Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 372 del 28/10/2021

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

372a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 28 OTTOBRE 2021

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Presidenza del vice presidente LA RUSSA,

indi del vice presidente TAVERNA

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-IDEA e CAMBIAMO: Misto-IeC; Misto-Italexit-Partito Valore Umano: Misto-I-PVU; Misto-Italia dei Valori: Misto-IdV; Misto-l'Alternativa c'è-Lista del Popolo per la Costituzione: Misto-l'A.c'è-LPC; Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali: Misto-LeU-Eco; Misto-Movimento associativo italiani all'estero: Misto-MAIE; Misto-+Europa - Azione: Misto-+Eu-Az; Misto-Potere al Popolo: Misto-PaP.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente LA RUSSA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,32).

Si dia lettura del processo verbale.

DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

Sul processo verbale

SANTANGELO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTANGELO (M5S). Signor Presidente, le ho chiesto la parola ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento per chiarire meglio i fatti accaduti ieri che mi hanno visto protagonista. Colgo l'occasione per scusarmi con la presidente Casellati e con l'Assemblea per il gesto di stizza che ho usato nel mio richiamo al Regolamento.

A parte questo, vedo il Resoconto stenografico e non so se la censura è riportata anche nel processo verbale. Eventualmente le chiedo la cortesia di inserirlo.

Presidente, rispetto al gesto di stizza che ho fatto, allargando le braccia perché non mi non veniva acceso il microfono, mi assumerò la responsabilità per gli eventuali provvedimenti disciplinari che il Consiglio di Presidenza vorrà assumere.

Voglio però anche chiarire un aspetto. Tra le prerogative di un Presidente del Senato vi è la possibilità di infliggere tutta una serie di sanzioni quali l'ammonizione, la censura e l'allontanamento dall'Aula, ma sicuramente non l'insulto. Nelle fasi concitate di ieri - il Resoconto stenografico e il processo verbale non lo riportano e chiedo gentilmente di inserirlo - sono stato apostrofato dalla Presidente come un gran maleducato. Questo è un insulto e, rispetto a questo, chiedo che vada fatta chiarezza, perché il Presidente può assumere provvedimenti disciplinari, ma non può insultare nessuno dei senatori. Chiedo gentilmente di farsi da tramite con la Presidente del Senato affinché venga a chiedere scusa al senatore Santangelo e si eviti in futuro di rifare la stessa cosa. Non credo possano esserci dei provvedimenti disciplinari nei confronti del Presidente del Senato. Nella vita comune la Corte di cassazione ha sancito che si tratta di un insulto e lo ha condannato.

Io mi auguro che anche il Senato lo consideri tale, e che, con la giusta onestà intellettuale che sicuramente il Presidente del Senato ha, possa venire a chiedere scusa, in modo da ristabilire un equilibrio sui fatti accaduti ieri. (Applausi).

PRESIDENTE. Prendo atto della sua segnalazione, senatore Santangelo. Credo che le sue parole, che all'inizio mi sembravano di scusa, forse non siano tali fino in fondo, anche perché credo che le frasi del Presidente siano state un modo per commentare quello che lei riteneva un comportamento oggettivamente non educato.

Non essendovi ulteriori osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge:

(2381) Conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (Relazione orale)(ore 9,42)

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2381.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta di ieri hanno avuto luogo le repliche dei relatori e del rappresentante del Governo e le votazioni degli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 4 del decreto-legge.

Sono stati inoltre illustrati gli emendamenti riferiti all'articolo 5 e il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso i relativi pareri.

A questo punto dovremmo sospendere la seduta o, in alternativa, potremmo procedere con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 6 e con l'espressione dei relativi pareri, così guadagniamo tempo.

Se non vi sono obiezioni da parte dell'Assemblea, c'è una prassi che lo consente.

BOTTICI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BOTTICI (M5S). Signor Presidente, visto che ci sono poche persone in Aula, onde evitare discussioni propongo di procedere dopo all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

PRESIDENTE. Sospendo i lavori.

(La seduta, sospesa alle ore 9,42, è ripresa alle ore 9,53).

La seduta è ripresa.

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSSORI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, il mio, più che un intervento sull'ordine dei lavori, è un vero e proprio richiamo al Regolamento. Poco fa abbiamo ascoltato dai banchi del centrosinistra le parole del senatore Santangelo; apprezziamo le scuse che ha presentato alla Presidenza e all'Assemblea, ma abbiamo ascoltato gravi parole nei confronti della Presidente, che è stata accusata di aver insultato un collega. Inoltre, il senatore Santangelo ha richiesto provvedimenti disciplinari nei confronti della Presidente. Credo che ai più sia sfuggito, perché è accaduto nei primi minuti della seduta e credo che i pochi senatori presenti non abbiano avuto modo di ascoltare.

A fronte di questa richiesta - che noi riteniamo grave - di verifica ed esame del comportamento della Presidente, vorrei segnalare, sempre riferendomi ai colleghi del centrosinistra, che nella giornata di ieri è stato diffuso su tutti i media, su tutti i social, su tutte le TV e su tutti i giornali, un video di quanto accaduto appena dopo la votazione sul cosiddetto disegno di legge Zan, che riprendeva i banchi del centrodestra. Quel video è stato inequivocabilmente fatto dai banchi del centrosinistra e credo che le posizioni fisse che abbiamo ripreso facciano facilmente individuare il senatore o la senatrice che ha fatto quel video. (Applausi).

Chiedo pertanto alla Presidenza di prendere atto di questa nostra segnalazione e di avviare tutto l'iter necessario per erogare eventuali sanzioni nei confronti di chi ha contravvenuto alla nota regola di divieto di fare video in Aula. (Applausi).

SANTANGELO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Senatore Santangelo, su cosa vuole intervenire? È già intervenuto.

SANTANGELO (M5S). Signor Presidente, le chiedo scusa se le richiedo la parola.

PRESIDENTE. Mi dica su cosa vuole intervenire.

SANTANGELO (M5S). Il collega Augussori...

PRESIDENTE. No, quello lo può fare a fine seduta.

SANTANGELO (M5S). Presidente, io non ho chiesto provvedimenti nei confronti del presidente Casellati.

PRESIDENTE. Può intervenire sull'ordine dei lavori a fine seduta.

SANTANGELO (M5S). Presidente, io non li ho chiesti. Mi sembra corretto dirlo in Aula.

PRESIDENTE. Senatore Santangelo, le tolgo la parola. (Commenti).

Rammento che su questioni del genere si può intervenire a fine seduta.

Ricordo che l'emendamento 5.2 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.3, presentato dalle senatrici Nugnes e La Mura.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.4, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.1 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.9 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.11, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.12, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.13 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.18 (testo 3), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.25, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.21, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 5.22, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

ORATORE. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.26 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.27 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.29 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.30, 5.31 e 5.32 sono stati ritirati.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.33, presentato dai senatori La Pietra e Nastri, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.34, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.35 e 5.36 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.38, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.42, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.45, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.48, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.47 e 5.49 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.50, presentato dai senatori La Pietra e Nastri.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.51 e 5.52 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.53, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.54 (testo 3), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 5.56.

Gli emendamenti 5.57 e 5.58 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.64, presentato dalla senatrice Moronese e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.65, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 5.66 e 5.67 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.37 (testo 3), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.69, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.70, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.71, presentato dalla senatrice Abate e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.72, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.73 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G5.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

LA MURA (Misto). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA MURA (Misto). Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno G5.1.

NUGNES (Misto). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUGNES (Misto). Signor Presidente, anche io.

PRESIDENTE. Colleghe, ne prendiamo atto, ma vi ricordo che la richiesta di sottoscrizione di un ordine del giorno andrebbe formulata prima della sua votazione.

Gli emendamenti 5.0.1 e da 5.0.3 a 5.05 sono improponibili.

L'emendamento 5.0.2 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 6.15 (testo 2). Tenevamo particolarmente alla nostra proposta emendativa in materia, perché secondo noi si tratta di un intervento di giustizia, all'interno di un articolo che riguarda la giustizia.

PRESIDENTE. Senatrice Gallone, l'emendamento 6.15 (testo 2) è stato presentato dalla Commissione e dunque non può intervenire in fase di illustrazione. Potrà però intervenire in dichiarazione di voto.

GALLONE (FIBP-UDC). Grazie, signor Presidente.

NUGNES (Misto). Signor Presidente, intervengo per illustrare gli emendamenti da me presentati all'articolo 6.

L'emendamento 6.23 chiede una pena aggiuntiva per chi commette il reato di cui all'articolo 423-bis del codice penale: a nostro avviso tali soggetti devono infatti subire anche l'interdizione da cinque a dieci anni «dalla partecipazione alle procedure di appalto per lavori pubblici o di assegnazione di finanziamenti nazionali o comunitari». Questa misura si lega anche alla proposta emendativa sull'articolo 5 che è stata respinta.

Con l'emendamento 6.32, proponiamo inoltre che coloro i quali in un incendio causano la morte di animali siano soggetti ad aggravi di pena.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

QUARTO, relatore. Signor Presidente, invito al ritiro degli emendamenti 6.2, 6.3, 6.5, 6.7, 6.10, 6.17, 6.19 (testo 2), 6.20, 6.21, 6.22, 6.23, 6.25, 6.28, 6.29, 6.39, 6.30 e 6.32, altrimenti il parere è contrario.

Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 6.9, 6.4 (testo3), 6.15 (testo 2) e 6.31.

Gli emendamenti 6.18 e 6.0.2 sono parzialmente improponibili: invito al ritiro della restante parte in entrambi i casi, altrimenti esprimo parere contrario.

SIBILIA, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PAVANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 6.2, 6.10, 6.20, 6.21 e 6.29.

NATURALE (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NATURALE (M5S). Signor Presidente, intervengo per ritirare l'emendamento 6.5.

GALLONE (FIBP-UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 6.28.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.

L'emendamento 6.2 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 6.1 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.9, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 6.5 e 6.6 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.7, presentato dai senatori La Pietra e Nastri.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 6.8 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.4 (testo 3), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 6.13, 6.12 e 6.14 sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.15 (testo 2).

GALLONE (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, l'emendamento 6.15 (testo 2), presentato dalla Commissione, riguarda la necessità di espungere dal decreto-legge il riferimento alle attività di prevenzione, ma soprattutto a un'aggravante rispetto alle pene detentive, per quanto concerne i funzionari pubblici. Ci appariva infatti sproporzionato rispetto all'ambito di applicazione riferito alle responsabilità pubbliche, che già soggiacciono a precise sanzioni previste dalla normativa vigente per i casi di omissione o di colpa grave, per i quali l'interpretazione di questa norma potrebbe essere molto ampia, causando il proliferare di azioni penali ingiustificate nei confronti dei funzionari pubblici e, di conseguenza, anche dei sindaci - soprattutto di piccole comunità, di Comuni interni oppure di montagna - e degli operatori della protezione civile.

Ringraziamo quindi per la sensibilità del Governo, in particolare del Ministero della giustizia, nella persona del sottosegretario Sisto, per aver accolto la nostra proposta, che veniva proprio da un grido d'aiuto degli operatori della protezione civile e dei sindaci.

Dichiariamo pertanto il nostro voto a favore dell'emendamento 6.15 (testo 2).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.15 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 6.10 e 6.11 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.17, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della parte non improponibile dell'emendamento 6.18, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.19 (testo 2), presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 6.20 e 6.21 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.22, presentato dai senatori Zaffini e Nastri.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.23, presentato dalle senatrici Nugnes e La Mura.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 6.24 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.25, presentato dai senatori La Pietra e Nastri.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 6.26, 6.27, 6.28 e 6.29 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.39, presentato dai senatori Zaffini e Nastri.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 6.30, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «più animali».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 6.32.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.31, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

MONTEVECCHI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, intervengo solo perché rimanga agli atti che il mio voto sull'emendamento 6.31 era favorevole, ma per errore ho espresso voto contrario.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto, senatrice Montevecchi.

Gli emendamenti da 6.33 a 6.0.1 sono improponibili.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 6.0.2 con l'esclusione del secondo comma, presentato dal senatore Santangelo e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

La restante parte dell'emendamento 6.0.2 e l'emendamento 6.0.3 sono improponibili.

Passiamo all'esame degli emendamenti e ordini del giorno riferiti all'articolo 7 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

QUARTO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario o invito al ritiro sugli emendamenti 7.2, 7.3 e 7.0.10; il parere è favorevole sugli emendamenti 7.5 (testo 2), 7.0.1 (testo 2) e 7.0.12 (testo 2) e sull'ordine del giorno G7.200.

SIBILIA, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. L'emendamento 7.1 è stato ritirato.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.2, presentato dalle senatrici La Mura e Nugnes, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.3, presentato dal senatore Auddino e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 7.4 è stato ritirato e trasformato nell'ordine del giorno G7.200.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.5 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 7.7 è stato ritirato.

Gli emendamenti 7.6 e 7.8 sono improponibili.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G7.200 non verrà posto ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.0.1 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 7.0.6 e 7.0.8 sono stati ritirati.

Gli emendamenti 7.0.7 e 7.0.9 sono improponibili.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.0.10, presentato dal senatore Auddino e da altri senatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.0.12 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 8 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

BRIZIARELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 8.4 (testo 2) ed invito al ritiro dell'emendamento 8.8, altrimenti esprimo parere contrario.

Esprimo parere favorevole all'accoglimento degli ordini del giorno G8.1 e G8.2, qualora quest'ultimo venga riformulato aggiungendo, nella parte dell'impegno, dopo le parole: «a valutare», le parole: «fermo restando il rispetto dell'articolo 10 della legge n. 353 del 2000»,

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 8.0.1 (testo 2) nonché sulle proposte di coordinamento nn. 1, 2 e 3.

SIBILIA, sottosegretario di Stato per l'interno. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatrice Papatheu, accoglie l'invito a riformulare l'ordine del giorno G8.2 nel senso indicato dal relatore?

PAPATHEU (FIBP-UDC). Signor Presidente, lo accolgo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato pertanto riformulato nel G8.2 (testo 2).

Senatrice Nugnes, accoglie l'invito a ritirare l'emendamento 8.8?

NUGNES (Misto). Signor Presidente, poiché tengo molto a questo emendamento 8.8, che mi invitano a ritirare, credo che dovremmo fare una riflessione sulla necessità di dare all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) il giusto ruolo che compete. Nella scorsa legislatura, riuscimmo a portare a casa un'importantissima legge, la n. 132 del 2016, che istituiva nell'ISPRA e in tutte le agenzie territoriali un braccio armato ambientale per quanto riguarda il Ministero dell'ambiente.

La funzione dell'ISPRA però, viene sempre di più messa ai margini, nonostante esso sia unico in Europa (avendo viaggiato in tutta Europa con la Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, vi assicuro che l'ISPRA è un'eccellenza tutta italiana). Anche per il piano della transizione ecologica, il Ministero non si è rivolto all'ISPRA per avere le relazioni, ma ad agenzie esterne, contravvenendo alla legge n. 132 del 2016, e questo è gravissimo.

Mi chiedo perché vogliamo sprecare questa struttura così importante: i pareri dell'ISPRA sono sempre meno vincolanti e l'Istituto viene sempre più estromesso dall'esprimerti.

Invito tutti pertanto a votare l'importantissimo emendamento 8.8.

PRESIDENTE. Senatrice Nugnes, come ha visto, non l'ho interrotta, ma nella realtà per il momento stavano parlando dell'emendamento 8.4 (testo 2) e lei avrebbe solo potuto dirmi se ritirava o no il suo.

L'emendamento 8.1 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.4 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 8.2 è improponibile.

Gli emendamenti 8.3 e 8.7 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.8, presentato dalle senatrici Nugnes e La Mura.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G8.1 e G8.2 (testo 2) non verranno posti ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.0.1 (testo 2), presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di coordinamento n. 1, presentata dalla Commissione.

(Segue la votazione). (Proteste).

Non avete fatto in tempo? Annullo la votazione.

Indìco nuovamente la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di coordinamento n. 1, presentata dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di coordinamento n. 2, presentata dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di coordinamento n. 3, presentata dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale.

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, questo decreto-legge è figlio di un'estate drammatica... (Brusio).

PRESIDENTE. Aspetti, senatore Laniece, vorrei assicurarle un minimo di attenzione. Chi non è interessato può avviarsi all'uscita (non voglio dire alla buvette, ma, insomma, dove vuole).

Prego, senatore Lanièce.

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)). Grazie, signor Presidente.

Dicevo che questo decreto-legge, come tutti sappiamo, è conseguente alla situazione molto drammatica che si è verificata quest'estate. Nell'intero bacino del Mediterraneo si sono registrati gravissimi incendi. Solo in Italia sono andati in fumo migliaia di ettari di territorio, dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Calabria all'Abruzzo, dalla Campania alla Puglia e al Lazio; il tutto con ingenti danni economici, minacce per l'incolumità delle persone e degli animali e ferite ambientali che si rimargineranno non prima di qualche decennio. Ogni attacco all'ambiente costituisce a tutti gli effetti un attacco alle fondamenta del nostro contratto sociale, soprattutto se, come dicono i numeri, la maggior parte degli incendi è di natura dolosa. Questi fenomeni criminali richiedono un consolidamento degli strumenti di prevenzione e controllo dei territori, nonché sanzioni più dure ed efficaci.

Per questo, fra le tante misure introdotte, tengo a sottolineare le modifiche del codice penale, il costante aggiornamento dei piani regionali e il fatto che venga garantita alle strutture d'intervento un'adeguata capacità operativa. Per noi autonomisti è importante che questo nuovo impianto, con l'introduzione di nessi più stringenti tra il piano statale, quello regionale e il ruolo dei Comuni, si sviluppi senza intaccare le prerogative in materia di autonomie speciali, grazie alla clausola di salvaguardia approvata in Commissione. Ricordo infatti come la competenza sugli incendi, nei nostri statuti autonomi, sia primaria, quindi attribuita direttamente alle nostre Regioni a statuto speciale.

Dispiace invece che la Commissione non abbia avuto la possibilità di apportare miglioramenti sostanziali dal punto di vista delle risorse economiche. In particolare, occorreva e occorre un intervento a favore dei territori più colpiti dagli incendi della scorsa estate, per la messa in campo di interventi di ripristino ambientale. Spero davvero che si trovino le risorse nella legge di bilancio, come richiesto da uno degli ordini del giorno approvati e com'è stato anche in qualche modo assicurato da parte dei competenti uffici del Ministero dell'economia e delle finanze.

Per concludere, signor Presidente, oggi ci accingiamo ad approvare un provvedimento che ha soprattutto il merito di gettare le basi per evitare che la prossima estate sia come quella che ci siamo appena lasciati alle spalle. Allo stesso tempo, accanto al miglioramento della governance, è necessario avere adeguate risorse economiche per la protezione civile, i Vigili del fuoco, i Carabinieri e l'Esercito, impegnati nelle operazioni d'indagine, contrasto e soccorso. Ciò vale soprattutto per noi delle Regioni a statuto speciale, per i nostri corpi forestali, che hanno la competenza sugli incendi boschivi, e vale per i territori che sono stati colpiti da questi drammatici eventi. Ecco il motivo per cui mi auguro che non solo con la legge di bilancio, ma anche con il PNRR, esattamente come indicato nel provvedimento, si rendano strutturali gli interventi per assicurare la sicurezza delle persone, dei territori, del patrimonio ambientale e degli animali.

È con questo auspicio che annuncio il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie. (Applausi).

GARAVINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GARAVINI (IV-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, durante l'estate di quest'anno i grandi incendi in Italia sono quasi triplicati rispetto all'anno precedente. Si tratta di un dato inquietante, che vuol dire in concreto che decine di migliaia di ettari di boschi e di macchia mediterranea sono andati distrutti, inceneriti dalle fiamme, con alberi carbonizzati e oliveti e pascoli annientati. Tale situazione fa male all'ambiente, come pure all'economia.

La spesa per far fronte agli incendi dell'estate scorsa ammonta addirittura a oltre un miliardo di euro e i roghi creano gravi danni a flora, fauna, attività agricole, ambiente, biodiversità e spesso, purtroppo, anche agli insediamenti umani. Accanto a questi devastanti effetti immediati, ci sono poi pesantissime conseguenze a lungo termine, che compromettono l'intero ecosistema. Si tratta di danni per superare i quali bisogna investire mediamente almeno una quindicina d'anni, allo scopo di garantire il recupero delle aree, con costi estremamente ingenti.

Per questo motivo è strategico investire in prevenzione, nel tentativo di intervenire in via anticipata, così da evitare gli incendi e i conseguenti disastri ambientali.

Da qui, l'opportunità del provvedimento in esame, che ha il merito di prevedere misure aggiuntive immediate per la prevenzione, autorizzando il Ministero della difesa e il Ministero dell'interno ad acquisire mezzi aerei e terrestri e strumentazioni utili a contrastare gli incendi boschivi già nell'anno in corso, attraverso un'azione mirata. Il provvedimento, inoltre, prevede da subito lo stanziamento di fondi per il prossimo triennio, destinati agli enti territoriali impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi. Queste risorse consentiranno di manutenere i boschi e le aree limitrofe, predisporre postazioni di atterraggio per i velivoli di soccorso e realizzare infrastrutture utili per gli interventi di spegnimento, come ad esempio le vasche di rifornimento idrico. Il provvedimento attribuisce inoltre alla protezione civile il compito di stilare ogni tre anni un Piano nazionale per il rafforzamento delle risorse umane e tecnologiche, creando così uno strumento utile a valutare in via anticipata criticità e soluzioni. Si tratta di un impianto normativo generale, che punta a rendere più efficace il contrasto.

Gli incendi boschivi sono una piaga che mette a rischio il nostro patrimonio naturale, che si estende su un territorio molto vasto, se si pensa che più di un terzo della superficie italiana è coperta da boschi. Purtroppo, però, è un patrimonio fragile, che va tutelato, dal momento che è sempre più spesso vittima dei cambiamenti climatici, da un lato, e dell'azione dolosa dell'uomo, dall'altro. Ben sei incendi su dieci sono originati appositamente da piromani, come si è visto - purtroppo - nel corso dell'estate, quando sono stati numerosi quelli gravi appiccati in diverse Regioni del Sud (soprattutto in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia), provocando danni inestimabili.

Significativo è il fatto che all'interno del provvedimento sia previsto anche l'inasprimento delle sanzioni, sia amministrative, sia penali, per i responsabili degli incendi dolosi. È giusto aver introdotto una nuova aggravante per i casi in cui ad appiccare il fuoco sia qualcuno che avrebbe avuto il compito di tutelare il territorio, così com'è positivo aver previsto che i dipendenti pubblici condannati per incendio doloso con una pena superiore ai due anni estinguano il loro rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione e siano interdetti dai servizi di lotta agli incendi. Insomma, si tratta di una legge con la quale lanciamo un messaggio chiaro all'opinione pubblica: chi provoca dolosamente un incendio commette un crimine e va punito di conseguenza.

Non ci ha invece appassionato il dibattito, per tanti versi ideologico, che si è svolto in Commissione territorio, ambiente, beni ambientali sul tema della possibile interruzione della caccia nei territori limitrofi a quelli nei quali è previsto lo stato d'emergenza a seguito di incendi gravi. Secondo noi, questo provvedimento non è la sede idonea per alimentare un infelice derby tra ambientalisti e animalisti, trattandosi - semmai - dell'occasione per prendere sul serio le istanze provenienti dal mondo agricolo e da tanti amministratori.

È cronaca di questi mesi, infatti, l'incremento massiccio di animali selvatici in diverse zone d'Italia, con una presenza che spesso mette a rischio il nostro comparto agricolo, nella misura in cui questi animali devastano le produzioni ortofrutticole dei nostri coltivatori e al contempo rappresentano - troppo spesso, purtroppo - una minaccia per la popolazione. Nell'anno dell'emergenza Covid, a causa dell'attraversamento di strade da parte di cinghiali o altri animali selvatici, si è verificato un incremento degli incidenti stradali (uno ogni due giorni), che hanno causato numerose vittime. Da qui l'esigenza di non introdurre norme che possano ulteriormente accrescere la presenza di animali predatori, come cinghiali, lupi o quant'altro.

In sintesi, onorevoli colleghi, il provvedimento che votiamo oggi punta a ridisegnare la governance della prevenzione incendi e a potenziare la capacità operativa di coloro che sono impegnati nella lotta ai roghi. Questo provvedimento, purtroppo, non ha però a disposizione le risorse sufficienti per prevedere ristori per coloro che sono stati colpiti dalla forza devastatrice del fuoco. Per questo acquista ancora maggior peso l'impegno che il Governo ha assunto nei nostri confronti approvando un ordine del giorno di Italia Viva, fatto proprio anche dalle altre forze politiche, con cui si prevede che già nell'imminente legge di bilancio vengano stanziati aiuti specifici per le vittime degli incendi estivi, risorse che devono quindi servire innanzitutto ad assegnare i contributi a chi ha subito danni materiali dagli incendi. Serviranno poi a prevedere la sospensione del versamento dei tributi per chi vive nelle aree colpite, a rifinanziare il fondo regionale per la Protezione civile e a destinare ulteriori risorse a Regioni e Province autonome per l'acquisizione di nuovi mezzi operativi, sia terrestri che aerei.

L'obiettivo è rendere possibile l'acquisto di strumenti innovativi satellitari, anche radar, videocamere, droni dotati di sensori, così da potenziare i sistemi di sorveglianza e di monitoraggio, perché l'innovazione al servizio dell'ambiente è la strada del futuro, se vogliamo tutelare il nostro patrimonio naturale; una strada che iniziamo ad intraprendere con questo decreto-legge.

Nell'apprestarmi a concludere, signor Presidente, vorrei fare ancora un breve riferimento ad alcune considerazioni critiche che sono emerse durante la discussione generale in merito alla cosiddetta legge Madia dell'allora Governo Renzi. Pensare che gli incendi di quest'estate siano stati provocati dall'accorpamento del Corpo forestale sotto l'Arma dei carabinieri vuol dire prendere lucciole per lanterne e trattare i problemi del cambiamento climatico come se fossero un pranzo di gala. Certo che è sempre complesso razionalizzare e semplificare l'apparato pubblico, ma l'esperienza di numerosi altri Paesi europei dimostra che la lotta agli incendi è efficace ed è fattiva anche nella totale assenza di un Corpo forestale dello Stato.

Signor Presidente, questo è il provvedimento meno opportuno per fare polemiche e strumentalizzazioni; serve invece compattezza delle forze politiche e del Paese per contrastare un fenomeno, quello degli incendi, di estrema gravità e complessità. Noi vogliamo cogliere l'occasione del voto di oggi per esprimere in modo corale la nostra più sentita gratitudine a tutto il Dipartimento della protezione civile e al Corpo dei vigili del fuoco che, con grande spirito di abnegazione e senso dello Stato, si dedicano quotidianamente alla tutela del paesaggio messo in pericolo dagli incendi, senza risparmiarsi e senza esitare a mettere talvolta a rischio la loro stessa vita per il bene comune. Anche a loro oggi noi dedichiamo la votazione di questo provvedimento e lo facciamo nel modo più condiviso possibile. (Applausi).

NASTRI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NASTRI (FdI). Signor Presidente, i mutamenti climatici, la siccità, la desertificazione, i record negativi di pioggia che ci sono stati nei mesi scorsi erano delle avvisaglie di ciò che sarebbe potuto succedere. Non serviva sicuramente uno scienziato per capire che l'Italia sarebbe andata a fuoco, non a metà, ma tutta.

Sono due i fattori che mancano e di cui il Governo non si è mai fatto carico: uno è sicuramente la prevenzione e l'altro è la manutenzione. Quanto alla prevenzione, avete smantellato i presidi sui territori e avete dimenticato soprattutto di coinvolgere i cittadini, che fanno una campagna attiva di controllo. Per quanto riguarda invece la manutenzione, la stessa non può essere fatta nei momenti di emergenza; avrebbe dovuto essere fatta anche dal Corpo forestale dello Stato, che il Governo ha pensato bene di smantellare.

Tutto questo si aggiunge al fatto che in Italia si bruciano i boschi soprattutto per creare discariche. Questo lo fa principalmente la mafia. Si bruciano discariche per creare altre discariche abusive. Ciò che fa rabbia e desta sconcerto è la sistematica impreparazione del Governo di far fronte a tutte le emergenze che capitano in Italia.

Per quanto riguarda gli incendi, sappiamo che il 99 per cento di essi sono dolosi ed organizzati più o meno dalla criminalità. Non dobbiamo dimenticarci però anche in questa fase quella che purtroppo è stata la gestione dei terremoti, spesso usati per creare strutture commissariali, i cui risultati, almeno per certi versi, sono dubbi. Non possiamo sorvolare anche sui continui disastri derivati dai fenomeni del dissesto idrogeologico, che hanno causato molti morti, coinvolgendo anche intere popolazioni e Comuni.

Se il Governo - questa è la richiesta, signor Presidente - impegnasse un decimo dell'energia che impegna per risolvere le lotte intestine avremmo, soprattutto in questa fase, una buona risoluzione dei problemi dei nostri concittadini.

Sugli incendi che hanno devastato quest'estate l'Italia, ricordo che sono andati distrutti interi ettari di bosco e ci vorranno sicuramente molti anni prima che i terreni possano tornare ad essere di nuovo utilizzati. Per non parlare poi delle perdite, che non sono soltanto economiche, ma anche affettive della nostra comunità. Purtroppo la vastità del fenomeno ha manifestato, in maniera anche plateale, il fallimento. Ci sono stati infatti, signor Presidente, sicuramente dei fallimenti nell'organizzazione dell'Antincendio boschivo messo in campo sia dalla Protezione civile nazionale che da quella regionale.

Il sistema degli appalti privati delle Regioni e anche soprattutto della Protezione civile governativa non solo è stato fallimentare, ma sappiamo che ha avuto anche costi davvero esorbitanti.

È stato sicuramente un crimine depotenziare negli anni le flotte aeree dei Vigili del fuoco, della Polizia, della Guardia di finanza, dei Carabinieri, della Forestale, dell'Esercito, della Marina e anche della stessa Aeronautica. Il vero problema è che non soltanto è stata depotenziata l'organizzazione, che appare chiaro essere inefficiente, ma lo Stato si è privato altresì di un asset strategico. Il Gruppo Fratelli d'Italia aveva denunciato da tempo la mancanza di un certo tipo di organizzazione e anche di alert preventivi adeguati. Ciò per noi sarebbe stato importante. Così come a più riprese abbiamo sottolineato la carenza dei Vigili del fuoco, dotati di pochissimi mezzi e, tra l'altro, con scarsa manutenzione.

Perché abbiamo aspettato così tanto e perché devono verificarsi continuamente tragedie per assumere i cosiddetti Vigili del fuoco precari? Abbiamo dei Vigili del fuoco che oggi sono pronti, formati e con una grandissima esperienza. È necessario quindi assumerli. Si tratta di circa 15.000 persone che possono dare una mano, che potrebbero uscire dal precariato ed arrivare ad un posto degno di quello che il loro ruolo richiede. Signor Presidente, il Governo dovrebbe quindi farsi carico della loro assunzione, perché sicuramente sono persone che hanno capacità dal punto di vista organizzativo, nonché una grandissima esperienza.

Viene da chiedersi, soprattutto in questo periodo, se la manovra che in questi giorni sta impegnando il Governo e la maggioranza in una difficoltosa trattativa prenderà in considerazione questa drammatica situazione. Sentiamo parlare di ulteriori stanziamenti per una misura che si è dimostrata fino ad oggi fallimentare ed anche puramente assistenziale, come il reddito di cittadinanza. Viene spontaneo chiedersi allora se non sarebbe stato il caso ridurre in qualche modo questa parte di investimenti, stanziandoli invece per la prevenzione e per il contrasto agli incendi boschivi. Parliamo di 9 miliardi: era necessario arrivare a così tanto? Sono veramente tantissimi soldi; e quanti sono quelli destinati oggi agli uomini che proteggono e difendono i nostri boschi?

Dinanzi alla tragedia dell'estate appena trascorsa non sarebbe stato il caso di prevedere risorse adeguate? Si antepone il reddito cittadinanza alla difesa dei boschi; sarebbe stato opportuno da parte del Governo pensarci prima, sicuramente non dopo. È l'ennesima dimostrazione della continuità di questo Esecutivo e anche della pessima esperienza del Governo precedente guidato da Conte.

Al tema delle risorse, che questo Governo continua, purtroppo, a non destinare, si aggiunge anche l'assurda soppressione - questa è la verità, Presidente - del corpo forestale dello Stato. Noi di Fratelli d'Italia diciamo da anni che è stata una scelta sbagliata; soprattutto, l'Italia è l'unica Nazione ad essersi privata del corpo forestale dello Stato, rinunciando così alla prevenzione e all'educazione ambientale, oltre che alla sicurezza. (Applausi). Questo è sicuramente un momento particolarmente importante.

Tutto ciò senza tener conto che l'implementazione delle politiche di prevenzione comporta anche una spesa decisamente minore rispetto a qualsiasi tipo di intervento in condizioni di emergenza. Anche su questo punto, signor Presidente, registriamo il silenzio da parte del Governo e della maggioranza che lo sostiene, che probabilmente pensano che questo decreto-legge possa essere una valida risposta. È evidente che non è così: mancano le risorse e soprattutto manca l'organizzazione. Il rischio di rivedere immagini come quelle della scorsa estate è sicuramente molto alto.

Il provvedimento al nostro esame è certamente un pannicello caldo, una magrissima consolazione.

Come già annunciato in discussione generale da parte dei colleghi La Pietra e De Carlo, già nei mesi scorsi il Gruppo Fratelli d'Italia aveva fatto proposte che, per la verità, sono state in parte recepite nel decreto-legge, e con un senso di grande responsabilità il nostro Gruppo si vuole porre come interlocutore propositivo; può suggerire ulteriori misure per una piaga che il nostro Paese non può continuare a sopportare passivamente. Quindi, vogliamo interagire, signor Presidente, per cercare di migliorare la situazione perché questa è una piaga che, purtroppo, il Paese - lo ribadisco - non può più tollerare; come se un incendio non ricadesse sulle future generazioni, provocando il decadimento dell'habitat naturale.

Signor Presidente, il decreto-legge che ci apprestiamo a convertire non può considerarsi la panacea di tutti i mali, la soluzione definitiva al problema: che sia solo un primo passo verso soluzioni di più ampia programmazione e anche di prevenzione.

Ci auguriamo quindi che questo possa essere l'inizio di un percorso per arrivare a una soluzione. Per questi motivi, annuncio il voto di astensione del Gruppo Fratelli d'Italia. (Applausi).

MIRABELLI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIRABELLI (PD). Signor Presidente, in molti interventi che mi hanno preceduto si è sottolineato come abbiamo tutti negli occhi le immagini drammatiche che si sono ripetute quest'estate, che ci hanno mostrato i tanti disastri provocati dagli incendi. Incendi che hanno depauperato il Paese, il suo patrimonio naturale, il patrimonio boschivo e faunistico, che hanno messo in crisi tante famiglie e aziende, e tolto lavoro a molte persone.

Credo quindi sia stato utile, giusto e necessario aver presentato un decreto-legge, come ha fatto il Governo, non solo per affrontare l'emergenza, ma per provare a mettere in campo un sistema di intervento e di prevenzione, che impedisca, già in un prossimo futuro, di dover constatare i danni che abbiamo dovuto contare in questa estate difficile. Si tratta quindi di un provvedimento giusto e necessario, su cui - lo dico subito - il Partito Democratico voterà a favore.

Penso che sia un provvedimento non solo per l'emergenza: lo ripeto. Credo sia molto importante il fatto che si sia scelto di chiarire bene e meglio quali devono essere le forme di coordinamento degli interventi di prevenzione e di lotta agli incendi. Occorre chiarire bene che il coordinamento deve avvenire tra tutti i soggetti interessati e che si deve fondare su piani precisi e triennali, che censiscano la situazione che si verifica anno per anno.

Allo stesso tempo penso sia molto importante che con il decreto-legge in esame vengano stanziati 40 milioni di euro del PNRR per rafforzare gli strumenti di prevenzione e di lotta agli incendi, i mezzi e tutti gli strumenti tecnologicamente avanzati per poter anticipare il fenomeno ed evitare che gli incendi colpiscano ancora il Paese. Serve tutto questo, serve avere i mezzi e credo che il fatto che si stanzino 40 milioni di euro sia importante. Forse non è sufficiente, ma è un primo passaggio importante. Credo sia importante anche il fatto che, in sede di discussione della legge di conversione, si sia approvato un emendamento presentato dalla presidente del Gruppo Misto, senatrice De Petris, che prevede l'utilizzo di droni e altre tecnologie per prevenire gli incendi e scovare i piromani. Come già detto, moltissimi degli incendi boschivi sono originati dall'intervento umano e da interessi diversi, che convergono sull'idea di lucrare sugli incendi. Quindi, questo è un altro tema importante di contrasto, insieme all'altro tema, sempre contenuto nel decreto-legge, che è quello delle sanzioni per chi provoca gli incendi e dell'aggravante per chi, pur dovendo stare dentro il sistema di prevenzione e lotta agli incendi, in qualche modo tradisce e si mette nelle condizioni di originare direttamente meno gli incendi.

Penso dunque che quello in esame sia un provvedimento importante, con cui si chiariscono alcune questioni che era opportuno chiarire, come ad esempio la delimitazione dei terreni colpiti dagli incendi, che vanno messi in sicurezza e che, come stabilito dalla legge precedente, per quindici anni vanno tenuti fuori da qualunque interesse: penso alle concessioni edilizie, al pascolo o ad altre vicende, da cui spesso deriva l'interesse a lucrare sugli incendi. Si tratta pertanto di un provvedimento utile e importante.

Credo vi sia stata però una discussione francamente poco comprensibile su un tema che, con l'ordine del giorno votato prima, abbiamo demandato al Governo. Cosa succeda alla fauna dopo un incendio è un tema che si deve porre e nel farlo non c'è assolutamente alcuna volontà di contrastare i cacciatori o mettere in discussione la caccia. C'è un tema evidente, che riguarda la necessità di tutelare la fauna, anche di fronte a vicende così gravi come quelle degli incendi; si faccia senza penalizzare nessuno, ma assumendosi tutti la responsabilità di rispondere a questa problematica.

Signor Presidente, è un provvedimento giusto, utile e urgente, su cui noi esprimeremo un voto favorevole con grande convinzione, perché affronta nodi decisivi e, spero già dal prossimo anno, crea le condizioni per ridurre questo fenomeno drammatico, che depaupera quotidianamente il nostro Paese. (Applausi).

DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, il decreto-legge che oggi ci accingiamo a convertire è, sinteticamente, a mio avviso, un po' un'occasione persa e lo dico con molta chiarezza. Certamente è stato importante che il Governo intervenisse, dopo gli incendi tremendi che si sono verificati quest'estate. Vorrei ricordare che sono andati a fuoco più di 150.000 ettari di aree boscate molto pregiate e importanti e sono morti bruciati o asfissiati più di 15 milioni di animali, con tutto quanto ciò significa in termini di danni alla biodiversità del nostro Paese. Giustamente quindi il Governo è intervenuto con un decreto d'urgenza.

Tuttavia, penso che il Parlamento avrebbe potuto anche accogliere una serie di proposte che pure noi abbiamo avanzato; avremmo potuto rendere un servizio al nostro Paese cercando di dare un'impostazione diversa.

Infatti, nell'articolo 1 del decreto-legge (su cui la Commissione è anche intervenuta, per migliorarlo in alcuni aspetti) si mette finalmente mano all'idea del coordinamento tra Regioni, affidato alla Protezione civile, ma resta molto legato alla ricognizione dei mezzi, al monitoraggio. Penso, invece, che il salto di qualità che davvero dovremmo fare - e spero che si possa continuare a lavorare su questo - sia un vero e proprio piano, affidato a un'istituzione nazionale (va bene la Protezione civile), di prevenzione, di ricognizione, di lotta attiva, di strategia. Ci dobbiamo preparare al fatto che gli incendi boschivi, a causa dei cambiamenti climatici, saranno sempre meno episodici; sarà un problema con cui noi ci dovremo confrontare sempre più frequentemente.

Davanti a questo ci dobbiamo attrezzare e non basta soltanto aver chiaro che occorre incrementare i mezzi e fare la ricognizione. Abbiamo bisogno di avere un governo della strategia su questo, perché è una questione fondamentale.

L'Italia è uno dei Paesi in Europa a più alto tasso di biodiversità e ha un patrimonio, dal punto di vista naturale, veramente importante. Se leggessimo tutti i dati in tema di biodiversità, ce ne meraviglieremmo, nonostante tutto quello che è accaduto, anche in termini di violenze, sul nostro territorio. Manteniamo un grande patrimonio: questo deve essere in tutti i modi una priorità e la sua conservazione uno degli elementi cruciali, tanto più in epoca di cambiamenti climatici.

Quindi, i temi sono la prevenzione e la tutela: serve un grande piano strategico di prevenzione, ma serve anche accompagnarlo con un piano che sia davvero importante. Il piano forestale deve essere integrato e dobbiamo accelerare le misure di conservazione di tutti gli habitat naturali. Il grande elemento da considerare è quello della mitigazione, ma anche dell'adattamento: questioni che si discuteranno tra l'altro la prossima settimana a Glasgow.

Da questo punto di vista penso che questa sia stata un'occasione persa, perché a mio avviso si poteva fare certamente di più affinché quest'ottica e questa visione potessero essere concretizzate in una capacità non solo di coordinamento e ricognizione, ma anche di elaborazione di un vero e proprio piano strategico di prevenzione, lotta attiva e contemporaneamente di governo del contrasto agli incendi boschivi.

Certamente sono state inserite una serie di norme importanti, a cui tutti in un modo o nell'altro hanno dato il loro contributo. Il senatore Mirabelli ricordava la questione dell'utilizzo dei droni, dei radar e dei satelliti ed anche della tecnologia degli infrarossi, con cui si può vedere anche la notte. È fondamentale, perché in montagna, in aree boscate, è difficile intervenire. Dobbiamo capire subito qual è il punto di innesco. Ovviamente è fondamentale anche per individuare i colpevoli, perché questo è l'altro problema: c'è una vera e propria industria del fuoco, è inutile che ci giriamo intorno. In questa industria del fuoco ci sono vari attori ed è praticamente impunita.

Noi tutti abbiamo presentato emendamenti per aumentare le pene, anch'io l'ho fatto, anche le pene accessorie. Va tutto bene, ma il problema è che non se ne prende uno ed è rarissimo trovare i responsabili: questo è il punto. Se non capiamo questo non riusciamo a intervenire efficacemente e procediamo con le armi spuntate. È il motivo per cui, a mio avviso, oltre alla tecnologia - lo dico qui con chiarezza - non si è potuto fare un passo in avanti, per strane opposizioni. Bisognava avere anche una capacità di indagine diversa. Faccio un esempio con riguardo al contrasto al traffico internazionale dei rifiuti: finché non abbiamo fatto un salto di qualità, per esempio dando la possibilità dell'intercettazione, pur non debellando il problema, siamo riusciti a mettervi mano e a frenarlo. È evidente che vi è una questione di capacità di indagine e di professionalità.

Vi è un altro tema strettamente connesso alla lotta agli incendi boschivi ed è la capacità di un piano che dovrebbe essere annuale, non solo triennale, quindi rinnovato annualmente, che metta in campo tutti gli strumenti e le esperienze esistenti. Qui arriva un punto dolente: ho sentito prima una collega che diceva che qualcuno strumentalmente ha posto la questione del Corpo forestale. Ma quale strumentalmente? Quello è stato un errore, ce lo vogliamo dire o no? (Applausi).

I Vigili del fuoco, collega Candiani, sono bravissimi, infatti abbiamo fatto un lavoro importante anche nel cercare di incrementarne le risorse e il personale; capite bene, però, che avevano un'altra expertise, perché spegnere gli incendi in un bosco non è come farlo in una città per un fuoco scoppiato in un edificio.

Noi dovremmo quindi interrogarci e forse anche fare uno sforzo per capire e potenziare il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri. In molti abbiamo chiesto, come sa il presidente Parrini (mi rivolgo anche alla Presidente della Commissione difesa), un'indagine conoscitiva, un affare assegnato per capire esattamente come stanno le cose, perché il punto è cruciale se vogliamo essere persone serie e intervenire per correggere alcune cose che non vanno. Noi dobbiamo rimettere in campo tutte le competenze, la forza per poter fare questa battaglia, che è importante.

Per quanto riguarda la tutela della fauna e della biodiversità è stata fatta una campagna assolutamente vergognosa. Io ho dato i numeri: 15 milioni sono gli animali morti fino adesso, poi ci sono quelli che fuggono nelle aree intorno. Noi abbiamo chiesto, quando ci sono eventi calamitosi, di poter mettere in sicurezza la fauna e tutelarla, addirittura in aree anche molto circoscritte, per dare la possibilità di conservare la biodiversità. Questo non ha nulla a che vedere con la gestione faunistica, con il controllo della fauna e con i problemi ad essa relativi, su cui tra l'altro invito tutti a intervenire, ma in modo scientifico e serio. A mio avviso, inoltre, non dovremmo mettere da parte l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Signor Presidente, in conclusione, torno a ripetere che alcune cose sono sicuramente state fatte in modo positivo dal lavoro della Commissione; per fortuna l'ordine del giorno è stato approvato e anche sulla durata della perimetrazione siamo già intervenuti ieri. Considero comunque un errore non poter finalmente compiere un grande passo in avanti su questo tema. (Applausi).

GALLONE (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FIBP-UDC). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, come hanno ricordato in molti, nel 2021 in Italia sono andati in fumo, avvolti dalle fiamme, 159.000 ettari di bosco, praticamente le città di Milano, Roma e Napoli messe insieme o di Venezia, Genova, Torino e L'Aquila. Abbiamo superato i 141.000 ettari del 2017, già annus horribilis, che, uniti ai 14.000 del 2018, ai 37.000 del 2019 e ai 53.000 del 2020, ci portano in vetta, un primato europeo in cui non vorremmo proprio più primeggiare.

L'escalation di incendi della scorsa caldissima estate costa al Paese, secondo una stima di Coldiretti, circa un miliardo di euro tra opere di spegnimento, di bonifica, di ricostruzione. Pertanto oggi la parola d'ordine non può essere che una sola: prevenzione. Investire sulla prevenzione significa risparmio in ogni senso: innanzitutto di vite umane, di vite animali, di danni alle attività agricole e produttive, risparmio di risorse che potrebbero essere invece dedicate alla protezione del territorio e alla sua valorizzazione. Oggi dimostriamo in quest'Aula che questo Governo è riuscito a dare una risposta veloce al terribile fenomeno degli incendi boschivi, che ha funestato troppe Regioni italiane, soprattutto al Sud.

Il decreto-legge contiene infatti misure in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva contro un fenomeno che rischia di degenerare e provocare danni irreparabili se non si attivano misure adeguate, efficaci e sinergiche tra gli enti di ogni livello, integrando e rafforzando il dispositivo normativo ed operativo esistente, come questo provvedimento si propone.

Un piano di lotta agli incendi boschivi, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno diverse origini, dal comportamento inadeguato, quando non doloso, dell'uomo, alle condizioni meteo climatiche eccezionali. Intervenire durante e dopo un incendio divampato naturalmente significa dover assistere alla tragedia della distruzione di grandi parti di territorio, di vegetazione, di fauna selvatica, di animali domestici e da allevamento, di case, di attività, per non parlare delle vite umane. Riuscire a prevedere e a prevenire gli incendi significa evitare di arrivare tardi, significa tutelare - ribadisco - vite, attività e territorio.

Oltre al piano di prevenzione, il decreto contiene anche disposizioni per sostenere e supportare le azioni per contenere gli incendi e limitare i danni che richiedono l'intervento di uomini, mezzi aerei e mezzi terrestri, attraverso la predisposizione di strumenti ulteriori per favorire un coordinamento ancora più efficace tra i corpi dello Stato e gli enti del territorio. Proprio per questo mi fa piacere sottolineare come il Governo abbia saputo trovare quel punto di equilibrio tanto atteso tra competenze e responsabilità condivise tra Stato e Regioni, valorizzando la prospettiva inclusiva del sistema nazionale della Protezione civile e affidando al Dipartimento stesso della Protezione civile la funzione di coordinamento delle novità introdotte, per realizzare quella strategia di lungo respiro di cui tutti noi abbiamo parlato (non entro nel merito specifico).

Sul fronte giudiziario, invece, viene messo a punto il dispositivo volto alla prevenzione e alla repressione dei reati di incendio boschivo e delle altre fattispecie commesse, perché i dati raccolti dai Carabinieri forestali testimoniano che solo il 2 per cento dei roghi ha una causa naturale, mentre il resto è provocato dall'uomo. Ben venga, allora, il rafforzamento del servizio nazionale della Protezione civile, ben venga il piano nazionale per il rafforzamento delle risorse umane, tecnologiche aeree e terrestri necessarie, ben venga l'interazione delle azioni nazionali con la pianificazione regionale.

Al Dipartimento della Protezione civile è affidata la ricognizione e valutazione anche degli strumenti innovativi e qui mi fermo al tema della formazione per estendere la protezione, la salvaguardia e il salvataggio anche degli animali in difficoltà. Il decreto inasprisce le sanzioni e mira a colpire gli interessi degli autori degli illeciti. Si tratta di sanzioni amministrative e di sanzioni penali, ma nel corso dell'analisi del provvedimento in Commissione ambiente ci siamo resi conto come Forza Italia di un'anomalia che forse era sfuggita ma che per noi risultava inaccettabile: l'introduzione di una specifica aggravante generica, con aumento delle pene detentive, nell'ipotesi in cui ad appiccare il fuoco fosse chi avrebbe proprio il compito di tutelare il territorio. Abbiamo quindi condiviso con il Governo e in particolare con il Ministero della giustizia nella persona del sottosegretario Sisto, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata, l'opportunità di eliminare l'aggravante ritenendola lesiva dell'onorabilità di sindaci e operatori della Protezione civile. Appariva di fatto sproporzionata un'aggravante rispetto all'ambito di applicazione riferita alle responsabilità pubbliche che già soggiacciono a previste sanzioni, anche perché poi questo aggravamento ingiustificato andava a colpire funzionari pubblici e a cascata sindaci ed operatori della Protezione civile e questo a maggior ragione per tutelare i Comuni più piccoli, che avrebbero al contrario necessità di mettere in atto ogni azione con mezzi e risorse che oggi non ci sono.

Come bene ha ricordato la senatrice Caligiuri nel corso del suo intervento, in Italia la superficie boschiva rappresenta l'83 per cento della superficie forestale complessiva del Paese e ricopre il 29 per cento dell'intero territorio nazionale, un patrimonio inestimabile in termini di biodiversità e di ecosistemi, che però gode del triste primato, come ho ricordato all'inizio, di essere il Paese del Mediterraneo e d'Europa in cui bruciano più boschi, in particolare nelle Regioni del Sud Italia, un dato molto triste. Puglia (in particolare il Salento), Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise, Basilicata e Abruzzo sono Regioni che vanno tutelate. In Abruzzo, poi, addirittura c'è un sistema culturale dei boschi e delle foreste, come ricordava bene nel suo intervento il collega abruzzese, senatore Pagano, peraltro responsabile proprio del Dipartimento ambiente a livello regionale.

Presidenza del vice presidente TAVERNA (ore 11,25)

(Segue GALLONE). Sono Regioni magnifiche per meraviglie naturalistiche e produzioni agricole che vanno tutelate.

Concludo ricordando per l'ultima volta l'importanza dei percorsi di formazione che educhino al rispetto e al corretto smaltimento degli sfalci, delle potature e dei rifiuti in generale per evitare azioni dannose che vanno ad aggiungersi alle calamità naturali perché l'ignoranza o i paraocchi ideologici nel 2021 non possono e non devono più trovare giustificazione alcuna.

Il provvedimento è per noi anche l'occasione per ribadire la posizione e la linea di Forza Italia rispetto al tema della tutela e della sostenibilità ambientale, che ci vede impegnati a dare il nostro contributo alla transizione ecologica nella maniera razionale, competente ed equilibrata che ci connota. Siamo felici che ben 14 siano i nostri emendamenti approvati, più due ordini del giorno molto importanti per le Regioni del Sud che citavo prima.

Sono convinta che per garantire tutela dell'ambiente e benessere la sostenibilità debba essere a tutto tondo (ambientale, sociale ed economica) e che questo perfetto connubio si possa realizzare solo attraverso la grande alleanza tra pubblico e privato, attraverso le riconversioni e lo sviluppo dell'innovazione tecnologica, che può essere governata solo attraverso un sistema strutturale della formazione a ogni livello. Prestiamo attenzione agli animali, come dimostrano molti nostri emendamenti approvati sulla necessità di estendere l'attenzione alla fauna domestica e non al loro salvataggio. Allo stesso tempo diamo attenzione al mondo agricolo, che non può subire, oltre al danno degli incendi, anche quello della devastazione degli ungulati.

Concludo dichiarando il voto favorevole di Forza Italia, approfittando dell'occasione per ringraziare i miei colleghi della Commissione ambiente, le senatrici Papatheu e Caligiuri, il senatore Messina e del prezioso ausilio i senatori Pagano e Floris; colgo l'occasione per ringraziare con tutto il cuore ogni singolo operatore, ogni singolo volontario, ogni singolo carabiniere forestale e ogni singolo vigile del fuoco per la grande opera quotidiana di altruismo e per promettere alla Sicilia, colpita ancora oggi dopo il fuoco dall'acqua, tutto il nostro impegno a dimostrazione concreta della nostra vicinanza. (Applausi).

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, il primo ringraziamento va al Governo, ma non tanto e non solo ai sottosegretari Bini e Sibilia che hanno seguito il provvedimento in Assemblea, ma al Governo che ha finalmente approvato un decreto che oggi noi convertiamo e che pone rimedio - lo dobbiamo dire - alla vergogna di non averlo fatto prima di fronte alla piaga degli incendi che colpisce da anni il nostro Paese. Se l'estate di quest'anno ha dimostrato una recrudescenza con dati che ci riportano indietro purtroppo negli anni, è comunque vero che è una piaga che andava avanti da tempo.

Il ringraziamento è per aver permesso per una volta al meccanismo, che non sempre funziona al meglio, della decretazione d'urgenza di funzionare come dovrebbe e come è previsto dalla nostra Costituzione e per aver consentito al Parlamento di migliorare il testo del Governo. L'altro ringraziamento non di maniera va alla presidente Moronese e al collega Quarto. Mi fa piacere averli accanto. È stato un trio quantomeno inusuale e atipico, composto da maggioranza e opposizione, che includeva le due anime della maggioranza forse più distanti. Aver mantenuto sempre un filo di correttezza personale ancor prima che istituzionale e politico fra noi e con il Governo penso possa essere di buon auspicio per tutti e penso possa aver contribuito - speriamo - con i nostri limiti e le nostre mancanze ad aver conseguito un risultato importante.

Un ringraziamento vorrei farlo a tutti i colleghi. Non mi riferisco solo a quelli della Commissione ambiente e in parte a quelli della Commissione agricoltura, che hanno seguito con particolare attenzione il provvedimento, ma a tutti i colleghi dei territori particolarmente colpiti dagli incendi di quest'estate che, durante le audizioni, con un emendamento o capitando in Commissione per la prima volta, hanno veramente seguito il provvedimento in maniera omogenea, organica e corale, al di là delle appartenenze a Commissioni competenti nella singola materia più consona, più vicina o che ognuno di noi segue maggiormente.

Penso che questo sia lo spirito giusto e anche la migliore risposta a chi ha voluto definire quest'atto, nel migliore dei casi, un pannicello caldo. Esso è molto di più, anche per lo spirito con cui è stato assunto.

Dicevo che è un atto importante, non solo perché veramente certifica l'urgenza del decreto-legge stesso (che nessuno ha contestato), ma anche per l'organicità del provvedimento, che da un lato guarda all'emergenza e dall'altro ha saputo guardare alla prevenzione (e non sempre questo accade). Diciamo che il nostro è un Paese che dà il meglio di sé nell'emergenza, qualche volta solo in quel momento e magari senza saper guardare oltre. Abbiamo saputo interpretare, come Parlamento, quel ruolo che spesso rivendichiamo, ma che non sempre sappiamo portare avanti insieme. Nelle audizioni questo ci ha portato - torno su questo passaggio, perché lo ritengo importante - ad andare oltre l'aspetto ideologico e a consultare non soltanto le istituzioni e le Forze dell'ordine, ma anche gli enti e le università, per avere quelle informazioni fondamentali che consentono al decisore politico di assumere iniziative e legiferare con cognizione di causa. Sono stati coinvolti anche tre ambiti che spesso sono visti come confliggenti: le associazioni ambientaliste, che forse in maniera più scontata si potevano prendere in considerazione, le associazioni di categoria degli agricoltori e la cabina di regia delle associazioni venatorie. Aver sentito tutti e aver ascoltato il punto di vista di coloro i quali subiscono comunque un danno dagli incendi, oltre ovviamente alle comunità, penso sia stato un segnale importante, che ci ha portato ad agire sul piano delle regole, dell'organizzazione, del personale, dei mezzi, delle pene, della prevenzione, ma anche dei ristori. Lo ribadisco, perché lo ritengo fondamentale: l'impegno che ha assunto il Governo, con tutte le forze politiche, nell'individuare risorse aggiuntive per i ristori nei confronti di chi ha subito danni già nel testo base della legge di bilancio fa parte idealmente di questo testo.

Un piano triennale con revisioni annuali permette di avere una visione complessiva; esso non solo favorisce il sostegno e la leale collaborazione fra le istituzioni, ma prevede anche giustamente, quando qualcosa non funziona, un potere sostitutivo nei confronti di quei Comuni (che sono centinaia e centinaia in Italia) che con ritardo votano in Consiglio comunale il catasto dei terreni percorsi dal fuoco. Si prevede anche che le Regioni possano agire, in caso di emergenza, riducendo i tempi. Abbiamo lottato per ogni singolo giorno, con il collega Quarto e con molti dei colleghi, e siamo arrivati a quarantacinque giorni per la perimetrazione. Avremmo voluto tutti - e dico tutti veramente - che fosse stato da subito. Speriamo che con le nuove tecnologie si possa ulteriormente ridurre quel tempo; in ogni caso, si è trattato di un segnale forte e importante.

Aggiungo un altro passaggio, che non ho sentito ricordare da altri colleghi (mi permetto di farlo io): le premialità. Non solo sanzioni e atti da quel punto di vista, ma anche premialità per quei territori che dimostrano di adottare delle best practice al fine di ridurre gli incendi. Aver inserito un meccanismo di premialità va nella giusta direzione, nella direzione della prevenzione e di favorire quello che nel nostro Paese funziona e che troppo spesso non mettiamo in evidenza.

Dicevamo dell'organizzazione: mettere insieme tutte le forze possibili e anche veder presenti nei vari comitati soggetti provenienti da vari ambiti e da varie realtà è un aspetto fondamentale. Permettetemi di rivendicare quello che è stato un mio pallino (chiedo scusa se su questo ho insistito fino allo spasimo): la costituzione del SAVA, il Sistema aereo di vigilanza antincendio. Poter inserire e coinvolgere senza spese aggiuntive il sistema, mettere in rete delle aviosuperfici e delle idrosuperfici, poter realizzare ulteriori vasche e sistemi idrici che permettono di avere i mezzi più presenti sul fronte dell'incendio, riducendo i tempi di percorrenza, coinvolgere inoltre tantissime realtà associative e di volontariato nella possibilità di segnalare gli incendi ritengo che sia un passaggio importante, che può dare un contributo forte.

La questione del personale è stata giustamente rivendicata da tutti i partiti, che hanno presentato emendamenti in questo senso: l'aumento di 250 unità di personale, la riduzione a cinque settimane del corso per i capisquadra, per poter avere persone che diano braccia e gambe a quello che abbiamo previsto nel decreto, che altrimenti rimarrebbe lettera morta.

Tutti - mi auguro - speravamo di vedere di più anche con l'intervento sulle regole per la graduatoria dei discontinui, che - fa male sapere - in alcuni casi vede figurare persone per le quali abbiamo anche inasprito le pene, che dovrebbero tutelare e difendere gli incendi e invece li vanno ad appiccare. Su questo tema si è speso particolarmente e ha rischiato anche personalmente il collega Candiani quando era Sottosegretario di Stato all'interno.

Consentitemi l'unica nota non polemica, ma che mi sento di fare perché provo un po' di rabbia. Di fronte a tutto questo, ritengo che definire fallimentare l'azione del Governo e del Parlamento sia non solo scorretto, ma anche irrispettoso verso tutti gli operatori che operano in questo settore e rischiano la vita. Dire che la gestione dell'emergenza dell'estate scorsa è stata fallimentare e vergognoso e penso non faccia onore al Parlamento e a chi quegli incendi li ha combattuti personalmente.

Il tema della caccia, che è entrato surrettiziamente nel provvedimento e nella discussione, è divisivo e ci sarà probabilmente un referendum, l'ennesimo, sulla questione. In proposito, mi limito a dire una cosa. Partiamo da quello che siamo riusciti a fare, dicendo alle associazioni di ambientalisti e ai cacciatori che devono partire subito i dieci anni e che serve perimetrare subito. Ritengo che ciò sia un punto di partenza, muovendo dalle posizioni più estreme, che magari potrebbe portarci a trovare una soluzione condivisa.

Concludo con un ultimo passaggio. Quasi tutti hanno ricordato le immagini di quest'estate. Io voglio invece ricordarne altre, che sono quelle di questi ultimi giorni relative al disastro a Catania e in Sicilia.

L'auspicio più forte che possiamo esprimere è che lo spirito che ci ha portato ad approvare insieme un provvedimento di questo genere (perché, alla fine, questo è stato, se non per un emendamento) ci conduca ad approvare finalmente un'altra cosa che manca da sempre nel nostro Paese, ossia un testo unico sulle emergenze che disciplini le varie fattispecie, dal dissesto idrogeologico ai terremoti. Il 30 ottobre (cioè tra due giorni) ricorrerà l'anniversario del terremoto del Centro Italia.

Io penso che da qui alla fine del mandato (l'abbiamo ripetuto per tutta la durata della legislatura, ogni volta che c'è stata una tragedia) l'impegno che potrebbe assumere il Governo è quello di adottare un testo unico per le emergenze e noi di migliorarlo in sede parlamentare. (Applausi).

PAVANELLI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, colleghi e colleghe, membri del Governo, in queste ore il maltempo sta flagellando la Sicilia orientale e purtroppo dobbiamo registrare anche delle vittime. Tutto il MoVimento 5 Stelle si stringe intorno alle famiglie delle popolazioni colpite da questa terribile alluvione. (Applausi). Da un disastro a un altro.

Permettetemi prima di parlarvi degli aspetti positivi contenuti nel provvedimento ed esprimere tutta la mia delusione.

Quella passata è stata un'estate che difficilmente dimenticheremo. Il Paese è andato a fuoco come mai in precedenza e migliaia di ettari di verde sono andati distrutti, così come allevamenti, aziende agricole, abitazioni e animali selvatici che abitano quei luoghi.

Nonostante questa tragedia, tra di noi c'è chi, come la Lega, fa giochetti senza scrupoli sulla pelle del Paese per tutelare interessi di pochi e portare acqua al proprio mulino. Piuttosto che tutelare la flora e la fauna del nostro Paese, si è preferito montare un caso su un emendamento che aveva come ratio semplicemente quella di sospendere l'attività venatoria per una sola stagione e solo in occasione della dichiarazione dello stato di emergenza. (Applausi). Era una norma di buon senso, in quanto le fiamme hanno distrutto gli habitat di tantissime specie animali. Vorrei anche aggiungere che le Regioni gestiscono la fauna selvatica e quando ci sono problemi di tale natura nei territori si fa comunque caccia di animali selvatici. Pertanto, questo emendamento era alquanto pertinente.

Ma andiamo avanti, perché questo provvedimento è troppo importante e deve sanare una profonda ferita causata dagli incendi. Sì, perché il provvedimento in esame oggi rimedia ad una situazione gravissima, figlia di una politica miope e senza scrupoli, che non ha voluto puntare per decenni su controllo e prevenzione; la stessa politica che ha cancellato quella risorsa preziosissima rappresentata dal Corpo forestale dello Stato (e anche qui le colpe hanno un nome e un cognome). E così ogni anno migliaia di incendi hanno devastato e distrutto migliaia di ettari di bosco, gli stessi boschi che dovrebbero catturare la CO₂ e aiutare i nostri territori a depurare l'aria e a combattere il cambiamento climatico.

A ricordare i drammi del passato ci pensa Ferdinando Cotugno, giornalista e scrittore, nel suo libro «Italian woood». Negli ultimi decenni, i roghi boschivi sono stati un'emergenza nazionale. Il 2017 fu un anno terribile: secondo i dati dei Vigili del fuoco, ci fu un incremento del 321,6 per cento, con particolare sofferenza delle aree più calde, il Sud e le isole. Tra il 2009 e il 2016 un ettaro su tre è andato in fumo in Sicilia, uno su cinque in Sardegna. Nel 2018 c'è stato un calo del 90 per cento, con una ripresa dei roghi nel 2019. Negli ultimi trent'anni, secondo i dati della Protezione civile, è andato distrutto a causa delle fiamme il 12 per cento del patrimonio forestale nazionale. Tra il 1980 e il 2009 - ricorda Cotugno - la superficie media incendiata per anno era di 111.665 ettari. Tra il 2010 e il 2017 era di 72.621 ettari, contando il tremendo picco del 2017. Gli incendi di quest'anno hanno superato il record del 2017. Secondo l'ultimo inventario forestale, in Italia si contano oggi ben 11 milioni di ettari, cioè il 36,7 per cento del territorio da Nord a Sud: più di un terzo dell'Italia, una grande responsabilità che il nostro Paese non ha ancora accettato.

In Sicilia, da cui sono arrivate le immagini terrificanti e dove le fiamme hanno divorato oasi bellissime, pare siano stati bruciati circa 80.000 ettari, pari al 3 per cento della Regione. In Sardegna, dove sono andati a fuoco oltre 20.000 ettari di boschi, secondo stime della Coldiretti ci vorranno almeno quindici anni per ripristinare la flora e la fauna. I danni sono ingenti, come per tutto il Paese, con un costo calcolato di circa 1 miliardo di euro, tra opere di spegnimento, di bonifica e di ricostruzione a livello nazionale.

Con questo decreto-legge oggi poniamo le basi per affrontare il problema degli incendi da qui ai prossimi anni. Sia chiaro, questo rappresenta un primo passo; toccherà fare di più nei prossimi mesi con il lavoro parlamentare, soprattutto a supporto delle Regioni, il cui lavoro in questi anni a tutela dei nostri boschi è stato a dir poco carente.

Detto questo, ora bisogna guardare al futuro, auspicando che alcuni errori non vengano commessi nuovamente. Questo decreto-legge rafforza notevolmente il Dipartimento della protezione civile ed ha proprio come obiettivo quello di stilare con cadenza triennale il Piano nazionale per il rafforzamento delle risorse umane, tecnologiche, aeree e terrestri, necessarie per una più adeguata prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi; un documento che andrà a integrare la consueta pianificazione regionale. Il decreto-legge in esame dà ampia importanza al ruolo delle tecnologie e di tutti quegli strumenti atti al monitoraggio dei nostri territori. Mezzi, ma soprattutto formazione, perché è principalmente sulla formazione che dobbiamo puntare.

Auspico vivamente che nei prossimi mesi, partendo dalla legge di bilancio, si possa ampliare lo spettro di interventi a favore della prevenzione dei nostri territori.

L'Italia è un Paese fragile; non lo scopriamo oggi. È noto quanto costi meno la prevenzione rispetto alla riparazione dei danni di temporali e incendi. Si parta allora da ciò che è necessario per questa terra. Sono questi i temi che dobbiamo approfondire nel 2021, che attende alla finestra il 2022. Parliamo di carta geologica da completare. (Applausi). Parliamo di riforestazione urbana. Parliamo di consumo di suolo e di rigenerazione urbana. Sono proprio questi i temi del nostro presente. Partiamo dal decreto-legge incendi avendo come visione un quadro più ampio.

Per questo motivo annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle al provvedimento al nostro esame. (Applausi).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile».

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).

Discussione del disegno di legge costituzionale:

(865) INIZIATIVA POPOLARE. - Modifica dell'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità (Votazione finale qualificata ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (ore 11,46)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge costituzionale n. 865.

La relazione è stata stampata e distribuita. Chiedo al relatore, senatore Garruti, se intende integrarla.

GARRUTI, relatore. Signor Presidente, colleghe e colleghi, il disegno di legge costituzionale oggi in discussione è il frutto di un lungo lavoro svolto in Commissione affari costituzionali. Colgo l'occasione per ringraziare i colleghi della Commissione per il risultato ottenuto con il più ampio consenso.

Si tratta di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare, modificato in sede emendativa nel corso dell'esame in Commissione, volto a introdurre un nuovo comma all'articolo 119 della Costituzione, con il quale si esplicita il concetto che la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

Più nello specifico la Costituzione del 1948 contemplava, al terzo comma, dell'articolo 119, un puntuale riferimento alle isole che, considerata la realtà svantaggiata sotto il profilo geografico, economico e sociale, erano destinatarie di contributi speciali finalizzati alla loro valorizzazione. Si stabiliva infatti che «per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le isole, lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali».

Con la riforma del Titolo V della parte II della Costituzione, avvenuta nel 2001, è stato eliminato ogni richiamo all'insularità dal dettato costituzionale, permanendo soltanto un riferimento ai territori con minore capacità fiscale per abitante a prescindere dalle condizioni geografiche.

Con le modifiche introdotte all'articolo 119 è stato inserito inoltre il principio del federalismo fiscale con l'obiettivo di creare uno stretto legame tra decisioni di spesa e di prelievo, diretto ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, nel senso di favorire un'allocazione delle risorse pubbliche in termini di beni e servizi più rispondenti alle preferenze di coloro che sono chiamati a sostenerne il costo.

Alla luce dell'articolato ciclo di audizioni informali di costituzionalisti, rappresentanti di enti territoriali insulari ed esponenti di associazioni e comitati, sono state apportate delle modificazioni al testo originario con l'obiettivo di evitare, ad esempio, che il termine insularità in Costituzione sia considerato solo come una mera fonte di svantaggio e di conseguenti ristori di tipo economico e finanziario.

Per tale ragione è stato inserito il riferimento al riconoscimento delle peculiarità delle isole, espressione che se intesa in un'accezione ampia, inclusiva della promozione delle specialità e non ad una mera presa d'atto, sottende una valorizzazione delle specificità di carattere culturale, storico e naturalistico di tali territori. Pertanto la Repubblica, che riconosce la particolare natura delle isole, si impegna a promuovere tutte le misure necessarie a valorizzare le peculiarità ed evitare che le stesse possano diventare fonte di svantaggi per i medesimi territori.

Si rafforza ancora di più, con questa riforma, il concetto che non basta la realizzazione di fondi perequativi senza vincoli di destinazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante, ma serve un atteggiamento non più volto esclusivamente al riequilibrio di sbilanciamenti esistenti, ma propositivo, nell'ottica dell'esaltazione delle peculiarità territoriali.

Pertanto, Presidente, auspico che quest'Assemblea si esprima all'unisono sul contenuto della proposta al nostro esame. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritta a parlare la senatrice Evangelista. Ne ha facoltà.

EVANGELISTA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, il disegno di legge costituzionale oggi in discussione è frutto di un lungo lavoro svolto in Commissione affari costituzionali in Senato, e colgo anzi l'occasione proprio per ringraziare il relatore Garruti per il risultato che si è riusciti a raggiungere.

Si tratta di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare, modificato in sede emendativa nel corso dell'esame in Commissione, volto a introdurre un comma aggiuntivo all'articolo 119 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

Alla luce dell'articolato ciclo di audizioni informali di costituzionalisti, rappresentanti di enti territoriali insulari, esponenti di associazioni e comitati, sono infatti state apportate modificazioni al testo originario, con l'obiettivo di evitare che il termine «insularità» in Costituzione sia considerato una mera fonte di svantaggio e di conseguenti ristori di tipo economico e finanziario.

Per questa ragione, essendo tra l'altro sarda e conoscendo in prima persona le particolarità di un territorio così geograficamente eterogeneo e singolare, ma strettamente legato alla propria storia, è stato inserito un riferimento al riconoscimento della peculiarità delle isole, espressione che, se intesa in un'accezione ampia, inclusiva della promozione delle specificità, e non legata a una mera presa d'atto, sottende a una valorizzazione delle specificità di carattere culturale, storico e naturalistico di tali territori.

Più nello specifico, la Costituzione del 1948 contemplava, al terzo comma dell'articolo 119, un puntuale riferimento all'insularità: le isole, percepite come realtà svantaggiate dal punto di vista geografico, economico e sociale, erano infatti destinatarie di contributi speciali da parte dello Stato centrale. Tuttavia, con la riforma del Titolo V, avvenuta nel 2001, tale riferimento costituzionale è stato eliminato e, con la modifica all'articolo 119, è stato inserito il principio del federalismo fiscale, con l'obiettivo di creare uno stretto legame tra le decisioni di spesa e di prelievo diretto ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, nel senso di favorire un'allocazione delle risorse pubbliche in termini di beni e servizi più rispondenti alle preferenze di coloro che sono chiamati a sostenerne il costo.

Il processo di attuazione dell'articolo 119 ha preso avvio con la legge delega del 2009, approvata, quindi, a distanza di circa otto anni dalla riforma costituzionale del Titolo V, che ha portato il Governo ad adottare una serie di decreti legislativi delegati e che recava - tra i principi e i criteri direttivi - la necessità di tener conto delle specificità delle realtà territoriali, con particolare riguardo alla realtà socio-economica, al deficit infrastrutturale, ai diritti della persona, alla collocazione geografica degli enti, alla loro prossimità al confine con altri Stati o con Regioni a statuto speciale, ai territori montani, alle isole minori, all'esigenza di tutela del patrimonio storico e artistico ai fini della promozione dello sviluppo economico e sociale.

Il riconoscimento dell'esigenza di un intervento pubblico in relazione ai disagi connessi all'insularità è contenuto anche in interventi legislativi successivi alla legge n. 42 del 2009, che sono stati diretti a specifiche realtà insulari quali la Sicilia e la Sardegna e non al complesso delle isole italiane. Mi riferisco, ad esempio, all'attribuzione di fondi alla Sardegna per garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei che consenta la riduzione dei disagi derivanti dalla condizione di insularità e che assicuri la continuità del diritto alla mobilità anche ai passeggeri non residenti, così come previsto dal decreto-legge n. 185 del 2015.

Penso anche all'istituzione di un comitato istruttore paritetico tra Stato e Regione nella legge di bilancio del 2018, per l'attuazione della procedura di riconoscimento alla Sardegna dello status di Regione insulare, fnalizzato alla definizione di sistemi di aiuto già previsti per le Regioni ultra-periferiche di altri Stati membri dell'Unione europea, individuate nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a cui sono riservate condizioni speciali nell'applicazione dei trattati.

Inoltre la legge di bilancio del 2020 è intervenuta nell'ambito del recepimento dell'accordo in materia di finanza pubblica del 7 novembre 2019 tra il Governo e la Regione Sardegna, rinviando ad una sede ad hoc la definizione della questione della compensazione dei costi dell'insularità. Cito poi il decreto fiscale, attualmente all'esame delle Commissioni riunite finanze e tesoro e lavoro, previdenza sociale del Senato, che attribuisce al comma 4 dell'articolo 14 finanziamenti da destinare alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità.

È un dato di fatto che le isole presentino intrinseche situazioni di svantaggio, che riguardano i trasporti e la connessione con la terraferma, l'ambiente e diversi ecosistemi fragili, esposti a costanti cambiamenti climatici, oppure la ridotta attività economica, comprensiva di turismo stagionale, pesca e agricoltura. È però al contempo impossibile negare il loro ruolo essenziale, leva per l'economia e la storia del nostro Paese.

In altri termini, data l'incidenza della condizione di insularità nello sviluppo di territori strategici come Sardegna e Sicilia, che determina maggiori costi di trasporto aereo, marittimo e terrestre di persone e merci, un problema al quale il Parlamento europeo ha già cercato di dare una risposta nel 2016, con la risoluzione 2015/3014 sulla condizione di insularità, diversi comitati di cittadini il 7 aprile 2018 hanno iniziato il processo di raccolta firme, volto a favorire la presentazione, all'interno del Parlamento italiano, di un disegno di legge costituzionale finalizzato a riportare il tema dell'insularità e delle pari opportunità dei cittadini residenti nelle isole al centro del dibattito nazionale. È un invito che dobbiamo accettare tutti, oggi, in questa Assemblea e che io stessa ho fatto mio, proprio per le mie origini sarde, anche con la presentazione di un disegno di legge a mia prima firma, volto ad istituire, per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, la circoscrizione elettorale della Sardegna.

Signor Presidente, concludo ribadendo che oggi dobbiamo ripartire dal riconoscimento effettivo della condizione di insularità, che deve passare dalla previsione costituzionale, per poi arrivare all'applicazione pratica delle politiche dell'Unione europea e di quelle nazionali. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Papatheu. Ne ha facoltà.

PAPATHEU (FIBP-UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, in Assemblea torniamo a parlare di un tema che riguarda il Sud e in particolare le isole, dopo che abbiamo iniziato il nostro percorso, nella XVIII legislatura, parlando delle isole minori. Ora stiamo discutendo di un tema che riguarda la Sicilia e la Sardegna, i cui problemi sono sicuramente macroscopici. Ho preparato un intervento, che leggerò e che è tarato sul livello intellettuale dei miei colleghi, ma voglio fare una piccola introduzione. Innanzitutto ringrazio il collega sardo, il senatore Floris, che mi ha coinvolto nel difficile percorso del riconoscimento dell'insularità, che ritengo costituisca quasi un prerequisito per lo sviluppo delle nostre Regioni, che sono appunto colpite dalla mancanza di tale riconoscimento. A dire il vero esso ci è stato tolto e questo argomento verrà affrontato nel corso del mio intervento.

Vorrei però raccontarvi in pillole cosa significa l'insularità.

Sono una viaggiatrice; come parlamentare ritorno periodicamente in Sicilia, ogni fine settimana, e quindi capisco bene cosa significa vivere in un'isola. Un'isola che ci vede lontani dalla terraferma (la Sardegna ancora di più), perché distanziati dal mare. Un mare che in inverno naturalmente ha forti oscillazioni, per cui i treni sono costretti a viaggiare anche in condizioni di scarsissima sicurezza perché, per percorrere il tragitto i viaggiatori vengono imbottigliati in vagoni letto o in auto e si devono affidare al Signore per arrivare sulla terraferma. Naturalmente chi viaggia sa bene le oscillazioni che subisce, sia quando si traghetta, sia quando si passa con la macchina. E questo quando va bene, perché poi, anche dal punto di vista degli investimenti in queste infrastrutture, è tutto un punto interrogativo. Alle volte le navi che ci devono portare sono ferme, altre volte sono insufficienti, come in estate. Si dirà che in estate si può traghettare comodamente, in venti minuti, ma non è vero, perché in estate il tempo delle attese diventa ancora più lungo, con chilometri e chilometri di fila che cominciano da Villa San Giovanni. Si tratta di chilometri di fila che ovviamente non sono assistiti da servizi igienici, perché chi si trova in queste file rimane bloccato in macchina a 40 gradi; i più fortunati hanno qualche bottiglietta d'acqua, che nel frattempo è diventata calda o bollente, altri, invece, organizzati per le ferie, magari portano borse termiche.

Questo è il folklore di ciò che oggi rappresenta il viaggio in Sicilia; un viaggio che, però, costa. Infatti, soprattutto oggi che la compagnia aerea ITA si è dimenticata della salvaguardia delle tratte sociali, il viaggio in Sicilia è affrontato da persone che, a differenza mia, non possono prendere mezzi inevitabilmente legati a spostamenti di treno, aereo o macchina, soprattutto oggi che il costo della benzina è ancora aumentato. Vi ricordo che il mio biglietto ferroviario, per esempio di un vagone cuccetta, costa dai 150 ai 200 euro e io viaggio spesso anche in seconda classe, perché non c'è posto (anche questo è un altro problema, dovendoci tutti trasferire con i treni o con i mezzi). Sugli aerei, peggio mi sento. Vedrete che durante tutto il periodo delle feste natalizie i più fortunati riusciranno a trovare un biglietto da 500, 400, 600 euro e su questo ovviamente invito tutti a una riflessione.

Il problema dell'insularità non può essere risolto sempre demandandolo ai Governi, con la richiesta di risorse economiche volte a colmare questo gap. Noi dobbiamo puntare al riconoscimento dell'insularità come condizione e prerequisito di sviluppo, soprattutto per sanare la competitività di queste Regioni rispetto ad altre. E questi sono i trasporti che vivo io, da pendolare; va peggio a chi deve trasportare gas, energia elettrica, a chi deve produrre e trasportare merci, a chi deve comprare materie prime. È un problema che deve essere affrontato una volta per sempre da questo Parlamento, affinché l'Europa riconosca la condizione che già la nostra Costituzione aveva riconosciuto.

Infatti, con la riforma del Titolo V della Parte seconda della Costituzione, approvata nel 2001, è stato soppresso il terzo comma dell'articolo 119, che prevedeva contributi speciali per valorizzare il Mezzogiorno e le isole. Si trattava di una norma voluta dai Padri costituenti per garantire l'unità territoriale e la coesione sociale, attraverso la tutela speciale di alcune aree del Paese economicamente più svantaggiate in ragione della loro collocazione geografica. Il riconoscimento dello svantaggio territoriale nasceva dalla volontà di garantire a tutti i cittadini italiani, ovunque fossero residenti, un'eguale prospettiva nel processo di crescita complessiva, in campo economico, sociale e culturale, fattori determinanti per lo sviluppo e per il futuro del Paese.

Il legislatore intendeva, quindi, favorire l'effettivo esercizio dei diritti fondamentali della persona e della collettività. È la stessa richiesta che oggi, attraverso il disegno di legge costituzionale all'esame dell'Assemblea del Senato, ci viene sollecitata da centinaia di migliaia di nostri cittadini. L'Assemblea costituente aveva ben presente, come sottolineato da Benedetto Croce, che le questioni meridionali post risorgimentali erano ancora aperte. Si riconobbe, infatti, lo statuto speciale per le isole maggiori ed interventi mirati, come quelli poi sostenuti dalla Cassa del Mezzogiorno. Lo Stato intendeva conciliare compiutamente l'unità territoriale e l'autonomia.

In questi anni purtroppo è venuta meno la questione dell'insularità ed è significativo il fatto che più di 200.000 cittadini, su tutto il territorio nazionale, si siano mobilitati per sottoscrivere e presentare alle Camere una proposta di legge costituzionale affinché la Repubblica italiana riconosca gli svantaggi strutturali derivanti dall'insularità e adotti le misure necessarie per rimuoverli.

Il riferimento all'insularità ovviamente non riguarda solamente la Sicilia e la Sardegna, ma si estende anche alle isole minori. In buona sostanza, colleghi, centinaia di migliaia di nostri concittadini - non soltanto quelli che vivono nelle splendide isole italiane - hanno rivelato al corpo legislativo gli svantaggi e le criticità propri di questa discontinuità territoriale, svantaggi che impediscono il godimento uniforme delle prestazioni dei diritti civili e sociali che sono propri della cittadinanza.

Vorrei evidenziare la circostanza che, dopo la Brexit, l'Italia è diventato il Paese europeo in cui risiede la maggior parte dei cittadini insulari: il 12 per cento della popolazione. L'ambizioso progetto di operare una ricognizione delle infrastrutture insulari, previsto dalla legge delega in materia di federalismo fiscale nel 2009 - la legge che a distanza di otto anni ha avviato un processo di attuazione della riforma dell'articolo 119 del Titolo V, in base al quale si sarebbero dovuti programmare interventi mirati per strutture sanitarie, scuole, reti stradali, autostrade, ferrovie, reti idriche, elettriche e di trasporto, distribuzione del gas, strutture portuali e aeroportuali - ancora non ha avuto piena attuazione. In conseguenza di ciò, i contributi mirati, con cui si dovrebbero finanziare i programmi pluriennali per gli interventi, non sono stati quantificati in modo congruo.

La formulazione del terzo comma dell'articolo 119, nella sua versione originaria, per taluni aspetti era analoga a quella del comma che il disegno di legge costituzionale al nostro esame vorrebbe aggiungere allo stesso articolo 119, reintroducendo il riferimento alla valorizzazione delle isole come finalità prioritaria dell'intervento statale. Tale riconoscimento verrebbe a costituire per i legislatori un vincolo da rispettare. Anche l'ordinamento dell'Unione europea prevede che alle Regioni ultraperiferiche possano essere destinati aiuti da parte degli Stati per superare la persistenza di tutti questi fattori che, sommati, recano un grave danno allo sviluppo del territorio. Si pensi alle misure per favorire la continuità territoriale, riconosciuta dalla stessa Unione europea come presupposto del diritto fondamentale di libertà di circolazione e di soggiorno.

Da tempo la Regione Sicilia ha chiesto al Governo interventi concreti per garantire ai siciliani il diritto alla continuità territoriale e superare gli svantaggi competitivi strutturali e permanenti che tale discontinuità comporta, anche se - colleghi - confido che, attraverso lo stanziamento di risorse adeguate, tale divario possa essere finalmente colmato; continuità territoriale a cui dobbiamo pensare anche in termini di attività di circolazione delle merci, che può essere compromessa da un'offerta insufficiente di servizi di trasporto.

La politica deve far sì che anche nei territori insulari siano favoriti lo sviluppo, l'insediamento di imprese e la realizzazione di infrastrutture moderne. È anche per questo che guardo con fiducia al PNRR.

Mi riservo di consegnare il testo integrale dell'intervento, auspicando che il disegno di legge al nostro esame sia approvato, perché consentirebbe un passo importante per riconoscere alle nostre splendide isole quello che meritano. (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

È iscritto a parlare il senatore Doria. Ne ha facoltà.

DORIA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, cari colleghi, la giornata di oggi è per me un momento di grande soddisfazione, in cui viene riconosciuto quanto per decenni è stato oggetto di battaglie da parte di chi mi ha preceduto, con l'obiettivo di perseguire quella felicità dei sardi che anche lo statuto del Partito Sardo d'Azione annovera da sempre tra i suoi obiettivi principali. È un partito che quest'anno ha compiuto cent'anni dalla sua nascita, che ha sempre sostenuto le battaglie autonomiste e identitarie, condividendo oggi con la Lega lo spirito federalista di sempre.

La Sardegna è un'isola fiera della sua cultura e storia millenaria, ma anche limitata nel suo sviluppo economico, oggi più di ieri, da quel gap rappresentato dall'insularità. Questa, se da un punto di vista filogenetico ha favorito le alchimie genomiche, che hanno fatto della Sardegna la terra dei centenari famosa in tutto il mondo, dall'altra ha determinato un'inaccettabile disparità nello sviluppo socioeconomico che va oggi colmata.

Tutte le isole, chi più chi meno, presentano situazioni di svantaggio che riguardano vari ambiti, primi fra tutti i trasporti e l'ambiente. In tema di trasporti, alla Sardegna occorre una vera continuità territoriale marittima ed aerea, duratura nel tempo e non legata a scadenze e proroghe che generano incertezze e diseconomie. La Sardegna, Regione a vocazione turistica, ha iniziato a vedere uno spiraglio di ripresa economica dopo il disastro determinato dalla pandemia e non ha certo bisogno dell'incertezza legata a un sistema di trasporti costoso, inadeguato e penalizzante.

Se è un dato inequivocabile il diritto dei sardi alla mobilità da e per la Sardegna al pari del resto degli italiani che vivono e si muovono nella Penisola, non da meno deve essere garantito il diritto a una continuità per le merci in entrata e in uscita dall'isola, che ridurrebbe il gap derivante dal costo dell'insularità, eterna palla al piede di chi decide di fare impresa in Sardegna. A tal fine abbiamo più volte richiesto ai vari Governi che si sono succeduti nel tempo una nuova continuità territoriale che abbatta i costi di trasporto per persone e merci, ma anche un sistema di trasporto con elevati standard di qualità che siano degni di un Paese civile. L'affidamento ai vettori delle rotte in continuità territoriale può reggersi, infatti, non solo con il criterio del basso costo, ma piuttosto su un'offerta complessiva che miri alla qualità del servizio, frequenza dei servizi e maggiori rotte. La qualità e il comfort offerto dai traghetti che solcano le rotte per la Sardegna e la Penisola devono servire come biglietto da visita del nostro comparto turistico e come primo giorno di vacanza per chi decide di trascorrere le ferie nella nostra terra.

Tuttavia, se la continuità marittima piange, quella aerea di certo non ride. La continuità aerea imposta alla Sardegna da Roma e da Bruxelles ha concesso di connettere i tre aeroporti sardi con i soli hub di Linate e Fiumicino. Ma, per una libera circolazione dei passeggeri e delle merci, con ovvio rilancio dell'economia, sarebbe invece necessario collegare i tre aeroporti principali sardi anche con gli aeroporti di altre realtà produttive del Paese. Da anni, però, il bando è bloccato al vaglio della Commissione europea, a causa di un'incomprensibile ipotesi di violazione delle regole del mercato che valgono per noi, ma non per la Corsica.

Dopo il suo insediamento, il presidente della Regione Christian Solinas, già membro di quest'Assemblea, in una situazione incerta per il mancato rinnovo del bando di continuità aerea fermo Bruxelles, ha dovuto affrontare uno dei più grandi crack economico-finanziari della storia dell'aviazione civile italiana, con il fallimento di Air Italy che, oltre ad aver messo sulla strada 1.500 dipendenti specializzati e le loro famiglie, ha anche lasciato il monopolio delle rotte ad Alitalia, che nei giorni scorsi ci ha salutato per sempre, travolgendoci fra scioperi e disservizi. Oggi si viaggia con Volotea, vettore low cost spagnolo, che assicurerà il servizio fino a maggio e poi non è dato saperlo. Viene proprio da dire che del domani non c'è certezza e lo sviluppo economico di un'isola non si può certo basare su questi presupposti.

In tema di ambiente, le isole sono state spesso caratterizzate da un ecosistema fragile, particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e a fenomeni quali l'erosione della costa, la siccità e la scarsità di risorse naturali, che si collega alla dipendenza energetica con la terraferma. Tale situazione suggerisce un intervento pubblico per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili e, più in generale, l'adozione delle misure volte alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici.

Alla luce di queste considerazioni oggi plaudo al disegno di legge costituzionale n. 865, d'iniziativa popolare, che mira a riconoscere il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità e introduce un comma aggiuntivo dopo il quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, in cui solennemente la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. La disposizione pone in capo alla Repubblica il compito di riconoscere la situazione di svantaggio e di provvedere alle necessarie misure attraverso l'individuazione delle relative risorse necessarie.

Per apprezzare la portata innovativa del disegno di legge in esame, desidero richiamare i contenuti dell'articolo 119 della Costituzione e in particolare il quinto comma, a cui si ricollega il provvedimento da un punto di vista contenutistico. In estrema sintesi, le modifiche all'articolo 119 introdotte nel 2001 hanno inserito l'autonomia di entrata e di spesa degli enti territoriali in quello che conosciamo come federalismo fiscale, corredata da un duplice sistema perequativo. Il quinto comma dispone in ordine a risorse statali aggiuntive nei confronti degli enti territoriali e all'effettuazione, da parte dello Stato, di interventi speciali in favore di tali enti, al fine di perseguire le seguenti finalità: promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, rimuovere gli squilibri economici e sociali e favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona.

Per un più efficace inquadramento del disegno di legge costituzionale in esame può essere di ausilio sottolineare, purtroppo, lo stato di parziale attuazione dell'articolo 119, che potrebbe aiutare a comprendere le ragioni di coloro che rilevano l'inadeguatezza del sostegno ai territori con vantaggi strutturali, tra i quali possono essere compresi quelli insulari.

L'articolo 119 prevede un sistema in cui l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa si collega a un duplice sistema perequativo: un primo senza vincolo di destinazione in favore degli enti territoriali con minore capacità fiscale per abitante, che è stato interpretato in sede attuativa come riferito a supportare le funzioni ordinarie degli enti territoriali; un secondo di carattere strutturale per scopi diversi rispetto all'esercizio normale delle funzioni.

In questo quadro, una completa attuazione dell'articolo 119, avrebbe potuto assicurare interventi mirati a contrastare lo svantaggio naturale dei territori insulari e garantire un'effettiva parità con i cittadini della terraferma nel godimento dei diritti individuali inalienabili. Oggi, con la modifica all'articolo 119, attraverso l'introduzione del nuovo comma più stringente, vogliamo solennemente sottolineare come il principio di insularità introdotto voglia tutelare i diritti di tanti italiani che non possono essere più calpestati ed è per questo che oggi con fiducia vi invito a sostenere questo disegno di legge. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Fenu. Ne ha facoltà.

FENU (M5S). Signor Presidente, proprio questa mattina, dalle pagine della «Nuova Sardegna», abbiamo appreso della notizia di una signora cinquantenne di Olbia che, costretta per un delicato intervento chirurgico a operarsi nel Nord Italia, ha riscontrato che l'unico mezzo disponibile per tornare ad Olbia in barella fosse la aeroambulanza. È stata così costretta a spendere quasi 10.000 euro per tornare a casa dalla sua famiglia. Le condizioni di salute di questa signora non le permettono di affrontare un lungo viaggio in mare. Inoltre, la compagnia aerea, a cui alcuni giorni fa sono state assegnate le rotte in continuità territoriale, ancora non fornisce servizi per i cittadini in barella, che sono spesso costretti ad andare in altre Regioni per sottoporsi a interventi chirurgici complicati, vista anche la difficile situazione sanitaria che stiamo vivendo proprio negli ultimi giorni in Sardegna. Questo è un esempio plastico e tangibile di cosa può significare vivere in un'isola.

Oggi siamo chiamati a esaminare un provvedimento molto importante e atteso da tanto tempo per il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità. Nel nostro Paese le isole sono oltre 800, di cui un'ottantina abitate e i cui residenti si trovano da sempre in una situazione oggettiva di diversità e di svantaggio rispetto al resto d'Italia. È pertanto necessario garantire loro una effettiva parità nel godimento e nel rispetto dei diritti previsti dalla nostra Costituzione.

Agli svantaggi che quotidianamente sono costretti a vivere i cittadini sardi e i cittadini isolani aggiungiamo, con il resto d'Italia e d'Europa, anche la mancanza di pari opportunità occupazionali, infrastrutturali, di sviluppo economico e di benessere. In Sardegna - ad esempio - occorre sviluppare e dare impulso a infrastrutture di qualità affidabili e sostenibili. Penso in particolare ai servizi ferroviari spesso obsoleti e con tempi di percorrenza troppo lunghi e nessun investimento significativo in vista.

Occorre anche sostenere lo sviluppo economico attraverso l'istituzione della ZES, una zona dotata di una legislazione economica di svantaggio di grande rilevanza, in virtù anche di numerosi benefici fiscali e delle misure di semplificazione previste che possono rappresentare un volano per la nostra economia, che paga un prezzo ancora troppo alto proprio per la sua insularità; svantaggio particolarmente evidente in un'epoca come quella attuale di forte interdipendenza geografica ed economica.

Proprio perché l'insularità condiziona spesso negativamente tutti gli aspetti della vita quotidiana dei propri cittadini, è necessario e urgente dare alle nostre isole un tangibile riconoscimento istituzionale e costituzionale. Lo Stato deve garantire pieni diritti e opportunità ai milioni di cittadini che abitano, studiano, lavorano e investono nelle nostre isole, ricordando sempre che queste persone sono costrette a convivere con tanti disservizi a cui fanno fronte con coraggio e determinazione.

Ritengo che quindi il disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare che ci apprestiamo ad approvare e che auspico trovi il consenso di tutti i colleghi oggi in quest'Aula vada nella giusta direzione. E ringrazio per questo risultato il comitato che ha promosso il disegno di legge e tutti i colleghi senatori sardi che non si sono risparmiati nel portare avanti, anche all'interno dei propri Gruppi, la stessa proposta.

Sia, quindi, data piena dignità costituzionale alle nostre meravigliose isole, affidando allo Stato il compito di rimuovere i troppi ostacoli che ancora condizionano la vita degli isolani. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Nella scorsa Conferenza dei Capigruppo, d'intesa con i Gruppi parlamentari, si è deciso di posticipare alla prossima settimana la replica dei relatori, le dichiarazioni di voto e il voto finale del provvedimento.

Rinvio pertanto il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Discussione e approvazione del disegno di legge:

(2305) Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti (Approvato dalla Camera dei deputati) (Collegato alla manovra finanziaria) (Votazione finale qualificata, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (Relazione orale) (ore 12,21)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2305, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il relatore, senatore Pittoni, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

PITTONI, relatore. Signor Presidente, il disegno di legge sui titoli universitari abilitanti, approvato in prima lettura alla Camera e che ha superato senza modifiche l'esame della Commissione istruzione al Senato, figura tra gli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che devono ottenere il via libera entro il 31 dicembre prossimo.

Il provvedimento attribuisce effetto abilitante ad alcune lauree ai fini dell'esercizio delle rispettive professioni. Nello specifico, l'esame finale per il conseguimento delle lauree magistrali a ciclo unico in odontoiatria e protesi dentaria, in farmacia e farmacia industriale, in medicina veterinaria, nonché della laurea magistrale in psicologia, abilita all'esercizio delle professioni rispettivamente di odontoiatria, farmacista, medico veterinario e psicologo.

Analogamente il conseguimento delle lauree professionalizzanti in professioni tecniche per l'edilizia e il territorio, in professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali e professioni tecniche industriali e dell'informazione ha effetto abilitante all'esercizio della professione di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. Inoltre, il possesso delle lauree magistrali in chimica fisica e biologia abilita rispettivamente all'esercizio delle professioni di chimico, fisico e biologico. Oltre alle menzionate lauree, il disegno di legge prevede che, con regolamenti di delegificazione, e quindi non più con legge, si possono rendere abilitanti all'esercizio delle professioni regolamentate ulteriori lauree.

Si tratta di un intervento organico con cui si estende ad altri ambiti professionali la misura avviata con l'articolo 102 del decreto cura Italia, che ha introdotto la laurea abilitante in medicina e chirurgia, consentendo di fornire una risposta immediata all'esigenza di fronteggiare le condizioni di criticità del Servizio sanitario nazionale in seguito all'emergenza pandemica. Ulteriori integrazioni saranno possibili al tavolo che il Governo si è impegnato ad attivare in tempi celeri per la revisione e l'aggiornamento della disciplina relativa all'accesso alle professioni regolamentate, dando seguito alle istanze provenienti da alcune professioni in un'ottica di completamento del quadro normativo di riferimento.

La legge non comporterà scavalcamenti, in quanto il dispositivo abilitante alla professione decorrerà non dall'entrata in vigore della norma, bensì dall'anno accademico successivo a quello in corso alla data di adozione dei decreti rettorali, cui è demandato l'adeguamento dei regolamenti didattici di ateneo, previo accreditamento dei corsi di studio abilitanti. Costituisce un primo tassello cui faranno seguito disposizioni attuative del Governo e delle università e la fase di accreditamento.

Coloro che hanno già conseguito il titolo in base ai previgenti ordinamenti didattici, o lo conseguiranno nel frattempo, per accedere alle rispettive professioni dovranno sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione. Tuttavia, l'articolo 6 dispone che siano assicurate modalità semplificate. La loro definizione sarà rimessa a uno o più decreti del Ministro dell'università, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale competente, sentite le rappresentanze nazionali del medesimo ordine o collegio.

Per gli studenti che hanno conseguito o conseguiranno la laurea magistrale in psicologia in base ai previgenti ordinamenti didattici non abilitanti, è prevista una specifica disciplina transitoria (articolo 7). L'abilitazione all'esercizio della professione di psicologo sarà acquisita previo superamento di un tirocinio pratico valutativo e di una prova pratica valutativa. Anche in questo caso la disciplina concreta è rimessa al decreto del Ministro dell'università. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritta a parlare la senatrice Saponara. Ne ha facoltà.

SAPONARA (L-SP-PSd'Az). Signora Presidente, le chiedo di poter allegare il testo del mio intervento al Resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso, senatrice Saponara.

Dichiaro chiusa la discussione generale.

Il relatore e il rappresentante del Governo non intendono intervenire in sede di replica.

Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo all'esame degli articoli, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.

Invito i presentatori a illustrare i loro emendamenti.

DRAGO (FdI). Signora Presidente, illustro l'emendamento 3.0.1.

Premetto che in Commissione sono già stati accolti due ordini del giorno. La prima è una proposta che viene dai giovani di Fratelli d'Italia, in merito all'immatricolazione nella facoltà di medicina e chirurgia: si chiede di immatricolare tutti coloro che ne facciano richiesta e di procedere a una selezione successiva, nel passaggio dal primo al secondo anno, con un test che tenga conto dei CFU raggiunti dagli studenti, con contenuti già conosciuti e circoscritti, al fine di valutare la loro reale preparazione.

L'altro ordine del giorno riguarda invece la figura dell'assistente sociale. L'emendamento in esame viene un po' a completamento e ci tengo a spiegarne il contenuto. In questo momento storico, in cui assistiamo a un incremento delle violenze ai danni delle donne (e non solo) e delle violenze a cui assistono ragazzi e bambini all'interno dei nuclei familiari, noi dovremmo potenziare la figura dell'assistente sociale, che negli anni ha avuto un'evoluzione. La categoria chiede di coprire il gap normativo nella formazione che si è venuto a creare nel passaggio dal decreto del 1999, che prevedeva la laurea magistrale (quindi il quinquennio), al decreto ministeriale n. 270 del 2004, che ha dato vita alla suddivisione tra la laurea triennale e la laurea specialistica biennale. Sostanzialmente in questo passaggio è intervenuto un decreto interministeriale che ha equiparato alcune classi di concorso che una volta includevano la laurea conseguita in cinque anni e quella conseguita con i primi tre anni nella facoltà di scienze politiche. Quindi, capite bene che la finalità è stata concorsuale, ma non si è coperto il vuoto relativo alla formazione.

Con l'emendamento 3.0.1 noi interveniamo sull'articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, affinché venga considerato l'articolo 23, permettendo ai nuovi laureandi di essere sottoposti a un esame, possibilmente da parte di personale specializzato appartenente all'albo degli assistenti sociali. Con questo tentativo si supererebbe un altro problema tutto italiano relativo alla figura dell'assistente sociale: la divisione, all'interno dell'albo, tra la sezione A e la sezione B, che invece a livello internazionale si considera in toto. Addirittura intervengono in questa direzione sia le linee guida relative agli standard educativi approvate dall'Associazione internazionale delle scuole di servizio sociale, sia la Federazione internazionale degli assistenti sociali.

Arrivo al dunque: è stata approvata in questa legislatura una serie di ordini del giorno in questa direzione, che però non hanno preso in carico tale figura.

Concludo sottolineando che al Ministero dell'interno la Divisione anticrimine, insieme al CNOAS e ad altre figure, sta stilando un protocollo di intervento nei casi di violenza anche sulle donne. È un'emergenza.

La richiesta che rivolgo all'Assemblea è di votare a favore di questo emendamento presentato da Fratelli d'Italia, così da promuovere un intervento immediato di rete per i servizi sociali, nei casi di violenza anche all'interno dei nuclei domestici. (Applausi).

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 1.0.2.

PITTONI, relatore. Invito a ritirare l'emendamento 1.0.2 e a trasformarlo in ordine del giorno.

BINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatrice Stabile, accoglie la proposta del relatore?

STABILE (FIBP-UDC). Ritiro l'emendamento e lo trasformo in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 2.4.

PITTONI, relatore. Invito a ritirare l'emendamento 2.4, altrimenti il parere sarà contrario.

BINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatore De Carlo, intende accogliere l'invito del relatore?

DE CARLO (FdI). No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 3.0.1.

PITTONI, relatore. Invito a ritirare l'emendamento, altrimenti il parere sarà contrario.

BINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatrice Drago, accoglie l'invito del relatore?

DRAGO (FdI). Signor Presidente, mantengo l'emendamento 3.0.1.

PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 4.0.2.

PITTONI, relatore. Invito a ritirare l'emendamento, altrimenti il parere sarà contrario.

BINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatore Iannone, accoglie l'invito del relatore?

IANNONE (FdI). Signor Presidente, mantengo l'emendamento 4.0.2.

PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 6.1.

PITTONI, relatore. Invito a ritirare l'emendamento, altrimenti il parere sarà contrario.

BINI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Senatore Iannone, accoglie la proposta del relatore?

IANNONE (FdI). Signor Presidente, mantengo l'emendamento 6.1.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1.0.2 non verrà posto ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dal senatore De Carlo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.1, presentato dalla senatrice Drago.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.2, presentato dai senatori Iannone e Barbaro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.1, presentato dai senatori Iannone e Drago.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 7.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 8.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione finale.

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, con il provvedimento in esame si realizza un intervento che gli studenti universitari dei corsi di studio in esso elencati chiedevano da tempo, domandandosi come mai in Italia non funzionasse come negli altri Paesi. Con l'approvazione del disegno di legge in esame si aggiungerà un ulteriore tassello a quella riforma nata nel pieno dell'emergenza pandemica quando, con la legge n. 18 del 2020, per far fronte alla carenza del personale medico venne introdotto il valore della laurea abilitante nell'ambito della laurea magistrale in medicina.

Dopo quel positivo precedente, era doveroso che si allargasse il potere abilitante agli altri corsi dell'area medico-chirurgica per l'esercizio delle professioni di odontoiatria, farmacista, veterinario e psicologo, così come per le professioni di tecnico agrario, geometra, perito agrario e perito industriale. Allo stesso tempo, il provvedimento prevede che in questi corsi di laurea un terzo dell'attività sia dedicato alla tecnica e ben due terzi alla parte pratica. È inutile sottolinearne l'importanza in un Paese in cui storicamente la formazione universitaria si è quasi sempre concentrata sulla parte teorica.

Altri due elementi degni di nota sono i seguenti. In primo luogo, questo in esame non è un provvedimento chiuso ad alcuni corsi di laurea: con l'articolo 4 viene conferita la possibilità ad altri ordini professionali e alle università di poter aderire in una seconda fase, con benefici per l'università che lo fanno adeguando i regolamenti dell'ateneo stesso. Il secondo elemento positivo è l'aver scongiurato un rischio, ossia la mortificazione degli ordini professionali. Questo disegno di legge ribadisce invece la loro importanza, ne rinnova il valore fondativo rispetto a professioni che richiedono qualità, deontologia, continuo aggiornamento professionale, nonché tutela dei cittadini dalle forme di esercizio abusivo o illegittimo.

Noi crediamo quindi davvero che questo provvedimento vada nella direzione, più volte auspicata, di ambiti professionali con meno colli di imbuto, con legame diretto, direi consequenziale, tra ottenimento di titoli di studio e l'esercizio della professione per cui si è studiato. Certo, non siamo davanti a norme che chiudono definitivamente la questione, perché - come abbiamo visto e ribadito più volte - le implicazioni sono numerose: basti pensare al grande impegno in termini di riforma che si chiede al sistema universitario.

In conclusione, abbiamo forte bisogno di puntare con ancor maggior vigore alla formazione ad alto livello sulla ricerca, per renderla elemento strutturale del sistema Italia, come lo ha ricordato bene il premio Nobel Giorgio Parisi. La strada intrapresa con questo provvedimento, che va concretamente incontro ai nostri giovani, alle studentesse e agli studenti, è sicuramente quella giusta. Pertanto, ribadisco volentieri il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie. (Applausi).

SBROLLINI (IV-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SBROLLINI (IV-PSI). Signor Presidente, Governo, colleghe e colleghi, cercherò di essere veloce e breve con la mia dichiarazione di voto, riservandomi eventualmente di consegnare il testo integrale.

Vorrei sottolineare l'importanza del disegno di legge che ci apprestiamo ad approvare oggi, proprio perché reca nuove norme che mirano a snellire e semplificare l'accesso ad alcune professioni, garantendo quindi agli studenti un accesso più rapido nel mondo del lavoro; dunque l'acquisto del titolo senza tempi di attesa, cancellando l'esame di Stato in alcune professioni proprio per garantire una maggiore concorrenza in alcuni settori. Non solo, il disegno di legge apre alla possibilità di ulteriori titoli universitari.

Già questa breve introduzione sarebbe sufficiente a cogliere la rilevanza di un simile provvedimento. Ci sono però due elementi di contesto che vorrei mettere in luce. Il primo elemento è lo stretto legame tra questo provvedimento e il PNRR: si tratta proprio di un lavoro importante di correlazione tra mondo universitario e mondo del lavoro. L'altro elemento, che desta più di una preoccupazione, deriva dai dati allarmanti che dichiarano ancora una volta che in Italia solamente il 19 per cento, nella fascia tra i venticinque e i sessantaquattro anni, ha un istruzione terziaria, a fronte della media segnalata dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che si aggira intorno al 37 per cento. Già questi dati allarmano non poco e ci interrogano su una valutazione complessiva dell'attuale sistema, anche a fronte di un sistema di lavoro che ricerca figure di professionisti sempre più specializzati.

Permettetemi però di ringraziare il relatore e tutte le colleghe e i colleghi della mia Commissione e di tutte le Commissioni che hanno lavorato sul testo, rivolgendo altresì un ringraziamento alla ministra Messa, che non si è limitata a ereditare un provvedimento dal precedente Esecutivo, ma ha posto le basi per un confronto in grado di ottenere i miglioramenti cui si è giunti nella fase di approvazione del provvedimento in Commissione.

Certamente, come la Ministra sa per esserci confrontati durante la Commissione, resta il rammarico che non siano state ascoltate pienamente le istanze provenienti da altri rappresentanti della società civile, che non trovano purtroppo spazio nella legge. Il Gruppo Italia Viva-PSI ha cercato di farsi portavoce di quelle esigenze e di quelle istanze; penso - ad esempio - alla proposta che avevamo avanzato in merito alla modifica dei requisiti di accesso all'esame di Stato per l'iscrizione all'ordine degli assistenti sociali o alla modifica della disciplina dell'albo professionale dei biologi.

Avremmo voluto maggiori margini di ascolto e di manovra, ma sono sicura - grazie anche alle parole di rassicurazione della Ministra in Commissione - che tali istanze troveranno comunque spazio in altri provvedimenti.

Vorrei poi infine sottolineare che non è minimamente intaccata la preparazione dei professionisti con il provvedimento al nostro esame, proprio perché si sceglie semplicemente di anticipare a una fase prodromica l'ingresso nel lavoro, e ancora di più non solo attraverso la puntuale verifica delle competenze tecniche e pratiche proprio dei professionisti stessi.

In conclusione, consideriamo il disegno di legge al nostro esame importante e lo voteremo con convinzione come Italia Viva-PSI, auspicando che il sistema si possa migliorare ancora di più e soprattutto si possa favorire un dialogo maggiore tra mondo dell'università e mondo del lavoro. (Applausi).

DRAGO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DRAGO (FdI). Signor Presidente, come ho già detto intervenendo poco fa, vorrei porre l'attenzione sulla figura dell'assistente sociale, anche perché in questo decreto-legge si parla degli interventi per rendere abilitanti facoltà per la maggior parte sostanzialmente tecniche. Ebbene, data l'emergenza educativa e la crisi che stiamo vivendo a livello sociale a seguito del lockdown e di tutta una serie di circostanze sulle quali non mi dilungo, sarebbe importante poter rendere abilitante anche questo tipo di formazione.

Vorrei sottolineare anche il fatto che Fratelli d'Italia è molto attenta al mondo dei giovani, quindi a permettere l'inserimento nel mondo del lavoro quasi nell'immediato dopo gli studi.

Vorrei fare una piccola postilla: questo tipo di intervento ha una sua importanza anche per quanto riguarda il tema dell'inverno demografico perché, se notiamo, lo spostamento dell'età di una primipara rispetto al picco della fertilità per una donna - che è di venticinque anni - è dieci anni dopo, proprio in seguito al percorso di studi e all'inserimento nel mondo lavorativo. Se, quindi, permettiamo a più corsi di laurea di divenire abilitanti, nella misura in cui ciò è possibile, capite bene come si interverrebbe anche anticipando i tempi che la natura detta.

Tornando agli assistenti sociali, vorrei citare alcuni degli ambiti in cui essi intervengono; hanno competenze imprescindibili come dimostrare un comportamento etico e professionale, dare valore e includere la diversità e la differenza, promuovere i diritti umani e la giustizia sociale, economica e ambientale; la valutazione, progettazione e implementazione dell'intervento sociale con individui, famiglie, gruppi, organizzazioni e comunità. Ripeto, a livello internazionale è già stata posta l'attenzione sull'importanza della figura, ma vorrei anche mettere in risalto che in questo momento, nella Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, stiamo lavorando sull'atto di Governo n. 296, recante Schema del V Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, al cui interno si parla di patti di comunità. Il termine comunità è stato spesso utilizzato dall'inizio della legislatura. Ecco, la figura dell'assistente sociale interviene.

A Catania ultimamente sono avvenuti vari casi di violenza contro le donne; abbiamo avuto diversi cosiddetti femminicidi; sono stati istituiti tavoli informali anche con figure apicali del territorio catanese, ed è emerso come l'intervento dei servizi sociali sia importante per coordinare e come, invece, l'intervento di alcune associazioni di tutela delle donne sia discutibile.

Ho appreso proprio personalmente un commento relativo al fatto che si attende la seconda telefonata prima che si possa intervenire nei confronti di chi chiede aiuto, e questo è assolutamente discutibile.

Concludo semplicemente evidenziando che nel corso dell'audizione del presidente del CNOAS Gazzi in 7a Commissione, si è messa in risalto l'importanza del tirocinio. Ebbene, dovete sapere che oggi il tirocinio viene svolto da volontari o a volte - risulta da segnalazioni - da professionisti radiati.

Quindi, se vogliamo implementare la formazione, come è già in molti casi, e l'equiparazione della laurea magistrale, prima della legge n. 270 del 2004, dobbiamo intervenire colmando questo gap - come vi dicevo era questo l'obiettivo dell'emendamento - che riguarda gli articoli 22 e 23 della legge n. 328 del 2001, permettendo l'esame e di completare lo studio dei tre anni. Altrimenti i laureati in scienze politiche, che hanno la loro formazione, anziché vederli, come nostri collaboratori o tra i nostri scanni, li vedremo fare gli assistenti sociali, senza averne la formazione adeguata.

In conclusione, il Gruppo Fratelli d'Italia, per la prospettiva che ho esposto in precedenza, volta a dare attenzione al mondo dei giovani, così come ha fatto Giorgia Meloni nell'altro ramo del Parlamento, voterà a favore del provvedimento in esame. (Applausi).

MALPEZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALPEZZI (PD). Signor Presidente, dovremmo definire il provvedimento al nostro esame come rivoluzionario e indubbiamente strategico. Abbiamo tante volte ascoltato i dati che indicano lo stato dei laureati in Italia e anche l'occupabilità dei nostri ragazzi che hanno una laurea. Questi dati non sempre si parametrano con i livelli e con i dati europei e dunque occorre provare a capire quali strategie poter mettere in atto per invertire questa tendenza. Per tanto tempo l'Italia è risultata un fanalino di coda a questo proposito e sappiamo che ci sono stati e ci sono anche problemi strutturali per quel che riguarda l'accesso all'università, ad esempio con riferimento al discorso delle tasse universitarie. Conosciamo inoltre il lavoro fatto nel corso di tutti questi anni, per migliorare e offrire maggiori possibilità.

In Italia mancavano però altri tasselli - li stiamo costruendo e quindi ora li avremo anche noi - per completare il quadro relativo al percorso di studi dei nostri ragazzi, che dopo il diploma scelgono appunto di proseguire gli studi. Da oggi si troveranno infatti un'opportunità in più: per alcuni percorsi, una volta laureati, avranno infatti la possibilità di inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. Prima invece, la presenza di tirocini, praticantati e diverse formule, li portava ad avere percorsi e tempistiche disomogenei e indubbiamente una maggiore difficoltà rispetto al resto dei loro "cugini" europei.

Il provvedimento oggi in esame e l'arrivo delle lauree abilitanti consentono dunque ai nostri ragazzi di avere un percorso chiaro, per l'accesso ad una serie di professioni. Tra l'altro trovo sia molto bello che questo percorso di crescita non solo offra la possibilità di raggiungere un ruolo e una figura professionalizzata - quindi, come si diceva una volta, di avere un mestiere in mano - ma che esso venga svolto fianco a fianco ai professionisti e agli ordini professionali. È dunque positivo che ci sia una sorta di collegamento, molto proficuo, tra il mondo dell'università e il mondo delle professioni. Si tratta di una cosa non così scontata in Italia, che è stata sperimentata tanti anni fa e che poi era rimasta lì; penso dunque che, coraggiosamente, il nostro Governo l'abbia voluta riprendere in mano, rendendola davvero strutturale, ampliando le opportunità e garantendo questo tipo di passaggio. Avremo quindi ragazzi che scelgono di avere una determinata professionalità e che, al termine del loro percorso di studi, se lo vedono riconoscere come abilitante all'esercizio della professione, accorciando quindi una parte del loro percorso complessivo, che viene svolta precedentemente, attraverso la bella collaborazione con il mondo delle professioni e del lavoro. Ritengo che questa sia dunque una ricchezza.

Sono contenta che questo ramo del Parlamento si trovi oggi ad affrontare, a poter votare, a rendere definitivamente legge questa opportunità per i nostri ragazzi. Sono altresì contenta che, nella prossima tabella di marcia, proprio questo ramo del Parlamento si troverà ad affrontare anche il percorso degli istituti tecnici superiori, che rappresentano un altro tassello fondamentale per poter avvicinare i nostri ragazzi al mondo del lavoro.

La ministra Messa, che vedo in Aula, ha già segnalato che, là dove in questo provvedimento, grazie al lavoro che la Commissione ha fatto, siano state segnalate piccole criticità, queste potranno essere recuperate quasi nell'immediato, con provvedimenti successivi che armonizzeranno tutto il sistema, mantenendo però la specificità dei percorsi che la legge che noi oggi votiamo in questa sede garantisce e struttura, ripeto, unendo il mondo dell'università al mondo delle professioni.

Vi chiedo solo di consentirmi una piccola nota di natura personale. Il Gruppo Partito Democratico già nella scorsa legislatura aveva provato ad affrontare questo tema; avevamo provato ad affrontarlo alla Camera con un disegno di legge sulle lauree professionalizzanti e abilitanti per i geometri: era una sorta di sperimentazione che già esisteva nel Paese e che noi volevamo rendere abilitante. Questo percorso è stato seguito, nella sua stesura in quegli anni, da una persona che è stata anche senatore e che abbiamo commemorato in quest'Aula, perché ci ha lasciato da qualche mese: Luciano Modica. Penso quindi che questa giornata sia significativa, perché un uomo che ha amato così tanto l'università, che è stato un innovatore e che ha voluto portare degli elementi nuovi nel sistema universitario, provando a essere un po' pioniere, sia anche lui parte di questo risultato che, grazie al lavoro della Ministra, del Governo e delle Commissioni, riusciamo a portare a casa. (Applausi).

CANGINI (FIBP-UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CANGINI (FIBP-UDC). Signor Presidente, ministro Messa, colleghi senatori, è di questi giorni il confronto, piuttosto vivace, tra il Governo e i sindacati sulla riforma delle pensioni, con i sindacati che, come è noto, avendo la prevalenza dei propri iscritti tra i pensionati, difendono la categoria e cercano di anticipare il più possibile il passaggio dal mondo del lavoro alla pensione e il Governo che si preoccupa necessariamente di tenere in equilibrio il sistema previdenziale e di creare le condizioni per colmare il gap dell'occupazione giovanile.

Sappiamo, per esperienza diretta (non che non fosse prevedibile quando la norma è stata varata), che quota 100, oltre ad aver avuto un impatto enorme sui conti pubblici (11 miliardi), non ha onorato l'impegno di creare quel vuoto di lavoratori in là negli anni perché fosse riempito in pari misura da giovani neoassunti. I dati dell'OCSE ci ricordano che la disoccupazione giovanile in Italia è superiore al 33 per cento (33,8 per cento). Allarme nell'allarme: nell'anno in corso questo divario rispetto all'anno precedente non si è accorciato, cosa che invece è accaduta in quasi tutti i Paesi dell'area OCSE. Siamo il Paese con il più alto tasso di abbandono scolastico. Siamo il Paese con il più basso tasso di giovani laureati. I dati di Almalaurea dello scorso anno ci dicono che oltre il 31 per cento dei laureati, a distanza di un anno dalla laurea, non ha ancora trovato un lavoro.

Ora, si può affrontare il tema con dei bonus, si può affrontare il tema pensando di abbassare la soglia dell'elettorato attivo (tesi originale, diciamo così, ma comunque legittima); il punto di vista di Forza Italia per quanto riguarda l'occupazione giovanile batte su tre elementi.

Il primo: evidentemente, se vogliamo creare occupazione, bisogna creare sviluppo: più l'economia si sviluppa, più posti di lavoro si creano, più cala la disoccupazione giovanile.

Investire sulla formazione universitaria e scolastica è una necessità e questo Governo lo sta facendo.

Il terzo punto è cercare di semplificare il più possibile l'accesso al mondo del lavoro per i giovani: è qui che va a battere questa norma, che è una piccola rivoluzione nel mondo del lavoro e consente di evitare una lunga attesa tra il momento della laurea e quello dell'abilitazione professionale, evitando quindi ai giovani di dover sostenere esami di stato per poter entrare legittimamente e a testa alta, nel mercato del lavoro, superando quella fase di passaggio che spesso viene sfruttata dal mondo dell'impresa, con stage o altro che non sempre servono ad arricchire il curriculum e l'esperienza professionale dei neolaureati, e consentendo che con l'esame di laurea ci sia al tempo stesso l'abilitazione professionale. Questo riguarda tante professioni, che mi piace elencare per chiarezza di chi ci ascolta: la professione di odontoiatra, di medico veterinario, di psicologo, di farmacista, di geometra, di agrotecnico, di perito agrario, di perito industriale, di chimico, di fisico e di biologo.

Si tratta, colleghi, della prima riforma ordinamentale proposta dal Governo al Parlamento nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La missione 4 è un grande cambiamento. Benedetto Croce diceva che per risolvere i loro problemi i giovani devono fare solo una cosa: aspettare. Aspettare di diventare, a loro volta, adulti. Erano altri tempi purtroppo, tempi in cui le aspettative di benessere crescente erano una sicurezza, in cui l'ingresso di un giovane nel mondo del lavoro, a maggior ragione se laureato, non incontrava difficoltà. I tempi sono cambiati purtroppo e dalla crisi del 2008 le aspettative di benessere crescente sono un lontano ricordo.

Sappiamo tutti (tutti quelli che hanno figli o nipoti) che tendenzialmente le condizioni di vita dei giovani oggi saranno peggiori rispetto a quelle che furono le condizioni di vita, di occupazione e di retribuzione dei loro genitori. Il tempo è forse il valore più prezioso di quest'epoca: consentire quindi ai giovani laureati di risparmiare tempo prima di accedere al mercato del lavoro è il regalo più grosso è più concreto che gli si possa fare. Non sarà questo a risolvere il tema della disoccupazione giovanile, ma sarà senz'altro questo a creare le condizioni perché quel gap tra noi e gli altri Paesi europei per quanto riguarda la disoccupazione giovanile progressivamente si accorci.

Per questo motivo il Gruppo Forza Italia-Berlusconi Premier voterà a favore del provvedimento al nostro esame. (Applausi).

LAFORGIA (Misto-LeU-Eco). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAFORGIA (Misto-LeU-Eco). Signor Presidente, voteremo a favore del provvedimento al nostro esame, intanto perché collocare nel cuore dell'agenda politica il tema della formazione universitaria, e segnatamente la questione di come rendere il rapporto tra la sfera dell'educazione e della formazione di uno studente o di una studentessa e il mondo del lavoro sempre più integrato ed efficace, è una scelta corretta e persino necessaria per un Paese che ha bisogno di compiere lo sforzo di immaginare se stesso nella stagione che si sta dispiegando davanti a noi.

In fondo, nel dibattito pubblico, anche un po' retoricamente, ci si chiede come sarà l'Italia del dopo pandemia. Non c'è sistema Italia che possa avere la speranza di un futuro per sé, senza che questa passi attraverso un investimento solido, inequivoco e determinato sul capitale umano, quello che possiamo considerare l'elemento principale che può rendere un Paese diverso da un altro, proprio perché ritrova la sua vocazione dentro la divisione internazionale del lavoro.

Si tratta, quindi, di una discussione di carattere generale che abbiamo il dovere di affrontare anche in relazione alle scelte che stiamo compiendo: penso a tutto il capitolo - per usare un'espressione che non lo contiene, proprio per la sua dimensione - del Piano nazionale di ripresa e resilienza e non solo. Su qualsiasi scelta che sta su questo terreno, almeno da parte dei senatori seduti in questa porzione dell'Emiciclo, ci sarà una grande disponibilità e soprattutto una grande curiosità, per capire in che modo riportiamo e ricollochiamo l'Italia in una dimensione più avanzata.

Inoltre voteremo a favore del provvedimento in esame per una questione di merito. Pensiamo infatti che rendere alcune classi di laurea immediatamente abilitanti all'esercizio della professione sia non solo un escamotage semplificativo (e di semplificazione abbiamo bisogno), ma sia qualcosa che rende più moderno e più contemporaneo il sistema della formazione universitaria e che ci mette nelle condizioni di dotarci di un obiettivo ambizioso, che è quello di stringere i bulloni nel rapporto tra i percorsi di formazione, i percorsi professionalizzanti e la professione, il mondo del lavoro. Tutto ciò sapendo naturalmente che intanto le classi di laurea, quindi i corsi di studio interessati da questa riforma, dovranno inevitabilmente farsi attraversare da un processo di rivisitazione persino molto radicale: non sarà, infatti, la stessa cosa formare uno studente o una studentessa che, anziché fare l'esame abilitante dopo la laurea, fa coincidere l'ultimo dei suoi esami esattamente con il passaggio in cui viene abilitato alla professione.

Pertanto, inevitabilmente, se non vogliamo fare qualcosa di finto, il percorso di studi di quella studentessa o di quello studente dovrà essere attraversato, informato da una modifica sostanziale e questo sarà il compito del sistema universitario e naturalmente di noi legislatori che dovremo accompagnare questo processo. Tutto ciò, però, anche sapendo che non basta questo strumento di semplificazione, che io ritengo utile: non è con un'etichetta più immediata e più rapida che ci si appiccica addosso che noi mettiamo i laureandi immediatamente nelle condizioni di poter esercitare fino in fondo la propria professione. Dico ovviamente una banalità: c'è bisogno di un meccanismo di accumulazione di esperienza, ma anche di tanta passione da parte degli studenti che scelgono una professione perché è quella che vogliono fare e non come alternativa residuale dei propri progetti di vita.

D'altro canto, avviandomi alla conclusione, abbiamo visto un anticipo di questa scelta in un momento drammatico della storia del nostro Paese, durante il picco della pandemia, quando sostanzialmente abbiamo permesso che gli studenti di medicina laureati potessero svolgere immediatamente un lavoro che è stato prezioso (per usare un eufemismo), che ci ha consentito di salvare vite umane, di tirarci fuori da una condizione di grande difficoltà. Quella scelta è stata felice nel dramma; mi perdoneranno i colleghi per l'ossimoro, ma di fatto si è trattato di questo, cioè di consentire a giovani donne e uomini di mettersi immediatamente nelle condizioni di poter svolgere una funzione in generale molto importante, in quel momento fondamentale per uscire dalla crisi sanitaria.

Pertanto, allargare questa possibilità ad altre classi di laurea mi pare una scelta sensata, che va nella giusta direzione, che rende il nostro sistema formativo universitario più adeguato, più all'altezza, più contemporaneo. Io penso che, proprio in fase di implementazione innanzitutto del Piano nazionale di ripresa e resilienza, occorra avere in mente esattamente questo obiettivo, cioè come riportiamo al centro della nostra agenda le questioni che riguardano in generale i percorsi di educazione e di formazione, la ricerca, l'innovazione, la scuola al centro della dell'agenda politica; inoltre, per ciascuno di questi tasselli fondamentali occorre avviare un processo di riforme che abbia l'ambizione di riportare questo Paese nel posto che merita, cioè nel futuro. (Applausi).

ALESSANDRINI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRINI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, la rilevanza del provvedimento in esame è testimoniata in primo luogo dal suo inserimento fra gli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che devono essere tassativamente approvati entro il 31 dicembre prossimo. Tale scadenza ha profondamente inciso sull'iter di questo disegno di legge, contrassegnato da un'urgenza che ha imposto scelte dettate dal senso di responsabilità. Mi riferisco alla scelta di approvare, in Commissione al Senato, il testo licenziato dalla Camera e di sottoporlo a questa Assemblea senza modifiche, al fine di accelerarne l'iter verso l'approvazione definitiva.

In virtù di quel senso di responsabilità che ha determinato e determina tutt'ora la presenza del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione in questo Governo, le osservazioni del nostro Gruppo all'attuale formulazione del provvedimento in esame sono state tradotte in ordini del giorno cui il Governo auspichiamo dia prontamente seguito, così come dovranno essere emanati i provvedimenti attuativi della legge in discussione. Occorrerà, inoltre, intervenire con tutte le modifiche normative che sarà necessario apportare, anche con riferimento al decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2001, n. 328, la cui riforma non appare più procrastinabile, alla luce dell'approvazione del provvedimento oggi all'esame di questa Assemblea.

Passando al merito del disegno di legge, è necessario ed urgente semplificare le procedure per l'abilitazione all'esercizio di alcune professioni regolamentate, facendo in modo che l'esame conclusivo del corso di studi universitario coincida con l'esame di stato, perché in tal modo si riducono notevolmente i tempi per accedere al mercato del lavoro. Fino ad oggi, il percorso per accedere ad una professione dopo la laurea sembra concepito come una gara ad ostacoli, a causa delle complesse pratiche burocratiche da espletare e dei tempi troppo lunghi che un giovane deve aspettare per vedere evase le varie richieste. Questo, oltre a costituire un disincentivo per la scelta professionale, finisce a volte per limitare i giovani nella costruzione del loro futuro, nel loro consolidamento come donne e uomini in grado anche di strutturare una propria famiglia.

Questo disegno di legge, ove venga attuato come auspichiamo e con i correttivi che si renderanno necessari, è un primo passo per permettere ai giovani di arrivare prima, di vedere concretamente realizzato il proprio futuro in tempi più rapidi ed offre loro la possibilità di scegliere come rapportarsi al mondo del lavoro e alla loro vita. La ratio legis condivisibile consiste quindi nell'arrivare, dopo anni di studi, ad un accesso più immediato, senza però tralasciare l'aspetto pratico e tecnico della formazione. Ciò è reso possibile dal momento che nei percorsi di studi interessati dall'intervento normativo viene garantita anche una preparazione qualificata sotto il profilo tecnico-pratico ed una verifica della stessa. Per conseguire tali obiettivi, è necessario che il mondo dell'istruzione interessato da questo provvedimento diventi a tutti gli effetti il pilastro delle professioni che si andranno a svolgere, con un'accelerazione di impronta pratica che possa costituire una vera anticipazione di quella attività che i giovani si accingono ad intraprendere.

Ci attendiamo, a tal fine, che si costituisca una vera ed efficace sinergia tra tutti i soggetti interessati, perché solo attraverso l'ascolto, lo scambio, la collaborazione di idee e l'esperienza di chi vive quotidianamente il mondo dell'istruzione e degli esponenti del mondo delle relative professioni si potrà realmente iniziare un percorso di cambiamento.

Ai dubbi sollevati riguardo al disegno di legge in esame relativi ad una disparità di trattamento, riteniamo che le disposizioni transitorie di cui all'articolo 6 costituiscano una risposta.

Per quanto sopra esposto, auspichiamo che il Parlamento approvi quest'atto in via definitiva ed annuncio il voto favorevole dei senatori del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione al provvedimento in esame. (Applausi).

CASTELLONE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, signora Ministra, colleghi, l'istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l'istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico o che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera o ancora che il figlio di un bracciante può diventare il Presidente di una grande Nazione. Queste erano le parole pronunciate dal Presidente di una grande Nazione, Nelson Mandela.

Istruzione e ricerca sono, infatti, i settori con il più alto fattore di rendimento eppure l'Italia ha tagliato in questi anni proprio in questi settori in cui non bisognerebbe mai smettere di investire. Ancora paghiamo cara sulla nostra pelle quella stagione di tagli praticati dal Governo Berlusconi nel 2008 (che ha tagliato un miliardo di euro al fondo ordinario per gli atenei e 8 miliardi alla scuola), dai Governi Monti, Letta e Renzi. Per effetto di questi tagli l'Italia è stato l'unico Paese dell'area OCSE che per ammortizzare la fase di maggiore recessione ha tagliato proprio in università e ricerca, in controtendenza rispetto invece a tutti gli altri Paesi più lungimiranti, Germania in testa, che in quei settori hanno investito.

I tagli, il blocco del ricambio generazionale, la concentrazione del sistema accademico in pochi poli, hanno fatto sì che il nostro corpo docente universitario sia ormai il più anziano d'Europa e che il 50 per cento del corpo docente delle nostre università sia costituito da personale precario. Tralascio i dottorati di ricerca, che sono stati ridotti del 40 per cento negli ultimi anni. Si tratta di veri e propri investimenti a perdere se pensiamo che per ogni dottore di ricerca l'Italia investe 400.000 euro e poi solo uno su tre dei nostri dottori di ricerca può lavorare in Italia.

Il Parlamento, però, è impegnato da tempo a invertire questa rotta e la legge che oggi stiamo approvando ha proprio lo scopo di semplificare l'abilitazione all'esercizio delle professioni rendendo le lauree abilitanti. Come è stato ricordato dai miei colleghi che sono intervenuti, in effetti già da inizio pandemia con il decreto cura Italia abbiamo reso abilitante la laurea in medicina e chirurgia perché in quei mesi avevamo bisogno di immettere risorse nel nostro Servizio sanitario nazionale, che era a corto di personale. (Applausi).

Oggi, dopo più di un anno dall'approvazione di quella legge, stiamo estendendo le lauree abilitanti ad altre discipline scientifiche quali, ad esempio, farmacia, chimica, tecnologie farmaceutiche, odontoiatria, medicina veterinaria, psicologia e diverse lauree tecniche in edilizia, in tecniche agrarie e forestali, tecniche industriali. Sono tutte lauree che già prevedono - questo è importante ricordarlo - un tirocinio di valore professionalizzante con un esame conclusivo del tirocinio, che da oggi costituisce anche l'esame di accesso all'esercizio della professione, proprio nel rispetto dell'articolo 3 della Costituzione e in continuità con la missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Grazie a questa semplificazione stiamo riducendo quel periodo che andava da sei a dodici mesi tra la laurea e l'abilitazione e stiamo velocizzando l'accesso dei nostri giovani al mercato del lavoro. Parliamo di professionisti in aree tecniche che saranno funzionali in ambito economico, di innovazione tecnologica, di transizione ecologica, di superbonus, di efficientamento energetico, di protezione dal rischio sismico e di sicurezza alimentare che serviranno al Servizio sanitario nazionale.

Era il quarto secolo avanti Cristo quando Diogene di Sinope diceva che le fondamenta di ogni Stato sono l'istruzione dei suoi giovani e, invece, per un decennio l'Italia ha ritenuto superfluo investire in istruzione. Il Parlamento, però, ha messo l'istruzione e la ricerca finalmente al centro dell'agenda politica. (Applausi).

In questi anni abbiamo lavorato su tre pilastri. Il primo è rafforzare il diritto allo studio: abbiamo innalzato la soglia ISEE al di sotto della quale non si pagano le tasse universitarie da 13.000 a 23.500 euro, per permettere a tutti gli studenti meritevoli di studiare all'università. (Applausi). Abbiamo colmato l'imbuto formativo dei giovani medici: nel 2018 avevamo solo 6.200 contratti di formazione specialistica, mentre oggi ne abbiamo 13.400. (Applausi). Stiamo lavorando alla riforma del dottorato di ricerca e ringrazio di nuovo la ministra Messa, perché le borse di dottorato sono passate da 9.000 a 20.000. Stiamo definendo un percorso pre-ruolo dei ricercatori, rendendolo finalmente meritocratico; infatti il disegno di legge n. 2285, in discussione in 7a Commissione, è già stato approvato alla Camera. Stiamo lavorando alla riforma degli istituti tecnici superiori e in legge di bilancio abbiamo previsto ingenti risorse in ambito di università e ricerca, per stabilizzare finalmente i tanti precari storici della ricerca e per permettere a tutti i giovani che scelgono questa strada di poter avere dei fondi per svolgere progetti innovativi.

Tutte queste misure sono indirizzate a realizzare quella visione di futuro che il MoVimento 5 Stelle ha ben chiara. (Applausi). La visione di un Paese che valorizza i giovani, che permette a tutti, soprattutto a chi proviene da famiglie in condizioni economiche svantaggiate, di studiare, realizzare i propri sogni e mettere a frutto i propri talenti. (Applausi). Un Paese che ha consentito a me, che sono figlia di un artigiano, grazie a borse di studio, di potermi laureare in medicina e oggi di sedere qui in Senato, dove difendo proprio il diritto allo studio e al riconoscimento del merito. (Applausi). Un Paese, Presidente, che deve tornare a correre partendo proprio dagli investimenti in ricerca. Per tutti questi motivi, annuncio con orgoglio il voto favorevole del Gruppo del MoVimento 5 Stelle. (Applausi).

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo mediante procedimento elettronico del disegno di legge, nel suo complesso.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

AIROLA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AIROLA (M5S). Signora Presidente, colleghi, il mio è un intervento significativo per tutta l'Assemblea. Desidero esprimere, qui nell'Aula del Senato della Repubblica, la mia e la nostra solidarietà a un giornalista che per il suo straordinario lavoro è stato ed è tutt'ora minacciato di morte dalla 'ndrangheta e dalle mafie del narcotraffico internazionale. La sua tutela è stata portata al massimo livello dalle Forze dell'ordine, ventiquattr'ore su ventiquattro.

Sigfrido Ranucci, vicedirettore di Rai 3 e direttore e conduttore di "Report" (Applausi), che ho conosciuto più di vent'anni fa, è sempre stato un giornalista caparbiamente determinato nella sua indagine, nella ricerca e nel raggiungimento della verità fattuale, con la massima onestà intellettuale e deontologica.

Lo dimostrano - credo - i potenti e tanti nemici che oggi mettono in pericolo di vita lui e tutta la sua famiglia. Credo che possa essere di esempio per tutti e non solo per il giornalismo investigativo, così come lo sono tutti i giornalisti sotto scorta minacciati dalla mafia.

Credo anche che «Report» possa essere valorizzato dall'azienda RAI e allocato in una più adeguata fascia oraria di primetime, visto che realizza uno share molto alto proprio per la sua qualità.

Rivolgendomi all'amministratore delegato Carlo Fuortes e alla presidente Marinella Soldi, manifesto inoltre la preoccupazione espressa anche dai giornalisti delle rubriche d'informazione per la nuova piega che ha assunto la riforma votata appena ieri dal Consiglio d'amministrazione della RAI sulla nuova formazione di dieci aree di gestione dei contenuti per l'informazione (e non solo) e sulla nomina di dieci nuovi direttori, che avranno un grande potere che potrà anche limitare la libertà editoriale di programmi d'informazione importantissimi come «Report».

L'appello è pertanto per la massima libertà di questi giornalisti e il massimo rispetto dell'informazione resa dal servizio pubblico italiano ai cittadini. (Applausi).

RUSSO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Giuseppe Gibboni, Alexander Gadjiev e Leonora Armellini: voglio che questi nomi risuonino in quest'Aula. A molti forse questi nomi non diranno nulla, ma il maestro Giuseppe Gibboni, a soli vent'anni, è il quarto italiano nella storia ad aver vinto la cinquantaseiesima edizione del Premio Paganini. Prima di lui, il prestigioso riconoscimento era stato attribuito agli italiani Salvatore Accardo nel 1958, Massimo Quarta nel 1991 e Giovanni Angeleri nel 1997.

Gibboni, nato nel 2001, si è diplomato a quindici anni con 10 e lode e menzione d'onore presso il Conservatorio di musica «Giuseppe Martucci» di Salerno, sotto la guida di Maurizio Aiello. Da lì, ha intrapreso una carriera luminosa, che l'ha portato qualche giorno fa a vincere il Premio Paganini.

Accanto al suo, c'è anche il grande risultato dei pianisti Alexander Gadjiev, ventisei anni, di Gorizia, e Leonora Armellini, ventinove anni, di Padova, che hanno vinto rispettivamente il secondo e quinto premio del prestigioso concorso pianistico internazionale «Fryderyk Chopin» di Varsavia. Il primo, nato nel 1994 a Gorizia in una famiglia di musicisti, ha iniziato lo studio del pianoforte a cinque anni e suona sui palchi più importanti al mondo, riscuotendo ampio successo e commenti positivi di critica. Leonora, classe 1992, dieci anni fa è stata premiata allo stesso concorso «Fryderyk Chopin» di Varsavia per la straordinaria musicalità e la bellezza del suono. Questa competizione, qualche giorno fa, l'ha vista vincere un quinto premio, che vale oro, consentendole di approdare alla finale di uno dei concorsi più importanti al mondo.

Oggi voglio dedicare questo intervento di fine seduta proprio a loro, ai nostri ragazzi che portano l'arte italiana in giro per il mondo e a tutti i musicisti che con tenacia, perseveranza e abnegazione ci rendono orgogliosi di essere italiani. C'è però un solo rammarico, che è insieme anche un impegno: alla notizia dei prestigiosi premi vinti dai nostri connazionali non è stato dedicato abbastanza tempo da parte dei canali d'informazione. È un peccato non celebrare successi di tale portata e perdere l'occasione per avvicinare giovani e meno giovani alla musica. Voglio allora pensarci io, facendo risuonare i loro nomi in quest'Aula solenne e ringraziando questi tre ragazzi. Allo stesso tempo, va preso anche un impegno: che il diritto all'arte sia garantito a tutti i ragazzi e non solo ai figli dei musicisti, così come ci detta la nostra Costituzione. Questo è un impegno che dobbiamo assumere insieme in quest'Aula. (Applausi).

FERRERO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRERO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo oggi per sollecitare risposte sulla grave situazione e denunciare le gravi difficoltà in cui versa il personale di Polizia penitenziaria nel carcere di Torino, che, sottoposto a turni massacranti, è al limite delle forze.

Tale situazione è stata denunciata il 19 ottobre congiuntamente dalle sigle sindacali Sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe), Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria (OSAPP), Unione italiana lavoro-pubblica amministrazione (UILPA), Sindacato nazionale autonomo Polizia penitenziaria (Sinappe), Federazione nazionale sicurezza-Confederazione italiana sindacati lavoratori (FNS CISL), Coordinamento nazionale Polizia penitenziaria (CNPP) e Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL) ed è stata fatta oggetto di un'interrogazione presentata dal senatore Bergesio, sottoscritta anche dai colleghi piemontesi, senatori Casolati, Montani e Pianasso, e da me. I toni del comunicato congiunto sono preoccupanti. I sindacati denunciano: siamo nel caos più totale.

Sottolineo che già in passato abbiamo presentato diverse interrogazioni sulla disorganizzazione e sul disagio del personale di Polizia penitenziaria, in particolare di quello che opera nel carcere di Torino. L'ultima è del 21 settembre, a firma mia e di altri colleghi, ma le segnalazioni e i comunicati ormai congiunti di tutte le sigle sindacali continuano ad arrivare giornalmente. Questo significa che le forze della Polizia penitenziaria sono arrivate allo stremo. Tensione, stanchezza e stress psicofisico, già evidenziati ad alti livelli nei mesi passati, si sono visti ulteriormente aggravati a ottobre per mancanza di personale, richiami in servizio nonostante i riposi programmati e i turni cambiati o completamente stravolti senza preavviso. Addirittura, sembra che potrebbero essere a rischio le imminenti ferie del periodo natalizio. Nel carcere di Torino, quindi, il personale è allo stremo, tanto che si prospetta un incremento della pericolosità per tutti, e la salute del personale di Polizia penitenziaria femminile e maschile è a serio rischio.

Il tema della riforma della giustizia è stato anteposto nelle scelte del Governo in tema di PNRR e ci è ben nota la sensibilità del ministro Cartabia sull'argomento, che sollecitiamo quindi a un pronto intervento non solo nei piani futuri, ma anche e soprattutto nell'immediato, nel carcere di Torino, ma anche in tutta Italia. È recentissima la notizia di sette agenti di Polizia penitenziaria feriti e intossicati a Como, a causa della reazione violenta e incendiaria di un detenuto; gli episodi non si contano più.

Chiediamo quindi di aumentare l'organico della Polizia penitenziaria, magari già in occasione della prossima legge di bilancio. (Applausi).

ZAFFINI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, vorrei sollecitare la risposta all'interrogazione 3-02716, che abbiamo depositato il 15 luglio scorso durante la seduta n. 347, avente ad oggetto l'obsolescenza degli impianti per la radioterapia oncologica. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza viene stabilita la sostituzione di ottantadue di questi impianti, ma gli studi al riguardo denunciano la necessità di sostituirne rapidamente almeno duecento, in quanto assolutamente obsoleti, perché vecchi di più di dieci anni (e aggiungo che in questo lasso di tempo la tecnologia nell'impiantistica per la radioterapia oncologica ha fatto passi da gigante).

Evidentemente, a tutta questa problematica si aggiunge l'enorme numero di prestazioni rimaste in sospeso a causa della pandemia (e soprattutto, in questo caso, trattamentali e diagnostiche).

Emerge quindi la necessità di capire dove sono ubicati questi impianti, come si è fatto a individuarne ottantadue e non duecento o altri quantitativi, quali sono le Regioni che riceveranno il beneficio della loro sostituzione e soprattutto se verrà utilizzata la tecnologia è quella di ultima generazione, che dà modo di effettuare in una giornata di lavoro un numero di prestazioni dieci volte superiore rispetto alla vecchia impiantistica.

Questo evidentemente tornerebbe molto utile nel momento in cui, com'è noto, abbiamo da recuperare oltre 10 milioni di prestazioni rimaste sospese, tra diagnostiche e trattamentali, nel periodo drammaticamente coperto dall'emergenza Covid-19. (Applausi).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 2 novembre 2021

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì 2 novembre, alle ore 15, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 13,36).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (2381) (V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (2381) (Nuovo titolo)

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

N.B. Approvato, con modificazioni al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1. Cfr. anche Elenco cronologico dei Resoconti, seduta n. 371.

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Misure per il rafforzamento della lotta attiva e dei dispositivi sanzionatori e modifiche alla legge 21 novembre 2000, n. 353)

1. Alla legge 21 novembre 2000, n. 353, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2:

1) la rubrica è sostituita dalla seguente: « Definizioni »;

2) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: « 1-bis. Per incendio di interfaccia urbano-rurale si intende quella tipologia di incendi boschivi che interessano zone o aree nelle quali sussiste una interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali, laddove il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono, potendo venire rapidamente in contatto, con la possibile propagazione di un incendio originato da vegetazione combustibile. »;

b) all'articolo 3, comma 3:

1) dopo la lettera c) è inserita la seguente: « c-bis) le aree trattate con il fuoco prescritto; »;

2) alla lettera f), dopo le parole « le azioni » sono inserite le seguenti: « e gli inadempimenti agli obblighi », e dopo le parole « di incendio boschivo di cui alle lettere c) e d) » sono aggiunte le seguenti: « , nonché di incendi di interfaccia urbano-rurale »;

3) alla lettera l), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: « , anche di incendi di interfaccia urbano-rurale »;

c) all'articolo 4:

1) al comma 1, dopo le parole « lettere c) » sono inserite le seguenti: « , c-bis) »;

2) dopo il comma 2 è inserito il seguente: « 2-bis. Gli interventi colturali di cui al comma 2 nonché quelli di cui all'articolo 3, comma 3, lettera l), comprendono interventi di trattamento dei combustibili mediante tecniche selvicolturali, inclusa la tecnica del fuoco prescritto intesa come applicazione esperta di fuoco su superfici pianificate, attraverso l'impiego di personale appositamente addestrato all'uso del fuoco e adottando prescrizioni e procedure operative preventivamente definite con apposite linee-guida definite dal Comitato tecnico che provvede all'istruttoria del Piano nazionale di coordinamento per l'aggiornamento tecnologico e l'accrescimento della capacità operativa nelle azioni di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. »;

d) all'articolo 7:

1) al comma 1, dopo la parola « con » sono inserite le seguenti: « attrezzature manuali, controfuoco e »;

2) al comma 6, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: « Le regioni sono autorizzate a stabilire compensi incentivanti in misura proporzionale ai risultati conseguiti in termini di riduzione delle aree percorse dal fuoco. »;

e) all'articolo 10:

1) al comma 1, settimo periodo, dopo le parole « il pascolo e la caccia » sono aggiunte le seguenti: « ed è, altresì, vietata, per tre anni, la raccolta dei prodotti del sottobosco »;

2) al comma 2, dopo il primo periodo, sono inseriti i seguenti: « Ai fini di cui al primo periodo i comuni possono inoltre avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, del supporto tecnico messo a disposizione da ISPRA mediante il Sistema nazionale di Protezione dell'Ambiente, o da altri soggetti muniti delle necessarie capacità tecniche. La superficie percorsa dal controfuoco non rientra nel perimetro finale dell'incendio e in relazione ad essa non si applicano le sanzioni previste per le aree oggetto di incendio. »;

3) al comma 3, è aggiunto, infine, il seguente periodo: « Nel caso di trasgressione al divieto di pascolo di cui al presente comma è sempre disposta la confisca degli animali se il proprietario ha commesso il fatto su soprassuoli delle zone boscate percorsi da incendio in relazione al quale il medesimo è stato condannato, nei dieci anni precedenti, per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, del codice penale. »;

4) al comma 5, è aggiunto, infine, il seguente periodo: « Nelle medesime aree sono, altresì obbligatori gli adempimenti individuati ai sensi del medesimo articolo 3, comma 3, lettera f), il cui inadempimento può determinare, anche solo potenzialmente, l'innesco di incendio. ».

2. Il Ministero dell'interno comunica alle Camere e pubblica sul proprio sito istituzionale, annualmente, le informazioni relative al numero e alla localizzazione delle denunce effettuate per le trasgressioni ai divieti previsti dall'articolo 10 della legge 21 novembre 2000, n. 353, e per le condanne riportate per il reato di incendio boschivo di cui all'articolo 423-bis del codice penale, oltre che le risultanze delle attività di cui all'articolo 2, comma 3, del presente decreto.

3. Le informazioni di cui al comma 2 sono fornite dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero dell'interno - Dipartimento della pubblica sicurezza, dal Ministero della giustizia, dal Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri e dai comandi dei Corpi Forestali delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, per quanto di rispettiva competenza, entro il 30 marzo di ogni anno, con modalità idonee alla relativa pubblicazione e prive di dati personali sensibili.

4. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione dei commi 2 e 3 con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

5.2

De Petris, Buccarella, Ruotolo

Ritirato

  Al comma 1, lettera a), dopo il numero 1) inserire il seguente:

        «1-bis) al comma 1, aggiungere infine le parole: "nonché l'incendio in "area agricola ad alto rischio", ovvero in quelle aree in cui insistono residui di colture erbacee presenti dopo la mietitura (stoppie)."».

5.3

Nugnes, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera a) sostituire il numero 2) con il seguente:

        «2) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: "1-bis. Ai fini della pianificazione operativa regionale contenuta nel piano di cui all'articolo 3, per zone di interfaccia urbano-foresta si intendono le zone, aree o fasce, nelle quali l'interconnessione tra le abitazioni o altre strutture antropiche e le aree naturali o la vegetazione combustibile è molto stretta"».

5.4

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera a), punto 2), sostituire le parole: «Per incendio di interfaccia urbano-rurale si intende quella tipologia di incendi boschivi che interessano zone o aree nelle quali sussiste una interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali, laddove il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono, potendo venire rapidamente in contatto, con la possibile propagazione di un incendio originato da vegetazione combustibile.» con le seguenti: «Ai fini della pianificazione operativa regionale contenuta nel piano di cui all'articolo 3, per zone di interfaccia urbano-rurale si intendono  le zone, aree o fasce, nelle quali l'interconnessione tra le abitazioni o altre strutture antropiche e le aree naturali o la vegetazione combustibile è molto stretta.».

5.1 (testo 2)

La Commissione

Approvato

 Al comma 1, lettera b) punto 2) sostituire le parole: «nonché di incendi di interfaccia urbano-rurale», con le seguenti: «nonché di incendi in zone di interfaccia urbano-rurale».

5.9 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera b), numero 3), sostituire le parole «anche di incendi di interfaccia urbano-rurale», con le seguenti: «anche di incendi in zone di interfaccia urbano-rurale».

5.11

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera c), numero 2), dopo le parole: «interventi di trattamento dei combustibili mediante tecniche selvicolturali» inserire le seguenti: «ai sensi dell'articolo 3, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34.»

5.12

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, lettera c), al numero 2) sopprimere le parole: «inclusa la tecnica del fuoco prescritto intesa come applicazione esperta di fuoco su superfici pianificate» e aggiungere in fine le seguenti parole: «Gli interventi predisposti secondo la tecnica del fuoco prescritto, intesa come applicazione esperta di fuoco su superfici pianificate, sono posti sotto il controllo e la gestione congiunti dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri Forestali.».

5.13 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera c), numero 2), dopo le parole: «contro gli incendi boschivi.» aggiungere il seguente periodo: «Fino alla data di entrata in vigore delle linee-guida restano valide le procedure e prescrizioni eventualmente già definite in materia dai piani regionali di cui all'articolo 3 della legge 21 novembre 2000, n. 353».

5.18 (testo 3)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera c), numero 2), aggiungere, in fine, i seguenti periodi:

        «Al fine di stabilire la priorità di interventi urgenti necessari per prevenire e mitigare i danni conseguenti agli incendi nelle aree più esposte al rischio idrogeologico e idraulico, oltre alle richiamate tecnologie di monitoraggio del territorio, si possono utilizzare rilievi diretti di campo eseguiti da tecnici esperti, in modo da poter individuare gli effettivi livelli di rischio. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione del presente comma con le risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

5.25

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera c), aggiungere il seguente capoverso:

        «2-ter. I piani antincendio boschivo ed i piani operativi nazionali approvati nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali 2021/ 2027 finalizzati alla sicurezza ed all'incolumità dei territori e delle persone devono coordinarsi con i documenti previsti all'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2018 n 34.».

5.21

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera c), dopo il numero 2) inserire il seguente:

       «2-bis) L'adozione degli interventi colturali di cui al comma 2 e 2-bis è comunque subordinata all'adozione di altre pratiche meno invasive e di ridotta pericolosità e in ogni caso è autorizzata, da parte dell'autorità procedente, sulla base di un provvedimento amministrativo che motivi adeguatamente le ragioni della impossibilità di ridurre il rischio di incendio mediante l'adozione di differenti pratiche.».

5.22

L'Abbate, Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera c), dopo il numero 2), aggiungere il seguente:

        «2-bis) al comma 3, dopo le parole "aree boscate", sono aggiunte le seguenti "e a soggetti del Terzo Settore regolarmente iscritti all'Elenco nazionale del Volontariato di protezione civile di cui alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 novembre 2012».

5.26 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera c), dopo il punto 2), inserire il seguente: «3) dopo il comma 2 è inserito il seguente: "2-ter. Gli interventi colturali di cui al comma 2 nonché quelli di cui all'articolo 3, comma 3, lettera l), devono tenere conto delle specificità delle aree protette o di habitat di interesse conservazionistico."».

5.27

Di Girolamo, L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera d), numero 2) sostituire le parole: «dal seguente» con le seguenti: «dai seguenti».

        Conseguentemente aggiungere, in fine, i seguenti periodi:

        «Le Regioni, nelle fasi di aggiornamento del Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi fanno richiesta ai sindaci, di far elaborare e pervenire entro il semestre antecedente la data di scadenza del piano in vigore, specifici piani di emergenza per gli insediamenti e impianti turistici, anche temporanei, ubicati in prossimità di aree boscate o comunque suscettibili all'innesco. I Comuni, per le finalità di cui al precedente comma, possono consultare anche le Comunità Montane, ove presenti, nonché i rappresentanti delle categorie turistiche che partecipano alle attività di prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi.»

5.29 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera d) numero 2) le parole «sono autorizzate a stabilire» sono sostituire dalla seguente: «stabiliscono, con proprie risorse disponibili a legislazione vigente,»

5.30

Bergesio, Vallardi, Sbrana, Rufa, Zuliani, Pazzaglini, Bruzzone, Arrigoni, Testor

Ritirato

Al comma 1, lettera d), numero 2), aggiungere in fine il seguente periodo: «, nonché in termini di prevenzione incendi da parte delle imprese agricolo-forestali.».

5.31

Taricco

Ritirato

Al comma 1, lettera d), numero 2), aggiungere in fine il seguente periodo: «, nonché in termini di prevenzione incendi da parte delle imprese agricolo-forestali.».

5.32

Durnwalder, Steger, Unterberger, Laniece

Ritirato

Al comma 1, lettera d), numero 2), aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, nonché in termini di prevenzione incendi da parte delle imprese agricolo-forestali.».

5.33

La Pietra, Nastri

Respinto

Al comma 1, lettera d), numero 2), aggiungere in fine le seguenti parole: «, nonché in termini di prevenzione incendi da parte delle imprese agricolo-forestali.».

5.34

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera d) inserire la seguente:

      «d-bis) all'articolo 8, al comma 4 aggiungere in fine il seguente periodo "Nell'immediatezza dell'evento incendio il ruolo di DOS (Direttore Operazioni di Spegnimento) può essere attribuito a un Carabiniere Forestale nelle regioni ordinarie o a un dipendente del Corpo Forestale regionale/provinciale nelle regioni autonome.";».

5.35

Caligiuri, Gallone

Ritirato

Al comma 1, lettera e), al numero 1) premettere il seguente:

     «0.1) al comma 1, primo periodo, le parole "quindici anni" sono sostituite dalle seguenti: "venti anni";».

5.36

Papatheu

Ritirato

Al comma 1, lettera e), sopprimere il numero 1).

5.38

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo

Respinto

Al comma 1, lettera e) sostituire il numero 1) con il seguente:

        «1) sostituire il comma 1 con il seguente:

        "1. Le zone boscate, le aree forestali ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non potranno più avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio.

        È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell'atto. Nei comuni sprovvisti di piano regolatore è assolutamente vietata ogni edificazione su area boscata o forestale percorsa dal fuoco. È inoltre vietata sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dalla direzione generale competente in materia del Ministero dell'ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate e delle aree forestali percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia ed è, altresì, vietata, per tre anni, la raccolta dei prodotti del sottobosco. I contratti che costituiscono diritti reali di godimento su aree e immobili situati nelle zone di cui al primo periodo stipulati entro due anni dal fatto sono trasmessi, a cura dell'Agenzia delle entrate, entro trenta giorni dalla registrazione, al prefetto e al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente. La disposizione di cui al periodo precedente si applica anche con riguardo ai contratti di affitto e di locazione relativi alle predette aree e immobili."».

5.42

De Petris, Buccarella, Ruotolo

Respinto

Al comma 1 lettera e) sostituire il numero 1) con il seguente:

        «1) al comma 1, settimo periodo, dopo le parole "soprassuoli delle zone boscate" sono aggiunte le seguenti "e non boscate" e dopo le parole "il pascolo e la caccia" sono aggiunte le seguenti: "ed è, altresì, vietata, per tre anni, la raccolta dei prodotti del sottobosco".»

5.45

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera e), numero 1), dopo le parole: «settimo periodo» inserire le seguenti: «dopo le parole "limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate" inserire le seguenti "e forestali, dei cespuglieti, delle praterie naturali e seminaturali, nonché ad una fascia contigua alle aree medesime, le cui dimensioni sono stabilite dalla regione caso per caso in funzione delle superfici incendiate e"».

5.48

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera e), numero 1), aggiungere infine le seguenti parole «e ovunque ricorra, dopo la parola "boscate" inserire le seguenti: "o aree forestali"» nonché aggiungere, infine, il seguente periodo:

        «il presente comma si applica anche a una fascia contigua alle medesime aree, percorse dal fuoco, le cui dimensioni sono stabilite caso per caso in funzione delle superfici incendiate, della loro distribuzione e delle caratteristiche ambientali delle aree circostanti, in quanto l'esercizio dell'attività venatoria a carico di talune specie rappresenta un ulteriore motivo di aggravamento delle condizioni demografiche delle popolazioni interessate. A tal fine si prescrive alle Regioni e alle amministrazioni competenti di attivare specifiche iniziative di monitoraggio soprattutto a carico delle popolazioni di fauna selvatica stanziale o nidificante, potenzialmente oggetto di prelievo venatorio, procedendo all'adozione di misure di limitazione del prelievo stesso.»

5.47

Taricco

Ritirato

Al comma 1, lettera e), numero 1), aggiungere in fine il seguente periodo: «Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano all'imprenditore agricolo proprietario o gestore della superficie se estraneo all'evento.».

5.49

Bergesio, Vallardi, Sbrana, Rufa, Zuliani, Bruzzone, Arrigoni, Pazzaglini, Testor

Ritirato

Al comma 1, lettera e), numero 1), aggiungere in fine il seguente periodo: «Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano all'imprenditore agricolo proprietario o gestore della superficie se estraneo all'evento.».

5.50

La Pietra, Nastri

Respinto

Al comma 1, lettera e), numero 1), aggiungere in fine il seguente periodo: «Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano all'imprenditore agricolo proprietario o gestore della superficie se estraneo all'evento.».

5.51

Durnwalder, Steger, Unterberger, Laniece

Ritirato

Al comma 1, lettera e), dopo il numero 1), inserire il seguente:

        «1-bis) Le disposizioni di cui al comma 1, non si applicano all'imprenditore agricolo proprietario o gestore della superficie se estraneo all'evento.».

5.52

Pavanelli, L'Abbate, Vanin

Ritirato

Al comma 1, lettera e), dopo il numero 1) aggiungere il seguente:

        «1-bis) Al comma 1, sostituire le parole "quindici anni" ovunque ricorrono, con le seguenti "venti anni"».

5.53

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, alla lettera e), dopo il numero 1) inserire il seguente:

«1-bis) dopo il settimo periodo inserire il seguente: "È altresì vietato, per tre anni, il pascolo nelle aree non boscate percorse dal fuoco"».

5.54 (testo 3)

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera e), sostituire il numero 2) con il seguente:

        «2) al comma 2, dopo il primo periodo, è inserito il seguente: "I comuni, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, possono avvalersi, ai fini di cui al primo periodo, del supporto tecnico messo a disposizione dalle strutture organizzative della Regione o da altri soggetti nel medesimo ambito territoriale muniti delle necessarie capacità tecniche."».

5.56

L'Abbate, Pavanelli, Vanin

Precluso

Al comma 1, lettera e) numero 2), dopo le parole: «Ai fini di cui al primo periodo i comuni» aggiungere le seguenti: «, previa intesa con le regioni,».

5.57

Bruzzone, Arrigoni, Testor, Pazzaglini, Bergesio, Sbrana, Vallardi, Rufa, Zuliani

Ritirato

Al comma 1, lettera e), numero 2), dopo le parole: «i comuni»  aggiungere le seguenti: «, previa intesa delle Regioni,».

5.58

Arrigoni, Pazzaglini, Bruzzone, Testor, Bergesio, Vallardi, Sbrana, Rufa, Zuliani

Ritirato

Al comma 1, lettera e), numero 2) sostituire le parole: «da ISPRA mediante il Sistema nazionale di Protezione dell'Ambiente,» con le seguenti: «delle strutture organizzative della Regione».

5.64

Moronese, La Mura, Nugnes, Giannuzzi, Granato, Di Micco, Lezzi, Ortis, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1 lettera e) dopo il numero 2) aggiungere il seguente:

        «2-bis) al comma 2, al secondo periodo, dopo la parola "annualmente" inserire le seguenti: "e entro i dieci giorni successivi la conclusione dell'evento incendiario."»

5.65

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, alla lettera e), al numero 3) dopo le parole: «al comma 3» inserire le seguenti:

       «apportare le seguenti modificazioni:

            1) dopo le parole: "ai sensi del comma 1" inserire le seguenti: "al conduttore degli animali";

            2) al secondo periodo, sostituire le parole: "il proprietario" con le seguenti: "il conduttore degli animali";

            3)».

5.66

L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera e), al numero 3) sopprimere le parole: «in relazione al quale il medesimo è stato condannato, nei dieci anni precedenti, per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, del Codice penale».

5.67

Pavanelli, L'Abbate, Vanin

Ritirato

Al comma 1, lettera e), numero 3), sopprimere le parole: «, nei dieci anni precedenti,».

5.37 (testo 3)

La Commissione

Approvato

 Al comma 1, lettera e), dopo il numero 3) aggiungere il seguente:

        «3-bis) al comma 3, le parole "lire 60.000; lire 120.000; lire 400.000 e lire 800.000" sono sostituite rispettivamente con le parole: "euro 45; euro 90; euro 300 e euro 600"».

5.69

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, lettera e) dopo il numero 4) inserire il seguente:

        «4-bis) dopo il comma 7 inserire il seguente: "7-bis. Per i soggetti percettori di sovvenzioni, sussidi, contributi o aiuti in denaro erogati dalla Pubblica Amministrazione condannati con sentenza definitiva per i reati di incendio boschivo o assimilato è prevista la restituzione integrale delle somme ricevute nei tre anni precedenti la data del rinvio a giudizio."».

5.70

La Commissione

Approvato

Al comma 1, lettera e), dopo il numero 4) aggiungere il seguente:

        «4-bis) Al comma 6, le parole: "lire 2.000.000 e non superiore a lire 20.000.000" sono sostituite con le seguenti: "euro 5.000 e non superiore ad euro 50.000".».

5.71

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Respinto

Al comma 1, lettera e) dopo il numero 4) inserire il seguente:

«4-bis) dopo il comma 7 inserire il seguente: "7-bis. In caso di inottemperanza di quanto disposto dal regime di condizionalità di cui ai decreti del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, emanati ai sensi del regolamento (UE) n. 1306/2013, per i soggetti percettori di sovvenzioni, sussidi, contributi o aiuti in denaro erogati dalla Pubblica Amministrazione o dalle istituzioni europee è prevista la restituzione integrale delle somme ricevute."».

5.72

La Commissione

Approvato

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente: «4-bis. All'articolo 183, comma 1, lettera n), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo la parola "meteorici" sono inserite le seguenti: "o vulcanici".».

5.73

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Ritirato

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

        «4-bis. A causa della loro estrema pericolosità, è vietata l'accensione di fuochi artificiali dal 15 giugno al 15 settembre»  

G5.1

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo (*)

Approvato

Il Senato,

            in sede di conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile,

        premesso che:

           il disastro ambientale provocato dagli incendi divampati questa estate soprattutto nelle regioni del sud e nelle isole oltre a causare la inaccettabile perdita di vite umane e di attività economiche ha arrecato un enorme danno al patrimonio naturale, senza precedenti; 

            i dati raccolti in sede europea sono agghiaccianti, 158.000 ettari percorsi dal fuoco nella penisola e decine e decine di milioni di animali periti tra le fiamme. Il corpo forestale negli anni ha evidenziato, attraverso un serio monitoraggio, che l'incidenza degli incendi dolosi e colposi ha sempre superato il 95 per cento del totale e ciò rende evidente quanto sia necessario una seria azione di prevenzione con l'adozione di nuove strategie a tutela della fauna e della biodiversità per evitare il ripetersi di una tale devastazione, in particolare con maggiore forza e urgenza si pone la questione di una nuova regolamentazione della stagione venatoria;

             l'ISPRA ha presentato il 9.9.2021 al MITE, al MIPAAF alle Regioni e alle Province Autonome, Uffici caccia, il documento "Siccità, incendi e tutela della fauna selvatica, stagione venatoria 20-21/20-22." nel quale, oltre a porre l'allarme sulla estrema condizione di criticità  della fauna selvatica raccomandava  una serie di misure da adottare con estrema urgenza:

          "a) la sospensione di ogni autorizzazione a svolgere l'addestramento ed allenamento dei cani da caccia che può condurre una mortalità non trascurabile per le popolazioni di fauna stanziale, particolarmente nel caso dei Galliformi, dei Lagomorfi e degli Ungulati, sino al ripristino delle condizioni ambientali, incluse quelle vegetazionali;

            b)  il divieto di caccia da appostamento, in particolare nel caso sia stata autorizzata l'anticipazione del prelievo nei confronti di taluni uccelli, la cd preapertura, in quanto in una situazione di deficit idrico, si determina una concentrazione del prelievo in corrispondenza dei punti di abbeverata;

            c) il posticipo all'inizio di ottobre dell'apertura della stagione venatoria agli Anatidi e agli altri uccelli di paludea causa della riduzione dell'estensione delle aree umide con caratteristiche idonee ad ospitare l'avifauna acquatica, nel rispetto dell'indicazione, motivata da considerazioni biologiche e tecniche che prescindono dalle condizioni climatiche contingenti, contenuta nel documento "Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, art. 42" trasmesso da ISPRA alle Amministrazioni regionali nonché ribadito nell'ambito dell'espressione da parte di ISPRA dei pareri sui calendari venatori regionali;

            d) l'introduzione di misure atte a limitare il prelievo sulle popolazioni delle specie non migratrici, sulla base dei dati sul successo riproduttivo raccolti a livello locale dagli organismi di gestione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini. In assenza di informazioni dettagliate a riguardo, adottare, a titolo precauzionale, misure volte a limitare la pressione venatoria nel corso della stagione, attraverso il rinvio dell'apertura della caccia ad inizio ottobre e la limitazione del carniere normalmente consentito",

        impegna il Governo:

            a valutare l'opportunità e la necessità di intervenire con la massima urgenza, con proprio provvedimento, all'adozione di tutte le misure necessarie per la tutela della fauna selvatica e la biodiversità in particolare a limitare, sospendere o vietare l'attività venatoria nei territori colpiti dagli incendi e dalla siccità.

________________

(*) Aggiungono la firma in corso di seduta le senatrici La Mura e Nugnes

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.1

Naturale, Vanin, Pavanelli

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis

(Misure di semplificazione per la gestione forestale sostenibile).

        1. Ravvisate ragioni di urgenza ed indifferibilità delle attività di prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi, in ragione dei cambiamenti climatici in corso, all'articolo 149, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, dopo le parole: "lettera g)" sono inserire le seguenti: "nonché per le opere antincendio nei boschi e nelle foreste ricadenti nelle aree indicate dall'art. 136.".».

5.0.2

Taricco

Ritirato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis

(Misure di semplificazione per la gestione forestale sostenibile)

       1. Per ravvisate ragioni di urgenza ed indifferibilità delle attività di prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi, in ragione dei cambiamenti climatici in corso, nonché per favorire la gestione forestale sostenibile, all'articolo 149, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, dopo la parola "foreste" sono soppresse le seguenti parole: "indicate dall'articolo 142, comma 1, lettera g)".».

5.0.3

Gallone

Improponibile

Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Misure di semplificazione per la gestione forestale sostenibile)

      1. Ravvisate ragioni di urgenza ed indifferibilità delle attività di prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi, in ragione dei cambiamenti climatici in corso, nonché per favorire la gestione forestale sostenibile, all'articolo 149, comma 1, lettera c), dopo la parola "foreste" sono soppresse le parole "indicate dall'articolo 142, comma 1, lettera g)".»

5.0.4

Laniece

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Misure di semplificazione per la gestione forestale sostenibile)

        1. Ravvisate ragioni di urgenza ed indifferibilità delle attività di prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi, in ragione dei cambiamenti climatici in corso, nonché per favorire la gestione forestale sostenibile, all'articolo 149, comma 1, lettera c), dopo la parola "foreste" sono soppresse le parole "indicate dall'articolo 142, comma 1, lettera g)".».

5.0.5

Bergesio, Bruzzone, Arrigoni, Pazzaglini, Sbrana, Vallardi, Rufa, Zuliani

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 5-bis.

(Misure di semplificazione per la gestione forestale sostenibile)

     1. Ravvisate ragioni di urgenza ed indifferibilità delle attività di prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi, in ragione dei cambiamenti climatici in corso, nonché per favorire la gestione forestale sostenibile, all'articolo 149, comma 1, lettera c), dopo la parola "foreste" sono soppresse le parole "indicate dall'articolo 142, comma 1, lettera g)".»

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 6.

(Modifiche al codice penale)

1. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni;

a) all'articolo 32-quater, dopo le parole « 416, 416-bis » sono inserite le seguenti: « 423-bis, primo comma, »;

b) all'articolo 423-bis, dopo il quarto comma, sono aggiunti i seguenti:

« Quando il delitto di cui al primo comma è commesso con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti allo svolgimento di servizi nell'ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incedi boschivi, si applica la pena della reclusione da sette a dodici anni.

Salvo che ricorra l'aggravante di cui al quinto comma, le pene previste dal presente articolo sono diminuite dalla metà a due terzi nei confronti di colui che si adopera per evitare che l'attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori, ovvero, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, provvede concretamente alla messa in sicurezza e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi.

Le pene previste dal presente articolo sono diminuite da un terzo alla metà nei confronti di colui che aiuta concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto, nell'individuazione degli autori o nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti. »;

c) dopo l'articolo 423-bis sono inseriti i seguenti:

« Art. 423-ter (Pene accessorie). - Fermo quanto previsto dal secondo comma e dagli articoli 29 e 31, la condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per il delitto di cui all'articolo 423-bis, primo comma, importa l'estinzione del rapporto di lavoro o di impiego nei confronti del dipendente di amministrazioni od enti pubblici ovvero di enti a prevalente partecipazione pubblica.

La condanna per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, importa altresì l'interdizione da cinque a dieci anni dall'assunzione di incarichi o dallo svolgimento di servizi nell'ambito della lotta attiva contro gli incedi boschivi.

Art. 423-quater (Confisca). - Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.

Quando, a seguito di condanna per il delitto di cui all'articolo previsto dall'articolo 423-bis, primo comma, è stata disposta la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato ed essa non è possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca.

I beni confiscati e i loro eventuali proventi sono messi nella disponibilità della pubblica amministrazione competente e vincolati all'uso per il ripristino dei luoghi.

La confisca non si applica nel caso in cui l'imputato abbia efficacemente provveduto al ripristino dello stato dei luoghi. ».

EMENDAMENTI

6.2

Santangelo, L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, dopo la lettera a) inserire le seguenti:

        «a-bis) all'articolo 423, primo comma, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e con la multa da euro 35.000 a euro 150.000";

         a-ter) all'articolo 423-bis, primo comma, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e con la multa da euro 60.000 a euro 300.000".».

6.3

De Petris, Buccarella, Ruotolo

Respinto

Al comma 1, apportare le seguenti modifiche:

       «1) dopo la lettera a), inserire la seguente: a-bis) all'articolo 423-bis, primo comma, dopo le parole "ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui" sono aggiunte le seguenti: "o sulle zone e aree di interfaccia rurale, come definite dall'articolo 2 comma 1-bis della legge 21 novembre 2000, n. 353"

         2) alla lettera c) capoverso «Art. 423-ter.», aggiungere il seguente periodo: "La condanna per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, importa altresì l'interdizione da 5 a 10 anni dalla partecipazione alle procedure di appalto per lavori pubblici o di assegnazione di finanziamenti nazionali o comunitari."».

6.1

Fenu, Gaudiano, Naturale, Donno, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, dopo la lettera a), inserire la seguente:

       «a-bis) all'articolo 423, primo comma, del codice penale sostituire le parole: "con la reclusione da tre a sette anni" con le seguenti: "con la reclusione da quattro a otto anni".».

6.9

La Commissione

Approvato

Al comma 1, dopo la lettera a) aggiungere la seguente:

        «a-bis) all'articolo 423-bis del codice penale, nel primo comma, dopo le parole "chiunque cagioni" sono inserite le seguenti ", al di fuori dei casi di uso legittimo delle tecniche di controfuoco e di fuoco prescritto,".».

6.5

Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1), dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

        «a-bis) all'articolo 423-bis, secondo comma, aggiungere, in fine, il seguente periodo: "Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche nei casi di innesco causato dal getto di mozziconi di sigaretta ed ogni altro dispositivo infiammabile.".»

6.6

Taricco

Ritirato

Al comma 1), dopo la lettera a), inserire la seguente:

        «a-bis) all'articolo 423-bis, secondo comma, è aggiunto in fine il seguente periodo: "Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche nelle specifiche circostanze di innesco causato da getto pericoloso di mozziconi dei prodotti da fumo ed ogni altro dispositivo infiammabile.".»

6.7

La Pietra, Nastri

Respinto

Al comma 1), dopo la lettera a), inserire la seguente:

        «a-bis) all'articolo 423-bis, secondo comma, aggiungere al fine il seguente periodo: "Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche nelle specifiche circostanze di innesco causato da getto pericoloso di mozziconi dei prodotti da fumo ed ogni altro dispositivo infiammabile.".»

6.8

Durnwalder, Steger, Unterberger, Laniece

Ritirato

Al comma 1, dopo la lettera a), inserire la seguente:

        «a-bis) all'articolo 423-bis, secondo comma, aggiungere in fine il seguente periodo: "Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche nelle specifiche circostanze di innesco causato da getto pericoloso di mozziconi dei prodotti da fumo ed ogni altro dispositivo infiammabile.".».

6.4 (testo 3)

La Commissione

Approvato

 Al comma 1, dopo la lettera a), inserire la seguente:

 «a-bis) All'articolo 423-bis, terzo comma, le parole "su aree protette" sono sostituite con le seguenti: "su aree o specie animali o vegetali protette o su animali domestici o di allevamento"».

6.13

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Ritirato

Al comma 1, lettera b) dopo le parole: «all'articolo 423-bis» inserire le seguenti: «al terzo comma, dopo le parole: "su aree protette" inserire "o quando l'incendio boschivo sia causato dalla omessa vigilanza sul proprio fondo, allorquando lo stesso sia qualificato quale 'area agricola ad alto rischio'".»

6.12

L'Abbate, Pavanelli, Vanin

Ritirato

Al comma 1, lettera b), sostituire il primo capoverso con il seguente: «Quando il delitto di cui al primo comma è commesso con finalità di terrorismo ai sensi dell'articolo 270-sexies con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti allo svolgimento di servizi nell'ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi, si applica la pena della reclusione da sette a quindici anni.».

6.14

Bruzzone, Arrigoni, Pazzaglini, Testor, Bergesio, Vallardi, Sbrana, Rufa, Zuliani

Ritirato

Al comma 1, lettera b) dopo le parole: «Quando il delitto» aggiungere la parola: «doloso».

6.15 (testo 2)

La Commissione

Approvato

        Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole da: «Quando il delitto di cui al primo comma» fino a: «da sette a dodici anni», nonché le parole: «salvo che ricorra l'aggravante di cui al quinto comma,».

6.10

L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera b), apportare le seguenti modificazioni:

       a) dopo le parole: «della lotta attiva contro gli incendi boschivi,» aggiungere le seguenti: «la condanna di cui all'articolo 423-bis, primo e secondo comma, comporta la sospensione da 2 a 5 anni delle attività di caccia, allevamento, commercio ovvero di qualunque altra attività che implichi l'uso, la gestione o la custodia a fini commerciali o ludici di animali e»;

        b) dopo il primo periodo, aggiungere, in fine, il seguente: «In caso di recidiva si dispone l'interdizione perpetua delle attività di cui al precedente periodo».

6.11

L'Abbate, Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera b), capoverso «Art. 423-bis», apportare le seguenti modificazioni:

     a) al sesto comma, sostituire le parole: «sono diminuite dalla metà a due terzi» con le seguenti: «sono diminuite da un terzo alla metà»;

     b) al settimo comma sostituire le parole: «sono diminuite da un terzo alla metà» con le seguenti: «sono diminuite fino a un terzo».

6.17

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera b)  sostituire le parole da: «evitare che» fino alla fine del periodo, con le seguenti: «circoscrivere l'incendio, portare in salvo persone o animali, collaborare con le attività di spegnimento».

6.18

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Respinto (*)

Al comma 1, lettera b), aggiungere infine, le seguenti parole: «La condanna di cui agli articoli 423-bis, primo e secondo comma, e 544-bis, 544-ter del codice penale comporta la sospensione da 2 a 5 anni delle attività di caccia, allevamento, commercio ovvero di qualunque altra attività che implichi l'uso, la gestione o la custodia a fini commerciali o ludici di animali. In caso di recidiva è disposta l'interdizione dalle già menzionate attività.».

________________

(*) La parte evidenziata in neretto è improponibile

6.19 (testo 2)

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Respinto

  Al comma 1, lettera c) sostituire le parole: «da cinque a dieci anni» con le seguenti: «da dieci a vent'anni».

6.20

Pavanelli, L'Abbate, Vanin

Ritirato

Al comma 1), lettera c), capoverso «Art. 423-ter», secondo comma, sostituire le parole: «da cinque a dieci anni» con la seguente: «perpetua».

6.21

L'Abbate, Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1, lettera c), capoverso «Art. 423-ter», secondo comma, sostituire le parole: «da cinque a dieci anni» con le seguenti: «da dieci a venti anni».

6.22

Zaffini, Nastri

Respinto

Al comma 1, lettera c), capoverso «Art. 423-ter (Pene accessorie)», alla fine del secondo periodo, aggiungere il seguente:

        «Dalla condanna per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, consegue inoltre di diritto, con efficacia retroattiva, l'immediata revoca del beneficio del Reddito di Cittadinanza nonché di qualunque strumento di sostegno al reddito, bonus o incentivo fiscale erogato in favore del condannato, e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito».

6.23

Nugnes, La Mura

Respinto

Al comma 1, lettera c), dopo le parole «o dallo svolgimento di servizi nell'ambito della lotta attiva contro gli incendi boschivi», inserire le seguenti: «La condanna per il reato di cui all'articolo 423-bis, primo comma, comporta altresì l'interdizione da 5 a 10 anni dalla partecipazione alle procedure di appalto per lavori pubblici o di assegnazione di finanziamenti nazionali o comunitari.».

6.24

Taricco

Ritirato

Al comma 1), lettera c), capoverso «Art. 423-quater», sostituire le parole: «Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato» con le seguenti:  «Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo e secondo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.».

6.25

La Pietra, Nastri

Respinto

Al  comma 1), lettera c), sostituire il periodo: «Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.» con il seguente:  «Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo e secondo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.»

6.26

Durnwalder, Steger, Unterberger, Laniece

Ritirato

Al comma 1, lettera c), capoverso «Art. 423-quater  (Confisca)», sostituire il  primo periodo con il seguente:

        «Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo e secondo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato e delle cose che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato.».

6.27

Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1), lettera c), capoverso «Art. 423-quater», dopo le parole: «primo comma», aggiungere le seguenti: «e secondo comma».

6.28

Gallone, Masini

Ritirato

Al comma 1, lettera c), capoverso «Art. 423-quater», primo comma, aggiungere in fine il seguente periodo: «È inoltre sempre disposta la confisca degli animali di proprietà dell'imputato.».

6.29

L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1 lettera c) capoverso «Art. 423-quater», al terzo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «È sempre disposta la confisca degli animali di proprietà dell'imputato.».

6.39

Zaffini, Nastri

Respinto

Al comma 1, lettera c), aggiungere infine il seguente capoverso:

        «Art. 423-quinquies. (Interdizione dai pubblici uffici). - Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 423-bis, primo comma, la condanna importa l'interdizione dai pubblici uffici, anche per incarichi di durata temporanea, e l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione, per una durata non inferiore a cinque anni né superiore a sette anni.».

6.30

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte

Al comma 1 lettera c), dopo il capoverso «Art. 423-quater (Confisca)» aggiungere il seguente:

        «Art. 423-quinquies. Qualora nel corso dell'incendio anche di origine non dolosa si verifichi l'ustione o il decesso di uno o più animali a causa delle condizioni in cui sono detenuti al detentore si applica la reclusione da due a quattro anni.

6.32

Nugnes, La Mura

Precluso

Al comma 1, lettera c), dopo l'ultimo periodo inserire le seguenti parole:

       «Art. 423-quinquies. Qualora nel corso dell'incendio anche di origine non dolosa si verifichi l'ustione o il decesso di uno o più animali detenuti alla catena, al detentore si applica la reclusione da due a quattro anni.».

6.31

La Commissione

Approvato

Al comma 1 dopo la lettera c) aggiungere in fine la seguente:

        «c-bis) All'articolo 425, primo comma, numero 2), dopo le parole: "industriali o cantieri" sono inserite le seguenti: "su aziende agricole".».

6.33

Gallone, Masini

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. Dopo l'articolo 544-bis del Codice penale è inserito il seguente:

        "Art. 544-bis. (Strage di animali). - Chiunque compie atti tali da porre in pericolo la vita di una pluralità di animali è punito, se dal fatto deriva la morte di più animali, con la reclusione non inferiore ad anni sette.

        Se è cagionata la morte di un solo animale, si applica la reclusione non inferiore ad anni cinque. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore ad anni tre."».

6.34

Nugnes, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 inserire il seguente:

        «1-bis. dopo l'articolo 544-bis del Codice penale è inserito il seguente:

        "Art. 544-bis. (Strage di animali). - Chiunque compie atti tali da porre in pericolo la vita di una pluralità di animali è punito, se dal fatto deriva la morte di più animali, con la reclusione non inferiore ad anni sette.

        Se è cagionata la morte di un solo animale, si applica la reclusione non inferiore ad anni cinque. In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore ad anni tre."».

6.35

De Petris, Buccarella, Maiorino, Perilli, Ruotolo, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente

       «1-bis. Al titolo IX-bis del libro secondo del Codice penale è aggiunto il seguente articolo:

        "Art. 544-septies. - (Uccisione e maltrattamento colposo). - I fatti previsti dagli articoli 544-bis, 544-ter, 544-quater e 544-quinquies sono punibili anche quando si verificano per negligenza, imprudenza o imperizia ovvero per violazione di leggi, regolamenti o altre previsioni. In tale caso la pena è ridotta della metà."».

6.36

Gallone, Masini

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

       «1-bis. Al titolo IX-bis del libro secondo del Codice penale è aggiunto il seguente articolo:

        "Art. 544-septies. - (Uccisione e maltrattamento colposo). - I fatti previsti dagli articoli 544-bis, 544-ter, 544-quater e 544-quinquies sono punibili anche quando si verificano per negligenza, imprudenza o imperizia ovvero per violazione di leggi, regolamenti o altre previsioni. In tale caso la pena è ridotta della metà."»

6.38

Nugnes, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 inserire il seguente:

        «1-bis. Al titolo IX-bis del libro secondo del Codice penale è aggiunto il seguente articolo:

        "Art. 544-septies. - (Uccisione e maltrattamento colposo). - I fatti previsti dagli articoli 544-bis, 544-ter, 544-quater e 544-quinquies sono punibili anche quando si verificano per negligenza, imprudenza o imperizia ovvero per violazione di leggi, regolamenti o altre previsioni. In tale caso la pena è ridotta della metà."».

6.37

Gallone, Masini

Improponibile

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

        «1-bis. L'articolo 638 del Codice penale è sostituito dal seguente:

        "Art. 638. - (Uccisione o danneggiamento di animali in ambito zootecnico). - Chiunque senza necessità uccide o rende inservibili o comunque deteriora uno o più animali raccolti in gregge o in mandria ovvero compia il fatto su animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria, è punito con la reclusione da due a sei anni e si procede d'ufficio."»

6.40

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. All'articolo 344-bis del codice di procedura penale, quarto comma, dopo le parole "dell'articolo 416-bis.1, primo comma," inserire le seguenti: "e per i delitti di cui agli articoli 423, 423-bis, 424, 426, 434, 439" e, alle parole "e per il delitto di cui all'articolo 74" premettere le seguenti "nonché per i delitti di cui al Titolo VI-bis del codice penale "Dei delitti contro l'ambiente" di cui alla legge 22 maggio 2015, n. 68 e successive modifiche".».

6.41

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. All'articolo 344-bis del codice di procedura penale, quarto comma, dopo le parole "dell'articolo 416-bis.1, primo comma," inserire le seguenti: "per i delitti di cui agli articoli 423, 423-bis, 424,"».

6.42

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

       «1-bis. All'articolo 344-bis del codice di procedura penale, quarto comma, dopo le parole "dell'articolo 416-ter," inserire le seguenti: "dell'articolo 452-quater"».

6.43

De Petris, Buccarella, Ruotolo, La Mura

Improponibile

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

       «1-bis. All'articolo 344-bis del codice di procedura penale, quarto comma, dopo le parole "dell'articolo 416-bis.1, primo comma, del codice penale" inserire le seguenti: ", per i delitti di cui al Titolo VI-bis del codice penale "Dei delitti contro l'ambiente" di cui alla legge 22 maggio 2015, n. 68 e successive modifiche".»

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 6

6.0.1

Santangelo, L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 6-bis.

(Modifiche al Codice di procedura penale)

        1. All'articolo 316 del codice di procedura penale, dopo il comma 1-bis, è inserito il seguente:

        "1-ter. Quando procede per i delitti di cui agli articoli 423 e 423-bis del codice penale, il pubblico ministero, in ogni stato e grado del procedimento, chiede il sequestro conservativo dei beni di cui al comma 1, a garanzia per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese del procedimento e di ogni altra somma dovuta allo Stato.".»

6.0.2

Santangelo, L'Abbate, Vanin, Pavanelli

Respinto (*)

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 6-bis.

(Utilizzo di mezzi di sorveglianza militari)

        1. Il Ministero della Difesa, di concerto con il Ministero degli Interni e con il Ministero della Giustizia, sottoscrive con le Regioni apposito protocollo che autorizza la sorveglianza, mediante l'utilizzo di velivoli a pilotaggio remoto militari, sistemi satellitari e altre idonee tecnologie militari, delle zone minacciate dal rischio dei reati di cui all'articolo 6, definendo l'ambito temporale di tale attività, al fine di prevenire ed individuare i responsabili di tali delitti.

        2. Salvo le finalità di cui al comma 1, le informazioni acquisite non sono ammesse come prova, salvo che il fatto costituisca uno dei reati previsti dal Capo I titolo XII Libro II del Codice penale.».

________________

(*) La parte evidenziata in neretto è improponibile

6.0.3

Naturale, Vanin, Pavanelli

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente

        «Art. 6-bis.

        (Misure in favore dell'attività di forestazione e della conservazione dei boschi)

        1. Al fine di sostenere la biodiversità e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici mediante l'attività di forestazione e di conservazione dei boschi, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i passaggi di proprietà derivanti dalle cessioni o donazioni dei terreni alle pubbliche amministrazioni, agli enti parco siano essi privati, che del terzo settore, s'intendono esenti da qualsiasi onere relativo alle parcelle notarili.

        2. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, pari a 150 mila euro per l'anno 2021 e 1,5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.».

ARTICOLO 7 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 7.

(Altre misure urgenti di protezione civile)

1. All'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 29 settembre 1999, n. 381, le parole « svolte in coordinamento con il Dipartimento della protezione civile, ferma restando l'autonomia scientifica dell'INGV » sono sostituite dalle seguenti: « svolte nel quadro di accordi pluriennali attuati mediante convenzioni di durata almeno biennale con il Dipartimento della protezione civile, in conformità a quanto previsto dall'articolo 19, commi 1 e 2, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, ferma restando l'autonomia scientifica dell'istituto. Per lo svolgimento di tali attività con le convenzioni di cui al primo periodo vengono determinati, a decorrere dall'anno 2022, l'ammontare delle risorse assegnate all'INGV, in misura non inferiore a 7,5 milioni di euro annui, e le modalità di assegnazione e rendicontazione, in modo da agevolare l'efficace impiego delle medesime da parte del Dipartimento della protezione civile, a valere sulle risorse già disponibili a legislazione vigente sul bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. ».

2. All'articolo 9 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1-quinquies le parole « 15 milioni di euro » sono sostituite dalle seguenti: « 7,5 milioni di euro »;

b) il comma 1-sexies è sostituito dal seguente: « 1-sexies. Agli oneri derivanti dal comma 1-quinquies del presente articolo, pari a 7,5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. ».

3. All'articolo 1, comma 701, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, le parole « al 31 dicembre 2021 » sono sostituite dalle seguenti: « al 31 ottobre 2023 ». All'onere derivante dalla proroga o dal rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, comprese altre forme di lavoro flessibile, di cui al comma 701, stipulati in attuazione di quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 luglio 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 183 del 2 agosto 2021, pari a 14.716.692 euro per l'anno 2022 e a 12.263.910 euro per l'anno 2023, si provvede mediante utilizzo delle risorse finanziarie residue di cui al comma 704 dell'articolo 1 della medesima legge n. 178 del 2020, disponibili sul bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Alla compensazione in termini di indebitamento e fabbisogno, pari a euro 7.579.097 per l'anno 2022 e a euro 6.315.914 per l'anno 2023 si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali, di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

7.1

L'Abbate, Pavanelli, Vanin

Ritirato

Sopprimere i commi 1 e 2.

7.2

La Mura, Nugnes

Respinto

Sopprimere i commi 1 e 2.

7.3

Auddino, Vanin, Pavanelli

Respinto

Sostituire il comma 3 con i seguenti:

        «3. All'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al comma 701, le parole "fare ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato, comprese altre forme di lavoro flessibile, con durata non superiore al 31 dicembre 2021", sono sostituite dalle seguenti: "fare ricorso a contratti di lavoro a tempo indeterminato,";

            b) al comma 703, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, l'ultimo periodo è soppresso;

            c) al comma 704, le parole: "con una dotazione di euro 35 milioni per l'anno 2021.", sono sostituite dalle seguenti: "con una dotazione di euro 35 milioni a decorrere dall'anno 2021.".

            3-bis. All'onere derivante dalle assunzioni a tempo indeterminato del personale di cui al comma 701 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, come modificato dal comma 3 del presente articolo pari a 35 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022 si provvede:

            a) quanto a 14.716.692 euro per l'anno 2022 e a 12.263.910 euro per l'anno 2023, mediante utilizzo delle risorse finanziarie residue di cui al comma 704 dell'articolo 1 della medesima legge n. 178 del 2020, disponibili sul bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri;

            b) quanto a 20.283.308 euro per l'anno 2022, a 22.736.090 euro per l'anno 2023 e a 35 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.».

7.4

De Petris, Buccarella, Ruotolo

Ritirato e trasformato nell'odg G7.200

Sostituire il comma 3 con il seguente:

        «3. Le Regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, il Dipartimento della Protezione civile della presidenza del consiglio dei ministri e gli altri soggetti attuatori indicati nelle ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione Civile sono autorizzate a trasformare i contratti di lavoro a tempo determinato comprese tutte le forme di lavoro flessibile in contratti di lavoro a tempo indeterminato. All'onere derivante del presente comma nel limite massimo di quindici milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2024 e sue proiezioni, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.».

7.5 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 3, dopo il primo periodo, inserire il seguente: «In caso di risoluzione anticipata dei contratti di lavoro di cui al primo periodo, è consentita la stipula di nuovi contratti al solo fine di sostituire il personale cessato e, comunque, nei limiti delle risorse finanziarie assegnate rispettivamente a ciascuna amministrazione.»

7.7

Mirabelli, Alfieri

Ritirato

Dopo il comma 3, aggiungere i seguenti:

        «3-bis. Al fine di far fronte ai danni causati dagli eccezionali eventi connessi all'attività del vulcano Etna a partire dal 16 febbraio 2021, è istituito un fondo presso il Ministero dell'Interno, con dotazione pari a 3 milioni di euro per l'anno 2021. Le risorse del Fondo sono destinate ai Comuni dell'areale etneo individuati ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2021, per il ristoro delle spese sostenute per la rimozione, lo stoccaggio e lo smaltimento delle ceneri vulcaniche dalle strade e dagli edifici pubblici. Con decreto del Ministro dell'Interno, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di ripartizione del fondo a favore degli enti locali interessati.

        3-ter. Ai maggiori oneri di cui al comma 3-bis, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.».

7.6

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Improponibile

Dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

        «3-bis. Nell'ambito dei servizi di Protezione civile comunale è istituito il Servizio Ambientale Civile. Sono ammessi a prestare servizio ambientale civile su base volontaria, della durata di dodici mesi, se giudicati idonei dagli organi del Servizio sanitario nazionale con riferimento allo specifico settore di impiego, le cittadine italiane e i cittadini italiani che ne fanno richiesta e che al momento di presentare la domanda hanno compiuto il diciottesimo anno di età e non superato il trentesimo. Il Servizio Ambientale Civile è finalizzato principalmente ad interventi per la manutenzione del verde e di protezione civile che siano determinati dai mutamenti climatici. A tal fine i volontari sono organizzati in strutture operative coordinate con le Regioni, i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri forestali. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge su proposta del Ministro della Transizione ecologica sono definite le modalità di istituzione ed organizzazione del Servizio Ambientale Civile.».

7.8

Abate, Lezzi, Angrisani, Di Micco, Giannuzzi, Ortis, Moronese, Mininno, Crucioli

Improponibile

Dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

        «3-bis. Ai sensi dell'articolo 4, comma 15, del decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, il beneficiario del Reddito di Cittadinanza è individuato quale soggetto prioritario delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde comunale nell'ambito dei PUC di cui al D.M. 22 ottobre 2019 del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.».

G7.200 (già em. 7.4)

De Petris, Buccarella

Non posto in votazione (*)

 Il Senato,

        premesso che:

        il comma 3 dell'articolo 7, dà facoltà alle regioni, alle province autonome, al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e ai soggetti attuatori indicati nelle ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile di prorogare o rinnovare fino al 31 ottobre 2023 al personale precario la durata di contratti di lavoro a tempo determinato, comprese altre forme di lavoro flessibile;

            nella lotta agli incendi, come hanno riportano spesso studi e indagini statistiche, il ricorso a contratti di lavoro soggetti a rinnovo rischia di non essere adeguato ed efficace,

        impegna il Governo:

            a valutare la necessità di prevedere, nella prossima legge di bilancio, risorse finanziarie adeguate e permanenti per la trasformazione dei contratti a tempo determinato o di lavoro flessibile in contratti a tempo indeterminato del personale impiegato negli interventi di lotta attiva contro gli incendi.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 7

7.0.1 (testo 2)

La Commissione

Approvato

All'art. 7 dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 7-bis

        «1. Per gli addetti agricoli e forestali assunti con contratti di diritto privato dalle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per l'esecuzione in amministrazione diretta dei lavori concernenti le opere di bonifica, idraulico-forestali, idraulico-agrarie, di gestione forestale, di prevenzione ed estinzione incendi boschivi e in zone di interfaccia, di forestazione e agrarie-florovivaistiche si applicano, nei limiti di spesa previsti a legislazione vigente e nel rispetto dei vincoli finanziari previsti per le spese del personale delle pubbliche amministrazioni, i relativi contratti o accordi collettivi nazionale, regionali e provinciali. Per le amministrazioni pubbliche partecipa al tavolo di contrattazione nazionale e a livello territoriale per la stipulazione del CCNL privatistico, un rappresentante delle Regioni"

7.0.6

Pavanelli, L'Abbate, Vanin

Ritirato

Dopo l'articolo, aggiungere il seguente:

        « Art. 7- bis

            (Modifiche all'articolo 96 della legge 21 novembre 2000, n. 342)

       1. All'articolo 96 comma 1 della legge 21 novembre 2000, n. 342, dopo le parole: "iscritti in pubblici registri" aggiungere le seguenti: "nonché attrezzatura di soccorso e materiale destinato"

       2. All'onere di cui al comma 1, pari a cinquecentomila euro a decorrere dall'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.»

7.0.7

Gallone

Improponibile

Dopo l'articolo inserire il seguente:

        «Art. 7-bis.

(Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell'insetto Ips typographus nei territori alpini già colpiti dalla tempesta Vaia)

        1. Al fine di ridurre gli effetti degli attacchi dell'insetto Ips typographus (di seguito denominato bostrico) in fase epidemica nelle regioni alpine già colpite dagli effetti della tempesta Vaia e preservare i boschi rimasti in piedi da attacchi letali, per un periodo di sette anni, i proprietari pubblici e privati, i conduttori e detentori a qualunque titolo dei boschi minacciati dal bostrico, previa comunicazione alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio, possono procedere alle operazioni urgenti di prevenzione più adeguate, inclusi gli abbattimenti con rilascio in loco delle piante o allontanamento delle stesse, secondo le indicazioni fornite dai documenti tecnici specialistici predisposti dagli Enti stessi, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        2. Le Regioni e le Province autonome provvedono al riconoscimento della comunicazione di cui al comma 1 quale titolo abilitativo al taglio piante, anche al fine del riconoscimento della provenienza legale dei tronchi ricavati attraverso tale procedura di massima urgenza.

        3. Le Regioni e le Province autonome possono provvedere in luogo dei proprietari alle attività di cui al comma 1, in caso di loro prolungata inerzia e in caso di terreni silenti come da definizione dell'articolo 3, comma 2, lettera h) del D lgs 34 del 2018.

        4. Al fine di assicurare l'approntamento dei cantieri forestali strettamente indispensabili all'attuazione dei lavori di cui al comma 1, le Regioni e Province autonome assicurano la manutenzione straordinaria della viabilità forestale esistente, nonché l'apertura di nuova viabilità anche non permanente, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica, nonché in esenzione ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        5. Fatte salve le deroghe di cui ai commi precedenti, alle attività urgenti poste in essere per prevenire i danni da bostrico, si applicano le misure di accelerazione e semplificazione previste dal decreto legge 31 maggio 2021 n. 77, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021 n. 108.

        6. All'articolo 1, comma 107, primo periodo, della legge 30 dicembre 2018 n 145, dopo le parole "Xylella fastidiosa" sono aggiunte le parole "nonché dell'insetto Ips typographus, per le sole zone interessate dall'epidemia dell'insetto nelle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano.»

7.0.8

Taricco

Ritirato

Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 7-bis

(Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell'insetto Ips typographus nei territori alpini già colpiti dalla tempesta Vaia)

        1. Al fine di ridurre gli effetti degli attacchi dell'insetto Ips typographus, di seguito denominato bostrico, in fase epidemica nelle regioni alpine già colpite dagli effetti della tempesta Vaia e preservare i boschi rimasti in piedi da attacchi letali, per un periodo di sette anni i proprietari pubblici e privati, i conduttori e detentori a qualunque titolo dei boschi minacciati dal bostrico, previa comunicazione alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio, possono procedere alle operazioni urgenti di prevenzione più adeguate, inclusi gli abbattimenti con rilascio in loco delle piante o allontanamento delle stesse, secondo le indicazioni fornite dai documenti tecnici specialistici predisposti dagli Enti stessi, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        2. Le Regioni e le Province autonome provvedono al riconoscimento della comunicazione di cui al comma 1 quale titolo abilitativo al taglio piante, anche al fine del riconoscimento della provenienza legale dei tronchi ricavati attraverso tale procedura di massima urgenza.

        3. Le Regioni e le Province autonome possono provvedere in luogo dei proprietari alle attività di cui al comma 1, in caso di loro prolungata inerzia e in caso di terreni silenti come da definizione dell'articolo 3, comma 2, lettera h), del decreto legislativo n. 34 del 2018.

        4. Al fine di assicurare l'approntamento dei cantieri forestali strettamente indispensabili all'attuazione dei lavori di cui al comma 1, le Regioni e Province autonome assicurano la manutenzione  straordinaria  della viabilità forestale esistente, nonché l'apertura di nuova viabilità anche non permanente, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica, nonché in esenzione  ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        5. Fatte salve le deroghe di cui ai commi precedenti, alle attività urgenti poste in essere per prevenire i danni da bostrico, si applicano le misure di accelerazione e semplificazione previste dal decreto-legge 31 maggio 2021 n. 77, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108.

        6. All'articolo 1, comma 107, primo periodo, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, dopo le parole "Xylella fastidiosa" sono aggiunte le parole "nonché dell'insetto Ips typographus, per le sole zone interessate dall'epidemia dell'insetto nelle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano."»

7.0.9

Laniece

Improponibile

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 7-bis.

(Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell'insetto Ips typographus nei territori alpini già colpiti dalla tempesta Vaia)

        1. Al fine di ridurre gli effetti degli attacchi dell'insetto Ips typographus (di seguito denominato bostrico) in fase epidemica nelle regioni alpine già colpite dagli effetti della tempesta Vaia e preservare i boschi rimasti in piedi da attacchi letali, per un periodo di sette anni, i proprietari pubblici e privati, i conduttori e detentori a qualunque titolo dei boschi minacciati dal bostrico, previa comunicazione alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio, possono procedere alle operazioni urgenti di prevenzione più adeguate, inclusi gli abbattimenti con rilascio in loco delle piante o allontanamento delle stesse, secondo le indicazioni fornite dai documenti tecnici specialistici predisposti dagli Enti stessi, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        2. Le Regioni e le Province autonome provvedono al riconoscimento della comunicazione di cui al comma 1 quale titolo abilitativo al taglio piante, anche al fine del riconoscimento della provenienza legale dei tronchi ricavati attraverso tale procedura di massima urgenza.

        3. Le Regioni e le Province autonome possono provvedere in luogo dei proprietari alle attività di cui al comma 1, in caso di loro prolungata inerzia e in caso di terreni silenti come da definizione dell'articolo 3, comma 2, lettera h) del D lgs 34 del 2018.

        4. Al fine di assicurare l'approntamento dei cantieri forestali strettamente indispensabili all'attuazione dei lavori di cui al comma 1, le Regioni e Province autonome assicurano la manutenzione  straordinaria  della viabilità forestale esistente, nonché l'apertura di nuova viabilità anche non permanente, in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica, nonché in esenzione  ai procedimenti di valutazione di impatto ambientale, valutazione ambientale strategica e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

        5. Fatte salve le deroghe di cui ai commi precedenti, alle attività urgenti poste in essere per prevenire i danni da bostrico, si applicano le misure di accelerazione e semplificazione previste dal decreto legge 31 maggio 2021 n. 77, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021 n. 108.

        6. All'articolo 1, comma 107, primo periodo, della legge 30 dicembre 2018 n 145, dopo le parole "Xylella fastidiosa" sono aggiunte le parole "nonché dell'insetto Ips typographus, per le sole zone interessate dall'epidemia dell'insetto nelle Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano.»

7.0.10

Auddino, Vanin, Pavanelli

Respinto

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

        «Art. 7-bis

            (Scadenza dei contratti di esercenza della flotta Canadair)

        1. Alla data di scadenza di contratti di esercenza della flotta Canadair stipulati dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e Difesa Civile con società private, l'equipaggio a bordo dei Canadair è reclutato nel corpo dell'Aeronautica militare previa formazione e addestramento del personale aeronavigante utilizzato nella lotta aerea agli incendi boschivi.

        2. Per le finalità di cui al comma 1, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021. All'onere di cui al presente articolo si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.»

7.0.12 (testo 2)

La Commissione

Approvato

        Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 7-bis.

(Disposizioni in materia di interventi antropici per la ricostruzione delle superfici boscate)

       1. Fermi restando i divieti e le prescrizioni previste dalla legge, le Regioni possono individuare, nell'ambito dello stesso bacino idrografico e limitatamente ai terreni di proprietà del demanio regionale, superfici nude ovvero terreni saldi da sottoporre a rimboschimento compensativo delle superfici bruciate.

        2. Al fine di individuare i siti più idonei, le Regioni possono avvalersi del contributo scientifico di università ed enti di ricerca utilizzando tutti i sistemi di rilevazione e analisi a loro disposizione.

        3. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le Amministrazioni interessate provvedono all'attuazione dei compiti derivanti dal presente articolo con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.»

ARTICOLO 8 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 8.

(Disposizioni finanziarie)

1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 2, alla realizzazione delle misure di lotta contro gli incendi boschivi di cui al presente decreto, concorrono le risorse disponibili nell'ambito del PNRR Missione 2, componente 4, specificamente destinate alla realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio del territorio, nel limite di 150 milioni di euro. In sede di attuazione del PNRR e compatibilmente con le specifiche finalità dello stesso, il Ministero della transizione ecologica, valuta, di comune accordo con le altre Amministrazioni interessate, la possibilità di destinare ulteriori fondi del PNRR in favore delle azioni di contrasto all'emergenza incendi, ivi compreso gli interventi di ripristino territoriale.

2. Ai fini dell'immediata attuazione delle disposizioni recate dal presente decreto, il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio, anche nel conto dei residui. Il Ministero dell'economia e delle finanze, ove necessario, può disporre il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, la cui regolarizzazione è effettuata con l'emissione di ordini di pagamento sui pertinenti capitoli di spesa.

EMENDAMENTI E ORDINI DEL GIORNO

8.1

Pavanelli, L'Abbate, Vanin

Ritirato

Al comma 1, sostituire le parole: «nel limite di 150 milioni di euro» con le seguenti: «nel limite complessivo di 250 milioni di euro».

8.4 (testo 2)

La Commissione

Approvato

  Al comma 1 aggiungere, infine, le parole: «assumendo quale ambito di priorità d'intervento le aree protette nazionali e regionali e i siti della rete Natura 2000, nonché le aree classificate e rischio idrogeologico nella pianificazione di bacino vigente».

8.2

Auddino, Vanin, Pavanelli

Improponibile

Al comma 1, dopo il secondo periodo, aggiungere il seguente: «Gli interventi di ripristino sono realizzati dagli enti - no profit impegnati nell' attività di protezione civile e antincendio boschivo iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore di cui al Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 117 ed aventi personalità giuridica, tramite l'indizione di appositi bandi.»

8.3

L'Abbate, Auddino, Naturale, Vanin, Pavanelli

Ritirato

Al comma 1 aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Gli ulteriori fondi del PNRR di cui al presente comma possono essere destinati anche agli interventi per le coltivazioni di aree pubbliche inutilizzate limitrofe alle zone ad alto rischio, anche attraverso il coinvolgimento di soggetti privati.»

8.7

Faraone

Ritirato

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

        «2-bis. Le convenzioni che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano possono stipulare con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri e con il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ai sensi dell'accordo quadro tra il Governo e le Regioni in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi del 4 maggio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 136 del 14 giugno 2017, sono a titolo gratuito.

        2-ter. Per le finalità di cui all'articolo 12, comma 2, della legge 21 novembre 2000, n. 353, lo Stato trasferisce alle Regioni e alle Province autonome la somma di euro 20 milioni per l'anno 2021 e 60 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Tali somme possono essere utilizzate, inoltre, anche per dotare le Regioni e le Province autonome di dispositivi di videosorveglianza utili alla rilevazione dei focolai.

        2-quater. Agli oneri di cui al comma 2-ter, pari a 20 milioni per l'anno 2021 e 60 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023, si provvede si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.»

8.8

Nugnes, La Mura

Respinto

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

        «2-bis. Tutti gli interventi di prevenzione attiva e ripristino territoriale, compresi quelli relativi al dissesto idrogeologico, devono essere realizzati previo parere del Ministero della transizione ecologica su relazione tecnica di ISPRA e secondo soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solution - NBS) prevedendo, ove possibile, il coinvolgimento degli enti del terzo settore e delle cooperative sociali anche attraverso il ricorso a bandi riservati.»

G8.1

Moronese, La Mura, Nugnes, Giannuzzi, Granato, Di Micco, Lezzi, Ortis, Mininno, Crucioli

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

        in sede di conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile

    premesso che:

        dall'inizio dell'anno a oggi in Italia sono stati avvolti dalle fiamme oltre 140mila ettari boschi, un'area grande quanto le città di Venezia, Genova, Torino, l'Aquila e Napoli messe insieme: il 2021 è l'anno peggiore per quanto riguarda gli incendi e ha superato il record del 2017. Lo dicono i dati dell'European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea, che fotografa i roghi a partire dal 2008.

    considerato che:

        secondo i dati del CUFA - Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari - i fenomeni particolarmente virulenti ed estesi si sono verificati nel corso dell'estate 2021 in Sicilia, Calabria, (Aspromonte), Molise e Sardegna (oristanese). Nell'Aspromonte (Parco nazionale), si sono registrate le situazioni più devastanti, con incendi che hanno cagionato vittime e numerosi danni, e che hanno interessato aree di interfaccia urbano foresta all'interno del comune capoluogo di Regione. In Sicilia l'emergenza è durata per buona parte dei mesi di luglio ed agosto, con un elevato numero di eventi,

    impegna il Governo:

        a valutare l'opportunità di prevedere in un successivo provvedimento normativo la possibilità di destinare finanziamenti in favore degli enti territoriali più colpiti dai roghi verificatisi durante l'estate del 2021, ovvero a favore delle Regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Molise, per interventi di rimboschimento, ripopolamento delle specie autoctone e ripristino della biodiversità nonché interventi colturali idonei volti a migliorare l'assetto vegetazionale degli ambienti naturali e forestali nell'ambito di piani specifici di prevenzione e nei piani forestali di indirizzo territoriale ai sensi dell'articolo 6 comma 3 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34.

________________

(*) Accolto dal Governo

G8.2

Papatheu

V. testo 2

Il Senato,

            in sede di conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile,

        premesso che:

        secondo i dati dell'European Forest Fire Information System aggiornati al 24 agosto u.s. in relazione ai primi mesi del 2021, finora in Italia sono stati distrutti a causa dei numerosi incendi, oltre 158 mila ettari di aree verdi, una superficie naturale pari alla somma delle aree di Roma, Milano e Napoli;

            questo disastro ambientale ha interessato in modo particolare le quattro Regioni Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna. In particolare, la Sicilia risulta essere la regione maggiormente colpita, con oltre 78mila ettari (78.868) di verde bruciati dall'inizio del 2021;

            attualmente, il Dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale Siciliano ha elaborato un Piano di Forestazione finalizzato alla creazione di nuove foreste e al miglioramento dello stato vegetativo di quelle esistenti prevedendo: interventi di imboschimento/rimboschimento su terreni nudi e/o di nuova acquisizione, interventi di ricostruzione boschiva e miglioramento di aree percorse da incendio, nonché interventi di gestione attiva delle sugherete;

            l'articolo 8 del decreto in oggetto, al comma 1, primo periodo stabilisce che "alla realizzazione delle misure di lotta contro gli incendi boschivi, concorrono le risorse disponibili nell'ambito del PNRR Missione 2, componente 4, specificamente destinate alla realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio del territorio, nel limite di 150 milioni di euro";

            il secondo periodo dello stesso comma 1 del predetto articolo, stabilisce che: "in sede di attuazione del PNRR e compatibilmente con le specifiche finalità dello stesso, il Ministero della transizione ecologica, valuta, di comune accordo con le altre Amministrazioni interessate, la possibilità di destinare ulteriori fondi del PNRR in favore delle azioni di contrasto all'emergenza incendi, ivi compreso gli interventi di ripristino territoriale";

            nella missione 4, componente 2, del PNRR è disposto che "occorre considerare anche gli interventi per la gestione sostenibile delle foreste, con particolare riguardo alla prevenzione degli incendi boschivi e il ripristino delle aree colpite da catastrofi, che saranno finanziati dal FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) per 1 miliardo di euro",

        impegna il Governo:

        a valutare la possibilità di utilizzare una parte delle risorse provenienti dai citati Fondi europei per consentire la realizzazione del Piano di forestazione della Regione Sicilia, nonché per interventi di ripristino delle aree del Paese colpite da incendi boschivi con particolare riguardo alle Regioni Calabria, Campania e Sardegna che hanno subìto maggiori danni nel corso dell'ultima estate.

G8.2 (testo 2)

Papatheu

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede di conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile,

        premesso che:

        secondo i dati dell'European Forest Fire Information System aggiornati al 24 agosto u.s. in relazione ai primi mesi del 2021, finora in Italia sono stati distrutti a causa dei numerosi incendi, oltre 158 mila ettari di aree verdi, una superficie naturale pari alla somma delle aree di Roma, Milano e Napoli;

            questo disastro ambientale ha interessato in modo particolare le quattro Regioni Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna. In particolare, la Sicilia risulta essere la regione maggiormente colpita, con oltre 78mila ettari (78.868) di verde bruciati dall'inizio del 2021;

            attualmente, il Dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale Siciliano ha elaborato un Piano di Forestazione finalizzato alla creazione di nuove foreste e al miglioramento dello stato vegetativo di quelle esistenti prevedendo: interventi di imboschimento/rimboschimento su terreni nudi e/o di nuova acquisizione, interventi di ricostruzione boschiva e miglioramento di aree percorse da incendio, nonché interventi di gestione attiva delle sugherete;

            l'articolo 8 del decreto in oggetto, al comma 1, primo periodo stabilisce che "alla realizzazione delle misure di lotta contro gli incendi boschivi, concorrono le risorse disponibili nell'ambito del PNRR Missione 2, componente 4, specificamente destinate alla realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio del territorio, nel limite di 150 milioni di euro";

            il secondo periodo dello stesso comma 1 del predetto articolo, stabilisce che: "in sede di attuazione del PNRR e compatibilmente con le specifiche finalità dello stesso, il Ministero della transizione ecologica, valuta, di comune accordo con le altre Amministrazioni interessate, la possibilità di destinare ulteriori fondi del PNRR in favore delle azioni di contrasto all'emergenza incendi, ivi compreso gli interventi di ripristino territoriale";

            nella missione 4, componente 2, del PNRR è disposto che "occorre considerare anche gli interventi per la gestione sostenibile delle foreste, con particolare riguardo alla prevenzione degli incendi boschivi e il ripristino delle aree colpite da catastrofi, che saranno finanziati dal FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) per 1 miliardo di euro",

        impegna il Governo:

        a valutare, fermo restando il rispetto dell'articolo 10 della legge n. 353 del 2000, la possibilità di utilizzare una parte delle risorse provenienti dai citati Fondi europei per consentire la realizzazione del Piano di forestazione della Regione Sicilia, nonché per interventi di ripristino delle aree del Paese colpite da incendi boschivi con particolare riguardo alle Regioni Calabria, Campania e Sardegna che hanno subìto maggiori danni nel corso dell'ultima estate.

________________

(*) Accolto dal Governo

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 8

8.0.1 (testo 2)

La Commissione

Approvato

 Dopo l'articolo, inserire il seguente:

        «Art. 8-bis.

        (Clausola di salvaguardia)

        1. Le disposizioni di cui al presente decreto sono applicabili nelle Regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.»

ARTICOLO 9 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 9.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

PROPOSTE DI COORDINAMENTO

Coord.1

La Commissione

Approvato

Art. 1

        Al comma 1, lettera a), dopo le parole: «dall'articolo 15 del» inserire le seguenti: «codice della protezione civile, di cui al».

        Al comma 1, lettera d), dopo le parole: «personale addetto alla lotta attiva» aggiungere le seguenti: «contro gli incendi boschivi».

        Al comma 2:

        al primo periodo, sostituire le parole da: «Ministeri dell'interno» fino a: «per gli affari regionali e le autonomie» con le seguenti: «Ministeri dell'interno, della difesa, dell'economia e delle finanze, della transizione ecologica, delle politiche agricole alimentari e forestali e della cultura, del Dipartimento per la trasformazione digitale e del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri»;

            al secondo periodo, dopo le parole: «articolo 21 del» inserire le seguenti: «codice di cui al».

            Al comma 3:

        al primo periodo, sostituire le parole: «per il sud» con le seguenti: «per il Sud»;

            al secondo periodo, dopo le parole: «Alla realizzazione del Piano» inserire la seguente: «nazionale».

Art. 3

        Al comma 1, sostituire le parole: «sui rispettivi siti istituzionali» con le seguenti: «nei rispettivi siti internet istituzionali».

        Al comma 3, sostituire le parole: «sul sito istituzionale» con le seguenti: «nel sito internet istituzionale».

        Al comma 4, dopo le parole: «poteri sostitutivi di cui al comma 3» inserire le seguenti: «del presente articolo»

Art. 4

        Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: «Strategia per lo sviluppo delle aree interne» con le seguenti: «strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese (SNAI)».

            Conseguentemente, al medesimo comma 2, al quarto periodo, sostituire le parole: «della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI)» con le seguenti: «della SNAI».

        Al comma 2, primo periodo:

        sostituire le parole: «pari a 20 milioni per l'anno 2021 e 40 milioni» con le seguenti: «pari a 20 milioni di euro per l'anno 2021 e a 40 milioni di euro».

        dopo le parole: «, quali vasche di spegnimento idrico» inserire il seguente segno d'interpunzione: «,».

        Al comma 2, quinto periodo:

        sostituire la parola: «partecipa» con la seguente: «partecipano»;

            dopo le parole: «articolo 8, comma 2, del» inserire le seguenti: «codice di cui al»;

            sostituire le parole: «il Ministero per le politiche agricole» con le seguenti: «il Ministero delle politiche agricole».

Art. 5

        Al comma 1, lettera c), numero 2), capoverso 2-bis, sostituire le parole: «definite con apposite linee-guida definite» con le seguenti: «definite con apposite linee-guida predisposte».

        Al comma 2, sostituire le parole: «sul proprio sito istituzionale» con le seguenti: «nel proprio sito internet istituzionale».

        Alla rubrica, dopo le parole: «della lotta attiva» inserire le seguenti: «contro gli incendi boschivi» e sostituire le parole: «dei dispositivi sanzionatori» con le seguenti: «dell'apparato sanzionatorio».

Art. 6

        Al comma 1, lettera c), capoverso Art. 423-quater, secondo comma, sopprimere le parole: «di cui all'articolo».

Art. 7

        Al comma 1:

        al primo periodo, sostituire le parole: «del decreto legislativo» con le seguenti: «del codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo» e le parole: «dell'istituto» con le seguenti: «dell'Istituto»;

            al secondo periodo, dopo le parole: «Per lo svolgimento di tali attività» inserire il seguente segno d'interpunzione: «,».

        Al comma 3:

        al secondo periodo, sostituire le parole: «di cui al comma 701» con le seguenti: «di cui al citato comma 701 dell'articolo 1 della legge n. 178 del 2020»;

            al terzo periodo, dopo le parole: «per l'anno 2023» inserire il seguente segno d'interpunzione: «,».

Art. 8

        Al comma 1:

        al primo periodo, dopo le parole: «di cui al presente decreto» sopprimere il seguente segno d'interpunzione: «,» e sostituire le parole: «del PNRR» con le seguenti: «del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR),»;

            al secondo periodo, dopo le parole: «Ministero della transizione ecologica» sopprimere il seguente segno d'interpunzione: «,» e sostituire le parole: «ivi compreso» con le seguenti: «ivi compresi».

Coord.2

La Commissione

Approvato

Art. 1

        Al comma 1, lettera c), dopo le parole: «delle Regioni» inserire le seguenti: «e delle province autonome di Trento e di Bolzano».

            Al comma 4, sostituire le parole: «del primo Piano nazionale speditivo» con le seguenti: «di un primo Piano nazionale».

Art. 3

        Al comma 3, secondo periodo, sostituire le parole: «termini previsti dal terzo e quarto periodo del medesimo articolo 10, comma 2» con le seguenti: «termini previsti dal quarto e dal quinto periodo del medesimo articolo 10, comma 2».

            Al comma 4:

            dopo le parole: «Corpi Forestali delle Regioni a statuto speciale» inserire le seguenti: «e delle province autonome di Trento e di Bolzano»

            sostituire le parole: «il monitoraggio del rispetto degli adempimenti» con le seguenti: «il monitoraggio degli adempimenti»

Art. 4

        Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: «Piani antincendio boschivi approvati dalle Regioni» con le seguenti: «piani contro gli incendi boschivi approvati dalle regioni».

           Conseguentemente al medesimo comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: «dai Piani regionali di cui al comma 1,» con le seguenti: «dai piani contro gli incendi boschivi approvati dalle regioni».

Art. 5

        Al comma 1, lettera b), numero 1), capoverso c-bis), sostituire le parole: «con il fuoco prescritto» con le seguenti: «con la tecnica del fuoco prescritto, come definita all'articolo 4, comma 2-bis».

            Al comma 1, lettera b), numero 2), dopo le parole: «e gli inadempimenti agli obblighi",» inserire le seguenti: «la parola: "determinanti" è sostituita dalle seguenti: ", che possono determinare"».

        Conseguentemente, al medesimo comma 1, lettera e), numero 4), sostituire le parole: «il cui inadempimento» con le seguenti: «l'inottemperanza ai quali».

Coord.3

La Commissione

Approvato

All'emendamento 1.100 (testo 2), al capoverso 4-quater, sostituire le parole: «data di entrata in vigore del presente decreto» con le seguenti: «data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» e le parole: «adeguamento di piste di decollo e atterraggio esistenti,» con le seguenti: «piste di decollo e atterraggio esistenti, esclusivamente ai fini dell'adeguamento di queste, nonché».

            All'emendamento 3.100 (testo 2), al primo periodo, sostituire le parole: «tali aggiornamenti» con le seguenti: «i conseguenti aggiornamenti» e, al secondo periodo, dopo le parole: «limitatamente ai nuovi soprassuoli» inserire le seguenti: «percorsi dal fuoco».

            All'emendamento 4.3, alla lettera b), sostituire le parole: «si esprime ai fini del» con le seguenti: «si esprime in forma non vincolante ai fini del»

        Conseguentemente, all'emendamento 4.8 sopprimere le seguenti parole: «dopo le parole: "può elaborare raccomandazioni" inserire le seguenti: "non vincolanti"».

            All'emendamento 4.8, dopo le parole: «conseguimento degli obiettivi della prevenzione» inserire le seguenti: «stabiliti dalla legislazione vigente,».

            All'emendamento 4.10, sostituire le parole: «anche a seguito delle indicazioni migliorative provenienti dal Comitato di cui all'articolo 1» con le seguenti: «sulla base di quanto espresso dal Comitato tecnico di cui all'articolo 1, comma 2».

        Conseguentemente, all'emendamento 4.3 sopprimere la lettera c).

            All'emendamento 4.33, sostituire le parole da: «dopo le parole» fino alla fine dell'emendamento con le seguenti: «sostituire le parole: "finalizzati alla sicurezza e all'incolumità dei territori e delle persone" con le seguenti: "finalizzati alla sicurezza dei territori e all'incolumità delle persone e degli animali"».

            All'emendamento 4.40 (testo 2), sostituire le parole: «, tenuto anche conto della strategia forestale nazionale, di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34» con le seguenti: «tenuto conto di quanto previsto dal comma 2-ter dell'articolo 4 della legge 21 novembre 2000, n. 353».

        Al fine della compatibilità con la disciplina degli articoli 5 e 7, collocare il comma 4-bis, introdotto nell'articolo 5 dall'emendamento 5.72, come comma 3-bis dell'articolo 7.

            All'emendamento 7.5 (testo 2), sostituire le parole: «contratti di lavoro di cui al primo periodo» con le seguenti: «contratti di lavoro di cui al comma 701 dell'articolo 1 della legge n. 178 del 2020» e le parole: «a ciascuna amministrazione» con le seguenti: «a ciascuno dei soggetti di cui al medesimo comma 701».

            All'emendamento 7.0.1 (testo 2), al primo periodo, sostituire le parole: «Per gli addetti agricoli» con le seguenti: «Per gli addetti ai lavori agricoli» e le parole: «ed estinzione incendi boschivi e in zone di interfaccia» con le seguenti: «ed estinzione degli incendi boschivi e in zone di interfaccia urbano-rurale».

            All'emendamento 7.0.12 (testo 2), sostituire la rubrica con la seguente: «Interventi delle regioni per il rimboschimento compensativo delle superfici bruciate».

DISEGNO DI LEGGE

Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti (2305)

ARTICOLO 1 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 1.

Approvato

(Lauree magistrali abilitanti all'esercizio delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo)

1. L'esame finale per il conseguimento delle lauree magistrali a ciclo unico in odontoiatria e protesi dentaria - classe LM-46, in farmacia e farmacia industriale - classe LM-13 e in medicina veterinaria - classe LM-42 nonché della laurea magistrale in psicologia - classe LM-51 abilita all'esercizio delle professioni, rispettivamente, di odontoiatra, di farmacista, di medico veterinario e di psicologo.

2. Nell'ambito delle attività formative professionalizzanti previste per le classi di laurea magistrale di cui al comma 1, almeno 30 crediti formativi universitari sono acquisiti con lo svolgimento di un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi di studio. Le specifiche modalità di svolgimento, certificazione e valutazione, interna al corso di studi, del tirocinio sono previste nell'ambito della disciplina delle citate classi e dei regolamenti didattici di ateneo dei relativi corsi di studio.

3. Con riferimento alla professione di psicologo, una parte delle attività formative professionalizzanti di cui al comma 2 può essere svolta all'interno del corso di studio della laurea in scienze e tecniche psicologiche - classe L-24. L'adeguamento della classe di laurea di cui al presente comma, limitatamente al tirocinio pratico-valutativo, è operato con le modalità di cui all'articolo 3.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 1 E ORDINE DEL GIORNO

1.0.2

Stabile

Ritirato e trasformato nell'odg G1.0.2

 Dopo l'articolo inserire il seguente:

«Art. 1-bis.

(Disciplina dell'Albo professionale dei Biologi)

       1. I settori professionali della sezione A dell'albo professionale dei Biologi di cui all'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 sono distinti in: "biologia generale e biomedica" i cui professionisti sono denominati Biologi, "ambiente" i cui professionisti sono denominati Biologi Ambientali e"nutrizione e igiene degli alimenti" i cui professionisti sono denominati Biologi Nutrizionisti.

       2. Per l'accesso ai tre settori sono necessari il possesso di una laurea valida per la sezione B dell'Albo e di una laurea magistrale, o di una laurea specialistica equivalente, tra quelle di seguito indicate:

            a) per il settore "biologia generale e biomedica": classe LM-6 - Biologia; classe LM-7 - Biotecnologie agrarie; classe LM-8 - Biotecnologie industriali; classe LM-9 - Biotecnologie mediche, veterinarie, e farmaceutiche;

            b) per il settore "ambiente": classe LM-6 - Biologia; classe LM-7 - Biotecnologie agrarie; classe LM-60 "Scienze della Natura"; classe LM 75 - scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio;

            c) per il settore "nutrizione e igiene degli alimenti": classe LM-6 - Biologia; classe LM-9 - Biotecnologie mediche, veterinarie, e farmaceutiche; classe LM-61 - scienze della nutrizione umana.

       3. Con apposito regolamento del Ministro dell'università e della ricerca vengono suddivise le competenze professionali di cui all'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 e la composizione delle commissioni per gli esami di Stato dei tre settori.

       4. Nulla è innovato in materia di competenze professionali per coloro che sono già iscritti alla sezione A dell'albo.».

G1.0.2 (già em. 1.0.2)

Stabile

Non posto in votazione (*)

Il Senato, in sede di esame del disegno di legge n. 2305,

        impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 1.0.2.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 2 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 2.

Approvato

(Lauree professionalizzanti abilitanti all'esercizio delle professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale)

1. L'esame finale per il conseguimento delle lauree professionalizzanti in professioni tecniche per l'edilizia e il territorio - classe LP-01, in professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali - classe LP-02 e in professioni tecniche industriali e dell'informazione - classe LP-03 abilita all'esercizio delle professioni, correlate ai singoli corsi di studio, di geometra laureato, di agrotecnico laureato, di perito agrario laureato e di perito industriale laureato.

EMENDAMENTO

2.4

De Carlo, Iannone, Drago

Respinto

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

        «1-bis. Dopo il comma 1 dell'articolo 55 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001 n. 328, è aggiunto  il seguente:  "1-bis. A partire dal 1° gennaio 2022, per la professione di agrotecnico, è soppresso l'obbligo di svolgimento del semestre di tirocinio".».

ARTICOLO 3 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 3.

Approvato

(Adeguamento dei corsi di studio delle classi di laurea magistrale e di laurea professionalizzante abilitanti)

1. Gli esami finali per il conseguimento delle lauree magistrali di cui all'articolo 1 e delle lauree professionalizzanti di cui all'articolo 2 comprendono lo svolgimento di una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio interno ai corsi di studio, volta ad accertare il livello di preparazione tecnica del candidato per l'abilitazione all'esercizio della professione. A tal fine, la commissione giudicatrice dell'esame finale è integrata da professionisti di comprovata esperienza designati dalle rappresentanze nazionali dell'ordine o del collegio professionale di riferimento.

2. Con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, da adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è adeguata la disciplina delle classi di laurea magistrale e di laurea professionalizzante di cui agli articoli 1 e 2. Con il decreto di cui al presente comma sono altresì disciplinate, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale e sentite le rappresentanze nazionali del rispettivo ordine o collegio professionale, le modalità di svolgimento e di valutazione del tirocinio pratico-valutativo, ivi compresa la determinazione dei crediti formativi universitari di cui all'articolo 1, comma 2, e della prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio, nonché la composizione paritetica della commissione giudicatrice di cui al comma 1 del presente articolo. Sul decreto di cui al presente comma non è richiesto il parere delle Commissioni parlamentari competenti.

3. Con decreto rettorale, da adottare ai sensi dell'articolo 11, commi 1 e 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, le università adeguano i regolamenti didattici di ateneo, con riferimento ai corsi di studio delle classi di laurea di cui agli articoli 1 e 2 della presente legge.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 3

3.0.1

Drago

Respinto

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

        1. All'articolo 22, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, dopo le parole "laurea specialistica nella classe 57/S - Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali" sono aggiunte le seguenti: "e i titoli per l'accesso all'esame di Stato indicati al successivo articolo 23".

        2. Per l'accesso alla sezione A dell'albo è richiesto il possesso di un titolo della classe L-39 o l'attestazione dell'acquisizione delle conoscenze e competenze necessarie per lo svolgimento delle attività professionali previste dalla sezione B dell'albo, comprese quelle acquisite nel tirocinio previsto nelle lauree della classe L-39.».

ARTICOLO 4 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 4.

Approvato

(Ulteriori titoli universitari abilitanti)

1. Ulteriori titoli universitari, conseguiti con il superamento di corsi di studio che consentono l'accesso all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio delle professioni per il quale non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post lauream, possono essere resi abilitanti, con uno o più regolamenti da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale competente, previa richiesta delle rappresentanze nazionali degli ordini o dei collegi professionali di riferimento, oppure su iniziativa del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale competente, sentito il medesimo ordine o collegio professionale.

2. Con i medesimi regolamenti di cui al comma 1 sono disciplinati gli esami finali, con lo svolgimento di una prova pratica valutativa per il conseguimento delle lauree abilitanti, prevedendo che i titoli universitari conclusivi dei corsi di studio abbiano valore abilitante all'esercizio della professione, previo superamento di un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi. I medesimi regolamenti prevedono altresì le modalità di svolgimento e di valutazione della prova pratica valutativa nonché la composizione della commissione giudicatrice, che è integrata da professionisti di comprovata esperienza designati dagli ordini o dai collegi professionali o dalle relative federazioni nazionali.

3. I regolamenti di cui ai commi 1 e 2 sono emanati sulla base delle seguenti norme generali regolatrici della materia:

a) riordino della disciplina di cui ai regolamenti adottati ai sensi dell'articolo 1, comma 18, della legge 14 gennaio 1999, n. 4, al fine dell'adeguamento alle disposizioni di cui alla presente legge;

b) semplificazione delle modalità di svolgimento del tirocinio pratico-valutativo e della prova pratica valutativa;

c) determinazione dell'ambito dell'attività professionale in relazione alle rispettive classi di laurea;

d) eventuale istituzione o soppressione di apposite sezioni degli albi, ordini o collegi in relazione agli ambiti di cui alla lettera c), indicando i necessari raccordi con la più generale organizzazione dei predetti albi, ordini o collegi;

e) uniformità dei criteri di valutazione del tirocinio e della prova pratica di cui alla lettera b);

f) composizione paritetica delle commissioni giudicatrici dell'esame finale.

4. Dalla data di entrata in vigore dei regolamenti di cui al presente articolo sono abrogate le disposizioni vigenti incompatibili con essi e con la presente legge, la cui ricognizione è rimessa ai regolamenti medesimi.

5. Con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale competente, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è adeguata la disciplina delle classi dei titoli universitari individuati ai sensi del presente articolo. Con decreto rettorale, da adottare ai sensi dell'articolo 11, commi 1 e 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, le università adeguano i regolamenti didattici di ateneo.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 4

4.0.2

Iannone, Barbaro

Respinto

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 4-bis.

(Ambito di applicazione)

      1. Quanto previsto dagli articoli 1, 2, 3 e 4 della presente legge si applica a tutte le università statali e non statali legalmente riconosciute, comprese le università telematiche.».

ARTICOLI 5 E 6 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 5.

Approvato

(Disposizioni specifiche in materia di taluni titoli universitari abilitanti)

1. Le professioni di chimico, fisico e biologo sono esercitate previo superamento dell'esame finale per il conseguimento delle rispettive lauree magistrali abilitanti. La disciplina delle classi di laurea magistrale abilitanti di cui al presente comma prevede lo svolgimento di un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi e il superamento di una prova pratica valutativa.

2. Per l'adeguamento della disciplina delle classi di laurea magistrale di cui al comma 1 nonché per l'adeguamento dei regolamenti didattici di ateneo, si applicano le disposizioni dell'articolo 4. In tali casi, i regolamenti di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 4 sono adottati, fermo restando il concerto del Ministro vigilante sull'ordine o collegio professionale, sentite le rappresentanze nazionali del medesimo ordine o collegio professionale.

Art. 6.

Approvato

(Disposizioni transitorie e finali)

1. L'adeguamento della disciplina disposto ai sensi degli articoli 3, 4 e 5 si applica a decorrere dall'anno accademico successivo a quello in corso alla data di adozione dei decreti rettorali di cui ai medesimi articoli 3, 4 e 5 e riguarda i corsi di studio attivati dalle università statali e non statali legalmente riconosciute, comprese le università telematiche, previa positiva valutazione, ai sensi della normativa vigente, dell'accreditamento dei medesimi corsi di studio.

2. Con uno o più decreti del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro vigilante sull'ordine o sul collegio professionale competente, sentite le rappresentanze nazionali del medesimo ordine o collegio, sono stabilite modalità semplificate di espletamento dell'esame di Stato per coloro che hanno conseguito o che conseguono i titoli di laurea di cui alla presente legge in base ai previgenti ordinamenti didattici non abilitanti. A tal fine, le università riconoscono le attività formative professionalizzanti svolte durante il corso di studio o successivamente al medesimo.

3. I finanziamenti, previsti da accordi di programma o da provvedimenti di attuazione della programmazione universitaria, per le università che non adeguano i regolamenti didattici entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti del Ministro dell'università e della ricerca adottati ai sensi dell'articolo 3, comma 2, e dell'articolo 4, comma 5, sono sospesi fino all'adozione dei predetti regolamenti e al loro invio al Ministero dell'università e della ricerca.

EMENDAMENTO

6.1

Iannone, Drago

Respinto

Al comma 1, sopprimere le parole: «previa positiva valutazione, ai sensi della normativa vigente, dell'accreditamento dei medesimi corsi di studio.».

ARTICOLI 7 E 8 NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 7.

Approvato

(Specifiche disposizioni transitorie per la laurea magistrale abilitante all'esercizio della professione di psicologo)

1. Coloro che hanno conseguito o che conseguono la laurea magistrale in psicologia in base ai previgenti ordinamenti didattici non abilitanti acquisiscono l'abilitazione all'esercizio della professione di psicologo previo superamento di un tirocinio pratico-valutativo e di una prova pratica valutativa. Con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, sono stabilite la durata e le modalità di svolgimento e di valutazione del tirocinio pratico-valutativo nonché le modalità di svolgimento e di valutazione della prova pratica valutativa. Ai fini della valutazione del tirocinio di cui al presente comma, le università riconoscono le attività formative professionalizzanti svolte successivamente al corso di studi.

2. Coloro che hanno concluso il tirocinio professionale di cui all'articolo 52, comma 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, acquisiscono l'abilitazione all'esercizio della professione di psicologo previo superamento di una prova orale su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il medesimo tirocinio professionale nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale. Con decreto del Ministro dell'università e della ricerca sono stabilite le modalità di svolgimento e di valutazione della prova orale di cui al presente comma nonché la composizione paritetica della commissione giudicatrice.

Art. 8.

Approvato

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate vi provvedono nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

 

Allegato B

Pareri espressi dalla 1a e dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge n. 2305 e sui relativi emendamenti

La Commissione, affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'interno, ordinamento generale dello Stato e della pubblica amministrazione, esaminato il disegno di legge in titolo e i relativi emendamenti, esprime, con riferimento al riparto delle competenze normative fra lo Stato e le Regioni, parere non ostativo.

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo ed i relativi emendamenti, esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.

Intervento della senatrice Saponara nella discussione generale del disegno di legge n. 2305

Presidente, onorevoli colleghi, è indubbio che il PNRR ha e sta accelerando numerosi processi di riforma del nostro Paese che erano in una situazione di stallo. È il caso del provvedimento che è in discussione quest'oggi in Aula, che ha iniziato il suo iter proprio un anno fa alla Camera con l'obiettivo di proseguire il percorso intrapreso con il decreto-legge n. 18 del 2020, il cui articolo 102 ha già introdotto il valore abilitante per la laurea magistrale in medicina e chirurgia. Di iniziativa governativa, il presente disegno di legge reca infatti disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti con la finalità di semplificare le procedure per l'abilitazione all'esercizio di alcune professioni regolamentate, rendendo così l'esame conclusivo del corso di studi universitario coincidente con l'esame di Stato, in modo da ridurre i tempi di inserimento nel mercato del lavoro dei giovani laureati. Secondo l'articolato del disegno di legge in esame, ciò si rende possibile dal momento che, nei percorsi di studio interessati dall'intervento normativo vengono contestualmente garantite anche una preparazione qualificata sotto il profilo tecnico-pratico e una verifica della stessa.

Con il provvedimento in esame il novero dei titoli accademici direttamente abilitanti è ampliato alle professioni sanitarie e alle lauree professionalizzanti. Infatti, la misura riguarda innanzitutto i corsi di laurea magistrale per accedere alle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo, e i corsi di laurea professionalizzanti, e specificatamente le professioni tecniche regolamentate di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale.

Il provvedimento è collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2022 e dà attuazione ad uno degli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) inviato alla Commissione europea, un provvedimento in definitiva la cui approvazione è fortemente attesa dal Ministero dell'università. ln 7a Commissione abbiamo potuto prendere atto dell'ampio lavoro svolto alla Camera attraverso audizioni e conseguenti emendamenti che hanno consentito di migliorare in modo significativo il testo iniziale del disegno di legge, anche recependo nuove istanze provenienti dai settori professionali, e facendo registrare una piena convergenza di tutte le forze politiche nel sostenere una riforma ritenuta strategica in termini di una nuova e più efficace interconnessione tra il mondo universitario e le rappresentanze associative professionali.

Quelli summenzionati sono i principali motivi per cui sono stati accelerati i tempi di approvazione in sede referente nella Commissione istruzione senza apportare modifiche al testo trasmessoci dalla Camera, evitando così una terza lettura e ottemperando alle esigenze dettate dalla manovra finanziaria e dal PNRR, essendo, come detto prima, stato assunto l'impegno ad approvare la riforma legislativa entro il 31 dicembre 2021, termine ultimo fissato per la rendicontazione, in sede europea, della prima fase di realizzazione delle riforme previste dal PNRR, ai fini dell'autorizzazione all'erogazione dei relativi finanziamenti.

Tuttavia, nel presente disegno di legge sono state ravvisate criticità espresse in alcuni pareri dalle Commissioni a cui è stato assegnato in sede consultiva. Queste criticità sono in parte state segnalate da alcuni ordini del giorno, approvati in Commissione dal Governo. Di questi uno a mia prima firma, e degli altri componenti del Gruppo Lega della Commissione, impegna il Governo ad attivare, in ogni caso, il tavolo di revisione e aggiornamento della disciplina relativa all'accesso alle professioni regolamentate, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, riforma da tempo invocata dai settori professionali interessati e che si renderà indispensabile e non più rinviabile a seguito della definitiva approvazione della legge sulle lauree abilitanti, al fine di completare e rendere coerente e omogeneo il quadro normativo di riferimento nel suo complesso. Questo per sopperire alle istanze portate avanti da alcune categorie professionali che diversamente potrebbero trovarsi in difficoltà.

Tenuto conto inoltre che la implementazione del presente intervento legislativo è rimessa all'adozione, in tempi brevi, dei provvedimenti attuativi previsti dallo stesso per la revisione dei percorsi di laurea in chiave abilitante, l'impegno chiesto al Governo è anche quello di valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, per dare risposta a eventuali istanze di miglioramento ulteriore del disegno di legge oggi all'esame di questa Assemblea.

Concludo, quindi, affermando una piena condivisione del presente disegno di legge che permetterà ai giovani di entrare dopo la laurea direttamente nel mondo del lavoro, confidando che il buon senso e la responsabilità del Governo completino attraverso i provvedimenti attuativi tale riforma senza penalizzare nessuna categoria.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:

Disegno di legge n. 2381

sull'emendamento 5.3, il senatore Bruzzone avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sugli emendamenti 5.33 e 6.7, la senatrice Nugnes avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sull'emendamento 6.7, il senatore Verducci avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sull'emendamento 8.4 (testo 2), la senatrice Papatheu avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull'emendamento 3.100 (testo 2), la senatrice De Petris avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sulla votazione finale, il senatore Stefano avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Congedi e missioni

Sono in congedo i Senatori: Accoto, Alderisi, Bagnai, Barachini, Barbaro, Barboni, Battistoni, Bellanova, Berardi, Binetti, Bini, Bongiorno, Borgonzoni, Bossi Umberto, Cario, Castaldi, Catalfo, Cattaneo, Centinaio, Cerno, Corrado, Crimi, De Poli, Di Marzio, Endrizzi, Fazzolari, Ferro, Floridia, Galliani, Ghedini, Iwobi, L'Abbate, Licheri, Magorno, Marcucci, Merlo, Messina Assunta Carmela, Minuto, Moles, Mollame, Monti, Napolitano, Nisini, Piarulli, Pichetto Fratin, Pucciarelli, Renzi, Ronzulli, Schifani, Segre, Sileri, Turco e Vono.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Girotto, per attività della 10ª Commissione permanente; Fazzone e Urso, per attività del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; Morra e Pellegrini Marco, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere; Nugnes, per attività della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati; Paroli, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Marilotti, per attività della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivio storico.

È considerata in missione, ai sensi dell'art. 108, comma 2, primo periodo, del Regolamento, la senatrice

D'Angelo.

Gruppi parlamentari, denominazione di componente

La Presidente del Gruppo Misto ha comunicato che la componente "IDEA e CAMBIAMO" cambia la propria denominazione in "IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI".

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ha comunicato la seguente variazione nella composizione delle Commissioni permanenti:

10a Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore Castaldi;

14a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore Castaldi.

Disegni di legge, trasmissione dalla Camera dei deputati

Onn. Benamati Gianluca, Bazoli Alfredo, Bonomo Francesca, Lacarra Marco, Manca Gavino, Nardi Martina, Zardini Diego, Moretto Sara

Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza (2434)

(presentato in data 28/10/2021)

C.1494 approvato dalla Camera dei deputati

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori Mantero Matteo, La Mura Virginia, Nugnes Paola, Fattori Elena

Misure a sostegno del mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi a livello nazionale e di contrasto al fenomeno delle delocalizzazioni (2435)

(presentato in data 07/10/2021);

DDL Costituzionale

Senatori Rossomando Anna, Zanda Luigi, Mirabelli Franco, Parrini Dario, Cirinna' Monica

Modifiche al Titolo IV della Parte II della Costituzione in materia di istituzione dell'Alta Corte (2436)

(presentato in data 28/10/2021).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni

Sen. Rufa Gianfranco ed altri

Disposizioni relative alla disciplina di noleggio di monopattini elettrici (2290)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 28/10/2021).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro della difesa, con lettere del 21 ottobre 2021, ha trasmesso, per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66:

lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 2/2021, relativo all'acquisizione per l'Esercito Italiano di 33 nuovi elicotteri multiruolo Light Utility Helicopter (LUH) comprensivi di supporto logistico integrato decennale, corsi formativi, simulatori e correlati adeguamenti/potenziamenti infrastrutturali (n. 317);

lo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 5/2021, relativo allo sviluppo del sistema MC-27J Praetorian, versione speciale del velivolo C-27J a supporto delle operazioni speciali (n. 318).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, gli schemi di decreto sono deferiti alla 4ª Commissione permanente, che esprimerà i pareri entro 40 giorni dall'assegnazione. La 5ª Commissione potrà formulare le proprie osservazioni alla 4ª Commissione in tempo utile rispetto al predetto termine.

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera del 22 ottobre 2021, ha trasmesso, per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi degli articoli 12 e 13, comma 1, della legge 11 agosto 2014, n. 125 - lo schema di documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo 2021-2023 (n. 316), cui è allegata la relazione annuale sull'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2019 (Doc. LV, n. 3).

Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di documento è deferito alla 3ª Commissione permanente, che dovrà esprimere il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 25 ottobre 2021, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 - la proposta di nomina dell'avvocato Costantino Vespasiano a Presidente dell'Unione italiana tiro a segno (UITS) (n. 99).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 4ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro 20 giorni dall'assegnazione.

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

Il senatore Buccarella ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-06188 del senatore Errani ed altri.

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 21 al 28 ottobre 2021)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 122

BARBONI: sulle azioni di controllo della popolazione dei cinghiali (4-05763) (risp. PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali)

FATTORI ed altri: sulle nuove norme che regolano la coltivazione di prodotti biologici (4-05528) (risp. PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali)

sui prezzi al produttore dei prodotti agricoli, in particolare delle ciliegie "ferrovia" (4-05591) (risp. PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali)

LA PIETRA, FAZZOLARI: sulle elezioni dei COMITES in Spagna (4-06089) (risp. DELLA VEDOVA, sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale)

NENCINI: sull'iniziativa per intitolare una piazza a Bettino Craxi a Pesaro (4-04076) (risp. MOLTENI, sottosegretario di Stato per l'interno)

OSTELLARI ed altri: sulla tutela del vino tipico Serprino (4-05280) (risp. PATUANELLI, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali)

RAMPI: sulle indagini relative ad omicidi avvenuti a Firenze tra il 1968 e il 1985 (4-05683) (risp. CARTABIA, ministro della giustizia)

SBRANA: sulla vicenda dell'Associazione italiana alberghi per la gioventù (AIG) (4-06059) (risp. GARAVAGLIA, ministro del turismo)

Interrogazioni

COMINCINI, VERDUCCI, STEFANO, CERNO, CIRINNA', GIACOBBE, BOLDRINI, ROJC, IORI, MARCUCCI, ASTORRE, ROSSOMANDO, D'ARIENZO, D'ALFONSO, FEDELI, FERRAZZI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. - Premesso che:

dal maggio 2017, la compagnia di bandiera, Alitalia S.p.A., è entrata in amministrazione straordinaria;

dal 9 ottobre 2020, con un decreto firmato dai Ministri dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, da Alitalia S.p.A. nasceva una newco, denominata Italia trasporto aereo S.p.A. (ITA), con sede a Roma;

in parte le attività di Alitalia sono state trasferite a ITA, una compagnia nata con un capitale sociale di 20 milioni di euro, detenuto dallo Stato attraverso il Ministero dell'economia (come stabilito dal decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104);

con l'arrivo della pandemia da COVID-19 erano stati annullati voli a migliaia di viaggiatori che avevano regolarmente acquistato un biglietto aereo;

la compagnia Alitalia, alla luce della difficile situazione emergenziale sanitaria, aveva riconosciuto agli acquirenti dei biglietti l'erogazione di un voucher pari al valore del biglietto precedentemente acquistato, valido fino al 2022 e utile ad acquistare, in altra data, un biglietto per lo stesso o per un altro volo;

con il voucher sono stati acquistati biglietti per nuovi voli, successivamente annullati per la difficile situazione di crisi che stava vivendo la società e per il contestuale passaggio a ITA. Alla luce della cancellazione dei voli, Alitalia comunicava ai possessori dei predetti biglietti la possibilità di richiedere un rimborso oppure di acquistare un nuovo volo;

considerato che:

nell'ambito della procedura di cessione del ramo "Aviation" di Alitalia in amministrazione straordinaria alla società ad integrale partecipazione pubblica ITA, il Ministero dello sviluppo economico aveva autorizzato Alitalia a chiudere le vendite di biglietti, e conseguentemente a prevedere la cessazione delle sue attività di volo, a far data dal 15 ottobre 2021, quale data prevista per l'avvio delle operazioni del nuovo vettore di bandiera;

Alitalia offriva ai passeggeri in possesso di un biglietto Alitalia per voli con data di viaggio entro il 14 ottobre 2021 per o da qualsiasi destinazione o origine in tutto il mondo le forme di assistenza e rimborso, a loro scelta tra la modifica della prenotazione (rebooking o rerouting, ovvero modifica dell'itinerario per raggiungere la destinazione originaria o tornare al punto di origine del viaggio), senza integrazione tariffaria, su volo utile per il passeggero, entro il 14 ottobre 2021 (ultima data di rientro); la modifica della destinazione, con eventuale integrazione tariffaria;

il regolamento (CE) n. 261/2004 stabilisce l'obbligo del vettore di rimborsare il prezzo pieno del biglietto entro 7 giorni dalla cancellazione. La data del 14 ottobre 2021, fissata da Alitalia per la modifica della prenotazione, di fatto ha impedito ai passeggeri in possesso di un biglietto Alitalia entro tale data di usufruire del rimborso del prezzo pieno del biglietto;

le numerose domande di rimborso presentate dai possessori di un biglietto Alitalia per voli con data di viaggio entro il 14 ottobre 2021, a distanza di molti giorni, non hanno ancora ricevuto risposta né tantomeno si è dato seguito al rimborso di quanto dovuto,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti esposti;

quali iniziative di propria competenza intenda adottare in favore delle migliaia di viaggiatori che non hanno potuto utilizzare i biglietti acquistati per voli Alitalia soppressi o che a seguito della richiesta non hanno usufruito del rimborso del biglietto o del voucher;

quali misure intenda adottare per evitare che un precedente molto grave come quello descritto possa ripetersi in futuro, a danno dei titolari di biglietti di viaggio regolarmente acquistati, per qualsiasi trasporto di qualsivoglia compagnia, sia privata che a partecipazione pubblica.

(3-02904)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

BONINO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

da fonti di stampa si apprende che la nave "Geo Barents" da 10 giorni si trova nel Mediterraneo centrale e ha attualmente a bordo 367 persone, di cui 172 minori, a seguito di diversi interventi di salvataggio;

Medici senza frontiere, l'organizzazione umanitaria a guida della nave, ieri 26 ottobre 2021, ha rivolto un appello urgente alle autorità italiane chiedendo un safety place dove sbarcare al più presto, sulle coste siciliane, anche a causa di condizioni meteorologiche avverse e in peggioramento che stanno mettendo a rischio la salute, già precaria, delle persone messe in salvo;

in più occasioni, nei mesi scorsi, imbarcazioni impegnate nella ricerca e soccorso nel Mediterraneo hanno dovuto attendere giorni per portare al sicuro donne, uomini e minori recuperati, sottoponendo persone già fortemente provate a ulteriori traumi,

si chiede di sapere quali ostacoli impediscano l'immediata concessione e comunicazione di un porto sicuro alla "Geo Barents", viste le drammatiche condizioni a bordo della nave di centinaia di persone e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per garantire alle navi impegnate nella ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale di portare in salvo le persone recuperate nel corso di tali interventi in tempi brevi e compatibili con la situazione precaria e delicata in cui si trovano a livello psicofisico e sanitario.

(4-06190)

DE VECCHIS, RUFA - Ai Ministri dell'interno e della salute. - Premesso che:

da fonti giornalistiche si apprende che l'intervento di messa in sicurezza del cimitero di Ponza ha assunto connotati inquietanti. Invero, al termine dei lavori, nel momento della riapertura dei cancelli, i cittadini tornati al camposanto per la visita dei propri cari hanno rinvenuto dei sacchi neri all'interno dei quali erano riposti alcuni resti mortali;

sin dal momento in cui l'amministrazione comunale aveva predisposto lo svolgimento delle operazioni affidandole ad una ditta esterna e a cimitero chiuso erano emerse delle perplessità, in particolare per il fatto che durante le operazioni non fosse stata prevista la partecipazione di alcun vigile urbano o operatore che facesse un censimento delle salme. Dunque, si era già sollevata la problematica che si potesse fare confusione nel corretto riposizionamento delle salme;

il 16 ottobre 2021 quando il Comune annunciava che il cimitero, che era stato chiuso per eseguire i lavori, sarebbe stato riaperto, sono stati proprio i cittadini, familiari dei defunti, a denunciare la presenza di sacchi neri con all'interno alcune salme;

il 18 ottobre 2021 sono scattati gli esposti alla Guardia di finanza, che ha sequestrato una parte del cimitero,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di tale vicenda e se non ritengano opportuno predisporre gli opportuni accertamenti in ordine alla reale situazione presente nel cimitero di Ponza, al fine di fare chiarezza sull'accaduto, sulle responsabilità, in particolare in tema di pericolo per l'ordine pubblico, nonché sugli eventuali rischi per la salute pubblica.

(4-06191)

DE PETRIS - Ai Ministri dell'università e della ricerca e per le disabilità. - Premesso che:

da notizie di stampa si apprende che Gaia Padovani è un medico di 34 anni, specializzanda presso l'Università "Sapienza" di Roma. È anche la prima persona completamente non vedente ad aver conseguito la laurea in Medicina in Italia. Da due anni lavora e studia per specializzarsi in Psichiatria, ma rischia di perdere quanto ottenuto finora, con fatica e sacrifici, perché il Ministero dell'università, dopo una sentenza del TAR del Lazio, le chiede di sottoporsi nuovamente alla prova di selezione, il prossimo 4 novembre;

sempre da organi di stampa si legge che alla prova di ammissione Gaia aveva già partecipato il 2 luglio 2019. Non la superò, pur ottenendo un buon punteggio. Nei mesi successivi fu ammessa (borsa di studio inclusa) sulla base di una serie di provvedimenti del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato. I giudici riconobbero che il Ministero non aveva approntato le misure necessarie a metterla in condizione di sostenere la prova: non erano state adottate accortezze per lei fondamentali, cui aveva diritto e che da mesi lei stessa aveva richiesto al Ministero;

considerato che:

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2001 prevede una serie di agevolazioni e supporti che gli Atenei italiani hanno il dovere di mettere in atto per garantire il diritto allo studio agli studenti con disabilità e la loro piena partecipazione alla vita universitaria (così come previsto dalla legge n. 104 del 1992 e dalla legge n. 17 del 1999). Nello specifico è prevista la fornitura di supporti didattici, informatici e tecnologici utili a rendere gli studenti con disabilità il più possibile autonomi e indipendenti (articolo 13, comma 6-bis, legge n. 104 del 1992, così modificata dalla legge n. 17 del 1999);

ritenuto che, qualora quanto descritto fosse vero, si tratterebbe, a parere dell'interrogante, di un caso di violazione del diritto allo studio e del principio di uguaglianza,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto e se non vogliano valutare l'opportunità di adottare misure urgenti per garantire il diritto allo studio della specializzanda.

(4-06192)

D'ALFONSO, PITTELLA, LAUS - Ai Ministri dell'interno, della transizione ecologica e dell'economia e delle finanze. - Premesso che il Comune di Caramanico Terme, in provincia di Pescara, come molti piccoli borghi montani del nostro Paese, è alle prese sin dal lontano 1989 con periodiche emergenze causate da fenomeni di dissesto idrogeologico;

premesso altresì che a seguito di una frana di crollo, verificatasi in data 8 giugno 2020, del versante Colle Alto-La Civita con lo scivolamento a valle di un masso di enormi dimensioni, che ha interrotto la sua corsa a livello dello svincolo "Fontegrande" della SS 487 e che ha determinato, fortunatamente senza vittime, la chiusura al traffico veicolare dell'arteria stradale, l'emergenza idrogeologica nel Comune abruzzese è tornata a destare serie preoccupazioni;

considerato che già in data 21 novembre 2012, a seguito di sopralluogo effettuato in tempo reale dai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Pescara e dell'Amministrazione provinciale di Pescara, alla presenza dei rappresentanti del Comune, delle locali stazioni Carabinieri e Forestale e della Polizia locale, si constatò l'avvenuto distacco di un enorme masso lapideo in località "Civita" dal versante sovrastante l'allora SR 487 ed arrestatosi in corrispondenza dello svincolo galleria "Fontegrande";

tenuto conto che con la deliberazione di Consiglio comunale n. 38 del 26 giugno 2019 avente ad oggetto "Variazione al Programma Triennale Opere Pubbliche 2019-2021 ed Elenco Annuale 2019 (art. 21 del D. Lgs. nr. 50/2016)" l'organo consiliare ha deliberato la modifica al programma triennale dei lavori pubblici per il periodo 2019-2021, individuando, a seguito di studi di fattibilità per il dissesto idrogeologico del centro abitato e del territorio comunale, specifici interventi necessari: 1) dissesto idrogeologico del centro abitato di Caramanico Terme - Movimenti gravitativi del versante in DX Idrografica del Fiume Orta 3° stralcio funzionale; 2) sistemazione delle frane di crollo Colle Alto-La Civita; 3) sistemazione dei movimenti franosi in Località Vitritillo;

tenuto altresì conto che in data 15 settembre 2020 è stata operata la scelta, per il tramite del primo cittadino, di avanzare e a valere delle risorse stanziate dal decreto del Ministero dell'interno del 5 agosto 2020, un'unica richiesta di contributo (sottoscritta dal solo rappresentante legale) inerente al solo intervento relativo ai "Lavori inerenti al dissesto idrogeologico in Via Vetritillo successivamente ammesso a finanziamento - Decreto 23 febbraio 2021 - per un importo di 990.000 euro, tralasciando gli altri due prioritari interventi individuati nella richiamata Deliberazione di Consiglio Comunale n. 38 del 26 giugno 2019, tra cui la "Sistemazione delle frane di Crollo Colle Alto-La Civita",

si chiede di sapere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare, attraverso gli uffici competenti, per far fronte ad una necessaria riallocazione delle risorse stanziate, in grado di porre rimedio all'emergenza che ha colpito il Comune di Caramanico Terme a causa della frana di crollo in località Colle Alto-La Cività del 8 giugno 2020.

(4-06193)

NUGNES - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

nella sera di giovedì 21 ottobre 2021, nella città di Roma, si concludeva l'occupazione del liceo artistico statale di via di Ripetta;

nel corso della stessa giornata si è svolto davanti ai cancelli della scuola un presidio partecipato di studenti, provenienti anche da altri istituti cittadini, che hanno manifestato per l'intera giornata solidarietà agli occupanti e tentato invano di raggiungerli;

durante lo svolgimento del presidio sarebbero nati momenti di tensione con la polizia, schierata all'entrata del plesso in tenuta antisommossa, documentati sui social network dai ragazzi che hanno pubblicato immagini di brevi tafferugli con gli agenti e anche il sopraggiungere di un'ambulanza, mentre una ragazza avrebbe denunciato, attraverso gli stessi canali social, di essere stata molestata da un agente, come riportato in un articolo del "Corriere della Sera";

la protesta era stata indetta per chiedere l'abolizione delle fasce orarie per gli ingressi e le uscite, per un miglioramento del funzionamento dei laboratori, per materiali adeguati, insieme a un miglior impiego delle risorse economiche da destinare alla strumentazione e alla formazione;

nel 2012 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che esprimeva "preoccupazione per il ricorso a una forza sproporzionata da parte della polizia durante eventi pubblici e manifestazioni nell'Ue" ed esortava "gli Stati membri a garantire che il personale di polizia portasse un numero identificativo";

nel 2016 il Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite si è espresso a proposito di manifestazioni e della loro gestione da parte degli Stati e in particolare il relatore speciale per il diritto alla libertà di assemblea pacifica e di associazione, Maina Kiai, insieme al relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns, hanno raccomandato che "i funzionari delle forze di polizia siano chiaramente e individualmente identificabili";

nel 2019 Amnesty international Italia ha rilanciato la sua campagna per chiedere i codici identificativi delle forze di polizia,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti e delle circostanze richiamati e quali eventuali iniziative intenda intraprendere;

se non valuti l'opportunità d'intraprendere tutte le iniziative di competenza, comprese quelle di tipo normativo, per prevedere i codici identificativi per le forze di polizia al fine di evitare, eventualmente, casi in cui vi sia un ricorso improprio della forza da parte delle forze dell'ordine;

se non valuti d'introdurre una norma per stabilire dei codici identificativi per le forze dell'ordine in servizio, sia in uniforme sia in borghese, garantendo, allo stesso tempo, l'anonimato degli agenti.

(4-06194)

MARTI - Ai Ministri della cultura e dell'interno. - Premesso che:

il Comune di Lecce ha partecipato al bando del 3 febbraio 2020, comparso sulla piattaforma informatica "Concorsi AWN" in accordo con Puglia Valore Immobiliare S.r.l., area Salento, Regione Puglia e Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, con le quali ha sottoscritto protocollo d'intesa, per la valorizzazione del complesso immobiliare ex Galateo sito a Lecce;

il 22 marzo 2018 con DCPC n. 72 del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la commissione regionale per il patrimonio della Puglia decretava: "ai sensi dell'art. 10 C.1 del D.lgs 22/1/2004 n.42 e s.m.i., l'immobile denominato 'Ex complesso Sanatorio Antitubercolare' (...) è dichiarato bene di interesse culturale particolarmente importante e viene, quindi, sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto D.lgs 42/04 e s.m.i.";

la commissione valutatrice dei progetti presentati, con verbale n. 2 del 22 luglio 2020, presentava osservazioni ai progettisti ed in particolare al punto 5 così si esprimeva: "studiare con attenzione tutte le soluzioni indirizzate a rispettare le disposizioni di tutela contenute nel D.lsg. 22 gennaio 2004, sulla base del quale è stato apposto il vincolo diretto sull'immobile (...) l'intervento sull'immobile si deve qualificare come restauro con adeguamento funzionale";

il documento preliminare alla progettazione precisa che "gli interventi previsti sono finalizzati al recupero dell'involucro edilizio esistente nel rispetto delle sue peculiarità storico - architettoniche", in questo caso specifico espressione dell'architettura razionalista propria del ventennio fascista;

considerato che:

i vincitori del concorso, Archistart studio e gruppo Alcotec, hanno già percepito un premio di 80.000 euro per il progetto "Vincenteche", che prevede l'abbattimento della scalinata a vantaggio di un ingresso ai vani sottostanti all'edificio (che non si comprende quale destinazione avranno);

in merito a tale intervento progettuale, palesemente in contrasto col vincolo posto sull'immobile, la consigliera Poli Bortone ha presentato un'interpellanza in Consiglio comunale (senza ottenere plausibili giustificazioni), dopo che la stessa consigliera aveva inviato alla Soprintendenza una nota chiedendo il motivo per il quale la soprintendenza, pur avendo sottoscritto il protocollo, non avesse fatto parte della commissione giudicante;

con protocollo n. 2217 dell'11 febbraio 2021, in data 27 aprile 2021, la stessa Poli Bortone riceveva una nota da parte del soprintendente ad interim che, nel riportare un brano del protocollo d'intesa 23 marzo 2018, ricordava testualmente che il ruolo della soprintendenza era finalizzato ad agevolare "l'iter del procedimento amministrativo per il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie all'esecuzione dei lavori di recupero dell'immobile e di tutte le sue pertinenze, sicché questa soprintendenza fornirà il proprio apporto nell'ambito dell'iter autorizzativo del progetto, ai sensi dell'art. 21 del D. lgs 42/04", aggiungendo che la soprintendenza non ha inteso far parte della commissione giudicatrice "per ragioni di opportunità";

in data 24 maggio 2021 Poli Bortone inoltrava alla soprintendenza un formale esposto in merito alla violazione del DCPC n. 72 del 21 marzo 2018 con cui si riconosceva l'immobile "bene di interesse culturale particolarmente importante (...) sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto D. lgs 42/04 all'art. 21 C.1 lett. a) che recita 'sono subordinati ad autorizzazione del Ministero a) la demolizione delle opere costituenti beni culturali, anche con successiva ricostruzione' e nello stesso art. 21, comma 4, che recita: 'fuori dei casi di cui ai commi precedenti, l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali è subordinata ad autorizzazione del Sopraintendente' e il successivo comma 5 che recita: 'l'autorizzazione è resa su progetto o qualora sufficiente, su descrizione tecnica dell'intervento, presentato dal richiedente, e può contenere prescrizioni'";

al 26 ottobre 2021, nessuna risposta è ancora giunta all'esposto citato, ma contestualmente la stampa riporta la notizia che il progetto rientrerebbe fra i 3 approvati dal Governo per la città di Lecce e godrebbe di un finanziamento di 15 milioni di euro a valere sui fondi PNRR;

considerato che al Ministero dell'interno è doveroso segnalare le seguenti circostanze: a) analizzando i codici alfanumerici del secondo e del quarto classificato nella graduatoria definitiva dei primi 5 classificati si nota per il secondo classificato è stato utilizzato un codice palindromo sia nel primo grado (ZZH11HZZ) che nel secondo grado (EET22TEE) facilmente riconoscibile; il quarto classificato ha utilizzato un codice riconducibile alla parola INSIDE sia nel primo grado (INSID301) che nel secondo grado (INSIDE302) facilmente riconoscibile. Se ne deduce che esistesse motivo di esclusione dei due finalisti; b) l'amministrazione comunale di Lecce ha pubblicato sul suo sito istituzionale esclusivamente i primi 5 classificati e solo dopo le rimostranze della minoranza, ha pubblicato, come di dovere, tutti i progetti presentati al concorso,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, intendano intervenire sia per evitare che un immobile di pregio sia depauperato della sua valenza storico-artistica con interventi impropri e contrastanti con le prescrizioni contenute nel DCPC n. 72 del 21 marzo 2018, sia per giudicare la correttezza formale e sostanziale della valutazione dei 96 progetti complessivamente partecipanti al concorso, con particolare attenzione ai due casi di "riconoscibilità" segnalati: il tutto al fine di ripristinare una situazione di legalità in un concorso che ha evidenziato dubbi ed ombre nel suo svolgimento.

(4-06195)

LANNUTTI, LAUS - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

la fondazione "PescarAbruzzo" risulta in modo anomalo guidata senza soluzione di continuità fin dal 1996 dal professor Nicola Mattoscio, quando la denominazione era CariPe, prima come segretario generale e poi come presidente;

la stampa locale sta facendo emergere alcune situazioni poco chiare su dei prestiti obbligazionari, acquistati dalla fondazione PescarAbruzzo, e su una serie di operazioni immobiliari, compiute dalla società Gestione culturali S.r.l., facente capo alla fondazione;

considerato che:

il consiglio di amministrazione di una holding industriale in data 5 dicembre 2017 ha deliberato l'emissione di un prestito obbligazionario in favore della fondazione PescarAbruzzo con scadenza a 48 mesi di 2 milioni e 200.000 euro, diviso in 440 obbligazioni da euro 5.000 ciascuna al tasso fisso nominale annuo contrattualmente eccessivo pari al 6,75 per cento;

il bilancio della fondazione nella sezione riservata al fondo per il volontariato e altre erogazioni liberali (pagina 34 e seguenti) presenta alcune pagine bianche riguardanti l'attività erogativa delle somme liquidate nell'esercizio 2020, che impediscono di conoscere i soggetti beneficiari e le relative somme,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato;

se il Ministro in indirizzo e le autorità preposte abbiano svolto i necessari controlli sull'emissione delle obbligazioni bancarie;

se si ritenga congruo l'altissimo tasso fisso nominale annuo pari al 6,75 per cento, posto che la media dei prestiti obbligazionari nel 2017 era pari alla metà;

se vi siano gli estremi per procedere a uno spedito intervento ispettivo sulla fondazione PescarAbruzzo, alla luce delle emergenti e presumibili irregolarità e delle appurate omissioni presenti nel bilancio presentato per l'esercizio 2020;

se l'occultamento, risultante per tabulas, delle erogazioni corrisposte nel bilancio non integri la violazione delle norme vigenti;

se, più in generale, il Ministro in indirizzo intenda assumere iniziative per una revisione dell'assetto regolatorio per verificare, nello specifico, che la situazione in essere nel caso di PescarAbruzzo si presenti conforme alle norme vigenti.

(4-06196)

ZAFFINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

le terapie domiciliari sono l'altra faccia della cura del COVID-19, una sorta di dark side of the moon, tanto che nei mesi passati il Governo italiano, ma anche quelli di diversi altri Paesi, sono stati costretti a imporre lunghi ed estenuanti lockdown per contenere l'epidemia e impedire la saturazione delle terapie intensive, con pesanti e negative ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini, sulle attività economica e sulla libera fruizione dei diritti fondamentali;

le linee guida ufficiali sulla gestione domiciliare dei pazienti COVID-19, pubblicate dal Ministero della salute il 30 novembre 2020 e aggiornate il 26 aprile scorso, non forniscono una vera e propria terapia, né prevedono una effettiva presa in carico del paziente. Di fatto resta del tutto disatteso l'ordine del giorno unitario approvato in Senato in data 8 aprile 2021 e votato da tutte le forze politiche;

tale circolare stabilisce soltanto che le terapie domiciliari prevedano: monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente, misurazione frequente della saturazione di ossigeno; paracetamolo o antinfiammatori non steroidei (FANS);

la strategia, pertanto, rimane quella della tristemente famosa "vigile attesa". L'unica "novità" della circolare del 26 aprile sarebbe rappresentata dall'introduzione dell'uso degli anticorpi monoclonali, ma, limitandone l'uso solo nelle fasi precoci della malattia, con la prescrizione di fantomatici "centri abilitati";

in relazione a ciò, giova osservare che il problema è che non solo sono state tagliate fuori tutte le evidenze scientifiche raccolte sul campo da migliaia di medici italiani e illustri ricercatori, ma che le linee guida per l'assistenza domiciliare non sono state aggiornate sulla base del monitoraggio delle varianti, essendo del tutto insufficiente, ancora oggi, l'attività di testing e sequenziamento dei pochi tamponi effettuati;

sebbene la campagna vaccinale stia procedendo con successo, il virus va incontro a mutazioni frequenti e, quando finalmente si procederà ad una effettiva strutturazione delle terapie domiciliari del COVID-19, sarà essenziale avere a disposizione nel bagaglio terapeutico anche farmaci antivirali in grado di agire contro un'infezione attiva da Sars-Cov-2 e sue mutazioni, dato che è impossibile produrre in tempi relativamente brevi vaccini efficaci per nuove varianti potenzialmente resistenti ai vaccini attualmente in uso;

considerato che:

gli antivirali sono farmaci che contrastano infezioni virali o forniscono protezione per un certo periodo di tempo, esercitando un'azione di carattere terapeutico o preventivo, e possono essere somministrati anche a domicilio;

alcuni Paesi si sono già approvvigionati di farmaci antivirali e da ultimo la Francia ha già deciso di ordinare 50.000 dosi della pillola anti COVID-19 dell'americana Merck, come annunciato dal Ministro della salute, Olivier Véran, il giorno 26 ottobre, nonostante il farmaco sia ancora in fase di approvazione dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA);

l'azienda farmaceutica Merck, rinunciando ai diritti di brevetto, ha di fatto permesso alle concorrenti di tutto il mondo di produrre il suo "Molnupiravir", la pillola antivirale contro il COVID-19, firmando un accordo con il partner Ridgeback e Biotherapeutics e con The Medicines Patent Pool (MPT), un'organizzazione della salute pubblica legata alle Nazioni Unite,

si chiede di sapere:

quanto ancora si dovrà attendere per la stesura di un effettivo protocollo di terapie domiciliari a beneficio dell'attività di contrasto all'infezione da Sars-Cov-2 in attuazione completa, pur tardiva, di quanto deliberato del Senato della Repubblica in data 8 aprile 2021;

in che modo il Ministro in indirizzo intenda approvvigionare, come già previdentemente fatto da altri Paesi, il nostro Servizio sanitario nazionale dei farmaci antivirali di ultima generazione utili allo scopo, come ad esempio il farmaco "Molnupiravir".

(4-06197)

TRENTACOSTE - Ai Ministri della transizione ecologica e delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

in Sicilia sono circa 400 i progetti per la realizzazione di parchi fotovoltaici, presentati tra il 2019 e il 2021. L'85 per cento di questi è stato presentato nell'ultimo anno e mezzo, per una superficie complessiva di circa 15.000 ettari;

diverse aziende energetiche, anche multinazionali, offrono agli agricoltori fino a 3.000 euro all'ettaro per l'affitto annuo dei terreni o 30.000 euro all'ettaro per l'acquisto;

considerato che:

l'amministrazione e il Consiglio comunale di Corleone (Palermo) hanno già approvato una mozione per chiedere al vicino Comune di Monreale d'intraprendere un cammino condiviso per arginare il dilagare di impianti fotovoltaici, in località Malvello, e per fermare la realizzazione di un impianto fotovoltaico esteso su 200 ettari in area agricola, compromettendo la vicina località di Borgo Schirò;

il 23 giungo 2021, nel corso della seduta congiunta delle Commissioni 9a e 10a del Senato, nell'ambito dell'affare assegnato n. 772, recante "Problematiche inerenti alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime agroalimentari ed agroindustriali" si è svolta l'audizione dell'amministratore delegato e Presidente di ENEL Italia S.p.A., dottor Carlo Tamburi, che ha ribadito che l'apposizione di pannelli fotovoltaici deve avvenire prioritariamente sui tetti dei capannoni agricoli e industriali, prima di intervenire sui suoli agricoli;

il 22 settembre, il ministro Patuanelli, intervenuto alla Camera dei deputati nel corso della seduta di interrogazioni a risposta immediata, ha dichiarato: "Vogliamo favorire l'investimento in idee e non il chilowattora, perché altrimenti, qualsiasi sia la procedura, si rischia che gli agricoltori vengano indotti a dare in affitto i loro terreni a società energetiche che produrranno solo energia, facendo cessare di fatto l'attività agricola. Il ministero delle Politiche agricole non permetterà che si sottragga terreno a produttori di cibo. La nostra progettualità come MIPAAF, alla quale abbiamo dato la priorità, è la realizzazione di impianti fotovoltaici sulle coperture di edifici e non a terra";

il 13 ottobre, la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Enna ha bloccato il progetto di una centrale fotovoltaica da 348 megawatt di potenza, per una superficie totale di 500 ettari circa, che sarebbe sorta su "una delle aree più dense di rinvenimenti archeologici della Sicilia centro-orientale, oltre che in uno dei comprensori paesaggisticamente più integri e incontaminati";

considerato inoltre che:

le proposte commerciali per la creazione di grandi impianti su suolo agricolo stanno determinando squilibri nel mercato degli affitti agrari, considerato che, già adesso, il costo dei terreni per l'installazione di impianti fotovoltaici è triplo rispetto all'ordinario;

i progetti per la realizzazione di grandi parchi fotovoltaici presentati da società, spesso sconosciute e con capitali sociali esigui, ottenute le autorizzazioni, vengono rivenduti a grandi gruppi societari, svelando la loro natura speculativa e prevalentemente finanziaria, ben lontana dall'interesse ambientale a produrre energia da fonti sostenibili;

andrebbe definita una linea di indirizzo per l'emissione dei pareri di compatibilità ambientale per quegli impianti, cosi come definito dal Regolamento (UE) n. 2020/852 sul sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili, per non compromettere l'utilizzo di fondi del "Next Generation EU" e in considerazione che l'art. 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387 del 2003 considera l'ubicazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli un'ipotesi residuale e subordinata, per la quale si deve tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale,

si chiede di sapere:

quali iniziative, alla luce di quanto esposto, i Ministri in indirizzo intendano assumere al fine di limitare approcci speculativi che potrebbero mettere a rischio la tenuta dell'attività agricola nazionale e con essa la sovranità alimentare del nostro Paese;

se, nei limiti delle proprie attribuzioni, intendano adottare iniziative affinché gli impianti di energia elettrica da fonte rinnovabile siano installati prioritariamente su volumi edilizi esistenti, nonché su superfici artificiali di aree pubbliche e private, consentendo l'autoproduzione di energia.

(4-06198)

TRENTACOSTE - Ai Ministri della transizione ecologica e delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

la Sicilia non ha ancora adottato un Piano energetico regionale definitivo che ponga dei limiti all'utilizzo di suolo agricolo per questo tipo di impianti energetici;

nonostante il Comitato tecnico scientifico regionale abbia espresso parere favorevole al Piano energetico siciliano, ad oggi, non è stata redatta una mappatura delle aree idonee, mentre è già in corso la cessione dei terreni coltivabili, con il rischio di veder ridotte importanti produzioni agricole, di indebolire ulteriormente la sovranità alimentare del nostro Paese e di stravolgere il paesaggio rurale, a causa di un'eccessiva concentrazione di pannelli fotovoltaici;

tale pressione sul territorio è dovuta all'assenza di regole precise e alla mancata approvazione di un Piano energetico regionale definitivo che ponga un limite all'utilizzo di suolo agricolo per tali impianti, in Sicilia;

inoltre, il Piano energetico regionale, in fase di approvazione, dovrebbe prevedere il limite di un terzo delle aree agricole da destinare al fotovoltaico su base regionale, ma non prevede, altresì, alcun limite in ambito comunale, permettendo di consumare la totalità del suolo di interi comuni;

il dilagare di grandi impianti fotovoltaici stravolgerebbe il paesaggio, l'ambiente, l'agricoltura, il turismo sostenibile e l'economia locale, tutelati dalle politiche del Programma di sviluppo rurale, a vantaggio di poche società, lasciando sparute compensazioni economiche agli agricoltori e un territorio irrimediabilmente sfigurato e danneggiato;

la legge 22 aprile 2021, n. 53, recante "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020", all'art. 5 evidenzia la necessità di individuare una disciplina per la definizione delle superfici e aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, privilegiando l'utilizzo di superfici edificate e aree non utilizzabili per altri scopi;

considerato che il fotovoltaico su suolo naturale è una fonte energetica con un forte impatto sul territorio, pur tuttavia, gli obbiettivi ambientali che l'Italia si è impegnata a raggiungere nelle sedi internazionali, obbligano il nostro Paese a installare circa 300 milioni di metri quadri di pannelli che, considerate le opere accessorie, se posti a terra, svilupperebbero un ingombro complessivo di oltre 70.000 ettari;

considerato inoltre che, come denunciato dall'associazione Coldiretti, l'installazione di impianti fotovoltaici su terreni percorsi da incendi non necessita di alcun cambio di destinazione d'uso e le organizzazioni criminali che prima lucravano sugli impianti eolici, stanno spostando i loro interessi su questi, come già accertato da alcune indagini giudiziarie condotte dalla Procura della Repubblica di Palermo;

considerato infine che, a parere dell'interrogante:

occorre proporre un percorso decisionale trasparente e condiviso tra i soggetti istituzionali e privati coinvolti sul tema che permetta di fissare regole che evitino stravolgimenti del territorio, con la dismissione di terreni produttivi e la scomparsa delle aziende agricole, tutelando il paesaggio, l'ambiente e la biodiversità;

nell'ottica della migliore realizzazione della Generazione Distribuita (GD), un ulteriore fabbisogno poterebbe provenire da impianti di piccole dimensioni che occuperebbero una limitatissima superficie di suolo agricolo e consentirebbero un'importante integrazione al reddito, usufruendo della manodopera di centinaia di piccole aziende sparse in tutta Italia,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, non intendano attivarsi nelle opportune sedi, affinché si giunga alla redazione di una Carta delle aree idonee, anche alla luce delle nuove linee di indirizzo adottate.

(4-06199)

Interrogazioni, ritiro

È stata ritirata l'interrogazione 4-06189 del senatore Lannutti.