Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03896

Atto n. 4-03896

Pubblicato il 23 luglio 2020, nella seduta n. 244

DE BONIS - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

nel sottosuolo della Regione Basilicata esiste il “giacimento petrolifero più grande dell’Europa continentale” dove, da decenni, vengono estratti quotidianamente più di 100.000 barili di petrolio in Val D’Agri dall’Eni e 50.000 barili al giorno dalla Total, nella Valle del Sauro;

il 10 luglio 2020 ad interrompere il silenzio della Val D’Agri e Tempa Rossa sono state le sirene d’allarme dei due impianti lucani di Eni e Total. E le due grosse fiammate di fumo nero provenienti dalle torrette dei colossi petroliferi hanno preoccupato i cittadini, da decenni spettatori e vittime di uno sfruttamento ambientale senza fine;

gli ultimi incidenti più che riaprire le ferite, continuano a farle sanguinare. Le centraline costruite per il controllo sono assolutamente inefficaci, camini altissimi che registrano anomalie nell’aria solo se si verifica un incidente o un’esplosione. Per visitare gli impianti poi servono 24 ore di preavviso, mai un controllo a sorpresa, mai un collaudo del piano d’emergenza eseguito con la partecipazione anche dei cittadini, tenuti sempre all’oscuro di tutto;

la Basilicata "spremuta" e abbandonata dalle istituzioni da decenni ha un rapporto travagliato con l’oro nero della sua terra ed è così fin dagli anni Cinquanta con Mattei, quando dire petrolio voleva dire miracolo economico, soprattutto per una terra ancora prevalentemente rurale come era la Basilicata. Ma allora non vi era la consapevolezza ambientale;

sono passati anni, ma la lotta per il sacrosanto diritto alla salute, alla qualità del suolo e dell’aria non è stata ancora vinta. I cittadini si ammalano nella più completa disinformazione e tutti, finanche le associazioni ambientaliste, sono tenute all’oscuro persino di atti che dovrebbero essere pubblici;

oltre all’aria inquinata, in questi giorni, anche il suolo continua a sudare liquame, un liquido nero composto da non si sa cosa, visto che attualmente mancano ancora le analisi di laboratorio che diano il quadro della esatta composizione della sostanza scura. Si teme, tuttavia, possa essere qualcosa di simile a quello che, un mese fa, fu trovato a San Mauro: alluminio oltre sei volte la soglia consentita; tallio, metallo altamente tossico, oltre 200 volte la soglia di legge; ferro e bario con valori altissimi, mai riscontrati neanche in Val d’Agri;

considerato che:

l'interrogante ha presentato cinque interrogazioni parlamentari sull'inquinamento prodotto dai giacimenti petroliferi presenti in Basilicata, in particolare: atto 4-01688 sulla ripresa dell'esercizio del COVA (Centro Olio Val d'Agri) in seguito ad un incidente verificatosi al Centro Olio di Viggiano (Potenza); atto 4-01945 sulla Syndial S.p.A. e lo smaltimento di acque reflue di produzione provenienti dal COVA di Viggiano; atto 4-02406 sulle proroghe automatiche delle concessioni per estrarre petrolio in Basilicata; atto 4-03179 circa la proposta di abbandono dei fossili e relativo utilizzo dei pozzi petroliferi italiani come garanzia per l'emissione di obbligazioni al fine di reperire nuove risorse sul mercato internazionale; atto 4-03654 sulle emissioni inquinanti di "Tempa Rossa", giacimento petrolifero situato nell'alta Valle del Sauro, nel cuore della Basilicata, nel Comune di Corleto Perticara (Potenza) e nel Comune di Gorgoglione (Matera);

sempre in materia ambientale l'interrogante ha presentato ulteriori interrogazioni parlamentari, quali:

atto 4-01201 a proposito del cantiere Tap a Melendugno (Lecce) con presenza di cromo esavalente nelle acque di rifiuto; atto 4-01414 in materia di fanghi di depurazione; atto 4-01491 sulla discarica di Deliceto (FG); atto 4-01576 sulla questione del gas radon nelle varie zone della Basilicata; atto 4-01678 sull'inquinamento del fiume Cavone, nella zona di Pisticci e San Mauro Forte (MT); atti nn. 4-01344, 4-01991, 4-03208 sull'inquinamento causato dal 5G; atto 4-01992 sul SIN (Sito di interesse nazionale) di Taranto; atto 4-02025 sulla situazione dei tumori in Valbasento (Basilicata) per inquinamento; atto 4-02038 sull'inquinamento elettromagnetico da radar meteorologici a Picerno (PZ); atto 4-02076 sul tema delle scorie nucleari in Basilicata e Puglia; atto 4-02231 sull'impianto petrolchimico Enichem a Manfredonia (Foggia); atto 4-02328 in materia di inquinamento in Basilicata da sversamenti abusivi; atto 4-02370 sullo smaltimento amianto stabilimento ex Materit a Ferrandina (MT); atto 4-02371 sul Tecnoparco in Valbasento e sui rifiuti liquidi; atto 4-02484 sul tema degli "Sfridi potassici" dello stabilimento ex Ilva di Taranto,

si chiede di sapere:

quali urgenti e concrete iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo per i rischi di salute cui è esposta la popolazione della Regione Basilicata a causa dell'inquinamento del suolo e dell'aria, come rappresentato nelle interrogazioni citate in premessa, i cui elevati livelli provocano malattie polmonari quali asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, oltre ad aumentare il rischio di cancro al polmone. Inoltre, un grave inquinamento atmosferico aumenta anche le possibilità di eventi acuti cardiovascolari (per esempio, infarto del miocardio) e lo sviluppo della malattia coronarica;

se non ritenga di dovere imporre il blocco di qualsiasi nuovo permesso di ricerca e il divieto della realizzazione di nuovi pozzi petroliferi;

benché sia presente dal 2015 la Fondazione Ambiente Ricerca Basilicata (FARBAS), come evoluzione del preesistente “Osservatorio Ambientale Val D’Agri", se non ritenga necessario implementare tale Fondazione con un osservatorio ambientale all’interno del quale possano essere rilevati e studiati i danni alla salute delle persone, degli animali e dell’ambiente con la finalità di prevenire l’insorgere di malattie e danni ambientali;

infine, se non sia del parere che vada studiato ed attuato un piano di emergenza e di evacuazione nel caso di fuoriuscita inaspettata di cospicue quantità di idrogeno solforato o petrolio, o di incidenti similari.