Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06559
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Atto n. 4-06559
Pubblicato il 9 febbraio 2022, nella seduta n. 401
AIMI , GALLIANI , CANGINI , BINETTI , SICLARI , PAPATHEU , BERARDI , RIZZOTTI , MALLEGNI , STABILE , PEROSINO , CALIGIURI , GALLONE , TOFFANIN , DE BONIS , VONO - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
un recente studio pubblicato su "Nature immunology" da Matteo Stravalci, ricercatore di "Humanitas" e Isabel Pagani, ricercatrice dell'ospedale "San Raffaele", ha dimostrato che la prima difesa contro il COVID e contro gli altri agenti patogeni è l'immunità innata. Lo studio ha coinvolto anche fondazione toscana "Life Science" con Rino Rappuoli, l'istituto di Ricerca in biomedicina di Bellinzona e la "Queen Mary university" di Londra;
in particolare lo studio si è concentrato sulle molecole presenti nel sangue e nei liquidi biologici e che funzionano come "antenati degli anticorpi" (i cosiddetti ante-antibody) allo scopo finale di replicarne, se possibile, il meccanismo in un farmaco. L'immunità innata consente al nostro corpo di difendersi nel 90 per cento dei casi da problemi causati dal contatto con batteri e virus. A tale tipo di immunità si affianca quella adattativa, che può essere potenziata con i vaccini;
già alcuni anni fa erano stati individuati alcuni geni facenti parte di una famiglia di antenati degli anticorpi. Lo studio recente ha approfondito l'interazione tra questi e SARS-CoV2, scoprendo che una di tali molecole, la mannose binding lectin (MBL), si lega alla proteina "Spike" del virus bloccandolo. La MBL è in grado di vedere e riconoscere anche "Omicron", oltre alle varianti classiche del virus come "Delta". Resta inoltre da approfondire l'interazione tra questo meccanismo protettivo e la risposta immunitaria indotta dai vaccini che restano comunque una fondamentale cintura di sicurezza per la difesa dell'organismo;
tutti aspetti, quelli illustrati, che il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva già evidenziato con diverse interrogazioni parlamentari, con le quali si chiedeva di potenziare le ricerche in merito alla stimolazione dell'immunità innata, già studiata dal professor Beniamino Palmieri dell'università di Modena e Reggio Emilia,
si chiede di sapere:
di quali informazioni si disponga in relazione agli studi sull'immunità innata e sulla capacità di difesa da SARS-CoV2 ad essa collegata;
se si disponga di informazioni e dati specifici rispetto alla stimolazione dell'immunità innata in relazione alla difesa da SARS-CoV2;
se si intenda promuovere ricerche in tal senso per acquisire una vasta gamma di informazioni scientifiche utili a potenziare le difese dal virus COVID-19;
se si intenda valutare, alla luce dei nuovi dati acquisiti, l'opportunità di procedere, nella lotta contro la pandemia, anche percorrendo l'importante strada dell'immunità innata, soprattutto ai fini della prevenzione.