Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03286
Azioni disponibili
Atto n. 4-03286
Pubblicato il 29 aprile 2020, nella seduta n. 211
DE BONIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per il Sud e la coesione territoriale, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
il 21 aprile 2020 un noto editoriale pugliese, denominato "Il Fatto", condotto da Vincenzo Magistà e trasmesso dall'emittente televisiva "Telenorba", ha diffuso la notizia avente ad oggetto un documento, pubblicato dal "Quotidiano del Sud" a firma del DIPE, Dipartimento per la programmazione economica della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel quale sono illustrate le modalità per far fronte al disastro economico determinato dal COVID-19;
il documento, sostiene Magistà, propone la sospensione di un articolo della legge 27 febbraio 2017, n. 18, imposta dall'Unione europea, con il quale si riserva al Mezzogiorno il 34 per cento degli investimenti pubblici (spesa ordinaria in conto capitale delle amministrazioni centrali);
con e-mail del 22 aprile, attraverso la propria segreteria, l'interrogante ha chiesto al sottosegretario di Stato, professor Mario Turco una copia del documento elaborato dal Dipartimento e la risposta della segreteria, pervenuta il giorno successivo, diceva "siamo a ribadire l'impossibilità di trasmetterVi la bozza del documento in questione, in quanto questo Ufficio ribadisce che non ha partecipato né alla sua redazione né ad un suo avallo politico. È un falso documento politico";
il 24 aprile "Il Quotidiano del Sud" ha pubblicato una lettera del sen. Andrea Cioffi nella quale si trattava il tema di quota 34, ed in particolare il senatore scriveva che: "Nei giorni scorsi, complice l'uscita di un'ipotesi di lavoro del DIPE (Dipartimento Programmazione Economica), si è sollevato un polverone a proposito della sospensione di "quota 34", ovvero il principio sacrosanto secondo il quale investimenti pubblici da destinare al Meridione devono essere proporzionali alla popolazione qui residente. La suddetta ipotesi del DIPE, come già chiarito da esponenti governativi, non sta in piedi e non verrà eseguita". Si evince, pertanto, l'esistenza di una bozza, pur essendo questa stata disattesa da esponenti governativi;
dal blog del saggista e giornalista Pino Aprile si legge: "Il progetto per la ripartenza stilato dal DIPE, Dipartimento per la programmazione economica della Presidenza del Consiglio è passato al Sole24ore, il giornale della Confindustria, prima ancora che potessero vederlo i ministri interessati e, pare, lo stesso Sottosegretario al DIPE" e aggiunge "qualcuno del DIPE ha elaborato la bozza e passata ai giornali". Infatti, l'articolo on line de "IlSole24ore" dell'11 marzo dal titolo "Sui fondi Ue prove di solidarietà dalle regioni del Sud verso il Nord" è riportato: "Il nodo è che le risorse sono destinate in prevalenza alle regioni del Mezzogiorno, come è nella logica della politica di coesione, mentre in questo momento le necessità sono al Nord. Si sta ragionando, «ma bisognerà mettere d'accordo tanti soggetti», spiega una fonte coinvolta, sull'ipotesi di trasferire temporaneamente le risorse dove servono, immaginando meccanismi compensativi successivi che non privino nel medio termine le regioni del Sud di una fonte indispensabile per gli investimenti". Viene in pratica riassunto, senza citare la fonte, quanto è scritto alla pagina 124 del "misterioso" Documento DIPE;
anche l'interrogante, successivamente, in maniera informale, è venuto in possesso di una copia del documento DIPE e, alla pagina 133 si legge: "Il decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante "Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno" - convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18 - ha introdotto all'articolo 7-bis un principio di riequilibrio territoriale riferito agli stanziamenti in conto capitale delle Amministrazioni centrali, nella percentuale del 34%. La norma è stata successivamente modificata/integrata, con decorrenza 1° gennaio 2019, dalla legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145, articolo 1, commi 597, 598 e 599). Tale articolo persegue la finalità di favorire il riequilibrio territoriale tra le diverse zone del paese, prevedendo che le risorse aggiuntive per la politica di coesione siano assegnate anche secondo le differenzialità presenti nei territori del Mezzogiorno. A seguito dell'esplosione della crisi sanitaria e delle sue conseguenze economiche nel Paese si rende necessario operare una sospensione del criterio di riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti, consentendo all'Autorità Politica la valutazione delle zone ove concentrare la maggior quantità di risorse per investimenti in considerazione del mutato scenario sociale e produttivo";
ancora si legge alla pagina 124: "Tale riprogrammazione avrebbe effetti sulla politica di coesione nazionale realizzata attraverso il Fondo di sviluppo e coesione (FSC) che verrebbe utilizzato (insieme alle risorse già presenti nei Piani Operativi Complementari (POC), ove disponibili) per dare copertura ai progetti e interventi selezionati nei Programmi ma non più finanziati dai Fondi europei; inoltre, il FSC verrebbe riprogrammato per liberare risorse aggiuntive per la spesa legata all'emergenza e alla programmazione di interventi in funzione anticrisi. In questo contesto particolare, si ipotizza di assegnare alle Regioni del Centro-Nord una dotazione aggiuntiva di risorse FSC del ciclo 2014-2020. Le regioni meridionali in conseguenza di questo eventuale maggior contributo all'emergenza Coronavirus saranno compensate con risorse FSC del nuovo ciclo di programmazione 2021-27, da prevedersi nel prossimo Documento di Economia e Finanza e da definire nell'ambito della Legge di Bilancio 2021",
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri in indirizzo intendano fare chiarezza sulla vicenda che ruota attorno al citato documento e, in particolare, come mai questo sia giunto in possesso degli organi di stampa prima ancora che al vaglio dei ministri interessati;
se non ritengano di dover dare spiegazioni circa l'ipotesi sperequativa, riportata alla pagina 133 del documento in questione, riguardante la volontà di sospendere l'applicazione della clausola "quota 34%" per far fronte al disastro economico cagionato dal COVID-19, destinando una parte di tali fondi dalle regioni del Sud a quelle del Nord, visto che negli ultimi 17 anni è stata già sottratta la somma di 840 miliardi di euro al Sud per essere destinata alle altre aree d'Italia.