Legislatura 19ª - Aula - Ordine del giorno della seduta n. 288 del 20/03/2025
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
---- XIX LEGISLATURA ----
Giovedì 20 marzo 2025
alle ore 10
288a Seduta Pubblica
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ORDINE DEL GIORNO
I. Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale (collegato alla manovra di finanza pubblica) (voto finale con la presenza del numero legale) - Relatori MINASI Tilde e ROSA (Relazione orale) (1146)
II. Interrogazioni(testi allegati)
III. Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento(testi allegati) (alle ore 15)
INTERROGAZIONI
INTERROGAZIONE SULL'ETICHETTATURA DEI PRODOTTI DERIVANTI DA FARINA DI LARVE
BERGESIO - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - Premesso che:
la recente decisione dell'Unione europea di consentire l'immissione in commercio della polvere di larve intere di Tenebrio molitor (larva gialla della farina), trattata con raggi ultravioletti, ha riacceso un intenso dibattito all'interno dell'opinione pubblica;
la commercializzazione di insetti a scopo alimentare è stata resa possibile con il Regolamento UE sui Novel Food, in vigore dal 1° gennaio 2018; sono tuttavia molti i dubbi legati alle procedure di produzione;
il ricorso a trattamenti con raggi UV modifica la composizione nutrizionale della farina di larve, aumentando il contenuto di vitamina D in modo artificiale. Vi sono dunque preoccupazioni in merito alla sicurezza alimentare di questo alimento, ultra trasformato e non naturale, in particolare per i soggetti allergici ai crostacei e agli acari della polvere;
la provenienza di molte di queste farine inoltre è da Paesi extra UE (Vietnam, Thailandia, Cina), noti per elevati livelli di allarmi alimentari;
per la tutela del Made in Italy e della dieta mediterranea, che costituiscono un patrimonio alimentare e culturale a livello globale, e nel pieno rispetto delle scelte dei consumatori, è essenziale l'adozione di un sistema di etichettatura per l'immediato riconoscimento di questi prodotti,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire maggiore trasparenza nell'etichettatura di prodotti derivanti da farina di larve, a tutela dei consumatori nella scelta consapevole degli alimenti, e più in generale a difesa dell'agroalimentare Made in italy.
INTERROGAZIONE SULLA SITUAZIONE DEL CARCERE DI VIGEVANO (PAVIA)
MIRABELLI, BAZOLI, ROSSOMANDO, VERINI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
giovedì 13 luglio 2023 sette agenti di Polizia penitenziaria in servizio presso la casa di reclusione di Vigevano (Pavia) sono stati aggrediti da un gruppo di detenuti della seconda sezione, quella che dovrebbe presentare condizioni di maggiore sicurezza, che, dopo essersi scagliati contro gli agenti, hanno afferrato manganelli ed idranti devastando vetri blindati e neon, finendo poi con il gettare dell'olio bollente sul personale in servizio e quello richiamato d'urgenza;
l'episodio si inserisce in una lunga serie di aggressioni che si sono verificate presso la struttura, che come denunciato più volte dai rappresentanti dei sindacati Sappe, Osapp, Sinappe, Uspp, Cgil, Cisl e Uil presenta gravi carenze strutturali e di organico;
in particolare, nella casa di reclusione vigevanese al momento sono presenti circa 380 detenuti rispetto ai 240 posti disponibili, con un sovraffollamento pari al 160 per cento. Si aggiunga la mancanza di interpreti che possano fare da mediatori per i detenuti stranieri e la significativa carenza di personale della Polizia penitenziaria. Nella struttura, infatti, prestano servizio 195 agenti anziché i 240 previsti;
il coordinamento unitario regionale delle sigle sindacali della Polizia penitenziaria, in una lettera inviata al Ministero della giustizia ed al Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, ha denunciato il disinteresse registrato in merito alle drammatiche condizioni di lavoro della casa circondariale di Vigevano. Nella missiva si evidenzia, infatti, come: "Il provveditore regionale nonostante le diverse e corpose segnalazioni sindacali sulle insopportabili ed insicure condizioni di lavoro non ha ancora incontrato il personale o chi lo rappresenta";
considerato che:
il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, nei suoi rapporti pubblicati a seguito delle proprie visite ai diversi istituti penitenziari nazionali, ha più volte evidenziato le criticità legate al personale che vi opera. In particolare, ha ripetutamente auspicato un maggiore impegno da parte dell'amministrazione penitenziaria per il miglioramento delle condizioni di lavoro al fine di garantire ambienti rispettosi dei diritti e della dignità dei lavoratori;
come di tutta evidenza occorre urgentemente incrementare le unità di personale in numero rispondente alle esigenze degli istituti, e provvedere ad una formazione professionale iniziale e continua all'altezza dei compiti assegnati al Corpo di Polizia penitenziaria,
si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di porre rimedio senza ulteriori ritardi alle criticità esposte rispetto alla casa circondariale di Vigevano.
INTERROGAZIONI SULLA PREVENZIONE E GLI STRUMENTI DI GIUDIZIO NEI CASI DI VIOLENZA DI GENERE
VALENTE, BAZOLI, NICITA, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ROSSOMANDO, CAMUSSO, DELRIO, MISIANI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, MALPEZZI, MANCA, PARRINI, ROJC, SENSI, TAJANI, VERDUCCI, VERINI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
ampio risalto continuano ad avere, sugli organi di stampa e nel dibattito pubblico, notizie di sentenze e provvedimenti giudiziari in materia di violenza contro le donne nei quali la valutazione della fattispecie pare risentire di una visione stereotipata della posizione delle vittime; altrettanto spesso emerge dalla lettura di tali decisioni l'uso di un linguaggio poco attento all'esigenza di evitare la colpevolizzazione delle persone offese e la loro vittimizzazione secondaria;
il rapporto tra adeguata formazione degli operatori e rischi di vittimizzazione secondaria, derivanti dalla stereotipizzazione dei profili delle persone offese dal reato ma anche dall'uso di un linguaggio inadeguato, è stato oggetto di grande attenzione a livello sovranazionale;
l'articolo 15 della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011 e resa esecutiva in Italia con legge 27 giugno 2013, n. 77, prevede, al comma 1, che "le Parti forniscono o rafforzano un'adeguata formazione delle figure professionali che si occupano delle vittime o degli autori di tutti gli atti di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione in materia di prevenzione e individuazione di tale violenza, uguaglianza tra le donne e gli uomini, bisogni e diritti delle vittime, e su come prevenire la vittimizzazione secondaria" e, al comma 2, incoraggia le parti a integrare i programmi di formazione anche con riferimento alle forme di "cooperazione coordinata interistituzionale";
il settimo report sull'Italia elaborato dalla CEDAW invita espressamente il nostro Paese, al paragrafo 18, raccomandazione c), "a dare priorità alle misure per accelerare i procedimenti giudiziari, a migliorare il trattamento delle vittime di violenza contro le donne e a eliminare gli stereotipi di genere all'interno del sistema giudiziario"; e constata con preoccupazione, al paragrafo 25, raccomandazione a), il radicamento, nel nostro Paese, "di stereotipi riguardanti i ruoli e le responsabilità delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società" raccomandando infine all'Italia, al paragrafo 28, lett. b), di introdurre strumenti obbligatori di formazione (capacity building) per giudici, pubblici ministeri, agenti di polizia e altri funzionari delle forze dell'ordine sulla rigorosa applicazione delle disposizioni del diritto penale in materia di violenza di genere contro le donne e su procedure sensibili al genere (gender sensitive) nell'ascolto delle donne vittime di violenza;
la Corte europea dei diritti dell'uomo, nella sentenza resa il 27 maggio 2021 nel caso J.L. contro Italia, ha condannato il nostro Paese in relazione all'uso di stereotipi di genere e di un linguaggio gravemente irrispettoso della dignità della persona offesa nelle sentenze rese dal Tribunale e dalla Corte d'appello di Firenze al termine di un procedimento relativo a un grave caso di violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane donna; nella decisione, in particolare, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha stigmatizzato l'utilizzo, da parte degli organi giudicanti, di "stereotipi sessisti", di espressioni dirette a "minimizzare la violenza di genere" ed "esporre le donne a una vittimizzazione secondaria utilizzando affermazioni colpevolizzanti e moralizzatrici atte a scoraggiare la fiducia delle vittime nella giustizia" (paragrafo 141);
a livello nazionale, il rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria elaborato nel corso della XVIII Legislatura dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, approvato il 17 giugno 2021, ha evidenziato il carattere ancora complessivamente "piuttosto carente" dell'offerta formativa in materia, relativamente alla magistratura; e, fatto ancor più significativo, ha messo in luce il limitato tasso di partecipazione alle attività formative da parte della magistratura giudicante, come elemento "sintomatico di una insufficiente attenzione e specializzazione del giudice, a cui è fondamentale porre rimedio, e ciò con riguardo a tutti i gradi del giudizio, quindi anche all'appello, se si vuole che l'azione di contrasto sia efficace ed effettiva in tutte le fasi processuali" e auspicando infine che la formazione costituisca un presupposto inderogabile per il magistrato delegato a trattare questa materia;
da ultimo l'articolo 1, comma 23, lett. b), della legge 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l'efficienza del processo civile, include tra i principi e i criteri direttivi della delega in materia di procedimenti relativi a persona e famiglia l'introduzione di "specifiche disposizioni processuali e sostanziali per evitare la vittimizzazione secondaria"; tale previsione ha ricevuto soddisfacente attuazione per quel che riguarda il trattamento dei minori nei giudizi, mentre appare ancora insufficiente l'attuazione di tali misure in relazione alla posizione delle donne in giudizio, anche e soprattutto con riferimento all'intreccio tra rischi di vittimizzazione secondaria e qualità della formazione degli operatori;
ancor più di recente, gli "Orientamenti in materia di violenza di genere" diffusi il 3 maggio 2023 dalla Procura generale presso la Corte di cassazione, nel raccogliere le buone prassi maturate nei diversi uffici giudiziari, concludono nel senso di un forte impulso alla formazione periodica e alla specializzazione degli uffici, al fine di favorire l'ulteriore consolidamento di buone prassi e con l'esplicito obiettivo di evitare qualsiasi forma di vittimizzazione secondaria;
considerato che:
il contrasto della violenza contro le donne è il risultato della virtuosa sinergia di un complesso di fattori, che vedono nella sensibilizzazione di tutti gli operatori coinvolti e nella promozione di una cultura del rispetto un elemento centrale e propulsivo;
tale opera di sensibilizzazione deve riguardare tutti gli operatori coinvolti, a diverso titolo, nel trattamento di casi di violenza contro le donne, dalla polizia giudiziaria alle figure professionali che intervengono a titolo di consulenti nelle fasi di indagine e di giudizio, anche in funzione di concreta assistenza alle persone offese; essa deve riguardare altresì i magistrati, sia inquirenti che giudicanti, affinché sviluppino una compiuta e complessiva consapevolezza della complessità della materia; tale consapevolezza non può limitarsi, come evidente, ai soli aspetti giuridici ma deve investire anche la dimensione strutturale dei fenomeni di violenza contro le donne e dunque riguardare anche gli elementi sociologici, psicologici e culturali che determinano e condizionano la persistenza della violenza di genere nel nostro Paese,
si chiede di sapere quali iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo per rafforzare la formazione di tutti gli operatori coinvolti nel trattamento di casi di violenza contro le donne, ivi compresa la magistratura giudicante, al fine di superare l'uso in giudizio di stereotipi e di un linguaggio non rispettoso della dignità delle persone offese ed evitare qualsiasi forma di vittimizzazione secondaria.
(3-00671) (12 settembre 2023)
VALENTE, BASSO, CAMUSSO, FINA, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, NICITA, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO, ZAMPA - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
l'Italia è un Paese la cui legislazione sul contrasto della violenza di genere è all'avanguardia;
già prima della ratifica della Convenzione di Istanbul, avvenuta con la legge 27 giugno 2013, n. 77, con il decreto-legge 23 febbraio 2011, n. 11, è stato introdotto nel nostro ordinamento il delitto di atti persecutori, cosiddetto stalking, oltre all'istituto dell'ammonimento del questore, per i soggetti a carico dei quali la vittima ha esposto fatti ritenuti penalmente rilevanti e riconducibili alla fattispecie dello stalking;
successivamente sono state introdotte numerose altre misure, anche in attuazione della Convenzione di Istanbul;
la Corte europea dei diritti dell'uomo, con la sentenza della prima sezione Giuliano Germano contro Italia del 22 giugno 2023, ha statuito che l'ammonimento del questore inflitto allo stalker senza che questi sia avvisato dell'avvio del procedimento viola i diritti di riservatezza e di reputazione di cui all'articolo 8 della Convenzione EDU;
si tratta di una pronuncia che rischia di indebolire l'intero impianto normativo relativo alle misure di prevenzione in materia di violenza sessuali a tutela della donna;
infatti, ove il sospettato di stalking fosse previamente avvertito, verosimilmente porrebbe in essere atti intimidatori nei confronti della vittima e di eventuali testimoni;
peraltro, la pronuncia si pone in evidente contrasto con molte altre sentenze nelle quali l'Italia è stata condannata precisamente per non aver, in determinate e concrete circostanze, adottato misure esecutive di prevenzione volte a tutela la donna da minacce conclamata (si vedano, in particolare, le sentenze Talpis contro Italia del 2017 e Landi contro Italia del 2022);
in merito alla sentenza ha espresso, in un'opinione separata, marcate perplessità il giudice italiano alla Corte di Strasburgo Raffaele Sabato,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali siano le valutazioni in merito;
se non si ritenga opportuno assumere dall'Avvocatura generale dello Stato le informazioni utili ai fini della richiesta, da parte italiana, di deferimento della causa alla grande camera della Corte, ai sensi dell'articolo 43 della Convenzione EDU.
INTERROGAZIONE SULLA VENDITA DI PIAGGIO AEROSPACE ALLA SOCIETÀ TURCA BAYKAR
BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, D'ELIA, ZAMPA - Al Ministro delle imprese e del made in Italy - Premesso che:
Piaggio Aerospace è un gruppo industriale strategico per la difesa e per il sistema economico italiano, attivo non solo nel mercato dell'aviazione commerciale, della difesa e della sicurezza, ma anche nella costruzione di parti, assemblaggio finale e manutenzione di motori aeronautici ad alta tecnologia;
l'azienda è composta da due entità, la Piaggio Aero Industries S.p.A. e la Piaggio Aviation S.p.A., che sono state ammesse, rispettivamente nel 2018 e nel 2019, all'amministrazione straordinaria;
Piaggio Aerospace opera nelle sedi principali di Genova e Villanova d'Albenga, impiegando circa 800 lavoratori e, oltre all'occupazione diretta, sostiene anche un vasto indotto e lo scorso anno ha realizzato un giro d'affari superiore a 100 milioni di euro;
in questi anni la Piaggio Aerospace, sotto la guida dei commissari straordinari Carmelo Cosentino, Vincenzo Nicastro e Gianpaolo Davide Rossetti, è riuscita a costruire un significativo portafoglio di ordini in tutti gli ambiti di business, mantenendo la piena operatività per tutto il periodo;
durante la gestione commissariale, la società ha inoltre sviluppato una versione più avanzata dell'aereo P.180 destinato al trasporto executive fino a 9 passeggeri, le cui consegne al cliente principale sono già iniziate;
nell'ambito dell'ultima procedura aperta per l'identificazione di un acquirente, sono pervenute tre offerte definitive e vincolanti da parte di altrettanti player industriali internazionali per l'acquisto di tutti i complessi aziendali;
in data 27 dicembre 2024 il Ministero delle imprese e del made in Italy ha autorizzato i commissari straordinari di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation (le due società in amministrazione straordinaria che operano sotto il marchio Piaggio Aerospace) a procedere con la cessione di tutti i complessi aziendali condotti alla società turca Baykar Makina Sanayi ve Ticaret Anonim Sirketi ("Baykar"), azienda leader nello sviluppo e produzione di sistemi UAV (veicoli aerei senza pilota) e tecnologie aerospaziali avanzate;
considerato che:
la società Baykar, nata in Turchia negli anni Ottanta come azienda produttrice di componenti per autoveicoli, si è trasformata nell'ultimo decennio in uno dei principali produttori mondiali di droni da guerra. I suoi droni sono utilizzati in diversi conflitti come quello in corso nelle aree curdofone, in Ucraina dall'esercito di Kiev contro le forze russe, in Etiopia negli attacchi in Tigrai, e in Marocco nel conflitto del Sahara Occidentale contro il Fronte Polisario;
tale azienda di droni, in particolare militari, è controllata da Selçuk Bayraktar, chief technology officer (CTO) e presidente del CdA di Baykar, nonché genero del Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan;
dal punto di vista economico, il piano di Baykar prevede 40 milioni di investimenti nel 2025, ma questa cifra potrebbe non essere sufficiente per garantire la stabilità finanziaria della Piaggio Aerospace;
è notizia riportata su diversi organi di stampa che la Grecia stia preparando una protesta formale contro l'Italia, in cui contesta la cessione dell'azienda di produzione aeronautica Piaggio Aerospace alla turca Baykar. Secondo quanto riportato nel quotidiano ellenico "Kathimerini", il Governo greco sostiene che Roma abbia aggirato i regolamenti europei, in particolare il Regolamento (UE) n. 2019/452, che richiede che gli investimenti esteri in società strategiche vengano notificati agli altri Stati membri. I funzionari ellenici insistono sul fatto che la cooperazione europea in materia di difesa deve essere trasparente, in particolare quando coinvolge la Turchia, membro della NATO impegnato in annose dispute nel Mediterraneo con la Grecia;
tenuto conto che:
in data 9 gennaio 2025, il Ministro in indirizzo, rispondendo ad un question time in Senato sulla suddetta cessione, riferiva che "rappresenta una soluzione di grande profilo industriale che consente il rilancio di un'azienda strategica del Paese con un ulteriore progetto di sviluppo in un settore in grande espansione, e nel contempo ci consente di delineare una più ampia partnership tecnologica e industriale tra Italia e Turchia che avrà significativi sviluppi anche in altri progetti di grande interesse per il nostro Paese" e che "Baykar è emersa come il partner più idoneo: un'azienda di grandi prospettive tecnologiche industriali che si è impegnata a preservare i complessi aziendali e il know how, garantendo l'occupazione senza ricorrere a strumenti come la cassa integrazione straordinaria, e dimostrando che si può tutelare un settore cruciale senza gravare sulle finanze pubbliche" e che "questa soluzione rappresenta non solo un successo che rende onore alla storia di Piaggio Aerospace, ma un rafforzamento delle relazioni industriali tra Italia e Turchia, particolarmente importanti sul piano strategico";
in data 7 febbraio 2025, presso l'Unione industriali di Savona si è svolto il primo incontro fra una delegazione turca guidata dall'amministratore unico Haluk Bayraktar, fratello di Selçuk, per illustrare i piani di sviluppo industriale e gli investimenti. L'incontro tra Baykar, i sindacati e le istituzioni ha delineato un piano quinquennale per il rilancio del P.180, l'espansione del settore motoristico con produzione e manutenzione di nuovi motori aeronautici, il trasferimento della produzione di droni a Villanova d'Albenga, trasformando lo stabilimento in un centro di eccellenza per sistemi aerei senza pilota e l'incremento della forza lavoro;
alla luce della rilevanza non solo economica e occupazionale dell'azienda ma soprattutto strategica, si ritiene necessaria una particolare valutazione della situazione riguardante la Piaggio Aerospace,
si chiede di sapere:
se la vicenda della vendita di Piaggio Aerospace sia stata correttamente comunicata nel rispetto di quanto previsto dai regolamenti europei e in particolare del Regolamento (UE) n. 2019/452, che richiede che gli investimenti esteri in società strategiche site nell'ambito dell'UE siano notificati anche agli altri Stati membri dell'UE;
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare, atteso che il settore aerospaziale risulta particolarmente strategico nel contesto geopolitico attuale, al fine di tutelare le attività più strettamente connesse alla collaborazione in atto tra la Piaggio Aerospace con l'Aeronautica militare;
se non intenda disporre l'esercizio dei poteri speciali "golden power" sulla suddetta operazione.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ART. 151-BIS DEL REGOLAMENTO
INTERROGAZIONE SULLA CARENZA DI ORGANICO DELLE FORZE DI POLIZIA IN PROVINCIA DI VICENZA
GASPARRI, ZANETTIN, DAMIANI, DE ROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, PAROLI, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, TREVISI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
la Questura di Vicenza necessiterebbe del rinforzo organico del Commissariato di P.S. di Bassano del Grappa (Vicenza), rispetto al territorio di riferimento, 46 chilometri quadrati, e alla popolazione residente nei 53 comuni di riferimento, che contano più di 332.000 abitanti;
infatti, al pari degli altri uffici di polizia, espleta competenza amministrativa di garanzia dell'ordine e la sicurezza pubblica, rilasciando autorizzazioni di polizia (armi, materiale esplodente, giochi e scommesse, commercio oro, passaporti, immigrazione) e pareri/informazioni alle autorità di pubblica sicurezza provinciali. Oltre alle competenze amministrative, il Commissariato dovrebbe anche costituire un presidio di prevenzione e controllo del territorio di Bassano per le intere 24 ore, estendendone gli effetti all'occorrenza anche nei comuni immediatamente confinanti (Cartigliano, Cassola, Marostica, Nove, Pove del Grappa, Romano d'Ezzellino, Tezze sul Brenta, Rosà e Valbrenta) per circa 74.000 abitanti;
allo stato attuale la carenza di organico non permette però di esprimere il massimo grado di efficienza nelle intere 24 ore. In tal senso va ricordato che il Commissariato è sede di numero di emergenza 113. Nel 2024, solo a Bassano del Grappa risultano commessi n. 1.662 delitti pari al 6 per cento del totale di quelli commessi nella provincia. L'indice di criminalità si è attestato a 39 delitti ogni mille abitanti. Nel 2023, il dato era di 1.505 delitti pari al 5,8 per cento del totale della provincia; nel 2022 i delitti commessi erano 1.439;
sarebbe inoltre opportuna la costituzione di un nuovo Commissariato di P.S. in Valdagno, posto che il Comune di Valdagno ha 26.080 residenti. Il territorio si estende per oltre 50 chilometri quadrati nella parte centro-ovest della provincia. Al pari degli altri uffici di polizia dovrebbe espletare competenza amministrativa di garanzia dell'ordine e la sicurezza pubblica, rilasciando autorizzazioni di polizia (armi, materiale esplodente, giochi e scommesse, commercio oro, passaporti, immigrazione) e pareri/informazioni alle autorità di pubblica sicurezza provinciali. In tal senso andrebbe a servire almeno i comuni immediatamente limitrofi e confinanti (otto) con una popolazione complessiva pari a quasi 74.000 abitanti; tra di essi figura anche Schio, che da solo vanta la presenza di 38.848 abitanti,
si chiede di sapere quale sia la posizione del Ministro in indirizzo rispetto ai temi esposti in premessa e quali risposte intenda dare rispetto alle esigenze evidenziate.
INTERROGAZIONE SUL RILEVAMENTO DEI DATI BIOMETRICI DEI VOLTI NEGLI STADI DI CALCIO
SENSI, NICITA - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
secondo quanto si apprende da alcuni quotidiani, presso lo stadio San Siro di Milano sarebbe in sperimentazione un sistema di videosorveglianza intelligente, sviluppato dalla società italiana "Reco 3.26", che consentirebbe il rilevamento dei dati biometrici dei volti degli spettatori;
si tratterebbe di una tecnologia analoga a quella già utilizzata allo stadio Olimpico di Roma e che la Lega Serie A intende gradualmente estendere a tutti i 20 stadi nei quali si svolge il campionato di calcio italiano;
secondo quanto riportato, ogni spettatore che attraversa i varchi verrebbe fotografato e dalla sua immagine verrebbero estratti dati biometrici poi abbinati al nominativo stampato sul biglietto, conservati in un server accessibile solo alle autorità di pubblica sicurezza e utilizzati, nel caso si dovessero verificare non meglio precisati incidenti all'interno dello stadio, per identificare i responsabili incrociando i dati biometrici degli autori con quelli presenti nel database di tutti gli spettatori presenti;
Giorgio Nobile, Chief Operating Officer della Reco 3.26, ha dichiarato che "oltre alle forze dell'ordine, i soli ad avere accesso al sistema sono i nostri responsabili della manutenzione, ma limitatamente alle funzioni tecniche necessarie";
la Reco 3.26 ha realizzato, tra l'altro, il "Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini S.A.R.I." per il Ministero dell'interno e la Polizia di Stato e si presenta sul sito internet come un'azienda che "sviluppa tecnologie e soluzioni per le imprese e i governi di tutto il mondo";
fino alla fine del 2025 vige una moratoria sull'installazione e sull'utilizzo di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale attraverso l'uso di dati biometrici, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di soggetti privati. Tale trattamento è consentito solo all'autorità giudiziaria, nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali, e alle autorità pubbliche, a fini di prevenzione e repressione dei reati, e comunque previo parere favorevole del Garante della privacy;
il riconoscimento facciale intelligente è disciplinato altresì dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e dal Regolamento sull'Intelligenza artificiale (AI ACT) per il quale si tratta, salvo ipotesi eccezionali, di un uso pericoloso dell'intelligenza artificiale;
il sistema già in uso, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, presso lo Stadio Olimpico di Roma, oggetto di sperimentazione presso lo Stadio di Milano, non appare sottrarsi all'ambito di applicazione dei predetti divieti, né sembra autorizzato dal Garante per la privacy, contrariamente a quanto riferito da alcuni organi di stampa;
il rispetto doveroso, ma spesso soltanto formale, delle procedure previste dalla normativa vigente a tutela della privacy non è purtroppo garanzia sufficiente ad assicurare detta tutela, come dimostrano molteplici attività illecite che, sempre più spesso, fanno ricorso alle nuove tecnologie, in particolare all'Intelligenza artificiale,
si chiede di sapere:
quale sia la base giuridica che legittimerebbe il trattamento massivo di dati biometrici strumentale al funzionamento del sistema riportato in premessa o se, al contrario, tale trattamento integri una violazione della disciplina vigente in materia;
se i cittadini, i cui dati biometrici sembrano essere raccolti per il solo fatto che entrano in uno stadio, siano a conoscenza e pienamente avvertiti di un sistema di riconoscimento facciale quale quello descritto;
se i dati processati in queste circostanze siano o meno a disposizione di altri soggetti oltre alle autorità di sicurezza e siano rimossi nel più breve tempo possibile o, se al contrario, si sia in presenza di una vera e propria schedatura;
quali misure ulteriori il Ministro in indirizzo intenda adottare, al fine di assicurare il rispetto della privacy e dei diritti costituzionalmente garantiti, considerata anche la necessità di intervenire prima della fine della moratoria.
INTERROGAZIONE SULLE ALLEANZE A LIVELLO EUROPEO NEL SETTORE DELLE INDUSTRIE DELLA DIFESA
BORGHI Enrico, PAITA - Al Ministro della difesa - Premesso che:
il 18 marzo 2025, nelle Commissioni riunite 4ª (Unione europea), 5ª (Bilancio) e 9ª (Industria e agricoltura) del Senato e V (Bilancio), X (Att. produttive) e XIV (Pol. Unione europea) della Camera, si è svolta audizione del Presidente Mario Draghi sul Rapporto sul futuro della competitività europea;
durante l'audizione, in materia di difesa, il Presidente Draghi ha sostenuto come sia necessario definire una catena di comando di livello superiore, che coordini eserciti eterogenei di lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali, operando come sistema di difesa continentale: inoltre, è stato sottolineato come sia necessario favorire le sinergie industriali europee verso lo sviluppo di piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terresti, satelliti), che consentano l'interoperabilità e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri;
simili obiettivi richiedono il raccordo e il coordinamento delle politiche estere e di difesa, anche attraverso l'istituzione di un esercito comune europeo e il rafforzamento dell'azione esterna dell'Unione nel suo complesso, dando luogo a una modifica dei trattati di cui l'Italia non può che farsi promotrice;
in materia di investimenti e sviluppo industriale legati alla difesa, si deve rammentare come lo scorso 12 novembre, il Parlamento ha dato via libera definitivo al disegno di legge "Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'istituzione dell'organizzazione governativa internazionale GCAP", fatta a Tokyo il 14 dicembre 2023: il GCAP è un progetto per lo sviluppo, in collaborazione con Regno Unito e Giappone, del velivolo caccia di 6ª generazione;
allo stesso tempo si deve ricordare che, per ciò che riguarda la partita del carro armato europeo, lo scorso 25 gennaio si è realizzato a Parigi l'accordo, alla presenza del Ministro francese delle Forze Armate Sébastien Lecornu e del Ministro della difesa tedesco Boris Pistorius, nel quale sono coinvolti tre soggetti, ossia, KNDS, joint venture tra la tedesca KMW (produttrice dei carri Leopard), e la francese Nexter (carri Leclerc), la tedesca Rheinmetall, e la francese Thales (componenti elettronici): come si può notare, da questa combinazione è esclusa l'Italia;
sebbene la Presidente del Consiglio dei ministri e lo stesso Ministro in indirizzo, nei mesi scorsi, abbiano sostenuto l'esigenza che le spese per la difesa non dovessero essere computate all'interno del Patto di stabilità e crescita, dopo la presentazione del Piano "RearmEU", nel quale si prevede proprio l'esclusione delle spese militari dal Patto citato, il Governo, nelle recenti dichiarazioni, pare aver fatto un passo indietro rispetto alle prime dichiarazioni, testimoniando di fatto una situazione di confusione all'interno della maggioranza di governo sul tema, bloccata dal dissenso tra le forze politiche che la compongono;
allo stesso tempo, è necessario chiarire chi sia il reale decisore delle strategie industriali in materia di difesa nel nostro Paese, ossia se esse siano affidate all'impulso delle aziende, come le ultime dichiarazioni dell'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, lasciano intendere, ovvero dal primato della politica e del Parlamento, come la Costituzione sancisce;
infatti risulta poco definita la tipologia di governance che il Governo intende adottare con gli Stati alleati in materia di investimenti difensivi, ossia se intende procedere secondo un modello intergovernativo ovvero tramite accordi privati tra le aziende del settore,
si chiede di sapere:
se il Governo intenda favorire le sinergie industriali europee verso lo sviluppo di piattaforme tecnologiche e di cybersicurezza comuni, come sostenuto dal Rapporto Draghi;
quale tipologia di governance si intenda adottare (se intergovernativa ovvero favorendo accordi tra aziende private) per gli investimenti nel settore difensivo con i Paesi alleati, e se il Ministro in indirizzo non ritenga che ogni iniziativa debba essere inserita in un quadro di politica estera e di difesa comune.
INTERROGAZIONE SULLA GESTIONE DEI FONDI PREVISTI DALL'ARTICOLO 553 DEL CODICE DELL'ORDINAMENTO MILITARE
MARTON, PIRRO - Al Ministro della difesa - Premesso che:
l'art. 553 ("Spese di natura riservata") del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, recante il codice dell'ordinamento militare, stabilisce che: "Per sopperire alle spese di natura riservata è assegnata agli organi di vertice, allo Stato maggiore della difesa, al Segretariato generale della difesa e alla Direzione nazionale degli armamenti, agli Stati maggiori di Forza armata e agli altri organi centrali del Ministero della difesa, una somma stabilita annualmente con decreto ministeriale, nell'ambito dello stanziamento determinato con legge di bilancio. Per l'Arma dei carabinieri, l'assegnazione della somma di cui al presente articolo è disposta con decreto ministeriale concernente attribuzione delle risorse ai sensi dell'articolo 14, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165";
inoltre, tale fattispecie è disciplinata dall'articolo 497 ("Spese di natura riservata") del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, recante "testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246", che prevede: "1. Le somme assegnate per sopperire alle spese di natura riservata sono corrisposte con mandati diretti. Il decreto ministeriale, di cui all'articolo 553 del codice, costituisce la documentazione dei titoli di spesa. 2. Gli organi di cui all'articolo 553 del codice assegnano agli organismi dipendenti le somme ritenute necessarie da impiegare nell'interesse del servizio, vincolate alle finalità istituzionali da assolvere, sotto la personale responsabilità di chi ha ordinato la spesa ovvero di chi l'ha eseguita in difformità dall'ordine ricevuto. 3. Le singole erogazioni sono annotate in apposito registro, da esibire solo su ordine dell'autorità che ha disposto l'assegnazione, secondo le disposizioni amministrative al riguardo emanate",
si chiede di sapere:
quali siano gli organi di vertice dello Stato maggiore della difesa, del Segretariato generale della difesa e della Direzione nazionale degli armamenti, degli Stati maggiori di forza armata, dell'Arma dei Carabinieri e degli altri organi centrali del dicastero destinatari delle risorse finanziarie definite "spese riservate";
quale sia l'entità degli importi definiti annualmente con decreto del Ministro in indirizzo, suddivisi per organo di vertice titolare;
quali siano gli interessi di servizio, le finalità istituzionali da assolvere, in sintesi come vengano spese le somme erogate;
se esista una rendicontazione ufficiale delle spese riservate, se queste siano riportate su apposito registro normativamente previsto e siano visionabili;
chi gestisca nell'ambito del Ministero e degli organi di vertice della difesa le citate spese riservate e se sia previsto che vengano nominati dei funzionari di fiducia e, nel caso, con quali criteri questi funzionari vengano scelti.
INTERROGAZIONE SULLE INIZIATIVE PER REALIZZARE NUOVI ASILI NIDO E SCUOLE DELL'INFANZIA
MARTI, ROMEO - Al Ministro dell'istruzione e del merito - Premesso che:
investire negli asili nido rappresenta una scelta strategica fondamentale e imprescindibile per il futuro del nostro Paese, finalizzata a rafforzare e qualificare l'offerta educativa fin dalla prima infanzia, garantendo pari opportunità di accesso a servizi educativi di qualità a tutti i bambini, indipendentemente dal contesto territoriale;
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1 - si prefigge l'obiettivo di ampliare l'offerta educativa per la fascia 0-6 anni su tutto il territorio nazionale, attraverso la realizzazione di nuovi asili nido e scuole dell'infanzia, nonché la messa in sicurezza di quelli esistenti, al fine di migliorare la qualità del servizio e sostenere le famiglie;
l'obiettivo del PNRR è raggiungere una copertura del 33 per cento dei servizi per la prima infanzia, in linea con i parametri europei, colmando le disparità territoriali sia per la fascia 0-3 anni che per la fascia 3-6 anni, garantendo così un percorso educativo unitario e rispondente ai bisogni formativi di questa fascia d'età, anche attraverso la creazione di spazi di apprendimento innovativi;
il Piano asili nido, nonostante le oggettive difficoltà riscontrate (difficoltà non imputabili all'operato dell'attuale Governo, che anzi ha sempre perseguito con determinazione il rafforzamento dei servizi per l'infanzia e il sostegno alle famiglie, con particolare attenzione alle madri lavoratrici), ha già reso possibile l'autorizzazione di un numero di posti tale da consentire non solo il raggiungimento dell'obiettivo del 33 per cento di copertura nazionale, ma anche di avvicinarsi progressivamente al 45 per cento, target previsto per il 2030, in linea con gli obiettivi strategici del PNRR;
gli investimenti stanziati e le misure attuate dimostrano l'impegno concreto e costante del Governo nel potenziamento dei servizi per l'infanzia, considerati una leva essenziale per la crescita sociale ed economica del Paese, il sostegno alla genitorialità e il riequilibrio delle opportunità lavorative tra uomini e donne,
si chiede di sapere:
se il nuovo piano di interventi annunciato nei giorni scorsi sia pienamente in linea con la traiettoria programmatica del Governo e quali azioni il Ministro in indirizzo intenda adottare per facilitare i comuni nell'attuazione delle misure previste, anche alla luce del successo raggiunto dai precedenti bandi, che hanno registrato un'elevata adesione, soprattutto nelle regioni del Sud;
quali iniziative intenda intraprendere per garantire la piena attuazione del programma PNRR in materia di realizzazione degli asili nido, sia in termini di risorse, sia in termini di supporto operativo agli enti locali, affinché gli obiettivi stabiliti possano essere raggiunti pienamente.
INTERROGAZIONE SULLE NUOVE "INDICAZIONI NAZIONALI PER LA SCUOLA DELL'INFANZIA E PER IL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE"
BUCALO, COSENZA, MALAN, MARCHESCHI, MELCHIORRE, SPERANZON, MENNUNI - Al Ministro dell'istruzione e del merito - Premesso che:
l'11 marzo 2025 è stato pubblicato, sul sito istituzionale del Ministero dell'istruzione e del merito, la bozza delle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione che, a decorrere dall'anno scolastico 2026/2027, aggiorneranno quelle adottate nel novembre 2012;
le nuove linee guida, individuate dopo un lungo processo di consultazione con più di cento audizioni tra associazioni di genitori, comitati studenteschi ed esperti del settore, sono volte a garantire agli studenti un'educazione scolastica che non si limiti all'acquisizione di nozioni, ma favorisca una maggiore consapevolezza storica, linguistica e valoriale, fornendo strumenti solidi per comprendere il presente attraverso la conoscenza di materie e principi che esprimono i valori della tradizione occidentale;
accanto alla riscoperta dell'importanza della scrittura, del corsivo e della calligrafia è previsto anche l'uso delle nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale, con strumenti digitali idonei a favorire un'interazione attiva degli studenti ed una maggiore personalizzazione dell'apprendimento,
si chiede di sapere quali siano i punti salienti del nuovo programma scolastico, quali finalità persegua questo percorso di riforma, che pone al centro la cultura italiana con le sue ineguagliabili radici storiche, filosofiche e identitarie e quali ulteriori azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per rafforzare il raccordo tra il primo ed il secondo ciclo di istruzione e formazione.