Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 009 del 17/11/2022
Azioni disponibili
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente LA RUSSA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 15).
Si dia lettura del processo verbale.
MAFFONI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,06)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro per lo sport e i giovani e il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
La senatrice Floridia Aurora ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00039 sullo svolgimento delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 in un'ottica di sostenibilità ambientale, per tre minuti.
FLORIDIA Aurora (Misto-AVS). Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, solo quattro anni ci dividono dalle olimpiadi e paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. L'edizione italiana dei giochi olimpici è stata definita dal presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) Giovanni Malagò come una scommessa che ci obbliga a fare tutto bene e ad organizzare i migliori giochi di sempre.
In un periodo particolarmente difficile a causa dell'emergenza climatica che sta investendo, purtroppo, anche le nostre montagne e anche a causa della crisi energetica che stiamo attraversando e che sta già mettendo in seria difficoltà interi comprensori sciistici, noi di Alleanza Verdi e Sinistra auspichiamo che l'edizione italiana dei giochi olimpici invernali sia soprattutto all'insegna dello sport, della sostenibilità e dell'inclusione. Possiamo ritenere di essere sulla buona strada?
Nel DPCM del 26 settembre 2022, recante l'approvazione del piano degli interventi da realizzare in funzione dei giochi olimpici, vengono elencate una serie di opere e infrastrutture impattanti e poco sostenibili per il territorio. Nell'ambito della mobilità, per esempio, le opere predominanti purtroppo premiano ancora il traffico su gomma. Inoltre, nutriamo forti perplessità sulla sostenibilità finanziaria del progetto, sulla complessità della macchina organizzativa e logistica e sul surreale impatto ambientale. Sono questi i tre anelli deboli del progetto olimpiadi.
La Corte dei conti del Veneto, così come quella della Lombardia, a luglio di quest'anno, durante l'annuale relazione sul rendiconto generale, ha espresso dubbi sul cronoprogramma dell'adempimento e dei costi generali relativi ai diversi interventi previsti.
A questo si aggiunge la forte opposizione di associazioni e comitati di cittadine e cittadini, in particolare al progetto riguardante la pista da bob Eugenio Monti a Cortina d'Ampezzo, le cui montagne ricordiamo essere tutelate dall'UNESCO. Ad oggi, sono stati stanziati 85 milioni di euro per l'adeguamento della vecchia pista da bob attualmente in disuso, mentre nel nostro Paese molte strutture sportive, attive e alla portata di tutti, sono costrette a chiudere a causa del caro energia.
Sono qui a chiederle, signor Ministro, se il Governo intenda riconsiderare la realizzazione di quest'opera, anche alla luce delle perplessità espresse in questi giorni dal presidente della Regione Veneto Zaia, di cui francamente non si sente il bisogno, vista anche l'esiguità dei praticanti e soprattutto l'esistenza di altri impianti come quello di Innsbruck, in Austria, non lontano da Cortina.
Inoltre, non ci è chiaro quale percorso il Governo intenda intraprendere per rendere questi giochi effettivamente accessibili a tutte e a tutti, accelerando l'abbattimento delle barriere architettoniche e consentendo un facile accesso al trasporto pubblico di persone fragili e con disabilità anche per le città ospitanti i giochi olimpici.
L'auspicio, in conclusione, è che l'impegno a garantire l'accessibilità agli eventi olimpici possa essere ereditato dai Comuni coinvolti in questa edizione italiana nell'ottica di permettere anche in futuro la loro piena ed effettiva partecipazione.
PRESIDENTE. Ricordo il rispetto dei tempi, visto che siamo in diretta televisiva.
Il ministro per lo sport e i giovani, dottor Abodi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
ABODI, ministro per lo sport e i giovani. Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, il programma di realizzazione dei giochi invernali Milano-Cortina 2026 è stato concepito per ridurre al minimo gli impatti ambientali, non solo seguendo gli indirizzi del Comitato olimpico internazionale, che con la cosiddetta agenda 2020+5 definisce gli indirizzi di sostenibilità ambientale, sociale e finanziaria dell'organizzazione dei giochi olimpici e paralimpici, ma anche per volontà esplicita della Fondazione Milano-Cortina 2026 e della Infrastrutture Milano-Cortina 2026 SpA.
Il 6 aprile 2022 il consiglio di amministrazione della Fondazione Milano-Cortina 2026, quale comitato organizzatore dell'evento, ha approvato l'abstract della sostenibilità e dell'eredità strategica che delinea le linee guida, gli obiettivi di sostenibilità e le misurazioni degli impatti, ai quali verrà data adeguata visibilità e pubblicità, e di questo mi impegno personalmente con voi, onorevoli senatori e senatrici, perché abbiate un aggiornamento costante degli stati di avanzamento dei lavori. Questo vale naturalmente per il Senato e per la Camera, perché credo che la trasparenza debba essere un elemento qualificante della nostra azione di Governo e la faccio mia personalmente anche su un tema così delicato e sensibile come quello dei giochi olimpici e paralimpici, ma non solo su di esso.
Sul piano dell'effettività, la città ospitante ha un contratto che in qualche maniera ha trasposto in obbligazioni contrattuali gli impegni di sostenibilità del dossier di candidatura, per quanto attiene a misure di riduzione, mitigazione e compensazione delle emissioni di gas serra, la massimizzazione delle soluzioni circolari per le infrastrutture temporanee e permanenti, con riduzione dell'impatto ambientale della catena di fornitura, protezione della biodiversità e tutela dei siti naturali nelle aree di gara.
Per la parte più strettamente legata alle soluzioni logistiche, la società Infrastrutture Milano-Cortina 2026, centrale di committenza e stazione appaltante, si è impegnata a seguire precisi criteri di sostenibilità ambientale e anche di questo renderà evidenza perché possiate misurarne il rispetto. In particolare, la ricognizione delle opere da realizzare è stata effettuata in sinergia con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il Ministero dell'economia e delle finanze e soprattutto con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.
Infine, la legge olimpica ha previsto la costituzione di un comitato, il Forum per la sostenibilità dell'eredità olimpica e paralimpica, del quale mi impegno a garantire la piena operatività, con la collaborazione dei rappresentanti istituzionali previsti, con il fine di tutelare l'eredità olimpica e promuovere iniziative per valutare l'utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i giochi e il perdurare dei benefici sociali, economici e ambientali sui territori.
Questo vale a partire proprio dalla pista da bob di Cortina, che è stata oggetto certamente di sottolineatura da parte di cittadini del territorio e di portatori d'interesse in senso lato. Proprio a partire da quella infrastruttura, nella quale crediamo fermamente, daremo evidenza dell'eredità nel tempo e della sostenibilità ambientale. Lasceremo poi naturalmente alle vostre valutazioni e ai vostri suggerimenti eventuali correzioni di rotta per quanto riguarda la metodologia di rappresentazione della valutazione dell'impatto, che è fondamentale.
In conclusione, l'attenzione alla sostenibilità ambientale è centrale e sarà massima - questo è l'impegno che posso garantire a tutti voi - per realizzare, tramite la cooperazione con tutti i soggetti coinvolti, l'obiettivo di un evento ambientalmente sostenibile, nel segno della tutela ambientale, dell'equità, dell'inclusione sociale e della crescita economica sostenibile.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Floridia Aurora, per due minuti.
FLORIDIA Aurora (Misto-AVS). Egregio Ministro, la ringrazio per il suo intervento e per le sue riflessioni.
Non posso ritenermi soddisfatta, più che altro per la portata e l'impatto che questi giochi olimpici avranno proprio sui luoghi montani che se, da un lato, rappresentano un gioiello unico al mondo, dall'altro, sono anche davvero fragili. Dev'esserci quindi il massimo impegno per tutelare quelle montagne e contemporaneamente gli abitanti (pensiamo soprattutto alle Dolomiti venete, in particolare a Cortina d'Ampezzo).
Non so se conosce bene quelle montagne; io conosco bene il mondo dello sci e gli sport invernali e sto seguendo negli ultimi anni anche il cambiamento climatico in atto. Lei sa benissimo che, nel frattempo, lo zero termico in media è arrivato a 3.500 metri e anche le prime gare di sci di coppa del mondo non si sono potute svolgere.
Capirà bene le nostre preoccupazioni e che dobbiamo sostenere le associazioni, che sono le sentinelle del territorio. Soprattutto, riteniamo che la pista da bob sia l'emblema di come questi giochi olimpici non siano stati pensati per essere inclusivi e sostenibili.
Speriamo che il Governo garantisca un vero cambio di rotta. Come abbiamo detto dall'inizio, le gare di bob potrebbero essere svolte nella pista di Innsbruck, che comunque è attiva, mentre invece la pista da bob Eugenio Monti è in disuso. Cogliete quindi le preoccupazioni del territorio e fate in modo che le strutture che andrete a implementare vengano riutilizzate in un'ottica di inclusione anche per i territori e non rimangano delle cattedrali nel deserto.
PRESIDENTE. La senatrice Versace ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00040 sull'attuazione della riforma dell'ordinamento sportivo, per tre minuti.
VERSACE (Az-IV-RE). Signor Ministro, questa è la prima occasione in cui ci incontriamo da quando è alla guida il Dicastero per lo sport, quindi, ne approfitto pubblicamente per augurarle anzitutto buon lavoro.
Da uomo di sport, conosce bene il ruolo fondamentale che l'attività sportiva riveste, soprattutto sul piano della salute e su quello educativo, e sa che è anche un formidabile strumento di inclusione sociale. Sarò di parte, ma penso soprattutto alle persone con disabilità e a tutto il mondo paralimpico. Sa anche che, dopo due anni difficilissimi di pandemia, oggi migliaia di associazioni sportive dilettantistiche e società sportive dilettantistiche sono alle prese con la crisi energetica. Nonostante ieri, proprio qui in Senato, sia stato convertito il decreto-legge aiuti-ter, che stanzia ulteriori 50 milioni di euro proprio a questo scopo, sappiamo bene entrambi che questi sforzi non saranno sufficienti, ma sono solo boccate d'ossigeno.
C'è poi l'attuazione della legge delega di riforma dello sport che, in un contesto già così complicato, rischia di diventare da grande opportunità a promessa mancata. Ci sono parti sicuramente discutibili e migliorabili; c'è anche qualcosa di buono. Ad esempio, nella stessa riforma è stata inserita la mia proposta di legge che, nella scorsa legislatura, prevedeva le pari opportunità per gli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato: un traguardo culturale davvero epocale (Applausi), che ha visto comunque un lungo lavoro trasversale.
Sono proprio le pari opportunità il filo conduttore di questa riforma: penso al professionismo femminile e al riconoscimento del lavoro sportivo; però, è anche vero che questo processo di attuazione non può essere solo imposto per legge; dev'essere accompagnato anche con adeguati strumenti economici e soprattutto condiviso con il settore dello sport, che a tutti i livelli chiede di essere ascoltato e avverte in questa riforma elementi certamente di grande opportunità, ma ce ne sono altri che possono trasformarsi in una zavorra che associazioni, società sportive e federazioni temono di non riuscire a sostenere da sole, vista anche l'imminente scadenza per la sua attuazione.
Forse un'ulteriore proroga aiuterebbe a migliorare ulteriormente l'impianto di una riforma che, se vogliamo, è stata scritta peraltro di corsa. Le chiedo, signor Ministro, se, come recita il proverbio, la fretta non sia una cattiva consigliera e quindi se il Governo non intenda, rispetto ai fondi già stanziati, valutare, da un lato, ulteriori stanziamenti necessari per accompagnare la piena attuazione di questa riforma, ma, dall'altro, anche ulteriori interventi normativi per distinguere meglio lo sport dilettantistico da quello professionistico, per approvare anche una legge chiara a tutela dei lavoratori sportivi, che tenga anche conto della flessibilità che spesso caratterizza proprio quel tipo di ruolo, come quello dei tecnici, degli allenatori e dei personal trainer, solo per citarne alcuni.
Conoscendo la sua sensibilità, sono certa che ci avrà già pensato, ma quest'interrogazione è necessaria perché le chiediamo un chiarimento maggiore circa i prossimi passi che il Governo intende compiere. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro per lo sport e i giovani, dottor Abodi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
ABODI, ministro per lo sport e i giovani. Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, mi sia consentito, innanzitutto, rivolgere un ringraziamento per l'augurio di buon lavoro alla senatrice Versace, con l'auspicio che il mio operato si contraddistingua intanto per la capacità di ascolto e di dialogo e per l'assunzione di decisioni utili e necessarie per il sistema sportivo nella sua articolazione e nella sua ricchezza di contenuti. L'ottica è quella di progredire, migliorare e produrre i necessari risultati in termini di allargamento della base e di rafforzamento della sua dimensione sociale, che trova anche soddisfazione nelle vittorie dell'agonismo al più alto livello, ma che si sostanzia soprattutto nella dimensione dei più fragili e di chi ha bisogno della pratica sportiva, in un'ottica di inclusività e di miglioramento della qualità della vita. Grazie a lei, quindi, e a tutti coloro che mi hanno augurato buon lavoro, sperando di essere all'altezza del compito.
Ad oggi, l'attuazione della legge delega di riforma dell'ordinamento sportivo si è concretizzata nell'adozione di cinque decreti legislativi in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, di lavoro sportivo, di rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso all'esercizio della professione di agente sportivo, di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi e di adempimenti relativi agli organismi sportivi di sicurezza nelle discipline sportive invernali.
Nel quadro complessivo della riforma, un ruolo centrale è rivestito dalle norme dedicate al lavoro sportivo, che ritengo debbano sempre nascere da approfondito e aperto dialogo con il mondo sportivo in tutte le sue componenti. Questo ho fatto dal momento in cui si è ufficializzata la mia nomina e questo farò anche naturalmente nei giorni che passeranno da qui a quando dovrò prendere le decisioni anche in merito ad un eventuale rinvio, che non pregiudica la scelta fatta, che è definitiva, di sanare una ferita sociale e di restituire o di riconoscere la dignità dei due temi maggiormente trattati in questo ambito, ovvero il lavoro sportivo regolamentato e il vincolo sportivo.
Alcune istanze sono state già recepite, ma è mio intendimento, come ho detto, coltivare a stretto giro un confronto con gli interlocutori di riferimento in merito alle criticità ancora aperte. Allo scopo, mi riservo di valutare, sempre con una preventiva condivisione nel rispetto del principio dell'ascolto, un possibile rinvio dell'entrata in vigore della riforma attualmente prevista per il 1° gennaio 2023, ulteriori risorse che consentano di ammortizzarne progressivamente l'impatto ed eventualmente il miglioramento delle norme stesse, perché potremmo avere anche il tempo di intervenire in questo senso. Quello che però dev'essere chiaro negli intendimenti che qui rappresento è l'irreversibilità delle scelte fatte rispetto ai due temi principali, che - come ho detto - sono quelli del lavoro e del vincolo, che ha impatto sui contratti dei giovani sportivi.
La riforma deve trovare effettività con tutti i decreti attuativi che interessano anche aspetti delicati, in particolare la tutela della salute e la sicurezza dei minori che svolgono attività sportive, l'individuazione di ulteriori misure per la formazione anche professionale dei giovani atleti e delle giovani atlete e delle linee guida nazionali sulla doppia carriera di atlete e atleti.
Alcune importanti innovazioni sono già in corso di attuazione; penso ad esempio al fondo a sostegno dello sport professionistico femminile, alle disposizioni per l'accesso degli atleti paralimpici ai gruppi sportivi dei corpi civili dello Stato, alla disciplina del nuovo registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche istituito presso il Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio.
Nel decreto-legge aiuti-quater ci sarà una prima misura di sostegno per il mondo dello sport, quale l'estensione dei contributi per far fronte alla crisi economica per l'aumento dei costi dell'energia, mediante un nuovo e ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro.
Nella sessione di bilancio intendo sottoporre all'attenzione del Parlamento un'articolata struttura di proposte che vanno incontro alle esigenze ordinarie e straordinarie del sistema sportivo, a partire dalle componenti più fragili e socialmente rilevanti.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Sbrollini, per due minuti. Siccome ho rispettosamente dato più tempo del necessario al Ministro (ma non è colpa sua, sono gli uffici nuovi che devono calibrare bene le risposte), do anche a lei qualche secondo in più del tempo previsto. Prego, senatrice Sbrollini.
SBROLLINI (Az-IV-RE). Signor Presidente, la ringrazio per la sua gentilezza. Rivolgendogli un saluto, mi associo anch'io agli auguri di buon lavoro al ministro Abodi.
Siamo pienamente soddisfatti della sua risposta, io e la senatrice Versace, perché ha colto tutti i punti che sono stati prima ben illustrati ed evidenziati dalla collega. È chiaro che c'è una grande aspettativa verso questa riforma dello sport. Sappiamo che lei è molto attento, signor Ministro, perché proviene da questo mondo, dove ha lavorato molto bene, come manager, in tutti i settori in cui è stato alla guida, e perché sappiamo che l'ascolto è una parola a lei molto cara.
Questo ascolto e questo confronto saranno ovviamente alla base delle prossime settimane, perché dal decreto-legge aiuti-ter, che abbiamo licenziato ieri con risorse importanti, ma non sufficienti, dal decreto aiuti-quater in arrivo e poi soprattutto dalla legge finanziaria, Ministro, ci aspettiamo di ottenere davvero, insieme al PNRR, misure strutturali per il mondo dello sport, che ha sofferto troppo, come tutti gli altri settori, perché è benessere, salute, educazione e inclusione, ma è anche lavoro ed economia.
Per questo motivo, anche i grandi eventi sono importanti per il mondo dello sport, dal momento che portano ricchezza e benessere nelle città e nel nostro Paese.
Infine, signor Ministro, ritengo sia necessaria un'attenzione particolare sul credito d'imposta, visto che è al centro del dibattito di questi giorni e che su di esso abbiamo anche presentato un emendamento nei decreti precedenti. Sarebbe la migliore risposta per sostenere i costi di un mondo che va aiutato e che deve avere le giuste sponsorizzazioni.
Saremo al suo fianco e lavoreremo assieme, con tutti i colleghi e le colleghe, affinché questo mondo ottenga finalmente risultati straordinari non solo quando ci sono i grandi eventi e le grandi vittorie degli atleti nel mondo professionistico, ma anche nel mondo di base sportivo, che va aiutato e sostenuto. Grazie davvero. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Unterberger ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00045 sui danni all'agricoltura causati da lupi e orsi in Trentino-Alto Adige, per tre minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Ministro, il 10 novembre scorso, a seguito del suo incontro con il presidente di ISPRA, ha annunciato l'impegno a risolvere le criticità relative all'eccessiva presenza di grandi carnivori in alcuni territori.
Un recente monitoraggio ISPRA sulla stima dell'impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia, relativo al periodo 2015-2019, riporta che su tutto il territorio nazionale sono stati denunciati 3.597 episodi predatori causati dal lupo, con 9.000 capi di bestiame da allevamento uccisi e un danno per le aziende agricole di circa 2 milioni di euro. Una parte consistente di questi riguarda le Province autonome di Trento e Bolzano.
L'articolo 16 della direttiva cosiddetta habitat (92/43/CEE) concede agli Stati membri la facoltà di derogare ai vincoli imposti, qualora emergano motivi di rilevante interesse pubblico. Sulla base di queste deroghe, molti Stati hanno provveduto a regolamentare la presenza dei lupi nel loro territorio. Svezia e Francia, ad esempio, prevedono il prelievo dei lupi che si avvicinano ai centri abitati o che superano una certa soglia.
Nella legislazione italiana, il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 prevede, all'articolo 11, la possibilità per il Ministro dell'ambiente, sentiti il Ministero dell'agricoltura e l'ISPRA, di autorizzare le deroghe. In più, la Provincia autonoma di Bolzano ha una propria legge in materia, passata al vaglio della Corte costituzionale, che all'articolo 1 riconosce al Presidente della Provincia la possibilità di deroga, che può essere esercitata acquisito il parere dell'ISPRA.
Pertanto, considerato che esiste una base giuridica rappresentata dalle disposizioni normative richiamate; che il lupo non risulta più essere un animale a rischio di estinzione; che nelle montagne del Trentino-Südtirol le misure a tutela dell'incolumità degli allevamenti e degli alpeggi tradizionali spesso non sono applicabili e, che nonostante questo, l'ISPRA non ha mai espresso parere favorevole sul prelievo di singoli esemplari di lupi particolarmente pericolosi, le chiedo di sapere quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere affinché siano attuate concretamente le deroghe previste dall'articolo 16 della direttiva habitat, recepito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 e dalla legge della Provincia autonoma di Bolzano.
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, in questa prima occasione di confronto, mi permetta di salutare l'Assemblea del Senato e, in particolare, i senatori Patuanelli, Centinaio e Bellanova, che ho avuto modo di apprezzare per il loro lavoro nei cinque anni che hanno preceduto l'insediamento del nuovo Governo.
Arrivo alla domanda postami dagli onorevoli interroganti, che ringrazio. La specie del lupo è tutelata dalla direttiva 92/43/CEE, la cosiddetta direttiva habitat, già citata, recepita con decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997. La questione dei grandi carnivori è stata trattata a livello di Unione europea dai Ministri dell'agricoltura e della pesca.
In tale contesto, l'Italia, oltre a rappresentare le grandi difficoltà degli allevatori a causa dell'aumento della popolazione di lupi, ha evidenziato la necessità di prevedere piani di gestione finanziati non solo dalla politica agricola comune (PAC), come accaduto in occasione della programmazione dei fondi FEASR 2014-2022 e come ribadito dal piano strategico della PAC 2023-2027, ma anche dalle altre politiche e, in particolare, da quelle ambientali.
Il 10 novembre è stato approvato dalla Camera un ordine del giorno, presentato dagli onorevoli Urzì, Ambrosi, Steger e altri e recepito ieri dal Senato, in cui, preso atto della crescente incidenza dei danni causati da orsi e lupi nel territorio del Trentino-Alto Adige, si impegna il Governo ad adottare iniziative per sostenere il comparto agricolo.
È mia convinzione che il problema debba essere affrontato dando attuazione alle indicazioni che provengono dal Parlamento, nel rispetto dei principi posti dalla direttiva habitat.
In quest'ottica, occorre considerare che l'eccessiva presenza di alcune specie animali su determinati territori crea squilibri, causando rischi per la salute pubblica e per alcuni settori produttivi strategici, oltre a vanificare un'azione di protezione delle altre specie.
Va inoltre diffondendosi il fenomeno dell'ibridazione dei lupi con le specie canine domestiche, che, come evidenziato dagli esperti di conservazione della fauna, rappresenta un pericolo per la conservazione della specie dei lupi, oltre a determinare la nascita di animali particolarmente aggressivi nei confronti dell'uomo.
Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ci ha informati di essere da anni impegnato per il superamento del Piano di azione nazionale per la conservazione del lupo attualmente vigente. I piani finora presentati alla Conferenza Stato-Regioni non hanno conseguito la necessaria intesa di vedute tra le Regioni.
Ravvisato il notevole miglioramento dello stato di conservazione della specie su tutto il territorio nazionale, il nuovo Piano d'azione lupo dovrebbe prevedere un quadro complessivo di azione, di conservazione e, contestualmente, la possibilità di autorizzare deroghe previste nella direttiva habitat, così come avvenuto in Francia, ove analogo piano rivolto ad arginare il fenomeno è già stato adottato.
Per risolvere tali criticità e garantire il più ampio consenso di tutte le istituzioni coinvolte sulle modalità d'intervento che meglio rispondano a una relazione corretta tra la presenza dell'uomo, quella della fauna selvatica e la sostenibilità ambientale, solo pochi giorni fa ho incontrato il presidente di ISPRA, le istituzioni e le associazioni - alcune le ha citate - che mi avevano rappresentato problematiche riguardanti i loro territori o aree di interesse. Sulla base delle loro indicazioni e della comunità scientifica, intendiamo infatti trarre tutte le indicazioni tecniche per approntare un piano di settore in linea con le disposizioni europee.
Abbiamo la necessità e il dovere di affrontare problemi inevasi da tempo e che gravano sul bilancio dello Stato per milioni di euro, rischiando di depauperare le economie di interi territori attivi nei settori agricolo, turistico e dell'allevamento e determinando l'abbandono di intere aree oggi manutenute in maniera efficiente dagli allevatori, come la stessa direttiva habitat sancisce come principio.
Assicuro il massimo impegno, sia politico sia tecnico, per condividere con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, con cui è in atto un serrato confronto, soluzioni scientificamente supportate e coerenti con il quadro comunitario in materia, da attuare con il costante coinvolgimento - ovviamente - del Parlamento. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Unterberger, per due minuti.
UNTERBERGER (Aut (SVP-Patt, Cb, SCN)). Signor Ministro, sono soddisfatta della sua risposta e spero veramente che alle parole seguano i fatti, perché a noi è stato promesso anche dai suoi predecessori che sarebbero state attuate queste deroghe e fino adesso non è successo niente.
Da noi purtroppo è diventata una vera emergenza: gli agricoltori sono disperati, perché nei tradizionali alpeggi non è sempre possibile proteggere le greggi. Ci sono troppi turisti per i cani che dovrebbero proteggere le greggi. Il territorio non è adatto a fare recinzioni, troppo costose per i pastori. Pertanto, c'è veramente il pericolo che gli agricoltori abbandonino le malghe e le lascino deserte, a degenerare.
Ancora una volta, speriamo veramente che ci dia una mano e faccia in modo che finalmente questa normativa, che già c'è, possa essere applicata. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Silvestro ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00037 sulla tutela della mozzarella di bufala campana DOP dai rischi derivanti da infezioni animali, per tre minuti.
SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, onorevoli Ministri e colleghi, nelle province di Caserta e Salerno sono presenti oltre 250.000 capi di bufala, di cui 130.000 in lattazione, e circa 1.850 allevamenti, che riforniscono 250 caseifici.
In Campania, la brucellosi e la tubercolosi, malattie che colpiscono le bufale, hanno costretto ad abbattere nei primi sette mesi dell'anno circa 13.000 capi e in dieci anni 140.000 capi. Il piano regionale di eradicazione di brucellosi e tubercolosi, adottato dalla Regione Campania nel 2019, ha nei fatti dimostrato di non essere efficiente. Appare oramai evidente che le misure sinora adottate si sono dimostrate insufficienti a contrastare questa problematica. La campagna di vaccinazione degli animali contro la brucellosi andrebbe implementata ed estesa a tutti gli allevamenti bufalini dell'intera Regione, mettendo in campo un piano di vaccinazione a tappeto.
Si chiede di sapere se il Ministro non intenda sostenere e incentivare, in sede di Governo, un piano di vaccinazione capillare che coinvolga tutti gli allevamenti campani e non solo quelli ufficialmente indenni; intervenire per ridurre i tempi di accesso ai contributi economici per l'abbattimento dei capi destinati agli allevatori campani e, allo stesso tempo, prevedere misure di sostegno economico per il ripopolamento con nuovi capi bufalini; tutelare e sostenere questo patrimonio zootecnico e culturale del territorio campano, anche con apposite misure di promozione della mozzarella di bufala campana DOP, in Italia e nel mondo, al fine di supportare l'economia dell'intera filiera. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante e mi permetto, da subito, di promuovere la mozzarella di bufala, garantendo che il consumo non prevede alcun pericolo per coloro che hanno intenzione di comprare e assaggiare questo grande prodotto italiano.
Signor Presidente, onorevoli senatori, la diffusione della brucellosi e della tubercolosi negli allevamenti di bufala è costantemente monitorata dai nostri uffici. È noto che, a valle del Consiglio regionale straordinario della Regione Campania del 7 novembre 2022, è stata approvata all'unanimità una risoluzione che impegna la Giunta regionale ad assumere misure più efficaci per il raggiungimento dell'obiettivo di eradicazione delle malattie infettive della specie bovina e bufalina, rispetto a quelle già previste nel piano di eradicazione, approvato dalla stessa Regione nel 2022.
Nel dibattito è emerso che si è ben lontani dall'obiettivo che si intendeva conseguire, ovvero il dimezzamento rispetto all'anno precedente, del numero di capi affetti da brucellosi e tubercolosi. La percentuale pare essere non superiore al 18 per cento.
Il fenomeno è allarmante, soprattutto nella provincia di Caserta, ed è necessario intervenire rapidamente e con misure efficaci. A questo fine ho già scritto al Ministero della salute, alle istituzioni locali e alle associazioni di categoria, per confermare la volontà di implementare l'attività di raccordo operativo e coordinato, finalizzata a definire gli strumenti per affrontare in modo efficace le problematiche in oggetto, nonché ad individuare le modalità accelerate di erogazione di misure di sostegno per il mancato reddito, a favore delle aziende che hanno subito forti abbattimenti, che sono davvero impressionanti. Quello del ristoro alle aziende è infatti un ulteriore versante, strettamente connesso a quello di eradicazione delle malattie, sul quale intendiamo impegnarci. Al riguardo informo che il Ministero, a seguito dell'adozione del regolamento delegato dell'Unione europea n. 467 del 2022, che prevedeva la concessione di un aiuto eccezionale di adattamento ai produttori più colpiti dalla crisi Ucraina, è intervenuto in favore del settore bufalino, attivando un aiuto complessivo, di importo pari a 6,2 milioni di euro, che risulta interamente erogato.
Segnalo poi che, nell'ambito del piano strategico della politica agricola comune 2023-2027, in fase di adozione da parte della Commissione europea, sono stati previsti aiuti accoppiati, destinati al settore, pari a 3,2 milioni di euro annui per l'intero periodo 2023-2027. Inoltre, nell'ambito del predetto piano, gli allevatori bufalini, attraverso gli eco-schemi, potranno accedere ad un aiuto specifico finalizzato al miglioramento del benessere animale e alla riduzione dell'antimicrobico-resistenza.
Per quanto concerne le misure di promozione della mozzarella di bufala campana DOP, in Italia e nel mondo, al fine di supportare l'economia dell'intera filiera, è previsto un apposito capitolo di bilancio dedicato proprio alla valorizzazione dei prodotti DOP e IGP, che vede uno stanziamento pari a 700.000 euro, da cui sarà possibile attingere per gli interventi specifici individuati in accordo con le associazioni di categoria. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Silvestro, per due minuti.
SILVESTRO (FI-BP-PPE). Signor Ministro, mi ritengo veramente soddisfatto della sua risposta e la ringrazio. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Naturale ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00036 sull'operatività della commissione unica nazionale del grano duro, per tre minuti.
NATURALE (M5S). Signor Ministro, approfitto dell'occasione anche per farle gli auguri di buon lavoro e le congratulazioni per la nomina. L'interrogazione odierna a mia firma mira a fare il punto sulla commissione unica nazionale del grano duro. Tale commissione sperimentale volge al termine e quindi l'auspicio è che possa diventare strutturale o che comunque continui la sua attività di monitoraggio del mercato del grano e riesca quindi nel suo scopo di definire i prezzi indicativi del grano duro nazionale.
Si tratta di una commissione importante, soprattutto per il grano duro, che è soggetto a speculazioni internazionali mondiali; inoltre anche altri settori hanno sempre tratto giovamento dalle Commissioni uniche nazionali (CUN).
Ritengo pertanto che il grano duro debba essere attenzionato sotto questo aspetto, anche perché è necessario che nella filiera ci siano trasparenza ed equilibrio, che vanno mantenuti per dare agli agricoltori fiducia nel rapporto con l'industria. Gli agricoltori hanno bisogno del sostengo di questa commissione che riesce, riunendo tutte le parti, ad individuare un equilibrio davvero condiviso.
Purtroppo il settore agricolo è soggetto a grandi criticità, come le calamità naturali e i cambiamenti climatici, ma adesso tutto è amplificato dalla crisi energetica, quindi sappiamo che l'indotto è a rischio e gli agricoltori vorrebbero davvero da lei avere una voce di sostegno. Io vengo dal Tavoliere delle Puglie, il granaio d'Italia, e tanti agricoltori, adesso che c'è stata la semina, sono stati proprio un passo dal non volerla fare. Proprio in questo momento è quindi necessario dare grande spinta a quella sovranità alimentare che è anche una necessità, che auspichiamo e di cui tanto si parla adesso. Partiamo dalla base, partiamo dal grano, ingrediente principe della pasta, che è il nostro biglietto da visita nel mondo con la dieta mediterranea. Pertanto parlare di grano significa parlare davvero dell'Italia nel mondo.
Dunque, è importante risolvere anche i problemi legati alle pratiche sleali. Penso anche al monitoraggio della filiera, dall'acquisto alla vendita, nonché alla produzione. Le chiederei inoltre di fare un riferimento al cosiddetto decreto granaio Italia per conoscere l'orientamento dell'Esecutivo.
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, rivolgo intanto un ringraziamento alla presentatrice dell'interrogazione, senatrice Naturale, e al suo Gruppo, perché l'atto in indirizzo tratta uno dei temi cardine per il rilancio delle politiche agricole della nostra Nazione, come veniva richiamato dalla stessa interrogante.
Come è noto, il nostro Paese è tra i maggiori esportatori di prodotti a base di grano, come la pasta e i prodotti da forno, particolarmente apprezzati dai consumatori di tutto il mondo. Le cause che stanno mettendo sotto pressione il mercato dell'intero comparto cerealicolo sono molteplici e affondano le loro radici in situazioni pregresse, aggravate oggi dalla pandemia e dalla crisi energetica. Per migliorare la fase di contrattazione del prezzo, il Ministero ha provveduto all'attivazione della commissione sperimentale nazionale (CSN) del grano duro, al fine di rendere più chiare e trasparenti le tendenze di mercato e, di conseguenza, avere una ricaduta positiva sulle contrattazioni. Il progetto si innesta nella più ampia sfera degli interventi di regolazione del mercato rappresentata dalle commissioni uniche nazionali, in cui i prezzi indicativi sono concordati tra i rappresentanti delle associazioni di parte venditrice ed acquirente e costituiscono il riferimento per le contrattazioni tra le parti.
L'attività della commissione è terminata in questi giorni e il bilancio è positivo. Per tali motivi, registrato il più ampio consenso della parte agricola alla prosecuzione dei lavori e l'unanime volontà di elevare la CSN a commissione unica nazionale, valutiamo di proseguire questo percorso virtuoso di trasparenza e di regole certe per la trasformazione dei prezzi indicativi.
Per quanto concerne il sostegno alla produzione primaria, segnalo che il Fondo grano duro, istituito dall'articolo 23-bis del decreto-legge n. 113 del 2016 ed attuato con decreto interministeriale n. 5642 del 2020, stanzia annualmente, per le coltivazioni di grano che siano inserite in un contratto di filiera privatistico tra produttore e trasformatore, 10 milioni di euro, incrementati per l'anno 2022 con ulteriori 10 milioni. Proporremo di incrementare le risorse destinate a tale fondo per gli anni 2023-2025 con disposizione da inserire nel disegno di legge di bilancio che sarà sottoposto all'approvazione del prossimo Consiglio dei ministri. Occorre sostenere l'aggregazione economica dei coltivatori di grano duro e dell'intera filiera produttiva, valorizzare i contratti di filiera nel comparto cerealicolo come strumento di sviluppo nel settore, nonché migliorare la qualità del grano duro attraverso l'uso di sementi certificate.
Rassicuro che il Governo intende tutelare fortemente il comparto cerealicolo: ne è testimonianza anche l'impegno profuso negli ultimi giorni al G20 dal presidente Meloni con dichiarazioni esplicite in questo senso che valgono un impegno per tutti noi.
Per valorizzare e rafforzare la produzione è mia intenzione intervenire con un piano complessivo di sostegno al comparto cerealicolo nazionale che promuova il progressivo miglioramento della filiera per una produzione di qualità sempre maggiore. In tal senso sarà necessario rafforzare gli strumenti dei contratti di filiera per contrastare le speculazioni e dei distretti del cibo, fornendo incentivi per le aziende agroindustriali di prima e seconda trasformazione e per i produttori agricoli anche tramite l'accesso ai fondi PAC dell'Unione europea. Ciò al fine di favorire il miglioramento qualitativo del grano italiano, supportare le filiere di stoccaggio mediante ammodernamento delle strutture e sostenere la transizione verso tecniche di agricoltura di precisione. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Naturale, per due minuti.
NATURALE (M5S). Signor Presidente, ringrazio il Ministro. È tutto bello quanto è stato detto, è precisamente quanto auspichiamo dal lavoro di questo Ministero. Continuerò ad essere attenta a tutto il prosieguo affinché alle parole seguano i fatti, dando il massimo sostegno a questo percorso. (Applausi).
PRESIDENTE. La senatrice Bizzotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00041 sulla produzione di alimenti sintetici, con particolare riguardo a carne e latte, per tre minuti.
BIZZOTTO (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, come lei sa bene, l'agricoltura italiana e il made in Italy sono oggetto di un attacco senza precedenti da parte delle lobby e delle multinazionali del cibo sintetico. Un attacco portato avanti con la complicità dell'Europa, che in questi anni ha sostenuto e, in alcuni casi, finanziato la produzione del cibo sintetico.
Il caso più conosciuto è quello della carne sintetica, fatta in laboratorio, la famosa carne finta, al cui interno non c'è un solo milligrammo di carne. Nella stesura della nuova PAC, che entrerà in vigore nel 2023, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno spalancato le porte a questa follia della carne sintetica.
Più recentemente, con notizia del maggio 2022, è esploso il caso del latte sintetico, il famoso latte fatto senza mucche, con l'azienda Remilk che ha annunciato l'apertura in Danimarca del più grande stabilimento al mondo di latte sintetico con un investimento di 120 milioni di dollari. Una questione, quella del latte sintetico, che in qualità di europarlamentare avevo portato più volte all'attenzione della Commissione europea. La produzione e la diffusione su vasta scala di cibo sintetico rappresenta un pericolo mortale per il made in Italy e per il settore agroalimentare italiano. È chiaro a tutti che il cibo sintetico fa parte di un disegno più generale (pensiamo al Nutri-Score o al Farm to fork) che punta a scardinare il modello agricolo alimentare incarnato dal made in Italy, che rappresenta un patrimonio unico al mondo, fatto di qualità, tipicità e legame con il territorio.
Signor Ministro, le chiediamo quali azioni il Governo pensa di adottare, anche in sede europea, per difendere il made in Italy, per fermare il cibo sintetico e per tutelare il lavoro di milioni di aziende agroalimentari italiane. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, ringrazio i colleghi per aver sollevato un problema e un pericolo gravissimo come quello della diffusione del cibo sintetico.
Desidero sgombrare il campo da equivoci: il Governo è contrario al cibo artificiale, come dimostrato anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso la sua contrarietà formalmente. (Applausi).
Come Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è mia ferma intenzione quella di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni che rischia di spezzare il legame millenario tra agricoltura e cibo. (Applausi). Ritengo che il cibo sintetico rappresenti un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi settori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell'alimentazione umana, e proponendo un'unica dieta omologata con gravissime ricadute sociali sui piccoli agricoltori.
Il nostro Paese, culla della dieta mediterranea, patrimonio dell'UNESCO, sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti di forza del made in Italy.
Quest'anno, secondo le previsioni del Ministero, raggiungeremo la soglia record di esportazione di oltre 60 miliardi di euro: un valore che dobbiamo proteggere e rafforzare da tutti i tentativi di omologazione di cui il cibo sintetico rappresenta l'apice e la forma più estrema.
La nostra contrarietà è dal punto di vista ambientale, tenuto conto degli impatti negativi e delle forti emissioni prodotte dai bioreattori; dal punto di vista sociale, visto che rischiamo la desertificazione produttiva dei nostri territori, dove allevamenti e imprese agricole rappresentano la prima forma di presidio e di custodia del territorio, anche rispetto al dissesto idrogeologico; dal punto di vista sanitario, visto che non esistono studi consolidati sugli effetti del cibo sintetico sulla salute.
La minaccia è concreta e attuale, lei lo ha richiamato, considerato che il bioreattore per latte sintetico, come citato dagli interroganti, è in costruzione in Danimarca. Il nostro modello produttivo è totalmente diverso: puntiamo sulle filiere di qualità, che siamo pronti a supportare ancora meglio.
È nostra intenzione investire anche in ricerca, promuovendo, attraverso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, lo studio delle nostre culture nazionali per proteggerle dai rischi climatici.
La sostenibilità per noi è centrale, e proprio per questo siamo coerenti nel rifiutare modelli artificiali che vogliono sostituire la natura.
Colgo l'occasione per fare gli auguri all'Istituto tecnico agrario «Giuseppe Garibaldi» di Roma, che ho visitato oggi, il più antico istituto agrario d'Italia, che compie centocinquant'anni.
Garantisco che, finché saremo al Governo, sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Bergesio, per due minuti.
BERGESIO (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, ci riteniamo soddisfatti della risposta perché, dalla carne prodotta in laboratorio al latte senza mucche fino al pesce senza mari, laghi, fiumi e torrenti, il cibo in provetta potrebbe presto inondare il mercato europeo. Già all'inizio del 2023 potrebbero essere introdotte a livello di Unione europea le prime richieste di autorizzazione all'immissione in commercio, che coinvolgono sia l'EFSA sia la Commissione UE. Ma c'è un dato che deve far riflettere noi italiani: ben sette connazionali su dieci, secondo l'indagine Coldiretti-Ixè, non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta.
Oggi è un giorno particolarmente importante, perché la Food and drug administration ha annunciato l'approvazione di un prodotto a base di carne, ottenuta da cellule animali, proposto dalla Upside foods, un'azienda che produce pollo sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore.
Per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la carne in provetta, e questa è una vera vergogna; non va assolutamente bene. (Applausi).
Le chiediamo anche, signor Ministro, di approfondire la necessità di far sì che anche nella denominazione ci sia chiarezza. Non si può chiamare carne, latte o pesce un cibo sintetico; deve essere chiamato con il suo vero nome: la carne naturale, il latte naturale, il pesce naturale.
La ringrazio molto, signor Ministro, Abbiamo apprezzato molto la sua determinazione sin dai giorni del suo insediamento.
Come Gruppo Lega ci vedrà sempre al tuo fianco su queste battaglie per la tutela degli agricoltori italiani, ma soprattutto di tutti i consumatori. Grazie e buon lavoro. (Applausi).
PRESIDENTE. Il senatore Franceschelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00043 sulle misure per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico all'agricoltura, per tre minuti.
FRANCESCHELLI (PD-IDP). Egregio signor Ministro, i cambiamenti climatici in atto stanno producendo ripercussioni sul sistema idrico nazionale, con gravi effetti sul sistema agricolo e ambientale, al punto che le perdite della produzione agricola nazionale ammontano a svariati miliardi di euro, con effetti sulle imprese e sui consumatori.
L'acqua è vita e anche l'irrigazione è un'esigenza oramai stabile e necessaria a garantire la produzione e la qualità del prodotto agricolo, al punto da definire il piano nazionale irriguo quale infrastruttura strategica di valenza nazionale. Un piano che dovrebbe prevedere la realizzazione e il completamento degli invasi di portata rilevante e anche i laghetti collinari, troppo spesso non realizzabili o manutenibili per la complessità della normativa autorizzativa. Per questo occorre predisporre una normativa semplificata che agevoli la gestione ed il ripristino degli invasi esistenti e che incentivi le nuove realizzazioni.
Troppo spesso emerge che non siamo in grado di gestire l'acqua in eccesso ed allo stesso tempo non ne abbiamo abbastanza e ne sprechiamo troppa. Le condizioni di cui in premessa hanno fatto emergere in tutta evidenza la problematica dell'insufficienza o del mancato utilizzo delle infrastrutture idriche.
Si chiede di sapere dal Ministro quali iniziative di propria competenza intenda attivare per garantire un costante miglioramento della raccolta delle risorse idriche negli invasi esistenti in tutto il territorio nazionale al fine di tutelare la produzione agroalimentare nazionale e se intende attivarsi per garantire un intervento normativo, di finanziamento e di attuazione volto al riutilizzo di invasi, opere di sbarramento, dighe di ritenuta o traverse che attualmente risultano non impiegati o parzialmente sfruttati se non incompiuti; quali iniziative intenda intraprendere per garantire la piena realizzazione degli interventi relativi alle infrastrutture idriche così come previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza ed il pieno utilizzo delle rilevanti risorse assegnate per tali finalità.
Si chiede, inoltre, di sapere se intenda attivarsi, per quanto di competenza, per favorire la realizzazione di piccoli invasi, nonché per semplificare la normativa e le procedure sia per la realizzazione che per la manutenzione.
Da ultimo, ma più importante, si chiede di sapere se intenda istituire una cabina di regia nazionale che coinvolga i vari Ministeri ed i vari enti affinché siano emanate delle norme che, una volta definite, rappresentino un vero e chiaro motivo di risoluzione della problematica, che determinino competenze precise, termini precisi e semplificazione, perché, come spesso avviene, le intenzioni talvolta sono fermate dalla burocrazia. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, sono ben contento di rispondere al senatore Franceschelli; so che proviene da una delle aree di produzione di vino di maggiore qualità, ma senza acqua nemmeno il vino viene prodotto e quindi si pone un interrogativo circa le ragioni per le quali ci troviamo in questa condizione e come si può risolvere. Provo intanto a rispondere su quello che mi viene chiesto.
La carenza dell'acqua sta mettendo a dura prova vaste aree del territorio italiano, con gravi disagi per cittadini e aziende. In particolare in agricoltura, tale carenza ha un diretto impatto su quantità e prezzi degli alimenti sul mercato. La siccità non è un fenomeno nuovo: negli ultimi vent'anni sono già stati registrati in diverse aree del nostro Paese ampi periodi di siccità. Nel periodo 2011-2019 il Po ha registrato una riduzione della portata pari al 17 per cento e potrei citarne altri ma per ragioni di tempo non lo faccio. La dispersione idrica, che lei ha citato, e la mancanza di approvvigionamenti per famiglie e imprese sono problemi endemici nel nostro Paese. Al di là delle enunciazioni, però, interventi strategici fino ad ora non sono stati realizzati. È giunto - ha ragione lei - il momento di affrontare questi problemi in un'ottica di medio-lungo termine, pianificando interventi strutturali e soluzioni di sistema e procedendo ad una significativa semplificazione amministrativa per alleggerire gli oneri burocratici che, a ogni livello, rallentano e impediscono la più efficace iniziativa dei privati, come pure lei ha sottolineato.
I recenti programmi di finanziamento, fondi europei e nazionali hanno previsto ingenti risorse per gli interventi sulle infrastrutture irrigue collettive, per l'ammodernamento e l'efficientamento del servizio di irrigazione collettiva, per l'incremento della disponibilità di acqua, per l'efficientamento delle reti e dei relativi sistemi di gestione e monitoraggio. Questi fondi sono diretti in particolare a misure di intervento nella fase del trasporto dell'acqua irrigua e di efficientamento del servizio idrico di irrigazione collettiva. Alle risorse già stanziate si aggiungono 520 milioni di euro dell'investimento 4.3 della misura M2C4 del PNRR, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua e per la digitalizzazione ed il monitoraggio delle reti.
Con riferimento a tale ultimo investimento, in presenza di criticità segnalate dagli uffici deputati e quindi che ci invitano a chiedere la modifica del PNRR, il Ministro si impegna a porre in essere tutte le iniziative affinché gli interventi selezionati e finalizzati possano essere realizzati nella loro interezza.
In conformità al piano strategico della PAC 2023-2027 per tutelare le colture, riteniamo utile inserire negli strumenti di pianificazione disposti, che permettono la costruzione di nuove strutture, piccoli invasi interaziendali da realizzare ad opera di aziende agricole o da enti irrigui in zone collinari e prevedere la riqualificazione e il potenziamento di quelli esistenti, in modo da disporre di una rete infrastrutturale più performante e idonea a ridurre gli sprechi di acqua, anche questi da lei sottolineati.
Per incrementare la produzione di acqua a uso agricolo, intendiamo lavorare sulla tecnologia degli impianti di desalinizzazione del mare e intervenire sugli sprechi tramite l'implementazione di tecnologie che permettono di razionalizzare il consumo d'acqua.
Il Ministero ha inoltre collaborato attivamente con il Ministero delle infrastrutture alla redazione del piano idrico, già Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione invasi - contribuendo a definire le priorità. L'emergenza idrica richiede - come lei ha citato - una cabina di regia che permetta di arrivare alla semplificazione normativa e quindi di realizzare davvero le opere in essere. Io confido davvero, senatore Franceschelli, avendo trovato nei suoi argomenti tanti spunti interessanti, che quello che non si è riusciti a fare in passato lo si possa fare in questa stagione parlamentare. Confidi che si possa lavorare insieme su problemi pratici che non prevedono divisioni ideologiche, perché l'acqua nei campi deve arrivare a tutti, ovviamente a tutti i cittadini, in particolare trovando soluzioni ai problemi che ciascuno dei Ministri che mi ha preceduto ha incontrato nel suo percorso e che vanno risolti, io spero, con atti parlamentari di indirizzo o normativi che ci aiutino a realizzare quanto ci impegniamo a fare. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Fina, per due minuti.
*FINA (PD-IDP). Signor Presidente, gentile Ministro, non possiamo che dirci insoddisfatti della sua risposta, ma non perché siamo già in grado di giudicare il suo operato, ma perché da una parte lei oggi ha apprezzato - e anche io ho apprezzato lei - i Ministri che l'hanno preceduta (Centinaio, Bellanova, Patuanelli), dei quali lei è stato oppositore, e dall'altra adesso ha detto che questo descritto oggi è un problema endemico, che non è stato fatto abbastanza e che bisognerà modificare il PNRR. Io naturalmente le consiglio di prendere come consiglieri gli onorevoli Centinaio e Battistoni, i due sottosegretari dell'ultimo Governo, attuali parlamentari, anche grazie al voto dei quali lei è Ministro.
Ora, il sistema irriguo è centrale in una sfida epocale, quella della transizione ecologica giusta. Transizione ecologica, non per la salvezza del pianeta, come spesso si dice, ma per salvare le condizioni che consentono la sopravvivenza della vita su questo pianeta. La presidente Meloni dice spesso che non c'è ecologista più convinto di un conservatore; non so dove l'abbia ascoltato, forse in un campo hobbit. Per fortuna Tolkien ha fatto in tempo a morire prima di sapere di essere strumentalizzato. (Commenti). Vedo che, quando si parla di questi temi...
PRESIDENTE. Vi pregherei di non fare urla da stadio. Pregherei anche di usare un linguaggio adatto. Prego, senatore Fina.
FINA (PD-IDP). Per fortuna è stato strumentalizzato dopo la sua dipartita, visto che è morto qualche anno prima della nascita dei campi hobbit. Credo che sia rispettoso dirlo e non irrispettoso. Nel mondo oggi i conservatori sono tutto tranne che ecologisti.
La transizione ecologica deve essere però anche giusta, perché deve accompagnare l'economia da una parte all'altra della transizione, naturalmente a partire dall'agricoltura. Per questo è necessario investire seriamente su riduzione degli sprechi, risparmio idrico e innovazione tecnologica. Non abbiamo ascoltato parole chiare nella vostra campagna elettorale, ma chiudo dicendo questo. Io vengo dalla Regione Abruzzo, governata da Fratelli d'Italia; c'è un bacino, quello del Fucino, che è esteso 13.500 ettari e ha oltre 2.000 imprese, con mezzo miliardo di fatturato. La precedente amministrazione D'Alfonso, che qui è stato anche senatore, ha stanziato 50 milioni per un sistema idrico; voi li avete presi e stornati. Adesso l'amministrazione Marsilio chiede a questo Governo, dopo quattro anni di governo regionale, le risorse che sono mancate. Finirà l'amministrazione Marsilio e quel problema non sarà stato risolto. (Applausi).
PRESIDENTE.La ringrazio, senatore Fina, anche per la sua capacità di immaginare che cosa avrebbe pensato Tolkien se fosse vivo.
PRESIDENTE. Il senatore De Carlo ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00044 sulla nuova denominazione del Ministero dell'agricoltura e sugli obiettivi del Dicastero in materia di sovranità alimentare, per tre minuti.
DE CARLO (FdI). Grazie, Presidente. Buongiorno e benvenuto, Ministro. Non le nascondiamo che è un onore per me, ma anche per noi, vederla seduta su quei banchi, ma soprattutto vederla fortemente impegnata in questi giorni, all'interno di uno dei Dicasteri più strategici per questa Nazione.
Abbiamo apprezzato il suo dinamismo e abbiamo letto, con grande perplessità, qualche voce di critica che si è alzata circa la sua scelta di inserire l'espressione «sovranità alimentare» nel nome del Dicastero. Quello della sovranità alimentare è invece un concetto che dovrebbe unire, perché nasce dal movimento Via Campesina, che all'inizio degli anni Novanta si batteva per un cibo equo e di qualità a favore di tutti. Non solo, poiché il concetto di sovranità alimentare è addirittura sancito dalla Costituzione di qualche Nazione: penso all'Ecuador o al Venezuela; addirittura è il nome stesso del Ministero francese, così tanto caro all'ala progressista, che non smette mai di dare lezioni anche sul passato, tanto da auspicare morti di persone che nulla hanno a che fare né con questo Governo, né con l'agricoltura. (Applausi). Ma noi soprassediamo a tutto ciò, nella consapevolezza che oggi gli italiani ci chiedono di risolvere problemi ben più urgenti e - li abbiamo sentiti - anche legati alla sovranità: quello dell'acqua, del cibo sintetico e del grano sono problemi contingenti, come quello delle bufale, che oggi devono trovare risposta grazie alla nostra azione di Governo.
Le chiediamo pertanto, signor Ministro, quali siano le motivazioni che l'hanno indotta a introdurre il concetto di sovranità alimentare e quali siano gli obiettivi che lei intende perseguire grazie a questa denominazione. (Applausi).
PRESIDENTE. Il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Lollobrigida, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, senatore De Carlo, intanto Tolkien ha molto a che fare con le politiche agricole e chiunque abbia avuto modo di leggerlo, o anche di vederlo attraverso la filmografia che ne è stata tratta (Applausi), si sarà reso conto che c'è un attinenza stretta tra quel modello e il modello agricolo che molti dei nostri agricoltori perseguono con un attaccamento forte alla loro terra e ai valori che rappresenta. Sono contento davvero che lei, senatore De Carlo, mi permetta oggi di fare delle precisazioni; alcune cose le ha dette lei, ma le ribadirò, anche perché a volte, come dicevano i latini, giova ripetere. Ringrazio per l'opportunità che mi viene data di illustrare in modo chiaro la scelta della nuova denominazione del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Vorrei subito rassicurare alcuni parlamentari, che nei giorni scorsi si sono mostrati allarmati, del fatto che l'ananas non verrà messo fuori legge. Lo faccio prendendo in prestito le parole del consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia: chi ironizza su frutta e ananas, oltre a una caduta di stile, dimostra di non aver compreso qual è la posta in gioco. E aggiunge: la sovranità alimentare non è autarchia, ma è difesa delle proprie produzioni e dei propri modelli in un mercato globale equo.
La sovranità alimentare ha una precisa storia e una grande valenza, spiegata bene dal fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, che voglio ringraziare pubblicamente, perché ha spiegato in maniera dettagliata nei giorni del dibattito - da una parte c'erano i meme, dall'altra c'erano Slow Food, Carlo Petrini e tanti docenti universitari - il concetto di sovranità alimentare, che lo descrive così: «È la stella polare per affrontare la rigenerazione dell'agricoltura nel mondo. È un concetto per cui si battono da anni tanti movimenti», alcuni dei quali sono stati citati dal collega De Carlo. Petrini afferma anche: «Se applicata correttamente, la sovranità alimentare crea una tensione positiva tra dimensione locale e globale e permette ai popoli di essere davvero liberi nella scelta di ciò che vogliono produrre e consumare, mettendo al centro il benessere delle persone e del pianeta».
La sovranità alimentare, inoltre, per quanto possa risultare innovativa e dirompente nel quadro della semantica istituzionale italiana, non è un concetto nuovo nemmeno al di fuori dei nostri confini nazionali. Non è un mistero, infatti, che già altre Nazioni prima di noi gli hanno attribuito rilevanza addirittura costituzionale, come richiamava il collega De Carlo. In economie particolarmente deboli e con Governi non esattamente di centro-destra, hanno dato a tale concetto addirittura rango costituzionale, come nel caso del Venezuela, dell'Ecuador e di altri Paesi che non cito per non annoiarvi. In Francia - quella di Macron per l'esattezza - da anni è stata adottata analoga denominazione (Ministère de l'agriculture et de la souveraineté alimentaire), scelta utile, questa, e in linea con il Trattato del Quirinale, che occorre ora declinare e omogeneizzare in una politica coordinata di difesa dei prodotti. I francesi, infatti, lo hanno fatto meglio di noi ed è ora che anche noi li imitiamo nella difesa dei nostri prodotti, dei nostri produttori e della qualità del cibo.
Si vuole inoltre assicurare in linea tendenziale la sicurezza degli approvvigionamenti, che la triste esperienza della guerra russo-ucraina e della crisi che ne è derivata ha fatto scoprire a tanti italiani. Noi non abbiamo fertilizzanti, noi non abbiamo la capacità di produrre grano duro: tutte criticità che sono emerse perché negli anni si sono fatte scelte strategiche sbagliate, immaginando di poter produrre in altri luoghi a basso costo, senza valorizzare un'economia locale che garantisca da criticità come questa. (Applausi).
Questo principio ha precisi effetti nella vita quotidiana dei cittadini e pone l'accento sulla necessità di avviare, una volta per tutte, nuove pratiche virtuose e produrre secondo parametri di rispetto del mondo del lavoro.
PRESIDENTE. Si avvii a concludere, signor Ministro.
LOLLOBRIGIDA, ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Un'altra criticità che è insita nel mondo del lavoro, dell'ambiente e della qualità: abbandonare l'idea che la priorità sia esclusivamente quella di sopperire al bisogno di mangiare e bere, qualsiasi sia il prodotto che le logiche di mercato mettono a disposizione in maniera massiva dei consumatori finali.
Siamo convinti della difesa di un modello di produzione che metta al centro i prodotti di qualità, la predisposizione di filiere sempre più corte, l'applicazione del principio di stagionalità, la centralità dell'imprenditore agricolo, tutti fattori che generano e garantiscono il diritto di un popolo a cibarsi di prodotti più sani e siamo convinti che la produzione sia così in grado di garantire una maggiore sostenibilità ambientale.
I prodotti di eccellenza - chiudo, Presidente - e la qualità vanno infatti difesi, valorizzando il lavoro degli imprenditori agricoli. Noi intendiamo farlo, perché tutti i popoli hanno il diritto di definire le proprie politiche agricole alimentari, italiani compresi. (Applausi).
PRESIDENTE. Le ho dato più tempo di quello cui aveva diritto, ma sono sicuro che recupererà il senatore De Carlo.
Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Carlo, per due minuti.
DE CARLO (FdI). Signor Presidente, colleghi, mi dichiaro assolutamente soddisfatto della risposta che ci ha dato il Ministro, ma anche e soprattutto per aver visto, una volta di più oggi in Aula, quale sia la ferma indicazione e la determinazione del Governo e del suo Ministero nel difendere i prodotti e i produttori italiani. Era ora che questa Nazione avesse un Governo al fianco dei produttori e non un Governo che li ostacola o che non si cura di loro. (Applausi).
Ce lo chiedono i tanti agricoltori e i tanti produttori che costituiscono l'asse portante di questa Nazione e che noi non lasceremo mai soli. (Applausi).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
BILOTTI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BILOTTI (M5S). Signor Presidente, un ennesimo femminicidio si è consumato ieri a San Mango Piemonte e vi è stata una violentissima aggressione a Montecorvino Pugliano: si tratta di due tragici episodi di violenza maschile sulle donne, perpetrati nella mia Provincia a poche ore di distanza l'uno dall'altro e a pochi giorni dal 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Sono due episodi, Presidente, che impongono una riflessione. Nonostante l'accresciuta sensibilità sul tema, che ha portato all'approvazione della legge n. 69 del 2019, meglio nota come legge sul codice rosso, che ha avuto il grande merito di accelerare i tempi per quanto riguarda le indagini sui reati di violenza di genere, purtroppo la strage di donne per mano di mariti, compagni, fidanzati ed ex continua. Questo significa che l'inasprimento delle pene, l'introduzione di nuove fattispecie di reato e di aggravanti servono, ma non bastano; l'inasprimento sul piano repressivo e giudiziario va accompagnato da una lettura del fenomeno della violenza sulle donne che sia strutturale.
Predisporre risorse per la formazione delle Forze dell'ordine e della magistratura, per il potenziamento dei centri antiviolenza, perché le donne che decidono di allontanarsi da compagni violenti possano avere un sussidio che garantisca loro di condurre una vita dignitosa e, ancora, sensibilizzare sin dalle scuole dell'obbligo i bambini e i ragazzi contro il sessismo e per la parità di genere, sono tutti obiettivi nei confronti dei quali dirigerò il mio impegno di senatrice e di componente della 2a Commissione giustizia.
Signor Presidente, al di là delle commemorazioni, che sono giuste, credo che la cosa più importante sia l'impegno, per stare vicino alle famiglie delle vittime, per ricordare le vittime e stare vicino alle donne che ancora oggi patiscono e subiscono violenza. Occorre lavorare perché la sottocultura della violenza maschile sulle donne finisca di essere un'emergenza e diventi, alla fine, un'eccezione. (Applausi).
PRESIDENTE. Senatrice Bilotti, la ringrazio molto. Come saprà, giovedì 24 novembre, alle ore 10, si svolgerà in Assemblea il dibattito sulla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 24 novembre 2022
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica giovedì 24 novembre, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,20).