Atto n. 4-04240

Pubblicato il 14 ottobre 2020, nella seduta n. 265
Risposta pubblicata

DE BONIS , LONARDO , MARTELLI , DE FALCO , BINETTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per gli affari europei e delle politiche agricole alimentari e forestali. -

Premesso che, nella seduta del Senato del 13 ottobre 2020, a conclusione della discussione della relazione delle Commissioni riunite 5ª e 14ª sulle "Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza", l'Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza, che impegna il Governo a dare rapida attuazione ai contenuti della proposta di linee guida e alle indicazioni contenute nella relazione, comprensiva dei pareri deliberati dalle Commissioni permanenti;

considerato che:

in risposta alla crisi generata dalla pandemia da COVID-19, il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha concordato di aggiungere, alle risorse del quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027, ulteriori risorse con il programma "Next Generation EU" (NGEU), lo strumento che raccoglierà fondi sui mercati e li canalizzerà verso i programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale;

il totale complessivo delle somme disponibili è pari a 1.824,3 miliardi di euro e, circa il programma Next Generation EU, il Governo indica in 208 miliardi di euro (il 28 per cento del totale) l'ammontare delle risorse che confluirebbero nel nostro Paese per sostenere gli investimenti e le riforme degli Stati membri nell'ambito del semestre europeo, al fine di agevolare una ripresa duratura, migliorare la resilienza delle economie della UE e ridurre le divergenze economiche fra gli Stati membri;

gli Stati dovranno predisporre piani nazionali per definire il programma nazionale di riforme e investimenti per gli anni 2021-2023 e i principi chiave che la Commissione europea ha indicato per la loro elaborazione concernono la transizione verde, la transizione digitale, l'equità e la stabilità macroeconomica;

la proposta di "linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza" indica, quali obiettivi principali, l'aumento del tasso di crescita al livello europeo, l'aumento del 10 per cento dell'occupazione e della spesa in ricerca e sviluppo e 4 sfide strategiche: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell'Italia; ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione;

considerato che:

nel mese di settembre alcuni articoli di stampa hanno riportato la notizia di una lista di numerosi progetti già presentati (558). Da questa lista sarebbe stato ricavato il piano italiano da consegnare a Bruxelles per utilizzare i 208 miliardi di euro del recovery fund;

tra i progetti principali ci sarebbero la proroga di tre anni per il superbonus del 110 per cento e "sisma bonus" e quella di 5 anni per il "piano 4.0", l'aumento delle buste paga dei lavoratori con la detassazione degli aumenti, il divieto all'uso del contante e la riforma della riscossione;

tenuto conto che:

nell'audizione in videoconferenza del ministro Bellanova con la 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato del 30 settembre, il Ministro ha parlato, tra l'altro, di tempi e procedure circa un "parco progetti da 17 miliardi di euro per il settore agricolo", salvo poi precisare che sui singoli progetti "siamo ancora impegnati". Evidenzia che il primo lavoro sul recovery fund riguarda proposte arrivate alla presidenza come contributo agricolo alla redazione del programma nazionale di riforma, su cui il Parlamento è chiamato a esprimersi. Nessuna proposta potrà essere inviata alla Commissione europea prima della fine dell'anno per via dell'approvazione dei vari regolamenti, quindi la data del 15 ottobre di cui tanto si parla segna solo l'avvio di una fase negoziale, al momento a livello informale. I primi mesi del 2021 serviranno alla Commissione europea per perfezionare i vari atti esecutivi. Il piano stesso non potrà essere approvato prima di maggio-giugno 2021;

sempre secondo il Ministro, le procedure sono ancora da costruire. Occorre fare uno sforzo eccezionale sulle persone e sulle amministrazioni coinvolte. Su questi aspetti fondamentale è il ruolo del Parlamento, chiamato ad orientare le scelte del Governo, cui farà seguito il confronto con le Regioni. Terminata questa fase si definiranno le procedure e le funzioni dei diversi livelli di governo, nel rispetto delle prerogative costituzionali, che soprattutto in agricoltura assegnano alle Regioni e Province autonome un ruolo fondamentale;

ha precisato che nel frattempo per la parte agricola, tenuto conto che recovery fund e PAC sono complementari, ha programmato un primo incontro in videoconferenza con gli assessori regionali per l'agricoltura per la settimana successiva al 30 settembre. Si è detta convinta che il settore agricolo possa e debba giocare un ruolo determinante per il contributo che può offrire al rilancio economico del Paese e al processo di transizione verde e digitale dell'intera economia e ha chiarito quali sono le priorità e le proposte complementari e sinergiche che saranno inserite dalle Regioni nell'ambito dei futuri piani di sviluppo rurali;

sulla base di queste priorità, ha detto il Ministro, è stato elaborato un parco di progetti per un ammontare di circa 17 miliardi di euro. Altre proposte sono invece confluite nelle schede progettuali di cui sono capofila gli altri ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri, asserendo in questo modo l'esistenza di schede progettuali inviate e poi ricevute complete delle proposte;

anche il Ministro per le politiche europee nell'evidenziare, in un suo recente intervento, che nessun Paese europeo ha ancora presentato il piano di ripresa ha asserito che il Parlamento italiano è stato il primo a discuterne l'impostazione ed ha già iniziato a coinvolgere le Regioni;

lo stesso Ministro, però, quando il 14 settembre ha annunciato di aver sporto denuncia nel tentativo di individuare la "fonte anonima" che ha fatto arrivare sulle scrivanie di alcuni quotidiani italiani un primo, provvisorio documento con la lista dei 558 progetti presi in esame prima di essere presentati a Bruxelles per accedere ai fondi del recovery fund, lo ha fatto spiegando che si tratta di "schede ricevute da fonte anonima, con l'unico intento di creare confusione e disinformazione" perché "risalenti a uno stadio iniziale dei lavori con ipotesi e proposte già ampiamente superate". Quindi, ha ammesso che c'è stata una progettazione e, probabilmente, è stato infastidito dalla "fuga di notizie";

a giudizio dell'interrogante, quindi, non vi sarebbe stata una procedura trasparente, con il coinvolgimento non solo di tutti i settori dei vari dicasteri, ma anche del Parlamento. Quello che viene definito "interesse nazionale" non presuppone certo di scavalcare il normale iter volto a coinvolgere tutti e a garantire pari diritti e pari opportunità. Il Parlamento deve poter conoscere anzitutto in che modo siano stati informati i vari soggetti per la presentazione delle schede, quali strade seguano questi progetti e con quale criterio vengano valutati e validati,

si chiede di sapere come mai presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e presso altri Ministeri sia già confluita una mole non indifferente di progetti già predisposti e presentati e non sia stata seguita una procedura trasparente.