Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04458
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Atto n. 4-04458
Pubblicato il 18 novembre 2020, nella seduta n. 276
DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
da fonti di stampa nazionale è stata data la notizia di un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Chieti nei confronti del gruppo De Cecco;
la Procura avrebbe aperto un fascicolo per l'ipotesi di frode in commercio da parte dei vertici dell'azienda, che avrebbe registrato come grano pugliese una grossa partita di grano francese per far fronte all'aumento della domanda di pasta con grano italiano sia dall'Italia che dall'estero. Infatti, a marzo 2020 il picco ha segnato un 30 per cento in più;
la domanda richiedeva esplicitamente grano italiano, dal sapore ineguagliabile ma con volumi insufficienti a soddisfarne la richiesta. Ciononostante il prezzo del grano italiano non è aumentato ed è rimasto invenduto a prezzi bassi. Questo perché il grano estero passa per grano italiano, ingannando i consumatori ed umiliando i produttori nazionali;
secondo quanto emergerebbe dalle indagini dei magistrati, il 13 febbraio 2020 un carico di 4.575 tonnellate di grano francese sarebbe stato scaricato dal porto di Ortona, in Abruzzo. Tale quantitativo di merce sarebbe stato poi registrato dall'azienda come "grano pugliese";
tra gli indagati risulterebbero il presidente, Filippo Antonio De Cecco, il direttore acquisti, Mario Aruffo, e l'ex responsabile del controllo qualità, Vincenzo Villani;
l'indagine sarebbe partita da una denuncia contro ignoti sporta il 28 maggio ai NAS di Latina, riguardante l'esportazione di una partita di grano dalla società francese "Cavac" il 2 ottobre 2019, con fattura del 31 gennaio;
considerato che:
nel 2019 proprio l'azienda De Cecco era finita nel mirino dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato con l'accusa di vendere le proprie linee di pasta di semola di grano duro rappresentando in maniera ingannevole le caratteristiche del prodotto, enfatizzando l'origine italiana e omettendo qualsiasi indicazione sull'origine anche estera del grano duro impiegato;
a parere dell'interrogante è inquietante che il terzo produttore a livello mondiale di pasta, azienda leader nel settore e conosciuta in tutto il mondo per i suoi prodotti, utilizzi grano proveniente da Paesi esteri spacciandolo per grano italiano, omettendo la stessa origine del prodotto e minando in questo modo la fiducia dei consumatori,
si chiede di sapere:
se risulti corrispondere al vero la notizia dell'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Chieti nei confronti del gruppo De Cecco per l'ipotesi di frode in commercio mediante utilizzo di grano estero registrato come "grano pugliese";
quali azioni abbia intrapreso finora il Ministro in indirizzo volte a perseguire adeguate politiche per la tutela del made in Italy e dei prodotti nazionali e, soprattutto, per evitare che il grano italiano, di ottima qualità, rimanga invenduto a prezzi bassi e i produttori vengano umiliati;
se non ritenga che la sola repressione penale, quale risposta istituzionale contro le frodi nel commercio e nella produzione agroalimentare, sia poco sufficiente a sconfiggere tale piaga;
se non sia del parere che vada supportata l'azione dei magistrati, coadiuvando l'attività investigativa con misure e provvedimenti aventi considerevoli ricadute pratiche e simboliche;
quali iniziative intenda intraprendere per verificare se una tale condotta sia stata posta in essere anche da altri gruppi industriali.