle promesse elettorali che avete fatto. Quei voti che sono mancati ieri pesano, e pesano tanto. Pesano perché dimostrano che, probabilmente, nel tira e molla di una maggioranza complessa, che ha vinto le elezioni in modo netto - e vi ricorderò poi su cosa le avete vinte - è chiaro che un DEF insufficiente, senza visione, senza prospettiva e senza soluzioni strutturali, comincia a stare stretto. La coperta comincia a essere davvero molto corta.
Allora, guardiamo su cosa avete vinto le elezioni. Sono scomparse le velleità della modificazione delle accise sui carburanti. Dentro quel DEF non vi è alcuna riforma delle pensioni. La Fornero è il vostro traguardo. (Applausi). Non c'è alcuna riforma di carattere fiscale. Non ci sono i soldi: quindi, la flat tax e tutte le promesse che avete fatto riposte nel cassetto.
Non c'è una soluzione al tema della crisi demografica. Anzi, su tale questione, che dovrebbe essere una delle principali tematiche su cui elaborare una strategia di cambiamento nel nostro Paese, vige il principio della propaganda: propaganda sul tema dell'immigrazione, propaganda per non risolvere le questioni reali. (Applausi). Ma io vi rammento che, se il dato di decrescita delle nascite rimarrà quello di quest'anno, questo Paese non avrà i conti in ordine per far tornare il tema della tutela del sistema sanitario, del sistema pensionistico, del sistema produttivo, del sistema formativo.
Insomma, probabilmente - e dico probabilmente perché, a sentire la collega Biancofiore, eravate invece tutti convinti e uniti e poi avete semplicemente sbagliato i tasti, ma non voglio far torto alla intelligenza dei colleghi - voi state cominciando a rendervi conto che con Draghi il Paese cresceva e con voi il Paese sta fermo, immobile e il debito cresce. (Applausi). E se il debito cresce, diventa difficile far quadrare i conti. Se il debito cresce, dare una soluzione alle politiche migratorie, ai flussi, alle politiche del lavoro, alle politiche fiscali, alle politiche della giustizia, alle politiche demografiche, diventa estremamente complicato. Quindi, tanto meglio essere indecisi su tutto ed evitare di fare scelte che in qualche modo disallineino le posizioni tra le diverse - e direi molto rissose - componenti di questa maggioranza.
Anche un'opposizione come la nostra, che ha sempre tenuto un atteggiamento di grande serietà nei confronti del Paese - noi tifiamo sempre Italia - come può accettare lo spettacolo di una posizione del nostro Paese che non assume scelte sul tema del MES (Applausi) e che, parallelamente, vuole andare a trattare la riforma del PNRR o la riforma del Patto di stabilità, non avendo a cuore una visione di sistema con l'Europa? Francamente non lo capisco, né in politica né nella logica.
Diventa pertanto quasi imbarazzante ricollegare la discussione che oggi stiamo facendo con quella che abbiamo fatto solo due giorni fa sul PNRR. Al ragionevolissimo ministro Fitto vanno tutti i nostri migliori auguri di buon lavoro, perché ce ne vogliono tanti di auguri per sostenere la tesi che quelle risorse che erano state date dall'Europa per far fare un balzo in avanti in termini di investimenti e di crescita nel nostro Paese oggi devono essere riposte nel cassetto, perché il Paese non è in grado di spenderle (Applausi) ed è di fronte a una resa nei confronti dell'Europa.
Forse avreste dovuto dirci, ad esempio, come modifichereste le regole e le norme che semplificano e fanno diventare la nostra burocrazia eccessiva. Vi ricordo che le proposte che avete avanzato sono in netta contraddizione l'una con l'altra. Mentre Salvini complicava le norme del codice degli appalti, il PNRR del ministro Fitto provava a semplificare qualcosa: così non si va da nessuna parte. Come pensate di spiegare a un imprenditore che, per realizzare un'opera di alta velocità, deve cambiare quattro volte le regole nel nostro Paese? (Applausi). Come pensate di attrarre un investitore dall'esterno se l'idea di Paese che avete è che ci sono un'opera di serie A e un'opera di serie B, un territorio di serie A e uno di serie B?
Penso che lo scaricabarile cominci a non funzionare più e che quella discussione sul PNRR sia davvero stata la premessa di quello che è accaduto. Quando un Paese si trova nell'incapacità di dare uno sbocco operativo con soluzioni ai problemi reali esistenti; quando un Paese deve addirittura rinunciare a realizzare gli asili perché non ha le soluzioni pronte per risolvere i problemi, è chiaro che quel Paese comincia a muoversi nell'ambito della litigiosità della propria maggioranza.
Qualche consiglio ve l'abbiamo dato e ve lo ripetiamo. Un'idea di Paese con il Governo Renzi noi ce l'avevamo. Industria 4.0, per acquisire macchinari, per realizzare impianti, per comprare mezzi di trasporto, per rafforzare il sistema digitale e l'innovazione nel nostro Paese, è una soluzione e ve l'abbiamo riproposta anche nella discussione sul PNRR. Provate ad ascoltare. Provate ad ascoltare il Paese vero, perché in pochissimo tempo il Paese vero l'avete rimosso completamente dalla vostra memoria. Evidentemente siete caduti nel tranello di salotti e discussioni fatte tra di voi, che porteranno poco lontano.
PRESIDENTE. Si avvii a concludere, senatrice Paita.
PAITA (Az-IV-RE). Signor Presidente, la ringrazio del tempo concessomi.
Credo sia necessario affrontare questa discussione con una serietà e un atteggiamento diversi rispetto a quello che è prevalso alla Camera. Voi sapete che noi abbiamo detto, fin dal primo momento, senza se e senza ma, no a questo DEF, ma avevamo tenuto un atteggiamento di responsabilità sulla questione dello scostamento.
È chiaro che i toni, la discussione di ieri, gli accenti utilizzati, l'incapacità di comprendere quello che è accaduto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PAITA (Az-IV-RE). ...e l'assenza completa di umiltà nella discussione fanno cambiare segno politico alla discussione di oggi.
Pertanto, annuncio il voto contrario del Gruppo terzo polo Azione-Italia Viva sullo scostamento e sulla questione del DEF. (Applausi).
DAMIANI (FI-BP-PPE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAMIANI (FI-BP-PPE). Presidente La Russa, con toni bassi dico alla collega Paita che noi abbiamo vinto le elezioni con i voti degli italiani. (Applausi). Se ne facciano una ragione lei e tutta l'opposizione.
Torniamo in Aula oggi anche con imbarazzo, lo dico e lo ammetto. Non voglio assolutamente derubricare l'episodio che ieri è accaduto alla Camera come un piccolo incidente di percorso. Voglio però dire chiaramente in quest'Aula, a tutta l'Assemblea e soprattutto all'opposizione, che quello che è accaduto ieri non ha alcuna valenza politica, non ha inciso in questa maggioranza. (Applausi). La maggioranza è unita e coesa. E lo dimostriamo oggi, lo abbiamo già dimostrato con il voto sul DEF alla Camera e lo dimostreremo - come abbiamo fatto ieri - anche in quest'Aula al Senato.
L'appuntamento del voto sul Documento di economia e finanza è molto importante. Esso assume una grande rilevanza e richiede una grande responsabilità da parte di tutto il Parlamento, sia da parte della maggioranza che da parte delle opposizioni. Non si ammettono distrazioni su un provvedimento del genere, proprio perché si tratta di un provvedimento importante. La Costituzione ci dice che il voto è a maggioranza assoluta, non a maggioranza semplice, e quindi necessita di una condivisione della maggioranza con le opposizioni. Questo significa il voto a maggioranza assoluta. Perciò ripeto che è grave quanto è accaduto ieri alla Camera, ma è altrettanto grave quanto è successo dopo, con gli applausi dell'opposizione sul non voto della Camera. (Applausi). È un atteggiamento di irresponsabilità che vogliamo sottolineare in quest'Aula per quello che è accaduto.
Il voto oggi sul DEF è un voto importante, atteso dalle famiglie, dalle imprese e soprattutto dagli italiani. (Commenti).
PRESIDENTE.Senatrice Malpezzi.
DAMIANI (FI-BP-PPE). Presidente La Russa, bene abbiamo fatto a ritornare oggi subito in Aula, perché gli italiani aspettano delle risposte dal Documento di economia e finanza. (Commenti).
PRESIDENTE. Io non ho sentito interventi di disturbo quando hanno parlato i colleghi che hanno preceduto il senatore Damiani. Vi prego di comportarvi allo stesso modo. (Applausi).
DAMIANI (FI-BP-PPE). Grazie, Presidente.
Bene - dicevo - hanno fatto il Parlamento e questa maggioranza a ritornare subito in Aula. Bene oggi l'impegno del Governo e del ministro Giorgetti a venire in audizione sia alla Camera che al Senato. In questi mesi il Governo in tema di politica economica sta facendo passi da gigante, e lo voglio ricordare ancora una volta. In poco tempo, a solo un mese dall'insediamento, questo Governo si è fatto carico di una manovra finanziaria che non aveva scritto questa maggioranza, ma aveva scritto un altro Governo, e in quella manovra finanziaria abbiamo cominciato a dare delle risposte ai cittadini, agli italiani. Queste cose forse le dimenticate troppo spesso.
Bene ha fatto e fa il Governo oggi ad affrontare con lucidità i temi in un momento economico difficile, in un momento incerto per il Paese. Gli scenari nazionali e internazionali li conosciamo tutti, con delle incognite che non riusciamo assolutamente a controllare. Nonostante questo, il DEF è un documento realista, che guarda alla realtà del nostro Paese. Nonostante questo, ci sono dei numeri positivi che ancora oggi il ministro dell'economia Giorgetti ci ha confermato in Commissione bilancio. Egli, anzi, ci ha detto che tutti gli operatori del settore guardano con fiducia al futuro dell'Italia: questo è un dato importante e lo voglio ricordare.
Nel DEF abbiamo una crescita prevista nel 2024 dell'1 per cento e nel 2025 dell'1,5 per cento.
Anche la riduzione del debito oggi è importante ed è pari a 4 punti percentuali. Non voglio entrare tecnicamente nello scostamento, ma oggi votiamo l'utilizzo di risorse aggiuntive per 3,4 miliardi di euro, che con una scelta politica ben definita la maggioranza ha deciso di destinare al taglio del cuneo fiscale. (Applausi). Lo abbiamo già fatto, del resto, a un mese dall'insediamento, nella passata manovra finanziaria, con l'ulteriore taglio di 3 punti del cuneo fiscale.
Voglio ricordare al Senato che il Gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, nel 2021, aveva destinato, con un' altra maggioranza e in un contesto diverso, con un Governo d'emergenza, altri 8 miliardi di euro al taglio del cuneo fiscale. Ci siamo già impegnati su questo tema e sul taglio delle tasse.
Ci sono poi altri 4,5 miliardi di euro nel 2024 da destinare alla riforma fiscale, la riforma delle riforme, che gli italiani aspettano da cinquant'anni nel nostro Paese, per rigenerare e dare risorse alle famiglie e soprattutto alle imprese. (Applausi). Si tratta quindi di un impegno deciso e forte.
Come dicevo, c'è anche la riduzione della pressione fiscale, a noi tanto cara, dal 43,3 per cento prevista nel 2023 al 42,7 nel 2026. Lo ribadisco: non sono solo numeri, ma dati economici puntuali, quelli oggi scritti nel Documento di economia e finanza.
Come dicevo, ciò accade in uno scenario internazionale particolare. A tal proposito, voglio solo mettere in fila le condizioni economiche che si sono succedute nel nostro Paese: prima il Covid, poi abbiamo avuto la guerra; alla guerra sono seguiti l'inflazione, la crisi di una banca alle porte dell'Italia e il fallimento delle banche americane. Abbiamo avuto poi l'innalzamento dei tassi da parte delle banche centrali. In questo clima quasi da tempesta perfetta, oggi disegniamo il DEF con coraggio e soprattutto con una visione di Paese. Ci auguriamo che uno di questi fattori possa invece ritrovare un dato positivo e sicuramente la ripresa nel nostro Paese sarà più veloce, più concreta e più forte.
Quindi abbiamo fatto delle scelte politiche e ce ne diamo atto. Ecco perché dico che oggi la maggioranza, forse, da questo incidente di percorso esce ancora più forte. (Applausi). Come dicevo, abbiamo fatto scelte politiche, soprattutto in tema di riduzione delle tasse. Si tratta di un tema tanto caro a Forza Italia, che è da sempre un baluardo del presidente Silvio Berlusconi e del nostro Gruppo parlamentare.
Ecco perché nel DEF seguiamo tre linee in particolare, tre direttrici, o comunque abbiamo tre indirizzi. Innanzi tutto, occorre uscire dalla straordinarietà del momento. Basta con politiche straordinarie: dobbiamo rendere certa tutta una serie di misure per gli italiani e sicuramente anche per le famiglie in difficoltà. Dobbiamo ridurre il deficit della pubblica amministrazione rispetto al PIL e poi, soprattutto, dobbiamo puntare alle misure di crescita, con la riduzione delle tasse e soprattutto il sostegno alle famiglie e alle imprese.
Continueremo poi a guardare anche alcuni aspetti, come il taglio dei costi superflui e la spending review: anche di quello si parla nel Documento di economia e finanza. Cito poi l'utilizzo di tutti i fondi del PNRR. State tranquilli: utilizzeremo bene tutti i fondi, perché con l'utilizzo di tutte le risorse non soltanto crescerà il prodotto interno lordo del nostro Paese, ma soprattutto ridurremo la disoccupazione. È un altro dato importante, un altro obiettivo che il Governo si è impegnato a raggiungere.
Come dicevo, molto importante sarà anche il tema delle tante riforme da mettere in campo, perché il DEF prevede anche una serie di disegni di legge collegati, tra i quali in particolare c'è la riforma fiscale, che sarà veramente il cavallo di battaglia della maggioranza e del nostro Governo. (Commenti). Questi sono gli impegni che abbiamo assunto, gli impegni politici che il Governo ha assunto e il Gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE... (Commenti).
PRESIDENTE.Senatore Lorefice! Grazie.
DAMIANI (FI-BP-PPE). ...insieme alle altre forze di centrodestra ha già ribadito il proprio sostegno al Governo e al Documento in esame. Lo facciamo oggi, in quest'Aula, per la terza volta: dopo averlo fatto in Consiglio dei ministri, lo abbiamo fatto ieri in Senato e lo ribadiamo oggi.
Questo è un Documento di economia e finanza che getta le basi oggi di un percorso di legislatura. Lo voglio dire perché il momento politico più importante della maggioranza, oggi, sarà non soltanto la nostra coesione, ma la visione di legislatura, che è molto importante. (Applausi). Questo Documento getta le basi e traccia il percorso perché per uscire dalla crisi economica oggi non servono tante ricette e tanti strumenti, ma solo due: la riduzione delle tasse e il sostegno alle imprese del nostro Paese, ossia le uniche che generano posti di lavoro. Questi sono i fattori che noi condividiamo.
Per tali ragioni, grazie al Gruppo Forza Italia che oggi mi ha dato la possibilità di intervenire in dichiarazione di voto e al capogruppo Licia Ronzulli, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo. (Applausi).
Sulla scomparsa del senatore Andrea Augello
PRESIDENTE. (Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Onorevoli colleghi, purtroppo è arrivata la conferma che poche ore fa è venuto a mancare un nostro collega, il senatore Andrea Augello, che ricorderemo in altra seduta. Ho ritenuto doveroso riferirlo all'Assemblea del Senato e dedicargli un minuto di silenzio. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio). (Applausi).
Ripresa della discussione congiunta del documento LVII, n. 1,
e dell'annessa Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (ore 15,21)
PATUANELLI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, Governo, colleghi, ci stringiamo alla famiglia del collega scomparso, che avremo modo di ricordare.
Per il suo tramite, Presidente, mi permetto di ricordare al senatore Damiani che certamente il voto del popolo ha dato loro l'onere di governare e quindi, citando Guccini, gli dico: «Godetevi il successo, godete finché dura».
Ieri però, colleghi, onestamente non vi siete mostrati come i primi della classe per quello che è successo alla Camera. (Applausi). Mentre eravamo in quest'Aula a votare, le prime agenzie di stampa riportavano le notizie che provenivano dall'altro ramo del Parlamento e mostravano come non c'erano i numeri per l'approvazione della Relazione al Parlamento (ossia la maggioranza qualificata). Il mio primo pensiero è stato il seguente: non è che i colleghi deputati della maggioranza hanno capito che questo è un DEF surreale, triste e grigio, che non affronta i problemi del Paese e hanno deciso di dare un segnale forte al loro Governo? (Applausi). Poi, con un ragionamento forse più malizioso, ho pensato: ma non è che forse c'è un problema all'interno della maggioranza, al cui interno le forze politiche litigano tra loro e qualche componente ha voluto dare un segnale alle altre? E poi, invece, mi sono accorto che, come sempre, la risposta più banale e facile è quella giusta: erano in vacanza, stavano approfittando del ponte.
Credo che questo DEF sia un Documento di economia e finanza e turismo e allora chiamiamolo «Open to meraviglia». La cosa più surreale è che, mentre non si va a lavorare quando si deve, si convoca un Consiglio dei ministri il 1° maggio, costringendo tanti lavoratori a lavorare (Applausi), umiliando le forze sociali convocate la sera prima e delegittimando totalmente le rappresentanze sociali. Si prevede un provvedimento che è un panno caldo per qualcuno, che però non dà risposte ai temi del precariato e della sicurezza sul lavoro, temi reali, che con la Festa del 1° maggio si cerca sempre di sottolineare al Paese. Questo è doppiamente grave e surreale.
Veniamo però alla questione del Documento di economia e finanza.
Credo sia normale che, quando si fa una campagna elettorale o prima, quando si è opposizione a un Governo, si facciano tante promesse, oppure dall'opposizione si sottolinei come i problemi da risolvere siano facili e che, se quell'opposizione fosse al Governo, avrebbe già risolto tutto. Poi, però, quando si governa è un po' più difficile - devo dire la verità - e lo abbiamo scoperto noi e oggi lo state scoprendo anche voi.
Qui, però, non siamo di fronte ad alcune parti di un programma elettorale che non vengono attuate, e peraltro avete davanti anche anni per farlo. Qui si tratta di uno sconvolgimento, di uno stravolgimento totale di tutto quello che le forze di maggioranza hanno detto durante la campagna elettorale e che in questo DEF non c'è, o è espresso esattamente al contrario. (Applausi)
Ricordiamo tutti l'attacco all'austerità dell'Europa fatto negli anni di opposizione e c'è un DEF a crescita zero, un DEF che più austero di così non si può. Ricordiamo tutti la tassa piatta, le pensioni a 1.000 euro, la riforma della legge Fornero, il sostegno all'economia e ai salari e in questo DEF si parla di moderazione salariale? Cioè, per evitare l'inflazione bisogna fare in modo che le persone siano più povere e non possano spendere? È drammatica questa posizione, espressa chiara e tonda nel DEF. (Applausi).
Non parliamo poi della questione degli investimenti e del vostro mondo, il mondo produttivo, quello che sempre ha guardato al centrodestra come modello di riferimento.
Voglio tornare sulla questione della Transizione 4.0, avendo letto alcune agenzie di stampa piuttosto surreali. Il piano Industria 4.0, Impresa 4.0 e oggi Transizione 4.0 è stato potenziato nel 2019 con la legge di bilancio e per la prima volta è stato reso triennale, come triennale è la programmazione di bilancio. È per questo che andava rifinanziato dopo tre anni nella legge di bilancio 2022 e non perché c'era la volontà di non finanziarlo, perché da sempre si finanziava con la legge di bilancio, e noi per la prima volta lo abbiamo fatto per tre anni. Che cosa vi hanno fatto di male gli imprenditori per tagliare tutto quello che c'era di buono nelle leggi fatte dal Governo Conte e dai Governi precedenti? (Applausi). È surreale che a farlo siate voi, che avete quel mondo come riferimento culturale.
Penso che poi sia del tutto evidente che la totale incoerenza del Governo e della maggioranza cerchi di essere coperta da quelle che si usano chiamare armi di distrazione di massa: quindi, da un lato, alcune gaffe certamente ben coordinate e strategiche, le parole usate un po' male e fuori luogo e, dall'altro, tutto il dibattito sul PNRR, che nel DEF viene definito il più grande elemento di sviluppo del Paese, anche se poi negli interventi in Aula - ricordo il senatore Borghi - e in quelli del Ministro della difesa si dice che non dobbiamo usare tutte le risorse e che dobbiamo tagliare l'utilizzo dei circa 200 miliardi che abbiamo a disposizione per il Paese.
Qualcuno dice che la frittata è fatta; altri, come il senatore Damiani, dicono che useremo tutte le risorse. Allora c'è una distrazione totale sui problemi reali del Paese. Avete parlato di un buco di bilancio di 40 miliardi e poi nel DEF si parla di buon andamento della finanza pubblica. Insomma, avete detto tutto e il contrario di tutto in questi giorni e in questo Documento.
C'è poi l'ultima arma di distrazione: i piagnistei con cui si dice che siamo nel momento più difficile; cito il collega Liris, che ieri nel suo intervento ha detto: «È arrivato il Governo Meloni a salvare la Nazione dal precipizio nel quale ci stavate portando». Il presidente Meloni ha detto che state governando nella fase più difficile del Paese e della storia repubblicana. Capisco tutto, ma avrei voluto vedere voi governare il Paese durante la pandemia. (Applausi). Avrei voluto vedere voi governare il Paese in pandemia con voi all'opposizione. Avrei voluto vedere voi governare il Paese in pandemia con voi all'opposizione e con Renzi al Governo. (Applausi. Commenti).
PRESIDENTE.Colleghi, mi pare che il senatore Patuanelli non stia dicendo niente di drammatico. Prego, senatore, si avvii alla conclusione.
PATUANELLI (M5S). Mi avvio alla conclusione, ma ho ancora due minuti e mezzo.
PRESIDENTE. La invitavo infatti solo ad avviarsi.
PATUANELLI (M5S). Mi avvio a concludere con rapidità e puntualità, signor Presidente.
Guardando al Paese che vi abbiamo lasciato, aveva 10,7 punti di crescita in due anni (Applausi): vi abbiamo lasciato un Paese che ha ridotto di 10 punti il rapporto tra deficit e PIL (Applausi);
vi abbiamo lasciato un Paese che aveva 210 miliardi da investire, e non siete in grado di farlo. Questo è il Paese che vi abbiamo lasciato! (Applausi).
Oggi siamo di nuovo qui in quest'Aula perché sono state aggiunte alcune parti alla Relazione sullo scostamento di bilancio; vi volete occupare di famiglie con figli, ed è sacrosanto. Credo che meriti una discussione approfondita il modo in cui farlo, perché ritengo che la leva fiscale per risolvere il problema della natalità con 13 milioni di italiani che pagano zero d'imposizione fiscale perché stanno al di sotto della no tax area sia il modo sbagliato. Quei 13 milioni di italiani hanno certamente figli e non avrebbero alcun beneficio da un taglio delle tasse che già non pagano. (Applausi).
Il ministro Giorgetti ha ricordato che bisogna intervenire eliminando le difficoltà e i vincoli che portano le famiglie a non fare figli. Quelle difficoltà sono il precariato, il salario che non c'è o che non è dignitoso. (Applausi). È la direzione opposta a quella verso cui state andando, piuttosto, che ci potrebbe portare a sperare che questo Paese ricominci ad avere un tasso di natalità adeguato.
Presidente, negli interventi di oggi - come in quelli di ieri - il centrodestra continua a parlare della difesa del nostro Paese, dei cittadini italiani, della nostra patria. Ora, però, se questi sono i patrioti, citerei un altro cantante, il maestro Battiato: «Povera patria» (aggiungo: schiacciata dagli abusi di potere)! (Applausi).
Colleghi, oggi siamo qui ed è assolutamente legittimo esserci dal punto di vista formale; è legittimo che si ripresenti nelle Aule del Parlamento un Documento modificato dopo che non è stato approvato in un ramo del Parlamento, però c'è un abuso di potere politico. Voi avreste dovuto semplicemente dire che non siete stati capaci di approvare il DEF. (Applausi). E, anziché aggiungere sette parole, avreste dovuto sostituirle tutte e sette dicendo: scusateci, siamo semplicemente incompetenti, incapaci e fannulloni. (Applausi).
GARAVAGLIA (LSP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARAVAGLIA (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghe senatrici, colleghi senatori, innanzi tutto, a nome del Gruppo e, immagino, dell'Assemblea, un abbraccio alla famiglia del collega Augello per questa notizia che ci ha sconvolto. (Applausi).
Prima di andare al sodo, facciamo giustamente un po' d'ordine.
Siamo qui per votare nuovamente un provvedimento perché ieri non è passato alla Camera per un errore commesso dalla maggioranza. Ebbene, quando si sbaglia, semplicemente si chiede scusa; quindi, facciamo le cose semplici. (Applausi).
Scusa al presidente Giorgia Meloni, al ministro Giorgetti, ai membri del Governo, che non c'entrano nulla; scusa all'opposizione, che merita rispetto, perché è la maggioranza innanzi tutto che deve garantire i numeri (Applausi), soprattutto sulle leggi di bilancio (ricordiamo che il Parlamento nasce per gestire il bilancio), ma scusa anche ai cittadini che al Governo e al Parlamento chiedono una cosa semplice: che risolvano i problemi, senza polemiche inutili. (Applausi).
Ciò detto, passiamo al sodo. Che cosa stiamo votando? Il DEF, il documento di programmazione, con una nota di aggiornamento che aggiunge 3,5 miliardi circa, che il Governo e il Parlamento destinano ai lavoratori con redditi bassi. Immagino che su questo dovremmo essere d'accordo tutti e vedo che per polemiche inutili ci si divide anche sulle cose elementari.
Veniamo al Documento, che è in linea con una legge di bilancio che è stata molto criticata, ma è solida, seria e pragmatica, per quello che si poteva fare in così poco tempo.
Questo documento di programmazione fa quello che si può fare in un periodo tanto complicato, come lo è oggettivamente per fattori d'incertezza che non dipendono da noi: i costi dell'energia, i tassi d'interesse, la modifica del Patto di stabilità europea, tutti elementi che vanno considerati e valutati.
Ci ricordiamo le polemiche sulla legge di bilancio, che a detta dell'opposizione non stanziava misure sufficienti per il costo dell'energia? Ebbene, fortunatamente abbiamo avuto ragione e serviva quello che è servito. Ci ricordiamo i fiumi d'inchiostro versati per la fine degli sconti sui carburanti? Fortunatamente abbiamo fatto così e non abbiamo gettato inutilmente fiumi di risorse pubbliche. (Applausi).
Questo per dire che certamente non è tutto giusto e perfetto, ma è quello che si può fare in un momento complicato, con prudenza e serietà. Si procede passo dopo passo, aggiornando man mano la programmazione sulla base degli elementi che vengono ad essere noti. Sappiamo tutti che il vero documento importante sarà la Nota di aggiornamento al DEF, che approveremo dopo l'estate, che porrà le basi anche con elementi solidi dal punto di vista economico per varare la prima vera legge di bilancio di questo Governo di centrodestra di legislatura. Nel frattempo, però, il Governo, il Parlamento e la maggioranza non sono stati fermi, perché il PIL e lo sviluppo si fanno anche con le riforme, facendo scelte chiare e non necessariamente stanziando risorse. Vi faccio due esempi: la delega fiscale e gli interventi sul mercato del lavoro.
La delega fiscale è un intervento che questo Paese aspetta da decenni. L'ultima vera riforma fiscale risale ai primi anni Settanta, figuriamoci. Ebbene, perché è così necessaria questa delega fiscale? Sono tre i punti che fanno capire la necessità di questo intervento di sistema. Funziona il sistema di riscossione? Vi do qualche numero: a fine 2018, il magazzino fiscale, cioè l'ammontare di tasse e imposte non incassate dallo Stato, era pari a 810 miliardi. L'anno dopo è diventato di 950 miliardi, l'anno dopo 1.000, quello dopo ancora 1.100: adesso è pari a 1.150 miliardi. Nel frattempo, si sono avvicendati Governi di tutti i colori: quindi, non far funzionare il sistema di riscossione non è una scelta politica, ma semplicemente non funziona. Se abbiamo 100 miliardi di evasione stimata, vuol dire che qualcosa non quadra.
Funziona allora il sistema di accertamento? Se una partita IVA o un'impresa fa ricorso e una volta su due vince la partita IVA contro l'Agenzia delle entrate, evidentemente non funziona neanche il sistema di accertamento.
Con la riforma, allora, si va a ribaltare in particolare il sistema attuale, che, a furia di fare grida manzoniane e di rincorrere quando poi è troppo tardi, ha dato dimostrazione di non funzionare. Noi facciamo un ribaltamento completo, ci fidiamo dei nostri cittadini. (Applausi). Partite IVA e aziende si dividono in tre fasce: per la prima fascia c'è la flat tax, che tra l'altro abbiamo introdotto noi della Lega qualche anno fa, che viene messa a regime per i redditi annui lordi fino a 85.000 euro; da lì in poi, c'è il concordato preventivo: dimmi che cosa vuoi fatturare nei prossimi due anni, se fatturi di più buon per te, se fatturi di meno peggio per te, ma il sistema è semplice; per le aziende più grandi, c'è un sistema più complicato, ma sono poche.
Questo per quanto riguarda il fisco, poi c'è il mercato del lavoro: siamo certi che funzioni? No che non funziona, perché se abbiamo circa l'8 per cento di disoccupazione e solo nel settore turismo e ricezione mancano 300.000 persone, è evidente che qualcosa non funziona nell'incontro fra domanda e offerta di lavoro. Vanno quindi rimossi gli ostacoli nell'incontro fra domanda e offerta di lavoro e quello che votiamo oggi è un pezzo del decreto che farà il Governo, che rimuove alcuni di questi ostacoli, perché non possiamo permetterci di avere l'8 per cento di disoccupazione, da una parte, e aziende, imprese e artigiani, a cui mancano centinaia di migliaia di lavoratori, dall'altra.
Veniamo alla revisione del reddito di cittadinanza, che ha dimostrato di avere problemi seri, tant'è che è bastato mettere due paletti e l'INPS - il dato è di ieri - ha certificato che in tal modo il numero delle domande si è ridotto del 25 per cento. (Applausi).
Allora, questo è quello che si vuole fare? Sì, questo è quello che si vuole fare, però anche in un'ottica di migliore organizzazione del lavoro e della qualità legislativa della produzione del Parlamento.
È una buona notizia, colleghi, se si riducono le domande: vuol dire che ci saranno più persone che, anziché chiedere il reddito di cittadinanza, saranno sul mercato del lavoro, il che è esattamente quello che prevede la nostra Costituzione. È trascorso da poco il 25 aprile. Quante volte abbiamo sentito dire che la nostra è la Costituzione più bella del mondo? È vero, ma l'abbiamo letta tutta, fino in fondo?
L'articolo 2 della nostra Costituzione, al primo comma, dice che abbiamo diritti, ma al secondo dice che abbiamo un dovere inderogabile - espressione molto forte - di solidarietà politica, economica e sociale. È un dovere e per chi non avesse capito, l'articolo 4, quello dedicato al lavoro, se al primo comma dice che, certo, vi è il diritto al lavoro, al secondo parla del dovere di svolgere un'attività che concorra alla crescita materiale e spirituale del Paese. Quindi, diritti e doveri.
Se poi uno ancora non avesse capito, i nostri Costituenti, che erano proprio bravi, hanno previsto anche l'articolo 38, che, al primo comma, dice che la Repubblica deve certamente garantire assistenza a chi non ha mezzi di sussistenza, purché sia inabile al lavoro: è semplicissimo. (Applausi).
In conclusione, signor Presidente, noi abbiamo un grande compito ed un grande onere, garantire i diritti a tutti; i diritti si garantiscono però se ciascuno fa il proprio dovere. (Applausi).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Papa Giovanni XXIII» di Moscufo, in provincia di Pescara, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione congiunta del documento LVII, n. 1,
e dell'annessa Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (ore 15,42)
BOCCIA (PD-IDP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BOCCIA (PD-IDP). Signor Presidente, anche il Gruppo Partito Democratico si associa alle condoglianze alla famiglia del senatore Augello, al quale ci ha legato un lungo periodo di confronto, di scontri e anche di battaglie parlamentari, ma sempre molto corretti. Davvero rivolgiamo un abbraccio affettuoso a tutta la sua famiglia. (Applausi).
Signor Presidente, la mancata approvazione del DEF, anzi la sua bocciatura, colleghi senatori di maggioranza, è un inedito della storia recente del nostro Parlamento. Questa mattina, con un'affermazione che noi derubrichiamo a gaffe, ma vorrei essere tranquillizzato dalla maggioranza, il Capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera si è prima scusato con i propri elettori, fingendo di non ricordare che il Governo della Repubblica serve tutti gli Italiani e che non ci si scusa per gli errori del Governo solo con una parte degli italiani, ma con tutti gli italiani (Applausi); poi, quando ci eravamo illusi che quelle scuse fossero vere e reali, come quelle che abbiamo appena ascoltato dal presidente Garavaglia, è uscito il vero volto, quello di una destra che non cambia, signor Presidente, e che contesta le regole, quelle democratiche. Che a nessuno venga in mente, signor Presidente, di toccare le regole di funzionamento della nostra democrazia (Applausi)solo perché non ci si trova con i numeri che doverosamente la maggioranza deve garantire.
A qualche collega con la memoria limitata ricordo che non è dovuto il voto sullo scostamento di bilancio. Ho la memoria buona e ricordo ancora quando su alcuni scostamenti di bilancio mancò il voto della destra in pieno lockdown e in piena pandemia. (Applausi). Per fortuna, la storia, nonostante la voglia di riscriverla, è lì davanti a tutti noi. Il Parlamento è stato unito sullo scostamento di bilancio, per una legge che per fortuna c'è e che rivendichiamo, in momenti eccezionali di emergenza assoluta. Noi oggi non siamo uniti, perché avete un'idea di Paese che noi non condividiamo e ve lo spieghiamo ancora oggi, dopo averlo già fatto ieri (lo hanno fatto con grande chiarezza nel merito del DEF tutti i colleghi del Partito Democratico). Il collega Misiani, con grande puntualità, vi ha detto perché riteniamo inadeguato lo sforzo, quasi impercettibile, che il Governo fa sul lavoro.
Lo abbiamo detto perché il problema che vi poniamo di fronte oggi è la mancanza di senso delle istituzioni che è andata in onda ieri alla Camera e - mi permetto di dirlo, nonostante il suo sforzo per altri aspetti, signor presidente La Russa - anche qui in Senato. Oggi il ministro Giorgetti è venuto in Commissione ed ha fatto il suo dovere, ma in realtà doveva essere all'Eurogruppo. Spero che vi siate resi conto che, grazie alla vostra incapacità, oggi il Ministro dell'economia, anziché essere lì (se ci è andato, ci è arrivato in ritardo), era qui per tentare di mettere una toppa ad una cosa che si chiama mancanza di senso del funzionamento del Parlamento.
Lo diciamo perché da questo buco nero discende quella che consideriamo una totale inadeguatezza a governare. Riteniamo che questa maggioranza sia fatta da tre destre diverse tra loro. Lo dicono anche i numeri alla Camera: le assenze - lo dico al senatore Damiani per il tramite del Presidente - riguardavano il 30 per cento di Forza Italia, quasi il 20 per cento della Lega e l'11 per cento di Fratelli d'Italia. Dicono sempre qualcosa i numeri, anche se sono mascherati da influenze, malattie o impegni. Quando ci sono assenze, c'è sempre un perché.
Noi pensiamo che questa maggioranza non sia adeguata a guidare la settima potenza industriale del pianeta (Applausi), perché non siete ancora riusciti a nutrirvi del senso delle istituzioni, del loro rispetto e del fatto che chi ha responsabilità di Governo non deve occuparsi dei pruriti di una parte rabbiosa dell'elettorato, ma deve servire la bandiera, la Costituzione e il popolo italiano. È solo l'ultimo episodio di scempio di regole non scritte, ma codificate. Nessun Governo finora aveva mostrato in sei mesi tanta sgrammaticatura istituzionale.
Il Partito Democratico, signor Presidente, è seriamente preoccupato - e lo diciamo con il massimo rispetto - non perché non è al Governo: la bellezza della vita parlamentare è fatta di cicli e questo è il vostro momento, sancito dagli elettori, e ve lo ribadiamo qui noi. (Applausi).
Siamo preoccupati perché le notizie rispetto alla nostra scarsa credibilità in Europa ed internazionale si sommano. È di pochi giorni fa la notizia che una nota banca d'affari ha consigliato di uscire dal debito sovrano italiano, che era ed è tuttora più che solido - lo diciamo noi e lo ribadiamo - per orientarsi verso i buoni del tesoro spagnoli. Lo ricordo perché difendiamo la struttura del debito.
Ai tanti colleghi della maggioranza che ci ricordano che il PNRR, sì, lo abbiamo ottenuto, ma in fin dei conti è debito, vorrei però ricordare - e spero sia l'ultima volta che ce lo diciamo - che è fatto da circa 69 miliardi di sovvenzioni e 122 miliardi di prestiti, signor presidente La Russa. Sapete quanta parte di debito pubblico scade quest'anno? 390 miliardi. Sapete quanto scade di buoni poliennali del tesoro (BTP) nel 2023, a partire da maggio? 178 miliardi. Il costo medio oggi - non so dirvi quale sarà tra qualche mese - è del 3,4 per cento. Sfido qualsiasi esponente della maggioranza di Governo a dirci che i prestiti di soli 122 miliardi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza siano superiori al costo che ogni mese dobbiamo coprire. (Applausi). E lo copriamo solo se siamo credibili, se siete credibili; ed è questa credibilità che ci preoccupa, signor Presidente. Il problema è proprio questo, la credibilità. (Commenti).
PRESIDENTE.Senatore Licheri, la prego: se l'opposizione disturba l'opposizione, andiamo male.
BOCCIA (PD-IDP). Poi, se lo dice Borghi, dobbiamo stare tranquilli.
PRESIDENTE.Borghi!
BOCCIA (PD-IDP). Volete davvero continuare a credere che vi sia un complotto internazionale, che la speculazione mondiale voglia colpire il vostro sacro furore rinnovatore o ancora che vi ribellerete ai diktat della Troika e a stupidaggini simili? O non volete iniziare a chiedervi se il fatto che l'Italia sia piombata nel buio dello scetticismo e della sfiducia internazionale non sia la diretta conseguenza di questo modo di concepire la vita di governo in Europa e nel mondo? Vi rendete conto che, mentre infuria la crisi internazionale, uno dei membri del G7 si occupa (si fa per dire) di problemi di ombrelloni e di lidi? (Applausi. Commenti).
PRESIDENTE.Zaffini!
BOCCIA (PD-IDP). Mentre ci chiedono risposte sul MES e sulla sua ratifica, noi ci occupiamo dei bagni al mare? Dei rave? Della protezione speciale dei migranti? Ci occupiamo dello "spacca Italia" di Calderoli? È questa l'idea di Paese nel suo insieme, al tempo della società aperta, sempre più digitale e multietnica?
E quali sono la linea e l'indicazione di rotta che arrivano da questo DEF? La linea che arriva da questo DEF è che non c'è linea, l'ha ricordato il senatore Cottarelli ieri. Non c'è linea nemmeno dentro i numeri reali: un deficit tendenziale primario di 8 miliardi, peggiore di quello programmato sei mesi fa, e un indebitamento che sale a 10 miliardi nel 2024.
Signor Presidente, sono tanti i temi per i quali siamo preoccupati. Ce ne sono però alcuni... (Il microfono si disattiva automaticamente).
PRESIDENTE. Si avvii a concludere.
BOCCIA (PD-IDP). Non intendiamo fare nessuna marcia indietro. Avete cancellato le case della comunità, che - voglio ricordarlo a chi ci ascolta anche fuori, signor Presidente, le chiedo solo questo - erano lo strumento con cui sarebbero stati coordinati tutti i servizi sanitari offerti sul territorio, soprattutto ai malati cronici. Era prevista la presenza e l'integrazione con i servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziane e fragili. A meno di due anni e mezzo dalla pandemia e dalla crisi più drammatica che abbiamo vissuto, avete detto che li avreste cancellati. Noi non ve lo consentiremo.
Signor Presidente, solo un ultimo aspetto. Tutto questo, alla vigilia del 1° maggio.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
BOCCIA (PD-IDP). Il 1° maggio, signor Presidente, si manifesta per i diritti dei lavoratori; lo dico e lo ricordo a tutti noi. Scegliete voi qual è la data di riferimento, dal 1° maggio 1886 alla rivoluzione industriale, dal fascismo alla strage di Portella della Ginestra, alle manifestazioni sindacali. Scegliete voi quale...
PRESIDENTE. La ringrazio, dovrebbe proprio concludere.
BOCCIA (PD-IDP). ...ma onorate i lavoratori italiani. Grazie, signor Presidente, e non lo fate con... (Il microfono si disattiva automaticamente. Applausi).
LIRIS (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, senatore Liris, e la prego di rispettare i tempi, perché siamo in diretta televisiva.
LIRIS (FdI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, non posso non esordire con il saluto alla famiglia Augello, per la scomparsa di Andrea (Applausi), persona che, per chi come me viene da questo mondo, è stata da sempre un riferimento per la famiglia del centrodestra e di Fratelli d'Italia e per tutta una scuola politica che non ha mai tradito. (Applausi). Il fatto che la notizia venga resa pubblica durante una seduta del Senato, per me che non credo alle coincidenze, è importante. A lui vada un commosso saluto di ricordo e un abbraccio alla famiglia.
Entro nel merito della discussione, avendo ascoltato con attenzione e con rispetto tutti gli interventi di chi mi ha preceduto. Mi ero ripromesso magari di alzare un po' anche il tono del discorso, ma non sarà così, non soltanto per la scomparsa del collega e amico, ma anche perché è importante sottolineare quello che è accaduto ieri. Lo dice una persona abituata a sedere tra i banchi delle assemblee degli enti locali, Comuni, Province e Regioni, e sa cosa significa votare un bilancio, un rendiconto, una variazione o un assestamento. Pertanto, quello che è accaduto ieri non viene da noi derubricato, né sminuito. È stato un incidente di percorso, importante e grave, come ha sottolineato il nostro Presidente del Consiglio. È stato un incidente che non ha avuto e non ha risvolti politici. Chiunque abbia dimestichezza con le tecniche parlamentari e politiche sa bene che i segnali politici vengono dati su provvedimenti minori e non certo sul bilancio, sul DEF e sulla programmazione economico-finanziaria. Sul Documento di economia e finanzia le maggioranze cadono, non si assestano. È evidente che c'è stato un incidente di percorso, ma non per questo è meno grave. Pertanto chiedo scusa, non certo a voi, non certo ai colleghi che sono dovuti tornare e che fanno parte di una categoria privilegiata, ma chiedo scusa a tutti gli italiani per quello che è accaduto ieri. (Applausi). Dopodiché, onorevoli colleghi, vi dico di farvi bastare la gloria della giornata di ieri e di oggi, perché non ce ne saranno altre di soddisfazioni di questo tipo nei prossimi cinque anni. (Applausi. Commenti). Fatevi durare questa soddisfazione!
Voglio provare a stemperare qualche nota di polemica che è arrivata ieri da alcuni colleghi e che, per quanto mi riguarda - e lo sa chi mi conosce - non ha mai divaricato le distanze umane. Non ho mai detto che tra i banchi della minoranza ci sono gufi e iettatori, cara collega Malpezzi - mi rivolgo a lei, sempre tramite il Presidente - ma ho detto che vi invitavo a scegliere se stare dalla parte dei gufi e degli iettatori o dalla parte di chi tifa Italia. (Applausi). Ho capito da alcuni interventi che voi - o molti di voi - tifate Italia. Spero lo facciate però con convinzione e con atti amministrativi, stando dalla parte della ragione, votando secondo coscienza e non soltanto secondo differenze ideologiche.
Un passaggio me lo consentirà il Capogruppo del terzo polo, facendo riferimento a quello che ha detto il Capogruppo alla Camera. La collega senatrice Paita ci ha dato una lezione sulle sottrazioni e sulle addizioni, ma tutto mi sarei aspettato tranne che dal terzo polo arrivassero lezioni sulle divisioni. (Applausi). Proprio dal terzo popolo mi sembra abbastanza di cattivo gusto, anche perché non abbiamo mai affondato il coltello nella piaga e sarebbe stato fin troppo semplice. Al collega Boccia, dopo che per dieci anni la sua forza politica è stata al Governo senza aver mai vinto le elezioni, dico che mi sembra grossolano che dia lezioni su come si deve gestire il Paese.
Cito dunque qualche cifra, perché è importante che gli italiani, che seguono la diretta televisiva, conoscano qualche numero reale.
L'indebitamento netto in rapporto al PIL: 4,4 per cento, 3,5 per cento, 3 per cento, 2,5 per cento; così per quanto riguarda il rapporto deficit-PIL: 142 per cento nel 2023, 141 nel 2024, 140 nel 2025. Quindi noi... (Commenti). Date la possibilità di parlare.
Questo tipo di miglioramento che è dato dai numeri...
PRESIDENTE. Lasciamo parlare il senatore Liris.
LIRIS (FdI). Questi numeri, che sono lapidari e sacri, perché poi consacrano anche chi vince e chi perde le elezioni, ci portano a verificare la previsione di PIL dell'1 per cento nel 2023 e dell'1,5 nel 2024, 800.000 posti di lavoro in più e una riforma del bonus dell'edilizia finalmente sostenibile.
Andiamo a guardare poi un tema a me molto caro: quello del fondo sanitario nazionale. Ne parlate ancora quando negli ultimi anni abbiamo visto sempre un segno negativo accanto alle cifre riguardanti la sanità e invece ora siamo a +2,15 miliardi nel 2023, +2,3 miliardi nel 2024, +2,6 miliardi nel 2025, con un'attenzione nei confronti del territorio e dei dipartimenti di prevenzione per quella ricchezza che essi rappresentano in particolar modo per le aree interne, difficili, montane e marginali e che voi avete impoverito. Ecco la controtendenza.
Non so però chi dobbiamo scomodare per farvi capire che il Governo Meloni sta guidando bene questo Paese. Lo dico perché dopo la CNN, «The Washington Post», la Banca d'Italia, l'Europa e Gentiloni, l'Istat oggi ci dà addirittura la previsione dell'1,8 per cento. Aveva ragione il ministro Giorgetti (Applausi) quando diceva che le stime erano fin troppo prudenti. Quando il nostro Presidente del Consiglio a Londra viene accolto con tutti gli onori del caso e ringraziato per quanto sta facendo a capo della nostra Nazione, voi dovete essere soddisfatti, gratificati e orgogliosi proprio perché con questo DEF ci presentiamo ai tavoli europei in cui si stanno discutendo la legge di stabilità e le regole del PNRR. Poi si torna, dopo il giudizio dell'Europa per la NADEF, ed è lì che dovremo misurarci anche per quanto riguarda tanti decreti applicativi rispetto alle intenzioni socioeconomiche espresse nel DEF.
Oggi in Commissione abbiamo scritto una pagina importante. Questa mattina abbiamo dato il tempo al ministro Giorgetti di spostarsi dalla Camera al Senato e di arrivare in Commissione bilancio, anche su richiesta dei membri della minoranza. C'è l'aggiunta di quelle sette parole che per noi di Fratelli d'Italia, per noi del centrodestra, sono importanti, perché sono rivolte alle famiglie, soprattutto a quelle numerose. Proprio per questo, quando liberiamo 3,5 miliardi nel 2023 e più di 4 nel 2024, imputando poi le spese o comunque queste risorse nel 2023 al taglio del cuneo fiscale, all'abbattimento delle aliquote Irpef, alle famiglie, al fattore famiglia e poi, al 2024, per quanto riguarda il decreto fiscale, stiamo operando nella giusta direzione.
Ieri ho fatto un riferimento, che vi ha fatto un po' arrabbiare, alla mitologia e alle figure di Dedalo e Icaro: ho ricordato la figura di un padre esperto di tecnica, di costruzione, di applicazioni e di prudenza che costruisce ali di piume e cera per consentire al proprio figlio di uscire dal labirinto in sicurezza; ho poi ricordato la figura di un figlio che con fantasie oniriche voleva arrivare alle stelle e al sole, ma si brucia, cade a terra e muore. Noi abbiamo riconosciuto come l'attuale Governo si stia muovendo secondo la modalità di Dedalo, con prudenza, con intelligenza e con capacità di rappresentare la Nazione contrattualmente più forte in Europa. Questo è ciò che gli italiani chiedono: certezze.
Noi non vogliamo - e concludo - che questo Stato dia dimostrazione di svolte eccezionali e di sforbiciate sotto l'incrocio, sempre per usare il gergo calcistico. I cittadini ci chiedono certezze, normalità, misure strutturali, programmatiche e di legislatura. È quello che stiamo concedendo. Noi facciamo la politica degli step, dei passi e di un moto uniformemente accelerato. Questo ci chiede il nostro Paese e questo è l'obiettivo cui stiamo dando seguito.
È per questa ragione che, ringraziando il mio Capogruppo, presidente Malan, di aver dato a me la possibilità di fare questa dichiarazione di voto e il Governo, il presidente Meloni e il ministro Giorgetti per quanto stanno facendo, operando in termini di solidità del Paese, dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia rispetto alla proposta di risoluzione accettata dal Governo. (Applausi).
PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione delle proposte di risoluzione alla Nuova Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012.
Avverto che per tale deliberazione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea che, mi piace ricordare, per la verità il Senato aveva garantito anche ieri. Pertanto, la votazione delle proposte di risoluzione avrà luogo mediante procedimento elettronico con scrutinio simultaneo.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 200, presentata dai senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore, alla Nuova Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012.
(Segue la votazione).
Annullo la votazione, perché c'è stato un problema tecnico: si era impostata la votazione a scrutinio segreto, mentre il voto in questo caso è palese.
Indìco dunque nuovamente la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 200, presentata dai senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore, alla Nuova Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012.
(Segue la votazione).
Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo:
Senatori presenti | 170 |
Senatori votanti | 169 |
Maggioranza | 103 |
Favorevoli | 112 |
Contrari | 57 |
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi). (Commenti).
Senatore Cottarelli, per cortesia: domani andiamo allo stadio, non oggi (posso permettermelo, visto che con il senatore Cottarelli andiamo insieme allo stadio).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di risoluzione n. 2, presentata dai senatori Malan, Romeo, Ronzulli e Biancofiore, al Documento di economia e finanza, accettata dal Governo e su cui non sono stati presentati emendamenti.
(Segue la votazione).
Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simultaneo:
Senatori presenti | 169 |
Senatori votanti | 168 |
Maggioranza | 85 |
Favorevoli | 112 |
Contrari | 56 |
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).
Risultano pertanto precluse le proposte di risoluzione nn. 1 e 3.
Votazioni per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti (ore 16,10)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Votazioni per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti».
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati eletti un componente per ciascuno dei predetti consigli di presidenza, con i nomi indicati dai Gruppi di maggioranza. Non hanno invece avuto la maggioranza assoluta prescritta i candidati Palazzolo e Cardarelli.
Anche in questa occasione la votazione, a scrutinio segreto, avrà luogo per schede, secondo le modalità previste dal combinato disposto dell'articolo 25, comma 1, del Regolamento, dell'articolo 7, comma 1, lettera d), della legge 27 aprile 1982, n. 186, e dell'articolo 18, comma 3, della legge 21 luglio 2000, n. 205.
Per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, ciascun senatore riceverà una scheda di colore giallo, sulla quale indicherà un solo nominativo. Sarà proclamato eletto colui che otterrà la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato.
Per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti, ciascun senatore riceverà una scheda di colore celeste, sulla quale indicherà un solo nominativo. Sarà proclamato eletto colui che otterrà la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato.
Dinanzi al banco della Presidenza sono state predisposte due cabine. I colleghi senatori, immediatamente prima dell'ingresso in cabina, riceveranno dagli assistenti entrambe le schede, che dopo il voto depositeranno nell'apposita urna, all'uscita della cabina.
La chiama sarà svolta in ordine alfabetico.
Dichiaro pertanto aperta la votazione e invito il senatore Segretario a procedere all'appello.
(La senatrice Segretario VERSACE e, successivamente, il senatore Segretario IANNONE, fanno l'appello).
(Nel corso delle operazioni di voto assume la Presidenza il vice presidente GASPARRI - ore 16,25 -).
Saluto a rappresentanze di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Benedetto Bonfigli», di Corciano, in provincia di Perugia, e dell'Istituto comprensivo «Vittorio Veneto» di Castrovillari, in provincia di Cosenza, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa delle votazioni per l'elezione
di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa
e di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti (ore 16,52)
(Seguono le operazioni di voto).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione, a scrutinio segreto, per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti.
Ai sensi dell'articolo 25, comma 2, del Regolamento, invito tre senatori Segretari a procedere allo spoglio delle schede e al computo dei voti.
Presidenza del vice presidente CASTELLONE (ore 17,09)
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
GASPARRI (FI-BP-PPE). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GASPARRI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, dai giornali di oggi si apprende di una sentenza riguardante alcuni servitori dello Stato. Uno di loro ha così commentato: «Abbiamo combattuto una guerra e ci hanno fatto passare per traditori. Non era così». Sono le parole del generale Subranni, protagonista della fondazione dei ROS, Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri. Sono parole che fotografano quanto è avvenuto in Italia: decenni di vergognosi e immotivati processi agli eroi della legalità dell'Arma dei carabinieri, che hanno contrastato la mafia; accuse farneticanti, leggende metropolitane su una trattativa che forse qualcuno vorrebbe ancora alimentare - questa leggenda, appunto - una serie continua poi di assoluzioni, che hanno dimostrato che il generale Subranni, il generale Mori, il colonnello De Donno e altri ancora si sono sacrificati per lo Stato e per la legalità, mentre altri hanno alimentato campagne prive di fondamento. Chissà cos'hanno da dire ora, dopo l'ulteriore sentenza della Cassazione, che afferma che chi ha subito ingiuste accuse "non ha commesso il fatto" (questa è la formula). Cos'hanno da dire ad esempio Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia, Roberto Scarpinato e altri, che dovrebbero farsi una domanda e darsi una risposta.
Le accuse agli eroi della legalità rappresentano un capitolo di vergogna che non può finire qui. Qualcuno deve pagare per le proprie responsabilità. Sono state distrutte non solo reputazioni, ma anche vite fisiche di persone; a Firenze e altrove qualcuno sta ancora inseguendo fantasmi.
Sono lieto anche per l'ulteriore assoluzione che ha riguardato il senatore Marcello Dell'Utri. Del resto, questa è l'Italia in cui chi ha ucciso cinquanta persone, solo perché presunto pentito, diventa una star della domenica sera televisiva e altri emissari di criminali mafiosi, che sono sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis, diventano anch'essi star televisive a pagamento per le loro ambigue prestazioni.
Sono sempre stato accanto a Subranni, a Mori, a De Donno e a tutti coloro che hanno subito ingiuste accuse, ma le toghe che le hanno alimentate non hanno reso onore alla magistratura, una magistratura che vanta invece eroi come Falcone e Borsellino. Sono vicende che andranno approfondite. Alcuni magistrati che ho citato sono gli stessi che hanno creduto a Scarantino, che si accusava di una orrenda strage.
C'è qualcuno che deve spiegare che cosa non ha funzionato. Noi continueremo a cercare la verità, che in alcune procure invece veniva sostituita da teoremi privi di fondamento. La storia non finisce, la storia comincia ora. (Applausi).
Ripresa delle votazioni per l'elezione
di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa
e di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti (ore 17,13)
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, in attesa dei risultati dello spoglio.
(La seduta, sospesa alle ore 17,14, è ripresa alle ore 17,24).
Presidenza del vice presidente GASPARRI (ore 17,24)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione a scrutinio segreto per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa:
Senatori presenti | 142 |
Senatori votanti | 141 |
Hanno ottenuto voti:
Giangiacomo Palazzolo | 135 |
Voti dispersi | 0 |
Schede bianche | 1 |
Schede nulle | 5 |
Per il consiglio di presidenza della giustizia amministrativa proclamo dunque eletto Giangiacomo Palazzolo.
Proclamo il risultato della votazione a scrutinio segreto per l'elezione di un componente del consiglio di presidenza della Corte dei conti:
Senatori presenti | 142 |
Senatori votanti | 141 |
Hanno ottenuto voti:
Francesco Cardarelli | 137 |
Giangiacomo Palazzolo | 1 |
Dispersi | 0 |
Schede bianche | 1 |
Schede nulle | 2 |
Per il consiglio di presidenza della Corte dei conti proclamo eletto Francesco Cardarelli, al quale rivolgo gli auguri della Presidenza di buon lavoro.
Con l'elezione dunque di Giangiacomo Palazzolo al consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di Francesco Cardarelli al consiglio di presidenza della Corte dei conti, con una votazione che supera abbondantemente il quorum della maggioranza assoluta dei membri dell'Assemblea, si è conclusa questa procedura di votazione.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di martedì 2 maggio 2023
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 2 maggio, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 17,27).
Allegato A
DOCUMENTO
Documento di economia e finanza 2023 e annessa Nuova Relazione predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII, n. 1)
PROPOSTA DI RISOLUZIONE ALLA NUOVA RELAZIONE AI SENSI DELL'ARTICOLO 6, COMMA 5, DELLA LEGGE 24 DICEMBRE 2012, N. 243
(6-00031) n. 200 (28 aprile 2023)
Malan, Romeo, Ronzulli, Biancofiore.
Approvata
Il Senato,
esaminata la Relazione al Parlamento, presentata il 27 aprile 2023 ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243,
autorizza il Governo, ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a dare attuazione a quanto indicato nella citata Relazione, con particolare riguardo, nel 2023, al taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente e al sostegno delle famiglie con figli e, nel 2024, al rifinanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale anche per interventi a tutela dei lavoratori e delle famiglie.
PROPOSTE DI RISOLUZIONE AL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2023
(6-00032) n. 1 (28 aprile 2023)
Paita, Gelmini, Fregolent, Lombardo, Scalfarotto, Sbrollini, Versace, Enrico Borghi.
Preclusa
Il Senato,
premesso che,
il Documento di economia e finanza 2023 rivede le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica a legislazione vigente contenute nella NADEF 2022, in un quadro economico di riferimento migliorato rispetto a quello dello scorso novembre ma che resta incerto;
destano preoccupazioni il perdurare del conflitto russo-ucraino e le conseguenti tensioni geopolitiche internazionali, nonché il rialzo dei tassi di interesse e il drenaggio di liquidità operato dalle banche centrali che hanno fatto affiorare sacche di criticità preoccupanti nel sistema bancario internazionale;
la resilienza del sistema economico-produttivo nazionale continua a mostrarsi solida, ma la crescita congiunturale del PIL ha subìto un brusco rallentamento nella seconda metà del 2022, con una contrazione nel quarto trimestre, sebbene dai più recenti indicatori si possa desumere una lieve ripresa della crescita economica confermata anche dalle indagini presso le imprese, che segnalano un miglioramento delle attese su ordinativi e produzione e un incremento degli investimenti rispetto allo scorso anno;
la recente riclassificazione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi da parte di ISTAT, in accordo con Eurostat, ha comportato il passaggio dal criterio di cassa a quello di competenza, determinando un notevole peggioramento dell'indebitamento netto (deficit) del 2022, il quale si è attestato all'8 per cento del PIL anziché a un valore prossimo all'obiettivo programmatico del 5,6 per cento; al tempo stesso, per effetto di tale cambiamento contabile e delle recenti modifiche alla disciplina dei bonus edilizi, l'andamento del deficit della PA tenderà a migliorare nei prossimi anni, liberando spazi di bilancio; tuttavia non può essere trascurato l'impatto sul fabbisogno di cassa derivante dai crediti fiscali detenuti dai privati, che renderanno più complesso, quantomeno per il prossimo triennio, il proseguimento della rapida riduzione del rapporto debito-PIL che ha caratterizzato gli ultimi due anni;
riguardo ai tendenziali, mentre il PIL 2022 è aumentato dello 0,5 per cento rispetto alle previsioni originarie, con un rialzo dal 3,3 per cento al 3,7 per cento, a legislazione vigente la stima per il 2023 è stata rivista al ribasso, a causa delle tensioni inflazionistiche in atto e dell'indebolimento del ciclo economico internazionale accompagnato dai rialzi dei tassi da parte delle principali banche centrali e delle criticità sui portafogli di alcuni istituti di credito recentemente emerse;
il tasso di crescita del PIL indicato nel Documento di economia e finanza del 2023 è fissato all'1 per cento, rispetto al 2,4 per cento del precedente, così come al ribasso sono riviste le previsioni per gli anni 2024 e 2025;
anche con riferimento all'indebitamento netto, nonostante la citata riclassificazione dei bonus fiscali nell'edilizia, il tasso deficit-PIL 2023 è fissato al 4,5 per cento, in rialzo rispetto alle precedenti previsioni che lo stimavano al 3,9 per cento, mentre appaiono assai ottimistiche le previsioni in materia di debito pubblico, considerando che tutte le proiezioni sono elaborate al netto delle politiche invariate, le quali comportano una serie di spese obbligatorie che necessiteranno di coperture e che dovranno comportare una revisione della spesa assai attenta a non incidere sugli altri tendenziali in senso contrattivo;
come rilevato dalla Corte dei conti, infatti, già nello scenario a "politiche invariate" occorrerà mettere in atto una serie di misure in tempi ravvicinati: dalle risorse per il pubblico impiego, con il rinnovo dei contratti scaduti nel 2021 e la proroga delle misure una tantum, alla conferma delle misure di riduzione del cuneo introdotte dal Governo Draghi e riproposte nella legge di bilancio per il 2023, di cui il DEF prefigura un ampliamento; se poi l'emergenza energetica non dovesse essere superata, sarà necessario prorogare le misure per le fasce sociali ed economiche più deboli, per ora finanziate per il solo 2023; a tali voci andranno ad aggiungersi i rifinanziamenti degli interventi in conto capitale;
di peso sono anche gli interventi di manutenzione straordinaria del sistema di welfare, a partire dalla sanità, dove le criticità ormai evidenti richiederanno interventi strutturali di portata ben superiore a quelli introdotti con il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, a partire dall'aggiornamento dei LEA, non più rinviabile; anche nel campo della previdenza, già la conferma del regime attuale comporterebbe un intervento consistente;
è sempre la Corte a rilevare come, a fronte di un tale quadro, il DEF 2023 non offra una pur generale indicazione sulle scelte che dovrebbero accompagnare il processo delineato all'interno del quadro delle compatibilità di bilancio, al di là di un generico riferimento ai risparmi derivanti dalla spending review;
il rischio oggettivo è che il margine di bilancio rispetto alle previsioni dello scenario tendenziale destinato a finanziare il taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente nel 2023 (3 miliardi di euro) e le residue risorse del Fondo per la riduzione della pressione fiscale nel 2024 (oltre 1 ulteriore miliardo di euro) siano compromesse nella loro destinazione per la copertura delle spese obbligatorie connesse alle politiche invariate, mancando l'obiettivo di riuscire a sostenere la domanda privata e dare slancio, attraverso la riduzione del cuneo, al mercato del lavoro;
sempre più centrale per il mantenimento di un percorso di stabilità e crescita appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR; a tal proposito, le simulazioni sull'impatto del Piano sul PIL e sulle principali grandezze macroeconomiche non indicano nel dettaglio tempi e modalità di realizzazione degli interventi e per le riforme previste; inoltre il Documento in esame non fornisce informazioni dettagliate in merito alla dinamica annuale della spesa, in attesa degli esiti delle interlocuzioni con le istituzioni europee sulla rimodulazione di alcuni degli interventi e dei relativi cronoprogrammi; tali elementi destano preoccupazione, dal momento che il mancato raggiungimento anche di soltanto alcuni degli obiettivi del PNRR rischia di mettere in discussione le previsioni tendenziali;
in questa prospettiva si dimostra fondamentale il rafforzamento e rilancio del piano Industria 4.0, quale vero e proprio volano per gli investimenti e per la modernizzazione e la competitività del sistema industriale nazionale;
la reindustrializzazione del Paese passa necessariamente per l'elaborazione di politiche energetiche chiare, tempestive, concrete e lungimiranti, che possano garantire al nostro tessuto economico-produttivo autonomia strategica e immunità da condizionamenti capaci di inficiare strategie di sviluppo di medio-lungo periodo;
il perseguimento degli obiettivi di crescita in nessun caso può far passare in secondo piano la centralità della tutela della salute quale prioritario e fondamentale obiettivo della Repubblica: finanziare il sistema sanitario nazionale, fare fronte alle criticità maturate nel corso degli anni e garantire una risposta universale, efficace ed efficiente investendo su di esso rappresenta una condizione imprescindibile a presidio del benessere dei cittadini e della nostra comunità,
impegna il Governo:
1) a chiarire il profilo di programmazione e di stabilità degli interventi di politica economica contenuti nel quadro programmatico di finanza pubblica, assicurandosi che ogni intervento di riduzione della pressione fiscale e contributiva sia incorporato nei tendenziali e che quindi le corrispondenti risorse siano stanziate su un orizzonte pluriennale, al fine di consentire a tali interventi di avere un'efficacia macroeconomica;
2) ad adottare tutte le misure necessarie per attuare nei tempi previsti le riforme e gli investimenti del PNRR, mettendo pienamente al corrente il Parlamento degli intendimenti del Governo in merito alle scelte di revisione del Piano più volte annunciate e mai formalizzate;
3) ad accrescere il finanziamento del Servizio sanitario nazionale allo scopo di salvaguardarne la natura universalistica, incrementando l'organico medico e infermieristico e le relative remunerazioni e indennità specifiche, favorendo il ricambio generazionale, riducendo i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e per gli interventi terapeutici e assistenziali-riabilitativi, nonché per avviare un piano nazionale di edilizia sanitaria che rinnovi e modernizzi le strutture, sia per agevolare le attività di assistenza, sia per implementare le più avanzate tecniche mediche, della medicina di precisione e personalizzata;
4) ad affrontare con determinazione e coraggio il problema della sostenibilità del sistema-Paese in relazione all'invecchiamento della popolazione, esposto con estrema chiarezza all'interno del presente Documento di economia e finanza, potenziando gli strumenti già esistenti di supporto alla natalità e alle politiche familiari, come l'assegno unico universale, garantendo lo sviluppo di nuovi servizi per supportare la genitorialità e affrontando in maniera non ideologica e pragmatica le politiche sull'immigrazione.
5) a definire un quadro programmatico strumentale all'avvio di un percorso di crescita pluriennale - ulteriore e complementare rispetto agli investimenti del PNRR e del PNC - fondato su obiettivi di politica industriale definiti, chiari, coerenti e congeniali all'elaborazione di strategie di investimento di medio-lungo termine da parte delle imprese, a cominciare dal ripristino, allargamento e stabilizzazione del piano industria 4.0.
6) a creare le condizioni affinché il quadro programmatico contenga elementi che possano garantire l'implementazione di una strategia energetica nazionale basata nel medio-lungo periodo su un equilibrato mix tra nucleare e fonti rinnovabili, in grado di conseguire simultaneamente gli obiettivi di forte contenimento delle emissioni di C02, di autonomia strategica e di sostegno al sistema industriale del Paese.
(6-00033) n. 2 (28 aprile 2023)
Malan, Romeo, Ronzulli, Biancofiore.
Approvata
Il Senato,
premesso che:
il Documento di economia e finanza 2023 (DEF 2023), approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 11 aprile, aggiorna le previsioni di finanza pubblica per il periodo 2024-2026 e definisce le linee principali di politica economica del Paese dei prossimi anni;
il Documento in esame indica una ripresa dell'attività economica più rapida rispetto a quanto previsto nella NADEF già a partire dal primo trimestre, anche in considerazione della pronunciata riduzione dei prezzi energetici e della migliorata intonazione del contesto internazionale recentemente osservata;
sebbene segnali di miglioramento provengano dal rallentamento della dinamica dei prezzi, il potere d'acquisto dei consumatori rimarrà condizionato da un'inflazione che, nel complesso, permane ancora elevata;
la previsione di crescita del PIL nello scenario tendenziale per il 2023 è aggiornata allo 0,9 per cento, rispetto allo 0,6 per cento del DPB 2023, mentre per il 2024 è rivista al ribasso in confronto alla NADEF 2022 (dall'1,9 per cento all'1,4 per cento), risulta invariata per il 2025 (1,3 per cento), mentre per il 2026, non considerato nell'orizzonte della NADEF 2022, è posta all'1,1 per cento;
nell'insieme, il quadro di crescita per il 2023 appare, quindi, più favorevole rispetto a quanto prospettato nelle previsioni ufficiali effettuate lo scorso novembre in occasione della NADEF rivista e integrata;
sulla base del quadro macroeconomico delineato, la previsione del deficit tendenziale in rapporto al PIL è pari al 4,4 per cento nel 2023 (a fronte di un 4,5 per cento previsto con la NADEF 2022), 3,5 per cento nel 2024 (a fronte del 3,7 per cento nella NADEF 2022), 3 per cento nel 2025 e 2,5 per cento nel 2026, corrispondenti in termini strutturali al 4,9 per cento nel 2023, 4,1 per cento nel 2024, 3,7 per cento nel 2025 e 3,2 per cento nel 2026;
nello scenario descritto, per il rapporto debito-PIL è previsto un percorso in discesa passando dal 142 per cento nel 2023 al 140,4 nel 2026;
le misure di politica di bilancio programmate dal Governo si pongono alcuni obiettivi ambiziosi: individuare nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia, aumentare il tasso di realizzazione delle spese d'investimento, ridurre gradualmente, ma in misura sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della PA in rapporto al PIL e continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei due decenni scorsi;
è opportuno ricordare che nel 2024 non sarà più attiva la General escape clause prevista dall'attuale Patto di stabilità e crescita e, pertanto, in attesa del completamento del processo di revisione della governance economica in atto, la prossima manovra di bilancio dovrà essere compatibile con le regole attualmente vigenti del Patto;
tenuto conto di tale quadro, il Governo ha deciso, quindi, di confermare gli obiettivi programmatici di deficit indicati nei documenti di programmazione dello scorso novembre, pari al 4,5 per cento del PIL nel 2023, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. Per il 2026 il nuovo obiettivo di indebitamento netto è fissato pari al 2,5 per cento del PIL, in linea con la previsione tendenziale e ben al di sotto del limite del 3 per cento previsto dal Patto di stabilità e crescita;
in termini strutturali, il saldo risulta pari al 4,9 per cento nel 2023, al 4,1 per cento nel 2024, al 3,7 per cento nel 2025 e al 3,2 per cento nel 2026; il rapporto debito-PIL nello scenario programmatico diminuirà al 142,1 per cento quest'anno, al 141,4 per cento nel 2024, e poi progressivamente fino al 140,4 per cento nel 2026;
le misure di politica di bilancio programmate dal Governo sono, in ogni caso, più ambiziose degli interventi di riduzione del cuneo e della pressione fiscale relativi al 2023 e 2024 di cui alla Relazione al Parlamento, presentata e approvata ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243;
occorrerà comunque attendere l'evoluzione del quadro macroeconomico e della finanza pubblica per valutare gli eventuali spazi di bilancio per la prossima manovra;
il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà individuando le opportune coperture all'interno del bilancio pubblico, al fine di preservare la sostenibilità delle finanze pubbliche e il pieno rispetto dei relativi vincoli;
le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche per gli anni 2023-2026 sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio, rispettivamente il 7 aprile e il 20 aprile;
il Documento di economia e finanza, inoltre, presenta gli scenari di lungo periodo della sostenibilità del debito pubblico italiano, evidenziando come l'invecchiamento della popolazione porti a una diminuzione della popolazione attiva e un aumento della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria;
appare urgente e prioritario invertire la crisi demografica in atto che dal 2008 a oggi ha fatto segnare una riduzione delle nascite pari al 30,6 per cento, e che non può trovare compensazione attraverso i flussi migratori irregolari;
in Italia si registra un tasso di occupazione storicamente basso e decisamente al di sotto degli altri Stati europei: nel 2021, secondo i dati Eurostat, è stato pari al 58,2 per cento, oltre dieci punti percentuali in meno rispetto alla media europea, e la situazione peggiora ulteriormente considerando l'occupazione femminile, che nel 2021 non ha raggiunto il 50 per cento, inferiore di 14 punti percentuali rispetto alla media europea;
la delocalizzazione ha progressivamente indebolito le potenzialità del made in Italy, mettendo in grande difficoltà buona parte del tessuto produttivo di qualità fatto di piccole e medie imprese, con le annesse ripercussioni sul livello generale di disoccupazione, a favore di grandi multinazionali che inevitabilmente puntano alla standardizzazione del prodotto;
il Documento di economia e finanza prevede l'adozione di appositi disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica in materia di giustizia, tra i quali quello per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e quello per la rimodulazione delle piante organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari e la ridefinizione dei profili professionali;
nel rispetto dei saldi programmatici di finanza pubblica e dei relativi vincoli,
impegna il Governo:
1) a conseguire i saldi programmatici del bilancio dello Stato e quelli di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al prodotto interno lordo (PIL), nonché il rapporto programmatico debito-PIL, nei termini e nel periodo di riferimento indicati nel DEF 2023 e nell'annessa Relazione al Parlamento;
2) a favorire la crescita della produzione economica, anche individuando le più opportune misure di riduzione del carico impositivo e della pressione fiscale anche per interventi a tutela dei lavoratori e delle famiglie;
3) a valutare nell'ambito degli eventuali spazi di bilancio che si renderanno disponibili per la prossima manovra di bilancio un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime e delle pensioni di invalidità;
4) a proseguire nell'azione di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente;
5) a valutare la riallocazione della spesa pubblica dai settori che hanno un basso impatto sulla crescita a quelli che ne possano aumentare il potenziale, considerato che dall'aumento del PIL può derivare un impatto positivo su tutti gli indicatori di finanza pubblica;
6) a introdurre misure anche di carattere strutturale per il sostegno della natalità e della famiglia, proteggendo la maternità, potenziando i servizi territoriali destinati alla cura dei bambini, in particolare quelli educativi, promuovendo iniziative di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e agevolando le famiglie con figli sotto il profilo della fiscalità, al fine di invertire progressivamente la tendenza del calo delle nascite, anche al fine di garantire la tenuta del sistema pensionistico e la sostenibilità del debito pubblico;
7) a definire, nell'ambito delle politiche sul lavoro, un piano di interventi volto a favorire e incentivare l'occupazione, con particolare riferimento a quella femminile;
8) ad adottare iniziative di contrasto alla delocalizzazione, e a elaborare e mettere in atto strategie efficaci per il reshoring delle nostre aziende, anche adoperandosi per la creazione di un fondo volto alla rilocazione e al rimpatrio delle attività strategiche localizzate anche solo parzialmente all'esterno dei confini europei;
9) ad adottare misure per superare le criticità legate alla forte contrazione delle garanzie erogate dagli istituti bancari e assicurativi alle imprese;
10) a valutare l'opportunità di definire strumenti fiscali e finanziari idonei a favorire politiche e progetti di rigenerazione urbana, con particolare riferimento alla riqualificazione delle periferie, anche mediante lo sviluppo di nuovi piani di edilizia residenziale pubblica;
11) a valutare l'opportunità di destinare eventuali spazi di bilancio anche per investimenti nel sistema nazionale di istruzione (scuole pubbliche e paritarie) e formazione;
12) ad adottare misure di rafforzamento delle prestazioni sanitarie, socio-assistenziali e sociosanitarie per le persone con disturbi mentali; a garantire l'accesso alle prestazioni sanitarie, abbattendo le liste d'attesa; nonché a riorganizzare la medicina territoriale, e il sistema di emergenza-urgenza.
(6-00034) n. 3 (28 aprile 2023)
Patuanelli, De Cristofaro, Boccia, Castellone, Damante, Lorenzin, Magni, Manca, Misiani, Nicita.
Preclusa
Il Senato,
in sede di esame del Documento di economia e finanza 2023;
premesso che:
il nostro Paese si trova a fronteggiare gli effetti congiunti di alcune grandi emergenze: una crisi economica e sociale di lungo corso, che ha coinciso con l'aumento di sacche di povertà e l'aggravarsi progressivo delle diseguaglianze; la crisi climatica, i cui effetti hanno cominciato a incidere pesantemente su ampie aree del territorio e che, a sua volta, colpisce più duramente le fasce di popolazione e le zone maggiormente vulnerabili; una crisi sanitaria scatenata dalla pandemia di Covid-19, che ha destabilizzato un sistema sanitario pubblico già in difficoltà e che ha aggravato e inasprito i divari sociali e colpito maggiormente chi si trovava in condizioni di fragilità; a ciò si aggiunga, in ultimo, la guerra di aggressione alle porte dell'Europa e la crisi energetica, con pesanti ricadute sulla tenuta economica del nostro Paese;
secondo le stime più recenti di Oxfam (Oxford Committee for famine relief), gli effetti della pandemia e della crisi energetica, a cui si deve un tasso di inflazione mai così alto da oltre 35 anni, rischiano di esacerbare ulteriormente i divari sociali che caratterizzano strutturalmente il nostro Paese;
al contempo, il sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6), concluso e pubblicato dall'IPCC (Intergovernmental Panel on climate change) il 20 marzo del 2023, certifica l'aumento degli eventi meteorologici estremi e dell'insicurezza alimentare e idrica che anche in Italia stanno comportando ricadute negative sull'economia, sull'ambiente e sulla vita delle persone;
considerato che:
il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, il primo della Legislatura in corso, è debole e rinunciatario e vede la luce in un quadro economico incerto che, tuttavia, ha beneficiato in termini di risultati dell'azione dei precedenti Governi. Nel 2022 il PIL è cresciuto, infatti, del 3,7 per cento e gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,4 per cento in termini reali, salendo al 21,8 per cento del PIL, un livello che non si registrava da oltre venti anni. Gli effetti di tale andamento si stanno riflettendo anche nei primi mesi del 2023;
anche per quanto riguarda la finanza pubblica, il 2022 è stato positivo in termini di andamento del fabbisogno del settore pubblico, sceso al 3,3 per cento del PIL, e del debito lordo della PA, che si è ridotto arrivando al 144,4 per cento del PIL dal 149,9 per cento di fine 2021. Il disavanzo primario è sceso dal 5,5 al 3,6 per cento del PIL e la forte crescita delle entrate (7,9 per cento) ha più che compensato quella delle spese primarie (4,1 per cento). La spesa per interessi è salita di quasi un terzo, al 4,4 per cento del PIL (83,2 miliardi). L'indebitamento netto si è ridotto di un punto percentuale, all'8,0 per cento del PIL e al 5,4 per cento al netto della riclassificazione dei bonus edilizi per effetto delle recenti decisioni prese da Eurostat;
il DEF 2023, il primo redatto dal Governo Meloni, contiene previsioni di crescita del PIL che si collocano nel solco già tracciato nel Documento programmatico di bilancio (DPB) di novembre, confermando una sostanziale coincidenza tra l'andamento tendenziale a legislazione vigente e quello previsionale. Con il DEF 2023, il Governo rinuncia al raggiungimento per il nostro Paese di risultati più ambiziosi. Non emergono, infatti, chiari indirizzi di natura economica orientati allo sviluppo e al sostegno delle imprese e dei cittadini, mentre al contrario appaiono chiari e preoccupanti i probabili tagli di spesa pubblica, in particolare per il settore sanitario e per le politiche sociali, a copertura degli interventi che verranno adottati nei prossimi mesi;
in questo scenario non sorprende, pertanto, che a fronte di un tasso di crescita tendenziale già modesto, 0,9 per cento nel 2023, 1,4 per cento nel 2024, 1,3 per cento nel 2025 e 1,1 per cento nel 2026, l'obiettivo programmatico risulti superiore di soli 0,1 punti sia per l'anno in corso che per il prossimo, mentre negli anni successivi i due valori coincidano. Occorre, tuttavia, sottolineare che le previsioni tendenziali sono state validate dall'UPB assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del PNRR;
anche sul fronte della finanza pubblica, gli obiettivi di disavanzo coincidono con i saldi del quadro tendenziale, se si escludono gli effetti di due interventi espansivi di entità limitata e con natura una tantum programmati nell'anno in corso (0,15 punti percentuali del PIL) e nel prossimo (0,2 punti). Nei piani del Governo l'indebitamento netto sarebbe dunque pari al 4,5 per cento del PIL nel 2023 e al 3,7 per cento nel 2024; il saldo primario passerebbe da un disavanzo dello 0,8 nel 2023 a un avanzo dello 0,3 l'anno successivo. Al netto della riclassificazione dei titoli di Stato, il disavanzo ora programmato per il 2024 sarebbe di un punto percentuale di PIL più alto del quadro del Documento programmatico di bilancio, e solo poco inferiore a quello programmato per il 2023, interrompendo di fatto il processo di miglioramento dei conti pubblici;
alle deludenti previsioni di crescita concorrono alcune scelte poste al centro dell'azione del Governo ed esplicitate nel DEF 2023, tra cui:
il superamento graduale di alcune delle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni che hanno contribuito alla tenuta del Paese, in un momento di particolare difficoltà congiunturale, senza individuarne di nuove sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia;
il taglio della spesa pubblica, al netto dell'inflazione, previsto per contribuire al contenimento del deficit e il debito della PA in rapporto al PIL, che andrà a colpire settori strategici con ricadute sui soggetti economicamente più deboli;
l'assenza di interventi di politica economica in grado di continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei precedenti anni;
la mancata previsione di efficaci misure orientate alla riduzione dell'inflazione e al recupero del potere d'acquisto dei redditi fissi: sebbene l'inflazione sembri meno aggressiva dei mesi precedenti, resta ancora ad un livello alto e in alcuni settori incide pesantemente sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese;
ad aggravare il quadro previsionale vi è l'incerto apporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dagli investimenti e dalle riforme ivi previste. Senza una netta accelerazione nell'utilizzazione dei fondi del PNRR sarà difficile confermare le previsioni di crescita previste nel DEF, tanto che è lo stesso Documento ad affermare che "il Governo confida che anche nel corso dei prossimi anni" la crescita "sorprenda al rialzo" come avvenuto in passato. In tale ambito, preoccupano i ritardi che si stanno cumulando nello stato di attuazione del PNRR;
rilevato che:
a fronte di una stima del deficit tendenziale per l'anno in corso pari al 4,35, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 4,5 per cento previsto nel DPB di novembre scorso consente al Governo di poter introdurre un taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente per il solo anno 2023 (per 3,4 miliardi). Anche per il 2024, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 3,7 per cento previsto nel DPB, in luogo di quello tendenziale del 3,5 per cento, consente al Governo di destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale 4,5 miliardi di euro, senza tuttavia indicare per quali interventi;
quelle descritte sopra sono le uniche misure esplicitamente previste per sostenere la domanda privata, contrastare il calo del potere di acquisto delle retribuzioni causato dall'inflazione e ridurre la pressione fiscale. Per il resto, il DEF 2023 si limita ad indicare genericamente misure di sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore di famiglie, e di rilancio degli investimenti e di rafforzamento della competitività del Paese sul fronte delle imprese;
nessuna chiara indicazione viene fornita in relazione alla prossima manovra di bilancio per gli anni 2024 e seguenti. Alcuni aspetti comunque appaiono già evidenti: 1) per il semplice mantenimento del taglio del cuneo contributivo anche per il 2024 saranno necessari oltre 10 miliardi di euro, a cui dovranno aggiungersi, come affermato dallo stesso Ministro per la pubblica amministrazione, altri 7-8 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego: a fronte dei 4,5 miliardi derivanti dalla revisione dell'obiettivo di deficit, solo per queste due voci il Governo dovrà reperire circa 13 miliardi di euro. A questi dovranno aggiungersi risorse per altre voci fondamentali come le pensioni, sia per la riforma del sistema pensionistico sia per il finanziamento dell'istituto di "opzione donna", la sanità, l'istruzione, la non autosufficienza e per l'attuazione della delega fiscale. Sarà necessario, poi, individuare le coperture per oltre 14 miliardi di euro per il ponte sullo stretto di Messina; 2) il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà "individuando le opportune coperture all'interno del bilancio pubblico", mentre al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024 - quali quelle relative ai rinnovi contrattuali e altre spese non presenti nello scenario a legislazione vigente, anche al fine di garantire la continuità dei servizi pubblici - nonché alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, concorreranno, secondo il Governo, un rafforzamento della revisione della spesa pubblica e una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente. Tuttavia i recenti condoni, che rappresentano nei fatti un incoraggiamento all'evasione, e un disegno di legge delega sul fisco orientato a "non disturbare troppo" chi evade le tasse, unitamente ad obiettivi di revisione della spesa poco ambiziosi, suggeriscono che anche queste fonti di finanziamento siano da considerarsi completamente inadeguate; le amministrazioni centrali assicureranno il concorso alla prossima manovra di finanza pubblica con risparmi di spesa in termini di indebitamento netto pari a 300 milioni nel 2024, 500 milioni nel 2025 e 700 milioni dal 2026;
in tale contesto, desta forte preoccupazione la curva decrescente della spesa sanitaria nell'intero periodo considerato dal documento, con una riduzione in rapporto al PIL che va dal 6,9 per cento del 2022, al 6,7 per cento nel 2023, al 6,3 nel 2024 e al 6,2 per cento nel 2025 e 2026. Riduzioni determinate da una crescita media stimata del PIL nominale del 3,6 per cento a fronte di una crescita media stimata della spesa sanitaria dello 0,6 per cento, ben inferiore al tasso d'inflazione, nel triennio 2024-2026, che rischiano di compromettere il diritto costituzionale alla tutela della salute; per allineare la spesa sanitaria al valore di riferimento per la media europea (collocata tra il 7 e l'8 per cento del PIL) ci vorrebbero quasi 20 anni;
la riduzione dell'incidenza del debito pubblico programmato dal Governo nel prossimo triennio non è esente da rischi. A tale riguardo, il DEF elabora uno scenario nel quale la dinamica decrescente del rapporto si interromperebbe, per invertirsi, già nel 2025, nel caso di un aumento dal prossimo anno dei differenziali di rendimento tra i nostri titoli di Stato. In un tale scenario avverso, si prefigurano alcuni effetti negativi determinati da una maggiore spesa per interessi e da più stringenti condizioni di finanziamento per il settore privato con un impatto negativo sulla crescita economica e attraverso questo canale, sui conti pubblici;
in questo contesto, in assenza di una seria lotta all'evasione e di una attenta revisione della spesa pubblica che, senza operare tagli lineari, punti a eliminare gli sprechi mantenendo immutata la qualità dei servizi pubblici, diventano irrealistiche le promesse di: riduzione del carico fiscale, posticipi nell'età di pensionamento e aumento della spesa per la difesa e per la natalità, annunciate nei piani del Governo. Tanto meno tali piani possono essere coerenti con quegli aumenti di risorse da destinare prioritariamente alla sanità, alla pubblica istruzione e alla transizione ecologica,
impegna il Governo:
a intraprendere le iniziative necessarie presso le sedi istituzionali europee al fine di concordare politiche e strumenti comuni di intervento orientati a evitare che la persistenza dell'inflazione abbia ricadute negative sulla diseguaglianza sociale - in termini di distribuzione del reddito e della ricchezza - e sulla continuità operativa delle imprese, sull'occupazione e sulle famiglie;
a sostenere il livello delle retribuzioni e il potere d'acquisto dei salari, in primo luogo attraverso la riduzione strutturale del cuneo fiscale gravante sul costo del lavoro, rafforzando il processo già avviato nella scorsa Legislatura; a garantire che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario, dando priorità alla protezione delle fasce più deboli e alle imprese più esposte al caro energia; ad affiancare a tali interventi misure per sostenere i soggetti maggiormente colpiti dall'incremento dei prezzi di altri beni primari, a partire da quelli alimentari, che rischiano di colpire duramente le famiglie più povere e, in particolare, quelle i cui redditi nominali non variano al variare dell'inflazione; ad adottare interventi per sostenere le imprese dei settori maggiormente colpiti dagli effetti negativi dell'incremento dei prezzi e dei tassi d'interesse; a monitorare costantemente l'andamento della situazione del caro prezzi al fine di predisporre i necessari interventi;
a rafforzare l'assegno unico, prima misura universalistica e progressiva a tutela e a sostegno della natalità, della genitorialità e delle famiglie, aumentando gli importi previsti, ampliando la platea dei beneficiari e rafforzando le clausole di salvaguardia; a introdurre una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito, al fine di incrementare il tasso di occupazione femminile; ad adottare misure dirette ad ampliare i congedi parentali, incrementandone il trattamento economico e la fruibilità da parte di entrambi i genitori; a rafforzare l'indennità di maternità; ad assicurare la realizzazione degli asili nido, come previsto dal PNRR, e il loro buon funzionamento attraverso un'adeguata dotazione di personale, con l'obiettivo di aumentare l'offerta di lavoro, dare impulso all'occupazione femminile, far emergere il lavoro nero e favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio;
a garantire la salvaguardia della progressività e dell'equità del nostro sistema fiscale, rafforzando l'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, prevedendo meccanismi premiali per i contribuenti leali, la tracciabilità dei pagamenti, l'incrocio delle banche dati, il potenziamento delle Agenzie fiscali, escludendo ogni ipotesi di ricorso a condoni fiscali;
a introdurre un salario minimo legale, salvaguardando la centralità della contrattazione collettiva nazionale;
a evitare lo smantellamento del reddito di cittadinanza prevedendo il rafforzamento e la riorganizzazione delle politiche pubbliche volte a contrastare la povertà e l'esclusione sociale, potenziando la componente di servizi alla persona e l'attivazione di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per l'effettivo superamento della condizione di povertà;
ad adottare le iniziative necessarie a risolvere le numerose problematiche di carattere sociale, rafforzando le misure per affrontare la povertà alimentare e per ridurre il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale che resta ancora superiore alla media dell'UE, nonché a contrastare le crescenti disparità generazionali, di genere e territoriali, in particolare con interventi volti a favorire l'inserimento lavorativo dei giovani e delle donne;
a rafforzare le politiche attive del lavoro, anche attraverso il potenziamento del fondo nuove competenze; ad assicurare la lotta al lavoro sommerso e il rafforzamento delle misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro; a contrastare il precariato, rafforzando gli incentivi volti a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché collegando strettamente le tipologie contrattuali a tempo determinato a specifiche causali; ad abolire gli stage extra curriculari in forma gratuita;
a favorire l'evoluzione del sistema previdenziale mettendo al centro le donne, i giovani e chi svolge lavori gravosi, prevedendo l'aggiornamento e l'ampliamento della platea dei lavori usuranti, garantendo una prospettiva pensionistica sostenibile e dignitosa;
ad avviare con le parti sociali la definizione di modalità di sperimentazione di riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione;
a stanziare adeguate risorse per fronteggiare il grave e diffuso disagio abitativo, attraverso il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo di garanzia mutui per la prima casa, nonché a prevedere misure di sostegno per far fronte alla maggiore spesa conseguente all'aumento dei tassi di interesse sui mutui in favore dei soggetti che versano in situazione di obiettiva difficoltà, valutando anche l'incremento della percentuale di detraibilità degli interessi passivi per l'acquisto dell'abitazione principale;
ad assicurare la necessaria continuità ai finanziamenti, alle attività e al funzionamento dei centri e delle reti antiviolenza territoriali e dei centri e servizi per uomini autori di violenza, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e prevedere sempre maggiori azioni per il reinserimento economico e sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, delle donne vittime di violenza;
a dare piena e rapida attuazione al PNRR, rispettando tutti gli obiettivi, le riforme da attuare e le scadenze temporali previste, recuperando la capacità di spesa per compensare i ritardi accumulati; a informare costantemente il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR e sugli eventuali aggiornamenti dello stesso; a garantire la realizzazione delle opere messe a bando, anche prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse a copertura dei rincari dei prezzi dei materiali;
a sostenere e rilanciare gli investimenti pubblici e le politiche dell'innovazione per favorire la crescita economica, la digitalizzazione, l'industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro; a sostenere le imprese estendendo il Piano transizione 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica, rendendolo maggiormente fruibile dalle micro, piccole e medie imprese, rafforzando gli incentivi fiscali, con particolare riferimento a quelli per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, attuando e potenziando i progetti del PNRR a sostegno della ricerca e dell'innovazione, a partire dal potenziamento della ricerca di base e applicata, sostenendo i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, sviluppando le politiche industriali per i settori di punta;
a rilanciare il settore della logistica cosiddetta green prevedendo un piano di evoluzione del sistema anche attraverso strumenti di governance dedicati all'incentivazione del trasporto intermodale - sulla scia di quanto già previsto con i contributi al trasporto combinato strada-mare (marebonus) e strada-rotaia (ferrobonus) -, alla digitalizzazione e all'automazione, nell'ottica di garantire la sostenibilità per il settore e la sua compartecipazione agli obiettivi del green new deal europeo;
a rafforzare le politiche per la riduzione dei divari territoriali, con particolare riferimento al Mezzogiorno, alle aree interne, ai territori montani e alle isole;
a definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi pubblici da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione e dalla legge delega n. 42 del 2009; a rendere strutturali gli strumenti di politica industriale regionale (con particolare riferimento ai crediti d'imposta per investimenti in impianti, attrezzature e macchinari e per le attività di ricerca e sviluppo) e la decontribuzione per il Mezzogiorno; a monitorare il rispetto della clausola del 40 per cento per gli investimenti del PNRR; a prevedere e realizzare un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione per immettere le nuove competenze necessarie per realizzare gli investimenti e migliorare i servizi per i cittadini e le imprese; a dare piena attuazione alle zone economiche speciali; a potenziare le politiche per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, dei territori montani e delle isole, a partire dagli investimenti per le infrastrutture, la cura del territorio, la presenza di servizi scolastici, sanitari e socio-sanitari;
a predisporre un nuovo patto per la salute al fine di allineare progressivamente il livello della spesa sanitaria alla media UE, abolendo gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e destinando congrue risorse al rinnovo del contratto di lavoro, garantendo a tutti i nuovi livelli essenziali di assistenza, riducendo gli attuali divari territoriali nell'offerta dei servizi e delle prestazioni, nonché le interminabili liste d'attesa che costringono i cittadini a ricorrere al privato;
a incrementare le risorse disponibili, finanziarie e professionali, per il funzionamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, compresa la domiciliarità, la medicina territoriale, l'assistenza e la terapia domiciliare, la medicina d'urgenza, il finanziamento dei cicli di specializzazione, il potenziamento, l'adeguamento e l'ammodernamento tecnologico e infrastrutturale delle strutture ospedaliere e il rafforzamento della governance territoriale di prossimità con i relativi costi aggiuntivi; ad adottare le misure necessarie per garantire la piena attuazione della legge n. 194;
a potenziare gli strumenti per i percorsi di vita indipendente delle persone con disabilità e non autosufficienti, dando piena attuazione alla legge delega in tema di disabilità; a valorizzare l'invecchiamento attivo; a garantire e potenziare le tutele per i caregiver e a prevedere misure volte al cosiddetto silver cohousing, al fine di creare condizioni di vita migliori per gli anziani;
a prevedere misure volte a sostenere l'istruzione, l'università, la ricerca e la cultura, assicurando livelli di spesa rispetto al PIL in linea con la media UE, a beneficio dei giovani e delle future generazioni, incrementando i finanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro, aumentando gli investimenti nel settore 0-6 anni; ad adottare misure di prevenzione dell'abbandono precoce dell'istruzione e della formazione; a utilizzare le risorse liberate a seguito del calo demografico per ridurre il numero degli alunni per classe e per evitare la chiusura delle scuole nelle aree interne e montane; a garantire il diritto allo studio scolastico e universitario, assicurando borse di studio e servizi per tutti gli idonei; ad avviare un piano di stabilizzazione pluriennale dei precari; a individuare misure per garantire l'innalzamento dell'obbligo di istruzione; a rafforzare i dottorati e la ricerca universitaria al fine di promuovere pari opportunità di istruzione, riducendo le disparità regionali, rafforzando le tecnologie digitali e contrastando il divario di genere; a promuovere un'opera di sensibilizzazione sull'importanza sociale della cultura e del patrimonio culturale e a sostenere il ruolo trainante del patrimonio storico e artistico del nostro Paese e delle elevate professionalità presenti nei relativi settori;
ad adottare interventi per la transizione ecologica e il contrasto alla crisi climatica, in linea con le misure decise nell'ambito del green new deal europeo, approvando rapidamente le modifiche al PNIEC e il Piano di adattamento climatico; a perseguire, senza indugi, il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050, attraverso il pieno superamento della dipendenza del Paese da importazioni di combustibili fossili e l'incremento degli investimenti nelle fonti rinnovabili; ad adottare misure per aumentare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con prestazioni energetiche basse in linea con gli indirizzi europei, anche attraverso la previsione di misure a carattere strutturale e finanziariamente sostenibili, e ad affrontare la questione dei crediti fiscali incagliati; ad adottare misure per promuovere la mobilità sostenibile e sostenere l'innovazione e la riconversione del settore dell'automotive; a promuovere gli acquisti aggregati di energia da rivendere a prezzo calmierato; a favorire l'autoconsumo singolo e collettivo di energia rinnovabile e lo sviluppo delle comunità energetiche; ad abbattere progressivamente gli incentivi ai combustibili fossili e i sussidi ambientalmente dannosi, prevedendo adeguate misure compensative per le famiglie e le imprese più vulnerabili; a finanziare gli interventi di riqualificazione dei corpi idrici naturali e del reticolo minore e a istituire un fondo per la sostituzione e manutenzione degli acquedotti, rimodulando il fondo complementare del PNRR; a recepire le misure previste dalle strategie per la "biodiversità 2030", "Firm farm to fork" e "Suolo" nell'ambito del green new deal UE e riprese dalla recente proposta normativa "Pacchetto Natura" presentata dalla Commissione europea;
a perseguire e incrementare una politica fiscale volta a prevedere un contributo straordinario a carico di soggetti operanti nel settore energetico in relazione ai cosiddetti extraprofitti realizzati per effetto del rincaro dei prezzi energetici, al fine di sostenere il pagamento delle forniture di energia elettrica e gas in favore di utenti economicamente svantaggiati;
a prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l'aumento dei prezzi dell'energia anche mediante l'utilizzo di flessibilità di bilancio nonché a implementare il finanziamento per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e servizi in favore dei cittadini.
Allegato B
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Augello, Barachini, Bazoli, Berlusconi, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Calenda, Casini, Castelli, Castiello, Cattaneo, Crisanti, Delrio, De Poli, Durigon, Fazzolari, Franceschelli, Franceschini, Furlan, La Marca, La Pietra, Lombardo, Maiorino, Martella, Meloni, Mirabelli, Monti, Morelli, Napolitano, Ostellari, Patton, Rauti, Renzi, Rojc, Rubbia, Segre, Sironi, Sisto, Spagnolli, Unterberger e Zambito.
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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Borghi Claudio, Borghi Enrico, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Floridia Aurora, Rosso, Verducci e Zampa, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatori Camusso Susanna Lina Giulia, Mirabelli Franco, Fina Michele, D'Elia Cecilia, La Marca Francesca, Losacco Alberto, Zambito Ylenia, Rossomando Anna, Rando Vincenza, Franceschini Dario, Verducci Francesco, Rojc Tatjana, Giacobbe Francesco, Crisanti Andrea, Martella Andrea, Misiani Antonio, Manca Daniele, Giorgis Andrea
Carta dei diritti universali del lavoro. Nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori (677)
(presentato in data 26/04/2023);
senatrice Spinelli Domenica
Disciplina delle società finanziarie regionali e delle province autonome (678)
(presentato in data 26/04/2023);
senatore Mazzella Orfeo
Disposizioni per la tutela dei lavoratori pubblici e privati che recano una condizione di fragilità e misure volte a incentivarne il lavoro agile (679)
(presentato in data 27/04/2023).
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 21 al 28 aprile 2023)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 16
DE CRISTOFARO ed altri: sul conferimento della cittadinanza onoraria a Jair Bolsonaro da parte del Comune di Anguillara Veneta (Padova) (4-00159) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli afati esteri e la cooperazione internazionale)
DE PRIAMO: sulla valorizzazione del museo Manzù ad Ardea (Roma) (4-00115) (risp. SGARBI, sottosegretario di Stato per la cultura)
GASPARRI: su un caso di incompatibilità derivante da legami familiari all'interno del Tribunale di Roma (4-00316) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
sulla gestione dell'Università Popolare di Trieste (4-00337) (risp. TRIPODI, sottosegretario di Stato per gli afati esteri e la cooperazione internazionale)
GELMETTI: sulla determinazione dei compensi dei custodi giudiziari dello stabilimento ex ILVA di Taranto (4-00093) (risp. BERGAMOTTO, sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy)
LA MARCA ed altri: sull'impossibilità di votare alle elezioni europee per cittadini italiani iscritti all'AIRE (4-00349) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli afati esteri e la cooperazione internazionale)
MENIA: sull'operatività degli uffici consolari all'estero, con particolare riferimento a Dubai (4-00142) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli afati esteri e la cooperazione internazionale)
sulla tassazione dei redditi pensionistici degli italiani residenti in Bulgaria (4-00319) (risp. SILLI, sottosegretario di Stato per gli afati esteri e la cooperazione internazionale)
PAGANELLA, ROMEO: sulla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico (4-00281) (risp. VALDITARA, ministro dell'istruzione e del merito)
PAITA, SCALFAROTTO: sugli effetti dell'abrogazione delle norme penali contenute nella disciplina del reddito di cittadinanza (4-00276) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
ROSA: sulla mancata corresponsione dei crediti di lavoro ai dipendenti di due aziende fallite in Basilicata (4-00291) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)
Interrogazioni
RANDO, CAMUSSO, FINA, FURLAN, GIACOBBE, LA MARCA, MANCA, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO, ZAMPA - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
l'articolo 15, comma 2, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, attualmente all'esame della Camera dei deputati, prevede che "Alle Questure di Ancona, L'Aquila, Perugia e Potenza, sono preposti, con funzioni di questore, dirigenti generali di pubblica sicurezza, nell'ambito della relativa dotazione organica", che viene potenziata;
ciò consente alle suddette Questure di contare su un numero di unità di personale maggiore e la possibilità di garantire una maggiore copertura e sicurezza del territorio di competenza;
considerato che:
la qualità del tessuto imprenditoriale, rappresentata anche dai dati sul PIL, fa della provincia di Modena una delle realtà più importanti del Paese dal punto di vista sia economico che sociale;
questi aspetti evidenziano l'esigenza di una maggiore attenzione sotto il profilo della prevenzione e del controllo del territorio, della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e del contrasto alle attività criminali;
la Questura di Modena, anche grazie all'impegno assunto dall'ex Ministra dell'interno, dottoressa Luciana Lamorgese, sebbene rientrasse da tempo tra le Questure "elevabili" alla fascia alta, non ha ricevuto questo riconoscimento;
il Comune di Modena, con due mozioni approvate dal Consiglio comunale nell'ottobre 2020 e nel dicembre 2022, aveva sostenuto con forza la richiesta di accesso ad una fascia superiore;
la stessa richiesta era arrivata da una petizione sottoscritta da migliaia di cittadini della città di Modena;
le richieste nascevano dall'esigenza di far fronte ad una pianta organica di circa 350 agenti per tutta la provincia che non risulta rispondente alle necessità di un territorio ormai cambiato dal 1989, anno di riferimento degli organici della Questura;
dopo mesi di lavoro e di dialogo con il Governo, di promesse e di impegni assunti dal Ministro, Matteo Piantedosi, anche il sindacato di categoria SILP CGIL ha espresso profonda delusione per il mancato aumento di fascia;
il carico di lavoro necessario a fronteggiare la continua richiesta di sicurezza da parte del territorio di competenza, sostenuto da tutti gli uffici investigativi, burocratici e logistici della Polizia di Stato della provincia, continua ad aumentare in modo esponenziale;
il citato decreto-legge, anche sul capitolo assunzioni straordinarie (che incrementerebbe di 1.000 unità nel periodo 2023-2026 gli organici di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza), non risulta efficiente poiché non tiene conto e non fa fronte alle migliaia di poliziotti che nei prossimi anni andranno in pensione,
si chiede di sapere:
per quali ragioni il Ministro in indirizzo non abbia ritenuto di dover riconoscere alla Questura di Modena la "fascia alta";
se e quando ritenga di intervenire per concludere l'avvio di una procedura che darebbe la possibilità alla Questura di Modena di lavorare con una pianta organica all'altezza delle difficoltà e delle problematiche con le quali tutti i giorni è chiamata a rapportarsi;
se abbia elaborato un programma strategico per il settore sicurezza e, nello specifico, se non intenda ricorrere ad un piano di assunzioni per le forze di polizia che garantisca un maggior controllo del territorio e che si traduca, per i cittadini, in un livello di sicurezza maggiore per loro e per le loro comunità.
(3-00387)
CAMUSSO, MARTELLA, RANDO, VALENTE, VERDUCCI, ALFIERI, ZAMPA, GIACOBBE, FURLAN, D'ELIA - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:
il 24 aprile 2023 ricorrono dieci anni dal crollo dell'edificio "Rana Plaza" in Bangladesh, l'edificio commerciale di otto piani alla periferia di Dhaka, che ospitava diversi negozi, una banca e cinque fabbriche di abbigliamento, crollato il giorno dopo la scoperta di grandi crepe strutturali. In quel drammatico evento persero la vita almeno 1.138 persone e altre rimasero intrappolate sotto tonnellate di macerie e macchinari per ore o addirittura giorni prima di poter essere salvate, a volte solo con l'amputazione degli arti;
la maggior parte erano lavoratori e lavoratrici delle fabbriche di abbigliamento del luogo, che per paura di perdere il loro già misero salario e senza alcuna tutela sindacale, hanno ottemperato all'obbligo di rientrare al lavoro nella struttura pericolante;
questa immane tragedia ha tuttavia contribuito, anche grazie ad una serrata campagna dei lavoratori e degli attivisti, a focalizzare l'attenzione del mondo intero sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, lo sfruttamento dilagante nell'industria dell'abbigliamento, la mancanza di libertà di associazione, il lavoro minorile, gli straordinari forzati e altre violazioni dei diritti umani nei Paesi poveri con presenza di industrie straniere appartenenti al settore tessile come il Bangladesh e il Pakistan; diversi Paesi hanno fatto passi avanti per sviluppare una legislazione vincolante sulla due diligence e sulla responsabilità aziendale, e nel mese di febbraio 2022 la Commissione europea ha adottato la proposta di Direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese;
a seguito di questa campagna di mobilitazione sono stati siglati l'Accordo del Bangladesh vincolante sulla sicurezza degli incendi e degli edifici in Bangladesh ("Accordo del Bangladesh") e l'Accordo Rana Plaza per il risarcimento dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime; l'Accordo del Bangladesh è partito nel maggio 2013 come il primo accordo indipendente e legalmente vincolante tra marchi e sindacati per lavorare a un'industria tessile e dell'abbigliamento sicura, apportando miglioramenti strutturali e duraturi a oltre 1.600 fabbriche; rinnovato due volte, l'Accordo del Bangladesh è diventato l'Accordo internazionale nel 2021, attivo in Bangladesh e recentemente esteso al Pakistan;
in seguito, ancora una volta, ad intense campagne di sensibilizzazione, l'Accordo internazionale è stato firmato da oltre 190 marchi del settore, tuttavia alcuni grandi marchi presenti sui mercati dell'UE, come IKEA, Decathlon, Levi's e Amazon, si rifiutano ancora di aderire all'Accordo che, peraltro, scade nell'ottobre 2023, e i marchi che vi hanno aderito non hanno ancora confermato che sosterranno un nuovo accordo con tutele altrettanto forti,
si chiede di sapere se il Governo sostenga l'Accordo internazionale del Bangladesh in vista della sua prossima scadenza e se non ritenga opportuno avviare ogni iniziativa utile, al fine di invitare i marchi tessili italiani che producono in Bangladesh e in Pakistan ad aderire all'Accordo.
(3-00388)
ZANETTIN - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
i commi da 493 a 507 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per il 2019) e successive modifiche e integrazioni, istituiscono presso il Ministero dell'economia e delle finanze e disciplinano il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR);
il comma 496 dell'art. 1 della citata legge n. 145 del 2018 prevede che la misura dell'indennizzo degli azionisti sia commisurata al 30 per cento del costo di acquisto delle azioni, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro;
lo stesso comma precisa, altresì, che tale percentuale del 30 per cento può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l'indennizzo, secondo il piano di riparto, siano inferiori alla previsione di spesa dell'esercizio finanziario;
il citato fondo, gestito da CONSAP, aveva una dotazione iniziale di 1.575 milioni, che è stata utilizzata solo in parte;
dai dati finora messi a disposizione e pubblicati dal Ministero dell'economia e delle finanze, consta che al 31 dicembre 2022 il saldo tuttora inutilizzato ammonti a circa 500 milioni di euro;
i lavori della Commissione tecnica, che erano sostanzialmente completati al 31 dicembre 2022, sono stati prorogati fino al 30 giugno 2023, ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 ("Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi"), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14, per definire taluni contenziosi;
con l'ordine del giorno G 1.300, a prima firma dell'interrogante, approvato al Senato nel corso della seduta del 15 febbraio 2023, il Governo si è impegnato a procedere, previa istruttoria in sede tecnica, all'incremento della percentuale di indennizzo prevista a favore degli azionisti, già ammessi a beneficiare del FIR, in conformità a quanto già previsto dal citato comma 496 della legge di bilancio per il 2019;
i tempi per il completamento dell'istruttoria tecnica, che, almeno a giudizio dell'interrogante, non appare di particolare complessità giuridica, sono ormai maturi,
si chiede di sapere:
quale sia l'esito dell'istruttoria tecnica disposta dal Ministro in indirizzo;
con che tempi e con quali modalità intenda procedere al riparto del residuo del FIR, che maturerà al 30 giugno 2023.
(3-00389)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
BORGHESI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
il 7 marzo 2023, con decreto, il prefetto di Brescia ha convocato per domenica 14 e lunedì 15 maggio i comizi elettorali per l'elezione diretta del sindaco ed il rinnovo dei Consigli comunali, in scadenza di mandato, tra i quali rientra il Comune di Brescia;
il 25 marzo 2023 il prefetto ha richiesto ai sindaci dei Comuni interessati dalle elezioni amministrative l'osservanza delle disposizioni normative e gli adempimenti urgenti di legge dei procedimenti elettorali in corso di svolgimento;
ai sensi dell'articolo 9, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni;
trova altresì applicazione l'articolo 29, comma 6, della legge 25 marzo 1993, n. 81, ai sensi del quale è fatto divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di svolgere attività di propaganda di qualsiasi genere, ancorché inerente alla loro attività istituzionale, nei 30 giorni antecedenti all'inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della stessa;
sul sito web del Comune di Brescia e sui social network istituzionali in uso al medesimo ente locale sono state diffuse locandine di iniziative organizzate o patrocinate dal Comune in cui compaiano le generalità del vice sindaco (facente funzioni di sindaco pro tempore) e di diversi rappresentanti della Giunta comunale e di consiglieri comunali nonché fotografie che li ritraggono in occasione di manifestazioni pubbliche, inaugurazioni, commemorazioni ed eventi culturali;
è stata avanzata in data 22 aprile richiesta al prefetto di Brescia di valutare se l'attività di comunicazione elettorale posta in essere dal Comune sia stata svolta o meno in conformità alla predetta normativa,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, a fronte dell'assenza di risposta del prefetto, per assicurare l'osservanza della vigente normativa in materia di comunicazione elettorale per tutta la residua durata della campagna elettorale e sino alla chiusura delle operazioni di voto.
(4-00412)
MAZZELLA, CROATTI, LOREFICE, PIRRO, LICHERI Ettore Antonio, MARTON, NAVE, DE ROSA, FLORIDIA Barbara, DI GIROLAMO, ALOISIO, SCARPINATO, CATALDI - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica, della cultura e del turismo. - Premesso che:
in data 12 febbraio 2015, fu rilasciato alla ditta Isecold S.p.A., che si occupa di stoccaggio di idrocarburi, un permesso di costruire 2 nuovi serbatoi a Torre Annunziata (Napoli) sulla spiaggia denominata "la Salera", ubicata nei pressi di un centro abitato e prospiciente al lungomare Oplonti. Tuttavia, come denunziato in un esposto alla Procura della Repubblica datato 27 giugno 2018 e sottoscritto da diversi cittadini, il permesso appariva "privo di alcuni pareri preliminari e vincolanti, come quello della Soprintendenza ai BB.AA.AA., quello igienico sanitario del Dipartimento di Prevenzione, quello del Genio Civile per il rischio sismico, quello della Protezione Civile per il rischio vulcanico, quello del dirigente dell'Ufficio Tecnico comunale". Inoltre, sembra che il permesso non abbia rispettato i vincoli del piano territoriale paesistico (PTP) dei Comuni vesuviani, che consente nelle aree portuali solo il recupero delle volumetrie esistenti e l'edificazione di nuove volumetrie solo per la necessaria dotazione di attrezzature pubbliche;
pertanto, atteso che il porto di Torre Annunziata (nonché area dei serbatoi esistenti e da realizzare) ricade nell'area portuale PTP dove, in assenza di un piano attuativo, sarebbe stato impossibile edificare nuove volumetrie, i nuovi serbatoi andavano identificati come "nuove volumetrie" e non semplici "volumi tecnici". Inoltre, come si evince dall'esposto, l'espansione del complesso produttivo dello stabilimento industriale concerne un'azienda, la Isecold, presente nell'inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti a rischio industriale rilevante;
l'area di espansione di Isecold, infatti, era situata in un'area sottoposta a monitoraggio da parte di dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania (ARPAC) per superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione per alcune sostanze cancerogene come il tetraclorotilene. Più specificamente, come si evince da un'audizione svoltasi presso la Commissione ambiente della Regione Campania in data 21 giugno 2018, l'ARPAC ha confermato la situazione di pericolosità dichiarando che: "la falda risulta contaminata ma lì il problema fondamentale è che la contaminazione non si riesce a stabilire se provenga da terra o da mare";
nel mese di ottobre 2018, il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Vacca, in risposta ad un'interrogazione dell'on. Luigi Gallo, ribadiva che "il parere negativo della Soprintendenza appare fondato in quanto (...) per il vigente Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.) l'intervento proposto in variante ricade in zona P.I. di piano (protezione integrale), risultando in contrasto con l'articolo 11 del PTP che vieta qualsiasi intervento che comporti incremento dei volumi esistenti (ampliamento); per la parte ricadente in zona A.P. (aree portuali), inoltre, la variante non risulta conforme al disposto dell'articolo 19 che, ai fini del parere paesaggistico, impone la cogenza di un 'obbligatorio strumento di pianificazione ed attuazione della pianificazione delle aree portuali'";
come denunziato in un terzo esposto integrativo in data 8 ottobre 2018, sottoscritto dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo e dalla dottoressa Giuseppina Valente, la "Commissione Locale del Paesaggio non ha tenuto particolare attenzione alla coerenza del progetto presentato con gli indirizzi, le norme e i vincoli degli strumenti paesaggistici vigenti". Considerato che "la Regione Campania non aveva ancora redatto un nuovo Piano Paesaggistico a norma del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (...) l'atto di diniego emanato dalla Soprintendenza si sostanziava come parere preventivo vincolante e obbligatorio e di fatto inibiva il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica e, in conseguenza, il rilascio, da parte dell'amministrazione comunale, del titolo a costruire";
in data 17 marzo 2021, i comitati contro le cisterne hanno depositato un esposto al Tribunale amministrativo regionale, avanzando le loro motivazioni per impedire l'ampliamento dei depositi di idrocarburi ubicati sulla spiaggia, basando le proprie ragioni sul fatto che la commissione per le valutazioni ambientali (VIA-VAS) della Regione Campania abbia recepito solo le osservazioni della ditta, facendole proprie, senza opporre nessuna propria controdeduzione;
in data 11 aprile 2023, la Ludoil Energy ha acquistato il 100 per cento delle azioni di Isecold, società specializzata nello stoccaggio e nella movimentazione di bitume a Torre Annunziata, prevedendo lavori di ampliamento per aumentare la capacità di stoccaggio,
si chiede di sapere:
se, nel ritenere la valutazione di impatto ambientale uno strumento necessario per un'azienda a così elevato rischio industriale, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica sia a conoscenza dell'operato della commissione VIA-VAS della Regione Campania e se intenda intervenire al fine di tutelare il sito interessato dal deposito. E se ritenga incompatibile il deposito costiero col piano di emergenza Vesuvio, atteso che in caso di rischio vulcanico ci vorrebbero mesi per svuotare le cisterne;
se, atteso che la spiaggia su cui sorgono le cisterne è di tipo sedimentoso e quindi soggetta a una liquefazione del sottosuolo nonché a un aggravamento dell'insabbiamento del porto, ritenga di escludere un potenziale rischio idrogeologico sull'area dove sono ubicate le cisterne;
se, visto che il deposito costiero sorge in una posizione strategica, al centro del golfo di Napoli e a pochi passi dal sito UNESCO degli scavi di Pompei, i Ministri della cultura e del turismo condividano la preoccupazione che, a seguito di potenziali eventi catastrofici nel deposito, verrebbe penalizzata la vocazione turistica-culturale di Torre Annunziata;
se, atteso che la Ludoil Energy ha acquistato il 100 per cento delle azioni di Isecold S.p.A., la società subentrante debba adempiere, ex novo, agli stessi adempimenti posti in essere da Isecold e se, pertanto, debba essere nuovamente espletata la procedura di valutazione di impatto ambientale.
(4-00413)
NASTRI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
sulla linea ferroviaria Novara-Domodossola, nella frazione Cusinallo di Omegna (provincia di Verbano Cusio Ossola), il 19 aprile 2023 un uomo di 79 anni è deceduto, dopo avere attraversato i binari ed essere stato investito da un treno proveniente da Domodossola;
è consuetudine che molte persone siano solite attraversare imprudentemente i binari di quel tratto di ferrovia pur trovando le sbarre abbassate, mettendo a rischio la loro incolumità e il normale svolgimento del passaggio dei treni;
attualmente lungo il tratto ferroviario Novara-Domodossola, frazione Cusinallo di Omegna, si trovano soltanto passaggi a livello dotati di sbarre semplici, facilmente attraversabili e scavalcabili;
qualche anno fa Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. aveva intrapreso la progettazione di soluzioni strutturali (sbarre più articolate dall'alto verso il basso) per rendere impossibile il passaggio pedonale quando queste ultime sono chiuse. La realizzazione di questo progetto potrebbe essere un deterrente per gli eventuali attraversamenti dei passaggi a livello con le sbarre bassate,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, di concerto con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., non ritenga opportuno valutare un intervento immediato in questo tratto di ferrovia piemontese, al fine di risolvere al più presto la criticità descritta, che ad oggi ha causato molti incidenti gravi e problemi di logistica e circolazione.
(4-00414)
BASSO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:
la produzione base dello stabilimento Luigi Stoppani S.p.A., ubicato a Cogoleto (Genova), che prese avvio negli anni '40, era costituita dal bicromato di sodio, dal quale si ottenevano altri derivati del cromo, quali acido cromico o anidride cromica per l'industria galvanotecnica e per l'impregnazione del legno, nonché salcromo o solfato basico di cromo per l'industria conciaria;
lo stabilimento ha cessato la sua produzione nell'anno 2003. Con decreto ministeriale 18 settembre 2001, n. 468, il sito è stato inserito nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale e sono state stanziate le risorse per gli interventi. L'area, successivamente perimetrata con decreto ministeriale 8 luglio 2002, comprende una superficie di circa 45 ettari a terra e di circa 1,67 chilometri quadrati a mare;
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 novembre 2006 è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla grave situazione ambientale e sanitaria nello stabilimento e con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3554 del 2006 lo stabilimento è stato individuato quale sito di interesse nazionale per le procedure di bonifica ambientale ed è stato nominato il commissario delegato per il superamento dello stato di emergenza;
nel 2007 la società Immobiliare Val Lerone S.p.A., già società Luigi Stoppani S.p.A., è fallita, rimanendo inadempiente agli obblighi gravanti sulla società in base all'ordinanza. Tali obblighi riguardavano, fra gli altri: il costante mantenimento delle attività di messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda; l'immediato smaltimento dei fanghi derivanti dall'impianto di trattamento delle acque di falda contaminate; la ripresa delle attività di rimozione e smaltimento dell'amianto; la ripresa delle attività di decommissioning delle strutture impiantistiche; la rimozione e smaltimento di tutti i rifiuti presenti nell'area di stabilimento. Nel 2011, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3981, il prefetto di Genova è stato nominato commissario, con poteri sostitutivi in ordine agli interventi di bonifica del SIN Cogoleto-Stoppani;
lo stato di emergenza e la gestione commissariale, che inizialmente dovevano terminare il 31 dicembre 2007, sono stati successivamente prorogati fino al 31 dicembre 2018;
successivamente, con l'articolo 12 del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, sono state previste misure volte al definitivo completamento degli interventi urgenti relativi al SIN. Nello specifico, sono stati disciplinati i compiti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, i poteri del prefetto, i soggetti attuatori degli interventi risolutivi, da concludersi entro il 31 dicembre 2020, l'assegnazione delle risorse e le deroghe normative. Questo termine è stato prorogato prima al 31 dicembre 2021, quindi al 31 dicembre 2022 e successivamente al 31 dicembre 2023 con l'articolo 11, comma 4, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14;
considerato che:
in data 25 febbraio 2021, con atto n. 241/2021, la Giunta regionale della Liguria ha approvato lo schema di accordo di programma tra il Ministero dell'ambiente, il prefetto di Genova e la Regione per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del sito;
successivamente, ai sensi del citato articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 27 del 2019, nel 2021 è stato approvato lo schema di convenzione tra il commissario straordinario e la SOGESID S.p.A., per la realizzazione degli interventi urgenti e indifferibili presso il sito;
il Comune di Cogoleto, in ragione della grave situazione ambientale e sanitaria che grava sul proprio territorio, con svariate lettere indirizzate al commissario straordinario e alla Prefettura di Genova, ha formulato richieste di chiarimenti in merito all'andamento delle attività per la messa in sicurezza e bonifica;
allo stato attuale, in ragione dei ritardi accumulati, non appare ancora certo il termine delle attività di messa in sicurezza del sito SIN Cogoleto-Stoppani,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in merito ai fatti esposti e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per garantire, entro termini certi, la conclusione delle attività di messa in sicurezza del sito SIN Cogoleto-Stoppani;
se intenda richiedere e rendere noto il cronoprogramma delle attività già poste in essere fino alla data attuale e il cronoprogramma delle attività ancora da realizzare per la definitiva messa in sicurezza;
se intenda accertare la consistenza delle risorse a disposizione per le attività ancora da realizzare e quali iniziative intenda adottare, qualora necessarie, per garantire la copertura finanziaria di tutti gli interventi previsti non solo per la definitiva messa in sicurezza, ma anche per la bonifica del sito;
se non ritenga opportuno che il SIN sia acquisito a patrimonio da parte dello Stato a parziale risarcimento del danno subito dal territorio a seguito dell'attività inquinante.
(4-00415)
RUSSO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che per quanto risulta all'interrogante:
il Sindaco del Comune di Petralia Soprana (Palermo), con determinazione sindacale n. 16/2022, avrebbe conferito per la durata del mandato sindacale alla dott.ssa Incaudo, già dipendente in quiescenza dell'amministrazione comunale, l'incarico di esperto esterno all'amministrazione, al fine di espletare attività connesse alle materie economiche, finanziarie e tributarie, con particolare riguardo all'assistenza sul corretto introito e gestione dei tributi comunali;
in particolare, secondo quanto riportato nella determina sindacale, l'incarico sarebbe stato assegnato a seguito delle carenze di personale e a causa della vacanza della posizione di responsabile dell'ufficio, in passato coperta proprio dalla dott.ssa Incaudo;
considerato che secondo quanto risulta all'interrogante:
con determinazione sindacale n. 17/2022, il Sindaco ha sempre attribuito, per la durata del mandato sindacale, al dott. Lapunzina, già segretario generale fino ad agosto 2018, in quiescenza per raggiunti limiti di età, "l'incarico di esperto esterno all'Amministrazione ai fini di espletare attività di collaborazione e di supporto agli Organi istituzionali in materia amministrativa e giuridica";
entrambi gli incarichi sono stati conferiti per lo svolgimento di attività di supporto e di consulenza, non dell'attività del sindaco, ma dello svolgimento delle ordinarie attività gestionali dell'amministrazione comunale, di competenza dei dirigenti e del segretario generale;
rilevato che:
da tempo, il gruppo consiliare di minoranza denuncia l'illegittimità della determina di nomina dei due esperti, che, anche se non firmano ufficialmente atti, sopperiscono alla gestione affidata per legge alla figura del segretario comunale, oggi presente solo sporadicamente; illegittimità confermata anche da un parere legale espresso lo scorso 15 febbraio;
da oltre tre anni, infatti, il Comune di Petralia Soprana ricorre a un segretario comunale "a scavalco", presente anche solo mezza giornata alla settimana e che, in alcune occasioni, ha talvolta partecipato alle adunanze del Consiglio comunale in videoconferenza;
valutato inoltre che:
in risposta ad un'interrogazione comunale, il Sindaco ha evidenziato che "l'eventuale pubblicizzazione della sede finalizzata alla nomina di un Segretario titolare, comporterebbe per le casse dell'Ente un aggravio di non poco conto", a conferma della chiara volontà di perseverare con tale paradossale situazione, con un segretario comunale a scavalco, supportato nel quotidiano da esperti in quiescenza;
la stessa Prefettura di Palermo, con nota Prot. 0167571 del 31 ottobre 2022, ha sollecitato il Sindaco del Comune di Petralia Soprana ad intraprendere ogni iniziativa utile alla definitiva copertura della sede di segreteria, tenuto conto dell'attuale favorevole circostanza di immissione in servizio di nuovi segretari;
la nomina di una figura di un segretario comunale titolare è prevista per legge, a garanzia della pubblica amministrazione e della sua imparzialità, nonché quale punto di riferimento per tutti, cittadini in primis, considerata la gestione complessa di un ente locale;
nonostante ciò, il Sindaco del Comune di Petralia Soprana, anziché procedere alla nomina di un segretario generale titolare, ha convocato per il prossimo 24 aprile un Consiglio straordinario per approvare una convenzione per la gestione in forma associata del servizio di segreteria comunale con i Comuni di Caccamo e Campofiorito, confermando lo stesso segretario a mezza giornata a settimana e i due esperti nominati dallo stesso,
si chiede di sapere:
quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo sui fatti esposti in premessa;
se e quali iniziative di competenza intenda assumere a riguardo.
(4-00416)
Risoluzioni in commissione
GASPARRI - La 3ª Commissione, considerato che:
si è appreso che, in questi giorni, sono in corso le procedure di nomina di Luigi Di Maio quale inviato speciale dell'Unione europea per l'area del Golfo;
il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, starebbe procedendo ai vari adempimenti che precedono questa eventuale designazione;
queste procedure prevedono anche l'espressione di pareri da parte dei singoli Stati membri dell'Unione europea nel corso delle procedure previste per la nomina;
premesso altresì che:
esponenti di vertice del Governo italiano in carica hanno ribadito più volte che quella di Luigi Di Maio sarebbe "una scelta del precedente governo, non del nostro", ribadendo il rispetto delle autorità comunitarie, ma sottolineando, in più occasioni, che l'attuale Governo non ha mai avanzato e sostenuto la designazione dell'ex Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
da più parti emergono perplessità sull'idoneità di Luigi Di Maio a ricoprire un incarico così delicato, in un'area così complessa;
anche le sue precedenti decisioni riguardanti i Paesi di quest'area potrebbero creare delle criticità,
impegna il Governo ad impartire ai rappresentanti dell'Italia ai vari livelli l'indicazione di esprimere un parere negativo su tale designazione, alla luce delle valutazioni dello stesso Esecutivo e di quanto è emerso in questi giorni nel dibattito che si è sviluppato in Italia e non solo.
(7-00003)
Interrogazioni, già assegnate a Commissioni permanenti, da svolgere in Assemblea
L'interrogazione 3-00216, dei senatori Sigismondi e Della Porta, precedentemente assegnata per lo svolgimento all'8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica), sarà svolta in Assemblea, in accoglimento della richiesta formulata in tal senso dall'interrogante.
Risoluzioni da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 50 del Regolamento, la seguente risoluzione sarà svolta presso la Commissione permanente:
3ª Commissione permanente (Affari esteri e difesa):
7-00003 del senatore Gasparri, sulla nomina di Luigi Di Maio quale inviato speciale dell'Unione europea per l'area del Golfo.