Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01819
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Atto n. 3-01819
Pubblicato il 22 luglio 2020, nella seduta n. 243
RUOTOLO , DE PETRIS , ERRANI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il 15 luglio 2020, una settimana fa, Mario Carmine Paciolla, 33 anni, napoletano, è stato ritrovato privo di vita presso la propria abitazione a San Vicente del Caguan, località a 650 chilometri da Bogotà nel dipartimento colombiano del Caqueta Colombia. Il connazionale era cooperante ONU ed era impegnato da due anni con le Nazioni Unite, in un progetto che mirava a riconvertire gli ex combattenti al lavoro nei campi e svolgeva il monitoraggio per il rispetto degli accordi di pace tra il Governo colombiano e le FARC, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia;
a quanto si apprende dalla stampa locale, le autorità colombiane non escludono che Paciolla si sia suicidato per impiccagione, circostanza che non trova riscontro ed è smentita dalle testimonianze delle organizzazioni cooperanti in Colombia e dalla stessa famiglia del giovane, che pochi giorni fa su iniziativa della missione ONU ha preso parte a una videoconferenza con il viceprocuratore generale Martha Janeth Mancera e l'ambasciatore italiano Gherado Amatuzzi;
stando a quanto sta emergendo da notizie di stampa, in queste ore convulse, sono completamente diversi le ricostruzioni e i dettagli, che escludono categoricamente il suicidio. Sul cadavere di Mario Carmine Paciolla, come riportano gli organi e agenzie di stampa, ci sarebbero evidenti segni di violenza, in particolare, "tagli provocati da coltelli o da lame acuminate che non sono state trovate in casa. Vene squarciate, non tagliate in modo chirurgico, un segno che rimanda a coltelli con denti spessi o qualcosa di simile, che non è stato refertato dagli organi di polizia giudiziaria intervenuti sul luogo del delitto";
l'11 luglio, nel corso di una telefonata intercorsa tra Mario Carmine Paciolla e la madre, egli aveva manifestato una certa preoccupazione per "alcune cose accadute", "un qualcosa di strano" e per "un guaio" non meglio specificato.
il 33enne aveva evidenziato, inoltre, di aver acquistato i biglietti per rientrare presto, il 20 luglio, in Italia, esprimendo il desiderio, una volta giunto a Napoli, di fare il bagno a Marechiaro;
Paciolla, laureato all'università "Orientale" di Napoli, era un operatore qualificato ed esperto. Conosceva il territorio, aveva solide relazioni e sapeva districarsi nei quartieri difficili, come la periferia di San Vicente, barrio Villa Ferro dove era alle prese anche con problemi umanitari, come quello legato allo sfruttamento della popolazione in un regime di narcoeconomia. Si tratta di un contesto difficile e da decifrare e da Napoli, città natale di Paciolla, è subito partita una forte mobilitazione per chiedere verità e giustizia. In pochi giorni sulla piattaforma "Change" sono state raccolte oltre 50.000 firme;
appare dunque impellente procedere, come la magistratura italiana sta già facendo, alla raccolta di quante più possibili prove testimoniali, e di seguire passo passo le indagini in Colombia,
si chiede di sapere, visti la gravità dei fatti e il turbamento e lo sconcerto nell'opinione pubblica italiana, quali siano gli intendimenti attuali del Ministro in indirizzo, nei confronti del Governo colombiano, e le iniziative che intende adottare affinché si svolgano le opportune indagini per giungere a risposte convincenti, per la ricerca della verità e della giustizia per la morte del nostro connazionale Mario Carmine Paciolla.