Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03237
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Atto n. 4-03237
Pubblicato il 28 aprile 2020, nella seduta n. 210
DE BONIS - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
in occasione dell'epidemia da COVID-19, in Italia si è costituito un gruppo di circa 100.000 medici, denominato "Medici Italiani gruppo Covid-19", che abbraccia tutte le specialità della medicina e tutti i servizi territoriali e ospedalieri;
tale gruppo da quasi 2 mesi, ormai, sta scambiando informazioni sull'insorgenza della malattia, sul come contenerla, a chi rivolgersi, come orientare la terapia, come e quando trattarla e sono giunti pressoché alle stesse conclusioni e cioè che i pazienti vanno trattati il più presto possibile sul territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in rianimazione;
scrive il gruppo di medici che dagli scambi intercorsi e dalla letteratura mondiale si è arrivati a capire probabilmente la patogenesi di questa polmonite, con una cascata infiammatoria scatenata dal virus attraverso l'iperstimolazione di citochine, che diventano tossiche per l'organismo e che aggrediscono tutti i tessuti anche vascolari, provocando fenomeni trombotici e vasculite dei diversi distretti corporei, che a loro volta sono responsabili del quadro variegato di sintomi descritti;
i vari appelli finora promossi da vari organismi e organizzazioni sindacali, condivisi appieno dal gruppo di medici, sono stati rivolti a chiedere i tamponi per il personale sanitario ed i dispositivi di sicurezza per tutti gli operatori, molti dei quali hanno sacrificato la loro vita pur di dare una risposta ai pazienti, senza tirarsi indietro;
tali medici sono giunti alla conclusione che il trattamento precoce può fermare il decorso dell'infezione verso la malattia conclamata e quindi arginarla, fino a sconfiggere l'epidemia. Il riconoscimento dei primi sintomi, anche con tamponi negativi (come hanno avuto modo di constatare nel 30 per cento dei casi) è di pura pertinenza clinica e, pertanto, chiedono di mettere a frutto le loro esperienze cliniche, senza ostacoli burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, Rx o TC, ecografia polmonare anche a domicilio ed emogasanalisi, il tutto a supporto della clinica e non in sostituzione;
il gruppo di medici desidera ed esige di potere svolgere il proprio ruolo attivamente e al meglio, dando un contributo alla collettività nell'interesse di tutti e affinché tutti gli sforzi fatti finora col distanziamento sociale non vadano perduti, paventando una seconda ondata di ricoveri d'urgenza dei pazienti tenuti in sorveglianza attiva per 10-15 giorni, ma che non sono stati visitati e valutati clinicamente e che ancora sono in attesa di tamponi;
ritengono, inoltre, che la mappatura dei pazienti asintomatici o paucisintomatici e di tutti i familiari dei casi conclamati sia oltremodo indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno dei contagi non appena terminato il lockdown,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di volere sostenere ed accogliere le richieste formulate dal gruppo di medici, anche al fine di non rendere vani tutti i sacrifici, che consistono non solo nel fornire dispositivi di protezione e tamponi, ma anche nel rafforzamento dei servizi sul territorio, vero punto debole del Servizio sanitario nazionale, con la possibilità per squadre speciali (già definite USCA, Unità Speciali di continuità assistenziale) da attivare immediatamente in tutte le Regioni, in maniera omogenea, senza eccessiva burocrazia ed avvalendosi dell'esperienza di tutti i medici nel trattare precocemente i pazienti anche con terapie off label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall'AIFA.