Legislatura 19ª - Disegno di legge n. 397

Senato della RepubblicaXIX LEGISLATURA
N. 397
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa dei senatori MELONI, NICITA, FURLAN, MALPEZZI, ALFIERI, MIRABELLI, LORENZIN, MISIANI, IRTO, BASSO, D'ELIA e ZAMPA

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 7 DICEMBRE 2022

Istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta per il contrasto agli svantaggi derivanti dall'insularità

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge prevede di dare concreta attuazione alla recente modifica dell'articolo 119 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica « riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità ». A tal fine, occorre definire e dare priorità ad una nuova politica di contrasto degli svantaggi dell'insularità. Ridurre i divari tra cittadini e tra territori, con particolare riferimento alle isole, non è solo la priorità nazionale per un'Italia più unita e più giusta, è la vera occasione per riavviare uno sviluppo forte e durevole, per riprendere a investire attivando potenziali di crescita e innovazione inespressi, per creare opportunità di lavoro buono, in particolare per i giovani e le donne. Le difficoltà specifiche del Mezzogiorno sono note, a partire dal lavoro (con tassi di occupazione strutturalmente molto più bassi rispetto al Centro-Nord, in particolare per quanto riguarda donne e giovani) e dallo scarso livello dei servizi di cittadinanza (primi fra tutti quelli sanitari e socio-assistenziali). Condizioni che troppo spesso mettono le giovani e i giovani del Mezzogiorno di fronte a un'unica scelta: andarsene. Negli ultimi dieci anni l'emigrazione netta dal Sud e dalle isole verso il Centro-Nord ha superato il mezzo milione di persone, una cifra equivalente all'intera Basilicata. Questo quadro è ancora più preoccupante con riferimento alle isole, a partire dalla Sardegna e dalla Sicilia. Eppure, in queste due regioni, si riscontra una grande vitalità e capacità di innovazione, nelle forze sociali e imprenditoriali, nelle forme della cittadinanza attiva, in luoghi che rappresentano il cambiamento possibile, in realtà che sperimentano già modelli locali di sviluppo sostenibile.
All'interno del tema delle politiche di promozione del Mezzogiorno vi è una specificità negli svantaggi derivanti dall'insularità che, come riconosciuto oggi dalla nostra Costituzione, necessitano di misure dedicate di contrasto. Occorre dunque sviluppare e diffondere un rinnovato approccio ai problemi dell'insularità, capace di realizzare condizioni di benessere, accelerare e supportare i processi virtuosi. La premessa è dare risposte alle emergenze e ai bisogni, dove necessario riconquistando i territori insulari e i loro cittadini alla legalità. Un principio delle politiche di contrasto all'insularità che proponiamo è quello dell'« accesso egualitario ai servizi nel territorio », tra i cittadini e le imprese che vivono la realtà dell'insularità e le migliori esperienze sul territorio nazionale.
Dopo la modifica dell'articolo 119 della Costituzione, occorre ora garantire una continuità territoriale sostanziale, che assicuri davvero agli abitanti delle isole di godere degli stessi diritti degli altri cittadini, riconoscendo al contempo la straordinaria ricchezza e specificità. Un approccio ai problemi dell'insularità rivolto ai giovani, dove l'investimento in istruzione e formazione, dall'asilo all'università, sia una priorità assoluta, per combattere la prima ingiustizia italiana e cioè che il destino di una persona sia segnato dalla famiglia e dal luogo in cui nasce: la prima ragione dell'esodo delle nuove generazioni insulari che rappresenta la vera emergenza nazionale. I giovani delle isole devono essere liberi di andare e di tornare. Noi vogliamo garantire il « diritto a restare ». Un approccio inclusivo, perché i bisogni prioritari di infrastrutturazione non riguardano soltanto la connessione fisica ma anche l'inclusione sociale. Attraverso l'investimento nelle infrastrutture sociali e nei servizi vogliamo promuovere la piena cittadinanza, garantire i diritti sociali in tutto il territorio nazionale, senza esclusioni. Vogliamo un Paese più connesso, per rilanciare la sua competitività. Per farlo, dobbiamo garantire ai territori insulari il « diritto alla connessione », per rompere l'isolamento di alcune aree interne e dei piccoli comuni e, attraverso il rilancio degli investimenti nelle reti e nei servizi di trasporto, migliorare l'accesso e la connessione alle reti europee. Quello che si propone è un approccio ai problemi dell'insularità con l'obiettivo di operare una svolta ecologica, perché la prospettiva di una « transizione giusta » acquista, sia a livello europeo che a livello nazionale, una forte connotazione territoriale. Per le isole italiane, il nuovo corso verde dell'economia e della società rappresenta un'occasione unica, dopo decenni, per non limitarsi a inseguire i processi di sviluppo più avanzati ma per anticipare e sperimentare nuove vie di produzione e benessere. Con gli investimenti previsti vogliamo e possiamo realizzare nei territori insulari italiani il ciclo integrato dei rifiuti per garantire servizi adeguati ai cittadini, favorire nuove opportunità di sviluppo, nel segno della sostenibilità e della legalità. Un approccio ai problemi dell'insularità aperto al mondo del Mediterraneo per accompagnare l'internazionalizzazione dell'economia meridionale, puntando sulla sua vocazione portuale. Una vocazione scritta nella sua geografia e nella sua storia che oggi possiamo rendere di nuovo una prospettiva concreta. La collocazione al centro del Mediterraneo allargato impone una nuova consapevolezza a livello europeo della centralità del Mare Nostrum, dettata non solo dalle dinamiche economiche, ma soprattutto dalla stratificazione storica delle relazioni culturali, da rilanciare in un'ottica di interscambio tra le nuove generazioni, per una prospettiva di pace e benessere diffuso, anche attraverso programmi dedicati di cooperazione.
In tale quadro, occorre definire la natura dei costi derivanti dall'insularità per cittadini, istituzioni e imprese e procedere, anche sulla base di un'indagine conoscitiva supportata dalle valutazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ad una loro stima. Conseguentemente, occorre individuare i settori su cui intervenire con interventi compensativi, a partire dai seguenti settori: sanità, istruzione e università, trasporti nella continuità territoriale, energia. Ne consegue la necessità di definire i correttivi da insularità all'interno del sistema dei livelli essenziali delle prestazioni, anche per contrastare lo spopolamento e poter costruire servizi sulla base delle specificità demografiche e geografiche dei territori insulari.
Sotto un profilo più generale, occorre promuovere uno specifico strumento nell'ambito della Politica di coesione dell'Unione europea espressamente orientato al contrasto degli svantaggi dell'insularità a livello europeo, adeguando la disciplina europea in materia di aiuti di Stato per le isole e definire una fiscalità specifica di vantaggio per le isole, compatibilmente con il rispetto delle norme dell'Unione europea. Occorre, inoltre, realizzare una fiscalità di vantaggio per il lavoro nelle isole, attraverso il negoziato con la Commissione europea, così da accompagnare tutta la stagione di rilancio degli investimenti per massimizzarne l'impatto occupazionale.
Per questo motivo il presente disegno di legge propone l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta per il contrasto agli svantaggi derivanti da insularità.
L'occasione di assumere nella politica ordinaria nazionale gli obiettivi complementari della crescita e della coesione economica, sociale e territoriale delle isole va colta non solo per motivi di equità ma anche perché la riduzione dei divari tra cittadini, imprese e territori è la condizione necessaria per riavviare lo sviluppo nazionale.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Istituzione della Commissione)

1. È istituita, per la durata della XIX legislatura, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare d'inchiesta per il contrasto agli svantaggi derivanti dall'insularità, di seguito denominata « Commissione ».

2. La Commissione presenta alle Camere una relazione annuale sull'attività svolta e sui risultati dell'inchiesta, con osservazioni e proposte volte a garantire la piena applicazione dell'articolo 119, sesto comma, della Costituzione. Sono ammesse relazioni di minoranza. Il presidente della Commissione trasmette alle Camere, dopo sei mesi dalla costituzione, una relazione sullo stato dei lavori.

Art. 2.

(Composizione della Commissione)

1. La Commissione è composta da dieci senatori e da dieci deputati nominati, rispettivamente, dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo.

2. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convocano la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza.

3. La Commissione elegge al suo interno un presidente, due vicepresidenti e due segretari. Per l'elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto il più anziano di età.

Art. 3.

(Competenze della Commissione)

1. La Commissione ha il compito di:

a) chiedere informazioni, acquisire dati e documenti sui risultati delle attività svolte da pubbliche amministrazioni e da organismi che si occupano di questioni attinenti alle peculiarità e agli svantaggi derivanti dall'insularità;

b) verificare, a cadenza annuale, la mappatura dei fondi in essere e delle risorse stanziate, a livello nazionale ed europeo, destinati alle isole;

c) verificare e individuare i settori su cui risulta opportuno agire per contrastare gli svantaggi derivanti dall'insularità con interventi compensativi, con riferimento a: sanità, istruzione e università, trasporti e continuità territoriale, energia;

d) individuare, di concerto con l'Ufficio parlamentare di bilancio, gli indicatori necessari a stimare i costi degli svantaggi derivanti dall'insularità nei settori individuati;

e) valutare le possibili misure e interventi necessari a compensare effettivamente gli svantaggi derivanti dall'insularità, anche valutando opzioni in grado di accedere alle deroghe alla normativa europea in materia di aiuti di Stato;

f) verificare, a cadenza almeno annuale, la normativa europea in materia di aiuti di Stato.

2. Nella relazione annuale di cui all'articolo 1, comma 2, la Commissione individua le proposte e le eventuali modifiche alla normativa vigente al fine di compensare gli svantaggi derivanti dall'insularità, con attenzione a non creare distorsioni all'interno del mercato unico europeo, nonché a proporre eventuali correttivi alle problematiche derivanti dall'insularità al sistema dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), anche per contrastare lo spopolamento e poter costruire servizi sulla base delle specificità demografiche e geografiche dei territori.

Art. 4.

(Attività di indagine)

1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le medesime limitazioni dell'autorità giudiziaria. Alla Commissione, limitatamente all'oggetto delle indagini di sua competenza, non può essere opposto il segreto d'ufficio.

Art. 5.

(Organizzazione interna)

1. Le sedute della Commissione sono pubbliche, salvo che la Commissione disponga diversamente.

2. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno, approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei lavori. Ciascun componente può proporre modifiche al regolamento.

3. La Commissione può avvalersi di tutte le collaborazioni ritenute opportune per l'espletamento dei propri compiti e fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro.

4. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 250.000 euro annui e sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, con determinazione adottata d'intesa tra loro, possono autorizzare un incremento delle spese di cui al precedente periodo, comunque in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta, corredata da certificazione delle spese sostenute.