Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 460 del 04/08/2022
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
460a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 4 AGOSTO 2022
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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI,
indi del vice presidente TAVERNA
e del vice presidente ROSSOMANDO
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Insieme per il futuro-Centro Democratico: Ipf-CD; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Uniti per la Costituzione-C.A.L. (Costituzione, Ambiente, Lavoro)-Alternativa-P.C.-Ancora Italia-Progetto SMART-I.d.V.: UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV; Misto: Misto; Misto-ITALIA AL CENTRO (IDEA-CAMBIAMO!, EUROPEISTI, NOI DI CENTRO (Noi Campani)): Misto-IaC (I-C-EU-NdC (NC)); Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-MAIE-Coraggio Italia: Misto-MAIE-CI; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-ManifestA, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea: Misto-Man.A PaP PRc-Se.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,36).
Si dia lettura del processo verbale.
BINETTI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Prima di passare all'ordine del giorno della seduta, chiedo ai senatori D'Alfonso e Ostellari di comunicarci a che punto siano i lavori delle Commissioni riunite 2ª e 6ª riguardo la riforma del processo tributario.
D'ALFONSO (PD). Signor Presidente, anche a nome del collega Ostellari rappresento che l'attività delle due Commissioni riunite ha portato a 29 emendamenti, 25 dei quali sono stati consegnati, per il parere istruttorio, alle Commissioni 1ª e 5ª e 4 sono stati sottoposti a riformulazione.
I 4 riformulati, anche con l'aiuto del MEF, sono di nuovo nelle nostre disponibilità; li invieremo quindi alle due Commissioni istruttorie e poi convocheremo le Commissioni riunite per procedere al vaglio e all'attività deliberativa.
Pertanto, mi viene detto dalle strutture delle due Commissioni che si potrebbe riconvocare l'Aula comodamente alle ore 15.
PRESIDENTE. Senatore D'Alfonso, devo quindi sospendere la seduta fino alle ore 15. Si tratta di un lasso di tempo notevole.
D'ALFONSO (PD). Signor Presidente, la durata del lasso di tempo necessario dipende dal dono di ragionevolezza dei singoli componenti delle due Commissioni. Siccome mi sembra che tale dono di ragionevolezza sussista, si può anche restringere tale tempo.
PRESIDENTE. Senatore D'Alfonso, la Presidenza non può conoscere l'iter del lavoro delle Commissioni e i relativi problemi.
D'ALFONSO (PD). Signor Presidente, il presidente Ostellari propone le ore 12,30 come orario di convocazione. Io, naturalmente, non solo sono d'accordo, ma esprimo anche encomio per tale proposta.
PRESIDENTE. Sperando che sia un giusto encomio, sospendo la seduta fino alle ore 12,30.
(La seduta, sospesa alle ore 10,43, è ripresa alle ore 12,31).
Presidenza del vice presidente TAVERNA
La seduta è ripresa.
Ha chiesto di intervenire il senatore d'Alfonso. Ne ha facoltà.
D'ALFONSO (PD). Come da impegno, riferiamo che i lavori delle Commissioni congiunte 2a e 6a sono stati svolti e abbiamo posto a delibazione - direbbe il presidente Ostellari - i 29 emendamenti da sottoporre al vaglio istruttorio delle due Commissioni. Entro le ore 13 riusciamo a deliberare, per poi tornare in Aula alle ore 14,45. Il motivo dell'intervallo tra il voto e la ripresa dei lavori in Aula è che gli uffici hanno posto l'esigenza di collazionare idoneamente il dossier.
PRESIDENTE. D'accordo, senatore D'Alfonso.
La seduta è pertanto sospesa fino alle ore 14,45.
(La seduta, sospesa alle ore 12,32, è ripresa alle ore 14,51).
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
Discussione dalla sede redigente dei disegni di legge:
(2636) Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari
(243) VITALI ed altri. - Ordinamento della giurisdizione tributaria
(714) CALIENDO ed altri. - Codice del processo tributario
(759) NANNICINI ed altri. - Codice della giurisdizione tributaria
(1243) ROMEO ed altri. - Riforma della giustizia tributaria
(1661) FENU ed altri. - Ordinamento degli organi di giurisdizione e amministrativi della giustizia tributaria
(1687) MARINO. - Codice del processo tributario
(2476) MISIANI ed altri. - Ordinamento della giurisdizione tributaria
(Relazione orale) (ore 14,51)
Approvazione del disegno di legge n. 2636
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei disegni di legge nn. 2636, 243, 714, 759, 1243, 1661, 1687 e 2476.
Irelatori, senatori D'Alfonso e Ostellari, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore D'Alfonso.
D'ALFONSO, relatore. Signor Presidente, il provvedimento arriva all'esame dell'Assemblea dopo un intenso lavoro svolto dalle Commissioni riunite 2a e 6a, avendo portato avanti un'impegnativa attività di audizione. Abbiamo infatti gestito tre fasi consistenti di audizioni nei confronti del mondo delle competenze accademiche, delle competenze professionali e anche dei portatori di interesse.
Vorremmo altresì ricordare che questo progetto di riforma riguardante la giustizia tributaria è non solo nell'agenda degli impegni politici dell'Italia, ma anche in quella concordata in sede europea, poiché ci sono obiettivi del PNRR ricompresi nel perimetro dell'attività normativa della nostra Repubblica nei confronti dell'Europa. Con questa operazione istruttoria e deliberativa, per il momento definita in sede di Commissioni riunite, abbiamo messo in salvo quello che ci riguarda dal punto di vista della competenza economica nel patto con l'Europa.
Questa riforma è stata richiesta a più riprese. E la riprova è che sono stati presentati sei disegni di legge da parte di tutti i Gruppi, che provavano a cercare soluzioni su una vera e propria emergenza, quella della riforma della giustizia tributaria. Come abbiamo anche messo in evidenza durante i lavori delle Commissioni riunite, noi ci occuperemo del processo tributario, sapendo che il procedimento tributario riguarda la vita amministrativa attiva nel rapporto tra contribuenti e amministrazione tributaria.
In questa riforma abbiamo raccolto segnalazioni e cercato di portare avanti un approccio istituzionale, dettato non solo dal momento che vive l'espressione parlamentare della nostra Repubblica, ma anche dalla consapevolezza che, su riforme di questo tipo, non ci si ritrova facilmente e velocemente, trattandosi di riforme che devono avere una durata, una vita consistente che va al di là sia dei dettati di una maggioranza che di quelli di una legislatura. Da qui, lo spirito unitario convergente, ricercato e valorizzato all'inizio e conservato fino alla fine, anche in questi giorni difficili e discussi, che sono, appunto, i giorni di fine legislatura.
Abbiamo fatto in modo che l'appello riguardante il giudice tributario determinasse una riforma che genera il giudice a tempo pieno.
Abbiamo evitato di raccogliere la sfida del giudice professionalizzato, perché diamo per scontato che il giudice, nel momento in cui ha realizzato giurisdizione e giurisprudenza, sia stato professionale e professionalizzato, al di là della sua fonte di legittimazione: l'esperienza con selezione debole o la selezione rigorosa su base concorsuale come quella che ha individuato i magistrati ordinari, poi prestati alla vita della giurisdizione tributaria. Quindi, il provvedimento punta a insediare giudici a tempo pieno attraverso - questa volta con la riforma - la selezione concorsuale.
Poiché la vita nuova del giudice tributario non comincia domani, e c'è anche un dato di esperienza risalente, si è fatto in modo che con la riforma si potesse riconoscere anche la vita di coloro i quali fino ad oggi hanno garantito la giurisdizione tributaria; per cui c'è una riserva di collocazioni del giudice tributario scelto attraverso concorso nella procedura concorsuale a favore, con riserva, di coloro i quali provengono dalla vita esperienziale magistratuale tributaria.
Esistendo l'esigenza di avere da subito, il più presto possibile, il giudice tributario a tempo pieno selezionato con concorso, si è fatto in modo che una quota di derivazione della magistratura ordinaria - uso questo termine atecnicamente - complessivamente intesa, possa trasferirsi dai ruoli ordinari al ruolo "speciale dedicato" della magistratura tributaria. Si è fatto in modo di determinare questo tipo di trasferimento attraverso l'istituto dell'interpello, anche rendendo possibile il riconoscimento di una speciale indennità che corrisponde all'indennità percepita in ragione di esercizio in precedenza da parte del magistrato ordinario prestato alla vita della magistratura tributaria.
Ci si è posto il tema del pensionamento, che potesse conoscere una gradualizzazione. Si estende l'arco di vita dell'esercizio del magistrato facendo in modo che si possa contemplare anche un décalage, dal punto di vista dei tempi occorrenti, per la gestione delle procedure concorsuali. Si è fatto in modo anche di garantire che il magistrato tributario possa avere la possibilità di conservare autonomia e indipendenza, dettando in questa direzione una linea tendenziale che irrobustisca l'organo di autogoverno della magistratura tributaria. Si configura, mettendolo in cammino, un processo di rafforzamento e irrobustimento dell'organo di autogoverno della magistratura tributaria, prevedendo - anche qui prendo a prestito un termine - una piccola pianta organica dedicata, con la capacità di realizzare anche le attività proprie di un organo di autogoverno che si mette in cammino.
Si conferma l'istituto utile, valente, del tirocinio dedicato per fare in modo che il magistrato tributario possa garantire la qualità della sua prestazione. E uno degli elementi della qualità della prestazione, per esempio, nella giurisdizione e nella giurisprudenza, è dato dalle sentenze motivate.
È accaduto - per ragioni di carichi di lavoro - che nelle commissioni di primo e di secondo grado qualche volta le sentenze abbiano avuto debolezza di motivazione.
È anche vero - come ci ricordano gli esperti dietro di me - che il novero del contenzioso risalente e in giacenza colpisce di più la Cassazione che la giustizia di primo e secondo grado della magistratura tributaria.
Ci sono innovazioni che davvero fanno bene al rito processuale tributario, come ad esempio quella riguardante l'istituto della prova testimoniale. Nel testo pensato e sottopostoci dal Governo la prova testimoniale somigliava a una concessione octroyée; invece, con l'attività di riforma e di riconcepimento realizzata con l'intervento emendativo dei senatori delle due Commissioni, l'istituto della prova testimoniale diventa un vero e proprio istituto di garanzia del confronto dialogico tra le parti per l'emersione della verità, e di una verità che sia poi capace di resistere. La giustizia tributaria dovrebbe avere la qualificazione, come ogni giustizia, della prevedibilità e della resistenza. Abbiamo fatto in modo che anche la denominazione delle due Commissioni superasse una specie di dannazione amministrativista, che risale all'origine dell'ordinamento della giustizia tributaria, quando era più di marca amministrativistica che magistratuale: la differenza tra un adempimento amministrativo e uno giurisdizionale è il libero convincimento, che gioca un grande ruolo nell'attività magistratuale, a differenza dello spazio di autonomia per l'emersione del libero convincimento nell'attività di lettura amministrativa.
Abbiamo contemplato altri istituti, poiché in sede di Cassazione si condensa la più parte dei ricorsi giacenti: il primo Presidente della Cassazione ha descritto che la cittadella giudiziaria è assediata da 50.000 pendenze risalenti. Si stanno facendo degli sforzi - come risulta da alcune note che ci sono state consegnate - che però non sono esaustivi per determinare il superamento dei nodi. Si realizza pertanto una dedizione, all'interno della sezione della giustizia civilistica della Cassazione, in maniera tale che si possa specializzare e rendere il più possibile durevole il lavoro dei giudici assegnati, con provvedimento del primo Presidente, ma dando alla norma la capacità di collocare la specializzazione.
C'è un altro dato che mi preme evidenziare, poiché alcune innovazioni hanno portato i senatori all'accordo e alla convergenza. Uno strumento che abbiamo concepito è affrontare quelle liti pendenti che, per numero, abbisognavano di una misura che desse luogo a una collaborazione tra il contribuente chiedente e naturalmente l'amministrazione tributaria che riceveva la richiesta, per fare in modo che il contenzioso segnato da successo del contribuente in primo e in secondo grado si determinasse come estinzione del contenzioso attraverso il riconoscimento di una percentuale della soglia della lite, cioè della consistenza danarosa della lite: il 20 per cento per quanto riguarda i casi di successo al primo e al secondo grado; il 5 per cento per quanto riguarda tutti e due i casi di successo, trovandoci poi davanti alla richiesta di contenzioso in Cassazione. C'è anche una richiesta di monitorare la capacità di efficacia di questa soluzione normativa per cercare di capire se dopo sarà necessario rimetterci mano in sede legislativa.
Abbiamo introdotto strumenti innovativi per quanto riguarda, ad esempio, il riconoscimento dei virtuosi. Il virtuoso nei confronti degli obblighi tributari che viene reso destinatario del bollino blu ha la possibilità di chiamarsi fuori rispetto ad adempimenti di tipo procedurale come il versamento della garanzia fideiussoria, laddove, ottenendo la sospensione, la garanzia fideiussoria viene esclusa per quanto riguarda i titolari del bollino blu.
Si va verso una legislazione tributaria che premia coloro i quali adempiono al dettato dell'articolo 53 della Costituzione.
C'è un altro strumento molto importante, che riguarda l'istituto dell'interpello per gli investitori esteri: la consistenza reddituale per fare in modo che un progetto sia sottoposto ad attività pre-conoscitiva attraverso l'istituto dell'interpello scende da 20 milioni a 15 milioni, per quanto riguarda la prevedibilità della reazione della macchina tributaria nei confronti di iniziative di investimento provenienti dall'estero.
È molto significativa anche un'altra innovazione: la responsabilità erariale per quei funzionari dell'erario dell'Agenzia delle entrate che non valorizzano le situazioni di fatto e di diritto descritte dal contribuente ricorrente che fa istanza di mediazione o di reclamo. Laddove poi si verificasse che ha ragione, il minimalismo di lettura del funzionario dell'Agenzia delle entrate è sottoposto ad azione di responsabilità erariale.
Concludo con una sola annotazione che mi preme evidenziare. É stato profuso uno sforzo anche per fare in modo che si attivasse una modifica culturale, un cambio di mappe cognitive per quanto riguarda l'inversione dell'onere della prova nel rapporto tra ordinamento tributario e contribuente. Si è messo un punto da valorizzare, che naturalmente non è esaustivo, ma che vale come luce per indicare il cammino nuovo, senza che questo scardini il meccanismo delle regole dell'ordinamento. Che cosa ci permette questo intenso lavoro fatto per almeno sei mesi, attraverso tre livelli di audizione? Avremo il giudice tributario a tempo pieno; avremo un giudice autonomo e indipendente; abbiamo la configurazione di un organo di autogoverno che si incammina in una capacità di funzionamento, nonchè una possibile soluzione per le liti pendenti risalenti giacenti in Cassazione: più strumenti correttivi di oggettivo significato. Adesso spetta all'amministrazione mettere in esecuzione queste innovazioni.
Noi ringraziamo, per il lavoro di assistenza dei Ministeri competenti e vigilanti (giustizia e MEF), sia le strutture direttoriali e dirigenziali, sia i vertici politici. Ringraziamo notevolmente - esprimiamo plauso nei loro confronti - le due strutture serventi delle Commissioni giustizia e finanze, che ci hanno permesso la correntezza e la correttezza documentale. Rivolgiamo un grande ringraziamento ai componenti politici delle due Commissioni, perché, nonostante il distanziamento della stagione politica, siamo riusciti a trovare convergenza, e non solo per il vincolo esterno del PNRR. Infine, ringraziamo i Sottosegretari che ci hanno accompagnato in questo percorso. (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Ostellari.
OSTELLARI, relatore. Signora Presidente, colleghi, Governo, sarò molto più breve del presidente D'Alfonso. Ovviamente il presidente D'Alfonso ha fatto riferimento all'agenda europea, ma secondo me qui c'era non soltanto l'agenda europea, ma c'era anche l'agenda del nostro Paese.
Si tratta di un provvedimento in lavorazione da molto tempo, nel corso del cui esame abbiamo potuto sentire molti esperti in audizione, che ringraziamo per il contributo fornito.
Io credo che, mettendo al centro il Paese, con questa riforma sia stato fatto un passo in avanti. Lo devo dire per tutti, al di là delle pretese e delle indicazioni politiche dei vari Gruppi. Abbiamo messo al centro il cittadino contribuente, prima di tutto, e poi il sistema Paese, che comunque si regge attorno a un processo tributario che necessitava di alcune riforme.
Questa è la migliore riforma che oggi potevamo raccogliere e portare in Aula nell'attuale fase. Penso che finalmente la magistratura tributaria potrà essere e sarà sicuramente più indipendente; sarà dedicata al processo tributario, senza dimenticare ovviamente chi fino a oggi ha prestato il proprio servizio e ruolo all'interno del complicato mondo che ci accingiamo a modificare.
Da cittadino, prima ancora che da politico e da rappresentante, sono felice di essere oggi di fronte a questa riforma, perché prima qualcosa che non andava evidentemente c'era. Continuiamo ovviamente con il percorso di modifiche per permettere al nostro Paese di essere all'avanguardia anche rispetto ad altri sistemi europei, e non solo.
Signora Presidente, avviandomi alla conclusione, da giurista - ma ne abbiamo anche parlato in Commissione - credo siano stati raggiunti più obiettivi, tra cui vorrei sottolinearne alcuni fondamentali per il buon esito del futuro processo tributario per tutti coloro che vi si troveranno coinvolti.
La prova testimoniale prima di fatto non esisteva. Oggi, grazie al lavoro di tutti noi, la prova testimoniale finalmente esisterà e all'interno del processo tributario sarà uno strumento utile, non solo per il magistrato, ma anche per tutte le parti del processo e per il cittadino contribuente.
Un altro punto importante è il principio dell'inversione dell'onere della prova; un principio delicato sul quale abbiamo discusso e sul quale ci siamo ritrovati tutti a cercare una condivisione attraverso la formulazione di un emendamento che è stato accolto, e ciò a vantaggio non di qualche parte politica, ma in questo caso del contribuente: sarà quindi lo Stato a dover provare maggiormente - e questo deve essere anche specificato e sottolineato - la sua pretesa nei confronti del cittadino.
Credo che anche gli impegni assunti con gli ordini del giorno siano importanti e vadano sottolineati. E immagino che ciò sarà oggetto di dichiarazione di voto da parte dei Gruppi. Tra questi ricordo, ad esempio, quelli che impegnano il Governo - non so adesso quando ci sarà il tempo di farlo - a vedere riconosciuta una tutela non solo nella fase del processo, ma anche in quella antecedente, dell'accertamento, perché anche lì oggi qualcosa occorre sistemare.
Tutto questo impianto alla fine serve per essere più attrattivi come Paese anche nei confronti di coloro che ci guardano da fuori e che, ad esempio, vogliono venire da noi a investire. Ma soprattutto sarà a difesa di quanti oggi fanno sistema nel nostro Paese, investono già nel nostro Paese e qui intendono rimanere. Allora proprio per loro, proprio per i cittadini e per il nostro sistema Paese, portiamo avanti questa riforma e cerchiamo di migliorarla anche su quei punti sui quali abbiamo trovato una minore condivisione, ma comunque un'accettazione attraverso gli ordini del giorno che abbiamo approvato. (Applausi).
PRESIDENTE. Poiché il rappresentante del Governo ha preannunciato che non intende intervenire, dal momento che siamo in attesa del parere della Commissione bilancio, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,40.
Colleghi, faccio presente che siamo in uno stato molto avanzato dei lavori per cui, con la consueta collaborazione da parte di tutti e dell'Assemblea, confidiamo di mantenere un ritmo serrato.
D'ALFONSO, relatore. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ALFONSO, relatore. Signor Presidente, intervengo solo per dare una comunicazione organizzativa all'Assemblea. Le votazioni sono 14. Quindi, saremo essenziali, e lo dico per chi deve programmare la propria partenza.
PRESIDENTE. Senatore D'Alfonso, la Presidenza vuole essere ancora più ottimista: le votazioni sono meno di 14.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15,40.
(La seduta, sospesa alle ore 15,15, è ripresa alle ore 16,11).
La seduta è ripresa.
Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Vi ricordo che siamo in sede redigente, quindi passiamo direttamente alla votazione degli articoli del disegno di legge n. 2636, nel testo formulato dalle Commissioni riunite.
Vi chiedo di prendere posto e di prestare attenzione.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Proteste per l'accensione di tre luci verdi a un banco del Gruppo FIBP-UDC dove sono presenti due senatori)
PRESIDENTE. Invito i senatori Segretari a prestare attenzione e segnalare alla Presidenza eventuali irregolarità.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione finale.
PRESUTTO (Ipf-CD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PRESUTTO (Ipf-CD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, obiettivo prioritario della riforma della giustizia tributaria qui in discussione è quello di consentire una riduzione del numero dei ricorsi in Cassazione e di permettere decisioni veloci e di qualità. Avere una giustizia veloce rappresenta un valore aggiunto che garantisce una crescente fiducia nel nostro Paese, sia da parte della società civile sia da parte degli interlocutori o degli investitori stranieri.
Le Commissioni riunite 2a e 6a hanno avviato, nel gennaio 2020, l'esame in sede redigente di diversi disegni di legge in materia di giustizia tributaria, in merito ai quali ha avuto luogo una serie di audizioni. Il disegno di legge n. 2636, di iniziativa governativa, così come i provvedimenti succitati, recanti disposizioni in materia di giustizia tributaria, si pone come obiettivo prioritario il rispetto degli impegni assunti con il PNRR, che dovrebbero essere portati a compimento entro il quarto trimestre del 2022. Il rispetto di tali impegni rappresenta un vero e proprio obbligo cui il nostro Paese deve adempiere nei confronti dell'Europa.
Come sopra ricordato, nel PNRR il Governo auspica una riduzione del numero dei ricorsi alla Corte di cassazione, al fine di consentire una loro trattazione più veloce attraverso diversi strumenti, quali: un migliore accesso alle fonti giurisprudenziali mediante il perfezionamento delle piattaforme tecnologiche; l'introduzione del rinvio pregiudiziale per risolvere i dubbi interpretativi (per avere il tempo di risolvere una questione quando sorgono dubbi interpretativi); l'ampliamento della dotazione di personale attraverso l'introduzione di adeguati incentivi economici per il personale ausiliario.
La Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria, che si è insediata per volontà del Ministro della giustizia e del Ministro dell'economia, ha presentato una propria relazione finale in data 30 giugno 2021. In data 1° giugno 2022 il Governo ha presentato in Senato il disegno di legge qui in commento, che si compone di quattro articoli, prevedendo: la professionalizzazione dei magistrati tributari attraverso il reclutamento di un giudice tributario selezionato per concorso; l'inserimento, nel giudizio di merito di primo e secondo grado, della prova testimoniale, dell'istituto della conciliazione su iniziativa del giudice e di una specifica disciplina per l'appello di alcune sentenze del giudice monocratico; l'introduzione dell'istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte di cassazione da parte delle commissioni tributarie; l'istituzione di un ufficio ispettivo presso il consiglio di presidenza della giustizia tributaria e di un ufficio del massimario presso l'organo di autogoverno, volto a migliorare l'accesso alle fonti giurisprudenziali, anche al fine di assicurare l'uniformità del giudizio in fattispecie analoghe.
Tali strumenti sono volti a rendere più tempestivo l'intervento nomofilattico, cioè un uniforme rispetto della legge da parte della Corte di cassazione, con auspicabili benefici in termini di uniforme interpretazione della legge, prevedibilità delle decisioni e deflazione del contenzioso. Si tratta, nello specifico, della pronuncia del principio di diritto in materia tributaria, che consentirà la più tempestiva formazione di orientamenti giurisprudenziali consolidati.
Bene, colleghi, non vado oltre nel descrivere i minuziosi dettagli relativi all'articolato, che l'Assemblea ha trattato scegliendo le Commissioni come sede redigente. Vorrei semplicemente ringraziare i colleghi delle Commissioni 2a e 6a riunite, che, contro ogni aspettativa, sono riusciti a licenziare un provvedimento sul quale sono stati presentati ben 212 emendamenti. Grazie al loro lavoro l'Assemblea sarà in grado di licenziare questo importante provvedimento, volto alla realizzazione di una giustizia tributaria più giusta, più equa, più apprezzata e volta all'innovazione (quindi efficacia ed efficienza).
Per tutte queste ragioni, signora Presidente, esprimo il voto favorevole del Gruppo Insieme per il futuro - Centro Democratico. (Applausi).
LANNUTTI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LANNUTTI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, mi consenta di iniziare il mio intervento sul processo tributario - che appare ispirato da quel filone della dottrina totalitaria neoliberista, analogamente al pensiero unico che non ammette critiche - con alcune frasi di un documento pubblicato nel 2013 da J.P. Morgan, che con Goldman Sachs è una delle più grandi banche di affari del mondo.
I sistemi politici della periferia meridionale dell'Europa sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.
Questi sistemi politici e costituzionali del Sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: Esecutivi deboli nei confronti dei Parlamenti; Governi centrali deboli nei confronti delle Regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; la licenza - lo ripeto, la licenza, lo abbiamo sentito anche in quest'Aula - di protestare, se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo.
La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforma economica e fiscale e abbiamo visto Esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna) e dalla crescita dei partiti populisti (Italia e Grecia).
In sostanza, la forte influenza delle Costituzioni troppo socialiste, che ispirò la riforma costituzionale del 2016, il cui referendum del 4 dicembre mobilitò intellettuali e uomini a schiena dritta, come il compianto giudice Ferdinando Imposimato con 178 comizi, segnando la sconfitta del Governo Renzi, impedisce di assumere i provvedimenti necessari, come eliminare le tutele dei lavoratori e la licenza di protestare.
Con quel rovesciamento dei fini e dei mezzi J.P. Morgan, che ha annesso alla sua dottrina perfino ciò che resta di quel pensiero progressista patrimonio della cosiddetta sinistra storica, le cui durissime lotte sindacali e sociali per l'emancipazione dei lavoratori e delle donne hanno segnato il secondo Novecento, insanguinato dalle stragi di mafia, dal terrorismo rosso e nero, dallo stragismo e dalla strategia della tensione, spiegava che il buon funzionamento dell'economia non è un mezzo attraverso cui si cerca di migliorare il benessere collettivo, ma il fine da perseguire a costo di stracciare le garanzie e i diritti che definiscono uno Stato democratico. Questo naturalmente perché si presuppone che gli Stati siano guidati da élite che, calate dall'alto com'è stato il Governo Draghi, senza tutti quegli intralci politici all'agire economico, sanno bene quali siano le cose giuste da fare per completare l'opera di svendita di Stato iniziata nel 1992 e per smantellare o alienare beni pubblici, come nella profezia del presidente Francesco Cossiga ai suoi comparuzzi di Goldman Sachs.
Questo provvedimento di riforma della giustizia tributaria contiene un profilo critico di cruciale rilevanza, tale da farla apparire come una riforma suicida per lo Stato di diritto fondato sulla separazione dei poteri, annettendo al MEF, al Ministero dell'economia, ossia al potere esecutivo, funzioni e controlli sul potere giudiziario, calpestando così quella divisione dei poteri da tre secoli caposaldo delle democrazie liberali.
Questa riforma contiene al suo interno germi che potrebbero impedire, una volta entrata a regime, la realizzazione di uno degli obiettivi centrali e fondamentali della stessa riforma, ossia il miglioramento e l'innalzamento della qualità della giustizia tributaria, che da più parti viene ritenuta spesso bassa in maniera ingiustificata solo nelle fasi di merito.
In Italia ci sono circa 50.000 cause pendenti e l'eccessivo carico di lavoro costringe il giudice della Cassazione e della magistratura tributaria a giudicare, loro malgrado, in fretta e a volte male. Questa riforma prevede, da una parte, la creazione di un giudice professionale a tempo pieno e, dall'altra, accentua il verticismo decisorio della Cassazione, attraverso l'istituto del rinvio pregiudiziale e la pronuncia dei cosiddetti principi di diritto, lasciando immutata la struttura attuale.
Peraltro, una volta a regime, i magistrati di Cassazione non potranno entrare nelle nuove commissioni tributarie. Di contro, i magistrati ordinari che optano per la magistratura tributaria non possono tornare indietro, quindi non potranno più accedere alla Corte di Cassazione. Non solo: con questa riforma, attraverso gli istituti del rinvio pregiudiziale e della pronuncia dei cosiddetti principi di diritto in materia tributaria, si indebolisce la capacità interpretativa e propulsiva dei magistrati tributari e, di contro, si rafforza quella della Corte di Cassazione, che, a regime, non avrà una formazione specialistica altrettanto approfondita.
Peraltro, è una situazione che contrasta con l'articolo 101 della Costituzione, che così recita: «I giudici sono soggetti soltanto alla legge». Con ciò si intende, non solo l'indipendenza dagli altri poteri, legislativo ed esecutivo, ma anche il ripudio di un'organizzazione gerarchica e verticistica della stessa magistratura. Insomma, in questa riforma si prevede che il magistrato tributario applichi anche i principi di diritto della Cassazione, anche se magari non ne condivide il contenuto o se addirittura non dovessero essere conformi alla norma. Siamo dunque al paradosso di una riforma gattopardesca. Soprattutto, però, se si condanna in modo ingiusto un contribuente, ovvero in base a valutazioni soggettive, alla fine avremo contribuito a minare l'esistenza stessa dello Stato di diritto.
Questa riforma non riuscirà a mitigare gli usi, abusi ed ordinari soprusi delle agenzie fiscali ed enti impositori a danno dei cittadini contribuenti, ma li aggraverà ancora di più, con lo scudo protettivo del MEF, il cui palese conflitto di interessi stride con la Costituzione e il sacrosanto diritto dei cittadini a una giustizia giusta e imparziale.
Nella più grande mistificazione del dopoguerra, i media - genuflessi a Draghi, i cui miracoli alla rovescia sono amplificati dai TG della RAI, in stile Luce o, se si preferisce, Duce - propagandano falsità seriali, come il tasso record dell'occupazione a giugno, sparato dai giornaloni con titoli a nove colonne, a reti ed edicole unificate, salvo omettere il dettaglio che quel record, mai così alto dal 1977, è dovuto esclusivamente al crollo demografico.
Si rafforza quel feticcio di neoliberismo delle disuguaglianze e globalismo delle povertà che ha sostituito gli Stati con i trattati e la giustizia con gli arbitrati, sancendo in tal modo la supremazia degli interessi economici sul diritto e sulla Costituzione, con l'aggravante dell'ingerenza diretta del MEF sulla giustizia.
Signor Presidente, sorvolo sulle deleghe poste in calendario da un Governo dimissionario, come la riforma fiscale, l'equo compenso e l'ergastolo ostativo. Un Governo dimissionario si dovrebbe limitare agli affari correnti.
Per queste ragioni, annuncio il voto contrario del gruppo Uniti per la Costituzione-CAL (Costituzione, Ambiente, Lavoro) a una riforma che, analogamente a quella della giustizia, rappresenta l'ennesimo vulnus per la Costituzione e i calpestati diritti dei cittadini contribuenti.
Signor Presidente, non mi ricandiderò alle elezioni, pertanto credo che questo sia il mio ultimo contributo a quest'Assemblea in quest'Aula. (Prolungati applausi. Molte congratulazioni).
MARINO (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINO (IV-PSI). Signora Presidente, onorevoli senatrici, onorevoli senatori, signore rappresentanti del Governo, siamo finalmente giunti in Aula ad affrontare il disegno di legge sulle disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari.
La necessità di riformare la giustizia tributaria nei suoi vari aspetti è un tema avvertito da tempo dagli operatori del diritto tributario, dai cittadini e dalle imprese. In realtà, era stato fatto un lungo lavoro durante la diciassettesima legislatura, ripreso in diversi disegni di legge, fra cui quello a mia prima firma (Atto Senato n. 1687), che erano stati anche il frutto di un dibattito pubblico piuttosto intenso. C'erano stati i lavori fatti dalla Commissione interministeriale della Cananea ed infine è arrivato il disegno di legge di iniziativa governativa.
Questa è una materia che per sua natura non può che collocarsi nel novero delle più alte decisioni politiche. Dispiace oggettivamente la compressione del dibattito in un tempo esiguo, con le Camere sciolte e un Governo dimissionario, in un torrido agosto. La materia meritava qualcosa di più e qualcosa di meglio.
Questo è un disegno di legge che, non costituendo una riforma ordinamentale in senso proprio, come avremmo sperato, interviene su un profilo di straordinaria rilevanza, quello dei giudici tributari, oggetto di alterne vicende nell'intera storia costituzionale italiana. Ricordo solo che l'interrogativo su quale assetto dare alla giustizia tributaria fu materia di discussione nell'Assemblea costituente, ove si confrontarono diverse opinioni ancora oggi di attualità. Ma non siamo qui per ragionare di passato, bensì su quale aspetto attestarci per il futuro.
Il dibattito intorno all'assetto della giustizia tributaria ha subito solo recentemente una tardiva accelerazione in funzione del fatto che la riforma rientra tra i traguardi individuati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vale subito però la pena di evidenziare che il PNRR era preoccupato esclusivamente dai tempi della giustizia tributaria, invitando a elaborare proposte di interventi organizzativi e normativi per la deflazione e la riduzione dei tempi di definizione del contenzioso tributario. Sul raggiungimento di questo obiettivo attraverso lo strumento che ci apprestiamo ad approvare ho qualche serio dubbio, ma nel corso dell'intervento analizzerò anche questo aspetto.
Le modifiche al disegno di legge di iniziativa governativa, dopo l'intervento emendativo operato dalle Commissioni riunite, realizzano un indubbio miglioramento, ancorché solo parziale, ma sono soprattutto le questioni processuali a trovare una risposta per lo più soddisfacente. Tra le modifiche, vi è la soppressione del ricorso nell'interesse della legge del rinvio pregiudiziale, che tante critiche aveva sollecitato circa la loro utilità ed opportunità; la previsione dell'obbligo di fissazione dell'udienza di sospensione entro trenta giorni dall'istanza e comunque separatamente dall'udienza di trattazione del merito, come del resto avviene in tutte le altre giurisdizioni, che serve a dare una risposta agli oltre due terzi di istanze di sospensiva che rimangono oggi inevase, nonostante i gravi danni economici a cittadini ed imprese che l'esecuzione coattiva tributaria può provocare. Vi è poi la possibilità di richiedere l'udienza da remoto, anche una volta che sia stata comunicata la data di trattazione, considerato l'orientamento di talune commissioni tributarie di non accettare tale richiesta una volta trasmesso l'avviso di trattazione. Inoltre, si è proceduti all'eliminazione dell'avverbio «assolutamente» che precedeva la parola «necessario» per quanto riguarda la testimonianza scritta che ne avrebbe di fatto esclusa ogni reale operatività.
Tra le modifiche apportate vi è poi l'annullamento dell'atto impositivo nel caso di vizi della prova circa la relativa fondatezza che serve a superare tutte quelle inversioni probatorie via via elaborate nel tempo dalla giurisprudenza, quali eccezioni al generale onere della prova gravante in capo al fisco per porlo invece in capo al contribuente.
Da ultimo, vi è l'importante eliminazione di quel vero e proprio mostro giuridico rappresentato dalle limitazioni all'appello di sentenze rese secondo diritto e non già secondo equità, come accadeva per l'articolo 339 del codice di procedura civile erroneamente preso quale riferimento nel disegno di legge governativo. Sulla parte ordinamentale, però, come dicevo prima, le modifiche sono invece più carenti. Mi preme sottolineare come resta innanzitutto fermo l'inquadramento di giudici tributari sotto il MEF, cosa che noi riteniamo una deminutio. Si sono versati negli anni fiumi di inchiostro per stigmatizzare l'assenza di una piena indipendenza dei giudici dal MEF già nel previgente assetto normativo e quasi tutti i disegni di legge parlamentari convergevano univocamente nello spostare i giudici sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri. Adesso, la situazione è persino più grave e paradossale, perché i nuovi giudici, così come i togati che transiteranno dalla magistratura tributaria, diventeranno direttamente dipendenti del MEF, sicché, in ultima analisi, il contribuente si troverà a essere giudicato da un giudice dipendente di un ente che, con la sua tipica controparte rappresentata dall'Agenzia delle entrate, stipula una convenzione in cui il raggiungimento degli obiettivi è misurato anche in funzione del gettito ottenuto, il quale gettito dipende a sua volta anche dall'esito degli atti impositivi emanati dall'Agenzia delle entrate sulla cui legittimità quel giudice deve pronunciarsi. A tale indesiderabile assetto non ha fatto da contraltare un significativo rafforzamento dell'organo di autogoverno dei giudici tributari, né in termini di dotazione, né in termini di struttura organizzativa, né in termini di poteri, rimanendo pertanto del tutto inascoltati gli appelli della dottrina.
Particolarmente critica è poi la questione dell'organico e dei concorsi, dove l'unica misura davvero apprezzabile è quella relativa al tirocinio e all'obbligo di formazione continua, che rappresentano elementi essenziali imprescindibili della figura del nuovo magistrato, soprattutto in una materia quale il diritto tributario sottoposto a continui cambiamenti normativi e giurisprudenziali sia nazionali, sia sovranazionali.
Per il resto, restano irrisolti due problemi principali. Il primo è l'incentivazione del passaggio di 100 fra gli attuali giudici tributari togati dalla loro giurisdizione di appartenenza alla magistratura tributaria. Il problema, purtroppo, non è stato risolto, sicché il rischio che questo transito vada deserto o quasi permane. Il secondo è la riscrittura delle regole di un concorso che così strutturato determinerà tempi biblici per la conclusione di ben sette concorsi, ciascuno da 68 posti. Il problema è che nelle more del reclutamento dei nuovi giudici si attuerà uno svuotamento delle commissioni tributarie. Come rilevato nel corso delle audizioni, in corrispondenza dell'anno 2029 i giudici in organico rimarrebbero 1.282 a fronte dei 2.608 attualmente in organico e ciò anche per effetto della riduzione da settantacinque a settant'anni dell'età massima per l'esercizio della funzione di giudice tributario. Il conseguente effetto sarebbe di allungare considerevolmente, anziché diminuire, i tempi dei giudizi raggiungendo un risultato di fatto opposto a quello indicato dal PNRR. A ciò si aggiunge che poco o nulla è stato fatto, invece, per risolvere i problemi indicati dal PNRR, quello del giudizio di legittimità, se non un modesto provvedimento di definizione delle liti fortemente limitato sia nel suo ammontare (150.000 euro di imposta), a seconda che vi sia un doppio grado favorevole o almeno un grado favorevole al contribuente, sia addirittura nella sua operatività, una misura deflattiva che nei termini indicati non farà che appena scalfire la montagna di ricorsi ancora pendenti in Cassazione.
In questo quadro fatto di chiaroscuri, però, un raggio di luce è rappresentato dall'approvazione del nostro emendamento che prevede il cambio di denominazione delle tributarie provinciali e regionali in Corte di giustizia tributaria di primo e di secondo grado. Quello che può sembrare solo un mutamento nominalistico in realtà rappresenta un grande passo lungo la via del riconoscimento della dignità della giustizia tributaria nella logica di una radicale riforma della stessa.
Personalmente ho un concetto più aulico e più pregnante del termine riforma rispetto a quello che si è sostanziato nel provvedimento in esame. Sicuramente ci sarebbe voluto più tempo: gli otto mesi, che ci sarebbero stati se non fosse stata aperta un'improvvida crisi di Governo, sarebbero stati preziosi. Quello che però qui prevale è il principio dell'etica della responsabilità.
Nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo Italia Viva-P.S.I. e nel ringraziare i sottosegretari Freni e Guerra per lo sforzo costruttivo che hanno operato in Commissione, mi piace terminare citando le parole di un grande maestro del diritto tributario, Augusto Fantozzi, che era aduso dire, quando si affrontava un argomento complesso ed articolato: prima facciamo l'albero - riferito all'albero di Natale - poi mettiamo le palline. Quanto stiamo per approvare rappresenta l'albero, con alcune belle decorazioni. È necessario però, in seguito, con successivi provvedimenti integrativi della riforma, per avere un risultato ottimale, mettere anche le palline. (Applausi).
DE BERTOLDI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo il disegno di legge concorrenza e dopo il disegno di legge ricovero, nonostante tante brutte previsioni, siamo arrivati in anticipo anche all'approvazione del disegno di legge sulla riforma della giustizia tributaria. Mi rivolgo ai partiti che tanto terrorismo hanno fatto in questi ultimi mesi sul rischio elezioni: siamo arrivati a garantire la quarta rata del PNRR. Abbiamo concluso in largo anticipo l'approvazione di quella componente legislativa che era necessaria per la quarta rata, quella di dicembre, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Abbiamo concluso con il contributo coerente, fattivo e costruttivo del Gruppo Fratelli d'Italia, che avendo sempre al centro l'interesse nazionale non ha mai pensato di mettersi di traverso quando degli obiettivi erano o sarebbero stati da conseguire. Quindi: siamo arrivati, onorevoli colleghi!
Mi piacerebbe dunque rivolgermi anche agli esperti di comunicazione e a coloro che, al di fuori di questa Aula, ci hanno tempestato per settimane - e lo hanno fatto anche negli scorsi mesi - dicendo che chi voleva il voto era irresponsabile e chi voleva un Parlamento finalmente espressione del popolo italiano e magari un Governo espressione di un Parlamento più legittimato, era un irresponsabile, perché quando si fossero sciolte le Camere sarebbe successo il finimondo, non si sarebbe approvato più niente e sarebbe saltato il PNRR. La conclusione, come abbiamo sempre detto e come Giorgia Meloni ha sempre detto, è che non c'è stata alcuna paralisi legislativa e alcuna paralisi istituzionale, che si poteva continuare a lavorare, come abbiamo lavorato e come lavoreremo anche a settembre, portando contemporaneamente il popolo italiano a dire qual è il Parlamento che vuole lo rappresenti e quale poi sarà o dovrà essere il Governo che ne assumerà la guida e porterà il Paese al di fuori delle secche, che troppo spesso questa legislatura ha invece provocato.
Mi piacerebbe anche sapere dove sono quei gufi, che si sono nascosti dietro la figura professionale stimata del professor Draghi, per nascondere le loro incapacità, quelle forze politiche in contraddizione tra loro, che però si nascondevano dietro la figura di Draghi e che magari anche oggi, senza averne legittimità e probabilmente senza averne il permesso, si nascondono dietro la bandiera di Draghi per proporre agli italiani un'alternativa che non esiste. Avete cercato di evitare le elezioni dietro la figura del presidente Draghi e oggi, illecitamente - lo ribadisco, perché non mi risulta che vi sia stato permesso - vi nascondete in troppi dietro la figura del professor Draghi, per nascondere una mancanza di programma e di omogeneità: quella omogeneità che invece noi del centrodestra abbiamo già raggiunto e quel programma che nelle prossime ore espliciteremo agli italiani, perché - noi sì - siamo una coalizione pronta a governare il Paese.
Entrando nel merito del disegno di legge, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare a questo punto, in primis il presidente della 6a Commissione D'Alfonso, i sottosegretari Freni e Guerra, che ci hanno supportato, e tutti i colleghi che hanno lealmente collaborato con noi per arrivare a questo traguardo, che poteva anche essere raggiunto in modo più concreto e cospicuo. Si poteva fare di più, comunque lo abbiamo fatto e questo era ciò che contava, anche per le considerazioni che ho esplicitato in premessa.
Noi di Fratelli d'Italia siamo molto fieri, cari colleghi, di aver posto un elemento in particolare come essenziale per permettere al provvedimento in esame di arrivare oggi al traguardo. Mi riferisco innanzitutto al fatto di colmare una iniquità che impediva ai laureati in economia e commercio di accedere ai ruoli della magistratura tributaria. Era qualcosa di vergognoso, che andava contro l'interesse dei cittadini, perché sappiamo tutti che le commissioni tributarie (o le corti di giustizia tributaria, come adesso le chiameremo) sono chiamate a decidere su problemi imprenditoriali e aziendali, sui quali quindi la competenza economica, aziendale e tributaria era essenziale. Era quindi impensabile non prevedere la presenza dei laureati in economia e commercio. Dal primo giorno Fratelli d'Italia ha posto questo come elemento essenziale per procedere e, fortunatamente per gli italiani e per tutti i cittadini, questo è stato accettato, quindi siamo arrivati ad un positivo accoglimento del nostro emendamento.
Lo stesso ragionamento vale per un emendamento che ha permesso di fare chiarezza - e chi è del settore lo capisce - sul valore della lite. Nell'ambito di competenza del giudice monocratico abbiamo previsto che, per il valore della controversia, si debba tener conto del valore virtuale, altrimenti a causa delle perdite si sarebbe corso il rischio per il giudice monocratico di dover decidere su controversie dal valore molto più alto di quello riferibile al suo campo.
Siamo altrettanto contenti di aver ottenuto un ordine del giorno. Uno di quegli atti che spesso i Governi disattendono, però questa volta - chissà perché - siamo convinti che il prossimo Esecutivo non disattenderà gli ordini del giorno che sono stati approvati; pertanto quelli approvati in questo contesto hanno un peso di gran lunga maggiore, perché ribadisco che chi prenderà le redini del prossimo Governo - o almeno noi auspichiamo che lo faccia - saprà dare loro esecutività immediata il giorno dopo il suo insediamento. Mi riferisco, ad esempio, a un provvedimento molto richiesto dalle Regioni e dalle autonomie sulla definizione agevolata dei tributi locali, perché, in ossequio al principio delle autonomie, che in questa fase non è stato accettato come emendamento, ma come ordine del giorno, noi vogliamo permettere alle Regioni e agli enti locali di poter ridurre l'ammontare delle imposte e delle tasse loro dovute nel momento in cui i contribuenti sono pronti a pagare, a risolvere i problemi tributari precedenti, che già preesistevano. Si tratta, quindi, di una norma che ci è stata richiesta dalle Regioni, a cui la consegneremo quando ci verrà data la possibilità di farlo.
Sono stati approvati ulteriori emendamenti utili e importanti sul tema delle liti pendenti, che certamente verrà allargato, tenendo conto anche di quello che accade alla Corte dei conti, nella giustizia contabile, dove non ci sono limiti di 50.000, 100.000 o 200.000 euro, ma c'è la possibilità di risolvere concordemente le controversie quando le parti lo vogliono fare.
Ci muoveremo anche in questa direzione per risolvere il grave problema dell'intasamento delle magistrature. Quindi, alcune questioni le abbiamo affrontate, altre le affronteremo nella prossima legislatura, e siamo certi che il Governo che se ne occuperà avrà il nostro consenso.
Signor Presidente, esprimo il nostro voto di astensione, perché non abbiamo voluto porre ostacoli; abbiamo cercato di migliorare questo provvedimento, ci saremmo aspettati di più.
Avevamo chiesto - e questa è una delle cause che ci porta oggi ad astenerci - che, finalmente, alla conclusione dell'udienza, venisse obbligatoriamente data lettura del dispositivo e che la sentenza venisse depositata entro quindici giorni. Non si è potuto trovare l'accordo, quindi rimandiamo anche questo aspetto alla prossima legislatura.
Concludo, quindi, Presidente, con la speranza che questo sia un passo in avanti - e siamo convinti che lo sia - non solo per ottenere i fondi del PNRR, ma anche per dare il tempo pieno, come è stato detto, alla magistratura tributaria, quindi una maggiore garanzia agli interlocutori e agli investitori che si avvicinano al nostro Paese. Siamo certi, però, che bisogna fare ancora di più; occorre apportare ulteriori migliore, così come bisognerà fare una vera riforma fiscale nella prossima legislatura.
Fratelli d'Italia c'è stata con serietà, in modo propositivo, con coerenza, in questa fase politica dall'opposizione; credo che ci sarà con ancora più forza e serietà nella prossima legislatura. (Applausi).
GRASSO (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRASSO (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, colleghi, l'approvazione di una riforma della giustizia tributaria si inserisce in un quadro di interventi necessari - direi indispensabili - per rispettare gli impegni assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La sciagurata caduta del Governo Draghi ci costringe ad approvare una serie di provvedimenti importantissimi senza, però, il dovuto e necessario approfondimento.
L'attuazione del PNRR vede nel complessivo ripensamento del sistema giustizia un fondamentale pilastro. La fiducia dei cittadini, così come degli investitori nazionali e stranieri, è infatti strettamente connessa alla capacità da parte dello Stato di amministrare la giustizia con rapidità ed efficacia.
Un sistema fiscale moderno efficiente non può assolutamente prescindere da una riforma dell'attuale modello di giurisdizione tributaria, e su questo siamo d'accordo.
Sono stati individuati alcuni punti fondamentali su cui intervenire: il primo è particolarmente innovativo ed è quello della professionalizzazione dei magistrati tributari. A tal proposito, si disciplina il reclutamento del giudice tributario tramite concorso, si prevede un tirocinio formativo per i nuovi assunti, viene allineata l'età pensionabile a quella delle altre magistrature e viene creato un incentivo economico adeguato per il trasferimento da altri ruoli della magistratura ordinaria o contabile a quella, appunto, tributaria.
Il secondo punto è la revisione della disciplina del processo tributario, e qui ci sono talune novità, in particolar modo con l'inserimento nel giudizio di merito della prova testimoniale - prima non ammessa - e con l'istituto della conciliazione su iniziativa del giudice.
Il terzo punto è l'istituzione di un consiglio di presidenza della giustizia tributaria che garantisca l'effettiva necessaria autonomia e indipendenza nonché l'istituzione dell'ufficio del massimario presso l'organo di autogoverno, cui potrà accedere anche la Corte di cassazione per la sua importante funzione nomofilattica, cioè per dare uniformità ai principi di diritto e così diminuire il contenzioso.
Il quarto punto qualificante della riforma - sempre ai fini di quanto previsto nel PNRR - è quello di adottare misure deflattive del contenzioso presso la Corte di cassazione.
Per rispondere con tempestività alla domanda di giustizia da parte di cittadini, ho sempre sostenuto che l'unico vero modo sia quello di aumentare il numero dei magistrati in servizio e di dotarli di risorse strumentali, logistiche e organizzative idonee a far funzionare gli uffici. Si consideri che l'attuale organico della sezione che si occupa di questioni tributarie in Cassazione è carente di ben sei unità.
Tuttavia, nel quadro delle misure per la definizione del contenzioso tributario pendente presso la Corte (si tratta di 45.000 processi pendenti), è stata istituita una sezione civile incaricata di trattare esclusivamente le controversie in materia tributaria, nell'intento anche di favorire l'acquisizione di una specifica competenza dei magistrati che saranno assegnati a tale sezione.
Infine, si è prevista una definizione agevolata dei giudizi tributari pendenti in Cassazione, nei quali l'Agenzia delle entrate è risultata integralmente o parzialmente soccombente nei precedenti gradi di giudizio, mediante il pagamento di una percentuale, variabile a seconda dell'importo del contenzioso dal 5 al 20 per cento, che tenga però conto delle somme già versate. Nonostante l'obiettivo sia quello di migliorare l'efficienza della giustizia tributaria, non mancano però delle perplessità che sono venute fuori anche durante le audizioni, con particolare riferimento agli aspetti di carattere ordinamentale. Se il fatto di istituire una magistratura tributaria professionale è sicuramente una innovazione ed è importante, il fatto però che sia inserita nella struttura del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) crea evidenti perplessità che nascono dalla necessaria interdipendenza che di fatto esiste tra giudici tributari, personale di segreteria e di supporto dal punto di vista amministrativo e MEF.
Per assicurare i valori di autonomia e indipendenza, forse sarebbe stato più opportuno ricondurre la gestione sotto il Ministero della giustizia o della Presidenza del Consiglio dei ministri. È stato obiettato che ciò avrebbe comportato dei costi e dei tempi notevoli, quindi prendiamo atto di tutto ciò.
Infine, anche per dare una veste formalmente, oltre che sostanzialmente, di innovazione e di riforma alla giurisdizione tributaria, si è cambiata l'originaria denominazione delle commissioni tributarie con quella di "corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado".
Per quanto riguarda poi gli aspetti più strettamente connessi alla disciplina del processo tributario, la previsione dell'introduzione della prova testimoniale, certamente utile, appare però sottoposta a stringenti limiti di ammissibilità come la forma scritta e il fatto che debba vertere su circostanze oggettive non attestate da un pubblico ufficiale.
Sono inoltre da accogliere con favore le disposizioni che prevedono l'istituzione di un giudice monocratico per cause di valore inferiore a 3.000 euro e il tentativo di conciliazione. Tuttavia, per essere davvero efficace, tale tentativo, seppure affidato a un giudice, avrebbe dovuto essere obbligatorio e quindi divenire una condizione di procedibilità, in modo che senza tentativo l'istanza non sarebbe andata avanti.
Nonostante le perplessità citate, considerato - come ho già detto - che la riforma della giustizia tributaria è strettamente connessa al PNRR; considerato che il piano individua per l'attuazione della riforma il termine del quarto trimestre del 2022; soprattutto, considerato che l'obiettivo è quello di rendere più efficace e più rapida l'applicazione e l'attuazione della giurisdizione della legislazione tributaria per ridurre l'elevato numero di ricorsi, annuncio il voto favorevole di Liberi e Uguali-Ecosolidali. (Applausi).
MISIANI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MISIANI (PD). Signora Presidente, questo provvedimento è una delle riforme più significative previste dal PNRR, perché investe un ambito di importanza cruciale per la fiducia degli operatori economici, delle persone fisiche e delle persone giuridiche. Nel PNRR sono scritti in modo chiaro gli obiettivi di questa riforma: la riduzione del numero dei ricorsi pendenti in Cassazione, che a fine 2021 erano oltre 47.000, su 111.000 procedimenti civili pendenti; l'accelerazione della tempistica; il miglioramento della qualità delle decisioni della giurisdizione tributaria, visto che nel 2020 la Cassazione ha annullato il 47 per cento delle decisioni in appello delle commissioni regionali.
Ora, Presidente, in Parlamento si è verificata una forte convergenza tra le forze politiche (lo ha ricordato il presidente D'Alfonso). Sono stati presentati sei disegni di legge da vari Gruppi politici, i quali hanno tutti condiviso l'idea di andare verso una professionalizzazione della magistratura tributaria, da selezionare per concorso; tutti hanno sostenuto la necessità di rafforzare l'indipendenza della giustizia tributaria e di istituire una sezione speciale nell'ambito della Corte di cassazione. Questa convergenza è un fatto inedito, perché su altre riforme, una su tutte la legge delega di riforma fiscale, i punti di partenza erano lontanissimi. Oggi noi andiamo ad approvare questa riforma e questo è un dato positivo, anche perché è una riforma legata al PNRR. Invece non approveremo, perché la rinviamo a inizio settembre (e questo è un dato molto negativo), la legge delega di riforma fiscale, che conteneva e contiene misure importanti per i contribuenti italiani, che rimarranno sulla carta.
Presidente, a valle di questa iniziativa dei Gruppi parlamentari e del lavoro di due commissioni tecniche, il Governo ha presentato un disegno di legge di riforma, il n. 2636. Noi abbiamo apprezzato la scelta strategica di fondo del disegno di legge del Governo, che va anch'esso verso la professionalizzazione dei giudici tributari, ma lo abbiamo considerato un punto di partenza e non un punto di arrivo, perché a più riprese abbiamo sottolineato tutti, nel dibattito pubblico, la necessità di integrare, di migliorare e di correggere il testo del Governo, raccogliendo le proposte presentate dai Gruppi parlamentari.
Io credo che le Commissioni finanze e giustizia del Senato abbiano fatto, da questo punto di vista, un lavoro importante e positivo: l'intenso ciclo di audizioni, che è stato ricordato, e un'attività emendativa che ha migliorato molto il testo del Governo, sotto diversi profili. Nel testo che va in Aula abbiamo la sezione civile specializzata all'interno della Corte di cassazione (che prima non c'era), abbiamo il décalage per il limite di pensionamento, perché un pensionamento da subito ridotto a settant'anni avrebbe prodotto conseguenze molto negative sulla tempistica dei giudizi, abbiamo l'apertura alla laurea in economia e non sono in giurisprudenza per accedere al concorso, abbiamo l'incentivazione economica per il trasferimento dei magistrati dai ruoli ordinari verso il ruolo speciale della giustizia tributaria. Viene rafforzato inoltre il consiglio di presidenza della giustizia tributaria, per accrescere il grado di autonomia, anche se la giurisdizione rimane incardinata al MEF, mentre i disegni di legge presentati dai Gruppi parlamentari erano più coraggiosi da questo punto di vista. Viene introdotta la premialità, con l'esclusione della garanzia fideiussoria, per i contribuenti dotati del cosiddetto bollino blu, i contribuenti ISA, che hanno un track record positivo per quanto riguarda la fedeltà fiscale. C'è un'altra norma interessante e importante: l'abbassamento da 20 a 15 milioni dell'istituto dell'interpello per gli investitori esteri.
Gran parte di queste proposte - lo dico a nome del Partito Democratico - le avevamo avanzate anche noi in sede emendativa e siamo molto soddisfatti che siano state accolte tutte. Il testo finale, Presidente, contiene anche una misura per ridurre drasticamente lo stock delle liti pendenti in Cassazione; è l'obiettivo forse più importante che il PNRR indica per questa riforma. La soluzione trovata è equilibrata: una misura deflattiva a valle di una riforma importante e organica della giustizia tributaria, non un condono generalizzato.
Questa misura distingue infatti tra gli esiti in primo e in secondo grado, prevede dei tetti massimi differenziati, delle percentuali differenziate: crediamo, insomma, che sia una soluzione utile a conseguire uno degli obiettivi che il PNRR attribuisce a questa riforma.
Il lavoro svolto - e vado a concludere - è stato proficuo e, a nome del Partito Democratico, devo ringraziare di questo i Presidenti, le Commissioni, gli uffici, chi ha lavorato in queste settimane per portare in Aula quella che è una buona riforma strutturale. Ne verificheremo l'applicazione strada facendo, perché naturalmente c'è una dimensione organizzativa che andrà implementata progressivamente per quanto riguarda il nuovo ordinamento della magistratura tributaria, ma le premesse sono positive.
Noi siamo convinti che questa riforma potrà migliorare realmente il funzionamento della giustizia tributaria che, non dimentichiamolo, rappresenta uno snodo delicato e fondamentale del rapporto travagliato tra i cittadini e l'amministrazione tributaria.
Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del Partito Democratico nei confronti di questo provvedimento. (Applausi).
TOFFANIN (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOFFANIN (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la pandemia ha segnato uno spartiacque tra il prima e il dopo e questo dopo necessita di profondi e rapidi cambiamenti affinché l'Italia possa stare al passo con le trasformazioni che l'Europa e tutto il mondo necessitano e richiedono.
Per queste ragioni l'Unione europea ha messo in campo il PNRR e con esso importanti riforme come quella della giustizia tributaria, che rappresenta appunto una delle milestone in scadenza il 31 dicembre.
Ricordo che il Consiglio dei ministri lo scorso 17 maggio, mentre le Commissioni già stavano valutando dei testi di iniziativa parlamentare, ha approvato il disegno di legge all'esame dell'Aula che affronta alcuni temi cruciali: la professionalizzazione dei magistrati tributari, anche attraverso l'introduzione del giudice a tempo pieno; il rafforzamento dell'organo di autogoverno della giustizia tributaria; il potenziamento della struttura amministrativa a supporto della giustizia tributaria; l'accettazione della prova testimoniale al pari di quanto previsto nei giudizi civili e amministrativi; l'introduzione della conciliazione per le controversie.
Forza Italia ha segnalato sin da subito alcune criticità del disegno di legge. La prima, che purtroppo non siamo riusciti a modificare, è il mantenimento della gestione e dell'organizzazione della giustizia tributaria sotto il controllo del Ministero dell'economia e delle finanze, che pone problemi di indipendenza e di terzietà, visto che la controparte delle vertenze tributarie è rappresentata dalle Agenzie controllate dal MEF, come l'Agenzia delle entrate e quella delle dogane.
Tra l'altro abbiamo fin da subito evidenziato che il disegno di legge non prevede una soluzione per i 77.000 ricorsi e i 45.000 appelli che rappresentano il carico di lavoro attuale delle commissioni di merito, e che essenzialmente occorre intervenire sull'arretrato giacente presso la Corte di cassazione.
Dopo un lungo lavoro compiuto nelle Commissioni, dopo numerose audizioni utili per formulare emendamenti e proposte migliorative al testo base, abbiamo concordato di ultimare i lavori prima della scadenza della legislatura per non rischiare di perdere gli oltre 20 miliardi del PNRR, vincolati alla realizzazione della riforma, cercando di migliorare le criticità del testo base cui ho fatto solo alcuni cenni. C'è però anche un'altra ragione: rispondere alle esigenze dell'Italia: uno sforzo di sintesi doveroso al quale la nostra forza politica ancora una volta non si è sottratta.
Ripensare il Paese: questo è il mantra del presidente Silvio Berlusconi e del nostro partito (Applausi) e la riforma della giustizia tributaria è uno dei passaggi cardine per riformare tutto il sistema fiscale, favorendo un clima di certezza per i contribuenti in tempi adeguati e ragionevoli, senza attendere per anni e anni la conclusione di interminabili processi, con conseguente rallentamento o addirittura blocco dell'attività economica, perdita di occupazione e di PIL.
Un processo tributario equo è strategico anche per rafforzare la fiducia degli operatori economici, con una ricaduta importante sugli investimenti esteri che dobbiamo continuare ad attrarre. Dall'altro lato, un processo più trasparente e più breve nei tempi avvantaggia anche lo Stato, perché crea più opportunità di riscossione con minori oneri.
Equità, trasparenza e velocità sono le parole chiave. Il primo intervento da mettere in atto è quello di abbattere l'arretrato tributario, che al 30 luglio ammontava a 45.000 cause. In Commissione siamo intervenuti per facilitare lo snellimento dei ricorsi in Cassazione dopo che il contribuente ha ricevuto la sentenza a favore in primo e secondo grado o in uno dei due, liquidando con una percentuale la lite. Ma non è sufficiente. Il centrodestra, quindi, ha proposto un ordine del giorno che impegna il prossimo Governo a garantire una maggiore e più strutturata definizione agevolata del processo tributario, in analogia con gli istituti già previsti dall'ordinamento processuale contabile dello Stato.
L'obiettivo di restituire ai procedimenti una durata ragionevole ha un valore non solo costituzionale, ma anche economico tutt'altro che sottostimabile che corrisponde addirittura all'1 per cento del PIL. Liberare queste risorse significa liberare approssimativamente 17 miliardi. Pensate: 17 miliardi. Se dovessimo trasformarlo in beneficio per lo Stato, sarebbero 1.000 euro in più per ogni pensionato. (Applausi).
Ecco perché si deve e si può riformare il sistema Italia. Un altro aspetto fondamentale di questo cambiamento si basa sulla visione del rapporto tra Stato e contribuente. Con questa riforma finalmente si inserisce il principio dell'inversione dell'onere della prova: non più un contribuente che deve necessariamente dimostrare lui stesso la propria innocenza o non responsabilità, ma un'amministrazione che deve provare in giudizio le violazioni contestate con l'atto impugnato, così come avviene in ogni nazione civile o nel nostro processo penale. (Applausi). Un cambio di passo che Forza Italia ha da sempre auspicato per raggiungere un modello di fisco moderno ed equo.
In Commissione sono stati apportarti diversi correttivi al testo base, necessari per realizzare una riforma che prevede la professionalizzazione delle figure dei magistrati a tempo pieno, aprendo anche ai laureati in economia con adeguati tirocini, assicurando contemporaneamente la copertura durante il periodo di transizione, per cui l'anticipo dell'età pensionabile dei magistrati in servizio deve progressivamente scalare per consentire i tempi dei concorsi per le nuove assunzioni.
Tra le modifiche apportate, molte corrispondono agli emendamenti portati avanti dalla tenacia del senatore Giacomo Caliendo, che ringrazio, come il miglioramento dell'istituto della prova testimoniale. (Applausi). Forza Italia si dice soddisfatta per questo provvedimento che, pur necessitando di ulteriori interventi, di cui il prossimo Governo potrà farsi carico, rappresenta uno strumento fondamentale per un cambio di passo culturale, che inciderà favorevolmente sul nostro sistema economico.
Ecco perché abbiamo sempre ribadito il nostro sostegno a provvedimenti che andassero in aiuto ai contribuenti e alle loro famiglie, attraverso la pace fiscale che la stessa Unione europea ha raccomandato come valida soluzione all'annoso problema.
Con la riforma della giustizia tributaria si potranno raggiungere i traguardi del PNRR. Abbiamo una grande sfida che ci attende entro il 2026: la riduzione del tempo medio di definizione dei procedimenti civili, inclusi quelli tributari, del 40 per cento rispetto ai tempi del 2019.
Oggi stiamo ponendo delle basi importanti per consentire al nostro Paese un ammodernamento a 360 gradi. Ricordiamo, infatti, che non sono solo l'Unione europea e il PNRR ad imporci queste riforme, ma è il sistema Italia che, da anni, attende una giustizia giusta. (Applausi).
Una vera democrazia, infatti, si misura sul rapporto tra cittadino e Stato; e il rapporto tra cittadino e Stato si fonda sulle norme e sulla regolamentazione, nonché sulla gestione delle violazioni delle norme stesse, anche in campo tributario. Per questa ragione, annuncio il voto favorevole del Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC. (Applausi).
PILLON (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PILLON (L-SP-PSd'Az). Signora Presidente, vista l'ora tarda, con il suo permesso consegnerei il testo della mia dichiarazione di voto perché sia allegato al Resoconto della seduta odierna. (Applausi).
Ai colleghi che mi applaudono, però, vorrei dire che domanderò di parlare per un intervento di fine seduta.
PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.
FENU (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FENU (M5S). Signora Presidente, cercherò di tagliare l'intervento, ma comunque lo farò.
Il disegno di legge al nostro esame interviene sia sull'ordinamento degli organi speciali di giurisdizione tributaria, sia sulle disposizioni relative al processo tributario. L'elemento qualificante della riforma è rinvenibile nella professionalizzazione e specializzazione dei magistrati tributari attraverso l'istituzione della figura del magistrato tributario a tempo pieno. La nascita della quinta magistratura rappresenta certamente un approdo fondamentale per quella riforma di grande ambizione sistematica e strutturale che i cittadini e le imprese invocano ormai da tempo e che può offrire le migliori garanzie di autonomia, terzietà e indipendenza della funzione giudicante e di maggiore qualità della risposta giudiziaria.
Se questo disegno di legge costituisce quindi sicuramente un passo avanti nel tentare di riformare un sistema anacronistico e quindi inefficiente, se è molto positiva l'istituzione del giudice tributario di carriera a tempo pieno, assunto tramite concorso pubblico, è francamente difficilmente giustificabile quello che appare il rafforzamento della dipendenza della magistratura tributaria dal Ministero dell'economia e delle finanze, che verrebbe a gestire in modo diretto, ad esempio, sia i concorsi per l'assunzione dei giudici che il loro status giuridico, così come suscita perplessità il fatto che la riforma impieghi diversi anni a dispiegare tutti i suoi effetti, prevedendo una fase di transizione di durata francamente eccessiva. Includendo tra i potenziali giudici tributari di carriera tutti i giudici tributari presenti nel ruolo unico nazionale, potremmo invece avere la nuova magistratura tributaria operativa entro sei mesi.
Ancora, sebbene sia molto positiva la figura del giudice monocratico a livello provinciale, non è chiaro né il numero effettivamente necessario di giudici, né il loro inquadramento, così come è lasciata in sospeso la definizione del nuovo assetto territoriale seguente alla riforma. Nonostante questi rilievi, il varo del disegno di legge è una notizia comunque da accogliere positivamente.
L'esame in Commissione è stato particolarmente delicato considerata la delicata fase politica che stiamo vivendo, ma ciò nonostante, grazie allo spirito di collaborazione e al senso di responsabilità che hanno caratterizzato l'operato della 6a e della 2a Commissione durante tutta la legislatura, è stato possibile approfondire con cura le questioni oggetto del provvedimento anche grazie ad un articolato ciclo di audizioni. Ciò ha condotto all'individuazione e all'approvazione di un numero significativo di proposte emendative condivise che vengono ora sottoposte all'Aula e che voglio passare in rassegna molto brevemente.
Vi è l'emendamento che, in consonanza all'idea di creazione di un'autonoma magistratura togata nell'ambito della giurisdizione tributaria, prevede la sostituzione della terminologia attualmente utilizzata per le commissioni tributarie provinciali e regionali con l'attribuzione del ruolo di Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado.
Un altro emendamento molto importante che molti auditi ci hanno richiesto, che supera la criticità che spesso rileviamo dell'impreparazione dei giudici che provengono da altre magistrature che si cimentano nel ruolo di giudice tributario, è quello dell'apertura dei concorsi ai laureati in economia, che daranno sicuramente un apporto tecnico importante soprattutto per il contribuente che deve affidare la sua vita al giudizio della commissione tributaria.
Salterò alcuni emendamenti per risparmiare tempo. È molto importante, sempre sul tema, l'emendamento a prima firma del collega Turco che conferisce maggiore importanza proprio alle materie inerenti la contabilità aziendale e il bilancio. Vi è poi l'emendamento che ridefinisce la modalità di trasferimento dei vincitori di concorso in capo alla giurisdizione tributaria.
Molto importante è anche l'emendamento del collega Pittella, a cui ho aggiunto la firma assieme ai colleghi del Gruppo, che individua per la prima volta una responsabilità del funzionario dell'Agenzia delle entrate che rigetti il reclamo successivamente accolto dal giudice tributario in base alle stesse motivazioni.
In questo caso, tale condotta può essere passibile di sanzioni per il funzionario. C'è poi l'emendamento presentato dai senatori Caliendo e Lomuti, che riformula la prova testimoniale adeguandola ai principi contenuti nel codice di procedura civile, quindi sarà possibile anche per i tribunali tributari l'utilizzo di tale importante istituto. L'emendamento della senatrice Maiorino sopprime quanto contenuto nel testo del disegno di legge governativo relativamente alla limitazione della appellabilità delle sentenze della commissione provinciale pronunciate dal giudice monocratico. L'emendamento 1.2000, a firma del senatore Bagnai e del sottoscritto accorpa diverse e rilevanti proposte, tra cui l'indennità aggiuntiva per coloro che transitano nella giurisdizione tributaria, l'innalzamento del limite di età che impone il collocamento a riposo secondo il criterio del décalage e anche l'aumento delle assunzioni del personale amministrativo presso il Consiglio superiore e l'incremento del fondo di dotazione del Consiglio.
Ci rammarichiamo del fatto che non sia stato accolto in toto questo emendamento nella sua formula originaria, in quanto sarebbe stata l'occasione per rinforzare ancora di più le strutture del Consiglio di Presidenza. Quanto previsto dall'emendamento andava proprio in questa direzione: gli uffici dirigenziali di livello non generale, quali l'ufficio status e assenze e l'ufficio concorsi spostati dal MEF direttamente insieme al Consiglio, avrebbero sicuramente accresciuto l'indipendenza anche funzionale dell'organo di autogoverno.
Ho evitato di elencare altri emendamenti a cui comunque tenevo, alcuni a firma di colleghi di altre forze politiche e che abbiamo sottoscritto. Il disegno di legge nel complesso apporta numerosi passi in avanti per la giurisdizione tributaria e per questo esprimo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).
Concludo, Presidente, rilevando che questo probabilmente è l'ultimo provvedimento prima della pausa estiva e dispiace il fatto che altre forze politiche non abbiano consentito di portare in Aula prima della pausa misure importanti come il disegno di legge di delega fiscale, con la riforma del catasto, il superamento dell'Irap, la riforma della riscossione (sappiamo tutti che il magazzino ammonta a 1.100 miliardi e i contribuenti stanno ricevendo milioni di atti di intimazione ad adempiere) (Applausi), il cashback fiscale, che è il rimborso diretto delle spese detraibili e rappresenta una rivoluzione. Tutto questo rischia di non andare avanti. Alcune forze non hanno consentito di portare in Aula il disegno di legge sull'ergastolo ostativo (Applausi), che è una priorità, considerato che la Consulta ci ha chiesto di intervenire entro l'8 novembre 2022 e senza l'approvazione di questa legge e in assenza di una disciplina chiara e uniforme, rischiamo che boss mafiosi e condannati per gravissimi reati usufruiscano dei benefici penitenziari e possano uscire dal carcere senza aver mai collaborato con l'autorità giudiziaria. (Applausi). Questa è un'assurdità cui il MoVimento 5 Stelle non vuole arrendersi.
Ribadisco il voto favorevole sul provvedimento di cui stiamo discutendo. (Applausi).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge n. 2636, nel suo complesso.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto assorbiti i disegni di legge nn. 243, 714, 759, 1243, 1661, 1687 e 2476.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
PILLON (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PILLON (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, entro la primavera del 2023 in Gran Bretagna chiuderà il servizio di sviluppo dell'identità di genere della clinica Tavistock and Portman. Dopo l'accesso alle cartelle di oltre 9.000 bambini, curati per disforia di genere, la commissione governativa britannica ha messo la parola fine all'incubo di molti ragazzi, tra cui Keira Bell, costretti a «un percorso tortuoso, inutile, permanente e che cambia la vita»: queste le parole della commissione. (Brusìo).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci aspetta un periodo sicuramente ancora impegnativo e quindi l'euforia dei saluti di fine seduta penso possa essere contenuta. Quindi consentiamo al senatore Pillon di proseguire.
PILLON (L-SP-PSd'Az). Grazie, signor Presidente.
Da questa commissione di inchiesta sono emerse dunque le seguenti parole: il modello di cura utilizzato dalla Tavistock «espone i ragazzi a un rischio considerevole di disagio mentale e non rappresenta un'opzione sicura, né praticabile». Si tratta - sono parole testuali - di «un esperimento di massa sui bambini».
Cosa c'entra tutto questo con l'Italia? C'entra eccome, perché in Italia ci sono otto centri, tra cui Bologna al consultorio MIT, Firenze al Ciadig, Roma al Saifip, Trieste al Cedig presso il Burlo Garofolo e Napoli all'Università Federico II, che ancora oggi praticano indisturbati quegli stessi esperimenti sui bambini. Con la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza abbiamo approfondito la questione. Signor Presidente, i protocolli sono identici e, addirittura, i direttori di tali istituti hanno studiato queste tecniche al Tavistock, che ora è stato chiuso in Gran Bretagna. La domanda è molto semplice: perché in Italia ancora vanno avanti con esperimenti che in Gran Bretagna sono stati vietati? Perché ancora somministriamo triptorelina ai bambini? Perché ancora raccontiamo la favola che si può scegliere a quale sesso appartenere, le carriere alias, gli interventi chirurgici devastanti senza neanche il consenso dei genitori, ma con il semplice consenso del giudice tutelare? Queste sono evidenti sintomatologie di una ideologia che prevale o che vuole prevalere sulla realtà. Con il prossimo Governo ci impegniamo a porre fine a tutto questo anche nel nostro Paese. (Applausi).
PINOTTI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINOTTI (PD). Signor Presidente, vorrei sottoporre a lei e all'Assemblea una questione di politica industriale non solo genovese e ligure, ma nazionale, che riguarda la società Ansaldo Energia. Si tratta di un'eccellenza industriale italiana, è saldamente radicata nella città di Genova, con una fabbrica e uno stabilimento come quelli che esistevano un tempo. Prima Genova ne era piena, adesso ne sono rimasti pochi e, anzi, forse Ansaldo Energia è l'unico grande stabilimento ancora esistente. È controllata da Cassa depositi e prestiti all'88 per cento, opera nel settore degli impianti energetici, come dice il suo nome, in particolare sulle turbine a gas, conta circa 2.400 dipendenti diretti, fra operai, impiegati e ingegneri e, in più, migliaia di persone che lavorano nell'indotto.
Questa realtà così importante sta vivendo un momento di forte difficoltà, che è stata evidenziata in questi giorni anche da una forte mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati, molto preoccupati per il futuro del loro lavoro. La crisi energetica e le politiche di diversificazione adottate, in conseguenza dell'invasione russa dell'Ucraina, hanno avuto un impatto molto duro sul core business di Ansaldo.
Per esempio, la propensione a investire nelle centrali a carbone per trasformarle in centrali a gas è venuta rallentando: anche per quanto riguarda l'Italia erano in previsione le trasformazioni rapide degli impianti di Civitavecchia, di La Spezia e di Brindisi, con un passaggio dal carbone al gas, ma la situazione di emergenza, come sapete, ha avuto ha avuto un impatto. In più i costi delle materie prime si sono impennati in modo incredibile, determinando quella che alcuni giornali hanno definito una tempesta perfetta.
Vale la pena ricordare che nel 2021 Ansaldo Energia, in attuazione di un nuovo piano industriale, aveva registrato un utile di 32 milioni, ricavi in crescita e un'inversione di tendenza rispetto agli esercizi 2019/2020, che erano stati in perdita. Purtroppo, invece, pochi giorni fa Ansaldo Energia ha fatto sapere di non riuscire a raggiungere gli obiettivi economici stabiliti nel bilancio 2022 e di non poter realizzare il suo piano industriale per via della situazione di tensione finanziaria.
È evidente, nel contesto odierno, la minore attrattività degli investimenti legati agli impianti a gas rispetto ad un progetto che ha avuto rallentamenti per situazioni esterne non prevedibili. Ansaldo Energia aveva già avviato alcune diversificazioni industriali, in particolare con la costituzione di due società operanti sulle rinnovabili, cioè Ansaldo Green Tech e Ansaldo Nucleare. In particolare Ansaldo Green Tech ha delle prospettive interessanti, perché è inserita nei programmi europei sull'idrogeno verde e nello stesso PNRR, quindi nel processo di transizione energetica che l'Unione europea sta promuovendo.
Fatto questo quadro conoscitivo, cosa si può fare adesso per evitare che questa crisi si trasformi nella perdita di capacità produttive e nella perdita di posti di lavoro e dei livelli occupazionali? Prima di fare la mia proposta, tanto per dirvi quanto questa realtà è nel cuore di Genova, anche l'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI) ha fatto un comunicato. Voi vi chiederete cosa c'entra l'ANPI rispetto a una crisi industriale. Ansaldo, anche ai tempi della Resistenza, è stata una fabbrica che ha avuto molti morti partigiani, quindi ancora adesso il 25 aprile si fa una grandissima cerimonia. Il brand Ansaldo è quindi inserito nell'industria italiana ed ha un significato fortissimo; pertanto c'è anche qualcosa di simbolico nella preoccupazione, oltre che un elemento reale. Sono intervenuti Confindustria, la Federmanager, i sindacati, i cappellani militari, che sono una realtà importante: a Genova nelle fabbriche esistono i cappellani militari.
Tutto questo per dire qual è la proposta. Cassa depositi e prestiti è l'azionista di maggioranza. In questo caso, ovviamente, c'è bisogno di un piano di ricapitalizzazione, ma anche di dare una mano per rivedere un piano industriale che era orientato verso uno scenario che non c'è più. Voi direte che questo lo devono fare i manager. È vero, ma ci sono momenti in cui si possono fare sinergie di Stato, per esempio la società A2A ha bisogno di turbine a gas, inoltre ci sono necessità da parte di Enel. Ritengo pertanto che ci sia la possibilità di aiutare questo management anche orientando e aiutando il piano industriale.
Concludo il mio intervento su un caso che in questo momento i lavoratori di Genova stanno ricordando con forza. C'è stato un momento, negli anni 2007-2008, in cui si era parlato di chiudere lo stabilimento di Fincantieri di Genova a Sestri Ponente, anch'esso un elemento simbolico nel cuore della città. Ci fu una mobilitazione amplissima della città, addirittura i tassisti andavano in giro con la scritta: salviamo Fincantieri. Questa battaglia ha sicuramente aiutato a salvare quello stabilimento, che ora è pieno di lavoro, ma è servito anche ad altro. In quel momento in cui c'era poco lavoro sul settore civile, si varò una legge navale sulla base delle necessità della Marina: 5,6 miliardi per costruire quella parte di flotta che ormai la Marina doveva dismettere. Si fece dunque un investimento certo nel tempo, piuttosto che incerto. Ciò ha consentito a Fincantieri di avere un pieno di lavoro nell'ambito militare che ha potuto distribuire sui cantieri del settore civile e non solo Genova, ma anche a Civitavecchia e ad Ancona, che ha salvato quei cantieri che poi hanno ricominciato a lavorare.
Pensate che disastro sarebbe stato chiuderli! La situazione di Ansaldo è diversa: non stiamo parlando di un'azienda che ha il civile e il militare e si può fare in qualche modo compensazione, però è un'azienda che fa prodotti strategici per un progetto anche dello Stato di differenziazione energetica.
Credo quindi che ci si ci si debba sforzare di essere anche creativi per trovare un rilancio e non lasciare davvero in difficoltà una realtà così importante e strategica. (Applausi).
GAUDIANO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAUDIANO (M5S). Signor Presidente, in questi anni da parlamentare ho scelto di portare nelle istituzioni le esigenze del territorio, in particolare della Provincia di Salerno che, come tante meravigliose realtà italiane, soprattutto al Sud, merita occasioni di sviluppo e progresso. In quest'ottica, due temi hanno maggiormente guidato la mia attività: mi riferisco alla riforma della geografia giudiziaria, con la riapertura dei tribunali soppressi nel 2012 e all'obiettivo ambizioso di realizzare un potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare un collegamento ferroviario all'aeroporto di Salerno-Costa d'Amalfi.
Rispetto al primo argomento, la situazione della Provincia di Salerno, dopo la chiusura del tribunale di Sala Consilina, non è diversa da quella di tanti altri territori che hanno subito un impoverimento, non solo dei servizi offerti a cittadini e operatori del settore, ma anche in termini di cultura della legalità e di presenza delle istituzioni.
Come la Provincia di Salerno, così moltissime realtà hanno dovuto fare i conti con gli effetti di quelle scelte del passato guidate solo da un presunto risparmio di spesa pubblica.
Nei lavori in Commissione giustizia sul disegno di legge n. 2139 a mia prima firma, che proponeva una delega al Governo per una riorganizzazione della geografia giudiziaria, ho avuto modo di condividere questa battaglia anche con i colleghi delle altre Regioni e di altre forze politiche, assumendo la piena consapevolezza che il problema è diffuso su tutto il territorio nazionale e l'esigenza di un intervento di riforma è sempre più urgente.
Per il futuro posso garantire la mia massima determinazione e un rinnovato impegno con la forza dell'esperienza acquisita e della consapevolezza di lavorare per il bene della collettività.
Per quanto riguarda il secondo tema, ricordo con soddisfazione l'impegno da ultimo assunto dal Governo - in occasione della conversione del decreto infrastrutture e trasporti - di valutare l'opportunità di una stazione ferroviaria adiacente all'aeroporto di Salerno-Costa d'Amalfi lungo la tratta già esistente Salerno-Reggio Calabria.
L'importanza di opere strategiche per lo sviluppo sostenibile dei territori non può essere sottovalutata, ancor più in realtà che vantano eccellenze ambientali, paesaggistiche, storiche, artistiche ed enogastronomiche.
Il progresso in termini di infrastrutture è un pieno diritto per questi luoghi, ed è l'unico modo per permettere al turismo di svilupparsi ed essere volano di ricchezza economica e sociale. Sono sfide - queste - importantissime che, se perseguite, generano benefici a cascata incalcolabili.
Signor Presidente, continuerò a dedicare le mie energie a questi temi che pongono al centro la collettività e i territori, insieme a tante altre battaglie, sempre per il bene dei cittadini. (Applausi).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 10 agosto 2022
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica mercoledì 10 agosto, alle ore 15,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 17,20).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Disposizioni in materia di giustizia e di processo tributari (2636)
ARTICOLI DA 1 A 8 NEL TESTO FORMULATO DALLE COMMISSIONI RIUNITE IN SEDE REDIGENTE
________________
N.B. Per gli articoli da 1 a 8, tutti approvati, si rinvia al messaggio di prossima pubblicazione.
Per i disegni di legge dichiarati assorbiti a seguito dell'approvazione del disegno di legge n. 2636, nel testo formulato dalle Commissioni riunite, si rinvia agli Atti Senato 243, 714, 759, 1243, 1661, 1687 e 2476.
Allegato B
Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 2636
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo, nel presupposto che la previsione di cui all'articolo 3, sulla sezione civile della Corte di cassazione incaricata esclusivamente della trattazione delle controversie in materia tributaria, sia compatibile con l'invarianza delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore Pillon sul disegno di legge n. 2636
Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi,
la riforma del processo tributario non è quella che avremmo voluto, ma speriamo sia un primo passo nella giusta direzione per trasformare la mentalità punitiva che purtroppo spesso affligge alcuni meccanismi processuali e la stessa mentalità diffusa in merito.
Gli imprenditori, i commercianti, i professionisti sono contribuenti, e non evasori a prescindere, come qualcuno pensa anche in quest'Aula, e hanno diritto ad un accertamento equo e rispettoso, e ad un processo tributario dotato delle indispensabili garanzie democratiche.
Per questa ragione, come Lega, abbiamo chiesto e ottenuto le seguenti migliorie del testo governativo. Pace fiscale con l'gevolazione per il contribuente sui ricorsi in Cassazione che consente di pagare solo tra il 5 e il 20 per cento di quanto richiesto su tali ricorsi. Sullo stesso argomento abbiamo ottenuto anche un ordine del giorno che impegna il Governo ad aumentare la soglia per l'ottenibilità del condono e la sua estensione anche agli altri gradi di giudizio; l'inversione dell'onere della prova a vantaggio del contribuente, sul modello del processo civile. Spetterà infatti da domani all'amministrazione procedente provare le proprie richieste e non già al cittadino contribuente che potrebbe non averne modo o non disporre delle risorse necessarie; la tutela durante l'accertamento: le commissioni riunite hanno approvato un ordine del giorno a mia prima firma che impegna il Governo a prevedere l'intervento del Presidente della Commissione tributaria competente già durante la fase dell'accertamento, quando il contribuente veda ingiustamente limitati i propri diritti; sempre in tema di garanzie è stata finalmente introdotta la prova testimoniale nel processo tributario; abbiamo inoltre ottenuto l'accoglimento dei nostri emendamenti finalizzati ad avere una magistratura tributaria moderna efficiente e finalmente specializzata.
Gli altri punti qualificanti della riforma sono: l'età pensionabile dei magistrati in servizio. (Andranno in pensione a settanta anni solo dal 2026, ora a scaglioni scendendo dai settantaquattro in giù); l'adeguamento/incentivo economico adeguato per il trasferimento da altri ruoli magistratuali; l'apertura del concorso anche a laureati in economia, purché preparati secondo specifiche classi di laurea; il tirocinio formativo per i neo vincitori di concorso; l'indipendenza e autonomia giudice garantito attraverso autonomia gestionale della magistratura tributaria; l'appellabilità delle sentenze monocratiche.
Per queste ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier, Partito Sardo d'Azione con la promessa che nella prossima legislatura tenteremo di migliorare ulteriormente questa riforma.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Accoto, Airola, Alderisi, Auddino, Augussori, Barachini, Barboni, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Cangini, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Crimi, De Poli, De Vecchis, Di Marzio, Fazzolari, Floridia, Galliani, Ghedini, Giacobbe, Laus, Matrisciano, Merlo, Messina Assunta Carmela, Mirabelli, Moles, Montevecchi, Monti, Napolitano, Nisini, Ortis, Pichetto Fratin, Pizzol, Porta, Pucciarelli, Ricciardi, Ronzulli, Saccone, Sciascia, Segre, Sileri, Trentacoste, Turco, Vaccaro e Vescovi.
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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Girotto, per attività della 10ª Commissione permanente; Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
È considerata in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, la senatrice Modena.
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, trasmissione di documenti
Il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, con lettera in data 27 luglio 2022, ha inviato - ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 agosto 2018, n. 100 - la relazione finale sui dragaggi nelle aree portuali e sul fenomeno dell'abbandono dei relitti, approvata dalla medesima Commissione nella seduta del 27 luglio 2022 (Doc. XXIII, n. 23)
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro della difesa, con lettere del 3 agosto 2022, ha trasmesso, per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66:
- lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 07/2022, denominato "Offshore Patrol Vessel - OPV", relativo all'acquisizione di Unità Navali tipo Pattugliatori (Offshore Patrol Vessel - OPV) di nuova generazione e relativo sostegno tecnico-logistico decennale (n. 409);
- lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 08/2022, denominato "Cacciamine di Nuova Generazione (CNG)", relativo all'acquisizione di nr. 12 Unità navali tipo Cacciamine di Nuova Generazione (CNG) e relativo sostegno tecnico-logistico decennale (n. 410).
Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, gli schemi di decreto sono deferiti alla 4ª Commissione permanente, che esprimerà i pareri entro 40 giorni dall'assegnazione. La 5ª Commissione potrà formulare le proprie osservazioni alla 4ª Commissione in tempo utile rispetto al predetto termine.
Governo, trasmissione di atti
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 29 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, l'estratto dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 luglio 2022, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in ordine alla notifica:
della società Fastweb S.p.a. - Piano annuale per il periodo maggio 2022-aprile 2023 - reti di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G (Atto n. 1271);
della società Wind Tre S.p.a. -. Piano annuale per il periodo maggio 2022-aprile 2023 - reti di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G (Atto n. 1272).
I predetti documenti sono trasmessi, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a, alla 8a e alla 10a Commissione permanente.
Il Ministro dell'interno, con lettera in data 2 agosto 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 7-bis del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, copia del decreto del Ministro dell'interno adottato di concerto con il Ministro della difesa, in data 21 luglio 2022, concernente la proroga dell'impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze Armate, per le esigenze di vigilanza a siti e obiettivi.
La predetta documentazione è trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 4a Commissione permanente (Atto n. 1273).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° agosto 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, la procedura di informazione, attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, concernente la notifica 2022/0515/I, relativa allo "Schema di regolamento relativo all'inserimento del legno lamellare in forma di cippato nell'elenco delle biomasse di cui all'Allegato X, Parte II, Sezione 4 paragrafi 1, alla parte quinta, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152".
La predetta documentazione è deferita alla 13a, e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1274).
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento.
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, è trasmesso alle sottoindicate Commissioni permanenti il seguente documento dell'Unione europea, inviato dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sul quadro di monitoraggio per l'8° programma di azione per l'ambiente: misurare i progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi prioritari del programma per il 2030 e il 2050 (COM(2022) 357 definitivo), alla 13a Commissione permanente e, per il parere, alla 14a Commissione permanente.
Garante per la protezione dei dati personali, trasmissione di documenti. Deferimento
Il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, con lettera in data 8 luglio 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 154, comma 1, lettera e), del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, la relazione sull'attività svolta dal medesimo Garante, riferita all'anno 2021.
Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 2a Commissione permanente (Doc. CXXXVI, n. 4).
Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti
Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 4 agosto 2022, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:
dell'Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro (ENPACL), per l'esercizio 2021. Il predetto documento è trasmesso alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 608);
dell'Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio (ENASARCO) per l'esercizio 2021. Il predetto documento è trasmesso alla 5a e alla 11a Commissione permanente (Doc. XV, n. 609);
di Sport e salute S.p.A., per l'esercizio 2020. Il predetto documento è trasmesso alla 5a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XV, n. 610).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione
Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 1° agosto 2022, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 47/2022/G - Stato di attuazione del PNRR I semestre 2022. La predetta deliberazione è trasmessa alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 1275).
Il Presidente della Corte dei conti, con lettera in data 29 luglio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, quinto comma, del decreto-legge 22 dicembre 1981, n. 786, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1982, n. 51, e successive modificazioni, e dell'articolo 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, la relazione - approvata dalla Sezione delle autonomie della Corte stessa con deliberazione n. 11/SEZAUT/2021/FRG - sulla gestione finanziaria degli enti locali, per gli esercizi attinenti al triennio 2019-2021.
Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 5a e alla 6a Commissione permanente (Doc. XLVI, n. 4).
Parlamento europeo, trasmissione di documenti
Il Vice Segretario generale del Parlamento europeo, con lettera inviata il 19 luglio 2022, ha inviato il testo di 14 documenti, approvati dal Parlamento stesso nella tornata dal 22 al 23 giugno 2022, deferiti, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sotto indicate Commissioni competenti per materia:
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1305/2013 per quanto riguarda una misura specifica volta a fornire un sostegno temporaneo eccezionale nell'ambito del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) in risposta all'impatto dell'invasione russa dell'Ucraina, alla 5a, alla 9a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1166);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) 2017/1938 e (CE) n. 715/2009 per quanto riguarda lo stoccaggio del gas, alla 3a, alla 10a, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1167);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/953 su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19, alla 1a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1168);
risoluzione adottata in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/954 su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per i cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti o residenti nel territorio degli Stati membri durante la pandemia di COVID-19, alla 1a, alla 3a, alla 8a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1169);
risoluzione sullo status di paese candidato dell'Ucraina, della Repubblica di Moldova e della Georgia, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1170);
risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 3/2022 dell'Unione europea per l'esercizio 2022 - Finanziamento dei costi di accoglienza delle persone in fuga dall'Ucraina, alla 1a, alla 3a, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1171);
risoluzione sul progetto di decisione di esecuzione della Commissione che autorizza l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti a partire da granturco geneticamente modificato DP4114 x MON 810 x MIR604 x NK603 e da granturco geneticamente modificato che combina due o tre dei singoli eventi DP4114, MON 810, MIR604 e NK603 a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, alla 9a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1172);
risoluzione sulla decisione di esecuzione (UE) 2022/797 della Commissione del 19 maggio 2022 che autorizza l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da granturco geneticamente modificato NK603 x T25 x DAS-40278-9 e dalla relativa sottocombinazione T25 x DAS 40278-9 a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, alla 9a, alla 12a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1173);
risoluzione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa al rinnovo dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e la Repubblica federativa del Brasile, alla 3a, alla 7a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1174);
risoluzione concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa all'adesione da parte dell'Unione europea alla convenzione sul riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni straniere in materia civile e commerciale, alla 2a, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1175);
risoluzione sul disboscamento illegale nell'UE, alla 2a, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1176);
risoluzione sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, alla 5a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1177);
risoluzione sulla relazione 2021 della Commissione sul Montenegro, alla 3a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1178);
risoluzione sul futuro della politica dell'UE in materia di investimenti internazionali, alla 3a, alla 5a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII, n. 1179).
Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, trasmissione di documenti
Il Segretario Generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha trasmesso, in data 22 luglio 2022, i testi di ventidue documenti, approvati dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa nel corso della riunione della I parte della Sessione ordinaria, che si è svolta a Strasburgo e in videoconferenza dal 24 al 28 gennaio 2022. Questi documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti nonché, per il parere, alla 3a Commissione permanente, se non già assegnati alla stessa in sede primaria:
raccomandazione n. 2218 - Il diritto di essere ascoltato: la partecipazione dei minori, un caposaldo delle società democratiche. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 319);
raccomandazione n. 2219 - Inazione di fronte al cambiamento climatico: una violazione dei diritti del minore. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 320);
risoluzione n. 2220 - Il contrasto all'odio crescente nei confronti delle persone LGBTI in Europa. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, alla 14a e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 321);
risoluzione n. 2221 - Il governo del calcio: affari e valori. Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 322);
risoluzione n. 2222 - Sconfiggere il Covid 19 con misure di salute pubblica. Il predetto documento è trasmesso alla 12a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 323);
risoluzione n. 2223 - Porre fine alle sparizioni forzate sul territorio del Consiglio d'Europa. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 324);
risoluzione n. 2224 - L'Osservatorio sull'insegnamento della storia in Europa. Il predetto documento è trasmesso alla 7a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 325);
risoluzione n. 2414 - Il diritto di essere ascoltato: la partecipazione dei minori, un caposaldo delle società democratiche. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 326);
risoluzione n. 2415 - Inazione di fronte al cambiamento climatico: una violazione dei diritti del minore. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 327);
risoluzione n. 2416 - Il Patto dell'Unione europea sulla migrazione e l'asilo dal punto di vista dei diritti umani. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, alla 14a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 328);
risoluzione n. 2417 - Il contrasto all'odio crescente nei confronti delle persone LGBTI in Europa. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, alla 14a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 329);
risoluzione n. 2418 - Le denunce di violazioni dei diritti delle persone LGBTI nel Caucaso meridionale. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a, alla 3a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 330);
risoluzione n. 2419 - Il ruolo dei media in tempo di crisi. Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 8a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 331);
risoluzione n. 2420 - Il governo del calcio: affari e valori. Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 332);
risoluzione n. 2421 - Le politiche dello sport in tempo di crisi. Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 7a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 333);
risoluzione n. 2422 - Contestazione, per motivi sostanziali, delle credenziali non ancora ratificate della delegazione parlamentare della Federazione russa. Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 334);
risoluzione n. 2423 - L'avvelenamento di Alexsei Navalny. - Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 3a Commissione permanente e alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (Doc. XII-bis, n. 335);
risoluzione n. 2424 - Sconfiggere il Covid 19 con misure di salute pubblica. Il predetto documento è trasmesso alla 12a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 336);
risoluzione n. 2425 - Porre fine alle sparizioni forzate sul territorio del Consiglio d'Europa - Il predetto documento è trasmesso alla 1a, alla 2a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 337);
risoluzione n. 2426 - L'Osservatorio sull'insegnamento della storia in Europa. - Il predetto documento è trasmesso alla 7a e alla 14a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 338);
risoluzione n. 2427 - Il funzionamento delle istituzioni democratiche in Armenia. - Il predetto documento è trasmesso alla 1a e alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 339);
risoluzione n. 2428 - L'evoluzione della procedura di monitoraggio dell'Assemblea (gennaio-dicembre 2021). Il predetto documento è trasmesso alla 3a Commissione permanente (Doc. XII-bis, n. 340).
Commissione europea, trasmissione di progetti di atti legislativi dell'Unione europea. Deferimento
La Commissione europea ha trasmesso, in data 2 agosto 2022, per l'acquisizione del parere motivato previsto dal Protocollo (n. 2) sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea e al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea:
la Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 95/93 del Consiglio per quanto riguarda l'alleggerimento temporaneo delle norme sull'utilizzo delle bande orarie negli aeroporti della Comunità a causa della pandemia di COVID-19 (COM(2022) 334 definitivo). Ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, l'atto è trsmesso alla 14a Commissione permanente ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane previsto dall'articolo 6 del predetto Protocollo decorre dal 1° settembre 2022. L'atto è altresì deferito, per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente, con il parere della Commissione 14a.
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
I senatori Romano, Ricciardi, L'Abbate e Piarulli hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-07353 dei senatori Turco e Anastasi.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 15 luglio al 4 agosto 2022)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 151
DE POLI: sul sostegno alle strutture ricettive termali (4-07012) (risp. GARAVAGLIA, ministro del turismo)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
RAUTI Isabella - Ai Ministri dell'interno, per le pari opportunità e la famiglia e della salute. - Premesso che:
le pratiche di mutilazione sessuale femminile riguardano soprattutto minorenni e sono presenti in circa 40 Paesi nel mondo (28 Paesi dell'Africa sub-sahariana): ogni anno circa 3 milioni di bambine si aggiungono ai 130 milioni di donne che già convivono con il ricordo, concreto ed indelebile, di questa orrenda tortura. Si apprende da un rapporto del 2019, realizzato dall'università Bicocca, che in Italia circa 88.000 donne, di cui quasi 8.000 minorenni, hanno subito tale pratica estremamente dolorosa e pericolosa per la salute;
l'articolo 5 della legge 9 gennaio 2006, n. 7, detta "legge Consolo", recante "Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile", ha disposto la creazione di un numero verde, che consente di segnalare alle autorità i casi di mutilazioni genitali femminili;
il comma 1, lettera a), dell'articolo 3 rimanda alle campagne informative da attuare per creare una consapevolezza sui rischi legati alle mutilazioni, infatti, secondo l'articolo 583-bis del codice penale, le pene inflitte vanno da 4 a 12 anni di reclusione per chi provoca mutilazioni genitali femminili;
considerato che al numero verde previsto dall'articolo 9, comma 1, della medesima legge n. 7 del 2006, gestito dal Ministero dell'interno, a fronte degli ingenti fondi stanziati con cadenza annuale, nel biennio 2020-2021 risultano solamente 13 chiamate, di cui soltanto 4 sono state in seguito inoltrate alle forze dell'ordine,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno relativamente alle proprie competenze, ritengano che sia possibile potenziare ulteriormente le campagne informative per contribuire ad una maggiore consapevolezza presso le comunità e scoraggiare tali pratiche;
se, specie alla luce delle criticità riscontrate, ritengano ancora realistica l'attuale previsione di spesa e un eventuale accorpamento del numero verde esistente con il numero verde contro la violenza sulle donne, ovvero il 1522, e sulla base di quali provvedimenti intendano arginare l'ingente sommerso di casi di mutilazioni genitali femminili che sfuggono alle statistiche ufficiali.
(4-07355)
RAUTI Isabella - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
si apprende dalla stampa che in Italia vi sarebbero circa 100.000 addetti alla sicurezza privata, impiegati per oltre 1.500 imprese del settore;
i criteri utilizzati per creare e regolare i contratti o accordi di lavoro sono, da diverso tempo, oggetto di critiche, in ragione dello stallo delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale;
numerosi lavoratori della vigilanza privata segnalano trattamenti iniqui ed assenza di tutele, con turni che, in alcuni casi, possono arrivare a 12-15 ore giornaliere, a fronte di una retribuzione di circa 4-5 euro lordi all'ora;
la professione della guardia giurata è tuttora disciplinata dal regio decreto 18 giugno 1931, n. 773; inoltre il contratto collettivo nazionale di lavoro per "vigilanza privata e servizi fiduciari" non è stato rinnovato dal 2015;
considerato altresì che non mancano testimonianze riportate dagli organi di stampa, non ultime, a titolo esemplificativo, quelle relative a salari, turnazioni inaccettabili e gare d'appalto, e i lavoratori del settore chiedono di aumentare i salari, riducendo il cuneo fiscale o alleggerendo il prelievo fiscale e contributivo sui salari lordi, che oggi si attestano sull'80 per cento della retribuzione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e delle discriminazioni riscontrate dalle guardie giurate armate e dei portieri;
se non ritenga necessario valutare la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo, per consentire una giusta retribuzione a questi lavoratori.
(4-07356)
FAZZOLARI - Ai Ministri della giustizia e dell'interno. - Premesso che:
suscita preoccupazione la situazione di forte incertezza nella quale, secondo quanto portato all'attenzione dell'interrogante e come emerge peraltro da alcuni comunicati e interviste rilasciate sul web, si troverebbero tantissimi bambini ucraini orfani che, prima dell'inizio delle ostilità in Ucraina, conseguenti all'aggressione ed invasione russa tuttora in atto, erano affidati a istituzioni pubbliche o convenzionate, assimilabili ad orfanotrofi o case famiglia;
proprio i titolari di dette strutture, secondo la normativa ucraina, sarebbero i tutori legali dei minori loro affidati;
perseguendo la finalità di sottrarre i bambini dagli orrori della guerra, assicurandone la sicurezza e integrità, i tutori e direttori di orfanotrofi e case famiglia li hanno in molti casi portati con sé in altri Paesi europei, inclusa l'Italia, sino alla cessazione delle ostilità e in attesa di poter tornare a vivere in sicurezza in Ucraina;
sembrerebbe che diverse procure presso i Tribunali per i minorenni del nostro Paese tenderebbero a non riconoscere lo status di tutore legale dei loro accompagnatori, considerando i bambini orfani arrivati in Italia con i loro tutori (e dunque, i direttori dell'orfanotrofio o genitori della casa famiglia in cui vivevano in Ucraina) come "minori non accompagnati" per poi affidarli a un tutore volontario, spesso un legale, e quindi aprendo di fatto la strada per l'affidamento e l'adozione degli orfani in Italia;
da una simile impostazione discenderebbero diverse conseguenze e notevoli complicazioni sia sul piano della tutela della sfera affettiva dei minori che in termini giuridici: anzitutto, il drastico distacco dei bambini, già drammaticamente coinvolti in un'angosciosa dinamica di esodo e fuga da uno scenario di distruzione, guerra e pericolo incombente, dagli unici punti di riferimento stabili, i loro tutori legali, con i quali hanno spesso affrontato lunghi viaggi e scenari bellici, nonché dalle comunità delle quali facevano parte;
inoltre, e soprattutto, tale procedura determinerebbe il rischio di vedersi persino preclusa, in caso di adozione in Italia, la possibilità di rientrare in Ucraina al termine delle ostilità;
proprio in ragione di tali procedure e prassi e delle conseguenti complicazioni, rischi e incertezze che possono derivare dal sistema di accoglienza italiano, sembrerebbe emersa una sorta di reticenza, sfiducia, timore o remora da parte delle strutture ucraine affidatarie (orfanotrofi e case famiglia) verso il sistema italiano di accoglienza e protezione degli orfani che fuggono dalla guerra, di fatto determinando una rilevante crepa nel nostro sistema di accoglienza in una fase così tragica e delicata per l'Ucraina;
sembrerebbe inoltre che proprio da tale situazione sarebbe stata oggetto di una lettera urgente che il Ministro della giustizia ucraino avrebbe indirizzato al Ministro della giustizia italiano per chiedere il rispetto della convenzione de L'Aja evitando la separazione dei bambini affidati alla legge ucraina, magari già da molti anni;
la persistenza della situazione avrebbe indotto operatori sociali del settore e strutture di accoglienza italiane a rivolgere un appello al Ministro della giustizia affinché siano date indicazioni chiare ed univoche ai tribunali per i minorenni, chiarendo che questi minori non siano trattati alla stregua dei minori non accompagnati, con tutte le conseguenze giuridiche che tale determinazione comporta,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo abbiano verificato o non intendano verificare con urgenza i fatti e le circostanze illustrati;
quali misure urgenti intendano adottare al fine di assicurare che il sistema di accoglienza italiano dei minori orfani ucraini arrivati in Italia accompagnati dai rispettivi tutori legali non siano considerati alla stregua dei minori non accompagnati e che si tenga conto delle diversificazioni del caso in modo da favorire una gestione umanitaria idonea a tutelare pienamente i diritti fondamentali degli sfortunati bambini che si trovano in condizioni già drammatiche.
(4-07357)
LUPO Giulia - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
il 4 luglio 2022 i sindacati hanno firmato un accordo con la società Swissport per il passaggio delle attività di handling ex Alitalia sull'aeroporto di Fiumicino, con effetto dal 15 luglio 2022;
il ramo di azienda handling a Fiumicino si occupa dello svolgimento dei servizi di assistenza a terra aeroportuali a terzi;
l'accordo prevede che le parti convengono di salvaguardare i diritti retributivi acquisiti dai lavoratori del ramo di azienda ceduto e i diritti normativi garantiti dal contratto collettivo nazionale di lavoro, garantendo integrale continuità ed invarianza retributiva nonché i relativi obblighi contributivi, ivi compresi l'inquadramento, la mansione e le voci retributive a carattere individuale e la previdenza complementare;
nell'accordo si precisa che l'acquisizione del personale verrà effettuata mediante la cessazione del precedente rapporto in capo all'amministrazione straordinaria e contestuale sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro con Swissport con pari livello di inquadramento e mansione rispetto a quello posseduto presso Alitalia;
in una nota del 12 luglio 2022, la FIT CISL del Lazio ha denunciato che, dopo la firma dell'accordo, numerosi lavoratori sul territorio romano e laziale sono ancora in attesa di ricevere risposte e garanzie: sarebbero circa 300 i lavoratori non ancora inseriti nel percorso di garanzie e salvaguardia previsto dall'accordo del 4 luglio;
non risulta che sia stato aperto un confronto su meccanismi alternativi finalizzati a trovare eventuali soluzioni per salvaguardare i lavoratori al momento non inclusi nell'accordo, quali ammortizzatori sociali o incentivi;
considerato che:
la società ITA Airways, che ha sostituito la compagnia di bandiera italiana, è partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze e ha avviato le operazioni di volo dal 15 ottobre 2021. La compagnia sta raccogliendo le candidature per assumere nuovo personale nelle aree operative di volo e di terra e in quelle di staff;
con riferimento alla campagna di assunzioni, risultano all'interrogante diverse segnalazioni da parte dei lavoratori dell'ex compagnia di bandiera Alitalia secondo cui i lavoratori, pur essendo dotati di tutti i requisiti richiesti ai fini delle candidature, verrebbero in molti casi esclusi senza che ne sia chiaro il motivo;
considerato inoltre che:
durante la pandemia, il comparto aereo ha assistito a una contrazione di oltre il 70 per cento del volume dei passeggeri su base annua, subendo più di altri comparti una crisi profonda e drammatica per i lavoratori coinvolti;
ai fini della ripresa del comparto del trasporto aereo è responsabilità di tutti collaborare al rilancio di un settore cruciale anche per il tessuto sociale dei territori coinvolti, in particolare di Roma e del Lazio,
si chiede di sapere:
quali iniziative, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, i Ministri in indirizzo intendano assumere al fine di verificare il rispetto dell'accordo sindacale con Swissport e, in particolare, dei criteri di assunzione del personale;
se con riferimento alle nuove assunzioni di ITA Airways intendano, ciascuno per quanto di competenza, verificare, nell'ambito delle procedure di assunzione, il rispetto di criteri trasparenti e il corretto svolgimento e la regolarità delle procedure.
(4-07358)
PEROSINO - Ai Ministri della transizione ecologica e della giustizia. - Premesso che:
il sito di interesse nazionale di Cengio e Saliceto è situato nella valle del fiume Bormida, in provincia di Savona, e si estende su un'area di circa 67 ettari ed il piano di risanamento del suo territorio è stato avviato nel 1988 e rilanciato con la sottoscrizione nel 2000 di un accordo di programma tra l'ACNA, i Ministeri dell'ambiente, dell'industria e della sanità, le Regioni Liguria e Piemonte e il commissario delegato di Governo;
il piano di risanamento del sito è iniziato a seguito della delibera del Consiglio dei ministri che ha riconosciuto la val Bormida "area ad elevato rischio di crisi ambientale";
l'ACNA, Azienda coloranti nazionali e affini, nata come industria bellica nel 1882, dopo diverse vicissitudini societarie, attualmente è sotto proprietà e gestione, per le procedure di bonifica e messa in sicurezza, di ENI Rewind;
il peso dell'inquinamento dello stabilimento chimico grava in maniera pericolosa sull'ambiente e sulla salute degli abitanti della val Bormida, tra Liguria e Piemonte, come confermato dai dati epidemiologici dell'ultimo rapporto "Sentieri" curato dall'Istituto superiore di sanità nel 2019;
sono dati che mostrano un eccesso di ospedalizzazioni già nel primo anno di vita, in età pediatrica e fino ai 19 anni, per linfomi non Hodgkin e "patologie associabili all'esposizione a impianti chimici e discariche";
gli amministratori locali della val Bormida hanno chiesto sostegno alla Regione Piemonte attraverso la stesura e l'approvazione di un ordine del giorno unitario che impegna il presidente della Regione e la Giunta a farsi carico delle fortissime preoccupazioni espresse dai territori interessati dall'enorme danno ambientale, a pubblicare i risultati e le valutazioni conclusive degli aggiornamenti riguardanti le ultime indagini epidemiologiche attivate dalla Regione, a valutare l'opportunità di estendere l'indagine a tutti i comuni compresi nella valle, così come richiesto nella mozione n. 1278 approvata all'unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte il 1° febbraio 2018;
nei procedimenti giudiziari in corso, parte danneggiata e quindi beneficiaria degli eventuali risarcimenti risulterebbe essere il Ministero della transizione ecologica, che sembrerebbe stia perfezionando un accordo transattivo con ENI Rewind, escludendo di fatto sia la Regione Piemonte sia i Comuni della valle;
i Comuni sarebbero destinati a percepire somme irrisorie rispetto ai danni subiti;
a fronte di una quantificazione preliminare datata 2008 compiuta dall'Avvocatura dello Stato, di un danno pari a circa 218 milioni di euro, oggi alla valle Bormida dovrebbero essere destinati tra i 7 e gli 8 milioni di euro,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato del procedimento giudiziario pendente dinanzi al Tribunale di Genova, chiamato a pronunciarsi sul risarcimento del danno ambientale da parte di ENI Rewind (ex Syndial, società proprietaria del sito) e più in generale sulla bonifica in corso che presenterebbe gravi lacune;
in subordine, a che punto sia ed in che termini la transazione che il Ministero della transizione ecologica sta portando avanti con ENI Rewind e come si intenda risarcire i Comuni della val Bormida e la Regione Piemonte direttamente colpiti da questi gravi danni ambientali, stanti le notizie ufficiose che indicherebbero quale unico beneficiario della transazione il Ministero stesso, escludendo la Regione Piemonte e con cifre modeste per i Comuni della val Bormida.
(4-07359)
BRUZZONE - Ai Ministri della difesa e della transizione ecologica. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
negli ultimi anni, numerose azioni di controllo, anche nelle abitazioni private, da parte di guardie zoofile e forestali e, in particolar modo, dagli operatori del nucleo di polizia ambientale del Corpo dei Carabinieri forestali denominato SOARDA, congiuntamente ad alcune associazioni animaliste, stanno facendo aumentare in maniera preoccupante gli attriti tra i detentori e gli allevatori di uccelli, in particolar modo, in occasione delle manifestazioni ornitologiche sparse in tutto il territorio nazionale;
nel caso di specie, gli allevatori proprietari degli uccelli si troverebbero preventivamente tacciati di esporre, detenere e manipolare illegittimamente esemplari appartenenti a fauna selvatica, senza un assunto giuridico a fondamento di tale accusa, subendo, per giunta, invasive e talvolta aggressive azioni di controllo da parte dei controllori;
nella maggior parte dei casi, parrebbe, infatti, che le azioni dei controllori siano dettate da una matrice ideologica e del tutto discrezionale, più che da un oggettivo riscontro di fatti e prove atte a sostenere la natura illecita della detenzione;
al riguardo, si rende necessario chiarire la distinzione di status giuridico proprio di fauna selvatica omeoterma, ovvero quella vivente in stato di naturale libertà all'interno del territorio nazionale e ascrivibile agli esemplari faunistici di diretta origine selvatica, quale patrimonio indisponibile dello Stato, da quella allevata, e, quindi, di proprietà esclusiva del cittadino in qualità di allevatore;
nella prima categoria, riferendosi alle specie ornitiche detenute da privati, potevano essere ricompresi gli uccelli selvatici appartenenti alle 7 specie cacciabili delle quali era autorizzata la cattura allo stato naturale da parte delle Province, per rifornire i cacciatori di richiami vivi in base alle disposizioni di cui all'art. 4 della legge n. 157 del 1992, attività ora non più praticata da anni. Alla seconda categoria appartengono, invece, gli esemplari allevati in cattività a fenotipo ancestrale, provenienti da esclusiva attività di allevamento, le cui caratteristiche morfologiche esterne sono simili a quelle dei congeneri selvatici;
posto il vuoto normativo in tema di classificazione delle categorie di appartenenza, la distinzione, necessaria al fine di definire lo status giuridico degli animali selvatici (fauna selvatica, proprietà indisponibile dello Stato) da fauna allevata (e, quindi, di proprietà esclusiva dell'allevatore), trova di fatto diretto e ampio riscontro nella giurisprudenza di legittimità (si vedano le sentenze della Cassazione: sezione III, n. 18893 del 13 maggio 2011; sezione IV, n. 3062 del 26 giugno 1997; sezione III, n. 8877 dell'8 maggio 1997);
sul punto, anche recenti pronunce di merito emesse da tribunali ordinari hanno rigettato ipotesi di reato a carico di allevatori per la mancanza di prove che identifichino la natura selvatica dei soggetti detenuti (ad esempio si veda il decreto di archiviazione RGNR n. 2113/2021 del 18 febbraio 2022 emesso dal Tribunale di Pordenone);
a livello normativo, ai sensi dell'art. 17 della legge n. 157 del 1992, comma 1 e seguenti, le Regioni autorizzano, regolamentandolo, l'allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare, di ripopolamento, ornamentale ed amatoriale;
pertanto, dalla distinzione, appare evidente come gli allevatori siano soggetti autorizzati dalla pubblica amministrazione ad allevare uccelli appartenenti a specie cacciabili e che gli esemplari riprodotti possono essere ceduti a privati mediante documentazione attestante la legittima provenienza (bolle di cessione), previa applicazione dell'anello identificativo al tarso dell'animale. Tale obbligo, peraltro non sempre presente, non deriva da una disposizione di legge nazionale ma viene discrezionalmente regolamentato da norme e regolamenti in materia di allevamento da Regioni o Province, ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 157;
quindi, con riferimento agli uccelli utilizzati nelle mostre e nelle esposizioni canore, è pacifico che questi esemplari appartengano alla categoria degli "esemplari allevati a fenotipo ancestrale" di proprietà esclusiva del cittadino essendo accompagnati da documentazione ed essendo muniti di anello identificativo, e non alla categoria di fauna selvatica di proprietà esclusiva dello Stato;
ne consegue che, alla luce della natura giuridica del bene oggetto di contestazione, nella specie esemplari di uccelli allevati a fenotipo ancestrale di proprietà del cittadino allevatore, la presunzione discrezionale di illecita detenzione posta a base delle operazioni di sequestro e delle sanzioni penali ingiunte dagli agenti di polizia sia del tutto illegittima e priva di qualsivoglia nesso di causalità,
si chiede di sapere se si sia a conoscenza dei fatti esposti, e se, con particolare riferimento alla fauna allevata, quindi, di natura giuridica domestica, non si ritenga doveroso avviare gli accertamenti del caso in ordine a quanto emerso. In particolare, se siano legittimi o meno i controlli effettuati senza un apposito mandato giudiziario dagli agenti di polizia sui soggetti ornitici esposti e detenuti in ambito pubblico o privato dai reali proprietari allevatori e se siano legittimi o meno i sequestri effettuati dagli agenti sulla base di ipotesi di reato valutate in via del tutto discrezionale e prive di qualsivoglia nesso di causalità.
(4-07360)
LANNUTTI, ANGRISANI Luisa, GIANNUZZI Silvana, ABATE Rosa Silvana, CORRADO Margherita, LEZZI Barbara, LA MURA Virginia - Al Ministro della salute. - Premesso che la fondazione "Santa Lucia" è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di diritto privato, sito in via Ardeatina a Roma, ed è considerato un ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria, ovvero un'eccellenza nel settore delle neuroscienze e per lo sviluppo di nuove cure per le patologie che necessitano di neuroriabilitazione di alta specialità. Con i suoi 325 posti letto convenzionati con il servizio sanitario regionale (293 per ricoveri ordinari e 32 di day hospital), rappresenta un punto di riferimento per pazienti provenienti non solo dal Lazio;
considerato che, per quanto risulta agli interroganti:
a seguito di un'emorragia cerebrale, la paziente R.E., è stata ricoverata in degenza ordinaria in formula privata dai propri familiari e collocata al sesto piano della struttura (reparto dei ricoveri privati, diretto dal dottor Stefano Paolucci), con pagamento diretto. Per usufruire della stanza singola con accompagnatore la retta è stata pari a 590 euro al giorno più altri 250 euro per l'accompagnatore;
la signora R.E. è stata ricoverata presso il Santa Lucia per oltre 4 mesi in cui le è successo di tutto. Al suo ingresso ha contratto immediatamente il Clostridium difficile, una gravissima infezione che può essere letale e che si sviluppa principalmente a causa di scarse condizioni igieniche. Subito dopo, la paziente ha subito continue infezioni urinarie, polmoniti da ingestione dovute a probabile poca attenzione, piaghe da decubito e anche il COVID-19, stante l'assenza di idonei sistemi di prevenzione e controllo. Tutti eventi che hanno contribuito a condurre la paziente a una situazione di tale gravità da determinarne il trasferimento d'urgenza in un reparto COVID-19 di un ospedale pubblico della capitale;
durante il ricovero, alla paziente non è stata concessa la minima possibilità di intraprendere una doverosa riabilitazione neurocognitiva che, invece, dovrebbe essere la vera specializzazione della struttura e per la quale è stata ricoverata. Nei primi tre mesi di ricovero, il neuropsicologo delegato ha visitato la paziente solo due volte, con visite della durata di 5 minuti, dando parere negativo e impedendole, pertanto, ogni recupero. Quando, su istanza formale e ferma dei parenti della paziente, è stata disposta una nuova valutazione ad opera di altro medico, è emerso paradossalmente che il secondo neuropsicologo, incaricato di effettuare una nuova valutazione dalla direzione sanitaria e dal responsabile del reparto ricoveri privati, è la moglie del primo neuropsicologo, circostanza taciuta ai parenti ed emersa casualmente all'interno della struttura;
nel lungo periodo di degenza alla signora R.E. non è stato intrapreso alcun training deglutitorio, se non nelle ultime settimane, poco prima che la paziente contraesse una gravissima polmonite da probabile ingestione che, congiuntamente al COVID-19 contratto egualmente all'interno della struttura, ne ha determinato il trasferimento d'urgenza in un ospedale COVID;
alla signora R.E., che ha dovuto superare ostacoli quasi insormontabili ascrivibili a tutte le gravissime infezioni patite all'interno del Santa Lucia, è stato concesso solamente un percorso di riabilitazione fisica nella palestra gestita da un responsabile che ha fatto ai parenti della paziente discorsi economici attinenti al costo delle prestazioni fisioterapiche;
inoltre, a causa del Clostidrium difficile e del COVID, il reparto "ricoveri privati" è rimasto inaccessibile per lunghe settimane, senza che alla signora R.E. venisse data la possibilità di avere colloqui in videochiamata con i parenti, così come invece accade persino negli ospedali con pronto soccorso. Nonostante questo, la direzione amministrativa della fondazione ha richiesto ai parenti della paziente il costo della diaria di 250 euro giornalieri, previsti per la presenza dell'accompagnatore, anche per le settimane in cui è stato impedito materialmente all'accompagnatore di accedere in stanza;
un giorno in cui la signora R.E versava in situazione critiche, a richiesta accorata dei parenti, la dottoressa di turno si sarebbe rifiutata di recarsi in stanza per verificare se ci fosse stato qualche repentino peggioramento. Tutte mancanze gravissime che però sono state scandite da una precisione "chirurgica" nell'inviare le fattura alla famiglia, oramai rassegnata e vittima di un'odissea inimmaginabile. Corollario: dopo oltre 4 mesi, la paziente ha lasciato la struttura in condizioni ben peggiori rispetto al suo ingresso;
considerato che:
nel 2020, in piena pandemia da COVID-19, la fondazione Santa Lucia è ricorsa al fondo di integrazione salariale, cioè alla cassa integrazione della sanità privata, mandando quindi a casa parte dei propri dipendenti mentre più o meno ovunque si cercavano operatori sanitari per far fronte all'emergenza. Non solo. La fondazione è ricorsa alla turnazione dei lavoratori dei servizi extra SSR, indebolendo di fatto il servizio pubblico, quando anche gli operatori dell'area riabilitativa, mandati a casa con il fondo salariale, potevano essere ricollocati a sostegno delle terapie ai degenti, di fatto ridotte per via degli adempimenti di prevenzione del rischio COVID-19. Tutto questo, mentre la fondazione ha continuato ad incassare al 90 per cento, cioè quasi per intero, il budget che la Regione paga per le prestazioni, a cui si aggiungeva un contributo annuale extra dal Ministero della salute di 12,5 milioni di euro proprio per garantire un elevato livello di assistenza e terapie che fisioterapisti, infermieri, OSS, tecnici e tutto il personale svolgono e potrebbero continuare a svolgere, a vantaggio di tutti, anche con le attività ambulatoriali ferme;
sempre nel 2020, dopo 14 anni di mobilitazione e 3 di trattative, dopo la firma del nuovo contratto ARIS AIOP sanità privata avvenuta ad ottobre, nel mese di novembre ai lavoratori della fondazione Santa Lucia la struttura non solo non ha riconosciuto le voci stipendiali dovute (aumento tabellare, una tantum, progressioni), ma addirittura ha chiesto il rimborso dell'indennità di vacanza contrattuale, erogata al personale dal 2018 come premio per l'alta specialità,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto descritto;
se ritenga di dover intervenire per verificare le carenze subite dalla paziente citata ed eventualmente adoperarsi affinché la fondazione Santa Lucia risponda delle stesse e, più in generale, se intenda verificare i livelli di prestazione sanitari per cui la struttura è nota da oltre 60 anni, considerando che usufruisce di fondi pubblici;
se ritenga di dover finalmente intervenire per far fronte a quella che oramai si può tranquillamente definire la "schizofrenia" del sistema sanitario nazionale, con la parte pubblica che oggi è in evidente difficoltà e su cui pesa fortemente la carenza di organici, di operatori sanitari e per la quale si chiedono ulteriori e straordinari sforzi per le assunzioni, mentre la parte privata, che oggi viene chiamata a sostenere ancora di più la parte pubblica, non perde occasione per utilizzare i propri lavoratori come arma di ricatto per ottenere più risorse pubbliche, senza però garantire adeguate prestazioni, sia nei confronti dei lavoratori e sia soprattutto sanitarie.
(4-07361)
ENDRIZZI, PIRRO Elisa, PISANI Giuseppe, MARINELLO, CASTELLONE Maria Domenica - Al Ministro della salute. - Premesso che:
in Italia l'offerta di diagnosi, presa in carico e assistenza per le malattie rare è del tutto eterogenea tra le Regioni, con pesanti ricadute sui pazienti che vedono aggravarsi tanto le incombenze burocratiche quanto le sofferenze fisiche, al punto che la qualità della vita, già minata da pesanti patologie, è peggiorata drasticamente per l'inefficienza, la trascuratezza e la disorganizzazione delle amministrazioni preposte;
i pazienti affetti da malattie rare vengono spesso trattati, sul piano amministrativo, alla stregua dei malati per le patologie più comuni, senza il riconoscimento, dovuto e necessario, della specificità; ne sono un esempio i pazienti affetti da CIPO-POIC (pseudo ostruzione intestinale cronica), malattia ad eziologia ancora ignota e talmente rara che non è quantificata la prevalenza. La patologia si manifesta il più delle volte in forme invalidanti, con implicazioni che rendono necessario un approccio multidisciplinare e di interventi, anche chirurgici, delicati dovuti alle frequenti complicanze. Per questo, il paziente affetto da CIPO, per poter letteralmente sopravvivere, necessita di un percorso terapeutico personalizzato, di assistenza costante, per tutto l'arco della vita;
considerato che:
benché la pseudo ostruzione intestinale cronica sia stata riconosciuta come sindrome cronica, da severa a grave, degenerativa e irreversibile (attualmente senza alcuna possibilità di guarigione) fino ad esito fatale, ad oggi, sotto il profilo sia amministrativo che terapeutico, ogni Regione esercita i propri doveri e competenze in modo scoordinato e disomogeneo;
la malattia è stata inserita al punto 11 dell'allegato 7 dei "nuovi LEA", tuttavia vengono segnalati casi in cui i certificati di diagnosi CIPO non sono stati presi in considerazione in fase di riconoscimento ex art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992 e inoltre, a causa di inquadramenti tabellari non uniformi, la valutazione è sottoposta a parametri soggettivi;
considerato inoltre che:
l'approccio terapeutico personalizzato richiesto per la CIPO include farmaci e dispositivi medici specifici che vanno forniti periodicamente spesso applicati in sala operatoria. Attualmente l'iter di somministrazione è frammentato in luoghi e contesti differenti (farmacie, farmacie ospedaliere, ambulatori, ospedali); i centri di riferimento sono poco diffusi sul territorio nazionale e questa frammentazione comporta spostamenti complessi per il paziente, anche extra regionali. In alcune regioni, ad esempio la Toscana, il piano terapeutico di trattamento è limitato ad un periodo non superiore a 6 mesi e può essere rinnovato solo dietro relazione del medico curante e, se ritenuto necessario, previa verifica da parte dell'azienda sanitaria locale in palese contrasto con la natura grave, degenerativa ed irreversibile della patologia. Ciò obbliga i pazienti ad analisi e spostamenti del tutto inutili, al solo scopo di confermare la sussistenza della malattia;
detti costi diagnostici inutili vanno ad aggravare i conti dello Stato nonché il bilancio familiare di queste persone che, a fronte di una condizione di inabilità al lavoro (e dunque con seri problemi di reddito), devono anticipare tali somme in attesa di un rimborso che dal servizio sanitario nazionale arriverà in un secondo momento;
considerato infine che la situazione ha costretto molte persone ad intraprendere percorsi di contenzioso contro lo Stato per aver visto peggiorare drasticamente il proprio quadro clinico per le inerzie e le inefficienze del SSN. Questi ricorsi hanno visto lo Stato soccombere per non aver garantito le cure, la dignità e la qualità della vita del paziente come avrebbe dovuto, comportando un aggravio di costo ben superiore,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se non ritenga di intervenire in Conferenza Stato-Regioni per giungere ad una procedura di omologazione nazionale per un omogeno riconoscimento della malattia e dei diritti dei malati;
se non intenda intervenire al fine di definire una presa in carico del paziente senza l'obbligo di revisioni per scadenza di termini amministrativi, salvo gli accertamenti necessari per le complicazioni e aggravamenti del quadro clinico.
(4-07362)