Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 045 del 02/03/2023

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

45a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 2 MARZO 2023

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Presidenza del vice presidente CENTINAIO,

indi del vice presidente CASTELLONE

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Azione-Italia Viva-RenewEurope: Az-IV-RE; Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord): Aut (SVP-Patt, Cb, SCN); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CENTINAIO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,01).

Si dia lettura del processo verbale.

LOREFICE, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni (ore 10,07)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

Sarà svolta per prima l'interrogazione 3-00154 su una frana che ha interessato la strada statale 691 a Caposele (Avellino).

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

FERRANTE, sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, con riferimento al viadotto situato al chilometro 21,665 della strada statale 691 Fondo Valle Sele, nel territorio comunale di Caposele, la società Anas ha rappresentato quanto segue.

In seguito alla frana cui fa riferimento l'onorevole interrogante, il personale tecnico di Anas ha tempestivamente effettuato una ispezione sul viadotto in questione lo scorso 22 gennaio, in particolare sulla campata di scavalco alla ex strada statale 165, in corrispondenza del chilometro 22,200 della strada statale 691. L'approfondimento ha interessato la parte inferiore e superiore dell'impalcato, oltre alle fondazioni delle pile, ed ha evidenziato che la frana è avvenuta per effetto di ruscellamenti dovuti alle insistenti ed abbondanti piogge. Sono stati pertanto registrati degli smottamenti localizzati che hanno coinvolto soltanto i terreni vegetali superficiali e che non hanno interessato alcun elemento di fondazione del viadotto né causato cedimenti sulle strutture. Anche sull'impalcato i tecnici di Anas hanno riscontrato l'allineamento dei giunti di dilatazione, cioè gli elementi di raccordo tra gli impalcati, e non hanno rilevato alcuna lesione sul piano viabile associabile a fenomeni di rotazioni o di cedimenti locali delle fondazioni.

L'ispezione di Anas si è conclusa quindi senza la necessità di istituire alcuna limitazione al transito sul viadotto, poiché la struttura non è risultata compromessa dai fenomeni di smottamento verificatisi.

PAITA (Az-IV-RE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAITA (Az-IV-RE). Signor Sottosegretario, la ringrazio. Dalla relazione che ci ha fornito sulla base delle informazioni di Anas, si può dedurre che non ci siano stati danni strutturali al viadotto e che quindi questa sia la ragione della mancata chiusura. Ovviamente ne prendo atto: le verifiche saranno senz'altro puntuali, ma la popolazione era allarmata, quindi mi è sembrato giusto interrogarvi.

L'occasione è però utile per cercare di fare il punto su alcune questioni che penso valgano in senso generale, non specifico per il caso del viadotto in questione a Caposele.

Il problema che le voglio rappresentare è il seguente. Abbiamo moltissime infrastrutture situate in contesti territoriali dove la proprietà privata è molto parcellizzata, quindi i fronti sovrastanti i viadotti e i tratti stradali sono spesso oggetto di frane, spesso determinate - non dico nel caso specifico, ma in senso generale - da una cattiva manutenzione di quei terreni, di cui spesso è anche difficile capire chi sono i proprietari.

O noi, come Paese, ci dotiamo di una strategia tale per cui, sicuramente rivalendoci del danno, facciamo assumere alle società che gestiscono ferrovie e strade un po' di responsabilità sul tema dei fronti che stanno sopra queste infrastrutture; o il rischio è che, ogni volta, il danno non solo costi molto di più, ma sia anche particolarmente serio e grave per i cittadini. È un caso abbastanza riscontrabile anche in questo esempio.

Questa è una delle prime questioni: qual è la strategia del Governo per intervenire e garantire sicurezza, dal momento che siamo soggetti a una quantità enorme di eventi franosi?

La seconda questione è la seguente. Ormai è del tutto evidente e del tutto appurato che, per intervenire tempestivamente, servano sistemi di monitoraggio che, grazie al cielo, sono più evoluti rispetto a qualche anno fa, perché ora esistono sensori e altri meccanismi. Il punto, anche in questo caso, è capire quanto siamo stati in grado di espandere questi sistemi di sensori. Da quello che so, infatti, purtroppo questi sono ancora casi molto isolati. Faccio un esempio. Nella ricostruzione del ponte Morandi e del viadotto San Giorgio c'è stata questa precauzione, ma è chiaro che stiamo parlando di infrastrutture molto datate, che non hanno questi sistemi di rilevazione.

Abbiamo istituito una società, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA) con i Governi precedenti, che va oltre l'ambito della rete ferroviaria e si occupa anche della parte stradale. Questa società opera monitoraggi a campione, non organici e sistematici su tutto. Quando saremo in grado di fare un salto di qualità e cominciare a investire?

Fate tanti discorsi sul PNRR, dicendo che lo volete rivedere, cambiare, modificare e migliorare, ma resta questo tema della sicurezza sulle nostre ferrovie, strade e autostrade, rete gestita da Anas, che lo ricordo, è una società dello Stato; quindi, se vogliamo, vi è pure una responsabilità in più, perché esse hanno la necessità di vedere un obiettivo di miglioramento sul fronte tecnologico, e le condizioni ci sono.

Signor Sottosegretario, naturalmente la ringrazio per avermi illustrato il caso specifico e per aver tranquillizzato i cittadini, ma una visione su questo punto non la vedo ancora. Non accampo una pretesa dopo solo quattro mesi, non serve che lo ripetiate. È vero, sono passati solo quattro mesi, e probabilmente non sareste riusciti a fare tutti questi interventi, ma almeno potreste fare un accenno e dire una parola sul fatto che volete cercare di garantire la sicurezza con questa strategia, anche se non sapete se ce la farete, ma intanto avete questa idea.

Francamente, invece, di idee per ora ne vedo pochissime. Mi auguro, però, siccome stiamo parlando di un tema serio, non solo che queste idee arrivino, ma che ci sia anche la capacità di ascoltare l'opposizione, perché su questo tema abbiamo lavorato tanto e abbiamo anche una certa esperienza e conoscenza del tema della rete infrastrutturale. Se lo vorrete, la parte dell'opposizione che rappresento sarà disponibile a dare, se non qualche consiglio, qualche suggerimento, sulla base appunto dell'esperienza del passato.

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00081 sulle misure di contrasto alle attività criminose messe in atto all'interno della riserva delle Cerbaie in Toscana.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione, d'intesa con il Ministero dell'interno.

ALBANO, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli senatori, il senatore Parrini e la senatrice Zambito pongono l'attenzione sullo spaccio di stupefacenti effettuato all'interno della riserva naturalistica delle Cerbaie, chiedendo al Ministro dell'interno quali azioni intenda assumere per contrastare il fenomeno e supportare le iniziative degli enti locali in materia di sicurezza e lotta alla criminalità.

Premetto al riguardo che l'area in questione - che si estende per circa 12.000 ettari, al confine tra le Province di Firenze, Lucca, Pisa e Pistoia - è oggetto di costante attenzione da parte delle prefetture competenti, visto che nella zona si sono verificati episodi di criminalità diffusa, in particolare reati di natura predatoria e spaccio di stupefacenti, agevolati dalla natura boschiva della zona.

In particolare, la tematica nel corso del tempo è stata esaminata nell'ambito del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Firenze ed è stata altresì oggetto di specifiche riunioni nell'ambito del Comitato interprovinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, da ultimo convocato il 17 novembre del 2022.

Nel corso di tale riunione, presieduta dal prefetto di Firenze, cui hanno partecipato i rappresentanti delle prefetture e delle altre Province interessate e i componenti dei Comitati provinciali e i rappresentanti delle relative amministrazioni provinciali e comunali, è stata svolta una disamina complessiva delle criticità che interessano alcune zone della vasta distesa boschiva.

Alla luce delle richieste avanzate dall'amministrazione locale, sono state verificate le iniziative assunte finora e sono state approfondite eventuali ulteriori misure da intraprendere in condivisione con i rappresentanti delle comunità locali.

Durante la riunione, è stata rilevata la necessità di approntare misure strutturate e sistematiche che tengano conto anche della complessità determinata dalla peculiare configurazione boschiva dell'area. È emersa quindi l'esigenza di uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori presenti, nell'ottica di favorire un maggior coordinamento nell'attività di contrasto dei fenomeni di illegalità segnalati.

Conseguentemente, nell'area in questione sono stati ulteriormente potenziati specifici servizi di controllo, con l'impiego di unità cinofile antidroga del reparto prevenzione crimine e del reparto volo della Polizia di Stato.

Inoltre, all'esito del predetto Comitato interprovinciale, è stata affidata al locale Comando provinciale dei carabinieri - in virtù della capillare presenza sul territorio dei presidi dell'Arma - l'esecuzione di uno specifico piano di interventi coordinati con gli altri Comandi provinciali e che prevedono il coinvolgimento delle polizie locali e della Polizia provinciale.

Proprio in esecuzione del predetto piano, nel periodo tra il 17 novembre 2022 e il 22 febbraio 2023, sono stati condotti nell'area delle Cerbaie diversi servizi straordinari di controllo, con i seguenti risultati: 1.046 persone, 671 veicoli controllati, 3 persone arrestate e 13 denunciate.

Nelle giornate del 19 dicembre e del 22 febbraio scorsi, sono stati organizzati anche servizi ad alto impatto grazie al supporto del 6° Battaglione Carabinieri Toscana e del Nucleo Carabinieri cinofili di Firenze.

Come accennavo, già da tempo i servizi di controllo sono stati attivati nell'area in questione, tant'è che nel quinquennio 2018-2022 sono state concluse 90 operazioni antidroga, che hanno portato al sequestro di più di 700 chilogrammi di sostanze stupefacenti e psicotrope e alla segnalazione all'autorità giudiziaria di 119 persone, delle quali 87 in stato di arresto. I risultati conseguiti grazie a tale attività - che proseguiranno anche nell'anno in corso - hanno contribuito a restituire alla cittadinanza una maggiore percezione della sicurezza.

Per quanto attiene ai presidi delle Forze di polizia nell'area in questione - con particolare riferimento ai comuni di Fucecchio, Altopascio, Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull'Arno, Chiesina Uzzanese e Ponte Buggianese - l'Arma dei carabinieri è presente con una forza effettiva di 59 unità e la Guardia di finanza con 166 unità.

Per quanto concerne, infine, il ricorso al personale dell'Esercito, nell'ambito dell'operazione Strade sicure - cui si fa riferimento nell'interrogazione - evidenzio che, secondo quanto previsto dalla legislazione vigente, i militari posti a disposizione dei prefetti, nell'ambito del dispositivo di sicurezza in ambito provinciale, concorrono esclusivamente alla vigilanza ai siti e agli obiettivi sensibili.

In ogni modo, l'attenzione resta alta.

Infatti, allo scopo di favorire un maggior coordinamento nell'attività di contrasto dei fenomeni criminosi segnalati dagli interroganti e analizzare gli esiti dei servizi di controllo del territorio svolti lo scorso novembre, è stata programmata - il prossimo 15 marzo - una ulteriore riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che si terrà presso la prefettura di Lucca e alla quale prenderanno parte i prefetti delle Province interessate, i vertici delle Forze di polizia e i sindaci dei Comuni limitrofi.

PARRINI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PARRINI (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio la sottosegretaria Albano per la dettagliata risposta che ha dato.

Non posso dirmi del tutto soddisfatto, anche se apprezzo l'impegno che è stato descritto e circostanziato. Infatti, la percezione che c'è sul territorio dei Comuni interessati - che riguarda quattro Province - è che si debba fare di più per passare dalle parole, dagli impegni e dall'enunciazione di propositi a fatti concreti. L'attenzione sarà anche alta, ma per ora la sensazione del territorio è di non essere stato adeguatamente fornito di un'assistenza e di una presenza fattive.

Stiamo parlando di un fenomeno - quello dello spaccio nell'area delle Cerbaie - che sta destando un allarme sociale molto vasto; le Forze di polizia locale non possono sobbarcarsi da sole questo compito di repressione dei fenomeni criminosi. È necessario un aiuto più continuativo, più strutturale e incisivo delle Forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza). Sarebbe estremamente necessario un forte e costante coordinamento tra le prefetture delle quattro Province interessate e bisognerebbe agire in maniera molto meno episodica per ottenere risultati strutturali. Fra l'altro, ci si può avvantaggiare in questo caso di una grande sensibilità delle popolazioni locali e anche dell'associazionismo locale, perché i Comuni che la Sottosegretario ha citato sono stati in grado di mettere in campo azioni di volontariato per vivere meglio il bosco, eliminare al suo interno fenomeni di degrado e fare pulizia, tutti interventi che sappiamo essere molto importanti nel contrasto a questi fenomeni, tenendo alta l'attenzione sociale.

Infine, richiamo l'attenzione della Sottosegretaria in maniera molto forte sulla necessità di supportare, con iniziative concrete e soprattutto con l'erogazione di contributi, un intervento strutturale, che aiuterebbe molto a rafforzare il presidio di sicurezza in quel territorio, e cioè il completamento della ristrutturazione dell'edificio per la tenenza dei Carabinieri di Fucecchio.

Il Comune di Fucecchio, come tutti i Comuni, è stato un'amministrazione il cui bilancio si è trovato posto a dura prova dall'emergenza Covid e da altre necessità che si sono presentate. Può fare la sua parte, ma ha bisogno che lo Stato sia vicino. Anche da questo punto di vista, chiederei maggiore attenzione e un occhio di riguardo, perché questo passo, se si compie, può davvero andare nell'interesse generale.

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Desidero salutare a nome dell'Assemblea studenti e docenti del liceo scientifico «Galileo Ferraris» di Torino. Benvenuti! (Applausi).

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni (ore 10,24)

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00030 sulla riapertura del pronto soccorso dell'ospedale di Boscotrecase (Napoli).

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con riferimento all'interrogazione parlamentare in questione, sulla base degli elementi acquisiti dall'azienda sanitaria locale (ASL) di competenza per tramite della Regione Campania, comunico quanto segue.

Il presidio ospedaliero Sant'Anna e Maria santissima della Neve di Borgotrecase, in provincia di Napoli, afferente all'Azienda sanitaria locale 3 Sud, con delibera del direttore generale n. 221 del 17 marzo 2020, è stato dedicato all'assistenza dei pazienti affetti da Covid-19.

La direzione strategica, insediatasi ad agosto 2022, ha ritenuto, nella fase di discesa della curva epidemiologica dei contagi, di riavviare l'iter procedurale per il ripristino delle funzioni originali dell'ospedale di Borgotrecase, che - ricordiamolo - è sede di dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) di primo livello, per quanto riguarda i reparti di degenza. Tale iter comprende la riqualificazione di un'area a grezzo, oggetto di lavori e di finanziamenti ex articolo 20 della legge n. 67 del 1988, nonché di lavori già in corso di esecuzione e finanziati (lavori di completamento dell'area finalizzati alla realizzazione di 20 posti letto di terapia subintensiva), e la messa a norma dei locali del DEA attraverso un intervento a step, che consentirà, verosimilmente nell'arco di tre o quattro mesi, di avere a disposizione dal punto di vista strutturale-impiantistico un pronto soccorso in grado di garantire il doppio percorso Covid-non Covid, giusta deliberazione aziendale n. 1021 del 15 novembre 2022, come programmata dall'unità operativa dirigenziale (UOD) Valorizzazione e manutenzione del patrimonio immobiliare.

Ai fini del ripristino delle funzioni originali della struttura, sono state contestualmente avviate numerose procedure di reclutamento di personale medico sia per i reparti d'elezione, sia per l'emergenza-urgenza. Va anche detto che l'attuale numero di ricoveri e di accessi nelle strutture aziendali di pazienti con Covid ha imposto cautelativamente non solo il mantenimento dei posti letto Covid (32), ma anche la riattivazione in data 2 gennaio 2023 di ulteriori 10 posti letto dedicati all'assistenza dei pazienti Covid positivi.

Attualmente, l'assistenza per i pazienti non Covid è assicurata dalle seguenti branche: cardiologia (10 posti letto), pneumologia (10 posti letto), medicina (10 posti letto), anestesia e rianimazione (3 posti letto).

Riportati gli elementi acquisiti dalla Regione, passo adesso a svolgere le valutazioni di competenza del nostro Ministero. Il presidio ospedaliero in questione, nel rispetto dei profili di competenza delle Regioni, era stato individuato quale presidio Covid e pertanto destinato all'assistenza dei pazienti Covid attraverso l'attivazione e lo sviluppo di linee di attività quali la pneumologia e la terapia semintensiva e il potenziamento di servizi quali la medicina interna. Pertanto, appena sarà possibile, lo stesso presidio ospedaliero quale DEA di primo livello sarà ripristinato con la funzione originaria all'interno della rete ospedaliera così come definito dalla Regione Campania e contestualmente saranno garantite le discipline previste negli atti di programmazione e specifiche di una DEA di primo livello. Su tale ultimo aspetto, l'ASL ha comunicato di aver riattivato l'iter per il ripristino delle funzioni originarie verosimilmente in un arco temporale di quattro mesi, necessario per assicurare dal punto di vista strutturale e impiantistico un presidio che garantisca i necessari percorsi Covid e non Covid.

Il Ministero della salute, fin d'ora, assicurerà il monitoraggio delle azioni dichiarate dall'ASL.

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signor Sottosegretario, oggi dibattiamo dell'inefficienza di un presidio ospedaliero importantissimo come l'ospedale Sant'Anna e Maria Santissima della Neve, che serve un bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti residenti e ci troviamo a discutere, nella sacralità di quest'Aula, di tale sanità negata, perché di ciò si tratta.

Signor Sottosegretario, lei ha detto che nel 2022 è terminato il periodo del presidio Covid e sono iniziate le pratiche anche burocratiche per cominciare a raccogliere tutte le energie e tutti gli sforzi anche finanziari per poter ripristinare il servizio di pronto soccorso. È passato un anno da quel periodo e adesso mi sento dire che appena sarà possibile, entro tre o quattro mesi, sarà ripristinato il servizio di pronto soccorso. Le confermo, però, che sono passati tre o quattro mesi, perché, mentre lei e il Governo state qui a Roma, io sto sul territorio e ho potuto verificare che il cantiere avrebbe dovuto essere terminato a febbraio.

Sono andato anche a fare visita al cantiere, insieme con il direttore generale, che mi ha accolto dopo ripetute richieste. La informo anche che la prima e la seconda volta non mi è stato possibile visitare il cantiere; solo dopo mia insistenza, ho potuto visitarlo.

Ora, mi domando se non sia venuto il momento di mettere in discussione alcuni punti di tutto l'impianto del sistema sanitario nazionale, visto che un pronto soccorso DEA di primo livello - come lei ha affermato essere - in realtà non funziona come tale. Io e lei sappiamo benissimo cos'è un DEA di primo livello: non è un ospedale Covid, ma un ospedale per l'emergenza-urgenza, che quindi deve avere la necessaria attrezzatura e presenza di personale sanitario in grado di svolgere i compiti relativi.

Ci dobbiamo porre un problema, allora: questi medici dell'emergenza-urgenza ci sono o li sposteremo ancora una volta da un reparto a un altro, come pedine? Da questo Governo mi sarei aspettato un impegno reale a potenziare l'emergenza-urgenza, perché l'ospedale di Boscotrecase è solo uno dei tanti ospedali che hanno questa crisi nel pronto soccorso, che non è solo di oggi, ma è abbastanza lunga: siete ormai al Governo da quattro mesi e non c'è stato un solo provvedimento strutturale dedicato ai pronto soccorso; un unico procedimento strutturale non c'è stato, niente. Lei scuote la testa, onorevole Sottosegretario. Beh, stando sui territori le posso assicurare che non è cambiato niente: i pronto soccorso sono ancora oggi pieni di barelle, con i pazienti che si trovano lì senza nemmeno poter essere visitati. Non è partita la medicina territoriale e non c'è niente di tutto quello che è stato descritto da lei come provvedimento.

Ovviamente assumo anche la volontà da parte sua di monitorare, come Sottosegretario, l'andamento di questi lavori; questa è la parte che auspico possa essere poi presa veramente in considerazione. La invito a venire in quest'ospedale, che è in costruzione da quindici anni. Quando parla di superfici grezze, è ovvio che le hanno dato un report: venga a vedere cos'è questo DEA di primo livello, altrimenti rimaniamo solamente nell'ambito delle descrizioni che le vengono date. Colga l'occasione per venire sul territorio, a Boscotrecase. Facciamo un'ispezione vera e reale, non qui in quest'Aula. Venga veramente e porti le sue parole, le parole dello Stato, a questo territorio, nell'ASL Napoli 3 Sud, che è una delle più popolose d'Italia, con un milione di cittadini residenti e 300.000 abitanti. Lo ripeto, perché non sarebbe possibile realizzare un DEA, se non ci fosse la stima degli abitanti che afferiscono a questo distretto: 300.000 abitanti da oltre un anno non vedono la possibilità di avere il ripristino del pronto soccorso.

Offro tutta la mia collaborazione al Governo, per cercare di risolvere questo problema non nel più breve tempo possibile e non appena sarà possibile, ma domani, perché - lo ripeto - non è solo ed esclusivamente di Boscotrecase, ma nazionale. (Applausi).

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00055 sull'operatività del servizio di neuropsichiatria infantile di Torre Annunziata (Napoli).

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

GEMMATO, sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, garbatamente, nel merito della questione delineata, mi collego dicendo che forse avrò sbagliato io nel comunicare al collega Mazzella che riporto ciò che mi viene detto dalla Regione Campania. Lei sa meglio di me e mi insegna che la riforma del Titolo V della Costituzione porta il governo e la governance regionale in capo alle Regioni.

Accolgo quindi favorevolmente l'invito che mi rivolge, ma non siamo noi l'interlocutore. A lei non sfuggirà che c'è un Presidente della Regione, il presidente De Luca, che ci manda queste notizie e gestisce la sanità campana. Considero quindi alquanto ingenerose le sue parole. Sono costruttive - lo sottolineo e lo so - (Applausi), perché conosco la sua persona, ma sono assolutamente ingenerose, non per il fatto che, come ricordava, siamo al Governo da quattro mesi, ma per il fatto che è la Regione Campania che dovrebbe occuparsene. Raccolgo però quanto di positivo c'è nel suo intervento, perché la conosco e so che è una persona assolutamente propositiva, e sarò con lei a verificare lo stato di attuazione, ma anche di salute della rete ospedaliera campana, partendo dal presupposto che già lo faccio di mio: giro per gli ospedali del Nord, del Centro e del Sud e non avrò difficoltà a farlo in Campania. Peraltro, come si evince dal mio accento, sono anch'io meridionale e quindi ho particolarmente a cuore le sorti della sanità meridionale.

Entrando nel merito della questione delineata nell'interrogazione parlamentare in oggetto, la Giunta regionale campana - lo sottolineo - ha comunicato al Ministero le informazioni all'uopo acquisite dall'azienda sanitaria locale Napoli 3 Sud: ciò proviene sempre da parte della Giunta regionale campana. La medesima ASL Napoli 3 Sud ha colto l'occasione per assicurare che non risulta alcuna programmazione della chiusura del consultorio centro di neuropsichiatria infantile di Torre Annunziata, distretto sanitario n. 56. Lo stesso è regolarmente funzionante e non ha sospeso alcuna attività, data la rilevanza che rivestono le prestazioni sociosanitarie erogate nella struttura, che sono anzi state implementate.

Sempre la Regione Campania ci dice dunque che le prestazioni sociosanitarie erogate nella struttura sono state implementate. L'ASL della Campania precisa che non sussistono dimensionamenti degli spazi occupati dalla neuropsichiatria infantile in quanto, a seguito del trasferimento del centro vaccinale consultoriale in una struttura maggiormente accessibile alla popolazione, sono state rese libere due stanze, una assegnata appunto alla neuropsichiatria infantile e l'altra impiegata per altre attività del consultorio e destinata ai corsi di preparazione al parto. Il personale del consultorio sopperisce alle carenze della neuropsichiatria infantile senza alcun depotenziamento delle varie attività sociosanitarie erogate. Così ci dice sempre la Giunta regionale della Campania, che ci riporta queste notizie, che non potremmo sapere diversamente, se non interrogandola. Se poi il senatore interrogante, con cui non ho motivo di entrare in contrasto, dice che non sono vere, rinnovo il mio intendimento di essere al suo fianco, per la sanità pubblica e universalistica italiana.

Più in generale, l'ASL Napoli Sud ha inteso sottolineare di aver ottemperato alle disposizioni regionali e di riorganizzazione della rete di assistenza territoriale, di cui ai decreti del commissario ad acta del 22 settembre 2016, n. 99, avente ad oggetto il piano regionale di programmazione della rete per l'assistenza territoriale 2016-2018, e del 31 ottobre 2019, n. 83, avente ad oggetto il piano regionale della rete di assistenza sanitaria territoriale 2019-2021.

Detti decreti hanno delineato le modalità di erogazione delle prestazioni dei livelli essenziali di assistenza rivolte ai minori con problemi di salute mentale, disturbi del neurosviluppo e disagio psichico. La necessaria assistenza viene erogata tramite i nuclei di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (NNPIA), che assolvono a molte delle attività in precedenza garantite dai servizi materno-infantili, che nel nuovo modello assistenziale della Regione Campania sono divenuti aree di coordinamento.

Per garantire la continuità dei processi di cura, gli NNPIA vengono integrati nel dipartimento assistenziale per la salute mentale e hanno valenza sovradistrettuale. Presso l'ASL 3 Napoli Sud in base al bacino di utenza sono stati definiti sei nuclei. Il nucleo 5 comprende il distretto sanitario n. 56 in questione, oltre al distretto sanitario n. 58, e attualmente comprende tre medici specialisti neuropsichiatrici, uno specializzando, due psicologi, un logopedista, un assistente sociale e un infermiere. L'ASL Napoli 3 Sud è fortemente impegnata in un'azione di potenziamento della propria offerta assistenziale ed è protesa verso uno sforzo costante di implementazione degli NNPIA.

In particolare, la stessa ASL dichiara di aver assunto neuropsichiatri, psicologi e logopedisti e sta procedendo a reperire altre figure professionali necessarie per la corretta erogazione della specifica assistenza.

La ASL sta provvedendo anche al reperimento degli spazi idonei alle esigenze dei minori, del tutto diverse da quelle degli adulti e necessitanti di ambienti completamente separati da quelli destinati alla popolazione adulta.

MAZZELLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAZZELLA (M5S). Signor Sottosegretario, la ringrazio per la sua risposta, che mi dà l'opportunità di fare un discorso anche più ampio.

Giustamente lei ha osservato che, in virtù del Titolo V della Costituzione, che è stato modificato, si parla di shared competence tra lo Stato e le Regioni, per cui la gestione della sanità, nel caso specifico della Campania, ricade sostanzialmente in capo al presidente della Regione De Luca. Pertanto, quelle che lei riceve sono le informazioni che giustamente il Presidente della Regione Campania le fornisce. È chiaro però che, nel contesto di cui stiamo dibattendo, quello cioè dei servizi territoriali - in questo caso servizi di neuropsichiatria e precedentemente servizi di pronto soccorso, addirittura all'interno di un DEA di primo livello - stiamo parlando di quelle garanzie a tutela della salute, ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione, le quali - come ha giustamente detto - andrebbero monitorate dallo Stato, attraverso quelle che prima erano le griglie LEA e che adesso praticamente è il nuovo sistema di garanzia.

Il problema è che noi ci troviamo in un sistema fortemente frammentato: ci sono 20 sistemi regionali, 20 Presidenti di Regione ognuno dei quali fa di testa propria. Tale sistema non ha più una cabina di regia unica. E allora, oltre a fare una riflessione sul centro di neuropsichiatria o sul pronto soccorso DEA di primo livello - in questo momento non funziona come tale, ma è fermo - dobbiamo anche capire se la cabina di regia funziona oppure no; se i livelli essenziali di assistenza e le garanzie costituzionalmente previste dall'articolo 32 esistono e sono davvero funzionali nei territori e nelle Regioni. Diversamente, infatti, andando avanti di questo passo, oggi non abbiamo queste tutele e domani, quando e se ci sarà un regionalismo differenziato in cui le singole Regioni vogliono altra autonomia, a che cosa servirà questo confronto? A che cosa servirà parlare io come senatore e lei come Sottosegretario, rappresentante dell'Esecutivo? Non servirà più a niente.

Anche rispetto al centro di neuropsichiatria, le posso dire con certezza che non è stato potenziato, ma è stato depotenziato e delocalizzato; al suo interno c'era infatti - come anche lei ha ricordato - il centro vaccinale in cui le mamme portavano i bambini a fare le vaccinazioni, trovando utile la possibilità di avere presso il centro il contatto con il neuropsichiatra infantile. A pagarne le conseguenze sono stati i bambini disabili, i più piccoli, cioè i più fragili.

In tutte le strutture ci sono differenti livelli di organizzazione e di setting ospedaliero - lo comprendiamo - ma il compito dello Stato e della cabina di regia è andare a vedere quali sono i problemi, monitorarli - come giustamente ha detto lei - e indicare poi delle soluzioni.

Penso allora che si debba trovare una soluzione per tutto, a cominciare dal precedente problema dei DEA di primo livello, che non sono DEA, perché lei sa benissimo che per fare un DEA di primo livello serve un piano, un atto aziendale, che deve avere la firma del Presidente della Regione. Non mi risulta, tra l'altro, che questo atto aziendale di DEA di primo livello abbia la firma del presidente De Luca. Glielo dico, poi magari lo vedremo insieme, quando lei mi accompagnerà dal Presidente della Regione Campania e andremo a fare visita al DEA di primo livello, che non esiste, e al centro di neuropsichiatria infantile, che è stato demansionato e depotenziato.

Oggi posso quindi dire che non sono soddisfatto della sua risposta, ma colgo l'aspetto positivo della volontà sua e di questo Governo di scendere a vedere quali sono i problemi del territorio e accompagnare dei processi di modifica, di trasformazione, utili a garantire la salute nei territori di cui sono rappresentante. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno è così esaurito.

Sospendo la seduta fino alle ore 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10,45, è ripresa alle ore 15).

Presidenza del vice presidente CASTELLONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro dell'università e della ricerca e il Ministro per la pubblica amministrazione.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00260 sulla posizione italiana in merito alla strategia europea per lo sviluppo dell'energia nucleare, per tre minuti.

FREGOLENT (Az-IV-RE). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, l'Italia ha dimostrato, in questa crisi energetica, di non avere un mix energetico adeguato. Quando, nella scorsa legislatura, con il Governo Draghi, il ministro Cingolani cominciò a parlare di nucleare, le forze che sostenevano quel Governo, che andavano dall'estrema sinistra alla Lega, ebbero diverse posizioni.

Il partito di chi le parla, Italia Viva, era favorevole, come anche la Lega e Forza Italia, mentre parte del Partito Democratico, soprattutto la parte più a sinistra, e ovviamente il MoVimento 5 Stelle furono contrari. Ministro, quando avete fatto la campagna elettorale e anche dalle sue prime interviste, sembrava che il tema fosse definitivamente sdoganato: il nucleare sembrava finalmente nell'agenda del Governo.

E noi, oggettivamente, guardavamo con interesse a questa parte. Invece è bastato che la Francia chiedesse agli Stati europei di fare una strategia nucleare comune - anche perché, detto tra di noi, costerebbe anche di meno che non procedere come singoli Stati - e al tavolo del nucleare francese/europeo l'Italia non si è seduta.

Quindi, noi siamo qui a chiederle come mai questo non è accaduto; se lo slogan del nucleare fosse solo uno slogan tal quale per la campagna elettorale o se effettivamente vi sia la volontà del Governo italiano di andare verso questa direzione.

Anticipo una sua risposta. So che ci sono stati due referendum sul nucleare in Italia e ne conosco anche l'esito. Ma so anche che ENI, per esempio, sta procedendo nella ricerca sul nucleare pulito in Stati Uniti e Gran Bretagna. E non vorrei, dunque, che si scoprisse un nuovo tipo di nucleare con meno scorie, con i nostri ingegneri, con ENI, ma all'estero. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, ringrazio le senatrici interroganti. In merito al quesito posto, vorrei sottolineare come l'atteggiamento positivo da parte dell'attuale Esecutivo verso il nucleare nasca da un approccio pragmatico, basato sul principio della neutralità tecnologica.

Il nucleare di quarta generazione è una delle tecnologie da tenere in considerazione per affrancarsi dalle dipendenze dai combustibili fossili e, molto probabilmente, costituirà un vettore tecnologico di transizione propedeutico all'approccio finale, che è la fusione nucleare.

Pertanto, l'Italia non può precludersi l'opportunità di proseguire nella ricerca in tale ambito, considerato inoltre che, negli ultimi decenni - come lei ha già avuto modo peraltro di rappresentare - abbiamo offerto alle Nazioni che hanno proseguito lo sviluppo del nucleare eccellenti professionisti e un know how che siamo pronti ad impiegare nella ricerca nei confini nazionali.

Come già evidenziato durante l'illustrazione delle linee programmatiche, a livello internazionale si intende rafforzare la partecipazione dell'Italia nell'ambito del programma internazionale ITER e del programma europeo EUROfusion; così come sarà rafforzato il presidio scientifico nel campo degli impianti nucleari di quarta generazione e dei reattori modulari, gli small modular reactor.

La mancata presenza di un rappresentante italiano all'iniziativa francese, informale, organizzata a margine del Consiglio energia e trasporti - peraltro ho anche parlato con il Ministro francese - rappresenta non un cambio di rotta dell'Esecutivo, ma semplicemente una forma - permettetemi - di estremo rispetto della sovranità popolare del Parlamento italiano, il cui coinvolgimento è ritenuto essenziale da parte dell'Esecutivo prima dell'assunzione di impegni o prese di posizione a livello internazionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.

PAITA (Az-IV-RE). Signor Presidente, partiamo da questo presupposto: noi crediamo che le affermazioni circa l'attenzione del Governo e del ministro Pichetto Fratin sul tema dello sviluppo della tecnologia del nucleare di quarta generazione siano sicuramente condivisibili. Quindi, se il Governo ci dice che è interessato a seguire lo sviluppo della tecnologia e a partecipare ad azioni di impostazione europea per favorirne uno sviluppo e una crescita nel nostro Paese - come giustamente lei, Ministro, diceva - anche utilizzando le immense professionalità tecniche di cui disponiamo, a cui accennava la collega Fregolent, ovviamente siamo contenti.

Il punto però, Ministro, rimane politico. Lei dice che quello era un incontro informale e io le rispondo che anche a un incontro informale il nostro Paese avrebbe dovuto partecipare per capire quale tipo di impostazione l'Europa vuole dare a questa soluzione, per non rimanere tagliato fuori. Vede, signor Ministro, l'isolamento del nostro Paese sul piano europeo con questo Governo sta diventando una cifra connotante: lo è su tanti temi e non vorrei che lo fosse anche sul tema dello sviluppo dell'energia e del nucleare, perché sarebbe un isolamento pesante, che rischieremmo di pagare in termini economici, produttivi e - mi faccia dire - anche ambientali.

Quello che voglio dirle, Ministro, è che sicuramente prendiamo atto del fatto che la vostra impostazione non è ostile al nucleare, ma la aspettiamo con i fatti e anche con il coinvolgimento del Parlamento, come lei giustamente ha detto; se il Ministro e il Governo vogliono coinvolgere il Parlamento e sfidarlo verso una soluzione utile al nostro Paese, lo faccia immediatamente. Non si perda altro tempo e non si perda il treno di un'opportunità importante che in questo momento può aiutare il nostro Paese a crescere e a migliorare dal punto di vista ambientale. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Pirro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00263 sulle criticità nella realizzazione dei progetti di forestazione urbana nelle città metropolitane, per tre minuti.

PIRRO (M5S). Gentile Ministro, nello scorso mese di novembre il suo Ministero ha emanato un avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nelle città metropolitane, da finanziarsi con i fondi della missione 2 del PNRR. A tale scopo, sono stati destinati 330 milioni con l'obiettivo di piantumare 6,6 milioni di alberi nel nostro Paese entro il 2024. Questo perché nei prossimi dieci anni è previsto che il 70 per cento della popolazione si trasferisca a vivere nelle nostre città, comportando inevitabilmente un vertiginoso aumento del consumo delle risorse naturali, che poi si trasforma in rifiuti, inquinamento e consumo massiccio del suolo, ancora di più rispetto a quanto già non avvenga nel nostro Paese.

Quindi, l'aumento del verde urbano risulta necessario per tentare di mitigare queste conseguenze. Infatti, questi interventi sono finalizzati a preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità e i processi ecologici, ma anche a ridurre l'inquinamento atmosferico, grande piaga soprattutto al Nord, che ci pone in una situazione di infrazione europea già da molto tempo, con tentativi molteplici di uscire da questa situazione, che però non sanno sortendo i benefici auspicati.

Gli interventi sono volti anche a recuperare paesaggi e a connessioni ecologiche (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) per valorizzare il sistema delle aree protette e frenare il consumo di suolo, come dicevamo anche prima.

Le aree idonee per questi interventi devono avere caratteristiche ben definite, ma mi risulta - dalle segnalazioni che arrivano da alcune Città metropolitane - che ci siano talune difficoltà a identificare le aree adatte.

Le chiedo, Ministro, se queste difficoltà siano state portate anche alla sua attenzione e, nel caso specifico, laddove i Comuni abbiano destinato quelle aree alla locazione per agricoltori locali, se abbiate pensato di adottare misure compensative per questi agricoltori, in modo da non generare squilibri occupazionali nelle sedi dove si vogliano piantumare gli alberi. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, in merito alla questione posta dalla senatrice interrogante, riguardante l'investimento del PNRR denominato «Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano», si evidenzia che è stato emanato un primo avviso - pubblicato da parte del Ministero lo scorso 31 marzo 2022 - in cui, attese le specificità delle 14 Città metropolitane destinatarie della misura in termini di superficie-abitanti, complessità sociale ed economica, si è preferito lasciare margine di flessibilità in base alle diverse esigenze di ciascuna, individuando una superficie minima della proposta progettuale e dell'unità di forestazione.

Ricordo che hanno caratteristiche molto diverse l'una dall'altra; quella che lei conosce meglio, probabilmente, è la Città metropolitana che ha 315 Comuni.

Lo scorso 23 dicembre 2022 è stato raggiunto il target per il 2022, avendo ampiamente superato l'obiettivo di piantare almeno 1,65 milioni di alberi per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane, attraverso i 35 progetti ammessi a finanziamento.

Il target successivo da raggiungere entro la fine del 2024 prevede la piantumazione di almeno 6,6 milioni di alberi. Al riguardo, è in corso di predisposizione il nuovo avviso per le annualità 2023 e 2024, in relazione al quale, in un'ottica di collaborazione istituzionale, è previsto un incontro con le Città metropolitane al fine di tener conto delle esperienze maturate nell'attuazione di questo primo avviso. Inoltre, è già stato previsto di apportare una serie di misure correttive finalizzate ad agevolare il reperimento delle aree stesse, come, ad esempio, la riduzione della superficie minima complessiva di progetto e la superficie minima della singola area di intervento.

Infine, per quanto attiene alle eventuali misure compensative per gli agricoltori locatari dei terreni destinati alla piantumazione pubblica, è necessario evidenziare che tale tipologia di spesa non è ammissibile a valere sui fondi del PNRR. A questo riguardo sarà utile il confronto con i soggetti interessati, al fine di valutare eventuali soluzioni qualora le criticità evidenziate comportassero un rallentamento dei progetti di riforestazione urbana. Si tratta di altre modalità contrattuali rispetto all'ipotesi della pura locazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Pirro, per due minuti.

PIRRO (M5S). Signor Ministro, devo dirmi parzialmente soddisfatta della sua proposta. Mi pare di capire dalle sue parole che, comunque, qualche criticità è stata evidenziata anche al suo Ministero.

Sono felice di apprendere che state cercando di porvi rimedio e mi auguro che riusciate in breve tempo ad arrivare a una soluzione in modo da poter effettivamente mettere a terra tutte quelle piante che ci servono tantissimo e che serviranno non solo per la riduzione dell'inquinamento atmosferico, ma anche per creare quel microclima che faccia sì che aumentino anche le precipitazioni buone, ossia quelle che possono aiutarci a intervenire anche per quanto attiene alla crisi idrica senza avere quei fenomeni di bombe d'acqua a cui troppo spesso stiamo assistendo nel nostro Paese.

Tra le proposte compensative, che so benissimo non possono essere finanziate con i fondi del PNRR, sottopongo alla sua attenzione un possibile suggerimento, ovvero coinvolgere gli agricoltori nelle attività manutentive dei boschi che stiamo andando a creare. Si potrebbero in tal modo risolvere contemporaneamente due problemi. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Basso ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00257 sullo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e sull'aumento della produzione di energia da fonti sostenibili, per tre minuti.

BASSO (PD-IDP). Signor Ministro, desideriamo tornare sul tema delle comunità energetiche rinnovabili, già affrontato recentemente in quest'Aula, proprio perché il recente annuncio della proposta di decreto, che disciplina gli incentivi all'autoconsumo, era atteso da tempo ma in forma molto più forte e con tempi certi. Ad oggi, non solo non si è sbloccato l'avvio delle CER, ma anzi ci è sembrato che siano stati ridimensionati il valore e la portata di questo strumento. Ricordo a noi tutti in quest'Aula le grandi potenzialità che hanno le comunità energetiche, poiché rappresentano una perfetta applicazione dei principi di sviluppo sostenibile. Esse infatti riescono a coniugare diverse aspetti: la responsabilità economica, poiché generano ricchezza sul lungo periodo sia per i partecipanti alla comunità energetica in termini di risparmio e ricavo, sia per le comunità locali e nazionale in termini di valore aggiunto; la responsabilità ambientale, considerato che svolgono un ruolo chiave nella transizione energetica; la responsabilità sociale, in quanto combattono la povertà energetica e promuovono lo sviluppo delle comunità locali anche nelle aree interne o economicamente più in difficoltà; e infine la responsabilità istituzionale, poiché promuovono la partecipazione attiva delle comunità locali allo sviluppo e alla gestione del progetto. Quest'ultimo aspetto, troppo spesso ignorato, è essenziale, poiché non esiste sviluppo sostenibile senza una partecipazione attiva che trovi spazi e legittimità in un assetto istituzionale riconosciuto.

Ma di fronte ai ritardi a cui abbiamo assistito, alle lungaggini burocratiche, alla mancanza fino ad oggi degli incentivi da parte del Ministero, al ritardo di ARERA sull'emanazione delle regole attuative, alle difficoltà nel ricevere le informazioni necessarie a identificare l'ambito di sviluppo, ci chiediamo: il Governo crede davvero nelle comunità energetiche e nello sviluppo sostenibile? Per comprenderlo, le poniamo quindi tre questioni precise, sperando di avere da lei risposte altrettanto precise.

La prima: qual è l'avanzamento delle interlocuzioni con la Commissione europea e quando, di conseguenza, si può ragionevolmente ritenere che entrerà in vigore il decreto che disciplina gli incentivi?

La seconda: intende il signor Ministro attivarsi con ARERA, nel rispetto delle reciproche prerogative istituzionali ma con tutto il peso del suo ruolo, affinché ARERA adotti finalmente le misure con le quali i clienti domestici possano richiedere lo scorporo in bolletta della quota di energia condivisa?

Infine, non ritiene opportuno e urgente adottare un piano nazionale per il risparmio energetico per interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotta in Italia; un piano da affiancare alle misure già previste al fine di garantire un più rapido raggiungimento da parte del nostro Paese degli obiettivi di sviluppo e diffusione di energia da fonti rinnovabili e di risparmio energetico e, conseguentemente, per rafforzare le misure per il contrasto ai cambiamenti climatici?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. In merito al primo quesito sottoposto dai senatori interroganti, come già annunciato nella seduta di question time al Senato della scorsa settimana, la proposta di decreto sulle comunità energetiche e sulle configurazioni di autoconsumo, che contempla sia lo schema di incentivazione previsto dall'articolo 8 del decreto n.199 del 2021, sia l'attuazione della misura prevista nel PNRR, è pronto. La sua entrata in vigore è subordinata unicamente all'approvazione della Commissione europea, con cui sono state certamente avviate le interlocuzioni, ma la determinazione dei tempi è da parte della Commissione. Questo provvedimento pone al centro delle scelte energetiche del Paese le comunità e al contempo ha l'effetto benefico di rivalorizzare i territori e aumentare la consapevolezza dei membri sull'autoconsumo di energia da fonti green. Secondo gli analisti - spero sia così - si dovrebbero superare le 15.000 comunità. Con la misura, si intende incentivare la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili per un contingente di potenza complessiva fino a 7.000 megawatt entro il 2027, obiettivo che penso raggiungeremo prima.

Il Ministero avvierà inoltre apposite iniziative e campagne informative al fine di garantire ai cittadini un'adeguata informazione sui benefici derivanti dall'adesione a una delle configurazioni e sulle modalità con le quali massimizzare l'autoconsumo, al quale è legato il riconoscimento dell'incentivo in tariffa, e cumulare anche il contributo in conto capitale previsto dal PNRR nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, ricordando che lo stanziamento è di 2 miliardi e 200 milioni.

Per quanto concerne un piano nazionale per il risparmio energetico, auspicato dai senatori interroganti, si deve rilevare che il panorama nazionale già contempla diverse azioni volte al contenimento dei consumi energetici, che vanno dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, di prossimo aggiornamento, al Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, sino all'insieme delle misure e dei benefici fiscali per gli interventi di efficienza energetica e recupero del patrimonio edilizio esistente.

Infine, le misure di semplificazione per l'installazione di impianti di energia da fonti rinnovabili previste dal decreto-legge PNRR sono ora al Senato e contribuiranno al ribaltamento dell'attuale rapporto di utilizzo delle fonti di energia, con l'obiettivo al 2030, quindi al raggiungimento di quei target europei di produzione di energia da fonti rinnovabili e dell'obiettivo italiano di ribaltare la produzione della nostra energia da due terzi di fossili e un terzo di rinnovabili a un terzo di fossili e due terzi di rinnovabili al 2030.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Basso, per due minuti.

BASSO (PD-IDP). La ringrazio, signor Ministro, ma non posso ritenermi pienamente soddisfatto dalla sua risposta.

Riconosco l'impegno che lei ha messo nell'avviare il processo e nel presentare i decreti. Tuttavia, si sono accumulati dei ritardi nell'emanazione dei decreti di sostegno alle comunità energetiche rinnovabili, che oggi non le hanno consentito ancora di poterci fornire una data certa, perché solo recentemente sono stati comunicati alla Commissione europea. La decisione di non portare avanti un piano nazionale per il risparmio energetico, ma di continuare ad avere più misure, come quelle che lei ci ha descritto, crediamo che non sia la scelta che serve in questo momento al Paese.

Non è comprensibile, da parte nostra, la scelta di non mettere al centro l'idea di un piano per le energie rinnovabili e l'autoproduzione come cardine di una nuova politica energetica. Abbiamo sentito dire ancora recentemente dal presidente Giorgia Meloni, alla COP27 in Egitto, che intendiamo perseguire una giusta transizione. Ma come è possibile farlo, se poi all'atto pratico questa transizione non diventa centrale nelle politiche del Governo?

Vorrei ricordare l'urgenza che ha questa sfida. Crediamo, ribadiamo e speriamo con questa nostra interlocuzione di aver dato un segnale perché si rimetta al centro un piano rivolto alle energie rinnovabili e all'idea di comunità energetiche come maggior risposta a quella che in questo momento è una grande sofferenza del Paese, cioè la povertà energetica.

L'idea della comunità energetica non si fonda infatti sull'idea degli incentivi, ma, partendo dagli incentivi, permette di costruire un vero e proprio piano industriale che poi funzioni con le proprie gambe e possa dare una risposta al Paese. Crediamo che sia un vero e proprio intervento di politica industriale ed energetica quello che serve all'Italia, che non incentivi le fonti fossili, ma acceleri la transizione. Questo è quello di cui - secondo noi - ha bisogno in questo momento il nostro Paese.

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto professionale statale «Ciro Pollini» di Mortara, in provincia di Pavia, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata,
ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento
(ore 15,24)

PRESIDENTE. Il senatore De Poli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00258 sui dottorati di ricerca innovativi, per tre minuti.

DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, colleghi, gentile Ministro, oggi in Aula sottopongo all'attenzione del Governo il tema dei dottorati. L'Italia è uno dei Paesi OCSE con il più basso tasso di studenti di dottorato. L'ultimo rapporto Education at a Glance 2022 registrava, per il nostro Paese, un numero di 31.000 dottorandi. Sono numeri - ahinoi - al di sotto di quelli di Paesi come la Francia (66.000), la Germania (182.000) e la Spagna. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, solo lo 0,5 per cento della popolazione in età lavorativa in Italia ha un dottorato di ricerca. In Europa la stessa percentuale, in media, è dell'1,2 per cento.

Il numero di dottorandi è significativo per un Paese che vuole sfruttare al meglio la propria capacità di creare innovazione e quindi di guardare al futuro. Sappiamo tutti quanto sia importante la sfida del PNRR. Per sfruttarla al meglio è però necessario affiancarle un patto delle competenze. Cito un dato: nel 2022, il 43 per cento delle assunzioni programmate dalle aziende italiane non è andato a buon fine per mancanza di profili adatti. Lo skill mismatch tra domanda e offerta di lavoro è una realtà che, per il Governo e la maggioranza, rappresenta una priorità da affrontare. Su questo aspetto, il PNRR non a caso prevede un impegno rilevante per colmare lo skill gap, cruciale per sostenere un ecosistema dell'innovazione. I bandi del PNRR per borse di dottorato, per un totale di 7.500 posti, rappresentano un primo e significativo passo in avanti. Bisogna fare di più: il 2023 rappresenta un anno chiave per voltare pagina. Servono un significativo incremento in termini di risorse finanziarie, nel sostenere nuove borse di dottorato, e incentivi specifici per rendere più attrattive le prospettive di lavoro dei futuri dottori di ricerca.

Onorevoli colleghi, le nostre università - penso ad esempio a quella di Padova, di cui lei, caro Ministro, ha inaugurato l'anno accademico qualche settimana fa - sono nei principali ranking internazionali. Bisogna avvicinare il mondo della ricerca e il mondo delle imprese. Le risorse del PNRR ci sono e vanno bene. Il PNRR è una scintilla, ora dobbiamo alimentarla. Come? Sfruttando bene le risorse e investendo sui dottorati innovativi, guardando ad un disegno che abbia una prospettiva e una visione di almeno venti o trenta anni.

Per questo motivo pongo oggi all'attenzione del Governo la seguente importante e fondamentale questione. Al ministro Bernini, che ringrazio per essere qui con noi, oggi pomeriggio, chiediamo come l'Esecutivo intenda intervenire per agevolare il raggiungimento di target impegnativi e al tempo stesso strategici per il Paese, rendendo maggiormente attrattivi i percorsi di dottorato, sia in generale, sia in modo particolare quelli innovativi, che guardano al mondo produttivo.

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Sono io che ringrazio il presidente De Poli per aver posto l'attenzione sul tema dei dottorati di ricerca e anzi sul tema dei dottorati, della ricerca e dell'impresa, a cui come Ministero dell'università, della ricerca e dell'alta formazione artistica e musicale attribuiamo un ruolo centrale, anzi strategico per la vita del Paese. Le enormi potenzialità, ad esempio, dei cosiddetti dottorati industriali e innovativi - da lei giustamente menzionati - in termini di professionalità altamente qualificate sono fino ad ora rimaste in parte inespresse. In questa prospettiva, il contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che lei evocava, potrà essere determinante per la crescita esponenziale dei numeri da lei indicati.

Grazie anche alle risorse assicurate dal Piano sarà possibile agire su due livelli distinti, con il risultato di valorizzare i percorsi dei dottorati e i loro sbocchi occupazionali: questa è in assoluto la cosa più importante. Il nostro primo obiettivo è garantire un adeguato supporto finanziario per un numero sempre crescente di borse di studio. Su questa linea di intervento le do una notizia, presidente De Poli: ho firmato proprio ieri due decreti ministeriali che assicurano 18.770 borse di dottorato, con un finanziamento di oltre 726 milioni di euro. Le borse di dottorato di ricerca saranno bandite per il prossimo anno accademico 2023-2024, quindi subito. Al tempo stesso stiamo lavorando per accrescere l'attrattività di questi percorsi, proprio in relazione alle prospettive occupazionali, mettendoli in stretta relazione con il mondo produttivo e, quindi, rendendoli attrattivi per le imprese.

In questa direzione, con il decreto-legge n. 13 del 2023, il cosiddetto decreto PNRR, sono stati introdotti benefici contributivi a favore delle imprese che partecipano al cofinanziamento delle borse di dottorato innovativo e che puntano ad un innalzamento delle qualifiche del personale. Potranno infatti giovarsi del taglio del cuneo fiscale per l'assunzione di dottori di ricerca per un investimento complessivo pari a 150 milioni di euro, messi a disposizione dal PNRR, per agevolare un totale di 20.000 assunzioni. Sono numeri reali, presidente De Poli.

L'obiettivo è creare un circolo virtuoso che abbia, a monte, esperienze di cofinanziamento tra pubblico e privato e, a valle, incentivi all'assunzione di personale qualificato. È così che puntiamo a far emergere il legame imprescindibile tra ricerca e impresa, investendo nel capitale umano e creando un sistema nazionale della ricerca basato sulla capacità di fare rete tra università, enti di ricerca e imprese. Sarà nostro compito, con il vostro aiuto, fare in modo che non vi siano più occasioni mancate e che l'Italia si allinei agli standard degli altri Paesi europei.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Poli, per due minuti.

DE POLI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Ministro, mi ritengo piacevolmente soddisfatto dalla sua risposta e non in quanto senatore di quest'Aula della Repubblica italiana, ma soprattutto per i giovani, per la possibilità che hanno - secondo la sua risposta - migliaia di decine di migliaia di ragazzi di poter avere 18.770 borse di studio, per 726 milioni di euro.

Credo sia una grande risposta non solo per il mondo dei giovani, quindi per chi sta studiando e vuole avere uno sbocco per il futuro, ma anche e soprattutto per le nostre imprese; un giusto match, come lo ha definito anche lei.

Un altro aspetto altrettanto positivo è il taglio del cuneo fiscale per chi assume e fa un percorso con i dottori di ricerca: anche qui 20.000 assunzioni con il cofinanziamento. Sono dati talmente straordinari che sembrano quasi - mi passi il termine - impossibili.

Ribadisco quindi che la sua risposta mi ha molto soddisfatto per quello che succederà all'interno delle nostre università e all'interno delle nostre aziende. È una risposta importante e fondamentale per i nostri giovani e per il futuro dell'Italia. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore De Cristofaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00261 sulle iniziative per incrementare il numero dei laureati in Italia, per tre minuti.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Ministro, come sappiamo bene, con l'entrata in vigore della legge n. 264 del 1999, il sistema universitario italiano ha adottato il numero chiuso programmato per disciplinare l'iscrizione ad alcune facoltà. Numerose università hanno deliberato l'introduzione del numero chiuso per molti corsi. Sappiamo altresì che attorno ai test di accesso si è sviluppato negli anni un fiorente mercato di assistenza legale, a causa di vari ricorsi avviati al TAR nelle varie Regioni d'Italia, nonché costosi corsi privati di preparazione, con la conseguenza di un onere per le famiglie italiane, le quali si vedono discriminate ulteriormente di fronte al fondamentale diritto all'istruzione pubblica; un diritto, peraltro, sancito e riconosciuto dalla Costituzione italiana.

Crediamo, peraltro, che, di fronte alla crescente disoccupazione giovanile, sia sempre più necessario intervenire in istruzione e in formazione, garantendo uguali possibilità di accesso allo studio così come alla ricerca di un posto di lavoro. Sappiamo anche che molti giovani si recano all'estero, per esempio, per i corsi di medicina e di odontoiatria, soltanto per conseguire la laurea, aggirando in questo modo la normativa italiana che prevede i numeri programmati, e che i corsi di laurea in scienze della formazione sono insufficienti a laureare un numero adeguato di maestri abilitati e corrispondenti al fabbisogno reale della scuola italiana.

Inoltre, secondo tutti i dati statistici, purtroppo il numero dei laureati in Italia è inferiore rispetto quello dei decenni precedenti: il 40 per cento lascia gli studi prima di conseguire la laurea, il 12 per cento delle matricole è considerato inattivo, e spesso i test di accesso hanno poco a che fare con il futuro piano di studi degli aspiranti iscritti o richiedono conoscenze assai specifiche. La prassi, peraltro, ha prodotto molteplici effetti: un numero rilevante di studenti ripiega verso facoltà nelle quali non è previsto il numero chiuso; altri decidono per l'iscrizione ad atenei stranieri e altri ancora si vedono costretti a rinunciare agli studi.

Noi pensiamo che la necessità di premiare il merito debba essere un elemento di selezione durante il percorso di studi, ma non nell'accesso ad esso. Le chiedo pertanto se intende promuovere la modifica di queste disposizioni, al fine di evitare di assistere alla continua emigrazione di risorse umane qualificate che scelgono di lavorare e produrre al di fuori del nostro Paese; se intende attivarsi al fine di abolire il test di medicina. Naturalmente, in questo caso, le chiedo quali azioni in alternativa intende promuovere al fine di garantire il libero accesso alla formazione universitaria e al diritto allo studio, per esempio incrementando i fondi per aumentare i docenti di riferimento dei corsi di laurea necessari a non abbassare il livello di qualità degli studi secondo i parametri vigenti.

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signor Presidente, ringrazio il senatore De Cristofaro non solo per aver affrontato il tema dell'accesso programmato ai corsi di laurea, ma anche per averlo fatto con un approccio ampio e propositivo, coinvolgendo anche profili non sempre oggetto di opportuno approfondimento. In particolare, ho apprezzato il riferimento alla qualità dei percorsi formativi; troppo spesso, invece, ci si concentra solo sul livello quantitativo dell'accesso ai corsi di studio.

L'accesso programmato ai corsi di studio non è tanto e solo pensato per limitare il numero delle immatricolazioni, né solo per ridurre il numero dei laureati perché sproporzionato rispetto alla capacità di assorbimento nel mercato del lavoro. Si tratta in parte di mantenere uno standard qualitativo adeguato e costante nei percorsi di formazione, specie per quei profili professionali per i quali si richiede un'integrazione tra didattica frontale ed esperienze di tirocinio.

Tuttavia, la programmazione degli accessi va analizzata da due punti di vista, come l'interrogante ha giustamente evidenziato: da un lato, alla luce delle esigenze del fabbisogno di personale; dall'altro, in relazione alla capacità didattica e formativa che gli atenei sono in grado di assicurare, mediante l'integrazione tra attività didattiche ed esperienza pratico-applicativa anche valorizzando il tessuto territoriale di prossimità.

La previsione di un numero predeterminato di posti disponibili è in alcuni ambiti opportuna, così da mantenere alta la qualità della formazione e ridurre il più possibile il solco tra domanda e offerta di professionalità, avvicinando il profilo in uscita dal percorso formativo a quello richiesto per l'immissione al mondo lavorativo professionale. Vorrei dire con molta chiarezza che il livello di programmazione non può essere commisurato alle capacità formative del sistema - questo sarebbe un sacrificio per gli studenti - sulle quali anzi bisogna agire per finanziarle e rafforzarle. La sfida che ci siamo posti è individuare un livello sostenibile degli accessibili che assicuri maggiori ingressi legati al fabbisogno progressivo, senza per questo trascurare la qualità della formazione. Non ci possiamo permettere di fare neanche questo.

Questo è il criterio che sta guidando i lavori in corso sull'apertura sostenibile degli accessi ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e che dovrà - secondo noi - costituire un modello per una rilevante manutenzione della legge n. 264 del 1999 sull'accesso programmato. La parola chiave per la sua manutenzione è quindi sostenibilità, per combinare il diritto di scelta dei nostri studenti con la qualità dell'offerta formativa e le esigenze lavorative del sistema Paese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Cristofaro, per due minuti.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta, della quale mi ritengo parzialmente soddisfatto, nel senso che - a mio avviso - nel corso di questi anni ci sono stati dei passi in avanti e anche la sua risposta odierna in qualche modo apre a possibili elementi di novità nel prossimo futuro.

Non sono ancora soddisfatto del tutto, perché credo che servirebbe ancora maggiore coraggio per portare avanti una questione che penso essere oggi di pienissima attualità, per l'appunto il superamento pieno del numero chiuso.

Esiste naturalmente il tema della qualità e lei stessa ha riconosciuto che io ne ho voluto parlare nell'interrogazione. Esiste anche un tema che riguarda - l'abbiamo visto anche durante la pandemia - una carenza strutturale di medici e di odontoiatri in questo Paese. Pensiamo che da questo punto di vista sia obiettivamente utile per tutti affrontare la questione il più rapidamente possibile. So che esiste una commissione e spero che possa svolgere un lavoro. So anche che il meccanismo è cambiato rispetto al passato: adesso - come sappiamo - i test si fanno o comunque si faranno più volte nel corso del tempo, già a partire dal penultimo anno delle scuole superiori. Non sono convintissimo, in verità, che questa sia la soluzione e, anzi, temo che una tale metodologia possa addirittura aumentare il livello di competitività e finanche lo stress emotivo di chi poi il test va a fare.

In ogni caso, voglio chiudere il mio intervento con un tema che penso debba essere quanto più trasversale possibile e spero quanto più condiviso possibile. Credo che, per superare il numero chiuso o comunque le difficoltà che ci sono state in questi anni, o anche per esempio per superare il cosiddetto imbuto formativo per la specialistica, che è l'altro grande problema che lei conosce perfettamente, servano investimenti strutturali di lungo periodo. Quindi si torna sempre al principale problema: il nostro Paese in questi anni ha investito poco sulla scuola, sull'università e sulla ricerca. Se si investisse invece molto più di quello che è stato fatto, credo che potremmo trovare delle soluzioni, anche e soprattutto per risolvere le questioni di cui abbiamo parlato oggi.

La ringrazio in ogni caso molto per la risposta.

PRESIDENTE. Il senatore Marti ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00262 sulle misure per consentire un più ampio accesso alle facoltà di medicina, per tre minuti.

MARTI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, gentile Ministro, colleghi, le prove di ammissione per l'accesso ad alcuni corsi universitari sono state istituite per consentire agli atenei di organizzare i corsi di laurea secondo parametri più prossimi a quelli in uso in Europa e nel resto del mondo. Per quanto riguarda però soprattutto la facoltà di medicina, sono troppi gli studenti penalizzati che non riescono a soddisfare le proprie scelte formative. La politica e la programmazione sanitaria in termini di personale faticano a reperire nuove risorse per garantire la formazione a giovani medici che sostituiscano quelli in uscita per quiescenza. Secondo una stima di Anaao Assomed, uno dei principali sindacati di medici ospedalieri, entro il 2024 mancheranno almeno 40.000 medici a causa della programmazione sbagliata nel tempo.

Negli anni scorsi, numerosi sono stati i ricorsi presentati da studenti che contestavano non solo l'esito della loro prova di ammissione, ma anche la sua adeguatezza in termini di effettiva conformità al tipo di facoltà alla quale intendevano iscriversi. Infatti, molti dei test che venivano somministrati non erano parametrati sulle materie attinenti alle facoltà scelte dai candidati, ma riguardavano argomenti del tutto estranei. Da un'analisi dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca era emersa la necessità di rivedere i criteri di analisi utilizzati allo scopo di garantire i necessari livelli qualitativi degli studenti che intendono iscriversi ai corsi universitari.

Ecco perché nel 2023 il test è cambiato completamente. Si tratta di un esame TOLC, ovvero di un test di orientamento per l'ingresso all'università; il test si può ripetere più volte l'anno a partire dal quarto anno delle superiori e il Ministero stabilisce una data in cui tutti i candidati devono registrare il migliore dei risultati ottenuti, così da definire la graduatoria nazionale e, in base ai posti disponibili degli atenei, assegnare gli spazi, tenendo conto delle preferenze indicate dai candidati. Da una attenta analisi della normativa europea in materia non vi è traccia di una imposizione del numero chiuso. L'Unione europea chiede solo di armonizzare i sistemi formativi e gli standard di qualità, affinché i professionisti possano muoversi liberamente nello spazio europeo del lavoro vedendo riconosciuti i propri titoli.

In Italia, il numero chiuso è regolato dalla legge n. 264 del 1999, approvata per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 383 del 1998, con la quale si chiedeva al legislatore di intervenire sulla materia degli accessi al numero programmato, per disciplinare la materia.

Il sistema dei test d'ingresso alle facoltà universitarie, oltre ad incidere pesantemente sul diritto allo studio costituzionalmente garantito, per quanto attiene particolarmente alla facoltà di medicina e chirurgia sta letteralmente decimando la classe medica del futuro, costringendo il nostro Paese a importare medici da Paesi stranieri, come già avviene da anni nel settore infermieristico.

Si chiede, quindi, a lei, signor Ministro, stante la situazione emergenziale ampiamente descritta in premessa, quali misure siano allo studio per arrivare a soluzioni che consentano di aumentare il numero dei posti disponibili alla facoltà di medicina, preservando, al contempo, la qualità dell'insegnamento, anche in considerazione della necessità, ugualmente improcrastinabile, di una riforma più ampia, che dovrà riguardare le scuole di specializzazione e il conferimento delle borse di studio.

PRESIDENTE. Il ministro dell'università e della ricerca, senatrice Bernini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

BERNINI, ministro dell'università e della ricerca. Signor Presidente, ringrazio il presidente Marti e tutto il Gruppo parlamentare della Lega per questa occasione di confronto su un tema tanto sentito, che considero assolutamente caratterizzante il lavoro del Ministero dell'università e della ricerca e l'attività del Governo nel suo complesso.

Il lavoro in corso sugli accessi alla laurea in medicina e chirurgia è in atto da tempo e anche recentemente vi sono stati interventi di modifica, che lei, presidente Marti, correttamente ricordava. A partire dall'anno accademico 2022-2023, quindi ora, si è passati a nuove modalità di esame (TOLC), ripetibili più volte e accessibili già agli studenti iscritti al penultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado.

Si è trattato di una modifica interessante, che tra l'altro ha già avuto buoni risultati nei corsi ai quali è stata applicata, ad esempio ingegneria. Anche qui, però, vorrei essere molto chiara e dire che, da sola, essa non può risultare soddisfacente. Il tema resta aprire i numeri di accesso a medicina, adeguandoli al fabbisogno reale di medici e di specialisti nel tempo; il tutto anche in considerazione dei prossimi pensionamenti di medici attualmente in attività e del progressivo - per fortuna - invecchiamento della popolazione.

Il 12 gennaio scorso siamo partiti con un lavoro focalizzato sulla apertura programmata degli accessi; un lavoro che coinvolge non soltanto noi e il Ministero della salute, ma anche le Regioni e le università, nonché, attraverso contributi importantissimi di consultazione, le categorie professionali.

Il lavoro in corso punta a definire il fabbisogno dei medici e ad adeguare la capacità e l'offerta potenziale del sistema universitario, al fine di rivedere i meccanismi di programmazione degli accessi, nel senso dell'apertura ovviamente. L'obiettivo è aumentare i numeri, già nel 2023-2024, nell'ordine del 20-30 per cento del totale - già sono aumentati in parte quest'anno - preservando il livello qualitativo della formazione, che richiede la valorizzazione dello svolgimento di internato nei reparti, e promuovendo il rafforzamento delle opportunità di tirocinio, anche in convenzione con le aziende ospedaliere; questo per aprire l'università ai territori e modellare il fabbisogno del personale sanitario alle esigenze delle realtà territoriali. Miriamo, dunque, ad un accesso sostenibile, ad una apertura sostenibile delle professioni sanitarie, e all'allargamento del collo di bottiglia dei successivi percorsi di specializzazione, che è importantissimo, come lei ha ricordato.

Tutto questo da subito, a partire dalla chiusura del tavolo, che avverrà intorno al mese di aprile, in confronto con le Regioni e la CRUI, che è la Conferenza dei rettori delle università italiane, individuando poi, di conseguenza, il numero degli accessi necessari per colmare esattamente il gap - da lei ricordato correttamente - ad oggi esistente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Marti, per due minuti.

MARTI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta, dalla quale si evince che finalmente, dopo anni di critiche al sistema e ricorsi, si sta procedendo ad un cambio di regime degli accessi alla facoltà di medicina. Da anni la Lega e Matteo Salvini auspicano una revisione dell'accesso alle professioni mediche per assicurare a tutti gli studenti il diritto allo studio e seguire le proprie aspirazioni professionali.

Come ha già sottolineato, auspichiamo che quella che è emersa dal confronto con le Regioni, che per ora riteniamo una prima stima prudenziale nelle percentuali di aumento degli accessi alla facoltà di medicina, potrà essere poi riconsiderata, sapendo tutti che i primi successi si avranno fra sei-otto anni da adesso.

Faccio un'ulteriore sottolineatura, ma lo ha già accennato lei: il processo successivo è quello delle specializzazioni, altro tema importante, ma, un passo alla volta, sono convinto che ci arriveremo. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Silvestro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00259 sugli strumenti per favorire l'interlocuzione tra cittadini e pubbliche amministrazioni, per tre minuti.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signora Presidente, signor Ministro, sappiamo che lei è alla guida della più grande impresa italiana per numero di dipendenti, la pubblica amministrazione, che ne conta circa 3,2 milioni. Ovviamente parliamo di tutti i dipendenti pubblici, quelli impegnati in ruoli più specializzati, come medici, insegnanti e vigili del fuoco, che rendono servizi che si vedono e possiamo anche apprezzare, ma parliamo anche di tanto personale amministrativo, la cui presenza è legata alle troppe incombenze previste da quel largo tessuto di leggi e decreti che guidano le tante procedure per accedere ai servizi della pubblica amministrazione.

Alcuni fatti di cronaca evidenziano che, nonostante gli sforzi finora sostenuti, la relazione tra cittadini, imprese pubbliche e amministrazioni appare ancora difficile. La pandemia, con il distanziamento sociale e i limiti agli orari di apertura al pubblico degli uffici, ha accentuato alcune problematiche nell'accesso ai servizi. La maggiore criticità deriva dalla difficoltà da parte degli utenti nella segnalazione di eventuali inadempienze delle amministrazioni pubbliche.

Per capire come far funzionare meglio la macchina pubblica, lei ha cominciato a girare i territori con in testa l'idea di far semplice l'Italia: questo prevede una sorta di controllo di gestione, con lo scopo di dare maggiore trasparenza all'intera azione amministrativa, ma è necessario anche riuscire a semplificare tutte quelle procedure, spesso eccessive, che potrebbero essere sostituite da procedure elettroniche, o addirittura eliminate, laddove superflue o ripetitive. Serve quindi un grande lavoro di individuazione delle esigenze dei cittadini e, al contempo, l'ascolto della necessità dei lavoratori della pubblica amministrazione, che giustamente hanno rivendicazioni da portare avanti.

Questo premesso, le chiediamo, signor Ministro, se non intenda sviluppare le opportune iniziative volte a prevedere strumenti idonei a facilitare la relazione tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese e per implementare servizi sempre più efficienti.

PRESIDENTE. Il ministro per la pubblica amministrazione, senatore Zangrillo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

ZANGRILLO, ministro per la pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli senatori, ringrazio per l'opportunità che mi viene data di affrontare un tema che considero cruciale e riguarda nello specifico il rapporto tra gli utenti, cittadini e imprese, e le pubbliche amministrazioni.

A questo proposito, voglio raccontarvi che da dicembre 2022 è online, in via sperimentale, il portale «LaTuaPA», che consente a ogni cittadino di segnalare presunte irregolarità e inadempienze delle amministrazioni, promuovendo, attraverso l'intervento dell'Ispettorato della funzione pubblica, la risoluzione delle criticità. Autenticandosi con SPID, con il Sistema pubblico di identità digitale, attraverso pochi e semplici passaggi, gli utenti possono inviare segnalazioni su ciò che non va nella pubblica amministrazione e seguire lo stato di avanzamento del procedimento e il suo esito.

In sintesi, questo portale intende intanto rispondere all'esigenza di migliorare il rapporto con i cittadini, le imprese e le altre amministrazioni, garantendo efficienza e trasparenza della procedura; semplificare e velocizzare il lavoro dell'Ispettorato, attraverso la completa digitalizzazione delle istanze; infine, supportare i processi decisionali attraverso la produzione di informazioni dettagliate in ordine alle criticità riferite all'azione della pubblica amministrazione emerse nel corso dell'attività ispettiva.

In questi primi due mesi di sperimentazione del portale, già un terzo delle segnalazioni all'ispettorato per la funzione pubblica è pervenuto proprio attraverso questo nuovo canale di comunicazione digitale e, nello stesso periodo, sono stati poco più della metà i procedimenti conclusi tra quelli complessivamente trattati sulle presunte irregolarità o inadempienze delle pubbliche amministrazioni.

Andando ancora più nel dettaglio, in due mesi sono state 792 le segnalazioni trattate, di cui 260 relative a verifiche già in corso prima dell'avvio della piattaforma e altre 530 sono state acquisite successivamente.

Rispetto al totale delle segnalazioni trattate, nel 50 per cento dei casi il procedimento è stato concluso; quanto ai procedimenti in fase di istruttoria, nel 17 per cento dei casi è già stata avviata una verifica presso la pubblica amministrazione segnalata, e in generale va rilevato che la maggior parte del complesso delle segnalazioni, pari quasi al 90 per cento, riguarda presunte inadempienze della pubblica amministrazione cui è connessa la lesione di un interesse particolare del cittadino, mentre per il restante 12 per cento si fa riferimento a presunte irregolarità dell'azione amministrativa cui è connessa la lesione di interesse di portata generale.

L'implementazione del portale sta rafforzando l'attività di ascolto dei cittadini con le amministrazioni pubbliche, lasciando emergere criticità più ricorrenti di servizi riscontrati dei cittadini. In questo modo, promuovendo un modello di amministrazione sempre più aperta, trasparente e vicina agli utenti, saremo capaci non solo di verificare e misurare il grado di efficacia del lavoro delle amministrazioni, ma soprattutto di correggere eventuali disfunzioni emerse nell'attività di controllo.

In conclusione, si tratta di uno strumento digitale innovativo volto a promuovere azioni concrete per il buon andamento della nostra pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Silvestro, per due minuti.

SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Ministro, ci sentiamo veramente fieri di questa sua risposta e siamo anche convinti che, venendo lei dal mondo del lavoro, è l'uomo giusto al posto giusto, che riesce a motivare i lavoratori della pubblica amministrazione e non solo loro, anche i clienti, che sono i cittadini e le aziende.

Le auguro di continuare così e la ringrazio. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Rapani ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00256 sulla necessità di assunzioni nella pubblica amministrazione, tramite concorsi e scorrimento di graduatorie, per tre minuti.

RAPANI (FdI). Signor Presidente, colleghi senatori, onorevole Ministro, una domanda che ci viene rivolta con tanta frequenza - lei sicuramente non è da meno in questo - è nell'ambito del lavoro: tutti ci chiedono notizie di questo o quel concorso piuttosto che di questa o di quella graduatoria, nel mondo delle Forze dell'ordine, della giustizia o della sanità; e naturalmente, non poteva mancare il mondo della pubblica amministrazione. Quindi, quale persona meglio di lei ci può rispondere nel merito?

Chiediamo quindi direttamente a lei, considerato che da un forum della pubblica amministrazione 2022, durante il quale è stata presentata la ricerca sul lavoro pubblico, è emerso che entro il 2028 - quindi, da qui ai prossimi cinque anni - serviranno oltre 800.000 assunzioni.

In Italia oggi ci sono meno lavoratori pubblici rispetto agli altri Paesi europei, una pubblica amministrazione anziana, con un'età media di cinquant'anni, purtroppo scarsamente aggiornata; le medie parlano di poco più di un giorno di formazione per ogni dipendente all'anno. Sono in difficoltà nell'offrire servizi adeguati a imprese e cittadini. Da un sondaggio emerge che il 70 per cento degli italiani, purtroppo, li considera inadeguati, mentre gli europei sono insoddisfatti quasi al 51 per cento.

Il «Sole 24 Ore» riporta il report di ForumPA e dice che al 1° gennaio 2021 la nostra pubblica amministrazione contava 3,2 milioni di dipendenti, 31.000 in meno rispetto all'anno precedente: abbiamo toccato il minimo storico negli ultimi vent'anni.

Dopo un timido segnale di crescita del personale nel 2020, il blocco dei concorsi causato dall'emergenza sanitaria e l'accelerazione dei pensionamenti non hanno permesso al turnover di ritrovare l'equilibrio sperato. Al 1° gennaio 2022, infatti, erano poco più di 3 milioni i pensionati dal lavoro pubblico. Tale esodo è destinato, purtroppo, ad aumentare, come descritto nello stesso rapporto del ForumPA.

Nel prossimo triennio almeno 300.000 persone del pubblico impiego andranno in pensione, ma probabilmente saranno molte di più, se consideriamo oltre 500.000 dipendenti che hanno oltre sessantadue anni e più di 180.000 di loro hanno raggiunto i trentott'anni di anzianità di servizio, per cui parliamo complessivamente di circa un milione di pensionati. Nonostante i dati impietosi, la pubblica amministrazione è chiamata ad essere il motore della ripresa disegnata con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo stesso Ministro interrogato, con riferimento all'evoluzione degli organici della pubblica amministrazione, ha più volte annunciato che nel 2023, sulla scia di quanto già iniziato nel 2022, quando sono stati immessi in ruolo circa 157.000 statali, il Governo garantirà una crescita del personale nella pubblica amministrazione, con oltre 156.000 nuove assunzioni, sottolineando come la pubblica amministrazione non abbia bisogno solo di numeri, ma di conoscenze e competenze da valorizzare al massimo.

Un caso emblematico è quello del concorso unico lavoro Ripam, bandito nel 2019 e tenutosi nel 2021, a causa delle misure di contenimento dei contagi da Covid-19: mirava all'assunzione di 850 figure di funzionario da ripartire presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'INAIL e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Ad oggi, della relativa graduatoria residuano circa 4.500 soggetti idonei a occupare posti da funzionario.

Chiediamo di sapere quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per favorire il rafforzamento della capacità amministrativa della pubblica amministrazione; se intenda avvalersi del meccanismo dello scorrimento delle graduatorie dei soggetti risultati idonei, come ad esempio nel caso del concorso unico lavoro Ripam di cui in premessa, o permettendo che alla medesima graduatoria possano attingere altre amministrazioni interessate ad avvalersi di risorse già selezionate.

PRESIDENTE. Il ministro per la pubblica amministrazione, senatore Zangrillo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

ZANGRILLO, ministro per la pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli senatori, mi ponete due quesiti che richiederebbero molto di più dei tre minuti che mi sono concessi per rispondere e quindi cercherò di fare di necessità virtù.

La pandemia prima e il Piano nazionale di ripresa e resilienza dopo ci hanno fatto capire quanto effettivamente sia strategico per il nostro Paese disporre di una pubblica amministrazione efficiente e rapida, digitalizzata, dotata di personale motivato e adeguatamente formato, capace di dare ai cittadini e alle imprese le risposte che chiedono in tempi rapidi e in modalità certe.

Per rafforzare la capacità amministrativa della pubblica amministrazione, dobbiamo innanzitutto puntare su un reclutamento di qualità per selezionare capitale umano qualificato e cercare di mettere le persone giuste al posto giusto. Gli anni antecedenti alla pandemia hanno visto, a causa delle politiche di contenimento della spesa pubblica - voglio ricordare che dal 2009 al 2019 c'è stato il blocco del turnover per cercare di rispettare il patto di stabilità - un progressivo indebolimento delle pubbliche amministrazioni che si è riflesso negativamente in termini di investimenti in persone, di competenze e di innovazione organizzativa.

Oggi abbiamo il dovere - lo dico innanzitutto a me stesso - e la possibilità di invertire questo trend. Basti pensare, come confermato dai dati forniti dagli onorevoli interroganti - l'ha ricordato appena lei nel suo quesito - che nel 2022 abbiamo inserito 157.000 persone e altrettante ne inseriremo nel 2023, quindi stiamo parlando di linfa vitale su cui le amministrazioni possono contare. Si tratta della possibilità di introdurre nel sistema pubblico personale giovane, qualificato e motivato, reclutato con procedure innovative. Abbiamo avviato a gennaio il portale InPA, completamente digitale, per la gestione dei concorsi pubblici, e un nuovo regolamento, che approderà peraltro al parere delle Commissioni parlamentari dopo il passaggio che è tuttora in corso al Consiglio di Stato; e poi, attraverso la valutazione non più soltanto delle conoscenze, ma anche delle competenze trasversali, a breve pubblicheremo linee guida destinate alla selezione del personale non dirigenziale, mentre quelle per il personale dirigenziale le abbiamo già adottate lo scorso anno. Non basta reclutare, lo ricordava anche lei senatore, ma dobbiamo anche recuperare un gap formativo che si è accumulato in questi anni di spending review. Dobbiamo destinare le risorse necessarie a finanziare tutte le attività che concorrono alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla qualificazione del personale in servizio nella pubblica amministrazione.

Voglio ricordare che stiamo attraversando anche una fase di trasformazione digitale che ci impone la necessità di avere un'attenzione alla formazione delle nostre persone. Lei ricordava esattamente che oggi i nostri dipendenti pubblici hanno un giorno di formazione all'anno, che personalmente considero assolutamente insufficiente.

Con riguardo invece al secondo quesito, evidenzio che le pubbliche amministrazioni possono già assumere nuovo personale, anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie vigenti. In particolare, le graduatorie vigenti dei concorsi unici organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica, tra cui il concorso unico lavoro, sono rese disponibili alle amministrazioni che richiedono di attingervi per l'assunzione di nuovo personale.

A conferma di ciò, proprio con riferimento al concorso da lei indicato, nello scorso mese di febbraio si è provveduto a fornire immediato riscontro alle amministrazioni richiedenti per l'attingimento di 794 nuove unità da assumere. In particolare, per 547 posizioni si è provveduto allo scorrimento della graduatoria del profilo di ispettore del lavoro, mentre per 247 si è dato corso allo scorrimento della graduatoria del profilo di funzionario di area amministrativa giuridico-contenziosa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Rapani, per due minuti.

RAPANI (FdI). Grazie, signor Ministro. Naturalmente, non ci poteva essere risposta migliore di questa per un'interrogante come me, in rappresentanza del partito. Ringraziamo il Governo per tutto il lavoro che sta facendo.

Sappiamo anche che domani, a seguito di un altro concorso che si è svolto, lei ha dato la disponibilità a incontrare quanti vi hanno partecipato, i quali finalmente, dal luglio 2022, hanno visto la graduatoria forse qualche giorno addietro; anche loro sono fiduciosi del lavoro che si sta facendo. Naturalmente, il Governo sta lavorando nell'ambito nel mondo del lavoro; l'abbiamo dimostrato con l'approvazione del decreto milleproroghe, allorquando abbiamo approvato emendamenti che riguardano sia la sanità, con il reclutamento del personale sanitario e amministrativo che ha lavorato durante il periodo del Covid, sia i concorsi per dirigenti scolastici, nei quali finalmente abbiamo ripristinato la legalità e diamo valore al merito, perché è giusto che sia così. Pertanto, la ringrazio. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 7 marzo 2023

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 7 marzo, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 16,08).

Allegato A

INTERROGAZIONI

Interrogazione su una frana che ha interessato la strada statale 691 a Caposele (Avellino)

(3-00154) (24 gennaio 2023)

Paita, Fregolent. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            una frana ha interessato il fondo valle a Caposele, in Irpinia, provincia di Avellino, proprio a ridosso del viadotto della strada statale 691, Fondo Valle Sele;

            l'ANAS ha assicurato che controllerà la stabilità della struttura, ma la circolazione non è stata immediatamente interrotta, come dimostrano video diffusi da varie testate, che mostrano il passaggio di mezzi pesanti sul viadotto minacciato dalla frana;

            la mancata interruzione della circolazione sul viadotto interessato dall'evento franoso, prima delle verifiche dell'ANAS, costituisce una grave dimostrazione di negligenza dalle possibili gravissime conseguenze,

            si chiede di sapere per quale ragione dopo la frana non sia stata interrotta la circolazione stradale sul viadotto di Caposele e quali siano gli esiti del controllo disposto dall'ANAS sulla stabilità della struttura.

Interrogazione sulle misure di contrasto alle attività criminose messe in atto all'interno della riserva delle Cerbaie in Toscana

(3-00081) (06 dicembre 2022)

Parrini, Zambito. - Al Ministro dell'interno -

                    Premesso che:

            sul territorio delle Cerbaie (riserva naturalistica di pregio situata tra le province di Firenze, Pisa, Pistoia e Lucca e su cui insistono i Comuni di Fucecchio, Altopascio, Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull'Arno, Chiesina Uzzanese e Ponte Buggianese) da anni persiste un radicato fenomeno di spaccio di stupefacenti, caratterizzato, in particolare, dalla creazione da parte degli spacciatori di bivacchi all'interno dei boschi (al momento circa 15), dove vengono correntemente svolte tali attività criminose;

            si tratta di un fenomeno in continua espansione, che vede un numero crescente di clienti utilizzare le strade che attraversano il territorio per rifornirsi di stupefacenti; negli ultimi mesi si sono verificati alcuni gravissimi episodi, che hanno allarmato i cittadini residenti e in particolare: venerdì 29 luglio 2022 alle ore 19.30 circa, una cittadina che transitava sulla strada provinciale 111 all'interno del Parco delle Cerbaie, ha assistito all'esplosione di colpi di arma da fuoco provenienti dal passeggero di una auto in sosta al centro della strada e diretti verso un cartello stradale; giovedì 11 agosto un incendio ha danneggiato 7 ettari di bosco e l'innesco è stato individuato in via della Cascinaccia, area nella quale dimorava un gruppo di spacciatori; giovedì 1° settembre una ragazza di 23 anni, residente nella zona è stata fermata mentre rientrava a casa con la propria auto in via Montebono (località Torre) e aggredita da tre uomini che, dopo aver costretto la vettura a fermarsi occupando la carreggiata, sono saliti a bordo avventandosi sulla giovane e strappandole i vestiti: solo il fortuito passaggio di un cittadino in auto, che, vedendo quello che stava accadendo, si è fermato, ha messo in fuga i tre aggressori;

            il Comune di Fucecchio, con il concorso unanime di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale, nel corso degli anni ha cercato di sostenere l'azione delle forze dell'ordine con misure e azioni, quali ad esempio: l'installazione di sistema di videosorveglianza; la creazione di gruppi di cittadini collegati tramite applicazioni telefoniche sul modello del controllo di vicinato; le modifiche ai regolamenti di polizia urbana e di polizia rurale, con l'inserimento del DASPO urbano; incontri periodici con i cittadini e le forze dell'ordine, organizzati sin dal 2014, per informare e aiutare la popolazione; iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio boschivo e alla sua fruibilità da parte della popolazione, con il coinvolgimento delle associazioni; l'accordo con la Brigata paracadutisti "Folgore", finalizzato allo svolgimento di esercitazioni militari sul territorio delle Cerbaie; lo studio per l'individuazione della figura del DDSU (Dirigente delegato alla Sicurezza urbana) a supporto del sindaco e dell'amministrazione comunale, anche attraverso l'organizzazione di iniziative pubbliche di studio in collaborazione con l'Università di Roma "Sapienza", fino al coinvolgimento dei proprietari dei terreni per tenere pulito il bosco, così da rendere più difficoltosa l'azione degli spacciatori;

            inoltre, il Comune di Fucecchio ha avviato i lavori di realizzazione di una nuova tenenza dei Carabinieri, con l'intenzione di cederla al demanio: si tratta di un immobile di pregio, il cui uso sarà garantito a titolo gratuito dell'Arma dei Carabinieri e la cui realizzazione è tuttavia al momento rallentata da difficoltà nel reperimento delle risorse necessarie, in conseguenza dell'emergenza pandemica e dell'attuale aumento dei costi dell'energia;

            infine, sono state rafforzate le iniziative di collaborazione con le forze armate con la finalità di rendere stabili e se possibile incrementare le esercitazioni della Brigata paracadutisti "Folgore" e del Battaglione "Cacciatori di Calabria", così come di assicurare il ricorso ad un'aliquota di personale dell'Esercito a complemento delle forze dell'ordine nell'ambito dell'Operazione "Strade Sicure";

                    considerato che:

            il Comune di Fucecchio ha dunque posto in essere, nei limiti delle proprie competenze, tutte le azioni necessarie a tutelare l'incolumità pubblica e la vivibilità delle suddette zone da parte dei cittadini residenti;

            tutte le richiamate azioni, particolarmente impegnative sia in termini economici che di impiego del personale, sommate al costante impegno della Polizia municipale a supporto delle forze dell'ordine, anche con la mappatura del territorio e dei punti di spaccio, si sono rivelate insufficienti a contenere il fenomeno criminale oramai dilagante e pienamente inserito nei traffici nazionali e internazionali di stupefacenti; ciò è purtroppo confermato dai recenti ritrovamenti di ingenti quantità di droga nel porto di Livorno, in alcuni magazzini di Santa Croce sull'Arno (Pisa) e in un parco di Altopascio, oltre al rinvenimento di ingenti quantità di piante di marijuana nelle boscaglie di Ponte Buggianese e al ritrovamento di 500 grammi di eroina a Empoli destinati agli studenti del luogo; inoltre, nella Versilia, è stato portato alla luce un sistema di traffico gestito attraverso una pizzeria, un vero e proprio punto di rifornimento massivo per spacciatori;

            da ultimo, in data 17 novembre 2022, si è tenuto nella sala consiliare del Comune di Fucecchio il Comitato interprovinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, al fine di analizzare tutte le possibili soluzioni al problema, alla presenza del Prefetto di Firenze e di rappresentanti delle Prefetture di Pistoia, Lucca e Pisa, anche al fine di assicurare un maggiore coinvolgimento di tutte le forze dell'ordine e delle polizie municipali che operano nei comuni limitrofi e nelle province confinanti, così assicurando il controllo quotidiano del territorio; in tal sede è stato richiesto alle autorità competenti il concorso di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di finanza dei Comandi provinciali e delle Questure di Firenze, Pisa e Lucca, al fine di istituire e coordinare una pattuglia che assicuri, nell'immediato e per un periodo di almeno sei mesi, senza soluzione di continuità, il controllo del territorio comunale e, nella fattispecie delle Cerbaie,

            si chiede di sapere quali azioni intenda intraprendere il Ministro in indirizzo per il contrasto delle attività criminose di cui in premessa e per il supporto alle iniziative degli enti locali in materia di sicurezza e lotta alla criminalità.

Interrogazione sulla riapertura del pronto soccorso dell'ospedale di Boscotrecase (Napoli)

(3-00030) (16 novembre 2022)

Mazzella, Barbara Floridia, De Rosa, Pirondini, Lopreiato, Sabrina Licheri, Bevilacqua, Aloisio, Turco, Bilotti, Croatti, Marton, Guidolin, Cataldi, Pirro, Sironi, Scarpinato, Maiorino, Castellone. - Al Ministro della salute -

                    Premesso che:

            l'ospedale "Sant'Anna e Maria santissima della Neve" è situato in via Lenza a Boscotrecase (Napoli) ed è un presidio ospedaliero degli ospedali riuniti del golfo vesuviano dell'Azienda sanitaria locale Napoli 3 sud, che aggrega anche gli ospedali riuniti dell'area nolana, gli ospedali riuniti dell'area stabiese e gli ospedali riuniti della penisola sorrentina. Più specificamente, la ASL si estende su un territorio di circa 620 chilometri quadrati suddiviso in 57 comuni, con una popolazione residente di circa 1.070.000 di abitanti;

            il presidio ospedaliero è stato inaugurato nel 2006 e serve un bacino di utenza compreso tra i 150.000 e 300.000 residenti. Più dettagliatamente, eroga prestazioni all'interno delle seguenti unità operative: rianimazione, emodinamica, chirurgia vascolare, chirurgia, medicina, ortopedia, otorinolaringoiatria, oculistica e pronto soccorso;

                    considerato che:

            nel 2020, nel comune di Boscotrecase fu attivato (con delibera del direttore generale n. 221 del 17 marzo 2020) un COVID hospital e tutte le attività ambulatoriali furono sospese, comprese le attività di ricovero programmate e di emergenza urgenza del pronto soccorso. Successivamente, con delibera n. 0501 del 16 luglio 2020, è stata avviata una riorganizzazione delle funzioni e del personale medico ed infermieristico;

            con delibera n. 890 pubblicata il 22 settembre 2021 dalla direzione generale della ASL Napoli 3 sud, la struttura ospedaliera è stata classificata come DEA (dipartimento di emergenza urgenza accettazione) di primo livello. In particolare, come riportato dalla stampa, "il progetto vedrà il potenziamento e l'integrazione della struttura ospedaliera 'con ruolo spoke (...) nella rete cardiologica, spoke I rete emergenze pediatriche, PST rete Trauma, spoke rete emergenze gastroenteriche, spoke I rete terapia del dolore'" ("branditalia24.it", 23 settembre 2021);

            risulta "in fase di aggiudicazione da parte della Soresa S.p.A. la gara per la progettazione esecutiva degli interventi di cui all'art. 20 III Fase, per un finanziamento complessivo dell'importo di 5.500.000 euro con il quale saranno riqualificate alcune aree esistenti e completate le aree a rustico dell'intero edificio" (come si legge sul sito della Regione Campania, pubblicazione del 13 maggio 2020);

            in data 4 ottobre 2022, il direttore generale della ASL ha disposto in una nota che "venga posto in essere ogni necessario adempimento finalizzato alla riapertura del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Boscotrecase entro non oltre il 15 novembre 2022", dopo oltre due anni di chiusura ("torresette.news", 9 ottobre 2022),

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

            se condivida la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale "Sant'Anna e Maria santissima della Neve" per oltre due anni o se, viceversa, ritenga opportuno anticiparne la riapertura, nell'interesse dei cittadini ricadenti nel bacino d'utenza;

            se la persistente chiusura del pronto soccorso del DEA di primo livello del presidio ospedaliero di Boscotrecase sia compatibile con l'inderogabile necessità di erogazione dei livelli essenziali di assistenza;

            se ritenga avviare un'attività ispettiva al fine di verificare le responsabilità connesse alla persistente chiusura del pronto soccorso;

            quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere per salvaguardare il diritto alla salute, tutelato dall'articolo 32 della Costituzione, nell'interesse dei cittadini ricadenti nel bacino d'utenza.

Interrogazione sull'operatività del servizio di neuropsichiatria infantile di Torre Annunziata (Napoli)

(3-00055) (17 novembre 2022)

Mazzella. - Al Ministro della salute -

                    Premesso che:

            il centro di neuropsichiatria infantile (distretto sanitario 56, unità operativa materno infantile: ambulatorio di neuropsichiatria infantile) di Torre Annunziata (Napoli) è un punto di riferimento per migliaia di cittadini che riconoscono nella struttura un presidio per la cura dei minori dalla nascita al periodo adolescenziale;

            in particolare, presso il centro è possibile fruire di visite ostetrico-ginecologiche, pap test, visite senologiche, visite di neuropsichiatria infantile, visite pediatriche e vaccinazioni. Inoltre, alla struttura si rivolgono anche i familiari di bambini diversamente abili, che vengono seguiti sotto il profilo burocratico per il riconoscimento dei propri diritti;

            come riportato dalla stampa locale agli inizi del mese di novembre 2022, la ASL Napoli 3 sud avrebbe deciso di chiudere il presidio, suscitando una forte protesta da parte degli utenti della struttura e della popolazione di Torre Annunziata ("lostrillone.tv", 6 novembre 2022);

            nel riconoscere la grande professionalità e dedizione del personale centro e con l'obiettivo di scongiurare la scelta di rendere disfunzionale uno dei servizi sanitari di qualità del territorio, l'istituto salesiano di via Regina di Savoia (sito a Torre Annunziata) è stato promotore di una petizione popolare intitolata "Non possiamo tacere", a cui avrebbero aderito (sotto il profilo organizzativo) alcune scuole;

            l'iniziativa, nata col fine di evitare la chiusura del presidio, è stata rafforzata da una raccolta firme on line, promossa da un assistente sociale, già sottoscritta da oltre 1.000 cittadini;

            tuttavia, come chiarito successivamente (a seguito degli atti di programmazione regionale di cui al decreto del commissario ad acta n. 99/2016 e al decreto del commissario ad acta n. 83/2019), il servizio di neuropsichiatria infantile è transitato dalla funzione materno-infantile al dipartimento di salute mentale. Pertanto, non è stata disposta la chiusura del presidio, bensì il ridimensionamento di spazi e unità lavorative, e il personale che collaborava al servizio è stato impiegato in altre attività. Il che ha comunque determinato una disfunzione nel servizio che risulta, ad oggi, depotenziato;

            ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione, "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Analogamente, secondo l'articolo 3, "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge",

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

            se, al fine di tutelare il rispetto degli articoli 3 e 32 della Costituzione, intenda intervenire nell'ambito delle proprie competenze per scongiurare una disfunzione nel servizio, nell'interesse della popolazione di Torre Annunziata.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO

Interrogazione sulla posizione italiana in merito alla strategia europea per lo sviluppo dell'energia nucleare

(3-00260) (01 marzo 2023)

Paita, Fregolent. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -

                    Premesso che:

            l'Italia è l'unico Paese del G7 a essere sprovvisto di impianti di produzione di energia nucleare funzionanti, nonostante sia all'avanguardia nello sviluppo e sfruttamento della stessa energia, come testimonia la partecipazione a numerosi progetti sulla fusione nucleare a confinamento magnetico, nonché volti alla realizzazione di reattori di IV generazione;

            il 27 febbraio 2023 la ministra francese per la transizione energetica ha annunciato l'intenzione di creare un'alleanza europea sul nucleare e "lanciare un segnale forte nei vari negoziati UE", individuando in tale fonte di energia uno strumento fondamentale, insieme alle rinnovabili, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione sanciti a livello europeo a partire dal green deal;

            l'iniziativa era stata già preannunciata nei mesi precedenti, con l'intenzione di avviare l'elaborazione della strategia di implementazione a margine della riunione dei Ministri dell'energia del 27 e 28 febbraio 2023;

            il vice presidente del Consiglio dei ministri e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha affermato che l'investimento sul nucleare è un "dovere sociale, economico e ambientale", proprio in riferimento alla proposta del Governo francese di elaborare un'alleanza europea in materia di energia nucleare;

            proprio nel corso del vertice informale dei Ministri dell'energia tenutosi a Stoccolma, nella giornata di martedì 28 febbraio 2023 il Ministro in indirizzo ha diramato una nota secondo la quale "non è prevista la presenza di nessun rappresentante italiano a incontri che avranno per oggetto la tematica del nucleare", nonostante il ritorno al nucleare fosse uno dei punti programmatici del programma elettorale delle forze di maggioranza;

            l'assenza dell'Italia a un'iniziativa così determinante per la definizione di un programma energetico europeo che, con ogni probabilità, segnerà le sorti del nostro Paese e del vecchio continente nel medio-lungo periodo, con riflessi sul piano economico e geopolitico, rischia di collocare il nostro Paese al di fuori di un programma strategico e di fondamentale importanza anche alla luce della crisi energetica anche derivante dalla guerra russo-ucraina,

            si chiede di sapere quali siano le intenzioni del Ministro in indirizzo in relazione all'elaborazione di un'alleanza europea sul nucleare e se e in quale misura sia prevista la partecipazione dell'Italia a una strategia europea di sviluppo dell'energia nucleare o, in subordine, di un programma di sviluppo nazionale della stessa.

Interrogazione sulle criticità nella realizzazione dei progetti di forestazione urbana nelle città metropolitane

(3-00263) (01 marzo 2023)

Pirro. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -

                    Premesso che:

            a novembre 2022 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (già Ministero della transizione ecologica) ha emanato un avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nelle città metropolitane da finanziare nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, misura 2 - componente 4 - investimento 3.1. "Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano" al cui scopo destina 330 milioni di euro con l'obiettivo di piantumare 6,6 milioni di alberi nelle città metropolitane entro il 2024;

            è noto che le motivazioni alla base del necessario investimento della crescita del verde in città sono principalmente connesse alla crescita incontrollata dei centri urbani, la quale ha generato serie conseguenze a livello sia sociale che ambientale. Le stime, inoltre, restituiscono un dato quantomai allarmante che coinvolgerà il prossimo futuro: entro i prossimi 10 anni, infatti, il 70 per cento della popolazione vivrà in città, comportando, inevitabilmente, un vertiginoso aumento del consumo delle risorse naturali. È indubbio, infatti, che le pulsazioni vitali di una città sono composte da consumo di risorse ed energia che poi si trasformano in rifiuti, inquinamento e consumo massiccio del suolo;

            l'aumento del verde urbano sembra essere necessario per tentare di mitigare le conseguenze negative dello sviluppo e crescita incontrollati delle aree urbane e per diminuire lo squilibrio esistente tra risorse naturali, ambiente e sviluppo urbano. È compito delle amministrazioni elaborare piani e politiche efficaci per lo sviluppo della forestazione urbana ed è proprio in questo contesto che si inserisce il bando citato;

                    considerato che:

            l'investimento di cui all'avviso pubblico citato è finalizzato a: a) preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità e i processi ecologici legati a ecosistemi pienamente funzionali e resilienti; b) contribuire alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e alla rimozione del particolato nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana; c) contribuire a ridurre le procedure di infrazione relative alla qualità dell'aria; d) recuperare i paesaggi antropizzati valorizzando le periferie e le connessioni ecologiche con le aree interne rurali (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) e il sistema delle aree protette; e) frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili;

            considerato anche che, tenendo conto degli obiettivi citati, le aree idonee ad ospitare interventi di rimboschimento sono prioritariamente: a) aree destinate alla rigenerazione urbana; b) ex aree industriali e commerciali; c) aree degradate, ad esempio discariche e cave, dismesse o parzialmente in uso, in ogni caso già oggetto di bonifica; d) aree agricole non più inserite nel processo produttivo utili per migliorare la connessione ecologica territoriale; e) le fasce ripariali in recessione e in cattivo stato di conservazione; f) aree boscate percorse da incendio;

            considerato, in ultimo, che ai fini dell'ammissibilità, tra gli altri requisiti, i progetti devono essere realizzati su terreni di cui i Comuni delle città metropolitane abbiano la disponibilità giuridica,

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo abbia considerato la difficoltà nell'individuazione di aree idonee che rispondano a tutti i requisiti di ammissibilità previsti e, primariamente, a quello appena citato;

            se abbia previsto l'attuazione di misure compensative nel caso di utilizzo di terreni pubblici dati in locazione ad agricoltori locali, al fine di non generare squilibri occupazionali.

Interrogazione sullo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e sull'aumento della produzione di energia da fonti sostenibili

(3-00257) (01 marzo 2023)

Basso, Malpezzi, Astorre, Fina, Irto. - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica -

                    Premesso che:

            con il recepimento della direttiva dell'Unione europea Red II (decreto legislativo n. 199 del 2021), l'Italia ha compiuto un passo in avanti nel campo delle cosiddette comunità energetiche rinnovabili (CER), un modello innovativo di gestione dell'energia già ampiamente diffuso in altre aree europee;

            le CER sono associazioni composte da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione: una forma energetica collaborativa nata per favorire la gestione congiunta e ridurre la dipendenza energetica;

            in Italia le CER faticano però a diffondersi. Nonostante siano una soluzione utile e concreta per contrastare il caro bollette, l'emergenza climatica e la povertà energetica, sono, infatti, pochissime quelle realmente attive o che stanno ricevendo gli incentivi statali erogati dal Gestore dei servizi elettrici (GSE);

            a pesare sull'avvio delle CER si contano: lungaggini burocratiche, la mancanza degli incentivi da parte del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, il ritardo di ARERA sull'emanazione delle regole attuative, che si uniscono alle difficoltà nel ricevere le informazioni necessarie a identificare l'ambito di sviluppo delle CER, così come le registrazioni e il ricevimento degli incentivi o i preventivi onerosi per allacci alla rete;

            in particolare, la norma contenuta nell'articolo 8 del decreto legislativo n. 199 del 2021, che indicava 180 giorni per aggiornare i meccanismi di incentivazione, ovvero entro maggio 2022, risulta ad oggi disattesa;

            sino all'adozione di tali provvedimenti, continua quindi ad applicarsi la disciplina sperimentale e transitoria di cui all'articolo 42-bis del decreto-legge n. 162 del 2019, che prevede che i consumatori finali o produttori di energia possano associarsi per "condividere" l'energia elettrica localmente prodotta da nuovi impianti alimentati da fonte rinnovabile di piccola taglia con riferimento a nuovi impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili (FER) con potenza complessiva non superiore ai 200 kilowatt, entrati in esercizio a partire dal 1° marzo 2020 e fino al 12 febbraio 2022 (intesi i 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 199 del 2021 di recepimento della direttiva (UE) 2018/2001 Red II);

                    considerato che:

            il sostegno allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili (CER) è un obiettivo di primaria importanza, sia per lo sviluppo e diffusione di energia da fonti rinnovabili, sia per le finalità di natura sociale;

            la consultazione pubblica, necessaria per delineare lo strumento più adatto per il sostegno alle CER, si è conclusa ormai da tempo fornendo al Ministero dell'ambiente, grazie al contributo dei numerosi partecipanti, tutte le indicazioni utili per agevolare la diffusione capillare delle CER e garantire i benefici attesi, in termini sia economici che energetici, ai soggetti che vorranno aderire a questa modalità nuova di gestione dell'energia in condivisione;

            le recenti vicende che hanno condizionato l'incremento dei costi energetici e le difficoltà del nostro Paese nell'approvvigionamento delle risorse energetiche rendono sempre più urgente la definizione di un apposito piano nazionale per il risparmio energetico e per interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia. In tale contesto, le CER potrebbero rappresentare un importante strumento di sviluppo, contribuendo al raggiungimento dell'obiettivo di almeno 85 gigawatt di rinnovabili in più entro il 2030 e alla creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro;

            i ritardi che si stanno accumulando sia nell'emanazione dei decreti di sostegno alle CER e la mancata definizione di un apposito piano nazionale per il risparmio energetico e per interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, oltre a non risultare comprensibili, rischiano di allontanare il raggiungimento da parte del nostro Paese degli obiettivi di sviluppo e diffusione di energia da fonti rinnovabili e quelli di risparmio energetico e conseguentemente per il contrasto ai cambiamenti climatici,

            si chiede di sapere:

            in considerazione del ruolo strategico svolto dalle energie rinnovabili per il contrasto ai cambiamenti climatici, quando il Ministro in indirizzo intenda adottare i citati provvedimenti attuativi del decreto legislativo n. 199 del 2021 riguardanti la disciplina dell'autoconsumo e delle comunità energetiche, essendo i termini previsti già ampiamente scaduti, e se intenda chiarire le motivazioni che hanno determinato tale ritardo;

            se non ritenga opportuno ed urgente adottare un piano nazionale per il risparmio energetico e per interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, da affiancare al PNIEC e alle misure già previste nel PNRR, al fine di garantire un più rapido raggiungimento da parte del nostro Paese degli obiettivi di sviluppo e diffusione di energia da fonti rinnovabili e di risparmio energetico e conseguentemente per rafforzare le misure per il contrasto ai cambiamenti climatici.

Interrogazione sui dottorati di ricerca "innovativi"

(3-00258) (01 marzo 2023)

De Poli. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            l'Italia è uno dei Paesi OCSE con il più basso tasso di studenti di dottorato nella popolazione lavorativamente attiva (25-64 anni): l'ultimo rapporto "Education at a glance 2022", che considera dati aggiornati al 2020, registrava per l'Italia un numero non superiore a 31.000 dottorandi, a fronte di oltre 66.000 dottorandi in Francia, 182.000 in Germania e 92.000 della Spagna, che su questo fronte sta facendo un investimento importante;

            il numero di dottorandi è un indicatore significativo e di prospettiva, in quanto rappresenta l'impegno effettuato da ciascun Paese al fine di accrescere le qualificazioni al suo interno, e quindi la capacità di innovare e di gestire processi complessi;

            sul punto, il PNRR prevede un impegno rilevante al fine di colmare questo divario, con target numerici elevati e finalizzazioni specifiche, in ragione delle esigenze proprie del nostro sistema Paese: dottorati innovativi per la pubblica amministrazione, per il patrimonio culturale, nonché dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese;

            i bandi PNRR per borse di dottorato 2022, per un totale di 7.500 posti messi a bando, hanno registrato segnali importanti, ma i risultati in termini numerici sembrano ancora lontani dal realizzare quanto necessario per colmare questo divario;

            il 2023 costituisce un anno chiave per imprimere un segnale di svolta in questo senso, richiedendo un significativo incremento in termini di numeri assoluti e di impegno finanziario nel sostenere nuove borse di dottorato, nonché per individuare incentivi specifici al fine di rendere attrattive e prospettive lavorative dei futuri dottori di ricerca,

            si chiede di sapere quali siano le azioni che il Ministro in indirizzo intende assumere al fine di agevolare il raggiungimento di target così impegnativi e, allo stesso tempo, strategici per il Paese, rendendo maggiormente attrattivi i percorsi di dottorato sia in generale, sia in particolare i dottorati innovativi che guardano al mondo produttivo.

Interrogazione su iniziative per incrementare il numero dei laureati in Italia

(3-00261) (01 marzo 2023)

De Cristofaro. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            il diritto allo studio rappresenta uno dei principi fondamentali e inalienabili della persona, garantito dagli articoli 3, 33 e 34 e 97 della Costituzione, ovvero dal principio di uguaglianza sociale dei cittadini davanti alla legge, dalla libertà di scienze ed arti, dal diritto all'istruzione aperta a tutti e alla promozione meritocratica, dal principio d'imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione;

            con l'entrata in vigore della legge n. 264 del 1999, il sistema universitario italiano ha adottato il numero chiuso o programmato per disciplinare l'iscrizione ad alcune facoltà;

            numerose università hanno deliberato l'introduzione del numero chiuso per molti corsi;

                    considerato che:

            attorno ai test d'accesso si è sviluppato un fiorente mercato di assistenza legale a causa dei vari ricorsi avviati al TAR nelle varie regioni d'Italia, nonché dei costosi corsi privati di preparazione che nulla hanno a che fare con le competenze richieste ai laureandi, con la conseguenza di un onere per le famiglie italiane, le quali si vedono discriminate ulteriormente di fronte al fondamentale diritto all'istruzione pubblica in ragione della loro capacità di spesa, e per lo Stato che deve anche farsi carico dei costi legati ai crescenti ricorsi amministrativi nelle varie sedi dei tribunali italiani;

            di fronte alla crescente disoccupazione giovanile è quanto mai necessario investire in istruzione e formazione, garantendo uguali possibilità di accesso allo studio così come alla ricerca di un posto di lavoro;

            oggi molti giovani ricorrono anche a trasferimenti all'estero, per esempio per i corsi di medicina e di odontoiatria, solo per conseguire la laurea e aggirare così la normativa italiana che prevede numeri programmati;

            i corsi di laurea in scienze della formazione sono insufficienti a far laureare un numero sufficiente di maestri abilitati e corrispondenti al fabbisogno reale della scuola italiana;

            preso atto che:

            rispetto ai decenni precedenti, da dati statistici riscontrabili, è inferiore il numero dei laureati in Italia, dove il 40 per cento lascia gli studi prima di conseguire la laurea, e vi è un 12 per cento di matricole inattive (immatricolati che in un anno non sostengono alcun esame o non accumulano alcun credito);

            i test di accesso spesso hanno poco a che fare con il futuro piano di studi degli aspiranti iscritti o, al contrario, richiedono conoscenze assai specifiche, addirittura specialistiche, delle discipline oggetto dei corsi di studio. La prassi, ormai consolidata, produce molteplici effetti: un numero assai rilevante di studenti ripiega verso facoltà nelle quali non è previsto il numero chiuso, altri decidono per l'iscrizione ad atenei stranieri e altri ancora si vedono costretti a rinunciare agli studi;

            la necessità di premiare il merito deve essere un elemento di selezione durante il percorso di studi e non nell'accesso ad esso: in tal modo non si negherebbe il principio del riconoscimento del merito, ma lo si affermerebbe tramite la garanzia dell'effettivo diritto allo studio a tutti,

            si chiede di sapere:

            se il Ministro in indirizzo intenda promuovere la modifica di queste disposizioni al fine di evitare di assistere a questa continua emigrazione di risorse umane qualificate che scelgono di lavorare e produrre al di fuori del nostro Paese;

            se intenda attivarsi al fine di abolire, in particolare, il test di ingresso alle facoltà di medicina, e rimuovere definitivamente le barriere iniziali;

            se e quali azioni, in alternativa, intenda promuovere al fine di garantire il libero acceso alla formazione universitaria e il diritto allo studio;

            se non intenda incrementare i fondi per aumentare i docenti di riferimento dei corsi di laurea necessari a non abbassare il livello della qualità degli studi, secondo i parametri vigenti.

Interrogazione sulle misure per consentire un più ampio accesso alle facoltà di medicina

(3-00262) (01 marzo 2023)

Marti, Romeo. - Al Ministro dell'università e della ricerca -

                    Premesso che:

            le prove di ammissione per l'accesso ad alcuni corsi universitari sono state istituite allo scopo di consentire agli atenei di organizzare i corsi di laurea secondo parametri più prossimi a quelli in uso in Europa e nel resto del mondo. Per quanto riguarda soprattutto la facoltà di medicina, l'intento ha finito però con lo scontrarsi annualmente con una realtà che penalizza sia gli studenti, che non riescono a soddisfare le proprie scelte formative, che la politica e la programmazione sanitaria in termini di personale, che fatica a reperire risorse nuove da affiancare a quelle già presenti, ma sottodimensionate, e a sostituire quelle in uscita per quiescenza. Secondo una stima di ANAAO Assomed, uno dei principali sindacati di medici ospedalieri, entro il 2024 mancheranno almeno 40.000 medici a causa della programmazione sbagliata nel tempo;

            negli anni scorsi numerosi sono stati i ricorsi presentati da studenti che contestavano non solo l'esito della loro prova di ammissione, ma anche la sua adeguatezza in termini di effettiva conformità al tipo di facoltà alla quale intendevano iscriversi, mettendo quindi in dubbio la reale capacità di valutazione di queste prove. Infatti molti dei test che venivano somministrati non erano parametrati sulle materie attinenti alle facoltà scelte dai candidati, ma riguardano argomenti del tutto estranei;

            da un'analisi dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca era emersa la necessità di rivedere i criteri di analisi utilizzati allo scopo di garantire i necessari livelli qualitativi degli studenti che intendono iscriversi ai corsi universitari, ed ecco perché dal 2023 il test è cambiato completamente: si tratta di un "esame TOLC", ovvero test di orientamento e ingresso all'università. Il test si può ripetere più volte all'anno a partire dal quarto anno della scuola secondaria di secondo grado e il Ministero stabilisce poi una data in cui tutti i candidati devono registrare il migliore dei risultati ottenuti, così da definire la graduatoria nazionale e, in base ai posti disponibili negli atenei, assegnare gli spazi, tenendo conto delle preferenze indicate dai candidati;

            in Italia il numero chiuso è regolato dalla legge n. 264 del 1999, approvata per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 383 del 27 novembre 1998, con la quale si chiedeva al legislatore di intervenire sulla materia degli accessi a numero programmato per disciplinare la materia;

            da un'attenta analisi della normativa europea in materia, non vi è traccia di un'imposizione del numero chiuso. L'Unione europea chiede solo di armonizzare i sistemi formativi e gli standard di qualità, affinché i professionisti possano muoversi liberamente nello spazio europeo del lavoro, vedendo riconosciuti i propri titoli;

            il sistema dei test di ingresso alle facoltà universitarie, oltre ad incidere pesantemente sul diritto allo studio costituzionalmente garantito, per quanto attiene particolarmente alle facoltà di medicina e chirurgia, sta letteralmente decimando la classe medica del futuro, costringendo il nostro Paese a importare medici da Paesi stranieri, come già avviene da anni nel settore infermieristico,

            si chiede di sapere, stante la situazione emergenziale ampiamente descritta, quali iniziative siano allo studio per arrivare a soluzioni che consentano di allargare il plafond degli accessi alle facoltà di medicina, preservando al contempo la qualità dell'insegnamento, anche in considerazione della necessità, ugualmente improcrastinabile, di una riforma più ampia che dovrà riguardare le scuole di specializzazione e il conferimento delle borse di studio.

Interrogazione sugli strumenti per favorire l'interlocuzione tra cittadini e pubbliche amministrazioni

(3-00259) (01 marzo 2023)

Ronzulli, Silvestro, Berlusconi, Damiani, Fazzone, Gasparri, Lotito, Occhiuto, Paroli, Rosso, Ternullo, Zanettin. - Al Ministro per la pubblica amministrazione -

                    Premesso che:

            come evidenziato da alcuni fatti di cronaca, nonostante gli sforzi finora sostenuti, la relazione tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni appare difficile;

            la pandemia, con il distanziamento sociale ed i limiti agli orari di apertura al pubblico degli uffici, ha mostrato alcune problematiche nell'accesso ai servizi;

            la maggiore criticità deriva dalla difficoltà, da parte degli utenti, nella segnalazione di eventuali inadempienze delle amministrazioni pubbliche,

            si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda sviluppare le opportune iniziative volte a prevedere strumenti idonei a facilitare la relazione tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese per implementare servizi sempre più efficienti.

Interrogazione sulla necessità di assunzioni nella pubblica amministrazione, tramite concorsi e scorrimento di graduatorie

(3-00256) (01 marzo 2023)

Rapani, Malan, Balboni, Lisei, Spinelli, Della Porta. - Al Ministro per la pubblica amministrazione -

                    Premesso che:

            da quanto emerso nel ForumPA 2022, durante il quale è stata presentata la ricerca sul lavoro pubblico, entro il 2028 serviranno oltre 800.000 assunzioni;

            in Italia, ad oggi, ci sono meno lavoratori pubblici rispetto agli altri Paesi europei e una pubblica amministrazione "anziana", con un'età media di 50 anni, scarsamente aggiornata (mediamente 1,2 giorni di formazione per dipendente all'anno), in difficoltà nell'offrire servizi adeguati a imprese e cittadini (il 76 per cento degli italiani li considera inadeguati, mentre gli europei insoddisfatti sono il 51 per cento);

            al 1° gennaio 2021 la pubblica amministrazione italiana contava 3,2 milioni di dipendenti, 31.000 in meno rispetto all'anno precedente (0,97 per cento in meno), il minimo storico degli ultimi 20 anni; dopo un timido segnale di crescita del personale, nel 2020 il blocco dei concorsi per l'emergenza sanitaria e l'accelerazione dei pensionamenti non hanno permesso al turnover di ritrovare l'equilibrio sperato;

            al 1° gennaio 2022, infatti, erano 3,083 milioni i pensionati da lavoro pubblico, in un rapporto di 94,4 pensioni erogate ogni 100 contribuenti attivi (erano 73 nel 2002) e tale esodo è destinato ad aumentare; come descritto nello stesso rapporto di ForumPA, nel prossimo triennio almeno 300.000 persone del pubblico impiego andranno in pensione ma probabilmente saranno molte di più se si considera che oltre 500.000 dipendenti hanno già oltre 62 anni e 183.000 hanno raggiunto oltre 38 anni di anzianità di servizio;

            nonostante i dati impietosi, la pubblica amministrazione è chiamata ad essere il motore della ripresa disegnata con il PNRR;

            lo stesso Ministro in indirizzo, con riferimento all'evoluzione degli organici della pubblica amministrazione, ha più volte annunciato che anche nel 2023, sulla scia di quanto iniziato nel 2022, quando sono stati immessi in ruolo 157.000 statali, il Governo garantirà una crescita del personale della pubblica amministrazione, con oltre 156.000 nuove assunzioni, sottolineando come la pubblica amministrazione non abbia bisogno solo di numeri, ma di conoscenze e competenze, da valorizzare al massimo;

            un caso emblematico è quello del "concorso unico lavoro" RIPAM, bandito nel 2019 e tenutosi nel 2021, a causa delle misure di contenimento dei contagi da COVID-19: mirava all'assunzione di 850 figure di funzionario nel profilo CU-GIUL da ripartire presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'INAIL e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

            ad oggi, della relativa graduatoria, residuano circa 4.500 soggetti idonei ad occupare posti da funzionario,

            si chiede di sapere:

            quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per favorire il rafforzamento della capacità amministrativa della pubblica amministrazione;

            se intenda avvalersi del meccanismo dello scorrimento delle graduatorie dei soggetti risultati idonei, come ad esempio nel caso del concorso unico lavoro RIPAM, o permettendo che alla medesima graduatoria possano attingere altre amministrazioni interessate ad avvalersi di risorse già selezionate.

 

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori:Ambrogio, Astorre, Augello, Barachini, Bilotti, Bongiorno, Borghese, Borgonzoni, Butti, Calenda, Castelli, Cattaneo, De Poli, Durigon, Fazzolari, La Pietra, Leonardi, Marcheschi, Mirabelli, Monti, Morelli, Napolitano, Ostellari, Petrucci, Rauti, Renzi, Rubbia, Segre e Sisto.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Borghi Enrico, Craxi e Pucciarelli, per attività della 3ª Commissione permanente; Borghi Claudio, Ronzulli e Scarpinato, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Regolamento del Senato, proposte di modificazione

In data 1° marzo 2023, è stata presentata la seguente proposta di modificazione del Regolamento d'iniziativa del senatore Cottarelli. - "Modifica dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento del Senato, in materia di votazione nominale" (Doc. II, n. 2).

Insindacabilità, presentazione di relazioni su richieste di deliberazione

A nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, il senatore Durnwalder ha presentato la relazione sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale pendente presso il Tribunale di Milano- IV Sezione penale, nei confronti del senatore Matteo Salvini (Doc. IV-ter, n. 4-A).

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Rosa Gianni

Disposizioni in materia di aree polifunzionali di ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo (569)

(presentato in data 02/03/2023);

senatori De Cristofaro Peppe, Cucchi Ilaria, Floridia Aurora, Magni Tino

Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita (570)

(presentato in data 02/03/2023).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

sen. Bizzotto Mara ed altri

Norme in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e disposizioni in materia di toponomastica stradale e intitolazione di monumenti (547)

(assegnato in data 02/03/2023);

2ª Commissione permanente Giustizia

sen. Gelmini Mariastella

Disposizioni in materia di omicidio nautico (532)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica, 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

(assegnato in data 02/03/2023);

7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

sen. Gasparri Maurizio

Istituzione di un fondo per promuovere e sostenere l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di "Viaggi del ricordo nei luoghi delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e nelle terre di origine degli esuli" (548)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 02/03/2023);

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

sen. Borghi Enrico, sen. Delrio Graziano

Disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico (206)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 9ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare

(assegnato in data 02/03/2023);

8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

sen. Iannone Antonio ed altri

Esenzione dall'imposta sul valore aggiunto per le autoscuole riconosciute dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e operanti nel territorio nazionale (430)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 4ª Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 6ª Commissione permanente Finanze e tesoro, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

(assegnato in data 02/03/2023);

10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

sen. Rosa Gianni

Istituzione della Giornata nazionale della consapevolezza sulla morte perinatale (444)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 02/03/2023);

10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

sen. Stefani Erika ed altri

Modifiche all'articolo 338 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, in materia di zone di rispetto delle aree cimiteriali (481)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 8ª Commissione permanente Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica

(assegnato in data 02/03/2023);

10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale

sen. Pirro Elisa ed altri

Istituzione della Giornata nazionale della consapevolezza sulla morte perinatale e infantile (498)

previ pareri delle Commissioni 1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione, 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio, 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport

(assegnato in data 02/03/2023).

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria, digitalizzazione

sen. De Priamo Andrea ed altri

Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione in materia di disciplina dei partiti. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle norme riguardanti la disciplina dei partiti, dell'attività politica, delle campagne elettorali, delle forme di contribuzione e della trasparenza dei bilanci e dei rendiconti (549)

previ pareri delle Commissioni 5ª Commissione permanente Programmazione economica, bilancio

(assegnato in data 02/03/2023).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 02/03/2023 la 10ª Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane" (506)

(presentato in data 27/01/2023)

Governo, trasmissione di atti e documenti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 1° marzo 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale alla dottoressa Valeria Vaccaro, dirigente di prima fascia del ruolo dirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 2 marzo 2023, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni la comunicazione concernente la revoca di incarico di funzione dirigenziale di livello generale al magistrato dottor Alessandro Leopizzi.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Negli scorsi mesi di dicembre 2022, gennaio e febbraio 2023, sono pervenute copie di decreti ministeriali, inseriti nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della sicurezza energetica, delle infrastrutture e dei trasporti, delle imprese e del made in Italy, per l'esercizio finanziario 2022, concernenti le variazioni compensative tra capitoli delle medesime unità previsionali di base e in termini di competenza e cassa.

Tali comunicazioni sono state trasmesse alle competenti Commissioni permanenti.

Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento

Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata il 28 febbraio 2023, ha inviato il testo di 3 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata dal 1° al 2 febbraio 2023, trasmessi, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sotto indicate Commissioni competenti per materia:

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 549/2013 relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nell'Unione europea e che abroga 11 atti giuridici nel settore della contabilità nazionale, alla 4a e alla 5a Commissione permanente (Doc. XII, n. 91);

risoluzione definita in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure di conservazione e di gestione per la conservazione del tonno australe, alla 3a, alla 4a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XII, n. 92);

risoluzione sulla preparazione del vertice UE-Ucraina, alla 3a e alla 4a Commissione permanente (Doc. XII, n. 93).

Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento

La Commissione europea ha trasmesso, in data 2 marzo 2023, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:

la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 98/24/CE del Consiglio e della direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i valori limite per il piombo e i suoi composti inorganici e i diisocianati (COM(2023) 71 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è deferito alla 4a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 2 marzo 2023. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 10a Commissione permanente, con il parere della Commissione 4a.

Interrogazioni, integrazione dei Ministri competenti

L'interrogazione 3-00245, del senatore Lorefice, rivolta ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e per le disabilità, si intende rivolta anche al Ministro dell'economia e delle finanze come primo destinatario.

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 24 febbraio al 2 marzo 2023)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 9

LA MARCA: sull'accesso ai dati dell'AIRE da parte del Ministero degli affari esteri (4-00060) (risp. FERRO, sottosegretario di Stato per l'interno)

Interrogazioni

LICHERI Sabrina - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. - Premesso che:

la Portovesme S.r.l., dichiarata impresa di interesse strategico nazionale, è l'unico produttore primario in Italia di zinco e piombo. L'impresa, nata nel 1966 ed acquisita nel 1999 dal gruppo Glencore, attualmente vanta tre siti a Portoscuso, San Gavino Monreale e Genna Luas. Attualmente la Portovesme conta circa 1.500 dipendenti diretti e oltre 600 di indotto. Inoltre l'impresa opera in un'area di crisi industriale complessa (decreto del Ministro dello sviluppo economico 13 settembre 2016) che al suo interno conta 23 comuni della provincia del Sud Sardegna, per un totale di circa 120.000 abitanti, che rappresentano il 7,8 per cento della popolazione della regione;

l'attuale situazione bellica in Ucraina ha determinato, come ben noto, un aumento dei costi energetici tale da porre in forte difficoltà tutte le imprese energivore, le quali si sono trovate costrette a richiedere un intervento statale al fine di garantire la prosecuzione delle attività produttive. Tuttavia, nel caso di imprese rientranti tra quelle di interesse strategico nazionale è stato il Governo a prevedere, anche mediante l'emanazione di atti aventi forza di legge, strumenti di sostegno al fine di garantirne la sicurezza produttiva;

tuttavia, per il 28 febbraio 2023 erano attese le soluzioni tecnico-giuridiche per sospendere la procedura di interruzione dell'80 per cento delle attività della società, ma risulta invece che si vada verso la chiusura di interi reparti e dell'impianto di raffinazione di San Gavino Monreale. Di conseguenza si prospetta la cassa integrazione per 1.500 dipendenti a cui si aggiunge l'avvio di procedure di licenziamento di circa 60, mentre per i 600 lavoratori dell'indotto il rischio concreto è quello della disoccupazione;

considerato che:

in data 10 agosto 2022, nel corso della riunione del tavolo di crisi d'impresa presso il Ministero, l'amministratore delegato di Portovesme S.r.l. aveva riferito di aver bloccato alcune linee produttive (zinco) per via dell'aumento del costo dell'energia, ulteriormente acuito dalla crisi internazionale in corso. Inoltre, aveva evidenziato l'assenza significativa di infrastrutture funzionali alla distribuzione di gas naturale sul territorio sardo, dovendo pertanto ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento energetico. A riguardo, lo stesso amministratore delegato aveva richiesto che venissero adottati i provvedimenti attuativi relativi all'"energy release", al fine di dare una pronta ed efficiente risposta alla difficile situazione energetica tramite un disallineamento tra prezzo del gas ed energia elettrica, al fine di calmierare il prezzo di quest'ultima. Benché il "decreto energy release" (decreto ministeriale n. 341 del 2022) sia stato emanato, la Portovesme S.r.l., nella persona del suo amministratore delegato, aveva evidenziato, in occasione della riunione del tavolo di crisi d'impresa del 6 ottobre 2022, come questo non fosse sufficiente a far fronte ai costi energetici, motivo per cui l'impresa medesima è prossima alla chiusura;

la Regione Sardegna, nella persona dell'assessore Zedda, aveva dapprima garantito il supporto della Regione nell'iter teso alla perequazione dei costi energetici, confermando la propria disponibilità ad individuare azioni specifiche al fine di garantire la continuità produttiva e la salvaguardia del perimetro occupazionale, nonché aveva dichiarato di avviare con il nuovo Governo una trattativa al fine di modificare le disposizioni previste nel "decreto energy release", trattative di cui ad oggi non si è avuto alcun riscontro,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non intenda porre sulla vicenda un'attenzione, quantomeno, paritaria a quella posta su altri impianti di interesse strategico nazionale, anche attraverso iniziative di carattere normativo;

quali iniziative intenda adottare per rivedere le disposizioni contenute nel "decreto energy release", al fine di prevedere un sistema di costi dell'energia che renda competitive le imprese stanziate in Sardegna;

quali iniziative intenda assumere, anche mediante l'esercizio di poteri sostitutivi nei confronti della Regione autonoma della Sardegna, al fine di garantire la prosecuzione delle attività della Portovesme S.r.l., garantendo da un lato una produzione italiana primaria di piombo e zinco, dall'altro la salvaguardia di circa 2.000 lavoratori, compreso l'indotto.

(3-00266)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

SILVESTRO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti riveste un ruolo fondamentale nel settore del trasporto pubblico non di linea; ad esso spetta il compito di organizzare tale settore e difendere gli interessi dello Stato e dei cittadini;

il decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante "Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione", all'art. 10-bis (Misure urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea), comma 6, stabilisce che "fino alla piena operatività dell'archivio informatico pubblico nazionale (REN) delle imprese di cui al comma 3, non è consentito il rilascio di nuove autorizzazioni per l'espletamento del servizio di noleggio con conducente con autovettura, motocarrozzetta e natante";

in effetti, il citato articolo 10-bis,con il comma 3, aveva stabilito di istituire presso il centro di elaborazione dati del Ministero, entro un anno dall'entrata in vigore della legge di conversione, il registro informatico pubblico nazionale delle imprese titolari di licenza per il servizio taxi effettuato con autovettura, motocarrozzetta e natante e delle imprese titolari di autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente effettuato con autovettura, motocarrozzetta e natante;

tale registro avrebbe dovuto essere reso pienamente operativo entro un anno dall'entrata in vigore della legge;

il Ministero ha pubblicato il decreto dirigenziale 19 febbraio 2020, n. 4, ed ha istituito il registro informatico;

in base all'articolo 6 (disposizioni finali) del decreto dirigenziale, il suddetto registro avrebbe dovuto essere operativo a decorrere dal 2 marzo 2020, ma a seguito del ritiro del citato decreto dirigenziale, lo stesso Ministero con successivo decreto 20 febbraio 2020, n. 86, ha sospeso gli effetti del decreto sul registro;

per quanto detto, l'archivio informatico non è pienamente operativo e, quindi, al momento non può essere rilasciata alcuna autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente ai sensi del decreto-legge n. 135 del 2018, art. 10-bis, comma 6, che richiede la "piena operatività dell'archivio informatico pubblico nazionale delle imprese" di autoservizi pubblici non di linea,

si chiede di sapere:

come sia possibile che, nonostante il divieto, nel comune di Sirignano (Avellino), le autorizzazioni siano state rilasciate e mai nessuno sia intervenuto;

per quali motivi, nonostante le segnalazioni di alcune organizzazioni datoriali allo stesso Comune e alla Prefettura di Avellino, questa pratica contro legge non si sia bloccata;

se il Ministro in indirizzo ritenga di fornire chiarimenti in merito per porre fine all'abuso e quali misure intenda adottare riguardo all'ormai annosa questione tra taxi e NCC più volte affrontata nelle aule parlamentari.

(4-00282)

CASTIELLO, ALOISIO, PIRONDINI, CATALDI, GUIDOLIN, LOREFICE, LICHERI Sabrina, SIRONI, BILOTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

la Banca 2021, in origine cassa rurale e artigiana del Cilento, con sede a Vallo della Lucania (Salerno), è una società cooperativa a vasta base sociale, contando circa 7.000 soci, ed è una delle più grandi banche di credito cooperativo dell'Italia meridionale, operando in tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria) ed in quattro province (Salerno, Potenza, Matera e Cosenza), dove è presente con 25 agenzie;

l'articolo 45 della Costituzione riconosce la "funzione sociale" della cooperazione "a carattere di mutualità" e senza fini di speculazione privata, in quanto strumento di garanzia e di diffusione della "democrazia economica" (atti dell'Assemblea costituente, II, 1946-48, pp. 3990 e seguenti), vincolando il legislatore ordinario e l'amministrazione a garantirne, con opportuni controlli, la conservazione del carattere e delle finalità. Per "carattere di mutualità" la dottrina specializzata intende l'autogoverno della cooperativa (come autogestione democratica) e l'autodeterminazione nella condotta gestionale, non a caso gli amministratori devono essere scelti nell'ambito della cerchia dei soci, all'opposto di quanto avviene per le società per azioni, per le quali non vale l'equazione amministratore uguale socio e la gestione della società può essere affidata a terzi. La partecipazione dei soci per essere effettiva presuppone una completa e tempestiva informazione, soprattutto nel caso di atti di straordinaria amministrazione, quali fusioni ed incorporazioni;

sennonché è in atto l'esautoramento della compagine sociale dal procedimento di incorporazione della BCC 2021 nella BCC di Buccino e dei comuni cilentani; procedimento che è stato avviato senza alcun coinvolgimento dei soci dell'incorporanda BCC 2021, neppure a livello di sommarie informazioni, tanto che i soci verranno messi nella condizione di vedersi convocati in assemblea straordinaria per la mera ratifica dell'incorporazione, in pratica decisa dai presidenti e legali rappresentanti delle due BCC con un'operazione verticistica alla quale, per il difetto di informazione, mancherà un consenso consapevole da parte della base sociale. Tutto ciò in evidente violazione dell'art. 2, secondo capoverso, dello statuto sociale della Banca 2021, a norma del quale la banca di credito cooperativo "è impegnata (...) a rendere effettiva (...) la partecipazione dei soci alla vita sociale" (effettività che presuppone l'informazione), nonché in parimenti evidente violazione dell'art. 35 dello statuto stesso e dell'art. 2505, comma 1, del codice civile nel combinato disposto con l'art. 2365, comma 1, del codice civile, che attribuiscono la materia delle fusioni e delle incorporazioni all'esclusiva competenza dell'assemblea straordinaria dei soci (Cassazione civile, sezione I, 11 dicembre 2000, n. 15599, estensore Criscuolo);

l'omessa informazione dei soci dell'incorporanda Banca 2021 sopprime il loro diritto all'informazione, un diritto che è, ormai, considerato un elemento fondamentale della governance di ogni tipo di società e, in particolare, delle società cooperative (art. 2545 del codice civile; art. 17-bis, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91; decreto ministeriale 18 settembre 2014);

l'incorporazione, oltre che anomala in quanto invertita, essendo la banca incorporante (BCC di Buccino e dei comuni cilentani) più piccola della BCC 2021, contrasta del tutto con le scelte di fondo sottese alla costituzione dei gruppi bancari cooperativi ai sensi della legge 8 aprile 2016, n. 49, che privilegia l'aggregazione e non la concentrazione che, a causa del gigantismo della cooperativa, finisce per provocare gravi contraddizioni di scala, quali la disaffezione dei soci, lo scollamento della compagine sociale dalla governance, lo scadimento dei livelli di partecipazione dei soci alla vita della cooperativa, allontanandola decisamente dal modello di cooperazione costituzionalmente protetta ed incentivata dall'articolo 45 della Costituzione;

l'aggregazione è forma di organizzazione della categoria del credito cooperativo che, nel rispetto del pluralismo aziendale, del carattere di mutualità e del ruolo localistico delle BCC, assicura loro quei rapporti di coordinamento e quei vincoli di solidarietà categoriale, tali da garantirne solidità ed efficienza nell'interesse dei risparmiatori. La gestione di gruppo, in sostanza, giunge a costituire la vera e più valida alternativa alla concentrazione aziendale. L'aggregazione persegue gli stessi obiettivi: introduzione delle innovazioni tecnologiche, programmazione centralizzata, efficientamento funzionale, economie di scala, senza tuttavia provocare le contraddizioni di scala e gli inconvenienti e gli svantaggi del gigantismo, tra cui la perdita del carattere di mutualità e l'affievolimento della funzione localistica,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia al corrente dell'anomala situazione e quali iniziative di propria competenza intenda assumere per assicurare il rispetto dell'articolo 45 della Costituzione e delle altre disposizioni di legge e di statuto, che garantiscono ai soci il diritto all'informazione e il diritto alla partecipazione attiva a una decisione di straordinaria portata, qual è l'incorporazione invertita che la BCC 2021 sta subendo.

(4-00283)

PIRONDINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che si apprende da notizie di stampa che Sport e Salute S.p.A. avrebbe concesso l'accredito all'ex presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, per assistere alla partita Lazio-Sampdoria, presso lo stadio Olimpico di Roma, la sera del 27 febbraio 2023 ("sampnews24.com" del 28 febbraio);

considerato che:

Sport e Salute è la società pubblica italiana che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, fornendo servizi di carattere generale. Sport e Salute è la società dello Stato e la struttura operativa del Governo nella politica pubblica sportiva per la promozione dello sport di base e dei corretti stili di vita e distribuisce i contributi pubblici agli organismi sportivi;

l'azionista unico della società è il Ministero dell'economia e delle finanze,

si chiede di sapere:

se quanto riportato dalla stampa corrisponda al vero;

quali siano i criteri utilizzati dalla società Sport e Salute per il rilascio degli accrediti.

(4-00284)

Interrogazioni, già assegnate a Commissioni permanenti, da svolgere in Assemblea

L'interrogazione 3-00255, del senatore Lombardo, precedentemente assegnata per lo svolgimento alla 10ª Commissione permanente(Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), sarà svolta in Assemblea, in accoglimento della richiesta formulata in tal senso dall'interrogante.

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:

9ª Commissione permanente(Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare):

3-00266 della senatrice Sabrina Licheri, sulla difficoltà dell'azienda Portovesme S.r.l. in relazione ai costi energetici.

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 44a seduta pubblica del 1° marzo 2023, a pagina 213, alla seconda riga del penultimo capoverso, sostituire la parola: "2022" con la seguente: "2023".