Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06896
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Atto n. 4-06896
Pubblicato il 6 aprile 2022, nella seduta n. 423
DE BONIS , GALLONE - Ai Ministri della transizione ecologica e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
le sole piccole imprese manifatturiere hanno consumi energetici pari a 26 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), pari a tutto il gas utilizzato per riscaldare le case. Convertire soltanto il 20 per cento di quei consumi dal termoelettrico alle fonti rinnovabili consentirebbe un risparmio di gas pari a 6 miliardi di metri cubi all'anno;
artigiani e piccole imprese rappresentano un potenziale enorme per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, teoricamente possono costituire un parco fotovoltaico da 60.000 megawattora, tre volte la potenza installata in Italia. In poco tempo si potrebbero realizzare almeno 400.000 piccoli impianti per l'autoproduzione da rinnovabili (oggi sono circa 140.000 per una potenza di 6.000 megawattora) con conseguente riduzione dei consumi di gas di oltre 2 miliardi di metri cubi all'anno;
un contributo pubblico del 50 per cento sul costo dell'investimento costerebbe circa 1,5 miliardi di euro in tre anni. Purtroppo, però, artigiani e piccole imprese sono fortemente penalizzati, perché esclusi da tutte le misure di incentivazione per le rinnovabili che sono concentrate sulle famiglie e sui grandi impianti, attraverso il sistema delle aste con risultati, peraltro, molto modesti;
la proposta, che gli interroganti condividono appieno, proviene dal segretario generale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, che da oltre 75 anni rappresenta e tutela gli interessi delle micro, piccole e medie imprese operanti nei settori manifattura, costruzioni, servizi, trasporto, commercio e turismo, delle piccole e medie industrie e, in generale, del mondo dell'impresa e delle relative forme associate, con particolare riferimento al settore dell'artigianato, del lavoro autonomo, dei professionisti e dei pensionati;
puntare esclusivamente sulla realizzazione di grandi impianti è una risposta parziale al bisogno di stimolare l'incremento della produzione da fonti rinnovabili. I circa 140.000 piccoli impianti per autoproduzione possono essere triplicati in pochi anni portando la potenza installata a quasi 20.000 megawatt, che rappresenta l'80 per cento della capacità attuale del fotovoltaico attivo in tutto il Paese;
sarebbe opportuno, pertanto, istituire un sistema di incentivazione per i piccoli impianti di autoproduzione di energia elettrica (fino a 200 kilowatt) sfruttando l'enorme potenziale di artigiani e piccole imprese, nonché introdurre misure specifiche per la platea delle piccole imprese, prevedendo l'istituzione di un fondo dedicato al sostegno dell'autoproduzione o, preferibilmente, un credito d'imposta dell'investimento per l'installazione di impianti per l'autoproduzione da fonti rinnovabili;
nella recente audizione al Senato della Confederazione nazionale dell'artigianato sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, la Confederazione ha accolto con favore l'estensione del credito d'imposta inizialmente previsto solo per le imprese ad elevato consumo di energia elettrica e gas naturale, ma in merito alla volontà di rafforzare il monitoraggio delle dinamiche dei mercati energetici, che scontano fenomeni speculativi (per i quali il primo firmatario della presente interrogazione ha presentato l'atto di sindacato ispettivo 4-06759, pubblicato il 17 marzo 2022) sarebbe auspicabile che il Governo adottasse nuove forti misure, come ad esempio la fissazione di un tetto al prezzo dell'energia, così come pure una proroga della misura della riduzione delle accise sui carburanti, che termina tra due settimane,
si chiede di sapere:
quali urgenti iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, al fine di favorire artigiani e piccole imprese nell'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, che determinerebbe in poco tempo una riduzione dei consumi di gas pari a 2 miliardi di metri cubi all'anno;
se non ritengano che sia necessaria la definizione di interventi più mirati, quali per esempio la semplificazione delle procedure ed una maggiore dotazione di risorse che avrebbero positive ricadute sia per l'ambiente che per l'attivazione di investimenti privati;
se non ritengano che sia indispensabile un'azione efficace da parte del Garante per la sorveglianza dei prezzi, al quale le principali associazioni di rappresentanza possono offrire un importante contributo in termini di attività di monitoraggio, al fine di contrastare fenomeni speculativi.