Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 384 del 01/12/2021

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

384a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 1° DICEMBRE 2021

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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI: Misto-I-C-EU; Misto-Italexit per l'Italia-Partito Valore Umano: Misto-IpI-PVU; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-PARTITO COMUNISTA: Misto-PC; Misto-Potere al Popolo: Misto-PaP.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 12,35).

Si dia lettura del processo verbale.

DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Discussione del disegno di legge:

(2426) Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Relazione orale)(ore 12,39)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2426.

I relatori, senatori Fenu e Laus, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore Fenu.

FENU, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il presente disegno di legge è volto alla conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.

Desidero anzitutto ringraziare i Presidenti delle Commissioni, i rappresentanti del Governo che hanno partecipato in questi giorni alle sedute di Commissione, il correlatore, collega Laus, e tutti i componenti delle Commissioni riunite per il lungo lavoro svolto per migliorare il testo, cercando di dare una risposta alle problematiche emerse nel corso del dibattito.

Andando subito nel dettaglio del contenuto del provvedimento, rilevo che l'articolo 1 rimodula i termini di versamento delle rate in scadenza nell'anno 2020 per alcuni istituti di definizione agevolata di carichi affidati all'agente della riscossione, rimettendo i termini dei contribuenti che hanno usufruito di tali benefici con riferimento alle rate dovute nel 2020 e nel 2021. Per effetto delle modifiche apportate nel corso dell'esame nelle Commissioni riunite, questi pagamenti che ho citato (per intenderci rottamazione-ter intenderci e saldo e stralcio) sono considerati tempestivi se effettuati nel termine riunificato del 9 dicembre 2021. Sul tema evidenzio che accogliamo con favore l'impegno del Governo a prorogare e dilazionare ulteriormente tale scadenza (mi riferisco sempre alla rottamazione-ter e al saldo e stralcio) nel corso del 2022.

L'articolo 2 estende il termine per l'adempimento dell'obbligo risultante dal ruolo, portandolo per le cartelle notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 da sessanta a centocinquanta giorni. Questo termine è stato portato a centottanta giorni da un emendamento condiviso da tutti i Gruppi parlamentari, quindi le cartelle notificate a decorrere dal 1° settembre 2021 avranno scadenza di pagamento a centottanta giorni e non a sessanta, come prevede il termine ordinario.

Il successivo articolo 3 contiene norme applicabili alle rateizzazioni di somme iscritte a ruolo in corso all'inizio delle sospensioni della riscossione dovute all'emergenza Covid, ovvero ai piani di dilazione in essere alla data dell'8 marzo 2020. Per tali piani è prevista tra l'altro una decadenza molto lunga del beneficio della dilazione, che si verifica in caso di mancato pagamento di 18 anziché di 10 rate anche non consecutive. È stato approvato un emendamento proposto da noi redattori che rimette nei termini le rate degli avvisi bonari che erano state sospese da marzo a maggio 2020 e che avevano termine ultimo di versamento il 16 settembre e il 16 dicembre 2020. Sono stati approvati altresì emendamenti recanti semplificazioni amministrative, disposizioni che consentono agli operatori sanitari (quindi farmacie, ottici, eccetera) di continuare ancora per un anno ad effettuare la trasmissione dei dati dei corrispettivi riferiti alle spese sanitarie (ad esempio i medicinali) secondo le regole tecniche stabilite dai decreti ministeriali attuativi del decreto legislativo n. 175 del 2014. Inoltre, sono state inserite disposizioni che prevedono: un differimento di dodici mesi per l'emanazione delle regole tecniche volte a definire le caratteristiche di sistemi evoluti di incasso mediante i quali effettuare la memorizzazione e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri; l'estensione al 2022 del divieto di emettere fatture elettroniche tramite sistema di interscambio, sempre per i soggetti che effettuano prestazioni sanitarie nei confronti di persone fisiche; la previsione di un obbligo, per gli operatori finanziari che mettono a disposizione degli esercenti i predetti strumenti di pagamento elettronico, di trasmettere all'Agenzia delle entrate, anche tramite PagoPA Spa, i dati che identificano univocamente gli strumenti utilizzati dall'esercente, nonché l'importo complessivo giornaliero dei pagamenti elettronici eseguiti mediante tali strumenti. Al fine di arginare, seppure in parte marginale, la crisi di liquidità causata dalla lunga chiusura degli impianti sportivi, è stata introdotta una disposizione che prevede il rinvio di tutti i versamenti dovuti a titolo di imposte dirette e indirette in scadenza dal 1° dicembre al 31 dicembre 2021.

L'articolo 4 rimodula, incrementandolo, il contributo erogato dall'Agenzia delle entrate all'ente pubblico economico Agenzia delle entrate-riscossione per il triennio 2020-2022, ai fini dello svolgimento delle funzioni del servizio nazionale di riscossione.

L'articolo 5, ai commi da 1 a 4, disciplina la destinazione e la gestione delle risorse previste per la copertura delle spese per la gestione amministrativa e l'attribuzione di premi della lotteria dei corrispettivi.

Il comma 5 prevede che il credito d'imposta riconosciuto a talune imprese che effettuano attività teatrali e spettacoli dal vivo sia utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Il comma 6 semplifica la procedura per l'affidamento all'Agenzia delle entrate-riscossione delle attività di riscossione delle entrate delle società partecipate dalle amministrazioni locali, eliminando la necessità della delibera di affidamento da parte degli enti partecipanti prevista dalla norma previgente.

I commi da 7 a 12 prevedono una procedura per il riversamento spontaneo, senza applicazione di sanzioni e interessi, dei crediti d'imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo da parte di quei soggetti che li hanno utilizzati indebitamente.

Nel corso dell'esame delle Commissioni riunite è stato approvato l'emendamento che sopprime il comma 14 che, modificando l'articolo 3, comma 3, del DPR n. 322 del 1998, dispone che i revisori legali vengano fatti rientrare nel novero dei soggetti abilitati alla trasmissione delle dichiarazioni annuali e quindi all'apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni trasmesse ai sensi dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 241 del 1997.

È di importanza anche l'approvazione dell'emendamento che risolve la problematica relativa ai criteri di individuazione della platea beneficiaria del fondo che si rivolge alle attività di bed and breakfast a gestione familiare e non avente carattere imprenditoriale, che pertanto non necessitano di iscrizione presso la Camera di commercio.

È stato altresì approvato un emendamento che risolve la problematica del canone unico patrimoniale, relativa alle occupazioni permanenti del territorio comunale realizzata con cavi e condutture da imprese fornitrici di servizi pubblici essenziali, che prevedono che il canone sia corrisposto dal titolare dell'atto di concessione e dai soggetti che occupano il suolo pubblico, anche in via mediata, attraverso l'utilizzo di materiale delle infrastrutture del soggetto titolare della concessione medesima.

L'articolo 6 sostituisce alla disciplina del patent box che prevede la parziale detassazione dei redditi derivanti da alcune tipologie di beni materiali, giuridicamente tutelabili, con un'agevolazione che maggiora del 90 per cento i costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a tali beni, consentendone così una più ampia deducibilità ai fini delle imposte sui redditi e dell'IRAP.

In relazione alle problematiche che sono emerse proprio sull'articolo 6 e, quindi sulla nuova disciplina del patent box, nel corso del confronto parlamentare, il Governo ha comunque rassicurato che la questione sarà risolta in sede di legge di bilancio.

L'articolo 7, signor Presidente, rifinanzia con complessivi 100 milioni di euro la dotazione del fondo per la concessione sia dei contributi Ecobonus per l'acquisto di autoveicoli elettrici e ibridi che dei contributi per l'acquisto di autoveicoli con fasce di emissione superiori nonché per gli autoveicoli commerciali speciali e usati.

In sede di esame del provvedimento è stato approvato il rifinanziamento del fondo automotive in materia di incentivi all'acquisto di veicoli meno inquinanti, il cosiddetto retrofit, al fine di trasferire al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili le competenze relative alla gestione dei contributi.

Signor Presidente, rinnovo con sincerità il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato ai lavori in questi giorni di sedute di Commissione, ai Presidenti delle Commissioni e, in particolare, al mio collega relatore, senatore Laus. Ringrazio anche per avermi concesso di esporre la relazione. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Laus.

LAUS, relatore. Signor Presidente, anch'io mi associo ai ringraziamenti del collega Fenu. Ringrazio i rappresentanti del Governo, la presidente della Commissione lavoro, collega Matrisciano, e il presidente della Commissione finanze D'Alfonso. Non sono dei ringraziamenti formali, ma di sostanza. Ringrazio tutti i colleghi di maggioranza e un ringraziamento particolare alla preziosa collaborazione che hanno voluto e saputo dare i colleghi delle opposizioni.

Signor Presidente, chiedo di poter consegnare il testo scritto della relazione, limitandomi ora ad affrontare i punti salienti.

PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso.

LAUS, relatore. Riguardo alle norme del provvedimento relative all'area lavoristica o sociale, si segnala anzitutto il comma 1 dell'articolo 8, che modifica alcune norme transitorie che riconoscono l'applicazione dei trattamenti di malattia per i lavoratori dipendenti del settore privato per il periodo trascorso in quarantena precauzionale e l'applicazione, a determinate condizioni, per il periodo prescritto di assenza dal servizio per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, cosiddetti fragili dei trattamenti di malattie inerenti al ricovero ospedaliero. Le modifiche concernono l'estensione al 2021 della tutela prevista per la fattispecie suddetta di quarantena precauzionale, che, secondo l'interpretazione seguita, non poteva, a normativa vigente, trovare applicazione per i lavoratori dipendenti privati per il periodo successivo al 31 dicembre 2020.

Si prevede inoltre che la quarantena precauzionale e il periodo prescritto di assenza dal servizio per i lavoratori fragili siano a carico dell'INPS, nonché la possibilità di utilizzare le risorse stanziate anche per gli eventi che si sono verificati nel 2020 e che erano rimasti privi della tutela in oggetto a causa del raggiungimento del limite relativo al 2020. Si stabilisce, inoltre, l'introduzione di uno stanziamento pari a 188,3 milioni per il 2021, che costituisce un limite di spesa per il riconoscimento a determinate condizioni di un rimborso forfettario relativo sia al 2020, che al 2021 in favore dei datori di lavoro privati per gli oneri sostenuti per il riconoscimento dei trattamenti nelle suddette due fattispecie con riferimento ai casi in cui il trattamento di malattia sia a carico del datore di lavoro e non dell'INPS. Si stabilisce altresì l'esclusione dei datori di lavoro domestico e dei datori non assoggettati a contribuzione previdenziale presso l'INPS.

In particolare, le fattispecie in oggetto concernono, in alternativa tra i due genitori e con riferimento a un figlio minore di anni quattordici e convivente, per i periodi relativi al medesimo periodo di sospensione dell'attività didattico-educativa in presenza di infezione da Covid-19 o di quarantena disposta a seguito di contatto. Si prescinde dall'età del figlio nonché dai requisiti della convivenza e della fruizione in via alternativa all'altro genitore qualora le fattispecie suddette riguardino un figlio in condizioni di disabilità grave. Inoltre, per la medesima ipotesi di figlio in condizioni di disabilità grave si riconosce il diritto in esame anche per il caso in cui il figlio frequenti centri diurni a carattere assistenziale per i quali sia stata disposta la chiusura. L'astensione può essere effettuata in forma giornaliera od oraria. La relativa indennità è riconosciuta dall'INPS, ovvero dall'amministrazione pubblica datrice di lavoro. Per i lavoratori dipendenti l'indennità è pari al 50 per cento della retribuzione che sarebbe spettata, con il riconoscimento, ai fini previdenziali, della contribuzione figurativa relativa all'intera retribuzione.

Si segnala, poi, che le Commissioni riunite propongono l'inserimento di un articolo 9-bis ai fini della revisione dell'attuazione della recente norma che ha istituito un fondo per i genitori lavoratori separati o divorziati non in grado, a causa della crisi economica legata alla pandemia, di poter adempiere al regolare versamento dell'assegno di mantenimento.

Il comma 1 dell'articolo 10 prevede che per i lavoratori dipendenti di Alitalia Sai e Alitalia Cityliner il trattamento straordinario di integrazione salariale possa essere concesso anche per un periodo successivo alla conclusione dell'attività del commissario, in deroga al principio stabilito per i trattamenti suddetti concessi in relazione ai casi di amministrazione straordinaria.

Va sottolineato l'emendamento approvato dalle Commissioni riunite, che differisce dal 31 dicembre 2021 al 30 settembre 2022 l'ambito di applicazione di una norma transitoria in materia di somministrazione di lavoro. In base alla disposizione oggetto di proroga, qualora il contratto tra agenzia di somministrazione e lavoratore sia a tempo indeterminato, non trovano applicazione i limiti di durata complessiva della missione a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore.

Si segnala poi che le Commissioni riunite propongono un articolo aggiuntivo al fine di consentire la destinazione delle risorse del Fondo per l'attuazione di misure relative alle politiche attive al Fondo nuove competenze, del quale vengono integrate le finalità. Con tale articolo aggiuntivo, inoltre, in relazione a quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, vengono riformulate le disposizioni istitutive del Programma nazionale garanzie di occupabilità dei lavoratori.

Si segnala ancora che le Commissioni riunite propongo un articolo aggiuntivo in materia di assegni assistenziali di invalidità civile. L'intervento chiarisce che il requisito dell'inattività lavorativa, stabilito dalla normativa relativa al suddetto trattamento, si intende in ogni caso soddisfatto qualora il reddito derivante dall'eventuale attività lavorativa del soggetto non determini il superamento del limite di reddito previsto per il riconoscimento del trattamento medesimo. Questa è un'importante scelta di giustizia sociale - ci tengo a sottolinearlo - che rappresenta in modo concreto una risposta a un'ingiustizia denunciata da molte famiglie e associazioni.

Con un altro articolo aggiuntivo proposto dalle Commissioni riunite, si estende alle strutture sanitarie private accreditate, appartenenti alla rete formativa della scuola di specializzazione, la possibilità temporanea, già prevista per gli enti e le aziende del Servizio sanitario nazionale, di assumere, a tempo determinato e con orario a tempo parziale, i professionisti sanitari in corso di specializzazione e utilmente collocati in specifiche graduatorie concorsuali.

Con un altro articolo aggiuntivo proposto dalle Commissioni riunite si prevedono un complesso di benefici in favore dei lavoratori con disturbo dello spettro autistico e dei relativi datori di lavoro, nonché alcune misure a favore delle startup a vocazione sociale. Anche qui ci tengo a sottolineare, con particolare intensità, che si tratta di una modifica che porta la firma di tutti i Gruppi parlamentari, ai quali va nuovamente il mio ringraziamento; essa riconosce importanti sgravi fiscali e contributivi per tutte quelle imprese innovative che assumono come dipendenti o collaboratori, a qualsiasi titolo, lavoratori con disturbo dello spettro autistico nella misura dei due terzi del personale. Ciò consentirà la nascita di realtà che hanno come obiettivo l'inclusione sociale e lavorativa delle persone autistiche.

Il comma 1 dell'articolo 13, insieme con l'allegato 1, reca un complesso di novelle nella disciplina in materia di sicurezza sul lavoro. Le Commissioni riunite propongono peraltro una serie di ulteriori integrazioni specifiche, nonché l'inserimento di un articolo aggiuntivo relativo alla sicurezza sul lavoro nel settore scolastico. Tra le modifiche, ci tengo a segnalarne una a cui tengo molto, che sanziona in modo chiaro l'abuso e l'uso improprio del lavoro retribuito con ritenuta d'acconto in assenza dei requisiti necessari a tal fine e che prevede che, con riferimento all'attività dei lavoratori autonomi occasionali, al fine di svolgere attività di monitoraggio e contrastare forme elusive nell'utilizzo di tale tipologia contrattuale, l'avvio dell'attività dei suddetti lavoratori sia oggetto di preventiva comunicazione all'Ispettorato territoriale del lavoro competente per territorio da parte del committente, mediante sms o posta elettronica. Mi auguro che ciò rappresenti finalmente un deterrente all'abuso di queste forme scorrette di lavoro.

Mi avvio alla conclusione, Presidente. È stato approvato un emendamento che definisce normativamente la figura del preposto. L'introduzione del rafforzamento della figura del preposto è il primo passo per garantire un controllo interno che si affianca ai controlli esterni dell'Ispettorato nazionale del lavoro, che con questo decreto-legge esce potenziato per competenze e numero di addetti. Un altro emendamento consente poi ai lavoratori, alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati di svolgere una formazione specifica in materia di sicurezza, per far sì che tutte le persone che avranno l'incarico di occuparsi internamente di sicurezza siano formate con le più attuali, aggiornate ed efficaci impostazioni formative.

Ringrazio nuovamente i colleghi che hanno partecipato ai lavori delle Commissioni riunite, i due Presidenti, il collega Emiliano Fenu, con cui si è instaurata una straordinaria e proficua collaborazione, e tutti i colleghi e i rappresentanti del Governo. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore De Vecchis. Ne ha facoltà.

DE VECCHIS (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, mi permetta di iniziare il mio intervento con un ringraziamento particolare al ministro Erika Stefani, che oggi ha presentato la disability card (Applausi), con un provvedimento di inclusione, volto a migliorare la vita di tantissime persone con disabilità, che sono escluse dalla società. Per noi del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione la difesa delle persone fragili è una priorità e su questo voglio focalizzare il mio intervento sul provvedimento in esame.

In questi giorni le Commissioni competenti hanno lavorato moltissime ore, ma purtroppo, troppo spesso, dai banchi del Governo ai partiti è stato risposto: noi diamo una visione laica. Per i partiti non esiste una visione laica, ma esiste una visione sentimentale della politica, perché vogliamo tutelare i cittadini, al di là dei regolamenti amministrativi vincolanti, di chi opera solo sotto l'aspetto tecnocratico e burocratico. La politica deve dare delle risposte e per questa ragione abbiamo presentato emendamenti, condivisi non solo con i cittadini e gli elettori, ma con la società civile. A tal proposito voglio parlare di un emendamento importante e a me carissimo, trasformato in un ordine del giorno e che verrà ripresentato al disegno di legge di bilancio, per la tutela dei lavoratori di Alitalia e Air Italy. Troppo spesso la tecnocrazia dimentica che i cittadini soffrono se non hanno sicurezze e certezze e per questo vogliamo sconfiggere la tecnocrazia, riportando il sentimento nella politica e nel Governo. È questa la lotta dei parlamentari della Lega e quindi ringrazio i senatori Augussori e Ripamonti, che in questi giorni, insieme a tutti gli altri colleghi, si sono battuti per difendere i lavoratori fragili. Il senatore Ripamonti, ad esempio, con un emendamento voleva tutelare i cittadini di Savona, ma purtroppo tali emendamenti sono stati "disillusi", perché troppo spesso la burocrazia è più attenta ai calcoli che alle esigenze dei cittadini. Questo lo critichiamo e come Lega difenderemo sempre i nostri cittadini e il nostro territorio (Applausi), perché la Lega è il territorio, è il cittadino, anche per risolvere quelle che possono sembrare problematiche banali, per un Governo che a mio avviso è troppo tecnico e dovrebbe essere un pochino più sentimentale. Lo ripeto, perché ieri i parlamentari del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione hanno dimostrato non solo sensibilità politica, ma un sentimento di appartenenza raro e per questo li ringrazio.

Per tornare all'Alitalia, spero che in sede di discussione di bilancio si tenga conto che quella che oggi viene chiamata ITA o ex Alitalia rappresenta un asset importantissimo, che deve essere tutelato, in un momento in cui vengono ridisegnati gli equilibri geopolitici mondiali. La crescita di questo vettore rappresenta un'esigenza importantissima, anche se non condivido come è nato, perché l'Unione europea è stata matrigna con l'Italia, un Paese, anzi una Nazione - non mi piace infatti utilizzare il nome Paese per definire la mia patria - fondatrice dell'Unione europea. Far partire questa compagnia aerea con soli 52 aeromobili è stato un oltraggio alla nostra Nazione. Vorrei ricordare a tutti, soprattutto ora che andremo ad esaminare il disegno di legge di bilancio e successivamente il PNRR, che siamo una penisola e dunque dobbiamo rafforzare il trasporto aereo e il trasporto portuale, trattandosi di un'esigenza per la libertà di movimento di tutti i cittadini.

Per questo mi raccomando, signori del Governo: ricordiamo che, sul piano industriale, dobbiamo tutelare ITA: l'abbiamo voluta e la dobbiamo tutelare, affinché non venga fagocitata da altri soggetti o compagnie aeree straniere, anche per tutelare - e qui ribadisco l'importanza del territorio - il turismo italiano. (Applausi). Abbiamo perso tantissimi turisti che vanno in Spagna e in Francia, i cui Governi difendono i loro asset principali. Per noi il piano industriale deve essere fondamentale.

Ringrazio il collega senatore Doria e gli amici del Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC, che hanno presentato un emendamento per tutelare i dipendenti di Air Italy, che sono rimasti scoperti e non hanno garanzia del futuro. Tutti uniti andremo a ripresentare l'emendamento a tutela di questi lavoratori in bilancio. Ora è stato approvato un ordine del giorno, indicativo dell'orientamento governativo. Vorrei inoltre ricordare un emendamento, per cui ringrazio la deputata Murelli, per la tutela dei commercianti esodati, che per un cavillo burocratico - anzi, per una stortura burocratica - non hanno le coperture. Hanno chiuso le loro attività e non hanno la copertura INPS; non hanno la cosiddetta pensioncina. Parliamo veramente di pochissimi euro mensili che, però, cambiano la vita di questi commercianti.

Mi riferisco a quei piccoli commercianti, spesso e volentieri attività a conduzione familiare che sono state messe in crisi dalle grandi multinazionali che hanno aperto centri commerciali e le hanno schiacciate sul loro territorio. Questa è la tutela.

Il mio Gruppo mi permetterà di fare una considerazione, forse un po' più personale che di partito, sul reddito di cittadinanza. Vorrei permettermi con la massima umiltà di dare un piccolo contributo alla discussione.

Perché non ragioniamo su un accordo Governo-Regioni-Comuni per trasformare il reddito di cittadinanza in borse lavoro per le persone con necessità di lavorare? Mi riferisco ai famosi lavori socialmente utili. In tal modo rimettiamo al centro la persona, le diamo dignità e non semplicemente assistenza, come spesso e volentieri capita con il reddito di cittadinanza. (Applausi).

Mettiamo al centro la persona, facciamola lavorare. Le persone hanno bisogno di dignità.

Abbiamo approvato il famoso decreto-legge dignità? Diamo loro questa dignità, ragioniamoci; la mia non è una provocazione. In qualità di presidente della commissione servizi sociali del Comune di Fiumicino, quando fui consigliere comunale nel mio bellissimo Comune feci questa proposta e funzionò: le persone partirono con contratti a tempo determinato all'interno delle cooperative e spesso e volentieri sono state assunte a tempo indeterminato e oggi svolgono una vita socialmente attiva e inclusiva. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ruspandini. Ne ha facoltà.

RUSPANDINI (FdI). Signor Presidente, vorrei riallacciarmi alle considerazioni del senatore De Vecchis, che vedo impegnato. Ha detto una cosa interessante anche dai banchi della Lega. Riaggancio le sue considerazioni al ragionamento che noi di Fratelli d'Italia facciamo quotidianamente, e che anche questa mattina mi appresto a rilanciare nel mio piccolo, e cioè che questo Governo di migliori, al netto della grancassa mediatica di cui dispone, al netto della corsa all'applauso ad ogni costo dei giornaloni di regime, di fatto non ha dato vita a provvedimenti che incidano realmente sulla vita dei cittadini e delle imprese. Forse l'unico provvedimento che ha cambiato la vita degli italiani è stato proprio, come diceva il senatore della Lega, il reddito di cittadinanza, che noi, però, a differenza loro, combattiamo.

È uno strumento che consente a un ragazzo di vent'anni pieno di forze di percepire 700 euro al mese, quindi disincentivandolo al lavoro, e fa finta di non vedere il diversamente abile, costretto ancora a poco meno di 300 euro, che magari vorrebbe lavorare, penalizzando quest'ultimo nell'ingresso nel mondo del lavoro e facendo finta che non esista.

Al netto di questo, i provvedimenti sono stati davvero evasivi e inconcludenti, oserei dire. È per questo che noi di Fratelli d'Italia, come al solito, com'è nel nostro stile, cerchiamo di approfondire alcune materie che possono aiutare tanti giovani nell'ingresso nel mondo del lavoro. Va in questa direzione lo studio che abbiamo preparato, legato al costo delle patenti, dal quale si evince e si capisce il perché in Italia si perdono migliaia di posti di lavoro nel campo dei trasporti.

Colleghi, in Italia una patente per la guida dei camion pesanti costa dai 2.500 ai 3.300 euro, e per conseguirla occorrono sei o sette mesi, pensate.

Tutto, chiaramente, per arrivare ad avere, in tanti casi, uno stipendio che non supera quasi mai i 30.000 euro annui. In Inghilterra, la stessa identica certificazione si prende in due mesi e costa 300 euro. Questo è il meccanismo, in un mondo globalizzato, del quale facciamo finta di non interessarci. In Spagna, costa 800 euro, in Romania poche centinaia di euro e dopo un mese si ha la patente di guida. Il minimo che possano fare le aziende italiane che hanno bisogno di autotrasportatori è prendere gli autisti rumeni: va da sé che le aziende italiane continuino ad assumere in questo momento lavoratori stranieri, in particolare dell'Est Europa, perché, come abbiamo detto, lì è più facile prendere la patente, e i costi elevati innescano un meccanismo che disincentiva l'entrata in questo settore da parte di tanti giovani italiani, determinando una gravissima mancanza di autisti.

Nella Commissione trasporti abbiamo provato a predisporre degli emendamenti di buonsenso su questo tema. Il Governo ha stanziato un bonus di 1.000 euro per i giovani fino a 35 anni e un rimborso per chi già percepisce il reddito di cittadinanza, ma la cosa incredibile è che lo ha fatto solo per l'autotrasporto di merci per conto terzi, lasciando fuori tutte le altre tipologie di autotrasportatori che così non possono ricevere alcun bonus. Abbiamo chiesto, quindi, di estendere questo bonus che può essere sicuramente un incentivo positivo alla crescita del settore e che può davvero porsi come una soluzione alla mancanza di autisti, solo che non ci avete dato ascolto, quindi la nostra proposta di estenderlo a tutte le tipologie di autotrasportatori non è stata presa in considerazione. Lo abbiamo chiesto per i bus turistici, l'abbiamo chiesto per gli autotrasporti di ogni settore, ma ancora una volta - e non capiamo il perché - i nostri emendamenti, in particolare un paio, di buonsenso sono stati, per furia ideologica, messi da parte e bocciati. Ribadisco che rispetto a una questione che non ha nulla a che fare con l'ideologia e con la propria visione del mondo, ci ritroviamo ancora una volta a doverci interfacciare con le categorie e con i sindacati portando zero risposte, non capendo perché questo Governo continui ad insistere senza ascoltare chi vuole invece fare qualcosa di concreto per l'Italia e il risultato sarà che si perderanno ancora una volta migliaia di posti di lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS (FIBP-UDC). Signor Presidente, prima di svolgere il mio intervento, vorrei fare una considerazione di carattere generale. Sappiamo che la nostra non è una maggioranza omogenea, che quello attuale è un Governo di unità nazionale. Ebbene, per questa ragione, sarebbe opportuno a mio parere - e ritengo anche a parere di molti altri presenti in quest'Aula - arrivare in Commissione, dove si esaminano provvedimenti politicamente importanti come quello che abbiamo trattato ieri e che oggi è all'attenzione dell'Assemblea, con un equilibrio politico. È difficile trattare argomenti divisivi e trovare la sintesi laddove due Presidenti sono del centrosinistra, in particolare uno del PD e uno del MoVimento 5 Stelle, e i relatori ugualmente sono uno del PD e uno del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

Senza nulla togliere al lavoro che hanno fatto, politicamente è difficile trattare determinati argomenti e trovare un equilibrio nella soluzione. Questo lo dico a lei, affinché lo riferisca alla nostra Presidente, che agisca in maniera tale che nelle Commissioni, quando si esaminano argomenti di interesse globale, possa essere rappresentata, quanto più possibile, la maggioranza stessa. Altrimenti si arriva a momenti di frizione - per carità, non cercati - su argomenti che dovrebbero invece trovare una sintesi importante ancora prima di essere trattati nella Commissione stessa.

Non mi soffermerò su discorsi particolari. Lo lascerò fare a chi interverrà per il Gruppo Forza Italia dopo di me, alla senatrice Toffanin, che sicuramente ha seguito mirabilmente tutto l'iter della manovra in Commissione, fino a ieri, quando se ne è discusso globalmente. Abbiamo veramente affrontato con grande decisione e forse con troppa imparzialità la soluzione di determinati problemi specifici. Abbiamo peraltro dovuto esaminare la manovra molto in fretta; il ricorso alle sedute notturne non è un buon viatico per le manovre, per trovare i giusti equilibri. Lo stress esiste, non siamo superuomini, siamo uomini (peraltro, con la mia età, lo posso dire ancora di più), che hanno necessità, quando prendono delle decisioni, di avere i tempi per poter riflettere. (Applausi).

Si è in Commissione per poter trovare le soluzioni migliori, perché ciò che andiamo a decidere, come diceva precedentemente il collega De Vecchis, non rimane racchiuso all'interno del Senato. Signor Presidente, quello che decidiamo in questa sede influenza la vita dei nostri cittadini. (Applausi).

Allora, per decidere e per trovare le soluzioni è necessario il tempo dovuto. La manovra che stiamo esaminando, il decreto fiscale, avrà grande incidenza e avrebbe necessitato di tempi superiori. Immagino cosa succederà a breve per il bilancio; anche in quel campo esiste un disequilibrio tra le persone che sono state scelte per rappresentare i Gruppi come relatori e noi lo abbiamo lamentato, come lei sa, come sa la Presidente e come sanno tutti. Eppure non si è presa ancora alcuna decisione sul merito.

Gli argomenti che dovrei considerare sono tanti; mi fermerò sul problema dell'Alitalia, che da un decennio e forse più, comunque da diversi lustri, è presente nell'agenda politica del Governo. Ciò che dispiace è che si arriva ad una conclusione ampiamente scontata da tempo; ciò che dispiace ancora di più è che i lavoratori, che devono poter recuperare una loro dignità lavorativa, ancora oggi sono messi nelle condizioni di dover sopravvivere con la cassa integrazione, che fa parte delle politiche passive del lavoro, contro le quali ci batteremo. (Applausi).

Una cosa è l'assistenzialismo, una cosa è l'assistenzialismo nel mondo del lavoro. (Applausi).

Servono politiche attive. Occorre poter reimpostare la vita del lavoratore verso una differente attività e questo non solo per quello che riguarda Alitalia. Nel settore, oltre ad Alitalia, abbiamo Air Italy, come ricordava il collega De Vecchis precedentemente. 1.500 lavoratori di Air Italy vedono chiusa la loro possibilità di recuperare, anche in parte, il proprio lavoro, essendo la società in liquidazione. Costoro, però, non possono essere trattati differentemente da quel giusto assistenzialismo che è stato dato, per ora, ai loro colleghi di Alitalia.

Abbiamo presentato un ordine del giorno al decreto fiscale e un emendamento al disegno di legge di bilancio. Speriamo fortemente che l'ordine del giorno venga accolto, perché - quella sì - sarebbe una questione di giustizia. Non è possibile che dinanzi a due società, una con interessi importanti nel settore pubblico dei trasporti, qual è Alitalia, l'altra invece nel settore privato, si tengano due comportamenti diversi. (Applausi). Il Governo non dovrebbe consentire questo, tra chi ha lavorato nel pubblico e senza entrare nel merito delle gestioni (purtroppo è arrivata la liquidazione della società) e chi invece proviene da un'attività privata e si vede spogliato di tutto: questo non è equilibrio, Presidente, non è giustizia sociale. (Applausi). Su questo chiedo veramente l'intervento di tutti i partiti, perché la solidarietà e l'equità vengano dimostrate.

Ci sono tante altre cose che devono essere prese in considerazione, ma mi limito a ripetere un discorso generale: occorre ritornare sul concetto della ricerca del lavoro e non ignorare i posti di lavoro che esistono. Le Camere di commercio erano alla ricerca di 400.000 professionisti, ma non c'erano le figure corrispondenti. Ciò vuol dire che non c'è dialogo tra chi dà lavoro e chi deve riceverlo, non c'è formazione. Il nostro maggiore obiettivo dovrebbe essere quello di incrociare i dati tra il mondo del lavoro e l'offerta di lavoro, senza pensare troppo all'assistenzialismo perpetuo. Chi è in reddito di cittadinanza ed è un cittadino occupabile, ma non ha le caratteristiche rispondenti all'offerta di lavoro da parte dell'impresa, deve essere formato. Si spendono 14 miliardi all'anno in reddito di cittadinanza e provvedimenti per la disoccupazione e solo un miliardo l'anno per la formazione. (Applausi).

Il Ministro del lavoro non può lavorare isolatamente; deve trovare una sintesi con il mondo sindacale e datoriale, ma la sintesi la può trovare anche all'interno di quest'Aula e deve trovarla anche col mondo politico, verificare se i dispositivi che pone in essere riscuotano gradimento da parte del soggetto politico che è il Parlamento, e non - come fa spesso - attuare provvedimenti spot che sono fini a se stessi, consumano liquidità, ma non producono alcun effetto.

Ritengo che investire sulla formazione, la formazione continua a tutti i livelli, debba essere di interesse di chi amministra le politiche del lavoro. Trovare il lavoro - questo sì - significherebbe, per tante persone che il lavoro non ce l'hanno e vorrebbero averlo, ritrovare la dignità. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Alessandrini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRINI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi senatori, rappresentanti del Governo, se siamo parte di questo Governo è per senso di responsabilità nei confronti del popolo italiano che ci ha eletto come suoi rappresentanti. Siamo qui per farci carico delle necessità e delle istanze che provengono dai territori.

La pandemia non ha messo soltanto a dura prova la tenuta sanitaria e sociale del Paese, ma ne ha stravolto completamente gli equilibri economici, determinando situazioni di criticità, nuovi poveri, situazioni debitorie insostenibili a cui oggi dobbiamo porre rimedio.

In questi mesi complicati, insieme ai colleghi del Gruppo Lega abbiamo raccolto le istanze provenienti dal territorio, le abbiamo tradotte in proposte sempre dettate dal buon senso, a volte anche dall'esigenza di chiarire l'interpretazione di norme difficilmente comprensibili. Ebbene, stante l'esigenza di velocizzare l'iter di approvazione, gran parte di queste istanze sono state trasferite in ordini del giorno; confidiamo che verranno tenuti in debita considerazione dal Governo nella sua azione futura e sarà nostra cura rammentarlo.

Un tema che ci sta particolarmente a cuore e per il quale ci siamo sempre battuti è quello della rottamazione delle cartelle esattoriali. Abbiamo richiesto la rimodulazione delle scadenze delle rate di rottamazione, la dilazione delle rate restanti, la previsione di una nuova rottamazione per le annualità 2018-2019, con l'estensione della definizione agevolata per le medesime annualità delle entrate regionali e degli enti locali, il prolungamento dei tempi per il pagamento spontaneo delle somme richieste con le cartelle di pagamento e l'estensione della rateizzazione per i piani di dilazione.

Ciò di cui hanno assoluta necessità i cittadini italiani è una concreta pace fiscale (Applausi), poter tirare una riga sul passato per poter ricominciare a vivere dignitosamente nel presente e tornare a credere nel futuro. Non si può chiedere l'impossibile a imprese che hanno visto negli ultimi anni perdite di fatturato incalcolabili, a cittadini che hanno subito e stanno subendo ancora le conseguenze della crisi dovuta all'emergenza Covid, a chi ha perso il lavoro o chi vede le proprie entrate considerevolmente ridotte. Un brocardo latino recita: ad impossibilia nemo tenetur, ossia nessuno è tenuto a fare l'impossibile, ed uno Stato non può chiedere l'impossibile ai propri cittadini (Applausi), ma deve metterli nelle condizioni di lavorare e di realizzarsi.

È altresì necessario far sentire la presenza delle istituzioni al fianco dei cittadini in difficoltà, soprattutto in un momento delicato come questo, con azioni concrete, mirate e subito attuabili.

Inoltre, di fronte a problemi congiunturali come l'aumento del costo delle materie prime e dell'energia, il Governo dovrà sicuramente fare uno sforzo ulteriore al fine di non vanificare la prevista diminuzione del peso fiscale. Nell'anno corrente stiamo infatti assistendo ad un costo della bolletta dell'energia elettrica triplicato rispetto al 2020, mentre quello del gas è raddoppiato: spese ulteriori che si sommano alle criticità esistenti e a cui siamo chiamati a rispondere con gli strumenti necessari. Non possiamo costringere le persone a scegliere a fine mese se pagare le bollette o fare la spesa. (Applausi). È pertanto prioritario, per aiutare le imprese e le famiglie, aumentare i 2 miliardi di euro già stanziati, che risultano assolutamente insufficienti a contenere i predetti aumenti. Uno Stato deve aiutare le imprese a ripartire, i lavoratori ad essere tutelati, i giovani ad affrontare il futuro con speranza, le categorie fragili ad essere supportate da una politica reale di inclusione sociale. Soltanto così possiamo ripartire davvero e ridare alla nostra economia e al nostro Paese un rilancio effettivo che non dimentichi e non lasci indietro nessuno.

Prima di concludere il mio intervento, vorrei dedicare qualche minuto all'emendamento del senatore Salvini, approvato dalle Commissioni, che rifinanzia il fondo per genitori lavoratori separati o divorziati con 10 milioni di euro per l'anno 2022. (Applausi). Si tratta di contributi che ammontano al massimo a 800 euro mensili, pensati in un primo momento per consentire ai genitori lavoratori separati o divorziati di continuare ad erogare l'assegno di mantenimento nella misura in cui la loro attività lavorativa sia stata fortemente ridotta o sia addirittura cessata per via dell'emergenza epidemiologica. Da adesso in poi, grazie all'impegno della Lega, tali contributi saranno erogati anche per il mantenimento dei figli minori conviventi, nonché dei figli maggiorenni con disabilità grave. Si tratta di un emendamento su cui il Gruppo Lega si è impegnato fortemente perché consapevole del fatto che la pandemia ha aumentato le difficoltà di tutti, ma soprattutto delle famiglie con i figli minori e di quelle che devono confrontarsi quotidianamente con il tema delle disabilità; grazie a questo emendamento oggi saranno maggiormente tutelate.

Uno Stato, prima di essere esattore, ha il dovere di essere equo e di venire incontro alle esigenze e ai problemi reali dei cittadini italiani. Con lo stralcio delle cartelle esattoriali faremo un primo passo fondamentale nella direzione auspicata per aiutare tutte quelle persone che oggi ci chiedono di intervenire e di farlo non tra un mese, non domani, ma oggi. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ripamonti. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, il mio intervento si focalizzerà su una piccola parte di quello che è il decreto fiscale, anche perché nel merito entreranno i colleghi di competenza. Io ero un po' abusivo ieri in Commissione. Ero lì perché cercavo di difendere, fin quando ho potuto, un emendamento che ritenevo e ritengo essere strategico. Di cosa stiamo parlando? Intanto, parliamo di una storia a lieto fine, anche se, nella realtà, come si sia arrivati a questo lieto fine è un po' più complesso.

Parliamo di un emendamento che implementava i fondi, già stanziati qualche tempo fa, per la ricostruzione di una infrastruttura importante nella provincia di Savona, crollata nel 2018. Cos'è accaduto? È accaduto che il commissario, il provveditore, incaricato della ricostruzione, nel tempo ha dovuto sostenere alcune spese. Quindi, gli mancava un pezzettino di finanziamento per poter bandire, finalmente, la gara della ricostruzione. Parliamo anche di un numero cospicuo di famiglie che si sono ritrovate in quella situazione non per scelta, non perché c'è stata una crisi aziendale, non perché si è verificata mancanza di lavoro, ma perché è crollata la fabbrica nella quale lavoravano.

C'è stato un grande interesse di carattere generale, fino a quando, appunto, si è manifestata la possibilità di predisporre un emendamento che implementasse questi fondi. Attenzione: i fondi che si erano trovati avevano un percorso chiarissimo. Non erano altro che uno spostamento, una variazione di bilancio, all'interno del capitolo di spesa del Ministero dei trasporti, che toglieva da una parte e metteva dall'altra. Tutto a posto. Tutto perfetto. Cosa è accaduto? È accaduto qualcosa, in realtà, di politicamente inelegante. Lo dico a lei, signor Presidente, che so avere una sensibilità nei confronti di questo Parlamento, oltre che per il ruolo, anche perché ho avuto modo di vivere con lei alcune attività parlamentari.

L'ineleganza sta nel fatto che, a quattro ore dalla possibile "approvazione" di questo emendamento, il Ministero dei trasporti (non il Ministero dell'economia e delle finanze, lo ripeto, perché i soldi provenivano dai trasporti) dice: guarda, senatorino della provincia di Savona, sai cosa c'è? Non importa che tu faccia questo emendamento; non importa che tu ti sia applicato molto, che ti sia battuto e che abbia cercato i fili da tirare per portare a casa questo risultato. Ci pensiamo noi. Facciamo un atto interno amministrativo e, come per magia, implementiamo questi fondi.

Allora la mia domanda è semplice e l'ho ribadito ieri con forza. A tal proposito, mi scuso con tutti i Commissari delle Commissioni 6a e 11a, che ho tenuto lì fino all'una e mezza di questa notte. Mi sono chiesto: ma perché non l'hai fatto prima, allora? Perché non l'hai fatto due mesi fa? Perché hai lasciato più di 60 famiglie nell'ansia di non vedere costruita la fabbrica dentro cui andavano a lavorare? (Applausi).

Al di là dell'ineleganza, secondo me qui c'è un problema diverso ancora. C'è il problema di difendere l'attività parlamentare, nel momento in cui essa è coniugata perfettamente con la volontà del Governo. Perché qui non stiamo parlando del Governo che non vuol fare questa misura. Qui stiamo parlando del Governo che non consente di approvare un emendamento perché si chiede: ma perché se la deve intestare la Lega questa misura? La realizzo io, dall'interno. Magari qualcuno ha fatto una telefonata.

Ripeto, però, il lieto fine dove sta? Il lieto fine sta che il decreto è alla firma del ministro Giovannini. E il lieto fine sta nel fatto che ieri il presidente d'Alfonso ha suggerito un ordine del giorno che impegnasse il Ministro a firmare il decreto nel più breve tempo possibile.

In conclusione, signor Presidente, questo è un precedente che non dovrebbe più accadere, perché nel momento in cui la filosofia di un parlamentare e quella del Governo coincidono su una stessa azione, allora la si lasci fare al Parlamento, perché già fin troppe volte ha avuto poca possibilità di incidere. Almeno, quando abbiamo la possibilità di incidere, lasciatecelo fare. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Arrigoni. Ne ha facoltà.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, intervengo sull'emendamento 7.0.44 (testo 3) che, approvato ieri sera in Commissione, salva i trasporti eccezionali e risolve la situazione di stallo che si è venuta a creare con le nuove norme introdotte nel decreto-legge n. 121 del 2021, approvato da pochissime settimane, a seguito di un emendamento profondamente sbagliato presentato dal Partito Democratico e approvato alla Camera dei deputati. Si tratta di un problema serio, denunciato da più parti, dal mondo dell'autotrasporto e da quello dell'industria, un grido di allarme che solo la Lega - lo sottolineo - ha raccolto e con la presentazione del citato emendamento ha cercato di risolvere.

La norma contenuta nel citato decreto era nata forse all'interno del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) con l'intento di tutelare dal peso dei trasporti eccezionali le infrastrutture stradali, molte delle quali in Italia sono precarie, a partire da ponti e cavalcavia, magari prendendo a riferimento il crollo del ponte Morandi, sul quale però - lo sottolineo - i trasporti eccezionali non sono mai transitati, perché erano vietati. Si tratta, dunque, di una ricetta profondamente sbagliata.

Occorre invece un'altra via per tutelare le infrastrutture stradali, ricorrendo cioè alle manutenzioni ordinarie, programmate e straordinarie e agli investimenti, non scaricando su altri il problema (Applausi), magari realizzando una piattaforma nazionale digitale delle costruzioni nell'ambito del più ampio progetto europeo. La Lega in tal senso ha presentato un emendamento al disegno di legge di bilancio che auspichiamo tutto il Senato possa approvare. Si tratta di un progetto sviluppato con l'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), con il Politecnico di Milano, con il Consiglio nazionale degli ingegneri, con il Consiglio nazionale degli architetti, con il Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, nonché di tante altre associazioni. La norma approvata nel citato decreto-legge n. 121 del 2021 non solo avrebbe rallentato lo sviluppo del Paese, così come stava già avvenendo, non solo avrebbe compromesso la realizzazione dei tantissimi progetti di nuove infrastrutture stradali e non solo di quelle contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, su cui il nostro Paese sta scommettendo e ha precisi obblighi di spesa e di tempo; la norma avrebbe anche vanificato gli investimenti delle società specializzate di trasporto, mettendo in ginocchio loro e l'intero settore. Infine, quella norma sciagurata avrebbe determinato, per il trasporto dello stesso quantitativo di merci, la circolazione in strada di un numero elevatissimo di mezzi pesanti (si è calcolato circa tre volte tanto): un paradosso, se ci pensate, in tempo di green deal, di decarbonizzazione, di transizione ecologica, in cui l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre l'inquinamento e le emissioni di anidride carbonica per conto della mobilità leggera e di quella pesante. Si andava esattamente nel verso opposto.

Come Lega siamo felici che la nostra proposta abbia attivato riflessioni all'interno del MIMS, che ha fatto una retromarcia, e discussioni con noi proponenti della Lega e con gli operatori del settore. Alla fine siamo felici che sia stata approvata questa soluzione positiva, che in sostanza ripristina la normativa previgente. Da quattro mesi abbiamo ottenuto qualcosa in più, cioè che il MIMS emani il decreto per adottare nuove linee guida previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e previa intesa con la Conferenza unificata, dunque con le Regioni. Noi della Lega siamo orgogliosi di essere intervenuti, passando ancora una volta dalle parole ai fatti, come sempre afferma Matteo Salvini, nell'interesse di migliaia di imprese, di famiglie e soprattutto per lo sviluppo del Paese.

Concludo sottolineando come questo straordinario risultato, dove vince il sistema Paese, è frutto di un grande lavoro di squadra della Lega, non solo di coloro che hanno firmato l'emendamento, ma anche e soprattutto dei nostri colleghi leghisti che l'hanno strenuamente difeso prima in Commissione bilancio e poi nelle Commissioni riunite finanze e lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pagano. Ne ha facoltà.

PAGANO (FIBP-UDC). Signor Presidente, in premessa vorrei rivolgere un ringraziamento ai componenti della Commissione finanze e, se mi è consentito, innanzitutto ai componenti di Forza Italia all'interno della Commissione. Ho visto che hanno lavorato con un approccio davvero di grande sacrificio, addirittura con sedute notturne; cosa che, a mio giudizio, bisognerebbe in qualche misura evitare per il futuro, anche se mi rendo conto che forse è questa l'immagine giusta che il Parlamento deve dare agli italiani, soprattutto a quelli che hanno sofferto di più in questo periodo; l'immagine cioè di coloro che sono qui a preoccuparsi per loro.

Ringrazio in modo particolare la nostra vicepresidente della Commissione finanze senatrice Toffanin; per il mio Gruppo il decreto fiscale è esattamente il tema dei temi. Forza Italia da sempre, sostanzialmente da quando esiste, si è occupata proprio del tema che concerne la riduzione della pressione fiscale, il minor appesantimento possibile del carico tributario nei confronti delle persone fisiche e delle aziende. Siamo infatti sempre stati assolutamente convinti che bisogna spogliare di lacci e lacciuoli, non appesantire i nostri liberi professionisti, i nostri lavoratori autonomi, anche i lavoratori dipendenti e soprattutto le nostre aziende. Ci sono aziende che lavorano per i primi otto mesi dell'anno solo per lo Stato e soltanto nei restanti quattro mesi possono lavorare per loro stessi. Questo è ormai divenuto assolutamente un peso ingiusto che non fa andare avanti il Paese.

Il decreto fiscale al nostro esame interviene in un momento assolutamente patologico della vita del Paese; la pandemia ci ha veramente messo in condizioni terrificanti. In particolare alcune aziende e, in modo particolare, i loro dipendenti hanno sofferto più di altri la pandemia. È la ragione per la quale i nostri esponenti di Forza Italia hanno chiesto e più volte ribadito il differimento del pagamento. Abbiamo ottenuto soltanto un differimento di nove giorni sulla scadenza del 30 novembre, arrivando al 9 dicembre che rispetto allo spostamento all'anno 2022, come in effetti Forza Italia aveva chiesto, è troppo poco.

È però evidente che uno sforzo va fatto. Credo che anche le altre forze di maggioranza siano consapevoli che tutto ciò che riguarda il peso tributario di fisco agli italiani deve essere tenuto in primaria considerazione rispetto al resto.

Forza Italia si sta battendo anche per l'eliminazione e l'abrogazione dell'IRAP, una tassa ingiusta. Ci siamo occupati di tali questioni nel decreto fiscale, ma ce ne occuperemo ancor di più nella legge di bilancio.

Queste sono le nostre impronte digitali, questo è quello che noi vogliamo far sapere agli italiani. Vogliamo che loro paghino meno tasse possibili in questo periodo e che il differimento in avanti delle cartelle esattoriali sia una questione evidente.

Prima di concludere, esprimo parziale soddisfazione per un mio emendamento, sottoscritto anche dalla collega Toffanin, dai colleghi Mallegni e Floris, sulle misure urgenti per il parziale ristoro delle associazioni sportive, dilettantistiche e professionistiche. C'è un enorme settore, quasi invisibile, del mondo dello sport, che è quello dilettantistico, degli sport che non vanno continuamente in TV, degli atleti e degli sportivi non così famosi al grande pubblico, che però rappresentano il 90 per cento del mondo sportivo nazionale. Ebbene, costoro nel periodo del Covid non hanno avuto pubblico o incassi, non hanno avuto la possibilità anche solo parzialmente di ristorare le proprie casse. Si chiedeva sostanzialmente il rinvio di tutti i tributi di quest'anno all'anno a venire; lo chiedevamo per tutto, ma è stato ottenuto solo parzialmente.

Noi siamo parzialmente soddisfatti, perché è evidente che il mondo della politica e delle istituzioni deve essere vicino alle società, in particolare quelle dilettantistiche, che sono una parte sostanziale e fondamentale della società italiana. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Zuliani. Ne ha facoltà.

ZULIANI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, saluto i colleghi senatori e senatrici, ma soprattutto senatrici. Ci apprestiamo a convertire il cosiddetto decreto fiscale, strettamente collegato alla manovra finanziaria.

Ieri notte in Commissioni riunite, dove era presente il sottosegretario Accoto, abbiamo discusso e votato molte proposte avanzate dai vari Gruppi politici: alcune sono passate, altre no e altre ancora - importanti - sono state rinviate alla prossima legge di bilancio o a futuri provvedimenti. Le varie misure hanno un contenuto propositivo e richiedono una copertura finanziaria.

In questa legislatura abbiamo votato varie leggi di bilancio. Desidero soffermarmi su un argomento per me importantissimo e che mi ero ripromesso di riproporre in ogni mio intervento qualora non fosse stato portato avanti. Ha poco senso adottare leggi se poi mancano i decreti attuativi. Ricordo che nel Governo giallo-verde (in cui era presente, nel ruolo di senatrice, la sottosegretario Accoto), con la condivisione di Lega, MoVimento 5 Stelle e tutti gli altri Gruppi politici, proponemmo una misura, confluita nel maxi-emendamento al disegno di legge di bilancio, che prevedeva l'obbligo dell'esposizione del numero antiviolenza 1522. (Applausi). Allora un semplicissimo decreto attuativo - sono contento che oggi sia una donna a presiedere i lavori dell'Assemblea - doveva definire una tipologia di cartello indicante il numero 1522 ed eventualmente le lingue di comunicazione e quant'altro (dimensioni, colore, eccetera).

Se lavoriamo, ma non riusciamo a far approvare al Governo un semplicissimo decreto attuativo del genere, come possiamo pretendere che su provvedimenti più importanti si vada avanti, pur legiferando?

La settimana scorsa c'è stata anche in Senato un'attività che ha riguardato la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, fortemente voluta dalla presidente Casellati, che ringrazio per la sua sensibilità e a cui mi appello. (Applausi). Non è possibile essere ancora qui, dopo qualche anno, ad aspettare una cosa che è già legge, ma che manca di decreto attuativo. È una questione di civiltà. Ci riempiamo la bocca di questo argomento e mi rivolgo alle senatrici, comprese coloro che la settimana scorsa sono intervenute per ogni Gruppo politico. È una questione di civiltà e non è possibile che un senatore, un maschio, sia ancora qui a chiedere che, nell'ambito del decreto fiscale, venga promosso il decreto attuativo. Ne va della faccia e della reputazione di noi parlamentari che ci diamo tanto da fare per promulgare delle leggi.

Sottosegretario Accoto, presidente Casellati: dateci una mano per tentare non dico di risolvere il problema della violenza contro le donne, ma almeno di dare loro un segnale facendo capire che, quando ci spendiamo per loro, dei risultati poi arrivano. (Applausi).

PRESIDENTE. Do atto all'Assemblea che acquisiamo l'integrazione scritta dell'intervento del senatore Floris, che ha parlato precedentemente.

È iscritta a parlare la senatrice Ferrero. Ne ha facoltà.

FERRERO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, intervengo oggi su questo decreto-legge fiscale, nel quale abbiamo viste approvate diverse nostre proposte. Ringrazio i colleghi della 6a e della 11a Commissione per il lavoro svolto e per i risultati ottenuti. Ovviamente noi della 5a Commissione abbiamo accompagnato i lavori, cercando di dare il nostro contributo dal punto di vista finanziario su ogni emendamento.

Molto è stato fatto e molto di più si poteva fare. In definitiva, è importante ottenere dei risultati e avere ben presenti le questioni che rimangono aperte per possibili soluzioni future. Guardo all'imminente lavoro e alla discussione del disegno di legge di bilancio e rivolgo un appello ai colleghi e al Governo perché si abbia una gestione ordinata, ma soprattutto chiara e limpida. Sicuramente sarà un lavoro gravoso per tutti. Il mio appello è cercare almeno di iniziare con i migliori propositi.

In particolare, oggi mi vorrei soffermare su un emendamento a mia prima firma, che ha trovato il consenso delle Commissioni riunite 6a e 11a, in una versione che - seppure non sia a mio avviso ottimale - risolve la questione della doppia agevolazione IMU sulla prima casa per i coniugi con residenze diverse. L'emendamento 5.0.100, nel testo rivisto dal Governo, pone fine alla disparità di trattamento di situazioni che invece necessitano di eguale trattamento. Mi riferisco alla situazione dei coniugi che appartengono a nuclei familiari costretti, soprattutto per motivi di lavoro, a vivere in Comuni diversi; oltre a sopportare il disagio di essere in Comuni diversi, sono costretti a non vedersi riconosciuta alcuna esenzione IMU. Questa problematica si è verificata negli ultimi periodi e in conseguenza di una sentenza della Corte di cassazione, contraria addirittura ai coniugi residenti in due diversi immobili nello stesso Comune, che invece hanno mantenuto il diritto a un'esenzione; coniugi che hanno comunque due immobili, ma per i quali non possono sussistere giustificazioni di tipo lavorativo. In realtà, l'interpretazione dell'Agenzia delle entrate, con le sue indicazioni, aveva permesso in passato che si ottenesse la doppia esenzione; invece, con la sentenza della Corte di cassazione, si è aperta la problematica. Con l'emendamento 5.0.100 si dà la possibilità di avere l'esenzione su un immobile e di scegliere su quale immobile far ricadere la residenza principale. Certo - come dicevo prima - avrei preferito che si fosse tornati alla precedente interpretazione dell'Agenzia delle entrate, garantendo l'esenzione a entrambi i coniugi, a seguito di comprovate esigenze lavorative, per entrambe le abitazioni di residenza. Ma almeno per il futuro si è messo ordine con questo piccolo emendamento.

Poiché comunque alcuni Comuni si sono affrettati a fare accertamenti, mettendo in difficoltà le famiglie e sanzionando comportamenti perfettamente legittimi in base all'interpretazione ufficiale precedente, mi auguro che ci sia un'ulteriore sensibilità da parte di tutti per far cessare ogni attività di recupero per gli anni passati da parte dei Comuni, in applicazione della buona fede che ha guidato i comportamenti dei contribuenti, poi penalizzati dalla mutevolezza della giurisprudenza. Questo è un piccolo contributo che è stato dato con la conversione del decreto-legge in esame. La Lega, come sempre, è la Lega del fare. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Maffoni. Ne ha facoltà.

MAFFONI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, dopo infinite ore di dibattito in Commissione, confronti più o meno accesi e discussioni nel merito dei diversi provvedimenti che andremo a votare e su cui mi soffermerò tra qualche istante, mi pare doveroso riportare all'Assemblea un fatto politico per nulla irrilevante.

Onorevoli colleghi, in questa bizzarra legislatura, che prima o poi dovrà finire, abbiamo visto cambiare nel corso degli anni diversi Governi, supportati da variegate maggioranze. Siamo passati dal Governo Conte I, sostenuto dagli amici della Lega e del MoVimento 5 Stelle, al Governo Conte II, supportato dal Partito Democratico e dai sempre presenti pentastellati e, infine, al Governo Draghi, appoggiato da tutte le forze presenti nelle Aule parlamentari, ad eccezione di Fratelli d'Italia, di cui orgogliosamente faccio parte.

Tuttavia - qui sta il punto politico - in queste ore notturne ho scoperto che, nelle Commissioni congiunte lavoro, previdenza sociale e finanze e tesoro, questi equilibri sono nuovamente cambiati. Se infatti, coerentemente, Fratelli d'Italia sta all'opposizione, facendo costruttive proposte, ho scoperto invece, insieme al collega De Bertoldi e alla collega Drago, che tutta questa eterogenea maggioranza in realtà sta all'opposizione quanto noi. È un dato ineccepibile, infatti, che moltissimi degli emendamenti presentati da chicchessia in Commissione venivano puntualmente cassati per volontà del Governo, con la tanto celata scusa che non ci sono fondi per alcun cambiamento sostanziale alla manovra. A questo punto è lecito domandarsi se c'è un Governo tecnico, che nulla ha a che fare con i partiti che lo appoggiano, oppure se c'è un Governo politico, in cui però i partiti che lo compongono non hanno voce in capitolo. Signor Presidente, la verità è che in Commissione non è arrivato altro che un pacchetto già costruito in ogni suo dettaglio, in cui noi - utilizzando un parallelismo natalizio, che spero mi venga concesso - non abbiamo potuto far altro che decidere, forse, il colore della carta con cui confezionarlo.

Ciò che è emerso e che preoccupa è il totale distacco tra le prerogative del Governo al decreto fiscale e le richieste, quasi sempre bocciate, che noi parlamentari abbiamo il dovere di porre, tramite gli emendamenti. Il problema, però, è che siamo noi parlamentari, che viviamo i nostri collegi di riferimento e conosciamo le esigenze del territorio, a sapere quali sono le reali richieste di coloro che subiranno le conseguenze di questo decreto-legge. Invece, con rammarico, abbiamo assistito all'impotenza dei partiti politici davanti all'assillante presenza della burocrazia ministeriale e governativa, capace di contrastare le naturali richieste che il Paese, specialmente in un momento difficile come questo, ci ha fatto pervenire. Tuttavia, onorevoli colleghe e colleghi, dobbiamo avere l'onestà intellettuale di ammettere che non possiamo non registrare una preoccupante e ferma volontà da parte del Governo di non ascoltare ciò che i parlamentari del Gruppo Fratelli d'Italia - e spesso anche degli altri partiti - abbiamo a gran voce richiesto.

Per carità, qualcosa di buono, specie rispetto al passato, è stato fatto. Abbiamo perso traccia - grazie a Dio - di ridicoli provvedimenti come il cash back che, infaustamente, qualcuno del MoVimento 5 Stelle voleva ancora, con coraggio, riproporre. Di contro, abbiamo letto della presenza di un rinvio per alcune scadenze fiscali che avrebbero messo in difficoltà molti contribuenti. Ma la verità, colleghe e colleghi, è che votiamo oggi in Aula un provvedimento timido, ancora distante dalle esigenze del Paese.

Come Fratelli d'Italia abbiamo fatto tutto il possibile e tutto ciò che è giusto fare. Abbiamo ottenuto il passaggio di alcuni importanti emendamenti, come quello sostenuto da me e dai colleghi De Bertoldi, Iannone e Drago, per fare in modo che i dirigenti scolastici possano avere uno scudo rispetto alle responsabilità civili, amministrative e penali che la pandemia potrebbe comportare in ragione della delicata funzione che svolgono. Da tempo sosteniamo, infatti, che queste figure non possono essere lasciate sole e non possono essere perseguite se svolgono bene il loro dovere nell'applicazione delle disposizioni che il Governo adotta spesso in continua contraddizione.

Non solo: abbiamo impegnato il Governo a rivedere le rate per la rottamazione delle cartelle fino al 31 dicembre 2022; così come siamo riusciti a far approvare un altro emendamento per facilitare la possibilità che le casse di previdenza dei professionisti svolgano attività di assistenza verso gli iscritti durante le situazioni di calamità o emergenza. Questo è ciò che abbiamo ottenuto con spirito costruttivo nei confronti del Paese.

Avremmo voluto - attraverso i lavori della Commissione - poter essere ancora più efficienti e incisivi. Avremmo voluto concretizzare nostre proposte in grado di attuare alcuni sgravi o aiuti fiscali, in grado di supportare aziende e famiglie italiane. Tuttavia, con dispiacere non possiamo non dichiarare che molto altro avremmo voluto e dovuto fare, ma che a causa della situazione sopra descritta non ci è stato possibile attuare.

È una nuova occasione persa che ricadrà per l'ennesima volta sulle spalle dei cittadini italiani, che tutti noi avremmo dovuto meglio tutelare. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Comincini. Ne ha facoltà.

COMINCINI (PD). Signor Presidente, con l'approvazione di questo decreto-legge, a seguito dell'importante lavoro che è stato fatto nelle Commissioni congiunte finanze e lavoro, si va a ottenere una serie di risultati importanti, attesi dal mondo delle imprese e anche da tanti cittadini.

C'è una mini proroga delle cartelle: nove giorni in più per il pagamento della rottamazione ter, saldo e stralcio; può apparire poco, ma - considerando quanto accaduto e i limiti di tempo e sapendo che si aggiungono anche cinque giorni di tolleranza - si arriva di fatto al 14 del mese come ulteriore tempo per poter pagare le cartelle stesse.

C'è poi un emendamento importante, proposto dal senatore Misiani e sottoscritto da diversi colleghi del Partito Democratico, che prevede la possibilità di cumulo tra l'assegno di invalidità e il reddito da lavoro.

A seguito di una circolare dell'INPS si era creata una condizione di particolare difficoltà e criticità per molte persone con disabilità. Ebbene, grazie a quell'emendamento si va a riportare chiarezza in una situazione diventata oggettivamente difficile.

C'è un allungamento di trenta giorni, da centocinquanta a centottanta, dei tempi per saldare le cartelle sospese durante l'emergenza Covid e ci sarà anche più tempo, fino al 16 gennaio del 2022, per pagare gli avvisi bonari in scadenza tra l'8 marzo e il 31 maggio del 2020 che avrebbero dovuto essere effettuati entro il 16 settembre o, in caso di pagamento rateale, entro il 16 dicembre, ma la cui riscossione è stata sospesa per la pandemia.

C'è poi un importante impegno da parte del Governo sul patent box: le forze di maggioranza hanno chiesto al Governo di rivedere le novità sul regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall'utilizzo di software protetti da copyright e brevetti industriali, che era stata contestata da più parti, e il Governo si è impegnato - e lo ringraziamo - a riformulare la norma nelle prossime settimane in legge di bilancio.

Vorrei però soffermarmi più lungamente sulle disposizioni a favore dei lavoratori con disturbi dello spettro autistico: una norma che è stata approvata dalle Commissioni e che porta ad introdurre una novità assoluta nel nostro ordinamento, con misure a favore delle startup sociali innovative, cioè di imprese che decidono di operare non tanto per una ricerca di utile, quanto per la finalità di dare lavoro a persone autistiche, le quali normalmente faticherebbero a trovare una collocazione lavorativa. Le misure prevedono sgravi fiscali e contributivi per le imprese che devono assumere persone con autismo nella misura di due terzi di tutto quanto il personale operativo. Gli utili saranno esenti per cinque anni dall'imposta sul reddito e dall'Irap. Inoltre, c'è un incentivo previdenziale per l'imprenditore che potrà quindi scontare del 70 per cento quanto dovuto in termini contributivi per un triennio. C'è un beneficio importante anche per il lavoratore autistico, con i redditi che non saranno oggetto di imponibile e con il riconoscimento di contributi previdenziali figurativi. In questo modo, con l'approvazione di questo emendamento, viene di fatto quasi totalmente assorbito il disegno di legge che avevo presentato due anni fa proprio su queste tematiche e finalità, frutto di un'iniziativa che molti colleghi ricorderanno che si tenne qui in Senato nel luglio del 2019, nella quale due realtà che operano con ragazzi autistici, PizzAut e Tortellante, vennero qui e i ragazzi ci servirono i loro prodotti (pizza e tortellini). Nel frattempo, ho avuto modo di conoscere molte altre realtà che hanno questa vocazione, e cioè l'obiettivo di operare perché persone autistiche possano essere incluse nella società e soprattutto possano avere un diritto al lavoro. Penso alla Banda Rulli Frulli, alla cooperativa Inchiostro, che si trova a Soncino; penso ad Equo Food in Sicilia, in Provincia di Caltanissetta; all'Albergo etico ad Asti, ma che opera anche in altre parti d'Italia e all'estero; ai Gigli del Campo, in Provincia di Milano. Sono tutte realtà innovative che nascono dalla volontà di famiglie e genitori di poter fare qualcosa di più per i propri figli, perché dopo la quinta superiore di fatto cessano i servizi da parte dello Stato.

L'autismo è una realtà che coinvolge oggi circa 600.000 italiani: una persona ogni 100 è affetta da autismo. Credo che chiunque di noi qui dentro, per i numeri che esistono, conosca persone affette da autismo, famiglie con figli autistici. I dati dell'INPS, che sono stati allegati alla relazione tecnica, ci dicono che in Italia ad oggi ci sono circa 7.600 lavoratori autistici: praticamente poco più dell'uno per cento delle persone affette da autismo oggi hanno diritto al lavoro. Sono circa 3.500 le aziende che offrono posti di lavoro a queste poco più di 7.600 persone.

Ebbene, le norme che le Commissioni hanno approvato e che andremo ad approvare in via definitiva in questi giorni, dopo questa discussione, tendono proprio a favorire l'incremento dell'inclusione sociale e lavorativa di persone autistiche. Nei prossimi anni potremo misurare quale sarà l'effetto di queste norme e dobbiamo attenderci un incremento dei numeri che l'INPS ci ha offerto.

Tali emendamenti presentati sono coperti con 14.333.000 euro a regime; non sono pochi e peraltro sono contabilizzati in maniera superiore rispetto alla previsione iniziale: vuol dire che da parte degli uffici della Ragioneria - li ringrazio per questa attività - è stato fatto un lavoro molto attento e scrupoloso di piena copertura delle spese di tali misure.

Con l'approvazione dell'emendamento prima citato si apre una pagina nuova. Nel nostro Paese esistono strade innovative aperte da famiglie e realtà che stanno offrendo ai propri figli o comunque a persone con autismo possibilità nuove, attraverso il lavoro che - come ben sappiamo - è innanzitutto dignità. Altre strade potranno essere aperte grazie alle agevolazioni e alle norme che inseriamo nel nostro ordinamento. È un modo diretto per dare un sostegno tangibile e concreto alle persone che vivono una tale dimensione e alle loro famiglie.

Desidero ringraziare tutti i Gruppi politici presenti in Aula, perché tutti hanno sottoscritto l'emendamento; tutti avevano condiviso le iniziative organizzate, tutti avevano sostenuto il disegno di legge, ma l'apposizione della firma da parte di tutti i Capigruppo e dei loro delegati, di tutti i Gruppi di maggioranza ma anche di opposizione, credo che sia stato un segnale bello e importante, qualcosa di significativo, che non accade spessissimo. È bello poter dire agli italiani che su questi temi ci sono compattezza e trasversalità e tutte le forze politiche remano nella stessa direzione. Bisogna sottolinearlo e quindi rinnovo i miei ringraziamenti a tutti i Gruppi per come si sono spesi.

Il provvedimento può apparire limitato - parlavamo di 14.330.000 euro a regime - ma ha una significanza del tutto particolare proprio per gli obiettivi che si pone, innovando la normativa vigente e introducendo norme che oggi non ci sono. Esso permette, quindi, a più italiani di sentirsi pienamente parte del nostro Paese, pienamente parte della vita sociale ed economica dello Stato, beneficiando anche della dignità che uno stipendio può portare.

Potrei raccontarvi di esperienze e vicende di ragazzi autistici che, con il proprio lavoro, hanno deciso di comprarsi un violino e hanno scoperto la dimensione della musica. Potrei raccontarvi di chi decide di aiutare la propria famiglia con lo stipendio che è stato finalmente conseguito. Ho assistito il 1° maggio all'inaugurazione di «PizzAut», la prima pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici, alla presenza del presidente Alberti Casellati, che voglio ringraziare non solo per quell'appuntamento, ma anche perché la cena di due anni fa, alla sua presenza, ha messo in moto un lavoro importante. È stato emozionante vedere un ragazzo autistico firmare il suo primo contratto di lavoro. Non sono molti - vi ho citato i numeri - i ragazzi, le persone autistiche che possono farlo; con queste norme apriamo una strada nuova. Credo che sia una scelta, una decisione politica di cui tutti quanti dobbiamo essere fieri. (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Comincini. Ricordiamo le iniziative cui quest'Assemblea è stata unanimemente partecipe.

È iscritto a parlare il senatore Perosino. Ne ha facoltà.

PEROSINO (FIBP-UDC). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, condivido quanto detto dal senatore Comincini.

Credo che il decreto fiscale e la legge di bilancio siano gli atti fondamentali di un Governo o di un Parlamento. Occorre una visione politica ampia, di prospettiva, di proposta, di crescita - come si usa dire adesso - direi anche di libertà, di superamento della fase pandemica e - auspichiamo - post pandemica, che obiettivamente è ancora difficile. Altro che società sfilacciata, come diceva De Rita! In certi aspetti è una società a brandelli: le amicizie crollano sulla divisione tra sì vax e no vax; l'odio e l'invidia sociale prosperano, purtroppo (assieme a tanto bene, senz'altro); la situazione sanitaria, se non è grave, è comunque molto seria e deve essere seguita, normata e fatta rispettare. Oggi ci sono forme di protesta che stanno travalicando le norme dell'ordine pubblico e anche quelle della convivenza.

Penso che sul provvedimento in esame ogni parlamentare, in una maggioranza così larga ma anche eterogenea, possa mantenere una serenità e una piccola differenza di giudizio su alcuni fatti. Mi soccorre l'intuito del presidente Berlusconi che ci sprona ad andare avanti e sprona il Governo Draghi, ma siano ammesse alcune note e alcuni suggerimenti al Governo da parte del Senato. Penso anche agli insegnamenti di altri personaggi illustri e voglio pronunciare in quest'Aula il nome di Ennio Doris, un grande italiano che obbediva al principio secondo cui c'è sempre domani.

Passiamo al contenuto del decreto-legge, dopo le nottate degli emendamenti, in cui più o meno tutti i Gruppi hanno avuto qualcosa, sulla base delle sensibilità diverse e della rappresentanza di interessi che a volte non coincidono, ma formano la società italiana: sulle proroghe fiscali penso che si poteva e si dovrebbe in prospettiva consentirle, anche se non è stato possibile questa volta, perché una proroga di nove giorni non è significativa. Penso che chi non riesce a pagare non lo fa apposta, ma proprio non ce la fa, per motivi legati alla propria attività, alla difficoltà di incassare, alla difficoltà di fare utile. Probabilmente quando si fa una proroga - e bisognava farla nell'epoca Covid e tuttora - bisogna pensare che poi le scadenze si raddoppiano, gli importi si raddoppiano. Allora bisogna pensare a piani di rientro a lunga e lunghissima scadenza, che fanno cassa nel medio-lungo periodo per l'erario, ma danno anche più facilità a chi si è trovato in difficoltà. Si potrebbero stornare da qualche voce significativa qualche centinaio di milioni per il ritardo in caso di ulteriore impossibilità a pagare, per esempio dal reddito di cittadinanza, ma poi ripristinarlo in corso d'anno.

C'è la famosa questione del cosiddetto magazzino fiscale, di cui andremo - spero - a discutere quanto prima, se non entra già nella legge di bilancio, perché quei famosi quasi 1.000 miliardi non esistono nella realtà; sono 70-80 miliardi - è conclamato, ma ci vuole un provvedimento che lo certifichi una volta per tutte - per i quali si incassa attraverso l'Agenzia delle entrate dai 6 agli 8 miliardi; qualche volta si è arrivati a 10, ma con un'attività di spesa e di ingolfamento degli uffici molto pesante. Alcuni importi sono residui attivi nel bilancio e bisogna a tutti i costi incassarli, ma entrano tutti gli anni i nuovi importi, per i quali non basta una rottamazione-ter o un "saldo e stralcio". Ci vuole qualcosa in più, ci vuole una società che produce ricchezza.

Quanto alla riforma fiscale che verrà, che non c'entra direttamente con il dibattito, ma in qualche modo è tirata in ballo, perché soprattutto i giornali economici vi dedicano degli articoli e nei talk show televisivi è oggetto di aspettative e condizionamenti, genera in certi casi pessimismo, blocco delle attività economiche, quando si parla - ad esempio - del 110 per cento - ne parleremo in sede di bilancio - e non si prevede un rientro dolce, soft, contro il fatto notorio, dal punto di vista numerario, che, se partissero tutti i 110 per cento potenziali, salterebbe il banco dello Stato. Quindi, il calcolo probabilmente è stato sbagliato.

L'addizionale IRPEF regionale e comunale, per la quale si prevede la trasformazione in sovrattassa, causerà dei problemi ai Comuni che incasseranno in ritardo, ma soprattutto che si differenziano sulla deliberazione dell'aliquota. Questa è la democrazia: c'è chi applica il minimale, chi il massimale, chi un'aliquota intermedia; sulla base dell'aliquota, su quanto paga il cittadino, c'è il giudizio politico.

In questi giorni - è oggetto degli incontri del presidente Draghi con le delegazioni parlamentari - si parla di 8 miliardi, che sono a debito, per finanziare la riforma fiscale, per la quale occorrerebbero molti più fondi qualora il sistema fosse in effervescenza, fosse in crescita e producesse ricchezza.

Quanto al catasto, oggi c'è un giudizio dell'UPB secondo cui è una riforma che va fatta. Probabilmente, se ci pensiamo, è giusto che sia adeguino in modo equo i valori; ma, se non si vuole tassare troppo ed aumentare la tassazione, probabilmente bisogna ridurre le aliquote di IMU e IRPEF.

Intanto, purtroppo, assistiamo a un dibattito politico che non avviene in quest'Aula. Lo dico per titoli, tanto perché siamo qui non a scaldare i banchi, come alcuni giornali e come una certa mentalità corrente che si diffonde e che viene alimentata ad arte vorrebbe far credere. È stato stipulato un accordo Italia-Francia di cui non sappiamo i contenuti; è vero che ha delle parti segrete e le deve avere, ma io con la Francia andrei molto cauto.

Ci sono dei Ministri che parlano di legalizzazione della cannabis; decidiamolo una volta per tutte: consegniamo la dose annua ai primi dell'anno e non se ne parli più.

Abbiamo rischiato di non poter dire "buon Natale" in questi giorni, secondo una disposizione della UE, che peraltro poi ci dice che comunque dobbiamo tagliare il debito e le spese. Sono le cose che ci dice da sempre.

Il caro energia: bisognerà intervenire in qualche modo per eliminare quel meccanismo perverso, ma trovare dei fondi - e sono miliardi - per finanziare l'alleggerimento del carico sulle famiglie non sarà facile.

Abbiamo alle porte il decreto-legge concorrenza: per favore, non prendiamocela con i taxisti, che sono una categoria non di ricchi - non si offendano - bensì di lavoratori.

Abbiamo letto su un importante quotidiano che un senatore a vita ha parlato di sospensione della democrazia e dell'informazione, e non fa neanche più scandalo. Io sono preoccupato di queste cose, rispetto alle quali il discorso economico è importante, ma sul quale possiamo trovare la quadra, possiamo trovarci d'accordo tramite emendamenti e norme, perché vedo uno spirito costruttivo nelle Commissioni. Anche l'opposizione gioca il suo ruolo, ma tutto sommato alla fin fine è disponibile.

Io obbedisco al motto che è stato alle fondamenta di Forza Italia: in economia tutto è permesso tranne ciò che è vietato, e non il contrario. Pertanto, quando leggo o sento che, siccome c'è la mafia, non facciamo gli appalti, o li ritardiamo o complichiamo alle norme; oppure, siccome ci sono le frodi, facciamo il decreto antifrodi, penso che i cittadini siano tutti onesti salvo eccezioni, che gli organi preposti possono tranquillamente scoprire in pochi minuti. Lo Stato deve ingenerare una mentalità per cui si fa la crescita con norme univoche e chiare, ottimismo, libertà, semplificazione vera, magari un poco di inflazione.

Auspico infine che si difendano gli interessi nazionali, come - ad esempio - il made in Italy rispetto a certe norme dell'Europa, e si usi il golden power nella questione Telecom. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Montani. Ne ha facoltà.

MONTANI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, prima di entrare nel merito, vorrei dire a lei che oggi presiede che sono contento per il lavoro che abbiamo svolto in questi giorni nelle Commissioni 6a e 11a. Sono state giornate impegnative e devo ringraziare i membri del Governo che ci hanno sopportato e supportato in quelle ore frenetiche, in particolare i sottosegretari Guerra e Freni, che veramente hanno avuto pazienza, e li ringrazio per questo. Ma questo non è normale e non dovrebbe essere la normalità nel nostro modo di lavorare. Credo infatti che tutto quello che è stato dibattuto in quelle giornate frenetiche nelle Commissioni sia servito a migliorare il provvedimento.

Noi vogliamo dare il nostro contributo per migliorare il provvedimento e per dare un servizio al Paese. Siamo ben pagati: già che siamo qui, fateci, per piacere, esprimere. Torniamo, se possibile, a una normalità che oggi non viviamo. Infatti anche nel Governo che qualcuno definisce dei migliori, e nel quale oggettivamente ci sono dei Ministri molto preparati, ce ne sono altri che zoppicano e fanno fatica.

Comunque, quello che succedeva negli anni scorsi sta succedendo anche col Governo dei "migliori". Si procede sempre molto con il ricorso alla fiducia (anche questo provvedimento passerà attraverso il voto di fiducia) e i parlamentari non sono messi nelle condizioni di lavorare. Dunque io faccio un appello a tutte le forze politiche: torniamo a esercitare appieno il nostro ruolo di parlamentari. (Applausi).

Il Governo Draghi è nato per combattere la pandemia e tagliare le tasse. Sulle tasse noi siamo partiti dagli ultimi. La Lega ha sempre avuto le idee chiare su cosa ottenere dal decreto. Dopo che maggioranza e Governo hanno trovato l'intesa al tavolo del MEF sugli 8 miliardi per il calo delle tasse in manovra, ora è urgente abbassare i prezzi delle bollette di luce e gas, magari risparmiando sugli sprechi del reddito di cittadinanza.

Oggi il costo dell'energia elettrica in Italia ha toccato livelli record, mentre il reddito di cittadinanza, come ha già detto il nostro leader Matteo Salvini, abbiamo sbagliato ad approvarlo così com'è. La Lega non si arrampica sugli specchi: sulla carta, il reddito di cittadinanza funzionava con un reinserimento al lavoro, ma i dati di reinserimento sono totalmente fallimentari. Quei 9 miliardi spesi così sono un disincentivo al lavoro e noi in Parlamento lavoriamo per eliminare una parte di quella che noi riteniamo una spesa improduttiva ed un incentivo al lavoro nero, ma ne parliamo dopo.

Siamo a metà dell'opera. Siamo contenti per il taglio dell'Irpef e dell'Irap. A Draghi chiediamo maggiore coraggio sulle bollette di luce e gas, per le quali serve trovare subito almeno 3 miliardi di euro. Sempre al premier, chiediamo la rottamazione delle cartelle esattoriali; chiediamo di alzare il tetto della flat tax da 65.000 a 100.000 euro. Significa aiutare il Paese. Togliere un po' di soldi ai furbetti del reddito di cittadinanza e destinarlo ai lavoratori e agli artigiani è cosa utile e da farsi.

Questo è un Governo molto particolare, in cui abbiamo scelto di entrare per motivazioni eccezionali. Stiamo pagando, come partito, per questo, ma per noi il partito viene dopo il Paese. Allora, il bicchiere mezzo pieno è che abbiamo salvato la flat tax, il forfettario fino a 65.000 euro del fatturato e c'è la proposta della Lega per alzare a 100.000 euro il tetto di fatturato per il regime forfettario semplificato. Speriamo che questa misura possa trovare spazio nella manovra.

Il taglio dell'Irpef va bene. Sull'Irap non tutti erano d'accordo. Ci siamo messi di testa dura e abbiamo portato a casa un miliardo. C'è un'odiosa discriminazione tra i lavoratori autonomi, pubblici e dipendenti. Gli autonomi hanno sofferto di più durante la pandemia. Spero che in Parlamento si trovi lo spazio e la voglia comune, che non c'è stata, di investire su un taglio delle tasse e burocrazia, soprattutto per il lavoro autonomo.

C'è poi il tema della rottamazione delle cartelle esattoriali 2018/2019, che è assolutamente emergenziale, e della riapertura dei termini per la dichiarazione per la cassa integrazione e per le rottamazioni precedenti. Il 30 novembre ha rischiato di essere una giornata da ricovero per i consulenti del lavoro

Mentre altri si preoccupano del Quirinale, la Lega si occupa di vita reale. Noi per questo siamo pagati. Noi pensiamo che dal catino dei 9 miliardi destinati, spesso a sproposito, al reddito di cittadinanza, si possa, per esempio, trarre denaro altrimenti destinato ai furbetti, agli evasori, agli irregolari e agli spacciatori con Mercedes. (Applausi).

La soluzione non è certo quella di scalare 5 euro al mese in caso di mancata accoglienza di proposta di lavoro. Qui c'è qualche miliardo da raschiare e da destinare ad altre voci di spesa. La priorità per la Lega e per l'Italia, invece di parlare del Quirinale, è il taglio delle tasse, quindi penso alla flat tax. A oggi sono 1,9 milioni le partite IVA che godono di questa tassazione agevolata e semplificata, molti giovani e molte donne; bisogna però alzare il fatturato da 65.000 a 100.000 euro. Questo significherebbe aiutare altri milioni di lavoratori e lavoratrici, soprattutto giovani che potrebbero abbandonare il divano e cominciare finalmente a scommettere su sé stessi e a investire sul lavoro.

Il tema della rottamazione delle cartelle esattoriali 2018-2019 è una emergenza. Se qualcuno faticava a pagare le cartelle esattoriali prima del Covid, figuratevi dopo un anno e mezzo di pandemia, di chiusure e di lockdown. La Lega chiede di estendere fino al 2019 saldo, stralcio e rottamazione su tutte le cartelle esattoriali inviate; su questo le risorse si possono e si devono trovare.

Il terzo tema su cui ci impegniamo è quello della disabilità. Per il momento nella manovra finanziaria non sono stati trovati 50 milioni per il fondo per l'autismo e questo è imbarazzante. Ci sono 9 miliardi per il reddito di cittadinanza e non troviamo 50 milioni di euro per aiutare le famiglie che convivono e combattono contro l'autismo. (Applausi). Ovviamente nelle prossime occasioni che ci saranno presenteremo emendamenti su questa battaglia; faremo tutto il possibile e voglio vedere chi ha il coraggio di votare contro. Vorrei fare un'ultima riflessione su questo tema: aumentare di 50 euro le pensioni di invalidità e l'accompagnamento per i disabili che hanno un invalidità compresa tra il 75 e il 99 per cento, quindi per i gravi e non per i gravissimi, che sono milioni di donne e di uomini in questo Paese, costerebbe 750 milioni di euro. Pongo all'attenzione del Senato anche questa riflessione: secondo voi si possono prendere dal mare magnum del reddito dei furbetti del reddito di cittadinanza che ogni giorno emergono e affiorano? Il mondo intanto ride di noi, visto che c'è chi viene in Italia una volta al mese per incassare il reddito e poi torna al suo Paese, alla faccia nostra. Penso che gli invalidi veri meritino più attenzione e rispetto dei poveri falsi.

Non stiamo zitti sul fatto che uno dei grandi costi è quello del caro energia (luce e gas). A settembre e purtroppo anche a ottobre, fra i 27 Paesi dell'Unione europea, l'Italia ha pagato più di tutti l'energia elettrica: siamo ventisettesimi su 27, primi in questa classifica al contrario. Si tratta di un carico insostenibile per le famiglie e per le imprese. Il presidente Macron, caro a una parte di questo Parlamento, parlando alla cittadinanza di un Paese con 56 centrali nucleari e sostanzialmente autosufficiente (infatti i cittadini pagano molto meno di noi), ha prospettato un piano per la costruzione di nuove centrali di quarta e ultima generazione a impatto ambientale zero e a scorie zero. Noi siamo circondati nel mondo da 440 centrali nucleari in Stati Uniti, Francia, Slovenia, Finlandia e in diversi altri Paesi e per pura ideologia le contrastiamo, condannando le famiglie a pagare più di tutti gli altri le bollette di luce e di gas.

Vorrei fare un ultimo passaggio veloce, in chiusura, sulla direttiva Bolkestein. È dei giorni scorsi una sentenza imbarazzante del Consiglio di Stato che sostanzialmente dice al Parlamento di smettere di fare il Parlamento. Noi della Lega non ci stiamo e diciamo chiaro e tondo che faremo di tutto per tutelare il lavoro, il sacrificio e il futuro di centinaia di migliaia di lavoratori del settore balneare, del commercio, degli ambulanti e dei servizi. È una sentenza da quarto mondo. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Presutto. Ne ha facoltà.

PRESUTTO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, trovo doveroso iniziare il mio intervento sottolineando l'importanza sociale che ha avuto il reddito di cittadinanza per il nostro Paese. Molti dimenticano che siamo in piena pandemia; quel provvedimento era nato per garantire un'interazione funzionale (veramente funzionale) tra il mercato del lavoro e le imprese, con i centri per l'impiego che non diventassero dei baracconi vuoti, soltanto per garantire un posto di lavoro a degli impiegati pubblici anche volenterosi, ma volevamo realizzare questo sistema.

La finalità principale era quella di dare dignità ai nostri concittadini che vivevano o vivono una condizione di svantaggio. Questa si chiama dignità e democrazia. Siamo un Paese evoluto e civile, riconosciuto a livello mondiale per la propria grande cultura e senso di solidarietà e in questa Aula si parla ancora di eliminare il reddito di cittadinanza. (Applausi). Lo trovo anacronistico e fuori luogo. Spero che il senso di ragionevolezza possa diffondersi tra le forze politiche che hanno puntato un elemento che non tocca il MoVimento 5 Stelle, ma i cittadini. Vi ricordo che toccherete la dignità di quei cittadini che, per le più svariate ragioni, si sono trovati in difficoltà economica. Ricordate che eliminando il reddito di cittadinanza, andrete a toccare i cittadini italiani.

Nel decreto-legge cosiddetto fiscale andiamo a consolidare il piano di alleggerimento del peso delle cartelle esattoriali già cominciato con il Governo Conte II. Riteniamo infatti che anche per questa via si debba dare un segnale ai contribuenti ancora alle prese con la difficile e progressiva uscita dalla crisi pandemica. Siamo riusciti a estendere prima da sessanta a centocinquanta giorni e poi a centottanta giorni il termine per pagare le cartelle inviate a partire dal primo settembre.

Abbiamo portato prima a fine novembre e, poi, di fatto a metà dicembre, il termine per pagare le rate scadute della rottamazione ter e del saldo e stralcio senza perdere i benefici di queste definizioni agevolate. Un passo ulteriore sarà tentato in legge di bilancio.

Abbiamo aumentato da 10 a 18 il numero delle rate non pagate prima che scatti la decadenza dei benefici delle rateizzazioni delle cartelle in corso prima della sospensione dovuta al Covid. Abbiamo fatto slittare al 16 dicembre il termine entro il quale vanno pagati gli avvisi bonari, i cui versamenti erano stati sospesi dall'8 marzo al 31 maggio 2020.

Certo, ci sono partite che restano aperte e che dobbiamo finalizzare all'interno della legge di bilancio. Sfruttando l'aumento a centottanta giorni del termine entro il quale pagare le cartelle notificate a partire dal primo settembre, dobbiamo costruire un'altra definizione agevolata. Una rottamazione quater che possa guardare ai debiti fiscali relativi al 2018-2019 e che possa guardare anche al 2020.

In tal senso il MoVimento 5 Stelle ha presentato emendamenti in tutti i provvedimenti economici presentati nell'ultimo anno e mezzo. In un'ottica di semplificazione e contrasto all'evasione, sempre nella legge di bilancio, come MoVimento 5 Stelle intendiamo portare avanti un meccanismo innovativo di accredito automatico su conto corrente della parte detraibile di alcune spese, in primis sanitarie.

Si tratta di un meccanismo che avrebbe tanti benefici. Il primo sarebbe la velocità di fruizione della detrazione, senza aspettare i tempi più lunghi delle dichiarazioni dei redditi. Il secondo sarebbe il contrasto ad interessi in chiave antievasione, perché chi spende sarebbe incentivato a usare strumenti di pagamento elettronici e quindi tracciabili. Il terzo sarebbe la possibilità di sfoltimento delle famose tax expenditures che tanto ingolfano il nostro sistema fiscale.

Innovazione e semplificazione sono le chiavi su cui dobbiamo continuare a puntare fortemente per permettere al tessuto economico-produttivo di agganciare la ripresa.

In conclusione non dimentichiamo quanto incida sulla sostenibilità del nostro Paese l'impatto dell'evasione fiscale; è giusto pagare quel tanto che compete ad ognuno, e lo dico da commercialista oltre che da senatore della Repubblica, affinché il nostro Paese possa ritornare ad essere un punto di riferimento mondiale al pari delle altre potenze mondiali. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 2 dicembre 2021

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 2 dicembre, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 14,40).

Allegato B

Testo integrale della relazione orale del senatore Laus sul disegno di legge n. 2426

Riguardo alle norme del presente decreto relative all'area lavoristica o sociale, si segnala, in primo luogo, l'articolo 8.

Il comma 1 di tale articolo modifica alcune norme transitorie, che riconoscono: l'applicazione dei trattamenti di malattia per i lavoratori dipendenti del settore privato, per il periodo trascorso in quarantena precauzionale l'applicazione - a determinate condizioni - per il periodo prescritto di assenza dal servizio per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, cosiddetti fragili dei trattamenti di malattia inerenti al ricovero ospedaliero.

Le modifiche concernono: l'estensione al 2021 della tutela prevista per la fattispecie suddetta di quarantena precauzionale - tutela che, secondo l'interpretazione seguita, non poteva, a normativa vigente, trovare applicazione, per i lavoratori dipendenti privati, per il periodo successivo al 31 dicembre 2020 (mentre per i dipendenti pubblici ha continuato a trovare applicazione, in base ad un'altra norma, tuttora vigente, l'equiparazione al ricovero ospedaliero) -; l'elevamento da 396 milioni di euro a 976,7 milioni del limite di spesa, relativo al 2021, entro il quale sono riconosciuti i trattamenti relativi alle fattispecie summenzionate quarantena precauzionale e periodo prescritto di assenza dal servizio per i lavoratori fragili - che siano a carico dell'INPS (novella di cui alla lettera b) e norma abrogatoria di coordinamento posta dal successivo comma 2); la possibilità, consentita dalla riformulazione del suddetto limite di spesa, di impiego delle medesime risorse anche per gli eventi che si sono verificati nel 2020 e che erano rimasti privi delle tutele in oggetto a causa del raggiungimento del limite relativo al 2020 (quest'ultimo limite, pari a 663,1 milioni - come detto, già interamente utilizzati viene formalmente mantenuto nella suddetta novella); l'introduzione di uno stanziamento, pari a 188,3 milioni, per il 2021 , che costituisce un limite di spesa per il riconoscimento, a determinate condizioni, di un rimborso forfettario, relativo sia al 2020 sia al 2021 in favore dei datori di lavoro privati, per gli oneri sostenuti per il riconoscimento dei trattamenti nelle suddette due fattispecie - con riferimento ai casi in cui il trattamento di malattia sia a carico del datore di lavoro e non dell'INPS, con esclusione dei datori di lavoro domestico e dei datori non assoggettati a contribuzioni previdenziali presso l'INPS - (novella di cui alla lettera c)); l'esclusione (rispetto alla corrispondente norma finora vigente) degli oneri a carico dei datori di lavoro privati dal limite sopra menzionato di 976,7 milioni, il quale, quindi, concerne i soli oneri a carico dell'INPS (novella di cui alla lettera b) citata).

Riguardo all'articolo 9, si rileva, in primo luogo, che esso prevede, fino al 31 dicembre 2021, la possibilità per i lavoratori dipendenti, per i lavoratori iscritti in via esclusiva alla cosiddetta Gestione separata INPS e per i lavoratori autonomi iscritti all'INPS, con riferimento a specifiche fattispecie relative ai figli, di un'astensione dal lavoro con indennità (commi da 1 a 3, da 5 a 7 e 9).

Più in particolare, le fattispecie in oggetto concernono, in alternativa tra i due genitori e con riferimento ad un figlio minore di anni quattordici e convivente, i periodi (relativi al medesimo figlio) di sospensione dell'attività didattica o educativa in presenza, di infezione da COVID-19 o di quarantena disposta a seguito di contatto; si prescinde dall'età del figlio - nonché dai requisiti della convivenza e della fruizione in via alternativa all'altro genitore -, qualora le fattispecie suddette riguardino un figlio in condizioni di disabilità grave; inoltre, per la medesima ipotesi di figlio in condizioni di disabilità grave, si riconosce il diritto in esame anche per il caso in cui il figlio frequenti centri diurni a carattere assistenziale per i quali sia stata disposta la chiusura.

L'astensione può essere effettuata in forma giornaliera od oraria. La relativa indennità è riconosciuta dall'INPS - ovvero dall'amministrazione pubblica datrice di lavoro -. Per i lavoratori dipendenti l'indennità è pari al cinquanta per cento della retribuzione che sarebbe spettata, con il riconoscimento, ai fini previdenziali, della contribuzione figurativa relativa all'intera retribuzione. La base di calcolo dell'indennità è determinata secondo gli stessi criteri vigenti per la base di calcolo dell'indennità per i congedi parentali. Di conseguenza, si fa riferimento alla retribuzione media globale giornaliera del periodo di paga quadrisettimanale o mensile scaduto ed immediatamente precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo; l'importo di tale base di calcolo non comprende il rateo giornaliero relativo alla gratifica natalizia o alla tredicesima mensilità e agli altri premi o mensilità o trattamenti accessori eventualmente erogati al lavoratore. Per i lavoratori iscritti alla Gestione separata l'indennità, per ciascuna giornata, è pari al 50 per cento di 1/365 del reddito (individuato secondo la base di calcolo utilizzata ai fini della determinazione dell'indennità di maternità). Per i lavoratori autonomi, l'indennità è commisurata, per ciascuna giornata, al 50 per cento della retribuzione convenzionale giornaliera.

Le varie indennità in esame sono riconosciute entro un limite di spesa pari a 29,3 milioni (per il 2021). Sempre nel rispetto di tale limite, si prevede, per i lavoratori dipendenti, la possibilità di convertire il congedo parentale eventualmente fruito nel periodo compreso tra l'inizio dell'anno scolastico 2021-22 e la data di entrata in vigore del presente decreto nel congedo con indennità summenzionato (qualora nel medesimo periodo sussistesse una delle fattispecie che diano diritto a quest'ultimo congedo).

Con riferimento ai figli conviventi di età compresa fra i quattordici e i sedici anni, si prevede, sempre fino al 31 dicembre 2021, il diritto, per uno dei due genitori, ad un congedo privo di indennità, qualora ricorra una delle fattispecie suddette relative ai figli infraquattordicenni (comma 4).

Tutti i diritti summenzionati sono esclusi qualora l'altro genitore non svolga attività lavorativa o sia sospeso dal lavoro, ai sensi del comma 5 e fatta salva l'eccezione ivi prevista.

Si rileva inoltre che il comma 8 prevede una specifica autorizzazione di spesa - pari a 7,6 milioni di euro per il 2021 - al fine di garantire la sostituzione del personale delle istituzioni scolastiche (docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario) che usufruisca dei benefici di cui al presente articolo 9.

Si segnala poi che le Commissioni riunite propongono l'inserimento di un articolo 9-bis, ai fini della revisione e dell'attuazione della recente norma che ha istituito un Fondo per i genitori lavoratori separati o divorziati non in grado, a causa della crisi economica legata alla pandemia, di poter adempiere al regolare versamento dell'assegno di mantenimento.

Il comma 1 dell'articolo 10 prevede che, per i lavoratori dipendenti di Alitalia Sai e Alitalia Cityliner, il trattamento straordinario di integrazione salariale possa essere concesso anche per un periodo successivo alla conclusione dell'attività del commissario, in deroga al principio stabilito per i trattamenti suddetti concessi in relazione ai casi di amministrazione straordinaria; la deroga è ammessa nel limite massimo di 12 mesi di fruizione complessiva di trattamento per la fattispecie di amministrazione straordinaria. Per i mesi oggetto della proroga derivante dalla suddetta deroga viene posto un limite di spesa pari a 63,5 milioni per il 2022. Il successivo comma 2 dispone un finanziamento, nella misura di 212,2 milioni per il 2022, in favore del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, in relazione agli oneri della prestazione integrativa (a carico del suddetto Fondo) connessa al trattamento straordinario di integrazione salariale (tale incremento è operato in considerazione dell'intero periodo temporale di 12 mesi summenzionato).

I commi da 1 a 12 dell'articolo 11 prevedono, in favore di alcune categorie di datori di lavoro, la possibilità di fruizione di un ulteriore intervento di integrazione salariale con causale COVID-19, nel periodo 1° ottobre 2021-31 dicembre 2021, e dispongono alcuni adeguamenti finanziari per il 2021 e per il 2022, di segno positivo o negativo, per alcuni istituti lavoristici, in relazione al quadro effettivo delle esigenze. Le categorie interessate dai nuovi interventi di integrazione salariale con causale COVID-19 sono: nella misura di tredici settimane e nel rispetto dei limiti di spesa di cui al comma 1 e di cui al comma 6, i datori di lavoro esclusi dall'ambito di applicazione del trattamento ordinario di integrazione salariale e che rientrino, quindi, nell'ambito di applicazione di assegni ordinari di integrazione a carico di fondi di solidarietà bilaterali (o del Fondo di integrazione salariale dell'INPS), ovvero nell'ambito di trattamenti di integrazione salariale in deroga; nella misura di nove settimane e nel rispetto dei limiti di spesa di cui al comma 2, i datori di lavoro nei settori delle industrie tessili, delle confezioni di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia e delle fabbricazioni di articoli in pelle e simili, con riferimento al trattamento ordinario di integrazione salariale con la causale suddetta.

Riguardo ai suddetti fondi di solidarietà bilaterali, l'intervento concerne sia quelli istituiti presso l'INPS sia i due fondi istituiti presso le province autonome di Trento e di Bolzano sia i due fondi cosiddetti alternativi; relativamente a questi ultimi, il concorso finanziario statale è definito dal comma 6, mediante una revisione complessiva, in senso restrittivo, del limite di spesa previsto per il concorso statale, per il 2021, agli oneri relativi all'assegno ordinario dei due fondi con causale COVID-19; tale revisione in senso restrittivo tiene conto dell'andamento effettivo delle domande - ferma restando la suddetta possibilità, nell'ambito del nuovo limite, delle ulteriori settimane di trattamento in esame -.

I termini e le modalità per la presentazione delle domande e per il riconoscimento delle prestazioni sono definiti dai commi 4 e 5. I commi 7 e 8, per i datori di lavoro che presentino la domanda per le nuove prestazioni di cui ai commi 1, 2 e 6, prevedono, fino al termine del periodo di relativa fruizione, l'esclusione, fatte salve alcune fattispecie, sia dell'avvio di nuove procedure di licenziamento collettivo sia della possibilità di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo. I commi 9 e 10 stabiliscono, rispettivamente, un incremento e una riduzione di precedenti limiti di spesa, in relazione all'andamento effettivo delle domande; l'incremento concerne un precedente intervento di integrazione salariale con causale COVID-19, relativo ai medesimi settori di cui al comma 2, mentre la riduzione concerne un intervento di integrazione salariale straordinaria per situazioni di particolare difficoltà presentate al Ministero dello sviluppo economico. Il comma 11 riduce il limite di minori entrate contributive, per il 2021 e il 2022, posto per i benefici contributivi inerenti all'istituto del contratto di rioccupazione; la riduzione del limite è operata in relazione all'andamento effettivo del ricorso a tale istituto.

Il successivo comma 13 incrementa nella misura di 200 milioni di euro per il 2021 il limite di spesa (per il medesimo anno) relativo al Reddito di cittadinanza (e alla Pensione di cittadinanza).

Il comma 15, nel testo proposto dall'emendamento approvato dalle Commissioni riunite, differisce dal 31 dicembre 2021 al 30 settembre 2022 1'ambito di applicazione di una norma transitoria in materia di somministrazione di lavoro; in base alla disposizione oggetto di proroga, qualora il contratto tra agenzia di somministrazione e lavoratore sia a tempo indeterminato, non trovano applicazione i limiti di durata complessiva della missione (o delle missioni) a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore.

I commi 16 e 17 riconoscono anche per il 2021, nel rispetto di un limite di spesa pari a 1,39 milioni per il medesimo anno, un'indennità (pari al trattamento di mobilità in deroga) in favore dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, ubicate nel territorio della Regione Sicilia, i quali avessero cessato nel 2020 di fruire del trattamento NASpI (e che avessero già richiesto, in base ad una specifica disposizione, la summenzionata indennità per il 2020). Per la copertura dell'onere in oggetto, si riduce in misura corrispondente lo stanziamento relativo al funzionamento del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare denominato "Previdenza Italia".

Si segnala poi che le Commissioni riunite propongono un articolo aggiuntivo al fine di consentire la destinazione delle risorse del Fondo per l'attuazione di misure relative alle politiche attive al Fondo nuove competenze, del quale vengono integrate le finalità, Con tale articolo aggiuntivo, inoltre, in relazione a quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, vengono riformulate le disposizioni istitutive del programma nazionale "Garanzia di occupabilità dei lavoratori" (GOL).

Il successivo articolo 12 reca una modifica della disciplina sulla cosiddetta mobilità volontaria dei pubblici dipendenti - mobilità costituita dal passaggio diretto, su base volontaria, da un'amministrazione ad un'altra -; la modifica concerne sia la mobilità in uscita per il personale di alcuni enti locali sia la mobilità in ingresso per questi ultimi enti. La novella, in primo luogo, nel confermare che la mobilità volontaria del personale degli enti locali aventi un numero di dipendenti a tempo indeterminato non superiore a 100 è subordinata all'assenso dell'amministrazione di appartenenza, fa salva, nel rispetto della suddetta condizione, la possibilità di applicazione dell'istituto; in secondo luogo, si fa salva la possibilità della mobilità in ingresso da parte degli enti locali; entrambe le suddette possibilità, nella formulazione letterale di una recente precedente novella, risultavano escluse per il personale suddetto, nonché per la mobilità in ingresso da parte degli enti locali rientranti nella soglia summenzionata.

Si segnala poi che le Commissioni riunite propongono un articolo aggiuntivo in materia di assegni assistenziali di invalidità civile. L'intervento chiarisce che il requisito dell'inattività lavorativa, stabilito dalla normativa relativa al suddetto trattamento, si intende in ogni caso soddisfatto qualora il reddito derivante dall'eventuale attività lavorativa del soggetto non determini il superamento del limite di reddito previsto per il riconoscimento del trattamento medesimo. Una importante scelta di giustizia sociale che rappresenta in modo concreto una risposta a un'ingiustizia denunciata da molte famiglie e associazioni.

Con un altro articolo aggiuntivo proposto dalle Commissioni riunite, si estende alle strutture sanitarie private accreditate, appartenenti alla rete formativa della scuola di specializzazione, la possibilità temporanea, già prevista per gli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale, di assumere a tempo determinato e con orario a tempo parziale i professionisti sanitari in corso di specializzazione e utilmente collocati in specifiche graduatorie concorsuali separate.

Con un altro articolo aggiuntivo proposto dalle Commissioni riunite, si prevedono un complesso di benefici in favore dei lavoratori con disturbo dello spettro autistico e dei relativi datori di lavoro nonché alcune misure in favore delle start-up a vocazione sociale. Si tratta di una modifica che porta anche la firma di tutti i gruppi parlamentari, che riconosce importanti sgravi fiscali e contributivi per tutte quelle imprese innovative che assumono, come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, lavoratori con disturbo dello spettro autistico nella misura di due terzi del personale. Ciò consentirà la nascita di realtà che hanno come obiettivo l'inclusione sociale e lavorativa delle persone autistiche.

Prima di parlare dell'articolo 13 vorrei fare un discorso più ampio sulla sicurezza sul lavoro. Secondo quanto riportato nella sezione "Open data" del sito INAIL risulta che le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Istituto tra gennaio e ottobre sono state 448.110 (+6, 3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020), 1.017 delle quali con esito mortale. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 45.395.

Da tener presente che gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all'andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all'effetto distorsivo dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall'Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell'intero 2021, con la conclusione dell'iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Si tratta in ogni caso di numeri che danno il quadro di una situazione drammatica e che il Legislatore, per la sua parte, ha il dovere di provare a cambiare. E credo, sinceramente, che con questo decreto legge e le modifiche approvate, possiamo dire di aver imboccato la strada giusta.

Il comma 1 dell'articolo 13 - insieme con l'Allegato 1 - reca un complesso di novelle nella disciplina in materia di sicurezza sul lavoro; le Commissioni riunite propongono peraltro una serie di ulteriori integrazioni specifiche nonché l'inserimento di un articolo aggiuntivo relativo alla sicurezza sul lavoro nel settore scolastico.

Tra le modifiche vorrei segnalarne una a cui tengo molto, che sanziona in modo chiaro l'abuso e l'uso improprio del lavoro retribuito con ritenuta d'acconto in assenza dei requisiti necessari a tal fine e che prevede che, con riferimento all'attività dei lavoratori autonomi occasionali, alfine di svolgere attività di monitoraggio e di contrastare forme elusive nell'utilizzo di tale tipologia contrattuale, l'avvio dell'attività dei suddetti lavoratori sia oggetto di preventiva comunicazione all'Ispettorato territoriale del lavoro, competente per territorio, da parte del committente, mediante sms o posta elettronica. Mi auguro che ciò rappresenti finalmente un deterrente per l'abuso di queste forme scorrette di "lavoro".

Inoltre, è stato approvato un emendamento che definisce normativamente la figura del preposto. L'introduzione del rafforzamento della figura del preposto è il primo passo per garantire un controllo interno che si affianca ai controlli esterni dell'ispettorato nazionale del lavoro che, con questo decreto, esce potenziato per competenze e per numero di addetti.

E ancora, un altro emendamento consente poi ai lavoratori, alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati di svolgere una formazione specifica in materia di sicurezza per far sì che tutte le persone che avranno l'incarico di occuparsi internamente di sicurezza siano formate con le più attuali, aggiornate ed efficaci impostazioni formative.

Tra le novelle operate dall'articolo 13, comma 1, si segnalano in particolare le seguenti:

- si prevede che ogni comitato di coordinamento in materia di sicurezza sul lavoro - istituito presso ciascuna regione o provincia autonoma - si riunisca almeno due volte all'anno e che il medesimo sia convocato anche su richiesta dell'ufficio territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro (lettera a));

- si modifica la disciplina del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) (lettera b)). Riguardo all'ambito delle pubbliche amministrazioni che costituiscono il suddetto Sistema, la novella inserisce il Dipartimento per la trasformazione digitale (della Presidenza del Consiglio dei ministri) e I'INPS, oltre ad operare alcuni adeguamenti formali in relazione a modifiche istituzionali sopravvenute e a introdurre la possibilità di individuazione di ulteriori amministrazioni con decreto interministeriale. In merito alle finalità e all'oggetto del Sistema, la novella inserisce la valutazione delle attività di vigilanza, anche sulla base di una nuova apposita sezione del Sistema, dedicata alle sanzioni amministrative irrogate nel settore in oggetto, nonché mediante l'estensione alle parti sociali della facoltà di accesso anche al quadro del SINP relativo agli interventi di vigilanza. Si rileva che l'introduzione della suddetta sezione è intesa anche a superare alcune difficoltà per l'applicazione delle sanzioni specifiche previste per i casi di recidiva (difficoltà derivanti dalla mancata conoscenza di sanzioni, relative a precedenti illeciti, comminate da altre amministrazioni). Si prevedono inoltre sia una revisione delle norme attuative del SINP - ai fini dell'adeguamento alle modifiche suddette - mediante l'emanazione di un decreto interministeriale sia un decreto ministeriale di ridefinizione della composizione del Tavolo tecnico per lo sviluppo e il coordinamento del Sistema in oggetto (entrambi i decreti sono adottati previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome). La novella prevede altresì che l'INAIL renda disponibili ai dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali, per l'ambito territoriale di competenza, e all'Ispettorato nazionale del lavoro i dati relativi alle aziende assicurate, agli infortuni denunciati ivi compresi quelli sotto la soglia minima posta ai fini della tutela dell'INAIL - e alle malattie professionali denunciate;

- le funzioni di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro attribuite all'Ispettorato nazionale del lavoro vengono estese a tutti i settori lavorativi, sopprimendo le norme che limitavano tale competenza al settore edile e ad altri ambiti specifici (lettera c)). Di conseguenza, sia il suddetto Ispettorato sia le aziende sanitarie locali esercitano la vigilanza in esame in via generale - ferme restando alcune riserve di competenza, già stabilite dalla disciplina vigente, per altre amministrazioni -. La novella prevede altresì che, a livello provinciale, le aziende sanitarie locali e l'Ispettorato nazionale del lavoro, nell'ambito della programmazione regionale già contemplata dalle norme vigenti, promuovano e coordinino sul piano operativo l'attività di vigilanza esercitata da tutte le amministrazioni competenti e demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri le conseguenti modifiche alle disposizioni attuative concernenti il coordinamento in oggetto. Si dispone poi che l'Ispettorato nazionale del lavoro presenti, entro il 30 giugno di ogni anno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ai fini della trasmissione al Parlamento, una relazione analitica sull'attività svolta in materia di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare; la relazione deve dar conto dei risultati conseguiti nei diversi settori produttivi e delle prospettive di sviluppo, programmazione ed efficacia dell'attività di vigilanza;

- si opera una revisione della disciplina sui provvedimenti di sospensione, da parte dei suddetti organi di vigilanza, dell'attività imprenditoriale (lettera d)). In primo luogo, la novella riduce dal 20 per cento al 10 per cento la soglia contemplata da una delle fattispecie di sospensione, prevedendo che quest'ultima sia adottata in tutti i casi in cui una quota pari o superiore al 10 per cento dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro, al momento dell'accesso ispettivo, risulti occupato senza la relativa preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Si opera altresì una ridefinizione delle altre fattispecie di sospensione, sia sostituendo il relativo allegato - recante le singole ipotesi - sia sopprimendo la condizione della reiterazione; di conseguenza, nella nuova formulazione, la sospensione viene disposta per ogni caso di grave violazione rientrante nelle ipotesi di cui al nuovo allegato (a prescindere dall'eventuale circostanza che si tratti di una reiterazione). Resta fermo il principio che la sospensione è adottata in relazione alla sola parte dell'attività imprenditoriale interessata dalle violazioni - o, alternativamente, come prevede la novella, dell'attività lavorativa prestata dai lavoratori interessati dalle violazioni di cui ai numeri 3 e 6 dell'allegato -. Si opera inoltre una revisione delle condizioni stabilite per la revoca della sospensione, aggiungendo alle condizioni costituite dal superamento delle situazioni di irregolarità quella della rimozione delle conseguenze pericolose e ridefinendo gli importi delle somme da pagare ai fini della medesima revoca (somme aggiuntive rispetto alle sanzioni previste dalle norme per le singole fattispecie di illecito). Si conferma la figura di reato per il caso di violazione - da parte del datore di lavoro - del provvedimento di sospensione, con la conferma delle misure relative alla pena detentiva e con una riduzione dei limiti minimi e massimi dell'ammenda (prevista in via disgiuntiva per il caso in cui la violazione concerna la sospensione motivata dalla sussistenza di rapporti di lavoro non oggetto di comunicazione). Resta fermo il principio che la sospensione comporta, per la durata della medesima, l'interdizione alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni mentre viene soppressa la norma, prevista per alcune ipotesi specifiche, sull'allungamento del periodo di interdizione oltre quello di sospensione -;

- si prevede l'istituzione di un repertorio degli organismi paritetici in materia di sicurezza sul lavoro e si ridefiniscono le attività di comunicazione da parte degli stessi, prevedendo altresì che i dati forniti da tali organismi siano utilizzati ai fini dell'individuazione di criteri di priorità nella programmazione della vigilanza e di criteri di premialità nell'ambito della determinazione degli oneri assicurativi da parte dell'INAIL (lettera f));

- si prevede l'istituzione di un'apposita banca dati presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, relativa alle specifiche comunicazioni del committente o del responsabile dei lavori - comunicazioni già previste dalla disciplina vigente - in materia di cantieri temporanei o mobili.

I successivi commi del presente articolo 13 autorizzano nuove assunzioni per l'Ispettorato nazionale del lavoro e per l'Arma dei carabinieri.

Testo integrale dell'intervento del senatore Floris nella discussione generale del disegno di legge n. 2426

Dopo le difficolta avute in commissione, dovute a una maggioranza eterogenea, siamo arrivati a un testo, non totalmente, ma parzialmente condiviso, dopo tante riunioni e un lavoro che ci ha visti coinvolti anche in sedute notturne.

Si è partiti da oltre 900 emendamenti e si è arrivati a un testo condiviso.

Una parte rilevante di questo decreto prevede misure in materia di tutela del lavoro.

In questo caso si sono dedicati due capi di un decreto che a tutti gli effetti va ad integrare la manovra di finanza pubblica per il 2022.

Una parte delle disposizioni sono mosse soprattutto dai tanti casi eclatanti di morti sul lavoro verificatisi quest'anno.

Poi ci sono le misure legate alla quarantena in tempo di Covid-19, cui hanno diritto tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, ma che non è prevista, invece, per i lavoratori iscritti alla gestione separata dell'Inps.

Le novità proposte intendono sanare le difficoltà interpretative ed operative della disposizione vigente, specie con riferimento alla platea dei soggetti non aventi diritto all'assicurazione economica di malattia presso I 'INPS.

Su queste misure c'è stata una richiesta di chiarimento applicativo per la parte relativa ai rimborsi alle aziende, che queste vorrebbero più corposi.

Ma certamente comprendiamo che sono previsti specifici limiti di spesa, ma che in realtà non dovrebbero esserci.

Altra diposizione è quella per i dipendenti di quei settori non assicurati all'INPS ai fini della tutela sulla malattia, come ad esempio gli impiegati del settore industriale.

Sarebbero serviti un ulteriore chiarimento, le opportune modifiche e le adeguate coperture finanziarie.

Sempre nella logica di sostenere i lavoratori tenuti a badare ai figli in quarantena da Covid vi sono le disposizioni sui congedi parentali, che vengono ora rinnovate.

Condivisibile è la parte che riguarda il rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Erano anni che venivano invocate nuove assunzioni tra gli ispettori del lavoro.

In breve tempo ci saranno - cioè una volta inseriti in ruolo e poi formati, anche per questa figura serve la formazione - più di 1000 nuovi ispettori del lavoro, per evitare incidenti che mettano a rischio la vita dei lavoratori.

Un altro dei temi è quello dei lavoratori ex Alitalia per i quali sono stanziati fondi per altri 12 mesi di integrazione salariale.

Ci auguriamo che il Governo voglia inserire nella legge di bilancio anche i lavoratori di Air Italy, che pure dovrebbero essere accompagnati da un periodo di cassa integrazione.

Peraltro solo una parte dei lavoratori Alitalia sono stati assorbiti dalla nuova compagnia di bandiera ITA, che utilizzerà ancora il logo Alitalia.

Alitalia, e la testardaggine in cui si è voluto tenerla in piedi in questi anni, dimostra che la politica non deve intromettersi nella gestione aziendale, che è fatta di ricavi meno costi, per generare utili. In questo caso nemmeno si andava in pareggio. E allora cosa vogliamo dire. Che bisognava utilizzare i 13 miliardi stanziati per tenerla in piedi per formare il personale Alitalia accompagnando i lavoratori - che non hanno colpe - verso altre forme di occupazione, anche in altri settori lavorativi, posto che il settore aereo non ha spazio per assorbirli tutti.

Invece, sinora si è adottata una strategia ancora una volta verso le politiche passive. Venti anni fa alcuni di questi lavoratori avevano trent'anni, oggi ne hanno cinquanta, e potevano essere accompagnati in sicurezza verso nuove professioni.

Abbiamo un sistema di welfare che è quasi tutto orientato agli assegni di assistenza, mentre dovrebbe essere re-orientato verso piani di formazione individuali, dei lavoratori di aziende in crisi, che li reinseriscano anche in altri settori lavorativi.

I lavoratori sono incolpevoli delle crisi aziendali, ma non possiamo fargli credere che la soluzione siano gli assegni dell'Inps a tempo indeterminato e non quelli di un lavoro vero.

Se guardiamo ai dati INPS del 2019, l'anno precedente la pandemia, vediamo che 15 miliardi sono gli interventi di sostegno al reddito, la cassa integrazione, gli assegni di solidarietà, la Naspi.

Mentre allo strumento essenziale delle politiche attive, la formazione, verrà destinato solamente poco più di 1 miliardo di euro nel 2021.

Bisogna fare in modo che cresca il numero di lavoratori - e non quello degli assistiti - anche per rendere il sistema previdenziale sostenibile nel lungo periodo, facendo in modo che cresca il numero di soggetti che contribuiscono ad alimentarlo.

Da una parte abbiamo i bollettini mensili di Unioncamere che dettagliano la carenza di posti di lavoro nei diversi settori produttivi. Dall'altra abbiamo i percettori di reddito di cittadinanza e percettori di assegni di integrazione al reddito, che non vengono indirizzati verso questi lavori attraverso una puntuale formazione.

Dobbiamo rendere dinamico il mercato del lavoro, e i sindacati e i patronati ci devono aiutare ad andare in questa direzione, riducendo le sacche di assistenzialismo.

Ma non ci stancheremo mai di ricordare che la ricetta per il lavoro è una sola.

Sono gli investimenti il motore della crescita e della creazione di posti di lavoro.

Sia quelli pubblici, che il sostegno alle imprese che possono creare nuova ricchezza, nuove opportunità di crescita e nuovi posti di lavoro. Il lavoro, esattamente come la ricchezza, va creato e non redistribuito.

Noi chiediamo al Ministro del lavoro di non inseguire con decreti-legge misure strutturali in tema di lavoro e ma di chiamare le parti sociali, ma soprattutto il Parlamento, a scrivere norme sul lavoro del futuro.

Una bellissima parola, futuro, che è stata evocata più volte in questi giorni dopo la scomparsa di un grande italiano, Ennio Doris, cui va il mio commosso omaggio e ricordo.

Un uomo che di lavoro ne ha creato tanto, partendo da zero, sia nelle sue aziende, che nelle tante aziende in cui la sua banca ha investito, indirizzando i soldi dei risparmiatori proprio nell'economia reale, cioè nella creazione di nuovo prodotto e di nuovo lavoro.

Insomma chiediamo una nuova consapevolezza che ci porti a disegnare un mondo del lavoro inclusivo, anche per le nuove professioni, posto che più che un reddito, è proprio il lavoro che consegna all'uomo la dignità di essersi guadagnato quel reddito. Grazie.

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Accoto, Barachini, Battistoni, Bellanova, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Campagna, Cario, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Craxi, Dal Mas, De Poli, Di Marzio, Ferrazzi, Floridia, Galliani, Ghedini, Ginetti, Iwobi, Marino, Masini, Merlo, Messina Assunta Carmela, Moles, Monti, Napolitano, Nisini, Pichetto Fratin, Pirro, Pisani Giuseppe, Pucciarelli, Ronzulli, Saccone, Santangelo, Sciascia, Segre e Sileri.

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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Arrigoni, Castiello, Fazzone, Magorno e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Endrizzi e Morra, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; Rampi, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; Anastasi, Maiorino, Ortis, Paroli e Pinotti, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO.

Sono considerati in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, i senatori: Caligiuri e Campari.

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione ha comunicato la seguente variazione nella composizione delle Commissioni permanenti:

9a Commissione permanente: entra a farne parte la senatrice Pizzol;

11a Commissione permanente: cessa di farne parte la senatrice Pizzol.

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, Ufficio di Presidenza

La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ha proceduto alla elezione di un Segretario

È risultata eletta la senatrice Alessandrini.

Insindacabilità, deferimento di richieste di deliberazione

È stata deferita alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, ai sensi degli articoli 34, comma 1, e 135 del Regolamento, la richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, a norma dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, avanzata dal dottor Andrea Augello, senatore all'epoca dei fatti, in relazione ad un atto di citazione pendente presso il Tribunale Ordinario di Roma.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Grasso Pietro

Modifiche all'ordinamento penitenziario in materia di concessione di benefici a condannati per determinati delitti (2465)

(presentato in data 01/12/2021);

senatori Valente Valeria, Alfieri Alessandro, Angrisani Luisa, Cirinna' Monica, Fantetti Raffaele, Giacobbe Francesco, Leone Cinzia, Maiorino Alessandra, Marilotti Gianni, Papatheu Urania Giulia Rosina, Parrini Dario, Pittella Gianni, Rizzotti Maria, Taricco Mino, Unterberger Julia, Biti Caterina

Modifiche al codice penale in materia di violenza sessuale (2466)

(presentato in data 01/12/2021).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 25 novembre 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi degli articoli 1, 2 e 5 della legge 1° aprile 2021, n. 46 - lo schema di decreto legislativo recante istituzione dell'assegno unico e universale per i figli a carico (n. 333).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 11ª Commissione permanente e, per i profili finanziari, alla 5ª Commissione permanente, che esprimeranno i pareri entro 30 giorni dall'assegnazione.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro della transizione ecologica, con lettera del 25 novembre 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina del dottor Luigi Spadone a Presidente dell'Ente parco nazionale della Val Grande (n. 102).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 13ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Governo, trasmissione di atti

In data 29 novembre 2021 il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza Unificata in ordine al disegno di legge "Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili" (2426).

Il documento è stato inviato alle Commissioni riunite 6ª e 11ª.

Interrogazioni

SBROLLINI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

il 2 novembre 2021, la tennista 35enne Peng Shuai, più volte campionessa, ha pubblicato un lungo messaggio sul suo blog, accusando l'ex vice primo ministro cinese e membro di alto rango del Partito comunista cinese di molestie e violenza sessuale avvenuti anni prima. Il suo post è stato rimosso dal web poco dopo, e la discussione sulla questione è diventata soggetta a censura generale su tutti i social media e le agenzie di stampa cinesi. Peng Shuai è poi scomparsa nel nulla dopo aver denunciato il gravissimo accaduto;

la sua denuncia è arrivata improvvisa e destabilizzante, non solo in Cina, ma in tutto il mondo e la stampa internazionale ha messo in dubbio l'autenticità dei contenuti diffusi. Il fatto desta preoccupazione a livello internazionale, ma la mobilitazione per far luce sulla vicenda è ancora scarsa;

è il primo caso di "MeToo", il movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne, che coinvolge i vertici del Partito comunista cinese. Tuttavia, la Cina sta cercando di far sparire le accuse di "MeToo" di Peng Shuai, insabbiando le prove;

considerato che:

le istituzioni italiane, al pari di quelle francesi ed americane, hanno riconosciuto le continue violazioni dei diritti umani da parte della Cina e diverse organizzazioni non governative hanno minacciato di boicottare i giochi olimpici invernali che dovrebbero tenersi a Pechino il prossimo febbraio 2022;

questa vicenda interessa nuovamente la violazione dei diritti umani e delle libertà personali da parte di una super potenza come la Cina, che, in mezzo ai suoi tanti interessi globali, non può lasciare un'ombra inquietante su una giovane atleta di cui non si sa più nulla da settimane,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire assieme ai colleghi europei nei confronti delle autorità cinesi per ottenere al più presto informazioni riguardo alla vicenda di Peng Shuai.

(3-02967)

ROMEO, FREGOLENT - Al Ministro della salute. -

(3-02968)

(Già 4-05663)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

DE CARLO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che nella seduta del 30 giugno 2021 è stata approvata dalla 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) la risoluzione DOC XXIV, n. 46 a conclusione dell'esame dell'affare assegnato n. 337 sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica;

considerato che le problematiche e i danni causati dalla fauna selvatica persistono nel tempo e si ripercuotono su molteplici piani: a) sul piano economico-produttivo; b) per quanto riguarda la presenza invasiva del lupo, questa sta provocando l'abbandono dell'alpeggio e di forme di allevamento allo stato brado, con rischi anche per la biodiversità esistente; c) sul piano ecologico e ambientale crescono le alterazioni ecosistemiche e i disequilibri tra le specie; d) sul piano civilistico e sociale; e) sul piano sanitario;

visto che alcune specie selvatiche rappresentano una crescente minaccia per le produzioni agricole e per le risorse del territorio e che è stata approvata una risoluzione in cui tutti questi aspetti sono stati ampiamente valutati,

si chiede di sapere per quale motivo gli impegni del Governo approvati con la risoluzione citata a prima firma La Pietra non siano stai rispettati e che cosa il Ministro in indirizzo intenda fare per arginare l'annoso problema dei danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza di fauna selvatica.

(4-06334)

LANNUTTI, ANGRISANI, CORRADO, CASTALDI, CIOFFI - Ai Ministri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

nelle scorse settimane vi è stata una manifestazione d'interesse non vincolante del fondo USA di private equity KKR, che si è dichiarato pronto a realizzare un'offerta pubblica di acquisto del 100 per cento su TIM. Il fondo KKR già detiene il 37,5 per cento della FiberCop, società in cui è confluita, tra l'altro, la rete secondaria di TIM;

il 29 novembre 2021 il numero uno di TIM Luigi Gubitosi ha rimesso le deleghe, che sono passate ad interim al presidente Salvatore Rossi. Quelle operative, da direttore generale, potrebbero andare invece a Pietro Labriola, che negli ultimi due anni e mezzo è stato alla guida di TIM Brasil, di cui dovrebbe rimanere chief operating officer;

secondo quanto riportato dai media francesi (in particolare, il canale televisivo all news BFM TV), l'offerta di acquisto da parte del fondo americano KKR potrebbe avere tra i beneficiari, in caso di successo, Xavier Niel, fondatore del gruppo Iliad, la società di telecomunicazioni francese attiva in Italia dal 2018. Come riportato dal quotidiano economico "Il Sole-24 ore", l'imprenditore francese è una vecchia conoscenza di Telecom Italia: "Era entrato contemporaneamente all'arrivo di Vivendi, salvo poi smontare, nel 2018, la posizione su Telecom che ne faceva un azionista potenziale al 10-15% dopo essersi assicurato l'ingresso in Italia con la sua Iliad per volere della Commissione Ue a seguito della fusione fra Wind e 3 Italia". In più, Xavier Niel è da marzo 2018 consigliere del fondo KKR. Come membro del board non ha sulla carta nulla a che vedere con il management dei diversi fondi e degli investimenti, spiega il quotidiano economico. L'incrocio però ha fatto "rumore" in terra francese: in un take dell'agenzia Agefi-Dow Jones si legge: "L'arrivo di KKR sul dossier ha riavviato le speculazioni sull'interesse di Xavier Niel in Telecom Italia". Pur non partecipando all'offerta di acquisto di TIM, Niel potrebbe avere quindi l'interesse che il fondo acquisisca il suo competitor sul mercato italiano e spodesti Vincent Bolloré come principale azionista. "Se KKR acquista Telecom Italia, la rivenderà in cinque anni e sarà pronta a consolidare il settore in Italia": questa l'ipotesi lanciata dalle colonne di BFM Business, uno dei più autorevoli media francesi di notizie economiche, secondo cui l'OPA degli statunitensi potrebbe trasformarsi in una resa dei conti fra Vincent Bolloré, il patron di Vivendi, e Niel. "Xavier Niel sta applicando esattamente la stessa strategia della Francia: dopo aver tagliato i prezzi e conquistato una quota di mercato del 12%, sogna di diventare più grande sposando Iliad con un concorrente", scrive "BFM Business", secondo il quale il concorrente in questione potrebbe essere proprio TIM. Non solo. L'ipotesi avanzata dall'autorevole media francese prevede la vendita di Iliad a TIM in cambio di un aumento di capitale;

secondo il quotidiano "Il Messaggero", in un "allegato" sul tavolo del board di TIM, che sta lavorando al dossier KKR, avrebbe dato la propria disponibilità a supportare l'operazione la multinazionale statunitense Jp Morgan. KKR costituirebbe un "Bidco" (un veicolo) dotato di una liquidità di 45 miliardi di euro che servirebbero per il cambio di controllo e per rifinanziare il debito da 34 miliardi più gli 11 che andrebbero a costituire la cash confirmation da rilasciare a CONSOB. Jp Morgan avrebbe dato anche la propria disponibilità ad alzare il commitment oltre i 45 miliardi nel caso in cui KKR decidesse di alzare l'offerta;

considerato inoltre che:

Cassa depositi e prestiti detiene quasi il 10 per cento di TIM e ha il 60 per cento di OpenFiber, la società dedicata alla realizzazione della rete in fibra ottica in tutto il territorio nazionale, che in Italia è ancora largamente incompleta, mentre nelle città dove è più intensa e a maggior valore economico la domanda di servizi digitali si realizzano investimenti paralleli in tale infrastruttura;

da tempo i Servizi di intelligence non nascondono neppure nelle relazioni pubbliche la preoccupazione circa la tutela nazionale della rete e di società del gruppo TIM, ritenute strategiche (come Telecom Italia Sparkle e Telsy), un asset così rilevante per la sicurezza e per l'interesse nazionale che appunto non può essere controllato da soggetti privati, ma che necessita di un intervento dello Stato che, nel quadro di una strategia delle telecomunicazioni, assicuri il controllo pubblico della rete, della fibra ottica da costruire e poi della gestione del cloud;

peraltro l'evidente valore strategico delle reti TIM, come sottolineato nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e di sicurezza nazionale implica la possibilità per il Governo di ricorrere alla normativa relativa al golden power;

da fonti di stampa si apprende che il Governo intenderebbe promuovere una sorta di supercomitato di ministri ed esperti, di cui peraltro non farebbe parte il Ministro del lavoro e delle politiche sociali,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto e, in particolare, delle "mire" indirette su TIM da parte del fondatore del gruppo Iliad;

se ritenga utile adottare le iniziative di competenza, anche attraverso l'esercizio del golden power, per rilevare le infrastrutture di rete direttamente e indirettamente di proprietà di TIM e aggregarle a quelle di OpenFiber in una società anche indirettamente controllata dallo Stato e realizzare la rete unica in fibra ottica e i cloud dei dati delle pubbliche amministrazioni, anche per garantire la sicurezza nazionale;

come intenda conciliare il bene pubblico dell'accesso universale di qualità alla rete delle telecomunicazioni con un'eventuale proprietà di un fondo di private equity che ha come obiettivo quello di massimizzare il rendimento del capitale nel breve periodo (e di conseguenza nessun interesse a investire per la qualità della rete in aree meno redditizie). Non a caso in nessun Paese industriale avanzato il controllo della rete di telecomunicazioni è in mano a un fondo di private equity;

se intenda tutelare i livelli occupazionali di TIM e il loro aumento, anche sulla base degli investimenti del piano nazionale di ripresa e resilienza.

(4-06335)

PESCO, GALLICCHIO, TRENTACOSTE, NATURALE, FERRARA, CROATTI, ROMAGNOLI, PRESUTTO, COLTORTI, PAVANELLI, L'ABBATE, LOREFICE, MANTOVANI, CAMPAGNA, LUPO, PELLEGRINI Marco, MARINELLO, MAUTONE, AGOSTINELLI, DI PIAZZA, FEDE, ROMANO, RUSSO, AUDDINO, FENU, VACCARO, LOMUTI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

in data 8 novembre 2021, la trasmissione "Report" di Sigfrido Ranucci ha mandato in onda il servizio di Giorgio Mottola, "Il riciclatore autonomo", che verte intorno alla figura di Roberto Recordare;

Francesco Creazzo, per "La Stampa", già il 27 novembre 2020 così lo descriveva in apertura del suo articolo: "è un imprenditore di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Gestisce la Golem, un'azienda che si occupa di software dedicato alle pubbliche amministrazioni con sede a Malta. È stato il main sponsor, tramite quest'azienda, della squadra di volley femminile della cittadina che si affaccia sul Tirreno. E riciclerebbe cifre record - parliamo di 500 miliardi (sic) di euro - per i clan di tutta Italia";

la trasmissione di RAI3 dunque ha ripreso una vicenda in buona parte già nota alla cronaca, arricchendo di dettagli interessanti un quadro di per sé già preoccupante: ha reso noto che la citata società maltese gestisce i servizi anagrafici e tributari di alcuni importanti Comuni italiani e che un uomo, trovato in possesso di 3 differenti passaporti, gestisce dati anagrafici pubblici;

il servizio televisivo, così come i primi articoli di stampa del 27 novembre 2020, vertono intorno a un'informativa del 2018 della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, depositata agli atti del processo "Euphemos". Un articolo della stessa data di "la Repubblica", a firma di Alessia Candito, ripercorreva i tratti salienti della vicenda: "Un'operazione di maxiriciclaggio da 136 miliardi di euro, di cui '36 miliardi già pronti, cash' (...) Per i magistrati è lui la mente economico-finanziaria di un cartello di clan calabresi, siciliani e campani, che grazie a lui avrebbe riciclato miliardi. (...) Ma le carte dell'inchiesta che Repubblica ha avuto modo di leggere vanno oltre, svelano che Recordare per i clan aveva gestito fondi per 500 miliardi e si poteva permettere il lusso di 'buttare nel cestino un bond da 100 miliardi'. Numeri da capogiro, superiori alla somma delle manovre finanziarie annuali degli Stati di mezza Unione Europea. (...) Ufficialmente imprenditore attivo nel settore dell'informatica, in realtà - spiegano le indagini - è un professionista che i soldi sa farli girare fino a far perdere qualsiasi traccia della loro reale origine, muovendosi con disinvoltura fra Germania, Turchia, Malesia, Afghanistan, Dubai, Tagikistan. E che si muove in un mondo di professionisti che fanno abitualmente la medesima cosa. Nel portafoglio clienti di Recordare, per quel che fino adesso è stato rivelato, non c'erano politici, ma un cartello mafioso che mette insieme il clan Parrello-Gagliostro di Palmi e lo storico casato degli Alvaro di Sinopoli, imprenditori catanesi in passato finiti tra le maglie di un'operazione antimafia e i camorristi del clan Iarunese di Casal di Principe, tutti rappresentati da 12 faccendieri, metà italiani e metà stranieri. Una rete finanziaria mondiale al servizio delle mafie, secondo gli investigatori, in grado di far fondi per 500 miliardi di euro, tutti nascosti su conti fantasma perché privi di iban, ma 'rientranti nel patrimonio degli istituti bancari', accessibili e monetizzabili tramite chiavi elettroniche in mano a Recordare e tutti intestati a prestanome, alcuni dei quali deceduti";

ritenuto, ad avviso degli interroganti, che, qualora dalle indagini giudiziarie fosse confermata la presenza di un'attività di riciclaggio internazionale di enormi dimensioni, questa stessa attività sarebbe tuttora in corso,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e della loro gravità;

se ritenga di acquisire le necessarie informazioni ed assumere le eventuali misure di propria competenza affinché si giunga ad una rapida definizione della vicenda processuale, in considerazione della fondata possibilità di reiterazione dei reati su cui si indaga.

(4-06336)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, la seguente interrogazione sarà svolta presso la Commissione permanente:

12ª Commissione permanente (Igiene e sanità):

3-02968 del senatore Romeo e della senatrice Fregolent, sull'emanazione dei decreti attuativi della legge n. 3 del 2018 in materia di ricerca sui tumori pediatrici.