Pubblicato il 20 dicembre 2021, nella seduta n. 388
DE BONIS - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
in un rapporto diffuso il 22 settembre 2021, Amnesty international ha denunciato che 6 aziende farmaceutiche produttrici del vaccino contro il COVID-19 stanno alimentando una crisi dei diritti umani senza precedenti, in quanto si rifiutano di cedere i diritti di proprietà intellettuale e di condividere la tecnologia necessaria e, nella maggior parte dei casi, non dando priorità alla distribuzione dei vaccini negli Stati più poveri;
l'organizzazione per i diritti umani ha esaminato 6 delle aziende farmaceutiche che hanno nelle mani il destino di miliardi di persone: AstraZeneca plc, Biontech SE, Johnson & Johnson, Moderna Inc., Novavax Inc. e Pfizer Inc.. Ne è venuta fuori l'immagine sconfortante di un'industria che sta totalmente venendo meno al rispetto dei diritti umani;
come ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty international, vaccinare il mondo è l'unico modo per uscire da questa crisi e, quindi, si dovrebbero celebrare come eroi queste aziende capaci di creare i vaccini così velocemente. Invece, per loro vergogna, la loro posizione contro il trasferimento della conoscenza e il favore da loro concesso agli Stati ricchi hanno dato luogo a una tanto prevedibile quanto assai devastante penuria di vaccini per tanti altri;
tale atteggiamento sta facendo ripiombare parti dell'America latina, Africa e Asia in una nuova crisi e sta portando allo stremo sistemi sanitari già deboli, con la conseguenza di decine di migliaia di morti evitabili ogni settimana. In molti Stati a basso reddito neanche gli operatori sanitari e le persone a rischio di contagio hanno ricevuto il vaccino, ha aggiunto Callamard;
a fronte di queste enormi disuguaglianze è previsto che alla fine del 2022 Biontech, Moderna e Pfizer avranno realizzato complessivamente guadagni per 130 miliardi di dollari e l'interrogante, nel concordare con la segretaria generale di Amnesty international, ritiene che i profitti non dovrebbero mai venire prima delle vite umane;
le 6 aziende hanno finora rifiutato di partecipare alle iniziative coordinate a livello internazionale per aumentare le forniture globali attraverso la condivisione della conoscenza e della tecnologia. Si sono anche opposte alla proposta di cedere temporaneamente i brevetti, presentata da India e Sudafrica. I produttori dei vaccini hanno monopolizzato la proprietà intellettuale, bloccato il trasferimento tecnologico ed esercitato pressioni contro l'approvazione di misure che avrebbero espanso la produzione globale;
fatta questa breve premessa, che avrebbe dovuto smuovere tutti i Paesi del mondo per questo grave atteggiamento delle case farmaceutiche produttrici di vaccini, che sono venute meno alle responsabilità sui diritti umani e non hanno assicurato un'equa distribuzione dei vaccini, si constata, purtroppo, che la propagazione del virus con le sue varianti non accenna a regredire come dovrebbe. Molto probabilmente l'assenza di un considerevole rallentamento è dovuto al fatto che non tutti si sono sottoposti alla vaccinazione; nei Paesi più poveri perché il vaccino non è arrivato e in altri Paesi europei, come in Italia, per esempio, perché molti temono effetti indesiderati, anche letali. Senza considerare, poi, che durante una pandemia inoculare vaccini potrebbe provocare delle varianti (come viene insegnato al primo anno di medicina);
considerato che:
si è parlato più volte di un vaccino che sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti e pare che piaccia agli "scettici" della vaccinazione. Tale vaccino, il Novavax, sarebbe un'arma in più contro la pandemia, soprattutto per alzare ulteriormente il numero di persone vaccinate, essendo basato su una tecnologia più "accettata" da molti gruppi contrari alla vaccinazione;
Nuvaxovid, questo il nome commerciale del vaccino, sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster e altre infezioni di carattere virale. Nulla a che fare dunque con la tecnologia a RNA messaggero, invisa alla maggior parte dei contrari al vaccino, sebbene anche in questo preparato siano presenti nanotecnologie e adiuvanti;
i dati presentati dall'azienda produttrice parlano di un'efficacia intorno al 90 per cento, appaiono comunque solidi e gli standard di sicurezza e qualità della produzione sono stati allineati a quelli richiesti dall'EMA e dall'FDA americana;
pare che Novavax possa essere somministrato dai 18 anni in su, costi molto meno dei ritrovati di Pfizer e Moderna e sia di facile trasporto, perché si conserva alla normale temperatura di frigorifero. In aggiunta a questo vaccino ci sarebbe anche quello francese Valneva "Vla2021", che potrà arricchire ulteriormente la gamma vaccinale a disposizione (sembra che l'Europa ne abbia prenotate 24 milioni di dosi circa). Quest'ultimo prodotto è infatti basato sul virus disattivato, che senza generare la malattia stimola la risposta immunitaria, una tecnologia più "antica" rispetto a quelle attuali ma meno temuta da coloro che non vogliono vaccinarsi,
si chiede di sapere:
come mai si sia agito ben poco sulle case farmaceutiche, o "Big Pharma" che si voglia dire, affinché queste non monopolizzassero la proprietà intellettuale, bloccando il trasferimento tecnologico ed esercitando pressioni contro l'approvazione di misure che avrebbero espanso la produzione globale, venendo così meno al rispetto dei diritti umani;
se il Ministro in indirizzo non ritenga che i vaccini come Novavax o Valneva, che sfruttano la tecnica delle proteine ricombinanti, diversi dalla tecnologia a RNA messaggero, invisa alla maggior parte dei contrari al vaccino, non sia un ottimo escamotage per bloccare maggiormente il virus e le sue varianti, considerato che la vaccinazione diminuisce il rischio di contrarre il coronavirus e di trasmetterlo e, in ogni caso, anche se non lo previene al 100 per cento, offre una protezione molto elevata da decorsi gravi della malattia;
quali iniziative intenda adottare perché i vaccini come Novavax o Valneva vengano al più presto inseriti tra quelli attualmente in uso in Italia, in modo da essere inoculati da coloro che temono gli effetti dei vaccini a RNA messaggero, per contrastare così in maniera veramente efficace la pandemia;
quali iniziative intenda adottare per diffondere lo stesso vaccino proteico anche nei Paesi poveri.