Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04963
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Atto n. 4-04963
Pubblicato il 25 febbraio 2021, nella seduta n. 300
DE BONIS - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
nel terzo trimestre del 2020, i fallimenti delle imprese in Basilicata sono aumentati del 133,3 per cento;
il dato è del CERVED, Agenzia di informazione commerciale, che nelle scorse settimane, come riportato da numerosi articoli di stampa, aveva acceso i riflettori sul "rischio infiltrazione mafiosa" per un centinaio di piccole e medie imprese lucane;
questa volta il CERVED si è occupato di procedure fallimentari già avvenute. Vi sono regioni, segnalano gli esperti, che vedono aumentare le procedure su base annua, come Basilicata (133,3 per cento), Umbria (9,1 per cento), Friuli-Venezia Giulia (6,1 per cento) e Calabria (5,4 per cento), regioni in cui si registra un declino rispetto al 2020, che tende tuttavia a colmarsi (tra queste Liguria meno 5,1 per cento, Toscana meno 17,4 per cento e Veneto meno 21 per cento) e regioni in cui il calo risulta ancora ampiamente superiore all'anno precedente, come il Lazio (meno 52,5 per cento) e la Sicilia (meno 46,8 per cento);
i dati sono ancora fortemente influenzati dal mancato ritorno alla piena operatività dei tribunali e dai ritardi accumulati nel corso del lockdown, che impattano sull'apertura di nuove pratiche. Si stima, infatti, che la chiusura dei tribunali e i ritardi connessi al rallentamento delle attività abbiano fatto slittare di oltre 4 mesi gli incassi previsti nel recupero crediti. Un simile scenario potrebbe spostare in avanti i tempi di apertura di nuove procedure e di lavorazione delle pratiche;
tra luglio e settembre 2020, complessivamente, nel Paese sono stati registrati 1.606 fallimenti (14 in Basilicata, a cui si aggiungono 31 dei trimestri precedenti), un dato in calo del 30,2 per cento su base annua, a livello nazionale, ma non regionale;
ci sono, poi, le procedure non fallimentari aperte nel terzo trimestre 2020, i concordati preventivi che si confermano sempre più numerosi: 207 in Basilicata (più 14,7 per cento). In base ai dati sono 5 le regioni in cui si osserva un aumento delle liquidazioni in bonis nel terzo trimestre 2020: Valle d'Aosta (63,3 per cento), Friuli-Venezia Giulia (19,5 per cento), Basilicata (14,7 per cento), Lombardia (13,4 per cento), Umbria (8,1 per cento), Trentino (4,2 per cento) e Molise (14,5 per cento). Valori ancora molto bassi rispetto al terzo quadrimestre 2019 in Lazio (meno 25,4 per cento), Campania (meno 24,8 per cento), Veneto (meno 21,6 per cento). Si registrano cali di minore intensità in Toscana (meno 4,1 per cento) ed Emilia-Romagna (meno 7,2 per cento);
l'Agenzia di informazione commerciale riferisce che prima del COVID, in Italia, circa l'8 per cento delle piccole e medie imprese cosiddette a rischio era sulla soglia di un possibile fallimento, ma ancora non fallite. Questo numero, con un nuovo lockdown, potrebbe crescere fino a oltre il 20 per cento. Le piccole e medie imprese che rischiano di fallire potrebbero arrivare al 21 per cento;
allargando le previsioni a tutte le imprese, non solo alle PMI, sempre secondo l'Agenzia CERVED, con un nuovo lockdown potrebbe materializzarsi uno scenario ancora più severo rispetto alle previsioni anche dal punto di vista occupazionale, con una perdita di 1,9 milioni di posti di lavoro, rispetto ad uno scenario base che si attesta a 1,4 milioni. Stime pesanti che tengono conto del fatto che in questo momento c'è una fetta di imprese che è più bloccata rispetto ad altre;
in un recente "Report Pmi 2020", sottolinea l'amministratore delegato del CERVED, sono state anche messe in evidenza quelle che sono le aziende che rischiano un impatto più forte in questa situazione, per un totale di 19.000 imprese, che hanno a che fare con agenzie di viaggi, ristorazione, organizzazione di fiere e convegni, industria cinematografica e persino catene retail. Per questi settori, con nuovi lockdown, le perdite di fatturato possono andare dal 30 al 50 per cento. In pratica, questo 20 per cento di imprese maggiormente impattate arriverà ad avere anche punte del 50 per cento in meno di fatturato e a rischiare di più sarebbero le piccole e medie imprese, già in sofferenza oggi e che operano nei settori di agenzie di viaggio e tour operator, alberghi, ristorazione e organizzazione di fiere e convegni,
si chiede di sapere quali urgenti misure i Ministri in indirizzo intendano assumere per le numerose imprese di cui alle premesse, soprattutto piccole e medie, affinché possano superare questa grave crisi e rialzarsi, considerato che ulteriori nuovi lockdown le costringerebbero a chiudere definitivamente.