Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03287

Atto n. 4-03287

Pubblicato il 29 aprile 2020, nella seduta n. 211

DE BONIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

da tempo il direttore del quotidiano "Libero", Vittorio Feltri, ha più volte, con articoli, editoriali e dichiarazioni pubbliche, ingiuriato e offeso i cittadini meridionali, istigando l'odio razziale dei settentrionali nei confronti dei meridionali con frasi certamente non degne di un professionista, quale dovrebbe essere;

tali dichiarazioni ledono i principi fondamentali della Costituzione italiana, accentuate dai mezzi di comunicazione utilizzati, ed alimentano, in tal modo, tensione e odio in un momento in cui l'Italia sta affrontando la grave crisi epidemiologica determinata dal COVID-19, sostenendo, inoltre, vecchi luoghi comuni di lombrosiana memoria e calpestando la dignità di tutto il popolo meridionale, che si è sempre contraddistinto per la laboriosità e per lo spirito di sacrificio nell'allontanarsi dalla propria terra e portare le "eccellenze" dal Sud al Nord;

il saggista e giornalista Vittorio Feltri ha proferito ancora una volta frasi discriminatorie e diffamatorie contro il popolo meridionale che ha reso, invece, grande il Nord con le sue risorse prima finanziarie e successivamente umane ed intellettuali. Per esempio, il distretto industriale della ceramica di Sassuolo (Modena) deve molto ad interi comuni della Basilicata trapiantati, che hanno messo a disposizione le loro maestranze. Infatti, circa 7.500 irsinesi vivono e lavorano stabilmente a Sassuolo città gemellata con Irsina (Matera). Oggi l'indotto mondiale delle piastrelle viene alimentato dai servizi offerti da tanti artigiani del Sud, e in prevalenza irsinesi, che si sono affermati in quel distretto. Per non parlare di migliaia di professionisti, medici, avvocati, docenti e dirigenti di origine meridionale che vivono al Nord;

secondo studi condotti dallo Svimez e da Eurispes, nelle loro ultime relazioni hanno denunciato che in 17 anni è stata sottratta la somma di 840 miliardi di euro al Sud per essere destinata alle altre aree d'Italia. Ogni anno 46,7 miliardi di euro si sarebbero dovuti usare per realizzare opere pubbliche, università, strade, ferrovie nel Mezzogiorno, che avrebbero costituito uno strumento moltiplicatore per l'occupazione di cui avrebbe beneficiato l'intera nazione. A queste somme vanno aggiunte le quote dei Fondi FAS utilizzate fuori dal Mezzogiorno. Con i soldi per il Sud è stato ripianato il disavanzo delle Ferrovie dello Stato, sono state realizzati i trasporti sul lago di Garda e di Como, è stato realizzato l'aeroporto di Vicenza, sono stati coperti gli sconti della benzina per le regioni vicino alla frontiera settentrionale, i contratti di servizio con Trenitalia per l'alta velocità (che al Sud non arriva), l'alta velocità Milano-Verona e Milano-Genova, la Metropolitana di Bologna, il tunnel del Frejus, la pedemontana Lecco-Bergamo e il MOSE di Venezia, infine, anche le risorse per il Jobs Act di Renzi sono state prese dai fondi FAS;

ancora tutta la vicenda legata al Banco di Napoli con risorse sottratte all'economia meridionale e destinati ad implementare il Fondo Atlante destinato ad operazioni a favore delle banche del Nord, che hanno privato il Sud di qualsiasi istituto di credito. Insomma, per anni i fondi destinati al Mezzogiorno sono stati utilizzati in larga parte per il Nord e non per gli scopi per i quali gli stessi venivano dati all'Italia;

come l'interrogante ha già evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo 4-03136, pubblicata l'8 aprile 2020, pare che il Governo si voglia accingere non solo a ridurre ulteriormente le quote di investimento per il Mezzogiorno dei fondi ordinari ma anche ad utilizzare i fondi strutturali come misure per la ripartenza su tutto il territorio nazionale; sarebbe un vero e proprio scippo ai danni del Mezzogiorno che si vedrebbe negata la possibilità di accedere alle proprie risorse per poter ripartire dopo la chiusura imposta dal Governo Conte;

Feltri, pur essendo "maestro" del giornalismo italiano, probabilmente ignora queste verità e, in un momento storico molto particolare a causa dell'emergenza sanitaria e con una crisi economica gigantesca, preferisce offendere i meridionali, compresi quelli di cui Milano è piena;

questa volta, però, il limite è stato superato e non possono e non devono passare inosservate le ormai note parole pronunciate il 22 aprile nella trasmissione "Fuori dal Coro", in onda su Rete4, su cui la stessa Agcom ha acceso i riflettori. Il direttore di "Libero", rispondendo ad una provocazione di Vincenzo De Luca, Presidente della Campania, ha attaccato il Sud affermando: "molta gente è nutrita da un sentimento di invidia, rabbia nei nostri confronti (abitanti del Nord) perché subisce una sorta di complesso di inferiorità. Io non credo ai complessi di inferiorità, ma credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori". Oltre a queste clamorose dichiarazioni, sorprende ancor di più la reazione del conduttore Mario Giordano, che non solo non ha preso le distanze da quegli ingiustificati attacchi ma, ridacchiando, si è preoccupato dell'audience che avrebbe avuto il suo programma dopo quelle frasi piene di odio: "no direttore, così me li fai arrabbiare davvero, non puoi dirlo questo. Se mi cambiano canale è un guaio", ha affermato il giornalista Mediaset;

insomma, in un periodo così difficile per tutti, in cui ogni spot pubblicitario colpisce la mente degli ascoltatori con l'hashtag "andràtuttobene" e si invita la popolazione a restare unita e ad aiutare il prossimo, i cittadini meridionali sono costretti anche a subire gli attacchi provenienti dalle televisioni nazionali;

considerato che:

il caso Feltri rappresenta solo la punta dell'iceberg, visto che è stato il più esplicito, ma il razzismo subdolo di molti altri fa ancora più male, perché continua ad alimentare stereotipi che il Coronavirus ha probabilmente smascherato. In molti ospedali del sud Italia sono guariti molti malati di COVID-19 e si apprende dalle Tv estere il grande lavoro che stanno facendo gli esperti del Cotugno di Napoli o dello Spallanzani di Roma, o venire a conoscenza che a Londra il luminare vicino a Boris Johnson è un calabrese laureatosi a Reggio Calabria. Con questo non si vuole far credere che nelle regioni del Sud non esistano gli sprechi o la mala organizzazione, ma bisogna essere anche intellettualmente onesti nel riconoscere che si tratta di un discorso estendibile a tutta Italia ed è occorso il Coronavirus per aiutarci a capirlo;

dopo tutti questi attacchi, Feltri ha cercato di correre ai ripari tramite un articolo di fondo del quotidiano "Libero" del 26 aprile scorso dal titolo "Lombardia stracciona, Sud florido" e attraverso la presenza ad una nota trasmissione anti-meridionale (quella di Giletti), dove ha potuto ribadire di non essere stato capito e di riferirsi alla sola inferiorità economica. Insomma, invece di chiedere scusa agli italiani, ha utilizzato quei media per sfuggire alla sentenza dell'Ordine dei giornalisti e alla magistratura;

anche l'interrogante ha provveduto a segnalare la vicenda all'Ordine nazionale dei giornalisti per violazione del codice deontologico e, inoltre, l'Agcom ha avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti della rete Mediaset per violazione dei principi e degli obblighi del regolamento di contrasto all'hatespeech di cui alla delibera 157/19/C.O.N.S.,

si chiede di sapere:

quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere affinché in futuro non si debbano più ascoltare commenti o dichiarazioni di così basso stile nei maggiori talk show politici, contravvenendo anche ai numerosi appelli di solidarietà ed unione che sono giunti dalle varie istituzioni, ivi compreso il Presidente della Repubblica Mattarella;

se non ritenga di dovere intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, presso l'Ordine nazionale dei giornalisti, il cui codice deontologico pur prevede obblighi stringenti, affinché prenda severi provvedimenti e venga risparmiata agli italiani una così becera propaganda, che non ha nulla a che vedere con la sana critica politica, ma che è finalizzata solo ad aumentare l'odio, la discriminazione e ad accentuare lo storico divario tra il nord ed il sud d'Italia.