Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06046
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Atto n. 4-06046
Pubblicato il 22 settembre 2021, nella seduta n. 362
DE BONIS - Al Ministro della transizione ecologica. -
Premesso che:
è da tempo che si rincorrono previsioni molto preoccupanti per i consumatori per quanto riguarda gli aumenti dei prezzi di luce e gas nei prossimi mesi. Infatti, durante il convegno della CGIL organizzato a Genova, il Ministro in indirizzo ha detto che nel prossimo trimestre ci si attende che la bolletta dell'energia elettrica possa aumentare del 40 per cento, e la segnalazione si è aggiunta a quelle già fatte negli ultimi mesi da analisti ed economisti riguardo all'incremento dei costi dell'energia;
nello scorso trimestre il prezzo dell'elettricità era aumentato del 20 per cento, ma il Governo italiano era intervenuto stanziando 1,2 miliardi di euro per mantenere l'incremento dei prezzi delle bollette al di sotto del 10 per cento;
considerato che:
il prossimo aggiornamento trimestrale dei prezzi per i clienti del mercato di tutela fissati dall'ARERA (l'Autorità di regolazione di settore) vedrà, dunque, un fortissimo aumento dei prezzi sia per la luce che per il gas. Le motivazioni sono diverse e riguardano la struttura stessa del mercato energetico. Innanzi tutto, gli aumenti saranno determinati dalla crescita veloce e costante che, ormai da un anno e mezzo, interessa il prezzo delle fonti energetiche e, di conseguenza, i costi di produzione dell'elettricità (visto che, ancora in larga parte, sono proprio le fonti fossili ad essere utilizzate per produrla). Inoltre, questi aumenti sono dovuti alla ripresa dei consumi e della produzione industriale post pandemia, che l'interrogante considera senza dubbio una cosa positiva, ma avranno un impatto pesante per le tasche dei consumatori, soprattutto i più vulnerabili;
andando ad analizzare i dati del mercato elettrico e i valori raggiunti dal PUN (prezzo unico nazionale, cioè il costo all'ingrosso dell'energia elettrica) in borsa si vede come dai 22 euro a megawattora di maggio 2020 si è arrivati, dopo una crescita costante, ai quasi 140 euro di questi giorni: una crescita enorme che, purtroppo, non può che scaricarsi sulle bollette di consumatori e imprese;
ad aggravare poi la situazione c'è anche l'aumento esponenziale dei costi dell'anidride carbonica. Esiste, infatti, a livello europeo il meccanismo ETS (emissions trading system) cioè il sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra che rappresenta il principale strumento, voluto dall'Europa, per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Il sistema ETS stabilisce un tetto massimo di emissioni che ogni comparto industriale deve rispettare, e chi sfora questo tetto deve acquistare "crediti di CO2" proprio sul mercato ETS;
purtroppo, avendo creato, di fatto, un mercato finanziario dei crediti di anidride carbonica, la speculazione è dietro l'angolo, anche per i nuovi, e giusti, più stringenti obiettivi di decarbonizzazione che come Europa ci si è posti per evitare la catastrofe climatica. Analizzando il mercato si è visto, quindi, come il costo dei crediti di anidride carbonica sia passato dai 35 euro a tonnellata di inizio anno ai 62 attuali e, purtroppo, non accenna a diminuire;
pare che il problema dell'aumento del prezzo dell'elettricità non riguardi solamente l'Italia. In Spagna il primo ministro Pedro Sanchez ha annunciato che sarà imposto un prezzo massimo per il gas e che ci sarà una riduzione della tassa sull'elettricità, con una riduzione di quasi 1,5 miliardi di euro di entrate per i conti pubblici. La misura era però temporanea e nel frattempo i prezzi per l'energia hanno continuato ad aumentare in buona parte dell'Europa, con rischi soprattutto per la fascia della popolazione che non si può permettere sistemi di riscaldamento adeguati (in Italia si stima che sia quasi il 9 per cento delle famiglie, 2,3 milioni di individui). Nel caso di un inverno particolarmente rigido, il problema potrebbe essere ancora più sentito a causa dei maggiori consumi e del conseguente aumento della domanda;
tenuto conto che:
diversi altri fattori hanno contribuito all'aumento dei prezzi dell'energia osservato negli ultimi mesi. Dopo il già citato periodo di sensibile rallentamento dovuto alla pandemia da coronavirus, le attività produttive hanno ripreso determinando un rapido aumento della domanda per le materie prime, difficili da reperire a causa di problemi di disponibilità e di trasporto. Questi problemi hanno interessato anche le materie prime con cui si produce la maggior parte dell'energia in Europa: il prezzo del petrolio è aumentato del 200 per cento dalla primavera del 2020 e quello del gas naturale del 30 per cento solo nel secondo trimestre del 2021;
come riporta alla pagina economica l'articolo on line de "Il Post" e secondo molti esperti, in Italia il gas naturale è impiegato per produrre circa il 40 per cento dell'energia elettrica, di conseguenza un marcato aumento del suo prezzo si riflette sul costo dell'elettricità. L'Europa ha una forte dipendenza dalle forniture della Russia, che in questo periodo ha ridotto i flussi a vantaggio dei Paesi asiatici. Alcuni problemi nei giacimenti del mare del Nord hanno inoltre reso disponibili meno quantità di gas prodotto direttamente in Europa, e il progressivo esaurimento di uno dei più importanti giacimenti nei Paesi Bassi non sta aiutando;
alla luce di tutto ciò, l'Unione nazionale consumatori calcola che, nell'ipotesi di prezzi costanti su base annua, i rincari comporteranno 56 euro in più per la luce e 158 euro per il gas per una spesa di 214 euro in più all'anno,
si chiede di sapere:
quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di evitare i nuovi preoccupanti aumenti dei costi dell'energia e, contemporaneamente, adoperarsi affinché qualsiasi operazione che si intraprenda non gravi sensibilmente sui conti pubblici;
se non ritenga che l'azione del Governo debba essere quella di accelerare sulle fonti rinnovabili per mettere al sicuro l'Italia dai conflitti geopolitici legati al controllo degli idrocarburi e abbassare, così, il costo della bolletta, non demonizzare la transizione ecologica.