Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00863

Atto n. 3-00863

Pubblicato il 29 maggio 2019, nella seduta n. 115
Svolto nella seduta n. 116 dell'Assemblea (30/05/2019)

DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. -

Premesso che:

le Commissioni uniche nazionali (CUN) sono state introdotte dall'articolo 6-bis del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, al fine di consentire ai produttori di collocare il proprio prodotto ad un prezzo congruo e di garantire la trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella formazione di prezzi;

l'assessore per le politiche agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, il 28 aprile 2018, durante l'inaugurazione della 69a edizione della Fiera internazionale dell'agricoltura e della zootecnia di Foggia, ha ribadito la necessità di costituire la Commissione unica nazionale per la quotazione del grano duro a Foggia, riaffermando l'urgenza, oltre che l'esigenza, di gestire nel cuore della cerealicoltura italiana dedicata al frumento pastificabile le sempre possibili crisi di prezzo;

il ministro Luigi Di Maio il 12 maggio si è recato a Foggia e insieme a Giuseppe L'Abbate hanno annunciato l'avvio "sperimentale" della CUN, dimenticando che la Commissione è ben collaudata da una legge e da un decreto attuativo, che non prevedono alcuna sperimentazione;

considerato che:

la costituzione di una CUN a Foggia per il prezzo del grano duro è in discussione dal luglio 2016 e fa parte del piano del Ministro pro tempore Maurizio Martina per il rilancio del grano italiano, il quale, tra l'altro, in un tavolo ministeriale ebbe modo di affermare che, dai dati ISMEA sull'andamento dei prezzi per il grano duro, non c'era nessuna correlazione tra mercato internazionale e nazionale, con ciò lasciando ipotizzare la presenza in Italia di fenomeni distorsivi dei prezzi e della concorrenza;

l'esigenza di stabilire nel capoluogo della Capitanata la Commissione è data dal fatto che i prezzi del grano duro fino pastificabile, sia all'ingrosso che all'origine, continuano a non essere remunerativi. Infatti, nel mese di maggio 2018, dall'Osservatorio prezzi della Camera di commercio di Foggia arriva l'ulteriore conferma che la fase calante dei prezzi è ancora in corso: il cereale pastificabile, alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio", è passato di mano ad un prezzo minimo di 209 euro alla tonnellata ed a 214 euro di prezzo massimo. Il che significa una perdita secca di 4 euro a tonnellata sui valori stabiliti il 28 marzo 2018 sulla stessa piazza, seduta che chiuse una fase di stabilità durata oltre un mese, con quotazioni sui valori minimi di 214 euro e di 219 sui massimi;

con i prezzi registrati il 27 maggio 2018, la perdita di valore all'ingrosso sui 240 euro per tonnellata sui massimi, raggiunti lo scorso 30 agosto, svetta a 26 euro, pari a un calo del 10,84 per cento. Mentre secondo ISMEA il prezzo all'origine è di nuovo in calo (2,35 per cento in meno), con un valore medio di 207,5 euro alla tonnellata, registrato il 25 aprile e in discesa rispetto all'11 aprile, quando l'istituto rilevava un prezzo medio all'origine (alle condizioni di "franco magazzino - partenza") di 212,50 euro alla tonnellata;

anche gli agricoltori del Belice e dell'associazione "GranoSalus" hanno protestato per il grano pagato solo 17 centesimi. Gli agricoltori denunciano le politiche comunitarie che svantaggiano il grano siciliano, pugliese, lucano, molisano e abruzzese costringendoli, così ad abbandonare i propri terreni, visto che sempre più i costi superano i guadagni. In Sicilia hanno sfilato con i loro trattori lungo la statale Palermo-Sciacca, chiedendo un prezzo di almeno 40 centesimi al chilo;

pare evidente, dunque, l'opportunità dell'individuazione della sede foggiana per la CUN grano duro, senza alcuno indugio verso sperimentazioni. Si tratterebbe, infatti, di un'assegnazione giusta e dovuta, non solo per la vocazione produttiva di grano duro che ha il Mezzogiorno, ma anche perché coronerebbe il lavoro svolto dalla Camera di commercio nella tutela e controllo dei prezzi. Con la Commissione unica a Foggia si avrebbe una gestione più equilibrata dell'emergenza prezzi, attenuando fenomeni distorsivi e anticoncorrenziali;

tenuto conto che:

nonostante la citata legge istitutiva della CUN, il decreto attuativo, l'approvazione in Conferenza Stato-Regioni e la risoluzione della Camera dei deputati 8-00202, approvata dal Governo il 28 settembre 2016, non si è potuto ancora istituire la CUN a Foggia, anche a causa di ostacoli frapposti da alcune organizzazioni di categoria, che insistono nel mantenere in vita un meccanismo anticoncorrenziale;

l'associazione GranoSalus (fondata da produttori di grano duro e che persegue diversi obiettivi, tra questi il controllo su pasta e semole per verificarne gli standard di qualità, a partire dalla materia prima, quale il grano) ha intrapreso giudizi presso il Tar Puglia ed il Consiglio di Stato;

il Tar Puglia ha accolto il ricorso dell'associazione GranoSalus contro la Camera di commercio di Foggia che aveva negato il diritto di accedere agli atti del procedimento di formazione dei listini prezzi di grano duro e sfarinati pubblicati sul sito dell'ente camerale;

con una sentenza ricca di precisazioni, il giudice amministrativo ha riconosciuto il ruolo di GranoSalus come riferimento a tutela degli operatori del settore cerealicolo. Si è ora in attesa del pronunciamento del Tar Puglia in ordine all'annullamento dei listini della borsa merci di Foggia;

considerato, inoltre, che:

questo ingiustificato grave ritardo sull'attuazione della CUN a Foggia penalizza il processo di trasparenza nel mercato italiano e aggrava le condizioni sia delle imprese cerealicole del Mezzogiorno che quelle dei consumatori, a vantaggio esclusivo di commercianti e industriali. Non è un caso che, grazie ad alcune elaborazioni statistiche condotte dall'associazione, sia emersa una chiara correlazione tra il prezzo di un grano tossico (canadese di terza categoria linea blu) ed il grano duro (linea rossa) quotato al borsino di Altamura (Bari). Il prezzo del grano di Foggia, peraltro, è un prezzo allo stoccaggio e non all'origine, mentre il borsino di Altamura è un'associazione di privati AMC che fissa i prezzi sul libero mercato;

il mondo agricolo e quello dei consumatori stanno aspettando l'unica conferenza stampa utile al Paese, quella in cui si sancisce il rispetto della legge nei meccanismi di formazione dei prezzi all'origine (le borse merci sono strumenti desueti) e si dia avvio all'unico protocollo sensato e cioè l'istituzione della Commissione unica nazionale (CUN Grano) con sede unica a Foggia ed il recepimento di una griglia di valutazione tossicologica della qualità anche a tutela dei consumatori. Altri gruppi di lavoro o ipotesi sperimentali, a parere dell'interrogante, sono inutili. L'Italia ha davanti a sé una grande occasione, da non perdere, per diventare punto di riferimento mondiale nella quotazione del grano duro di alta qualità,

si chiede di sapere:

quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di superare il desueto meccanismo di rilevazione del prezzo della Commissione camerale di Foggia e Altamura e transitare velocemente verso l'istituzione della CUN;

se non ritenga, al fine di evitare speculazioni, frodi e volatilità dei prezzi, di effettuare le segnalazioni di propria competenza, anche alla luce della normativa antitrust, per arginare i fenomeni distorsivi dei prezzi e della concorrenza e verificare, quindi, il rispetto delle regole nazionali ed europee in materia.