Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05782
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Atto n. 4-05782
Pubblicato il 8 luglio 2021, nella seduta n. 344
DE BONIS - Ai Ministri per il Sud e la coesione territoriale e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
la scelta per il potenziamento dell'intero complesso della logistica, in particolare nel Mezzogiorno, è sicuramente costituita dall'attuazione delle zone economiche speciali (ZES). Infatti, esse sono state istituite con l'obiettivo precipuo di attrarre grandi investimenti, favorendo la crescita delle imprese già operative o la nascita di nuove realtà industriali nelle aree portuali e retroportuali e implementando le piattaforme logistiche, collegate anche da intermodalità ferroviaria, attraverso alcune agevolazioni fiscali aggiuntive, il rafforzamento degli sportelli unici doganali, le semplificazioni delle procedure amministrative, la riduzione del sistema burocratico e un insieme di altre misure e deroghe normative;
il decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 (Gazzetta Ufficiale serie generale n. 188 del 12 agosto 2017), e successive modificazioni, nell'ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle ZES;
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2018 è stato adottato il regolamento recante l'istituzione di zone economiche speciali (Gazzetta Ufficiale serie generale n. 47 del 26 febbraio 2018);
con il decreto del direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale n. 11/2021 è stata istituita la segreteria di supporto ai commissari delle ZES;
il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha destinato 630 milioni di euro per investimenti infrastrutturali volti ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, in particolare con le reti trans europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l'attuazione delle ZES. A queste risorse, si aggiungono ulteriori 1,2 miliardi di euro che il PNRR riserva a interventi sui principali porti del Mezzogiorno;
nell'ambito dei piani strategici di sviluppo delle 8 ZES coinvolte sono previste diverse progettualità infrastrutturali. In alcune aree produttive i tavoli regionali hanno già accordi con operatori economici pronti ad investire, che pongono però come condizione la dotazione di infrastrutture delle aree individuate, così come negli altri strumenti di regolazione (piani regolatori comunali, piani paesistici regionali, eccetera); reti di trasporto resilienti ed efficienti con interventi locali mirati a rafforzare il livello di sicurezza delle opere d'arte serventi (spesso vetuste), relativamente all'accesso alle strutture principali (porti, aeroporti, aree produttive);
il PNRR, oltre agli investimenti, prevede anche una riforma per semplificare il sistema di governance delle ZES e favorire meccanismi in grado di garantire la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi, nonché favorire l'insediamento di nuove imprese. Come preannunciato dal ministro Carfagna, le nuove norme interverranno in particolare su tre aspetti: sarà introdotto un regime di autorizzazione unica per gli investitori, la cui responsabilità sarà in capo esclusivamente al commissario ZES, farà eccezione solo la valutazione d'impatto ambientale, che resta in capo alle Regioni; il commissario sarà dotato di una struttura tecnica propria, affiancata a sua volta da una segreteria di supporto nazionale già istituita presso l'Agenzia per la coesione territoriale; il credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nelle aree ZES sarà raddoppiato da 50 a 100 milioni di euro ed esteso anche agli immobili strumentali presenti o da costruire nell'area;
considerato che:
sta maturando in alcuni presidenti di Regioni del Nord la volontà di estendere la possibilità di istituire ZES all'intero territorio nazionale;
l'art. 107 del Trattato di funzionamento dell'Unione europea prevede la notifica alla Direzione generale della concorrenza del provvedimento di istituzione delle ZES che non siano aiuti di Stato distorsivi della stessa. Infatti, l'articolo indica, tra gli aiuti ammissibili, al paragrafo 3) "misure destinate a favorire lo sviluppo economico delle regioni in cui il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure sia presente una grave forma di sottoccupazione, in considerazione della loro situazione strutturale, economica e sociale". Nello specifico si tratta di aree il cui PIL pro capite è inferiore al 75 per cento della media UE, ossia regioni del Mezzogiorno di Italia e non del Nord;
la scelta governativa è stata quella di adottare lo schema free port zone avente a riferimento un porto nevralgico della rete Ten-T con le aree logistiche retroportuali economicamente e funzionalmente connesse e di concedere alle ZES, così come identificate nelle aree ex obiettivo 1, convergenza, oggi in ritardo di sviluppo attraverso aiuti di Stato quali il credito di imposta;
al momento le ZES istituite in Italia, in Campania, Calabria, Puglia-Basilicata (ionica interregionale) e Puglia-Molise (adriatica interregionale), e in altre regioni, come la Sicilia, la Sardegna e l'Abruzzo, che stanno provando a completare il relativo iter, sono ancora al punto di partenza in quanto non è stata finora resa operativa l'unica novità introdotta dalla legge di bilancio per il 2020 (insieme alla proroga fino al 2022 del riconoscimento per i beni acquisiti dalle imprese del credito d'imposta per gli investimenti) relativa alla nomina, quale presidente del comitato d'indirizzo della ZES, di un commissario straordinario del Governo;
sono trascorsi già 3 anni dall'approvazione dei "piani strategici regionali delle ZES di Puglia e Basilicata";
tenuto conto che, a giudizio dell'interrogante:
il sistema socio-economico della Basilicata, del territorio materano e dell'area murgiana, naturale cerniera tra le due ZES (adriatica e ionica), si è incancrenito in una fase molto difficile in conseguenza sia della crisi economica e sociale, sia del COVID-19. Da troppo tempo si assiste agli effetti di un preoccupante processo di delocalizzazione sia della produzione made in Italy che dei siti produttivi. Tali fenomeni hanno messo a dura prova, in questi anni, ampi settori del tessuto imprenditoriale lucano;
è di interesse strategico tutelare questa area del Paese, attraverso l'istituzione di zone dotate di straordinarie agevolazioni fiscali e burocratico-amministrative che attraggano nuovi investitori esterni, che siano comunque funzionali al mantenimento ed al rafforzamento del tessuto produttivo e commerciale del territorio. Ciò anche alla luce delle problematiche relative all'aumento dei costi di trasporto marittimo su container delle merci;
la deroga agli aiuti di Stato post pandemia, la mutata congiuntura politica, il ritardo nell'avvio delle ZES meridionali, la necessità di dotare anche le aree del Nord Italia a partire da Trieste, già porto franco, di uno strumento competitivo rappresentato dalle agevolazioni doganali delle zone franche doganali che in Italia sono state legate alle ZES non sono condivisibili. Inoltre, emerge la volontà di estendere la possibilità di istituire ZES all'intero territorio nazionale magari al netto delle sole agevolazioni fiscali selettive (credito di imposta) per quelle aree che ne hanno i requisiti senza la necessità della notifica e dell'autorizzazione della Direzione generale concorrenza,
si chiede di sapere:
quali urgenti iniziative i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano intraprendere sul tema dell'attuazione delle ZES, in particolare adriatica e ionica, e sbloccare definitivamente la partenza effettiva di questa scelta strategica per il Sud ed evitare, quindi, ulteriori prolungamenti dei tempi di attuazione degli strumenti operativi già individuati dai precedenti Governi;
se e quali iniziative abbiano adottato per dar seguito alle attività suggerite dalle società di consulenza per l'avvio dei piani strategici delle ZES di Puglia e Basilicata, Calabria e Campania, e se su tale punto sia stato elaborato un cronoprogamma delle attività;
se e quali iniziative intendano adottare per accelerare l'utilizzo delle risorse destinate dal PNRR per infrastrutturare le aree ZES così da renderle immediatamente cantierabili;
se non siano del parere che occorra anche l'avvio di un confronto con la Commissione europea per l'adozione di norme maggiormente flessibili in materia di aiuti di Stato in deroga alla disciplina ordinaria, oltre a prevedere, già da adesso, un alleggerimento delle imposte con lo stanziamento di apposite risorse nella legge di bilancio per il 2022. Si determinerebbe, così una positiva ricaduta soprattutto a livello occupazionale per il Mezzogiorno, già economicamente logorato e duramente colpito dall'emergenza sanitaria da COVID-19.