Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03654

Atto n. 4-03654

Pubblicato il 11 giugno 2020, nella seduta n. 228

DE BONIS , MARTELLI , DE FALCO , NUGNES , CIAMPOLILLO , BINETTI , BUCCARELLA , SERAFINI , SACCONE - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

"Tempa Rossa" è un giacimento petrolifero situato nell'alta valle del Sauro, nel cuore della Basilicata. Il progetto si estende principalmente sul territorio del comune di Corleto Perticara (Potenza). 5 pozzi si trovano sul territorio dello stesso comune, mentre il sesto pozzo si trova nel comune di Gorgoglione. Altri 2 pozzi saranno perforati una volta concesse le autorizzazioni. L'area dove verrà realizzato il centro di stoccaggio GPL si trova, invece, nel comune di Guardia Perticara;

a regime l'impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo;

con delibera di Giunta regionale n. 877/2019, la Regione ha verificato l'ottemperanza alle prescrizioni di cui alla delibera di Giunta n. 1888/2011 ed alla delibera CIPE n. 18/2012, rendendo così possibile l'esecuzione delle prove funzionali di esercizio dell'impianto relativo al centro olio Tempa Rossa;

anche la sezione di Napoli dell'Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG) ha emesso la propria autorizzazione in data 11 dicembre 2019, prot. n. 3292;

le prove sono iniziate immediatamente con idrocarburo proveniente dai pozzi della concessione e, inizialmente, dal pozzo "Gorgoglione 1". Tali prove hanno subito solo un rallentamento a fronte dell'emergenza COVID-19;

considerato che:

i componenti del direttivo del comitato "La voce di Corleto" hanno ricevuto, il 3 giugno 2020, una lettera anonima, corredata da fotografie che ritraggono uno scarico di acque apparentemente reflue, ma in realtà putride e maleodoranti miste ad un liquido marroncino-nero che tanto richiama il colore del greggio, posto all'interno del centro oli, precisamente sopra il pozzo Gorgoglione 1, quello dal quale oggi si estrae l'idrocarburo. Atteso che con la menzionata delibera la giunta regionale ha verificato l'ottemperanza ed ha recepito l'autorizzazione UNMIG al fine di conferire le acque di produzione e quelle meteoriche eccedenti la capacità di riutilizzo interno presso impianti autorizzati per lo smaltimento a mezzo di autobotti, ci si chiede come mai questo possa essere accaduto;

quanto emerge dalle foto è un'immagine della valle del Sauro che poco si confà all'agognata isola felice e, mentre la Total va avanti con le prove autorizzate, pare che il sindaco di Corleto, uno dei comuni maggiormente interessati dalle estrazioni, abbia pensato principalmente all'anticipazione delle royalty, dimenticando il suo importante ruolo di autorità sanitaria;

durante questo periodo di chiusura, determinato dall'emergenza COVID-19, a Tempa Rossa la multinazionale francese ha continuato a pompare petrolio dalle viscere della terra lucana (non i 10.000 barili al giorno da questi riferiti bensì circa 25.000 barili, secondo alcune fonti) anche provocando, in alcune circostanze, il fenomeno di "gas flaring", ovvero la bruciatura in torcia nell'aria di gas contenenti componenti pericolosi per la salute pubblica. Le autorizzazioni rilasciate ammettono l'utilizzo delle torce esclusivamente quali dispositivi di emergenza o sicurezza; l'articolo 271, comma 14, del decreto legislativo n. 152 del 2006 chiarisce che, al pari di quanto avviene nei periodi di avviamento ed arresto o di altri periodi transitori riconosciuti dall'autorità competente, il rispetto dei valori limite di emissione è escluso nei periodi in cui si verificano anomalie o guasti tali da non permettere il rispetto dei valori stessi, specificando che tali situazioni vadano gestite con prescrizioni specifiche;

alla luce degli sviluppi normativi, invece, le emissioni in atmosfera da dispositivi di sicurezza ed emergenza in situazioni di "normale esercizio" (ovvero che non configurano anomalie, guasti, avvii, arresti) possono e devono essere espressamente autorizzate nel rispetto delle norme generali definite al titolo V dello stesso decreto;

nonostante le quotidiane denunce dei cittadini attraverso qualsivoglia mezzo di comunicazione, nulla è stato fatto davanti allo scempio e alla prepotenza dei francesi della Total che, in data 6 febbraio, hanno affermato che non classificano l'accaduto come "un evento che sia potenzialmente in grado di inquinare il sito" e quindi soggetto ad obblighi comunicativi agli organi competenti. In data 5 maggio 2020, riguardo alle sfiammate del 28 aprile e 2 maggio, la Total in una nota ha precisato che "nessuna anomalia è stata registrata come lo scorso 19 marzo", attribuendo le responsabilità al maggiore contenuto di gas derivante dall'inserimento in produzione di un pozzo aggiuntivo e alle condizioni meteo;

dal canto suo, l'assessore regionale per l'ambiente e l'energia, Gianni Rosa, chiarisce che "La foto a corredo dell'articolo apparso sui quotidiani ritrae un particolare di uno dei tanti canali del sistema di drenaggio realizzato durante la fase di preparazione del Centro Olio. La finalità del sistema di drenaggio è quella di allontanare le acque piovane dalle aree esterne alla recinzione del Centro Olio e dai rilevati. Questa mattina, da parte di alcune persone del luogo, ci è pervenuta una foto dello stesso canale. La situazione è completamente diversa. La foto pubblicata probabilmente si riferisce al periodo di operatività del cantiere in un momento in cui non avvenivano estrazioni. È quindi datata e non restituisce, forse malevolmente, lo stato dei luoghi attuale", e inoltre "La Total non può effettuare alcuno scarico delle acque di produzione nel periodo di prove di esercizio funzionali degli impianti del Centro Olio Tempa Rossa e per un periodo di almeno cinque anni a partire dall'avviamento della fase di esercizio dello stesso Centro Olio. Questo è stato prescritto alla società petrolifera con la delibera della Giunta regionale n. 877/2019";

l'assessore ha certo fatto dichiarazioni in merito alla situazione, ma ha omesso la questione più importante e cioè la necessità di effettuare verifiche, cosa che in Basilicata spesso accade, salvo interventi successivi anche da parte della magistratura,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di effettuare un'attualizzazione dei luoghi per verificare la veridicità di quanto riportato dagli articoli di stampa sulle acque putride presso il centro oli e come queste vengano smaltite;

perché la Total non abbia ottemperato ai dettami delle prescrizioni autorizzative per i reflui e se abbia ricevuto espressa autorizzazione per le frequenti emissioni di gas in torcia, nel rispetto delle norme generali definite al titolo V del decreto legislativo n. 152 del 2006;

se non ritenga di dover vigilare sullo svolgimento delle attività estrattive sin dalla fase delle prove funzionali di avvio della produzione per la salvaguardia della salute e dell'incolumità dei cittadini della valle del Sauro, oltre che dell'integrità dell'ambiente, considerato che entrambi potrebbero essere posti in grave pericolo.