Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03796

Atto n. 4-03796

Pubblicato il 8 luglio 2020, nella seduta n. 237

DE BONIS , MARTELLI , NUGNES - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

decisioni come lo sfruttamento minerario, la costruzione di un gasdotto molto esteso o quella di impianti o discariche per lo smaltimento dei rifiuti, ovvero di quegli scarti della modernità, sia essa di tipo civile che industriale, non sempre impattano positivamente sulla vita sociale;

una di queste decisioni sta creando disagi e preoccupazioni nell'alta valle del Sauro, precisamente a Guardia Perticara (Potenza), comune ubicato nel comprensorio del parco nazionale del Pollino, annoverato fra i borghi più belli d'Italia e riconosciuto come eccellenza per l'ospitalità dal Touring Club Italia, tanto da avere avuto il riconoscimento della "bandiera arancione";

in un tempo in cui si comincia a parlare seriamente del problema dello spopolamento di ampie zone del territorio interno del nostro Paese, accade che proprio uno dei paesi più belli fra quelli drammaticamente colpiti dalla continua decrescita di abitanti si trovi a subire una nuova aggressione al suo ambiente naturale;

il paese conta oggi poco più di 500 anime, mentre lo abitavano in 760 nel 1991 e oltre 1.500 nel 1961, anno in cui ha avuto inizio il calo continuo della popolazione. Nel 1990 i suoi abitanti non si opposero alla costruzione di una discarica, né al suo duplice ampliamento nel 1996 e nel 2014. Ma il 10 agosto 2017 è stato presentato un ulteriore progetto di ampliamento per 547.180 metri cubi, tale da trasformare il sito nella discarica più grande d'Europa nel settore dei rifiuti petroliferi, fanghi, amianto e altri rifiuti speciali solidi;

pare che una grande mole di rifiuti arriverà da altre regioni, soprattutto dal Nord, perché altrimenti non si comprendono le ragioni di un ampliamento 5 volte superiore ai fabbisogni regionali per lo smaltimento di quel tipo di rifiuti;

all'ultimo progetto di ampliamento della discarica, presentato dalla società Semataf Srl, del gruppo Castellano di Matera, si sono opposti i cittadini del comitato civico "salvaGuardia", i quali definiscono "ridicola e offensiva" l'affermazione dei progettisti che, per giustificare l'evidente visibilità della discarica affermano che essa "è vista da una piccola comunità d'individui, in virtù della densità della popolazione non troppo elevata e che d'altronde è già visibile quella in esercizio";

tutto sembra pensato in spregio di quella che ormai è una piccola comunità che tenta di resistere all'assedio fra i pozzi petroliferi e i miasmi della discarica;

l'attuale amministrazione comunale, al contrario della precedente che aveva formulato parere favorevole all'ampliamento, già dal suo insediamento con una deliberazione del 28 agosto 2019 aveva espresso ferma contrarietà al progetto di ampliamento, opponendo resistenza in tutte le sedi;

nel 2017 è stata presentata all'ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata istanza di valutazione di impatto ambientale (VIA) ed autorizzazione integrata ambientale (AIA) relativa al "progetto di ampliamento";

esso è stato sottoposto a diverse osservazioni da parte di associazioni e di cittadini, specialmente nella parte inerente ai criteri localizzativi dettati dal piano regionale di gestione dei rifiuti;

lo stesso ufficio tecnico del Comune già nel luglio 2018 aveva parlato di emissioni odorigene o ricadute fastidiose per l'olfatto. Sarebbero state riscontrate nel progetto omissioni circa la presenza degli impianti sportivi in contrada Gliemme (campo sportivo e tensostruttura), della scuola, del municipio, dell'ufficio postale, del supermarket "Mele", della chiesa di san Rocco e della chiesa di sant'Antonio, tutti luoghi frequentati dalla popolazione e dai visitatori;

i cittadini hanno fatto anche notare che negli elaborati non vi era traccia delle case popolari realizzate nell'ambito degli interventi di "edilizia economica e popolare" e delle abitazioni realizzate nell'ambito della demolizione e ricostruzione fuori sito;

l'ufficio geologico, per ben due volte, ha dato inizialmente parere sfavorevole, essendo l'intervento a ridosso di una R4 (area ad elevato rischio idraulico). Sono stati prodotti nuovi studi geologici, cui è seguita altra richiesta di documenti da parte dei cittadini, perché ci sarebbero state variazioni anche sostanziali al progetto;

numerose le proteste di contadini e piccoli allevatori cui non si è dato peso, che avevano riferito del rifiuto degli animali di abbeverarsi nei fossi al di sotto della discarica in esercizio. Fatto sta che la Regione ha ritenuto prive di fondamento tutte le osservazioni di illegittimità formulate dall'amministrazione comunale;

la discarica sta ottenendo, quindi, il via libera e diverrà la più grande d'Europa nel settore dei rifiuti petroliferi, fanghi, amianto ed altri rifiuti speciali solidi, a cui si aggiungeranno altre tipologie di rifiuti classificati come "speciali non pericolosi" secondo il CER;

considerando che il nuovo lotto verrebbe realizzato prolungandosi verso il centro abitato ed in posizione molto visibile dai punti d'osservazione panoramica del paese, parte consistente della popolazione si è costituita in comitato, dopo aver inviato osservazioni e petizioni sia al Comune che alla Regione, opponendosi alla costruzione di questo nuovo quinto lotto. Ma, nonostante ciò, le procedure di conferimento delle autorizzazioni da parte della Regione Basilicata stanno procedendo senza tenere conto di quanto ribadito dalla cittadinanza ed è stato approvato il verbale della conferenza dei servizi, dando sostanzialmente il via libera all'ampliamento;

sarebbe stato certamente più opportuno che le istituzioni si fossero confrontate con la popolazione ed i comitati per raccogliere le loro istanze ed elaborarle in ragione degli interessi locali e di quelli più generali della pubblica utilità, costruendo consensi o riconoscendone le ragioni di resistenza. Ma niente di tutto ciò è avvenuto;

la splendida regione Basilicata deve essere valorizzata nelle sue peculiarità culturali, storiche, naturali e paesaggistiche e la strada tracciata dalla recente delibera regionale appare fortemente antitetica rispetto alla protezione del territorio, proprio perché Guardia Perticara rappresenta un microcosmo dalle inestimabili qualità possedute dalla terra. Tutto ciò senza dimenticare i rischi per la salute pubblica che potrebbero derivare dall'inquinamento delle falde acquifere a causa dei metalli pesanti;

occorre tenere presente sempre il dettato costituzionale, poiché l'articolo 9 riconosce il valore estetico-culturale del bene paesaggistico come valore primario dell'ordinamento, facendo da ciò discendere che la tutela del paesaggio, che sovrintende a superiori interessi pubblici, prescinde da ogni valutazione di interessi privati,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga che con l'ampliamento la discarica, di 5 volte superiore ai fabbisogni regionali per lo smaltimento di quel tipo di rifiuti, non sia invece finalizzata a smaltire rifiuti provenienti da altre regioni, soprattutto del Nord;

quali iniziative intenda assumere perché le scelte che si stanno per intraprendere vengano quanto prima riviste, evitando la prosecuzione dell'ampliamento della discarica al fine di garantire il rispetto dei luoghi, dell'ambiente e della salute umana.