Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03538
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Atto n. 4-03538
Pubblicato il 26 maggio 2020, nella seduta n. 221
DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
in un comunicato stampa del 13 maggio 2020 l'Associazione rurale italiana (ARI) e il centro internazionale "Crocevia" scrivono che nel Parlamento europeo si sta valutando la possibilità di portare alimenti geneticamente manipolati sulle tavole italiane e che né la maggioranza né l'opposizione abbiano per niente contrastato tale decisione;
si legge nel comunicato: "Lunedì scorso, 11 maggio 2020, si è tenuta una riunione straordinaria del Comitato AGRI (COMAGRI) del Parlamento Europeo per uno scambio di opinioni circa lo stato del settore agricolo a due mesi dalla diffusione globale del COVID-19. Presente alla riunione la Commissaria Stella Kyriakides, responsabile per la Salute e la Sicurezza alimentare dell'UE che, durante la sua esposizione, ha presentato elementi sull'impatto del COVID-19 sull'agricoltura europea e ha trattato aspetti riguardanti la strategia 'Dal campo al piatto' (Farm to Fork -F2F), strategia dell'European Commission Green Deal";
in questo frangente, si legge sempre nel comunicato, l'on. Paolo de Castro (PD) ha sostenuto che "L'F2F deve offrire alternative, non danneggiare i produttori. Le soluzioni devono essere basate sulla scienza e sulla biotecnologia sostenibile". A rafforzare la sua posizione è intervenuta inoltre l'eurodeputata italiana Mara Bizzotto (ID/Lega) che ha di seguito sostenuto "Abbiamo bisogno di tecnologie sostenibili, abbiamo bisogno di modificare il genoma per salvare l'agricoltura, altrimenti morirà";
l'ARI e il centro denunciano queste dichiarazioni rese dai rappresentanti italiani in sede europea in quanto fuorvianti. In nessun caso, infatti, le colture geneticamente modificate possono essere considerate "sostenibili". Ritengono che, ad esempio, selezionare le piante per rafforzarne la resistenza ad un certo agente patogeno, anche attraverso le "nuove tecniche genomiche" e coltivare poi in un ambiente industriale e non adattivo a tali varietà per avere una riduzione dell'uso di pesticidi, causerà rapidamente la mutazione di questi agenti patogeni che si vogliono combattere, aumentandone la pericolosità e la resistenza ai pesticidi con la conseguenza che, come già è successo per le piante ottenute con i "vecchi organismi geneticamente modificati", sarà necessario utilizzare pesticidi ancora più pericolosi. Si sa che queste soluzioni non possono essere sostenibili, l'obsolescenza delle biotecnologie è programmata fin dalla loro concezione;
l'interrogante concorda con il parere delle due associazioni sul fatto che sia veramente sconcertante e dannoso che parlamentari italiani difendano apertamente la violazione della decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea che nel 2018 ha stabilito che i prodotti delle "nuove tecniche genomiche" sono "organismi geneticamente modificati" e debbano quindi sottostare alla legislazione specifica europea. Tali dichiarazioni contraddicono la legislazione nazionale che, grazie al decreto legislativo n. 212 del 2001, consente di identificare la produzione agricola nazionale come "GMO free", vantaggio commerciale fondamentale per i prodotti "made in Italy";
inoltre, in un momento storico in cui il sistema globale sta manifestando la sua estrema vulnerabilità a pandemie, zoonosi e emergenza di resistenze, ogni manipolazione del materiale genetico dovrebbe essere controllata, regolata e studiata in maniera approfondita e con lo stretto rispetto del principio di precauzione;
sempre nel comunicato si legge che è probabile che questa posizione congiunta tra "forze di governo" e "opposizione" sia da attribuire, forse, al conseguente cambiamento all'interno della composizione dell'azionariato della SIS (Società italiana sementi) il cui presidente pare sia esponente di primo piano della Coldiretti;
l'interrogante ricorda che ha già presentato atti di sindacato ispettivo sulla SIS (3-00141, pubblicato il 31 luglio 2018, e 4-02590, pubblicato il 9 dicembre 2019, riguardante l'appalto esclusivo sul seme del grano "Cappelli");
la Società italiana sementi - BF SpA è una holding di partecipazioni, quotata alla borsa di Milano e che vede tra i suoi azionisti investitori istituzionali, istituti di credito ed imprenditori privati. La società è attiva, attraverso le sue controllate, in tutti i comparti della filiera agroindustriale italiana: dalla selezione, lavorazione e commercializzazione delle sementi (attraverso SIS). BF ha un azionariato assai vario che comprende Cassa depositi e prestiti, la fondazione Cariplo, importanti famiglie industriali italiane quali Gavio, Carlo De Benedetti, Sergio Dompé, l'Inalca dei Cremonini, Bios Line (erbe officinali), il produttore d'olio Farchioni, Federico Vecchioni, amministratore delegato di BF SpA e di SIS, Mauro Tonello, presidente di SIS e CAI (Coldiretti), e Mario Conti, direttore generale SIS;
considerato che i nuovi assi di sostegno alle biotecnologie stanno erodendo spazi di autonomia contadina e sovranità alimentare in maniera del tutto opaca e senza il debito coinvolgimento di produttori, consumatori e società civile,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga ormai più procrastinabile la necessità di coordinare un'azione politica ampia e decisa per bloccare la deregolamentazione degli organismi geneticamente modificati a livello nazionale ed europeo.