Legislatura 18 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-04240


Risposta all'interrogazione n. 4-04240
Fascicolo n.85

Risposta. - Si intende riscostruire il percorso istituzionale seguito, peraltro dal Ministro ampiamente illustrato già nel corso dell'audizione del 10 settembre 2020: il Consiglio europeo ha approvato il 21 luglio 2020 l'iniziativa proposta dalla Commissione europea intitolata "Next generation EU" (NGEU). Essa si inquadra in una risposta dell'Unione europea che, in un momento di grave crisi, sia economica che sociale, innescato da una pandemia imprevedibile, ha saputo reagire, riscoprendo la sua vocazione di solidarietà e di inclusione. Al contempo, il programma rappresenta un'occasione irripetibile per rilanciare gli investimenti e attuare importanti riforme nel Paese, all'interno di un disegno di transizione industriale verso un'economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Per la costruzione di questa strategia, il Governo si avvale della partecipazione e dell'apporto di tutte le forze economiche e sociali, in continuità con gli elementi già segnalati come prioritari dalla consultazione nazionale "Progettiamo il rilancio", che ha avuto luogo lo scorso giugno.

La strada scelta dal Governo per la strutturazione del piano nazionale per la ripresa e la resilienza (di seguito PNRR), già all'indomani dell'intesa raggiunta nel corso del richiamato Consiglio europeo del 21 luglio, è stata quella di individuare nel Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), il soggetto istituzionale pivot del processo di definizione delle priorità del PNRR e dei relativi progetti di investimento e di riforma. Ai sensi della legge n. 234 del 2012, infatti, il CIAE rappresenta organo di raccordo politico "al fine di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell'Unione europea".

Anche a seguito di alcuni interventi di parlamentari sull'argomento, si è adottata una logica inclusiva, allargandone la composizione in questo caso a tutti i Ministri (e non soltanto quelli chiamati a parteciparvi ex legge n. 234), nonché ai rappresentanti di Regioni, Province e Comuni.

Si ricorda come, ad oggi, si siano svolte due riunioni del Comitato interministeriale per gli affari europei sul piano nazionale: nel corso della riunione del 28 luglio, si è dato avvio ai lavori di coordinamento per la predisposizione delle linee prioritarie del PNRR; in occasione della riunione del 9 settembre, sono poi state approvate le linee guida essenziali per la redazione del piano e la relativa struttura, articolata in missioni prioritarie e cluster di progetti. Al Comitato interministeriale, è stato poi affiancato il comitato tecnico di valutazione degli atti UE (CTV), incaricato del coordinamento del lavoro di raccolta delle progettualità da far confluire nel PNRR e dei relativi approfondimenti tecnici, in costante dialogo con le amministrazioni centrali competenti per materia.

Nel corso della prima riunione del CTV, tenutasi il 29 luglio, cui hanno partecipato i rappresentanti di tutti i Ministeri e degli enti locali e, come osservatori, anche i funzionari di Camera e Senato, le amministrazioni sono state ufficialmente invitate a presentare le proprie proposte progettuali, coerenti con l'impostazione per macro obiettivi prioritari data dalla proposta di regolamento sul dispositivo di ripresa e resilienza maturata in sede europea, fornendo alle amministrazioni i principi e criteri redazionali necessari per dare avvio alla preselezione e valutazione delle proprie proposte progettuali.

La Commissione europea ha, infatti, specificato che i contenuti ed i principi ispiratori dei piani nazionali devono basarsi su alcune direttrici comuni date, ed in particolare: 1) contribuire alla transizione ambientale; 2) contribuire alla resilienza e sostenibilità sociale; 3) contribuire alla transizione digitale, all'innovazione ed alla competitività europee. Le priorità della progettazione sono state, poi, ulteriormente identificate negli investimenti in campo sanitario, nel sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi, nell'assicurare la liquidità delle imprese (in particolare le piccole e medie) e nelle misure volte a sostenere una ripresa simmetrica a salvaguardia dell'integrità del mercato unico europeo.

Nel corso della riunione del 4 agosto, i Ministeri hanno presentato un primo quadro delle proprie proposte progettuali, e su queste è cominciata la discussione nel corso del medesimo incontro. Si ribadisce come si sia trattato di un intenso lavoro di pre individuazione dei progetti più rispondenti alle linee prioritarie proposte dalla UE; si ricorda, infatti, che una riforma o un progetto di investimento, per poter essere finanziati nell'ambito del Next Generation EU, debbano: 1) affrontare e avviare a soluzione una o più delle sfide delineate in raccomandazioni specifiche per Paese dello Stato membro; 2) contribuire alla transizione dei modelli di sviluppo economico ed industriale in logica digitale e green; 3) contribuire a rafforzare efficacemente il potenziale di crescita sostenibile, creazione di posti di lavoro e resilienza economica e sociale, e a mitigare l'impatto economico e sociale della crisi promuovendo la coesione, la convergenza e l'equità.

Il 5 agosto il Ministro ha condiviso con la 14a Commissione permanente del Senato le prime informazioni sulle modalità con cui il Governo ha avviato l'attività di redazione del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nel pomeriggio del medesimo giorno si è nuovamente riunito il CTV per proseguire la raccolta e l'esame dei progetti. Nel corso dell'incontro sono state esaminate le proposte aventi ad oggetto gli obiettivi della transizione verde e digitale, quali le infrastrutture per l'ambiente; la bioeconomia, la fiscalità e la finanza verde; la transizione ecologica; la lotta al cambiamento climatico e l'energia rinnovabile. Con riguardo al tema della transizione digitale, sono state analizzate le progettualità riguardanti la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, le infrastrutture digitali e la sicurezza informatica, la condivisione dei dati e l'interoperabilità, unitamente allo sviluppo delle competenze.

Nella riunione CTV del 6 agosto sono state esaminate le proposte di riforma indicate nelle raccomandazioni specifiche Paese dell'Unione europea del 2019 e del 2020, in particolare quelle relative all'ordinamento giudiziario e più specificamente al processo civile e penale, alle politiche attive del lavoro e all'introduzione del "salario minimo", al fisco, alla pubblica amministrazione e all'assistenza sanitaria territoriale.

Gli incontri del CTV dell'11 e del 12 agosto hanno riguardato il finanziamento di alcuni progetti a valere su altri programmi del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e di Next generation EU; nel corso di queste riunioni si è posto l'accento sulla necessità che i progetti abbiano sempre un impatto strategico, oltre che sugli obiettivi fondamentali della doppia transizione verde e digitale e dell'inclusione sociale, anche sul tasso di crescita e di occupazione del Paese. Nella riunione del CTV del 13 agosto la discussione ha interessato i criteri di selezione dei progetti da finanziare, affinché la scelta ricada su progettualità effettivamente rispondenti alle priorità individuate dal Consiglio europeo il 21 luglio 2020 e nella proposta di regolamento sul dispositivo di ripresa e resilienza.

Nel corso di tutto il mese di agosto le interlocuzioni con le amministrazioni sono costantemente proseguite: il Ministro ha avuto modo di incontrare in videoconferenza il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, dell'Unione Province italiane e con l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, per raccoglierne le istanze; presso il Dipartimento per le politiche europee si sono svolti incontri bilaterali con tutti i Ministeri e con le Regioni, le Province e i Comuni, per l'approfondimento delle tematiche affrontate nel corso delle riunioni plenarie.

Il 25 agosto si è riunito nuovamente il CTV, con l'obiettivo, da un lato, di "ricondurre ad unità" le proposte progettuali presentate da diversi dicasteri ma insistenti sui medesimi obiettivi, ad esempio i progetti riguardanti l'efficientamento energetico e la digitalizzazione degli edifici pubblici, e, dall'altro, di prevedere che il finanziamento di alcune progettualità sia assicurato da fondi europei diversi dal Next generation EU, come i fondi della coesione nazionali e regionali nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

Negli incontri del 2 e 7 settembre è proseguito il confronto con le amministrazioni sullo stato di avanzamento dei lavori e sulla redazione di "linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza" in vista della riunione del Comitato interministeriale per gli affari europei del 9 settembre e del successivo avvio dei negoziati con la Commissione europea. Il 9 settembre, rispettando il calendario indicato dalla Commissione europea, il CIAE ha discusso e approvato le linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il 15 settembre il Governo ha trasmesso alle Camere la proposta di "linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza". Si evidenzia a questo proposito come l'Italia sia stato l'unico Stato membro a rimettere al vaglio parlamentare le linee guida; esse costituiscono, in questa fase, il punto di partenza per l'avvio di un dialogo informale con la Commissione europea.

Si ricorda che i regolamenti attuativi di NGEU non entreranno in vigore prima dell'inizio del 2021; solo da quel momento sarà possibile presentare ufficialmente i PNRR alle istituzioni europee. Tuttavia, la Commissione europea ha incoraggiato gli Stati membri a presentare la struttura dei piani nazionali già a partire dal 15 ottobre 2020 (come indicato nella proposta di regolamento sulla recovery and resiliente facility), così da avviare un dialogo informale sia con la task force per la ripresa e la resilienza istituita presso la Direzione generale degli affari economici e finanziari (DGECFIN) della Commissione europea, sia con la Direzione generale per le riforme (DGREFORM), incaricata di garantire adeguata assistenza tecnica ai Paesi membri, ai fini della strutturazione e presentazione dei progetti definitivi.

Il 17 settembre, la Commissione europea, parallelamente a quanto il Governo andava facendo a livello nazionale, ha definito i propri orientamenti nella strategia annuale per la crescita sostenibile 2021 (COM(2020) 575), fornendo indicazioni sulla redazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza e sui progetti da presentare ai fini del finanziamento. Il 15 ottobre, la Commissione ha poi pubblicato le linee guida per la predisposizione dei piani: si tratta di elementi estremamente utili, indispensabili a chiarire ulteriormente alle amministrazioni quali siano le priorità e le finalità che la Commissione ritiene che debbano essere presenti sia nei progetti di riforma che nei progetti di investimenti, per attingere alle risorse del fondo NGEU.

Il lavoro avviato per tempo in dialogo con le Amministrazioni centrali, senza attendere il progressivo chiarirsi degli elementi considerati indispensabili da parte della Commissione, è stato fondamentale per il rispetto della scadenza del 15 ottobre ai fini dell'avvio del confronto informale con. la Commissione. Ciò consentirà al nostro Paese di essere in grado di onorare le successive scadenze e cioè la presentazione alle istituzioni europee delle progettualità di cui al PNRR, tra gennaio e aprile 2021, previa approvazione definitiva del Parlamento. Il Governo italiano continua a ritenere giusta ed anzi assolutamente strategica la scelta di adottare una tempistica stringente per la elaborazione del piano nazionale, al fine di accelerare quanto più possibile la partenza del recovery plan, per il quale si è fortemente battuto in tutte le sedi europee negli scorsi mesi.

I lavori del CTV sono poi proseguiti nel corso delle riunioni del 21 e 28 settembre e del 5 ottobre. In particolare, nell'incontro del 21 settembre sono stati approfonditi i contenuti delle linee guida pubblicate dalla Commissione europea; nella seduta del 28 settembre è proseguito il lavoro di raggruppamento dei vari progetti in aree omogenee, articolazioni delle 6 missioni individuate nelle linee guida nazionali approvate dal CIAE il 9 settembre. In quell'occasione, il Ministro ha anche fornito il quadro aggiornato sul negoziato sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027, che vede il confronto tra il Consiglio ed il Parlamento UE alla ricerca di un difficile compromesso.

Nella riunione del 5 ottobre la discussione è stata dedicata a tracciare lo stato dei lavori per la definizione della struttura del PNRR sul presupposto che Next generation EU si propone di rafforzare la resilienza economica del Paese, rivolgendo la massima attenzione alle prossime generazioni; il focus sui giovani riveste pertanto un ruolo di massima centralità.

Il 13 e 14 ottobre sono state approvate rispettivamente dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati due risoluzioni che esprimono valutazioni di indirizzo di cui il Governo terrà conto in sede di predisposizione dello schema del PNRR. In particolare, con la risoluzione approvata dalla Camera dei deputati il 13 ottobre si impegna il Governo: "1) a coinvolgere dell'intero arco parlamentare nella fase di predisposizione e di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, subordinando la trasmissione alla Commissione della bozza del Piano al Parlamento; 2) a promuovere, in sede europea, iniziative volte ad apportare dei correttivi al meccanismo di distribuzione, gestione e destinazione delle risorse provenienti dal NGEU, al fine di consentirne un utilizzo rapido, efficiente ed efficace; 3) ad adottare provvedimenti misurabili nell'impegno e nel risultato, indirizzati alla crescita dell'economia, ad innalzare le dinamiche della produttività, a favorire la conoscenza, la ricerca e l'innovazione, in un contesto di riforme strutturali, che, per colmare il gap con gli altri Paesi europei, comprendano un rilancio delle infrastrutture; 4) ad ampliare l'elenco delle sei missioni individuate dal Governo, aggiungendo ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici, sicurezza, sostegno alla natalità, marchio Italia e riconversione industriale; 5) ad investire sulle infrastrutture al fine di connettere in maniera efficiente tutto il territorio italiano all'Europa, destinando parte delle risorse del PNRR anche allo sviluppo della cosiddetta 'Blue Economy' o economia del mare; 6) a definire, nell'ambito delle politiche fiscali e alle prospettive di riforma, un piano di interventi volto prioritariamente a ridurre il cuneo fiscale a vantaggio di lavoratori e imprese, a favorire ed incentivare l'occupazione anche mediante l'introduzione di meccanismi premiali per le imprese ad alta intensità occupazionale basata sul principio 'più assumi, meno paghi', ad accrescere la competitività delle imprese italiane attraverso una adeguata comparazione con il livello di imposizione degli altri Stati membri dell'Unione Europea; 7) a predisporre a livello ambientale, misure volte alla riduzione delle bollette energetiche per imprese e famiglie e alla riduzione della dipendenza energetica dall'estero, abbandonando l'analisi degli agenti clima alteranti solo allo scarico del mezzo, e considerando l'impronta di carbonio del sistema complessivo, cioè sul binomio veicolo-vettore energetico; 8) ad introdurre adeguate forme di tutela in favore del mondo del lavoro atipico, del lavoro autonomo e delle Partite IVA, istituendo un sistema universale unico di ammortizzatori sociali in sostituzione di quello attuale incentrato sulla tutela dei lavoratori dipendenti tradizionali". Con la risoluzione approvata dal Senato della Repubblica il 14 ottobre si impegna il Governo a "dare rapida attuazione ai contenuti della proposta di linee guida per la definizione del PNRR, tenendo conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari".

In conclusione, preme ribadire come, sulla base dei contenuti delle linee guida e delle valutazioni di indirizzo del Parlamento espresse in sede di approvazione delle risoluzioni, il PNRR cui il Governo sta lavorando si pone come obiettivo fondamentale la promozione di azioni finalizzate, nel medio periodo al rilancio, e alla trasformazione economica del nostro Paese, obiettivo che l'Unione europea e gli Stati membri si sono dati in sede di negoziato dei contenuti del regolamento sul dispositivo per la ripresa e resilienza. In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 21 luglio e dei contenuti della bozza del regolamento, le direttrici comuni da seguire in sede di predisposizione dei progetti sono quelle della transizione verde e digitale, del rafforzamento del potenziale di crescita e della creazione di posti di lavoro, della necessità di dare attuazione alle riforme indicate nelle raccomandazioni specifiche Paese dell'Unione europea del 2019 e del 2020, nell'attenuazione dell'impatto economico e sociale della crisi, nel rafforzamento della coesione economica e sociale e nella convergenza territoriale.

Dare attuazione alle riforme nei settori nevralgici del Paese (giustizia, lavoro, formazione, fisco, pubblica amministrazione) è, infatti, presupposto indispensabile per qualsiasi progetto di investimento, così da rafforzarne l'impatto positivo sul livello dell'attività economica nel breve periodo ed incidere sul suo potenziale di crescita nel medio termine.

Alla luce del contesto economico e sociale italiano, perseguire questi obiettivi per il nostro Paese significherebbe portare il tasso di crescita dell'economia italiana, che nell'ultimo quinquennio si è attestato intorno allo 0,8 per cento medio annuo, quantomeno in linea con la media UE (1,6 per cento); aumentare il tasso di occupazione di 10 punti percentuali per arrivare all'attuale media UE (73,2 per cento contro il 63 per cento dell'Italia); elevare gli indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale (BES); ridurre i divari territoriali di PIL, reddito e benessere; abbattere l'incidenza dell'abbandono scolastico e dell'inattività dei giovani, migliorare la preparazione degli studenti e la quota di diplomati e laureati; rafforzare la sicurezza e la resilienza del Paese a fronte di calamità naturali, cambiamenti climatici e crisi epidemiche e garantire la sostenibilità e la resilienza della finanza pubblica.

Tenendo conto di questi obiettivi e delle direttrici comuni condivise a livello europeo, le linee guida del PNRR sono state, pertanto, articolate su tre livelli: 1) le sfide. Il piano dovrà essere in grado di contribuire a risolvere le sfide strategiche del Paese, stimolando la sua capacità di ripresa (capacità di ripresa e resilienza del Paese; transizione verde e digitale; coesione economica e sociale; potenziale di crescita e creazione di posti di lavoro); 2) le missioni. Sono individuate 6 missioni: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute; 3) le azioni, e cioè le aree di progetti che declineranno nel concreto gli obiettivi descritti. Le missioni sono trasversali e sono state poi articolate in azioni che saranno popolati di progettualità articolate per macro obiettivi e settori, in una logica di uniformità e coerenza. Tale struttura del piano, anche definita "alberatura", è stata impostata non per "escludere" progettualità di alcuno, ma per dare l'indispensabile organicità, in un quadro di priorità e macro obiettivi dato in sede europea, alla progettualità delle singole amministrazioni centrali, delle grandi aziende partecipate, e dei diversi livelli di governo.

Amministrazioni, enti territoriali, associazioni di categoria e grandi imprese potenziali coinvestitrici, tutti sono stati coinvolti nel processo e stanno apportando il proprio contributo in piena trasparenza, secondo un percorso formato dalla menzionata legge n. 234 del 2020, garantendo l'indispensabile coerenza del percorso di progettazione. Una progettazione, si sottolinea, che la Commissione impone giustamente che sia caratterizzata da un'attenzione alla definizione puntuale dei costi, della tempistica e delle modalità concrete di attuazione dei progetti, prevedendo target intermedi e finali da rispettare, l'introduzione di meccanismi adeguati per prevenire il cosiddetto doppio finanziamento (risorse a carico del recovery fund e risorse ex quadro finanziario pluriennale 20121-2027), nonché la preliminare individuazione del soggetto attuatore.

In questo grande sforzo di coordinamento, il ruolo del Dipartimento per le politiche europee si è limitato, su incarico del Presidente del Consiglio, al coordinamento del processo di raccolta dei progetti, incardinato nella responsabilità tecnica secondo le competenze dei diversi dicasteri, classificando le proposte secondo l'alberatura del PNRR condivisa in sede di Comitato interministeriale per gli affari europei; in questo senso, si ribadisce che la scelta ultima delle progettualità da inserire nel piano stesso, da presentare alla Commissione europea, sarà sottoposta al vaglio del decisore politico nell'ambito dello stesso Comitato e, coerentemente con quanto sempre assicurato in tutto il percorso sin qui svolto, portato al vaglio definitivo del Parlamento nazionale.

Il Ministro per gli affari europei
AMENDOLA

(4 novembre 2020)